Comments
Description
Transcript
sulle ricerche di mercato appunti
ELENA CEDROLA APPUNTI SULLE RICERCHE DI MERCATO Pubblicazioni dell’I.S.U. Università Cattolica ELENA CEDROLA APPUNTI SULLE RICERCHE DI MERCATO Milano 2001 © 2001 I.S.U. Università Cattolica – Largo Gemelli, 1 – Milano http://editoriale.cjb.net INDICE 1. L’EVOLUZIONE DELLA RICERCA DI MERCATO ................ 5 2. LA DEFINIZIONE DI RICERCA DI MERCATO ...................... 9 3. LE FASI DI UNA RICERCA DI MERCATO .......................... 17 3.1 Definizione del problema ........................................... 17 3.2 Finalità ed obiettivi della ricerca................................. 19 3.3 Pianificazione della ricerca......................................... 20 3,4 Valutazione economica .............................................. 22 3.5 Raccolta dei dati ........................................................ 24 3,5 Elaborazione ed analisi dei dati .................................. 28 3.6 Stesura della relazione finale...................................... 29 4. METODI E TECNICHE PER LA RACCOLTA DEI DATI ............................................................................... 31 4.1 L’osservazione .......................................................... 31 4.2 La sperimentazione ................................................... 36 4.3 Il sondaggio............................................................... 37 4.4 Le tecniche motivazionali .......................................... 40 4.4.1 Modalità di realizzo di una ricerca motivazionale................................................... 43 4.4.2 Interviste in profondità ..................................... 46 4.4.3 Interviste di gruppo (focus group) ..................... 49 4.4.4 Tecniche proiettive d’intervista ......................... 57 4.5 La definizione dell’intervista ...................................... 66 4.6 L’intervista personale (face to face) ............................ 67 4.6.1 Vantaggi e svantaggi dell’intervista personale.......................................................... 69 3 4.7 L’intervista telefonica ................................................ 72 4.7.1 Vantaggi e svantaggi dell’intervista telefonica ......................................................... 74 4.7.2 Modalità di conduzione dell’intervista telefonica ......................................................... 77 4.8 L’intervista postale .................................................... 79 4.8.1 Vantaggi e svantaggi dell’intervista postale ............................................................. 81 4.9 Le interviste autocompilate ........................................ 85 5. IL CAMPIONAMENTO PER LA RICERCA DI MERCATO ....................................... 87 5.1 Vantaggi e limiti del campionamento.......................... 88 5.2 Le procedure di campionamento ................................ 89 5.3 I principali campioni probabilistici ............................. 92 5.3.1 Campionamento casuale semplice ..................... 93 5.3.2 Campionamento sistematico o quasi casuale............................................................. 94 5.3.3 Campionamento casuale stratificato................... 95 5.3.4 Campionamento a grappolo............................... 97 5.3.5 Campionamento per aree .................................. 98 5.3.6 Campionamento a stadi..................................... 99 5.3.7 Campionamento ripetuto................................. 100 5.3.8 Campionamento fisso...................................... 100 5.3.9 Campionamento a fasi .................................... 100 5.4 I principali campioni non probabilistici..................... 101 5.4.1 Campione di convenienza ............................... 101 5.4.2 Campione di giudizio o ragionato .................... 101 5.4.3 Campione per quota........................................ 102 5.5 Gli errori di campionamento .................................... 104 Conclusioni ........................................................................ 107 Bibliografia ........................................................................ 109 4 1. L’EVOLUZIONE DELLA RICERCA DI MERCATO L’origine e i primi sviluppi della ricerca di marketing vanno ricercati negli Stati Uniti, dove il marketing nasce come funzione di gestione aziendale specifica. Durante il periodo 1900-1930 l’interesse del management era incentrato principalmente sui problemi e le opportunità legate alla produzione; nel dopoguerra l’attenzione maggiore si è andata concentrando sulle esigenze di vendita e solo negli anni ’70/’80 si è passati a considerare il mercato e i desideri del consumatore (Tab. n. 1). Tabella n. 1: Il rapporto azienda/mercato L’EVOLUZIONE DEL RAPPORTO NEL TEMPO ORIENTAMENTO ATTENZIONE Inizio secolo (USA) Dopoguerra ALLA PRODUZIONE ALLE VENDITE COSTI DI PRODUZIONE AGGRESSIONE DEL MERCATO Anni 70/80 AL MERCATO/ CLIENTE BISOGNI DEI CONSUMATORI STRUMENTI PER GESTIRE IL RAPPORTO IMPRESA/MERCATO TECNOLOGIA AZIONI DI VENDITA MARKETING ________ RICERCHE DI MERCATO Fonte: Cerrito Massimiliano, Tecnica delle ricerche di mercato, Esselibri Simone, Napoli, 1992, pag. 21. 5 Nonostante esista qualche sovrapposizione tra uno stadio e l’altro, Lazer individua cinque fasi dello sviluppo della ricerca di mercato: 1) Prima del 1905: applicazioni della ricerca ai problemi di marketing. Si ritiene che la prima applicazione risalga al 1879 con un’indagine rudimentale sul mercato del grano negli USA. 2) 1905-1919: approccio organizzato alle informazioni di mercato. Prima del 1910 le ricerche di marketing venivano utilizzate solo occasionalmente e le uniche tecniche applicate erano l’osservazione diretta e i sondaggi elementari. L’ “introduzione ufficiale” viene fatta risalire al 1911, quando venne fondato il Bureau of Business Research alla Harvard Graduate School of Business. Charles Coolidge Parlin, direttore della divisione di ricerca commerciale alla Curtis Publishing Company, affrontò il problema della sistematicità dei dati nelle ricerche ed iniziò ad utilizzare metodologie innovative nei suoi studi. 3) 1919-1930: strutturazione della ricerca di marketing come disciplina. È in questi anni che le tecniche diventano sempre più rigorose e meglio definite. Gli studi e le ricerche con questionari sono sistemi molto diffusi per la raccolta dei dati. Con lo sviluppo della ricerca, fu migliorata la costruzione del questionario e la struttura della domanda, ma aumentò la consapevolezza delle distorsioni che potevano derivare sia dalle interviste che dal questionario. Grande stimolo all’utilizzo delle ricerche fu dato nel corso degli anni Trenta dalle indagini sulle classi sociali, sollecitate 6 dalla nuova sensibilità verso le misere condizioni di vita delle classi lavoratrici. 4) 1930-1945: consolidamento e affinamento della ricerca di marketing. Con l’intensa crescita economica si assiste alla diffusione della ricerca di marketing e alla sua precisazione metodologica. 5) 1945-1973: ristrutturazione e nascita dell’era moderna della ricerca di marketing. Si caratterizza come un periodo di ristrutturazione, di affinamento e di “convergenza interdisciplinare”; infatti vengono raffinate sia la teoria del campionamento sia il rigore metodologico alla base dei singoli progetti di ricerca e si ha l’introduzione dell’inferenza statistica avanzata. Contemporaneamente si utilizzano concetti e tecniche psicologiche per studiare il comportamento del consumatore. Dopo la seconda guerra mondiale le ricerche di marketing hanno una fase di sviluppo senza precedenti, in parallelo alla crescente accettazione del concetto di marketing. Anche l’innovazione metodologica, specialmente nell’area delle ricerche quantitative di marketing, si presenta gradualmente dal 1950 ai primi anni ’60. Negli anni ’80 e ’90 i progressi tecnologici nel campo del computer e settori collegati sentonono lo sviluppo di nuove tecniche di ricerca: analisi congiunta e analisi delle alternative, analisi causale, sistemi computerizzati di intervista, codici a barre e lettori ottici (scanner), correlazione canonica. A questo punto risulta evidente l’evoluzione e l’importanza delle ricerche di mercato nel tempo, tuttavia le imprese hanno opinioni divergenti in merito al loro ruolo ed ai loro compiti. 7 Alcune, infatti, le ritengono semplicemente un metodo “ad hoc” per la raccolta e l’analisi dei dati da utilizzare solo quando esistono problemi da risolvere; altre invece considerano il settore delle ricerche di marketing come un centro di informazioni di supporto al processo decisionale. 8 2. LA DEFINIZIONE DI RICERCA DI MERCATO Conoscere, disporre di informazioni è importante per il conseguimento del vantaggio competitivo, dello sviluppo e del successo commerciale di un’impresa. Tuttavia, “la conoscenza è un grande mare nel quale spesso è difficile navigare senza sbagliare la rotta, perdere tempo e risorse. Occorre una ‘bussola’, uno strumento selettivo che dia efficacia al tempo e alle risorse manageriali impegnate nella fase di raccolta dati. In questo senso può essere utile avere presenti opportunità e modalità delle ricerche di mercato, per selezionare appunto gli strumenti più adatti di navigazione e arrivare in modo produttivo alle informazioni utili a realizzare i migliori risultati 1 decisionali” . Esistono molte definizioni di ricerca di marketing e, per un periodo, si è riscontrata nella letteratura una sovrapposizione con il termine “ricerca di mercato”, usato in realtà impropriamente per descrivere tutte le attività coperte dalla ricerca di marketing. Ancora oggi, alcuni autori ritengono che i due concetti possano essere usati come sinonimi; altri invece, operano una distinzione, non solo di tipo terminologico, fra gli obiettivi e le attività della ricerca di marketing e quelli della ricerca di mercato. 1 Dalla presentazione di Santagalli Flavio in Figini Mario, Fare ricerca per conoscere il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano,1998, pag. VII. 9 L’ambito definito dalla ricerca di marketing è molto più esteso di quello della ricerca di mercato; infatti, la prima può essere definita come l’insieme degli studi volti a selezionare tutti gli elementi rilevanti di informazione utilizzabili per le decisioni in tema di prodotti, distribuzione, promozione e facilitazioni commerciali, nonché l’identificazione del mercato e l’individuazione di adeguati metodi di vendita. In pratica, dunque, è connessa con ogni aspetto dell’attività commerciale, dall’idea di prodotto fino al completo soddisfacimento del cliente. La definizione di ricerca di marketing data dall’American Marketing Association è: “La raccolta, la registrazione e l’analisi sistematica dei dati riguardanti i problemi relativi al 2 marketing di beni e servizi” . A tal proposito risultano ben definite le aree di attività della ricerca di marketing, mentre i suoi obiettivi sono meno articolati. Kotler ha posto invece l’accento sugli obiettivi, al fine di sostenere il management nell’assunzione delle decisioni di indirizzo d’azienda: “Sistematica progettazione, raccolta, analisi e presentazione dei dati e delle informazioni rilevanti per una specifica situazione di marketing a cui l’impresa 3 deve far fronte” . Con il termine ricerca di mercato, invece, s’intende un ambito più ristretto rispetto alle ricerche di marketing; infatti, esse sono connesse all’individuazione di informazioni relative al mercato di un particolare bene. Hanno carattere propedeutico alla definizione di una strategia e di un piano di 2 American Marketing Association, “Report of the Definitions Committee”, American Marketing Association, Chicago, 1961. 3 Kotler P., Scott G.W., Marketing management, ISEDI, Torino, 1993, pag. 133. 10 fattibilità, da approfondire poi con ricerche più direttamente finalizzate a decisioni strategiche ed operative. Appare evidente che la distinzione è piuttosto sottile, quindi si può affermare che entrambi i tipi di ricerca hanno lo scopo di fornire informazioni significative per sviluppare e gestire in modo efficiente l’intero processo decisionale. Le ricerche di mercato sono uno strumento essenziale per ridurre, non certo eliminare, l’area di rischio per una decisione aziendale. Infatti, esse manifestano la loro utilità nel contributo a sintonizzare meglio fra loro la domanda e l’offerta del mercato, sostenendo l’azienda nel soddisfacimento della clientela. In sostanza, si può affermare che le ricerche di mercato soddisfino due esigenze fondamentali: mettere a disposizione tutte le informazioni e i dati statistici occorrenti per prendere una decisione; sviluppare nuove conoscenze. Le ricerche di mercato possono essere classificate in due macro-classi: – RICERCHE QUALITATIVE: hanno il compito di comprendere un fenomeno attraverso la definizione dei concetti e delle idee che lo caratterizzano. Il termine qualitativo fa riferimento alla forma con cui sono espressi i risultati, impossibili da rappresentare sotto forma di numeri o relazioni quantitative fra variabili. – RICERCHE QUANTITATIVE: hanno lo scopo di fornire informazioni ancorate a una base numerica predefinita in funzione del livello di errore statistico concordato e 11 accettato dall’istituto e dalla committenza4. In questo caso i risultati sono espressi sotto forma di numeri, valori, proporzioni e percentuali. La ricerca qualitativa è “sempre meno uno strumento d’indagine fine a se stesso e sempre più momento di verifica e realizzazione di nuove ipotesi di lavoro propedeutiche alla fase estensiva della ricerca. Da un punto di vista operativo gli obiettivi che la ricerca qualitativa deve soddisfare sono i seguenti: fornire concetti, espressioni, materiale per la costruzione del questionario; individuare tipi di comportamento-atteggiamento attraverso la specificazione degli elementi che li caratterizzano e degli eventuali legami esistenti fra gli uni 5 e gli altri” . All’interno delle ricerche qualitative troviamo le ricerche esplorative, impiegate quando si vogliono verificare delle ipotesi. La ricerca esplorativa è la fase iniziale di una serie di studi programmati per fornire informazioni utili al processo decisorio. È di solito progettata per ottenere una visione preliminare della situazione con un minimo di costi e di tempo. Lo scopo di questa ricerca consiste nel formulare ipotesi che riguardino i problemi potenziali e/o le opportunità presenti nella situazione decisionale. Per ipotesi s’intende una formulazione congetturale della relazione tra due o più caratteristiche. 4 Figini M., Fare ricerca per conoscere il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano, 1998, pagg. 7 e 15. 5 De Candido Danilo, Guida alla ricerca motivazionale, Franco Angeli, Milano, 1992, pag. 153. 12 Il metodo di ricerca esplorativa è caratterizzato da un’elevata flessibilità e versatilità d’uso. Non è richiesto, infatti, l’impiego di procedure specifiche, di esperimenti controllati o del campionamento probabilistico. Gli approcci più comuni per questo tipo di ricerche sono: ricerca su pubblicazioni; interviste ad esperti; discussioni di gruppo. La ricerca esplorativa può essere anche utile nell’individuare dei piani d’azione alternativi, con la speranza d’includere la scelta “ottimale” nell’insieme delle alternative da valutare. Tra le ricerche quantitative includiamo sia le ricerche descrittive che quelle causali (o sperimentali). La ricerca descrittiva, come suggerito dal nome, descrive le caratteristiche della popolazione studiata. Gli studi descrittivi sono possibili qualora si disponga, già nella fase di impostazione, di una conoscenza sostanziale delle variabili di marketing coinvolte nel problema da indagare. Affinché questo tipo di ricerca sia fattibile è consigliabile che le domande siano formulate in modo da ottenere informazioni dettagliate sulla dimensione del mercato totale e sulla quota delle varie marche, sui profili dei consumatori, sulle preferenze ed abitudini d’acquisto, sulla distribuzione e sulle strategie competitive. Le ricerche descrittive possono essere attuate attraverso due diverse tecniche: – le tecniche longitudinali: studi di ricerca che consentano la misura ripetuta di un evento, in un determinato periodo di tempo; – la tecnica a sezione trasversale: descrive un evento solo in un dato momento, ma comparato ad altri eventi. 13 Quindi, le tecniche descrittive sono realizzate in modo strutturato, proiettate scientificamente e capaci di produrre una descrizione accurata dei fenomeni oggetto di studio. L’obiettivo del metodo di ricerca causale è invece l’identificazione dei fattori che sottostanno al comportamento del mercato e la valutazione di eventuali rapporti di causaeffetto esistenti tra le caratteristiche di una determinata popolazione. Si considera che due caratteristiche siano legate da una relazione di causa-effetto se, e solo se, al variare di una, corrisponderà una variazione dell’altra, indipendentemente dalle variazioni dell’ambiente circostante. La ricerca causale richiede un metodo pianificato e strutturato che oltre a ridurre al minimo l’errore sistematico, permette conclusioni non ambigue riguardo alla causalità. Chisnall afferma che “la causalità ha due aspetti importanti: la condizione di necessità e la condizione di sufficienza. Un evento può essere visto come la causa di un altro evento se è contemporaneamente la condizione necessaria e sufficiente per il verificarsi di quest’ultimo. […] In una relazione causale, i due 6 eventi non si verificano mai isolatamente” . Per raggiungere l’obiettivo principale, la ricerca causale si avvale del concetto di sperimentazione: s’impongono variazioni su alcune caratteristiche al fine di misurare le corrispondenti variazioni verificatesi su una o più variabili. Le ricerche causali possono essere sviluppate in laboratorio e/o sul campo; la differenza fondamentale risiede nelle diverse condizioni in cui l’esperimento viene effettuato. Mentre in laboratorio si simulano le condizioni reali effettuando, le opportune modifiche di alcune caratteristiche, sul campo si 6 Chisnall Peter M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pag. 46. 14 realizzano esperimenti in ambiti di vita quotidiana, cercando di variare alcuni caratteri ed osservando poi le relative conseguenze. È ovvio che le ricerche in laboratorio richiedano tempi più brevi e consentano una maggiore riservatezza, ma quelle sul campo sono più realistiche. Dopo aver dato la definizione di ricerca di mercato è interessante esaminare la nascita e lo sviluppo nel tempo della ricerca stessa. 15 3. LE FASI DI UNA RICERCA DI MERCATO Al fine di soddisfare gli obiettivi di una ricerca di mercato occorre che le indagini siano svolte con una metodologia molto rigorosa: ogni ricerca deve essere impostata ed attuata secondo uno schema che si articola in fasi successive. Tuttavia, prima di indicare quali siano le fasi principali è opportuno sottolineare che le ricerche di mercato non possono essere effettuate in modo rigido, seguendo alla lettera lo schema guida. Fatta questa breve considerazione, le fasi principali del processo di ricerca sono: definizione del problema; finalità ed obiettivi della ricerca; pianificazione della ricerca; valutazione economica; raccolta dei dati; elaborazione ed analisi dei dati; relazione finale. 3.1 Definizione del problema Prima di poter individuare la soluzione di un determinato problema è necessario definirlo nel modo più chiaro possibile: va precisato in tutti i suoi aspetti, nella sua natura e nelle sue dimensioni, evitando di assumere una definizione troppo ampia oppure troppo ristretta. Infatti, avendo una soddisfacente descrizione del problema si può elaborare una ricerca più efficace. 17 Definire correttamente un problema richiede una totale comprensione dei possibili obiettivi relativi alla situazione decisionale e una precisa formulazione dei problemi e delle opportunità presenti nella situazione decisionale stessa. Pertanto, si può affermare che la fase della definizione del problema si manifesta nel primo contatto che il ricercatore ha con il cliente: il ricercatore acquisisce elementi aggiuntivi sulla natura dell’impresa cui si riferisce la ricerca e il cliente prende conoscenza di ciò che la ricerca stessa può o non può produrre. Per raggiungere più semplicemente una definizione piuttosto precisa del problema è opportuno “analizzare la situazione” concentrando l’attenzione su tre elementi fondamentali: oggetto, entità del fenomeno, tempo nel quale si manifesta. L’analisi della situazione viene effettuata al fine di ottenere notizie, dati ed informazioni che sono indispensabili per comprendere ed interpretare correttamente le condizioni nelle quali opera l’impresa. È solamente attraverso l’analisi della situazione, che il ricercatore ha la possibilità di farsi un’idea precisa di tutte le relazioni che sussistono tra l’azienda e il mercato, chiarendo il problema in tutti i suoi aspetti. Mentre l’analisi della situazione è effettuata in un campo di azione vasto ma piuttosto superficiale, l’indagine preliminare o esplorativa viene esercitata in un campo di azione più ristretto attorno al problema e viene condotta in profondità. Non essendo possibile sottoporre tutte le cause probabili ad accurate indagini e verifiche, l’indagine preliminare permette di escluderne molte a priori, di individuare quelle che sono le più probabili, concentrando l’attenzione su di esse e di rilevarne altre importanti che il ricercatore non è riuscito a formulare prima. Essa si rileva utile per almeno tre importanti motivi: “aiuta a meglio specificare l’obiettivo della ricerca; 18 contribuisce a mettere in luce le variabili più significative del problema, sulle quali sarà più agevole poi intervenire per ottenere i risultati desiderati; aiuta a capire fino a che punto il modello del fenomeno è valido, fino a che punto è noto ai managers interessati, 1 fino a che punto può essere ulteriormente sviluppato” . Quest’indagine precede la ricerca vera e propria con il fine di sfrondare e selezionare, per dare la possibilità al ricercatore di giungere ad idee nuove e di scoprire relazioni tra le varie forze che operano sul mercato. Infatti, il principale vantaggio dell’indagine esplorativa consiste in una migliore puntualizzazione del problema ed in una prima classificazione delle ipotesi che su di esso sono state fatte sin da quando è stato formulato. Il principale inconveniente, invece, riguarda la possibilità di raccogliere un’enorme quantità di dati e di notizie che finiscono col disorientare e far perdere di vista quelli che sono gli obiettivi prioritari. 3.2 Finalità ed obiettivi della ricerca Una volta definito il problema si devono specificare la finalità e gli obiettivi della ricerca. La finalità consiste in una proposta di ricerca da parte dell’impresa cliente. Essa specifica quale è il problema, definisce cosa è necessario conoscere e quali decisioni prendere per poterlo risolvere. È quindi necessario che dette finalità siano chiare, certe ed approvate per evitare di iniziare una ricerca che rivelerà poi elementi di inutilità. In particolare, “ciò implica che fra le parti (impresa e ricercatore di mercato) sussista una 1 Picarelli Antonio, Tecniche delle ricerche di mercato, Rocco Curto, Napoli, 1994, pag. 79. 19 completa convergenza di opinioni relativamente a tre aspetti: i problemi (o le opportunità) che si desidera esplorare; le alternative decisionali da valutare; la natura dei destinatari della 2 ricerca di mercato” . Quando le finalità sono chiare occorre trasferirle in obiettivi concreti da perseguire. Nel definire gli obiettivi di ricerca è indispensabile operare attraverso tre diverse fasi: lo sviluppo di un’ipotesi di ricerca; l’individuazione dei quesiti della ricerca; la delimitazione degli ambiti della ricerca. La formulazione di un’ipotesi di ricerca consente l’immediata definizione dei quesiti della ricerca; quesiti che nascono dall’attenta valutazione dei problemi di marketing con riferimento alle ipotesi di ricerca formulate. Per quanto concerne la terza fase è essenziale considerare l’insieme degli elementi oggetto di studio, le caratteristiche da ricercare e il livello d’accuratezza richiesta per i risultati. Di conseguenza gli obiettivi di ricerca servono a delineare il progetto di ricerca, indicando le informazioni specifiche che devono essere raccolte e le domande che devono essere sviluppate per il questionario. Ogni domanda del questionario dovrebbe corrispondere ad un’esigenza di informazioni; se non viene stabilita una tale corrispondenza, verranno raccolti dati non necessari. 3.3 Pianificazione della ricerca Per piano di ricerca s’intende una rappresentazione semplificata di tutti gli elementi necessari per condurre 2 Valdani Enrico, Marketing, UTET, Torino, 1995, pag. 918. 20 l’analisi del problema (cioè del “come s’indaga” e del “dove, quando e con quali strumenti”). Nella fase di pianificazione viene affrontata anche la decisione relativa all’eventuale ricorso a specialisti di ricerche di mercato esterni all’impresa. Ci si rivolge ad essi nelle seguenti circostanze: 1. “il personale interno può mancare delle necessarie competenze o esperienza; 2. le risorse interne possono essere insufficienti a completare la ricerca di mercato entro i limiti di tempo desiderati; 3. la fornitura esterna, grazie a curve d’esperienza e a economie di scala, è spesso meno costosa; 4. considerazioni politiche possono far preferire esperti 3 indipendenti” . Un piano di ricerca, quindi, può manifestarsi secondo le seguenti linee: grado di precisione dei dati; tipo di risultati: l’azienda può raccogliere solo informazioni di carattere qualitativo, oppure di carattere quantitativo o entrambi i tipi in funzione della finalità e degli obiettivi della ricerca; tempi di realizzazione e costo complessivo della ricerca (che possono condizionare le modalità di svolgimento dell’indagine stessa); scelta delle tecniche di indagine e studio del campione: anch’essi sono influenzati dai dati raccolti; studio dei test e del questionario; determinazione delle modalità di elaborazione dei dati: procedure informatiche per l’elaborazione dei dati, scelta e presentazione dei tabulati; piano degli incroci dei dati finali. 3 Valdani Enrico, Marketing, UTET, Torino, 1995, pag. 922. 21 La definizione del piano di ricerca “implica da un lato un problema di efficienza tecnica della ricerca (livello scientifico e adeguatezza strumentale) e dall’altro un problema di economia, ossia di costi e di tempi in relazione ai risultati attesi. Evidentemente, i due problemi sono strettamente interconnessi e le loro soluzioni vanno ricercate 4 simultaneamente” . La fase della programmazione della ricerca riveste, quindi, molta importanza tanto da dover tenere sotto controllo ogni elemento. Da qui la necessità di predisporre meccanismi di controllo, i quali da un lato verificano l’efficiente funzionamento delle risorse impiegate, cioè accertare in via continuativa la corretta interpretazione e la fedele esecuzione delle operazioni predisposte; dall’altro lato verificano, anche questo costantemente, il corretto svolgimento sequenziale di quanto previsto dal programma. 3,4 Valutazione economica Per decidere se è conveniente intraprendere il “lungo lavoro” della ricerca di mercato è consigliabile confrontare l’utilità dell’indagine (benefici riscontrabili dal possedere certe informazioni) con il costo d’acquisizione delle informazioni, decidendo quindi di attuarla solo se il primo elemento è maggiore del secondo. Nel determinare il costo di ricerca le macro classi che possono essere prese in considerazione sono: a) Costo del lavoro: Interviste Caricamento dati Controllo e coordinamento 4 Picarelli A., Tecniche delle ricerche di mercato, Rocco Curto Editore, Napoli, 1994, pag. 82. 22 b) Costi diversi: Materiale di cartoleria Spostamenti degli intervistatori ed eventuale retribuzione Utilizzo del computer Mentre è abbastanza semplice quantificare i costi direttamente associati al progetto di ricerca, è molto difficile quantificare i benefici. Essi sono spesso soggettivi, di conseguenza la valutazione della ricerca è di per sé soggettiva. Il valore della ricerca è, infatti, correlato a tre fattori: a) l’importanza delle informazioni ottenibili, b) l’incertezza sopportabile per un buon funzionamento dei processi decisionali, c) l’influenza che le informazioni raccolte possono avere sul 5 processo decisionale . Poiché il valore delle informazioni di ricerca è collegato al grado d’incertezza del manager e ai benefici probabili dell’attività di ricerca, maggiore è l’incertezza, o maggiore è la dimensione del mercato o del margine lordo di contribuzione, più valore viene attribuito alle informazioni desunte dalle ricerche. Esistono diversi metodi per valutare l’incertezza o il beneficio (ad esempio, il metodo di riduzione delle perdite, il metodo della teoria delle decisioni o bayesiano, ecc.), tuttavia, per le finalità del presente lavoro riteniamo opportuno non approfondire tali argomentazioni. 5 Barile S. Metallo G., Le ricerche di mercato. Aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994, pagg. 18-19. 23 3.5 Raccolta dei dati La raccolta dei dati costituisce la parte centrale dell’attività in studio, in quanto l’efficienza del programma di ricerca si basa sull’affidabilità e sulla validità dei dati raccolti dai ricercatori. Si deve però precisare che in alcuni casi “non vi è affatto necessità di raccogliere i dati e che la ricerca si possa considerare conclusa con l’indagine preliminare. Ciò può avvenire perché: le notizie ed i dati ottenuti con l’analisi della situazione e con la ricerca preliminare sono sufficienti alla direzione dell’impresa per prendere le decisioni necessarie; il costo ulteriore della ricerca è superiore alla perdita o al mancato profitto in conseguenza delle decisioni prese senza disporre dei dati mancanti; le decisioni devono essere prese ad una scadenza talmente prossima che non vi è tempo materiale per la raccolta dei 6 dati” . Il processo di raccolta dati è critico, in quanto assorbe in genere una gran parte del tempo e del budget di ricerca. Inoltre genera una parte rilevante dell’eventuale errore totale nei risultati. Di conseguenza, emerge subito l’importanza della selezione, dell’addestramento e del controllo degli operatori. È indispensabile reclutare intervistatori onesti, attivi, capaci di comunicare con persone appartenenti a vari livelli sociali e professionalmente seri, in modo da ridurre notevolmente il rischio di creare distorsioni e problemi legati alla realizzazione delle interviste. Dato che condurre un’intervista è un fatto così personale, è importante scegliere l’intervistatore in base alla tipologia di persone che dovrà mettere in contatto e all’argomento su cui 6 Buttazzi R. Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 62. 24 proporrà le domande. Alcuni soggetti, infatti, possono essere adatti per certi tipi di interviste e non per altre, oppure essere capaci d’impostare un buon rapporto più facilmente con certi interlocutori che non con altri. Una volta eseguita la selezione, l’addestramento varia in relazione all’esperienza dei soggetti e alla natura dell’indagine in cui verranno impiegati. L’addestramento, secondo Chisnall, “dovrebbe servire a far conoscere gli obiettivi generali della ricerca, i metodi e le tecniche d’indagine; oltre a seminari pratici può risultare utile fornire ai nuovi elementi del gruppo di ricerca un manuale scritto nel quale venga chiaramente evidenziata l’importanza 7 che l’intervista riveste ai fini del successo finale del lavoro” . Nell’attività di raccolta dati importanti sono anche la realizzazione di un “piano dei tempi” e la preparazione del budget. Per effettuare un “piano dei tempi” è necessario compilare la lista delle attività da svolgere (vedere quali possono essere svolte in contemporanea e quali invece possono partire solo a conclusione di altre) e valutare i tempi necessari per lo svolgimento di ogni singola attività. La redazione del budget, invece, richiede la valutazione del costo di tutte le singole attività da effettuare per la ricerca dei dati sul campo. I contenuti del budget riguardano principalmente i costi di ufficio, personale, materiali accessori, utilizzo strumentazione, coordinamento e supervisione dell’attività. 7 Chisnall Peter M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pag. 182. 25 La natura dei dati è strettamente connessa con la natura del problema che ha dato origine alla ricerca di mercato e dal tipo di ricerca che si vuole effettuare. Si possono raccogliere dati relativi alle caratteristiche strutturali e quantitative del mercato, dati relativi ai canali di distribuzione, e quelli relativi alle caratteristiche del prodotto, delle vendite, della concorrenza e dell’azione promozionale. Una volta determinata la natura dei dati si passa a determinare presso quali fonti è possibile reperire i dati che interessano. Naturalmente, prima di procedere alla raccolta sul “campo” dei dati, che è un’operazione piuttosto costosa e che richiede molto tempo, bisogna accertarsi che essi non siano già disponibili. Parte dei dati e delle informazioni che occorrono per svolgere una ricerca di mercato, infatti, “si può ricavare dalla stessa azienda, attraverso la rilevazione ordinata, sistematica e continua di determinati elementi, rilevazione che deve essere impostata non soltanto per soddisfare esigenze puramente contabili-amministrative, ma anche di analisi economica e di marketing. Talvolta, l’esame delle statistiche interne può dare risultati oltremodo significativi e quando è accompagnata da una analisi del modo in cui i dati sono stati preparati e del significato di determinate voci, può migliorare i programmi di vendita, di pubblicità, senza bisogno di ulteriori o magari costose indagini. È proprio per questa possibilità di trovare la soluzione di un determinato problema negli stessi dati aziendali che l’analista di mercato deve sempre iniziare il suo lavoro con l’esame dei dati esistenti, dai quali ricava in ogni caso indicazioni utili ed, in 26 qualche occasione, la risposta agli interrogativi che avevano 8 richiesto il suo intervento” . Le fonti si dividono in: fonti interne: dati e documenti aziendali, fonti esterne: dati esterni all’azienda. Tali fonti si distinguono a loro volta in derivate (o secondarie) e originali (o primarie). Quelle derivate sono dati esterni pubblicati da organismi estranei all’azienda, sono quindi dati indipendenti dall’attività di ricerca promossa dall’azienda; mentre le fonti esterne originali sono dati esterni acquisiti mediante indagine attuata dall’azienda o da terzi per suo conto. I dati originari, comunque, presentano una serie di aspetti positivi: sono sicuramente pertinenti al problema perché vengono raccolti ad “hoc” e sono recenti, quindi più rispondenti alla situazione. Spesso i dati derivati costituiscono l’unica possibilità perché non vi è alcun modo di raccogliere dati originari. Dobbiamo comunque tener presente che i dati derivati, presentano dei difetti: pur essendo accurati e perfettamente aderenti alla natura del problema oggetto di studio, possono essere “invecchiati” e può accadere che l’unità di misura adottata dal primo ricercatore può essere diversa da quella con cui il ricercatore attuale ha necessità di rilevare i fenomeni oggetto di studio. Quindi il ricercatore non può decidere di avvalersi dei dati derivati disponibili senza una preliminare, attenta ed oculata valutazione degli stessi. 8 Pieraccioni L., Tecniche delle ricerche di mercato, EUROMA, Roma, 1994, pag.71. 27 Si passa quindi a scegliere il metodo più opportuno per la raccolta dei dati. In riferimento ai dati “secondari” la tecnica da usare è l’osservazione diretta e gli strumenti sono sia di natura fisica (tabelle) sia di natura concettuale (calcolo di medie, di varianze, di numeri indici). Per i dati primari, invece, le tecniche utilizzate sono l’inchiesta o sondaggio e l’osservazione diretta, che può essere usata autonomamente o integrata con l’inchiesta. Nel primo caso gli strumenti sono di tipo fisico quali: questionari, intervistatori e di tipo socioeconomico come i campioni, i panel, i mercati di prova; nel secondo caso gli strumenti sono di tipo fisico quali strumenti di registrazione meccanica. Gli strumenti e le tecniche adottati dipendono dai seguenti elementi: grado di approfondimento al quale si vuol portare l’indagine; tempo disponibile; costo che conviene affrontare. 3,5 Elaborazione ed analisi dei dati Terminata la raccolta dei dati, il passo successivo è quello della verifica e codifica degli stessi. La codifica delle domande a risposte dicotomiche o multiple preformulate non presenta difficoltà particolari poiché le risposte sono numericamente limitate, mentre le risposte aperte presentano notevoli difficoltà, tanto che la loro tabulazione è quali sempre manuale. Il processo d’analisi dei dati raccolti consiste: nella ripartizione dei dati in categorie e in classi omogenee, 28 nella rilevazione delle differenze che sussistono tra le varie categorie e classi. La numerosità delle classi dipende dal tipo di problema a cui è legata la ricerca, dagli strumenti utilizzati per la raccolta dati e dalle tecniche di elaborazione delle informazioni. È possibile, comunque, determinare dei criteri per un’efficace individuazione delle classi: l’esclusività e l’esaustività. Ogni risposta deve logicamente ricadere in una ed una sola 9 categoria . La codifica di questionari a risposta chiusa è abbastanza semplice, in quanto le classi e i relativi codici alfa-numerici vengono determinati prima di raccogliere i dati, cioè al momento della stesura dei questionari. Nel caso di risposte aperte, invece, le classi di analisi vengono individuate solo dopo l’indagine, in base alla tipicità e alla numerosità delle risposte pervenute. 3.6 Stesura della relazione finale La fase finale del processo di ricerca consiste nella preparazione di una relazione nella quale si evidenziano i risultati conseguiti. Si tratta di un momento molto importante poiché l’utilità della ricerca dipende moltissimo dalla chiarezza espositiva delle conclusioni. Al fine di rendere quanto più organica ed obiettiva la presentazione dei risultati della ricerca è consigliabile tener conto di alcuni principi e di seguire determinate regole. Il primo elemento da non trascurare è il soggetto a cui è destinato il rapporto finale. Chi realizza il rapporto di ricerca deve tenere massimamente presente che i suoi modelli cognitivi 9 Barile S., Metallo G., Le ricerche di mercato: aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994, pag.180. 29 sono molto diversi da coloro che utilizzeranno quei risultati traducendoli in concrete linee d’azione aziendali. Proprio per questo non si deve far ricorso a termini tecnici e devono essere illustrati solo gli elementi più importanti per rispondere alle necessità decisionali, rimandando i dettagli a tabelle allegate. Redigere la relazione finale non è un compito facile! Alcuni Autori suggeriscono di dividere la relazione in due parti. Nella prima, il materiale raccolto dovrebbe venir esposto in forma tecnica con molti dettagli, mentre nella seconda parte dovrebbe essere presentata soltanto una sintesi dello stesso materiale. La relazione di natura tecnica, perciò, dovrebbe essere quanto più completa e dettagliata possibile e corredata dall’indicazione dei metodi usati nella ricerca e della procedura seguita. Al fine di facilitarne la stesura, potrebbe essere seguito uno schema contenente i seguenti elementi: oggetto e obiettivi della ricerca; committente; periodo in cui la ricerca è stata svolta e chi l’ha eseguita; descrizione analitica delle fasi; fonti dalle quali sono stati ricavati i dati; descrizione dei formulari impiegati; dettaglio delle tecniche impiegate nella raccolta dati; rappresentazione dei dati su cui sono state basate le conclusioni; raccomandazioni ed suggerimenti circa le linee d’azione. È opportuno assicurarsi che i resoconti si rivelino ‘su misura’ per il cliente, strutturati, mirati e ricchi di consigli dettagliati. L’ultima fase della ricerca implica dunque l’interpretazione e l’attribuzione di un significato a tutte quelle informazioni, notizie e dati con riguardo al problema specifico che ha originato la ricerca. 30 4. METODI E TECNICHE PER LA RACCOLTA DEI DATI Definite le finalità e gli obiettivi della ricerca di mercato occorre stabilire il piano di realizzazione della stessa, fissando il metodo, le tecniche e gli strumenti d’indagine. I metodi principali per acquisire dati dagli intervistatori sono l’osservazione, la sperimentazione e il sondaggio. 4.1 L’osservazione Le prime ricerche di mercato utilizzavano solitamente un sistema di raccolta dati fondato sull’osservazione. Si credeva, infatti, che il modo migliore per rilevare ciò che la gente pensava fosse osservarne i movimenti e le abitudini. Non è proprio così: l’osservazione, infatti, dice che cosa è accaduto, ma non può spiegare le motivazioni, le attitudini o le opinioni. Ai nostri giorni l’osservazione viene utilizzata nelle indagini sui consumi, specialmente quelle condotte “in store”, nel momento in cui il cliente guarda gli scaffali e decide cosa comprare, oppure per scoprire le modalità con cui vengono compiute determinate operazioni (ad es. l’apertura di un pacco di biscotti). 31 È una tecnica importante nelle ricerche sui bambini, che per le loro capacità espressive non sempre sono in grado di 1 formulare esattamente ciò che pensano . Pur essendo un metodo molto diffuso, spesso l’osservazione deve essere utilizzata a supporto di altre tipologie di ricerca che permettano l’integrazione dei dati raccolti. Questa tecnica offre ai ricercatori numerosi vantaggi: non implica necessariamente la verifica della disponibilità dell’intervistato a fornire i dati, non subisce gli effetti distorsivi della presenza e dell’interazione tra intervistatore ed intervistato e consente di rilevare direttamente i comportamenti 2 dell’interlocutore senza la mediazione di un’intervista . Altro vantaggio da considerare è che alcune notizie possono essere raccolte solo con l’ausilio di questa metodologia. Ad esempio, per verificare la visibilità e lo stato di conservazione dei cartelloni pubblicitari, è necessario che gli intervistatori li osservino; per dimostrare se quanto la gente dice di fare è vero, è sufficiente analizzare i comportamenti reali. Tale metodo ha tuttavia limiti ben evidenti. Innanzitutto, non è possibile ricavare informazioni di carattere psicologico (ad es. opinioni, intenzioni, motivazioni, sensazioni), ma solo di tipo quantitativo; secondariamente se i comportamenti da osservare non hanno breve durata, non ricorrono frequentemente o non sono prevedibili razionalmente, l’attesa per l’osservazione influenza negativamente il costo di attuazione della rilevazione, poiché l’osservatore dovrà rimanere al lavoro per un periodo piuttosto lungo. 1 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pag. 19. 2 Kinnear Thomas C., Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Editore Jackson, Milano, 1990, pag. 368. 32 Le tecniche di osservazione possono essere classificate in cinque modi: 1. osservazione in ambiente naturale ed artificiale; 2. osservazione mascherata e non mascherata; 3. osservazione strutturata e non strutturata; 4. osservazione diretta ed indiretta; 5. osservazione umana e meccanica. Osservazione in ambiente naturale ed artificiale L’osservazione naturale implica lo studio di un comportamento così come avviene normalmente nell’ambiente di riferimento, ad esempio la rilevazione di presenze ed acquisti nei punti vendita. Al contrario, l’osservazione artificiale si occupa della rilevazione dei comportamenti in un ambiente di laboratorio, che riproduce quasi fedelmente le condizioni naturali (es. gli acquisti in un punto vendita simulato). Il primo tipo di tecnica consente di rilevare più fedelmente i comportamenti reali, per cui i dati beneficiano di maggiore precisione, però comporta costi e tempi più lunghi dovuti 3 all’attesa che l’evento si verifichi . In ambiente artificiale, invece, la raccolta dei dati avviene più rapidamente a costi generalmente più bassi, poiché l’osservatore non è costretto, come nell’altro caso, ad attendere il verificarsi dell’evento. Osservazione mascherata e non mascherata Ci si riferisce in questo caso al grado di consapevolezza degli intervistati di essere osservati. Per l’osservazione mascherata devono essere predisposti idonei stratagemmi (ad es. telecamere nascoste, osservatori vestiti come i venditori, ecc.) per 3 Barile Sergio, Le ricerche di mercato: aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994, pag. 123. 33 camuffare le indagini. La loro utilità si evidenzia nei casi in cui le persone si comporterebbero diversamente se venissero a conoscenza di essere esaminate. Osservazione strutturata e non strutturata L’osservazione strutturata è uno “strumento al quale il ricercatore ricorre quando le domande conoscitive da cui muove possono trovare risposta solo attraverso una rigorosa 4 formalizzazione o quantificazione delle procedure osservative” . Il suo utilizzo è appropriato nel caso in cui il problema decisionale sia stato definito e siano chiari i modelli di comportamento da osservare e valutare. In questi casi il ricercatore deve specificare dettagliatamente l’oggetto da osservare ed il modo in cui le valutazioni devono essere registrate. In questo tipo di analisi domande e risposte trovano espressione in una lista di comportamenti individuali: ridere, strizzare l’occhio, parlare con qualcuno, chiedere aiuto, esprimere solidarietà. L’applicazione di questi strumenti richiede all’osservatore di prendere nota dei comportamenti monitorati o attraverso semplici conteggi (Paolo ha strizzato l’occhio tre volte), oppure con l’ausilio di matrici nelle quali vengono rappresentate le relazioni tra soggetti osservati. L’osservazione non strutturata è, invece, appropriata in situazioni in cui il problema non è stato ancora formulato e sia richiesto un maggior grado di flessibilità nell’osservazione, per stabilire ipotesi utili nella definizione del problema. L’osservatore, in questo caso, è libero di controllare quei modelli di comportamento che ritiene rilevanti per la decisione. 5 Si ha un utilizzo maggiore per le ricerche esplorative . 4 Ricolfi Luca, La ricerca qualitativa, Carocci Editore, Roma, 1998, pag. 69. Kinnear Thomas C., Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Editore Jackson, Milano, 1990, pag. 369. 5 34 Osservazione diretta ed indiretta Riguarda l’osservazione di un comportamento nel momento in cui esso si verifica, mentre quella indiretta si riferisce ad un’azione passata: si osservano gli effetti del comportamento anziché il comportamento stesso. In questo caso, l’osservatore può ad esempio chiede all’intervistato di ispezionare la dispensa per controllare la presenza di determinati prodotti, oppure ogni 2 o 3 settimane rileva nei negozi gli stock di specificati prodotti per misurare le vendite effettive avvenute (shop audit). Il buon esito del metodo di osservazione indiretta è legato all’abilità del ricercatore di individuare quelle tracce fisiche che possono fornire dati utili per il problema la soluzione del problema in questione. Osservazione umana e meccanica In determinate circostanze, per esaminare il comportamento dei consumatori, può essere opportuno integrare o sostituire l’osservatore umano con quello meccanico. Le ragioni di tale scelta potrebbero essere: – una maggiore accuratezza nella rilevazione; – costi minori; – particolari esigenze di valutazione. Gli strumenti meccanici maggiormente utilizzati sono lo psico-galvanometro, il tachistoscopio, la telecamera, l’audimeter 6 e la eye-camera . In conclusione, rammentiamo che, nella maggior parte dei casi il metodo dell’osservazione richiede l’integrazione con altre tecniche di raccolta dei dati. 6 Kinnear Thomas C., Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Editore Jackson, Milano, 1990, pag. 370. 35 4.2 La sperimentazione È un metodo d’indagine che deriva dall’ambito scientifico. Anziché fare domande o osservare un fenomeno, il metodo della sperimentazione prevede la simulazione di una determinata situazione, l’introduzione di una serie di variabili adeguatamente controllate e la valutazione dei risultati in rapporto al cambiamento di queste variabili. Si parla di esperimento, infatti, quando una variabile (variabile indipendente) viene manipolata per poter misurare il suo effetto su un’altra variabile (variabile dipendente). Il metodo sperimentale è una tecnica di ricerca che “ha la finalità di saggiare il risultato di una innovazione nelle politiche di marketing su un campione del mercato, prima di impegnarsi nella realizzazione dell’innovazione sull’intero mercato o nella scelta delle modalità di attuazione, nel caso soluzioni alternative. Inoltre, l’esperimento consente di misurare il prevedibile risultato che l’innovazione avrebbe sull’intero mercato, proprio perché è realizzato su un campione rappresentativo del mercato stesso e permette quindi l’estensione all’universo dei dati 7 raccolti” . Il primo passo per realizzare una ricerca sperimentale consiste nell’individuazione della variabile indipendente che va controllata e modificata dallo sperimentatore per verificarne gli eventuali effetti sulla variabile dipendente. Tipiche variabili indipendenti sono il prezzo, la comunicazione, le caratteristiche connesse al prodotto e alla distribuzione. Successivamente occorre individuare la variabile dipendente e misurarla: le vendite sono la variabile più frequentemente utilizzata. 7 Pieraccioni Luigi, Tecniche delle ricerche di mercato, EUROMA, Roma, 1994, pag. 77. 36 Si scelgono poi i soggetti da sottoporre al test: in genere si tratta di individui (consumatori attuali o potenziali del prodotto, forza di vendita), ma possono anche essere punti di vendita o livelli organizzativi. Prima di decidere l’ambiente sperimentale (laboratorio o esperimenti sul campo), è consigliabile controllare la presenza di variabili estranee che possano influenzare la correttezza dei risultati. Qualora si decida di utilizzare un esperimento di laboratorio, viene ricreata in ambiente artificiale (in presso l’istituto di ricerca) una situazione che permette di manipolare e controllare le variabili in esame: tipici in questo senso sono i test sulla comunicazione. L’esperimento sul campo (negozi pilota, mercati di prova) 8 utilizza l’ambiente naturale . In generale la ricerca sperimentale è più adatta per le ricerche casuali, in quanto è l’unico metodo che consente di verificare ed analizzare i rapporti di causa-effetto (una ricerca causale è finalizzata a identificare e misurare la relazione causaeffetto fra variabili). 4.3 Il sondaggio L’altro metodo di raccolta dati è il sondaggio, che prevede un rapporto diretto in cui l’intervistato è parte attiva e risponde a domande previste in questionari somministrati in contesti diversi. I principali punti di forza del sondaggio sono la versatilità, la velocità e il costo contenuto. È un metodo versatile in quanto è possibile raccogliere dati, anche riferiti al passato, per una vasta gamma di esigenze d’informazione. Inoltre è meno costoso e più veloce 8 Valdani Enrico, Marketing, UTET, Torino, 1995, pagg. 952,953. 37 dell’osservazione e del sondaggio poiché l’intervistatore non deve prevedere il tempo e il luogo in cui si verificherà un certo atteggiamento, ma deve solo porre domande all’intervistato. I principali limiti sono connessi alla figura dell’intervistato: dalla sua volontà a fornire i dati desiderati (potrebbe non voler rispondere a determinate domande oppure rifiutare di concedere il tempo per l’intervista), alla sua capacità di rispondere alle domande (potrebbe non ricordare fatti accaduti nel passato), alla facilità con cui si lascia influenzare nelle risposte dal piano dell’intervista (l’intervistato può adattare le risposte per renderle “socialmente accettabili”). Le principali tecniche di raccolta dei dati comprese in questo terzo raggruppamento possono essere classificate in base ad una combinazione di struttura e chiarezza o in base ai metodi di comunicazione utilizzati. Con riferimento alla prima distinzione, le quattro classi che si determinano sono: a) tecnica strutturata e diretta: la metodica più comune è il questionario; b) tecnica non strutturata e diretta: la discussione di gruppo e l’intervista in profondità sono i sistemi più utilizzati in questo caso; c) tecnica non strutturata e indiretta: in tale circostanza si parla di tecniche proiettive, ideate per esplorare i “perché” del comportamento; d) tecnica strutturata ed indiretta: all’intervistato viene chiesto di memorizzare e/o riferire informazioni reali sull’argomento in questione. L’altro schema di classificazione, invece, individua tre metodi di comunicazione: l’intervista personale, l’intervista telefonica e l’intervista postale, sviluppate per ottimizzare la qualità dei dati raccolti agendo sul contesto in cui avviene l’interazione. 38 Prima di trattare più approfonditamente tutte le metodologie ora elencate, consideriamo i criteri di scelta più espressivi per determinare il metodo di comunicazione che risponda maggiormente alle esigenze del progetto di ricerca. Nella decisione della modalità di raccolta dei dati occorre, in primis, considerare la capacità del metodo di intervista di adattarsi a particolari esigenze degli obiettivi di ricerca e delle persone intervistate. Successivamente, bisogna tener conto del costo, in termini di ottimizzazione dell’investimento in funzione del tema oggetto di studio e del tempo necessario per completare le interviste ed ottenere, quindi, i dati. Ulteriore elemento di analisi è il controllo del campione, vale a dire la capacità del metodo di raggiungere il target designato per il piano di campionamento in un modo efficace ed efficiente. Si opterà inoltre per un metodo o per l’altro in funzione della quantità e qualità dei dati necessari per realizzare la ricerca. Come verrà meglio definito nei paragrafi successivi, l’intervista personale permette di raccogliere una maggiore quantità di dati rispetto all’intervista postale e telefonica; mentre, l’intervista postale raccoglie dati di minore qualità rispetto alle interviste telefoniche e personali. Anche il tasso di risposta, cioè la percentuale del campione originale che viene realmente intervistata, condizionerà la scelta 9 del metodo di raccolta dati . Tuttavia, è bene precisare che la scelta di un metodo non esclude gli altri, quindi in una ricerca possono essere usate varie combinazioni di procedimenti d’indagine, così da consentire al ricercatore di progettare uno studio costruito sui punti di forza dei diversi metodi. 9 Figini Mario, Fare ricerca per conoscere il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano, 1998, pag. 35. 39 4.4 Le tecniche motivazionali Mentre attraverso le indagini quantitative si esplora in superficie un campione sufficientemente esteso di popolazione, nelle ricerche qualitative si vanno ad indagare gli atteggiamenti, le opinioni, le motivazioni degli individui contattati, allo scopo di esaminare gli effetti di questi fattori sui comportamenti e 10 sulle abitudini di acquisto . L’obiettivo, quindi, delle ricerche qualitative non è tanto di misurare l’intensità del fenomeno indagato, quanto di capirne i “perché”; proprio per questa ragione esse sono chiamate anche ricerche motivazionali. Le ricerche motivazionali rivolgono la loro attenzione all’uomo-consumatore, indagando sulle componenti psicologiche del consumo di beni o servizi, analizzando gli aspetti comportamentali dell’acquirente e rivelando i motivi 11 delle attese o dei rifiuti . Le scelte che il consumatore pone in atto sono sempre giustificate da razionalità, ma la base profonda di tale comportamento è spesso irrazionale. Appare quindi chiaro che gli individui agiscano e si comportino in un certo modo non secondo gli schemi logici degli economisti, ma in base a motivazioni diverse, di cui il singolo è solo parzialmente consapevole. Ciascun soggetto è caratterizzato da un continuo conflitto tra conscio ed inconscio, tra stimoli che gli vengono dal suo io più profondo e considerazioni logiche e razionali. Leonhard propone tre livelli del comportamento umano: conscio: razionalizzazioni e comportamenti che possono venire facilmente verbalizzati; 10 Barile Sergio, Le ricerche di mercato: aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994, pag. 119. 11 Santini Franco, Le ricerche di mercato: come si fanno, come si utilizzano, Buffetti, Roma, 1983, pag. 41. 40 subconscio: sentimenti ed emozioni difficilmente verbalizzabili; inconscio: emozioni irrazionali che non vengono 12 verbalizzate . Secondo quest’impostazione la ricerca motivazionale ha come per scopo essenziale l’elaborazione del materiale informativo di tipo 2. e 3., mentre quello di tipo 1. è tipicamente elaborato dalle ricerche di mercato quantitative. La ricerca motivazionale, dunque, va intesa come ricerca del “perché” il consumatore agisce in un determinato modo e come studio delle reazioni a determinati stimoli. E proprio gli stimoli giocano un ruolo fondamentale nell’influenzare le decisioni d’acquisto e di non-acquisto del consumatore. La ricerca motivazionale cerca di capire quello che succede nel soggetto nella fase che intercorre tra la ricezione dello stimolo e la risposta. Stimolo …….. ¾ ? …….. ¾ Risposta Il compito della ricerca motivazionale è quello di eliminare il punto di domanda, cercando di chiarire ciò che accade 13 nell’individuo all’atto della decisione . È necessario precisare che l’uso delle ricerche motivazionali non è immune da dubbi e problemi: il comportamento dell’individuo non è determinato da una sola motivazione prevalente, ma da un complesso di motivazioni; 12 Saracchi Franco, Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981, pag. 101. 13 Franch Mariangela, Panati Giovanni, Marketing e impresa. Elementi per un corso di marketing, CEDAM, Padova, 1987, pag. 267. 41 l’indagine produce risultati che non possono essere generalizzati all’intero universo; poiché la collaborazione dell’intervistato è necessaria per un tempo piuttosto lungo, è praticamente impossibile ricorrere a campioni casuali (la cui ampiezza non potrebbe certo essere mantenuta); è opportuno, invece, far riferimento a campioni arbitrari, cioè a persone che siano disposte a collaborare attivamente, a scapito della rappresentatività; l’interpretazione dei risultati è arbitraria, diversa a seconda dei principi e delle valutazioni degli psicologi; si cerca di ovviare a questo inconveniente facendo interpretare i risultati da più persone e se la loro interpretazione coincide, si presuppone che le conclusioni 14 siano corrette . Nonostante la presenza di questi limiti, la ricerca motivazionale è importante per la realizzazione di una ricerca di mercato. Infatti, la conoscenza delle ragioni, dei moventi del comportamento dei consumatori è altrettanto necessaria rispetto alla comprensione di tutti gli aspetti quantitativi del consumo, ai fini della messa a punto della strategia e della politica aziendale. “Accertare alcuni aspetti della psicologia del consumatore che, ad esempio, condizionano e frenano lo sviluppo di determinati consumi, a prescindere dalla capacità d’acquisto, può permettere di agire nel senso di modificare quegli aspetti, di mutare l’immagine di quel consumo, di quel prodotto, permettendone spesso una evoluzione di mercato. Talvolta i condizionamenti psicologici al consumo esistono soltanto in determinati gruppi sociali nella collettività e proprio con prodotti che possono dirigersi verso questi gruppi e con 14 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pagg. 259,260. 42 adeguati messaggi pubblicitari, è possibile rimuovere tali 15 condizionamenti o remore” . 4.4.1 Modalità di realizzo di una ricerca motivazionale La ricerca motivazionale tratta il problema del “perché”; in particolare si propone di scoprire perché la gente si comporta così come si comporta, conferendo in tal modo al mercato le proprie peculiarità. Tuttavia, la ricerca motivazionale non può essere veramente definita che in funzione dei metodi che impiega. Essa è infatti un atteggiamento metodologico e si può definire come l’utilizzazione di tecniche di ricerca che permettono di penetrare al disotto della superficie, in particolare di tecniche mutuate dalla psicologia, opportunamente adattate, unite alle normali tecniche impiegate nello studio del consumatore16. Vengono utilizzate tecniche psicologiche non perché la ricerca motivazionale sia un ramo della psicologia, ma perché spesso solo queste tecniche permettono di “penetrare al disotto della superficie”. La tecnica base delle indagini motivazionali è quella di ricorrere alle domande aperte indirette, perché se i quesiti fossero posti in maniera diretta al soggetto intervistato, scatterebbero meccanismi di difesa tali da togliere veridicità alle risposte. Domande aperte, in quanto l’intervistato può dare qualsiasi tipo di risposta, indirette, in quanto le domande non sono mai 15 Pieraccioni L., Tecniche delle ricerche di mercato, EUROMA, Roma, 1994, pag.153. 16 Harry Herry, La ricerca motivazionale, Franco Angeli, Milano, 1997, pagg. 45,46. 43 formulate in modo tale da coinvolgere direttamente 17 l’intervistato . Generalmente una ricerca motivazionale completa consta di tre fasi: pre-pilota, pilota ed estensiva. Non sempre tutte e tre le fasi sono necessarie, a volte invece sono insufficienti ed altre ne devono essere aggiunte per completare l’indagine. FASE PRE-PILOTA: dopo che gli obiettivi della ricerca sono stati discussi e definiti, il ricercatore deve fare una prima esplorazione del problema, per formulare le ipotesi di lavoro e scegliere gli strumenti di ricerca più adatti. Per la costruzione di un efficiente sistema di ipotesi sono impiegati i colloqui clinici, le interviste di gruppo ed un’attenta osservazione del consumatore. FASE PILOTA: precede la formulazione del piano definitivo della ricerca e tende ad individuare ipotesi ed alternative, aspetti creativi, metodologie e scale da utilizzare, formulazione di quesiti specifici, ecc. È opportuno sia seguita da una fase di verifica e di 18 quantificazione con riferimento alla popolazione . Essa permette di individuare la multidimensionalità dei motivi che spingono i consumatori ad adottare certi comportamenti ed atteggiamenti nei confronti di un determinato problema. In genere sono compiute interviste in profondità, alle quali possono essere aggiunti i “test proiettivi” che il responsabile della ricerca ritiene più opportuni. FASE ESTENSIVA: consiste nella verifica e/o nella misura, su campioni di una certa numerosità, dei motivi individuati nella fase pilota, con l’impiego di interviste semistrutturate e di questionari motivazionali. Questa 17 Santini Franco, Le ricerche di mercato: come si fanno, come si utilizzano, Buffetti, Roma, 1983, pagg. 41,42. 18 Marbach Giorgio, Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 299. 44 terza fase è d’estrema utilità, in particolar modo, quando ci si trova di fronte ad un pubblico indifferenziato ed eterogeneo o quando si hanno ancora dubbi dopo le prime 19 due fasi . La ricerca si completa generalmente con la stesura di un rapporto per fornire indicazioni su quanto è emerso nel corso della ricerca. Nelle ricerche motivazionali le tecniche utilizzate si basano su campioni di piccole dimensioni, e questo ne riduce l’oggettività e l’estensibilità dei risultati alla popolazione, tanto da poter affermare che la ricerca qualitativa, rispetto a quella 20 quantitativa, non è sorretta dal rigore “scientifico” . In passato, si ricorreva alle ricerche motivazionali soprattutto per l’impostazione delle campagne pubblicitarie; oggi sono sempre più applicate anche nell’impostazione delle ricerche quantitative. Infatti, la formulazione delle ipotesi di lavoro, della struttura e del tipo delle domande contenute nel questionario, la compilazione dei test da impiegare nella fase estensiva dell’indagine, sono compito dello psicologo, che in questo campo offre un valido contributo al ricercatore ed allo 21 statistico . Le tecniche fondamentali per sviluppare una ricerca motivazionale sono tre: Intervista in profondità, Intervista di gruppo (focus group), Tecniche proiettive d’intervista. 19 Marbach Giorgio, Fondamenti di tecnica delle ricerche di mercato, Bulzoni, Roma, 1972, pag. 200. 20 Barile Sergio, Le ricerche di mercato: aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994, pag. 119. 21 Saracchi Franco, Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981, pag. 135. 45 4.4.2 Interviste in profondità Lo strumento principe dell’indagine motivazionale è il colloquio clinico o intervista in profondità. Il termine “profondità” è impiegato per rilevare che l’obiettivo è di andare a scoprire le motivazioni e i desideri “nascosti”, ossia non direttamente dichiarati dai soggetti22. L’intervista in profondità può essere definita “un’intervista personale non strutturata che si serve di estesi sondaggi per indurre un singolo intervistato a parlare liberamente e ad esporre dettagliatamente le proprie convinzioni e sensazioni su 23 un argomento” . Questa modalità di indagine è affidata a psicologi specializzati e non fa ricorso a questionari, bensì a schemi che possono essere molto specifici negli obiettivi ma, allo stesso tempo estremamente flessibili. Gli argomenti da trattare nel colloquio possono essere ben specificati e dettagliati, ma l’effettiva enunciazione delle domande e la loro sequenza sono lasciate alla discrezione dell’intervistatore. Lo psicologo ha un ruolo delicato ed importante, poiché deve riuscire a creare le condizioni ambientali più favorevoli ad un’intervista aperta e rilassata. Perché l’indagine clinica si svolga in modo soddisfacente è necessario tenere desto l’interesse dell’intervistato, suscitare curiosità e spirito di collaborazione, stimolandolo a interagire e a discutere. L’intervistatore deve fare molta attenzione a non “guidare” il soggetto verso risposte non spontanee, individuare un numero sufficiente di azioni e reazioni del soggetto per interpretare quanto viene detto (il linguaggio del corpo è un aiuto fondamentale per l’intervistatore) e giungere alla conoscenza 22 Amadori Alessandro, Introduzione alle ricerche di mercato, CUEN, Napoli, 1996, pag. 48. 23 Kinnear Thomas C. Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Jackson, Milano, 1990, pag. 357. 46 dei pensieri e dei sentimenti più nascosti dell’intervistato 24 portandolo ad esternarli . Questo tipo di intervista può essere molto utile quando: le tematiche trattate sono altamente emotive ed imbarazzanti, è difficile riunire materialmente un gruppo, si deve comprendere il significato profondo di nomi, espressioni o verbalizzazioni emersi in altri tipi di interviste, sulle tematiche esistono norme sociali molto forti ed è difficile arrivare ad esprimere le proprie idee in situazioni di gruppo. L’intervista in profondità richiede in genere un tempo piuttosto lungo (un’ora o più), poiché i diversi temi vanno affrontati con attenzione e tranquillità, dando tempo all’intervistato di esprimere liberamente il proprio pensiero e le proprie sensazioni, stimolandolo quando necessario ad approfondire il proprio punto di vista. Il colloquio viene integralmente registrato, per essere poi riascoltato, analizzato ed interpretato dallo psicologo, al fine di poterne trarre le conclusioni richieste. D’altra parte, sia il lungo lavoro di raccolta dei dati, sia la laboriosità della “sintesi”, rendono questo tipo d’intervista piuttosto costosa: ciò ha fatto sì che negli ultimi anni il metodo del gruppo di discussione si diffondesse maggiormente. Il vantaggio dell’intervista in profondità, rispetto alla discussione di gruppo, è dovuto alla migliore osservabilità delle reazioni dell’intervistato, alla capacità di associare la risposta direttamente con l’intervistato e ad un maggior grado di intimità nel corso del colloquio. Di solito, infatti, le indagini cliniche 24 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 239. 47 sono effettuate in casa dell’intervistato e, quando ciò sia possibile, con la sua sola presenza. L’intervista in profondità può essere non direttiva o semistrutturata (focalizzata). L’intervista non direttiva prevede colloqui a base individuale condotti da intervistatori qualificati che introducono un tema e lasciano parlare liberamente l’intervistato: sono fissati solo gli argomenti generici da trattare, ma il contenuto dei colloqui, le aree toccate variano in funzione di interessi, conoscenze e competenze degli specifici soggetti. I fattori critici di successo per questo tipo di intervista sono: 1. “la capacità di stabilire una relazione empatica favorevole fra intervistatore e intervistato; 2. la capacità di stimolare il rispondente, pur senza influenzarlo, sui temi più vicini agli obiettivi conoscitivi della ricerca; 3. la capacità di ricondurre la discussione sui medesimi temi 25 evitando digressioni troppo svincolate dal contesto” . L’intervista semistrutturata propone uno studio più sistematico dei problemi oggetto di ricerca, quindi è prevista una serie precisa di aree da toccare ed approfondire. Si tratta del metodo più usato per acquisire informazioni dal top management e in generale da interlocutori particolarmente esperti e qualificati. La prima tecnica è particolarmente efficace in fase di creazione ed identificazione delle ipotesi, mentre la seconda in una fase successiva di individuazione e descrizione delle variabili connesse alle ipotesi stesse. 25 Valdani Enrico, Marketing, UTET, Torino, 1995, pag. 925. 48 4.4.3 Interviste di gruppo (focus group) Molto spesso le indagini di tipo clinico non portano a risultati sufficientemente attendibili o interpretabili, perciò occorre utilizzare ad una seconda tecnica: le interviste di gruppo. La discussione di gruppo può essere definita come un’intervista poco strutturata, condotta da un moderatore preparato, all’interno di un piccolo gruppo di persone intervistate26. Obiettivo di fondo dell’intervista di gruppo è quello di ascoltare ed osservare un certo numero di individui, estratti da un determinato mercato obiettivo, mentre parlano del tema oggetto di studio, nel tentativo di apprendere elementi utili dalla discussione ottenuta. La dimensione del gruppo può essere di 8-12 persone per ricerche sui consumatori di prodotti di largo consumo. L’esperienza suggerisce che un gruppo con meno di otto persone risulta dominato nella discussione da un piccolo numero di intervistati (è difficile e problematica l’interazione fra i diversi partecipanti), mentre se la dimensione fosse superiore alle dodici persone si registrerebbe una diminuzione della possibilità di partecipare da parte di alcuni intervistati. L’applicazione insegna inoltre che per una ricerca su beni industriali 6-7 persone possono costituire il numero migliore per consentire la massima interazione fra i soggetti. La coscienza di appartenere al gruppo è un elemento importante di questo tipo d’intervista: i partecipanti dovranno essere selezionati in modo di avere caratteristiche relativamente omogenee per età, sesso, classe sociale, cultura ed utilizzo di certi prodotti, ma non devono essere né conoscenti né amici. È questa una caratteristica importante per evitare che, a priori, si vengano a formare barriere (sensi di colpa, silenzi imbarazzanti, 26 Kinnear Thomas C., Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Editore Jackson, Milano, 1990, pag. 352. 49 noia, disinteresse, ecc.) in chi non si sente a proprio agio27. Inoltre, i membri del gruppo devono avere un’esperienza adeguata con l’argomento da trattare e non devono aver partecipato precedentemente ad una riunione di gruppo. Il motivo di questa regola è che i partecipanti a precedenti gruppi giocano spesso il ruolo di esperti, dominando la discussione. Nel reclutamento di gruppi di consumatori il primo contatto avviene di solito sulla soglia di casa, mentre nel contattare 28 membri di organizzazioni si procede per telefono . Ai partecipanti viene normalmente pagata una piccola somma per la partecipazione o viene consegnato un omaggio di un certo valore. Il luogo ideale per sviluppare una discussione di gruppo sembra essere quello di un’abitazione privata, perché è considerato un ambiente più rilassato e sereno. Tuttavia, la maggior parte delle società di ricerca invita gli intervistati in una sede fornita di attrezzature adatte per la registrazione ed arredata come un comodo salotto. La riunione dura circa un’ora e mezzo/due, il tempo necessario per stabilire un rapporto con gli intervistati ed esplorare in profondità le loro convinzioni, sensazioni, idee e punti di vista riguardo agli argomenti in discussione. L’intervista viene condotta da un moderatore professionista (in genere uno psicologo o uno psicologo clinico) che deve incoraggiare una discussione generale, rilassata, relativamente 29 ordinata ed orientata verso i temi di maggior interesse . Nello stesso tempo, però, il suo compito è quello di ricondurre il 27 De Candido Danilo, Guida alla ricerca motivazionale, Franco Angeli, Milano, 1992, pag. 147. 28 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pagg. 119-125. 29 Barile Sergio, Le ricerche di mercato: aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994, pag. 120. 50 dibattito entro i limiti definiti dalla “guida all’intervista”, dove sono precisate le questioni da trattare; deve cioè focalizzare la discussione, da cui il nome “focus group”. È opportuno, infatti, che i partecipanti vengano lasciati liberi di esprimersi, naturalmente rimanendo nei termini della ricerca (è necessario sviluppare una traccia predefinita, anche se non in sequenza rigida). Il moderatore deve anche cogliere il valore di eventuali osservazioni, apparentemente irrilevanti ai fini della discussione, che possano evidenziare interessanti motivazioni inconsce. Una volta conclusa l’intervista, lo psicologo analizza, interpreta i risultati e redige la relazione finale. Il successo di una discussione di gruppo dipende in gran parte dall’abilità del moderatore che deve stabilire un “rapporto positivo” con l’intervistato per ottenerne la massima collaborazione. Quindi, le caratteristiche fondamentali del moderatore sono: gentilezza e fermezza: deve mantenere un certo distacco e contemporaneamente stabilire un rapporto empatico e cordiale con gli intervistati; coinvolgimento: deve incoraggiare e stimolare i partecipanti ad esprimere sensazioni e sentimenti profondi, rilanciando il tema ogni qualvolta la conversazione devia e formulando domande esplorative, per approfondire alcuni elementi importanti e non trattati spontaneamente dai partecipanti in misura esauriente. “La tecnica del rilancio è importante perché consente di realizzare numerosi obiettivi: aiutare i soggetti meno attivi ad intervenire, nel gruppo, con il proprio contributo; approfondire l’argomento di interesse; può essere impiegata unitariamente al riepilogo del materiale emerso, portando a buoni risultati, perché gli elementi forniti da 51 persone diverse sono, in genere, diversificati; consente di 30 definire meglio le rispettive posizioni;” incoraggiamento: possono far parte del gruppo membri più restii a dare un contributo personale, il moderatore deve quindi incoraggiare queste persone timide ad esprimere il loro punto di vista e ad intervenire nella discussione; obiettività ed imparzialità, nonché notevole capacità di comunicazione, esperienza e conoscenza profonda degli argomenti della discussione, delle dinamiche di gruppo e del comportamento dei consumatori; flessibilità: il moderatore non usa un questionario strutturato, ma un elenco degli argomenti da trattare, come promemoria quando questi ultimi sono stati omessi o trattati parzialmente ed impiega stimoli di vario genere come prodotti, imballi, confezioni, fotografie, diapositive ed annunci pubblicitari; permissività: se un’atmosfera permissiva è desiderabile, il moderatore deve essere attento che la riunione non diventi troppo accesa e tenda ad uscire dall’ambito del dibattito per inserirsi in quello della polemica. Lo psicologo ha il compito di introdurre la discussione richiamandone brevemente gli scopi. Un conciso e cordiale benvenuto e qualche battuta d’introduzione potranno ridurre l’ansia e l’incertezza che serpeggiano tra i partecipanti. A questo punto il gruppo è pronto alla discussione. Il moderatore deve ovviamente avere una totale familiarità con i temi da trattare, in modo da poter passare dall’uno all’altro secondo le circostanze. Per stimolare la discussione, lo psicologo deve porre domande che sollecitino una risposta articolata ed evitare, invece, domande che richiedano semplici 30 De Candido Danilo, Guida alla ricerca motivazionale, Franco Angeli, Milano, 1992, pag. 150. 52 risposte affermative. È bene, inoltre, partire da quesiti generali per poi volgere verso argomenti più specifici. Un’altra tecnica utile è la provocazione, particolarmente adatta di fronte ad un’eccessiva uniformità di risposte da parte del gruppo. Il moderatore, inoltre, può assegnare ai partecipanti il compito di rappresentare dei ruoli, invitando ad esempio uno dei soggetti (o metà del gruppo) a “cercare di vendere” un prodotto innovativo, e la restante parte a simulare un gruppo di clienti 31 restii all’acquisto . I commenti degli intervistati sono registrati in audio o video e successivamente sono studiati per capire gli atteggiamenti e i comportamenti dei consumatori. Le discussioni di gruppo sono ampiamente utilizzate nelle inchieste con consumatori e vanno giocando un ruolo crescente anche nella ricerca di marketing industriale. I principali utilizzi sono: generare ipotesi che possano essere ulteriormente esaminate da un punto di vista quantitativo; interpretare i risultati quantitativi ottenuti in precedenza; avere idee nuove sia su prodotti, che su comunicazioni pubblicitarie; conoscere il vocabolario dei consumatori per una migliore impostazione del questionario; conoscere bisogni ed atteggiamenti verso nuovi prodotti o prodotti esistenti; stimolare nuove idee riguardo a prodotti maturi; raccogliere nuove impressioni sui concetti di un nuovo prodotto per cui sono disponibili poche informazioni. I vantaggi dell’intervista di gruppo derivano dal fatto che in essa è possibile creare un’atmosfera atta a sbloccare le reticenze 31 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pagg. 129- 131. 53 e superare le resistenze di vario genere che solitamente caratterizzano il comportamento dell’intervistato. Questi, infatti, essendo inserito in un gruppo, si sente meno responsabilizzato e fornisce, quindi, informazioni più complete ed articolate di 32 un’intervista singola . L’effetto combinato del gruppo produce una maggiore quantità e qualità delle informazioni ottenibili, rispetto a quelle che si potrebbero raccogliere intervistando gli stessi individui singolarmente. Inoltre, nel corso della discussione di gruppo, il commento di un soggetto può provocare una serie di risposte da parte degli altri partecipanti, innescando il cosiddetto “effetto a catena”. I commenti possono essere più numerosi e ricchi, anche da parte di soggetti timidi e restii a parlare, perché l’ambiente è più confortevole, disteso e “divertente”. Con l’intervista di gruppo è possibile ottenere una buona partecipazione anche da ragazzi e bambini, che in gruppo sono 33 più stimolati a parlare . La maggiore spontaneità è dovuta al fatto che gli intervistati non sono tenuti a rispondere a tutte le domande, il che li spinge ad intervenire solo quando il loro contributo è più significativo. La discussione di gruppo offre vantaggi anche in termini di costo e di tempo. Con riferimento al primo aspetto, essa presenta costi nettamente inferiori a quelli dei colloqui clinici individuali condotti su uno stesso numero di persone e per ciò che riguarda il tempo è molto più veloce. L’intervista di gruppo accelera la raccolta dei dati ed il processo d’analisi, poiché un certo numero di individui viene intervistato contemporaneamente. A fronte di questi vantaggi, gli inconvenienti maggiori dell’intervista di gruppo derivano dal fatto che in essa possono 32 Marbach Giorgio, Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 306. Barile Sergio, Le ricerche di mercato: aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994, pag. 120. 33 54 sfuggire le motivazioni consce ed inconsce di alcune opinioni e di determinati atteggiamenti. Ciò avviene perché spesso un membro del gruppo interrompe un altro partecipante alla riunione, prima che abbia interamente svolto le proprie 34 considerazioni, per introdurre nuovi argomenti . Nel corso dell’intervista di gruppo, inoltre, alcuni non espongono la propria opinione, perché non la ritengono interessante o per scarsa attitudine ed abitudine ad esprimersi; alcuni soggetti, in disaccordo con altri, invece, possono evitare di esternare il proprio pensiero, per il timore di subire umiliazioni della propria sensibilità. Un’altra difficoltà risiede nella diversa attitudine individuale ad esprimere le proprie idee, questo può portare a raccogliere un eccesso di informazioni da alcuni componenti del gruppo, ma elementi insufficienti ed incompleti da altri. Uno dei rischi principali dei colloqui di gruppo infatti è quello che uno o più soggetti emergano sugli altri, assumendo, di fatto, la leadership del gruppo influenzando e condizionando le risposte. Un ultimo inconveniente dell’intervista di gruppo è rappresentato dal notevole grado di soggettività che questo tipo di metodo comporta: la riuscita della riunione dipende fortemente dall’abilità di chi la conduce e dalla sua capacità di far discutere sugli argomenti più interessanti senza essere “trascinato” dal gruppo. Affine al “colloquio di gruppo” è la tecnica del “brainstorming” (tempesta di cervelli), sviluppata da Alex Osborn nel 1957. Essa consiste nel proporre ad un gruppo di persone, dello stesso livello socioeconomico e culturale, la discussione libera di un tema oggetto di ricerca, stimolando la 34 Marbach Giorgio, Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 307. 55 contrapposizione delle idee e la scoperta di nuovi ed alternativi 35 punti di vista . “Un gruppo di brainstorming generalmente si compone di 1012 persone, opera sotto la guida di un animatore, agisce in un tempo limite di 45-50 minuti. Ogni partecipante viene invitato ad abbandonare la logica e i pregiudizi e tutte le proposte devono essere accolte con la stessa considerazione, poiché da ogni idea può nascerne un’altra. Nessun criterio di selezione deve quindi limitare l’azione dei partecipanti. Una tipica sessione di brainstorming si articola in cinque fasi: a) formulazione del problema (fase molto importante in quanto una definizione del problema troppo ampia può portare a una varietà di idee ingestibile); b) identificazione dei dati che definiscono il problema; c) generazione di idee; d) scoperta della soluzione; 36 e) scelta della soluzione” . Per essere efficace una seduta di brainstorming deve rispettare alcune regole: I partecipanti alla seduta devono temporaneamente rinunciare al giudizio delle idee proposte. Tutte le idee, per quanto assurde, vanno annotate per il vaglio successivo. I partecipanti non devono discutere o fare critiche. “Il pensiero deve essere libero da inibizioni. Se un’idea è ancora allo stato brado, tanto meglio. È più facile domare un’idea che trovarla. Conviene incoraggiare le combinazioni e i miglioramenti. Oltre a suggerire le proprie idee, i partecipanti andrebbero 35 Picarelli Antonio, Tecniche delle ricerche di mercato, Rocco Curto, Napoli, 1994, pag. 305. 36 Valdani Enrico, Marketing, UTET, Torino, 1995, pag. 58. 56 incoraggiati a proporre nuove combinazioni delle idee espresse dagli altri. Un partecipante dovrebbe fungere da segretario, 37 annotando tutte le idee man mano proposte” . La sessione finisce quando tutti i partecipanti non hanno più nulla da dire. In Europa il brainstorming è utilizzato nel campo della pubblicità e nelle aziende di beni di consumo. Si può concludere facendo notare le differenze fondamentali che esistono fra l’intervista di gruppo e quella in profondità. La più evidente è che un’intervista in profondità è interessata allo studio di un singolo individuo, mentre le discussioni di gruppo analizzano l’interazione tra appartenenza ad un gruppo e comportamento individuale. I risultati dell’intervista di gruppo dipendono soprattutto dall’interazione delle idee, atteggiamenti, 38 emozioni ed opinioni stimolate nei membri del gruppo . 4.4.4 Tecniche proiettive d’intervista Le tecniche proiettive costituiscono uno dei principali sviluppi delle ricerche qualitative; esse traggono origine dalla psicologia clinica e sono utilizzate per contrastare la frequente riluttanza o incapacità dell’individuo ad esprimere le proprie più profonde motivazioni e sensazioni. Tali tecniche, infatti, mirano a superare le barriere comunicative che si frappongono tra intervistatore ed intervistato. Le ragioni dell’esistenza di tali barriere sono le seguenti: 37 Christopher M., Majaro S., McDonald M., Come elaborare una strategia: guida al marketing per imprenditori e dirigenti, Franco Angeli, Milano, 1988, pagg.54,55. 38 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 243. 57 l’interlocutore può non ammettere comportamenti considerati socialmente inaccettabili, per imbarazzo; l’intervistato mostra reticenza su temi tabù, quali salute, educazione, condizione economico-sociale, sessualità, ecc.; in certi casi chi risponde intende compiacere l’intervistatore ed offre una risposta che considera appropriata all’indagine; alcune persone possono avere difficoltà a trovare le parole adatte per rispondere ad una domanda, perché non riescono ad esprimere le emozioni che sentono. Ponendo domande dirette su questi argomenti, quindi, si rischia di non ottenere risposte spontanee, dunque è possibile 39 fare ricorso alle tecniche proiettive d’intervista . Con tali tecniche indirette il ricercatore tende a penetrare, ad insinuarsi nei naturali meccanismi psicologici di difesa dell’individuo, al fine di condurre in superficie le componenti nascoste. “L’obiettivo è far emergere gli atteggiamenti verso un determinato oggetto o parti del medesimo senza che 40 l’intervistato lo sappia” . Secondo Ernest Dichter “le tecniche proiettive si basano su stimoli verbali o su figure che non affrontano direttamente le problematiche in esame e incoraggiano le persone a rivelare i sentimenti e gli atteggiamenti inconsci senza che ne siano consapevoli”. Infatti, il termine “proiettive” sta a significare la tendenza a proiettare all’esterno, su altri, gli stati d’animo, i comportamenti e i motivi propri (dell’intervistato). L’interlocutore non sente più di essere lui il giudicato ed è quasi “lusingato” di essere chiamato a dare un proprio giudizio 39 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pagg. 77,78. 40 De Candito Danilo, Guida alla ricerca motivazionale, Franco Angeli, Milano, 1992, pag. 139 58 obiettivo, che riguarda la questione e non la sua persona. Potrà essere così, nel rispondere, più spontaneo e veritiero. I vantaggi connessi all’uso delle tecniche proiettive sono di seguito elencati: “aiutano a superare la barriera della consapevolezza: le persone spesso non sono consapevoli dei loro atteggiamenti e motivazioni; incrinano le barriere dell’irrazionalità: gli individui in genere sentono di dover giustificare i loro acquisti con motivazioni razionali; riescono a spezzare la barriera dell’inammissibilità: le persone sono restie ad ammettere dei comportamenti non ideali; consentono di superare la barriera dell’auto-stima: riguarda la possibilità di esprimere convinzioni, sentimenti e comportamenti che potrebbero far diminuire l’opinione che gli altri hanno della persona che parla; possono eliminare la barriera costituita dalla buona educazione, dato che le convenzioni e la cortesia tendono 41 a inibire l’espressione di quel che si pensa veramente” . Se da una parte i difensori di questa tecnica “sostengono che essa fornisce un valido aiuto per indagare le motivazioni implicite dei consumatori e che può essere molto utile nel formulare delle ipotesi successivamente controllabili mediante tecniche di ricerca basate su dati quantificabili; […] dall’altra, chi assume posizioni critiche sottolinea la difficoltà di interpretare con una certa chiarezza i risultati di tali ricerche, data la facilità con cui una distorsione può influire su questi 42 risultati” . 41 Chisnall Peter M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pagg. 201,202. 42 Williams Keith C., Psicologia per il marketing, Il Mulino, Bologna, 1988, pag. 109. 59 Secondo la necessità, l’argomento da affrontare, i tempi e gli investimenti disponibili sono state messe a punto varie tecniche di ricerca; di seguito ricordiamo quelle più diffuse. Test in terza persona In questo caso, piuttosto che porre domande dirette agli intervistati, si chiede di esprimere un parere su ciò che, rispetto a quel problema pensa, “la gente”, o i “vicini di casa”, o qualche terzo individuo. Il ricercatore può ragionevolmente attendersi di vedere proiettati su questi soggetti valori e opinioni caratteristici del soggetto in esame. A tal proposito, uno degli esempi più citati è quello di un’indagine sull’acquisto di caffè istantaneo. “In una prima serie di interviste, la maggior parte di casalinghe che dichiararono di non usare caffè istantaneo motivarono questa scelta affermando di non gradire il gusto. L’indagine fu ripetuta perché vi erano forti dubbi che le vere ragioni fossero altre. Vennero preparate due liste della spesa assolutamente uguali tranne che per il caffè: in una lista era segnato il caffè istantaneo Nescafè e nell’altra Maxell House Coffee, caffè macinato fine. Nel corso delle interviste, una lista fu data in visione ad un campione di persone e l’altra lista ad un altro campione, chiedendo a tutti gli intervistati di descrivere il “profilo” della donna che avrebbe fatto la spesa e di indicare gli elementi che avrebbero determinato il giudizio. I risultati rivelarono che l’acquirente del caffè istantaneo veniva immaginata come una massaia sfaticata, pigra ed incapace di 43 programmare gli acquisti” . 43 Picarelli Antonio, Tecniche delle ricerche di mercato, Rocco Curto, Napoli, 1994, pag. 306. 60 Test di associazione di parole È questa una delle tecniche più vecchie e conosciute, che consiste nel presentare all’intervistato una serie di parolestimolo, una per volta, invitandolo poi a rispondere con la prima parola che gli venisse in mente (in un test di associazione libera) o con la parola di significato opposto (in un test di associazione controllata). La lista è letta in rapida successione in modo da evitare l’attivazione di processi mentali difensivi44. I test di associazione di parole sono analizzati secondo le seguenti direttrici: la frequenza con la quale una determinata parola ricorre in risposta quando si analizzano i risultati delle interviste; l’esitazione, cioè l’intervallo di tempo intercorrente tra la presentazione della parola di prova e la formulazione di una risposta, quando esso supera i tre secondi; la mancanza di una risposta, cioè incapacità di concludere 45 una determinata sequenza (inibizione) . Gli intervistati che mostrano esitazione sono considerati sufficientemente coinvolti emozionalmente, com’è dimostrato dal fatto che la risposta immediata venga rinviata. Una risposta non data è considerata indicativa di un alto livello di coinvolgimento emotivo. Questi test sono utili per conoscere le idee, le immagini ed i giudizi evocati dal nome di un prodotto, di una marca, di un servizio, nonché per costruire slogan pubblicitari. Uno dei problemi nell’usare il test è la variabilità dei significati, cioè gruppi sociali differenti attribuiscono alle parole connotazioni diverse. 44 Franch M., Panati G., Marketing e impresa: elementi per un corso di marketing, CEDAM, Padova, 1987, pag. 274. 45 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 248. 61 Il completamento di frasi È una tecnica concettualmente simile alla precedente, ma ha il vantaggio di valutare non soltanto le singole parole, bensì l’idea nel suo complesso. All’intervistato vengono presentate frasi da completare con le parole ritenute più opportune, in modo che tutta la frase abbia un significato logico. Come nel caso di associazione di parole, le frasi vengono fatte seguire ad un ritmo rapido in modo da ottenere risposte immediate e presumibilmente spontanee. Le frasi da completare devono essere le più semplici e generiche possibili, in modo da lasciare aperto il maggior numero di alternative ed evitare di influenzare l’intervistato. Esiste una variante a tale metodo di ricerca: il completamento di racconti. Con tale tecnica si elabora un racconto intero, tralasciando però di formulare la conclusione od alcuni passaggi intermedi che verranno completati 46 dall’intervistato . Test a fumetto Il test si basa su una vignetta o sul disegno di una scenetta dove due persone stanno parlando in una certa situazione. Viene chiesto all’intervistato di completare il fumetto vuoto con una frase sintetica, adatta al caso. Per ottenere risposte più spontanee, le due figure vengono inserite in uno sfondo tratteggiato a grandi linee, in modo da non fornire all’intervistato elementi indicativi del livello di vita che i 47 personaggi raffigurati conducono . 46 Saracchi Franco, Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981, pag. 142. 47 Franch M., Panati G., Marketing e impresa: elementi per un corso di marketing, CEDAM, Padova, 1987, pag. 275. 62 Questa tecnica dà buoni risultati sia nell’intervista ai consumatori che in quella a membri di organizzazioni e si rivela particolarmente adatta in situazioni nelle quali le risposte non sono del tutto scontate e richiedono una certa elaborazione. Test di percezione tematica È la tecnica proiettiva usata più frequentemente nella ricerca di marketing. Il test consiste nell’esibire ad un campione di persone, una serie di disegni o fotografie che richiamano l’oggetto della ricerca o che descrivono situazioni in cui tale 48 oggetto è in qualche modo inserito . Agli intervistati si chiede di descrivere, come secondo loro si è originata e in che modo prevedono che si svilupperà la situazione presentata. L’interlocutore è lasciato libero di proiettare indirettamente le proprie convinzioni e sensazioni nell’interpretazione di ciò che sta accadendo. L’interpretazione delle risposte dovrebbe essere affidata solo a specialisti competenti. Il role playing Questa tecnica, tipica delle analisi psicologiche, trova scarsa applicazione nell’ambito delle ricerche sulle motivazioni, soprattutto per i problemi interpretativi che presenta. “Il role playing, o l’assunzione di un ruolo, mette l’intervistato di fronte ad una situazione verbale o visiva. Anziché esprimere direttamente le convinzioni e le sensazioni personali riguardo alla situazione, viene chiesto all’intervistato di assumere il ruolo di un’altra persona, un amico, un personaggio noto e di manifestare le sensazioni e le convinzioni di questa persona, in modo che l’intervistato sia indotto a rivelare le proprie. 48 Picarelli Antonio, Tecniche delle ricerche di mercato, Rocco Curto, Napoli, 1994, pag. 305. 63 Un’applicazione comune di questa tecnica consiste nel porre l’intervistato di fronte ad una descrizione di ciò che una persona ha acquistato e nel chiedere all’intervistato di descrivere le 49 caratteristiche di questa persona” . È un tipo di ricerca che produce risultati apprezzabili soltanto nel caso in cui gli intervistati siano sufficientemente creativi e nella disposizione mentale adatta, oppure se si è in presenza di un gruppo dove si è già creata coesione ed un buon rapporto. Il differenziale semantico È una delle tecniche più comuni di graduazione nella ricerca di marketing, sviluppata da Osgood nel 1957. Il differenziale semantico consiste, essenzialmente, nel presentare all’intervistato una “scala bipolare”, gli estremi della quale sono costituiti da una coppia di aggettivi aventi opposto significato (es. buono-cattivo, forte-debole, ecc.) e riferiti al concetto o carattere oggetto dell’indagine. La scala utilizzata è costituita da cinque o sette elementi il cui punto centrale equivale a zero, quelli verso destra assumono significato positivo e quelli verso sinistra significato negativo, come appare nell’esempio: non attraente -3 -2 -1 0 1 2 3 attraente L’intervistato è invitato ad esprimere il suo punto di vista circa un determinato aspetto del problema da studiare (ad es. dare un giudizio sulle caratteristiche di un prodotto, segnando con una crocetta la sua valutazione). Il differenziale semantico, infatti, traduce in termini quantitativi (valori numerici) i giudizi e le valutazioni espresse dal soggetto intervistato. 49 Kinnear Thomas C., Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Editore Jackson, Milano, 1990, pag. 359. 64 Questo metodo è di facile uso e mette l’analista nella possibilità di sondare sia il contenuto sia l’intensità degli atteggiamenti di fronte a stimoli presentati. La tecnica del differenziale semantico offre la possibilità di essere ripetuta periodicamente, mostrando così eventuali cambiamenti d’atteggiamento. Questo tipo di test, tuttavia, si presta ad essere facilmente criticato in quanto a priori influenzato dal tipo di alternative poste di volta in volta. Un’altra peculiarità riguarda l’uso dei vocaboli da impiegare nel test e il loro significato antitetico. Nell’esempio riportato sono state usate le espressioni “attraente” e “non attraente”: diverso sarebbe il risultato ottenuto con una scala ai cui estremi si impiegassero i termini “attraente” e 50 “repellente” . La tecnica della costruzione del mondo È una tecnica semiproiettiva a collage e grafica ed è proponibile in due versioni: a) versione mondo attuale – mondo ideale, che individua gli scarti tra la percezione e la valutazione attuali dell’oggetto di riferimento e la sua percezione-valutazione ideale, rilevando quindi le attese; b) versione mondo attuale – mondo futuro, che individua gli scarti tra la percezione e valutazione attuali dell’oggetto di riferimento e la sua proiezione nel futuro, rilevando quindi la prefigurazione del futuro che non necessariamente coincide con le attese. Si consiglia di proporre una sola versione per ciascun gruppo od intervistato. Il materiale necessario è: cartoncini bianchi cm. 70 x 70 50 Saracchi Franco, Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981, pagg. 146-148. 65 riviste illustrate diverse colla forbici pennarelli Si divide con una linea verticale lo spazio del cartoncino in due settori uguali, denominati “mondo attuale” a sinistra e “mondo ideale” o “mondo futuro” a destra. Il gruppo d’intervistati ritaglia ed incolla sui due settori le immagini e le scritte tratte dalle riviste illustrate che descrivano al meglio i due mondi; successivamente compone e discute i 51 commenti alle immagini e alle scritte incollate nei due settori . 4.5 La definizione dell’intervista Nel campo delle ricerche di mercato le interviste, da quelle strutturate a quelle informali, individuali e di gruppo, sono una delle tecniche più diffuse non solo per raccogliere dati ed informazioni, ma anche per conoscere opinioni e motivazioni. L’intervista è stata definita come “una conversazione che, oltre al piacere derivante dal dialogare con gli altri, si prefigge uno scopo determinato”. La finalità è uno scambio d’opinioni e d’idee, che si realizza pienamente solo se tra i due attori dell’interazione si stabilisce un buon rapporto. Un’intervista può dirsi riuscita quando il flusso della comunicazione tra le parti non viene ostacolato da comportamenti o affermazioni che 52 inibiscono una libera espressione da parte dell’intervistato . Le interviste possono essere classificate in tre grandi gruppi: interviste strutturate, interviste semi-strutturate, 51 Figini Mario, Fare ricerca per conoscere il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano, 1998, pagg. 14,15. 52 Chisnall Peter M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pag. 177. 66 interviste non strutturate. Nelle interviste strutturate l’intervistatore segue rigorosamente la traccia delle domande predisposta nel questionario. Il colloquio è rigido perché il rilevatore non è autorizzato ad uscire dalla formulazione e dalla sequenza prestabilita delle domande. In queste interviste vengono rivolte, per la maggior parte, domande chiuse. Anche per le interviste semi-strutturate l’intervistatore segue la traccia di un questionario, ma in esso sono presenti anche domande a risposta aperta. Il rilevatore è più libero nella gestione del colloquio, tanto da poterlo adattare all’intervistato. Nel terzo gruppo, infine, troviamo le interviste non strutturate, note anche come interviste in profondità, in cui alle domande si sostituisce una lista di argomenti da trattare. La discussione tra l’intervistato e l’intervistatore è libera, quindi quest’ultimo deve essere in grado di seguire gli spunti più interessanti del colloquio (spesso in queste interviste è necessaria la presenza di un esperto di ricerche di mercato o di 53 uno psicologo) . Di seguito verranno descritte le principali tecniche per lo svolgimento di un’intervista. 4.6 L’intervista personale (face to face) L’intervista personale è il metodo più tradizionale ed efficace di raccolta di informazioni, in quanto consente una approfondita analisi del problema oggetto di ricerca. 53 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato. Guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pagg. 39-40. 67 Generalmente i quesiti vengono diretti da un intervistatore ad 54 uno o più intervistati in una situazione “faccia a faccia” . Circa il luogo di svolgimento, è possibile sviluppare i colloqui in casa dell’intervistato oppure in una struttura diversa. Nel primo caso è l’intervistatore che contatta l’intervistato per fissare un appuntamento o per effettuare direttamente l’intervista, pone le domande e registra le risposte. Nel secondo caso, l’intervista è svolta in un “centro” appositamente organizzato, che può essere un locale all’interno dell’istituto di ricerca o un punto vicino all’intervistato (anche un bar). Inoltre le interviste faccia a faccia possono svolgersi sia per strada che presso l’abitazione degli intervistati. Le domande possono essere somministrate per la strada quando si riferiscono ad una problematica locale, il questionario è breve e semplice e, infine, quando si ha scarsa disponibilità di tempo. Non è consigliabile utilizzare tale tipo di intervista qualora la presenza delle persone da interrogare sia poco probabile. “La strada non sarebbe il luogo migliore per ottenere interviste da persone che lavorano che, per definizione, si troveranno in ufficio o in fabbrica al mattino e nel pomeriggio. Difficilmente si potrà intervistare per strada in numero sufficiente gli anziani con difficoltà di movimento, le persone malate o quelle che non amano far shopping, che tenderanno probabilmente a fare la spesa in momenti più quieti della giornata o ad utilizzare il 55 negozio sotto casa” . La strada non è il luogo adatto neanche per condurre interviste lunghe e complesse, o se si ha la necessità di mostrare materiale visivo. 54 Kinnear Thomas C., Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Editore Jackson, Milano, 1990, pag. 361. 55 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pagg. 28, 29. 68 Per superarne i limiti si ricorre a quelle nelle abitazioni. Queste ultime sono impiegate in tali situazioni: – intervista lunga e complessa, – c’è necessità di mostrare prodotti o materiale visivo, – il campione è formato da specifiche liste di persone, – le domande hanno carattere privato, – l’intervistatore ha bisogno di controllare la presenza nell’abitazione di un particolare oggetto, – si utilizza un metodo di campionamento casuale. Le interviste al domicilio dell’intervistato presentano tuttavia alcuni limiti. I tempi ed i costi da sostenere sono piuttosto rilevanti, poiché se la persona da contattare non è in casa sarà necessario ritornare in un secondo momento. Il numero di interviste che è possibile condurre in una giornata è dunque inferiore rispetto a quando si opera in strada. Inoltre, alcune persone non desiderano discutere di problematiche personali, quali la sessualità, la politica, la religione in presenza di familiari: l’ambiente abitativo potrebbe, quindi, influire sulla risposta e la strada, luogo pubblico per eccellenza, in alcune circostanze può garantire maggiore 56 privacy della propria casa . 4.6.1 Vantaggi e svantaggi dell’intervista personale L’intervista personale rappresenta l’approccio migliore quando il tema dell’indagine è ampio, il questionario è articolato e complesso (con domande aperte, scale di atteggiamento) e richiede partecipazione da parte dell’intervistato e supporto da parte dell’intervistatore. Il vantaggio principale è rappresentato dalla flessibilità: l’intervistatore, infatti, di fronte a risposte poco chiare, ha la 56 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pagg. 29-33. 69 possibilità di intervenire per fornire precisazioni sulle domande, nonché stimoli visivi supplementari (disegni, schemi, brochures, diagrammi, ecc.) allo scopo di rendere comprensibile, rettificare o confrontare i concetti esposti, 57 ottenendo così riscontri più precisi e puntuali . Con l’intervista faccia a faccia si ottiene un maggior livello di profondità, poiché è più semplice mantenere desto l’interesse dell’intervistato. La presenza fisica del ricercatore, inoltre, permette di notare se chi risponde è annoiato, distratto, stanco o irritato. Sulla base del comportamento del soggetto il rilevatore può adattare il suo modo di porre le domande per assicurarsi la massima cooperazione. L’intervistato ha la possibilità di offrire spiegazioni migliori e più approfondite, essendo possibile l’integrazione delle parole con il linguaggio del corpo 58 (espressioni del viso, movimenti delle mani, ecc.) , l’ottenimento di una maggiore quantità ed accuratezza dei dati. È possibile presentare questionari più lunghi, con domande più complesse ed inoltre, la minor pressione del tempo lascia spazio a maggiori riflessioni ed a spiegazioni più articolate, precise ed aderenti al problema oggetto di studio. Rispetto alle altre tecniche di raccolta dati, l’intervista personale offre un maggior grado di controllo delle unità di campionamento intervistate. L’intervistatore può, nella maggior parte dei casi, verificare che le caratteristiche dei membri del campione corrispondano a quelle specificate durante lo studio 59 della ricerca . 57 Barile Sergio, Le ricerche di mercato: aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Milano, 1994, pag. 117. 58 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato. Guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pag. 23. 59 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 191. 70 L’intervista faccia a faccia è l’unico metodo che riunisce la possibilità di formulare domande e l’osservazione diretta. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal livello di risposta che si dimostra piuttosto elevato. Esaminiamo ora gli svantaggi che l’intervista diretta presenta. La conduzione di interviste personali non è un metodo veloce per la presenza di vincoli burocratici e per la tempistica degli spostamenti tra un’intervista e l’altra. Oltre al tempo, anche il costo è una variabile da prendere in considerazione. L’intervista face to face è la tecnica più costosa, soprattutto se le interviste sono molto numerose e disperse geograficamente; la spesa varia in relazione alla lunghezza del questionario e quindi alla durata delle interviste, alla distanza 60 da percorrere, ecc . Il costo dell’indagine e il tempo necessario possono ulteriormente aumentare se si effettuano alcune interviste di prova. Se da un lato la presenza fisica dell’intervistatore è un vantaggio, dall’altro può indurre colui che deve rispondere a fornire risposte non vere, ma “socialmente apprezzabili” o gradite all’intervistatore stesso. Può anche accadere che l’intervistato neghi o alteri volutamente le risposte a domande troppo imbarazzanti o di natura strettamente personale. Si ha così una perdita di qualità dei dati. L’intervistatore, inoltre, può influenzare il soggetto con il suo modo di impostare le domande, ottenendone risposte che non riproducono esattamente il pensiero dell’intervistato (distorsione delle risposte). Numerose ricerche hanno evidenziato che l’età, il sesso, la classe sociale, il carattere, il 60 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 192. 71 modo di fare di un intervistatore possono influenzare le risposte ottenute. Mettendo a confronto vantaggi e svantaggi dell’intervista personale, i primi sembrano comunque prevalere sui secondi, tanto che l’esecuzione di interviste face to face è considerata il metodo più efficace di raccolta di informazioni, in quanto consente un’approfondita analisi del problema oggetto di ricerca. Saranno descritti nel paragrafo successivo i passi fondamentali per realizzare l’intervista diretta. 4.7 L’intervista telefonica L’intervista telefonica è stata utilizzata per la prima volta, intorno agli anni ’30, negli Stati Uniti e successivamente, con frequenza crescente, nei paesi dove il telefono è diffuso e la rete telefonica copre in modo omogeneo il territorio nazionale. Per molto tempo le interviste telefoniche furono impiegate per misurare l’indice d’ascolto e di gradimento delle trasmissioni radiotelevisive; successivamente, con la maggiore diffusione degli apparecchi telefonici, furono usate anche per 61 altri campi di indagine . Ai nostri giorni è la tecnica più diffusa per efficienza, efficacia e idoneità di applicazione ad un’ampia gamma di situazioni. Il crescente sospetto con il quale si affronta lo sconosciuto che si presenta alla porta di casa ha causato il ricorso “massiccio” del sondaggio telefonico dal quale, con un’impostazione attenta ed accurata del questionario, si possono ottenere dati corretti, validi e qualitativamente simili a quelli delle interviste personali. 61 Marbach Giorgio, Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 252. 72 L’indagine telefonica si effettua per fasi successive: in primo luogo l’intervistatore telefona alle persone inserite nell’elenco campionato. Se l’intervistato è in casa ed è disposto a farsi intervistare inizia il colloquio, non prima di avere però indicato gli scopi dell’intervista stessa; nel caso di rifiuto dell’intervista il soggetto viene sostituito con un altro nominativo. Viceversa, se la persona non è in casa deve essere richiamata per 3-5 volte, termine oltre il quale può essere sostituita con un nominativo di riserva. Anche in questo caso, come per l’intervista diretta, vi sono alcune semplici regole che un intervistatore dovrebbe rispettare. Anzitutto è bene evitare di chiamare in orari comunemente dedicati ai pasti e al riposo, così come è opportuno non telefonare in giorni di festa. Inoltre, l’inizio della conversazione è estremamente importante, tanto che sono state studiate frasi standard d’apertura: l’intervistatore deve presentarsi dichiarando nome e cognome, poi spiegare perché sta telefonando e dare un’idea della lunghezza del questionario. Quest’ultimo deve essere agile e di facile comprensione, le domande devono essere brevi, chiare e formulate con estrema semplicità, per evitare il rischio di interruzione nella conversazione: non è consigliabile porsi come obiettivo la raccolta di informazioni vaghe, non specifiche o molto articolate. Chiarezza e concisione sono fondamentali anche per la presentazione al telefono. Le domande che formano il questionario telefonico possono essere di vario genere, tuttavia nel caso di quelle chiuse è necessario limitare il numero delle alternative di risposta per evitare che l’intervistato si concentri soprattutto su quelle proposte per ultime. Si è riscontrato inoltre che le risposte sono più concentrate su giudizi estremi (non mi piace per niente, mi piace moltissimo) piuttosto che sugli intermedi (non mi piace molto, mi piace 73 abbastanza). Nonostante ciò, i risultati delle interviste telefoniche sono in genere attendibili. Una singola intervista può durare fra i 15 e i 30 minuti, limite che può essere superato solo su target specifici e per temi particolarmente coinvolgenti. 4.7.1 Vantaggi e svantaggi dell’intervista telefonica L’indagine con intervista telefonica si è sviluppata come risposta ai problemi di costo connessi all’intervista personale, all’esigenza di rapidità nei risultati e ai problemi di controllo degli intervistati. L’intervista telefonica, infatti, è conveniente per la rapidità con la quale un buon intervistatore può operare e per il modesto costo delle telefonate; essa può costare anche due, tre volte di meno rispetto a quella realizzata presso il domicilio degli intervistati. L’utilizzo del telefono permette di portare a termine in un giorno molte più interviste rispetto a quelle personali dirette perché non si hanno perdite di tempo negli spostamenti. Questo consente di ottenere, in una settimana, i risultati finali della 62 ricerca, anche se è complessa . Velocità ed economicità nella raccolta delle informazioni sono pregi che si rendono ancor più evidenti nella ricerca di marketing industriale rispetto a quelli dei beni di consumo, proprio perché le organizzazioni sono geograficamente disperse. In riferimento al superamento dei problemi di controllo degli intervistati rispetto all’intervista personale, quella telefonica consente di raggiungere facilmente nominativi di zone disagiate o lontane senza costi proibitivi e di avvicinare persone che altrimenti non sarebbe stato possibile intervistare 62 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pag. 46. 74 personalmente perché, ad esempio, sono libere in ore poco propizie ad una visita personale o non concederebbero 63 volentieri interviste face to face . Altro vantaggio dell’intervista telefonica è rappresentato dalla presenza dell’intervistatore: si possono utilizzare questionari anche complessi, ottenendo molte informazioni grazie all’instaurarsi di un clima amichevole e di cooperazione con l’intervistato. Tuttavia, non si ha un contatto diretto e, proprio il minor grado di interazione sociale tra l’intervistatore e l’intervistato riduce l’influenza sulle risposte. Anche il livello di risposta, quando l’intervista è preceduta da una buona presentazione, è elevato e si aggira intorno al 70% dei contatti totali. Concludendo la panoramica sui vantaggi dell’intervista telefonica, essa consente un buon livello di verifica della ricerca in quanto l’operato degli intervistatori è facilmente controllabile da supervisori che, a campione, si inseriscono sulle linee telefoniche per assistere in diretta alla somministrazione del questionario. Le interviste telefoniche presentano tuttavia dei limiti. In prima istanza, il campione selezionato può essere scarsamente rappresentativo poiché possono essere intervistati esclusivamente gli iscritti negli elenchi telefonici (gli elenchi che possono essere incompleti, contenere utenti con più recapiti o recapiti non più in uso). In più, l’impossibilità di un rapporto diretto con l’intervistato, oltre ad impedire la presentazione di qualsiasi tipo di supporto visivo (campioni di prodotti, pagine pubblicitarie, oggetti e materiale di vario genere per ottenere un parere dall’intervistato), riduce la possibilità di sostegno dell’intervistatore. Infatti, l’assenza “fisica” dell’intervistatore 63 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 203. 75 non consente di rilevare incertezza nelle risposte ed incomprensione delle domande da parte dell’interlocutore. Inoltre, viene meno la spontaneità delle risposte, perché l’intervistato tende a fornire motivazioni ed affermazioni “socialmente accettabili” e condivise. L’intervista telefonica è più adatta per situazioni di colloquio brevi (10-15 minuti); tuttavia, se l’intervistatore è particolarmente abile nel mantenere l’attenzione dell’interlocutore, oppure l’argomento è di particolare interesse, è possibile condurre interviste telefoniche più lunghe. Il poco tempo a disposizione e la facilità con cui gli intervistati possono rifiutarsi di rispondere o interrompere a metà l’intervista, impediscono la formulazione di domande troppo lunghe, complesse e di natura strettamente personale. Il questionario deve essere molto strutturato con domande chiaramente formulate, chiuse, con poche alternative. È, infatti, difficile memorizzare una lunga lista di fattori, tanto che l’intervistato finisce per ricordare meglio solo le ultime proposte. Altri svantaggi dell’intervista telefonica sono legati alla non accertabilità dell’identità di chi risponde alle domande e alla limitata quantità di informazioni ottenibili. Alcune persone interrogate non vogliono rilasciare dati relativi all’età e/o alle condizioni economiche, così come, a volte, danno risposte non rispondenti fedelmente al loro vero atteggiamento. Per porre rimedio al primo inconveniente citato si utilizzano metodi di generazione casuale di numeri telefonici. Marina Chiaro, ne individua essenzialmente quattro: a) “scelta casuale di numeri telefonici, indipendentemente dagli elenchi; b) modifica casuale dell’ultima cifra di numeri telefonici estratti dagli elenchi; c) estrazione di un campione di numeri telefonici dagli elenchi e sostituzione di più di una cifra terminale con altre a caso; 76 d) se esiste un elenco con numeri ordinati, individuazione degli intervalli che interrompono la sequenza per scegliere all’interno di essi numeri non compresi negli elenchi 64 pubblicati.” Si fa, invece, fronte alla impossibilità di mostrare supporti visivi inviando per posta agli interlocutori il materiale da utilizzare nel corso dell’intervista telefonica. 4.7.2 Modalità di conduzione dell’intervista telefonica L’intervista telefonica necessita, ancor più di quella personale, di una buona programmazione e strutturazione del questionario. L’intervistatore deve porre domande semplici, dirette, efficaci e che abbiano un ordine logico. La fase di pianificazione della ricerca consiste nello stabilire il numero di interviste da svolgere in una giornata e nell’individuazione degli obiettivi di chiamata, tenendo conto dei seguenti fattori: identità dei rispondenti e difficoltà di contatto: alcuni soggetti sono disponibili solo in particolari orari della giornata, quindi l’obiettivo di chiamata deve essere più basso rispetto ai casi di persone reperibili in qualsiasi momento; idoneità del rispondente ad essere intervistato: se l’intervistatore deve possedere caratteristiche particolari per essere intervistato, il numero di interviste realizzabili in un giorno sarà minore; durata dell’intervista: il tempo necessario all’indagine, una 65 volta individuato il soggetto adatto . Il successo di un’intervista telefonica dipende, in gran parte, dal comportamento dell’intervistatore. È importante che 64 Chiaro Marina, I sondaggi telefonici, CISU, Roma, 1996, pag. 15. Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pag. 54. 65 77 quest’ultimo adotti un atteggiamento positivo sin dall’inizio del contatto e sia “conquistato” dal tema della ricerca, suscitando interesse anche nell’interlocutore. È inoltre fondamentale non parlare troppo in fretta, dando l’impressione di voler terminare l’intervista il più rapidamente possibile. L’esito positivo è inoltre legato all’utilizzo di un questionario ben strutturato. Lo sviluppo di attrezzature telefoniche centralizzate e il diffondersi della tecnologia hanno favorito l’espansione di interviste telefoniche coadiuvate da computer (CATI, Computer-Assisted Telephone Interviewing) e di interviste 66 tramite computer (DCI, Direct Computer Interviewing) . Il CATI è un software sviluppato per la raccolta dei dati, basato su un sistema interattivo fra intervistatore e computer. Il questionario è inserito nella memoria del personal computer; l’intervistatore, seduto di fronte allo schermo che visualizza via via le domande nella sequenza corretta, legge i quesiti che appaiono a chi sta dall’altra parte del telefono e ne registra 67 immediatamente la risposta attraverso la tastiera del terminale . In questo caso, l’operatore non ha la necessità di considerare le istruzioni che specificano la domanda da formulare poiché è il computer che soddisfa automaticamente quest’esigenza, passando alla domanda appropriata non appena ha ricevuto l’input di risposta. Infatti, il calcolatore è programmato in modo tale che l’intervista non possa proseguire fino a quando non sia stata digitata una risposta valida; in questo modo sono risolti e superati problemi quali domande senza risposte, domande omesse inavvertitamente, istruzioni mal interpretate dall’intervistatore, inserimento di risposte contraddittorie. 66 Chisnall Peter M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pag. 173. 67 Chiaro Marina, I sondaggi telefonici, CISU, Roma, 1996, pagg. 48-51. 78 Il CATI migliora la qualità dei dati ottenuti e grazie a tecniche di campionamento sequenziale (“invece di iniziare un’indagine campionaria avendo già determinato le dimensioni del campione, il campionamento sequenziale prevede che la dimensione ottimale sia raggiunta gradualmente utilizzando i risultati e le informazioni di più campionamenti successivi”) l’analisi dei dati e la preparazione del rapporto può avvenire 68 molto velocemente . Si tratta di un sistema adatto per indagini e censimenti che interessano campioni di grandi dimensioni attentamente pianificati e in particolare per ricerche ripetute 69 periodicamente . Nel sistema tramite computer (DCI), invece, chi deve rispondere interagisce direttamente con un computer ed è eliminata totalmente la mediazione dell’intervistatore. Alcuni autori sostengono che questa autonomia concessa all’intervistato permette di conseguire informazioni di tipo privato, difficilmente ottenibili da un intervistatore. Tuttavia, le interviste tramite computer non sono ancora molto diffuse, perché le persone più anziane e con meno cultura si sentono “intimidite” da un rapporto con la tecnologia. 4.8 L’intervista postale Un metodo alternativo per raccogliere informazioni consiste nell’intervista postale. È una tecnica molto applicata nelle ricerche di mercato industriale, perché consente di ottenere elementi sia sull’ambiente esterno sia su quello interno all’azienda. Tuttavia, le interviste postali, per loro natura, subiscono un grosso vincolo: il buono o il cattivo 68 Chisnall Peter M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pag. 106. 69 Hague Paul, Le interviste nelle ricerche di mercato: guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994, pag. 62. 79 funzionamento del sistema postale. Questo determina innanzitutto lo scarso controllo dei tempi di ricevimento del materiale e di risposta alle domande richieste al campione 70 intervistato . L’intervista postale consiste nel richiedere agli individui, che sono stati scelti a far parte del campione, di compilare un questionario e di rispedirlo alla società di ricerca, oppure, per facilitare il ritorno delle risposte, può essere prevista una forma di raccolta diretta al domicilio dell’intervistato. A volte il questionario da compilare e rispedire è annesso alle confezioni di prodotti oppure è inserito all’interno di riviste o giornali. Il questionario postale è di solito accompagnato dall’illustrazione delle caratteristiche dell’indagine, dalla richiesta di risposte obiettive, nonché dalla necessaria assicurazione circa la riservatezza delle informazioni che saranno fornite. Tutti questi aspetti qualificano il contenuto di un’apposita lettera che accompagna il questionario. Per facilitare la collaborazione dell’intervistato, occorre inviare insieme al questionario una busta preaffrancata con già stampato l’indirizzo della società di ricerca o dell’azienda che sta svolgendo la ricerca. Inoltre, non deve essere contemplata la sottoscrizione del questionario, così da salvaguardarne l’anonimato. Il questionario deve proporre solo domande semplici e dirette, al fine di permettere all’intervistato di rispondere con facilità e in breve tempo. Ne consegue che la maggior parte delle domande hanno una struttura a risposte precodificate. Ogni domanda deve essere chiaramente formulata e facilmente comprensibile, oltre a consentire un’interpretazione univoca. 70 Figini Mario, Fare ricerca per conoscere il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano, 1998, pag. 38. 80 Il questionario dell’intervista postale deve essere redatto “in modo da consentire la interpretazione univoca delle modalità di registrazione delle risposte. Occorre tenere presente, infatti, che gli intervistandi a mezzo di un questionario postale possono rimanere incerti sulle due procedure possibili ed opposte per indicare la propria opinione, il proprio comportamento, ecc. La prima, più diffusa ma non per questo ovvia, prevede l’apposizione di un segno sulla modalità prescelta; l’altra, opposta, la cancellazione della modalità (o delle modalità) che si intende escludere, cosicché quella accettata o prescelta rimane l’unica priva di segni: in quest’ultimo caso, quindi, l’apposizione di questi avrebbe il significato di cancellazione, di 71 annullamento e non di adesione alla modalità contrassegnata” . Il ricorso all’intervista postale è opportuno quando non si dispone di un’adeguata rete di intervistatori, oppure qualora non si ritenga opportuno ricorrere all’intervista diretta, o le unità di campionamento sono disperse geograficamente e/o difficili da contattare. In generale, i questionari postali non sono un metodo d’indagine adatto per i casi in cui la popolazione sia 72 composta da soggetti con livelli di cultura e scolarità bassa . 4.8.1 Vantaggi e svantaggi dell’intervista postale I sondaggi postali costituiscono il metodo migliore per raggiungere le persone che non concederebbero interviste personali o telefoniche. In generale, il costo limitato è considerato il principale vantaggio dell’intervista postale; ciò sarebbe vero se il tasso di ritorno delle risposte fosse prossimo al 100%. Al contrario, le percentuali di risposta ottenute con inchieste postali sono molto modeste, quindi il costo dei risultati è accresciuto dalla 71 Marbach Giorgio, Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 241. Marbach Giorgio, Fondamenti di tecnica delle ricerche di mercato, Bulzoni, Roma, 1972, pag. 161. 72 81 necessità di costruire un campione molto ampio o di effettuare invii successivi del questionario. La spesa, inoltre, tende a salire se consideriamo il lavoro necessario per la stesura del testo del questionario e il lavoro d’analisi e d’interpretazione. Un fattore positivo è, invece, l’uniformità del costo, poiché le 73 tariffe postali valgono per l’intero territorio nazionale . Un altro elemento positivo è l’ampia distribuzione geografica delle interviste con una spesa piuttosto limitata: è possibile raggiungere gli intervistati ovunque, anche nelle zone più lontane e meno accessibili con la massima praticità ed 74 autonomia . Un vantaggio ulteriore dei sondaggi per posta è l’assenza dell’intervistatore: le risposte non sono influenzate dalla valutazione soggettiva del ricercatore circa determinati aspetti, 75 né vi è il pericolo di errori di trascrizione delle risposte . Con questo metodo d’indagine l’intervistato ha tutto il tempo di riflettere tranquillamente sulle domande (e magari di documentarsi), in modo da fornire risposte più accurate e precise. Un altro vantaggio dell’intervista postale è la probabilità di ottenere risposte più sincere e spontanee su tematiche personali o imbarazzanti (gestione risparmi, pagamento tasse, problemi familiari): l’anonimato elimina pudori e scrupoli. L’ultimo elemento positivo da prendere in considerazione è il superamento di difficoltà oggettive: questa tipologia di indagine elimina gli ostacoli che l’intervistatore incontra quando deve incontrare dirigenti d’azienda o professionisti che difficilmente sono disposti a “concedere” parte del loro tempo. Inoltre, il 73 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 209. 74 Penati Luigi, Guida alle ricerche di marketing industriale, Franco Angeli, Milano, 1976, pag. 76. 75 Saracchi Franco, Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981, pag. 247. 82 questionario postale è consigliabile quando si ha la necessità di ottenere risposte da più di una persona, come nel caso di indagini nel settore industriale (è difficile reperire contemporaneamente il direttore generale, il direttore tecnico, il direttore acquisti, ecc.). Tra gli svantaggi principali si riscontra il fatto che la rappresentatività dei risultati è spesso discutibile, non soltanto per la differenza, sempre esistente, fra interviste programmate e realizzate, ma, soprattutto per l’autoselezione dei rispondenti. Coloro che partecipano all’indagine non costituiscono una rappresentanza casuale del campione programmato. In genere risponde o collabora chi è emotivamente o direttamente coinvolto nel tema della ricerca, chi conosce o crede di conoscere l’argomento, chi ha più tempo, chi ha una cultura più 76 elevata, chi è estroverso, curioso ed aggressivo . Per la realizzazione di queste ricerche, a volte elemento critico è il reperimento di liste di nominativi completi di indirizzo: tali elenchi (o mailing list) sono ottenibili da fonti esterne secondarie, come anagrafi comunali, rubriche telefoniche, annuari commerciali, associazioni di categoria ed ordini professionali. Prima di procedere con un’inchiesta postale è necessario fare un’indagine preliminare su un sub-campione estratto dalla mailing list. Altro fattore sfavorevole è la mancata certezza circa l’identità del rispondente, infatti possono materialmente compilare il questionario terze persone (mogli, mariti, segretarie, amici, 77 parenti, ecc.) . Inoltre l’intervistato può non comprendere la domanda (errore semantico) e rispondere in modo sbagliato o dare di 76 Marbach Giorgio, Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 244. Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pagg. 210,211. 77 83 proposito una risposta falsa e/o incompleta (errore di falsa informazione). Per limitare al minimo questo inconveniente è necessario che le domande siano chiare, semplici, strutturate e con un ordine prefissato. L’esperienza dimostra che le interviste postali devono essere brevi, altrimenti il questionario non viene neanche preso in considerazione. Altro svantaggio dell’intervista postale è che l’intervistato può leggere e confrontare tra loro le domande, anche prima di compilare il questionario, quindi, non si possono includere domande di “controllo”. Non può essere attribuito molto valore neanche alle risposte riguardanti aspetti connessi con il ricordo, poiché questi possono essere controllati dall’intervistato ricorrendo ad aiuti e supporti vari. Ulteriore limite dell’intervista è rappresentato dal tempo necessario (circa quattro settimane) per realizzare la ricerca. Non tutti rispondono subito a stretto giro di posta, anzi spesso sono necessari solleciti, quindi non è una forma di contatto rapida. Il vero limite dell’intervista postale, comunque, è il basso livello di risposta: il numero di questionari completi ottenuti rapportato al numero degli invii è intorno al 10%. Per cercare di aumentare i ritorni, i fattori che influiscono sulla risposta sono: il primo invio di materiale: il destinatario deve essere indotto ad aprire la busta, quindi, l’imballaggio è molto importante; la lettera d’accompagnamento: evitare forme troppo formali ed usare, invece, il più possibile forme di personalizzazione; i solleciti e le azioni successive: ribadire l’urgenza e l’importanza di una risposta, ma inserire anche parole di scuse per l’eventualità che il sollecito stesso si sia incrociato con la restituzione del questionario; fornire il proprio numero di telefono e promettere di far recapitare i risultati dell’indagine; 84 il ricorso ad incentivi: compensi in denaro, premi ed omaggi vari, che per essere particolarmente efficaci dovrebbero essere inclusi nella spedizione iniziale, anziché promessi come ricompensa per la restituzione del questionario. Si è dimostrato che gli incentivi riducono le mancate risposte, ma essi comportano notevoli costi aggiuntivi in un sondaggio, soprattutto se aumentano l’affrancatura della busta o se 78 richiedono una spedizione a parte . Il tasso di risposta è in ogni caso legato al tipo di popolazione che compone il campione, all’argomento dell’indagine e alla sua presentazione. C’è un caso in cui l’intervista postale dà risultati soddisfacenti in termini di numerosità di ritorni: quando si utilizza come campione un panel di consumatori già funzionante. In tale contesto chi riceve il questionario ha già rimosso tutte le remore insite nel rapporto intervistato-intervista poiché sa perfettamente che le sue risposte servono unicamente ai fini di ricerche statistiche. 4.9 Le interviste autocompilate Le interviste autocompilate sono uno strumento di informazione di facile gestione: si tratta di questionari molto semplici che vengono proposti agli utenti senza la guida dell’intervistatore. Grande attenzione deve essere dedicata alla chiarezza delle espressioni e alla semplicità delle domande. Le questioni più complesse dovrebbero essere collocate a metà o verso la fine del questionario, mentre i primi quesiti proposti devono essere 78 Hoinville G., Jowell R., Come fare i sondaggi. Guida pratica alla realizzazione di ricerche campionarie qualitative e quantitative, Franco Angeli, Milano, 1991, pagg. 179-185. 85 semplici e di elevato interesse, in modo da incoraggiare chi deve rispondere. Per ottenere una buona percentuale di ritorni è necessario curare anche l’aspetto del questionario: deve sembrare chiaro ed attraente, altrimenti, verrebbe immediatamente accantonato e 79 dimenticato . Le interviste autocompilate presentano i seguenti vantaggi: a) costi di realizzazione contenuti; b) possibilità da parte del target di rispondere alle domande poste con estrema calma e tranquillità. Il problema di fondo, invece, consiste nella sistematica distorsione campionaria, in quanto non è detto che i compilatori del questionario siano perfettamente rappresentativi della clientela. Un’altra possibile distorsione potrebbe riguardare la scarsa obiettività dei compilatori, orientati in funzione di varie sollecitazioni alla positività oppure alla critica, influenzando i risultati della ricerca e conferendo al quadro informativo 80 un’eccessiva connotazione pessimistica o ottimistica . 79 Hoinville G., Jowell R., Come fare i sondaggi. Guida pratica alla realizzazione di ricerche campionarie qualitative e quantitative, Franco Angeli, Milano, 1991, pag. 174. 80 Figini Mario, Fare ricerca per conoscere il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano, 1998, pag. 39. 86 5. IL CAMPIONAMENTO PER LA RICERCA DI MERCATO “La conoscenza statistica di un fenomeno può essere acquisita sia mediante una rilevazione completa delle sue manifestazioni, sia attraverso una rilevazione parziale che consenta di risalire con sufficiente approssimazione alle caratteristiche complessive del fenomeno, comprese quelle 1 relative ai casi non considerati nel campione” . Il campionamento rappresenta uno dei principali strumenti per la ricerca di mercato. Infatti, quando la totalità dei fenomeni individuali che ci si propone di esaminare è troppo vasta per un’analisi completa, si deve ricorrere all’analisi di un campione. Per campione s’intende “un sottoinsieme di una definita popolazione (universo) capace di consentire la stima di 2 determinati valori della popolazione stessa” . Nella scelta del tipo di campionamento e della relativa tecnica occorre avere presente la composizione qualitativa e quantitativa dell’universo dal quale il campione deve essere estratto e gli scopi che s’intendono raggiungere nella ricerca. Il primo passo da compiere per la sua costruzione è definire la popolazione di riferimento, cioè chi sottoporre ad intervista. Ove possibile, si cerca di ottenere elenchi, indirizzi, descrizione e dati statistici su tale popolazione. 1 Marbach Giorgio, Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 81. Barile S. Metallo G., Le ricerche di mercato. Aspetti metodologici e applicativi, Giappichelli, Torino, 1994, pag. 57. 2 87 Si procederà, quindi, al dimensionamento del campione, cioè si determina il numero di individui da intervistare in funzione del massimo errore casuale tollerato. Naturalmente ricorrendo ad un campione s’introduce una fonte di distorsione, una fonte di errore che, con opportuni accorgimenti può essere minimizzato e contenuto entro il limite di confidenza accettato. Infine, si selezionano effettivamente i soggetti estraendoli dalla popolazione. 5.1 Vantaggi e limiti del campionamento Il campionamento è spesso usato nelle ricerche di mercato poiché offre indubbi vantaggi rispetto alla procedura del censimento: consente di analizzare la popolazione evitando un’analisi completa di tutti gli elementi della stessa. Inoltre, i censimenti si scontrano con fenomeni che possono essere particolarmente rilevanti: mobilità della popolazione e presenza di cittadini stranieri non registrati, accresciuta diffidenza nei confronti della pubblica amministrazione in generale, crescente partecipazione femminile alle attività lavorative (che rende sempre più arduo consegnare e ritirare i questionari dei censimenti), accresciuto numero delle famiglie monocom3 ponenti di più difficoltosa reperibilità . Nell’enunciazione dei benefici del campionamento è inoltre d’obbligo citare i risparmi realizzati in termini di tempo e di esborso finanziario; in più vengono ridotti costo e tempistica relativi alle successive fasi d’indagine, catalogazione ed elaborazione dati. Il processo di campionamento, tuttavia, comporta alcuni limiti rispetto al censimento. Anzitutto un campione potrebbe non essere “sufficientemente” rappresentativo, tanto da 3 Marbach G., Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 83. 88 richiedere ulteriori approfondimenti su frazioni di popolazione peculiari rispetto al campione scelto. Inoltre, per selezionare parte della popolazione da impiegare come campione è necessario un attento e rigido controllo nelle fasi che ne conducono alla scelta. Si può concludere, comunque, che la scelta del metodo campionario o del metodo totalitario (censimento), più che dai vantaggi e dai limiti di ciascuno di essi, dipende sostanzialmente dagli obiettivi conoscitivi (ipotesi) e dai vincoli che si pongono alla base dell’indagine. 5.2 Le procedure di campionamento Le procedure di campionamento rappresentano il cuore di ogni indagine di mercato; il ricercatore, quindi, deve programmare ed organizzare tale processo. I campioni si possono dividere in due categorie principali: a) campioni probabilistici o casuali; b) campioni non probabilistici. Nel campione probabilistico ogni elemento della popolazione finita in esame ha una probabilità nota (non nulla) e misurabile di essere incluso nel campione. Il campionamento viene materialmente effettuato in base a precise regole matematiche che non lasciano alcuno spazio alla discrezionalità del ricercatore. Il teorema statistico su cui si fonda la teoria dei campioni probabilistici è quello del “limite centrale”, che viene così enunciato: “sia una popolazione infinita avente distribuzione normale, e siano µ e V² rispettivamente la media e la varianza. La distribuzione delle medie Xi di tutti i campioni di n elementi estratti casualmente da tale popolazione si approssima ad una distribuzione normale, avente varianza S2 = V2/n ossia S = V/Qn (errore standard) 89 e media X = P Se la popolazione è finita, la varianza della distribuzione campionaria è: S2 = V2/n [N – n/N – 1] in cui N è il numero degli elementi della popolazione. Dalla formula risulta chiaro che la varianza della distribuzione campionaria è minore di quella dell’universo e che l’errore standard decresce all’aumentare della dimensione dei campioni. In altri termini: maggiore è la numerosità dei singoli campioni, maggiore è anche l’addensamento delle medie di vari 4 campioni intorno alla media della distribuzione campionaria” . Il grande vantaggio del campionamento probabilistico è che i risultati, per definizione, sono statisticamente significativi in quanto è possibile calcolare l’errore standard della media. Tuttavia, anche se i campioni di questo tipo sono misurabili, cioè consentono di stimare l’errore causale insito nella rilevazione, non esiste alcuna garanzia che i risultati ottenuti con un campione probabilistico siano più accurati di quelli ottenuti da un campione non probabilistico. “Il campionamento probabilistico è ampiamente utilizzato dai principali istituti di ricerca grazie alle sue solide basi teoriche, che permettono di valersi in modo legittimo della teoria della probabilità: infatti è l’unico metodo completamente 5 oggettivo per il campionamento delle popolazioni” . 4 Picarelli Antonio, Tecniche delle ricerche di mercato, Rocco Curto, Napoli, 1994, pag. 153. 5 Chisnall P.M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pag. 89. 90 Consideriamo ora i limiti del campionamento casuale. Nelle ricerche di mercato raramente si dispone di liste complete ed aggiornate della popolazione da studiare ed inoltre i campioni previsti possono essere distribuiti su di un territorio molto ampio, cosicché i tempi e i costi di realizzazione sono elevati. Lo svantaggio principale, in ogni caso, è quello di dover ritentare l’intervista se la prima non ha avuto successo, perché per mantenere la significatività statistica, è importante che siano contattate le unità di campionamento previste in fase di impostazione con criterio casuale. Quando il costo o il tempo richiesti dal campionamento probabilistico sono troppo alti, i ricercatori utilizzano campioni non probabilistici. Nel campionamento non probabilistico, la selezione di un elemento della popolazione come parte del campione è basata su un processo deterministico di scelta da parte del ricercatore. A differenza del campionamento probabilistico, in questo caso non esiste una probabilità nota che si individui la possibilità di un’unità di partecipare al campione. Pertanto, non esistono tecniche statistiche atte a stimare la dimensione dell’errore di campionamento e quindi non è possibile stimare la dimensione ottimale del campione. Per “errore di campionamento” s’intende la differenza fra il valore del campione ed il valore della popolazione. Non è assolutamente possibile avere alcun’idea sull’accuratezza delle stime calcolate da un campione non probabilistico. Il campionamento non probabilistico è definito anche “campionamento ragionato”, quando la selezione del campione è fatta su basi soggettive e non dipende dalla rigorosa applicazione della teoria della probabilità. 91 Per quanto concerne il dimensionamento campionario, a prescindere dal metodo prescelto, è possibile affermare che il numero di elementi da includere nel campione varia in funzione del livello desiderato di precisione dei risultati, del grado di accuratezza dell’analisi, dell’estensione ed omogeneità degli elementi della popolazione, delle risorse e del tempo disponibili. Quindi “si tratta di trovare un ragionevole punto di equilibrio fra la necessità della precisione e quella di contenere i tempi e i costi dell’indagine. La precisione di una ricerca cresce con l’aumentare della dimensione campionaria: più grande è un campione, minori sono i margini di errore. D’altra parte, per dimezzare l’errore bisogna quadruplicare la dimensione del campione, e questo porta naturalmente ad incrementare i costi della ricerca. […] In ogni caso un elemento interessante da sottolineare è che la precisione di un’indagine è funzione solo e soltanto della grandezza del campione, non della grandezza 6 della popolazione di riferimento” . Nei prossimi paragrafi verranno brevemente descritte le principali tipologie di campione probabilistico e non probabilistico. 5.3 I principali campioni probabilistici Numerose sono le metodologie di campionamento probabilistico. Di seguito vengono descritti i campioni più frequentemente utilizzati in occasione di una ricerca di mercato: campionamento casuale semplice campionamento sistematico o quasi casuale campionamento casuale stratificato campionamento a grappolo 6 Amadori A., Introduzione alle ricerche di mercato, CUEN, Napoli, 1996, pag. 80. 92 campionamento per area campionamento a stadi campionamento ripetuto campionamento fisso campionamento a fasi. 5.3.1 Campionamento casuale semplice È stato dimostrato statisticamente che un campione può considerarsi rappresentativo solo se tutti gli elementi dell’universo hanno la stessa probabilità di essere scelti. Da ciò nasce il primo e il più elementare tipo di campionamento probabilistico, quello casuale semplice. Questo metodo consiste in un processo di scelta degli elementi della popolazione impostato in modo tale che essi abbiano la medesima probabilità di essere estratti (tutte le unità sono a priori selezionabili, quindi nessuna è privilegiata) e che, inoltre, ciascun elemento abbia probabilità di estrazione “indipendente” da quella degli altri7. Il fondamento del metodo del campione è nella “scelta casuale” delle unità campionarie, che non significa scelta “a casaccio”, ma effettuata con metodo rigoroso, che garantisca l’assoluta imprevedibilità di un risultato tra tanti possibili (equiprobabilità). Un campione casuale semplice può essere estratto da una popolazione finita o da una infinita; l’estrazione è possibile solo se si dispone di un elenco che comprende tutti i membri dell’universo. Esso consente di evitare la distorsione derivante da scelta individuale delle unità di campionamento. I metodi più usati per l’estrazione sono: metodo della lotteria: ogni unità è associata a un gettone o a un talloncino numerato: questi vengono inseriti in 7 Pieraccioni Luigi, Tecniche delle ricerche di mercato, EUROMA, Roma, 1994, pag. 117. 93 un’urna, rimescolati e scelti con una procedura di estrazione casuale fino a raggiungere la numerosità campionaria desiderata. Solitamente dopo ogni estrazione il gettone o il talloncino vengono reinseriti nell’urna per mantenere costante la probabilità di scelta di ogni 8 elemento ; metodo delle tavole di numeri casuali: si attribuisce un numero progressivo ad ogni elemento della popolazione, si seleziona una posizione casuale nella tabella dei numero casuali in un qualsiasi modo sistematico (orizzontale, verticale, diagonale, ecc.); se il numero scelto identifica un elemento della popolazione, allora esso verrà incluso nel campione, altrimenti si procede alla rilevazione del successivo numero di tabella e così via fino a quando non sono stati prelevati tutti gli elementi necessari per il campione. Questo metodo è particolarmente appropriato quando la popolazione da studiare ha un numero di elementi non molto grande e/o quando gli elementi della popolazione sono facilmente identificabili (ad esempio, per le ricerche telefoniche). 5.3.2 Campionamento sistematico o quasi casuale In questo tipo di campionamento non viene attribuita la stessa probabilità di selezione a tutte le unità campionarie estraibili da una popolazione. Si differenzia inoltre, dal campionamento casuale semplice perché, in questo caso, occorre scegliere un solo numero casuale per attivare il processo di selezione di tutti gli elementi del campione. Solo il primo elemento viene estratto 8 Chisnall Peter M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pag. 90. 94 casualmente, tutti gli altri vengono determinati in base “all’intervallo di campionamento”. L’intervallo di campionamento si ottiene calcolando il rapporto tra la popolazione e la numerosità campionaria, cioè N/n, ed arrotondando il risultato al numero intero più vicino. Si seleziona poi un numero casuale da cui partire, compreso tra zero e il limite superiore dell’intervallo di campionamento; infine si selezionano tutti gli elementi successivi del campione aggiungendo al valore raggiunto l’intervallo di campionamento prescelto. Il campionamento sistematico offre alcuni vantaggi: velocità: si deve selezionare un solo numero casuale; convenienza amministrativa: estratto il numero casuale ci si muove ordinatamente in una direzione fissata e non su e giù come nel campionamento casuale semplice; struttura di campionamento: non è sempre necessaria la disponibilità di una struttura completa per selezionare un campione sistematico. Tuttavia, tale metodo presenta anche degli inconvenienti: monotonicità dei dati: se gli elementi sono elencati in ordine crescente o decrescente l’elemento iniziale è sempre il minimo o il massimo compreso nel campione; periodicità: se gli elementi della popolazione sono ciclici 9 c’è il rischio che questo metodo sia inaffidabile . È un metodo che si può utilizzare solo quando esiste un elenco della popolazione da studiare. 5.3.3 Campionamento casuale stratificato In questo tipo di campionamento la popolazione da analizzare è divisa in gruppi o strati che presentano 9 Barile S., Metallo G., Le ricerche di mercato. Aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994, pagg. 75,76. 95 caratteristiche il più possibile omogenee, contribuendo così ad aumentare l’accuratezza del processo di campionamento stesso. Nel campionamento casuale stratificato la popolazione viene suddivisa in strati esclusivi e collettivamente esaustivi, prima dell’estrazione del campione. Gli strati sono esclusivi fra di loro se l’appartenenza ad uno strato preclude l’appartenenza a qualsiasi altro e sono collettivamente esaustivi se tutte le possibili categorie di una variabile sono impiegate per definire gli strati. (es. le categorie “maschio” e “femmina” definiscono 10 completamente l’ambito della variabile “sesso”) . Quindi, per ogni strato verrà estratto a caso un campione di ampiezza ben definita fino a formare il campione complessivo, sul quale si baseranno le stime degli attributi dell’intero universo. Dato che all’interno di ogni specifico strato si procede all’estrazione casuale, il campionamento casuale stratificato tende ad essere più preciso del campionamento casuale semplice, poiché le caratteristiche significative della popolazione sono rappresentate in misura adeguata nei diversi strati della popolazione campionaria. Un problema da considerare in questa metodologia è la determinazione dell’ampiezza dei sub-campioni da estrarre dai vari strati. Esistono tre metodi: campione stratificato proporzionale all’ampiezza degli strati: si fa riferimento solo alla dimensione degli strati; campione stratificato proporzionale allo scarto quadratico medio degli strati: si fa riferimento alla variabilità esistente all’interno di ogni strato; campione stratificato proporzionale sia all’ampiezza degli strati che al loro scarto quadratico medio: si fa 10 Kinner Thomas C. Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Jackson, Milano, 1990, pagg. 215,216. 96 naturalmente riferimento tanto alla dimensione quanto alla variabilità specifica dello strato. Per stratificare i campioni si usano principalmente due metodi: stratificazione proporzionale: quando la proporzione di unità elementari incluse nei singoli campioni è la stessa; si verifica quando gli strati contengono il medesimo numero di elementi che hanno, quindi, la stessa probabilità di essere estratti. Con la stratificazione proporzionale si garantisce una proporzione corretta per ogni strato, per ridurre con ciò l’errore di campionamento per le variabili 11 oggetto di studio . stratificazione non proporzionale: quando la proporzione di unità elementari incluse nei campioni è diversa e varia in funzione della varietà esistente tra gli elementi dello strato. Si può concludere che la stratificazione permette di conseguire i seguenti obiettivi: aumento della precisione a parità di numerosità campionaria; studiare con precisione diversa i singoli strati, tra loro indipendenti, con la possibilità di concentrare l’attenzione 12 su uno strato specifico . 5.3.4 Campionamento a grappolo Un procedimento del tutto particolare, che per certi aspetti potrebbe rientrare sotto il campionamento a più stadi, è costituito dal campionamento a grappolo (cluster sampling). 11 Hoinville G., Jowell R., Come fare i sondaggi: guida pratica alla realizzazione di ricerche campionarie qualitative e quantitative, Franco Angeli, Milano, 1991, pag. 93. 12 Valdani Enrico, Marketing, UTET, Torino, 1995, pag. 937. 97 Si è in presenza di un campionamento a grappolo quando “la popolazione è divisa in gruppi ed il campione rappresentativo viene costituito estraendo un certo numero di gruppi che 13 formeranno così le unità del campione” . Come si può notare, questa procedura si differenzia dagli altri tipi di campionamento probabilistici per un solo fattore: gli elementi da inserire nel campione vengono selezionati in gruppo e non singolarmente. Un campione a grappolo è tanto più rappresentativo quanto più alta è la variabilità tra le unità che compongono i singoli grappoli e quanto più bassa è la variabilità tra di essi. Il vantaggio principale di questo metodo è di consentire una notevole concentrazione delle interviste in aree limitate, 14 ottenendo così economie di costo e di tempo . Anche se il campionamento a grappolo è interessante dal punto di vista dei costi e dei tempi, evidenzia una maggiore predisposizione all’errore campionario rispetto al metodo casuale semplice. I campioni a grappolo, se insufficientemente differenziati, potrebbero escludere interi segmenti della popolazione e 15 contenere solo elementi con caratteristiche simili tra loro . 5.3.5 Campionamento per aree Tale metodo consiste nel ripartire l’intero “territorio della ricerca” in tante aree più ristrette e nell’estrarre casualmente una o alcune di tali aree campione, entro le quali sarà condotta l’indagine. Il criterio generale che regge tale schema è che le 13 Buttazzi R. Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 149. 14 Saracchi Franco, Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981, pag. 608. 15 Gerla Tina, Pagano Giorgio, Rilevazioni statistiche per le ricerche di mercato, ISDAF, Milano, 1991, pag. 134. 98 aree, che vengono formate prima dell’estrazione in ciascuno stadio, devono essere tanto eterogenee nel loro interno da poter rappresentare ciascuna l’universo considerato ed essere tanto omogenee fra loro da rendere possibile l’estrazione casuale di 16 una o di alcune fra di esse . 5.3.6 Campionamento a stadi È definito da alcuni autori come uno sviluppo del principio del campionamento a grappolo. Infatti, essi sono strettamente collegati, anche se hanno caratteristiche diverse. Si ottiene un campionamento a stadi se si effettua un sotto-campionamento all’interno dei grappoli scelti al primo stadio; se, invece, si includono nel campione tutti gli appartenenti a questi gruppi, si ottiene un campionamento a grappolo. Come suggerisce il nome, il campionamento a stadi comporta un procedimento di selezione a due o più fasi successive; in ognuna viene estratto un campione fino a raggiungere le unità elementari di campionamento17. Questa procedura presenta un limite fondamentale: le stime che si ottengono sono meno attendibili di quelle ottenute utilizzando un campione casuale semplice delle stesse dimensioni. La relativa diminuzione d’accuratezza viene però compensata dai vantaggi che tale metodo offre: risparmio di tempo: è più facile portare a termine le interviste quando gli intervistatori sono raggruppati rispetto a quando sono sparsi su tutto il territorio; 16 Kinnear Thomas C., Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Jackson, Milano, 1990, pag. 231. 17 Saracchi Franco, Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981, pag. 597. 99 non è richiesta l’esistenza di uno campionamento dell’intera popolazione. schema di 5.3.7 Campionamento ripetuto A volte può essere conveniente suddividere un campione in un numero di sotto-campioni più piccoli uguali fra loro, tutti estratti dalla popolazione con lo stesso metodo casuale. Ognuno di questi sotto-campioni rappresenta una miniatura della popolazione ed ognuno fornisce indicazioni sugli altri essendo rappresentazioni indipendenti della stessa popolazione. È un metodo utile quando il campione è piuttosto ampio da non permettere di conoscere velocemente i risultati dell’indagine; allora si può usare uno dei sotto-campioni rappresentativi per ottenere una prima approssimazione dei risultati complessivi della ricerca. Esso permette anche di effettuare dei confronti tra i diversi sotto-campioni, che, essendo questi simili, porta a rilevare eventuali fonti di distorsione. 5.3.8 Campionamento fisso Una volta estratto da una popolazione un campione, per le ricerche viene sempre utilizzato lo stesso. Tale procedimento è utile quando la popolazione è sostanzialmente stabile rispetto alle variabili considerate; viene dunque realizzato un campione fisso da cui estrarre in modo casuale alcuni sotto-campioni. Le unità di campionamento devono essere relativamente costanti, altrimenti l’utilità del metodo viene meno. 5.3.9 Campionamento a fasi È un metodo simile al campionamento a stadi, con la differenza che ad alcune unità selezionate del campione viene richiesto un numero maggiore di informazioni rispetto ad altre. 100 Inoltre, mentre con il metodo a stadi si campionano tipi diversi di unità di campionamento, con la procedura a fasi si coinvolge lo stesso tipo di unità. In questo modo è possibile ridurre tempi e costi della ricerca, nonché tale metodo permette di utilizzare il campione principale come schema di campionamento per i successivi sotto-campioni. 5.4 I principali campioni non probabilistici Esistono diverse procedure riconducibili al criterio non probabilistico, esse sono: il campione di convenienza, il campione di giudizio o ragionato, il campione per quota. 5.4.1 Campione di convenienza I campioni di convenienza sono selezionati, come suggerisce il nome, sulla base della convenienza del ricercatore. In genere, si scelgono quegli elementi facilmente disponibili o che consentono, in ogni caso, il minor dispendio di risorse economiche, temporali, di energia per poter ottenere le informazioni. Il campione di convenienza è usato soprattutto nello stadio esplorativo della ricerca per la generazione delle ipotesi, per testare dei questionari pilota e per gli studi conclusivi in cui il manager è disposto ad accettare il rischio che i risultati dello studio possano essere molto imprecisi. 5.4.2 Campione di giudizio o ragionato di Il ricercatore usa il proprio giudizio per selezionare le unità campionamento che, prevedibilmente, forniranno le 101 informazioni più accurate per rispondere ai quesiti della ricerca 18 in corso . Questo metodo è utilizzato sia nei test di mercato sia nelle ricerche di marketing industriale, anche se non sono noti il valore assoluto ed il segno dell’errore. Anche per questo metodo non è possibile effettuare valutazioni di tipo statistico, tuttavia se il giudizio dell’esperto è valido, possiamo affermare che un campione di questo tipo sarà migliore di quello di convenienza. 5.4.3 Campione per quota Il campionamento per quota è il metodo più usato e più sofisticato tra quelli non probabilistici. “Si tratta di un tipo di campionamento ragionato nel quale le distorsioni derivanti dal metodo di selezione non probabilistico sono parzialmente tenute sotto controllo mediante la stratificazione e la determinazione di quote relative ad ogni strato”19. Nei campioni per quota si seleziona la popolazione oggetto di studio secondo alcune variabili strutturali, indicando agli intervistatori “le quote” relative al sesso, all’età, alla condizione professionale, al tipo di insediamento, ecc. per un certo numero 20 di classi di ampiezza demografica dei comuni-campioni . Il ricercatore viene poi lasciato libero di individuare ed intervistare persone ed enti che presentino le caratteristiche prefissate. Tuttavia, il metodo richiede che gli elementi del 18 Kotler P., Scott W.G., Marketing management, ISEDI, Torino, 1993, pag. 150. 19 Chisnall Peter M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992, pag. 103. 20 Marbach Giorgio, Fondamenti di tecnica delle ricerche di mercato, Bulzoni, Roma, 1972, pag. 64. 102 campione con una determinata caratteristica siano presenti nella stessa proporzione in cui sono presenti nella popolazione. Anche questo metodo, ai fini delle analisi e delle elaborazioni dei dati, non consente il ricorso a test statistici di significatività e la determinazione degli intervalli di confidenza, poiché i dati non si riferiscono ad una estrazione casuale. I maggiori vantaggi relativi al campionamento per quota sono i seguenti: questo metodo permette agli intervistatori di ottenere le interviste senza rilevanti spostamenti; non richiede la ripetizione del contatto mancato in quanto l’unità campionaria può essere sostituita da un altro elemento avente analoghe caratteristiche; è più economico del metodo casuale; è di facile amministrazione e non dipende dalla disponibilità di schemi di campionamento: permette così di evitare i tempi e i costi necessari per la preparazione di 21 appositi elenchi ; consente al ricercatore grande flessibilità e libertà nella scelta degli elementi. A fronte dei numerosi vantaggi offerti dalla metodologia appena descritta, molteplici sono anche gli svantaggi del campionamento per quote. La scelta di chi intervistare dipende completamente dall’intervistatore. Il pericolo che si corre maggiormente è che ci si rivolga solo a soggetti che conosciuti, oppure che vengano evitate persone dall’aspetto poco amichevole, o che vivono quartieri non prestigiosi. S’introducono così fattori di “distorsione” nello studio, ricollegabili essenzialmente alla eventualità che il campione scelto in 21 Torelli Franco, Come si costruisce un campione, da Largo Consumo n. 78/1997, pag. 160. 103 base alle quote non corrisponda esattamente alle 22 caratteristiche dell’universo . Gli elementi non reperibili possono essere trascurati e quindi c’è il pericolo di sottorappresentazione. È impossibile determinare l’errore di campionamento delle stime ottenute. Esistono difficoltà di controllo circa l’operato degli intervistatori, per accertare che ciascun’intervista abbia avuto luogo con le modalità previste. I campioni per quota sono particolarmente utili negli stadi preliminari di una ricerca e, se selezionati con attenzione, possono fornire risposte più definitive, anche se meno precise, del campionamento probabilistico. 5.5 Gli errori di campionamento Nessuna procedura di campionamento fornisce una risposta esatta sui valori relativi alle caratteristiche della popolazione. Di conseguenza l’errore complessivo nei risultati ottenuti dipende da varie forme d’inesattezze nelle quali si può incorrere nel corso di un’indagine. Tali inesattezze possono essere classificati in due categorie principali: 1. gli errori di campionamento, 2. gli errori non di campionamento. I primi sono determinati da un “errato od incompleto esame della composizione della popolazione e possono essere considerati come lo scarto fra i risultati ottenuti da un campione 23 ed i risultati che si sarebbero ottenuti dall’intera popolazione” . 22 Marbach Giorgio, Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996, pag. 87. Saracchi Franco, Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981, pag. 612. 23 104 Ad esempio, l’errore del campione si presenta nei risultati di un campionamento casuale quando le unità dell’universo hanno probabilità diverse di essere incluse nel campione, differenze delle quali non si tiene conto nella costruzione di quest’ultimo. Gli errori di campionamento dipendono da tre fattori. Il primo è la variabilità delle caratteristiche oggetto di studio nella popolazione considerata: quanto più la popolazione è eterogenea rispetto ad una data caratteristica, tanto più grande sarà l’errore di campionamento. Secondo elemento è la grandezza del campione estratto: quanto più ampio è il campione, tanto minore è l’errore di campionamento e tanto più ristretto è l’intervallo di confidenza. Il terzo elemento che influenza l’entità dell’errore di campionamento è il disegno del campione. Il ricercatore deve costruire, nei limiti delle risorse disponibili, un disegno del campione che riduca al minimo 24 l’errore di campionamento . L’entità dell’errore di campionamento può essere ridotta o aumentando la numerosità campionaria (n) oppure usando metodi di campionamento efficienti (che assicurano cioè un errore probabilistico minore di un altro, a parità di dimensione 25 campionaria), per un prefissato valore di n . Gli errori non di campionamento possono essere causati: da imprecisioni nella programmazione dell’inchiesta, da scarsa chiarezza nelle istruzioni e nelle definizioni usate (quali uso improprio di termini utilizzati nel questionario); da risposte sbagliate: esse possono essere accidentali, intenzionali o dovute a mancanza di informazioni (può 24 Hoinville G., Jowell R., Come fare i sondaggi: guida pratica alla realizzazione di ricerche campionarie qualitative e quantitative, Franco Angeli, Milano, 1991, pagg. 90,91. 25 Valdani Enrico, Marketing, UTET, Torino, 1995, pag. 930. 105 accadere quando le domande si riferiscono ad avvenimenti passati di cui l’intervistato non ha più un chiaro ricordo); da una registrazione errata delle risposte e dei dati; da inesattezze di classificazione dei dati (specialmente 26 quando vi sono domande a risposta libera) ; da una tabulazione non corretta; da imprecisioni commesse durante il calcolo dei valori raccolti, ... L’errore totale cui è soggetto un processo di campionamento è determinato dalla somma degli errori campionari e di quelli non campionari. Al crescere della dimensione del campione, diminuisce l’errore di campionamento ma aumenta quello non di campionamento e viceversa per il campione di minore dimensione. Ciò non avviene in proporzione diretta: il decremento è proporzionale alla radice quadrata dell’incremento relativo alla dimensione del campione. Ne consegue che la fase preparatoria all’indagine estensiva deve essere molto accurata proprio per rendere minime le possibilità di errore, anche se molto spesso ciò porta ad incrementi nel costo complessivo della ricerca. In conclusione le tecniche di campionamento costituiscono, se correttamente applicate, uno strumento insostituibile per descrivere e quantificare le caratteristiche di una popolazione, anche molto vasta. 26 Buttazzi R., Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987, pag. 155. 106 CONCLUSIONI Solo vent’anni fa la ricerca sperimentale era poco impiegata nelle ricerche di marketing; oggi viene impiegata con successo per ottenere risposte conclusive su tutto l’ambito del processo decisorio di marketing. Tuttavia, il manager deve tener conto dei limiti della sperimentazione: – non sempre è possibile controllare gli effetti delle variabili esterne; – gli esperimenti possono essere dispendiosi in termini di costi e di tempo; – quando si ricorre a persone come unità di prova, è necessario prestare attenzione a che lo sperimentatore non dica o non faccia cose che influenzino le risposte dell’unità di prova. Come accennato nelle pagine precedenti, i ricercatori di mercato oggi dispongono di numerose fonti e metodiche per mezzo delle quali raccogliere dati. La scelta della fonte e del metodo giusto dipende da una serie di fattori, come il problema di marketing e l’obiettivo conoscitivo da raggiungere, il tempo richiesto per portare a termine la ricerca, la maggiore o minore facilità con cui gli intervistati possono rispondere alle domande poste, i limiti di budget entro cui muoversi, e così via. In linea di principio, l’approccio metodologico ottimale è quello eclettico: adattare il metodo al problema, scegliendo volta per volta la tecnica di indagine più idonea, e spesso usando contemporaneamente più tecniche. Infatti, i diversi metodi e tecniche di raccolta delle informazioni di cui abbiamo parlato possono essere combinate 107 fra loro a dare vita alle cosiddette ricerche integrate. Anzi, l’esperienza concreta di ricerca mostra chiaramente come le indagini più efficaci siano proprio quelle in cui una varietà di tecniche e di metodi vengono appunto integrati assieme. Identificare, quindi, i bisogni del consumatore (compito principale del marketing) non importa in che modo viene fatto: interrogando i consumatori sui loro desideri, leggendo statistiche sui consumi o semplicemente osservando quanto accade in un settore economico sono sistemi che possono essere tutti utilizzati nella ricerca di ciò che sta accadendo. 108 BIBLIOGRAFIA Amadori A., Introduzione alle ricerche di mercato, CUEN, Napoli, 1996. American Marketing Association, “Report of the Definitions Committee”, American Marketing Association, Chicago, 1961. Barile S., Metallo G., Le ricerche di mercato. Aspetti metodologici e applicativi, G. Giappichelli, Torino, 1994. Birn Robin J., Trarre vantaggio dalle ricerche di mercato, Jackson Libri, Bresso (MI). Bossi V., Le ricerche quantitative su panel, Franco Angeli, Milano, 1996. Buttazzi R. Penati L., Le ricerche commerciali (di marketing), Franco Angeli, Milano, 1987. Caranza C., Come interpretare le esigenze informative dell’azienda per ottimizzare le ricerche di mercato, IPSOA, Milano, 1987. Cerrito M., Tecnica delle ricerche di mercato, Esselibri, Napoli, 1992. Chiaro M., I sondaggi telefonici, CISU, Roma, 1996. Chisnall P.M., Le ricerche di marketing, McGraw-Hill, Milano, 1992. Christopher M., Majaro S., McDonald M., Come elaborare una strategia: guida al marketing per imprenditori e dirigenti, Franco Angeli, Milano, 1988. 109 Dautriat H., Il questionario: guida per la preparazione e l’impiego nelle ricerche sociali di psicologia sociale e di mercato, Franco Angeli, Milano, 1997. De Candido D., Guida alla ricerca motivazionale, Franco Angeli, Milano, 1992. Della Beffa F., Come fare analisi descrittive: guida pratica all’elaborazione quantitativa nelle ricerche di mercato, Franco Angeli, Milano, 1992. Figini M., Fare ricerca per conoscere il cliente, Il Sole 24 Ore, Milano, 1998. Franch M., Panati G., Marketing e impresa: elementi per un corso di marketing, CEDAM, Padova, 1987. Gerla T., Pagano G., Rilevazioni statistiche per le ricerche di mercato, ISDAF, Milano, 1991. Green Paul E., Frank Ronald E., Introduzione alle ricerche di marketing, ISEDI, Milano, 1971. Hague P., Le interviste nelle ricerche di mercato. Guida per pianificare e condurre interviste ad aziende e consumatori, Franco Angeli, Milano, 1994. Harry H., La ricerca motivazionale, Franco Angeli, Milano, 1997. Hoinville G., Jowell R., Come fare i sondaggi. Guida pratica alla realizzazione di ricerche campionarie qualitative e quantitative, Franco Angeli, Milano, 1991. Kinnear Thomas C., Taylor James R., Ricerche di marketing. Analisi e strategie, Gruppo Jackson, Milano, 1990. Kotler P., Scott W.G., Marketing management, ISEDI, Torino, 1993. Marbach G., Fondamenti di tecnica delle ricerche di mercato, Bulzoni, Roma, 1972. 110 Marbach G., Le ricerche di mercato, UTET, Torino, 1996. Pellicelli Giorgio, Il marketing, UTET, Torino, 1988. Penati L., Guida alle ricerche di marketing industriale, Franco Angeli, Milano, 1976. Picarelli A., Tecniche delle ricerche di mercato, Rocco Curto Editore, Napoli, 1994. Pieraccioni L., Tecniche delle ricerche di mercato, EUROMA, Roma, 1994. Ricolfi L., La ricerca qualitativa, Carocci Editore, Roma, 1998. Santagostino M.R., Ricerche di marketing e decisioni d’impresa. Appunti integrativi, Pubblicazioni dell’I.S.U. Università Cattolica, Milano, 1988. Santini F., Le ricerche di mercato: come si fanno, come si utilizzano, Buffetti, Roma, 1983. Saracchi F., Teoria e pratica delle ricerche di mercato, Giuffrè, Milano, 1981. Torelli Franco, Come si costruisce un campione, da Largo Consumo n. 7-8/1997, pag. 160. Valdani E., Marketing, UTET, Torino, 1995. Williams J. Stanton, Riccardo Varaldo, Marketing, Il Mulino, Bologna, 1986. Williams Keith C., Psicologia per il marketing, Il Mulino, Bologna, 1988, pag. 109. Wills G., Lo studio del mercato, della clientela, del prodotto, dei sistemi di distribuzione, Franco Angeli, Milano, 1987. Zammuner V.L., Tecniche dell’intervista e del questionario, Il Mulino, Bologna, 1998. 111 Pubblicazioni dell’I.S.U. Università Cattolica http://www.unicatt.it/librario versione digitale 2007