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Il Re Della California
URIJAH FABER 36 FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 36 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 17/06/10 14.36 URIJAH FABER Da California Kid a RE della CALIFORNIA L’orgoglio di Sacramento si rilassa dall’alto del suo impero MMA. di Danny Acosta / Foto di Landry Major FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 37 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 37 17/06/10 14.36 URIJAH FABER Urijah si allena al sacco nella sua palestra Ultimate Fitness, a Sacramento, California. FOTO DI LANDRY MAJOR Urijah Faber è nato per combattere. L’ex campione pesi piuma WEC si rilassa al sole seduto su uno sgabello di legno davanti all’epicentro del suo impero, la palestra Ultimate Fitness, situata su una strada verdeggiante del centro di Sa cramento. Mentre si gode una pausa prima della prossima sessione di allenamento, ogni tanto il suo entourage gli si avvicina per ricor dargli qualcosa. Negli ultimi tre anni, gli assistenti del cinque volte campione gli hanno reso la vita molto più facile, permettendogli di essere la stella del WEC e di non preoccuparsi d’altro. Sul serio. Da quando è sbarcato in milioni di case sul canale Versus, Faber non paga più le bollette di persona. La fossetta da supereroe, il sorriso pronto, e l’atteggiamen to rilassato, pongono Faber sempre al centro dell’attenzione. Tuttavia, ciò non significa che non sia un tipo indaffarato. Faber guida la squadra di MMA Team Alpha Male a tempo pieno. Le sue responsabilità includono rilasciare interviste e gestire una seconda palestra e un’azienda di abbigliamento chiamata come la squadra. Come i combattenti della sua squadra, anche Faber si allena duro, ma il suo compito è più difficile perché le attese su di lui sono maggiori. “In tutta onestà, sono convinto al 100% di essere nato per combattere”, dice il combattente definito come il peso piuma più temibile di tutti i tempi. Faber fa una pausa per salutare il neonato del compagno di squa dra Kyacey Uscola. “Fammi vedere il bimbo!” esclama rivolto verso la madre. Senza smettere mai di parlare o di ammirare il bimbo, Fa ber saluta gli anziani, i combattenti pro e i ragazzini che gli passano accanto per entrare in palestra. Se non fosse una giornata sorprendentemente soleggiata di una settimana prevalentemente tetra, Faber avrebbe già percorso in macchina il breve tragitto verso casa. Invece, “The California Kid” 38 I combattenti si preparano per un allenamento massacrante. FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 38 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 17/06/10 14.37 URIJAH FABER È NATA UNA STELLA Due fan illustri hanno contribuito a far brillare la stella di The California Kid. Anthony Kiedis, il leggendario rocker e cantante dei Red Hot Chili Peppers, si complimentò con Faber per la sua bravura come combattente 18 anni dopo il primo bacio di Faber alla musica di Un der th the Bridge. Il secondo? Facendo la sua im pressione migliore di Don Frye, Faber rivela pres di d essersi sentito una superstar quando il combattente gli disse “è un onore com battere contro The California Kid” a un incontro King of the Cage del 2006. FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 39 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 39 17/06/10 14.37 URIJAH FABER “Un campione è un campione grazie a quello che ha dentro, punto”. dimostra perché è un re da queste parti. Un maschio alfa è un uomo a tutto tondo, spiega Faber, che ha cominciato a stampare la scritta Alpha Male sul suo abbigliamento sportivo nel 2004. Faber è bello, intraprendente, tosto, e sì, un po’ pieno di sé. Che si occupi di questioni personali o dell’attività a tempo pieno di salutare la gente, questo combattente na tivo di Isla Vista fa di tutto per promuo versi al meglio. Basta vedere come si comporta con i tre 18-35enni che si sono appena materializzati sul marciapiede davanti a Ultimate Fitness. Urlano richieste di autografi a 5 metri di distanza così da non interrompere l’eroe locale. “Avvicinatevi ragazzi”, dice Faber. Si presenta come se non sapessero che è il re della giungla. “Urijah”, dice con un cenno di saluto del capo. Uno dei fan non riesce a controllare l’entusiasmo altrettanto bene dei suoi amici. Ripete incredulo, “Il numero uno di Sacramento! Abbiamo davanti il numero uno di Sacramento!” Faber raduna il trio, “Facciamo una foto tutti insieme così la metto su Twitter”. Il fan troppo zelante rivela al suo idolo di essere stato buttato fuori dall’Arco Arena per aver cominciato una rissa nelle tribune poco prima che “The California Kid” eseguisse uno strango lamento da dietro nel terzo round sul rivale in classifica Raphael Assuncao. “Che sfortuna!” lo compatisce Faber. I fan se ne vanno, assicurandogli che il 24 aprile, quando Faber affronterà il neo-campione Jose Aldo all’Arco Arena per il titolo pesi piuma, la cintura sarà di nuovo sua. Faber, che ha vinto 13 incontri in tre anni diventando una delle stelle più brillanti delle MMA, è convinto che i titoli e le statistiche siano fuorvianti. “Un campione è un campione grazie a quello che ha dentro, punto”, dice. “Io combatto e mi diverto. Ho una vita da sogno. Sono circondato dai miei amici tutto il giorno. Abito in Califor nia. Sono sempre in viaggio e posso assistere agli incontri gratuitamente, mentre prima dovevo pagare”. Con i suoi 165 cm e un bel volto pulito, l’unico motivo per cui combat tere non è l’occupazione perfetta per questo 30enne è che non ha l’aspetto di un leone. Tuttavia, è proprio questa la sua carta vincente: indossa l’abito dell’agnello per poi trasformarsi in lupo nella gabbia. Il segreto di Faber è sembrare una stella e combattere come tale, mante nendo la propria personalità rilassata quando incontra gli ammiratori. Solo pochi campioni hanno il dono di resta re se stessi dopo il successo, di rimanere con i piedi per terra quando sono in cima al mondo. L’aspetto più assurdo è che un guerrie ro dalla personalità vincente come Faber sembrava destinato a passare inosser vato. Ha passato tre anni a sbatacchiare combattenti nelle gabbie locali come se lo disgustassero e a sferrare pugni come Continua a pag. 42 40 FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 40 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 22/06/10 15.16 © Foto Olympian’s Modello Marco Pesciolini professionista WNBF Leggere attentamente le avvertenze e le modalità d’uso riportate in etichetta. Troppo dolore e t n e i c i f f u s n i o r e Recup Anche se recupero è una parola di 8 lettere, lo si può migliorare facilmente con un prodotto di 3 lettere: HMB. L’HMB svolge una doppia azione per accorciare il tempo di recupero e migliorare i risultati: 1. Minimizza il danno muscolare durante l’attività fisica intensa: L’HMB blocca la proteolisi e migliora la stabilità della membrana cellulare alla presenza di stress, riducendo così il danno muscolare. 2. 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Nonostante una carriera in ascesa e il boom delle MMA dopo l’incontro Bonnar-Griffin epo cale del 2005, i combattenti delle categorie inferiori a quella dei pesi leggeri non erano ritenuti commerciabili. Verso la fine del 2006 la Zuffa, la società che controlla l’UFC, acquistò il contratto WFA di Faber. Faber era il campione pesi piu ma da quando sconfisse Cole Escovedo al WEC 19 e, a partire dal gennaio 2007, cominciò a farsi un nome sempre più riconosciuto dal grande pubblico. Faber difese il titolo pesi piuma WEC per un record di cinque volte, entrando a far parte di una cerchia prestigiosa d’icone UFC composta da Matt Hughes, Tito Ortiz, e Anderson Silva. Nel giugno del 2008, all’Arco Arena di Sacramento, Faber conservò il titolo ed entusiasmò il pubblico da record dominando il primo campione pesi leggeri UFC Jens Pulver per i 25 minuti dell’incontro. Faber perse il titolo cinque mesi dopo in Florida contro il com battente dell’American Top Team Mike Thomas Brown. Un anno dopo, all’Arco Arena, un altro pubblico da record sostenne Faber nel suo tentativo di strappare il titolo pesi piuma a Brown. “La mia mano destra è andata!” disse Faber all’allenatore di Muay Thai Thonglor Armatsena, detto “Master Thong”, tra il primo e il secondo round. “Sta zitto! Sta zitto! Tu campione!” gli rispose Master Thong urlando, colpendo il punto sul petto di Faber dove il cuore gli batteva all’impazzata. “Non volevo mollare, volevo solo dirtelo!” ricorda Faber ri dendo. La barriera linguistica – Master Thong parla poco inglese – compromette di rado l’intesa fra i due. 12.682 fan scossero l’Arco Arena per incoraggiare il loro beniamino. “Al diavolo”, si decise Faber rituffandosi nel combattimento. I fan furono ripagati con uno spettacolo coi fiocchi. Per i 20 minuti rimanenti dell’incontro, Faber si spinse oltre i limiti contro l’inarrestabile Brown, rompendosi anche l’altra mano. Faber non pensa durante un incontro. Crea situazioni e vi reagisce. Tuttavia, con l’artiglieria difettosa, non avrebbe mai potuto assestare il colpo decisivo, e Brown vinse per decisione unanime. La prestazione ha reso Faber ancora più popolare fra i fan e i critici, ricordando al pubblico che appartiene a quella stirpe rara che mette a repentaglio la propria incolumità per incendiare un incontro, cosa che ha fatto per tutta la carriera. “Sono il tipo che si spinge oltre i limiti”, dice Faber, “perché ho lavorato duro tutta la vita”. Urijah si mette in guardia contro uno dei pesi piuma più pericolosi del mondo: l’ex campione WEC Mike Brown. FOTO DI PAUL THATCHER Un sovrano-operaio Il fisico e le doti di combattente di Faber potrebbero essere immor talati su un poster motivazionale; tuttavia, per trarre ispirazione dal campione, basta leggere le sue affermazioni. “Se non vi piace la direzione del fiume, non tuffatevi dentro”, dice Faber, dispensando saggezza come se stesse tenendo un semi nario. “Chi non sopporta le droghe sceglie la realtà. Ci sono solo due cose che non potete controllare: la nascita e la morte. Ciò che fate tra l’una e l’altra spetta interamente a voi”. Per Urijah Faber, la giornata piena d’impegni di ieri è una giornata tipica. Un amico gli ha chiesto se poteva parlare con la sua vecchia squadra di lotta del liceo. A Faber non piace dire no. Qualcun altro gli ha chiesto se poteva parlare con dei bambini a rischio. Certo, ri sponde, portali in palestra. “Non prendere impegni”, gli dicono i suoi manager, perché potresti perderti una cena con gli sponsor. Come se non bastasse, Faber deve vivere la vita di un atleta: seguire una dieta salubre, allenarsi più volte il giorno, e riposarsi adeguatamente. 42 FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 42 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 12/07/10 16.01 URIJAH FABER FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 43 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 43 17/06/10 14.37 URIJAH FABER “Sono un ottimista inguaribile e non amo pianificare”, dice Faber, che è fidu cioso di riuscire a portare a termine tutti i suoi impegni proprio come ha fatto ieri, senza calpestare nessuno. Faber massi mizza il suo tempo, senza curarsi dello stress di una giornata senza sosta, una tattica che ha imparato fin da piccolo. Figlio di genitori divorziati, Faber ha imparato in tenera età a gestire il tempo, che divideva tra due case, la scuola e gli allenamenti di atletica. Alle elementari, grazie alla madre che lavorava per un agenzia di moda, apparve in pubblicità di abbigliamento per bambini. Al liceo, riuscì a includere lavori saltuari e una vita sociale in un’agenda già fitta d’impegni, ottenendo al contempo lo status di cornerback all league. All’università, mollò il football per diventare un lottatore Division I (re clutato senza borsa di studio dalla Uni versity of California-Davis), aiuto came riere, allenatore di lotta, studente, e uno dei ragazzi più popolari del college. “Non sopporterei di fare una cosa sola tutto il tempo”, aggiunge Faber, che mira a strappare il titolo di “uomo più indaffa rato delle MMA” a James Brown. Non sorprende che i suoi insegnanti lo ritenessero tutti un condottiero nato. Tuttavia, è facile avere una visione posi tiva del mondo quando si possiede una Mercedes E350 nera nuova fiammante. “Viviamo in tempi difficili”, dice Fa ber, conscio dell’economia disastrata della regione e della capitale. “So cosa vuol dire non avere niente. So cosa vuol dire essere sul punto di avere qualcosa. Adesso, finanziariamente non mi posso lamentare. Diciamo che ho sperimentato condizioni di vita diverse mantenendo sempre un atteggiamento di felicità e gratitudine. “Amo mantenere – anche nelle sconfitte – un atteg giamento positivo. La vita è bella. Finché c’è vita c’è speranza. Godetevi la vita”. Faber dice che potrebbe rimuginare sul divorzio dei genitori o sull’alcoli smo del padre o le liti domestiche fra la madre e il nuovo compagno, ma non è il suo stile. Faber è convinto che quei momenti che cambiano la vita siano altrettanto – se non meno – importanti di quelli più piccoli e insignificanti. “Mio padre, che faceva il meccanico, portava a casa l’auto da riparare e, in esta te, la parcheggiava vicino a uno stagno cosicché io e mio fratello potevamo pe scare tutto il giorno mentre lui la ripara va”, ricorda Faber, il primo della famiglia a laurearsi o a possedere una macchina nuova. “Poi tornavamo a casa, lui puli va e cucinava il pesce e il giorno dopo ci riportava da mia madre. Certo, non era una vita perfetta ma è tutto relativo. Per me era una vita fantastica”. I genitori non venivano a vederlo gio care, ma a Faber non importava perché stavano lavorando da matti. Si accon tentava del fatto che lo sostenessero. Risultato? L’autostima di Faber è quasi patologica. La sua autostima non ha vacillato neanche quando ha dovuto ripetere le “Amo mantenere – anche nelle sconfitte – un atteggiamento positivo. La vita è bella. Finché c’è vita c’è speranza”. Parola al campione: i 5 incontri preferiti di Faber 12/11/2003, Gladiator Challenge 20 Vittoria per strangolamento a ghigliot tina su Jay Valencia “Ero il tipico ragazzo pulito del college e mi ritrovai ad affrontare un messicano pieno di tatuaggi sulla pancia. I miei ami ci cercarono di dissuadermi dall’affrontar lo. Ricordo che il tizio mi fissava e pensa vo, “sei fottutamente fottuto amico”. Ero l’unico a pensarla così. Mi si scagliò con 44 tro e io non avevo la minima intenzione di lottare. Benché non avessi esperienza di pugilato, lo sorpresi con un sinistro e cominciai a colpirlo. Boom, boom! Lo colpii tre volte... mi afferrò le gambe at terrandomi. Eseguii uno strangolamento, mi alzai in piedi e non volevo avere niente a che fare con la lotta. Stavo cercando di sferrargli ginocchiate e pugni perché vo levo combattere. Finii per assestargli due ginocchiate, lo sbatacchiai un po’, poi gli sferrai alcune ginocchiate alla testa per ché a quei tempi era legale. Sfruttai la mia elementari. Tirava pugni allo specchio convinto di essere il piccoletto più to sto del pianeta. Quella convinzione non l’ha mai abbandonato. Secondo il com battente, ogni giorno è la giornata di Urijah Faber. Di recente, dopo essersi fatto strada a suon di botte nella vita, nei ranghi locali e nel WEC, Faber è stato onorato con l’Urijah Faber Day all’Arco Arena da parte dei Sacramento Kings, la sua squa dra preferita. Da piccolo non poteva per mettersi di assistere alle partite. Ricorda vagamente di avere assistito a una o due partite. Faber non può fare a meno di notare l’ironia del fatto che adesso riceve biglietti gratis quando vuole ma non ha tempo di assistere alle partite. “Il mio è stato un percorso interes sante. Non ho mai pensato voglio essere famoso o voglio fare questo o quello”, dice, “ho seguito il flusso delle cose ed ecco dove sono arrivato”. La parola “flusso” potrebbe aiutare a spiegare il successo di Faber. È il flusso di energia positiva che il combatten te sprigiona nell’universo, un aspetto essenziale per rimanere al picco nelle MMA. Tuttavia, aspetti più tangibili come il sangue, il sudore, e le lacrime, sono egualmente importanti. Faber è fiero dei sette anni di sacrifici fisici e mentali (non ha mai messo pie de in un McDonald’s). Sebbene di solito non si lasci influenzare dai commenti negativi, a volte può capitare. Una volta da un fornaio, un anziano ha detto che Faber era un combattente degno di rispetto per aver continuato a combattere un incontro con due mani rotte. Complimento accettato, peccato poi che il fan abbia continuato ammet tendo che prima Faber non gli piaceva per via della faccia “da fighetto”. abilità nella lotta, sferrandogli ginocchiate sulla fronte ed eseguendo uno strango lamento con cui riportai la vittoria”. 03/06/2004, Gladiator Challenge 27 Vittoria per decisione unanime su David Velasquez “Fu la mia prima vittoria per decisione, e fu una battaglia combattuta. Mi ricor do che imprecavo contro il suo angolo, dicendo a Paul Buentello di “chiudere quella fogna”. Paul Buentello diceva, “ha paura di te, Dave, ha paura di combattere FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 44 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 17/06/10 14.37 URIJAH FABER “Io mi guadagno da vivere combat tendo”, dice Faber. “Lo faccio da quando non ci si guadagnava niente. Non ho mai portato l’apparecchio. Non mi rado il fot tuto petto. Non mi depilo le sopracciglia. Questo è il mio aspetto. Non sono un fi ghetto. Sono l’uomo più virile che ci sia... È forse colpa mia se non sono brutto?”. Se la vita è tutta una questione di punti di vista, puntate su Faber, il ma schio alfa. Un impero karmico Ai tempi del liceo, Faber fu eletto “peg gior automobilista”. Aveva anche la macchina più brutta. La vendette a un compagno per 50$, anche se era “piuttosto lussuosa per un cesso”. Dopodiché acquistò una Datsun degli anni ’80 che tremava se uno acce lerava troppo. Tuttavia, dopo qualche combattimento e l’ingresso nel mondo strano e veloce delle MMA, Faber non esitò ad accelerare. E neppure la stan chezza riuscì a ostacolarlo. Lavorava 16 ore il giorno, pagava 220 $ d’affitto per vivere con alcuni amici del college, e per tirare avanti si recava continuamente a Lake Tahoe per insegnare la lotta. Una notte fatidica, Faber mise su un CD raccomandatogli da un compagno di squadra. Ascoltò Lucy Ford degli At mosphere e decise che Urijah Faber sa rebbe stato un combattente “più grande delle armi, più grande delle sigarette”. Ci sono molte cose che quasi non ac caddero. Faber quasi non s’iscrisse al col lege perché stava pensando di rimanere nella cittadina di Lincoln, nella periferia di Sacramento. In Indonesia, quasi non riuscì a scampare vivo dalle bottiglie rotte e i coltelli di 12 balinesi. Una volta tornato negli Stati Uniti, e dopo aver fir mato il contratto per il suo debutto WEC in piedi”. Improvvisamente ero sopra di lui, gli urlai “fottiti” e poi boom [simula una gomitata discendente]. All’epoca era una mossa originale”. 10/08/2005, Gladiator Challenge 42 Sconfitto per KOT (pugni) da Tyson Griffin “Dovetti combattere contro l’avversità. Il mio avversario era più grosso di me. Dopo otto secondi mi ferii alla testa. Era la prima volta che combattevo con un infortunio, e stavo incassando tonnella con la Zuffa, Faber fu accidentalmente ferito al mento da Nick Diaz durante l’al lenamento. La ferita richiese diversi pun ti e mise a repentaglio l’incontro. Faber si fece crescere una specie di pizzo per nasconderla. Funzionò. Il resto è storia e, almeno fino a adesso, è conservata negli archivi del canale Versus. Tuttavia la stella di Faber brilla ab bastanza da assicurare che gli incontri WEC saranno trasmessi sui canali pay per-view per la prima volta nei nove anni di vita dell’organizzazione. Il combatten te cercherà di riprendersi il titolo quando combatterà con il Combattente dell’An no 2009 di FIGHT! Magazine Jose Aldo il 24 aprile. Faber è consapevole che combattenti come Aldo stanno migliorando, perden do più peso e combattendo a livelli più alti. Ciò costringe Faber a combattere per ritagliarsi la parte del leone. Mi confida che la sua esperienza lo avvantaggia, e ammette che gli è piaciuto combattere quando non c’erano compensi. “Se osservate le foto dell’incontro [con David Velasquez]”, dice, citando un incontro particolarmente cruento della sua carriera, “vi accorgerete che mi stavo divertendo un sacco”. Come Faber, solo pochi giovani posso no vantare di avere iniziato a combattere inginocchiati per terra, indossando scar pe per la lotta e senza regolamento. A sei secondi dall’inizio del mitico combatti mento contro Tyson Griffin, Faber ebbe bisogno di otto punti di sutura, ma si fece valere per altri 10 minuti. Faber è pronto a combattere contro Aldo. Per Faber, un incontro è un incontro: non c’è differenza fra sfidare i combattenti più tosti ma meno noti e i nomi più illustri delle MMA. “Indubbiamente, ho dovuto affronta re tipi tosti per arrivare dove sono. Per te di cazzotti micidiali ma non mollavo. L’infortunio mi motivava. Dopo quell’in contro, ho vinto la bellezza di 13 incontri consecutivi”. 01/06/2008, WEC 34 Vittoria per decisione unanime su Jens Pulver “Fu la prima volta che combattei in una grande arena. Avevo la sensazione che fosse l’incontro più importante della mia carriera. Il pubblico era in visibilio. Stavo combattendo contro una leggenda. È sta me, le MMA sono uno degli sport più crudi che esistano. “È uno scontro fra due individui dove non è tanto l’abilità tecnica quanto lo spirito del combatten te a garantire la vittoria”. Con 27 incontri all’attivo di cui 14 per il titolo, Faber ascolta il proprio cuo re prima di salire sul ring. Per la terza volta protagonista dell’incontro princi pale all’Arco Arena, Faber porterà per la prima volta il mondo dei pesi piuma e del WEC sui canali pay-per-view. Che vinca o perda, Faber ha pianta no altri semi per far germogliare il suo impero. “Io non sono una cintura o quel lo che pensano gli altri”, dice Faber, il cui tentativo di riconquistare la corona coinciderà con il compleanno della ma dre. “Io sono il mio modo di vivere, il mio impegno nel lavoro e coloro che mi circondano”. Urijah Faber non è sempre stato il mi gliore, ma ha sempre desiderato esserlo. The California Kid ha costruito le fon damenta più solide per il suo impero: sostenitori leali. “Quando combatto, si crea empatia con il pubblico: se vinco vincono an che loro e se perdo perdono anche loro. I miei sostenitori stabiliscono un lega me emotivo con me ed è per questo che adoro le relazioni pubbliche e incontra re i fan”, dice Faber. Randy Couture, Chuck Liddell, e Wan derlei Silva, hanno stabilito lo stesso lega me con i fan, diventando superstelle delle MMA. Come campione più importante della storia del WEC, Faber ha un posto assicurato nei libri di storia. Tuttavia, ciò che rende Faber davvero unico è la grati tudine verso i fan – è uno scambio karmi co in cui combattente e sostenitore si sen tono entrambi in cima al mondo. ta una sensazione incredibile”. 07/06/2009, WEC 41 Sconfitto per decisione unanime da Mike Brown (incontro di rivincita) “Mi ritrovai ad affrontare una situazione completamente nuova e dovetti essere cre ativo. Anche se sapevo che non avrei vinto, combattei per il puro piacere di farlo. Giu sto per poter dire “al diavolo”. Ricordo di aver detto “al diavolo” nel secondo round. Una volta superato il secondo round, mi dissi, “ok, cerca di capire cosa fare”. FIGHTMAGAZINE.IT Urijan Faber aprile.indd 45 Cyan quadricromiaMagenta quadricromiaGiallo quadricromiaNero quadricromia 45 12/07/10 16.02