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I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa PDF

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I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa PDF
I
BALORDI
METROPOLITANI
la raccolta
definitiva
in tiratura
limitata
LA RACCOLTA CELEBRATIVA a 25 anni dalla costituzione del gruppo
da leggersi ad alta voce nelle zone residenziali durante le ore notturne
>> n. 4 <<
sede asociale: 00131 Roma, via Doria Percivalle 99/z - [email protected]
*** REDAZIONALE ***
di Giggi Playmobil
Cari lettori, prosegue in questo quarto numero della raccolta celebrativa, la narrazione delle avventure e delle
imprese dei Balordi Metropolitani di Roma nel ventennio che va dal 1990 al 2009.
Chi, malauguratamente per lui, fosse interessato ad avere gli arretrati della presente raccolta, per vantare nella
propria libreria favorita la collezione
completa, li può richiedere utilizzando il
nostro riferimento; sono disponibili
esclusivamente copie cartacee, in ossequio
alla nostra tradizione che vede distruggere il
file dopo la stampa del prodotto, per
rendere, negli anni a seguire, le copie
superstiti uniche ed inimitabili.
Dopo queste opportune e doverose
informazioni, vi lasciamo alle sagaci e vivaci
penne degli Autori, con il più scontato e
prevedibile augurio di buona lettura.
Sommario
Pagine 2 e 3: i grandi miti dei Balordi Metropolitani
Pagine 4 e 5: la toponomastica di Roma
Pagina 5:
Bruno Tartaruga, Giggi Playmobil e Paolo il Silenzioso posano nel vasto
cantiere di piazza Gaspare Ambrosini nel marzo del 1995.
Luci, motore… animazione!
Pagina 6:
Basta!!!! E’ ora di finirla!!!! + Nibbler
Pagina 7:
gli inarrivabili articoli di Mario er Sonno
Pagina 8:
l’Odierna Biografia
La suddetta piazza, istituita con delibera della Giunta Comunale n° 2015 il 21
giugno 1994, si trova nel quartiere XXX S. Basilio, nella parte di più recente
edificazione nota alla massa come “Torraccia”.
Riportiamo la lettera che Diego Re della Tangenziale ha scritto e consegnato a Giggi Playmobil in occasione del ricevimento del primo numero de “I Balordi Metropolitani”
Estratto dal Moralis Codex di Dante Alighieri
CODEX COMPORTAMENTALIS ASPIRANTIUM SCRIPTORUM
Si volis scriptor esse, multae sunt normae, quae respectaturus es.
Norma prima dicit qui cum scriptis tuis per postam necesse est cazzum destinatarii non cacare; exceptio una
est, qui si absolute volis cazzum suum cacare, ad mino hoc fa clausa in busta, ut mater et alii parentes supra dicti
destinatarii contenutum missivae tuae non videant.
Norma secunda recommandat qui tu non exponias publico ludibrio reprodutiones imaginis pauperi malcapitati
qui, anni decem ante, se ipsum a te cum instrumento photographico reproducere fecit; exceptio una est, qui si volis
imagines reproducere, tu preferas haec imagines in qua subjectus nudus non sit pisellumque non mostret.
Norma tertia est qui, si tibi est possibile, locuturus es cum subjectis reproductionum photographicarum et textum tuorum, et eis
dicturus es quod praecise intentio tua est publicare, quo modo eis potent se magne non preoccupari per nihil, cogitantes eos ipsos
prima in pagina, magna cum irriverentia gestorum exhibitioneque piselli aut, cum cero, oralem coitum simulantes ritracti.
I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 2
Giggi Playmobil presenta
I GRANDI MITI DEI BALORDI
METROPOLITANI:
La vacanza 1989 a Nettuno
di Giggi e Paolo
Premessa agli amici lettori: la presente narrazione viene tirata fuori
dal cassetto e resa pubblica per la prima volta oggi anno 2012, essendo
trascorsi oltre 20 anni da quando accadde, in quanto all’epoca Giggi
Playmobil era minorenne. Dopo questo paio di decenni e poco più,
riteniamo giusto che, essendo trascorsa una sorta di “prescrizione
morale” dell’accaduto, alfin tutti voi si sappia.
L’11 giugno del 1989, ed era una domenica, il quasi
19enne Paolo il silenzioso e un ancora per poco 17
enne Giggi Playmobil decisero di festeggiare la fine del
quarto anno delle rispettive scuole superiori recandosi
a Nettuno per trascorrere una settimana di pieno relax
e rimorchio, nella casetta della nonna di Giggi sita in
località, com’è noto ormai tra i fra voi più affezionati
lettori, Scacciapensieri (in foto, il famoso grattacielo simbolo
Usciti da Roma, percorsa la Pontina e indi la
Nettunense (all’epoca strade statali, a differenza di
oggi), e giunti in località Padiglione alle 22:30,
svoltarono a sinistra per le campagne perché Giggi
amava percorrere la prosecuzione di via delle Cinque
Miglia, in direzione Piscina Cardillo (passando quindi
per la pineta della Campana), per poi dirigersi
nettamente verso il centro di Nettuno entrando dalla
strada Velletri-Nettuno.
Appena giunti alla prima sequenza di curve,
prontamente Giggi, che era pratico del posto, avvertì il
suo amico che queste erano parecchie, e che quindi
facesse attenzione, data anche l’oscurità del bosco e la
tortuosità della strada.
Il buon Paolo, per dimostrare di aver correttamente
indiscusso della predetta località).
compreso l’avvertimento, accelerò oltre i 100 km/h e
prese la prima delle tre curve a gomito a ruote
fischianti. Un decisamente preoccupato Giggi gli fece
notare che subito dopo c’era una curva ancor più
stretta e che magari era il caso di rallentare
decisamente: ma vide solo il volante che girava
impazzito sotto le non propriamente capaci mani
dell’amico, la linea di mezzeria diventare roteante come
una enorme spirale e un grande, autorevole pino
stagliarsi allegramente verso di loro.
Ormai privi di impegni scolastici, terminati appena
due giorni prima, i nostri partirono alle 21 in punto da
piazza Bologna con la nuova Austin Metro della
mamma di Paolo il quale, appena patentato, già
pregustava il gusto di guidare sul lungomare, con
l’estate ormai praticamente alle porte, non più il suo
solito Piaggio SI’ Montecarlo con doppio
ammortizzatore, ma una vera, completa, versatile
autovettura provvista perfino di alzacristalli elettrici e
di luce di cortesia supplementare.
Un istante dopo la Austin Metro, dopo due
testacoda e l’invasione della corsia opposta, si trovava
schiantata, o meglio “solamente” arrampicata, contro
l’autorevole pino di cui sopra e in posizione
leggermente verticale su di esso, come se avesse
tentato la scalata dell’albero della cuccagna verso le
fresche e alte fronde.
Pur ammettendo che Giggi era avvezzo, nonostante
i 17 anni, alle più disparate e spericolate evoluzioni
“duerruotistiche”, era realmente la prima volta che si
schiantava dentro una autovettura, e la paura gli fece
immaginare tutti i vetri della Austin scoppiati, in
frantumi, finirgli in faccia e sulle braccia
I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 3
e cambiargli i suoi già provati connotati, cosa in realtà
non avvenuta: i vetri erano integri e al loro posto!
I due scesero dall’auto, constatarono di non aver
altro che un discreto mal di schiena, di esser soli nel
buio della notte (all’epoca le attuali ragazze provviste di
luce propria al neon non c’erano ancora) e, poiché
Scacciapensieri distava almeno 9 km da lì, realizzarono
che dovevano verificare le condizioni della auto.
Le due ruote anteriori erano totalmente storte,
piegate di almeno 35° sull’asse longitudinale, il cofano
motore era rientrato di 45 cm, ma la Austin,
ciononostante, vero fulgido esempio di robusto
autoveicolo anni ’80, si rimise in moto; solo che ogni
giro di ruota era peggio del “calcinculo” delle giostre: la
macchina procedeva singhiozzando e saltando su se
stessa con un rumore tremendo di ferraglia, ma a
Nettuno, ci arrivò, seppur a passo d’uomo e alle 2 di
notte.
Era evidente che l’obiettivo del rimorchio di inizio
estate del neopatentato Paolo sul lungomare di
Nettuno non si sarebbe proprio del tutto realizzato: i
due erano senza auto, non potendo far altro che
andare alla spiaggia del lido Scacciapensieri a piedi
nelle ore diurne, con Paolo che non poté nemmeno
fare il bagno in mare poiché, avendo una unghia
incarnita, deambulava con una busta di plastica che gli
copriva il piede destro.
Nonostante
questa
immagine
decisamente
squallida, i due furono tuttavia perfino rimorchiati da
una intraprendente trentenne segretaria d’azienda
single che si trovava a prendere il sole da sola in quel
periodo ancora leggermente ante-stagione, ma erano
talmente rincoglioniti che nemmeno si accorsero di ciò
e non diedero seguito agli di lei approcci.
La terza sera Paolo decise di chiamare il padre,
notaio benemerito della Capitale, per confessargli
l’incidente e la situazione meccanica della Austin
Metro. Riporto qui a seguire il testuale svolgimento
della telefonata di quel 13 giugno 1989: “Ciao papà…
(pausa) ...devo dirti che la macchina di mamma…”
Ma subito il padre: “ASPETTA, prima che tu mi dica
qualunque cosa, parlo prima io: ti hanno dato 4 materie a
settembre! Italiano, inglese, matematica e chimica. Spero almeno
che tu stia facendo l’assennato e che stia attento con la macchina
di mamma, che è nuova e sai bene quanto lei ci tiene! Bene,
divèrtiti e tra 5 giorni torni a casa e ti metti a studiare per
settembre... E ora, parla pure; cos’è che mi stavi dicendo, a
proposito? ”
“…Niente, niente!!, papà, tutto a posto, e la macchina sta
benissimo, anzi, la stiamo usando così poco; tanto poco che
andiamo perfino al mare a piedi!...”
I giorni successivi, chissà com’è, Paolo non ebbe
molte occasioni per rilassarsi troppo: del resto, alle 4
materie sul groppone, e al notevole danneggiamento
della Austin Metro, doveva aggiungere la busta di
plastica sul piede destro e per giunta, data la loro
condizione di appiedati, era costretto a dover subire la
presenza degli amici del mare di Giggi, notoriamente
non proprio una congrega di intellettuali laici di fine
decennio: Stefano V. il “Picchiatore”, Raimondo D.M.
il Pisellatore Folle, Christian F. il “Bombato”,
Massimiliano F. il “Chitarrista”, Simone F. “Ramirez lo
spaccalampioni”, Fabrizio C. l’impennatore mannaro,
Daniele F. detto “Manolo” e Giampaolo G. detto
“Corvo”, che felicissimi stazionavano a casa della
nonna del suo amico con i loro motorini dai telai
ribattuti, con i quali rubavano i cocomeri dai campi
della Seccia, all’epoca zona rurale di Nettuno non
ancora del tutto edificata.
La sera che il cane Fonzie, affettuosissimo come
sempre, si intestardì nel cercare di leccargli l’unghia
incarnita, distruggendo la fida busta protettiva di
plastica, Paolo realizzò che ce ne era abbastanza per
considerare chiusa la sua settimana al mare: doveva
decidere come riportare la Austin della mamma a
Roma e come spiegare ai genitori l’accaduto.
Scartato l’utilizzo del carro attrezzi, data la
eccessiva onerosità di un percorso di 70 km, i due
prodi giuovini decisero di applicare il triangolo sul
lunotto della Austin e tornarono a Roma percorrendo
tutta la Nettunense e l’Appia Nuova alla media di 20
km/h, con sobbalzi inauditi dato il totale
disallineamento degli assi della povera vettura,
causando dietro di loro code inaudite e gli accidenti di
un buon numero di veicoli costretti per lunghi tratti a
rimanere in colonna dietro di loro.
Dopo il rientro durato non si sa quante ore di
viaggio disumano, inutilmente Giggi accondiscese alla
richiesta di Paolo di essere presente alla confessione
dell’incidente, da parte di quest’ultimo nel salotto
buono del suo appartamento al cospetto del padre: si
fece scaricare a piazza Bologna e lasciò l’amico andare
incontro, da solo, al suo destino familiare.
I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 4
Giggi Playmobil presenta:
La Toponomastica di Roma
Sul numero precedente della presente raccolta celebrativa,
abbiamo disquisito su alcuni caratteri preliminari dei quartieri
di Roma e abbiamo visto, ad esempio, come tutte le strade
consolari fungono da confine tra un quartiere e l’altro; questo,
lungo tutto il percorso di qualunque strada consolare.
Siamo pertanto adesso maturi per arrivare al cuore
della trattazione, che inizieremo con la domanda:
Ma tu, in che quartiere abiti (vivi, risiedi, lavori)?
Questa semplice, frequente ed innocente domanda
può avere la facoltà di scatenare le più disparate
risposte da parte della gente e dei romani. Salvo
rarissimi casi, per lo più limitati ai quartieri di più
antica istituzione, l’ignoranza che regna tra i romani è
disarmante ed irritante allo stesso tempo.
Disarmante, perché in teoria è impensabile pensare
che un romano non sappia quale è il suo quartiere di
appartenenza; irritante perché, anche una volta
saputolo, egli non accetterà quanto appreso e
continuerà ad intestardirsi nel suo sbaglio. Insomma,
persevererà nell’errore sapendo di sbagliare! Per meglio
farmi comprendere, inizierò con un semplicissimo
esempio.
Chiedete a un qualunque residente di via Genzano,
ad esempio Andrea il Macchione con le sue due
cuoche personali in che quartiere essi si trovino: le
risposte più scontate che potrete ricevere saranno:
-
Abito nel quartiere Appio (Andrea);
Abito nel quartiere Appio-Tuscolano (Cuoca
n°1);
Abito nel quartiere S. Giovanni (Cuoca n°2).
Insomma, la stessa strada e magari lo stesso
numero civico apparterranno, a seconda di chi tra i tre
formulerà la risposta, a tre presunti quartieri diversi!
Signori miei, avrete già capito da soli che così non ci
siamo proprio: la divisione toponomastica di Roma è
molto rigorosa ed accurata e non può lasciare spazio
ad approssimazioni, imprecisioni e sbagli di alcun tipo!
Il Comune di Roma presenta diverse tipologie di
suddivisione territoriale, fra le quali una amministrativa
ed una storica. La suddivisione amministrativa è
rappresentata dai Municipi; la suddivisione storica, che
sarà approfondita a partire dal presente numero di
questa raccolta celebrativa, è rappresentata dalle
Suddivisioni Toponomastiche.
Le SUDDIVISIONI TOPONOMASTICHE
(suddivisione storica)
Il territorio del Comune di Roma è assai vasto, più
di quanto voi possiate credere. Con una superficie di
1.286 km quadrati (1.300 secondo la stima ufficiale del
Tavola 10 del Tuttocittà SIP
del 1985:
il quartiere Nomentano
Comune) è la città
più
grande
dell’Europa
continentale:
più
grande di Mosca,
Berlino, Madrid, 15
volte più grande di
Parigi, e perfino più
grande di New York
e
Los
Angeles
(U.S.A.), tanto per
mettere le cose in
chiaro.
Questa stima si
riferisce ad oggi
anno 2010, ma
solamente fino a 18
anni fa, quando
anche
Fiumicino
– oggi Comune – era una zona di Roma, per l’esattezza
la trentasettesima, l’estensione territoriale arrivava a
ben 1.513 km quadrati (tanto per capirsi, più grande di
Città del Messico): un territorio enorme, che si
estendeva maggiormente sul litorale nord piuttosto che
su quello sud e che arrivava, per render l’idea, a
confinare con i comuni di Ladispoli (e più
precisamente con quella che oggi è la frazione di
Marina di S. Nicola) e di Cerveteri (e più precisamente
in quella che era la quasi enclave delle località Borgo S.
Martino e Ceri).
Anche oggi, dopo aver perso i territori del comune
di Fiumicino, Roma si estende comunque fino al lago
di Bracciano (del quale lago una porzione le
appartiene), a 35 km a Nord del Campidoglio;
oltrepassa la cosiddetta bretella autostradale A1
Milano-Napoli (Autostrada A1) a 29 km a Est,
confinando con il comune di S. Gregorio da Sassola;
arriva fino al confine con Torvaianica, a 12 km a Sud
di Ostia, e fino al confine con Pomezia, a 27 km a Sud
del Campidoglio; e confina con l’aeroporto di
Fiumicino, a 14 km a Ovest.
La suddivisione attuale del territorio risale al 6
marzo 1992 (ufficializzata tuttavia l’anno seguente). Da
tale data e a tutt’oggi anno 2012 Roma si divide
toponomasticamente in:
22 RIONI, 35 QUARTIERI,
6 SUBURBII e 53 ZONE.
Il loro insieme è definito “comprensori”, cioè parti
di territorio rilevanti urbanisticamente e per
popolazione. Roma, pertanto, si compone attualmente
di 116 (22+35+6+53) comprensori.
Questa classificazione risale alla prima espansione
della città avvenuta dopo l’Unità d’Italia (20 settembre
1870), normalizzata con il Piano regolatore del 1909,
I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 5
quando la popolazione del comune non superava i
500.000 abitanti, e trova il suo definitivo assetto dopo
il 1992, anno – come già detto – della scissione di
Fiumicino dalla Capitale e quindi dell’ultima modifica
territoriale in ordine cronologico del territorio.
#1: i Rioni.
I 22 RIONI
corrispondono al
Centro
Storico,
infatti sono ubicati
entro la cinta delle
Mura Aureliane e
costituiscono
la
parte più antica
della città.
Fanno eccezione i rioni S. Saba e Prati, più recenti,
che si trovano al di fuori delle Mura istesse. Il rione
Esquilino è stato ricavato dal Monti, nel lontano 1874.
Il materiale storico sui Rioni, che affondano la loro
origine nella stessa storia millenaria di Roma, è assai
fiorente e non vi sono particolari difficoltà di
reperimento di informazioni di qualsivoglia natura su
qualunque enciclopedia, raccolte, archivii e sulla stessa
rete, pertanto non vi saranno approfondimenti sul
presente trattato per ciò che inerisce i rioni.
I rioni, sulle targhe stradali, sono codificati con la
lettera “R.” abbinata ai progressivi in notazione
(carattere) romana, che vanno dal I al XXII.
(continua sul n. 5 della raccolta)
Il vostro GO Alex NAGAI è lieto di ricordarVi:
LUCI, MOTORE ... ANIMAZIONE!
DAITARN III ( Serie TV di 40 puntate)
andato in onda: Giappone, 1978; Italia, 1980
O
ggi vorrei affrontare il discorso su questo cartone animato in maniera più
professionale del solito. E’ infatti il primo ad introdurre in Italia la “gnocca” nel
mondo dell’animazione, e scusate se è poco!
Chi non si è innamorato di Beauty o di Reika, le due assistenti di Haran Banjo,
pilota del Daitarn, una bionda e l’altra bruna che se ne andavano in giro con tutte
le cosce de fora e camiciette sbottonate?? Arf Arf ... ehm.., perché, vi siete scordati
del bambino, Toppi, per il quale invece aveva una cotta Paolo il Silenzioso?
Voglio ricordare anche il distinto maggiordomo
Garrison, uomo di stile (secondo solo al Macchione) e
precursore dell’odierno Ambrogio che in uno scenario
di fine XXI secolo metteva i cioccolatini nella cabina di
pilotaggio del robot (celebri le frasi del protagonista: “Garrison, la mia non è proprio
fame”... e “Con l'aiuto del sole vincerò, ma qui me se sta a squaià tutto”!
Degna di nota la scena della trasformazione in cui l'automobile di Haran Banjo, tramutatasi in astronave (la
famosa Match Patrol) entrava su per il povero Daitarn, a mo’ di supposta, che ogni volta emetteva uno stridulo urlo
omesso però in fase di doppiaggio. Una volta entrata dentro l'astronave ci attendevano 4 minuti e mezzo di
trasformazione del robot, la stessa scena per 40 puntate, un bieco trucco per risparmiarsi la fatica di disegnare 4
minuti di animazione ogni episodio (di durata media 20 min.- N.d.r.).
Simpatica la puntata in cui forse spinti dalle proteste, si faceva dell’autocritica proponendoci un Meganoide (così
si chiamavano i nemici) annoiato e intento a sorseggiare un drinks nell’attesa che il Daitarn finisse la sua
trasformazione.
La storia: Haran Banjo, figlio del professor Haran, membro di una colonia terrestre su Marte, fugge dal suo
pianeta con il robot Daitarn, giungendo sulla Terra. Il motivo della sua fuga è Don Zauser (o Zaucker), un uomo
meccanico dotato di coscienza propria creato dal padre che dopo essersi ribellato trasforma tutti gli uomini della
base in cyborg (Meganoidi) con l'intenzione di fare la stessa cosa sulla Terra. Per fortuna che dalla nostra parte ora
c’è DAITARN!!
Dati tecnici: li avevo scritti da qualche parte, poi forse ripasso.
I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 6
Go Alex Nagai presenta:
BASTA!!!! E’ ORA DI FINIRLA!!!!
Una grande piaga che affligge la vita di Noi poveri Giovani è il
“VECCHIO”. Per “vecchio” non si intende l’anziano in generale,
una persona di una certa età come potrebbe essere un luminare della
scienza, un neurochirurgo o un giudice della Corte di Cassazione.
Con “vecchio” si vuole indicare quella categoria di..... come
dire...... persone analfabete, arroganti nella loro ignoranza,
scorbutiche, antipatiche e bavose, che mentre camminano scatarrano
sulla tua scarpa e si risentono se gli fai cortesemente presente
l’accaduto.
I “vecchi” sono quelli che tengono in piedi l’Italia andando a
votare un politico anziché un altro perché la sera prima ha ricevuto
più applausi al Maurizio Costanzo Show. Sono quelli che vanno a
vedere Forum dove un uomo è stato sbranato da un cane e votano
per il cane perché amano gli animali come la conduttrice. Sono quelli
che non hanno mai voluto fare il minimo sforzo per imparare a coniugare i verbi: “Se ci sarebbe ancora lui, oggi non
saremo così” e se gli fai notare che la frase dovrebbe essere leggermente modificata, loro rispondono che parlano così
perché sono genuini ed evviva la genuinità.
I “vecchi” sono quelli che sull’autobus ti prendono a gomitate sulla Rètina per arrivare davanti alla porta d’uscita
dovendo scendere 27 fermate dopo; e se per caso ti azzardi a stare TU, Giovane d’Oggi, davanti all’uscita, dopo
avere espresso il desiderio di scendere suonando il campanellino e con un piede pronto a scendere, ecco che il
“vecchio” comincia ad ansimarti sul collo, ti chiede preoccupato se <<scendi alla prossima>> (cosa che avrebbe già
dovuto intuire) e comincia a farti pressione sul Fèmore incolpando gli altri di spingerlo. Se gli cedi il passo lo fai la
persona più felice del sistema solare. Non si sa perché, ma i vecchi hanno una paura incontrollata, più che della
morte, di rimanere prigionieri sull’autobus. Non li tranquillizzi nemmeno se gli spieghi che, in caso, la prossima
fermata sarebbe 20 metri scarsi dopo quella persa.
Tra i “vecchi” curvi e grassi si muovono nell’ombra anche “vecchi” arzilli che a confronto il campione mondiale
di decathlon sembra impedito. Ebbene anche questi esempi di energia pretendono il posto a sedere sui mezzi
pubblici: Se TU, Giovane d’Oggi, dopo aver camminato per 30 chilometri sotto il sole di ferragosto con una
lavatrice sulle spalle, dovendo arrivare al capolinea opposto a quello in cui sei salito, ti permetti di occupare un
sedile, allora cominci ad avvertire una leggera fitta dietro il collo: è un “vecchio” che ti fissa intensamente per farti
capire che sarebbe il caso di cedergli il posto. In questi casi, purtroppo, è consigliato inghiottire il rospo e subìre se
non si vuole ascoltare per il resto del viaggio discorsi sulla libertà dei giovani, ammiccando alla Nostra inciviltà.
Poi ci sono le “vecchie” che ti camminano davanti con un’abilità tale che credo ci siano delle scuole specifiche.
Camminano con una lentezza estrema e contemporaneamente impediscono il passaggio persino a una formica. E se
TU, Giovane scalpitante, azzardi il sorpasso, vieni squadrato con terrore come se volessi derubarle o addirittura
abbusare del loro sinuoso corpo!
Eh........ i “vecchi”........ ma basta con questa distinzione!! I Giovani e i Vecchi non esistono! Ci sono le
PERSONE.......... persone vecchie e persone giovani.
il sempre più vostro Go Alex Nagai
I Videogiochi da bar degli anni ’80:
NIBBLER
Un rumoroso serpente deve mangiare i quadretti o i tondini in un labirinto senza toccare
il suo corpo con la testa. Man mano che li ingloba, si allunga sempre di più. Finiti tutti i
quadratini/tondini, si passa al quadro successivo e così via, con le difficoltà e i tempi di
reazione, ovviamente, sempre più difficili. Fine.
In effetti, detta così, sembra una cagata di gioco, e probabilmente lo era davvero. Ma non
si può comunque non annoverarlo fra i “Top 15” dell’epoca.
Voto: 6 e mezzo!
I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 7
L’angolo buio di
MARIO er Sonno:
si tiene la pancia con le mani, urlando qualcosa di
incomprensibile sulle sarde;
NON SIATE BUONI
c) Pensi che sia meglio rubare due sacchetti della spesa
che userai per ricoprire le scarpe mentre le persone
ruzzolano dall'autobus. Nel frattempo mangerai il contenuto
dei contenitori plastici (attento a non sbrodolarti) e
concorderai con uno che corre più veloce dell'autobus e urla
frasi offensive sulle sarde, pensando che anche tu hai
conosciuto due ragazze di Nuoro e le hai odiate sin dal
primo momento.
Amatissime lettrici,
inutili lettori, inizia con
questo
numero
una
rubrica che vuole farvi
aprire gli occhi sul senso
della bontà e sul vostro
comportamento.
Se avrete la bontà...
pardon... la cattiveria di
seguirmi cercherò di
condurvi
attraverso
l'esplorazione di questo
atteggiamento.
Cominciamo da un semplice test (e siate sinceri, non
serve a nulla barare):
1) Incontri un conoscente che non vedi da tempo.
Hai saputo, però, che sta passando un brutto periodo e
per di più gli puzza il fiato quotidianamente. In
compenso tu hai una fretta micidiale, sta piovendo e
vuoi raggiungere casa prima possibile perché la pasta
con le sarde che hai mangiato a pranzo sta provocando
inaspettate reazioni telluriche che tendono al liquido.
Che fai?
a) Lo affronti armato di mentina e ti metti ad ascoltare i
suoi problemi, non curante che tra un po' le sarde si
ricomporranno e si coalizzeranno nel tuo intestino retto;
b) Lo eviti accuratamente, fingendo una improbabile
perdita di memoria;
c) Lo affronti a muso duro, gli fai capire che non te ne
frega alcunché dei suoi problemi e gli sbrocchi in faccia.
Così fatto, corri a casa senza ombrello, travolgi la portinaia
che vuole ricordarti una improponibile assemblea
condominiale, sali le scale a 5 a 5, sfondi la porta, raggiungi
la dispensa e bevi due litri di bicarbonato per annientare la
coalizione, che vive dentro di te, anche se questa ha
preventivamente spedito una delegazione presso il colon per
trattare una resa incondizionata.
2) Sei finalmente riuscito a prendere l’autobus ma
per sortire questo risultato hai dovuto buttare giù una
ventina di persone per impellenti motivi di spazio (il
tuo, ovviamente). Da aggiungere che hai appena
comprato le scarpe nuove da ginnastica, bianche come
il latte, e per nessun motivo al mondo vorresti che una
mandria di bufali, con le zampe inzaccherate nel fango
e con le buste della spesa, deturpi il candore dei calzari
alati. Come ti senti?
3) Sei tranquillamente seduto in un bar, aspettando
che spiova e osservi alla fermata una persona che
scende con due sacchetti della spesa al posto delle
scarpe mentre un altro entra furioso in un portone,
sbatacchiando per terra la portiera che era uscita dalla
guardiola con un foglio in mano. Come ti comporti?
a) Paghi il conto e ti allontani veloce più di Flash dei
momenti d'oro, perché questo quartiere sta assumendo delle
connotazioni che ora sfuggono alla logica;
b) Chiedi a quello che scende dall'autobus: "ma quella
che hai sulle buste è proprio maionese?";
c) Vai a casa, ti chiudi dentro con due mandate e
impazzisci perché c'è gente di questo tipo. Allora rivedi
duecento volte “Taxi Driver” e fai la cresta come nel film. Ti
isoli dal mondo, coltivi la tua rabbia e pensi che la prossima
volta che incontrerai altra gente vomiterai addosso tutto il
tuo odio. Tanto ormai la civiltà è deviata fin dal midollo.
E ora che vorresti? Le risposte al test? Va bene, Ok,
eccole. Ma lo faccio solo se non invadi la mia bolla di
sopravvivenza.
-
Se hai risposto con una prevalenza di a), sei un caso
irrecuperabile. Il consiglio: infilati dell'ortica nella
maglia della salute e fammi sapere. Ricorda che la
crema idratante io non la spalmo.
-
Se hai risposto con una prevalenza di b), rispondi al
mio profilo preferito. Sei dubbioso e pensi che un
po' di sana cattiveria non sia poi così fuori luogo.
C'è ancora da lavorare, ma sei sulla buona strada. Il
consiglio: fatti fare una gigantografia di quella
chiattona della tua ragazza e usala come bersaglio
per le freccette. E se lei è dietro all'immagine,
pazienza. Io i cerotti non te li procuro.
-
Se hai risposto SEMPRE E SOLO c), sei il mio
modello di vita. Il consiglio: procurati un
collegamento Internet e scrivimi. Ma sii breve, io la
bolletta non te la rimborso.
E ora scusate. Mi squilla il telefonino. E' un mio amico
ed è un po' giù. Per fortuna che non sento il suo alito ...
a) Chiedi scusa perché avresti potuto aspettare altri 96
minuti per prendere il prossimo Tranvai;
b) Ti senti a disagio con la tua coscienza anche perché
una vera esigenza non c'è, ma le scarpe nuove permettono di
schivare uno che corre sotto la pioggia senza ombrello e che
Cattivamente vostro, MARIO er SONNO.
I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 8
L’Odierna Biografia:
DIEGO RE DELLA TANGENZIALE
Quando si parla di
Diego
Re
della
Tangenziale,
(Rex
Tangentialiis) si parla della
essenza
istessa
dei
Balordi Metropolitani.
43 anni il prossimo
agosto
2015,
personaggio dissacrante
e sfrontato, dal passato
ammantato di oscuro mistero, per oltre un decennio è
stato l’artefice di turbative metropolitane e stradali di
altissimo livello.
Testimonianze che si perdono nella prima metà
degli anni ’80 narrano delle sue partecipazioni ai raduni
pre-prima comunione a Frascati, durante i quali
sostituiva agli opuscoli religiosi dei chierichetti riviste
di più immediata comprensione, quali ad esempio Le
Ore e Playmen; sul finir del decennio, articoli di
cronaca della terza circoscrizione
(l’odierno III
Municipio) riferiscono del suo sbattere violentemente e
ripetutamente il cranio contro i cartelloni pubblicitari
di via Michele di Lando nelle ora tardo pomeridiane,
cercando a gran voce una certa “Palmira”, mentre
Luca il Nudo lo riprendeva con la videocamera VHS.
E’ con l’avvento degli anni ’90 che il suo indubbio
carisma catalizzatore fece breccia in un manipolo di
studenti sfaccendati del liceo ginnasio Giulio Cesare di
Roma che, sotto la sua linea guida, furono da lui
spronati a disertare le lezioni proprio nell’anno della
maturità per recarsi ovunque la loro presenza recasse
maggior nocumento alla comunità. E nelle giornate,
invero rarissime, in cui era presente nell’edificio
scolastico, si recava puntualmente da Gigi e Bruno con
l’unico scopo di deridere le sue compagne di classe
dicendo loro che erano “cessi, cozze e che non
capivano una mazza”, additandole al pubblico ludibrio.
Durante le sessioni di educazione fisica, in palestra
sottraeva il pallone da basket alle scolaresche del
ginnasio col quale palleggiava per ore con la sola forza
del suo naso, senza che il prof. Peluso potesse fare
alcunché per fermarlo.
Coltissimo e latore di una preparazione culturale
inarrivabile, grazie a queste non comuni doti egli fu
ammesso alle esclusive partecipazioni ai convegni e alle
I BALORDI METROPOLITANI - la raccolta celebrativa
LA PRESENTE RACCOLTA:
1)
2)
3)
NON HA PERIODICITA’ ALCUNA;
NON HA ALCUN FINE DI LUCRO;
PRESENTA UN ESCLUSIVO SCOPO NARRATIVO, in quanto
costituita da rubriche e articoli divulgati in maniera del tutto
spontanea da parte degli scriventi; nonché da narrazioni, episodi e
avvenimenti realmente accaduti tra il 1990 e il 2009.
riunioni intellettuali segrete nella magione del conte
Gianmarco, durante le quali in realtà comunicava ai
Balordi le coordinate spazio/temporali degli stessi in
modo che essi potessero accorrere in massa a
cagionare nocumento, fastidio e devastazioni varie.
L’apice di questa sua attività informativa si ebbe nel
mese di aprile 1990 quando, durante la festa in
smoking in onore dell’onomastico del Conte
Gianmarco, avvertì i Balordi i quali accorsero in massa
e si presentarono in costume da bagno e pallone.
Nel triennio 1991-1993 si rese partecipe di
atteggiamenti altamente degni di nota, quali
appoggiarsi in rapida successione bicchieri di plastica
sulla fronte e schiacciarli con veemenza; portare la
mano sinistra chiusa a pugno all’altezza della guancia e,
facendole fare un movimento rotatorio, emettere strani
suoni seguiti da uno sputo; emettere urla disumane
nelle ore notturne nel sottopasso della stazione
Termini; indossare la maglietta con il Papa che si
faceva un cannone sulle scale della metro A di fronte a
un gruppo di suore filippine; insultare pesantemente
tre brutti ceffi su una Fiesta all’incrocio fra via G. B.
Morgagni e viale Regina Elena i quali invece, rivelatisi
agenti della Speciale, gli puntarono contro un fucile;
esibirsi in atteggiamenti sconsiderati ed irriflessivi sulla
piazza principale di Lanuvio, simulando amplessi con
Luca il Nudo in occasione della festa del paese sotto gli
occhi increduli di decine e decine di giovani mamme;
intasare la conduttura fognaria della casa di Bruno a
Velletri dopo una abbondante defecata; irridere una
ragazza autodefinitasi “timida” durante una festa di
compleanno svoltasi in un garage di Cisterna di Latina;
ma, soprattutto, riuscire a saldare un suo debito di 10
mila lire a Bruno BEN 6 anni dopo averlo contratto,
senza pagare una sola lira in più di interessi (caso
unico).
La sua attività di Balordo è stata tanto intensa
quanto breve: un brusco stop della sua presenza in
seno al gruppo avvenne già a partire dal 1994. E’ del
2004 il suo ritorno in grande stile nell’ottica dei
Balordi, dopo un decennio esatto dal suo abbandono,
e del 2008 il suo ritiro definitivo dalla scena, in linea
con l’inevitabile declino del gruppo.
Attualmente, dopo aver lasciato Roma, vive in una
Villa segreta sul litorale laziale, della quale solamente
pochissimi eletti sanno l’ubicazione.
Quartiere di provenienza: Nomentano.
REDAZIONE UNICA ED INIMITABILE
(in ordine analfabetico):
Giggi Playmobil – Direttore Irresponsabile, Redattore Capo, portatore sano di
numerose malattie tropicali;
Oreste Bazzicaluva – fornitore fotografico, di testi, rubriche, quiz,
impaginatore grafico e campione rionale di arrotolamento degli spaghetti;
Dolores De Panza – correttrice di bozze e abile cuoca del team.
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