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Progetto Egadi RESOCONTO DELLE

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Progetto Egadi RESOCONTO DELLE
Regione Siciliana – Servizio Coordinamento Ricerche Archeologiche Sottomarine – Progetto Egadi
RESOCONTO DELLE RICOGNIZIONI STRUMENTALI
In regime di convenzione CEOM ha condotto un’indagine sperimentale comprensiva di
trattamento, analisi e discussione dei rilievi effettuati, tesa a verificare possibilità e limiti di
strumentazione elettroacustica e magnetometrica adottata in genere per prospezioni geologiche e
geofisiche su vaste aree, i cui risultati e le metodologie applicate sono dettagliatamente riferite nel
resoconto redatto da CEOM allegato al presente studio all’appendice u.
L’indagine era mirata alla caratterizzazione dell’eventuale presenza di reperti archeologici
nelle acque dell’arcipelago delle Egadi, ma ha prodotto anche rilievi geomorfologici finalizzati
essenzialmente all’identificazione della morfologia dei fondali e di eventuali bersagli archeologici
emergenti dal fondo, rilievi stratigrafici finalizzati all’identificazione di eventuali presenze
archeologiche celate da strati più o meno spessi di sedimenti sabbiosi (max 10 m), rilievi
batimetrici finalizzati a realizzare immagini ad alta risoluzione di siti di rilevante interesse
archeologico e rilievi magnetometrici differenziali mediante gradiometro mirati ad identificare
masse metalliche o di qualsiasi altra natura, purché con caratteristiche geologiche e mineralogiche
diverse da quelle dei sedimenti circostanti.
L’area prescelta per effettuare tale tipo d’intervento ha un’estensione di circa 40 kmq
intorno alle Isole di Favignana, Levanzo ed Isola Longa (Canale di Favignana).
Essa è stata sottoposta ad indagine utilizzando un SIS 1000 Datasonics a tecnologia Chirp
(Side Scan Sonar e Sub Bottom Profiler), un Multibeam Simrad EM 3000 (Ecoscandaglio
Multifascio) ed un magnetometro differenziale Geometrics G-881.
L’elenco che segue indica le aree sondate strumentalmente con le relative superfici
interessate ed i chilometri percorsi al loro interno.
Banco dei Pesci:
Mar delle Quartare:
Levanzo Ovest:
Levanzo Est:
Levanzo Sud:
Faraglione:
Bue Marino:
Punta Galera:
Secca del Toro:
Zappino:
Nord Isola Grande:
Ovest Isola Grande:
TOTALI
kmq 6.0
kmq 7.5
kmq 13
kmq 3.5
kmq 1.3
kmq 0.5
kmq 0.8
kmq 1.1
Kmq 1.0
kmq 0.3
kmq 1.3
kmq 1.5
Kmq 37.8
Km 43
Km 59
Km 81
Km 41
Km 18
Km 7.6
Km 8.2
Km 25
Km 59
Km 3.3
Km 26
Km 35
Km 406.1
Per l'esecuzione del rilievo in oggetto è stata impiegata l'imbarcazione a motore "MedMa",
di proprietà della Teknomar di Napoli, abilitata a servizi speciali e di ricerca, nonché un natanteidrogetto (V 5540) della Guardia di Finanza.
L'acquisizione digitale dei dati è stata effettuata mediante un sistema integrato basato su
Personal Computer e gestito dal sw di acquisizione/navigazione HYDRO® della Trimble Navigation
Ltd. Questo sistema consente la definizione del piano di navigazione e fornisce tutte le informazioni
grafiche e numeriche di ausilio al comando dell'imbarcazione; acquisisce e memorizza i dati
misurati dai vari sensori ad esso collegati; genera sia fix sequenziali per la sincronia dei record
digitali ed analogici che la posizione dei vari sensori corretta in base ai rispettivi offset.
Si è provvisto ad installare a bordo del natante impiegato nelle operazioni a mare un
ricevitore DGPS con trasmissione delle correzioni via ponte radio VHF. Questo sistema, che
consente di ottenere precisioni dell’ordine del metro, è senz’altro il più indicato per lavori che
richiedano la copertura di piccole aree e la flessibilità nella pianificazione ed esecuzione delle
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operazioni. La stazione DGPS era inoltre collegata con il sistema di acquisizione e navigazione.
Nella prima fase di analisi, tutti i dati raccolti dal sw di acquisizione/navigazione HYDRO®
della Trimble Navigation Ltd. sono stati sottoposti, attraverso alcuni pacchetti dedicati disponibili
sullo stesso programma, al controllo di qualità e resi disponibili per l’elaborazione.
Il processamento dei dati batimetrici acquisiti dal multibeam è stato realizzato su una
Workstation Sun dalle alte prestazioni che consente di ottenere in tempo reale carte di profondità
utilizzando un software denominato Neptune. Tale software permette di selezionare le aree di
interesse, di controllare la qualità dei dati e di filtrare o correggere eventuali errori sia nel
posizionamento (modulo Posproc) che nel calcolo della profondità (Depthproc). Neptune permette
inoltre di analizzare i dati di profondità apportando eventuali correzioni o eliminando profondità
fuori dal range di interesse. Ad esempio, è possibile ricalcolare le profondità dei singoli punti con
un diverso profilo di velocità del suono, con parametri aggiornati di calibrazione per il roll ed il
pitch o correggendole per le variazioni di marea.
La procedura adottata prevedeva, quindi, di identificare bersagli di rilevante interesse
archeologico nella fase preliminare, basata sostanzialmente sul rilievo elettroacustico, e procedere
solo su questi siti con il rilievo gradiometrico adottando all’uopo una interlinea adeguata.
I dati batimetrici acquisiti dal sistema MBES sono stati elaborati in passi successivi per
realizzare il DTM (Digital Terrain Model) e quindi calcolare le curve batimetriche ad intervallo di
2 metri. Il primo passo è consistito nella compensazione della Marea ed a tal fine sono state
utilizzate le Tavole di marea 1999, edite dall'Istituto Idrografico della marina, da cui è stata
estratta la serie oraria per il porto campione di Palermo.
Successivamente, è stato eseguito il controllo statistico dei dati, basato sulla definizione di
una serie di parametri e regole empiriche, per estrarre un dataset di misure affidabili.
Infine, è stato utilizzato il software Cfloor, dotato di algoritmi specializzati, per
l'interpolazione dei dati Multibeam, per il calcolo del modello batimetrico con passo di griglia di 5
metri, adeguato alla scala di restituzione cartografica.
Nella prima fase di analisi, tutti i dati raccolti sono stati controllati per verificare la
copertura complessiva dell'area d'indagine e scegliere i record migliori per l'interpretazione.
I record sono stati interpretati riportando su una carta in scala, con i tracciati di
navigazione corretti per la posizione assoluta del sensore del SIS-1000 (towfish), le caratteristiche
morfologiche ed ambientali evidenti. In una prima fase sono stati riportati i contorni delle aree
identificate da risposta acustica omogenea e di cui sono state successivamente definitele
appropriate classificazioni morfologiche. Le carte interpretate sono state quindi digitalizzate per
realizzare gli elaborati cartografici. Il mosaico (fotogrammetria ultracustica) è stato realizzato
utilizzando il software ISIS
Nella prima fase di analisi, tutti i dati raccolti sono controllati per verificare l’acquisizione
ed eliminare dati spuri e fuori scala.
I record sono stati interpretati riportando su una carta in scala, le anomalie magnetiche più
significative ed evidenti.
L’ispezione R.O.V. è stata finalizzata principalmente al controllo ed alla verifica della
anomalia che il rilievo a mezzo Side Scan Sonar e Multibeam suggeriva nella zona al largo di
Punta Galera (Favignana). L’ispezione è stata documentata utilizzando una telecamera con
sistema di registrazione SVHS.
Il veicolo filoguidato utilizzato era un Achilles, del tipo autopropulso con bussola interna,
profondimetro, illuminazione e telecamera.
L’indagine sperimentale ha sicuramente consentito di verificare che la strumentazione
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elettroacustica è in grado di ricostruire l’andamento morfologico e batimetrico del fondale con una
risoluzione idonea ad identificare “anomalie di conformazione” che fanno ipotizzare la presenza di
eventuali reperti.
In breve tempo è stato quindi possibile in una determinata area escludere vaste zone prive
di interesse e concentrarsi solo dove si sono riscontrate le anomalie più significative.
Pertanto i metodi di osservazione visivi, che comunque rimangono indispensabili, si sono
dimostrati preferibili a valle di indagini a più ampia scala, in modo da poter effettuare controlli
puntuali più accurati su target risultati sospetti.
Va comunque ancora sviluppata la capacità interpretativa del segnale elaborato acquisendo
elementi di valutazione attraverso la verifica visiva a mezzo ROV delle anomalie che, al momento, è
stata effettuata soltanto nel target di Punta Galera con successo individuando il relitto.
L’utilizzo del magnetometro ha fornito buoni risultati in termini di anomalie magnetiche
rilevate, soprattutto nella zona a fondale prevalentemente sabbioso tra Torre S. Teodoro e Punta
Scario, mentre nella zona tra Punta Scario e Punta Stagnone non sono state registrate significative
variazioni.
I dati raccolti sono stati sintetizzati nelle seguenti cartografie che si allegano
AREA
Banco dei Pesci
Favignana (include Secca del Toro,
Grotta del Bue Marino e Punta Galera)
Levanzo (include Levanzo, Cala
Minnola, Secca Scaletta, Faraglione)
Levanzo (include Levanzo, Cala
Minnola, Secca Scaletta, Faraglione)
Secca del Toro & Punta Galera
Bue Marino
Bue Marino
Faraglione
Faraglione
Cala Minnola
Cala Minnola
Punta Galera
Punta Galera
Punta Galera
Banco dei Pesci
Banco dei Pesci
Secca Scaletta
Secca Scaletta
Levanzo NW
Levanzo
Secca del Toro
Isola Grande
Isola Grande (particolare zona Nord)
TIPO DI CARTA
batimetria
batimetria
SCALA
1:10000
1:10000
FORMATO
A0
A0
batimetria
1:10000
A0
fotomosaico
1:10000
A0
batimetria
batimetria
fotomosaico
batimetria
fotomosaico
batimetria
fotomosaico
batimetria
fotomosaico (a 100 m)
fotomosaico (a 50 m)
batimetria
fotomosaico
batimetria
fotomosaico
batimetria
fotomosaico
batimetria
magnetometria
magnetometria
1:10000
1:5000
1:5000
1:3500
1:3500
1:2000
1:2000
1:2000
1:3000
1:2000
1:5000
1:13000
1:2000
1:2500
1:13000
1:18000
1:1500
1:10000
1:1000
A0
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
A3
Sulla cartografia sono stati inseriti anche le coordinate di siti individuati dal GIASS in
seguito alle ricognizioni in immersione tradizionale. Tali siti sono indicati secondo campiture e
simboli codificati.
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In conclusione, al di là dell’evidenziazione di tutta una serie di anomalie costituite da
potenziali target archeologici che andranno verificati con esplorazioni dirette a mezzo ROV, il
risultato positivo delle indagini strumentali è stato anche quello di elaborare una ricca e
caratterizzata cartografia utilissima per una più efficace tutela dei beni archeologici sommersi, per
ottimizzare la ricerca futura e per sviluppare e definire gli itinerari e le aree d’interesse turistico
archeologico subacqueo.
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