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Educare a una sessualità consapevole

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Educare a una sessualità consapevole
Educare
a una sessualità consapevole
Guida per gli insegnanti
Introduzione:
il progetto “Scegli tu” e la scuola
La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) si impegna da anni a
favore dell’educazione ad una sessualità consapevole, soprattutto nei confronti
dei più giovani, con il duplice obiettivo di proteggerli dai rischi (gravidanze
indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili) e preservare la fertilità
futura. Prima e unica società scientifica italiana ad aver attivato un progetto
organico dedicato a questi temi, la campagna “Scegli Tu”, coinvolgendo fin da
subito in questo percorso altre società scientifiche e Istituzioni. Ci siamo infatti
interrogati al nostro interno sui bisogni delle giovani pazienti e sui modi per
rispondervi. Abbiamo quindi individuato come canali prioritari la promozione
di una maggiore cultura contraccettiva e migliori counselling ed educazione
sessuale negli ambulatori dei medici di famiglia e nei consultori medici.
La scuola resta però senza dubbio un campo d’azione necessario pur
se controverso: il dibattito sull’educazione sessuale sembra infatti non avere
fine nel nostro Paese, dove la prima bozza di legge per introdurla nelle classi
risale al 1910 e dove delle decine di proposte discusse, nessuna è riuscita a
raccogliere consensi sufficienti per il varo di una legge nazionale.
Vanno quindi individuate modalità compatibili con la cultura e le
peculiarità italiane, senza dimenticare che la scuola è solo uno degli ambiti
in cui agire. Non va sottovalutato infatti il ruolo prioritario della famiglia ma
anche degli amici, dei compagni, della Tv, di internet. Ecco perché la SIGO
è stata pioniera nell’utilizzo di linguaggi innovativi, studiati appositamente
per raggiungere in maniera mirata e d’impatto i giovani. Questo sforzo ha
caratterizzato l’azione della nostra Società scientifica negli ultimi anni, senza
mai precludere alcuna occasione di dialogo o spazio di confronto.
L’intervento educativo nelle classi, realizzato dal ginecologo, è prezioso
2
e presenta un duplice valore aggiunto: da un lato una competenza specifica,
tecnica, sui temi trattati, così da rispondere in maniera puntuale alle domande
dei ragazzi. Anche le più provocatorie. Dall’altro “l’estraneità” dal contesto
scolastico, che favorisce un’apertura da parte dei giovani, riduce il loro
imbarazzo, li aiuta a diventare “protagonisti” della lezione.
Ma ciò non significa voler “scavalcare” o escludere gli insegnanti da
questo percorso, anzi. La strategia integrata, nel reciproco rispetto dei ruoli, è
l’unica che può riuscire ad aiutare i ragazzi a divenire adulti responsabili.
Questo opuscolo si propone di offrire spunti ed elementi di maggiore
conoscenza riguardo alla sessualità e alle relazioni affettive
dell’adolescente. Competenze che derivano dalla nostra esperienza
professionale all’interno delle classi e, quotidianamente, a contatto con
le giovanissime nei nostri studi. Obiettivo di questa breve pubblicazione
non è tanto fornire nozioni tecniche, che non competono agli insegnanti,
quanto chiavi di lettura per comprendere meglio alcune dinamiche e
messaggi da trasmettere per migliorare il livello di informazione dei
ragazzi. Ci auguriamo che alcuni di questi stimoli possano poi diventare
oggetto di discussione e approfondimento con gli studenti. Con l’auspicio
che l’educazione sessuale possa essere considerata alla stessa stregua
di tutti gli altri insegnamenti sul corretto stile di vita. Senza trasformare
in questione ideologica un elemento che è invece basilare per il corretto e
sano sviluppo fisico e psicologico dei nostri figli.
Giorgio Vittori
Presidente SIGO
3
1.
Adolescenti e sessualità: desideri,
paure e bisogni
L’adolescenza è vista come momento di passaggio o di crisi che l’individuo deve
attraversare per raggiungere l’età adulta. I cambiamenti che si verificano a livello
fisico rappresentano una caratteristica cruciale di questa fase. Gli adolescenti
sono pienamente consapevoli che qualcosa in loro sta mutando ma sono
soprattutto due gli aspetti che sembrano essere particolarmente importanti per
il funzionamento psicologico del ragazzo/a: lo status puberale, cioè la portata dei
cambiamenti sperimentati nella maturazione fisica e il timing, cioè il momento in
cui si verificano certi passaggi, rispetto agli amici e ai compagni di classe.
N.B. Potranno essere più vulnerabili dal punto di vista psicologico i
ragazzi che maturano più precocemente oppure in ritardo rispetto
ai coetanei. Sono questi i più esposti a comportamenti a rischio così
come ad episodi di bullismo (promossi o subiti). Su questi adolescenti
va esercitata un’attenzione speciale per cogliere segnali di allarme o
di disagio.
A questa età emergono con prepotenza gli istinti
sessuali: oltre alle modificazioni biologiche,
è il contesto sociale ad assumere un
nuovo peso, con diverse occasioni
Stimolare e rispondere alle
per stringere rapporti intimi ed
domande dei ragazzi, è uno dei
esplorare il proprio corpo e quello
modi migliori per facilitare la
degli altri. Con l’adolescenza il
condivisione di questi temi, far
ragazzo acquisisce la capacità
emergere criticità e lanciare
di esercitare la funzione
segnali. Ma può essere utile
riproduttiva, la consapevolezza
anche fornire informazioni in
del desiderio e del piacere
modo quasi “casuale”, ad esempio
sessuali e della potenzialità
consigliando siti internet
procreativa.
con contenuti certificati,
come www.sceglitu.it, oppure il
riferimento del numero verde
sulla contraccezione 800.555.323
o ancora l’indirizzo del
(attivo i giorni feriali dalle 14 alle 17)
consultorio più vicino.
Si trova quindi, di punto in bianco, a dover organizzare e controllare questo
impulso, così dirompente da provocare un cambiamento decisivo nella percezione
di sé e degli altri. Gli equilibri conosciuti (famiglia, gruppo dei pari, compagni
di classe, insegnanti, ecc) vengono rimessi in discussione e riformulati in base
a questa nuova visione e percezione del corpo, della sessualità e dei rapporti
interpersonali. Il cambiamento, è talmente rapido e intenso, da poter provocare
timore, conflitto, aggressività. Questo accade tanto più spesso quanto meno
i ragazzi sono in grado di ascoltare e comprendere i segnali del
proprio corpo: convivere con le proprie pulsioni
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sessuali diventa il problema cruciale.
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Cola, far l’amore in piedi o in acqua,
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Al centro dell’interesse degli adolescenti vi sono soprattutto i cambiamenti fisici
e gli effetti di queste trasformazioni sull’identità e sulle relazioni. L’adolescente
“indossa” un corpo sessuato e ciò trasforma la relazione con se stesso e con gli altri.
5
Da qui originano le domande apparentemente “buffe” dei ragazzi sulla funzione
della peluria, sulle caratteristiche del liquido seminale, le preoccupazioni sulle
mestruazioni (regolarità, dolori, possibilità di rimanere incinta, ecc.) o sul petting,
le curiosità circa la dimensione e la forma “normale” degli organi sessuali, ecc.
È stato dimostrato da indagini scientifiche che se gli adolescenti
sono convinti di non rispondere fisicamente a determinatiti stereotipi
culturali, tendono ad avere un concetto di sé “peggiorativo”.
Esistono elementi comuni a tutte le domande che sono la curiosità, la
preoccupazione, la confusione e il bisogno di rassicurazione. Il disagio con cui
questo tema viene trattato è in genere elevato e lo si percepisce sia dal “tono”
delle domande che dal linguaggio, spesso aggressivo e volgare, con cui vengono
espresse. Alcune apparenti contraddizioni (da un lato la paura di una gravidanza
indesiderata, dall’altro la richiesta di rassicurazione sulle proprie capacità
riproduttive) mostrano con chiarezza l’essenza dell’adolescente, sempre in bilico
tra il gioco e le responsabilità, tra il bambino che era e l’adulto che vuole e che ha,
nel contempo, paura di diventare.
Le domande “è giusto...”, “è normale...”, “fa bene...”, rivelano tutta l’insicurezza
e il bisogno di rassicurazione dei ragazzi, alla ricerca di una bussola per
orientarsi tra modelli, codici e messaggi spesso complessi e contraddittori. Sono
quasi assenti i giudizi morali ma prevalgono le richieste di pareri “tecnici” e di
indicazioni certe sui vari aspetti della sessualità e sui comportamenti sessuali.
La scuola non può restare esclusa da questo percorso, come dimostrano le
esperienze di altri Paesi, in cui l’educazione sessuale è prevista in maniera
strutturata da anni e con modalità differenti:
• l’Inghilterra presenta una delle percentuali più alte di ragazze-madri d’Europa e
quindi l’educazione sessuale è un argomento molto dibattuto, dal governo e dai media.
Proprio per rispondere all’emergenza detta school pregnancy un provvedimento
della revisione dell’insegnamento nelle scuole inglesi voluto dal Personal health and
sexual education ha previsto che a scuola si discuta di questi temi sin dai banchi delle
elementari, ai bimbi di cinque anni. Non si tratta di lezioni di sesso, ma si punta a
spiegare le relazioni, il quadro e la comprensione morale di questi argomenti;
6
• in Francia l’educazione sessuale fa parte dei programmi scolastici fin dal 1973. Le
scuole sono tenute a impartire 30-40 ore di educazione sessuale ed è prevista la
distribuzione di profilattici agli studenti di terza media e prima superiore;
• in Germania l’educazione sessuale fa parte dei programmi scolastici fin dal 1970;
• l’Olanda presenta una delle più basse percentuali di ragazze madri al mondo e il
sistema olandese è spesso considerato un esempio per gli altri Paesi;
• in Svezia l’educazione sessuale fa parte integrante dei programmi scolastici fin dal 1956.
Si comincia a trattare gli argomenti dalle prime classi elementari e si continua per tutti
gli anni di istruzione, all’interno di insegnamenti disparati quali la biologia e la storia;
• in Spagna dal 1985, l’educazione sessuale, non obbligatoria, è prevista per le scuole,
che sono libere di decidere come applicare i programmi inseriti come materia a sé o
integrati nel curriculum di altre materie, ad esempio scienze;
• in Portogallo dal 1990 l’educazione sessuale è materia obbligatoria a scuola;
• negli USA l’educazione sessuale facoltativa è prevista nelle scuole medie inferiori
e superiori. I programmi variano a seconda dell’istituto e l’educazione sessuale si
insegna in due forme principali: quella completa e quella
che si limita alla sola astinenza.
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2.
La contraccezione
2.1 I MESSAGGI CHIAVE SULLA CONTRACCEZIONE
I comportamenti a rischio sono tipici degli adolescenti, alla ricerca di “emozioni
forti”. Questo non solo sul fronte del fumo, dell’utilizzo di alcol o droghe,
dell’eccesso di velocità o dei disturbi alimentari. Temi su cui si ritiene legittimo, anzi
doveroso, coinvolgere la scuola.
Sono a rischio anche sul fronte della contraccezione e delle malattie sessualmente
trasmissibili. Argomento che viene invece considerato tabù, con una deriva sempre
più pericolosa. Dal 1999 (anno del picco di utilizzo in Italia) il consumo di preservativi
è calato in maniera costante fino al 2005, con una debole ripresa negli ultimi anni. Ad
aprile 2009 risultano vendute in Italia 374.000 confezioni di “pillola del giorno dopo”,
con un incremento di oltre 63.000 confezioni rispetto al 2004 ed un trend sempre in
crescita. Ben il 55% delle donne che ha fatto ricorso a questo farmaco è costituito
da ragazze al di sotto dei 20 anni. Questo significa che nella fascia 14-20 anni la si
utilizza in maniera molto superiore rispetto ai trent’anni successivi (20-50 anni).
I giovani al di sotto dei 25 anni (16-25) hanno picchi di incidenza di papillomavirus
(responsabile di condilomi e carcinomi del
collo dell’utero) e di chlamydia (responsabile
di possibile sterilità perché causa un danno
irreversibile delle tube uterine) superiori a
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anni ‘80 (l’aumento delle interruzioni volontarie di gravidanza per le fasce 20-24 anni
e 25-29 anni è invece dovuto soprattutto alle immigrate).
Sul tema della contraccezione, il ginecologo è l’interlocutore più valido a cui
fare riferimento. Ma anche l’insegnante, pur senza scendere in aspetti tecnici
(efficacia, effetti indesiderati, benefici extracontraccettivi, ecc.), che non gli
competono, può lanciare 5 messaggi chiave:
1. usa il doppio olandese (pillola + preservativo)
2. no al coito interrotto
3. i metodi naturali hanno scarsa efficacia pratica
4. no alla pillola del giorno dopo usata di routine
5. attenzione anche nel petting
Questi 5 concetti vanno ribaditi più volte perché è importante che “entrino in
testa” ai ragazzi: da soli, sono sufficienti per metterli al sicuro dai più frequenti
rischi sul fronte sessuale.
1. Il doppio olandese (pillola + preservativo)
Il Ministero della salute olandese ha varato negli anni ‘90 un programma di
promozione dell’uso contemporaneo di contraccezione ormonale e profilattico: il
cosiddetto “doppio olandese”. Questo sistema, che ha permesso di ridurre sia le
gravidanze indesiderate, sia le malattie sessualmente trasmissibili (MST), viene
attualmente considerato il migliore ed è quello raccomandato dai ginecologi SIGO.
È importante soprattutto perché responsabilizza entrambi i partner: ciascuno deve
“fare la sua parte”. Solo i contraccettivi ormonali (la pillola e, più recentemente,
il cerotto o l’anello vaginale) assicurano una garanzia contraccettiva pressoché
assoluta, migliore di tutti gli altri metodi reversibili. Inoltre, grazie a formulazioni
mirate, le pillole contraccettive riescono anche a garantire effetti positivi
dal punto di vista estetico (pelle, ritenzione idrica, ecc.):
in questo modo viene soddisfatto anche il principio
fondamentale dell’appagamento, indispensabile
9
per garantire continuità nell’utilizzo. Il preservativo invece è l’unico strumento
per difendersi dalle MST ed il solo metodo contraccettivo maschile reversibile
considerato valido (non lo è per nulla il coito interrotto).
2. Il coito interrotto
Questa metodica (non è un metodo contraccettivo!) è assolutamente da
sconsigliare. È opportuno intervenire sempre se si sentono frasi come: “basta
stare attenti”, “un vero uomo sa come controllarsi”, “sono tranquilla, tanto ci
pensa lui”. Va promossa una vera battaglia contro questa abitudine purtroppo
molto diffusa fra i giovani (perché è pratica e non costa nulla). Le ragioni sono
molteplici:
a) presuppone un buon autocontrollo che chi è alle prime (e spesso
sporadiche) esperienze non possiede;
b) prevede un completo controllo maschile del rapporto, che si
interrompe bruscamente quando decide lui. Può quindi interferire
negativamente sui complessi meccanismi psico-affettivi che regolano
la coppia;
c) fallisce nel 20% dei casi;
d) non protegge dalle MST (Malattie Sessualmente Trasmissibili);
e) non è adatto a tutte quelle situazioni in cui il livello di attenzione
è già minato (abuso di alcol o droghe, rapporti consumati in auto o in
luoghi non “sicuri”, ecc.) tipiche dell’adolescenza.
3. I metodi naturali
I metodi che non prevedono l’assunzione di nessuna sostanza né l’utilizzo di
alcuna barriera meccanica sono assolutamente da sconsigliare agli adolescenti.
La loro efficacia dipende infatti da un attento ascolto del proprio corpo e da una
profonda conoscenza delle sue dinamiche. Prevedono di astenersi dall’avere
rapporti nei giorni potenzialmente “a rischio” gravidanza, misurati secondo varie
tecniche (temperatura corporea, “conta”dei giorni fertili, osservazione del muco
10
vaginale, ecc.). Sono quindi metodi poco adatti ad una ragazza che non ha ancora
mestruazioni regolari e che spesso non vuole negarsi la gioia di un rapporto
perché è un “giorno no”. Senza contare che il partner potrebbe non essere sempre
d’accordo. E che rimane comunque alta la percentuale di insuccesso (25%).
4. La pillola del giorno dopo
La contraccezione di emergenza (cosiddetta pillola del giorno dopo) dovrebbe
essere uno strumento in più per cercare di risolvere in extremis una situazione
già potenzialmente compromessa. I dati dimostrano che invece oggi non è
così e che le giovanissime, soprattutto quando non hanno un rapporto stabile,
preferiscono utilizzare questo metodo rispetto ad una contraccezione ormonale
continuativa e al preservativo. Per cercare di dissuaderle è opportuno farle
riflettere su alcuni elementi: la sicurezza, la reperibilità, gli effetti collaterali.
a) La “pillola del giorno dopo” presenta un’efficacia massima (95%)
se è assunta entro le 12 ore dal rapporto, dell’85% se entro le 24
ore, ma solo del 58% se assunta entro le 72 ore. Considerato che
spesso i rapporti a rischio avvengono in uno stato di eccitazione
emotiva o sotto l’effetto di alcol o droghe (che abbassano la soglia di
autoprotezione), nei fine settimana, la notte, le festività, ecc. il fattore
tempo potrebbe non essere rispettato.
b) reperibilità: capita molto spesso che questo farmaco venga negato
(perché i medici o i farmacisti sono obiettori di coscienza). Una
situazione che – in questo caso – non ci interessa commentare sotto
11
il profilo della deontologia ma evidenziare perché rappresenta un
ulteriore fattore critico. Infatti, anche se una ragazza si attiva per
tempo non è detto che riesca a reperire la pillola in tempo utile.
c) In genere il farmaco è ben tollerato anche se possono verificarsi
nausea, dolori addominali, affaticamento, capogiri, vomito, ritardo
mestruale e mestruazioni abbondanti.
5. Il petting
Con il termine petting si indicano le effusioni amorose e le
carezze, anche molto intime, che stimolano l’eccitazione
sessuale e spesso preparano al coito. Si tratta di un
aspetto fondamentale della conoscenza di sé e dell’altro
che non è però esente da rischi, né di gravidanze indesiderate né di malattie. Su
questo tema, su quale sia il confine fra comportamento sicuro e non, i ragazzi non
hanno le idee per nulla chiare. In primo luogo va ribadita l’importanza dell’igiene.
Se scarso, è possibile contrarre alcune malattie banali ma davvero fastidiose, come
la pediculosi del pube (o “piattola”, un pidocchio con una particolare vocazione a
colonizzare la regione dei peli pubici), frequentissima nei giovani tra i 15 e i 35 anni,
e le infezioni da funghi, responsabili delle micosi cutanee, nonché le infezioni da
papillomavirus cutanei (tipo 6 e 11, soprattutto), che causano le verruche cutanee.
È importante inoltre sottolineare come gravidanze e malattie possano verificarsi
anche quando il rapporto non è completo, in ogni caso in cui avvenga un contatto fra
sperma e mucose o sperma e organi genitali femminili (anche se all’esterno).
2.2 L’IDENTIKIT DELL’ADOLESCENTE A RISCHIO
Gli adolescenti non sono tutti uguali. È possibile individuare all’interno di una
classe chi sarà più vulnerabile a comportamenti sessuali a rischio. Da una
gravidanza indesiderata a un episodio di violenza ai danni di una compagna.
Esistono infatti indicatori in grado di segnalare il disagio. Campanelli d’allarme
che non vanno trascurati e che un insegnante, forse meglio ancora di un genitore,
è in grado di cogliere e tenere monitorati con la dovuta attenzione.
12
Il primo è il fattore biologico: l’età della pubertà si sta abbassando in tutto il
mondo occidentale. Nelle ragazzine, aumentano i casi precoci, prima dei nove
anni. E nei maschi sono sempre più frequenti quelli prima degli undici anni.
Questo cambiamento comporta non solo la comparsa dei caratteri sessuali
secondari ma soprattutto un incremento repentino e massiccio degli ormoni
sessuali ad un’età in cui si è ancora di fatto impreparati a gestirlo. Non è raro
che un’anticipata maturazione biologica, quando a livello psichico ancora non
sono avvenuti determinati passaggi evolutivi, possa favorire comportamenti
sessualmente a rischio (violenti o autodistruttivi).
Il secondo fattore riguarda situazioni familiari e ambientali: solitudine, genitori
assenti dal punto di vista educativo, degrado socio-ambientale, uso precoce di
alcol, fumo e droghe, orizzonti etici inesistenti, scarso o assente senso morale.
I più importanti fattori predittivi di rischio di gravidanza nelle
adolescenti sono:
• la povertà
• l’essere stati bambini/adolescenti in affido
• figli di madri adolescenti
• insuccessi scolastici
• insoddisfacente passaggio dalla scuola al lavoro a 16 anni
• vittima di abuso sessuale
• problemi di salute mentale
• aver commesso crimini
Non va poi sottovalutato l’utilizzo dell’alcol. Socialmente più accettato rispetto
alla droga, l’alcol ne presenta tutti gli effetti negativi, soprattutto se consumato
in dosi elevate e in un’età vulnerabile come l’adolescenza. In Italia sta crescendo
vertiginosamente il consumo di alcolici nei giovani, maschi e femmine. I dati
13
dell’Osservatorio permanente su giovani e alcol (www.alcol.net) indicano che
in fascia giovanile esiste un problema emergente relativo al binge drinking
(consumo di 5 bevande alcoliche di fila nello spazio di due ore lontano dai
pasti). Il 10,2% dei giovani in età compresa tra i 13 ed i 24 anni ha avuto almeno
un’esperienza di binge. Certo, l’adolescenza è periodo di sperimentazioni e
trasgressioni. Ma le bevute del sabato sera non vanno banalizzate, soprattutto
dagli educatori (genitori ma anche insegnanti) che sono purtroppo talvolta portati
a considerare con troppa benevolenza questi comportamenti. Le conseguenze
vanno dalla guida in stato d’ebbrezza e al suo spesso tragico epilogo, a
comportamenti sessuali promiscui, compulsivi e non protetti (l’alcol abbassa
la soglia di “autoprotezione”), all’uso di droghe, a sviluppare disturbi nella
concentrazione, comportamenti ad alto rischio, aggressività.
Quali sono invece i fattori protettivi dallo sviluppo di comportamenti sessuali
a rischio? In primo luogo relazioni di qualità in famiglia e a scuola: coltivare
l’inserimento di un ragazzo nella classe presenta quindi una valenza positiva
anche sotto questo profilo. Determinano questo effetto anche relazioni stabili e
protratte con un partner e forti sentimenti religiosi.
Tra i fattori protettivi troviamo, a sorpresa, anche lo sport. L’attività fisica, che
resta spesso ai margini delle priorità educative di scuola e famiglia, va invece
incoraggiata fin dalla più tenera età. È in questo periodo infatti che, soprattutto le
ragazze, l’abbandonano definitivamente. La causa? Spesso la comparsa del ciclo
mestruale, talvolta doloroso e difficile da gestire in concomitanza di allenamenti
e gare. In questo caso, una prima indicazione è consigliare alle ragazze la
contraccezione ormonale, che può aiutare a regolarizzare il ciclo, diminuirne
durata e abbondanza e ridurre i dolori. È dimostrato che le ragazze fisicamente
inattive presentano, rispetto alle sportive:
• un rischio doppio di depressione e disturbi dell’attenzione
• un rischio triplo di disturbi psicosociali
• maggiori disturbi psicosomatici
• un maggior rischio di comportamenti fuori dalle regole
14
3.
Conclusione: l’educazione sessuale
come strategia di prevenzione
L’intervento educativo del ginecologo
nella scuola è finalizzato a favorire la
piena realizzazione delle potenzialità
dei giovani per la promozione di un sano
sviluppo e benessere psicofisico. In
quest’ottica, gli insegnanti assumono un
ruolo fondamentale di “facilitatori”: da
un lato per preparare, contestualizzare
e commentare l’intervento. Dall’altro,
per riprenderne i contenuti essenziali,
ribadirli e favorire un più ampio
dibattito culturale che ne consenta la vera interiorizzazione. Solo così sarà
possibile aumentare l’empowerment individuale e collettivo, cioè accrescere
la consapevolezza e la responsabilità del ragazzo, ma anche le risorse e la
flessibilità della comunità scolastica, per riconoscere e rispondere ai bisogni
del singolo. Prevenire significa infatti creare le condizioni per cui le persone, e i
gruppi in cui sono inserite, riescano a individuare le proprie necessità e a trovare
al loro interno le risorse per soddisfarle.
Per approfondire:
• Baldaro Verde Jole, Identità sessuale
e progetti per un’educazione sessuale
integrata, Milano, Franco Angeli, 2004
• Ciucci, Giuliani, Drago, Loffredi,
Matteucci, Parliamo d’amore: educazione
all’affettività e alla sessualità, Roma,
Carocci Faber, 2006
• Raffuzzi Loretta, Inostroza Nancy,
Malmesi Alessandra, Soprirsi: percorsi
per l’educazione socio-affettiva e
sessuale, Roma, NIS, 1996
Fonti:
• Camoni, Del Bravo, Gabbriellini, Gravina,
Nebbiai, Pravolettoni, “Se faccio l’amore
qualcuno se ne accorge?”- conoscere
i ragazzi a partire dalle loro domande
riguardo alla sessualità e alle relazioni
affettive - Consultorio Giovani ASL 5 Pisa
- 2004
• www.alessandragraziottin.it
• www.sigo.it
• www.sceglitu.it
15
SOCIET ITALIANA DI GINECOLOGIA E OSTETRICIA
SOCIETÀ
Via dei soldati 25, Roma • Tel 06 6875119 • Tel/fax 06 6868142
[email protected]
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