La figura di riferimento, tra asilo nido e scuola dell`infanzia
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La figura di riferimento, tra asilo nido e scuola dell`infanzia
Figura di riferimento e inserimento, tra asilo nido e scuola dell’infanzia Donatella Savio, Università di Pavia Le radici teoriche Bolwby (1958) → teoria dell’attaccamento L’attaccamento corrisponde a : pulsione istintuale → mantenere il contatto con la madre comportamenti (sorridere, piangere, aggrapparsi )che funzionano da stimoli sociali attivanti cui la madre è capace di rispondere adeguatamente scopo di assicurare la sopravvivenza legame psicologico nei confronti della madre monotropia: solo la madre può soddisfare il bambino Le radici teoriche Bowlby (1969) Il comportamento istintuale di ricerca di vicinanza alla madre è governato da sistemi integrati di controllo che operano in relazione a specifiche variabili ambientali ed è perciò flessibile Sia la madre che il b promuovono attaccamento: il b suscita risposte della M, la M rispondendo adeguatamente suscita comportamenti di attaccamento nel b Natura traumatica della separazione (protesta, disperazione, distacco) Le radici teoriche Comportamenti di attaccamento e risposte più volte esperite ( la mamma c’è sempre/ non c’è quando la richiamo, dunque è affidabile/ non afidabile) vengono integrate in un Modello Operativo Interno = sistema di rappresentazioni circa il sé, il mondo esterno, cosa ci si deve aspettare dalle relazioni Il MOI è matrice delle future interazioni e si trasmette tra generazioni MOI già evidenziabile in modo preliminare attorno ai 6 mesi (rappresentazione di eventi sensomotori); a 2 anni diventa simbolico Le radici teoriche Politropia: i bambini psicologicamente sani possono avere più di una figura di attaccamento Il b sceglie come figure di attaccamento non persone che rispondono ai suoi bisogni fisiologici, ma coloro che offrono protezione e stimoli ludici Sono possibili più legami di attaccamento (da subito/solo dopo la costituzione di un legame privilegiato con una figura preferita) Attaccamenti multipli non sono segno di debolezza Un attaccamento “ansioso” con una figura può essere compensato con uno “sicuro” con un’altra figura Le radici teoriche Figure di attaccamento principali: il b le cerca nei momenti di disagio Figure di attaccamento secondario: il b le cerca quando sta bene, per scopi ludici Sono relazioni più che persone Se mancano le F di AP, le F di AS possono fungere da F di AP (ad es. i fratelli manca la madre) La separazione da una F di AP può essere meglio tollerata se è presente una F di AS Le radici teoriche Ainsworth (1978) → tassonomia delle relazioni di attaccamento formatesi nel 1° anno di vita, stabilita in base ai comportamente del b dopo una breve sparazione dalla M (strange situation) Sicuro: salutano la M, cercano e accettano contatto, si fanno coccolare Insicuro/evitante: non cercano evitano lo sguardo il contatto Insicuro/resistente: non riescono a farsi consolare, sono passivi e pieni di rabbia Insicuro disorganizzato: si comportano in modo confuso e disorganizzato Le radici teoriche Attaccamento sicuro: il b è capace di usare la M come base sicura per esplorare il mondo La M che lo promuove/è una buona figura di riferimento ha le seguenti caratteristiche - è capace di percepire le cose dal punto di vista del bo - lo tratta come persona a sé, rispettando lo svolgersi delle sue attività, evitando di interromperlo - lo abbraccia e “coccola” più che baciarlo e accarezzarlo - accorre prontamente ai pianti - è più abile nel pasto che nel gioco - ha un’opinione positiva di se stessa Le radici “pratiche” 1972 -Legge 1044 – istituzione degli asili nido Sulla sfondo della teoria dell’attaccamento: timore che il nido non favorisca una “buona” separazione: - il b si trova senza madre e costretto a condividere pochi adulti con molti coetanei - il b è costretto a una socializzazione precoce cui non sarebbe ancora pronto e dei cui vantaggi non potrebbe godere Vengono messe a punto “pratiche” , strategie educative per contenere il rischio di deprivazione tra cui: figura di riferimento e inserimento Cosa sono “F di R” e “I” all’inizio: in pratica Inserimento: nel primo periodo di frequenza(in genere per 15 gg), la mamma resta col suo bambino al nido allontanandosi ogni giorno per un periodo di tempi più lungo (prove di separazione) Durante l’inserimento, la coppia mamma- bambino viene accolta da un’educatrice in particolare che si propone come figura di riferimento Una volta inserito, il bambino entra a far parte di un piccolo gruppo che ha come riferimento l’educatrice che ha curato l’inserimento: tutte le routine (accoglienza, pasto, cambio ecc,.) e le attività vengono svolte dal gruppetto con quell’educatrice Cosa sono “Fdi R” e “ I”all’inizio: nella relazione Per favorire una “buona” separazione e l’avvio di un “buon” rapporto col nuovo ambiente, la figura di riferimento dovrebbe attivare nei confronti dei vissuti angosciosi della coppia mamma/ bambino le funzioni del “buon oggetto primario”: li contiene (Klein,1950) li pensa, mettendo ordine nel caos, fa fare esperienza di una “mente per pensare i pensieri” (Bion,1972) “sdrammatizza” mantenendo una prospettiva orientata alla realtà, modula l’angoscia con emozioni contrastanti, comunica che “non c’è nulla di cui doversi veramente preoccupare” (Fonegy, Target 2001) è attendibile: è presente quando se ne ha bisogno, anche se la si è rabbiosamente rifiutata (Winnicott, 1971). Cosa sono “Fdi R” e “ I”all’inizio: nella relazione Se ciò avviene: l’educatrice di riferimento diventa “la base sicura” del bambino al nido, senza sovrapporsi al ruolo materno: una figura di attaccamento secondario che in assenza della madre assume il ruolo di figura di attaccamento primario Perché e come sono cambiati FdR e I Nuovi riferimenti teorici Ricerche che riconoscono le competenze sociali dei piccolissimi: cade lo stereotipo della relazione adulto/ b vista come più complessa e stimolante di quella b/b (Camaioni, 1980) La transizione del b tra microsistemi (famiglia- nido -scuola) ha effetto positivo sullo sviluppo ( U. Bronfenbrenner, 1979) – incrementato: dall’accompagnamento di una persona conosciuta; dalla differenza/compatibilità dei microsistemi Teoria sistemica: il gruppo è un sistema, un’individualità sociale unica in cui i singoli sono legati da relazioni di interdipendenza Perché e come sono cambiati FdR e I Riflessioni sulla pratica Chiusura del gruppo – effetto “condominio di estranei” Difficoltà a mantenere la “giusta distanza” Bisogno di condividere la responsabilità dell’essere unico riferimento A ben guardare bambini comunque hanno riferimenti differenziati Perché e come sono cambiati FdR e I Nuove pratiche Inserimento di gruppo: la condivisione favorisce la “buona separazione” Inserimento col “tutto pieno di mamma”: è “l’appropriazione”del contesto che favorisce la buona separazione Tutte le educatrici sono di riferimento; Se il bambino ne sceglie una in particolare, questa accoglie i suoi bisogni avviandolo con i suoi tempi verso l’apertura relazionale Con i piccoli, la figura di riferimento si mantiene nelle routine. La stanza, il gruppo di riferimento Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione SVANI (1990)– asilo nido- Item 28 Inserimento (solo nella versione italiana) Modalità Punteggio 1 Non c’è un vero inserimento oppure c’è un inserimento del tutto superficiale (ad es. i bambini vengono accompagnati al nido dai genitori per la prima volta, ma non si tratta di una regola chiaramente stabilita) Punteggio 3 Il momento dell’inserimento è del tutto informale (ad es. gli educatori suggeriscono ai genitori di accompagnare per qualche giorno i bambini che cominciano a frequentare il nido per la prima volta). Punteggio 5 Di norma il nido organizza il momento dell’inserimento. Si chiede ai genitori di accompagnare i bambini che cominciano a frequentare il nido per la prima volta e di restare con loro per il periodo necessario all’ambientamento del bambino. Punteggio 7 Tutto ciò che è compreso al punto 5 ed inoltre: si spiega ai genitori l’importanza dell’inserimento e si insegna loro come comportarsi con i propri figli e con gli altri bambini (lattanti e divezzi) che frequentano il nido. Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione SVANI Item 28 Inserimento (solo nella versione italiana) Tempi Punteggio 1 Non è previsto un periodo di inserimento; i bambini iniziano a frequentare il nido quando le famiglie ne hanno bisogno o lo decidono autonomamente Punteggio 3 L’inserimento viene fatto per tutto l’anno, non sono previsti momenti particolari Punteggio 5 E’ previsto un periodo di inserimento che ha luogo 2 o 3 volte l’anno in relazione con i periodi di ingresso dei bambini al nido. In quel periodo i bambini “nuovi” entrano uno alla volta. C’è flessibilità nel programma di inserimento per agevolare le necessità dei genitori. Punteggio 7 Tutto ciò che è compreso al punto 5 ed in più: all’inizio di ogni anno ha luogo un regolare periodo di inserimento del bambino che viene accompagnato dai genitori (o da uno di loro) anche se egli aveva già frequentato il nido l’anno precedente. Per alcuni bambini si segue una procedura analoga anche dopo una lunga malattia Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione ISQUEN (1999) – nido- Item C16 Inserimento Il momento dell’inserimento, il momento cioè del graduale ambientamento del bambino nel nuovo contesto, è un momento cruciale che chiama in gioco le capacità progettuali e le risorse umane di tutte le figure che lavorano in una sezione di nido a. L’inserimento dovrebbe essere accuratamente progettato prevedendo, prima dell’ingresso del bambino al nido, colloqui individuali con le famiglie dei nuovi iscritti per conoscere esigenze, peculiarità, caratteristiche di ciascun bambino e di ciascun nucleo famigliare e almeno un incontro allargato di presentazione del nido ai genitori nuovi utenti b. L’inserimento di ciascun bambino, accompagnato da una figura di riferimento, dovrebbe avvenire in condizioni il più possibile rilassate e ordinate. Sia che si inseriscano i bambini ad uno ad uno, sia che l’inserimento avvenga per piccoli gruppi, deve essere chiarito in anticipo: Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione ISQUEN Item C16 1) in quale gruppo già esistente o da creare ex novo il bambino verrà inserito, 2) a chi verrà affidata la responsabilità dell’accoglienza della coppia genitore-bambino, 3)quale comportamento tenere nei confronti del bambino e del genitore, 4) quale ruolo affidare al genitore nel momento dell’inserimento c. All’interno di tale quadro organizzativo, che permette di ritmare l’ambientamento di un gruppo di nuovi bambini, l’inserimento di ciascun bambino dovrebbe essere condotto in maniera personalizzata, prolungandone in alcuni casi il periodo, in altri consentendo ulteriori momenti di riambientamento (dopo malattie, eventi critici, ecc.). Va inoltre compiuto, almeno nel corso del primo anno di frequenza, un monitoraggio dell’ambientamento anche successivamente al periodo di inserimento per verificare insieme ai genitori, le conquiste, le riorganizzazioni, i disequilibri della crescita emotiva di ciascun bambino Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione ISQUEN Item C18 Figura di riferimento La stabilità, la continuità e la personalizzazione delle figure e dell’ambiente cui il bambino sente di appartenere costituiscono condizioni perché il bambino possa godere delle risorse di gioco, di attività, di esperienza che il nido propone e garanzie perché possa creare nuovi legami, individuare nuove figure di attaccamento, avviarsi alla costruzione di una identità autonoma. Perciò: a.Il bambino ha bisogno di trovare al nido una figura di riferimento pronta ad accoglierlo e ad accompagnarlo nel suo percorso di crescita, che lo conosca in maniera personale, gli rimandi un’immagine positiva di sé, lo sostenga affettivamente. b. Il bambino ha inoltre bisogno di riconoscersi in un gruppo di appartenenza, di ritrovare tracce di sé nell’ambiente del nido e luoghi nei quali possa sentirsi “a casa sua”. Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione ISQUEN Item C18 Figura di riferimento Per favorire la costruzione di un’identità individuale all’interno di un gruppo, ogni bambino, oltre alla figura di riferimento, dovrebbe poter contare su un gruppo e una stanza di riferimento contrassegnati da tracce personali (un simbolo, il letto, l’oggetto transizionale, i disegni, le foto). c. Il bambino va aiutato ad integrare e ad estendere gradualmente la propria rete di relazioni. Gli incontri tra i gruppi diversi all’interno del nido e, soprattutto, le situazioni di grande gruppo vanno progettate tenendo conto delle risorse di ciascun bambino e delle necessità di ogni gruppo Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione SOVASI (1994) - Scuola Infanzia - nessun item su I e F di R AVSI (2001) – Scuola dell’Infanzia – A1. Le esperienze relazionali e sociali - 1 L’inserimento Le modalità che caratterizzano il primo contatto del bambino e del genitore con il contesto scolastico incidono fortemente sulla possibilità che tale rapporto si sviluppi all’insegna della fiducia, curiosità, disponibilità, collaborazione. Perciò è molto importante curare con attenzione il momento dell’inserimento, tenendo presente che occorre impegnarsi tanto sul versante del bambino che su quello dei genitori. Infatti, per molte famiglie, si tratta della prima, vera esperienza di separazione: l’insegnante si trova a dover favorire il distacco e insieme a far da ponte, a mantenere la connessione tra casa e scuola, avvalendosi di una professionalità garantita dalla progettazione precisa e costantemente verificata nei modi – duttili e al tempo stesso professionali – e dei tempi – lunghi e personalizzati- dell’inserimento. Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione AVSI (2001) – Scuola dell’Infanzia – A1. 1 L’inserimento 1. I bambini, fin dai primi giorni della frequenza, vengono accolti tutti insieme dagli insegnanti- Non è consentito ai genitori di trattenersi- Uguali modalità vengono adottate per eventuali inserimenti singoli durante l’anno- Ai genitori vengono fornite esclusivamente informazioni organizzative (orario, calendario, corredo del bambino…) in modo informale all’atto dell’iscrizione da chi la accoglie. 3. I bambini “nuovi” vengono inseriti tutti contemporaneamente il primo giorno di scuola – Gli insegnanti consentono ai genitori dei bambini “nuovi” di trattenersi per la prima parte della mattinataUguali modalità vengono adottate per eventuali inserimenti singoli durante l’anno – E’ previsto un incontro preliminare e collettivo degli insegnanti con i genitori per dare informazioni soprattutto di carattere organizzativo Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione AVSI (2001) – Scuola dell’Infanzia – A1. 1 L’inserimento 5. All’inizio dell’anno scolastico i bambini “nuovi” vengono divisi in due gruppi per essere inseriti in due momenti diversi e successivi- Gli insegnanti chiedono ai genitori la disponibilità di fermarsi a scuola con i bambini per la prima settimana di frequenza – Stessa richiesta viene fatta per gli inserimenti individuali nel corso dell’anno. – E’ previsto un incontro preliminare e collettivo degli insegnanti con i genitori per dare informazioni di carattere organizzativo ma anche in merito alle attività didattiche Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione AVSI (2001) – Scuola dell’Infanzia – A1. 1 L’inserimento 7. all’inizio dell’anno i bambini “nuovi” vengono divisi in piccoli gruppi per essere inseriti in momenti diversi e successivi- Gli insegnanti chiedono ai genitori la disponibilità di fermarsi a scuola con i bambini per la prima settimana di frequenza e anche di più, a seconda delle esigenze manifestate dai singoli bambini – Stessa richiesta viene fatta per gli inserimenti individuali nel corso dell’anno e per i rientri a scuola dopo lunghi periodi di assenza (oltre un mese) – In un incontro preliminare con tutti i genitori gli insegnanti forniscono informazioni organizzative e relative alle attività didattiche , ma anche in merito alle ragioni e ai modi che caratterizzano le loro scelte rispetto all’inserimento; a tale scopo viene preparato e distribuito materiale illustrativo (ad es. opuscoli sulla progettazione educativa, video sulla giornata educativa) – Inoltre sono previsti colloqui individuali con i genitori prima, durante e al termine del periodo di inserimento per far fronte a qualsiasi difficoltà e esigenza loro e dei bambini- Nell’affrontare l’inserimento si tiene conto anche delle necessità di predisporre spazi e materiali “accoglienti” (per es. angoli morbidi per bambini ma anche per genitori) Tra nido e scuola dell’infanzia: I e F di R negli strumenti di valutazione AVSI (2001) – Scuola dell’Infanzia – A1. 1 L’inserimento 9. Modalità e tempi dell’inserimento sono oggetto di una progettazione esplicita e concordata tra gli insegnanti. Il progetto mira a favorire un inserimento dei bambini e dei genitori nel nuovo contesto scolastico che sia graduale e monitorato sulle esigenze individuali – periodicamente si verifica l’adeguatezza del progetto osservando i comportamenti dei bambini e dei genitori durante l’inserimento - e lo si modifica di conseguenza I e F di R tra nido e scuola dell’infanzia: spunti per riflettere Alla SI parla di inserimento ma non di figura di riferimento Per ragioni “culturali” l’idea di bambino della scuola dell’infanzia: autonomo e sociale secondo l’insegnate di scuola dell’infanzia il bambino ben adattato, con “attaccamento sicuro”: rispetta le regole, socializza, è autonomo e indipendente dalla figura adulta (Millione, Corsaro, Cassibba, 2004) rischio che, nel passaggio tra Nido e Scuola Infanzia, i comportamenti di ricerca dell’adulto passano dall’essere accolti come “naturali” all’essere guardati come segni di difficoltà Per ragioni “organizzative” i diversi rapporti numerici non consentono di praticare la figura di riferimento così come viene proposta al nido I e F di R tra nido e scuola dell’infanzia: spunti per riflettere Che e come la figura di riferimento debba modificarsi tra nido e scuola dell’infanzia è una falsa questione. E’ vero che tra i 3 e i 5 anni un senso di Sé più solido e definito rende i b più capaci di “tenersi” insieme di fronte alla separazione da ciò che è familiare e all’incontro col nuovo E’ vero anche che bisogna guardare al bambino che abbiamo davanti, fuori da schemi evolutivi preconfezionati: qualsiasi bambino (e a volte anche l’adulto) può sentirsi sperso, sentire che rischia di perdersi di fronte alla “separazione” e al “nuovo” se non c’è una mente che lo “tiene”: riconosce, contiene e restituisce bonificata la sua angoscia.