...

TITOLO Birdy – Le ali della libertà REGIA Alan Parker INTERPRETI

by user

on
Category: Documents
7

views

Report

Comments

Transcript

TITOLO Birdy – Le ali della libertà REGIA Alan Parker INTERPRETI
TITOLO
REGIA
INTERPRETI
GENERE
DURATA
PRODUZIONE
Birdy – Le ali della libertà
Alan Parker
Matthew Modine, Nicolas Cage, John Harkins, Sandy
Baron, Karen Young, Bruno Kirby, Nancy Fish
Drammatico
120 min. - Colore
USA – 1984 – Festival di Cannes 1985 Gran premio della
giuria
Reduce dal Vietnam e con la faccia ancora seminascosta dalle bende, a seguito delle gravi ustioni
riportate in combattimento, il sergente Al Columbato viene inviato in un ospedale psichiatrico
militare, dove è da tempo ospitato il suo amico di infanzia e compagno di sventura Birdy. Il dott.
Weiss confida che, dal contatto tra i due scocchi una scintilla in Birdy, che vive tutto rattrappito,
atono ed assolutamente muto, forse a causa dello "choc" subito allorché l'elicottero che lo
trasportava ferito cadde in fiamme nella giungla vietnamita. Comincia così la paziente, affettuosa e
cocciuta opera di Al per recuperare Birdy passando praticamente le giornate nella cella di lui, il
sergente evoca episodi, momenti e persone della non lontana adolescenza. Birdy aveva per gli
uccelli una vera mania: li studiava con amore, ne conosceva le abitudini ne seguiva affascinato il
volo. Tutto cominciò dando pericolose cacce ai piccioni, sotto le grondaie o sulle impalcature. Poi
fu la volta dei canarini (tra i quali la prediletta Brenda), dei quali il ragazzo si era riempito la
camera, tra le proteste della madre. La passione di Birdy per gli animali era più forte di tutto
(divertimenti e ragazze comprese). Una volta, i due resero la libertà ad un gruppo di cani randagi,
che avevano per qualche dollaro contribuito a catturare, quando li videro destinati al macello.
Nelle parole del bravo Al i ricordi si susseguono: una festa di ragazzi, le partite di "baseball" su di
un terreno adiacente alla casetta dei genitori di Birdy, una corsa in giostra, il primo e goffo
tentativo di volo da parte di Birdy, su di una specie di aliante, con un'altrettanto goffa caduta in
una marrana: il tutto con qualche inevitabile "flash-back" su episodi bellici. Ma, mentre Birdy non
si sblocca e sembra murato vivo nel suo silenzio, Al Columbato crede che finirà con il diventare
matto lui stesso; anzi, il dr. Weiss lo invita ad un certo momento ad andarsene, poiché il malato
pare proprio irrecuperabile. Il sergente però insiste. Sa da sempre che l'amico carissimo per gli
uccelli aveva quasi perso la testa, tanto che la crudele morte di Brenda era stata per lui una mezza
tragedia e che, per di più, una volta gli aveva dichiarato che, morendo, avrebbe voluto rinascere
come uccello, per poter finalmente realizzare il sogno della propria vita: quello di volare. Birdy
pronuncia allora il nome dell'amico ed una buffa frase dei tempi andati (e per sempre perduti).
Beccato e felice, il sergente chiama il dottore, che è tuttavia scettico sui progressi di Birdy e a
questo punto si scaglia su Weiss: dalla porta restata aperta, i due amici fuggono verso la sommità
dell'edificio, da dove Birdy si lancia nel vuoto. Il sergente urla terrorizzato e corre verso il
parapetto, ma Birdy gli sorride da non troppo lontano: ha spiccato finalmente il volo desiderato...
planando per fortuna su di un terrazzo sottostante
“Come ti senti?" "Come l'uomo invisibile”.
Si può volare via dai nostri incubi? Quando Birdy uscì, nel 1984, Nicolas Cage e
Matthew Modine, i due protagonisti, erano poco più che dei ragazzi. Ciò nonostante
la loro interpretazione mise subito in chiaro che i
due non avrebbero abbandonato facilmente la scena.
Se la critica non ha mai ironizzato sul fatto che
Nicolas Cage è il nipote di Francis Ford Coppola è
anche per questo film, dove l’attore di origini
italiane stupisce per intensità e bravura. Insomma, il
ragazzo ci sapeva fare e non stava lassù per qualche
favoritismo “nepotista”. Quanto a Modine, forse le
sue scelte negli anni lo hanno tenuto lontano da film
eccessivamente commerciali e oggi si può ben dire
che, in notorietà, ha perso la partita con il vecchio
collega. Quel che è certo è che nel film di Alan Parker la coppia in questione è
riuscita a creare una perfetta alchimia. Birdy è la storia di una straordinaria amicizia,
che cerca di sopravvivere agli orrori della guerra e della quotidianità. La guerra non è
solo fuori di noi, in questo caso il Vietnam, anche se il romanzo di William Wharton,
ispiratore del film, è ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, ma anche dentro di
noi. Il campo di battaglia del giovane “Birdy” (Modine) – soprannominato così per la
sua folle passione per gli uccelli e per il volo – è innanzitutto la sua psiche. La storia
si dipana attraverso continui salti temporali
tra il presente e il passato. Il presente si
svolge in un ospedale psichiatrico militare,
dove Birdy è rinchiuso in preda alla follia
dopo essere stato ferito in combattimento.
L’amico Al (Cage), anch’egli gravemente
ferito al viso, viene chiamato al cospetto
dell’amico per farlo tornare in sé. Tra le
algide mura dell’ospedale prende quindi il
volo la memoria e si comprende come i due
siano divenuti amici. Dopo un banale litigio,
l’esuberante Al diventa amico inseparabile
dell’introverso Birdy e lo asseconda nel suo
grande sogno: volare. I due ragazzi catturano piccioni, si travestono da uccelli,
salgono sui tetti di edifici in costruzione, costruiscono ali per potere assaporare la
magia del volo. Al comprende la fragilità e la strana mania di Birdy, ma non riuscirà
ad impedire che l’amico finisca nella spirale della follia. Un film commovente, quello
che Alan Parker firma con grande gusto registico, e dotato di un’ottima fotografia.
Critica:
Tratto dal romanzo di William Wharton, "Birdy" è uno dei film più particolari di tutti
gli anni ’80. Non è un film di guerra, anche se la guerra è un argomento che
caratterizza fortemente la pellicola, e
non è neppure un film sull’amicizia.
Non del tutto, almeno. Il rapporto tra
Al e Birdy è infatti meno toccante di
quello tra quest’ultimo ed i suoi
canarini, ma è solo con il tempo, man
mano che la proiezione procede, che
capiamo quale sia il vero spirito del
film. L’utilizzo che dei flashback fa il
regista ha infatti il risultato di svelarci
pian piano, alla giusta velocità, le
caratteristiche
principali
del
personaggio che dà il titolo al film. E
in questo modo impariamo ad
apprezzarle. Al servizio del sempre bravissimo Alan Parker, Nicolas Cage e Matthew
Modine offrono quella che è a tutt’oggi la miglior interpretazione della loro carriera
(fatto salvo "Full Metal Jacket" per Modine) in ruoli assolutamente non facili.
Avendo a che fare con personaggi in qualche modo mutilati (Cage è sfigurato,
Modine parla poco e spesso non con degli essere umani), i due attori hanno caricato
ancor di più le caratteristiche di Al e Birdy riuscendo a renderli toccanti senza
perdere in credibilità. Si diceva di Alan Parker, l’inglese responsabile della regia di
questa pellicola. Parker veniva dalla
direzione di una serie di film che
apparentemente non avevano niente a che
fare l’uno con l’altro: da "Fuga di
mezzanotte" a "Saranno Famosi", dal
cartone "Pink Floyd - The Wall" a questo
"Birdy" al successivo "Angel Heart Ascensore per l’Inferno", la sua carriera è
sempre stata caratterizzata da temi
apparentemente banali trattati con
inventiva e acume. "Birdy" non fa
eccezione: è un film toccante e straniante, tragico e insieme lieve. Un film che
Pauline Kael ha definito "come "Il Piccolo Principe" riscritto da Kurt Vonnegut".
Anche se questo lei non lo vedeva come un pregio.
Alberto Cassani, ‘Film&Chips’, 10 giugno 2003
Ovazionato nel maggio scorso a Cannes, BIRDY è il film più onesto di un regista
(Midnight Express, The Wall) sopravvalutato e sensazionalistico. Birdy riprende due
temi che il cinema ha privilegiato più volte, la liberazione attraverso il sogno di Icaro,
e il trauma dei reduci di guerra americani.
È il primo di questi due aspetti che conferisce al film di Parker la grazia che sedurrà il
pubblico: servita da due giovani esordienti di
grande talento, tutta la parte che descrive gli
entusiasmi giovanili, l'amicizia (virile, ai confini
dell'omosessualità, una ricetta infallibile) fra i due,
i rapporti con le ragazze, con i genitori, con
l'ambiente e, naturalmente, i tentativi comicopoetici di volare è impregnata non solo di humour
ma anche di nostalgia e di affetto. Più laboriose,
purtroppo, le descrizioni del Vietnam, dei traumi
dovuti alla violenza, della paccottiglia psicologica,
le sedute terapeutiche nella casa di cura. E la
costruzione in flashback. Birdy è un film simpatico
che nessuno rimpiangerà di aver visto, E "fatto" bene, ammesso che questo significhi
più di tanto. Brewster Mc Cloud, di Robert Altman The Other di Robert Mulligan o la
Foresta di smeraldo di John Boorman (che vi consigliamo di non mancare in questi
giorni) sono dei film nei quali lo spettatore, assieme ai protagonisti, riesce a librarsi al
disopra delle cose terrene.
Non Birdy: per quanti sforzi faccia, Parker rimane un regista incollato al suolo.
Fabio Fumagalli, ‘rtsi.ch’
(a cura di Enzo Piersigilli)
Fly UP