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Raccolta di canti politici - 2007
2007 Raccolta di canti politici per il corso di Giovanna Marini alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio A cura di Alessandro Campioni Dicembre 2007 www.inniecantidilotta.com 2 Raccolta di canti politici - 2007 INDICE A A morte la casa Savoia · 24 A morte preti e frati · 9 Addio a Lugano · 6 Addio morettin · 35 Addio padre e madre addio · 51 Albania – (L') · 36 All'arie all'arie · 58 Amore ribelle · 14 Amore ribelle 2 · 15 Attentato a Togliatti - (L’) · 21 E E anche al mì marito · 43 E anche per quest'anno · 33 E l'Italia l'è malada · 31 E lu Mnestre Colombe 2 · 79 E per la strada · 42 E quei briganti neri · 58 Eccidio di Ancona - (L') · 13 EI Quinto Regimiento · 66 El paso dell’Ebro · 65 Evviva la Maria Goya · 5 B Badoglieide – (La) · 24 Ballata dell’emigrazione · 43 Ballata della Fiat · 44 Ballata di Santa Maria de Iquique · 81 Ballata per Franco Serantini · 73 Ballata per il Pinelli · 20 Battan l’otto · 13 Bella Ciao · 22 Bella Ciao delle mondine · 22 Bersagliere ha cento penne - (Il) · 29 Brigata Garibaldi - (La) · 29 F Feroce monarchico Bava - (Il) · 28 Festa d' Aprile · 63 Figli dell’officina · 6 Figli di nessuno · 29 Fischia il vento · 21 Fra il diciannove e l'anno venti · 41 Fuggite o schiavi · 40 Fuoco e mitragliatrici · 49 G C Canción de Grimau · 73 Canto degli Italiani · 64 Canto dei deportati –( Il) · 25 Canzone dell’otto settembre · 44 Che cosa vogliamo · 74 Chesta matina fora e cancelle · 76 Chi è quel infame · 63 Combattete lavoratori · 75 Con De Gasperi non se magna · 28 Con la guerriglia · 25 Coplas de la defensa de Madrid · 66 Coro delle occasioni perdute · 71 Correvano ci carri · 70 Cosa rimiri mio bel partigiano · 27 Crack delle banche – (Il) · 48 D Dai monti di Sarzana · 65 Dalle belle città · 27 Delle vostre galere · 68 Diciotto aprile – (Il) · 39 Dime donde vas morena · 72 Dimmelo Pietro Gori dove sei · 47 Dimmi o bel giovane · 14 Dove vola l’avvoltoio · 53 Galeone – (Il) · 48 Già allo sguardo · 17 Giudecca · 52 Guardia rossa – (La) · 37 H Ha detto De Gasperi · 38 I Ignoranti senza scuole · 32 Il dodici dicembre a matina · 76 Inno dei lavoratori · 18 Inno dei malfattori · 5 Inno del primo maggio · 14 Inno della libertà · 75 Inno della rivolta 1 · 12 Inno della rivolta 2 · 12 Inno di Mameli · 64 Inno individualista · 47 Internazionale – (L’) · 26 Interrogatorio di Sante Caserio (L' ) · 15 Italia bella mostrati gentile · 50 Raccolta di canti politici - 2007 L Quattro signori a Parigi vanno · 20 Quattro stagioni (Le) · 8 Là su quei monti · 23 Lamento del contadino · 80 Lega – (La) · 45 Los cuatro generales · 66 R M M’avete incatenato · 17 Marciam marciam · 26 Marsigliese del lavoro (La) · 4 Maschio di Volterra – (Il) · 16 Miseria miseria · 11 Mò che pure · 54 Mondine e la cavalleria - (Le) · 19 Morte di Anita Garibaldi – (La) · 30 N Noi siamo la classe operaia · 45 Noi vogliamo l'uguaglianza · 49 Noi vogliamo l'uguaglianza (Vers. di Reggia Emilia) · 49 Non siam più la comune di Parigi · 40 Nostro Messico · 30 Numero d’appello – (Il) · 52 Numi voi siete spietati · 55 Nuovi stornelli socialisti · 68 Regazzine vi prego ascoltare · 51 Revolution (La) · 79 Rodolfo Foscati · 11 Rondinella d’Aspromonte - (La) · 32 Rondinella pellegrina · 31 Rosso levante ponente · 28 S Saluteremo il signor padrone · 35 Sante Caserio · 10 Sciur padrun da li béli braghi bianchi · 57 Se il cielo fosse bianco di carta · 55 Se non ci ammazza i crucchi · 22 Se otto ore · 38 Sentite buona gente · 31 Soldi dei padroni (I) · 69 Son cieco · 26 Son la mondina · 23 Sono povero ma disertore · 46 Stornelli d’esilio · 7 Su communisti della capitale · 61 T O O cancellier che tieni · 23 O cara mamma vienimi incontro · 78 O care mamme · 34 O Gorizia · 46 O Venezia · 7 Or che innalzato è l'albero · 71 Tradotta che parte da Novara – (La) · 42 Treni per Reggio Calabria – (I) · 59 Tutti uniti nel sen della terra · 72 U Ultime ore e decapitazione di Sante Caserio · 9 Uno evviva Giordano Bruno · 56 P Partono gli emigranti · 36 Per i morti di Reggio Emilia · 39 Pietà l’è morta · 30 Povero Cavalotti · 19 Povero Matteotti · 74 Q Quando l’anarchia verrà · 15 Quando saremo a Reggio Emilia · 34 Quando sento il primo fischio · 34 V Ventiquattro di maggio a Ferrera (Il) · 78 Vi ricordate quel 18 aprile · 33 Vile Tanturi (Il) · 62 Vogliam la pace · 23 Z Zolfara – (La) · 54 3 4 1 Raccolta di canti politici - 2007 LA MARSIGLIESE DEL LAVORO Noi siamo i poveri siamo i pezzenti la sporca plebe di quest'età la schiera innumere dei sofferenti per cui la vita gioie non ha Nel crudo inverno la nostra prole per lunga inedia languir vediam solo pei ricchi risplende il sole mentr‟essi esultano noi fame abbiam Pur natura a tutti uguali die' i diritti sulla terra noi faremo aspra guerra ai ladroni sfruttator Non sia pace fra i mortali finché un uom sull'altro imperi i nemici a noi più fieri sono i nostri sfruttator (2 volte) Triste spettacolo le nostre donne per noi primizie non han d'amor ancora impuberi sciolte le gonne si danno in pasto a lor signor Son nostre figlie le prostitute che muoion tisiche negli ospedal le disgraziate si son vendute per una cena per un grembial Pur natura … Di patria al nome talor sospinti contro altri popoli noi si pugnò ma vincitori fossimo o vinti la sorte nostra mai non mutò Tedesco o Italico se v'ha padrone, il sangue nostro vuole succhiar la patria italica è un'irrisione se ancor il basto ci fa portar Pur natura … Nelle officine sui monti e i piani giù nelle mine sudiam sudiam ma delle nostre fatiche immani il frutto intero non raccogliam Poi fatti vecchi veniam rinchiusi dentro un ricovero di carità e sul berretto di noi reclusi bollano i ricchi la lor pietà Pur natura … Raccolta di canti politici - 2007 2 EVVIVA LA M ARIA GOYA Evviva la Maria Goya con il suo bel parlar e se l'Italia la si riunisce la faremo ben tremar Vogliamo l'uguaglianza vogliamo che sia gìusta ai preti e ai signoroni noi gli darem la frusta Evviva... Con la pelle dei preti faremo le forchette con le barbe dei frati faremo le sporchette Evviva ... 3 INNO DEI MALFATTORI Ai gridi ed ai lamenti di noi plebe tradita la folla dei potenti si scosse impaurita e prenci e magistrati gridaron coi signori che siam degli arrabbiati dei rudi malfattori Folli non siam né tristi né bruti né briganti ma siam degli anarchisti pel bene militanti al giusto al ver mirando strugger cerchiam gli errori perciò ci han messi al bando col dirci malfattori Deh! T‟affretta a sorgere o sol dell'avvenir vivere vogliam liberi non vogliam più servir Natura comun madre a niun nega i suoi frutti e caste ingorde e ladre ruban quel ch'è di tutti che in comun si viva si goda e si lavori tal'è l'aspettativa che abbiam noi malfattori Amor ritiene uniti gli affetti naturali e non domanda riti né lacci coniugali noi dai profan mercati distòr vogliam gli amori e sindaci e curati ci chiaman malfattori Deh! ... Chi sparge l'impostura avvolto in nera veste chi nega la natura sfuggiam come la peste sprezziam gli deì del cielo e i falsi lor cultori del ver squarciamo il velo, perciò siam malfattori Noi del lavor siam figli e col lavor concordi sfuggir vogliam gli artigli dei vil padroni ingordi che il pane han trafugato a noi lavoratori e poscia han proclamato che siam dei malfattori Deh! ... La Chiesa e lo Stato l'ingorda borghesia contendono al creato di libertà la via ma presto i dì verranno che Papa Re e Signori coi birri lor cadranno per man dei malfattori Allor vedremo sorgere il sol dell'avvenir in pace potrem vivere in libertà gioir 5 6 4 Raccolta di canti politici - 2007 ADDIO A LUGANO Addio Lugano bella o dolce terra pia scacciati senza colpa gli anarchici van via e partono cantando con la speranza in cuor. Ed è per voi sfruttati per voi lavoratori che siamo ammanettati al par dei malfattori eppur le nostre idee son solo idee d'amor. Cacciati senza tregua andrem di terra in terra a predicar la pace ed a bandir la guerra la pace fra gli oppressi la guerra agli oppressor. Anonimi compagni amici che restate le verità sociali da forti propagate è questa la vendetta che noi vi domandiam. E tu che ci discacci con una vil menzogna Repubblica borghese un dì ne avrai vergogna noi oggi t'accusiamo in faccia all'avvenir. Elvezia il tuo governo schiavo d'altrui si rende d'un popolo gagliardo le tradizioni offende e insulta la leggenda del tuo Guglielmo Tell. Addio cari compagni amici luganesi addio bianche di neve montagne ticinesi i cavalieri erranti son trascinati al nord. (3 volte) 5 FIGLI DELL’OFFICINA Figli dell'officina o figli della terra già l'ora s'avvicina della più giusta guerra la guerra proletaria, guerra senza frontiere innalzeremo al vento bandiere rosse e nere Avanti siam ribelli fiori vendicator di un mondo di fratelli di pace e di lavor Dai monti e dalle valli giù giù scendiamo in fretta pure le man dai calli noi la farem vendetta del popolo gli arditi noi siamo i fior più puri fiori non appassiti dal lezzo dei tuguri Avanti … Noi salutiam la morte, bella vendicatrice noi schiuderem le porte a un'era più felice ai morti ci stringiamo e senza impallidire per l'anarchia pugnamo o vincere o morire Avanti … Raccolta di canti politici - 2007 6 O VENEZIA O Venezia che sei la più bella e te di Mantova che sei la più forte gira l'acqua d'intorno a le porte sarà difficile poterti pigliar. L'altra notte entrando in Venezia vedevo il sangue correva per terra e i feriti sul campo di guerra e tutto il popolo gridava «pietà». O Venezia ti vuoi maritare ma per marito ti daremo Ancona e per dote le chiavi di Roma e per anello le onde del mar. 7 STORNELLI D’ESILIO O profughi d'Italia alla ventura si va senza rimpianto e né paura. Nostra patria è il mondo intero nostra legge è la libertà ed un pensiero, ed un pensiero nostra patria è il mondo intero nostra legge è la libertà ed un pensiero, ribelle in cor ci sta. Dei miseri le turbe sollevando fummo d'ogni nazione messi al bando. Nostra patria ,.. Dovunque uno sfruttato si ribelli noi troveremo schiere di fratelli. Nostra patria ... Raminghi per le terre e per i mari per un'idea lasciammo i nostri cari Nostra patria... Passiam di plebi varie tra i dolori de la nazione umana precursori. Nostra patria ... Ma torneranno Italia i tuoi proscritti ad agitar la face e dei diritti. Nostra patria ... 7 8 8 Raccolta di canti politici - 2007 LE QUATTRO STAGIONI Ecco è l'aprile il fiore della vita l'aria l'è piena di soavi odor scorgo lontano tra l'erba ch'è fiorita due che s'amano son confusi nell'amor. O degli uccelli amo lo sgorgheggiar là sugli alberi e tra la verdura amo coi piedi calpestar quel che produce la natura quando scorgo quel sentier che mi conduce dov'io bramo tutti i miei sogni e i miei pensier volano verso colei ch'io amo. E nell'estate il canto soffocante nell'officina ci sta il buon lavorator pien di fatica e di sudor grondante mentre il borghese lui disprezza il suo sudor. O del martello amo lo smartellar su l'incudine nell'officina amo il gallo a canticchiar con la sua sveglia mattutina quando penso che il mio ben tra le mie braccia s'addormenta chino il mio capo sul suo sen vorrei saperla sempre contenta. E nell'autunno cadon le foglie morte le mie speranze con lor sen van Vorrei morire per non veder più niente ma poi mi pento dico: sarebbe una viltà. Amo dell'uva il vendemmiar con i suoi canti l'allegria amo il vino a spumeggiar in mezzo ai canti all'osteria quando penso nel mio cuor alla mia piccola lontana cade una lacrima dal cuor triste risuona una campana. Ecco è l'inverno cade la neve bianca e bianchi i tetti i camin san lì a fumar Quel casolare anche di legna manca tutto è silenzio fuori che i marosi al mar. Amo l'onda a spumeggiar contro lo scoglio che l'aspetta amo il fulmine e il tuonar nel fragor della tempesta quando san presso di te mi sento il cuore in armonia sento d'amarti non so che sento d'amarti alla follia. Or san vent'anni in questa oscura cella dimenticato da colei che amo ancor se ci ripenso io perdo la favella con il pensare a quel mio soave amor. Amo la notte ascoltar il passo della sentinella amo la luna salutar quando rischiara la mia cella quando penso all'avvenir alla mia libertà perduta vorrei baciarla e poi morir mentr'essa dorme all'insaputa. Raccolta di canti politici - 2007 9 A MORTE PRETI E FRATI E quando muoio io non voglio preti non voglio ave Marie, né Padrenostri non voglio ave Marie, né Padrenostri ma la bandiera rossa dei socialisti. La rigi la rigì la rigìra la gira sempr'arditi evviva i socialisti abbasso i gesuiti Hanno arrestato tutti i socialisti l'arresto fu ordinato ma dai ministri (2 v.te) e questi sono i veri i veri camorristi. La rigi ... Ma se Giordano Bruno fosse campato non esisterebbe più manco il papato (2 volte) e il socialismo avrebbe più trionfato. La rigi ... E quando muoio io non voglio preti non voglio ave Marie, né Padrenostri ma quattro bimbe belle alla mia barella ci voglio il socialista e la sua bella. La rigi ... La Francia ha già scacciato i preti e i frati le monache i conventi ed i prelati (2 volte) perché eran tutti spie e in ciò pagati. 10 La rigi la rigì la rigìra la rota e la rotella evviva Giordano Bruno Garibaldi e Campanella ULTIME ORE E DECAPITAZIONE DI SANTE CASERIO Il sedici di agosto sul far della mattina il boia ha già disposto l'orrenda ghigliottina mentre Caserio dormiva ancor senza pensare al triste orror. Entran nella prigione direttor e prefetto con voce d'emozione svegliano il giovinetto disse svegliandosi «che cosa c'è?» «E' giunta l'ora levati in piè Udita la notizia ei si vestì all'istante, veduta la giustizia cambiò tutt'il sembiante gli chieser «prima d'andare a morir dite s'avete qualcosa da dir» Rispose il giovinetto «prima che morto io sia preso questo biglietto datelo a mamma mia posso fidarmi che lei l'avrà mi raccomando per carità». «Altro non ho da dire schiudetemi le porte finito è il mio soffrire via datemi la morte e tu mia madre dai fine al duol e darti pace pel tuo figliol» Poi con precauzione dal boia fu legato in piazza di Lione fu dunque trasportato e spinto a forza il capo entrò nella mannaia che lo troncò. Spettacolo di gioia la Francia manifesta gridano «viva il boia che gli tagliò la testa» gente tiranna e senza cuor che ride e sprezza l'altrui dolor. Allor che n'ebbe avviso l'amata genitrice le lacrime nel viso scorrean all'infelice era contenta la madre almen pria di morire stringerlo al sen. L'orribile dolore le fe' bagnare il ciglio pensar solo al terror che li piombò nel figlio misera madre quanto soffrì quando tal nuova del figlio udì. «lo pregherò l'Eterno o figlio sventurato che del tremendo Averno ti faccia liberato» così pregando con forte zel l'alma divisa ritorni al ciel. 9 10 11 Raccolta di canti politici - 2007 SANTE CASERIO Versione toscana Lavoratori a voi diretto è il canto di questa mia canzon che sa di pianto vi narrerò di un baldo giovin forte che per amor di voi sfidò la morte. A te Caserio ardea nella pupilla delle vendette umane la scintilla ed alla plebe che lavora e geme donasti ogni tuo affetto ogni tua speme. Eri nello splendore della vita e non vedesti che notte infinita la notte del dolore e della fame che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore di ignoti strazi alter vendicatore e t'avventasti tu sì buono e mite a scuoter larve umane ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero e nuove insidie tesero al pensiero e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese pur tu non piegasti. e i tuoi vent'anni una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina al mondo vile la grand'alma pia alto gridarono «viva l'anarchia». Ma il dì s'appressa o bel ghigliottinato che il tuo nome verrà purificato quando sacre saran le vite umane diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi Caserio entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale offriste sull'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro vittime dell'altrui ozio e dell'oro. Martiri ignoti e schiera benedetta già spunta il giorno della gran vendetta della giustizia già si leva il sole il popolo tiranni più non vuole. Raccolta di canti politici - 2007 12 RODOLFO FOSCATI Caro padre ti scrivo piangendo questi righi per me dolorosi e che mi restano ma tanto ingollosi nel vedermi trattare così. E scrivendo la mano mi trema e di tutto ti faccio palese e m'hanno tolto la veste borghese e m'hanno tolto la mia gioventù. Caro padre che brutti momenti e qui non contano né pugni né schiaffi e disse 'I guardia «Ievategli i baffi» io l'avrei presa la spina nel cuor. La mattina del venti di marzo il guardiano mi venne a vedere e con sé ce l'aveva 'I barbiere e una scranna pé farmi sedé. Con cattive maniere mi prese il rasoio 'un l'aveva perfetto e mi raschiava parevo un capretto i mie' baffini li vedo andar giù. Quando poi gli ebbian fatto tutto il guardiano accennò con un dito e disse «questo gli è il vostro vestito» e nel vedello mi fece tremà. «Questo numero che oggi indossate vi cancella il nome e il casato centosette sarete chiamato e Rodolfo Foscati mai più». 13 MISERIA MISERIA Miseria miseria la dote ünica che ai duma ai nostri fiöi A piöv, fa freid, a fioca; nui miseri e l'uma gnenti ch'a „n cuata, la miseria a j'è pur sempre ch'a „n guida fin a la mort Malnütrì da lunga data, sucialismu völ salvene tüti quanti inscrit an lega capital fuma mürì la culpa l'è nostra a l'è nui che s'lu vuruma l'è nui ch‟i travajuma par mantenhi aI lüssu lur Disimpiega senza 'n toch d‟ pan Anduma „nduma l'idea „n guida cumbate „l prèivi e 'I capital L 'han fam l'han fam e i cit e a ciamu „dco lur al pan „dco lur al pan Carlu Marx Carlu Marx a l'ha dilu a l'ha dilu al mund inter: üvërié üvërié unive la vitoria a'v suridrà. Eviva! Anduma „nduma ... 11 12 14 Raccolta di canti politici - 2007 INNO DELLA RIVOLTA 1 Nel fosco fin del secolo morente sull'orizzonte cupo e desolato già spunta l'alba minacciosamente del dì fatato. Urlan l'odio la fame ed il dolore da mille e mille facce ischeletrite ed urla col suo schianto redentore la dinamite. Siam pronti e dal selciato d'ogni via spettri macabri del momento estremo sul labbro il nome santo d'Anarchia insorgeremo. Per le vittime tutte invendicate là nel fragor dell'epico rimbombo compenseremo sulle barricate piombo con piombo. E noi cadremo in un fulgor di gloria schiudendo all'avvenir novella via dal sangue spunterà la nuova istoria dell'Anarchia. 15 INNO DELLA RIVOLTA 2 «Su comunisti della capitale» (oppure «Su su compagni della capitale») che giunto alfin è il dì della riscossa quand'alzeremo sopral Quirinale bandiera rossa. Questa città ribelle e mai domata dalle rovine e dai bombardamenti la guardia rossa suona l'adunata tutti presenti. Vent'anni e più di tirannia fascista col carcere il confino ed il bastone non hanno menomato al comunista la convinzione. La convinzione di una nuova era che al mondo porterà la redenzione che porta scritto sulla sua bandiera Rivoluzione. E se la polizia 'n ce lascia perde e se la polizia 'n ce lascia 'n pace compenseremo dalle barricate piombo su piombo. E se morremo in un fulgor di gloria schiacciando borghesia e capitalismo dal sangue nascerà la nuova storia del comunismo. Raccolta di canti politici - 2007 16 BATTAN L’OTTO Battan l'otto ma saranno le nove i miei figlioli ma son digiuni ancora, ma viva il coraggio, ma chi lo sa portare: infame società, dacci mangiare. Viva il coraggio, ma chi lo sa portare, l'anarchia la lo difenderebbe, ma viva il coraggio, ma chi lo sa portare: i miei bambini han fame, chiedono pane. Da socialista anch'io mi voglio vestire bello gli è i‟ rosso, rosse son le bandiere; ma verrà qui‟ giorno della rivoluzione, infame società, dovrai pagare. Verrà qui giorno della rivoluzione verrà qui giorno che la dovrai pagare ma verrà qui giorno della bandiera rossa infame società, dovrai pagare. Bella è la vita più bello gli è l'onore amo mia moglie e la famiglia mia ma viva 'I coraggio ma chi lo sa portare infame società dacci mangiare. Dei socialisti gli‟è pieno le galere bada governo infame maltrattore ma verrà qui giorno della rivoluzione infame società dovrai pagare 17 L’ECCIDIO DI ANCONA 7 giugno 1914 Il fatale sette giugno proprio il dì dello Statuto degli onesti avean voluto seriamente protestar. Contro i capi e le feroci compagnie di disciplina ma il prefetto alla mattina Malatesta fé arrestar. Il comizio fu inibito ed allora a Villa Rossa quella gente alquanto scossa dal rifiuto si adunò. Tutti quanti gli oratori già d'accordo nel parlare stabiliron d'iniziare una seria agitazion. Nell'uscire i comizianti dai local tranquilli e buoni fur purtroppo testimoni di una scena di terror. Spinti oppressi circondati assaliti qual canaglie dello stato la sbirraglia contro il popolo sparò. Fu per l'orrida tragedia che nel mondo non v'è uguale tre compagni a noi più cari morti caddero nel suoi. Maledetta la sbirraglia che ci ha immersi nel dolore lì per lì colpita al cuore tutt' Italia protestò. Ma non basta la protesta non è nulla il nostro pianto per colar che soffron tanto che hanno perso i lor figliolo 13 14 18 Raccolta di canti politici - 2007 DIMMI O BEL GIOVANE Dimmi o bel giovane onesto e biondo dimmi la patria tua qual'è. Adoro il popolo la mia patria è il mondo il pensier libero è la mia fe'. La casa è di chi l'abita è un vile chi l'ignora il tempo è dei filosofi la terra di chi lavora Addio mia bella casetta addio madre amatissima e genitor. lo pugno intrepido per la Comune come Leonida saprò morir. La casa è di chi l'abita... 19 INNO DEL PRIMO MAGGIO Vieni o maggio t'aspettan le genti ti salutano liberi cuori dolce Pasqua dei lavoratori vieni e splendi alla gloria del sol. Squilli un inno di alate speranze al gran verde che il frutto matura a la vasta ideal fioritura in cui freme il lucente avvenir. Disertate o falangi di schiavi dai cantieri o dall'arse officine via dai campi su dalle marine tregua tregua all'eterno sudor. Innalziamo le mani incallite e sian fascio di forze feconde noi vogliamo redimere il mondo dai tiranni dell'ozio e dell'or. Giovinezze dolori ideali primavere dal fascino arcano verde maggio del genere umano date ai petti il coraggio e la fe'. Date fiore ai ribelli caduti collo sguardo rivolto all'aurora al gagliardo che lotta e lavora al veggente poeta che muor. 20 AMORE RIBELLE AII'amor tuo fanciulla altro amore io preferìa è l'ideal l'amante mia a cui detti braccio e cor Il mio core aborre e sfida i potenti della terra il mio braccio muove guerra al codardo all'oppressor. Perché amiamo l'uguaglianza siam chiamati malfattori ma noi siam lavoratori che padroni non vogliam Dei ribelli sventoliamo le bandiere insanguinate e innalziam le barricate per la vera libertà Se tu vuoi cara fanciulla noi lassù combatteremo e nel dì che vinceremo braccio e cor ti donerò Raccolta di canti politici - 2007 21 AMORE RIBELLE 2 Altra versione riferita alle mondine Noi vogliamo l'uguaglianza siam chiamati malfattori ma noi siam lavoratori che padroni non vogliamo E giù la schiavitù vogliam la libertà siamo lavoratori siamo lavoratori e giù la schiavitù vogliamo la libertà siamo lavoratori vogliam la libertà. Dei ribelli sventoliamo le bandiere insanguinate le farem le barricate per la bella libertà. E giù ... E ancor ben che siamo donne noi paura non abbiamo per amor dei nostri figli noi in lega ci mettiamo. E giù ... 22 QUANDO L’ANARCHIA VERRÀ Teresa Viarengo – Asti Quando l'anarchia verrà tutto il mondo sarà trasformato e nei governi sarà il ricordo d'infame passato l'aborrito confin sparirà così pure i preti e i soldati e nel mondo sol resterà l'ideai di cui siamo animati e allora nel cuor pensando all'avvenire cesserà lo strazio ed il soffrire. 23 L’INTERROGATORIO DI SANTE CASERIO Entra la corte esamina il Caserio e gli domanda se si era pentito. «Cinque minuti mi avessero dato un altro presidente avré ammazzato». «Lo conoscete voi questo pugnale?» «Si lo conosco ci ha il manico arrotondo nel cuore di Carnot l'ho penetrato a fondo». «Li conoscete voi i vostri compagni?» «Si li conosco io son dell'anarchia Caserio fa 'I fornaio e non la spia». 15 16 24 Raccolta di canti politici - 2007 IL MASCHIO DI VOLTERRA E me ne stavo mesto a lavorare rinchiuso là ni maschio di Volterra e mi dissero «allegro, grazia la fanno a te, tutt'i giornali parlano combattono per te» «La grazia accetterò se me la danno co' miei diritti di buon cittadino io son rinchiuso qui da ventun anno col marchio d'assassino». Se gli innocenti li voglion qui serrar e i nostri patimenti chi li compenserà? Non ebbi un'amicizia di un Labori, e il mio processo non lo vide Zola dovrò subire sì pene offese e rancori e dalla rabbia mordo coperte e lenzuola nel ripensar quanto dovrò soffrir a tormentar mi sento !'anima lo stesso sì morir. In queste quattro mura sì maledette la meglio gioventù io l'ho qui passata si portano l'offese a noi dirette nel pronunciarci la galera a vita. Mondo crudele che hai dato luce a me son vittima di agenti di rinnegata fe'. Vola pensiero mia sera e mattina là nei dintorni di Borgo la Croce via de' Pilastri e via Ghibellina qua in Borgo Allegri e Borgo Santa Croce. Mondo crudele che hai dato luce a me son vittima di agenti di rinnegata fe'. L'hanno riconosciuta la mia 'nnocenza or che lo vedi il mio capello è grigio viva l'adorno cavalier di scienza che mi convertirono il bianco con il grigio sette innocenti ci vollen qui serrar ma i nostri patimenti chi li compenserà. Di quell'infame Alessi io mi rammento e di tutti gli altri infami testimoni sento nell'aria un gelid'e un lamento che mi sembra pervaso dai demoni. Stride il Maocci che rantolando va e gli dico «sei dannato per la tua falsità». E addio compagni viva la libertà e questo l'è 'I Batacchi vi saluta e se ne va addio compagni viva la libertà un saluto dal Batacchi: vi saluta e se ne va. Raccolta di canti politici - 2007 25 M’AVETE INCATENATO M'avete incatenato e non fa niente vostro mestiere è fare gli aguzzin mi avete bastonato crudelmente e non fa niente vostro mestiere è fare gli assassin son comunista e questo lo sapete ed il mio cuore è pien di ribellion ma vi sbagliate se credete coi martiri di fiaccar questa mia fede di rivoluzione. Compagni che rinchiusi sopportate la vii vendetta del dominator forza ed energia incatenate perché vorremmo battere i signor. Fui arrestato perché ho un ideale e lotto per scacciar lo sfruttator che tiene schiavo sotto il giogo del bastone e del terror il proletario che muore di fame. Compagni che soffrite alle catene sperate in un gran giorno di riscossa che uniti e fier marceremo verso il sol dell'avvenir portando in alto la bandiera rossa 26 GIÀ ALLO SGUARDO Già allo sguardo già allo sguardo mi apparve la terra tra gli alberi di un sole nascente nel vederla nel vederla il mio cuore si serra e nel petto mi balza fremente. Tra le nebbie lontane lontane già discopro del porto i fanali non più lungi il suolo toscano che fu patria di tanti immortali. (2 volte) Perché mai, perché mai da te son lontano fui esiliato, qual colpa commisi perché mai perché mai sì potente la mano mi strappò dai più dolci sorrisi. Tra il lavoro e l'amore sognavo di vederlo un popol redento nel mio petto l'amore albergavo non dell'odio il terribil tormento. Dell'amore dell'amore la colpa espiai e dall'isola infame ritorno ma la fede ma la fede che ho sempre nel cuore la riservo in un triste soggiorno. Fra un istante avrò il piede posato nella terra ove nacqui ed amai e ove il duolo e la gioia provai dove tante memorie lasciai. Potrò alfine potrò alfine ristringere al seno la mia sposa e i miei figli adorati ma l'amplesso più puro e sereno gioirò tra questi esseri amati. Ma per sempre la fede ed il cuore serberò per chi soffre e chi geme l'ideale di pace e d'amore sarà sempre la sola mia speme. 17 18 27 Raccolta di canti politici - 2007 INNO DEI LAVORATORI Su fratelli e su compagne su venite in fitta schiera sulla libera bandiera splende il sol dell'avvenir! Nelle pene nell'insulto ci stingemmo in muto patto la gran causa del riscatto niun di noi vorrà tradir. Il riscatto del lavoro del lavoro de‟ suoi figli opra sarà o vivremo del lavoro o pugnando si morrà. La risaia e la miniera ci han fiaccati ad ogni stento come bruti d'un armento siam sfruttati dai signor. I signor per cui pugnammo ci han rubato il nostro pane ci han promesso una dimane la diman s'aspetta ancor. Il riscatto del... L'esecrato capitale delle macchine ci schiaccia l'altrui solco queste braccia son dannate a fecondar. Lo strumento del lavoro nelle mani dei redenti spenga gli odi e fra le genti chiami il dritto a trionfar. Il riscatto del... Se divisi siam canaglie stretti in fascio siam potenti (lega) sono il nerbo delle genti quei che han braccio e quei che han cor. Ogni cosa è sudor nostro noi disfar, rifar possiamo la consegna sia sorgiamo troppo lungo fu il dolor. Il riscatto del... Maledetto chi gavazza nell'ebbrezza e nei festini fin che i giorni un uom trascini senza pene e senz'amor. Maledetto chi non geme dello scempio dei fratelli chi di pace ne favelli sotto il piè dell'oppressor. Il riscatto del... I confini scellerati cancelliam dagli emisferi i nemici gli stranieri non son lunge ma son qui. Guerra al regno della guerra morte al regno della morte contro il dritto del più forte forza amici è giunto il dì. Il riscatto del... O sorelle di fatica o consorti negli affanni che ai negrieri che ai tiranni deste il sangue e le beltà agli imbelli ai proni al giogo mai non spenda il vostro riso un esercito diviso la vittoria non corrà. Il riscatto del... Se uguaglianza non è frode fratellanza un'ironia se pugnar non fu follia per la santa libertà su fratelli su compagne tutti poveri non servi co' gl'ignavi e co' protervi il transigere è viltà. Raccolta di canti politici - 2007 28 POVERO CAVALOTTI In morte del deputato Felice Cavallotti – 1898 Povero Cavallotti di nome avei Felice fine cos'infelice non ti dovea seguir. (2 volte) Dal deputato Macola un colpo nella gola troncò la sua parola e tosto egli spirò. (2 volte) Così preziosa vita per caso iniquo e fello si spense in un duello che non dovea seguir. (2 volte) Piangi deh piangi o popolo colui che t'amò tanto ti sia verace il pianto per chi ti rispettò. (2 volte) Ti rispettò il politico il dotto e lo scienziato e sempre venerato dal popolo che amò. (2 volte) È morto Cavallotti l'illustre letterato l'onesto deputato dolce ed onesto fu. Piangi deh piangi Italia su quella tomba santa e la vittoria canta del grande che morì. 29 LE MONDINE E LA CAVALLERIA Il ventiquattro maggio a Ferrara un grande sciopero terribile guerra un grande sciopero terribile guerra erano tutti in una stretta via accompagnati ma dalla polizia. Nel veder le crumire uscire le scioperanti si misero davanti «Se avete il coraggio di andare ci tradite noi tutti quanti». Nel veder le crumire ostinate le scioperanti si misero davanti e lor si son gettate per terra «Calpestateci se avete il coraggio». Il commissario con grande amarezza «Non ubbidite alla pubblica sicurezza non vedete che questa è viltà, se non vi alzate vi faccio arrestà». Le scioperanti si sono alzate «E non è vero che questa è viltà son venuti e han fatto violenza trascinandoci con libertà». Il commissario con grande Ironia disse agli altri «andate pur via si fermi solo la Povera Maria che con noi la vogliamo portar». La ragazza andava pian piano l'han portata davanti al Sultano il Sultano sbeffando le disse «Son contento e ancor più felice». Le scioperanti non dicon parola, si recano in mezzo alla folla e sentirono le brutte novità «il vostro Riba ve l'hanno arrestà». Quando Riba fu giunto sul treno e con la mano ci diede l'addio «Non piangete miei cari compagni che ben presto sarò qui con voi». A Sannazzaro che sono arrivati l'hanno rinchiuso in una prigione come se fossero dei malfattori invece erano gente d'onor. Tredici giorni di malinconia fu terminato in grande allegria han rilasciato il Riba e la Maria, l'abbiam coperto di rose e fior. 19 20 30 Raccolta di canti politici - 2007 QUATTRO SIGNORI A PARIGI VANNO (1920) Quattro signori a Parigi vanno a commerciare e dividere il bottino la guerra han fatto altro più non sanno e la vittoria vuoi la pace - inganno Il tribunale han confezionato di giudicare la pace imputata e la giustizia han dimenticato han troppa fame han voglia di rubar. Finito giugno pace non è fatta in sette mesi e più di discussione fan fallimento tutto il mondo scatta gambe per aria par che debba andar Evviva dunque la rivoluzione la borghesia più non regnerà il bolscevismo sta per trionfare e dunque o popolo unito sta. La dittatura del proletariato dopo la Russia avremo tutto il mondo viva il soviet Lenin glorificato in un gran simbolo di civiltà Evviva dunque la rivoluzione la borghesia più non regnerà il bolscevismo sta per trionfare e dunque o popolo unito sta. 31 BALLATA PER IL PINELLI Quella sera a Milano era caldo ma che caldo che caldo faceva «brigadiere apra un po' la finestra» una spinta e Pinelli cascò. «Sior Questore io ve l'ho già detto vi ripeto che sono innocente anarchia non vuol dire bombe ma uguaglianza nella libertà». «Poche storie indiziato Pinelli che il tuo socio Valpreda ha parlato lui è l'autore del vile attentato e il suo complice certo sei tu». «Impossibile» grida Pinelli «un compagno non può averlo fatto e l'autore di questo delitto fra i padroni dovrete cercar». «Poche storie indiziato Pinelli che la stanza è già piena di fumo se tu insisti apriam la finestra quattro piani son duri da far». L'hanno ucciso perch'era un compagno poco importa se era innocente «era anarchico e tanto ci basta» disse Guida fascista questor. Calabresi e te Guida assassini se un compagno ci avete ammazzato questa lotta non avete fermato la vendetta più dura sarà. C'è una bara e tremila compagni portavamo le nostre bandiere questa volta l'abbiamo giurato non finisce di certo così. Raccolta di canti politici - 2007 32 L’ATTENTATO A TOGLIATTI Alle ore undici del quattordici luglio dalla Camera usciva Togliatti quattro colpi gli furono sparati da uno studente vile e senza cuor. L'onorevole a terra colpito soccorso venne immediatamente grida e lutto ovunque si sente, corron subito deputati e dottor. L'assassino è stato arrestato dai carabinieri di Montecitorio E davanti all‟interrogatorio ha confessato dicendo così: «Già da tempo io meditavo di riuscire a questo delitto appartengo a nessun partito è uno scopo mio personal». Rita Montagnana che è al Senato coi dottori e tutto il personale Han condotto il marito all'ospedale sottoposto alla operazion. L'onorato chirurgo Valdoni con i ferri che sa adoperare ha saputo la pallottola levare e la vita potergli serbar. Il gesto insano brutale e crudele al deputato dei lavoratori protestino contro gli attentatori della pace e della libertà. L'onorevole Togliatti auguriamo che ben presto ritorni al suo posto a difendere il paese nostro l'interesse di noi lavorator. 33 FISCHIA IL VENTO Fischia il vento infuria la bufera scarpe rotte eppur bisogna andar a conquistare la rossa primavera dove sorge il sol dell'avvenir a conquistare la rossa primavera dove sorge il sol dell'avvenir. Ogni contrada è patria del ribelle ogni donna a lui dona un sospir nella notte lo guidano le stelle forte il cuor il braccio nel colpir nella notte lo guidano le stelle forte il cuor il braccio nel colpir. Se ti coglie la crudele morte dura vendetta verrà dal partigian ormai sicura è già la dura sorte di quei vili che ognor cerchiam ormai sicura è già la dura sorte di quei vili che ognor cerchiam. Cessa il vento calma è la bufera torna a casa il fiero partigian sventolando la rossa sua bandiera vittoriosi e alfin liberi siam sventolando la rossa sua bandiera vittoriosi e alfin liberi siam. 21 22 34 Raccolta di canti politici - 2007 BELLA CIAO Stamattina mi son alzato o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao stamattina mi son alzato ed ho trovato l'invasor. o partigiano portami via o bella ciao, bella ciad, bella ciao ciao ciao o partigiano portami via che ho paura di morir. E se muoio da partigiano o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao e se muoio da partigiano tu mi devi seppellir. E seppellire lassù in montagna o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao e seppellire lassù in montagna sotto l'ombra di un bel fior. E le genti che passeranno o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao e le genti che passeranno mi diranno «che bel fior». E quest'è il fiore del partigiano o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao e quest'è il fiore del partigiano morto per la libertà. 35 BELLA CIAO DELLE MONDINE Alla mattina appena alzate o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao alla mattina appena alzate in risaia ci tocca andar. E fra gli insetti e le zanzare o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao e fra gli insetti e le zanzare duro lavoro ci tocca far. o mamma mia o che tormento o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao o mamma mia o che tormento io t'invoco ogni doman. Il capo in piedi col suo bastone o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao Il capo in piedi col suo bastone e noi curve a lavorar. Ma verrà il giorno che tutte quante o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao ma verrà il giorno che tutte quante lavoreremo in libertà. 36 SE NON CI AMMAZZA I CRUCCHI Se non ci ammazza i crucchi se non ci ammazza i bricchi i bricchi ed i capricci e il vento di Marenca Se non ci ammazza i crucchi se non ci ammazza i bricchi quando saremo vecchi ne avrem da raccontar quando saremo vecchi ne avrem da raccontar. La mia mamma la mi diceva non andar sulle montagne mangerai sol polenta e castagne e ti verrà l'acidità. La mia morosa la mi diceva non andare con i ribelli non avrai più i miei lunghi capelli sul cuscino a riposar. Se non ci ammazza i crucchi ... Questa notte mi sono insognato che ero sceso giù in città c'era mia mamma vestita di rosso che ballava col mio papà. C'era i tedeschi buttati in ginocchio che chiamavano pietà c'era i fascisti vestiti da prete che scappavan di qua e di là. Se non ci ammazza i crucchi ... Raccolta di canti politici - 2007 37 23 O CANCELLIER CHE TIENI O cancellier che tieni la penna in mano scrive una letterina alla mia mamma. Scrive una letterina alla mia mamma dille che so in galera per una lotta. Per una lotta giusta m'han condannato lor m'han promesso il pane non me l'han dato. Senti chiamar Giancarlo fatti coraggio tre anni di galera son di passaggio. Andrem tanto lontano tanto lontano dove la bella Russia ti dona il pane. O bella bella Russia ti dona il pane non voglio ancor menzogne democristiane. 38 VOGLIAM LA PACE O Dio del ciel se fossi una rondinella vorrei volare in braccio alla mia bella. 39 LÀ SU QUEI MONTI Là su quei monti fuma la grancia dove s'arrangia dove s'arrangia Là su quei monti fuma la grancia dove s'arrangia il partigian. E il partigiano l'arma nella mano guarda lontano guarda lontano con la certezza che porterà giustizia giustizia e libertà. Là su quei monti stanno sparando 40 Prendi il fucile e buttalo per terra vogliam la pace e non mai più la guerra. là c'è il comando là c'è il comando Là su quei monti stanno sparando là c'è il comando del partigan. E il partigiano … Là su quei monti le stelle alpine crescon vicine crescon vicine Là su quei monti le stelle alpine crescon vicine ai partigian. E il partigiano … SON LA MONDINA Son la mondina son la sfruttata son la proletaria che giammai tremò m'hanno uccisa incatenata cacere e violenza nulla mi fermò. Coi nostri corpi sulle rotaie noi abbiam fermato il nostro sfruttator c'è molto fango nelle risaie ma non porta macchia il simbol del lavor. E lotteremo per il lavoro per la pace il pane e la libertà e creeremo un mondo nuovo di giustizia e di nuova civiltà. Questa bandiera gloriosa e bella noi l'abbiam raccolta e la portiam più in su dal vercellese al molinella alla testa della nostra gioventù. E se qualcuno vuol far la guerra tutte unite insieme noi lo fermerem vogliam la pace qui sulla terra e più forti dei cannoni noi sare 24 41 Raccolta di canti politici - 2007 A MORTE LA CASA SAVOIA A morte la casa Savoia bagnata da un'onda di sangue si sveglia il popoI che langue si sveglia il popoI che langue. O ladri del nostro sudore nel mondo siam tutti fratelli noi siamo le schiere ribelli sorgiamo che giunta è la fin A morte il re e il principin A morte il re e il principin. 42 LA BADOGLIEIDE o Badoglio, Pietro Badoglio, ingrassato dal fascio littorio col tuo degno compare Vittorio ci hai già rotto abbastanza i coglion. Las mai dì farei, las mai fai farei, las mai dì, las mai fa, las mai dì fa las mai dì lo si si las mai fa lo no no, tutto questo salvarti non può. Ti ricordi quand'eri fascista e facevi il saluto romano ed al duce stringevi la mano, sei davvero un gran porcaccion. Ti ricordi l'impero d'Etiopia e il ducato di Addis Abeba meritavi di prender l'ameba ed invece facevi i milion. Ti ricordi la guerra di Francia che l'Italia copriva d'infamia ma tu intanto prendevi la mancia e col duce facevi ispezion. Ti ricordi la guerra di Grecia coi soldati mandati al macello ed allora per farti più bello rassegnavi le tue dimission. A Grazzano giocavi alle bocce mentre in Russia crepavan gli alpini ma che importa ci sono i quattrini e si aspetta la buona occasion. L'occasione è arrivata, è arrivata alla fine di Luglio ed allor per domare il subbuglio ti mettevi a fare il dittator. Gli squadristi li hai richiamati gli antifascisti li hai messi in galera la camicia non era più nera, ma il fascismo restava il padron. Era tuo quell'Adami Rossi che a Torino sparava ai borghesi se durava ancora due mesi, tutti quanti facevi ammazzar. Mentre tu sull'amor di Petacci t'affannavi arrabbiato alle trombe sull'Italia calavan le bombe e Vittorio calava i calzon. I calzoni li hai calati anche tu nello stesso momento ti credevi di fare un portento ed invece facevi pietà. Ti ricordi la fuga ingloriosa con il re verso terre sicure siete proprio due sporche figure, meritate la fucilazion. Noi crepiamo sui monti d'Italia mentre voi ve ne state tranquilli ma non crederci tanto imbecilli da lasciarci di nuovo fregar. Se Benito ci ha rotto le tasche, tu Badoglio ci hai rotto i coglioni di fascisti e di vecchi cialtroni, in Italia più posto non c'è. Las mai dì farei, las mai fai farei, las mai dì, las mai fa, las mai dì fa las mai dì lo si si las mai fa lo no no, tutto questo salvarti non può. Raccolta di canti politici - 2007 43 IL CANTO DEI DEPORTATI Fosco il cielo sul lividore di paludi senza fin tutto intorno è già morto o muore per dar gloria agli aguzzino Sul suolo desolato al ritmo disperato zappiam Wohin auch das Auge blicket Moor und Heide nur ringsum Vogelsang uns nicht erquicket eichen stehen kahl und krumm. Wir sind die Moorsoldaten und seihen mit dem Spaten ins Moor. Loin vers l'infini s‟étendent les grands prés marécageux Pas un seul oiseau ne chante dans les arbres secs et creux O terre de détresse où nous devons sans cesse: piocher! In this camp so sad and savage all enclosed with iron walls They have us all live in cages lone enchained can't hear you call Oh land of despair where we all have to share in death! De nada nos sirven los lamentos el invierno pronto pasará Llegará el día que gritemos contentos por fin la patria nuestra será Ya no habrá mas soldados sufriendo en el pantano, ya no! Botte grida lamenti e pianti, sentinelle notte e dì Non un fiore su questa terra non un trillo in ciel udiam Sul suolo desolato al ritmo disperato zappiam. 44 CON LA GUERRIGLIA E noi farem del monte un baluardo saprem morire e rispettar la vita per noi risorgerà la nuova Italia con la guerriglia. Per le vittime nostre invendicate per liberar l'oppressa nostra gente ritorna sempre invitto nella lotta il patriota. Il nostro grido è libertà o morte sull'Aspromonte ci siam fatti i lupi al piano scenderem per la battaglia per la vittoria Famelici di pace di giustizia Annienterem fascismo e tiranni Rossi di sangue e carichi di gloria Nel fior degli anni Ai nostri morti scaverem la fossa Sulle rupestri cime sarà posta Per lor risorgerà la nuova Italia Con la guerriglia 25 26 45 Raccolta di canti politici - 2007 MARCIAM MARCIAM Marciam marciam marciam ci batte il cuore s'accende la fiamma la fiamma dell'amore (2 volte) e quando vedo il partigian passar E sotto il sole ardente con passo accelerato cammina il partigiano col zaino affardellato cammina il partigiano che stanco mai si sente cammina allegramente con gioia e con ardor Marciam… Non c'è tenente né capitano né colonnello né generale questa è la marcia dell'ideai dell'ideai un partigiano vorrei sposar! 46 SON CIECO Son cieco e mi vedete devo chiedere la carità ho quattro figli che piangono del pane non ho da dar. Noi anderemo a Roma e davanti al papa e al re noi grideremo ai potenti che la miseria c'è. E per le vie di Roma la bandiera vogliamo alzar sventola la bandiera il socialismo trionferà. 47 L’INTERNAZIONALE Compagni avanti il gran partito noi siamo dei lavorator. rosso un fiore in petto c'è fiorito, e una fede c'è nata in cuor. Noi non siamo più nell'officina, entro terra, nei campi, in mar la plebe sempre all'opra china senza ideali in cui sperar. Su lottiamo! L'ideale nostro fine sarà l'internazionale futura umanità. . Un gran stendardo al sol fiammante dinanzi a noi glorioso va, noi vogliam per esso siano infrante le catene alla libertà. Che giustizia alfin venga vogliamo non più servi non più signor; fratelli tutti essere dobbiamo sotto l'emblema del lavor. Su lottiamo! L'ideale … Lottiam! Lottiam la terra sia di tutti eguale proprietà più nessun nei campi dia l‟opra ad altri che in ozio sta e la macchina sia alleata non nemica ai lavorator così la vita rinnovata all'uom darà pace e lavor Su lottiamo! L'ideale … Avanti! Avanti la vittoria è nostra e nostro è l'avvenir più civile e giusta la storia un'altra era sta per aprir largo a noi! All'alta battaglia noi corriamo per l'ideai via largo! Noi siam la canaglia che lotta pel suo Germinal Su lottiamo! L'ideale Raccolta di canti politici - 2007 48 COSA RIMIRI MIO BEL PARTIGIANO Cosa rimiri mio bel partigiano e io rimiro la figlia tua ch'è la più bella della città. La mia figlia l'è giovane e bella a un partigiano non gliela do in camerella la chiuderò. In camerella chiudetela pure verrò di notte e la ruberò su l'alti monti la porterò. Sugli alti monti portatela pure verran tedeschi a rastrellare e la biondina l'ammazzerà. La mia banda l'è forte ed armata e dei tedeschi paura non ha con la mia banda la vincerò. E se tu vuoi sposar la mia figlia un giuramento tu devi far di star sett'anni senza baciar. Mamma mia che mal giuramento aver l'amante così vicin e star sett'anni sanza bacin. Quan fu stato sull'alte montagne una bufera si scatenò e la biondina in braccio andò. 49 DALLE BELLE CITTÀ Dalle belle città date al nemico fuggimmo un dì sull'arida montagna cercando libertà tra rupe e rupe contro la schiavitù del suoi tradito. Lasciammo case scuole ed officine mutammo in caserme le vecchie cascine armammo le mani di bombe e di mitraglia temprammo i muscoli e il cuore in battaglia. Siamo i ribelli della montagna viviam di stenti e di patimenti ma quella fede che ci accompagna sarà la legge dell'avvenir ma quella fede che ci accompagna sarà la legge dell'avvenir. Di giustizia è la nostra disciplina libertà è l'idea che ci avvicina rosso sangue è il color della bandiera partigiana è la forte ardente schiera. Per le strade dal nemico assediate lasciammo talvolta le carni straziate sentimmo l'ardor della grande riscossa sentimmo l'amor per la patria nostra. Siamo i ribelli della montagna .. 27 28 50 Raccolta di canti politici - 2007 ROSSO LEVANTE PONENTE Rosso levante ponente rosso scolpito nel cuor rossa è la nostra bandiera emblema di pace e lavor rossa è la nostra bandiera emblema di pace e lavor. La guerra è voluta dai ricchi non porta che fame e terror su avanti compagni lottiamo a morte il fascismo oppressor su avanti compagni lottiamo a morte il fascismo oppressor. La celere ci lega le mani il clero ci lega il cervel chi libera i popoli schiavi è solo la falce e martel chi libera i popoli schiavi è solo la falce e martel. Quanti son morti per noi lunga la lotta fatal gloria eterna agli eroi morti son per l'ideal gloria eterna agli eroi morti son per l'ideal. 51 IL FEROCE MONARCHICO BAVA Alle grida strazianti e dolenti di una folla che pan domandava il feroce monarchico Bava gli affamati col piombo sfamò. Furon mille i caduti innocenti sotto al piombo dei feroci Caini e al furor dei soldati assassini «morte ai vili» la plebe gridò. Dhe! Non rider sabauda marmaglia se il fucile ha domato i ribelli se i fratelli hanno ucciso i fratelli sul tuo corpo quel sangue cadrà. La panciuta caterva dei ladri dopo avervi ogni bene usurpato la lor sete di sangue ha saziato in quel giorno nefasto e feral. Su piangete mestissime madri quando oscura discende la sera per i figli gettati in galera per gli uccisi dal piombo fatal. 52 CON DE GASPERI NON SE MAGNA Ministro dell'Interno è un certo Mario Scelba che spara sulla folla poi prega il Padreterno. Clè olè olè con De Gasperi non se magna olè olè olè cancelliere l‟abolirem. Ministro dei Trasporti è un certo Corbellini che mangia le rotaie e poi anche i traversini. Clè olè olè con De Gasperi non se magna olè olè olè con De Gasperi turna indrè Il Papa con De Gasperi suonava le campane e mentre il popolo facea morir di fame. Clè olè olè con De Gasperi non se magna olè olè olè con De Gasperi turna indrè. Il 25 aprile è nata una puttana e le hanno messo nome Democrazia Cristiana Clè olè olè con De Gasperinon se magna olè olè olè con De Gasperi turna indrè. Raccolta di canti politici - 2007 53 FIGLI DI NESSUNO Noi siam nati chissà quando chissà dove allevati dalla pubblica carità senza padre senza madre senza un nome noi viviam come gli uccelli in libertà. Figli di nessuno per i boschi noi viviam ci disprezza ognuno perché laceri noi siam ma se c'è qualcuno che ci sappia ben guidar e ben guidar figli di nessuno anche a digiuno sappiamo marciar (lottar). Noi viviam fra i boschi e sulle alte cime e dagli aquilotti ci facciamo comandar ma il nemico nostro dai confini scaccerem e scaccerem e l'Italia bella noi la saprem e la saprem liberar. Figli di nessuno per i boschi noi viviam … 54 IL BERSAGLIERE HA CENTO PENNE Il bersagliere ha cento penne e l'alpino ne ha una sola il partigiano ne ha nessuna ma sta sui monti a guerreggiar. La sui monti vien giù la neve la bufera dell'inverno ma se venisse anche l'inferno il partigian riman lassù. Quando poi ferito cade non piangetelo dentro al cuore perché se libero un uomo muore che cosa importa di morir. 55 LA BRIGATA GARIBALDI Fate largo quando passa la Brigata Garibaldi la più bella la più forte la più bella che ci sia fate largo quando passa il nemico fugge allor siam fieri e siam forti per cacciare l'invasor. Abbiam la giovinezza in cor simbolo di vittoria andiamo sempre forte e siamo pieni di gloria la stella rossa in fronte la libertà portiamo ai popoli oppressi la libertà noi porterem Fate largo quando passa la Brigata Garibaldi la più bella la più forte la più bella che ci sia fate largo quando passa il nemico fugge allor siam fieri e siam forti per cacciare l'invasor. Con la mitraglia fissa e con le bombe a mano al traditor fascista gliela faremo pagare noi lottiam per l'Italia pel popolo ideale pel popolo Italiano noi sempre lotterem Abbiam la giovinezza in cor simbolo di vittoria andiamo sempre forte e siamo pieni di gloria la stella rossa in fronte la libertà portiamo ai popoli oppressi la libertà noi porterem 29 30 56 Raccolta di canti politici - 2007 NOSTRO MESSICO Nostro Messico febbraio ventitré lasciò Carranza passar gli americani molti fanti seicento aeroplani cercavan Villa per il Messico inter. Cominciarono con i bombardamenti gli aeroplani cominciarono a volar ogni casa venne rastrellata cercavan Villa lo volevano ammazzar. Quelli a cavallo non potevan cavalcare e quelli a piedi non potevano marciare allora Villa salì su un aeroplano e dall'alto li salutò «Good bye» Cominciarono a mandare spedizioni allora Villa uno scherzo preparò e si vestì da soldato americano e i suoi soldati in questo modo trasformò e quando i gringos videro le bandiere con quelle strisce che Villa disegnò atterrarono coi loro aeroplani e Pancho Villa così li catturò. 57 E a Chihuahua e a Città Huarez ci fu sorpresa nella popolazion e nel veder tanti gringos carranzisti che Pancho Villa appese ai lampion. Ai carranzisti e al popolo del Texas e a Chihuahua a Camargo e Carrizal Pancho Villa con tutte le sue forze inflisse una batosta senza egual. Cosa credevan di trovar gli americani che avevan preso per un gioco questa guerra e con la faccia piena di vergogna se ne tornarono alla loro terra. E io vi chiedo fedeli compagni di rimanere fermi ai piedi del cannon e di sparare l'ultima mitraglia ma per difendere la rivoluzion. (l‟idea e la nazion) LA MORTE DI ANITA GARIBALDI Noi ti aspettiamo nell'alba fiorita camicia rossa fiore di vita per i miei figli solo a morire mio caro sposo mi devi lasciare se gli occhi miei ti voglion mirare tu con un bacio li chiuderai. Sale la febbre nella laguna come l'allodola trema l'Anita porge allo sposo la mano sfinita lo guarda e prega con un sospir. Per i miei figli questo sospiro per il mio sposo questo sorriso ma della morte sul suo bel viso è già discesa l'ombra crudel. La barca nera sulla laguna porta l'Anita come una cuna canta nel cielo e l'Ave Maria che l'accompagna nell'agonia. È morta Anita all' Ave Maria quando la rondine scende dal cielo «il Generale la bacia e piange deve lasciarla deve salvarsi per riportarci LA LI BERTÀ». E chi lo salva mai dai tedeschi e tutta Italia mai salverà (2) 58 PIETÀ L’È MORTA Lassù sulle montagne bandiera nera è morto un partigiano nel far la guerra, un altro Italiano va sottoterra. Laggiù sottoterra trova un alpino caduto nella Russia con il Cervino. Ma prima di morire m'ha ancor pregato che Dio maledica quell'alleato. Che Dio maledica chi ci ha tradito lasciandoci sul Don e poi è fuggito. Raccolta di canti politici - 2007 59 RONDINELLA PELLEGRINA Rondinella pellegrina che ti posi in sul verone ricantando ogni mattina quella flebile canzone Che vuoi dirmi in tua favella pellegrina rondinella. Solitaria nell'oblio dal tuo sposo abbandonata piangi forse il pianto mio vedovetta sconsolata piangi piangi in tua favella pellegrina rondinella. Oh se anch'io ... ma lo contende questa bassa angusta volta dove sole non risplende dove l'aria ancor m'è tolta donde a te la mia favella là giunge appena rondinella. Il settembre innanzi viene a lasciarmi ti prepari tu vedrai lontane arene nuovi monti e nuovi mari salutando in tua favella pellegrina rondinella. E io tutte le mattine riaprendo gli occhi al pianto fra le nevi e fra le brine crederò d'udir quel canto onde par che in tua favella mi compianga o rondinella. Una croce a primavera troverai su questo suolo rondinella in su la sera sovra lei raccogli il volo dimmi pace in tua favella pellegrina rondinella. 60 E L'ITALIA L'È MALADA E l'Italia l'è malada e Sartori l'è 'I dutur (Lenino l'è 'I dutur) per far guarì l'Italia ci vuole la rivoluzion (tajem la testa ai siur). Andremo sul monte Calvario dov'è nato Gesù Cristo e l'era un vero comunista predicava la libertà. o Romagna bella Romagna dell'Italia sei la più forte dell'anarchia vogliam la morte 61 SENTITE BUONA GENTE Sentite buona gente un fatto di dolore di un povero prigioniero che mi commuove il cuore. Trovandosi ammalato e non riconosciuto il tenente ingrato invece l'ha abbattuto. E mentre lo abbatteva correva in camerata (incatenato) «non mi vedrai mai più o madre desolata». Vigliacco d'un tenente hai il cuore d'un leone meriteresti il fronte o la fucilazione. 31 32 62 Raccolta di canti politici - 2007 DELL'ITALIA VOGLIAM LA LIBERTÀ. LA RONDINELLA D’ASPROMONTE Enrico Mayer – 1840 O rondinella che libera l'ali spieghi or fuggendo or tornando ver me dhe se pur senti pietà dei miei mali vai dove andare è negato al mio piè. Tu dei volar d'Aspromonte al Cimino e dal Cimino all' Amiata passar poi dell'Etruria nel dolce giardino sui freschi margini d'Arno posar. Là dove franta più mormora l'onda giunta di Flora il bel seno a lambir mesto e romito vedrai sulle sponde l'abbandonato mio tetto apparir. Stanza di pace, oh! Se farvi il tuo nido tu pur volessi al ritorno d'aprii non mai la sorte un asilo più fido darti potrà rondinella gentil. E di volare t'arresti il desìo lì ti riposa in l'Etrusco terren 63 quello è il mio cielo il mio suolo natìo e di mia madre ti posa sul sen. Dille: son io di color messaggera che giuro fean d'aver Roma o morir ma pur la sorte si rese a noi fera purtroppo il giuro ho dovuto fallir. L'empio ministro che serve al tiranno e della Senna il valore segnò provocando con l'armi a noi danno di sangue il suoi d'Aspromonte bagnò Si, ma dell'ltalo sangue ogni stilla che fu versato un torrente sarà quando a riscossa imitando Balilla l'Italia tromba l'appello farà. E detto questo se al primo barlume io ti vedrò alla prigione venir raccoglierò sulle molli tue piume l'aure d'Etruria e i materni sospir. IGNORANTI SENZA SCUOLE Ignoranti senza scuole calpestate dal padron eravamo la plebe della terra ma in risaia come in prigion. Ci hanno detto «questa vita la dovete sempre far i padroni ci son sempre stati e per sempre dovran restar» Ma un bel giorno ci abbiam risposto «voi siete i servi del padron se lottiamo avremo più giustizia più diritto di pace e di lavor. Ma i padroni hanno armi di menzogna e corruzion Hanno i giornali il cinema la radio che difende i diritti del padron. Ma «Noi donne» l'è un gran faro che ci illumina il cammin per noi donne è un'arma di progresso di giustizia per tutte noi mondin. Raccolta di canti politici - 2007 64 E ANCHE PER QUEST'ANNO E anche per quest'anno ragazze ci han fregato con tutte le sue chiacchiere in risaia ci han mandato e noi povere donne ci tocca lavorar per mantenere i ricchi al suo paese a passeggiar. Ci sono dei padroni che sono un po' incoscienti comandano bestemmiano con la bava tra i denti dicendo: queste donne lavor non lo sanno far dovrebbero far presto come il treno a camminar. Se si parla del trapianto l'è una cosa da far spavento lor vogliono file dritte anche se siamo in duecento se c'è una povera donna che la si sente mal vanno col rallentamento per portarla all'ospedal E tutto quel sudore che noi quaggiù prendiamo saranno poi le lacrime dei figli che noi abbiamo grideranno «mamma voglio da mangiar» allora lotteremo per lavoro e libertà. C'è poi un'altra cosa da fare ben presente con pane riso e vitto non ci si capisce niente e riso sempre riso e acqua in quantità e Scelba al governo coi signori a consolar. _______________________________________ Senza pane senza paga senza lavoro Vivon oggi gli operai in quantità Manganello sfollagente la prigione Sono i doni che De Gasperi ci dà Ma il 18 aprile… 65 VI RICORDATE QUEL 18 APRILE Vi ricordate quel 18 aprile di aver votato democristiani Senza pensare all‟indomani a rovinare la gioventù O care madri dell‟Italia ma che ben presto vi pentirete Se i vostri figli ancor vedrete abbandonare i lor casolar Ma cosa fa quel Mario Scelba con la sua celere e questura Ma i comunisti non han paura difenderanno la libertà E operai e compagni tutti che sempre uniti noi saremo E tutti in coro noi canteremo Bandiera rossa trionferà 33 34 66 Raccolta di canti politici - 2007 QUANDO SENTO IL PRIMO FISCHIO Quando sento il primo fischio il mio sangue si mette a tremar E se sbaglio una sola volta (2) Me la multa mi tocca pagar Oi giovinotti cari se vurì fare l‟amor, andè da le filère lerà , andè da le filère lerà Oi giovinotti cari se vurì fare l‟amor, andè da le filère lerà ,no sté a guardarghe i color No sté a guardarghe i colori no sté a guardarghe le man L‟è l‟fum de la candéla lerà, l‟è l‟fum de la candéla lerà No sté a guardarghe i colori no sté a guardarghe le man L‟è l‟fum de la candéla lerà, c‟al dis che‟l ghe fa mal 67 QUANDO SAREMO A REGGIO EMILIA Quando saremo a Reggio Emilia el me murus el sarà in piazza “Bella mia sei arrivata”, “Bella mia sei arrivata” Quando saremo a Reggio Emilia el me murus el sarà in piazza “Bella mia sei arrivata, dime un po‟ come la va” Di salute la mi va bene le borsette quasi vuote Ma di cuor siam malcontente, ma di cuor siam malcontente Di salute la mi va bene le borsette quasi vuote Ma di cuor siam malcontente,di aver tanto lavorà. Quando saremo a Reggia Emilia i creditur i sarà in piaza “bela mia fora la bursa” “bela mia fora la bursa” Quando saremo a Reggia Emilia i creditur i sarà in piaza “bela mia fora la bursa, che vurum avess pagà” 68 O CARE MAMME O care mamme apriteci le porte le vostre figlie le vostre figlie o care mamme apriteci le porte le vostre figlie gh'è drè rivà. Quando saremo alla stazion centrale ad abbracciar ad abbracciar quando saremo alla stazion centrale ad abbracciar i nostri genitor. Arriveremo al sabato di sera con la bandiera con la bandiera arriveremo al sabato di sera con la bandiera in sul vapor. Li abbracceremo e poi li stringeremo con tanta gioia con tanta gioia li abbracceremo e poi li stringeremo con tanta gioia nei nostri cuor. E se 'l vapore al va e se 'l camina l'è l'alegria l'è l'alegria e se 'l vapore al va e se 'l camina l'è l'alegria dei mondaris. O care mamme siam tutte rovinate dalle zanzare dalle zanzare o care mamme siam tutte rovinate dalle zanzare e dai moscerin, e dai capresti e scarfolin. Raccolta di canti politici - 2007 69 ADDIO MORETTIN Addio morettin ti lascio finita è la mondada tengo un altro amante a casa (2) Addio ... più bellin assai di te. Più bellino più carino più sincero nel far l'amore ci ho donato la vita e il cuore (2) Più ... per sempre l'amerò. Tu credevi ch'io ti amassi mentre invece ti ho ingannato caramelle tu m'hai donato (2) tu ... vino bianco abbiam bevu. Ti ho amato quaranta giorni sol per passare un'ora e adesso ch'è giunta l'ora (2) ti ho ... ti lascio in libertà. E la libertà l'è quella di non più lavorare casa vogliamo andare (2) . e la ... in cima del vapor. L'amor de' Piemontesi al g'ha poca durada finita la mondada (2) l'amor ... l'amor non si fa più e io t'amerò nel cuor sospirerò ma io per te ma io per te (2) morire no no e no. 70 SALUTEREMO IL SIGNOR PADRONE Saluteremo il signor padrone per il male che ci ha fatto che ci ha sempre maltrattato fino all'ultimo moment. Saluteremo il signor padrone per la sua risaia nera pochi soldi 'nt 'la casseta e i debit da pagar. Macchinista macchinista faccia sporca metti !'olio nei stantuffi di risaia siamo stufi (2) casa nostra vogliamo andar. Con un piede con un piede sulla staffa e quell'altro sul vagone ti saluto cappellone (2) casa nostra vogliamo andar. 35 36 71 Raccolta di canti politici - 2007 L'ALBANIA Sento il fischio del vapore l'è 'I mio amore che 'I va via e l'è partito per l'Albania chissà quando ritornerà. Ritornerà sta primavera con la spada insanguinata e se mi trova già maritata ohi che pena ohi che dolor. Ohi che pena ohi che dolore che brutta bestia è mai l'amore starò piuttosto senza mangiare ma l'amore lo voglio far. Lo voglio far mattina e sera finché torna la primavera la primavera è ritornata ma il mio amore m'ha abbandonà M'hanno chiuso in convento e mi han tagliato i miei capelli eran biondi ricci e belli mi han tagliato le mie beltà. 72 PARTONO GLI EMIGRANTI Alfredo Bandelli Non piangere bella se devo partire se devo restare lontano da te non piangere bella non piangere mai che presto vedrai ritorno da te. Addio alla mia terra addio alla mia casa addio a tutto quello che lascio quaggiù o tornerò presto o tornerò mai soltanto i ricordi io porto con me. Partono gli emigranti partono per l'Europa sotto lo sguardo della polizia partono gli emigranti partono per l'Europa i deportati de la borghesia. O bella lontano non so quanto tempo avrò d'aspettare finché tornerò le notti son lunghe non passano mai e non posso mai averti con me. Soltanto fatica violenza e razzismo ma questa misera coscienza ci da consumo le mani e mi cresce la voglia la voglia di avere il mondo per me. Partono gli emigranti ... Raccolta di canti politici - 2007 73 LA GUARDIA ROSSA Ecco s'avanza uno strano soldato vien dall'oriente e non monta destrier la man callosa ed il viso abbronzato è il più glorioso di tutti i guerrier. Non ha pennacchi e galloni dorati ma sul berretto scolpiti nel cuor porta un martello e una falce incrociati son gli emblemi del lavor (viva il lavor!). È la Guardia Rossa che marcia alla riscossa e scuote dalla fossa la schiava umanità. Giacque vilmente la plebe in catene sotto il tallon dell'iniquo padron dopo millenni di strazi e di pene l'asino alfine si cangia in leon. Sbrana furente il succhion coronato spoglia il nababbo dell'or che rubò danna per fame al lavoro obbligato chi mai non lavorò. È la Guardia Rossa ... Accorre sotto la rossa bandiera tutta la folla dei lavorator rimbomba il passo dell'epica schiera sopra la tomba del mondo che muor. Tentano invano risorgere i morti tanto che vale lottar col destin marciano al sole più ardenti e più forti le armate di Lenin viva Lenin E la Guardia Rossa ... Quando la notte la plebe riposa nella campagna e nell'ampia città più non la turba la tema paurosa del suo vampiro che la svenerà che sempre veglia devota e tremenda la Guardia Rossa alla sua libertà la tirannia cancrenosa ed orrenda più non ritornerà, non tornerà. È la Guardia Rossa ... 37 38 74 Raccolta di canti politici - 2007 SE OTTO ORE Se otto ore vi sembran poche (son troppo poche) provate voi a lavorar, e proverete la differenza di lavorar e di comandar. O Mario Scelba se non la smetti di arrestare i lavorator e noi faremo come a) duce, piazza Loreto ti ammazzerem (ti appenderem) . E noi faremo come la Cina e suoneremo il campanel innalzeremo falce e martello e giderem viva «Mao Tze Tun». E noi faremo come la Russia chi non lavora non mangerà e quei vigliacchi di quei signori dovranno loro a lavorà. E noi faremo come la Russia e suoneremo il campanel innalzeremo falce e martello e grideremo «viva Stalin!» . 75 HA DETTO DE GASPERI Ha detto De Gasperi a tutti i divoti «dateme u vot 'e nun ci penzate e lu vote che vui mi date lu paradise vi l'accattate vi l'accattate pé vitam aeterna jennu raminghi cu na linterna e pé dispetto ai communisti ca vonn'a morte dei capitalisti» capitalisti noi a ci vulemmo sennò a sto munne come suffrème». «Beato chi soffri» ha dettu «Più c'a farve suffrire ce pienze iu». «Vi fazzu fare 'na cura sto vierno ca se murite nu gghiat 'a lo 'nfernu a lo "nfernu arassosia megghiu morire de chicchessia di chicchessia no more a nissuno supa na lunga cura a dijuno. Co u dijunare so fatti li santi no co manciari brutt'ignoranti brutti ignuranti che un capisciti chi mi parrati quann'un sapiti quann'un sapiti chillu ca fazzu m'avete adiri ca signu pazzu». Nun signu pazzu né testa di rapa ca pazzu è chillu ca vole lu papa lu papa ha ditte «poari pezzi enti salvaci l'anima e tiraci i denti e tiraci li denti pé nun mangiari e tappaci a vucca pé nun fumà». lo ne li denti m'aggiu attirati né la vucca m'aju attappati mi l'aju lassata pi nc'incantà avanzi di ziti pé unn'accattà pé unn'accattari nemmeno una sarda pé penitenza a rroba si guarda. Quannu si guarda c'è l'abbundanza ca pu sperare e tinchi la panza tinchi la panza asciutta e si ti lamenti si farabbutte ssì farabbutt 'e senza cuscienza a uuomu du papa li bbenedicu. Ti benedicu gran populuni ca ssì legatu cu stu curduni ssì cristiane e statti cuntente ti salvi l'anima e campi de viente Raccolta di canti politici - 2007 76 IL DICIOTTO APRILE Il diciotto aprile a votare noi andrem per il fronte unito tutti quanti voterem ma se c'è qualcuno che capito ancor non ha ancor non ha guardi al due giugno e qualche cosa capirà senza pane senza paga senza lavoro vivono oggi gli operai in quantità manganello sfollagente la prigione sono i doni che De Gasperi ci da. 77 PER I MORTI DI REGGIO EMILIA Compagno cittadino fratello partigiano teniamoci per mano in questi giorni tristi di nuovo a Reggio Emilia di nuovo giù in Sicilia son morti dei compagni per mano dei fascisti di nuovo come un tempo sopra l'Italia intera fischia il vento ed urla la bufera. A diciannove anni è morto Ovidio Franchi per quelli che son stanchi o sono ancora incerti Lauro Fraioli è morto per riparare al torto di chi si è già scordato di Duccio Galimberti son morti sui vent'anni per il nostro domani son morti come vecchi partigiani. Marino Serri è morto è morto Afro Tondelli ma gli occhi dei fratelli si son tenuti asciutti compagni sia ben chiaro che questo sangue amaro versato a Reggio Emilia è sangue di noi tutti sangue del nostro sangue nervi dei nostri nervi come fu quello dei Fratelli Cervi. Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso è sempre quello stesso che fu con noi in montagna ed il nemico attuale è sempre ancora uguale a quel che combattemmo sui nostri monti in Spagna uguale è la canzone che abbiamo da cantare «scarpe rotte eppur bisogna andare». Compagno Ovidio Franchi compagno Afro Tondelli e voi Marino Serri, Reverberi e Fraioli dovremo tutti quanti aver d'ora in avanti voialtri al nostro fianco per non sentirci soli Morti di Reggio Emilia uscite dalla fossa fuori a cantar con noi «Bandiera Rossa». 39 40 78 Raccolta di canti politici - 2007 NON SIAM PIÙ LA COMUNE DI PARIGI Non siam più la comune di Parigi che tu borghese schiacciasti nel sangue non più gruppi isolati o divisi ma la gran massa dei lavorator. Che uniti e compatti marciamo sotto al rosso vessillo dei Soviet di Togliatti (di Lenin) i compagni (il plotone) noi siamo siam la forza del lavor. In piedi proletari è giunto il dì della riscossa in alto la bandiera rossa simbolo di libertà in piedi o proletari è giunto il gran momento di dire alfin chi siamo di dir cosa vogliam. Vogliam la libertà pace lavoro e pane vogliamo alfin redimere tutta l'umanità vogliam che sulla terra non regni più il terror vogliam non più la guerra ma pace ed il lavor. Doman nell'officine non si faran cannoni ma si faranno macchine solo per lavorar per lavorare il ferro la pietra e la terra questa sarà la guerra la guerra del lavor. 79 FUGGITE O SCHIAVI Fuggite o schiavi la malinconia perché 'ncomincia la felicità sullo sfacelo della borghesia nasce l'aurora della libertà sì, la bandiera di Lenin s'innalzerà nella terra e nel cielo la legge di Lenin trionferà. Il pescecane vii nazionalista innaffiano i tartufi col bordeau e il povero soldato cominterista son tanti giorni che non si sfamò sì grida il soldato sì viva Lenin che i parassiti colpiva colla spada del destin la pallida figliola della via sul marciapiede il corpo trascinò E la grassa sensuale borghesia per un tozzo di pane lo comprò sì, geme l'afflitta sì, verrà Lenin che mi darà il pane e punirà l'infame del destin. Nei pressi della lurida galera il figlio dell'ergastolàno va e al soffio della rossa primavera implora che gli liberi il papà sì, grida il bambino sì, viva Lenin perché Lenin soltanto riporta l'innocente al suo piccino Venite libertadori o socialisti, le turbe degli oppressi a liberar il rosso gonfalon dei comunisti sventoli vittorioso in ogni mal sì, grida la folla sì, Lenin verrà viva Lenin ch'è amore e faro di giustizia e libertà. Sì, la bandiera di Lenin s'innalzerà. Nella terra e nel cielo e la legge di Lenin trionferà. Raccolta di canti politici - 2007 80 FRA IL DICIANNOVE E L'ANNO VENTI Fra il diciannove e l'anno venti gran cambiamenti si dovran far bandiere rosse su tutti i comuni ormai più nessuno strapparle potrà. Via via la borghesia l'agrario e i PP via via fai i conti con Lenin. Questo gran fascio vigliacco e impudente maltratta la gente che colpe non ha le guardie regie gli agrari e i borghesi son tre corp'intesi pé fà massacrà. Basta basta massacratori dell'umanità basta basta Lenin vi pagherà. Fra il diciannove e l'anno venti gran cambiamenti gloriosi si dan con le elezioni le comunali via i clericali gli agrari e il PP. Via via la borghesia l'agrario e il PP via via fai i conti con Lenin. Siam comunisti artisti e valenti intelligenti nel lavor se in minoranza c'è qualche PP ormai poverini più forza non han. Basta basta massacratori dell'umanità basta basta Lenin vi pagherà. Maledizione la guerra e il cannone la munizione che uso ne fan O Santo Giusto verrà quell'ora che chi non lavora non ha da mangiar Basta basta massacratori dell'umanità basta basta Lenin vi pagherà. Il Vaticano speculatore compra le aree per costruir butta giù case stabilimenti disoccupati e sfrattati a non finir Basta basta massacratori dell'umanità basta basta Lenin vi pagherà. Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è il fondamento della società verrà il momento che grassi signori ministri e padroni in galera morran. Basta basta massacratori dell'umanità basta basta Lenin vi pagherà. Basta coi ricchi con i padroni con gli Andreotti i Tambroni e i parà sulle rovine dei vecchi cialtroni bandiera rossa trionferà. Basta basta massacratori dell'umanità basta basta Lenin vi pagherà. 41 42 81 Raccolta di canti politici - 2007 LA TRADOTTA CHE PARTE DA NOVARA La tradotta che parte da Novara e va diretta al monte Santo il cimitero della gioventù sulle montagne fa molto freddo ed i miei piedi son gelati all'ospedale mi tocca andar. All'ospedale son arrivato il professore mi ha visitato «o figlio mio sei rovinato ed i tuoi piedi li dobbiam tagliar». Ed i miei piedi mi hanno tagliato e due stampelle mi hanno dato a casa mia lor mi han mandà. A casa mia san arrivato fratelli e madre in cor piangenti e fra singhiozzi e fra lamenti «o figlio mio tu sei rovinà». E ho girato tutti i paesi e tutti quanti di me hanno compassione ma quei vigliacchi di quei signori nemmeno un soldo lor mi hanno dà. 82 E PER LA STRADA E per la strada gridava i scioperanti «non più vogliamo da voi restar sfruttati siam liberi siam forti e siamo tanti e viver non vogliam di carcerati è giunta l'ora siam stanchi di soffrir». Ma da lontano giungono i soldati avanti tutti assieme coi padroni e contro i scioperanti disarmati s'avanza sguainando gli squadroni. Essi non fuggono forti del loro ardir i figli del lavoro son pronti anche a morir. Eppur convien restar senza dolore pronti a soffrir la fame, ogni tormenti bisogna far tacer pur anche il cuore di madre il puro affetto e il sentimento sebbene oppressi e torturati ancor noi combatteremo sempre combatterem ogn'or. E presto il dì verrà che vittoriosi vederem la redenzion nell'albeggiare muti staran crumiri e paurosi vedendo l'idea nostra trionfare così il lavoro redento alfin sarà e il sol del socialismo su noi risplenderà. Raccolta di canti politici - 2007 83 BALLATA DELL’EMIGRAZIONE Quel giorno che son andà al settentrione 'hai maledetto tanto moglie mia peggio però la disoccupazione che dalla nostra terra non va via. La Svizzera ci accoglie a braccia chiuse ci mette pane duro dentr in bocca tre anni l'ho inghiottito a sto' paese tre anni carcerato alle baracche. Alla periferia in mezz'ai fossi siamo quaranta uomini e una radio se vad' in centro a fare quattro passi le strade sono piene piene d'odio. Lo sfruttamento è calcolato bene ti carica fatica ogni minuto è un orologio di gran precisione la Svizzera cammina col nostro fiato. Sono tornato a maggio e per il voto falce e martello ho messo all'elezioni noi comunisti abbiamo guadagnato ma ha vinto la ruffiana dei padroni. Padroni sulla terra ci volete per far la fame e per tirarne conto ma verrà il giorno che la pagherete e che non partirà più un emigrante. 84 E ANCHE AL MÌ MARITO E anche al mì marito tocca andare a far barriera contro l'invasore ma se lui fa la guerra e poi ci muore rimango sola co' quattro creature. E avevano ragione i socialisti ne more tannta 'n semo ancora lesti ma se anco il prete dice che dovresti amare tu 'n ci vai un ci hanno Cristi. E a te Cadoma 'un mancan l'accidenti che a Caporetto n'hai ammazzati tanti noi si patisce tutti questi pianti e te figlio d'un cane non li senti. E un me n'importa della tù vittoria perché ci sputo sopra alla bandiera sputo sopra l'Italia tutta intera e vado in culo al re colla su boria. E quando si farà rivoluzione ti voglio ammazza' io figlio d'un cane e ai generali figli di puttana gli voglio sparà tutti col cannone. 43 44 85 Raccolta di canti politici - 2007 CANZONE DELL’OTTO SETTEMBRE L'otto settembre fu la data l'armistizio fu firmato mi credevo congedato e dalla mamma ritornar. AI giorno poi fu fallito quel bel sogno lusinghiero mi han fatto prigioniero e in Germania ritornar. Lunghi son quei tristi giorni di tristezza e patimenti ci han rivati a tanti stenti che in Italia tornerò. 86 BALLATA DELLA FIAT Alfredo Bandelli Signor padrone questa volta per te è andata proprio male siamo stanchi d'aspettare che tu ci faccia ammazzare. Noi si continua a lavorare e i sindacati vengono a dire che bisogna aspettare e di lottare non si parla mai. Signor padrone ci siam svegliati e questa volta si da battaglia e questa volta come lottare lo decidiamo soltanto noi. Vedi il crumiro che se la squaglia senti il silenzio dell'officina forse domani solo il rumore della mitraglia tu sentirai. Signor padrone questa volta per te andrà di certo male d'ora in poi se vuoi trattare dovrai accorgerti che non si può. E questa volta non ci compri con le cinque lire dell'aumento se offri dieci vogliamo cento se offri cento mille noi vogliamo Signor padrone non ci hai fregati con le invenzioni coi delegati e i tuoi progetti sono sfumati ora si lotta contro di te. E le qualifiche e le categorie noi le vogliam tutte abolite le divisioni sono finite alla catena tutti uguali siamo Signor padrone questa volta ormai a lottare s'è imparato a Mirafiori s'è dimostrato in tutta Italia si dimostrerà. E quando siamo scesi in piazza tu ti aspettavi un funerale ma è andata proprio male per chi voleva farci addormentar. Ne abbiamo visti davvero tanti di manganelli e scudi romani ma abbiamo visto anche tante mani che a cercar pietre comincian a andà Tutta Torino proletaria alla violenza della questura risponde ora senza paura la lotta dura bisogna far. No ai burocrati no ai padroni cosa vogliamo? Vogliamo tutto lotta dura in fabbrica e fuori e il comunismo trionferà. Raccolta di canti politici - 2007 87 LA LEGA Sebben che siamo donne paura non abbiamo per amar dei nostri figli in lega ci mettiamo E ailìailìailà e la lega crescerà e noialtri socialisti vogliamo la libertà. E la libertà non viene perché non c'è l'unione crumiri col padrone son tutti d'ammazzà. Sebben che siamo donne paura non abbiamo abbiam delle belle buone lingue e ben ci difendiamo. E voialtri signoroni che ci avete tanto orgoglio abbassate la superbia ed aprite il portafoglio E ailìailìailà e la lega crescerà e noialtri lavoratori e vurum avess pagà. . E ailìailìailà e la lega crescerà e noialtri socialisti vogliamo la libertà. 88 NOI SIAMO LA CLASSE OPERAIA Noi siamo la classe operaia che suda che soffre, lavora smettiam di soffrire ch'è l'ora. (2 volte) O ladri del nostro sudore l'Italia farem comunista cacciam la canaglia fascista sorgiamo ch'è giunta la fin. (2 volte) La falce e il martello è l'emblema non più vagabondi e signori il pane ha sol chi lavora. (2 volte) Giustizia eguaglianza vogliamo al mondo siam tutti fratelli noi siamo le schiere ribelli sorgiamo ch'è giunta la fin. (2 volte) Già trema la classe borghese già sporca già lorda di sangue si svegli il popol che langue. (2 volte) O ladri del nostro sudore l'Italia farem comunista cacciam la canaglia fascista sorgiamo ch'è giunta la fin. (2 volte) 45 46 89 Raccolta di canti politici - 2007 O GORIZIA La mattina del cinque d'agosto sì muovevano le truppe Italiane per Gorizia e le terre lontane e dolente ognun si partì. Sotto l'acqua che cadeva a rovesci grandinavano le palle nemiche su quei monti, colline, gran valli, si moriva dicendo così. «O Gorizia tu sei maledetta per ogni cuore che sente coscienza dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu. O vigliacchi che voi ve ne state con le mogli sui letti di lana schernitori di noi carne umana questa guerra ci insegni a punir. Voi chiamate il campo d'onore questa terra dillà dai confini qui si muore gridando assassini maledetti sarete un dì. Cara moglie che tu non mi senti raccomando ai compagni vicini di tenermi da conto i bambini che io muoio il tuo nome nel cuor. Traditori signori ufficiali voi la guerra l'avete voluta scannatori di carne venduta e rovina della gioventù». O Gorizia tu sei maledetta per ogni cuore che sente coscienza dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu. 90 SONO POVERO MA DISERTORE Sono povero ma disertore e disertavo per la foresta quando un pensiero mi vien mi viene in testa di non fare mai più 'I soldà. Monti e valli ha scavalcato e dai fascisti ero inseguito ed una sera addormentato mi svegliai 'ncatenà Incatenato le mani ed i piedi e dal questore fui trasportato ed il pretore m'ha domandato perché mai ho disertà. Gli risposi delicatamente che 'I disertore sempre avevo fatto e disertavo per la foresta disperato di fa 'I soldà. Padre mio perché sei morto madre mia che vivi ancora vedi tuo figlio alla alla tortura condannato senza ragion. Giovanotti che fate la guerra e che marciate al suon della tromba Quando sarete sulla sulla mia tomba griderete «pietà di me». Raccolta di canti politici - 2007 91 INNO INDIVIDUALISTA Pria di morir sul fango della via imiteremo Bresci e Ravachol chi stende a te la mano o borghesia è un uomo indegno di guardare il sol. Le macchine stridenti dilaniano i pezzenti e pallide e piangenti stan le spose ognor restano i campi incolti e i minator sepolti e gli operai travolti da omicidi ognor. E a chi non soccombe si schiudan le tombe s'appresti le bombe s'affili il pugnal. È l'azione l‟ideal! Francia all'erta sulla ghigliottina tronca il capo a chi punir la vuoi Spagna vil garrotta ed assassina fucila Italia chi tremar non suol in America impiccati in Africa sgozzati in Spagna torturati a Montjuich ognor. Ma la razza trista del signor teppista l'individualista sa colpire ancor. E a chi non soccombe … Finché siam gregge è giusto che vi sia cricca social per leggi decretar finché non splende il sol dell'Anarchia vedremo sempre il popol trucidar. Sbirri inorridite se la dinamite voi scrosciar udite contro l'oppressor. Abbiamo contro tutti sbirri e farabutti e uno contro tutti noi li sperderem. E a chi non soccombe… 92 DIMMELO PIETRO GORI DOVE SEI Dimmelo Pietro Gori dove sei? Sono a Portoferraio a lavorare qua siamo nelle mani dei giudei lavoro l'oro e mi pagan col rame. O Pietro Gori o sorti dalla tomba che già l'Italia è priva d'istruzione. Tu Malatesta suona la tromba e dai lo squillo alla Rivoluzione 47 48 93 Raccolta di canti politici - 2007 IL GALEONE Siamo la ciurma nemica di una galera infame su cui ratta la morte miete per lenta fame. Mai orizzonti limpidi schiude la nostra aurora , e sulla tolda squallida urla la scolta ognora. l nostri dì s'involano fra fetide carene siam magri smunti schiavi chiusi in ferr‟e catene. Sorge sul mar la luna ruotan le stelle in cielo. ma sulle nostre luci steso è un funereo velo. Torme di schiavi adusti chini a gemer sul remo spezziam queste catene o chini a remar morremo. Cos'è o gementi schiavi questo remar remare meglio morir tra i flutti sul biancheggiar del mare. Remiam finchè la nave si schianti sui frangenti alte le rossonere fra il sibilar dei venti. E sia pietosa coltrice l'onda spumosa e ria ma sorga un dì sui martiri il sol dell'anarchia. Su schiavi all'armi all'armi! L'onda gorgoglia e sale tuoni baleni e fulmini sul galeon fatale. Su schiavi all'armi all'armi! Pugnam col braccio forte giuriam giuriam giustizia! O libertà o morte. 94 IL CRACK DELLE BANCHE S'affondano le mani nelle casse - crack! Si trovano sacchetti pieni d'oro - crack! e per governare come fare? Rubar rubar rubar sempre rubare I nostri governator son tutti malfattor lor rubano tutto quanto per farci da tutor. Noi siam tre celebri ladron che per aver rubato ci han fatto senator. Mazzini Garibaldi e Masaniello - crack! Erano tutti quanti malfattori - crack! Gli onesti sono loro: i CucinielIo Pelloux, Giolitti, Crispi, e Lazzaroni. I nostri governator son tutti malfattor ci rubano tutto quanto per farci da tutor noi siam tre ladri tutti e tre e per aver rubato ci han fatto cugini del re. Se rubi una pagnotta a un cascherino - crack! te ne vai dritto in cella senza onore - crack! se rubi invece qualche milioncino ti senti nominar governatore (commendatore). I nostri governator son tutti malfattor ci rubano tutto quanto per farci da tutor Noi siam tre ladri tutti e tre e per aver rubato ci han fatto cugini del re. Noi siam tre celebri ladron che per aver rubato ci han fatto senator. Raccolta di canti politici - 2007 95 NOI VOGLIAMO L'UGUAGLIANZA Noi vogliamo l'uguaglianza siam chiamati malfattori ma noi siam lavoratori che i padroni non vogliam e giù la schiavitù vogliam la libertà siamo lavoratori siamo lavoratori (2) vogliamo la libertà.. Dei ribelli sventoliamo le bandiere insanguinateì le farem le barricate per la bella libertà e giù la schiavitù … E ancor ben che siamo donne noi paura non abbiamo per l'amor dei nostri figli noi in lega ci mettiamo e giù la schiavitù … 96 NOI VOGLIAMO L'UGUAGLIANZA - VERSIONE DI REGGIA EMILIA Evviva il primo di maggio e chi se l'è inventato sono stati i comunisti e che l'anno festeggiato e giù la schiavitù viva la libertà noi siamo i comunisti vogliamo sta.(2) E ancor ben che siu doni noi paura non abbiamo Per l'amor dei nostri figli noi in lega ci mettiamo e giù la schiavitù ... E voialtri signoroni che ci avete tanto orgoglio abbassate la superbia ed aprite il portafoglio e giù la schiavitù ... 97 FUOCO E MITRAGLIATRICI Non ne parliamo di questa guerra che sarà lunga un'eternità per conquistare un palmo di terra quanti fratelli son morti già. . Fuoco e mitragliatrici si sente il cannone che spara per conquistar la trincea Savoia si va. Trincea di razzi e maledizioni quanti fratelli son morti quassù finirà dunque sta maledizione di questa guerra non se ne parli più. O Monte San Michele bagnato di sangue Italiano tentato più volte ma invano Gorizia pigliar. Da Monte Nero a Monte Cappuccio fino all'altura di Doberdò un reggimento più volte distrutto quando è la fine nessuno tornò. Fuoco e mitragliatrici si sente il cannone che spara per conquistar la trincea, Savoia! si va. 49 50 98 Raccolta di canti politici - 2007 ITALIA BELLA MOSTRATI GENTILE Italia bella mostrati gentile e i figli nostri non li abbandonare sennò ne vanno tutti 'nì Brasile e 'un si ricordan più di ritornare Ogni po' noi si sente dir «lo vò la dov'è la raccolta del caffè». (oppure) Ancor qua ci sarebbe da lavorà senz'andare in America emigrà. Il secolo presente qui ci lascia il millenovecento s'avvicina la fame ci ha dipinto sulla faccia e pé guarilla 'un c'è la medicina Ogni po' .. (Parlato) L'operaio non lavora e la fame lo divora e que' braccianti 'un san come si fare a andare avanti. Spererem 'nì novecento finirà questo tormento ma questo è il guaio il peggio tocca sempre all'operaio. 'Un ci rimane più che preti e frati moniche di convento e cappuccini e certi commercianti disperati di tasse non conoscono i confini. Verrà un di che anche loro dovran partì là dov'è la raccolta del caffè. Ragazze che cercavano marito vedan partire il loro fidanzato vedan partire il loro fidanzato e loro restan qui col sor curato. Verrà un di ... Le case restan tutte spigionate l'affittuari perdano l'affitto e i topi fanno lunghe passeggiate vivan tranquilli co' tutt'i diritti. Verrà un di ... Raccolta di canti politici - 2007 99 REGAZZINE VI PREGO ASCOLTARE Regazzine vi prego ascoltare questa storia con giusta ragion io la voglio a voi raccontare ché mi tovo nei grandi dolor. Da quel dì che la morte crudele, fiato mio l'amor mi rapì e pensar ch'ero tanto fedele trovo pace né notte né dì. Mi voleva per Pasqua sposarmi ma il destino non volle così non avendo compiuto vent'anni per il fronte (pel Trentino) dolente partì. Son rimasta al mondo smarrita senza aver la mia gioia al sen prego Dio che mi tolga la vita per portarmi a viver con sé. Mi ricordo la sera dei baci che mi dava stringendomi al sen mi diceva «sei bella mi piaci sulla terra sei nata per me». Regazzine che fate all'amore non piangete non state a soffrir non c'è al mondo più grande dolore di vedere un alpino (l'amante) morir. Così disse con voce tremante per tre volte così replicò chise gli occhi dolenti all'istante poi in cielo con lui se ne andò. 100 ADDIO PADRE E MADRE ADDIO Addio padre e madre addio che per la guerra mi tocca di partir ma ch'è più triste il mio destino } che per l'Italia mi tocca di morir. } (2) Quando fui stato in terra austriaca subito l'ordine a me l'arrivò mi dà l'assalto la baionetta in canna } che addirittura un macello diventò. } (2) E fui ferito, ma una palla al petto e i miei compagni li vedo a fuggire io per terra rimasi costretto } mentre quel chiodo lo vedo a venir. } (2) «Fermati o chiodo io sto per morire pensa a una moglie che piange per me» ma quell'infame col cuore crudele } col suo pugnale morire mi fé. } (2) Sian maledetti quei giovani studenti che hanno studiato e la guerra voluto han trascinato l'Italia nel lutto } per cento anni dolor sentirà. } (2) 51 52 101 Raccolta di canti politici - 2007 GIUDECCA Alberto D'Amico Giudecca nostra abbandonata, vint'ani de fame e sfrutamento e adesso s'è 'rivà 'I momento de dirghe «basta» e de cambià. (2) 'E scole colle pantegane 'e case senza gabineto e quando ti te buti su in,leto ti sogni sempre de lavorà. (2) E i fioj se ciapan l'epatite in mes'ai pantan de la Giudeca Cipriani 1se magrla 'ea bisteca e dae case ne voi sfratà. (2) E chi lavora se consuma da Eriun2 a lunga sui cantieri e a pula te fa i oci neri se ti te meti a scioperà. (2) 'E contesse fasea el doposcòa co a cipria eco' ciocoatini el pro-Giudeca dei paroni ai giugechini e i g'ha 'mbrogià. (2) Studenti donne e operai, avemo ocupà el doposcòa che vegna el prefeto co' a pula no se movemo restemo qua. (2) 102 IL NUMERO D’APPELLO Gianni Nebbiosi Quando nel cercare di farsi capire vide la gente voltarsi come se non dovessero capirlo più; quando lo legarono alla barella ch'era caduto in catena gridarono «Basta, basta! Per carità» lui si accorse tutt'a un tratto d'esser divenuto matto che una porta gli si apriva che la mente gli fuggiva. Quando vide le facce dei dottori chinate a fargli domande ch'eran parole vuote d'un altra realtà quando lo calmarono con le scosse perché gridava e piangeva «Rivoglio i miei vestiti! La libertà» Lui s'accorse tutt'a un tratto che significa esser matto sentì chiudere un cancello ed insieme il suo cervello. Quando cominciaron le prime botte perché provava a scappare per la paura e il dolore non provò più. Quando sistemarono il suo cervello come una vecchia rotella buona per obbedire e dire sì. Lui sentì che la sua rabbia s'annegava nella sabbia perché al posto del cervello c'era un numero d'appello. Oggi non piange né sorride né pensa né può pensare è ormai un bravo internato sterilizzato. E s'accorge solamente d'esser privo della mente perché al posto del cervello ci sta un numero d'appello. 1 2 Padrone del grande ristorante e bar di Venezia Costruttori edili } } (2) Raccolta di canti politici - 2007 103 DOVE VOLA L’AVVOLTOIO Fausto Amodei (Parlato) Un giorno nel mondo finita fu l'ultima guerra il cupo cannone si tacque e più non sparò e privo del triste suo cibo, dall'arida terra un branco di neri avvoltoi si levò. Dove vola l'avvoltoio avvoltoio vola via vola via dalla terra mia ch'è la terra dell'amor. L'avvoltoio andò dal fiume ed il fiume disse «no avvoltoio vola via avvoltoio vola via nella limpida corrente ora scendon carpe e trote non più corpi dei soldati che la fanno insanguinar». Dove vola l'avvoltoio .,. L'avvoltoio andò dal bosco ed il bosco disse «no avvoltoio vola via avvolto vola via tra le foglie in mezzo ai rami passan sol raggi di sole gli scoiattoli e le rane non più colpi di fucil». Dove vola l'avvoltoio ... L'avvoltoio andò dall'eco e anche l'eco disse «no avvoltoio vola via avvoltoio vola via sono canti che io porto sono i tonfi delle zeppe girotondi e ninna nanne non più il rombo del cannon». Dove vola l'avvoltoio ... L'avvoltoio andò ai tedeschi e i tedeschi disser «no avvoltoio vola via avvoltoio vola via non vogliam mangiar più fango odio e piombo nelle guerre pane e case in terre altrui non vogliamo più rubar». Dove vola l'avvoltoio ... L'avvoltoio andò alla madre e la madre disse «no avvoltoio vola via avvoltoio vola via i miei figli li do solo a una bella fidanzata che li porti nel suo letto non li mando pià a ammazzar». Dove vola l'avvoltoio .,. L'avvoltoio andò all'uranio e l'uranio disse «no avvoltoio vola via avvoltoio vola via la mia forza nucleare andrà solo sulla luna non deflagherà infuocata distruggendo le città». Dove vola l'avvoltoio ... (Parlato) Ma chi delle guerre quel giorno aveva rimpianto in un luogo deserto a compotto si radunò e vide nel cielo girando arrivare quel branco e scendere scendere finché qualcuno gridò «Dove vola l'avvoltoio avvoltoio vola via vola via dalla testa mia ...» Ma il rapace lo sbranò. 53 54 104 Raccolta di canti politici - 2007 LA ZOLFARA Fausto Amodei – Michele L. Straniero Otto sono i minatori ammazzati a Gessolungo ora piangono i signori e gli portano dei fiori hanno fatto in paradiso un corteo lungo lungo dal suo trono dov'è assiso Gesù Cristo gli ha sorriso. Spara prima la mina mezz'ora si guadagna me ne infischi se rischio che di sangue poi si bagna tu prepara la bara minatore di zolfara. Hanno fatto un gran corteo con i quattro evangelisti tutti quanti li hanno visti con San Marco e San Matteo con San Luca e San Giovanni e i compagni che da prima lavorando nella mina sono morti in questi anni. Spara prima ... Dopo la dimostrazione Gesù Cristo li ha chiamati con la sua benedizione li ha accolti fra i beati poi levando poco a poco la sua mano giustiziera con un fulmine di fuoco ha distrutto la miniera. Spara prima ... 105 MÒ CHE PURE Mò che pure chist'americani che peggio dei cani ce vonno trattà e ce chiamino fratelli pé 'na zuppa de piselli che ci hanno fatto magnà e la carne qunn'è congelata che j'è riavanzata la mannino qua. Ce sfamino davero lo dice pure er clero che senza sti fetenti qua 'n Italia 'n se po' sta e prima ci anno oppressi po' ci hanno fatti fessi e mò vanno dicenno che ci hanno dato la libertà. Ma la gente nun crede più a niente perché se n'è accorta del duro campà li governi stanno fermi, fanno solo riunioni pé quà piano organizzà fino ad oggi vediamo i vantaggi con il patto atlantico e il piano Marshall Ma quarcuno se sbaja si vò rifà la guera perché stavorta unito tutto il popolo dirà «Si a guera vu 'a vulite v'a facite a noi nun ce fregate perché ci avete fregato già». Raccolta di canti politici - 2007 106 SE IL CIELO FOSSE BIANCO DI CARTA Ivan Della Mea Se il cielo fosse bianco di carta e tutti i mari neri d'inchiostro non potrei dire a voi miei cari quanta tristezza ho in fondo al cuore qual'è il pianto quale il dolore qui intorno a me. Si sveglia l'alba nel grigiore di noi sparsi nella foresta a tagliar legna seminudi coi piedi torti sanguinanti ci hanno tolto scarpe e mantelli dormiamo in terra. Quasi ogni notte come un rito ci danno la sveglia a bastonate Franz ride e lancia una carota e noi come larve affamate ci si contende unghie e denti l'ultima foglia. Due ragazzi sono fuggiti, ci hanno raccolti in un quadrato uno su cinque han fucilato ma anche se io non ero il quinto non ha domani questo campo e, io, non vivo. Quest'è l'addio! A tutti voi genitori cari fratelli amici vi saluto e piango Chaìm. 107 NUMI VOI SIETE SPIETATI Numi voi siete spietati noi chiamammo libertà ma li prieghi sono andati dove manca la pietà re di Alpi tiberino contro noi tutti s'armò vince vince l'assassino e più d'uno al ciel mandò s'odon voci dalle tombe di Boyer Chantel Junot e a un fiato mille trombe li due Bruti Azzai e Arrò di marmotte in mille pezzi vada il trono di un tal re la corona si disprezzi e si franga sotto i piè Chi sarà che a questi accenti non andrà con gran valor e tra fuochi e fra tormenti e tra pene e tra dolor van dicendo "noi siam morti sol per man di crudeltà vendicate i nostri torti figli voi di libertà", 55 56 108 Raccolta di canti politici - 2007 UNO EVVIVA GIORDANO BRUNO Uno evviva Giordano Bruno che diceva la verità Trionfa socialismo socialismo trionferà Due le mie braccia cò le tue tutte sò pé lavorà Trionfa ... Tre sò formato come te più nessuno deve ozià Trionfa ... Uno non lo pò sapé nessuno manco Andreotti cor curato pò sapé per chi ha votato e si mai se pentirà mira la rondondella mira la rondondà (2 volte) Quattro chi lavora è un gran matto si se lascerà sfruttà Trionfa ... Cinque traditore è chiunque er crumiro lo farà Trionfa ... Sei i tuoi figli come i miei tutti devono studià Trionfa ... Due sto governo ci ha le lue ci ha le lue de li piani de Marshalle e de Fanfani e quello ERP pure ce sta mira la rondondella mira la rondondà (2 volte) Sette chi 'n cià er core 'n ce se mette quanno er botto se farà Trionfa ... Otto er crumiro fa er fagotto perché posto nun ce sta Trionfa ... Nove cominciamo a fa le prove pe campare in libertà Trionfa ... Tre noi volessimo sapé se Andreotti s'è deciso da mannacce 'n paradiso ch'a !l'inferno ce stamo già mira la rondondella mira la rondondà (2 volte) Dieci tutti quanti semo amici chi è che vole la libertà Trionfa ... Undici nun volemo più li giudici giusto er popolo sarà Trionfa ... Dodici chi sta 'n camera chi 'n cucina e chi sta a letto a riposà Trionfa ... (3 volte; la terza volta stop al 2° socialì) Raccolta di canti politici - 2007 109 57 SCIUR PADRUN DA LI BÉLI BRAGHI BIANCHI Sciur padrun da li béli braghi bianchi föra li palanchi, föra li palanchi, Sciur padrun da li béli braghi bianchi föra li palanchi ch‟anduma a cà. A scüza sciur padrun s'a l'em fat tribulèr l'erà li premi volti, l'erà li premi volti, A scüza sciur padrun s'a l'em fat tribulèr l'erà li premi volti, ch'a „n saievum cuma fèr. Sciur padrun da li béli braghi bianchi ecc. Prema a'l rancàun, e po' dopu a s-ciancàun e adés ch' a l'em tot via e adés ch' a l'em tot via Prema a'l rancàun, e po' dopu a s-ciancàun e adés ch' a l'em tot via a'l salütem e po' andém via. Sciur padrun da li béli braghi bianchi ecc.. Al nòstar sciur padrun l'è bon com' è 'l bon pan da ster insima a l'erzan da ster insima a l'erzan Al nòstar sciur padrun l'è bon com' è 'l bon pan da ster insima a l'erzan a'l diz: «fè ander cal man ». Sciur padrun da li béli braghi bianchi ecc. E non va piu a mesi e nemmeno a settimane, la va a poche ore la va a poche ore E non va piu a mesi e nemmeno a settimane, la va a poche ore e poi dopo andiamo a cà. Sciur padrun da li béli braghi bianchi ecc. E quando al treno a s-ceffla i mundéin a la stassion con la cassietta in spala con la cassietta in spala E quando al treno a s-ceffla i mundéin a la stassion con la cassietta in spala sü e giu per i vagon Sciur padrun da li béli braghi bianchi ècc. Traduzione: Signor padrone dalle betlè bra- che bianche I fuori i soldi che andiamo a casa / / Scusi signor padrone / Se l'abbiamo fatto tribolare, I erano le prime volte I chè ' non sapevamo come fare. // Prima lo levavamo dalla radice I e poi dopo lo rompevamo I e adesso che l'abbiamo tolto via / salutiamo e poi andiamo via. Il Il nostro signor padrone I è buono com’è il buon pane / di stare in cima all'argine / lui dice: «Fate andare quelle mani ». Il E non va piu a mesi I e nemmeno a settimane, / la va a poche ore I e poi dopo andiamo a casa. Il E quando il treno fischia Ie mondine alla stazione I con la cassetta in spalla I su e giu per i vagoni. 58 110 Raccolta di canti politici - 2007 E QUEI BRIGANTI NERI E quei briganti neri m'hanno arrestato in una cella scura m'hanno gettato Mamma non devi piangere per la mia triste sorte piuttosto che parlare vado alla morte E quando mi portarono alla tortura legandomi le mani alla catena legate pure forte le mani alla catena piuttosto che parlare torno in galera E quando mi portarono in tribunale chiedendo se conosco il mio pugnale Si si che lo conosco ha il manico rotondo nel cuore dei fascisti lo mandai a fondo E quando mi portarono in tribunale chiedendo se conosco il mio compare Si si che lo conosco ma non dirò chi sia io faccio il partigiano e non la spia E quando l'esecuzione fu preparata fucili e mitraglia eran puntati Non si sentiva i colpi i colpi di mitraglia ma si sentiva un grido Viva l'Italia Non si sentiva i colpi i colpi di cannone ma solamente un grido rivoluzione 111 ALL'ARIE ALL'ARIE All‟arie all‟arie lassala passaje l‟afflitta dulurusa de Maria, oi de Maria Vedea lu figlie sue strascinate miezz‟a na chiorma dé cavallaria, cavallaria Currite tutte quant‟ le verginelle scit‟a bedea Gesù ca j‟è malate, ca j‟è malate Sopra la croce lu liette s‟è fatte lu cusciniell‟è de spine granate, spine granate A la senistra c‟è la Matalune cogghie lu sango „nt‟a na jarraffine, na jarraffine Sa l‟ha pigghiata „na botta de lancia a la parte senistra de lu core, oi de lu core S‟ha da levaje lu stendarde russe la trumme nun se lente de sonaje, ohi de sonaje Raccolta di canti politici - 2007 112 I TRENI PER REGGIO CALABRIA Giovanna Marini Andavano col treno giù nel Meridione per fare una grande manifestazione il ventidue d‟ottobre del „Settantadue. In curva il treno che pareva un balcone quei balconi con le coperte per la processione il treno era coperto di bandiere rosse slogans, cartelli scritti a mano. Da Roma Ostiense mille e duecento operai vecchi, giovani e donne con i bastoni e le bandiere arrotolate portati tutti a mazzo sulle spalle il treno parte e pare un incrociatore tutti cantano Bandiera Rossa dopo venti minuti che siamo in cammino si ferma e non vuole più partire. Si parla di una bomba sulla ferrovia il treno torna alla stazione tutti corrono coi megafoni in mano richiamano “Andiamo via Cassino compagni da qui a Reggio è tutto un campo minato chi vuole si rimetta in cammino” dopo un‟ ora quel treno che pareva un balcone ha ripreso la sua processione anche a Cassino la linea è saltata siamo tutti attaccati al finestrino Roma Ostiense Cisterna Roma Termini Cassino adesso siamo a Roma Tiburtino Il treno di Bologna è saltato a Piverno è una notte, una notte d‟inferno e i feriti tutti sono ripartiti caricati sopra un‟ altro treno Funzionari responsabili, sindacalisti sdraiati sulle reti dei bagagli per scrutare meglio la massicciata si sono tutti addormentati. Dormono, dormono profondamente sopra le bombe non sentono più niente l‟importante adesso è di essere partiti ma i giovani hanno gli occhi spalancati vanno in giro tutti eccitati mentre i vecchi sono stremati dormono, dormono profondamente sopra le bombe non sentono più niente. Famiglie intere a tre generazioni son venute tutte insieme da Torino vanno dai parenti, fanno una dimostrazione dal treno non è sceso nessuno. 59 60 Raccolta di canti politici - 2007 La vecchia e la figlia alle rifiniture il marito alla verniciatura la figlia della figlia alle tappezzerie stanno in viaggio ormai da più di venti ore aspettano seduti, sereni e contenti sopra le bombe non sentono più niente, aspettano ch‟è tutta una vita che stanno ad aspettare. Per un certificato mattinate intere anni, anni per due soldi di pensione erano venti treni più forti del tritolo guardare quelle facce bastava solo. Con la notte le stelle e con la luna i binari stanno luccicanti mai guardati con tanta attenzione e camminato sulle traversine. Ma individuata una regione dai sassi della massicciata dalle chine di erba sulla vallata dai buchi che fanno entrare il mare piano piano a passo d‟uomo pareva che il treno si facesse portare tirato per le briglie come un cavallo tirato dal suo padrone. A Napoli la galleria illuminata bassa e sfasciata con la fermata il treno che pare un balcone qualcuno vuol salire attenzione. Non fate salire nessuno può essere una provocazione si sporgono coi megafoni in mano e un piede sullo scalino e gridano, gridano quello che hanno in mente solo comizi la gente sente ora passa la notte e con la luce la ferrovia è tutta popolata contadini e pastori che l‟hanno sorvegliata col gregge sparpagliato la Calabria ci passa sotto ai piedi ci passa dal tetto di una casa una signora grassa fa le corna e alza una mano e un gruppo di bambini ci guardano passare e fanno il saluto romano. Ormai siamo a Reggio e la stazione è tutta nera di gente. Domani chiuso tutto in segno di lutto ha detto Ciccio Franco “a sbarre”. E alla mattina c‟era la paura il corteo non riusciva a partire ma gli operai di Reggio sono andati in testa Raccolta di canti politici - 2007 e il corteo si è mosso improvvisamente è partito a punta come un grosso serpente con la testa corazzata. I cartelli schierati lateralmente l‟avevano tutto fasciato volavano sassi e provocazioni ma nessuno s‟è neppure voltato gli operai dell‟ Emilia Romagna guardavano con occhi stupiti. I metalmeccanici di Torino e Milano puntavano in avanti tenendosi per mano le voci rompevano il silenzio e nelle pause si sentiva il mare. E il silenzio di quelli fermi che stavano a guardare o ogni tanto dalle vie laterali si vedevano i sassi volare E alla sera Reggio era trasformata pareva una giornata di mercato quanti abbracci e quanta commozione “il Nord è arrivato nel Meridione” E alla sera Reggio era trasformata pareva una giornata di mercato quanti abbracci e quanta commozione gli operai hanno dato una dimostrazione. 113 SU COMMUNISTI DELLA CAPITALE Su, comunisti della capitale, è giunto alfine il di della riscossa, quando alzeremo sopra al Quirinale bandiera rossa. Questa città ribelle e mai domata dalle rovine e dai bombardamenti; la guardia rossa suona .l'adunata: tutti presenti. Vent'anni e più di tirannia fascista, col carcere, il confino ed il bastone, non hanno menomato al comunista la convinzione. La convinzione di una nuova era che al mondo porterà la redenzione e porta scritto sulla sua bandiera: rivoluzione. E se la polizia 'n ce lascia pèrde, e se la polizia 'n ce lascia in pace, risponderemo sulle barricate piombo con piombo. E se cadremo in un fulgor di gloria, schiacciando borghesia e capitalismo, nel sangue sorgerà la nuova storia del comunismo. 61 62 114 Raccolta di canti politici - 2007 IL VILE TANTURI Sandro Portelli, Sabina, 1965 Fatto accaduto a Poggio Bustone di Rieti, cantato da Dante Bartolini Non ti ricordi ancor del dieci marzo Quello che facesti a Poggio tu Volevi a noi tutti fucilare Mentre questo non accadde pìù Vile Tanturi La condanna si avvicina E la tua carneficina La dovrai presto scontar. Or chiuso te ne stai nella prigione Un rimorso ti stà a lacerà Certo ti pentirai quello che hai fatto Ma il pentimento più non gioverà O scellerato Traditor degli italiani Hai difeso i pescecani Pé aumentar la schiavitù Mentre passeggiavi per le strade Il mattin del 10 marzo tu Un intimo çompagno ci ammazzasti O vigliacco che facesti tu. Tre nostri cari In quel giorno so scomparsi, Anche lor dalle lor tombe Griderà vendetta a te. Eran le dieci e venti del mattino Di partigiani si stava a parlà Tu coraggiosamente sei partito A chiedere rinforzo alla città. Al tuo partire Al comando fu il questore Quel vigliacco e senza cuore In quel giorno ebbe a morir. In piazza principale del paese I rastrellati conducesti tu Tra questi altrettanti ne chiamasti Ed al supplizio li portasti tu. Quanta importanza Con quel tuo modo di agire Ci sembravi il padrone Dell'intera umanità. Per fortuna qualcuno del paese Andiede ad avvertire i partigiani Che in brutto stato si trova il paese E presto lo venissero a salvar I partigiani Come lupi so' arrivati Tanto rapidi e assetati Di quel sangue traditor. Un'ora di terribile bufera Rese la vittoria ai partigiani Diciotto so i fascisti che ammazzati Tra questi anche il questore a comandà. Dei fascisti Superavano i duecento Sol diciotto partigiani Glielo diedero spavento. C'erano tre famosi comandanti Tra i fascisti e i questurini Che fecero succede 'l gran macello Al tribunale dovran comparì.. Mi scuserete lo non son compositore Figlio di un lavoratore Meglio non vi posso dir. (2) Raccolta di canti politici - 2007 115 CHI È QUEL INFAME Chi è quell‟infame che grida vendetta E alla scaletta la scaletta di quella prigion S‟io posso sortire da quella prigione E la mia bella la mia bella la voglio baciar Quando poi l‟avrò baciata Ed il mio cuore ed il mio cuore felice sarà Scavalcheremo montagne e colline E disertore disertore mi vojo buttà E come faremo andare alla Francia E come faremo girare la Francia E senza carta senza carta d‟identità E noi lo faremo lo passaporto Noi lo faremo il passaporto Né vivo né morto né vivo né morto la Francia mai più 116 FESTA D' APRILE È già da qualche tempo che ì nostri fascisti si fan vedere poco e sempre più tristi, hanno capito forse, se non son proprio tonti, che sta per arrivare la resa dei conti. Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia per conquistar la pace, Per libèrar l'Italia; scendiamo giù dai monti a colpi di fucile; evviva i partigiani! è testa d'Aprile. Nera camicia nera, che noi abbiam lavata, non sei di marca buona, ti sei ritirata; si sa, la moda cambia quasi ogni mese, ora per il fascista s'addice il borghese. Forza che è giunta l'ora... Quando un repubblichino omaggia un germano alza la mano destra al saluto romano, ma se per caso incontra noialtri partigiani per salutare alza entrambe le mani. Forza che è giunta l'ora... In queste settimane, miei cari tedeschi, maturano le nespole persino sui peschi; l‟amato Duce e il Führer ci davano per morti ma noi partigianI siam sempre risorti. Forza che è giunta l'ora… Ma è già da qualche tempo che i nostri fascisti si fan vedere spesso, e non certo tristi; forse non han capito e sono proprio tonti, che sta per arrivare la resa dei conti. Forza che è giunta l'ora… 63 64 117 Raccolta di canti politici - 2007 CANTO DEGLI ITALIANI (INNO DI MAMELI) 1847 Testo di Goffredo Mameli - Musica di Michele Novaro Fratelli d'Italia l'Italia s'è desta, Dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte (2 volte) L'Italia chiamò. Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte (2 volte) L'Italia chiamò. Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte (2 volte) L'Italia chiamò. Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla Il suon d'ogni squilla I vespri suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte (2 volte) L'Italia chiamò. Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'aquila d‟Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte (2 volte) L'Italia chiamò. Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana. Raccolta di canti politici - 2007 118 DAI MONTI DI SARZANA 15 Settembre 1945 Muore ad Ischia sotto un bombardamento tedesco Gino Lucetti, da poco liberato dopo 17 anni di carcere per il tentato omicidio di Mussolini (ottobre '26). Momenti di passione, giornate di dolore. Ti scrivo cara mamma, domani c'è l'azione e la brigata nera noi la farem morir. Dai monti di Sarzana un dì discenderemo all'erta partigiani del battaglion "Lucetti"; Il battaglion "Lucetti" son libertari e nulla più coraggio e sempre avanti, la morte e nulla più. 119 Bombardano i cannoni dai monti sarzanelli ( sarzanesi) all'erta partigiani del battaglion Lucetti Più forte sarà il grido che salirà lassù fedeli a Pietro Gori noi scenderemo giù. (alternativa alla strofa 4) Bombardano i cannoni e fischia la mitraglia sventola l'anarchica bandiera al grido di battaglia. EL PASO DELL’EBRO EI ejército del Ebro rumba la rumba la rumbabà EI ejércìto del Ebro rumba la rumba la rumbabà una noche el rio pasò ay Carmela ay Carmela una noche el rio pasò ay Carmela ay Carmela Pero nada pueden bombas rumba la rumba la rumbabà Pero nada pueden bombas rumba la rumba la rumbabà donde sobra corazòn ay Carmela ay Carmela donde sobra corazon ay Carmela ay Carmela Y a las tropas invasoras rumba la rumba la rumbabà Y a las tropas invasoras rumba la rumba la rumbabà buena paliza les diò ay Carmela ay Carmela buena paliza les diò ay Carmela ay Carmela Contraataques muy rabiosos rumba la rumba la rumbabà Contraataques muy rabiosos rumba la rumba la rumbabà deberemos resistir ay Carmela ay Carmela deberemos resistir ay Carmela ay Carmela EI furor de los traidores rumba la rumba la rumbabà Ei furor de los traidores rumba la rumba la rumbabà lo descarga su aviacion ay Carmela ay Carmela lo descarga su aviacion ay Carmela ay Carmela Pero igual que combatimos rumba la rumba la rumbabà Pero igual que combatimos rumba la rumba la rumbabà prometemos combatir ay Carmela ay Carmela prometemos combatir ay Carmela ay Carmela 65 66 120 Raccolta di canti politici - 2007 EI QUINTO REGIMIENTO Ei dieciocho de julio En el patio de un convento Ei partido comunista Fundò el quinto regimiento. Venga jaleo, jaleo Suena la ametralladora y Franco se va a paseo (2) Con Lister, ci Campesino, con Galàn y con Modesto con el comandante Carlos No hay miliciano con miedo 3 Venga jaleo, jaleo Suena la ametralladora y Franco se va a paseo (2) Con los cuatro batallones que Madrid estàn defendiendo se va lo mejor de Esparla la flor màs roja del puebio Venga jaleo, jaleo Suena la ametralladora y Franco se va a paseo (2) Con el quinto, quinto, quinto con el quinto regimiento madre yo me voy al frente para las lineas de fuego Venga jaleo, jaleo Suena la ametralladora y Franco se va a roseo (2) 121 COPLAS DE LA DEFENSA DE M ADRID (LOS CUATRO GENERALES) Los cuatro generales,los cuatro generales Los cuatro generales, mamita mìa,que se han alzato que se han alzato Para la nochebuena, 4 para la nochebuena Para la nochebuena, mamita mia, seran ahorcados5, seran ahorcados. Puente de los Franceses Puente de los Franceses Puente de los Franceses mamita mia nadie te pasa nadie te pasa Porque los milicianos Porque los miiicianos Porque los milicianos mamita mia que bien te guardan que bien te guardan Por la Casa de Campo Por la Casa de Campo Por la Casa de Campo mamita mia y el Manzanares y el Manzanares Quieren pasar los moros quieren pasar los moros quieren pasar los moros mamita mia no pasa nadie no pasa nadie Madrid que bien resiste Madrid que bien resiste Madrid que bien resiste mamita mia los bombardeos los bombardeos De las bombas se rien De las bombas se rien De las bombas se rien mamita mia los madrilenos los madrilenos 3 Non c‟è nessun miliziano che abbia paura La notte di Natale 5 Impiccati 4 Raccolta di canti politici - 2007 122 COPLAS DE LA DEFENSA DE MADRID (COMPLETA) Los cuatro generales, los cuatro generales, los cuatro generales, mamita mía, que se han alzado, que se han alzado. Para la nochebuena, para la nochebuena, para la nochebuena, mamita mía, serán ahorcados, serán ahorcados. Franco, Sanjurjo y Mola, Franco, Sanjurjo y Mola, Franco, Sanjurjo y Mola, mamita mía, y Queipo de Llano, y Queipo de Llano. Puente de los franceses, puente de los franceses, puente de los franceses, mamita mía, nadie te pasa, nadie te pasa. Porque los milicianos, porque los milicianos, porque los milicianos, mamita mía, qué bien te guardan, qué bien te guardan. Por la Casa de Campo, por la Casa de Campo, por la Casa de Campo, mamita mía, y el Manzanares, y el Manzanares. Quieren pasar los moros, quieren pasar los moros, quieren pasar los moros, mamita mía, no pasa nadie, no pasa nadie. Madrid, qué bien resistes, Madrid, qué bien resistes, Madrid, qué bien resistes, mamita mía, los bombardeos. los bombardeos. De las bombas se ríen, de las bombas se ríen, de las bombas se ríen, mamita mía, los madrileños. los madrileños. La casa de Velázquez, la casa de Velázquez, la casa de Velázquez, mamita mía, se cae ardiendo, se cae ardiendo. Con la quinta columna, con la quinta columna, con la quinta columna, mamita mía, metida dentro, metida dentro. Marchaos legionarios, marchaos hitlerianos, marchaos invasores, mamita mía, a vuestra tierra, a vuestra tierra. Porque el proletariado, porque el proletariado, porque el proletariado, mamita mía, ganó la guerra, ganó la guerra. 67 68 Raccolta di canti politici - 2007 123 NUOVI STORNELLI SOCIALISTI E quando moio io non voglio preti, non voglio preti e frati né paternosti, non voglio preti e frati né paternosti: la voglio la bandiera dei socialisti. E la rigi-la rigi- la rigira, la rigira la sempre arditi, evviva i socialisti, abbasso i gesuiti! E la rigi-la rigi- la rigira, la rigira e la ferindora, abbasso tutti i preti e chi ci crede ancora! Ma se Giordano Bruno fosse campato, non esisterebbe più neanche il papato, non esisterebbe più neanche il papato e il socialismo avrebbe già trionfato. Hanno arrestato tutti i socialisti, l‟arresto fu ordinato dai ministri, l‟arresto fu ordinato dai ministri e questi sono i veri camorristi. E la rigi-la rigi- la rigira, la rigira e mai la sbaglia, evviva i socialisti, abbasso la sbirraglia! E la rigi-la rigi- la rigira, la rigira e la fa trentuno, evviva i socialisti, evviva Giordano Bruno! E quando molo io non voglio preti, non voglio preti e frati né paternosti, ma quattro bimbe belle alla mia barella, ci voglio il socialista e la sua bella. La Francia ha già scacciato i preti e i frati, le monache, i conventi ed i prelati, le monache, i conventi ed i prelati, perché eran tutte spie e in ciò pagati. 124 E la rigi-la rigi- la rigira, la rota e la rotella, evviva Giordano Bruno, Garibaldi e Campanella! DELLE VOSTRE GALERE Alfredo Bandelli, Lotta Continua di Pisa, 1968 Botte poi botte poi l‟isolamento spesso finisce così Quei brutti boia figli di troia non fanno che pestare Non ci si può neanche lamentare non si può neanche parlare Basta un lamento per il carcerato per esser massacrato Delle vostre galere un giorno un buon uso sapremo far Prima apriremo le porte agli schiavi li accoglieremo nell‟umanità Poi dopo in fila un per uno vi metteremo tutti là Il tribunale del proletariato i vostri delitti dovrà giudicar Siamo saliti tutti sul tetto gridando “porci nazisti vogliamo avere i nostri diritti e la dovrete pagare” Ci ha risposto il direttore con mille poliziotti E ai giornali è andato a dire ch‟era disposto a trattare Delle vostre galere un giorno un buon uso sapremo far ... E se per caso voi sentirete ch‟è morto un carcerato Certo è possibile che quel disgraziato sia stato massacrato Ma se vi parlano di rivolte di lotte nelle prigioni È perché cresce la lotta di classe contro tutti i padroni... Delle vostre galere un giorno un buon uso sapremo far ... Raccolta di canti politici - 2007 125 I SOLDI DEI PADRONI Son senza patria i soldi ohi dei padroni Son soldi viaggiatori come i piccioni Per far viaggi d‟affari o di piacere i capitali varcano le frontiere Son miIl‟e più miliardi che anno per anno traversan le frontiere e se ne vanno E noi lavoratori senza lavoro dobbiamo per mangiare viaggiar con loro I soldi dei padroni che fuggon via danneggiano la nostra economia Perché danno un passivo dei più imponenti alla nostra bilancia dei pagamenti Ma la bilancia torna a funzionare purché noi si continui ad emigrare Ed a spedire a casa quei bèi contanti che sono le rimesse degli emigranti Avevo già arricchito più di un padrone facendo da bracciante nel meridione E poi nel Nord e all‟estero da operaio ne ho fatto venir ricco qualche migliaio La regola da trarre è solo una Ci dicon di emigrare per far fortuna Certo facciam fortuna ma si dimostra che noi facciam la loro e non la nostra Occorre che gli passi quel brutto vizio che i soldi li hanno sempre al loro servizio Dev‟essere il contrario e prima o poi dovran esser i soldi a servir noi La rabbia che han portato i nostri fratelli all‟Alfa o alla Fiat o alla Pirelli Noi la dobbiam portare per tutta Europa spazzando via i padroni come una scopa Perché il padrone è uno non ci si sbaglia che faccia i soldi all‟estero o qui in Italia I soldi lui li fa sul nostro lavoro e poì li manda all‟estero e noi con loro Noi non dobbiamo esser mai più esiliati ma ormai protagonisti organizzati Dobbiam farla finita per esser pronti a giunger presto alla resa dei conti! Qui non c’è più legalità Non parla più la verità Voce solo ce l’ha Chi il potere l’ha già Noi gli si strapperà Questa sua impunità 69 70 126 Raccolta di canti politici - 2007 CORREVANO CI CARRI Giovanna Marini Correvano coi cani E coi cavalli Le bighe e le lettighe E noi eravamo lì Agli angoli delle strade con le vesti stracciate - Ma.. .ma.. .come dipinti Ora vi mascherate ce le compriamo Con le vesti a imitazione del padrone Con quei quattro soldi che, diciamo, guadagnati Ma.. .ma. .ma regalati . Voi vi sudate tutto ma il potere Il favore di un lavoro ma il potere Quello che vi fa dire “questo è mio di diritto” Non c‟è quel potere Con la casa a imitazione di quella del padrone E i figli a imitazione del padrone Ma quella vostra crolla e i figli ve li hanno rubati La sua è di roccia e i suoi figli abbronzati E questa sarebbe questa sarebbe La strada dell‟incontro non c‟è più incontro Non c‟è più incontro Non c‟è più incontro Ma devo dirvelo con urlo “ ho perso la mia ragione!” Se n‟è volata se n‟è volata per troppa comprensione Quanto sangue quanto sangue che si deve versare Quanto sangue quanto sangue per potersi salvare! Raccolta di canti politici - 2007 127 CORO DELLE OCCASIONI PERDUTE Giovanna Marini 128 Beato capitalismo Non conosci l‟immobilismo Si muove la borsa la produzione Crescono e cadono le azioni Le crei tu stesso le occasioni Ogni volta per una ragione Di ordine superiore Diciamo non ci muoviamo Diciamo è meglio Non rischiare Beato capitalismo Fai tesoro del marxismo Hai imparato bene la lezione Infatti non incorri più In crisi di sovrapproduzione Di spari doveva scoppiare Era una polveriera Di miseria nera Però quell‟esplosione Non era stata prefigurata Non dai spazio ne tempo A crisi di coscienza Marciam ritmo obbligato Tutto fatto di concorrenza La tua legge è sfruttare Oh quanto pesa scoprire Che cambiare le situazioni Questo vorrebbe dire Che c‟è da elaborare Ancora una strategia nuova Sfrutti anche le occasioni Di quelli che combatti Infatti il padrone abbronzato Trattiene dalla busta paga L‟iscrizione al sindacato Ma che sia rischiare inventare Meglio interpretare Un fatto già accaduto Beato capitalismo… Ogni volta per una ragione… OR CHE INNALZATO È L'ALBERO Or che innalzato è l‟albero S‟abbassino i tiranni Dai sui superbi scanni Scenda la nobiltà Un dolce amor di patria S‟accenda in questi lidi Formiam comuni gridi “Viva la libertà !” Indegno aristocratico Non osi alzar la testa Se l‟alza allora la festa Tragica si farà Un dolce amor di patria… Già reso uguale e libero Da suddito alla legge E il popolo che elegge Sovrano ei sol sarà Un dolce amor di patria… Giuri implacabil odio Ai feudi alle corone E sempre la nazione Libera resterà Un dolce amor di patria… Sul torbido Danubio Penda l‟austriaca spada Nell‟itala contrada Mai più lampeggerà Un dolce amor di patria… 71 72 129 Raccolta di canti politici - 2007 DIME DONDE VAS MORENA Dime donde vas morena dime donde vas salada dime donde vas morena a las tres de la mañana. Voy a la Carcel Modelo a ver a los comunistas que los han metido presos estè gobierno fascista. Altre strofe: ¿Adonde va la mi morena, adonde va tan de mañana? Voy a la fuente serena por una jarrita de agua. Con las costillas de Franco tenemos que hacer un puente 130 para que pase el Galàn con su columna valiente, Con los bigotes de Queipo vamos a hacer una escoba para limpiar los fascistas que quedan en Barcelona. Ayer te vi que subfas por el camino a la fuente: dime,donde vas, morena, dime,donde vas, salada? Voy a la Casa del Pueblo en busca de un socialista, porque me ha dicho mi madre que no hable con los fascistas. TUTTI UNITI NEL SEN DELLA TERRA Tutti uniti nel sen della terra Una grande famiglia formiamo Donne fiere fratelli noi siamo Contro l‟infido vile oppressor Il lavoro è ogni nostra ricchezza La terra è ogni nostro ideale Ma a beffarsi dei venti del male Una liber‟armata formiam Il lavoro è ogni nostra ricchezza La terra è ogni nostro ideal Ma per faci redenti per mano Una liber‟armata formiam Dell‟armata della terra Su muoviamo tutti uniti Che ai potenti si fa guerra Pel trionfo pel trionfo del lavor Dell‟armata della terra Su muoviamo tutti uniti Al governo si fa guerra Pel trionfo per trionfo del lavor Non partiti non ci resta chi seguir Non battaglie fra bombe e cannoni Ma un‟azione fra braccia e pensiero Ma un comune e superbo ideal So‟ cadute le vecchie barriere E l‟avvenire sognato è vicino E su compatti nell‟ampio cammino Agitiamo le vanghe nel sol Raccolta di canti politici - 2007 131 CANCION DE GRIMAU Chicho Sánchez Ferlosio He conocido el crimen una mañana, color tiene mi pena de sangre humana sólo nubes y polvo lo presenciaron, Julián Grimau, hermano, te asesinaron, te asesinaron. Ya no nace en la tierra ni un pensamiento que no lleve esta pena dentro del cuerpo del dolor de mi pueblo nace mi canto cuerda de mi guitarra sois compañeras de nuestro llanto Malditos los que dicen de la venganza, mientras mueren los pueblos por la esperanza. Silencio de mi tierra que amargo suena las piedras del camino hoy sangre llevan, hoy sangre llevan. Nacerá trigo joven entre besanas, las razones de nuevo tan pisoteadas, pero a pesar de todo yo sé que un día tú estarás con nosotros como querías, como querías. He conocido el crimen una mañana 132 BALLATA PER FRANCO SERANTINI Ivan della Mea Di nome avevi Franco cognome Serantini i nazi-celerini ti han fatto morir. Tenetemi nel cuore ci grida Serantini tenete questo amore è amore per lottar. Ti hanno preso in piazza gridavi «no al fascismo» ma un figlio di nessuno questo non lo può gridar. Tenetemi nel cuore compagni e cristiani tornate partigiani ed io non morirò. Avevi solo vent'anni vivevi l'anarchia ti han coperto d'odio di botte e sangue sì. Altre strofe dopo la 5a : E tu scudo crociato bestemmi anche al Cristo sei scudo del fascismo di ieri e oggi ancor. Chiuso nella tua cella cercavi invano aiuto ma a un figlio di nessuno l'aiuto non si da. Così la tua vita te l'han strappata via ridi democrazia fascista e non cristiana. Contro questo fascismo che ha il segno della morte Franco la tua sorte ci chiede l'unità. Una unità di classe sopra gruppi e partiti una unità in coscienza i di nuova resistenza. 73 74 133 Raccolta di canti politici - 2007 POVERO MATTEOTTI Reg. a Trino Vercellese dalle mondine nel feb 60 Povero Matteotti te l'hanno fatta brutta quei vili la vita l'han distrutta! Vigliacchi son l‟uccisero, così dobbiamo fare Uniti proletari lo dobbiamo vendicare E mentre lui moriva, con tutto il suo eroismo Ma lui gridava forte: "Evviva il Socialismo!" Vigliacchi son… Quando sarà il processo Lì ci saranno tutti Fascisti delinquenti Vigliacchi e farabutti Vigliacchi son… Presso Montecitorio Là c‟è una salita Ma dove Matteotti La ci lasciò la vita Vigliacchi son… Vigliacchi son… E mentre che moriva così lui ci dicea: "Voi uccidete l'uomo ma non la sua idea" Lasciasti qui la moglie Abbandonata Veniva quasi pazza Dalla notizia data Vigliacchi son… 134 CHE COSA VOGLIAMO Noi siamo da secoli calpesti e derisi perchè siam pecore, perchè siam divisi ma un giorno, sia presto, faremo l'unione allora i padroni avran da pensar Giuriam giuriam, padron non ne vogliamo Vogliamo la pace, la scienza, il lavoro La grande famiglia dell'umanità Non più vagabondi che sfrutta con loro la razza dei ladri dispersa sarà Vogliamo che la terra sia patria di tutti che chi lavora raccolga i suoi frutti E noi dai signori siam sempre sfruttati ci han sempre rubato il nostro sudor Giuriam giuriam... Raccolta di canti politici - 2007 135 INNO DELLA LIBERTÀ Le plebi sotto il giogo del borghese Languendo stan (2) Da fame stenti da pellagra offese Morendo van (2) Ma delle smorte plebi unite a un patto Il dì verrà (2) Ma il dì solenne e grande del riscatto Presto verrà (2) Su compagni liberi sorgiam Su compagni su la fronte alziam Già splende il Sol dell'avvenir (2) Di pace e libertà glorioso il Sol risplenderà (2) Ci succhian senza posa quei signori Sangue e sudor (2) Chi più non ha nè sangue nè sudori Non fa per lor (2) Ma delle smorti plebi unite a un patto Il dì verrà (2) Ma il dì solenne e grande del riscatto Presto verrà (2) Su compagni liberi sorgiam Su compagni su la fronte alziam Già splende il Sol dell'avvenir (2) Di pace e libertà glorioso il Sol risplenderà (2) 136 COMBATTETE LAVORATORI Combattete lavoratori Che l‟orario è arrivato Alla camera fu votato E noialtri che lo volgiam Viva viva nostro Cantelli Che aveva un cuore d‟oro Le otto ore di lavoro In risaia che ci lasciò Le otto ore di lavoro Noi faremo solamente Per quei poveri innocenti Che in carcere stanno a penà Per quei poveri innocenti Che in carcere stanno a penà 75 76 137 Raccolta di canti politici - 2007 IL DODICI DICEMBRE A MATINA testo di Dante Bartolini Il dodici dicembre a matina brutta sorpresa la nostra famiglia Piange la sposa il figlio la figlia che più nessuno gli porta il danar Settecento famiglie in miseria abbandonate nel cuor dell‟inverno Questo regalo ci ha fatto il governo i bisognosi ha voluto colpir Tutti uniti ognuno sul posto colla speranza riprende il lavoro “noi vinceremo con questo decoro la CGIL ci ha detto così” Non ci piega la Terni e il governo se non ci aspetta un pezzo di pane Sopporteremo la vita da cane finché un giorno riavremo il lavoro Hanno ammazzato Luigi Trastulli lavoratore giovane e forte Nel fior degli anni ha trovato la morte ma non piegarlo il grande ideal Maria Margotti e Giuditta Levato furono uccise dagli stessi assassini I seguaci del fu Mussolini di chi lavora non hanno pietà Il socialismo è la nostra speranza di settecento questa è la storia Non è lontana la grande vittoria lavoratori avanti così 138 CHESTA MATINA FORA E CANCELLE Anonimo napoletano su tema del Guarracino Chesta matina fora „e cancelle avimme appise nu belle cartielle Ci avimme scritta una frase sola GOVERNO COLOMBO QUESTA E‟ LA TUA ORA A dint‟a fabbrica simme partute appress‟a nui tutte quante so sciute Chi primm‟e mò non ha mai scioperato mò sta con nui e la lutta chiù è late Quanti compagni p‟a strate incontramme nu solo corteo tutti quanti formamme A rint‟a febbrica no resta nisciune ci stanne e fimmene e pure i guaglione Se sta fermanne tutt‟a città quanne passamme nisciune po‟ stà Queste guern‟è già chiù „e n‟anne che tutti quanti s‟o tenghen‟en canne Raccolta di canti politici - 2007 Passa na femmena e dice “scusate ma voi perché così alluccate?‟ Ce risponnimme “Pecché stu govierno no lo vulimme pé „n‟ato vierno” “Ci avete ragione”ce dice contenta cheste Colombe è nu grande fetiente a mio marito me l‟ha licenziato e chesta è a cosa cchiù disgraziata! “Solo o lavoro a noi ce restava chello che ha fatto non gli bastava non gli bastava ch‟i prezz‟aumentate e tutto chello che s‟ha magnato E quanne faccio a spesa a matina ai figli miei e che ce cucine Co‟ tutte quelle che guadagnamme mettimme a tavola o pane e a famme” E poi ci dice “Mo venghe co voi agge capite che site co‟ noi E si mannamme annanze sta lotta facimme succede no quarant‟otto” E dint‟a cas‟e dint‟a vasce chelli che luccane scinnita a vasce Ci hanno ragione sti bravi guaglione dentr‟a o govierno so tutti caproni” Quanno passamme p‟a strat‟e signore chi t‟encontramme no gran traditore No sindacalista vennuto o padrone fra l‟ate cose ch‟è pure spione Come ce vede se mette paura ma pé fa vedé ch‟è no tipe sicure Se mett‟annanzi e dice “aspettate non è così che voi dovevate” Poi ce dice” Sentite ragazzi che facite né site pazzi Non lo toccate questo governo che l‟ha mandato il Padre Eterno” Je risponnimme” Sientece bbòne cheste govierno ch‟è tutt‟e spione La sola cosa che noi facimm‟è che o padre eterno ce o rispedimme” Comme ch‟a vist‟a malaparata cheste miezz‟omme ci ha ragionato S‟ha squagliato correnno correnno sicuramente sta ancora fujenno E tutt?e signure „ffacciat‟o balcone s‟a stanne facienne dint‟o calzune Poi ce pensane “Levamme mane” e chiudono porte, fenest‟e persiane. Passa nu prevte che dice “Cessù, ma accussì non se po‟ campà chiù Se vi mettete contro al governo andrete poi diritti all‟inferno” Dicimme solo “Non parlà chiù, non simme pecore come voi tu E se all‟inferno mannammo qualcuno tu certamente ssì o nummero uno!” E mentre jamme marcianne p‟a via „nnanz‟a nuie ce sta a polizia Co‟ ste visiere e sti scud‟en mano parene tutti tante marziane „A polizia ma che ce n‟importa noi non avimme paur‟e la morte figurammoce che paura ci fanno scappano subbito si ci accostame Che bella festa sta jurnata a chiù mej‟e quanne so nate E cussì non s‟è vista mmai simme fort‟e simm‟assai E tutte quante assieme dicimme “o solo guverne che noi vulimme Solo cò u popolo s‟ha da formà e solo noi lo putimme fa!” 77 78 139 Raccolta di canti politici - 2007 IL VENTIQUATTRO DI MAGGIO A FERRERA. Tratto dall’Archivio sonoro dell’istituto Ernesto De Marino Trascrizione e arrangiamento di Giovanna Marini Il ventiquattro di maggio a Ferrera un grande sciopero terribile guerra erano tutti in una stretta via accompagnati ma dalla polizia Nel veder le crumire uscire le scioperanti si misero davanti “Se avete il coraggio di andare ci tradite noi tutti quanti”. Nel veder le crumire ostinate le scioperanti si misero davanti e br si sono gettate per terra”Calpestateci se avete il cortaggio” Il commissario con grande amarezza “Non ubbidite alla pubblica sicurezza e non vedete che questa è viltà se non vi alzate vi faccio arrestà” Le scioperanti si sono alzate “E non è vero che questa è viltà son venuti e hanno fatto violenza trascmandoci con libertà” Il commissario con grande ironia disse agli altri “andate pur via” si fermi solo la Margotti Maria che con noi la vogliamo portar” Le scioperanti non dicon parola si recarono in mezzo alla folla e sentirono la brutta novità “Il nostro Riba ce l‟hanno arrestà” Tredici giorni di malinconia fu terminato con grande allegria han rilasciato il Riba e Maria l‟abbiam coperti di rose e di fior. 140 O CARA MAMMA VIENIMI INCONTRO O cara mamma vienimi incontro Che ho tante cose da raccontare Che nel parlare mi fan tremare La brutta vita che ho passà La brutta vita che ho passato E nel trapianto e nella monda La mia bella faccia rotonda Che come prima non la vedi più A la mattina il latte freddo E a le nove la pagnutina E la povera mondina Tutto il giorno a lavorar A la mattina c‟è i moschini E a le nove c‟è i tafani Al mesogiorno quel brutto sole Che mi faceva inrostolir A mesogiorno risi e fagioli E a la sera fagioli e risi E di quel pane e naturale Che l‟appetito ci fa mancar E per dormire un po‟ di paglia E tutta piena di bestioline E sembra proprio una prigione E dove dormono i carcerà. E a le nove la ritirata E a le dieci c‟è l‟ispezione E l‟ispezione e del padrone E tutte in branda a riposar. Raccolta di canti politici - 2007 141 79 E LU MNESTRE COLOMBE 2 E lu mnestre Colombe, è vnì da Rom‟ e l‟è vnìt‟a mett lu prim‟ matone CORO - E l‟è venit‟ amett‟ a nennannè lu prim matone lu prim matone E ha mess‟la prima pietr‟ e lu matone e ha mess‟ la prima pietr‟ e lu matone Ma pé pigghià pé fessa nennannè la poplazione la poplazione CORO - La popolazione. E pé pigghià pé fessa nennannè la poplazione la poplazione e pé fregà li votì d‟li materène e pé fregà li vot d‟li materène ha mess la prima petr‟a nennannè pì lu metène pì lu metène CORO - pi lu metène. Ha mess la prima petr‟annennannè pì lu metène pì lu metène E pé fregà li vot d‟li frèndinese e pé fregà li vot‟ d‟li frèndinese E tutte lu metèn‟anennannè s‟lu prend‟ li barèse prend li barèse CORO - Prend li barèse. E tutte lu metèn‟a nennannè prend li barèse prend li barèse A Bèr se l‟han purtète lu metène a Bèr se l‟han purtète lu metène Li dimocristièn‟anennannè scaldèsc li mène scaldèsc‟ li mène CORO - scaldèsc li mène. Li dimocristièn anennannè scaldèsc li mène scaldèsc li mène Ma lu mèl de Sante D‟nate v‟l‟ave a coje lu mèl de San Donate v‟l‟ave a coje E a culli ca vutè a nennannè dimocristiène dimocristiène CORO – dimocristiène. A culli ca vutè a nenannè dimocristiène dimocristiène. e culli ca no vòt‟ p‟li communeste e culli ca nu vot‟p‟li communeste e qunne ca murè a nennannè, „ndè contr‟a Creste ndè contr‟a Creste CORO - „ndè contr‟a Creste. E qunne ca murè a nennannè „ndè contr‟a Creste „ndè contr‟a Creste ma vu si la vulite l‟assoluzione ma vu si la vulite l‟assoluzione vui ajet‟a vutè a nennannè p‟lu falicione lu falicione CORO 142 - lu falicione. LA REVOLUTION Michele Straniero/Mao Tse-Tung La révolution ce n‟est pas une gala ni broderie La révolution, elle ne se fait pas comme une œuvre littéraire Elle ne peut pas s‟accomplir avec la même élégance Elle ne peut pas s‟accomplir avec la même délicatesse La révolution ce n‟est pas faire un dessin ou du brico La révolution elle se fait pas comme l‟amour ou les chansons Elle ne peut pas s‟accomplir avec de l‟amabilité Elle ne peut pas s‟accomplir avec faux-noble courtoisie La révolution, elle se fait toujours au bout, oui, du fusil La révolution c‟est un soulèvement un acte de violence Acte par le quelle une classe élimine une autre classe Acte par le quelle l‟ordre nouveau remplace la vieille société La révolution….la la la lala la lalalalaa…. 80 Raccolta di canti politici - 2007 143 LAMENTO DEL CONTADINO Vi prego tutti, o cittadini di ascoltare o po'eri contadini, che dopo tanto che si lavora e mai di pace non abbiamo un'ora. Poi c'è i' dottore, i' veterinario, il fabbro, il sarto e i' carzolaio, la levatrice con i' becchino, e tutti addosso al po'ero contadino. Colla zappa e lo zappone e lo zaino i 'ssu groppone giovani e vecchi, tutti armati, noi sembriamo tanti soldati. Mangiare e bere a' mietitori, e po' pagarli saran dolori; e gli ci corre giù alla lesta, al contadino cosa gli ci resta? Si va colla speranza della raccolta, si spera sempre sarà di morta, poi vene la ruggine e la brinata: ecco la vita bell'e disperata. Lasciamo stà queste partite, ma ce n'è d'artre più squisite e di tutte questa è peggiore: la mezza parte la vol i' padrone. Quando la faccenda è fatta qui' po' di grano che s'arraccatta e po' viene la battitura e tutti còrgano co' gran premura. Poi vien i' tempo della vendemmia e allora sì che si bestemmia: e gli si mette dentro la botte e gli si vende e bona notte. I' primo frate che vien sull'aia saluta i' cappoccia e po' la massaia e a sedere si mette a i' fresco lo vole i' grano pe' San Francesco. Po' si prende un po' di vinaccia, so fa una botte con acquettaccia e lì si beve tutto l'inverno, si soffre pene dell'inferno. Poi c'è i' cappuccino con quella barba che gli ci viene dopo l'alba: padre Dionigi e San Gregorio accattate l'anime del Purgatorio. Poi c'è la massaia che viene in piazza con que' be' polli di prima razza; per rivestire i lor bambini a casa porta de' savattini. Po' c'è la monica colla sacchetta lo vole i' gran per Santa 'Lisabetta, per mantenere l'uso e 'l sistema e a 'i contadino la raccolta scema. Po' c'è le ragazze fresche e belle: pe' fassi il letto e le gonnelle e dietro l'uscio depongan l'ova, e chi le schiaccia e poi nessun le cova. Po' c'è i' sensale colla bugia, lui più di tutti ne porta via e colla scusa di vedé la stalla lo vuole il fieno per la cavalla. Così success'a' mie' finali e si sta peggio de' maiali, e si lavora quant'e vvoi e i maltrattati siamo sempre noi. Raccolta di canti politici - 2007 144 81 BALLATA DI SANTA MARIA DE IQUIQUE Nel 1907 erano impegnati nell’operazione dell’estrazione del salnitro 65.000 operai.Fanno prosperare gli impianti di Santa Maria en Iquique. Migliaia di essi sfilano con le loro famiglie per chiedere un aumento di salario: sono mitragliatidalla polzia. Nel 1926 si ripete il massacro a San Gregorio. Ancora oggi quando muore un operaio cileno si ricordano quei primi scontri con le forze del potere attraverso il “canto de la pampa” ( Registrato dal vivo da Juan Capra nel 1955. Poema di Francisco Pezoa Véliz, 1920-2006) Canto a la pampa, la tierra triste, réproba tierra de maldición, que de verdores jamás se viste ni en lo más bello de la estación. ¡Vamos al puerto -dijeron- Vamos! Con un resuelto y noble ademán, Para pedirles a nuestros amos Otro pedazo, no más, de pan. En donde el ave nunca gorjea, en donde nunca la flor se abrió, ni del arroyo que serpentea su cristalino bullir se oyó. Y en la misérrima caravana, al par que el hombre, marchar se ve su amante esposa, la madre anciana y el inocente niño también. Año tras año por los salares del desolado tamarugal, lento, cruzando van por millares los tristes parias del capital. Benditas víctimas que bajaron desde la pampa llenas de fe, y a su llegada lo que escucharon voz de metralla tan solo fue. Sudor amargo, su sien brotando, llanto a sus ojos, sangre a sus pies, los infelices van acopiando montones de oro para el burgués. Baldón eterno para las fieras masacradas sin compasión, queden manchadas con sangre obrera, como un estigma de maldición. Hasta que un día como un lamento de lo más hondo del corazón, por las callejas del campamento vibró un acento de rebelión. Pido venganza para el valiente que la metralla pulverizó, pido venganza para el doliente huérfano y triste que allí quedó. Eran los ayes de muchos pechos, de muchas iras era el clamor, la clarinada de los derechos del pobre pueblo trabajador. Pido venganza por la que vino de los obreros el pecho a abrir, ¡Pido venganza por el pampino que allá en Iquique supo morir!