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Raccolta di canti politici - 2007

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Raccolta di canti politici - 2007
2007
Raccolta di canti politici
per il corso di Giovanna Marini
alla Scuola Popolare di Musica
di Testaccio
A cura di Alessandro Campioni
Dicembre 2007
www.inniecantidilotta.com
2
Raccolta di canti politici - 2007
INDICE
A
A morte la casa Savoia · 24
A morte preti e frati · 9
Addio a Lugano · 6
Addio morettin · 35
Addio padre e madre addio · 51
Albania – (L') · 36
All'arie all'arie · 58
Amore ribelle · 14
Amore ribelle 2 · 15
Attentato a Togliatti - (L’) · 21
E
E anche al mì marito · 43
E anche per quest'anno · 33
E l'Italia l'è malada · 31
E lu Mnestre Colombe 2 · 79
E per la strada · 42
E quei briganti neri · 58
Eccidio di Ancona - (L') · 13
EI Quinto Regimiento · 66
El paso dell’Ebro · 65
Evviva la Maria Goya · 5
B
Badoglieide – (La) · 24
Ballata dell’emigrazione · 43
Ballata della Fiat · 44
Ballata di Santa Maria de Iquique · 81
Ballata per Franco Serantini · 73
Ballata per il Pinelli · 20
Battan l’otto · 13
Bella Ciao · 22
Bella Ciao delle mondine · 22
Bersagliere ha cento penne - (Il) · 29
Brigata Garibaldi - (La) · 29
F
Feroce monarchico Bava - (Il) · 28
Festa d' Aprile · 63
Figli dell’officina · 6
Figli di nessuno · 29
Fischia il vento · 21
Fra il diciannove e l'anno venti · 41
Fuggite o schiavi · 40
Fuoco e mitragliatrici · 49
G
C
Canción de Grimau · 73
Canto degli Italiani · 64
Canto dei deportati –( Il) · 25
Canzone dell’otto settembre · 44
Che cosa vogliamo · 74
Chesta matina fora e cancelle · 76
Chi è quel infame · 63
Combattete lavoratori · 75
Con De Gasperi non se magna · 28
Con la guerriglia · 25
Coplas de la defensa de Madrid · 66
Coro delle occasioni perdute · 71
Correvano ci carri · 70
Cosa rimiri mio bel partigiano · 27
Crack delle banche – (Il) · 48
D
Dai monti di Sarzana · 65
Dalle belle città · 27
Delle vostre galere · 68
Diciotto aprile – (Il) · 39
Dime donde vas morena · 72
Dimmelo Pietro Gori dove sei · 47
Dimmi o bel giovane · 14
Dove vola l’avvoltoio · 53
Galeone – (Il) · 48
Già allo sguardo · 17
Giudecca · 52
Guardia rossa – (La) · 37
H
Ha detto De Gasperi · 38
I
Ignoranti senza scuole · 32
Il dodici dicembre a matina · 76
Inno dei lavoratori · 18
Inno dei malfattori · 5
Inno del primo maggio · 14
Inno della libertà · 75
Inno della rivolta 1 · 12
Inno della rivolta 2 · 12
Inno di Mameli · 64
Inno individualista · 47
Internazionale – (L’) · 26
Interrogatorio di Sante Caserio (L' ) · 15
Italia bella mostrati gentile · 50
Raccolta di canti politici - 2007
L
Quattro signori a Parigi vanno · 20
Quattro stagioni (Le) · 8
Là su quei monti · 23
Lamento del contadino · 80
Lega – (La) · 45
Los cuatro generales · 66
R
M
M’avete incatenato · 17
Marciam marciam · 26
Marsigliese del lavoro (La) · 4
Maschio di Volterra – (Il) · 16
Miseria miseria · 11
Mò che pure · 54
Mondine e la cavalleria - (Le) · 19
Morte di Anita Garibaldi – (La) · 30
N
Noi siamo la classe operaia · 45
Noi vogliamo l'uguaglianza · 49
Noi vogliamo l'uguaglianza (Vers. di Reggia Emilia) · 49
Non siam più la comune di Parigi · 40
Nostro Messico · 30
Numero d’appello – (Il) · 52
Numi voi siete spietati · 55
Nuovi stornelli socialisti · 68
Regazzine vi prego ascoltare · 51
Revolution (La) · 79
Rodolfo Foscati · 11
Rondinella d’Aspromonte - (La) · 32
Rondinella pellegrina · 31
Rosso levante ponente · 28
S
Saluteremo il signor padrone · 35
Sante Caserio · 10
Sciur padrun da li béli braghi bianchi · 57
Se il cielo fosse bianco di carta · 55
Se non ci ammazza i crucchi · 22
Se otto ore · 38
Sentite buona gente · 31
Soldi dei padroni (I) · 69
Son cieco · 26
Son la mondina · 23
Sono povero ma disertore · 46
Stornelli d’esilio · 7
Su communisti della capitale · 61
T
O
O cancellier che tieni · 23
O cara mamma vienimi incontro · 78
O care mamme · 34
O Gorizia · 46
O Venezia · 7
Or che innalzato è l'albero · 71
Tradotta che parte da Novara – (La) · 42
Treni per Reggio Calabria – (I) · 59
Tutti uniti nel sen della terra · 72
U
Ultime ore e decapitazione di Sante Caserio · 9
Uno evviva Giordano Bruno · 56
P
Partono gli emigranti · 36
Per i morti di Reggio Emilia · 39
Pietà l’è morta · 30
Povero Cavalotti · 19
Povero Matteotti · 74
Q
Quando l’anarchia verrà · 15
Quando saremo a Reggio Emilia · 34
Quando sento il primo fischio · 34
V
Ventiquattro di maggio a Ferrera (Il) · 78
Vi ricordate quel 18 aprile · 33
Vile Tanturi (Il) · 62
Vogliam la pace · 23
Z
Zolfara – (La) · 54
3
4
1
Raccolta di canti politici - 2007
LA MARSIGLIESE DEL LAVORO
Noi siamo i poveri siamo i pezzenti
la sporca plebe di quest'età
la schiera innumere dei sofferenti
per cui la vita gioie non ha
Nel crudo inverno la nostra prole
per lunga inedia languir vediam
solo pei ricchi risplende il sole
mentr‟essi esultano noi fame abbiam
Pur natura a tutti uguali die' i diritti sulla terra
noi faremo aspra guerra ai ladroni sfruttator
Non sia pace fra i mortali finché un uom sull'altro imperi
i nemici a noi più fieri sono i nostri sfruttator (2 volte)
Triste spettacolo le nostre donne
per noi primizie non han d'amor
ancora impuberi sciolte le gonne
si danno in pasto a lor signor
Son nostre figlie le prostitute
che muoion tisiche negli ospedal
le disgraziate si son vendute
per una cena per un grembial
Pur natura …
Di patria al nome talor sospinti
contro altri popoli noi si pugnò
ma vincitori fossimo o vinti
la sorte nostra mai non mutò
Tedesco o Italico se v'ha padrone,
il sangue nostro vuole succhiar
la patria italica è un'irrisione
se ancor il basto ci fa portar
Pur natura …
Nelle officine sui monti e i piani
giù nelle mine sudiam sudiam
ma delle nostre fatiche immani
il frutto intero non raccogliam
Poi fatti vecchi veniam rinchiusi
dentro un ricovero di carità
e sul berretto di noi reclusi
bollano i ricchi la lor pietà
Pur natura …
Raccolta di canti politici - 2007
2
EVVIVA LA M ARIA GOYA
Evviva la Maria Goya con il suo bel parlar
e se l'Italia la si riunisce la faremo ben tremar
Vogliamo l'uguaglianza vogliamo che sia gìusta
ai preti e ai signoroni noi gli darem la frusta
Evviva...
Con la pelle dei preti faremo le forchette
con le barbe dei frati faremo le sporchette
Evviva ...
3
INNO DEI MALFATTORI
Ai gridi ed ai lamenti di noi plebe tradita
la folla dei potenti si scosse impaurita
e prenci e magistrati gridaron coi signori
che siam degli arrabbiati dei rudi malfattori
Folli non siam né tristi né bruti né briganti
ma siam degli anarchisti pel bene militanti
al giusto al ver mirando strugger cerchiam gli errori
perciò ci han messi al bando col dirci malfattori
Deh! T‟affretta a sorgere o sol dell'avvenir
vivere vogliam liberi non vogliam più servir
Natura comun madre a niun nega i suoi frutti
e caste ingorde e ladre ruban quel ch'è di tutti
che in comun si viva si goda e si lavori
tal'è l'aspettativa che abbiam noi malfattori
Amor ritiene uniti gli affetti naturali
e non domanda riti né lacci coniugali
noi dai profan mercati distòr vogliam gli amori
e sindaci e curati ci chiaman malfattori
Deh! ...
Chi sparge l'impostura avvolto in nera veste
chi nega la natura sfuggiam come la peste
sprezziam gli deì del cielo e i falsi lor cultori
del ver squarciamo il velo, perciò siam malfattori
Noi del lavor siam figli e col lavor concordi
sfuggir vogliam gli artigli dei vil padroni ingordi
che il pane han trafugato a noi lavoratori
e poscia han proclamato che siam dei malfattori
Deh! ...
La Chiesa e lo Stato l'ingorda borghesia
contendono al creato di libertà la via
ma presto i dì verranno che Papa Re e Signori
coi birri lor cadranno per man dei malfattori
Allor vedremo sorgere il sol dell'avvenir
in pace potrem vivere in libertà gioir
5
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4
Raccolta di canti politici - 2007
ADDIO A LUGANO
Addio Lugano bella o dolce terra pia
scacciati senza colpa gli anarchici van via
e partono cantando con la speranza in cuor.
Ed è per voi sfruttati per voi lavoratori
che siamo ammanettati al par dei malfattori
eppur le nostre idee son solo idee d'amor.
Cacciati senza tregua andrem di terra in terra
a predicar la pace ed a bandir la guerra
la pace fra gli oppressi la guerra agli oppressor.
Anonimi compagni amici che restate
le verità sociali da forti propagate
è questa la vendetta che noi vi domandiam.
E tu che ci discacci con una vil menzogna
Repubblica borghese un dì ne avrai vergogna
noi oggi t'accusiamo in faccia all'avvenir.
Elvezia il tuo governo schiavo d'altrui si rende
d'un popolo gagliardo le tradizioni offende
e insulta la leggenda del tuo Guglielmo Tell.
Addio cari compagni amici luganesi
addio bianche di neve montagne ticinesi
i cavalieri erranti son trascinati al nord. (3 volte)
5
FIGLI DELL’OFFICINA
Figli dell'officina o figli della terra
già l'ora s'avvicina della più giusta guerra
la guerra proletaria, guerra senza frontiere
innalzeremo al vento bandiere rosse e nere
Avanti siam ribelli fiori vendicator
di un mondo di fratelli di pace e di lavor
Dai monti e dalle valli giù giù scendiamo in fretta
pure le man dai calli noi la farem vendetta
del popolo gli arditi noi siamo i fior più puri
fiori non appassiti dal lezzo dei tuguri
Avanti …
Noi salutiam la morte, bella vendicatrice
noi schiuderem le porte a un'era più felice
ai morti ci stringiamo e senza impallidire
per l'anarchia pugnamo o vincere o morire
Avanti …
Raccolta di canti politici - 2007
6
O VENEZIA
O Venezia che sei la più bella
e te di Mantova che sei la più forte
gira l'acqua d'intorno a le porte
sarà difficile poterti pigliar.
L'altra notte entrando in Venezia
vedevo il sangue correva per terra
e i feriti sul campo di guerra
e tutto il popolo gridava «pietà».
O Venezia ti vuoi maritare
ma per marito ti daremo Ancona
e per dote le chiavi di Roma
e per anello le onde del mar.
7
STORNELLI D’ESILIO
O profughi d'Italia alla ventura
si va senza rimpianto e né paura.
Nostra patria è il mondo intero nostra legge è la libertà
ed un pensiero, ed un pensiero
nostra patria è il mondo intero nostra legge è la libertà
ed un pensiero, ribelle in cor ci sta.
Dei miseri le turbe sollevando
fummo d'ogni nazione messi al bando.
Nostra patria ,..
Dovunque uno sfruttato si ribelli
noi troveremo schiere di fratelli.
Nostra patria ...
Raminghi per le terre e per i mari
per un'idea lasciammo i nostri cari
Nostra patria...
Passiam di plebi varie tra i dolori
de la nazione umana precursori.
Nostra patria ...
Ma torneranno Italia i tuoi proscritti
ad agitar la face e dei diritti.
Nostra patria ...
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8
8
Raccolta di canti politici - 2007
LE QUATTRO STAGIONI
Ecco è l'aprile il fiore della vita
l'aria l'è piena di soavi odor
scorgo lontano tra l'erba ch'è fiorita
due che s'amano son confusi nell'amor.
O degli uccelli amo lo sgorgheggiar là sugli alberi e tra la verdura
amo coi piedi calpestar quel che produce la natura
quando scorgo quel sentier che mi conduce dov'io bramo
tutti i miei sogni e i miei pensier volano verso colei ch'io amo.
E nell'estate il canto soffocante
nell'officina ci sta il buon lavorator
pien di fatica e di sudor grondante
mentre il borghese lui disprezza il suo sudor.
O del martello amo lo smartellar su l'incudine nell'officina
amo il gallo a canticchiar con la sua sveglia mattutina
quando penso che il mio ben tra le mie braccia s'addormenta
chino il mio capo sul suo sen vorrei saperla sempre contenta.
E nell'autunno cadon le foglie morte
le mie speranze con lor sen van
Vorrei morire per non veder più niente
ma poi mi pento dico: sarebbe una viltà.
Amo dell'uva il vendemmiar con i suoi canti l'allegria
amo il vino a spumeggiar in mezzo ai canti all'osteria
quando penso nel mio cuor alla mia piccola lontana
cade una lacrima dal cuor triste risuona una campana.
Ecco è l'inverno cade la neve bianca
e bianchi i tetti i camin san lì a fumar
Quel casolare anche di legna manca
tutto è silenzio fuori che i marosi al mar.
Amo l'onda a spumeggiar contro lo scoglio che l'aspetta
amo il fulmine e il tuonar nel fragor della tempesta
quando san presso di te mi sento il cuore in armonia
sento d'amarti non so che sento d'amarti alla follia.
Or san vent'anni in questa oscura cella
dimenticato da colei che amo ancor
se ci ripenso io perdo la favella
con il pensare a quel mio soave amor.
Amo la notte ascoltar il passo della sentinella
amo la luna salutar quando rischiara la mia cella
quando penso all'avvenir alla mia libertà perduta
vorrei baciarla e poi morir mentr'essa dorme all'insaputa.
Raccolta di canti politici - 2007
9
A MORTE PRETI E FRATI
E quando muoio io non voglio preti
non voglio ave Marie, né Padrenostri
non voglio ave Marie, né Padrenostri
ma la bandiera rossa dei socialisti.
La rigi la rigì la rigìra
la gira sempr'arditi
evviva i socialisti
abbasso i gesuiti
Hanno arrestato tutti i socialisti
l'arresto fu ordinato ma dai ministri (2 v.te)
e questi sono i veri i veri camorristi.
La rigi ...
Ma se Giordano Bruno fosse campato
non esisterebbe più manco il papato (2
volte)
e il socialismo avrebbe più trionfato.
La rigi ...
E quando muoio io non voglio preti
non voglio ave Marie, né Padrenostri
ma quattro bimbe belle alla mia barella
ci voglio il socialista e la sua bella.
La rigi ...
La Francia ha già scacciato i preti e i frati
le monache i conventi ed i prelati (2 volte)
perché eran tutti spie e in ciò pagati.
10
La rigi la rigì la rigìra
la rota e la rotella
evviva Giordano Bruno
Garibaldi e Campanella
ULTIME ORE E DECAPITAZIONE DI SANTE CASERIO
Il sedici di agosto sul far della mattina
il boia ha già disposto l'orrenda ghigliottina
mentre Caserio dormiva ancor senza pensare al triste orror.
Entran nella prigione direttor e prefetto
con voce d'emozione svegliano il giovinetto
disse svegliandosi «che cosa c'è?» «E' giunta l'ora levati in piè
Udita la notizia ei si vestì all'istante,
veduta la giustizia cambiò tutt'il sembiante
gli chieser «prima d'andare a morir dite s'avete qualcosa da dir»
Rispose il giovinetto «prima che morto io sia
preso questo biglietto datelo a mamma mia
posso fidarmi che lei l'avrà mi raccomando per carità».
«Altro non ho da dire schiudetemi le porte
finito è il mio soffrire via datemi la morte
e tu mia madre dai fine al duol e darti pace pel tuo figliol»
Poi con precauzione dal boia fu legato
in piazza di Lione fu dunque trasportato
e spinto a forza il capo entrò nella mannaia che lo troncò.
Spettacolo di gioia la Francia manifesta
gridano «viva il boia che gli tagliò la testa»
gente tiranna e senza cuor che ride e sprezza l'altrui dolor.
Allor che n'ebbe avviso l'amata genitrice
le lacrime nel viso scorrean all'infelice
era contenta la madre almen pria di morire stringerlo al sen.
L'orribile dolore le fe' bagnare il ciglio
pensar solo al terror che li piombò nel figlio
misera madre quanto soffrì quando tal nuova del figlio udì.
«lo pregherò l'Eterno o figlio sventurato
che del tremendo Averno ti faccia liberato»
così pregando con forte zel l'alma divisa ritorni al ciel.
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Raccolta di canti politici - 2007
SANTE CASERIO
Versione toscana
Lavoratori a voi diretto è il canto
di questa mia canzon che sa di pianto
vi narrerò di un baldo giovin forte
che per amor di voi sfidò la morte.
A te Caserio ardea nella pupilla
delle vendette umane la scintilla
ed alla plebe che lavora e geme
donasti ogni tuo affetto ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita
e non vedesti che notte infinita
la notte del dolore e della fame
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore
di ignoti strazi alter vendicatore
e t'avventasti tu sì buono e mite
a scuoter larve umane ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero
e nuove insidie tesero al pensiero
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese pur tu non piegasti.
e i tuoi vent'anni una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina
al mondo vile la grand'alma pia
alto gridarono «viva l'anarchia».
Ma il dì s'appressa o bel ghigliottinato
che il tuo nome verrà purificato
quando sacre saran le vite umane
diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi Caserio entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
offriste sull'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro
vittime dell'altrui ozio e dell'oro.
Martiri ignoti e schiera benedetta
già spunta il giorno della gran vendetta
della giustizia già si leva il sole
il popolo tiranni più non vuole.
Raccolta di canti politici - 2007
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RODOLFO FOSCATI
Caro padre ti scrivo piangendo questi righi per me dolorosi
e che mi restano ma tanto ingollosi nel vedermi trattare così.
E scrivendo la mano mi trema e di tutto ti faccio palese
e m'hanno tolto la veste borghese e m'hanno tolto la mia gioventù.
Caro padre che brutti momenti e qui non contano né pugni né schiaffi
e disse 'I guardia «Ievategli i baffi» io l'avrei presa la spina nel cuor.
La mattina del venti di marzo il guardiano mi venne a vedere
e con sé ce l'aveva 'I barbiere e una scranna pé farmi sedé.
Con cattive maniere mi prese il rasoio 'un l'aveva perfetto
e mi raschiava parevo un capretto i mie' baffini li vedo andar giù.
Quando poi gli ebbian fatto tutto il guardiano accennò con un dito
e disse «questo gli è il vostro vestito» e nel vedello mi fece tremà.
«Questo numero che oggi indossate vi cancella il nome e il casato
centosette sarete chiamato e Rodolfo Foscati mai più».
13
MISERIA MISERIA
Miseria miseria
la dote ünica
che ai duma ai nostri fiöi
A piöv, fa freid, a fioca;
nui miseri
e l'uma gnenti ch'a „n cuata,
la miseria a j'è pur sempre
ch'a „n guida
fin a la mort
Malnütrì da lunga data,
sucialismu völ salvene
tüti quanti inscrit an lega
capital fuma mürì
la culpa l'è nostra
a l'è nui che s'lu vuruma
l'è nui ch‟i travajuma
par mantenhi aI lüssu lur
Disimpiega
senza 'n toch d‟ pan
Anduma „nduma
l'idea „n guida
cumbate „l prèivi e 'I capital
L 'han fam l'han fam e i cit e a ciamu
„dco lur al pan
„dco lur al pan
Carlu Marx Carlu Marx a l'ha dilu
a l'ha dilu al mund inter: üvërié üvërié unive
la vitoria a'v suridrà. Eviva!
Anduma „nduma ...
11
12
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Raccolta di canti politici - 2007
INNO DELLA RIVOLTA 1
Nel fosco fin del secolo morente
sull'orizzonte cupo e desolato
già spunta l'alba minacciosamente
del dì fatato.
Urlan l'odio la fame ed il dolore
da mille e mille facce ischeletrite
ed urla col suo schianto redentore
la dinamite.
Siam pronti e dal selciato d'ogni via
spettri macabri del momento estremo
sul labbro il nome santo d'Anarchia
insorgeremo.
Per le vittime tutte invendicate
là nel fragor dell'epico rimbombo
compenseremo sulle barricate
piombo con piombo.
E noi cadremo in un fulgor di gloria
schiudendo all'avvenir novella via
dal sangue spunterà la nuova istoria
dell'Anarchia.
15
INNO DELLA RIVOLTA 2
«Su comunisti della capitale» (oppure «Su su compagni della capitale»)
che giunto alfin è il dì della riscossa
quand'alzeremo sopral Quirinale
bandiera rossa.
Questa città ribelle e mai domata
dalle rovine e dai bombardamenti
la guardia rossa suona l'adunata
tutti presenti.
Vent'anni e più di tirannia fascista
col carcere il confino ed il bastone
non hanno menomato al comunista
la convinzione.
La convinzione di una nuova era
che al mondo porterà la redenzione
che porta scritto sulla sua bandiera
Rivoluzione.
E se la polizia 'n ce lascia perde
e se la polizia 'n ce lascia 'n pace
compenseremo dalle barricate
piombo su piombo.
E se morremo in un fulgor di gloria
schiacciando borghesia e capitalismo
dal sangue nascerà la nuova storia
del comunismo.
Raccolta di canti politici - 2007
16
BATTAN L’OTTO
Battan l'otto ma saranno le nove
i miei figlioli ma son digiuni ancora,
ma viva il coraggio, ma chi lo sa portare:
infame società, dacci mangiare.
Viva il coraggio, ma chi lo sa portare,
l'anarchia la lo difenderebbe,
ma viva il coraggio, ma chi lo sa portare:
i miei bambini han fame, chiedono pane.
Da socialista anch'io mi voglio vestire
bello gli è i‟ rosso, rosse son le bandiere;
ma verrà qui‟ giorno della rivoluzione,
infame società, dovrai pagare.
Verrà qui giorno della rivoluzione
verrà qui giorno che la dovrai pagare
ma verrà qui giorno della bandiera rossa
infame società, dovrai pagare.
Bella è la vita più bello gli è l'onore
amo mia moglie e la famiglia mia
ma viva 'I coraggio ma chi lo sa portare
infame società dacci mangiare.
Dei socialisti gli‟è pieno le galere
bada governo infame maltrattore
ma verrà qui giorno della rivoluzione
infame società dovrai pagare
17
L’ECCIDIO DI ANCONA
7 giugno 1914
Il fatale sette giugno proprio il dì dello Statuto
degli onesti avean voluto seriamente protestar.
Contro i capi e le feroci compagnie di disciplina
ma il prefetto alla mattina Malatesta fé arrestar.
Il comizio fu inibito ed allora a Villa Rossa
quella gente alquanto scossa dal rifiuto si adunò.
Tutti quanti gli oratori già d'accordo nel parlare
stabiliron d'iniziare una seria agitazion.
Nell'uscire i comizianti dai local tranquilli e buoni
fur purtroppo testimoni di una scena di terror.
Spinti oppressi circondati assaliti qual canaglie
dello stato la sbirraglia contro il popolo sparò.
Fu per l'orrida tragedia che nel mondo non v'è uguale
tre compagni a noi più cari morti caddero nel suoi.
Maledetta la sbirraglia che ci ha immersi nel dolore
lì per lì colpita al cuore tutt' Italia protestò.
Ma non basta la protesta non è nulla il nostro pianto
per colar che soffron tanto che hanno perso i lor figliolo
13
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18
Raccolta di canti politici - 2007
DIMMI O BEL GIOVANE
Dimmi o bel giovane onesto e biondo
dimmi la patria tua qual'è.
Adoro il popolo la mia patria è il mondo
il pensier libero è la mia fe'.
La casa è di chi l'abita è un vile chi l'ignora
il tempo è dei filosofi la terra di chi lavora
Addio mia bella casetta addio
madre amatissima e genitor.
lo pugno intrepido per la Comune
come Leonida saprò morir.
La casa è di chi l'abita...
19
INNO DEL PRIMO MAGGIO
Vieni o maggio t'aspettan le genti ti salutano liberi cuori
dolce Pasqua dei lavoratori vieni e splendi alla gloria del sol.
Squilli un inno di alate speranze al gran verde che il frutto matura
a la vasta ideal fioritura in cui freme il lucente avvenir.
Disertate o falangi di schiavi dai cantieri o dall'arse officine
via dai campi su dalle marine tregua tregua all'eterno sudor.
Innalziamo le mani incallite e sian fascio di forze feconde
noi vogliamo redimere il mondo dai tiranni dell'ozio e dell'or.
Giovinezze dolori ideali primavere dal fascino arcano
verde maggio del genere umano date ai petti il coraggio e la fe'.
Date fiore ai ribelli caduti
collo sguardo rivolto all'aurora
al gagliardo che lotta e lavora
al veggente poeta che muor.
20
AMORE RIBELLE
AII'amor tuo fanciulla altro amore io preferìa
è l'ideal l'amante mia a cui detti braccio e cor
Il mio core aborre e sfida i potenti della terra
il mio braccio muove guerra al codardo all'oppressor.
Perché amiamo l'uguaglianza siam chiamati malfattori
ma noi siam lavoratori che padroni non vogliam
Dei ribelli sventoliamo le bandiere insanguinate
e innalziam le barricate per la vera libertà
Se tu vuoi cara fanciulla noi lassù combatteremo
e nel dì che vinceremo braccio e cor ti donerò
Raccolta di canti politici - 2007
21
AMORE RIBELLE 2
Altra versione riferita alle mondine
Noi vogliamo l'uguaglianza siam chiamati malfattori
ma noi siam lavoratori che padroni non vogliamo
E giù la schiavitù vogliam la libertà
siamo lavoratori siamo lavoratori
e giù la schiavitù vogliamo la libertà
siamo lavoratori vogliam la libertà.
Dei ribelli sventoliamo le bandiere insanguinate
le farem le barricate per la bella libertà.
E giù ...
E ancor ben che siamo donne noi paura non abbiamo
per amor dei nostri figli noi in lega ci mettiamo.
E giù ...
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QUANDO L’ANARCHIA VERRÀ
Teresa Viarengo – Asti
Quando l'anarchia verrà tutto il mondo sarà trasformato
e nei governi sarà il ricordo d'infame passato
l'aborrito confin sparirà così pure i preti e i soldati
e nel mondo sol resterà l'ideai di cui siamo animati
e allora nel cuor pensando all'avvenire
cesserà lo strazio ed il soffrire.
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L’INTERROGATORIO DI SANTE CASERIO
Entra la corte esamina il Caserio
e gli domanda se si era pentito.
«Cinque minuti mi avessero dato
un altro presidente avré ammazzato».
«Lo conoscete voi questo pugnale?»
«Si lo conosco ci ha il manico arrotondo
nel cuore di Carnot l'ho penetrato a fondo».
«Li conoscete voi i vostri compagni?»
«Si li conosco io son dell'anarchia
Caserio fa 'I fornaio e non la spia».
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Raccolta di canti politici - 2007
IL MASCHIO DI VOLTERRA
E me ne stavo mesto a lavorare rinchiuso là ni maschio di Volterra
e mi dissero «allegro, grazia la fanno a te, tutt'i giornali parlano combattono per te»
«La grazia accetterò se me la danno co' miei diritti di buon cittadino
io son rinchiuso qui da ventun anno col marchio d'assassino».
Se gli innocenti li voglion qui serrar e i nostri patimenti chi li compenserà?
Non ebbi un'amicizia di un Labori, e il mio processo non lo vide Zola
dovrò subire sì pene offese e rancori e dalla rabbia mordo coperte e lenzuola
nel ripensar quanto dovrò soffrir
a tormentar mi sento !'anima lo stesso sì morir.
In queste quattro mura sì maledette
la meglio gioventù io l'ho qui passata
si portano l'offese a noi dirette
nel pronunciarci la galera a vita.
Mondo crudele che hai dato luce a me
son vittima di agenti di rinnegata fe'.
Vola pensiero mia sera e mattina
là nei dintorni di Borgo la Croce
via de' Pilastri e via Ghibellina
qua in Borgo Allegri e Borgo Santa Croce.
Mondo crudele che hai dato luce a me
son vittima di agenti di rinnegata fe'.
L'hanno riconosciuta la mia 'nnocenza
or che lo vedi il mio capello è grigio
viva l'adorno cavalier di scienza
che mi convertirono il bianco con il grigio
sette innocenti ci vollen qui serrar
ma i nostri patimenti chi li compenserà.
Di quell'infame Alessi io mi rammento
e di tutti gli altri infami testimoni
sento nell'aria un gelid'e un lamento
che mi sembra pervaso dai demoni.
Stride il Maocci che rantolando va
e gli dico «sei dannato per la tua falsità».
E addio compagni viva la libertà
e questo l'è 'I Batacchi vi saluta e se ne
va addio compagni viva la libertà
un saluto dal Batacchi: vi saluta e se ne va.
Raccolta di canti politici - 2007
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M’AVETE INCATENATO
M'avete incatenato e non fa niente vostro mestiere è fare gli aguzzin
mi avete bastonato crudelmente e non fa niente vostro mestiere è fare gli assassin
son comunista e questo lo sapete ed il mio cuore è pien di ribellion
ma vi sbagliate se credete coi martiri di fiaccar
questa mia fede di rivoluzione.
Compagni che rinchiusi sopportate la vii vendetta del dominator
forza ed energia incatenate perché vorremmo battere i signor.
Fui arrestato perché ho un ideale e lotto per scacciar lo sfruttator
che tiene schiavo sotto il giogo del bastone e del terror
il proletario che muore di fame.
Compagni che soffrite alle catene sperate in un gran giorno di riscossa
che uniti e fier marceremo verso il sol dell'avvenir
portando in alto la bandiera rossa
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GIÀ ALLO SGUARDO
Già allo sguardo già allo sguardo mi apparve la terra
tra gli alberi di un sole nascente
nel vederla nel vederla il mio cuore si serra
e nel petto mi balza fremente.
Tra le nebbie lontane lontane
già discopro del porto i fanali
non più lungi il suolo toscano
che fu patria di tanti immortali. (2 volte)
Perché mai, perché mai da te son lontano
fui esiliato, qual colpa commisi
perché mai perché mai sì potente la mano
mi strappò dai più dolci sorrisi.
Tra il lavoro e l'amore sognavo
di vederlo un popol redento
nel mio petto l'amore albergavo
non dell'odio il terribil tormento.
Dell'amore dell'amore la colpa espiai
e dall'isola infame ritorno
ma la fede ma la fede che ho sempre nel cuore
la riservo in un triste soggiorno.
Fra un istante avrò il piede posato
nella terra ove nacqui ed amai
e ove il duolo e la gioia provai
dove tante memorie lasciai.
Potrò alfine potrò alfine ristringere al seno
la mia sposa e i miei figli adorati
ma l'amplesso più puro e sereno
gioirò tra questi esseri amati.
Ma per sempre la fede ed il cuore
serberò per chi soffre e chi geme
l'ideale di pace e d'amore
sarà sempre la sola mia speme.
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Raccolta di canti politici - 2007
INNO DEI LAVORATORI
Su fratelli e su compagne su venite in fitta schiera
sulla libera bandiera splende il sol dell'avvenir!
Nelle pene nell'insulto ci stingemmo in muto patto
la gran causa del riscatto niun di noi vorrà tradir.
Il riscatto del lavoro del lavoro de‟ suoi figli opra sarà
o vivremo del lavoro o pugnando si morrà.
La risaia e la miniera ci han fiaccati ad ogni stento
come bruti d'un armento siam sfruttati dai signor.
I signor per cui pugnammo ci han rubato il nostro pane
ci han promesso una dimane la diman s'aspetta ancor.
Il riscatto del...
L'esecrato capitale delle macchine ci schiaccia
l'altrui solco queste braccia son dannate a fecondar.
Lo strumento del lavoro nelle mani dei redenti
spenga gli odi e fra le genti chiami il dritto a trionfar.
Il riscatto del...
Se divisi siam canaglie stretti in fascio siam potenti (lega)
sono il nerbo delle genti quei che han braccio e quei che han cor.
Ogni cosa è sudor nostro noi disfar, rifar possiamo
la consegna sia sorgiamo troppo lungo fu il dolor.
Il riscatto del...
Maledetto chi gavazza nell'ebbrezza e nei festini
fin che i giorni un uom trascini senza pene e senz'amor.
Maledetto chi non geme dello scempio dei fratelli
chi di pace ne favelli sotto il piè dell'oppressor.
Il riscatto del...
I confini scellerati cancelliam dagli emisferi
i nemici gli stranieri non son lunge ma son qui.
Guerra al regno della guerra morte al regno della morte
contro il dritto del più forte forza amici è giunto il dì.
Il riscatto del...
O sorelle di fatica o consorti negli affanni
che ai negrieri che ai tiranni deste il sangue e le beltà
agli imbelli ai proni al giogo mai non spenda il vostro riso
un esercito diviso la vittoria non corrà.
Il riscatto del...
Se uguaglianza non è frode fratellanza un'ironia
se pugnar non fu follia per la santa libertà
su fratelli su compagne tutti poveri non servi
co' gl'ignavi e co' protervi il transigere è viltà.
Raccolta di canti politici - 2007
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POVERO CAVALOTTI
In morte del deputato Felice Cavallotti – 1898
Povero Cavallotti di nome avei Felice
fine cos'infelice
non ti dovea seguir. (2 volte)
Dal deputato Macola un colpo nella gola
troncò la sua parola
e tosto egli spirò. (2 volte)
Così preziosa vita per caso iniquo e fello
si spense in un duello
che non dovea seguir. (2 volte)
Piangi deh piangi o popolo colui che t'amò tanto
ti sia verace il pianto
per chi ti rispettò. (2 volte)
Ti rispettò il politico il dotto e lo scienziato
e sempre venerato
dal popolo che amò. (2 volte)
È morto Cavallotti l'illustre letterato
l'onesto deputato
dolce ed onesto fu.
Piangi deh piangi Italia su quella tomba santa
e la vittoria canta
del grande che morì.
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LE MONDINE E LA CAVALLERIA
Il ventiquattro maggio a Ferrara un grande sciopero terribile guerra
un grande sciopero terribile guerra erano tutti in una stretta via
accompagnati ma dalla polizia.
Nel veder le crumire uscire le scioperanti si misero davanti
«Se avete il coraggio di andare ci tradite noi tutti quanti».
Nel veder le crumire ostinate le scioperanti si misero davanti
e lor si son gettate per terra «Calpestateci se avete il coraggio».
Il commissario con grande amarezza «Non ubbidite alla pubblica sicurezza
non vedete che questa è viltà, se non vi alzate vi faccio arrestà».
Le scioperanti si sono alzate «E non è vero che questa è viltà
son venuti e han fatto violenza trascinandoci con libertà».
Il commissario con grande Ironia disse agli altri «andate pur via
si fermi solo la Povera Maria che con noi la vogliamo portar».
La ragazza andava pian piano l'han portata davanti al Sultano
il Sultano sbeffando le disse «Son contento e ancor più felice».
Le scioperanti non dicon parola, si recano in mezzo alla folla
e sentirono le brutte novità «il vostro Riba ve l'hanno arrestà».
Quando Riba fu giunto sul treno e con la mano ci diede l'addio
«Non piangete miei cari compagni che ben presto sarò qui con voi».
A Sannazzaro che sono arrivati l'hanno rinchiuso in una prigione
come se fossero dei malfattori invece erano gente d'onor.
Tredici giorni di malinconia fu terminato in grande allegria
han rilasciato il Riba e la Maria, l'abbiam coperto di rose e fior.
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Raccolta di canti politici - 2007
QUATTRO SIGNORI A PARIGI VANNO (1920)
Quattro signori a Parigi vanno a commerciare e dividere il bottino
la guerra han fatto altro più non sanno
e la vittoria vuoi la pace - inganno
Il tribunale han confezionato di giudicare la pace imputata
e la giustizia han dimenticato han troppa fame han voglia di rubar.
Finito giugno pace non è fatta in sette mesi e più di discussione
fan fallimento tutto il mondo scatta gambe per aria par che debba andar
Evviva dunque la rivoluzione la borghesia più non regnerà
il bolscevismo sta per trionfare e dunque o popolo unito sta.
La dittatura del proletariato dopo la Russia avremo tutto il mondo
viva il soviet Lenin glorificato in un gran simbolo di civiltà
Evviva dunque la rivoluzione la borghesia più non regnerà
il bolscevismo sta per trionfare e dunque o popolo unito sta.
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BALLATA PER IL PINELLI
Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo che caldo faceva
«brigadiere apra un po' la finestra»
una spinta e Pinelli cascò.
«Sior Questore io ve l'ho già detto
vi ripeto che sono innocente
anarchia non vuol dire bombe
ma uguaglianza nella libertà».
«Poche storie indiziato Pinelli
che il tuo socio Valpreda ha parlato
lui è l'autore del vile attentato
e il suo complice certo sei tu».
«Impossibile» grida Pinelli
«un compagno non può averlo fatto
e l'autore di questo delitto
fra i padroni dovrete cercar».
«Poche storie indiziato Pinelli
che la stanza è già piena di fumo
se tu insisti apriam la finestra
quattro piani son duri da far».
L'hanno ucciso perch'era un compagno
poco importa se era innocente
«era anarchico e tanto ci basta»
disse Guida fascista questor.
Calabresi e te Guida assassini
se un compagno ci avete ammazzato
questa lotta non avete fermato
la vendetta più dura sarà.
C'è una bara e tremila compagni
portavamo le nostre bandiere
questa volta l'abbiamo giurato
non finisce di certo così.
Raccolta di canti politici - 2007
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L’ATTENTATO A TOGLIATTI
Alle ore undici del quattordici luglio dalla Camera usciva Togliatti
quattro colpi gli furono sparati da uno studente vile e senza cuor.
L'onorevole a terra colpito soccorso venne immediatamente
grida e lutto ovunque si sente, corron subito deputati e dottor.
L'assassino è stato arrestato dai carabinieri di Montecitorio
E davanti all‟interrogatorio ha confessato dicendo così:
«Già da tempo io meditavo di riuscire a questo delitto
appartengo a nessun partito è uno scopo mio personal».
Rita Montagnana che è al Senato coi dottori e tutto il personale
Han condotto il marito all'ospedale sottoposto alla operazion.
L'onorato chirurgo Valdoni con i ferri che sa adoperare
ha saputo la pallottola levare e la vita potergli serbar.
Il gesto insano brutale e crudele al deputato dei lavoratori
protestino contro gli attentatori della pace e della libertà.
L'onorevole Togliatti auguriamo che ben presto ritorni al suo posto
a difendere il paese nostro l'interesse di noi lavorator.
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FISCHIA IL VENTO
Fischia il vento infuria la bufera
scarpe rotte eppur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle
ogni donna a lui dona un sospir
nella notte lo guidano le stelle
forte il cuor il braccio nel colpir
nella notte lo guidano le stelle
forte il cuor il braccio nel colpir.
Se ti coglie la crudele morte
dura vendetta verrà dal partigian
ormai sicura è già la dura sorte
di quei vili che ognor cerchiam
ormai sicura è già la dura sorte
di quei vili che ognor cerchiam.
Cessa il vento calma è la bufera
torna a casa il fiero partigian
sventolando la rossa sua bandiera
vittoriosi e alfin liberi siam
sventolando la rossa sua bandiera
vittoriosi e alfin liberi siam.
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Raccolta di canti politici - 2007
BELLA CIAO
Stamattina mi son alzato o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
stamattina mi son alzato ed ho trovato l'invasor.
o partigiano portami via o bella ciao, bella ciad, bella ciao ciao ciao
o partigiano portami via che ho paura di morir.
E se muoio da partigiano o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e se muoio da partigiano tu mi devi seppellir.
E seppellire lassù in montagna o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e seppellire lassù in montagna sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno mi diranno «che bel fior».
E quest'è il fiore del partigiano o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e quest'è il fiore del partigiano morto per la libertà.
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BELLA CIAO DELLE MONDINE
Alla mattina appena alzate o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
alla mattina appena alzate in risaia ci tocca andar.
E fra gli insetti e le zanzare o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e fra gli insetti e le zanzare duro lavoro ci tocca far.
o mamma mia o che tormento o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
o mamma mia o che tormento io t'invoco ogni doman.
Il capo in piedi col suo bastone o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Il capo in piedi col suo bastone e noi curve a lavorar.
Ma verrà il giorno che tutte quante o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
ma verrà il giorno che tutte quante lavoreremo in libertà.
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SE NON CI AMMAZZA I CRUCCHI
Se non ci ammazza i crucchi se non ci ammazza i bricchi
i bricchi ed i capricci e il vento di Marenca
Se non ci ammazza i crucchi se non ci ammazza i bricchi
quando saremo vecchi ne avrem da raccontar
quando saremo vecchi ne avrem da raccontar.
La mia mamma la mi diceva non andar sulle montagne
mangerai sol polenta e castagne e ti verrà l'acidità.
La mia morosa la mi diceva non andare con i ribelli
non avrai più i miei lunghi capelli sul cuscino a riposar.
Se non ci ammazza i crucchi ...
Questa notte mi sono insognato che ero sceso giù in città
c'era mia mamma vestita di rosso che ballava col mio papà.
C'era i tedeschi buttati in ginocchio che chiamavano pietà
c'era i fascisti vestiti da prete che scappavan di qua e di là.
Se non ci ammazza i crucchi ...
Raccolta di canti politici - 2007
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O CANCELLIER CHE TIENI
O cancellier che tieni la penna in mano
scrive una letterina alla mia mamma.
Scrive una letterina alla mia mamma
dille che so in galera per una lotta.
Per una lotta giusta m'han condannato
lor m'han promesso il pane non me l'han dato.
Senti chiamar Giancarlo fatti coraggio
tre anni di galera son di passaggio.
Andrem tanto lontano tanto lontano
dove la bella Russia ti dona il pane.
O bella bella Russia ti dona il pane
non voglio ancor menzogne democristiane.
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VOGLIAM LA PACE
O Dio del ciel se fossi una rondinella
vorrei volare
in braccio alla mia bella.
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LÀ SU QUEI MONTI
Là su quei monti fuma la grancia
dove s'arrangia dove s'arrangia
Là su quei monti fuma la grancia
dove s'arrangia il partigian.
E il partigiano l'arma nella mano
guarda lontano guarda lontano
con la certezza che porterà
giustizia giustizia e libertà.
Là su quei monti stanno sparando
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Prendi il fucile e buttalo per terra
vogliam la pace
e non mai più la guerra.
là c'è il comando là c'è il comando
Là su quei monti stanno sparando
là c'è il comando del partigan.
E il partigiano …
Là su quei monti le stelle alpine
crescon vicine crescon vicine
Là su quei monti le stelle alpine
crescon vicine ai partigian.
E il partigiano …
SON LA MONDINA
Son la mondina son la sfruttata
son la proletaria che giammai tremò
m'hanno uccisa incatenata
cacere e violenza nulla mi fermò.
Coi nostri corpi sulle rotaie
noi abbiam fermato il nostro sfruttator
c'è molto fango nelle risaie
ma non porta macchia il simbol del lavor.
E lotteremo per il lavoro
per la pace il pane e la libertà
e creeremo un mondo nuovo
di giustizia e di nuova civiltà.
Questa bandiera gloriosa e bella
noi l'abbiam raccolta e la portiam più in su
dal vercellese al molinella
alla testa della nostra gioventù.
E se qualcuno vuol far la guerra
tutte unite insieme noi lo fermerem
vogliam la pace qui sulla terra
e più forti dei cannoni noi sare
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Raccolta di canti politici - 2007
A MORTE LA CASA SAVOIA
A morte la casa Savoia
bagnata da un'onda di sangue
si sveglia il popoI che langue
si sveglia il popoI che langue.
O ladri del nostro sudore
nel mondo siam tutti fratelli
noi siamo le schiere ribelli
sorgiamo che giunta è la fin
A morte il re e il principin
A morte il re e il principin.
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LA BADOGLIEIDE
o Badoglio, Pietro Badoglio, ingrassato dal fascio littorio
col tuo degno compare Vittorio ci hai già rotto abbastanza i coglion.
Las mai dì farei, las mai fai farei, las mai dì, las mai fa, las mai dì fa
las mai dì lo si si las mai fa lo no no, tutto questo salvarti non può.
Ti ricordi quand'eri fascista e facevi il saluto romano
ed al duce stringevi la mano, sei davvero un gran porcaccion.
Ti ricordi l'impero d'Etiopia e il ducato di Addis Abeba
meritavi di prender l'ameba ed invece facevi i milion.
Ti ricordi la guerra di Francia che l'Italia copriva d'infamia
ma tu intanto prendevi la mancia e col duce facevi ispezion.
Ti ricordi la guerra di Grecia coi soldati mandati al macello
ed allora per farti più bello rassegnavi le tue dimission.
A Grazzano giocavi alle bocce mentre in Russia crepavan gli alpini
ma che importa ci sono i quattrini e si aspetta la buona occasion.
L'occasione è arrivata, è arrivata alla fine di Luglio
ed allor per domare il subbuglio ti mettevi a fare il dittator.
Gli squadristi li hai richiamati gli antifascisti li hai messi in galera
la camicia non era più nera, ma il fascismo restava il padron.
Era tuo quell'Adami Rossi che a Torino sparava ai borghesi
se durava ancora due mesi, tutti quanti facevi ammazzar.
Mentre tu sull'amor di Petacci t'affannavi arrabbiato alle trombe
sull'Italia calavan le bombe e Vittorio calava i calzon.
I calzoni li hai calati anche tu nello stesso momento
ti credevi di fare un portento ed invece facevi pietà.
Ti ricordi la fuga ingloriosa con il re verso terre sicure
siete proprio due sporche figure, meritate la fucilazion.
Noi crepiamo sui monti d'Italia mentre voi ve ne state tranquilli
ma non crederci tanto imbecilli da lasciarci di nuovo fregar.
Se Benito ci ha rotto le tasche, tu Badoglio ci hai rotto i coglioni
di fascisti e di vecchi cialtroni, in Italia più posto non c'è.
Las mai dì farei, las mai fai farei, las mai dì, las mai fa, las mai dì fa
las mai dì lo si si las mai fa lo no no, tutto questo salvarti non può.
Raccolta di canti politici - 2007
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IL CANTO DEI DEPORTATI
Fosco il cielo sul lividore di paludi senza fin
tutto intorno è già morto o muore per dar gloria agli aguzzino
Sul suolo desolato al ritmo disperato zappiam
Wohin auch das Auge blicket Moor und Heide nur ringsum
Vogelsang uns nicht erquicket eichen stehen kahl und krumm.
Wir sind die Moorsoldaten und seihen mit dem Spaten ins Moor.
Loin vers l'infini s‟étendent les grands prés marécageux
Pas un seul oiseau ne chante dans les arbres secs et creux
O terre de détresse où nous devons sans cesse: piocher!
In this camp so sad and savage all enclosed with iron walls
They have us all live in cages lone enchained can't hear you call
Oh land of despair where we all have to share in death!
De nada nos sirven los lamentos el invierno pronto pasará
Llegará el día que gritemos contentos por fin la patria nuestra será
Ya no habrá mas soldados sufriendo en el pantano, ya no!
Botte grida lamenti e pianti, sentinelle notte e dì
Non un fiore su questa terra non un trillo in ciel udiam
Sul suolo desolato al ritmo disperato zappiam.
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CON LA GUERRIGLIA
E noi farem del monte un baluardo
saprem morire e rispettar la vita
per noi risorgerà la nuova Italia
con la guerriglia.
Per le vittime nostre invendicate
per liberar l'oppressa nostra gente
ritorna sempre invitto nella lotta
il patriota.
Il nostro grido è libertà o morte
sull'Aspromonte ci siam fatti i lupi
al piano scenderem per la battaglia
per la vittoria
Famelici di pace di giustizia
Annienterem fascismo e tiranni
Rossi di sangue e carichi di gloria
Nel fior degli anni
Ai nostri morti scaverem la fossa
Sulle rupestri cime sarà posta
Per lor risorgerà la nuova Italia
Con la guerriglia
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Raccolta di canti politici - 2007
MARCIAM MARCIAM
Marciam marciam marciam ci batte il cuore
s'accende la fiamma la fiamma dell'amore (2 volte)
e quando vedo il partigian passar
E sotto il sole ardente con passo accelerato
cammina il partigiano col zaino affardellato
cammina il partigiano che stanco mai si sente
cammina allegramente con gioia e con ardor
Marciam…
Non c'è tenente né capitano né colonnello né generale
questa è la marcia dell'ideai dell'ideai
un partigiano vorrei sposar!
46
SON CIECO
Son cieco e mi vedete devo chiedere la carità
ho quattro figli che piangono del pane non ho da dar.
Noi anderemo a Roma e davanti al papa e al re
noi grideremo ai potenti che la miseria c'è.
E per le vie di Roma la bandiera vogliamo alzar
sventola la bandiera il socialismo trionferà.
47
L’INTERNAZIONALE
Compagni avanti il gran partito
noi siamo dei lavorator.
rosso un fiore in petto c'è fiorito,
e una fede c'è nata in cuor.
Noi non siamo più nell'officina,
entro terra, nei campi, in mar
la plebe sempre all'opra china
senza ideali in cui sperar.
Su lottiamo! L'ideale
nostro fine sarà
l'internazionale
futura umanità. .
Un gran stendardo al sol fiammante
dinanzi a noi glorioso va,
noi vogliam per esso siano infrante
le catene alla libertà.
Che giustizia alfin venga vogliamo
non più servi non più signor;
fratelli tutti essere dobbiamo
sotto l'emblema del lavor.
Su lottiamo! L'ideale …
Lottiam! Lottiam la terra sia
di tutti eguale proprietà
più nessun nei campi dia
l‟opra ad altri che in ozio sta
e la macchina sia alleata
non nemica ai lavorator
così la vita rinnovata
all'uom darà pace e lavor
Su lottiamo! L'ideale …
Avanti! Avanti la vittoria
è nostra e nostro è l'avvenir
più civile e giusta la storia
un'altra era sta per aprir
largo a noi! All'alta battaglia
noi corriamo per l'ideai
via largo! Noi siam la canaglia
che lotta pel suo Germinal
Su lottiamo! L'ideale
Raccolta di canti politici - 2007
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COSA RIMIRI MIO BEL PARTIGIANO
Cosa rimiri mio bel partigiano
e io rimiro la figlia tua ch'è la più bella della città.
La mia figlia l'è giovane e bella
a un partigiano non gliela do in camerella la chiuderò.
In camerella chiudetela pure
verrò di notte e la ruberò su l'alti monti la porterò.
Sugli alti monti portatela pure
verran tedeschi a rastrellare e la biondina l'ammazzerà.
La mia banda l'è forte ed armata
e dei tedeschi paura non ha con la mia banda la vincerò.
E se tu vuoi sposar la mia figlia
un giuramento tu devi far di star sett'anni senza baciar.
Mamma mia che mal giuramento
aver l'amante così vicin e star sett'anni sanza bacin.
Quan fu stato sull'alte montagne
una bufera si scatenò e la biondina in braccio andò.
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DALLE BELLE CITTÀ
Dalle belle città date al nemico
fuggimmo un dì sull'arida montagna
cercando libertà tra rupe e rupe
contro la schiavitù del suoi tradito.
Lasciammo case scuole ed officine
mutammo in caserme le vecchie cascine
armammo le mani di bombe e di mitraglia
temprammo i muscoli e il cuore in battaglia.
Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.
Di giustizia è la nostra disciplina
libertà è l'idea che ci avvicina
rosso sangue è il color della bandiera
partigiana è la forte ardente schiera.
Per le strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate
sentimmo l'ardor della grande riscossa
sentimmo l'amor per la patria nostra.
Siamo i ribelli della montagna ..
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Raccolta di canti politici - 2007
ROSSO LEVANTE PONENTE
Rosso levante ponente rosso scolpito nel cuor
rossa è la nostra bandiera emblema di pace e lavor
rossa è la nostra bandiera emblema di pace e lavor.
La guerra è voluta dai ricchi non porta che fame e terror
su avanti compagni lottiamo a morte il fascismo oppressor
su avanti compagni lottiamo a morte il fascismo oppressor.
La celere ci lega le mani il clero ci lega il cervel
chi libera i popoli schiavi è solo la falce e martel
chi libera i popoli schiavi è solo la falce e martel.
Quanti son morti per noi lunga la lotta fatal
gloria eterna agli eroi morti son per l'ideal
gloria eterna agli eroi morti son per l'ideal.
51
IL FEROCE MONARCHICO BAVA
Alle grida strazianti e dolenti di una folla che pan domandava
il feroce monarchico Bava gli affamati col piombo sfamò.
Furon mille i caduti innocenti sotto al piombo dei feroci Caini
e al furor dei soldati assassini «morte ai vili» la plebe gridò.
Dhe! Non rider sabauda marmaglia se il fucile ha domato i ribelli
se i fratelli hanno ucciso i fratelli sul tuo corpo quel sangue cadrà.
La panciuta caterva dei ladri dopo avervi ogni bene usurpato
la lor sete di sangue ha saziato in quel giorno nefasto e feral.
Su piangete mestissime madri quando oscura discende la sera
per i figli gettati in galera per gli uccisi dal piombo fatal.
52
CON DE GASPERI NON SE MAGNA
Ministro dell'Interno è un certo Mario Scelba
che spara sulla folla poi prega il Padreterno.
Clè olè olè con De Gasperi non se magna
olè olè olè cancelliere l‟abolirem.
Ministro dei Trasporti è un certo Corbellini
che mangia le rotaie e poi anche i traversini.
Clè olè olè con De Gasperi non se magna
olè olè olè con De Gasperi turna indrè
Il Papa con De Gasperi suonava le campane
e mentre il popolo facea morir di fame.
Clè olè olè con De Gasperi non se magna
olè olè olè con De Gasperi turna indrè.
Il 25 aprile è nata una puttana
e le hanno messo nome Democrazia Cristiana
Clè olè olè con De Gasperinon se magna
olè olè olè con De Gasperi turna indrè.
Raccolta di canti politici - 2007
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FIGLI DI NESSUNO
Noi siam nati chissà quando chissà dove allevati dalla pubblica carità
senza padre senza madre senza un nome noi viviam come gli uccelli in libertà.
Figli di nessuno per i boschi noi viviam ci disprezza ognuno perché laceri noi siam
ma se c'è qualcuno che ci sappia ben guidar e ben guidar
figli di nessuno anche a digiuno sappiamo marciar (lottar).
Noi viviam fra i boschi e sulle alte cime e dagli aquilotti ci facciamo comandar
ma il nemico nostro dai confini scaccerem e scaccerem
e l'Italia bella noi la saprem e la saprem liberar.
Figli di nessuno per i boschi noi viviam …
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IL BERSAGLIERE HA CENTO PENNE
Il bersagliere ha cento penne
e l'alpino ne ha una sola
il partigiano ne ha nessuna
ma sta sui monti a guerreggiar.
La sui monti vien giù la neve
la bufera dell'inverno
ma se venisse anche l'inferno
il partigian riman lassù.
Quando poi ferito cade
non piangetelo dentro al cuore
perché se libero un uomo muore
che cosa importa di morir.
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LA BRIGATA GARIBALDI
Fate largo quando passa la Brigata Garibaldi
la più bella la più forte la più bella che ci sia
fate largo quando passa il nemico fugge allor
siam fieri e siam forti per cacciare l'invasor.
Abbiam la giovinezza in cor simbolo di vittoria
andiamo sempre forte e siamo pieni di gloria
la stella rossa in fronte la libertà portiamo
ai popoli oppressi la libertà noi porterem
Fate largo quando passa la Brigata Garibaldi
la più bella la più forte la più bella che ci sia
fate largo quando passa il nemico fugge allor
siam fieri e siam forti per cacciare l'invasor.
Con la mitraglia fissa e con le bombe a mano
al traditor fascista gliela faremo pagare
noi lottiam per l'Italia pel popolo ideale
pel popolo Italiano noi sempre lotterem
Abbiam la giovinezza in cor simbolo di vittoria
andiamo sempre forte e siamo pieni di gloria
la stella rossa in fronte la libertà portiamo
ai popoli oppressi la libertà noi porterem
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Raccolta di canti politici - 2007
NOSTRO MESSICO
Nostro Messico febbraio ventitré
lasciò Carranza passar gli americani
molti fanti seicento aeroplani
cercavan Villa per il Messico inter.
Cominciarono con i bombardamenti
gli aeroplani cominciarono a volar
ogni casa venne rastrellata
cercavan Villa lo volevano ammazzar.
Quelli a cavallo non potevan cavalcare
e quelli a piedi non potevano marciare
allora Villa salì su un aeroplano
e dall'alto li salutò «Good bye»
Cominciarono a mandare spedizioni
allora Villa uno scherzo preparò
e si vestì da soldato americano
e i suoi soldati in questo modo trasformò
e quando i gringos videro le bandiere
con quelle strisce che Villa disegnò
atterrarono coi loro aeroplani
e Pancho Villa così li catturò.
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E a Chihuahua e a Città Huarez
ci fu sorpresa nella popolazion
e nel veder tanti gringos carranzisti
che Pancho Villa appese ai lampion.
Ai carranzisti e al popolo del Texas
e a Chihuahua a Camargo e Carrizal
Pancho Villa con tutte le sue forze
inflisse una batosta senza egual.
Cosa credevan di trovar gli americani
che avevan preso per un gioco questa guerra
e con la faccia piena di vergogna
se ne tornarono alla loro terra.
E io vi chiedo fedeli compagni
di rimanere fermi ai piedi del cannon
e di sparare l'ultima mitraglia
ma per difendere la rivoluzion.
(l‟idea e la nazion)
LA MORTE DI ANITA GARIBALDI
Noi ti aspettiamo nell'alba fiorita camicia rossa fiore di vita
per i miei figli solo a morire mio caro sposo mi devi lasciare
se gli occhi miei ti voglion mirare tu con un bacio li chiuderai.
Sale la febbre nella laguna come l'allodola trema l'Anita
porge allo sposo la mano sfinita lo guarda e prega con un sospir.
Per i miei figli questo sospiro per il mio sposo questo sorriso
ma della morte sul suo bel viso è già discesa l'ombra crudel.
La barca nera sulla laguna porta l'Anita come una cuna
canta nel cielo e l'Ave Maria che l'accompagna nell'agonia.
È morta Anita all' Ave Maria quando la rondine scende dal cielo
«il Generale la bacia e piange deve lasciarla deve salvarsi per riportarci LA LI BERTÀ».
E chi lo salva mai dai tedeschi e tutta Italia mai salverà (2)
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PIETÀ L’È MORTA
Lassù sulle montagne bandiera nera
è morto un partigiano nel far la guerra,
un altro Italiano va sottoterra.
Laggiù sottoterra trova un alpino
caduto nella Russia con il Cervino.
Ma prima di morire m'ha ancor pregato
che Dio maledica quell'alleato.
Che Dio maledica chi ci ha tradito
lasciandoci sul Don e poi è fuggito.
Raccolta di canti politici - 2007
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RONDINELLA PELLEGRINA
Rondinella pellegrina che ti posi in sul verone
ricantando ogni mattina quella flebile canzone
Che vuoi dirmi in tua favella pellegrina rondinella.
Solitaria nell'oblio dal tuo sposo abbandonata
piangi forse il pianto mio vedovetta sconsolata
piangi piangi in tua favella pellegrina rondinella.
Oh se anch'io ... ma lo contende questa bassa angusta volta
dove sole non risplende dove l'aria ancor m'è tolta
donde a te la mia favella là giunge appena rondinella.
Il settembre innanzi viene a lasciarmi ti prepari
tu vedrai lontane arene nuovi monti e nuovi mari
salutando in tua favella pellegrina rondinella.
E io tutte le mattine riaprendo gli occhi al pianto
fra le nevi e fra le brine crederò d'udir quel canto
onde par che in tua favella mi compianga o rondinella.
Una croce a primavera troverai su questo suolo
rondinella in su la sera sovra lei raccogli il volo
dimmi pace in tua favella pellegrina rondinella.
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E L'ITALIA L'È MALADA
E l'Italia l'è malada e Sartori l'è 'I dutur (Lenino l'è 'I dutur)
per far guarì l'Italia
ci vuole la rivoluzion (tajem la testa ai siur).
Andremo sul monte Calvario
dov'è nato Gesù Cristo
e l'era un vero comunista
predicava la libertà.
o Romagna bella Romagna
dell'Italia sei la più forte
dell'anarchia vogliam la morte
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SENTITE BUONA GENTE
Sentite buona gente un fatto di dolore
di un povero prigioniero che mi commuove il cuore.
Trovandosi ammalato e non riconosciuto
il tenente ingrato invece l'ha abbattuto.
E mentre lo abbatteva correva in camerata (incatenato)
«non mi vedrai mai più o madre desolata».
Vigliacco d'un tenente hai il cuore d'un leone
meriteresti il fronte o la fucilazione.
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Raccolta di canti politici - 2007
DELL'ITALIA VOGLIAM LA LIBERTÀ. LA RONDINELLA D’ASPROMONTE
Enrico Mayer – 1840
O rondinella che libera l'ali
spieghi or fuggendo or tornando ver me
dhe se pur senti pietà dei miei mali
vai dove andare è negato al mio piè.
Tu dei volar d'Aspromonte al Cimino
e dal Cimino all' Amiata passar
poi dell'Etruria nel dolce giardino
sui freschi margini d'Arno posar.
Là dove franta più mormora l'onda
giunta di Flora il bel seno a lambir
mesto e romito vedrai sulle sponde
l'abbandonato mio tetto apparir.
Stanza di pace, oh! Se farvi il tuo nido
tu pur volessi al ritorno d'aprii
non mai la sorte un asilo più fido
darti potrà rondinella gentil.
E di volare t'arresti il desìo
lì ti riposa in l'Etrusco terren
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quello è il mio cielo il mio suolo natìo
e di mia madre ti posa sul sen.
Dille: son io di color messaggera
che giuro fean d'aver Roma o morir
ma pur la sorte si rese a noi fera
purtroppo il giuro ho dovuto fallir.
L'empio ministro che serve al tiranno
e della Senna il valore segnò
provocando con l'armi a noi danno
di sangue il suoi d'Aspromonte bagnò
Si, ma dell'ltalo sangue ogni stilla
che fu versato un torrente sarà
quando a riscossa imitando Balilla
l'Italia tromba l'appello farà.
E detto questo se al primo barlume
io ti vedrò alla prigione venir
raccoglierò sulle molli tue piume
l'aure d'Etruria e i materni sospir.
IGNORANTI SENZA SCUOLE
Ignoranti senza scuole calpestate dal padron
eravamo la plebe della terra ma in risaia come in prigion.
Ci hanno detto «questa vita la dovete sempre far
i padroni ci son sempre stati e per sempre dovran restar»
Ma un bel giorno ci abbiam risposto «voi siete i servi del padron
se lottiamo avremo più giustizia più diritto di pace e di lavor.
Ma i padroni hanno armi di menzogna e corruzion
Hanno i giornali il cinema la radio che difende i diritti del padron.
Ma «Noi donne» l'è un gran faro che ci illumina il cammin
per noi donne è un'arma di progresso di giustizia per tutte noi mondin.
Raccolta di canti politici - 2007
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E ANCHE PER QUEST'ANNO
E anche per quest'anno ragazze ci han fregato
con tutte le sue chiacchiere in risaia ci han mandato
e noi povere donne ci tocca lavorar
per mantenere i ricchi al suo paese a passeggiar.
Ci sono dei padroni che sono un po' incoscienti
comandano bestemmiano con la bava tra i denti
dicendo: queste donne lavor non lo sanno far
dovrebbero far presto come il treno a camminar.
Se si parla del trapianto l'è una cosa da far spavento
lor vogliono file dritte anche se siamo in duecento
se c'è una povera donna che la si sente mal
vanno col rallentamento per portarla all'ospedal
E tutto quel sudore che noi quaggiù prendiamo
saranno poi le lacrime dei figli che noi abbiamo
grideranno «mamma voglio da mangiar»
allora lotteremo per lavoro e libertà.
C'è poi un'altra cosa da fare ben presente
con pane riso e vitto non ci si capisce niente
e riso sempre riso e acqua in quantità
e Scelba al governo coi signori a consolar.
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Senza pane senza paga senza lavoro
Vivon oggi gli operai in quantità
Manganello sfollagente la prigione
Sono i doni che De Gasperi ci dà
Ma il 18 aprile…
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VI RICORDATE QUEL 18 APRILE
Vi ricordate quel 18 aprile di aver votato democristiani
Senza pensare all‟indomani a rovinare la gioventù
O care madri dell‟Italia ma che ben presto vi pentirete
Se i vostri figli ancor vedrete abbandonare i lor casolar
Ma cosa fa quel Mario Scelba con la sua celere e questura
Ma i comunisti non han paura difenderanno la libertà
E operai e compagni tutti che sempre uniti noi saremo
E tutti in coro noi canteremo Bandiera rossa trionferà
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Raccolta di canti politici - 2007
QUANDO SENTO IL PRIMO FISCHIO
Quando sento il primo fischio il mio sangue si mette a tremar
E se sbaglio una sola volta (2)
Me la multa mi tocca pagar
Oi giovinotti cari se vurì fare l‟amor,
andè da le filère lerà , andè da le filère lerà
Oi giovinotti cari se vurì fare l‟amor,
andè da le filère lerà ,no sté a guardarghe i color
No sté a guardarghe i colori no sté a guardarghe le man
L‟è l‟fum de la candéla lerà, l‟è l‟fum de la candéla lerà
No sté a guardarghe i colori no sté a guardarghe le man
L‟è l‟fum de la candéla lerà, c‟al dis che‟l ghe fa mal
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QUANDO SAREMO A REGGIO EMILIA
Quando saremo a Reggio Emilia el me murus el sarà in piazza
“Bella mia sei arrivata”, “Bella mia sei arrivata”
Quando saremo a Reggio Emilia el me murus el sarà in piazza
“Bella mia sei arrivata, dime un po‟ come la va”
Di salute la mi va bene le borsette quasi vuote
Ma di cuor siam malcontente, ma di cuor siam malcontente
Di salute la mi va bene le borsette quasi vuote
Ma di cuor siam malcontente,di aver tanto lavorà.
Quando saremo a Reggia Emilia i creditur i sarà in piaza
“bela mia fora la bursa” “bela mia fora la bursa”
Quando saremo a Reggia Emilia i creditur i sarà in piaza
“bela mia fora la bursa, che vurum avess pagà”
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O CARE MAMME
O care mamme apriteci le porte
le vostre figlie le vostre figlie
o care mamme apriteci le porte
le vostre figlie gh'è drè rivà.
Quando saremo alla stazion centrale
ad abbracciar ad abbracciar
quando saremo alla stazion centrale
ad abbracciar i nostri genitor.
Arriveremo al sabato di sera
con la bandiera con la bandiera
arriveremo al sabato di sera
con la bandiera in sul vapor.
Li abbracceremo e poi li stringeremo
con tanta gioia con tanta gioia
li abbracceremo e poi li stringeremo
con tanta gioia nei nostri cuor.
E se 'l vapore al va e se 'l camina
l'è l'alegria l'è l'alegria
e se 'l vapore al va e se 'l camina
l'è l'alegria dei mondaris.
O care mamme siam tutte rovinate
dalle zanzare dalle zanzare
o care mamme siam tutte rovinate
dalle zanzare e dai moscerin,
e dai capresti e scarfolin.
Raccolta di canti politici - 2007
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ADDIO MORETTIN
Addio morettin ti lascio finita è la mondada
tengo un altro amante a casa (2)
Addio ... più bellin assai di te.
Più bellino più carino più sincero nel far l'amore
ci ho donato la vita e il cuore (2)
Più ... per sempre l'amerò.
Tu credevi ch'io ti amassi mentre invece ti ho ingannato
caramelle tu m'hai donato (2)
tu ... vino bianco abbiam bevu.
Ti ho amato quaranta giorni sol per passare un'ora
e adesso ch'è giunta l'ora (2)
ti ho ... ti lascio in libertà.
E la libertà l'è quella di non più lavorare
casa vogliamo andare (2) .
e la ... in cima del vapor.
L'amor de' Piemontesi al g'ha poca durada
finita la mondada (2)
l'amor ... l'amor non si fa più
e io t'amerò nel cuor sospirerò ma io per te ma io per te (2)
morire no no e no.
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SALUTEREMO IL SIGNOR PADRONE
Saluteremo il signor padrone per il male che ci ha fatto
che ci ha sempre maltrattato fino all'ultimo moment.
Saluteremo il signor padrone per la sua risaia nera
pochi soldi 'nt 'la casseta e i debit da pagar.
Macchinista macchinista faccia sporca
metti !'olio nei stantuffi
di risaia siamo stufi (2)
casa nostra vogliamo andar.
Con un piede con un piede sulla staffa
e quell'altro sul vagone
ti saluto cappellone (2)
casa nostra vogliamo andar.
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Raccolta di canti politici - 2007
L'ALBANIA
Sento il fischio del vapore l'è 'I mio amore che 'I va via
e l'è partito per l'Albania chissà quando ritornerà.
Ritornerà sta primavera con la spada insanguinata
e se mi trova già maritata ohi che pena ohi che dolor.
Ohi che pena ohi che dolore che brutta bestia è mai l'amore
starò piuttosto senza mangiare ma l'amore lo voglio far.
Lo voglio far mattina e sera finché torna la primavera
la primavera è ritornata ma il mio amore m'ha abbandonà
M'hanno chiuso in convento e mi han tagliato i miei capelli
eran biondi ricci e belli mi han tagliato le mie beltà.
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PARTONO GLI EMIGRANTI
Alfredo Bandelli
Non piangere bella se devo partire
se devo restare lontano da te
non piangere bella non piangere mai
che presto vedrai ritorno da te.
Addio alla mia terra addio alla mia casa
addio a tutto quello che lascio quaggiù
o tornerò presto o tornerò mai
soltanto i ricordi io porto con me.
Partono gli emigranti partono per l'Europa
sotto lo sguardo della polizia
partono gli emigranti partono per l'Europa
i deportati de la borghesia.
O bella lontano non so quanto tempo
avrò d'aspettare finché tornerò
le notti son lunghe non passano mai
e non posso mai averti con me.
Soltanto fatica violenza e razzismo
ma questa misera coscienza ci da
consumo le mani e mi cresce la voglia
la voglia di avere il mondo per me.
Partono gli emigranti ...
Raccolta di canti politici - 2007
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LA GUARDIA ROSSA
Ecco s'avanza uno strano soldato
vien dall'oriente e non monta destrier
la man callosa ed il viso abbronzato
è il più glorioso di tutti i guerrier.
Non ha pennacchi e galloni dorati
ma sul berretto scolpiti nel cuor
porta un martello e una falce incrociati
son gli emblemi del lavor (viva il lavor!).
È la Guardia Rossa che marcia alla riscossa
e scuote dalla fossa la schiava umanità.
Giacque vilmente la plebe in catene
sotto il tallon dell'iniquo padron
dopo millenni di strazi e di pene
l'asino alfine si cangia in leon.
Sbrana furente il succhion coronato
spoglia il nababbo dell'or che rubò
danna per fame al lavoro obbligato
chi mai non lavorò.
È la Guardia Rossa ...
Accorre sotto la rossa bandiera
tutta la folla dei lavorator
rimbomba il passo dell'epica schiera
sopra la tomba del mondo che muor.
Tentano invano risorgere i morti
tanto che vale lottar col destin
marciano al sole più ardenti e più forti
le armate di Lenin viva Lenin
E la Guardia Rossa ...
Quando la notte la plebe riposa
nella campagna e nell'ampia città
più non la turba la tema paurosa
del suo vampiro che la svenerà
che sempre veglia devota e tremenda
la Guardia Rossa alla sua libertà
la tirannia cancrenosa ed orrenda
più non ritornerà, non tornerà.
È la Guardia Rossa ...
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SE OTTO ORE
Se otto ore vi sembran poche (son troppo poche)
provate voi a lavorar,
e proverete la differenza di lavorar e di comandar.
O Mario Scelba se non la smetti
di arrestare i lavorator
e noi faremo come a) duce, piazza Loreto ti ammazzerem (ti appenderem) .
E noi faremo come la Cina
e suoneremo il campanel
innalzeremo falce e martello e giderem viva «Mao Tze Tun».
E noi faremo come la Russia
chi non lavora non mangerà
e quei vigliacchi di quei signori dovranno loro a lavorà.
E noi faremo come la Russia
e suoneremo il campanel
innalzeremo falce e martello e grideremo «viva Stalin!» .
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HA DETTO DE GASPERI
Ha detto De Gasperi a tutti i divoti «dateme u vot 'e nun ci penzate
e lu vote che vui mi date lu paradise vi l'accattate
vi l'accattate pé vitam aeterna jennu raminghi cu na linterna
e pé dispetto ai communisti ca vonn'a morte dei capitalisti»
capitalisti noi a ci vulemmo sennò a sto munne come suffrème».
«Beato chi soffri» ha dettu «Più c'a farve suffrire ce pienze iu».
«Vi fazzu fare 'na cura sto vierno ca se murite nu gghiat 'a lo 'nfernu
a lo "nfernu arassosia megghiu morire de chicchessia
di chicchessia no more a nissuno supa na lunga cura a dijuno.
Co u dijunare so fatti li santi no co manciari brutt'ignoranti
brutti ignuranti che un capisciti chi mi parrati quann'un sapiti
quann'un sapiti chillu ca fazzu m'avete adiri ca signu pazzu».
Nun signu pazzu né testa di rapa ca pazzu è chillu ca vole lu papa
lu papa ha ditte «poari pezzi enti salvaci l'anima e tiraci i denti
e tiraci li denti pé nun mangiari e tappaci a vucca pé nun fumà».
lo ne li denti m'aggiu attirati né la vucca m'aju attappati
mi l'aju lassata pi nc'incantà avanzi di ziti pé unn'accattà
pé unn'accattari nemmeno una sarda pé penitenza a rroba si guarda.
Quannu si guarda c'è l'abbundanza ca pu sperare e tinchi la panza
tinchi la panza asciutta e si ti lamenti si farabbutte
ssì farabbutt 'e senza cuscienza a uuomu du papa li bbenedicu.
Ti benedicu gran populuni ca ssì legatu cu stu curduni
ssì cristiane e statti cuntente ti salvi l'anima e campi de viente
Raccolta di canti politici - 2007
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IL DICIOTTO APRILE
Il diciotto aprile a votare noi andrem
per il fronte unito tutti quanti voterem
ma se c'è qualcuno che capito ancor non ha ancor non ha
guardi al due giugno e qualche cosa capirà
senza pane senza paga senza lavoro
vivono oggi gli operai in quantità
manganello sfollagente la prigione
sono i doni che De Gasperi ci da.
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PER I MORTI DI REGGIO EMILIA
Compagno cittadino fratello partigiano
teniamoci per mano in questi giorni tristi
di nuovo a Reggio Emilia di nuovo giù in Sicilia
son morti dei compagni per mano dei fascisti
di nuovo come un tempo sopra l'Italia intera
fischia il vento ed urla la bufera.
A diciannove anni è morto Ovidio Franchi
per quelli che son stanchi o sono ancora incerti
Lauro Fraioli è morto per riparare al torto
di chi si è già scordato di Duccio Galimberti
son morti sui vent'anni per il nostro domani
son morti come vecchi partigiani.
Marino Serri è morto è morto Afro Tondelli
ma gli occhi dei fratelli si son tenuti asciutti
compagni sia ben chiaro che questo sangue amaro
versato a Reggio Emilia è sangue di noi tutti
sangue del nostro sangue nervi dei nostri nervi
come fu quello dei Fratelli Cervi.
Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso
è sempre quello stesso che fu con noi in montagna
ed il nemico attuale è sempre ancora uguale
a quel che combattemmo sui nostri monti in Spagna
uguale è la canzone che abbiamo da cantare
«scarpe rotte eppur bisogna andare».
Compagno Ovidio Franchi compagno Afro Tondelli
e voi Marino Serri, Reverberi e Fraioli
dovremo tutti quanti aver d'ora in avanti
voialtri al nostro fianco per non sentirci soli
Morti di Reggio Emilia uscite dalla fossa
fuori a cantar con noi «Bandiera Rossa».
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Raccolta di canti politici - 2007
NON SIAM PIÙ LA COMUNE DI PARIGI
Non siam più la comune di Parigi che tu borghese schiacciasti nel sangue
non più gruppi isolati o divisi
ma la gran massa dei lavorator.
Che uniti e compatti marciamo sotto al rosso vessillo dei Soviet
di Togliatti (di Lenin) i compagni (il plotone) noi siamo
siam la forza del lavor.
In piedi proletari è giunto il dì della riscossa
in alto la bandiera rossa simbolo di libertà
in piedi o proletari è giunto il gran momento
di dire alfin chi siamo di dir cosa vogliam.
Vogliam la libertà pace lavoro e pane
vogliamo alfin redimere tutta l'umanità
vogliam che sulla terra non regni più il terror
vogliam non più la guerra ma pace ed il lavor.
Doman nell'officine non si faran cannoni
ma si faranno macchine solo per lavorar
per lavorare il ferro la pietra e la terra
questa sarà la guerra la guerra del lavor.
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FUGGITE O SCHIAVI
Fuggite o schiavi la malinconia perché 'ncomincia la felicità
sullo sfacelo della borghesia nasce l'aurora della libertà
sì, la bandiera di Lenin s'innalzerà nella terra e nel cielo
la legge di Lenin trionferà.
Il pescecane vii nazionalista innaffiano i tartufi col bordeau
e il povero soldato cominterista son tanti giorni che non si sfamò
sì grida il soldato sì viva Lenin che i parassiti colpiva
colla spada del destin
la pallida figliola della via sul marciapiede il corpo trascinò
E la grassa sensuale borghesia per un tozzo di pane lo comprò
sì, geme l'afflitta sì, verrà Lenin che mi darà il pane
e punirà l'infame del destin.
Nei pressi della lurida galera il figlio dell'ergastolàno va
e al soffio della rossa primavera implora che gli liberi il papà
sì, grida il bambino sì, viva Lenin perché Lenin soltanto
riporta l'innocente al suo piccino
Venite libertadori o socialisti, le turbe degli oppressi a liberar
il rosso gonfalon dei comunisti sventoli vittorioso in ogni mal
sì, grida la folla sì, Lenin verrà viva Lenin
ch'è amore e faro di giustizia e libertà.
Sì, la bandiera di Lenin s'innalzerà. Nella terra e nel cielo
e la legge di Lenin trionferà.
Raccolta di canti politici - 2007
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FRA IL DICIANNOVE E L'ANNO VENTI
Fra il diciannove e l'anno venti gran cambiamenti si dovran far
bandiere rosse su tutti i comuni ormai più nessuno strapparle potrà.
Via via la borghesia l'agrario e i PP
via via fai i conti con Lenin.
Questo gran fascio vigliacco e impudente maltratta la gente che colpe non ha
le guardie regie gli agrari e i borghesi son tre corp'intesi pé fà massacrà.
Basta basta massacratori dell'umanità
basta basta Lenin vi pagherà.
Fra il diciannove e l'anno venti gran cambiamenti gloriosi si dan
con le elezioni le comunali via i clericali gli agrari e il PP.
Via via la borghesia l'agrario e il PP
via via fai i conti con Lenin.
Siam comunisti artisti e valenti intelligenti nel lavor
se in minoranza c'è qualche PP ormai poverini più forza non han.
Basta basta massacratori dell'umanità
basta basta Lenin vi pagherà.
Maledizione la guerra e il cannone la munizione che uso ne fan
O Santo Giusto verrà quell'ora che chi non lavora non ha da mangiar
Basta basta massacratori dell'umanità
basta basta Lenin vi pagherà.
Il Vaticano speculatore compra le aree per costruir
butta giù case stabilimenti disoccupati e sfrattati a non finir
Basta basta massacratori dell'umanità
basta basta Lenin vi pagherà.
Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è il fondamento della società
verrà il momento che grassi signori ministri e padroni in galera morran.
Basta basta massacratori dell'umanità
basta basta Lenin vi pagherà.
Basta coi ricchi con i padroni con gli Andreotti i Tambroni e i parà
sulle rovine dei vecchi cialtroni bandiera rossa trionferà.
Basta basta massacratori dell'umanità
basta basta Lenin vi pagherà.
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Raccolta di canti politici - 2007
LA TRADOTTA CHE PARTE DA NOVARA
La tradotta che parte da Novara e va diretta al monte Santo
il cimitero della gioventù
sulle montagne fa molto freddo ed i miei piedi son gelati
all'ospedale mi tocca andar.
All'ospedale son arrivato il professore mi ha visitato
«o figlio mio sei rovinato ed i tuoi piedi li dobbiam tagliar».
Ed i miei piedi mi hanno tagliato e due stampelle mi hanno dato
a casa mia lor mi han mandà.
A casa mia san arrivato fratelli e madre in cor piangenti
e fra singhiozzi e fra lamenti «o figlio mio tu sei rovinà».
E ho girato tutti i paesi e tutti quanti di me hanno compassione
ma quei vigliacchi di quei signori nemmeno un soldo lor mi hanno dà.
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E PER LA STRADA
E per la strada gridava i scioperanti
«non più vogliamo da voi restar sfruttati
siam liberi siam forti e siamo tanti
e viver non vogliam di carcerati
è giunta l'ora siam stanchi di soffrir».
Ma da lontano giungono i soldati
avanti tutti assieme coi padroni
e contro i scioperanti disarmati
s'avanza sguainando gli squadroni.
Essi non fuggono forti del loro ardir
i figli del lavoro son pronti anche a morir.
Eppur convien restar senza dolore
pronti a soffrir la fame, ogni tormenti
bisogna far tacer pur anche il cuore
di madre il puro affetto e il sentimento
sebbene oppressi e torturati ancor
noi combatteremo sempre combatterem ogn'or.
E presto il dì verrà che vittoriosi
vederem la redenzion nell'albeggiare
muti staran crumiri e paurosi
vedendo l'idea nostra trionfare
così il lavoro redento alfin sarà
e il sol del socialismo su noi risplenderà.
Raccolta di canti politici - 2007
83
BALLATA DELL’EMIGRAZIONE
Quel giorno che son andà al settentrione
'hai maledetto tanto moglie mia
peggio però la disoccupazione
che dalla nostra terra non va via.
La Svizzera ci accoglie a braccia chiuse
ci mette pane duro dentr in bocca
tre anni l'ho inghiottito a sto' paese
tre anni carcerato alle baracche.
Alla periferia in mezz'ai fossi
siamo quaranta uomini e una radio
se vad' in centro a fare quattro passi
le strade sono piene piene d'odio.
Lo sfruttamento è calcolato bene
ti carica fatica ogni minuto
è un orologio di gran precisione
la Svizzera cammina col nostro fiato.
Sono tornato a maggio e per il voto
falce e martello ho messo all'elezioni
noi comunisti abbiamo guadagnato
ma ha vinto la ruffiana dei padroni.
Padroni sulla terra ci volete
per far la fame e per tirarne conto
ma verrà il giorno che la pagherete
e che non partirà più un emigrante.
84
E ANCHE AL MÌ MARITO
E anche al mì marito tocca andare a far barriera contro l'invasore
ma se lui fa la guerra e poi ci muore rimango sola co' quattro creature.
E avevano ragione i socialisti ne more tannta 'n semo ancora lesti
ma se anco il prete dice che dovresti amare tu 'n ci vai un ci hanno Cristi.
E a te Cadoma 'un mancan l'accidenti che a Caporetto n'hai ammazzati tanti
noi si patisce tutti questi pianti e te figlio d'un cane non li senti.
E un me n'importa della tù vittoria perché ci sputo sopra alla bandiera
sputo sopra l'Italia tutta intera e vado in culo al re colla su boria.
E quando si farà rivoluzione ti voglio ammazza' io figlio d'un cane
e ai generali figli di puttana gli voglio sparà tutti col cannone.
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Raccolta di canti politici - 2007
CANZONE DELL’OTTO SETTEMBRE
L'otto settembre fu la data l'armistizio fu firmato
mi credevo congedato e dalla mamma ritornar.
AI giorno poi fu fallito quel bel sogno lusinghiero
mi han fatto prigioniero e in Germania ritornar.
Lunghi son quei tristi giorni di tristezza e patimenti
ci han rivati a tanti stenti che in Italia tornerò.
86
BALLATA DELLA FIAT
Alfredo Bandelli
Signor padrone questa volta per te è andata proprio male
siamo stanchi d'aspettare che tu ci faccia ammazzare.
Noi si continua a lavorare e i sindacati vengono a dire
che bisogna aspettare e di lottare non si parla mai.
Signor padrone ci siam svegliati e questa volta si da battaglia
e questa volta come lottare lo decidiamo soltanto noi.
Vedi il crumiro che se la squaglia senti il silenzio dell'officina
forse domani solo il rumore della mitraglia tu sentirai.
Signor padrone questa volta per te andrà di certo male
d'ora in poi se vuoi trattare dovrai accorgerti che non si può.
E questa volta non ci compri con le cinque lire dell'aumento
se offri dieci vogliamo cento se offri cento mille noi vogliamo
Signor padrone non ci hai fregati con le invenzioni coi delegati
e i tuoi progetti sono sfumati ora si lotta contro di te.
E le qualifiche e le categorie noi le vogliam tutte abolite
le divisioni sono finite alla catena tutti uguali siamo
Signor padrone questa volta ormai a lottare s'è imparato
a Mirafiori s'è dimostrato in tutta Italia si dimostrerà.
E quando siamo scesi in piazza tu ti aspettavi un funerale
ma è andata proprio male per chi voleva farci addormentar.
Ne abbiamo visti davvero tanti di manganelli e scudi romani
ma abbiamo visto anche tante mani che a cercar pietre comincian a andà
Tutta Torino proletaria alla violenza della questura
risponde ora senza paura la lotta dura bisogna far.
No ai burocrati no ai padroni cosa vogliamo? Vogliamo tutto
lotta dura in fabbrica e fuori e il comunismo trionferà.
Raccolta di canti politici - 2007
87
LA LEGA
Sebben che siamo donne paura non abbiamo per amar dei nostri figli
in lega ci mettiamo
E ailìailìailà e la lega crescerà e noialtri socialisti
vogliamo la libertà.
E la libertà non viene perché non c'è l'unione crumiri col padrone
son tutti d'ammazzà.
Sebben che siamo donne paura non abbiamo abbiam delle belle buone lingue
e ben ci difendiamo.
E voialtri signoroni che ci avete tanto orgoglio abbassate la superbia
ed aprite il portafoglio
E ailìailìailà e la lega crescerà e noialtri lavoratori
e vurum avess pagà. .
E ailìailìailà e la lega crescerà e noialtri socialisti
vogliamo la libertà.
88
NOI SIAMO LA CLASSE OPERAIA
Noi siamo la classe operaia che suda che soffre, lavora
smettiam di soffrire ch'è l'ora. (2 volte)
O ladri del nostro sudore l'Italia farem comunista
cacciam la canaglia fascista
sorgiamo ch'è giunta la fin. (2 volte)
La falce e il martello è l'emblema non più vagabondi e signori
il pane ha sol chi lavora. (2 volte)
Giustizia eguaglianza vogliamo al mondo siam tutti fratelli
noi siamo le schiere ribelli
sorgiamo ch'è giunta la fin. (2 volte)
Già trema la classe borghese già sporca già lorda di sangue
si svegli il popol che langue. (2 volte)
O ladri del nostro sudore l'Italia farem comunista
cacciam la canaglia fascista
sorgiamo ch'è giunta la fin. (2 volte)
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Raccolta di canti politici - 2007
O GORIZIA
La mattina del cinque d'agosto sì muovevano le truppe Italiane
per Gorizia e le terre lontane e dolente ognun si partì.
Sotto l'acqua che cadeva a rovesci grandinavano le palle nemiche
su quei monti, colline, gran valli, si moriva dicendo così.
«O Gorizia tu sei maledetta per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu.
O vigliacchi che voi ve ne state con le mogli sui letti di lana
schernitori di noi carne umana questa guerra ci insegni a punir.
Voi chiamate il campo d'onore questa terra dillà dai confini
qui si muore gridando assassini maledetti sarete un dì.
Cara moglie che tu non mi senti raccomando ai compagni vicini
di tenermi da conto i bambini che io muoio il tuo nome nel cuor.
Traditori signori ufficiali voi la guerra l'avete voluta
scannatori di carne venduta e rovina della gioventù».
O Gorizia tu sei maledetta per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu.
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SONO POVERO MA DISERTORE
Sono povero ma disertore e disertavo per la foresta
quando un pensiero mi vien mi viene in testa di non fare mai più 'I soldà.
Monti e valli ha scavalcato e dai fascisti ero inseguito
ed una sera addormentato mi svegliai 'ncatenà
Incatenato le mani ed i piedi e dal questore fui trasportato
ed il pretore m'ha domandato perché mai ho disertà.
Gli risposi delicatamente che 'I disertore sempre avevo fatto
e disertavo per la foresta disperato di fa 'I soldà.
Padre mio perché sei morto madre mia che vivi ancora
vedi tuo figlio alla alla tortura condannato senza ragion.
Giovanotti che fate la guerra e che marciate al suon della tromba
Quando sarete sulla sulla mia tomba griderete «pietà di me».
Raccolta di canti politici - 2007
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INNO INDIVIDUALISTA
Pria di morir sul fango della via
imiteremo Bresci e Ravachol
chi stende a te la mano o borghesia
è un uomo indegno di guardare il sol.
Le macchine stridenti dilaniano i pezzenti
e pallide e piangenti stan le spose ognor
restano i campi incolti e i minator sepolti
e gli operai travolti da omicidi ognor.
E a chi non soccombe si schiudan le tombe
s'appresti le bombe s'affili il pugnal.
È l'azione l‟ideal!
Francia all'erta sulla ghigliottina
tronca il capo a chi punir la vuoi
Spagna vil garrotta ed assassina
fucila Italia chi tremar non suol
in America impiccati in Africa sgozzati
in Spagna torturati a Montjuich ognor.
Ma la razza trista del signor teppista
l'individualista sa colpire ancor.
E a chi non soccombe …
Finché siam gregge è giusto che vi sia
cricca social per leggi decretar
finché non splende il sol dell'Anarchia
vedremo sempre il popol trucidar.
Sbirri inorridite se la dinamite
voi scrosciar udite contro l'oppressor.
Abbiamo contro tutti sbirri e farabutti
e uno contro tutti noi li sperderem.
E a chi non soccombe…
92
DIMMELO PIETRO GORI DOVE SEI
Dimmelo Pietro Gori dove sei?
Sono a Portoferraio a lavorare
qua siamo nelle mani dei giudei
lavoro l'oro e mi pagan col rame.
O Pietro Gori o sorti dalla tomba
che già l'Italia è priva d'istruzione.
Tu Malatesta suona la tromba
e dai lo squillo alla Rivoluzione
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Raccolta di canti politici - 2007
IL GALEONE
Siamo la ciurma nemica di una galera infame
su cui ratta la morte miete per lenta fame.
Mai orizzonti limpidi schiude la nostra aurora ,
e sulla tolda squallida urla la scolta ognora.
l nostri dì s'involano fra fetide carene
siam magri smunti schiavi chiusi in ferr‟e catene.
Sorge sul mar la luna ruotan le stelle in cielo.
ma sulle nostre luci steso è un funereo velo.
Torme di schiavi adusti chini a gemer sul remo
spezziam queste catene o chini a remar morremo.
Cos'è o gementi schiavi questo remar remare
meglio morir tra i flutti sul biancheggiar del mare.
Remiam finchè la nave si schianti sui frangenti
alte le rossonere fra il sibilar dei venti.
E sia pietosa coltrice l'onda spumosa e ria
ma sorga un dì sui martiri il sol dell'anarchia.
Su schiavi all'armi all'armi! L'onda gorgoglia e sale
tuoni baleni e fulmini sul galeon fatale.
Su schiavi all'armi all'armi! Pugnam col braccio forte
giuriam giuriam giustizia! O libertà o morte.
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IL CRACK DELLE BANCHE
S'affondano le mani nelle casse - crack!
Si trovano sacchetti pieni d'oro - crack!
e per governare come fare?
Rubar rubar rubar sempre rubare
I nostri governator son tutti malfattor
lor rubano tutto quanto per farci da tutor.
Noi siam tre celebri ladron che per aver rubato ci han fatto senator.
Mazzini Garibaldi e Masaniello - crack!
Erano tutti quanti malfattori - crack!
Gli onesti sono loro: i CucinielIo
Pelloux, Giolitti, Crispi, e Lazzaroni.
I nostri governator son tutti malfattor
ci rubano tutto quanto per farci da tutor
noi siam tre ladri tutti e tre e per aver rubato ci han fatto cugini del re.
Se rubi una pagnotta a un cascherino - crack!
te ne vai dritto in cella senza onore - crack!
se rubi invece qualche milioncino
ti senti nominar governatore (commendatore).
I nostri governator son tutti malfattor
ci rubano tutto quanto per farci da tutor
Noi siam tre ladri tutti e tre e per aver rubato ci han fatto cugini del re.
Noi siam tre celebri ladron che per aver rubato ci han fatto senator.
Raccolta di canti politici - 2007
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NOI VOGLIAMO L'UGUAGLIANZA
Noi vogliamo l'uguaglianza siam chiamati malfattori
ma noi siam lavoratori che i padroni non vogliam
e giù la schiavitù vogliam la libertà
siamo lavoratori siamo lavoratori (2)
vogliamo la libertà..
Dei ribelli sventoliamo le bandiere insanguinateì
le farem le barricate per la bella libertà
e giù la schiavitù …
E ancor ben che siamo donne noi paura non abbiamo
per l'amor dei nostri figli noi in lega ci mettiamo
e giù la schiavitù …
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NOI VOGLIAMO L'UGUAGLIANZA - VERSIONE DI REGGIA EMILIA
Evviva il primo di maggio e chi se l'è inventato
sono stati i comunisti e che l'anno festeggiato
e giù la schiavitù viva la libertà
noi siamo i comunisti vogliamo sta.(2)
E ancor ben che siu doni noi paura non abbiamo
Per l'amor dei nostri figli noi in lega ci mettiamo
e giù la schiavitù ...
E voialtri signoroni che ci avete tanto orgoglio
abbassate la superbia ed aprite il portafoglio
e giù la schiavitù ...
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FUOCO E MITRAGLIATRICI
Non ne parliamo di questa guerra che sarà lunga un'eternità
per conquistare un palmo di terra quanti fratelli son morti già. .
Fuoco e mitragliatrici si sente il cannone che spara
per conquistar la trincea Savoia si va.
Trincea di razzi e maledizioni quanti fratelli son morti quassù
finirà dunque sta maledizione di questa guerra non se ne parli più.
O Monte San Michele bagnato di sangue Italiano
tentato più volte ma invano Gorizia pigliar.
Da Monte Nero a Monte Cappuccio fino all'altura di Doberdò
un reggimento più volte distrutto quando è la fine nessuno tornò.
Fuoco e mitragliatrici si sente il cannone che spara
per conquistar la trincea, Savoia! si va.
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Raccolta di canti politici - 2007
ITALIA BELLA MOSTRATI GENTILE
Italia bella mostrati gentile
e i figli nostri non li abbandonare
sennò ne vanno tutti 'nì Brasile
e 'un si ricordan più di ritornare
Ogni po' noi si sente dir «lo vò
la dov'è la raccolta del caffè».
(oppure)
Ancor qua ci sarebbe da lavorà
senz'andare in America emigrà.
Il secolo presente qui ci lascia
il millenovecento s'avvicina
la fame ci ha dipinto sulla faccia
e pé guarilla 'un c'è la medicina
Ogni po' ..
(Parlato)
L'operaio non lavora e la fame lo divora e que' braccianti
'un san come si fare a andare avanti.
Spererem 'nì novecento finirà questo tormento
ma questo è il guaio il peggio tocca sempre all'operaio.
'Un ci rimane più che preti e frati
moniche di convento e cappuccini
e certi commercianti disperati
di tasse non conoscono i confini.
Verrà un di che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.
Ragazze che cercavano marito
vedan partire il loro fidanzato
vedan partire il loro fidanzato
e loro restan qui col sor curato.
Verrà un di ...
Le case restan tutte spigionate
l'affittuari perdano l'affitto
e i topi fanno lunghe passeggiate
vivan tranquilli co' tutt'i diritti.
Verrà un di ...
Raccolta di canti politici - 2007
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REGAZZINE VI PREGO ASCOLTARE
Regazzine vi prego ascoltare questa storia con giusta ragion
io la voglio a voi raccontare ché mi tovo nei grandi dolor.
Da quel dì che la morte crudele, fiato mio l'amor mi rapì
e pensar ch'ero tanto fedele trovo pace né notte né dì.
Mi voleva per Pasqua sposarmi ma il destino non volle così
non avendo compiuto vent'anni per il fronte (pel Trentino) dolente partì.
Son rimasta al mondo smarrita senza aver la mia gioia al sen
prego Dio che mi tolga la vita per portarmi a viver con sé.
Mi ricordo la sera dei baci che mi dava stringendomi al sen
mi diceva «sei bella mi piaci sulla terra sei nata per me».
Regazzine che fate all'amore non piangete non state a soffrir
non c'è al mondo più grande dolore di vedere un alpino (l'amante) morir.
Così disse con voce tremante per tre volte così replicò
chise gli occhi dolenti all'istante poi in cielo con lui se ne andò.
100
ADDIO PADRE E MADRE ADDIO
Addio padre e madre addio
che per la guerra mi tocca di partir
ma ch'è più triste il mio destino
}
che per l'Italia mi tocca di morir.
} (2)
Quando fui stato in terra austriaca
subito l'ordine a me l'arrivò
mi dà l'assalto la baionetta in canna }
che addirittura un macello diventò. } (2)
E fui ferito, ma una palla al petto
e i miei compagni li vedo a fuggire
io per terra rimasi costretto
}
mentre quel chiodo lo vedo a venir. } (2)
«Fermati o chiodo io sto per morire
pensa a una moglie che piange per me»
ma quell'infame col cuore crudele }
col suo pugnale morire mi fé.
} (2)
Sian maledetti quei giovani studenti
che hanno studiato e la guerra voluto
han trascinato l'Italia nel lutto
}
per cento anni dolor sentirà.
} (2)
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Raccolta di canti politici - 2007
GIUDECCA
Alberto D'Amico
Giudecca nostra abbandonata, vint'ani de fame e sfrutamento
e adesso s'è 'rivà 'I momento de dirghe «basta» e de cambià. (2)
'E scole colle pantegane 'e case senza gabineto
e quando ti te buti su in,leto ti sogni sempre de lavorà. (2)
E i fioj se ciapan l'epatite in mes'ai pantan de la Giudeca
Cipriani 1se magrla 'ea bisteca e dae case ne voi sfratà. (2)
E chi lavora se consuma da Eriun2 a lunga sui cantieri
e a pula te fa i oci neri se ti te meti a scioperà. (2)
'E contesse fasea el doposcòa co a cipria eco' ciocoatini
el pro-Giudeca dei paroni ai giugechini e i g'ha 'mbrogià. (2)
Studenti donne e operai, avemo ocupà el doposcòa
che vegna el prefeto co' a pula no se movemo restemo qua. (2)
102
IL NUMERO D’APPELLO
Gianni Nebbiosi
Quando nel cercare di farsi capire vide la gente voltarsi
come se non dovessero capirlo più;
quando lo legarono alla barella ch'era caduto in catena
gridarono «Basta, basta! Per carità»
lui si accorse tutt'a un tratto d'esser divenuto matto
che una porta gli si apriva che la mente gli fuggiva.
Quando vide le facce dei dottori chinate a fargli domande
ch'eran parole vuote d'un altra realtà
quando lo calmarono con le scosse perché gridava e piangeva
«Rivoglio i miei vestiti! La libertà»
Lui s'accorse tutt'a un tratto che significa esser matto
sentì chiudere un cancello ed insieme il suo cervello.
Quando cominciaron le prime botte perché provava a scappare
per la paura e il dolore non provò più.
Quando sistemarono il suo cervello come una vecchia rotella
buona per obbedire e dire sì.
Lui sentì che la sua rabbia s'annegava nella sabbia
perché al posto del cervello c'era un numero d'appello.
Oggi non piange né sorride né pensa né può pensare
è ormai un bravo internato sterilizzato.
E s'accorge solamente d'esser privo della mente
perché al posto del cervello ci sta un numero d'appello.
1
2
Padrone del grande ristorante e bar di Venezia
Costruttori edili
}
} (2)
Raccolta di canti politici - 2007
103
DOVE VOLA L’AVVOLTOIO
Fausto Amodei
(Parlato)
Un giorno nel mondo finita fu l'ultima guerra
il cupo cannone si tacque e più non sparò
e privo del triste suo cibo, dall'arida terra
un branco di neri avvoltoi si levò.
Dove vola l'avvoltoio avvoltoio vola via
vola via dalla terra mia ch'è la terra dell'amor.
L'avvoltoio andò dal fiume ed il fiume disse «no
avvoltoio vola via avvoltoio vola via
nella limpida corrente ora scendon carpe e trote
non più corpi dei soldati che la fanno insanguinar».
Dove vola l'avvoltoio .,.
L'avvoltoio andò dal bosco ed il bosco disse «no
avvoltoio vola via avvolto vola via
tra le foglie in mezzo ai rami passan sol raggi di sole
gli scoiattoli e le rane non più colpi di fucil».
Dove vola l'avvoltoio ...
L'avvoltoio andò dall'eco e anche l'eco disse «no
avvoltoio vola via avvoltoio vola via
sono canti che io porto sono i tonfi delle zeppe
girotondi e ninna nanne non più il rombo del cannon».
Dove vola l'avvoltoio ...
L'avvoltoio andò ai tedeschi e i tedeschi disser «no
avvoltoio vola via avvoltoio vola via
non vogliam mangiar più fango odio e piombo nelle guerre
pane e case in terre altrui non vogliamo più rubar».
Dove vola l'avvoltoio ...
L'avvoltoio andò alla madre e la madre disse «no
avvoltoio vola via avvoltoio vola via
i miei figli li do solo a una bella fidanzata
che li porti nel suo letto non li mando pià a ammazzar».
Dove vola l'avvoltoio .,.
L'avvoltoio andò all'uranio e l'uranio disse «no
avvoltoio vola via avvoltoio vola via
la mia forza nucleare andrà solo sulla luna
non deflagherà infuocata distruggendo le città».
Dove vola l'avvoltoio ...
(Parlato)
Ma chi delle guerre quel giorno aveva rimpianto
in un luogo deserto a compotto si radunò
e vide nel cielo girando arrivare quel branco
e scendere scendere finché qualcuno gridò
«Dove vola l'avvoltoio avvoltoio vola via
vola via dalla testa mia ...»
Ma il rapace lo sbranò.
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Raccolta di canti politici - 2007
LA ZOLFARA
Fausto Amodei – Michele L. Straniero
Otto sono i minatori ammazzati a Gessolungo
ora piangono i signori e gli portano dei fiori
hanno fatto in paradiso un corteo lungo lungo
dal suo trono dov'è assiso
Gesù Cristo gli ha sorriso.
Spara prima la mina mezz'ora si guadagna
me ne infischi se rischio che di sangue poi si bagna
tu prepara la bara minatore di zolfara.
Hanno fatto un gran corteo con i quattro evangelisti
tutti quanti li hanno visti con San Marco e San Matteo
con San Luca e San Giovanni e i compagni che da prima
lavorando nella mina
sono morti in questi anni.
Spara prima ...
Dopo la dimostrazione Gesù Cristo li ha chiamati
con la sua benedizione li ha accolti fra i beati
poi levando poco a poco la sua mano giustiziera
con un fulmine di fuoco
ha distrutto la miniera.
Spara prima ...
105
MÒ CHE PURE
Mò che pure chist'americani che peggio dei cani ce vonno trattà
e ce chiamino fratelli pé 'na zuppa de piselli
che ci hanno fatto magnà
e la carne qunn'è congelata che j'è riavanzata la mannino qua.
Ce sfamino davero lo dice pure er clero
che senza sti fetenti qua 'n Italia 'n se po' sta
e prima ci anno oppressi po' ci hanno fatti fessi
e mò vanno dicenno che ci hanno dato la libertà.
Ma la gente nun crede più a niente perché se n'è accorta del duro campà
li governi stanno fermi, fanno solo riunioni
pé quà piano organizzà
fino ad oggi vediamo i vantaggi con il patto atlantico e il piano Marshall
Ma quarcuno se sbaja si vò rifà la guera
perché stavorta unito tutto il popolo dirà
«Si a guera vu 'a vulite v'a facite
a noi nun ce fregate perché ci avete fregato già».
Raccolta di canti politici - 2007
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SE IL CIELO FOSSE BIANCO DI CARTA
Ivan Della Mea
Se il cielo fosse bianco di carta e tutti i mari neri d'inchiostro
non potrei dire a voi miei cari
quanta tristezza ho in fondo al cuore
qual'è il pianto quale il dolore
qui intorno a me.
Si sveglia l'alba nel grigiore di noi sparsi nella foresta
a tagliar legna seminudi coi piedi torti sanguinanti
ci hanno tolto scarpe e mantelli
dormiamo in terra.
Quasi ogni notte come un rito ci danno la sveglia a bastonate
Franz ride e lancia una carota e noi come larve affamate
ci si contende unghie e denti
l'ultima foglia.
Due ragazzi sono fuggiti, ci hanno raccolti in un quadrato
uno su cinque han fucilato ma anche se io non ero il quinto
non ha domani questo campo
e, io, non vivo.
Quest'è l'addio! A tutti voi
genitori cari fratelli amici vi saluto e piango
Chaìm.
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NUMI VOI SIETE SPIETATI
Numi voi siete spietati noi chiamammo libertà
ma li prieghi sono andati dove manca la pietà
re di Alpi tiberino contro noi tutti s'armò
vince vince l'assassino e più d'uno al ciel mandò
s'odon voci dalle tombe di Boyer Chantel Junot
e a un fiato mille trombe li due Bruti Azzai e Arrò
di marmotte in mille pezzi vada il trono di un tal re
la corona si disprezzi e si franga sotto i piè
Chi sarà che a questi accenti non andrà con gran valor
e tra fuochi e fra tormenti e tra pene e tra dolor
van dicendo "noi siam morti sol per man di crudeltà
vendicate i nostri torti figli voi di libertà",
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Raccolta di canti politici - 2007
UNO EVVIVA GIORDANO BRUNO
Uno evviva Giordano Bruno che diceva la verità
Trionfa socialismo socialismo trionferà
Due le mie braccia cò le tue tutte sò pé lavorà
Trionfa ...
Tre sò formato come te più nessuno deve ozià
Trionfa ...
Uno non lo pò sapé nessuno manco Andreotti cor curato
pò sapé per chi ha votato e si mai se pentirà
mira la rondondella mira la rondondà (2 volte)
Quattro chi lavora è un gran matto si se lascerà sfruttà
Trionfa ...
Cinque traditore è chiunque er crumiro lo farà
Trionfa ...
Sei i tuoi figli come i miei tutti devono studià
Trionfa ...
Due sto governo ci ha le lue ci ha le lue de li piani
de Marshalle e de Fanfani e quello ERP pure ce sta
mira la rondondella mira la rondondà (2 volte)
Sette chi 'n cià er core 'n ce se mette quanno er botto se farà
Trionfa ...
Otto er crumiro fa er fagotto perché posto nun ce sta
Trionfa ...
Nove cominciamo a fa le prove pe campare in libertà
Trionfa ...
Tre noi volessimo sapé se Andreotti s'è deciso
da mannacce 'n paradiso ch'a !l'inferno ce stamo già
mira la rondondella mira la rondondà (2 volte)
Dieci tutti quanti semo amici chi è che vole la libertà
Trionfa ...
Undici nun volemo più li giudici giusto er popolo sarà
Trionfa ...
Dodici chi sta 'n camera chi 'n cucina e chi sta a letto a riposà
Trionfa ... (3 volte; la terza volta stop al 2° socialì)
Raccolta di canti politici - 2007
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SCIUR PADRUN DA LI BÉLI BRAGHI BIANCHI
Sciur padrun da li béli braghi bianchi
föra li palanchi, föra li palanchi,
Sciur padrun da li béli braghi bianchi
föra li palanchi ch‟anduma a cà.
A scüza sciur padrun
s'a l'em fat tribulèr
l'erà li premi volti,
l'erà li premi volti,
A scüza sciur padrun
s'a l'em fat tribulèr
l'erà li premi volti,
ch'a „n saievum cuma fèr.
Sciur padrun da li béli braghi bianchi
ecc.
Prema a'l rancàun,
e po' dopu a s-ciancàun
e adés ch' a l'em tot via
e adés ch' a l'em tot via
Prema a'l rancàun,
e po' dopu a s-ciancàun
e adés ch' a l'em tot via
a'l salütem e po' andém via.
Sciur padrun da li béli braghi bianchi
ecc..
Al nòstar sciur padrun
l'è bon com' è 'l bon pan
da ster insima a l'erzan
da ster insima a l'erzan
Al nòstar sciur padrun
l'è bon com' è 'l bon pan
da ster insima a l'erzan
a'l diz: «fè ander cal man ».
Sciur padrun da li béli braghi bianchi
ecc.
E non va piu a mesi
e nemmeno a settimane,
la va a poche ore
la va a poche ore
E non va piu a mesi
e nemmeno a settimane,
la va a poche ore
e poi dopo andiamo a cà.
Sciur padrun da li béli braghi bianchi
ecc.
E quando al treno a s-ceffla
i mundéin a la stassion
con la cassietta in spala
con la cassietta in spala
E quando al treno a s-ceffla
i mundéin a la stassion
con la cassietta in spala
sü e giu per i vagon
Sciur padrun da li béli braghi bianchi
ècc.
Traduzione: Signor padrone dalle betlè bra- che bianche I fuori i soldi che andiamo a casa / /
Scusi signor padrone / Se l'abbiamo fatto tribolare, I erano le prime volte I chè ' non
sapevamo come fare. // Prima lo levavamo dalla radice I e poi dopo lo rompevamo I e
adesso che l'abbiamo tolto via / salutiamo e poi andiamo via. Il Il nostro signor padrone I è
buono com’è il buon pane / di stare in cima all'argine / lui dice: «Fate andare quelle mani ». Il
E non va piu a mesi I e nemmeno a settimane, / la va a poche ore I e poi dopo andiamo a
casa. Il E quando il treno fischia Ie mondine alla stazione I con la cassetta in spalla I su e giu
per i vagoni.
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Raccolta di canti politici - 2007
E QUEI BRIGANTI NERI
E quei briganti neri m'hanno arrestato in una cella scura m'hanno gettato
Mamma non devi piangere per la mia triste sorte piuttosto che parlare vado alla morte
E quando mi portarono alla tortura legandomi le mani alla catena
legate pure forte le mani alla catena piuttosto che parlare torno in galera
E quando mi portarono in tribunale chiedendo se conosco il mio pugnale
Si si che lo conosco ha il manico rotondo nel cuore dei fascisti lo mandai a fondo
E quando mi portarono in tribunale chiedendo se conosco il mio compare
Si si che lo conosco ma non dirò chi sia io faccio il partigiano e non la spia
E quando l'esecuzione fu preparata fucili e mitraglia eran puntati
Non si sentiva i colpi i colpi di mitraglia ma si sentiva un grido Viva l'Italia
Non si sentiva i colpi i colpi di cannone ma solamente un grido rivoluzione
111
ALL'ARIE ALL'ARIE
All‟arie all‟arie lassala passaje
l‟afflitta dulurusa de Maria, oi de Maria
Vedea lu figlie sue strascinate
miezz‟a na chiorma dé cavallaria, cavallaria
Currite tutte quant‟ le verginelle
scit‟a bedea Gesù ca j‟è malate, ca j‟è malate
Sopra la croce lu liette s‟è fatte
lu cusciniell‟è de spine granate, spine granate
A la senistra c‟è la Matalune
cogghie lu sango „nt‟a na jarraffine, na jarraffine
Sa l‟ha pigghiata „na botta de lancia
a la parte senistra de lu core, oi de lu core
S‟ha da levaje lu stendarde russe
la trumme nun se lente de sonaje, ohi de sonaje
Raccolta di canti politici - 2007
112
I TRENI PER REGGIO CALABRIA
Giovanna Marini
Andavano col treno giù nel Meridione
per fare una grande manifestazione
il ventidue d‟ottobre del „Settantadue.
In curva il treno che pareva un balcone
quei balconi con le coperte per la processione
il treno era coperto di bandiere rosse
slogans, cartelli scritti a mano.
Da Roma Ostiense mille e duecento operai
vecchi, giovani e donne
con i bastoni e le bandiere arrotolate
portati tutti a mazzo sulle spalle
il treno parte e pare un incrociatore
tutti cantano Bandiera Rossa
dopo venti minuti che siamo in cammino
si ferma e non vuole più partire.
Si parla di una bomba sulla ferrovia
il treno torna alla stazione
tutti corrono coi megafoni in mano
richiamano “Andiamo via Cassino
compagni da qui a Reggio è tutto un campo minato
chi vuole si rimetta in cammino”
dopo un‟ ora quel treno che pareva un balcone
ha ripreso la sua processione
anche a Cassino la linea è saltata
siamo tutti attaccati al finestrino
Roma Ostiense Cisterna Roma Termini Cassino
adesso siamo a Roma Tiburtino
Il treno di Bologna è saltato a Piverno
è una notte, una notte d‟inferno
e i feriti tutti sono ripartiti
caricati sopra un‟ altro treno
Funzionari responsabili, sindacalisti
sdraiati sulle reti dei bagagli
per scrutare meglio la massicciata
si sono tutti addormentati.
Dormono, dormono profondamente
sopra le bombe non sentono più niente
l‟importante adesso è di essere partiti
ma i giovani hanno gli occhi spalancati
vanno in giro tutti eccitati
mentre i vecchi sono stremati
dormono, dormono profondamente
sopra le bombe non sentono più niente.
Famiglie intere a tre generazioni
son venute tutte insieme da Torino
vanno dai parenti, fanno una dimostrazione
dal treno non è sceso nessuno.
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Raccolta di canti politici - 2007
La vecchia e la figlia alle rifiniture
il marito alla verniciatura
la figlia della figlia alle tappezzerie
stanno in viaggio ormai da più di venti ore
aspettano seduti, sereni e contenti
sopra le bombe non sentono più niente,
aspettano ch‟è tutta una vita
che stanno ad aspettare.
Per un certificato mattinate intere
anni, anni per due soldi di pensione
erano venti treni più forti del tritolo
guardare quelle facce bastava solo.
Con la notte le stelle e con la luna
i binari stanno luccicanti
mai guardati con tanta attenzione
e camminato sulle traversine.
Ma individuata una regione
dai sassi della massicciata
dalle chine di erba sulla vallata
dai buchi che fanno entrare il mare
piano piano a passo d‟uomo
pareva che il treno si facesse portare
tirato per le briglie come un cavallo
tirato dal suo padrone.
A Napoli la galleria illuminata
bassa e sfasciata con la fermata
il treno che pare un balcone
qualcuno vuol salire attenzione.
Non fate salire nessuno
può essere una provocazione
si sporgono coi megafoni in mano
e un piede sullo scalino
e gridano, gridano quello che hanno in mente
solo comizi la gente sente
ora passa la notte e con la luce
la ferrovia è tutta popolata
contadini e pastori che l‟hanno sorvegliata
col gregge sparpagliato
la Calabria ci passa sotto ai piedi ci passa
dal tetto di una casa una signora grassa
fa le corna e alza una mano
e un gruppo di bambini
ci guardano passare
e fanno il saluto romano.
Ormai siamo a Reggio e la stazione
è tutta nera di gente.
Domani chiuso tutto in segno di lutto
ha detto Ciccio Franco “a sbarre”.
E alla mattina c‟era la paura
il corteo non riusciva a partire
ma gli operai di Reggio sono andati in testa
Raccolta di canti politici - 2007
e il corteo si è mosso improvvisamente
è partito a punta come un grosso serpente
con la testa corazzata.
I cartelli schierati lateralmente
l‟avevano tutto fasciato
volavano sassi e provocazioni
ma nessuno s‟è neppure voltato
gli operai dell‟ Emilia Romagna
guardavano con occhi stupiti.
I metalmeccanici di Torino e Milano
puntavano in avanti tenendosi per mano
le voci rompevano il silenzio
e nelle pause si sentiva il mare.
E il silenzio di quelli fermi
che stavano a guardare
o ogni tanto dalle vie laterali
si vedevano i sassi volare
E alla sera Reggio era trasformata
pareva una giornata di mercato
quanti abbracci e quanta commozione
“il Nord è arrivato nel Meridione”
E alla sera Reggio era trasformata
pareva una giornata di mercato
quanti abbracci e quanta commozione
gli operai hanno dato una dimostrazione.
113
SU COMMUNISTI DELLA CAPITALE
Su, comunisti della capitale,
è giunto alfine il di della riscossa,
quando alzeremo sopra al Quirinale
bandiera rossa.
Questa città ribelle e mai domata
dalle rovine e dai bombardamenti;
la guardia rossa suona .l'adunata:
tutti presenti.
Vent'anni e più di tirannia fascista,
col carcere, il confino ed il bastone,
non hanno menomato al comunista
la convinzione.
La convinzione di una nuova era
che al mondo porterà la redenzione
e porta scritto sulla sua bandiera:
rivoluzione.
E se la polizia 'n ce lascia pèrde,
e se la polizia 'n ce lascia in pace,
risponderemo sulle barricate
piombo con piombo.
E se cadremo in un fulgor di gloria,
schiacciando borghesia e capitalismo,
nel sangue sorgerà la nuova storia
del comunismo.
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Raccolta di canti politici - 2007
IL VILE TANTURI
Sandro Portelli, Sabina, 1965
Fatto accaduto a Poggio Bustone di Rieti, cantato da Dante Bartolini
Non ti ricordi ancor del dieci marzo
Quello che facesti a Poggio tu
Volevi a noi tutti fucilare
Mentre questo non accadde pìù
Vile Tanturi
La condanna si avvicina
E la tua carneficina
La dovrai presto scontar.
Or chiuso te ne stai nella prigione
Un rimorso ti stà a lacerà
Certo ti pentirai quello che hai fatto
Ma il pentimento più non gioverà
O scellerato
Traditor degli italiani
Hai difeso i pescecani
Pé aumentar la schiavitù
Mentre passeggiavi per le strade
Il mattin del 10 marzo tu
Un intimo çompagno ci ammazzasti
O vigliacco che facesti tu.
Tre nostri cari
In quel giorno so scomparsi,
Anche lor dalle lor tombe
Griderà vendetta a te.
Eran le dieci e venti del mattino
Di partigiani si stava a parlà
Tu coraggiosamente sei partito
A chiedere rinforzo alla città.
Al tuo partire
Al comando fu il questore
Quel vigliacco e senza cuore
In quel giorno ebbe a morir.
In piazza principale del paese
I rastrellati conducesti tu
Tra questi altrettanti ne chiamasti
Ed al supplizio li portasti tu.
Quanta importanza
Con quel tuo modo di agire
Ci sembravi il padrone
Dell'intera umanità.
Per fortuna qualcuno del paese
Andiede ad avvertire i partigiani
Che in brutto stato si trova il paese
E presto lo venissero a salvar
I partigiani
Come lupi so' arrivati
Tanto rapidi e assetati
Di quel sangue traditor.
Un'ora di terribile bufera
Rese la vittoria ai partigiani
Diciotto so i fascisti che ammazzati
Tra questi anche il questore a comandà.
Dei fascisti
Superavano i duecento
Sol diciotto partigiani
Glielo diedero spavento.
C'erano tre famosi comandanti
Tra i fascisti e i questurini
Che fecero succede 'l gran macello
Al tribunale dovran comparì..
Mi scuserete
lo non son compositore
Figlio di un lavoratore
Meglio non vi posso dir. (2)
Raccolta di canti politici - 2007
115
CHI È QUEL INFAME
Chi è quell‟infame che grida vendetta
E alla scaletta la scaletta di quella prigion
S‟io posso sortire da quella prigione
E la mia bella la mia bella la voglio baciar
Quando poi l‟avrò baciata
Ed il mio cuore ed il mio cuore felice sarà
Scavalcheremo montagne e colline
E disertore disertore mi vojo buttà
E come faremo andare alla Francia
E come faremo girare la Francia
E senza carta senza carta d‟identità
E noi lo faremo lo passaporto
Noi lo faremo il passaporto
Né vivo né morto né vivo né morto la Francia mai più
116
FESTA D' APRILE
È già da qualche tempo che ì nostri fascisti
si fan vedere poco e sempre più tristi,
hanno capito forse, se non son proprio tonti,
che sta per arrivare la resa dei conti.
Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
per conquistar la pace, Per libèrar l'Italia;
scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
evviva i partigiani! è testa d'Aprile.
Nera camicia nera, che noi abbiam lavata,
non sei di marca buona, ti sei ritirata;
si sa, la moda cambia quasi ogni mese,
ora per il fascista s'addice il borghese.
Forza che è giunta l'ora...
Quando un repubblichino omaggia un germano
alza la mano destra al saluto romano,
ma se per caso incontra noialtri partigiani
per salutare alza entrambe le mani.
Forza che è giunta l'ora...
In queste settimane, miei cari tedeschi,
maturano le nespole persino sui peschi;
l‟amato Duce e il Führer ci davano per morti
ma noi partigianI siam sempre risorti.
Forza che è giunta l'ora…
Ma è già da qualche tempo che i nostri fascisti
si fan vedere spesso, e non certo tristi;
forse non han capito e sono proprio tonti,
che sta per arrivare la resa dei conti.
Forza che è giunta l'ora…
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Raccolta di canti politici - 2007
CANTO DEGLI ITALIANI (INNO DI MAMELI) 1847
Testo di Goffredo Mameli - Musica di Michele Novaro
Fratelli d'Italia l'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte (2 volte)
L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte (2 volte)
L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte (2 volte)
L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla
Il suon d'ogni squilla
I vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte (2 volte)
L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'aquila d‟Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte (2 volte)
L'Italia chiamò.
Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno
del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro
genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla
guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto
dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso
Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale
- il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. Fu
quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica
Italiana.
Raccolta di canti politici - 2007
118
DAI MONTI DI SARZANA
15 Settembre 1945 Muore ad Ischia sotto un bombardamento tedesco Gino
Lucetti, da poco liberato dopo 17 anni di carcere per il tentato omicidio di
Mussolini (ottobre '26).
Momenti di passione,
giornate di dolore.
Ti scrivo cara mamma,
domani c'è l'azione
e la brigata nera
noi la farem morir.
Dai monti di Sarzana
un dì discenderemo
all'erta partigiani
del battaglion "Lucetti";
Il battaglion "Lucetti"
son libertari e nulla più
coraggio e sempre avanti,
la morte e nulla più.
119
Bombardano i cannoni
dai monti sarzanelli ( sarzanesi)
all'erta partigiani
del battaglion Lucetti
Più forte sarà il grido
che salirà lassù
fedeli a Pietro Gori
noi scenderemo giù.
(alternativa alla strofa 4)
Bombardano i cannoni
e fischia la mitraglia
sventola l'anarchica bandiera
al grido di battaglia.
EL PASO DELL’EBRO
EI ejército del Ebro
rumba la rumba la rumbabà
EI ejércìto del Ebro
rumba la rumba la rumbabà
una noche el rio pasò
ay Carmela ay Carmela
una noche el rio pasò
ay Carmela ay Carmela
Pero nada pueden bombas
rumba la rumba la rumbabà
Pero nada pueden bombas
rumba la rumba la rumbabà
donde sobra corazòn
ay Carmela ay Carmela
donde sobra corazon
ay Carmela ay Carmela
Y a las tropas invasoras
rumba la rumba la rumbabà
Y a las tropas invasoras
rumba la rumba la rumbabà
buena paliza les diò
ay Carmela ay Carmela
buena paliza les diò
ay Carmela ay Carmela
Contraataques muy rabiosos
rumba la rumba la rumbabà
Contraataques muy rabiosos
rumba la rumba la rumbabà
deberemos resistir
ay Carmela ay Carmela
deberemos resistir
ay Carmela ay Carmela
EI furor de los traidores
rumba la rumba la rumbabà
Ei furor de los traidores
rumba la rumba la rumbabà
lo descarga su aviacion
ay Carmela ay Carmela
lo descarga su aviacion
ay Carmela ay Carmela
Pero igual que combatimos
rumba la rumba la rumbabà
Pero igual que combatimos
rumba la rumba la rumbabà
prometemos combatir
ay Carmela ay Carmela
prometemos combatir
ay Carmela ay Carmela
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Raccolta di canti politici - 2007
EI QUINTO REGIMIENTO
Ei dieciocho de julio
En el patio de un convento
Ei partido comunista
Fundò el quinto regimiento.
Venga jaleo, jaleo
Suena la ametralladora
y Franco se va a paseo (2)
Con Lister, ci Campesino, con Galàn y con Modesto
con el comandante Carlos No hay miliciano con miedo 3
Venga jaleo, jaleo
Suena la ametralladora
y Franco se va a paseo (2)
Con los cuatro batallones que Madrid estàn defendiendo
se va lo mejor de Esparla la flor màs roja del puebio
Venga jaleo, jaleo
Suena la ametralladora
y Franco se va a paseo (2)
Con el quinto, quinto, quinto con el quinto regimiento
madre yo me voy al frente para las lineas de fuego
Venga jaleo, jaleo
Suena la ametralladora
y Franco se va a roseo (2)
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COPLAS DE LA DEFENSA DE M ADRID (LOS CUATRO GENERALES)
Los cuatro generales,los cuatro generales
Los cuatro generales, mamita mìa,que se han alzato que se han alzato
Para la nochebuena, 4 para la nochebuena
Para la nochebuena, mamita mia, seran ahorcados5, seran ahorcados.
Puente de los Franceses Puente de los Franceses
Puente de los Franceses mamita mia nadie te pasa nadie te pasa
Porque los milicianos Porque los miiicianos
Porque los milicianos mamita mia que bien te guardan que bien te guardan
Por la Casa de Campo Por la Casa de Campo
Por la Casa de Campo mamita mia y el Manzanares y el Manzanares
Quieren pasar los moros quieren pasar los moros
quieren pasar los moros mamita mia no pasa nadie no pasa nadie
Madrid que bien resiste Madrid que bien resiste
Madrid que bien resiste mamita mia los bombardeos los bombardeos
De las bombas se rien De las bombas se rien
De las bombas se rien mamita mia los madrilenos los madrilenos
3
Non c‟è nessun miliziano che abbia paura
La notte di Natale
5
Impiccati
4
Raccolta di canti politici - 2007
122
COPLAS DE LA DEFENSA DE MADRID (COMPLETA)
Los cuatro generales,
los cuatro generales,
los cuatro generales,
mamita mía,
que se han alzado,
que se han alzado.
Para la nochebuena,
para la nochebuena,
para la nochebuena,
mamita mía,
serán ahorcados,
serán ahorcados.
Franco, Sanjurjo y Mola,
Franco, Sanjurjo y Mola,
Franco, Sanjurjo y Mola,
mamita mía,
y Queipo de Llano,
y Queipo de Llano.
Puente de los franceses,
puente de los franceses,
puente de los franceses,
mamita mía,
nadie te pasa,
nadie te pasa.
Porque los milicianos,
porque los milicianos,
porque los milicianos,
mamita mía,
qué bien te guardan,
qué bien te guardan.
Por la Casa de Campo,
por la Casa de Campo,
por la Casa de Campo,
mamita mía,
y el Manzanares,
y el Manzanares.
Quieren pasar los moros,
quieren pasar los moros,
quieren pasar los moros,
mamita mía,
no pasa nadie,
no pasa nadie.
Madrid, qué bien resistes,
Madrid, qué bien resistes,
Madrid, qué bien resistes,
mamita mía,
los bombardeos.
los bombardeos.
De las bombas se ríen,
de las bombas se ríen,
de las bombas se ríen,
mamita mía,
los madrileños.
los madrileños.
La casa de Velázquez,
la casa de Velázquez,
la casa de Velázquez,
mamita mía,
se cae ardiendo,
se cae ardiendo.
Con la quinta columna,
con la quinta columna,
con la quinta columna,
mamita mía,
metida dentro,
metida dentro.
Marchaos legionarios,
marchaos hitlerianos,
marchaos invasores,
mamita mía,
a vuestra tierra,
a vuestra tierra.
Porque el proletariado,
porque el proletariado,
porque el proletariado,
mamita mía,
ganó la guerra,
ganó la guerra.
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Raccolta di canti politici - 2007
123
NUOVI STORNELLI SOCIALISTI
E quando moio io non voglio preti,
non voglio preti e frati né paternosti,
non voglio preti e frati né paternosti:
la voglio la bandiera dei socialisti.
E la rigi-la rigi- la rigira,
la rigira la sempre arditi,
evviva i socialisti,
abbasso i gesuiti!
E la rigi-la rigi- la rigira,
la rigira e la ferindora,
abbasso tutti i preti
e chi ci crede ancora!
Ma se Giordano Bruno fosse campato,
non esisterebbe più neanche il papato,
non esisterebbe più neanche il papato
e il socialismo avrebbe già trionfato.
Hanno arrestato tutti i socialisti,
l‟arresto fu ordinato dai ministri,
l‟arresto fu ordinato dai ministri
e questi sono i veri camorristi.
E la rigi-la rigi- la rigira,
la rigira e mai la sbaglia,
evviva i socialisti,
abbasso la sbirraglia!
E la rigi-la rigi- la rigira,
la rigira e la fa trentuno,
evviva i socialisti,
evviva Giordano Bruno!
E quando molo io non voglio preti,
non voglio preti e frati né paternosti,
ma quattro bimbe belle alla mia barella,
ci voglio il socialista e la sua bella.
La Francia ha già scacciato i preti e i frati,
le monache, i conventi ed i prelati,
le monache, i conventi ed i prelati,
perché eran tutte spie e in ciò pagati.
124
E la rigi-la rigi- la rigira,
la rota e la rotella,
evviva Giordano Bruno,
Garibaldi e Campanella!
DELLE VOSTRE GALERE
Alfredo Bandelli, Lotta Continua di Pisa, 1968
Botte poi botte poi l‟isolamento
spesso finisce così
Quei brutti boia figli di troia
non fanno che pestare
Non ci si può neanche lamentare
non si può neanche parlare
Basta un lamento per il carcerato
per esser massacrato
Delle vostre galere un giorno
un buon uso sapremo far
Prima apriremo le porte agli schiavi
li accoglieremo nell‟umanità
Poi dopo in fila un per uno
vi metteremo tutti là
Il tribunale del proletariato
i vostri delitti dovrà giudicar
Siamo saliti tutti sul tetto
gridando “porci nazisti
vogliamo avere i nostri diritti
e la dovrete pagare”
Ci ha risposto il direttore
con mille poliziotti
E ai giornali è andato a dire
ch‟era disposto a trattare
Delle vostre galere un giorno
un buon uso sapremo far ...
E se per caso voi sentirete
ch‟è morto un carcerato
Certo è possibile che quel disgraziato
sia stato massacrato
Ma se vi parlano di rivolte
di lotte nelle prigioni
È perché cresce la lotta di classe
contro tutti i padroni...
Delle vostre galere un giorno
un buon uso sapremo far ...
Raccolta di canti politici - 2007
125
I SOLDI DEI PADRONI
Son senza patria i soldi ohi dei padroni
Son soldi viaggiatori come i piccioni
Per far viaggi d‟affari o di piacere
i capitali varcano le frontiere
Son miIl‟e più miliardi che anno per anno
traversan le frontiere e se ne vanno
E noi lavoratori senza lavoro
dobbiamo per mangiare viaggiar con loro
I soldi dei padroni che fuggon via
danneggiano la nostra economia
Perché danno un passivo dei più
imponenti
alla nostra bilancia dei pagamenti
Ma la bilancia torna a funzionare
purché noi si continui ad emigrare
Ed a spedire a casa quei bèi contanti
che sono le rimesse degli emigranti
Avevo già arricchito più di un padrone
facendo da bracciante nel meridione
E poi nel Nord e all‟estero da operaio
ne ho fatto venir ricco qualche migliaio
La regola da trarre è solo una
Ci dicon di emigrare per far fortuna
Certo facciam fortuna ma si dimostra
che noi facciam la loro e non la nostra
Occorre che gli passi quel brutto vizio
che i soldi li hanno sempre al loro servizio
Dev‟essere il contrario e prima o poi
dovran esser i soldi a servir noi
La rabbia che han portato i nostri fratelli
all‟Alfa o alla Fiat o alla Pirelli
Noi la dobbiam portare per tutta Europa
spazzando via i padroni come una scopa
Perché il padrone è uno non ci si sbaglia
che faccia i soldi all‟estero o qui in Italia
I soldi lui li fa sul nostro lavoro
e poì li manda all‟estero e noi con loro
Noi non dobbiamo esser mai più esiliati
ma ormai protagonisti organizzati
Dobbiam farla finita per esser pronti
a giunger presto alla resa dei conti!
Qui non c’è più
legalità
Non parla più
la verità
Voce solo ce l’ha
Chi il potere l’ha già
Noi gli si strapperà
Questa sua impunità
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Raccolta di canti politici - 2007
CORREVANO CI CARRI
Giovanna Marini
Correvano coi cani
E coi cavalli
Le bighe e le lettighe
E noi eravamo lì
Agli angoli delle strade con le vesti stracciate
-
Ma.. .ma.. .come dipinti
Ora vi mascherate
ce le compriamo
Con le vesti a imitazione
del padrone
Con quei quattro soldi che, diciamo, guadagnati
Ma.. .ma. .ma regalati
.
Voi vi sudate tutto
ma il potere
Il favore di un lavoro
ma il potere
Quello che vi fa dire “questo è mio di diritto”
Non c‟è quel potere
Con la casa a imitazione
di quella del padrone
E i figli a imitazione
del padrone
Ma quella vostra crolla e i figli ve li hanno rubati
La sua è di roccia e i suoi figli abbronzati
E questa sarebbe
questa sarebbe
La strada dell‟incontro
non c‟è più incontro
Non c‟è più incontro
Non c‟è più incontro
Ma devo dirvelo con urlo “ ho perso la mia ragione!”
Se n‟è volata se n‟è volata per troppa comprensione
Quanto sangue quanto sangue che si deve versare
Quanto sangue quanto sangue per potersi salvare!
Raccolta di canti politici - 2007
127
CORO DELLE OCCASIONI PERDUTE
Giovanna Marini
128
Beato capitalismo
Non conosci l‟immobilismo
Si muove la borsa la produzione
Crescono e cadono le azioni
Le crei tu stesso le occasioni
Ogni volta per una ragione
Di ordine superiore
Diciamo non ci muoviamo
Diciamo è meglio
Non rischiare
Beato capitalismo
Fai tesoro del marxismo
Hai imparato bene la lezione
Infatti non incorri più
In crisi di sovrapproduzione
Di spari doveva scoppiare
Era una polveriera
Di miseria nera
Però quell‟esplosione
Non era stata prefigurata
Non dai spazio ne tempo
A crisi di coscienza
Marciam ritmo obbligato
Tutto fatto di concorrenza
La tua legge è sfruttare
Oh quanto pesa scoprire
Che cambiare le situazioni
Questo vorrebbe dire
Che c‟è da elaborare
Ancora una strategia nuova
Sfrutti anche le occasioni
Di quelli che combatti
Infatti il padrone abbronzato
Trattiene dalla busta paga
L‟iscrizione al sindacato
Ma che sia rischiare inventare
Meglio interpretare
Un fatto già accaduto
Beato capitalismo…
Ogni volta per una ragione…
OR CHE INNALZATO È L'ALBERO
Or che innalzato è
l‟albero
S‟abbassino i tiranni
Dai sui superbi scanni
Scenda la nobiltà
Un dolce amor di patria
S‟accenda in questi lidi
Formiam comuni gridi
“Viva la libertà !”
Indegno aristocratico
Non osi alzar la testa
Se l‟alza allora la festa
Tragica si farà
Un dolce amor di patria…
Già reso uguale e libero
Da suddito alla legge
E il popolo che elegge
Sovrano ei sol sarà
Un dolce amor di patria…
Giuri implacabil odio
Ai feudi alle corone
E sempre la nazione
Libera resterà
Un dolce amor di patria…
Sul torbido Danubio
Penda l‟austriaca spada
Nell‟itala contrada
Mai più lampeggerà
Un dolce amor di patria…
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Raccolta di canti politici - 2007
DIME DONDE VAS MORENA
Dime donde vas morena
dime donde vas salada
dime donde vas morena
a las tres de la mañana.
Voy a la Carcel Modelo
a ver a los comunistas
que los han metido presos
estè gobierno fascista.
Altre strofe:
¿Adonde va la mi morena,
adonde va tan de mañana?
Voy a la fuente serena
por una jarrita de agua.
Con las costillas de Franco
tenemos que hacer un puente
130
para que pase el Galàn
con su columna valiente,
Con los bigotes de Queipo
vamos a hacer una escoba
para limpiar los fascistas
que quedan en Barcelona.
Ayer te vi que subfas
por el camino a la fuente:
dime,donde vas, morena,
dime,donde vas, salada?
Voy a la Casa del Pueblo
en busca de un socialista,
porque me ha dicho mi madre
que no hable con los fascistas.
TUTTI UNITI NEL SEN DELLA TERRA
Tutti uniti nel sen della terra
Una grande famiglia formiamo
Donne fiere fratelli noi siamo
Contro l‟infido vile oppressor
Il lavoro è ogni nostra ricchezza
La terra è ogni nostro ideale
Ma a beffarsi dei venti del male
Una liber‟armata formiam
Il lavoro è ogni nostra ricchezza
La terra è ogni nostro ideal
Ma per faci redenti per mano
Una liber‟armata formiam
Dell‟armata della terra
Su muoviamo tutti uniti
Che ai potenti si fa guerra
Pel trionfo pel trionfo del lavor
Dell‟armata della terra
Su muoviamo tutti uniti
Al governo si fa guerra
Pel trionfo per trionfo del lavor
Non partiti non ci resta chi seguir
Non battaglie fra bombe e cannoni
Ma un‟azione fra braccia e pensiero
Ma un comune e superbo ideal
So‟ cadute le vecchie barriere
E l‟avvenire sognato è vicino
E su compatti nell‟ampio cammino
Agitiamo le vanghe nel sol
Raccolta di canti politici - 2007
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CANCION DE GRIMAU
Chicho Sánchez Ferlosio
He conocido el crimen una mañana,
color tiene mi pena de sangre humana
sólo nubes y polvo lo presenciaron,
Julián Grimau, hermano, te asesinaron, te asesinaron.
Ya no nace en la tierra ni un pensamiento
que no lleve esta pena dentro del cuerpo
del dolor de mi pueblo nace mi canto
cuerda de mi guitarra sois compañeras de nuestro llanto
Malditos los que dicen de la venganza,
mientras mueren los pueblos por la esperanza.
Silencio de mi tierra que amargo suena
las piedras del camino hoy sangre llevan, hoy sangre llevan.
Nacerá trigo joven entre besanas,
las razones de nuevo tan pisoteadas,
pero a pesar de todo yo sé que un día
tú estarás con nosotros como querías, como querías.
He conocido el crimen una mañana
132
BALLATA PER FRANCO SERANTINI
Ivan della Mea
Di nome avevi Franco
cognome Serantini
i nazi-celerini
ti han fatto morir.
Tenetemi nel cuore
ci grida Serantini
tenete questo amore
è amore per lottar.
Ti hanno preso in piazza
gridavi «no al fascismo»
ma un figlio di nessuno
questo non lo può gridar.
Tenetemi nel cuore
compagni e cristiani
tornate partigiani
ed io non morirò.
Avevi solo vent'anni
vivevi l'anarchia
ti han coperto d'odio
di botte e sangue sì.
Altre strofe dopo la 5a :
E tu scudo crociato
bestemmi anche al Cristo
sei scudo del fascismo
di ieri e oggi ancor.
Chiuso nella tua cella
cercavi invano aiuto
ma a un figlio di nessuno
l'aiuto non si da.
Così la tua vita
te l'han strappata via
ridi democrazia
fascista e non cristiana.
Contro questo fascismo
che ha il segno della morte
Franco la tua sorte
ci chiede l'unità.
Una unità di classe
sopra gruppi e partiti
una unità in coscienza i
di nuova resistenza.
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Raccolta di canti politici - 2007
POVERO MATTEOTTI
Reg. a Trino Vercellese dalle mondine nel feb 60
Povero Matteotti
te l'hanno fatta brutta
quei vili
la vita l'han distrutta!
Vigliacchi son l‟uccisero,
così dobbiamo fare
Uniti proletari
lo dobbiamo vendicare
E mentre lui moriva,
con tutto il suo eroismo
Ma lui gridava forte:
"Evviva il Socialismo!"
Vigliacchi son…
Quando sarà il processo
Lì ci saranno tutti
Fascisti delinquenti
Vigliacchi e farabutti
Vigliacchi son…
Presso Montecitorio
Là c‟è una salita
Ma dove Matteotti
La ci lasciò la vita
Vigliacchi son…
Vigliacchi son…
E mentre che moriva
così lui ci dicea:
"Voi uccidete l'uomo
ma non la sua idea"
Lasciasti qui la moglie
Abbandonata
Veniva quasi pazza
Dalla notizia data
Vigliacchi son…
134
CHE COSA VOGLIAMO
Noi siamo da secoli calpesti e derisi
perchè siam pecore, perchè siam divisi
ma un giorno, sia presto, faremo l'unione
allora i padroni avran da pensar
Giuriam giuriam, padron non ne vogliamo
Vogliamo la pace, la scienza, il lavoro
La grande famiglia dell'umanità
Non più vagabondi che sfrutta con loro
la razza dei ladri dispersa sarà
Vogliamo che la terra sia patria di tutti
che chi lavora raccolga i suoi frutti
E noi dai signori siam sempre sfruttati
ci han sempre rubato il nostro sudor
Giuriam giuriam...
Raccolta di canti politici - 2007
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INNO DELLA LIBERTÀ
Le plebi sotto il giogo del borghese
Languendo stan (2)
Da fame stenti da pellagra offese
Morendo van (2)
Ma delle smorte plebi unite a un patto
Il dì verrà (2)
Ma il dì solenne e grande del riscatto
Presto verrà (2)
Su compagni liberi sorgiam
Su compagni su la fronte alziam
Già splende il Sol dell'avvenir (2)
Di pace e libertà glorioso il Sol risplenderà (2)
Ci succhian senza posa quei signori
Sangue e sudor (2)
Chi più non ha nè sangue nè sudori
Non fa per lor (2)
Ma delle smorti plebi unite a un patto
Il dì verrà (2)
Ma il dì solenne e grande del riscatto
Presto verrà (2)
Su compagni liberi sorgiam
Su compagni su la fronte alziam
Già splende il Sol dell'avvenir (2)
Di pace e libertà glorioso il Sol risplenderà (2)
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COMBATTETE LAVORATORI
Combattete lavoratori
Che l‟orario è arrivato
Alla camera fu votato
E noialtri che lo volgiam
Viva viva nostro Cantelli
Che aveva un cuore d‟oro
Le otto ore di lavoro
In risaia che ci lasciò
Le otto ore di lavoro
Noi faremo solamente
Per quei poveri innocenti
Che in carcere stanno a penà
Per quei poveri innocenti
Che in carcere stanno a penà
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Raccolta di canti politici - 2007
IL DODICI DICEMBRE A MATINA
testo di Dante Bartolini
Il dodici dicembre a matina
brutta sorpresa la nostra famiglia
Piange la sposa il figlio la figlia
che più nessuno gli porta il danar
Settecento famiglie in miseria
abbandonate nel cuor dell‟inverno
Questo regalo ci ha fatto il governo
i bisognosi ha voluto colpir
Tutti uniti ognuno sul posto
colla speranza riprende il lavoro
“noi vinceremo con questo decoro
la CGIL ci ha detto così”
Non ci piega la Terni e il governo
se non ci aspetta un pezzo di pane
Sopporteremo la vita da cane
finché un giorno riavremo il lavoro
Hanno ammazzato Luigi Trastulli
lavoratore giovane e forte
Nel fior degli anni ha trovato la morte
ma non piegarlo il grande ideal
Maria Margotti e Giuditta Levato
furono uccise dagli stessi assassini
I seguaci del fu Mussolini
di chi lavora non hanno pietà
Il socialismo è la nostra speranza
di settecento questa è la storia
Non è lontana la grande vittoria
lavoratori avanti così
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CHESTA MATINA FORA E CANCELLE
Anonimo napoletano su tema del Guarracino
Chesta matina fora „e cancelle avimme appise nu belle cartielle
Ci avimme scritta una frase sola
GOVERNO COLOMBO QUESTA E‟ LA TUA ORA
A dint‟a fabbrica simme partute appress‟a nui tutte quante so sciute
Chi primm‟e mò non ha mai scioperato mò sta con nui e la lutta chiù è late
Quanti compagni p‟a strate incontramme nu solo corteo tutti quanti formamme
A rint‟a febbrica no resta nisciune ci stanne e fimmene e pure i guaglione
Se sta fermanne tutt‟a città quanne passamme nisciune po‟ stà
Queste guern‟è già chiù „e n‟anne che tutti quanti s‟o tenghen‟en canne
Raccolta di canti politici - 2007
Passa na femmena e dice “scusate ma voi perché così alluccate?‟
Ce risponnimme “Pecché stu govierno no lo vulimme pé „n‟ato vierno”
“Ci avete ragione”ce dice contenta cheste Colombe è nu grande fetiente
a mio marito me l‟ha licenziato e chesta è a cosa cchiù disgraziata!
“Solo o lavoro a noi ce restava chello che ha fatto non gli bastava
non gli bastava ch‟i prezz‟aumentate e tutto chello che s‟ha magnato
E quanne faccio a spesa a matina ai figli miei e che ce cucine
Co‟ tutte quelle che guadagnamme mettimme a tavola o pane e a famme”
E poi ci dice “Mo venghe co voi agge capite che site co‟ noi
E si mannamme annanze sta lotta facimme succede no quarant‟otto”
E dint‟a cas‟e dint‟a vasce chelli che luccane scinnita a vasce
Ci hanno ragione sti bravi guaglione dentr‟a o govierno so tutti caproni”
Quanno passamme p‟a strat‟e signore chi t‟encontramme no gran traditore
No sindacalista vennuto o padrone fra l‟ate cose ch‟è pure spione
Come ce vede se mette paura ma pé fa vedé ch‟è no tipe sicure
Se mett‟annanzi e dice “aspettate non è così che voi dovevate”
Poi ce dice” Sentite ragazzi che facite né site pazzi
Non lo toccate questo governo che l‟ha mandato il Padre Eterno”
Je risponnimme” Sientece bbòne cheste govierno ch‟è tutt‟e spione
La sola cosa che noi facimm‟è che o padre eterno ce o rispedimme”
Comme ch‟a vist‟a malaparata cheste miezz‟omme ci ha ragionato
S‟ha squagliato correnno correnno sicuramente sta ancora fujenno
E tutt?e signure „ffacciat‟o balcone s‟a stanne facienne dint‟o calzune
Poi ce pensane “Levamme mane” e chiudono porte, fenest‟e persiane.
Passa nu prevte che dice “Cessù, ma accussì non se po‟ campà chiù
Se vi mettete contro al governo andrete poi diritti all‟inferno”
Dicimme solo “Non parlà chiù, non simme pecore come voi tu
E se all‟inferno mannammo qualcuno tu certamente ssì o nummero uno!”
E mentre jamme marcianne p‟a via „nnanz‟a nuie ce sta a polizia
Co‟ ste visiere e sti scud‟en mano parene tutti tante marziane
„A polizia ma che ce n‟importa noi non avimme paur‟e la morte
figurammoce che paura ci fanno scappano subbito si ci accostame
Che bella festa sta jurnata a chiù mej‟e quanne so nate
E cussì non s‟è vista mmai simme fort‟e simm‟assai
E tutte quante assieme dicimme “o solo guverne che noi vulimme
Solo cò u popolo s‟ha da formà e solo noi lo putimme fa!”
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Raccolta di canti politici - 2007
IL VENTIQUATTRO DI MAGGIO A FERRERA.
Tratto dall’Archivio sonoro dell’istituto Ernesto De Marino
Trascrizione e arrangiamento di Giovanna Marini
Il ventiquattro di maggio a Ferrera un grande sciopero terribile guerra
erano tutti in una stretta via accompagnati ma dalla polizia
Nel veder le crumire uscire le scioperanti si misero davanti
“Se avete il coraggio di andare ci tradite noi tutti quanti”.
Nel veder le crumire ostinate le scioperanti si misero davanti
e br si sono gettate per terra”Calpestateci se avete il cortaggio”
Il commissario con grande amarezza “Non ubbidite alla pubblica sicurezza
e non vedete che questa è viltà se non vi alzate vi faccio arrestà”
Le scioperanti si sono alzate “E non è vero che questa è viltà
son venuti e hanno fatto violenza trascmandoci con libertà”
Il commissario con grande ironia disse agli altri “andate pur via”
si fermi solo la Margotti Maria che con noi la vogliamo portar”
Le scioperanti non dicon parola si recarono in mezzo alla folla
e sentirono la brutta novità “Il nostro Riba ce l‟hanno arrestà”
Tredici giorni di malinconia fu terminato con grande allegria
han rilasciato il Riba e Maria l‟abbiam coperti di rose e di fior.
140
O CARA MAMMA VIENIMI INCONTRO
O cara mamma vienimi incontro
Che ho tante cose da raccontare
Che nel parlare mi fan tremare
La brutta vita che ho passà
La brutta vita che ho passato
E nel trapianto e nella monda
La mia bella faccia rotonda
Che come prima non la vedi più
A la mattina il latte freddo
E a le nove la pagnutina
E la povera mondina
Tutto il giorno a lavorar
A la mattina c‟è i moschini
E a le nove c‟è i tafani
Al mesogiorno quel brutto sole
Che mi faceva inrostolir
A mesogiorno risi e fagioli
E a la sera fagioli e risi
E di quel pane e naturale
Che l‟appetito ci fa mancar
E per dormire un po‟ di paglia
E tutta piena di bestioline
E sembra proprio una prigione
E dove dormono i carcerà.
E a le nove la ritirata
E a le dieci c‟è l‟ispezione
E l‟ispezione e del padrone
E tutte in branda a riposar.
Raccolta di canti politici - 2007
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79
E LU MNESTRE COLOMBE 2
E lu mnestre Colombe, è vnì da Rom‟ e l‟è vnìt‟a mett lu prim‟ matone
CORO
- E l‟è venit‟ amett‟ a nennannè lu prim matone lu prim matone
E ha mess‟la prima pietr‟ e lu matone e ha mess‟ la prima pietr‟ e lu matone
Ma pé pigghià pé fessa nennannè la poplazione la poplazione
CORO
- La popolazione. E pé pigghià pé fessa nennannè la poplazione la poplazione
e pé fregà li votì d‟li materène e pé fregà li vot d‟li materène
ha mess la prima petr‟a nennannè pì lu metène pì lu metène
CORO
- pi lu metène. Ha mess la prima petr‟annennannè pì lu metène pì lu metène
E pé fregà li vot d‟li frèndinese e pé fregà li vot‟ d‟li frèndinese
E tutte lu metèn‟anennannè s‟lu prend‟ li barèse prend li barèse
CORO
- Prend li barèse. E tutte lu metèn‟a nennannè prend li barèse prend li barèse
A Bèr se l‟han purtète lu metène a Bèr se l‟han purtète lu metène
Li dimocristièn‟anennannè scaldèsc li mène scaldèsc‟ li mène
CORO
- scaldèsc li mène. Li dimocristièn anennannè scaldèsc li mène scaldèsc li mène
Ma lu mèl de Sante D‟nate v‟l‟ave a coje lu mèl de San Donate v‟l‟ave a coje
E a culli ca vutè a nennannè dimocristiène dimocristiène
CORO –
dimocristiène. A culli ca vutè a nenannè dimocristiène dimocristiène.
e culli ca no vòt‟ p‟li communeste e culli ca nu vot‟p‟li communeste
e qunne ca murè a nennannè, „ndè contr‟a Creste ndè contr‟a Creste
CORO
- „ndè contr‟a Creste. E qunne ca murè a nennannè „ndè contr‟a Creste „ndè contr‟a
Creste
ma vu si la vulite l‟assoluzione ma vu si la vulite l‟assoluzione
vui ajet‟a vutè a nennannè p‟lu falicione lu falicione
CORO
142
- lu falicione.
LA REVOLUTION
Michele Straniero/Mao Tse-Tung
La révolution ce n‟est pas une gala ni broderie
La révolution, elle ne se fait pas comme une œuvre littéraire
Elle ne peut pas s‟accomplir avec la même élégance
Elle ne peut pas s‟accomplir avec la même délicatesse
La révolution ce n‟est pas faire un dessin ou du brico
La révolution elle se fait pas comme l‟amour ou les chansons
Elle ne peut pas s‟accomplir avec de l‟amabilité
Elle ne peut pas s‟accomplir avec faux-noble courtoisie
La révolution, elle se fait toujours au bout, oui, du fusil
La révolution c‟est un soulèvement un acte de violence
Acte par le quelle une classe élimine une autre classe
Acte par le quelle l‟ordre nouveau remplace la vieille société
La révolution….la la la lala la lalalalaa….
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Raccolta di canti politici - 2007
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LAMENTO DEL CONTADINO
Vi prego tutti, o cittadini
di ascoltare o po'eri contadini,
che dopo tanto che si lavora
e mai di pace non abbiamo un'ora.
Poi c'è i' dottore, i' veterinario,
il fabbro, il sarto e i' carzolaio,
la levatrice con i' becchino,
e tutti addosso al po'ero contadino.
Colla zappa e lo zappone
e lo zaino i 'ssu groppone
giovani e vecchi, tutti armati,
noi sembriamo tanti soldati.
Mangiare e bere a' mietitori,
e po' pagarli saran dolori;
e gli ci corre giù alla lesta,
al contadino cosa gli ci resta?
Si va colla speranza della raccolta,
si spera sempre sarà di morta,
poi vene la ruggine e la brinata:
ecco la vita bell'e disperata.
Lasciamo stà queste partite,
ma ce n'è d'artre più squisite
e di tutte questa è peggiore:
la mezza parte la vol i' padrone.
Quando la faccenda è fatta
qui' po' di grano che s'arraccatta
e po' viene la battitura
e tutti còrgano co' gran premura.
Poi vien i' tempo della vendemmia
e allora sì che si bestemmia:
e gli si mette dentro la botte
e gli si vende e bona notte.
I' primo frate che vien sull'aia
saluta i' cappoccia e po' la massaia
e a sedere si mette a i' fresco
lo vole i' grano pe' San Francesco.
Po' si prende un po' di vinaccia,
so fa una botte con acquettaccia
e lì si beve tutto l'inverno,
si soffre pene dell'inferno.
Poi c'è i' cappuccino con quella barba
che gli ci viene dopo l'alba:
padre Dionigi e San Gregorio
accattate l'anime del Purgatorio.
Poi c'è la massaia che viene in piazza
con que' be' polli di prima razza;
per rivestire i lor bambini
a casa porta de' savattini.
Po' c'è la monica colla sacchetta
lo vole i' gran per Santa 'Lisabetta,
per mantenere l'uso e 'l sistema
e a 'i contadino la raccolta scema.
Po' c'è le ragazze fresche e belle:
pe' fassi il letto e le gonnelle
e dietro l'uscio depongan l'ova,
e chi le schiaccia e poi nessun le cova.
Po' c'è i' sensale colla bugia,
lui più di tutti ne porta via
e colla scusa di vedé la stalla
lo vuole il fieno per la cavalla.
Così success'a' mie' finali
e si sta peggio de' maiali,
e si lavora quant'e vvoi
e i maltrattati siamo sempre noi.
Raccolta di canti politici - 2007
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BALLATA DI SANTA MARIA DE IQUIQUE
Nel 1907 erano impegnati nell’operazione dell’estrazione del salnitro 65.000
operai.Fanno prosperare gli impianti di Santa Maria en Iquique.
Migliaia di essi sfilano con le loro famiglie per chiedere un aumento di salario:
sono mitragliatidalla polzia. Nel 1926 si ripete il massacro a San Gregorio.
Ancora oggi quando muore un operaio cileno si ricordano quei primi scontri
con le forze del potere attraverso il “canto de la pampa”
( Registrato dal vivo da Juan Capra nel 1955. Poema di Francisco Pezoa Véliz,
1920-2006)
Canto a la pampa, la tierra triste,
réproba tierra de maldición,
que de verdores jamás se viste
ni en lo más bello de la estación.
¡Vamos al puerto -dijeron- Vamos!
Con un resuelto y noble ademán,
Para pedirles a nuestros amos
Otro pedazo, no más, de pan.
En donde el ave nunca gorjea,
en donde nunca la flor se abrió,
ni del arroyo que serpentea
su cristalino bullir se oyó.
Y en la misérrima caravana,
al par que el hombre, marchar se ve
su amante esposa, la madre anciana
y el inocente niño también.
Año tras año por los salares
del desolado tamarugal,
lento, cruzando van por millares
los tristes parias del capital.
Benditas víctimas que bajaron
desde la pampa llenas de fe,
y a su llegada lo que escucharon
voz de metralla tan solo fue.
Sudor amargo, su sien brotando,
llanto a sus ojos, sangre a sus pies,
los infelices van acopiando
montones de oro para el burgués.
Baldón eterno para las fieras
masacradas sin compasión,
queden manchadas con sangre obrera,
como un estigma de maldición.
Hasta que un día como un lamento
de lo más hondo del corazón,
por las callejas del campamento
vibró un acento de rebelión.
Pido venganza para el valiente
que la metralla pulverizó,
pido venganza para el doliente
huérfano y triste que allí quedó.
Eran los ayes de muchos pechos,
de muchas iras era el clamor,
la clarinada de los derechos
del pobre pueblo trabajador.
Pido venganza por la que vino
de los obreros el pecho a abrir,
¡Pido venganza por el pampino
que allá en Iquique supo morir!
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