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“Tra ottant`anni il petrolio finirà”

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“Tra ottant`anni il petrolio finirà”
INCONTRI
9
25 agosto
I vertici di Eni ed Enel
a confronto sulle fonti
alternative: “Al di là
delle Alpi si sviluppano
nuovi impianti
e i comuni fanno a gara
per ospitare le centrali”
A sinistra Fulvio Conti, amministratore delegato dell’Enel
“Tra ottant’anni
il petrolio finirà”
Scaroni: uranio e carbone sono il futuro immediato dell’energia
Oggi il tema dell’energia sta acquistando anche in Italia l’interesse
che si merita. Il black-out di due anni fa e la recente “guerra del metano” hanno fatto emergere un interrogativo interessante: c’è in Italia una
strategia energetica seria che guardi
al futuro? Ieri al Meeting di Rimini
erano presenti Paolo Scaroni e Fulvio Conti per rispondere a questa
domanda. Il primo è amministratore
delegato dell’Eni, oggi tra le prime
compagnie petrolifere in Europa, il
secondo è amministratore dell’Enel,
la più importante azienda elettrica italiana.
Scaroni parte con una provocazione: “E’ proprio vero che nel mondo i
giacimenti di petrolio si stanno esaurendo?” E’ un falso mito, perché
attualmente il nostro pianeta dispone di riserve ‘certe’ per oltre 1000
miliardi di barili. “Aggiungendo le
riserve ‘probabili’ si potranno soddisfare i consumi per i prossimi 70/80
anni”. Come mai allora il costo medio di un barile di petrolio si aggira
intorno ai 70 dollari? “Tra il 1986 e
il 2001 il prezzo del petrolio è stato
troppo basso: non è mai salito oltre i
18 dollari al barile, e questa cifra
non ha stimolato l’interesse e i fi-
nanziamenti per lo sfruttamento di
nuovi giacimenti”. Dunque il problema non è trovare petrolio, ma estrarlo, trasportarlo e raffinarlo adeguatamente. “Il caro-greggio non è
certo dovuto ad una scarsità di materia prima. E’ il prezzo che paghiamo per la nostra miopia negli anni
’90”.
Ma fra 80 anni, allora, come faremo? La soluzione migliore sembrerebbe quella di sviluppare i cosiddetti “rinnovabili”. Le tecnologie
eolica, solare e geotermica, infatti,
sono oggi una realtà, ma incidono
ancora poco nelle dinamiche del
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mercato dell’energia. Così l’immediato futuro consiste nel trattamento
dell’uranio e del carbone: “Sono risorse abbondanti nel nostro pianeta
e il loro trattamento consentirà di
produrre energia a basso costo”.
Ma l’Italia ha già fatto scelte politiche ben precise. Dopo il referendum del ’97 sul tema nucleare ha optato per la produzione di energia elettrica solo attraverso gas, mentre
altri paesi hanno preferito sfruttare
l’energia nucleare raffinata. “Intanto
al di là delle Alpi si sviluppano nuovi impianti e i comuni fanno a gara
per ospitare le centrali”, esclama turbato Conti. Da noi, invece, si riesce a
malapena a costruire un inceneritore:
“Abbiamo una mentalità da Gardaland!”. Per ben tre volte Enel ha tentato invano di costruire un terminale
di rigassificazione, l’impianto che
permette il passaggio del gas dallo
stato liquido allo stato gassoso. Attualmente possiamo importare gas
solo dai paesi cui siamo collegati tramite gasdotti. Una crisi internazionale come quella scoppiata di recente
tra Russia e Ucraina ci lascerebbe a
secco di energia. Con un rigassificatore, invece, potremmo importare
gas liquido da qualunque paese, per
poi riportarlo in Italia allo stato areiforme. “Questo lascerebbe invariato il prezzo e aumenterebbe la sicurezza”.
Per fare tutto ciò è necessaria una
politica energetica comune, che vada oltre gli schieramenti politici e i
governi. “La vicenda dell’energia elettrica è anche un questione politica, - afferma il deputato Stefano Saglia - le decisioni vanno prese insieme alle grandi aziende nazionali”.
Tazio Grotti
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L’associazione “Famiglie in
Cammino” ha organizzato
per questa mattina un incontro dedicato a tutti quei
genitori che hanno vissuto il
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sostiene le famiglie provate
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Progetto
Vivaio
La Federazione dell’Impresa sociale - CdO presenta alle 12.30, in sala Noce (A6) i
risultati del “Progetto Vivaio”, il percorso per le imprese sociali che hanno usufruito di azioni personalizzate di tutoring, consulenza
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Guido Boldrin, direttore generale di Fis - Cdo, il presidente del Consorzio SI, Gilberto Sbaraini, direttore
gen. Gruppo La Strada e
Michelangelo Rubino, presidente del Consorzio Icaro.
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