convezione nei fluidi incomprimibili: analisi ai volumi finiti
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CONVEZIONE NEI FLUIDI INCOMPRIMIBILI: ANALISI AI VOLUMI FINITI Enrico Nobile Dipartimento di Ingegneria Navale, del Mare e per l’Ambiente – DINMA Università degli Studi Trieste, 34127 TRIESTE 15 marzo 2010 () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 1 / 143 15 marzo 2010 2 / 143 OUTLINE Parte I Fondamenti 1 INTRODUZIONE 2 L’EQUAZIONE DI TRASPORTO 3 L’IDEA DI BASE La griglia di calcolo Griglie Cartesiane per il metodo dei volumi finiti 4 DISCRETIZZAZIONE SPAZIALE Integrali di superficie Integrali di volume Integrazione del termine sorgente Tecniche di interpolazione Correzione differita Equazione algebrica finale Condizioni al contorno () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Metodo dei volumi finiti per fluidi incomprimibili Griglie Cartesiane in domini bidimensionali: I I I I Generica equazione di conservazione Problema termofluidodinamico completo Modifiche necessarie per griglie Cartesiane in domini tridimensionali Caso monodimensionale: derivazione elementare Griglie non strutturate: I I I I Generica equazione di conservazione Quantità geometriche e disposizione delle variabili sulla griglia Ricostruzione del gradiente Griglie ibride () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 3 / 143 Metodo dei volumi finiti – FVM (Finite Volume Method) Equazioni algebriche ottenute dal bilancio su ciascun volume di controllo; Metodo popolare in termofluidodinamica computazionale; Utilizzato in numerosi pacchetti CFD (Computational Fluid Dynamics) commerciali; Semplicità e corrispondenza fisica fra il FVM ed i principi di conservazione; Spesso adottato nell’introduzione all’uso di tecniche numeriche in trasmissione del calore e termofluidodinamica. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 4 / 143 Tutte le equazioni di conservazione hanno una struttura simile, a parte l’equazione di conservazione della massa: Equazione dell’energia in forma conservativa: ∂ (ρcp t) + ∇ · (ρwcp t) = ∇ · (λ∇t) + q̇ ∂ϑ Equazione di conservazione della quantità di moto, sempre in forma conservativa: ∂ (ρw) + ∇ · (ρww) = −∇p + ∇ · (µ∇w) − ρ β (t − t0 ) g ∂ϑ Forma generale dell’equazione di trasporto: ∂ (ρφ) + ∇ · (ρwφ) = ∇ · (Γ∇φ) + s ∂ϑ φ è un generico scalare, e Γ la proprietà di trasporto molecolare. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 5 / 143 In altre parole: (Accumulo) + (Convezione) = (Diffusione) + (Sorgente) Equazione dell’energia: per fluidi incomprimibili con c costante, φ è dato dall’entalpia specifica (c t), Γ è dato da λ/c, ed il termine sorgente, s, include l’eventuale generazione interna di calore. Equazione della quantità di moto: φ è la componente di velocità, Γ è la viscosità dinamica µ ed il termine sorgente include, oltre al gradiente di pressione, anche le forze di galleggiamento, se presenti, ed altri campi di forze. Sarà sufficiente considerare dapprima la soluzione della generica equazione di trasporto, per passare poi alla soluzione delle equazioni di Navier-Stokes e di continuità: I I Si assumeranno noti il campo delle velocità w, le proprietà termofisiche ρ e Γ, ed il termine sorgente s. Nel caso in cui le velocità siano incognite, come per le equazioni di Navier-Stokes, la procedura descritta mantiene la sua validità. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 6 / 143 Utilizzo della formulazione integrale, o finita, dell’equazione di conservazione, scritta per un generico volume di controllo V: Z ∂ (ρφ) + ∇ · (ρwφ) − ∇ · (Γ∇φ) − s dV = 0 V ∂ϑ Applicazione del teorema di Gauss, con A superficie del volume V: Z Z Z Z ∂ (ρφ) dV + ρφw · n dA = Γ∇φ · n dA + s dV V ∂ϑ A A V ed in forma più compatta: Z ∂ (ρφ) dV + ∂ϑ V () Z 00 Z J · n dA = A s dV V Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 7 / 143 00 Con J indichiamo il vettore flusso specifico della variabile φ, comprensivo del flusso 00 00 00 00 convettivo, Jc , e diffusivo, Jd , e quindi J = J · n rappresenta la componente del flusso in direzione normale alla superficie: 00 J J () 00 00 00 = Jc − Jd = ρφw − Γ∇φ = J · n = ρφw · n − Γ∇φ · n 00 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 8 / 143 Griglie strutturate Cartesiane Costituite da famiglie, mutuamente ortogonali, di rette parallele. Linee di ciascuna famiglia, o le celle definite da tali linee, individuate con un set di due indici (i, j) in due dimensioni, o di tre indici (i, j, k) in tre dimensioni. Limitata flessibilità geometrica. Semplicità ed efficienza dei metodi di calcolo basati su tali griglie. Esempi di griglie strutturate Cartesiane: Monoblocco () Multiblocco Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 9 / 143 Griglie strutturate curvilinee Costituite da famiglie di linee curvilinee, nelle quali ciascuna linea di una famiglia non interseca mai una linea della stessa famiglia, ed interseca una sola volta le linee delle altre famiglie. Identiche alle griglie Cartesiane dal punto di vista logico. Maggiore flessibilità geometrica rispetto alle griglie Cartesiane. Variante in cui le famiglie di linee sono mutuamente ortogonali. Esempi di griglie strutturate curvilinee: Monoblocco () Multiblocco Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 10 / 143 Griglie non-strutturate Le più adatte a trattare geometrie complesse di interesse industriale. Il dominio è suddiviso in elementi, o celle, di forma arbitraria, tipicamente triangoli o quadrilateri in 2D, e tetraedri ed esaedri in 3D. Possibilità di addensare la griglia nelle zone di interesse, anche in modo automatico (griglie adattive). Maggiore complessità e onere computazionale. Esempi di griglie non-strutturate: A triangoli () Ibrida Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 11 / 143 15 marzo 2010 12 / 143 Un esempio Meshatura a esaedri e ibrida (elica navale, M. Morgut, 2009). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Griglie Cartesiane per il metodo dei volumi finiti Il dominio viene suddiviso in un numero finito di volumi di controllo (VC), come illustrato in figura nel caso bidimensionale. La griglia, diversamente dalle Differenze Finite, definisce le facce dei VC, e non i nodi sui quali sono definite le grandezze incognite. L’approccio più comune è quello di posizionare i nodi, sui quali sono collocate le variabili incognite, nei centri dei VC. I nodi al centro dei VC sono indicati con ’◦’, mentre i nodi sul contorno sono rappresentati dal simbolo ’•’. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 13 / 143 Conservatività globale L’equazione di conservazione, scritta in forma integrale, può venire applicata a qualunque volume di controllo arbitrario, ed in particolare ad ogni VC: Sommando le equazioni ottenute per tutti i VC che costituiscono l’intero dominio di calcolo, si ottiene nuovamente l’equazione di conservazione globale per tutto il dominio, poiché i flussi su ciascuna faccia dei VC si cancellano, dato che vengono valutati con segno diverso nei due VC adiacenti. Tale proprietà si verifica solo se la procedura di valutazione dei flussi sulle facce è univoca. Sebbene tale proprietà (proprietà telescopica) sembri ovvia, nel caso di griglie non strutturate arbitrarie co-locate, è necessario adottare alcuni stratagemmi per rispettare tale importante requisito, che costituisce la base, ed il vantaggio principale, del metodo dei volumi finiti. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 14 / 143 Caso stazionario Approssimazione numerica degli integrali di superficie e di volume che appaiono nell’equazione di conservazione scritta in forma integrale. Adozione di tecniche di interpolazione, per esprimere il valore di alcune grandezze in punti diversi da quelli in cui sono collocate. Equazione di conservazione per il caso stazionario Z Z ρφw · n dA = A () Z Γ∇φ · n dA + A s dV V Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 15 / 143 Notazione Tipici VC ottenuti da una griglia Cartesiana, assieme alla notazione adottata: Bidimensionale Tridimensionale Il caso 2D può essere visto come un particolare caso 3D nel quale le variabili non dipendono da z. Attenzione rivolta al caso 2D: semplice estensione, per griglie Cartesiane, al caso 3D. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 16 / 143 Flusso netto Flusso netto attraverso il contorno del VC Z 00 J · n dA = A XZ k = XZ k Ak J00c J00 · n dA Ak · n dA − XZ k J00d · n dA Ak Per garantire la conservatività a livello di VC (locale) e dell’intero dominio (globale), non vi deve essere sovrapposizione fra i VC: I I Ogni faccia appartiene ad un VC, se giace sul contorno, o a due VC se si trova all’interno del dominio. Tale proprietà va garantita anche nei casi più complessi, ad esempio griglie mobili (sliding grids). Nel seguito sarà sufficiente considerare solo una faccia, quella indicata con e in figura; espressioni analoghe si ricavano per le altre con opportune sostituzioni degli indici. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 17 / 143 Approssimazioni Per calcolare l’integrale di superficie sulla faccia e in modo esatto, sarebbe necessario conoscere il valore della funzione integranda (J00 · n) su ogni punto della faccia. Ciò non è possibile, poiché la variabile φ, e quindi i flussi ad essa associati, sono noti solo nei nodi (centri dei VC). È necessario introdurre due approssimazioni: 1 2 L’integrale è espresso in funzione di uno o più valori della variabile sulla faccia del VC; I valori della variabile sulla faccia del VC sono approssimati per mezzo dei valori nodali della variabile. Rimandando al seguito la determinazione approssimata delle variabili sulle facce dei volumi di controllo in funzione dei valori nodali, vediamo come possano venire valutati gli integrali. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 18 / 143 Calcolo integrali di superficie Regola del punto medio Z J00 · n dA = Je00 Ae ≈ Je00 Ae Fe = Ae Regola dei trapezi Z J00 · n dA ≈ Fe = Ae Ae 00 00 (Jne + Jse ) 2 Approssimazioni di ordine più elevato: formula di Simpson Z Fe = J00 · n dA ≈ Ae () Ae 00 00 (Jne + 4Je00 + Jse ) 6 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 19 / 143 15 marzo 2010 20 / 143 Calcolo integrali di volume Regola del punto medio (2o ordine) Z s dV = s ∆V ≈ sP ∆V SP = V che nel caso bidimensionale si esprime come: SP ≈ sP ∆xi ∆yj Approssimazione di ordine elevato (4o ordine) ∆x ∆y SP = s dV ≈ 16 sP + 4 ss + 4 sn 36 V +4 sw + 4 se + sne + sse + snw + ssw Z () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Integrazione del termine sorgente Significato del termine sorgente s: I Nel termine sorgente vanno inseriti tutti quei contributi che non possono venire inseriti negli altri termini. Se sP è noto, e non dipende da φ, non ci sono difficoltà. Se, come spesso accade, esso dipende dalla variable stessa, φ, è necessario linearizzarlo: I I È opportuno - e conveniente - tener conto di tale dipendenza nella formulazione dell’equazione discretizzata; Nell’esplicitare tale dipendenza, essa può essere al più lineare, poichè il risultato finale verrà inglobato in un sistema di equazioni lineari. Linearizzazione del termine sorgente lhs sP = srhs P + sP φP slhs P () con < 0 e srhs P > 0. Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 21 / 143 Linearizzazione del termine sorgente Se sP è funzione non-lineare di φ, è necessario linearizzarla, cioè specificare i rhs valori di slhs P e sP , che possono ambedue essere funzione di φ: I I rhs Ad ogni iterazione, o passo di tempo, slhs P e sP andranno ricalcolati sulla base dei nuovi valori (in store) di φP , che qua indichiamo per brevità con φ∗P (φkP o φnP ); La linearizzazione scelta per sP dovrebbe rappresentare in modo adeguato la relazione sP = sP (φP ). La regola vista slhs P < 0 dovrebbe venir sempre rispettata: I I Tale requisito non sarebbe necessario se, per la soluzione del sistema di equazioni lineari ad ogni iterazione o passo di tempo, venisse utilizzato un metodo diretto; Viceversa, questa regola è molto importante se, come accade sempre in CFD, la soluzione del sistema di equazioni avviene tramite metodi iterativi. Vediamo nel seguito alcuni esempi. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 22 / 143 Esempi (1) Esempio 1 Dato: s = 6 − 3φ vediamo le possibili linearizzazioni: 1 2 3 lhs srhs P = 6; sP = −3. Ovvia e raccomandata. ∗ lhs srhs P = 6 − 3φP ; sP = 0. Poco efficiente, ma spesso è l’unico approccio quando l’espressione del termine sorgente S è molto complicato (es. Modelli di Turbolenza). ∗ lhs srhs P = 6 + 5φP ; sP = −8. La relazione sP = sP (φP ), proposta in tale formulazione, è più pendente di quella reale (ricordiamo che φ∗P va considerato a tutti gli effetti una costante). Corrisponde ad un sottorilassamento, con aumento di peso della diagonale principale della matrice dei coefficienti, e perciò riduce la velocità di convergenza. Opportuna in presenza di altre, pesanti non-linearità. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 23 / 143 Esempi (2) Esempio 2 Dato: s = 4 + 11φ vediamo le possibili linearizzazioni: 1 2 3 lhs lhs srhs P = 4; sP = 11. Non accettabile, poichè sP > 0. ∗ lhs srhs P = 4 + 11φP ; sP = 0. Corretto, poichè non è possibile individuare una formulazione naturale che dia slhs P < 0. ∗ lhs lhs srhs P = 4 + 15φP ; sP = −4. Creazione artificiale di sP < 0. Può rallentare la convergenza, ma talvolta può portare a benefici (robustezza, minori rischi di divergenza della simulazione). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 24 / 143 Esempi (3) Esempio 3 s = 3 − 5φ3 1 2 3 ∗3 lhs srhs P = 3 − 5φP ; sP = 0. Poco efficiente, non sfrutta la dipendenza di S da φ. lhs ∗2 srhs P = 3; sP = −5φP . In apparenza corretto, ma la relazione sP = sP (φP ) è più pendente di quella proposta in tale formulazione. Metodo raccomandato: ∗2 ∗ s = s∗ + (ds/dφ)∗ (φP − φ∗P ) = 3 − 5φ∗3 P − 15φP (φP − φP ) ∗3 lhs ∗2 ∗ quindi: srhs P = 3 + 10φP ; sP = −15φP : tangente, in φP , alla curva sP = sP (φP ). 4 ∗3 lhs ∗2 srhs P = 3 + 20φP ; sP = −25φP . Più pendente della sP = sP (φP ), potrebbe rallentare la convergenza. Le linearizzazioni ora viste sono illustrate nella slide successiva. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 25 / 143 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 26 / 143 Esempi (3) () Interpolazioni La valutazione degli integrali richiede di conoscere il valore delle variabili in posizioni diverse da quelle in cui esse sono definite (centri dei VC). La funzione integranda è il prodotto di diverse variabili, e/o gradienti delle stesse: Jc00 = ρφw · n per il flusso convettivo, e Jd00 = Γ∇φ · n per il flusso diffusivo. Per calcolare il valore dei flussi è necessario individuare il valore di φ e la componente del gradiente normale alla faccia del VC, su uno o più punti di quest’ultima. Distinzione fra componente normale del gradiente - flusso diffusivo - e valore della variabile - flusso convettivo. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 27 / 143 15 marzo 2010 28 / 143 Schemi per il flusso diffusivo CDS (Central Difference Scheme) 2o ordine φe = φE λe,PE + φP (1 − λe,PE ) λe,PE = xe − xP xE − xP Componente del gradiente normale alla faccia: φE − φP ∂φ ≈ ∂x e xE − xP CDS 4o ordine φ (x) = a + b x + c x2 + d x3 Per griglie uniformi: () ∂φ ∂x ≈ e 27 φE − 27 φP + φW − φEE 24 ∆x Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Considerazioni sugli schemi per il flusso diffusivo Uso, per i flussi diffusivi, di schemi del 2o ordine; Schemi di ordine elevato aumentano l’onere computazionale - maggiore dimensione della molecola di calcolo; Minore robustezza degli schemi di ordine elevato; Utilizzo della correzione differita; Approssimazioni di ordine più elevato non garantiscono una soluzione più accurata: I I La griglia dev’essere sufficientemente fine. Ricorso al raffinamento della griglia. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 29 / 143 Flusso diffusivo Diffusività sulla faccia Valore della diffusività Γe sulla faccia del VC in presenza di variazioni spaziali di tale proprietà: −1 λe,PE (1 − λe,PE ) + Γe = ΓP ΓE Per griglia uniforme media armonica di ΓP e ΓE : Γe = 2ΓE ΓP ΓE + Γ P Flusso diffusivo specifico 00 Jd,e () = (Γ ∇φ · n)e = Γe ∂φ ∂x e Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 30 / 143 Schemi base per il flusso convettivo Flusso convettivo specifico: 00 Jc,e = (ρ φ w · n)e = ρφe ue ue è la componente di velocità normale alla faccia e, ed è assunta nota. CDS - Central Difference Scheme φe = φE λe,PE + φP (1 − λe,PE ) UDS - Upwind Difference Scheme ( φe = () se (w · n)e > 0 se (w · n)e < 0 φP φE Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 31 / 143 Diffusività numerica Lo schema UDS garantisce assenza di oscillazioni, ma introduce una rilevante diffusione numerica. Nell’ipotesi (w · n)e > 0: φe = φP + (xe − xP ) ∂φ ∂x (xe − xP ) + 2 P 2 ∂2φ ∂x2 + ... P Lo schema UDS contiene solo il primo termine a destra, e quindi ha un’accuratezza del primo ordine, mentre l’errore di troncamento (secondo termine a destra) ricorda proprio l’espressione del flusso diffusivo. Lo schema UDS introduce quindi un falso flusso diffusivo dato dalla: ∂φ ∆xP 00 JNum = ΓNum con ΓNum = ρ ue ∂x P 2 (1) La diffusione artificiale aumenta inoltre nei casi in cui le linee di corrente non siano allineate alla griglia. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 32 / 143 Uso dello schema UDS Come mai lo schema UDS (o il suo cugino HY - Hybrid, nel quale si utilizza lo schema CDS nei casi in cui il flusso convettivo sia modesto, passando all’UDS negli altri casi) è ancora diffuso nei prodotti CFD commerciali? Semplicità ed assenza di oscillazioni: maggiori garanzie di ottenere una prima soluzione (approssimata) del problema; Avviamento della simulazione nei casi difficili, continuando poi con schemi più accurati; Utilizzo con schemi di ordine più elevato in modalità correzione differita. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 33 / 143 Schemi di ordine elevato per il flusso convettivo SOUDS - Second Order Upwind Difference Scheme ( φe = φP + [λe,PW (φW − φP )] φE + [λe,E EE (φEE − φE )] λe,PW = Nel caso (w · n)e > 0: xe − xP ; xW − xP φe = φP + se (w · n)e > 0 se (w · n)e < 0 λe,E EE = xe − xE xEE − xE φW − φP (xe − xP ) xW − xP QUICK - Quadratic Upstream Interpolation for Convective Kinematics ( φe = φP + [γ1e φW − (γ1e + γ2e ) φP + γ2e φE ] se (w · n)e > 0 φE + [γ3e φP − (γ3e + γ4e ) φE + γ4e φEE ] se (w · n)e < 0 γ1e = λe,EW λe,PW γ3e = λe,EP λe,EE P () γ2e = λe,PE λe,WE γ4e = λe,P EE λe,E EE Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 34 / 143 Sugli schemi di ordine elevato per il flusso diffusivo Sebbene più robusti dello schema CDS, e nel contempo più accurati dello schema UDS, gli schemi di ordine elevato possono comunque dar luogo ad oscillazioni non-fisiche della soluzione. Per rendere più stabili, e privi di oscillazioni, gli schemi ora visti ed altri di ordine ancora più elevato, i sistemi più diffusi possono venire raggruppati in due classi, flux blending methods e composite flux limiter methods. Flux blending methods: I I Un flusso anti-diffusivo viene sommato ad uno schema upwind del 1o ordine (es. FCT - Flux Corrected Transport). Una certa quantità di diffusività artificiale viene sommata - in modo selettivo - ad uno schema di ordine elevato per smorzare le oscillazioni (es. FRAM - Filtering Remedy and Methodology). Composite flux limiter methods. Il flusso numerico sulla faccia della cella viene modificato attraverso un criterio che imponga di limitarne il valore (boundedness): I I Total Variational Diminishing (TVD) flux limiters. Normalized Variable Formulation (NVF), o Normalized Variable and Space Formulation (NVSF). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 35 / 143 Cenni ad altri schemi di ordine elevato Su tali basi sono stati sviluppati alcuni schemi di ordine elevato quali: I I I I I MSOU - Monotonic Second Order Upwind scheme; HLPA - Hybrid Linear/Parabolic Approximation; SHARP - Simple High-Accuracy Resolution Program); SMART - Sharp and Monotonic Algorithm for Realistic Transport; NIRVANA - Nonoscillatory, Integrally Reconstructed Volume-Averaged Numerical Advection. Svantaggi di tali schemi: I I Notevole dimensione della molecola di calcolo, a meno di non utilizzare la correzione differita; Difficile estensione di tali schemi alle griglie non strutturate. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 36 / 143 Esempio - descrizione Comportamento di alcuni schemi convettivi sul test del trasporto bidimensionale puramente convettivo di uno scalare: Campo di moto assegnato e costante, inclinato di un angolo α = π/4 rispetto alla griglia. Condizioni al contorno indicate in figura, e l’equazione di trasporto considerata è ∇ · (ρwφ) = 0, che si traduce nella: u ∂φ ∂φ +v =0 ∂x ∂y Mancando la diffusione, il gradino presente nel profilo di φ all’ingresso, dovrebbe venire trasportato, senza alcuna diffusione, indefinitamente ed inalterato. La presenza di diffusione artificiale, ed eventuali oscillazioni, alterano il risultato. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 37 / 143 Esempio - risultati I profili, ottenuti sulla sezione orizzontale posta a metà altezza, sono confrontati con il profilo esatto, cioè quello più accurato ottenibile con la griglia utilizzata. Lo schema UDS non da luogo a oscillazioni, ma altera completamente il profilo, a seguito della diffusività numerica che lo caratterizza. Lo schema CDS preserva in modo accettabile il profilo (la griglia è particolarmente rada), ma introduce delle oscillazioni. Lo schema QUICK ha un comportamento intermedio fra UDS e CDS. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 38 / 143 Correzione differita Difficoltà nell’uso di schemi di ordine elevato. Insufficiente accuratezza degli schemi semplici. Correzione differita (Deferred Correction) Indicando con k l’iterazione k-esima si ha: oe, k−1 ob, k−1 k + φ − φ φke = φob, e e } | e | {z {z } lhs rhs ob indica uno schema di ordine basso (es. UDS), e oe uno di ordine elevato (es. QUICK). Formulazione delle espressioni per lo schema SOUDS e per lo schema QUICK. Basso costo computazionale, migliore convergenza, ridotta possibilità di oscillazioni non fisiche della soluzione. Necessità di una procedura iterativa, già presente nella metodologia di soluzione dei problemi termofluidodinamici (procedura di tipo iterativo o, in modo equivalente, di integrazione temporale). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 39 / 143 Equazione algebrica finale Problemi bidimensionali AP φP + AE φE + AW φW + AN φN + AS φS = SP Problemi tridimensionali AP φP + AE φE + AW φW + AN φN + AS φS + AT φT + AB φB = SP Forma compatta A P φP + X Anb φnb = SP nb con nb (da neighbor) si intende che la sommatoria va estesa ai VC adiacenti. Le espressioni da utilizzarsi per i coefficienti AP , AE , AW etc. dipendono dagli schemi adottati per i termini convettivo e diffusivo, e dalle relazioni usate per la valutazione degli integrali. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 40 / 143 Esempio di calcolo dei coefficienti Usando lo schema CDS del 2◦ ordine per i flussi convettivo e diffusivo, e dell’integrazione secondo la regola del punto medio: ṁe = ρ ue ∆yj AcE = ṁe λe,PE Γe ∆yj AdE = − xE − xP AE = AcE + AdE AP = − (AE + AW+ AN + AS ) − slhs P ∆xi ∆yj SP = srhs P ∆xi ∆yj () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 41 / 143 Condizioni al contorno Le condizioni al contorno vanno applicate prima di assemblare, e successivamente risolvere, il sistema di equazioni. Per le griglie Cartesiane, o più in generale strutturate, sono possibili due diversi approcci: b Metodo 1: nodo sul contorno () Metodo 2: cella fantasma (ghost cell) Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 42 / 143 Condizione al contorno convettiva - metodo 1 n · Γ ∇φ + α (φBC − φ∞ ) = 0 In altra forma: −Γ ∂φ + α φBC = α φ∞ ∂x ed in termini discreti: φP − φW + α φW = α φ∞ ∆x1 /2 # " 2Γ α ∆x1 φW = φP + φ∞ 2 Γ + α ∆x1 2 Γ + α ∆x1 | {z } | {z } Clhs Crhs −Γ Equazione algebrica per la cella P: (AP + AW Clhs ) φP + AE φE + AN φN + AS φS = (SP − AW Crhs ) | {z } | {z } AP SP () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 43 / 143 Condizione al contorno di Dirichlet - metodo 2 È la condizione al contorno più semplice, e corrisponde, nel caso dell’equazione dell’energia, al valore imposto della temperatura. Detto φBC il valore assegnato, si ha: φBC = φP + φW 2 da cui: φW = 2 φBC − φP Equazione algebrica per la cella P: (AP − AW ) φP + AE φE + AN φN + AS φS = (SP − 2 AW φBC ) | {z } | {z } AP SP () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 44 / 143 OUTLINE Parte II Integrazione temporale 5 INTEGRAZIONE TEMPORALE Metodi base Metodi multilivello e metodi predictor-corrector Applicazione alla generica equazione di trasporto Metodi particolari () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 45 / 143 Integrazione temporale Equazione di trasporto nella formulazione generale tempo-variante: ∂ (ρφ) + ∇ · (ρwφ) = ∇ · (Γ∇φ) + s ∂ϑ Integrazione nel tempo alle differenze finite: l’intervallo temporale ϑ è suddiviso in un certo numero di intervalli temporali ∆ϑ. Integrazione temporale marciando nel tempo, nota la condizione iniziale al tempo ϑ = ϑ0 , e le condizioni al contorno in ciascun istante successivo ϑ = l ∆ϑ, con l = 1, . . . , n, n + 1, . . . L’equazione può essere scritta nella forma compatta: ∂ (ρφ) = F (ϑ, φ (ϑ)) ∂ϑ F = −∇ · (ρwφ) + ∇ · (Γ∇φ) + s Questa ricorda la forma delle equazioni differenziali ordinarie ai valori iniziali. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 46 / 143 ODE - Ordinary Differential Equations Equazione differenziale ordinaria (ODE) del primo ordine, assieme alla condizione iniziale al tempo ϑ0 : d φ (ϑ) = f (ϑ, φ (ϑ)) dϑ con φ (ϑ0 ) = φ0 Si desidera determinare φ dopo un intervallo ∆ϑ dall’istante iniziale, ottenendo così φ1 all’istante ϑ1 = ϑ0 + ∆ϑ; successivamente si determinerà φ2 all’istante ϑ2 = ϑ1 + ∆ϑ e così via. Nel modo più semplice, integrando la precedente fra ϑn e ϑn+1 = ϑn + ∆ϑ: ϑ Zn+1 d φ (ϑ) dϑ = φn+1 − φn = dϑ ϑ Zn+1 f (ϑ, φ (ϑ)) dϑ ϑn ϑn dove φn+1 = φ (ϑn+1 ). L’espressione scritta è esatta, tuttavia il termine a destra non può venire valutato senza conoscere la soluzione al nuovo istante, ed è quindi necessario approssimarlo. Vediamo in breve i metodi più comuni. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 47 / 143 15 marzo 2010 48 / 143 (1) - Metodo di Eulero esplicito φn+1 = φn + f (ϑn , φn ) ∆ϑ (2) - Metodo di Eulero implicito φn+1 = φn + f ϑn+1 , φn+1 ∆ϑ (3) - Metodo del punto medio φ n+1 n n+1/2 = φ + f ϑn+1/2 , φ ∆ϑ (4) - Metodo di Crank-Nicolson φn+1 = φn + () 1 f (ϑn , φn ) + f ϑn+1 , φn+1 ∆ϑ 2 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Stabilità ed accuratezza dei metodi base I metodi visti, a parte (3), sono detti a due livelli. A parte il metodo (1), tutti gli altri metodi richiedono la funzione incognita ad istanti diversi da ϑn , per il quale è nota, e quindi è necessario procedere ad approssimazioni e/o iterazioni. Il metodo (1) è detto esplicito, mentre gli altri sono metodi impliciti. Il metodo (1), come tutti i metodi espliciti, è più economico e semplice, ma non può essere utilizzato per valori di ∆ϑ superiori al limite di stabilità: ∂ f (ϑ, φ) <2 ∆ϑ (2) ∂φ I metodi impliciti sono più costosi, ma sono incondizionatamente stabili: I I metodi impliciti – scala temporale maggiore del limite di stabilità metodi espliciti; metodi espliciti – scale temporali dello stesso ordine del limite di stabilità. I metodi (1) e (2) hanno un’accuratezza temporale del prim’ordine (∆ϑ), mentre 2 i metodi (3) e (4) hanno un’accuratezza del second’ordine, ((∆ϑ) ). Con metodi a due livelli, l’accuratezza può essere, al più, del second’ordine. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 49 / 143 Metodi multilivello e metodi predictor-corrector Metodi di ordine più elevato: Metodi multilivello – scelti fra gli istanti di tempo già considerati, e per i quali la soluzione è disponibile: metodi espliciti di Adams-Bashfort: 1 3 f (ϑn , φn ) − f ϑn−1 , φn−1 ∆ϑ φn+1 = φn + 2 1 φn+1 = φn + 23 f (ϑn , φn ) − 16 f ϑn−1 , φn−1 + 5 f ϑn−2 , φn−2 ∆ϑ 12 Metodi di Runge-Kutta – compresi fra ϑn e ϑn+1 : metodo del quarto ordine: φ∗n+1/2 φ∗∗ n+1/2 φ∗n+1 φn+1 () ∆ϑ f (ϑn , φn ) 2 ∆ϑ ∗ n f ϑn+1/2 , φn+1/2 = φ + 2 = φn + = φn + ∆ϑ f ϑn+1/2 , φ∗∗ n+1/2 ∆ϑ h n n ∗ = φ + f (ϑn , φ ) + 2 f ϑn+1/2 , φn+1/2 + 6 i ∗∗ ∗ 2 f ϑn+1/2 , φn+1/2 + f ϑn+1 , φn+1 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 50 / 143 Applicazione alla generica equazione di trasporto Caso bidimensionale, metodo implicito di Eulero del prim’ordine e schema CDS : n+1 AP φn+1 + AE φn+1 + AW φn+1 + AS φn+1 = SP P E W + A N φN S ṁe = ρ ue ∆yj AcE = AdE = AE = AP = SP = ṁe λe,PE Γe ∆yj − xE − xP c AE + AdE ρ ∆xi ∆yj − (AE + AW + AN + AS ) − slhs P ∆xi ∆yj ∆ϑ n ρ φ srhs ∆xi ∆yj P + ∆ϑ Il termine non-stazionario aumenta il peso del coefficiente AP . Utilizzo della forma non-stazionaria delle equazioni per problemi stazionari. Gli schemi espliciti non richiedono la soluzione di sistemi di equazioni, ma il passo di integrazione temporale è limitato. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 51 / 143 Metodi particolari Schemi indirizzati ad applicazioni particolari o caratterizzati da particolari vantaggi. Schema di Eulero implicito del secondo ordine, o schema Gear: dφ 3 φn+1 − 4 φn + φn−1 ≈ dϑ n+1 2 ∆ϑ 4 1 2 φn+1 = φn − φn−1 + f ϑn+1 , φn+1 ∆ϑ 3 3 3 Metodi misti esplicito-implicito, rispettivamente per il flusso convettivo e per il flusso diffusivo, usati in simulazioni LES e DNS su geometrie semplici. Schema di Adams-Bashfort del second’ordine per il termine convettivo, e schema Gear per il contributo diffusivo: 3φn+1 − 4φn + φn−1 2 ∆ϑ 1 3 ∇ · (ρwφn ) − ∇ · ρwφn−1 + 2 n+1 (∇ · (Γ∇φ)) + sn+1 = − Schema Runge-Kutta per i termini convettivi, e Crank-Nicolson o Gear per i contributi diffusivi. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 52 / 143 OUTLINE Parte III Sistemi di equazioni 6 METODI DI SOLUZIONE DEI SISTEMI DI EQUAZIONI LINEARI Metodi diretti Metodi iterativi () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 53 / 143 Soluzione dei sistemi di equazioni - 1 Sistema di equazioni: AΦ = S dove A è la matrice dei coefficienti, Φ è il vettore delle incognite, e S il vettore dei termini noti: A11 A12 . . . A1N Φ S 1 1 A21 A22 . . . A2N Φ2 S2 A= . Φ= S= .. .. .. .. .. .. . . . . . AN1 AN2 . . . ANN ΦN SN La matrice A è sparsa. La disposizione degli elementi non nulli, all’interno di A, dipende dalla modalità di numerazione delle incognite. L’approccio più comune, per griglie strutturate, è quello di utilizzare la numerazione lessicografica: () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 54 / 143 Soluzione dei sistemi di equazioni - 2 Numerazione lessicografica: Per un problema 2D con Nj = 3 ed Ni = 4: AP1 AN2 AW4 A= AS1 AP2 AN3 AE1 AS2 AP3 AE2 AE3 AP4 AN5 AW5 AW6 AS4 AP5 AN6 AE4 AS5 AP6 AW7 AE5 AE6 AP7 AN8 AW8 AW9 AS7 AP8 AN9 AE7 AS8 AP9 AW10 AE9 AP10 AN11 A11 AW12 () AE8 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile AS10 AP11 AN12 AS11 AP12 15 marzo 2010 55 / 143 Soluzione dei sistemi di equazioni - 3 La matrice A possiede una struttura polidiagonale, detta anche diagonale a blocchi o tridiagonale a blocchi. Non è necessario memorizzare l’intera matrice. Per tali matrici esistono efficienti algoritmi di soluzione di tipo iterativo e, per casi particolari, anche diretto. La struttura della matrice non cambia – alcuni termini sono trattati in modalità correzione differita - lavorando con griglie curvilinee. La struttura della matrice si conserva, all’interno di ciascun blocco, anche per griglie strutturate multiblocco. La struttura della matrice, sempre sparsa, cambia utilizzando griglie non strutturate. Distinzione fra metodi diretti e metodi iterativi: I I Nei primi la soluzione è ottenuta in un numero predeterminato di operazioni, funzione del numero di incognite. Nei metodi iterativi la soluzione è ottenuta attraverso iterazioni successive partendo da un valore di tentativo, ed il numero di operazioni non è predeterminabile, ma dipende da diversi fattori. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 56 / 143 Eliminazione di Gauss - 1 Fra i metodi diretti il più semplice è il metodo di Gauss. N è il numero totale delle incognite, pari a Ni × Nj per problemi 2D e Ni × Nj × Nk in 3D. Eliminazione di A21 dalla matrice A: I I Si moltiplica la prima equazione (prima riga della matrice) per A21 /A11 e la si sottrae dalla seconda equazione. Anche tutti gli altri elementi della seconda riga risulteranno modificati, così come il secondo elemento S2 del termine noto. Poi si moltiplica la prima equazione per A31 /A11 e la si sottrae dalla terza. Si procede così per tutti gli altri elementi della prima colonna della matrice. Ai1 A0ij = Aij − A1j A11 i = 2, . . . N, j = 1, . . . N A i1 Si0 = Si − S1 A11 () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 57 / 143 Eliminazione di Gauss - 2 Dopo questo primo passaggio la matrice risulta così modificata: A11 A12 . . . A1N 0 A022 . . . A02N A0 = . . . . .. .. .. .. 0 A0N2 ... A0NN Nessuna delle equazioni 2, 3, . . . , N contiene più la la variabile φ1 . Si passa quindi ad eliminare la variabile φ2 da questo sistema ridotto, nello stesso modo, e si continua quindi per le colonne 3, 4 . . . , N − 1. In termini generali: A0ik Akj A0kk A0ij = A0ij − Si0 A0ik 0 0 = Si − 0 Sk Akk () k = 1, . . . N − 1, i = k + 1, . . . N, j = k . . . , N Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 58 / 143 Eliminazione di Gauss - 3 I fattori A0ik /A0kk sono detti moltiplicatori, o coefficienti moltiplicativi, e la matrice risultante U è in forma triangolare superiore: A11 A12 . . . A1N S 1 0 A022 . . . A02N S20 0 U= . S = .. .. .. .. .. . . . . 0 0 0 0 . . . ANN SN Il sistema così modificato è facilmente risolto. Osservando che: φN = SN0 A0NN è sufficiente procedere all’indietro: Si0 φi = () − N X A0ij φj j=i+1 A0ii i = N − 1, . . . 1 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 59 / 143 Eliminazione di Gauss - 4 La sequenza di operazioni che, partendo dalla matrice triangolare superiore, fornisce i valori delle incognite, è detta sostituzione all’indietro (backsubstitution). Per N sufficientemente grande il numero totale di operazioni richieste dal metodo di Gauss è proporzionale a N 3 /3, sebbene la fase di sostituzione all’indietro richiede N 2 /2 operazioni, ed è quindi molto meno costosa. Il costo elevato, in termini di numero di operazioni per N grande, dell’algoritmo di Gauss, giustifica la ricerca di metodi più economici per la soluzione dei sistemi di equazioni. Il metodo di Gauss trova scarso utilizzo, in questa forma, nei problemi di termofluidodinamica computazionale. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 60 / 143 Decomposizione LU L’idea è di fattorizzare la matrice A: A = LU Per rendere la fattorizzazione unica, si impone che gli elementi diagonali della matrice L, Lii , siano unitari (o, in modo equivalente, siano unitari gli elementi diagonali Uii della matrice U). La matrice U è quella ottenuta nella fase di eliminazione in avanti del metodo di Gauss, mentre gli elementi della matrice L sono i coefficienti moltiplicativi, Aji /Aii , utilizzati in tale fase. UΦ = Y LY = S La soluzione, in sequenza, di tali due sistemi consente di risolvere il problema. L’importanza del metodo di decomposizione LU deriva da: 1 la fattorizzazione non richiede la conoscenza del vettore S dei termini noti; 2 la decomposizione LU costituisce la base di alcuni dei migliori metodi iterativi. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 61 / 143 Metodi particolari Casi speciali di sistemi lineari: limitati a geometrie semplici; efficienti per soluzioni ripetute del medesimo sistema con differenti termini noti. Algoritmi di maggiore interesse nella termofluidodinamica computazionale: Algoritmi per sistemi tridiagonali e tridiagonali ciclici: Thomas, Temperton, etc.. Il numero di operazioni scala linearmente con N, anzichè con N 3 , come nell’eliminazione di Gauss. Algoritmi per griglie Cartesiane (ed anche cilindriche e sferiche) 2D e 3D uniformi: basati su metodi FFT (Fast Fourier Transform) e di riduzione ciclica. Il numero di operazioni, escludendo la fase di fattorizzazione, è dell’ordine di N × (ln2 N). Algoritmi per griglie Cartesiane (cilindriche e sferiche) 2D e 3D non uniformi: decomposizione matriciale, per il quale il numero di operazioni, per la sola fase di soluzione, varia con N 4/3 . () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 62 / 143 Metodi iterativi - 1 L’utilizzo di metodi iterativi è giustificato dalle seguenti osservazioni: Con il metodo LU, sebbene A sia sparsa, le matrici L ed U sono piene. Gli errori di discretizzazione sono usualmente ben superiori agli errori di arrotondamento accumulati con i metodi diretti. Nei problemi applicativi è necessario risolvere sistemi di rilevante dimensione. L’idea alla base dei metodi iterativi consiste nel partire da una soluzione di tentativo, e migliorarla sino al livello desiderato: dopo n iterazioni avremo una soluzione approssimata Φn , che non soddisfa l’equazione in modo esatto: AΦn = S − rn Sottraendo questa dal sistema di equazioni di partenza si ottiene una relazione fra l’errore di convergenza n , definito dalla: n = Φ − Φn n ed il residuo r : An = rn L’obiettivo di un metodo iterativo è quello di diminuire, sino a zero, il residuo, ed in tal caso anche l’errore di convergenza va a zero. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 63 / 143 Metodi iterativi - 2 Schema iterativo: MΦn+1 = NΦn + B La soluzione, a convergenza avvenuta, deve soddisfare l’equazione di partenza. A convergenza, inoltre, Φn+1 = Φ, da cui: A=M−N e B=S PA = M − N e B = PS o, più in generale: dove P è una matrice (non singolare) di precondizionamento. Versione alternativa dello schema iterativo: M Φn+1 − Φn = B − (M − N) Φn o Mδ n = rn dove δ n = Φn+1 − Φn è la correzione, o aggiornamento, e rappresenta un’approssimazione dell’errore di convergenza. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 64 / 143 Metodi iterativi - 3 Un metodo iterativo è tanto più efficace quanto più economica è la soluzione del sistema di equazioni modificato, e quanto più rapida è la convergenza, cioè minore il numero di iterazioni necessarie. La velocità di convergenza è funzione del raggio spettrale λ1 , definito come il modulo dell’autovalore massimo della matrice M−1 N. Un’espressione approssimata del numero di iterazioni necessario è dato dalla: ln aδ1 n≈ ln λ1 dove a1 è una costante e δ è la tolleranza richiesta per l’errore di convergenza. Da questa relazione approssimata per n si può notare che, per λ1 prossimo all’unità, la convergenza può risultare molto lenta. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 65 / 143 Metodi di base - 1 Metodo di Jacobi M è una matrice diagonale, i cui elementi sono quelli della diagonale principale di A: Φn+1 = P SP − AE ΦnE − AW ΦnW − AN Φn − AS ΦnS AP Il numero di iterazioni richiesto è proporzionale al quadrato del numero di VC in una direzione. È quindi un metodo piuttosto lento, e perciò di scarsa utilità. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 66 / 143 Metodi di base - 2 Metodo di sovrarilassamento o SOR (Successive Over-Relaxation) La matrice M è costituita dalla porzione triangolare inferiore della matrice A. Seguendo l’ordine lessicografico: Φn+1 P = (1 − ω) ΦnP n+1 SP − AE ΦnE − AW Φn+1 − AS ΦnS W − AN Φ +ω AP dove ω è il fattore di sovrarilassamento, (1.5 ≤ ω ≤ 1.85), necessario per accelerare la convergenza. Il metodo SOR è più efficiente del metodo di Jacobi poichè con il SOR si utilizzano i valori nuovi delle variabili non appena questi si rendono disponibili. Metodo di Gauss-Seidel Corrisponde allo schema SOR con ω = 1: Φn+1 P () = ΦnP n+1 SP − AE ΦnE − AW Φn+1 − AS ΦnS W − AN Φ + AP Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 67 / 143 Metodi di base - 3 Metodo di sovrarilassamento per linee o SLOR (Successive Line Over-Relaxation) Aggiornamento delle variabili di un’intera linea – riga o colonna – di VC. M è costituita da un sottoinsieme della A, relativo ai soli coefficienti delle variabili sulla linea in esame. Procedendo per colonne, e per valori di i crescenti: i h n+1 n+1 n+1 n+1 n AP Φi,j + AN Φi,j+1 + AS Φi,j−1 = SP − AE Φi+1,j − AW Φi−1,j Si ottiene un sistema tridiagonale. Possibile utilizzo di un coefficiente di sovrarilassamento ω. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 68 / 143 Cenni sui metodi basati sul gradiente Trovano fondamento nel fatto che è possibile minimizzare una funzione, rispetto a più direzioni, lavorando su una direzione alla volta. Possono venire classificati in funzione del tipo di sistemi (matrici) lineari a cui si rivolgono: 1 2 Sistemi simmetrici. CG (Conjugate Gradient) e ICCG (Incomplete Cholesky Conjugate Gradient). Sistemi non simmetrici. BCG (BiConjugate Gradient), CGS (Conjugate Gradient Squared), CGSTAB (CGS Stabilized) e GMRES (Generalized Minimal Residual). I metodi basati sul gradiente fanno uso di opportuni precondizionatori al fine migliorarne le prestazioni. Si ricorda infatti che la velocità di convergenza di tali metodi diminuisce all’aumentare dell’indice di condizionamento κ della matrice A, definito dalla: κ= λmax λmin L’idea alla base delle tecniche di precondizionamento è quello di sostituire il problema in esame con un altro caratterizzato da un indice di condizionamento inferiore. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 69 / 143 Metodi multigriglia - 1 Basati sull’utilizzo di più griglie: la griglia effettiva di calcolo (livello l), ed una sequenza di griglie via via più rade (l − 1, l − 2, . . . 1), dove ciascuna cella è ottenuta sommando (agglomerando) più celle della griglia immediatamente più fine. L’idea alla base di tali metodi, limitando la descrizione al caso di due sole griglie, nasce dalle seguenti osservazioni: Tutti i metodi iterativi sono efficaci nella riduzione degli errori (residui) di piccola lunghezza d’onda, cioè degli errori di elevata frequenza. Si tratta di errori la cui lunghezza d’onda è comparabile con la dimensione della griglia. La riduzione degli errori di piccola lunghezza d’onda avviene nelle prime iterazioni. Viceversa, la riduzione degli errori di lunghezza d’onda via via più elevata (bassa frequenza) avviene più lentamente, ed in effetti, dopo le prime iterazioni, la velocità di convergenza si riduce. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 70 / 143 Metodi multigriglia - 2 Riduzione degli errori di bassa frequenza, in modo molto più economico, su una griglia più rada (interpolazione o somma dei residui). Ottenuta la soluzione sulla griglia rada, questa viene iniettata o sommata sulla griglia fine. Le iterazioni sulla griglia più rada sono molto più economiche. Maggiore velocità di convergenza, poichè sulla griglia rada lo stesso errore ha frequenza più elevata. Il vantaggio aumenta utilizzando più griglie, o livelli. Idealmente, il numero di iterazioni equivalenti, e quindi il tempo di calcolo, varia linearmente con il numero N di variabili. Metodi multigriglia di maggiore interesse in CFD: 1 Multigriglia di tipo Additivo - ACM (Additive Correction Multigrid). 2 Multigriglia di tipo Algebrico - AGM (AlGebraic Multigrid). Come risolutore iterativo nelle varie griglie, detto smoother, può essere utilizzato uno qualsiasi dei metodi iterativi visti. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 71 / 143 OUTLINE Parte IV Problemi termofluidodinamici - approccio FVM 7 SOLUZIONE DEI PROBLEMI TERMOFLUIDODINAMICI Disposizione delle variabili sulla griglia 8 PROCEDURA AI VOLUMI FINITI Metodi segregati Metodi accoppiati () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 72 / 143 PROBLEMI TERMOFLUIDODINAMICI - 1 FVM: approccio comune per la risoluzione numerica di problemi termofluidodinamici. Ampia diffusione di codici commerciali basati su tale tecnica. Le equazioni algebriche ottenute dalla discretizzazione delle equazioni di Navier-Stokes, ed altre grandezze, potrebbero venire risolte simultaneamente, oppure in modo sequenziale: la soluzione procede, per ogni variabile, congelando le altre al passo di tempo o iterazione precedente. I primi codici FVM utilizzavano l’approccio sequenziale, o segregato, e sole griglie strutturate di tipo Cartesiano. Estensione alle griglie strutturate curvilinee, prima monoblocco, poi multiblocco. FVM per griglie non strutturate: I I I I generazione completamente automatica della griglia per geometrie complesse; importazione di geometrie CAD; griglie adattive; metodologie di soluzione di tipo segregato ed accoppiato. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 73 / 143 PROBLEMI TERMOFLUIDODINAMICI - 2 Con il FVM, si utilizzano procedure di calcolo di tipo iterativo per problemi stazionari o, per problemi non-stazionari, si fa ricorso a tecniche di integrazione di tipo implicito. Metodo SIMPLE (Semi-Implicit Method for Pressure-Linked Equations), e derivati da questo, come SIMPLER, SIMPLEC, SIMPLEST etc.: I I Non differiscono sostanzialmente dai procedimenti di calcolo di tipo Projection; Per ragioni di omogeneità faremo riferimento ai metodi di proiezione. Metodi di Proiezione: determinazione di una equazione differenziale per la pressione a partire dal vincolo di conservazione della massa. Proiezione: il campo di velocità approssimato, trovato nella prima fase del calcolo, viene successivamente proiettato in un campo a divergenza nulla tenendo conto delle correzioni di pressione. Differenze fra le equazioni di Navier-Stokes e la generica equazione di trasporto: conseguenze delle possibili distribuzioni delle variabili velocità e pressione sulla griglia. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 74 / 143 Disposizione delle variabili sulla griglia - 1 Le equazioni di Navier-Stokes e della continuità, in forma conservativa in coordinate Cartesiane bidimensionali: ∂ ∂ ∂ ∂p (ρu) + (ρuu) + (ρvu) = − ∂ϑ ∂x ∂y ∂x ∂ ∂u ∂ ∂u + µ + µ − ρ0 β (t − t0 ) gx ∂x ∂x ∂y ∂y ∂ ∂ ∂p ∂ (ρv) + (ρuv) + (ρvv) = − ∂ϑ ∂x ∂y ∂y ∂ ∂v ∂ ∂v + µ + µ − ρ0 β (t − t0 ) gy ∂x ∂x ∂y ∂y ∂u ∂v + =0 ∂x ∂y Termine sorgente - gradiente di pressione - richiede particolare attenzione. Il termine di galleggiamento non da luogo a particolari problemi. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 75 / 143 Disposizione delle variabili sulla griglia - 2 Consideriamo la prima delle due equazioni di Navier-Stokes. Con il FVM il termine relativo al gradiente di pressione viene usualmente espresso (approccio conservativo) come forza di superficie: Z Z Z ∂p dV = − p dA − p dA ≈ ∆yj (pw − pe ) − ∂x Ae Aw V Usando l’interpolazione lineare (differenze centrali), avremo: pW + pP pP + pE pW − pE ∆yj (pw − pe ) ≈ ∆yj − = ∆yj 2 2 2 Risulta quindi che il termine relativo alla pressione viene valutato utilizzando una griglia due volte più grossolana. Debole accoppiamento fra il campo delle velocità e quello delle pressioni: campo di pressione a scacchiera (checkerboard pressure field). È quindi necessario eliminare questo inconveniente. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 76 / 143 Disposizione delle variabili sulla griglia - 3 Utilizzo di griglie diverse, per le componenti di velocità, rispetto a quella, principale. Griglie ottenute traslando (sfalsando) i VC della griglia principale, per ciascuna componente di velocità e nella direzione corrispondente, di una quantità pari a metà del lato del VC. Con questa disposizione delle variabili (staggered grid), l’integrazione del termine relativo al gradiente di pressione per ue fornisce: Z Z Z ∂p − dV = − p dA − p dA ≈ ∆yj (pP − pE ) Ve ∂x AE AP Assenza di campi di pressione checkerboarded: il gradiente viene valutato con riferimento alla pressione in due nodi adiacenti. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 77 / 143 Disposizione delle variabili sulla griglia - 4 Le griglie sfalsate nel FVM corrispondono all’utilizzo di funzioni di forma di ordine inferiore per la pressione (unequal order interpolation) nel FEM. Ulteriori vantaggi offerti da tale tipo di griglia: I I Alcuni termini delle equazioni, che richiederebbero altrimenti delle interpolazioni, possono venire valutati, con un’accuratezza del second’ordine, in modo semplice. Viene garantita la conservazione dell’energia cinetica. Difficoltà di utilizzo delle griglie staggered di tipo curvilineo, ed ancor più non strutturate. Utilizzo della distribuzione co-locata (collocated) delle variabili: La proprietà di conservazione dell’energia cinetica delle griglie sfalsate, le rende particolarmente indicate in LES e DNS. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 78 / 143 Metodi segregati - 1 Deflussi bidimensionali di fluidi con proprietà costanti. Termine di galleggiamento: ipotesi di Oberbeck-Boussinesq. Calcolo delle componenti della velocità di tentativo (o di stima) u∗ e v∗ , assumendo la pressione di stima p∗ pari a pn : u∗ − un + ∇ · (ρwn γu∗ ) + ∇ · (ρwn (1 − γ) un ) ρ ∆ϑ ∂p∗ ∗ n = ∇ · (µ∇γu ) + ∇ · (µ∇ (1 − γ) u ) − − ρβ (tn − t0 ) gx ∂x ρ v∗ − vn + ∇ · (ρwn γv∗ ) + ∇ · (ρwn (1 − γ) vn ) ∆ϑ ∂p∗ = ∇ · (µ∇γv∗ ) + ∇ · (µ∇ (1 − γ) vn ) − − ρβ (tn − t0 ) gy ∂y dove i termini convettivi sono linearizzati secondo il metodo di Picard: ρwγw ≈ (ρwn ) γw () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 79 / 143 Metodi segregati - 2 Portando a destra dell’ uguale i termini che non contribuiscono alla matrice dei coefficienti, ed integrando sui rispettivi volumi di controllo si ottiene: Z Z Z ρ ∗ ∗ n u dV + ργ u w · n dA − µγ ∇u∗ · n dA ∆ϑ Vu A Au Zu Z n n = −ρ (1 − γ) u w · n dA + µ (1 − γ) ∇un · n dA Au Au "Z # Z Z Z ρ − p∗ dA − p∗ dA − ρβgx (tn − t0 ) dV + un dV ∆ϑ Vu AE,x AP,x Vu ρ ∆ϑ Z v∗ dV + ργ Z ∇v∗ · n dA Vv A Av Zv Z = −ρ (1 − γ) vn wn · n dA + µ (1 − γ) ∇vn · n dA Av Av "Z # Z Z ∗ − ∗ p dA − ρβgy p dA − AN,y () v∗ wn · n dA − µγ Z AP,y ρ (t − t0 ) dV + ∆ϑ Vv n Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Z vn dV Vv 15 marzo 2010 80 / 143 Metodi segregati - 3 La correzione di pressione viene calcolata risolvendo l’equazione di Poisson corrispondente che, integrata sul volume di controllo della pressione fornisce: Z Z ρ w∗ · n dA ∇p0 · n dA = ∆ϑ A A che in forma discreta, utilizzando la regola del punto medio, diventa: Z Z Z Z ∂p0 ∂p0 ∂p0 ∂p0 dy − dy + dx − dx ∂x ∂x ∂y ∂y Ae Aw An As e w n s ρ = [u∗e − u∗w ] ∆yj + [v∗n − v∗s ] ∆xi ∆ϑ I gradienti delle pressioni di correzione sulle facce vengono valutati secondo uno schema alle differenze centrali, ottenendo: 0 0 p0P − p0W pN − p0P p0P − p0S pE − p0P − ∆yj + − ∆xi xE − xP xP − xW yN − yP yP − yS ∗ ρ = ui,j − u∗i−1,j ∆yj + v∗i,j − v∗i,j−1 ∆xi ∆ϑ () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 81 / 143 Metodi segregati - 4 Le componenti u0 e v0 delle correzioni di velocità vengono calcolate in funzione del gradiente della correzione di pressione: "Z # Z Z ρ u0 dV = − p0 dA − p0 dA ∆ϑ Vu AE,x AP,x "Z # Z Z ρ v0 dV = − p0 dA − p0 dA ∆ϑ Vv AN,y AP,y In forma discreta, ed utilizzando le più semplici espressioni del second’ordine per l’integrazione e l’interpolazione, fornisce: () u0e = v0n = ∆ϑ ρ ∆ϑ − ρ − (p0P − p0E ) (xP − xE ) (p0P − p0N ) (yP − yN ) Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 82 / 143 Metodi segregati - 5 I valori della pressione e delle componenti di velocità alla fine del passo temporale sono dati dalle: pn+1 P = p∗P + p0P un+1 e = u∗e + u0e vn+1 n = v∗n + v0n Per ciò che riguarda la temperatura, questa viene ottenuta integrando sul VC l’equazione dell’energia, utilizzando lo stesso algoritmo di integrazione temporale utilizzato per le componenti di velocità: Z Z Z ρ cp n+1 n+1 n t dV + ρ cp γ t w · n dA − λγ ∇tn+1 · n dA ∆ϑ V A Z A Z n n = −ρ cp (1 − γ) t w · n dA + λ (1 − γ) ∇tn · n dA A A Z ρ cp + tn dV ∆ϑ V () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 83 / 143 Metodi segregati - 6 Osservazioni In analogia con il FEM, le proprietà termofisiche sono state ritenute costanti. L’algoritmo di integrazione temporale tipo projection ora visto presenta molte varianti possibili, quale ad esempio quella data dalla combinazione di uno schema Adams-Bashfort esplicito per il termine convettivo, ed uno schema Gear (Eulero second’ordine) implicito per il flusso diffusivo. La metodologia illustrata può servire, viste le notevoli somiglianze, come riferimento per altri algoritmi di soluzione, come il SIMPLE e derivati. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 84 / 143 Metodi accoppiati - 1 I metodi segregati possono dar luogo a problemi di convergenza quando l’accoppiamento fra le variabili è molto pronunciato. Necessità di dover adottare ridotti passi di integrazione temporale o valori piccoli dei coefficienti di sottorilassamento. Per queste situazioni può risultare conveniente utilizzare una strategia di soluzione che preservi, in modo implicito, l’accoppiamento fra le variabili. Le variabili risolte simultaneamente appartengono tipicamente ad opportuni sotto-domini, che vengono visitati in sequenza. I sotto-domini sono usualmente costituiti da: 1 2 Un singolo VC. Metodo SCGS (Simmetrically Coupled Gauss-Seidel). Può essere utilizzato anche per griglie non strutturate. Una linea, riga o colonna, di VC. Ad esempio CELS (Coupled Equation Line Solver). Limitato a griglie strutturate. (SCGS) () (CELS) Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 85 / 143 Metodi accoppiati - 2 Metodo SCGS, sole variabili pressione e velocità nel caso 2D stazionario AuPi,j ui,j + AuEi,j ui+1,j + AuWi,j ui−1,j + AuNi,j ui,j+1 u +AuSi,j ui,j−1 + (pi+1,j − pi,j ) ∆yj = Si,j AuPi−1,j ui−1,j + AuEi−1,j ui,j + AuWi−1,j ui−2,j + AuNi−1,j ui−1,j+1 u +AuSi−1,j ui−1,j−1 + (pi,j − pi−1,j ) ∆yj = Si−1,j AvPi,j vi,j + AvEi,j vi+1,j + AvWi,j vi−1,j + AvNi,j vi,j+1 v +AvSi,j vi,j−1 + (pi,j+1 − pi,j ) ∆xi = Si,j AvPi,j−1 vi,j−1 + AvEi,j−1 vi+1,j−1 + AvWi,j−1 vi−1,j−1 + AvNi,j−1 vi,j v +AvSi,j−1 vi,j−2 + (pi,j − pi,j−1 ) ∆xi = Si,j−1 (ui,j − ui−1,j ) ∆yj + (vi,j − vi,j−1 ) ∆xi = 0 Il termine relativo al gradiente di pressione è stato scritto in modo esplicito. Sistema lineare di cinque equazioni nelle incognite ui−1,j , ui,j , vi,j−1 , vi,j e pi,j . () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 86 / 143 Metodi accoppiati - 3 Per poter semplificare il sistema, al fine di ottenere economicamente la soluzione per via analitica, si adotta la seguente strategia: 1 Per le equazioni di quantità di moto, si portano nel termine noto tutti i contributi, con l’esclusione del termine diagonale AP e del contributo della pressione pi,j . 2 L’equazione di continuità viene mantenuta in forma completa. Così facendo si ottiene il seguente sistema: AuPi−1,j 0 0 0 −∆yj 0 AuPi,j 0 0 ∆yj 0 0 AvPi,j−1 0 −∆xi () 0 0 0 AvPi,j ∆xi ∆yj −∆yj ∆xi −∆xi 0 ui−1,j ui,j vi,j−1 vi,j pi,j u bi−1,j bui,j bvi,j−1 = bvi,j 0 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 87 / 143 Metodi accoppiati - 4 I termini noti contengono i contributi che non appaiono esplicitamente in forma matriciale, ad esempio: u bui,j = −AuEi,j u∗i+1,j − AuWi,j u∗i−1,j − AuNi,j u∗i,j+1 − AuSi,j u∗i,j−1 − p∗i+1,j ∆yj + Si,j Soluzione del sistema di equazioni: r1 = −∆yj /AuPi−1,j ; r2 = ∆yj /AuPi,j ; r3 = −∆xi /AvPi,j−1 ; r4 = ∆xi /AvPi,j DEN = r1 ∆yj − r2 ∆yj + r3 ∆xi − r4 ∆xi pi,j = r1 bui−1,j + r2 bui,j + r3 bvi,j−1 + r4 bvi,j /DEN ui−1,j = bui−1,j − ∆yj pi,j /AuPi−1,j ; ui,j = bui,j + ∆yj pi,j /AuPi,j vi,j−1 = bvi,j−1 − ∆xi p,j /AvPi,j−1 ; vi,j = bvi,j + ∆xi pi,j /AvPi,j SCGS applicabile anche alle griglie non strutturate, e altre variabili. La convenienza dei metodi accoppiati deriva, soprattutto, dal loro utilizzo contestuale ad un metodo multigriglia. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 88 / 143 OUTLINE Parte V Geometrie complesse: griglie non strutturate 9 GEOMETRIE COMPLESSE: GRIGLIE NON STRUTTURATE Scelta delle componenti di velocità Disposizione delle variabili sulla griglia e quantità geometriche Distribuzione spaziale delle variabili ed integrazione Calcolo del gradiente Termine transitorio e termine sorgente Flusso convettivo e flusso diffusivo Condizioni iniziali ed al contorno () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 89 / 143 Geometrie complesse La procedura illustrata per griglie strutturate Cartesiane è semplice ed accurata, e di agevole implementazione, ed infatti ha trovato applicazione in ricerche di base e nei primi codici commerciali. Difficoltà di utilizzo per geometrie complesse: Necessità di modificare il FVM in modo da affrontare anche tali problemi. Inizialmente ricorrendo a griglie strutturate curvilinee (approccio ancora utilizzato in qualche programma commerciale), passando poi a griglie non strutturate. Tendenza attuale è quella di utilizzare griglie non strutturate: l’uso di griglie strutturate, o Cartesiane, rimane garantito, sebbene con minore efficienza computazionale. Vista la maggiore generalità delle griglie non strutturate, in quanto segue considereremo solo queste. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 90 / 143 Classificazione FV Svariate modalità di costruzione dei Volumi Finiti (celle) a partire da griglie non strutturate. Le più comuni sono: (a) Cell-centered (b) Vertex-centered (o node-centered) (c) Circum-centered Nel seguito, faremo riferimento al solo caso cell-centered (a). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 91 / 143 Generalità e notazione Dominio discretizzato con una griglia non strutturata, costituita da VC di forma poliedrica arbitraria con un numero di facce n ≥ 4: Accuratezza maggiore con celle a forma di esaedri regolari. Generatori di griglia che producono mesh a poliedri: I I L’uso di poliedri, in generale, può garantire una maggiore accuratezza, a causa del più elevato grado di ortogonalità della griglia (vedi in seguito). Per griglie node-centered i VC sono già dei poliedri centrati sui nodi. Operando con FVM, non è necessario effettuare trasformazioni di coordinate. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 92 / 143 Centroidi Centroide C0 (baricentro) del VC Z (r − rC0 ) dV = 0 V Centroide cj della faccia Aj compresa fra C0 e Cj Z (r − rj ) dA = 0 Aj Aj è il vettore area della faccia: Aj = A j n In generale dj e Aj non sono paralleli, e l’angolo da essi formato aumenta per griglie molto distorte. Il punto di applicazione di Aj , cioè cj , è in generale diverso dal punto ottenuto dall’intersezione di dj con la faccia stessa. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 93 / 143 Equazione di trasporto È importante operare con griglie nelle quali i due vettori siano il più possibile paralleli e disposti lungo la stessa retta, e cioè con griglie il più possibile ortogonali. Nel FVM l’ortogonalità si misura fra congiungente i centroidi dj , e vettore area Aj della faccia interposta. Generica equazione di trasporto integrata sul VC: Z V ∂ (ρφ) dV + ∂ϑ Z Z ρφw · n dA = A Z Γ ∇φ · n dA + A s dV V In analogia a quanto visto per le griglie Cartesiane, considereremo singolarmente i vari termini dell’equazione di trasporto, dopo aver prima definito alcuni aspetti della procedura di calcolo. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 94 / 143 Scelta delle componenti di velocità Nel metodo FV, le equazioni della quantità di moto sono espresse in forma conservativa: I I I Tutti i termini delle equazioni possono venire rappresentati come divergenza di un vettore o di un tensore. L’utilizzo della forma conservativa delle equazioni con il FVM, garantisce la conservazione globale della quantità di moto anche nel calcolo discreto. Tuttavia, la forma conservativa delle equazioni richiede di esprimere le componenti della quantità di moto in un sistema di riferimento fisso, pena l’introduzione di campi di forza non-conservativi, secondo la definizione vista. Per tale ragione, è opportuno utilizzare componenti di tale tipo, ed in particolare Cartesiane, che sono le più semplici ed intuitive. Nel seguito, faremo riferimento a grandezze (vettori e tensori) espresse in termini di componenti Cartesiane. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 95 / 143 Disposizione delle variabili sulla griglia - 1 La disposizione sfalsata (staggered) delle variabili sulla griglia garantisce un buon accoppiamento fra componenti di velocità e pressione. Ciò vale solo per griglie strutturate Cartesiane, per le quali le componenti della velocità risultano normali alle facce dei VC. Per griglie non strutturate, viceversa, sarebbe necessario memorizzare tutte le componenti della velocità su ciascuna faccia. L’utilizzo di componenti di velocità allineate localmente alla griglia (componenti contravarianti), risolve tale problema, ma non sarebbe garantita la conservatività globale della quantità di moto. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 96 / 143 Disposizione delle variabili sulla griglia - 2 Pratica diffusa co-locare tutte le variabili nel centroide dei VC: Agevole gestione della struttura dati e programmazione (informazioni geometriche di un solo set di volumi di controllo). Utilizzo di opportune procedure di interpolazione per ovviare al debole accoppiamento fra il campo di velocità ed il campo di pressione. Nel FVM su griglie non strutturate, l’utilizzo di componenti Cartesiane della velocità, e la disposizione co-locata delle variabili, rappresenta un buon compromesso fra semplicità di implementazione, accuratezza e rispetto della conservatività (applicazione in numerosi codici, commerciali e open source). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 97 / 143 Quantità geometriche Il dominio di calcolo viene suddiviso in un numero finito di VC contigui attraverso una griglia. La griglia, in analogia con il metodo degli Elementi Finiti, definisce i vertici (vertices) o nodi, che collegati due a due costituiscono a loro volta gli spigoli (edges) dei VC. Gli spigoli definiscono le facce (faces) dei VC, che non sono necessariamente piane; tuttavia le loro proiezioni sui piani Cartesiani risultano indipendenti dalla forma effettiva della faccia. Tali proiezioni sono le componenti Cartesiane del vettore area A, univocamente definito sulla base delle coordinate dei vertici della faccia. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 98 / 143 Richiami di calcolo vettoriale - 1 Prodotto scalare Il prodotto scalare di due vettori a e b (dot product) è usualmente scritto a · b, ed è definito dalla quantità scalare: a · b = |a| |b| cos θ Alcune proprietà del prodotto scalare: a · (b + c) = a · b + a · c 2 a · a = |a| a · b = (ax i + ay j + az k) · (bx i + by j + bz k) = ax bx + ay by + az bz () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 99 / 143 Richiami di calcolo vettoriale - 2 Prodotto vettoriale Il prodotto vettoriale di due vettori a e b (cross product) è usualmente scritto a × b (o a ∧ b), ed è definito dalla quantità vettoriale: a × b = |a| |b| sin θ n Alcune proprietà del prodotto vettoriale: b × a = −a × b a × (b + c) = a × b + a × c a × b = (ax i + ay j + az k) × (bx i + by j + bz k) i a×b = ax bx j ay by k az bz = (ay bz − az by ) i + (az bx − ax bz ) j + (ax by − ay bx ) k () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 100 / 143 Richiami di calcolo vettoriale - 3 Vettore area A A = a × b = |a| |b| sin θ n Volume di un parallelepipedo V = c·(a × b) = a·(b × c) = b·(c × a) () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 101 / 143 Area di una faccia Qualunque faccia congiungente NV vertici Vl , con l = 1 . . . NV può essere decomposta in NV − 2 triangoli con un vertice comune. Vettore area Aj della faccia Ottenuto dalla somma dei vettori area dei triangoli che la compongono: NV 1X Aj = rVl−1 − rV1 × (rVl − rV1 ) 2 l=3 () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 102 / 143 Centroide di una faccia Per il triangolo definito dai vertici V1 , V2 e V3 , la posizione del centroide è data dalla: 1 r123 = (rV1 + rV2 + rV3 ) 3 Centroide rj della faccia Ottenuto dalla media, pesata per la rispettiva area, dei centroidi di tutti i triangoli utilizzati per la sua suddivisione: NV 1X rV1 + rVl−1 + rVl rVl−1 − rV1 × (rVl − rV1 ) 3 rj = l=3 NV X rVl−1 − rV1 × (rVl − rV1 ) l=3 () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 103 / 143 15 marzo 2010 104 / 143 Volume e centroide di un tetraedro Volume di un tetraedro V1234 = 1 (rV3 − rV1 ) · [(rV2 − rV1 ) × (rV4 − rV1 )] 6 Centroide di un tetraedro r1234 = () 1 (rV1 + rV2 + rV3 + rV4 ) 4 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Volume di un poliedro Volume di un poliedro Scomposizione in tetraedri e sommando il contributo di ciascuno di questi: Nf NV,i 1 XX V= rVi,1 − rVref · rVi,l−1 − rVref × rVi,l − rVref 6 i=1 l=3 con Nf numero facce del poliedro, NV,i numero vertici della faccia i-esima, e Vref un vertice (o qualunque altro punto) di riferimento arbitrario. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 105 / 143 Centroide di un poliedro Centroide di un poliedro Dalla media pesata, con il rispettivo volume, dei vettori posizione dei centroidi dei tetraedri costituenti il poliedro: rC0 () Nf NV,i 1 1 XX = rVref + rVi,l + rVi,l−1 + rVi,l 24 V i=1 l=3 rVi,1 − rVref · rVi,l−1 − rVref × rVi,l − rVref Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 106 / 143 Relazioni semplificate Sfruttando l’identità: ∇r = ∇ (xi + yj + zk) ≡ 3 il volume della cella si può calcolare sfruttando il teorema di Gauss: Nf Z Z 1 1 1X V= ∇r dV = r · ndA = ri · ni Ai 3 V 3 A 3 i=1 Con considerazioni analoghe, attraverso una derivazione un pò più complessa, il centroide può valutarsi con la relazione: Nf X 3 (ri · ni ) ri Ai rC0 = i=1 Nf X 4 ri · ni Ai i=1 Le espressioni viste sono in generale approssimate, ma risultano esatte per celle aventi facce triangolari o quadrilatere piane. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 107 / 143 Tipologia di celle Vista la possibilità di suddividere il dominio in VC caratterizzati da numero arbitrario di facce, è comune l’adozione, nell’implementazione, di una struttura dati basata sulle facce, anziché basata sui VC o sui nodi: I Agevole considerare celle e combinazioni di celle quali quelle rappresentate in figura: I Per ciascuna faccia è sufficiente conoscere le celle adiacenti C1 e C2 , ed il vettore d’area A, per poter valutare i flussi convettivo e diffusivo. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 108 / 143 Forme comuni delle celle Tipologie di celle più comuni - (a) tetraedro; (b) piramide; (c) prisma; (d) esaedro: (a) (b) (c) (d) La valutazione numerica degli integrali, di superficie e di volume, richiede la conoscenza delle coordinate dei centroidi dei VC, Cj , e delle facce, cj . È inoltre necessario conoscere il vettore d’area di ogni faccia, Aj , e il volume V del VC. Questi dati vengono in genere forniti dai generatori di griglia, altrimenti si può procedere alla loro valutazione, attraverso le relazioni viste, note le coordinate dei vertici Vj del CV. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 109 / 143 Distribuzione spaziale delle variabili - 1 Le variabili dipendenti, ed i valori delle proprietà termofisiche, sono definite nei centroidi dei VC. Tuttavia, per calcolare gli integrali di superficie, è necessario disporre del loro valore nei centroidi delle facce. Si suppone una variazione lineare della variabile φ all’interno della cella: φ = φC0 + (∇φ)C0 · (r − rC0 ) dove (∇φ)C0 indica il gradiente valutato in C0 , costante su tutto il volume di controllo. L’espressione vista fornisce un valore diverso di φ sulla faccia, a seconda di quale dei due VC questa si consideri appartenente. Formulazione più complessa che, in analogia al caso Cartesiano, garantisce perfetta simmetria. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 110 / 143 Distribuzione spaziale delle variabili - 2 Formulazione simmetrica - CDS 1 1 φj = φC 0 + φC j + (∇φ)C0 · (rj − rC0 ) + (∇φ)Cj · rj − rCj 2 2 dove il pedice j indica la faccia compresa fra i VC C0 e Cj , adiacenti a tale faccia. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 111 / 143 Integrali di superficie e di volume L’equazione di trasporto dev’essere integrata su ogni VC. Adozione di schemi del second’ordine, adeguati per le applicazioni industriali della CFD. Utilizzo della formula del punto medio. Integrazione Z φ dV ≈ φC0 ∆V V Z φ dA ≈ φj Aj Aj Z ∇φ · dA ≈ (∇φ)j · Aj Aj () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 112 / 143 Calcolo del gradiente Per poter calcolare i valori della variabile a centro-faccia, e per valutare termine diffusivo, è necessario conoscere il gradiente di φ nel centroide della faccia. Anche il calcolo del termine convettivo necessita della conoscenza del gradiente. Vi sono diverse strategie, adottate nei programmi commerciali, per ottenere (ricostruire) tale grandezza sulla base dei soli valori della variabile sui centroidi. Quelle indicati nel seguito rappresentano due delle alternative più diffuse. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 113 / 143 Metodo di Gauss-Green φx0 , φy0 e φz0 sono le componenti del gradiente di φ in C0 , e φx0 può essere considerato la divergenza del vettore φi. Applicando il teorema di Gauss-Green: Z Z Z X φx0 ∆V ≈ φx dV = ∇ · (φ i) dV = φ i · dA ≈ φj Aj,x V V A j Procedendo in maniera analoga per le altre componenti del gradiente si ottiene: φx0 i + φy0 j + φz0 k P P P φ A φ A j j,x j j,y j j j φj Aj,z ≈ i+ j+ k ∆V ∆V ∆V Ricostruzione del gradiente con il metodo di Gauss-Green P (∇φ)C0 ≈ () j φ j Aj ∆V Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 114 / 143 Metodo di Gauss-Green - esempio - 1 La relazione trovata fornisce un valore del gradiente, in C0 , che non dipende da φC0 . Esempio 2D Si ottiene 1 φx0 ≈ ∆V (φC0 + φC1 ) (φC0 + φC2 ) (φC0 + φC3 ) A1,x A2,x + A3,x 2 2 2 1 φy0 ≈ ∆V (φC0 + φC1 ) (φC0 + φC2 ) (φC0 + φC3 ) A1,y A2,y + A3,y 2 2 2 () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 115 / 143 15 marzo 2010 116 / 143 Metodo di Gauss-Green - esempio - 2 Esempio 2D (continua) Semplificando le espressioni trovate: () φx 0 ≈ 1 [φC1 A1,x + φC2 A2,x + φC3 A3,x ] 2 ∆V φy0 ≈ 1 [φC1 A1,y + φC2 A2,y + φC3 A3,y ] 2 ∆V Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Metodo di Gauss-Green - esempio - 3 Adozione di un dominio d’integrazione esteso: riduce gli errori associati alla valutazione dei valori della variabile sulle facce tramite interpolazione. Esempio 2D - Dominio d’integrazione esteso 1 [φC1 (yC2 − yC3 ) + φC2 (yC3 − yC1 ) + φC3 (yC1 − yC2 )] 2 ∆V 1 φy0 ≈ [φC1 (xC3 − xC2 ) + φC2 (xC1 − xC3 ) + φC3 (xC2 − xC1 )] 2 ∆V φx0 ≈ Anche in questo caso, però, le componenti del gradiente in C0 non dipendono da φC0 . () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 117 / 143 Metodo di Gauss-Green - commenti Il metodo di Gauss-Green, per la valutazione dei gradienti, è accurato solo per griglie Cartesiane, o comunque strutturate ortogonali. Piuttosto impreciso per griglie non-uniformi e griglie non strutturate costituite da celle di tipo diverso, quale è il caso delle griglie ibride. Migliore accuratezza, con un onere computazionale leggermente maggiore, ottenuta tramite un’approssimazione ai minimi quadrati. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 118 / 143 Metodo ai minimi quadrati - 1 La relazione vista (non simmetrica) che fornisce la legge di variazione lineare della generica variabile φ all’interno della cella, può essere scritta in forma esplicita: φ = φC0 + φx0 (x − xC0 ) + φy0 (y − yC0 ) + φz0 (z − zC0 ) Imponendo che questa relazione sia valida non solo sulla cella in esame, ma descriva l’andamento spaziale della variabile sino ai centroidi delle celle adiacenti, si ha: φCj = φC0 + φx0 xCj − xC0 + φy0 yCj − yC0 + φz0 zCj − zC0 − rj dove rj è il residuo: sistema sovradeterminato. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 119 / 143 15 marzo 2010 120 / 143 Metodo ai minimi quadrati - 2 In forma compatta: rj = φx0 dxj + φy0 dyj + φz0 dzj − ∆j dove: ∆j dxj dyj dzj = = = = φC j − φC 0 xCj − xC0 yCj − yC0 zCj − zC0 Il quadrato del residuo si traduce quindi nella: 2 2 2 rj2 = ∆2j + (φx0 dxj ) + (φy0 dyj ) + (φz0 dzj ) −2 (∆j φx0 dxj + ∆j φy0 dyj + ∆j φz0 dzj ) +2 (φx0 φy0 dxj dyj + φx0 φz0 dxj dzj + φy0 φz0 dyj dzj ) che sommato per tutte le nb (neighbours) celle adiacenti fornisce: R= nb X rj2 j=1 () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Metodo ai minimi quadrati - 3 Minimizzando ai minimi quadrati: ∂R ∂φx0 ∂R ∂φy0 ∂R ∂φz0 = 0 = 0 = 0 Sviluppando, raccogliendo ed esprimendo in forma matriciale: nb nb nb nb X X X X 2 (dxj ) dxj dyj dxj dzj ∆j dxj j=1 j=1 j=1 j=1 X nb nb nb nb X X φx0 X 2 dxj dyj (dyj ) dyj dzj ∆j dyj φy0 = j=1 j=1 j=1 j=1 φ z0 nb nb nb nb X X X X 2 dxj dzj dyj dzj (dzj ) ∆j dzj j=1 j=1 () j=1 Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile j=1 15 marzo 2010 121 / 143 Metodo ai minimi quadrati - 4 Con simbologia compatta D0 ∇φC0 = f0 Ricostruzione del gradiente con il metodo ai minimi quadrati ∇φC0 = D−1 0 f0 D0 è una matrice simmetrica 3 × 3, i cui elementi dipendono solo dalla griglia. Pertanto è necessario calcolare la matrice inversa D−1 0 , con griglia indeformabile, solo all’inizio del calcolo. La ricostruzione del gradiente col metodo dei minimi quadrati richiede quindi di memorizzare, ed invertire, la matrice D0 per ogni cella, per un totale di 6 × N numeri reali, con N numero totale di celle. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 122 / 143 Metodo ai minimi quadrati - commenti Per griglie molto distorte la matrice D0 può risultare mal condizionata: I I Adozione di una metodologia di soluzione basata sulla fattorizzazione QR (fattorizzazione della matrice di partenza nel prodotto di una matrice ortogonale Q e una matrice triangolare superiore R tramite il processo di Gram-Schmidt). Introduzione di pesi inversamente proporzionali alla distanza delle celle vicine. Il metodo è caratterizzato da un’accuratezza del primo ordine per griglie costituite da celle di forma arbitraria, ed è inoltre consistente, cioè il gradiente di una funzione lineare è calcolato esattamente per qualunque tipo di cella. Esso è perciò particolarmente adatto a trattare griglie ibride. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 123 / 143 Termine transitorio La procedura, ed il risultato, dipende dallo schema di integrazione temporale adottato. Per problemi stazionari o con lente variazioni temporali, è sufficiente l’adozione dello schema di Eulero implicito del primo ordine. Per flussi con rapide variazioni temporali, risulta conveniente lo schema di Crank-Nicolson del second’ordine. Integrazione del termine transitorio Z V () ∂ ∂ ∆V n+1 (ρφ) dV ≈ (ρC0 φC0 ∆V) ≈ ρC0 φC0 − φnC0 ∂ϑ ∂ϑ ∆ϑ Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 124 / 143 Termine sorgente Integrazione del termine sorgente Z sdV ≈ sC0 ∆V V Qualora il termine sorgente dipenda dalla variabile stessa, si procede alla sua linearizzazione secondo quanto visto nel caso delle griglie Cartesiane. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 125 / 143 Flusso convettivo - 1 Il termine convettivo viene calcolato considerando il contributo di tutte le facce costituenti il VC: Z XZ ρφw · dA = ρφw · dA A j Aj e, sulla base della formula del punto medio: Flusso convettivo XZ j ρφw · dA ≈ Aj X ṁj φj j dove ṁj rappresenta la portata di massa attraverso la faccia Aj : Z ṁj = ρw · dA ≈ ρj (wj · Aj ) Aj Linearizzazione del termine convettivo attraverso il metodo di Picard. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 126 / 143 Flusso convettivo - 2 Valutazione di φj : Schema CDS 1 1 φC 0 + φC j + (∇φ)C0 · (rj − rC0 ) + (∇φ)Cj · rj − rCj φj = 2 2 Instabilità ed oscillazioni (wiggles), e difficoltà di convergenza. Cura: raffinamento selettivo della griglia. Schema UDS ( φj = φC 0 φCj se (wj · Aj ) > 0 se (wj · Aj ) < 0 Introduzione di diffusività artificiale: usare, se proprio necessario, con cautela. Accettabile per equazioni di trasporto source-dominated, es. modelli di turbolenza. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 127 / 143 15 marzo 2010 128 / 143 Flusso convettivo - 3 Rappresentazione grafica dello schema UDS: () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Flusso convettivo - 4 Schema upwind di ordine più elevato ( φj = φC0 + (∇φ)C0 · (rj − rC0 ) φCj + (∇φ)Cj · rj − rCj se (wj · Aj ) > 0 se (wj · Aj ) < 0 Ricorso a schemi misti, attraverso un fattore di blending γ compreso fra 0 e 1: Schema misto ob ob oe ob φj = γφoe + (1 − γ) φ = φ + γ φ − φ j j j j j γ = 1 corrisponde allo schema CDS, e γ = 0 corrisponde allo schema UDS. ob indica uno schema di ordine basso (UDS), e oe indica uno schema di ordine elevato(CDS). Utilizzo in modalità correzione differita. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 129 / 143 15 marzo 2010 130 / 143 Flusso convettivo - 5 Rappresentazione grafica dello schema upwind di ordine elevato: () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile Flusso diffusivo - 1 Il termine diffusivo viene calcolato considerando il contributo di tutte le facce costituenti il VC: Z XZ Γ ∇φ · dA = Γ ∇φ · dA A Aj j e, sulla base della formula del punto medio:: XZ X Γ ∇φ · dA ≈ Γj (∇φ)j · Aj j Aj j Il valore di (∇φ)j viene approssimato tramite la: i 1h (∇φ)j ≈ (∇φ)C0 + (∇φ)Cj 2 che sostituito nella precedente risulta: i XZ 1X h Γ ∇φ · dA ≈ Γj (∇φ)C0 + (∇φ)Cj · Aj 2 A j j j () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 131 / 143 Flusso diffusivo - 2 P P Raccogliendo, ed osservando che j Γj Aj ≈ 0, ed in particolare Γ j Aj = 0 nel caso di proprietà termofisiche costanti, otteniamo: Z 1X Γj (∇φ)Cj · Aj Γ ∇φ · dA ≈ 2 j A L’espressione ora ricavata presenta due inconvenienti: 1 2 Abbiamo incluso VC non adiacenti (second neighbors) nella discretizzazione. Sebbene i contributi dei VC adiacenti (first neighbors) siano formalmente presenti, essi si cancellano a vicenda: soluzioni con oscillazioni non fisiche (wiggles o checkerboarding). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 132 / 143 Flusso diffusivo - 3 Discretizzazione del termine diffusivo per la cella C0 : solo i VC ombreggiati contribuiscono con coefficienti non nulli. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 133 / 143 Flusso diffusivo - 4 Utilizzo di un’espressione modificata per il gradiente, che includa l’effetto delle celle adiacenti nella discretizzazione, ad esempio: ! (∇φ) · d φ − φ j Aj Cj C0 Aj j ] = (∇φ) + (∇φ) − j j |dj | |Aj | |dj | |Aj | Con tali modifiche, l’espressione discreta del flusso diffusivo, scritta utilizzando la correzione differita, diventa: Flusso diffusivo ( Z Γ ∇φ · dA ≈ A X j Γj φCj − φC0 |dj | " # ) (∇φ)j · dj Aj |Aj | + (∇φ)j − · Aj |dj | |Aj | Il primo termine a destra viene trattato in modo implicito, mentre l’espressione in parentesi quadra, nota con il nome di termine cross-diffusivo, è trattata in modo esplicito. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 134 / 143 Flusso diffusivo - osservazioni La procedura vista per la discretizzazione del termine diffusivo costituisce la base di alcuni codici commerciali, ma presenta alcuni difetti: L’accuratezza del metodo, e le proprietà di convergenza, si riducono per griglie lontane dall’ortogonalità: aumenta il contributo del termine cross-diffusivo. Per griglie molto distorte il termine cross-diffusivo può addirittura diventare negativo, con conseguenze catastrofiche per variabili definite positive, ad esempio l’energia cinetica turbolenta. Le griglie a tetraedri sono meno accurate, con la discretizzazione vista, rispetto a griglie costituite da soli esaedri. Le prime, tuttavia, sono spesso preferite per ragioni legate alla facilità di generazione automatica della griglia, ed eventuale utilizzo di griglie adattive. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 135 / 143 Griglie ibride - 1 L’approccio FVM per griglie non strutturate è molto diffuso ed è adottato, pur con qualche variante, in numerosi pacchetti CFD. Esso presenta un inconveniente qualora venga utilizzato con griglie a tetraedri, in 3D, o a triangoli in 2D. Nel calcolo di flussi turbolenti con modelli RANS o LES, il centroide delle celle di calcolo disposte sulle pareti solide deve trovarsi ad una distanza y+ , da queste ultime, compresa in un range opportuno. Ciò si traduce nella necessità di schiacciare le prime celle in prossimità delle pareti: () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 136 / 143 Griglie ibride - 2 Con il metodo FEM non vi sarebbero problemi di stabilità poiché tutti i nodi, indicati nel particolare, darebbero un contributo alla riga della matrice corrispondente al nodo in esame, indicato con simbolo pieno. Vi sarebbero, eventualmente, problemi legati alla ridotta accuratezza di elementi molto allungati). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 137 / 143 Griglie ibride - 3 Con il metodo FVM descritto la molecola di calcolo risulta molto deformata: alcune rette congiungenti i centri delle celle formano un angolo rilevante con le normali alle facce e, nel caso limite di celle molto allungate, possono risultare quasi parallele alle facce stesse: I I I Aumenta il contributo del termine diffusivo esplicito, e si riduce il termine implicito: difficoltà di convergenza. Aumenta il contributo dei termini cross-diffusivi che possono talvolta diventare negativi: ridotta accuratezza. Per le equazioni di quantità di moto, diminuisce l’accuratezza nel calcolo del gradiente di pressione in prossimità delle pareti solide. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 138 / 143 Griglie ibride - 4 Soluzione: utilizzo di griglie ibride, cioè esaedri e/o prismi (rettangoli in 2D) per i primi strati di celle, e tetraedri (triangoli in 2D) al centro del dominio. La molecola di calcolo è molto più regolare, a causa dell’ortogonalità fra le normali alle facce e le congiungenti i centroidi. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 139 / 143 Griglie ibride - 5 Opportunità (necessità) di utilizzare griglie ibride, anziché griglie a soli tetraedri, come confermato dalla gran parte dei prodotti commerciali, che ne prevedono la generazione automatica quale opzione. Adozione, qualora possibile, di griglie non strutturate o strutturate a soli esaedri: possibilità offerta da numerosi pacchetti CFD, e prodotti specifici per la generazione di griglie. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 140 / 143 Condizioni iniziali Per problemi non stazionari, è necessario fissare i valori delle variabili all’istante iniziale. Se interessa solo il comportamento periodico a regime (es. motori a combustione interna, organi rotanti di macchine ecc.), tali valori possono essere arbitrari, ma è necessario integrare per un tempo adeguato, in modo da eliminare gli effetti dovuti alle condizioni iniziali. Per innescare alcuni fenomeni, quali ad esempio separazioni non stazionarie degli strati limite, è conveniente perturbare la soluzione. Per problemi stazionari, l’utilizzo di condizioni iniziali il più possibile prossime alla soluzione cercata rende più economico il calcolo, e riduce il rischio di fallimento (divergenza). Tali condizioni iniziali possono ottenersi risolvendo, ad esempio: I I Problemi semplificati (es. flussi e scambi termici puramente diffusivi) Interpolazione/estrapolazione della soluzione di problemi più economici (es. griglia rada, problema bidimensionale). () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 141 / 143 Condizioni al contorno Le componenti Cartesiane della velocità non sono generalmente allineate con le facce delle celle sul contorno. Non si fa uso di celle fantasma, ed in generale gli integrali sulle facce dei VC sul contorno vanno espressi, come nel caso Cartesiano, in funzione delle condizioni al contorno e dei valori delle variabili nei centri dei medesimi VC: I I Con condizioni al contorno di Dirichlet, il flusso convettivo è immediatamente disponibile, mentre il flusso diffusivo richiede di approssimare il gradiente sul contorno. Con condizioni al contorno di Neumann, è immediatamente disponibile il valore del flusso diffusivo, mentre il valore della variabile, necessario nel caso di condizione al contorno convettiva, viene ricavato in base all’approssimazione (discreta) del gradiente. Le condizioni al contorno sulle pareti solide, nei problemi di flusso turbolento, dipendono dal modello di turbolenza adottato, e dalle modalità di trattamento della zona di parete. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 142 / 143 Equazione algebrica finale Dopo aver assemblato, per ogni VC, tutti i termini che appaiono nella equazione di trasporto integrata sul VC stesso, si ottiene un’equazione algebrica lineare: Equazione algebrica finale A0 φ0 + X Anb φnb = S0 nb dove con nb si intende ancora che la sommatoria va estesa ai VC adiacenti, il cui numero però, a differenza del caso di griglie strutturate, varia da cella a cella. I coefficienti che appaiono nell’equazione dipendono dalle approssimazioni usate, e contengono i contributi dei flussi convettivi e diffusivi, del termine non stazionario, e del termine sorgente. La matrice risultante, ottenuta scrivendo l’equazione per ogni VC, è sparsa, e viene di solito risolta con metodi iterativi. () Termofluidodinamica Computazionale - Volumi Finiti, E. Nobile 15 marzo 2010 143 / 143