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J. Hašek, Storia del porco Saverio

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J. Hašek, Storia del porco Saverio
on line
volume
A
1
SEZIONE II - LA NARRAZIONE BREVE
dal racconto orale alla novella
Jaroslav Hašek
Storia del porco Saverio
la storia
i personaggi
il tempo
lo spazio
il narratore e la
focalizzazione
le tecniche
espressive
IL RACCONTO
Storia del porco Saverio, pubblicato nel 1908, fa parte di quel migliaio di racconti che Hašek, sempre incalzato dal bisogno, improvvisava a getto continuo per diverse riviste. Ma questo carattere di apparente trasandatezza non
toglie valore alla sua produzione narrativa. Come nella vita, Hašek usa i vecchi schemi logori per romperli dal di dentro, mediante un linguaggio
estroso, allusivo, esasperando le situazioni sino al punto di rottura, tramutando la piccola realtà in un mondo surreale. La sua satira insidiosa
non risparmia nessuno: la nobiltà, la borghesia, il clero, i piccoli impiegati, le
spie, i confidenti della polizia. Il suo atteggiamento è quello di chi, fingendosi
un cittadino rispettoso e conformista, recita una falsa obbedienza, un falso
perbenismo, ma attraverso la deferenza clownesca mostra il ridicolo delle
convenzioni e delle norme.
genere
satiricosociale
tratto da
Il tuono viola
anno
1908
luogo
Cecoslovacchia
(oggi Repubblica
Ceca)
la lingua
e lo stile
l porco Saverio venne nutrito con foraggio di melassa.1 Il nome Saverio
gli fu dato dall’amministratore del latifondo2 per onorare il consigliere
governativo prof. Saverio Kellner di Mocker, una delle maggiori autorità nel campo della scienza del foraggio, insigne scienziato al quale si deve
l’arguta frase: «Poiché, grazie alle mie molteplici esperienze, gli effetti della
melassa sono così grandiosi che nessun altro foraggio merita tanta attenzione
quanto questo rimedio casalingo.»
Infatti al porco Saverio giovava veramente. Il porco ingrassava giorno per
giorno e nello splendido porcile filosofava sui piaceri del mondo, tuffando il
grugno nel foraggio di melassa e bevendoci sopra del buon latte. Ogni tanto
lo veniva a visitare il suo proprietario, il conte Ramm e gli diceva: «Andrete
all’Esposizione,3 giovanotto. Mangiate bene e non mi fate sfigurare.» Qualche volta veniva pure la contessa ed esclamava con gli occhi raggianti: «Ah,
com’è bello e forte, il mio caro Saverio.» E nell’andarsene, gli dicevano insieme: «Buona notte, caro amico, dolci sogni!» Il porco Saverio seguiva amorevolmente gli ospiti con lo sguardo ammiccante e grugniva così bene che la
contessa diceva al consorte: «Quando sento il nostro Saverio, comincio a credere alla trasmigrazione delle anime.»4
Si recavano a visitarlo anche degli invitati, i quali in francese, in tedesco, in
inglese esprimevano meraviglia per questo illustre maiale e lo fotografavano
per ricordo.
Il porco era roseo come un bimbo dopo il bagno e aveva attorno al collo un
enorme nastro di velluto, legato sempre con molta civetteria.5 I gentiluomini
e gli aristocratici amici del conte dicevano con convinzione: «Caro conte, il
vostro Saverio otterrà sicuramente il primo premio all’Esposizione.» Quando
fu il compleanno della contessa, il tenero consorte le donò, fra gli altri regali,
I
5
10
1. melassa: liquido
denso e sciropposo,
residuo della lavorazione
della canna da zucchero
e della barbabietola.
2. latifondo: grande
proprietà terriera su cui è
praticata un’agricoltura
estensiva, caratterizzata
da un’economia che si
basa sui consumi e non
sulla produzione.
3. Esposizione: fiera.
4. trasmigrazione delle
anime: in alcune religioni
è presente la credenza
che dopo la morte
l’anima passi in una
nuova forma di vita.
5. civetteria: sistemato
in modo da attirare
l’attenzione e
l’ammirazione.
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V. JACOMUZZI, M.R. MILIANI, A. NOVAJRA, F.R. SAURO, Trame e temi © SEI 2011
CAPITOLO DUE
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il racconto tra realtà e fantasia
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Jaroslav Hašek Nacque a Praga nel 1883. Dedito
anche Saverio. Era dunque suo,
al vagabondaggio e assiduo frequentatore di betper sempre solamente suo. Grazie
tole e taverne, praticò vari mestieri prima di apal porco, il conte ricevette un bacio
prodare al giornalismo. Dotato di un forte senso
dello humour, del grottesco e della provocazione
ardente, come se si fosse trattato di
(scriveva su un giornale di destra conducendo al
una bella e focosa scrofa selvaggia
contempo un’accanita polemica con se stesso
dalle pagine di un giornale di sinistra), creò un
e non d’un tranquillo e grasso
6
originale stile satirico con cui attaccò la borghesia
porco flemmatico.
del suo tempo. Nel 1916, durante la guerra, si arAppena Saverio divenne proprietà
rese ai russi, quindi aderì al bolscevismo e nel
1917-1920 svolse attività politica in Russia. Ritornato a Praga, iniziò la stedella contessa, furono presi dei
sura del romanzo Le avventure del buon soldato Švejk durante la guerra
provvedimenti ancora più grandi
mondiale, pubblicato a puntate nel 1920-21. Capolavoro della letteratura
antimilitarista, lo Švejk fu popolarissimo in tutta Europa ed ebbe una ceper la sua salute. Fu trasferito in
lebre riduzione per il teatro a opera di Bertolt Brecht. È la storia delle tragiuna stanza speciale, di cui fu prima
comiche vicende di una sorta di antieroe, un piccolo uomo che può opben bene accertata l’ariosità. Aveva
porre soltanto la sua «furbizia genialmente cretina» alla follia della guerra,
intollerabile soprattutto perché combattuta per conto e interesse di altri.
il suo bagno, il suo gabinetto alMeno conosciuti sono i suoi numerosi racconti, nei quali lo humour di
7
l’inglese, arredato col gusto proHašek raggiunge effetti stralunati e surreali. Stroncato dall’alcol, morì a
Lipnice nel 1923.
prio alle stirpi dei nobili. V’erano
dappertutto dei termometri e il
fattore ebbe l’ordine di misurare la
temperatura dell’acqua e del latte
destinato al consumo di Saverio. Il grado della temperatura fu prescritto con
esattezza dal veterinario. Non si può ammettere che un porco nobile si raffreddi lo stomaco, potrebbe venirgli il catarro cronico e avrebbe poi gli occhi
tristi e la contessa chissà che lacrime! Il fattore Martin misurava dunque la
temperatura delle bevande e le faceva raffreddare o riscaldare, secondo il
caso.
Infine installarono nella stanza del porco l’illuminazione elettrica e gli insegnarono a dormire sui materassi, naturalmente disinfettati. Il porco Saverio
accettava tutto con benevolenza e continuava a ingrassare.
Un giorno la contessa andò a trovare il suo prediletto assieme al conte. Saverio era intento a bere una buona acqua di sorgente, in cui l’analisi batteriologica aveva dimostrato l’assenza di germi nocivi e l’analisi chimica la presenza
d’una piccola quantità di ossido di ferro con acido carbonico (molto importante per un maiale).
Con gesto abituale il conte immerse nell’acqua il termometro e non volle credere ai suoi occhi. Invece degli otto gradi prescritti, la temperatura ne segnava solo sette e mezzo! La contessa impallidì – Non è possibile, a meno
che lo sciagurato fattore non abbia dimenticato di misurarla.
Con sforzi uniti tirarono via Saverio dall’acqua, spiegandogli che avrebbe potuto raffreddarsi le budella. Coprirono poi il secchio e agitati, piombarono
nell’abitazione del fattore.
– Hai misurato la temperatura dell’acqua di Saverio, disgraziato? – tuonò il
conte, rivolto a Martin. Martin indicò il letto presso la finestra.
– Vostra Grazia, ho il bambino gravemente malato, ha la febbre, son dovuto
6. flemmatico: tranquillo,
tornare a casa per dargli da bere.
non agitato.
– Uff! Ti ho domandato se hai misurato la temperatura dell’acqua di Saverio! 7. gabinetto all’inglese:
water closet (W.C.),
– Me ne sono dimenticato, il bambino sta male, Vostra Grazia, gli ho dato da iloggi
diffuso nelle nostre
case.
bere, gli gira la testa...
V. JACOMUZZI, M.R. MILIANI, A. NOVAJRA, F.R. SAURO, Trame e temi © SEI 2011
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SEZIONE II - LA NARRAZIONE BREVE
dal racconto orale alla novella
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8. Plebaglia: gente
spregevole.
9. istruttoria: fase del
sistema processuale
penale, oggi abrogata, in
cui si compivano tutti gli
atti preliminari necessari
all’istituzione di un
processo.
10. caparbio: cocciuto,
che agisce senza tenere
conto di pareri, critiche
ecc.
11. tafferuglio: baruffa,
sommossa.
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– Dunque è così! – gridò il conte infuriato, – così tu fai il tuo dovere! Non
sono il tuo padrone forse, sciagurato! Fai quello che vuoi, eh? Prendi immediatamente la tua roba. Sei licenziato sull’istante. Sloggia stasera stessa, altrimenti ti faccio buttar fuori assieme al ragazzo.
– Plebaglia!8 – aggiunse la contessa.
Prima della sera il fattore Martin accoppò il porco. Il veterinario, chiamato
d’urgenza, non poté altro che constatarne la morte. La contessa svenne e per
poco non impazzì dal dolore. I gendarmi ammanettarono il fattore Martin e
gettarono fuori dal cortile il figlio malato dell’assassino.
Sui giornali apparvero poi notizie di questo tenore: «Il misfatto di un bruto.
Il fattore Martin, licenziato per negligenza nel servizio dal noto cavaliere
conte Ramm, per vendicarsi uccide un raro esemplare suino. Il bruto trasferito al tribunale. Corre voce che il bruto sia ateo. Se la notizia verrà confermata, servirà a dimostrare che chi non crede in Dio, è capace anche della più
grande crudeltà.»
Nei tre mesi d’istruttoria9 Martin si comportò da caparbio10 e non volle mai
andare in chiesa. Durante gli interrogatori vennero fuori varie macchie nella
sua vita precedente. Quindici anni prima era stato condannato per tumulti a
quindici giorni di prigione. Lo sciagurato non aveva voluto allontanarsi dal
tafferuglio,11 nonostante le esortazioni dell’ispettore-capo del tribunale. Era
stato questo il primo indizio della sua indole crudele. La seconda volta l’avevano condannato a tre giorni per l’esclamazione: «Pennacchiuti!». Altra
prova della sua caparbia natura vendicativa. Il pubblico ministero si giovò di
tutti questi particolari e peccati dell’accusato. Mise acutamente in luce gli
istinti delittuosi nel suo passato e dichiarò di essere fermamente persuaso che,
se al posto del porco Saverio fosse caduto il conte sotto le mani dell’accusato,
lui avrebbe ammazzato il conte come aveva fatto col porco. Il difensore ebbe
un lavoro difficile. Il passato non si poteva cancellare e il bambino malato era
sì una circostanza attenuante, ma troppo romantica e tirata per i capelli.
Un’impressione pietosa faceva la povera contessa al banco dei testimoni. Nel
vedere dinanzi al presidente del tribunale il nastro di velluto del porco, ella
non poté trattenere le lacrime.
– Lo riconosco, – rispose alla domanda del presidente, – lo riconosco: apparteneva al mio caro Saverio, di cui abbiamo seppellito le ossa sotto l’aiuola dei
gigli nel giardino del castello.
L’accusato confessò senza dimostrare il minimo pentimento e fu condannato
a sei mesi di galera per danneggiamento intenzionale della proprietà altrui.
Ma non è tutto. Perché la giustizia fosse completa, nel frattempo gli morì il
figlio: i mulini di Dio macinano lenti ma sicuri.
Il porco Saverio riposa in pace sotto i gigli bianchi, in mezzo ai quali è una lapide con la scritta:
«Qui dorme il nostro Saverio, assassinato dal delinquente Martin, condannato a sei mesi di carcere duro con sei digiuni. Fu sepolto l’8 maggio dell’anno 1907 all’età di un anno e mezzo. Che la terra gli sia lieve.»
Col nastro del defunto Saverio il conte Ramm si fece cucire una cravatta, che
porta sempre nel giorno anniversario della morte del nobile porco...
Storia del porco Saverio, in Il tuono viola, Nuova Accademia, Milano 1963
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CAPITOLO DUE
il racconto tra realtà e fantasia
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STRUMENTI DI LETTURA
La storia
La Storia del porco Saverio è una sorta di
parabola, cioè la narrazione di un fatto immaginario dietro il quale l’autore vuole adombrare una verità o illustrare un certo insegnamento, che in questo caso è di natura
politico-sociale. Anziché creare una trama
complessa e approfondire la psicologia dei
personaggi, Hašek esaspera gli aspetti paradossali e grotteschi di una vicenda semplice
e lineare, così da porre nel massimo risalto il
suo messaggio: la crudeltà e l’assurdità di
una società basata sulla prevaricazione
del potere. L’umorismo del racconto deriva
dal ribaltamento dei criteri con cui normalmente consideriamo la realtà. È pura follia,
dice il buonsenso, che qualcuno sistemi un
maiale in un arioso appartamento, con un fattore addetto alla sua cura; ed è quanto meno
disumano che questo fattore, per essersi recato al capezzale del figlio ammalato, sia licenziato in tronco. Tuttavia, se poniamo la
questione in altri termini, se per esempio partiamo dal principio che l’obbedienza sia sempre un dovere e la disubbidienza vada sempre punita, allora la Storia del porco Saverio
mostra una logica impeccabile. Il fattore Martin, avendo disatteso un ordine del padrone,
dev’essere licenziato, non solo, poiché per
vendicarsi ha ucciso il porco, è un delinquente e deve finire in galera.
I personaggi
Più che di personaggi possiamo parlare di caricature, un po’ come quelle, in ambito figurativo, cui negli stessi anni lavorava il grande pittore tedesco George Grosz Vedi Appendice .
Non si tratta, cioè, di individui psicologicamente caratterizzati, bensì di figure che
riassumono in sé, in forma grottesca, idee
generali, principi astratti: il potere dispotico e arrogante, lo zelo ossequiente dei suoi
servi, l’inutile ribellione degli inermi. E poi c’è
il porco Saverio, sul quale è imperniato l’intero racconto. Questa creatura a quattro
zampe simboleggia l’idea del possesso, il
concetto stesso di proprietà sul quale si
fonda il potere. Il porco appartiene ai conti
Ramm; poiché essi hanno deciso di farlo oggetto della massima venerazione, tutti quelli
che lavorano al loro servizio sono obbligati a
fare altrettanto. Tanto più i loro ordini saranno folli e ridicoli, tanto più spietata sarà
la punizione di chi non vi ha ottemperato,
quanto più evidente apparirà la perversione
del potere nella sua pretesa di sottomettere
gli uomini alla propria volontà.
Le tecniche espressive
L’immediatezza del discorso diretto, all’inizio, a metà e alla fine del racconto, serve
all’autore per sottolineare tre momenti importanti: a) all’inizio, le battute del conte e
della contessa esprimono chiaramente la
loro sproporzionata adorazione per il porco;
b) a metà, lo scambio di battute tra il conte e
il fattore mette in risalto l’inumana arroganza
dei padroni; c) alla fine, la risposta diretta
della contessa alla domanda indiretta del
presidente ribadisce l’aberrante venerazione
nei confronti del maiale, sepolto con tanto di
lapide sotto un’aiuola di candidi gigli. La capacità di sintesi del discorso indiretto legato serve invece a trasmettere al lettore il
nocciolo, la sostanza di un discorso più
ampio come l’arringa del pubblico ministero,
che pone in risalto le presunte intenzioni
omicide del fattore.
La lingua e lo stile
Hašek sfrutta abilmente gli effetti comici dell’ambiguità sintattica. La contessa, felice di
aver ricevuto in regalo il porco, bacia il marito con trasporto: «il conte ricevette un
bacio ardente, come se si fosse trattato di
una bella e focosa scrofa selvaggia e non
d’un tranquillo e grasso porco flemmatico».
Il bacio «ardente» è della contessa, contenta
come se avesse ricevuto in regalo una «bella
e focosa scrofa selvaggia», ma la frase sembra anche suggerire che il sostantivo e gli
aggettivi possano essere riferiti alla contessa
stessa, «bella e focosa scrofa selvaggia», e
che il «grasso porco flemmatico» sia il conte.
Lo stesso avviene quando il pubblico ministero afferma che, «se al posto del porco Saverio fosse caduto il conte sotto le mani dell’accusato, lui avrebbe ammazzato il conte
come aveva fatto col porco», suggerendo
così una comica quanto involontaria equivalenza tra due “porci”, Saverio e il conte.
V. JACOMUZZI, M.R. MILIANI, A. NOVAJRA, F.R. SAURO, Trame e temi © SEI 2011
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A
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SEZIONE II - LA NARRAZIONE BREVE
dal racconto orale alla novella
LABORATORIO
Ripercorriamo il testo
Il porco Saverio è come un figlio per il conte e la contessa Ramm. Vive in
una in una stanza con tutti i comfort ed è oggetto delle cure più attente.
Un giorno il fattore Martin, preoccupato per il figlio malato, dimentica di
misurare la temperatura dell’acqua che beve Saverio, con grave rischio
per la salute del porco. Il conte non accetta le sue giustificazioni e lo
licenzia in tronco.
Il fattore Martin uccide Saverio e subisce la condanna degli uomini con il
carcere e di Dio con la morte del figlio.
di
ffi
co
ltà
Il conte e la contessa, inconsolabili, piangono sulla tomba di Saverio.
Comprensione
1 Perché è definita arguta la frase del prof. Saverio Kellner?
2 Perché la contessa dice di credere alla trasmigrazione delle anime?
3 Perché la temperatura dell’acqua e del latte deve essere controllata?
4 Quali sono gli “indizi” della crudeltà mentale del fattore Martin?
5 Che fine fanno i vari personaggi: il porco Saverio, Martin, suo figlio?
Comprensione globale
di
ffi
co
ltà
6 Perché la storia è un racconto satirico-sociale?
7 Quali tra i fatti descritti nel racconto denunciano la prevaricazione, mettendo in ridicolo chi la pratica?
di
ffi
co
ltà
5
Laboratorio
volume
A
Analisi
La storia
Vedi a p. 6
8 Sottolinea le parti in cui ti pare che emerga maggiormente l’ironia.
9 Evidenzia i passaggi nei quali risalta la crudeltà verso i sottoposti.
I personaggi
Vedi a p. 24
10 Come sono presentati i personaggi?
11 Li definiresti tipi o caratteri?
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Laboratorio
CAPITOLO DUE
6
il racconto tra realtà e fantasia
Personaggi
Saverio
Il conte e la contessa
Il fattore Martin
I giornalisti
Il pubblico ministero
Presentazione
Tipologia
..........................................................................
..........................................................................
..........................................................................
..........................................................................
..........................................................................
..........................................................................
..........................................................................
..........................................................................
..........................................................................
..........................................................................
on line
12 Associa a ogni personaggio del gruppo A l’idea astratta che gli corrisponde in B.
A
B
Giudici e avvocati
Il conte e la contessa
Il fattore Martin
Il figlio del fattore
I giornalisti
I gendarmi
Le tecniche epressive
Il potere arrogante
I servi zelanti
La vittima innocente
L’insubordinato
I portavoce dell’“opinione pubblica”
L’autorità al servizio del potere
Vedi a p. 110
13 Nel brano compaiono alcune delle tecniche elencate di seguito. Indica quali e i righi corrispondenti:
discorso diretto legato
soliloquio
discorso indiretto libero
monologo interiore
discorso indiretto legato
discorso diretto libero
dialogo
monologo comune
LE
SS
IC
O
14 La narrazione è prevalentemente:
diegetica
mimetica
Giustifica la tua risposta, specificando se e come il narratore è presente.
La lingua e lo stile
Vedi a p. 137
15 Ci sono esempi di uso connotativo del linguaggio?
Se sì, quali?
Sì
No
Produzione
di
ffi
co
ltà
16 Come definiresti lo stile del brano? Giustifica la tua risposta.
17 Nella sua arringa, il pubblico ministero mette in luce gli «istinti delittuosi» del
fattore Martin in forma di discorso indiretto . Scrivi un testo di 150 parole provando a immaginare il contenuto di quell’arringa in forma di discorso diretto
Vedi a p. 110 e 117 .
18 Il tema centrale del racconto è la prevaricazione del potere. Infatti l’intero testo è percorso da una domanda che resta sullo sfondo senza essere esplicitata: se sia possibile che un uomo, in virtù del suo potere, decida del destino di un altro. In un testo di 250 parole, spiega se a tuo avviso si tratta di
un tema ancora attuale, sostenendo le tue argomentazioni Vedi a p. 589 con
qualche breve esempio.
V. JACOMUZZI, M.R. MILIANI, A. NOVAJRA, F.R. SAURO, Trame e temi © SEI 2011
volume
A
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