I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa PDF
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I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa PDF
I BALORDI METROPOLITANI la raccolta definitiva in tiratura limitata LA RACCOLTA CELEBRATIVA a 25 anni dalla costituzione del gruppo da leggersi ad alta voce nelle zone residenziali durante le ore notturne >> n. 4 << sede asociale: 00131 Roma, via Doria Percivalle 99/z - [email protected] *** REDAZIONALE *** di Giggi Playmobil Cari lettori, prosegue in questo quarto numero della raccolta celebrativa, la narrazione delle avventure e delle imprese dei Balordi Metropolitani di Roma nel ventennio che va dal 1990 al 2009. Chi, malauguratamente per lui, fosse interessato ad avere gli arretrati della presente raccolta, per vantare nella propria libreria favorita la collezione completa, li può richiedere utilizzando il nostro riferimento; sono disponibili esclusivamente copie cartacee, in ossequio alla nostra tradizione che vede distruggere il file dopo la stampa del prodotto, per rendere, negli anni a seguire, le copie superstiti uniche ed inimitabili. Dopo queste opportune e doverose informazioni, vi lasciamo alle sagaci e vivaci penne degli Autori, con il più scontato e prevedibile augurio di buona lettura. Sommario Pagine 2 e 3: i grandi miti dei Balordi Metropolitani Pagine 4 e 5: la toponomastica di Roma Pagina 5: Bruno Tartaruga, Giggi Playmobil e Paolo il Silenzioso posano nel vasto cantiere di piazza Gaspare Ambrosini nel marzo del 1995. Luci, motore… animazione! Pagina 6: Basta!!!! E’ ora di finirla!!!! + Nibbler Pagina 7: gli inarrivabili articoli di Mario er Sonno Pagina 8: l’Odierna Biografia La suddetta piazza, istituita con delibera della Giunta Comunale n° 2015 il 21 giugno 1994, si trova nel quartiere XXX S. Basilio, nella parte di più recente edificazione nota alla massa come “Torraccia”. Riportiamo la lettera che Diego Re della Tangenziale ha scritto e consegnato a Giggi Playmobil in occasione del ricevimento del primo numero de “I Balordi Metropolitani” Estratto dal Moralis Codex di Dante Alighieri CODEX COMPORTAMENTALIS ASPIRANTIUM SCRIPTORUM Si volis scriptor esse, multae sunt normae, quae respectaturus es. Norma prima dicit qui cum scriptis tuis per postam necesse est cazzum destinatarii non cacare; exceptio una est, qui si absolute volis cazzum suum cacare, ad mino hoc fa clausa in busta, ut mater et alii parentes supra dicti destinatarii contenutum missivae tuae non videant. Norma secunda recommandat qui tu non exponias publico ludibrio reprodutiones imaginis pauperi malcapitati qui, anni decem ante, se ipsum a te cum instrumento photographico reproducere fecit; exceptio una est, qui si volis imagines reproducere, tu preferas haec imagines in qua subjectus nudus non sit pisellumque non mostret. Norma tertia est qui, si tibi est possibile, locuturus es cum subjectis reproductionum photographicarum et textum tuorum, et eis dicturus es quod praecise intentio tua est publicare, quo modo eis potent se magne non preoccupari per nihil, cogitantes eos ipsos prima in pagina, magna cum irriverentia gestorum exhibitioneque piselli aut, cum cero, oralem coitum simulantes ritracti. I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 2 Giggi Playmobil presenta I GRANDI MITI DEI BALORDI METROPOLITANI: La vacanza 1989 a Nettuno di Giggi e Paolo Premessa agli amici lettori: la presente narrazione viene tirata fuori dal cassetto e resa pubblica per la prima volta oggi anno 2012, essendo trascorsi oltre 20 anni da quando accadde, in quanto all’epoca Giggi Playmobil era minorenne. Dopo questo paio di decenni e poco più, riteniamo giusto che, essendo trascorsa una sorta di “prescrizione morale” dell’accaduto, alfin tutti voi si sappia. L’11 giugno del 1989, ed era una domenica, il quasi 19enne Paolo il silenzioso e un ancora per poco 17 enne Giggi Playmobil decisero di festeggiare la fine del quarto anno delle rispettive scuole superiori recandosi a Nettuno per trascorrere una settimana di pieno relax e rimorchio, nella casetta della nonna di Giggi sita in località, com’è noto ormai tra i fra voi più affezionati lettori, Scacciapensieri (in foto, il famoso grattacielo simbolo Usciti da Roma, percorsa la Pontina e indi la Nettunense (all’epoca strade statali, a differenza di oggi), e giunti in località Padiglione alle 22:30, svoltarono a sinistra per le campagne perché Giggi amava percorrere la prosecuzione di via delle Cinque Miglia, in direzione Piscina Cardillo (passando quindi per la pineta della Campana), per poi dirigersi nettamente verso il centro di Nettuno entrando dalla strada Velletri-Nettuno. Appena giunti alla prima sequenza di curve, prontamente Giggi, che era pratico del posto, avvertì il suo amico che queste erano parecchie, e che quindi facesse attenzione, data anche l’oscurità del bosco e la tortuosità della strada. Il buon Paolo, per dimostrare di aver correttamente indiscusso della predetta località). compreso l’avvertimento, accelerò oltre i 100 km/h e prese la prima delle tre curve a gomito a ruote fischianti. Un decisamente preoccupato Giggi gli fece notare che subito dopo c’era una curva ancor più stretta e che magari era il caso di rallentare decisamente: ma vide solo il volante che girava impazzito sotto le non propriamente capaci mani dell’amico, la linea di mezzeria diventare roteante come una enorme spirale e un grande, autorevole pino stagliarsi allegramente verso di loro. Ormai privi di impegni scolastici, terminati appena due giorni prima, i nostri partirono alle 21 in punto da piazza Bologna con la nuova Austin Metro della mamma di Paolo il quale, appena patentato, già pregustava il gusto di guidare sul lungomare, con l’estate ormai praticamente alle porte, non più il suo solito Piaggio SI’ Montecarlo con doppio ammortizzatore, ma una vera, completa, versatile autovettura provvista perfino di alzacristalli elettrici e di luce di cortesia supplementare. Un istante dopo la Austin Metro, dopo due testacoda e l’invasione della corsia opposta, si trovava schiantata, o meglio “solamente” arrampicata, contro l’autorevole pino di cui sopra e in posizione leggermente verticale su di esso, come se avesse tentato la scalata dell’albero della cuccagna verso le fresche e alte fronde. Pur ammettendo che Giggi era avvezzo, nonostante i 17 anni, alle più disparate e spericolate evoluzioni “duerruotistiche”, era realmente la prima volta che si schiantava dentro una autovettura, e la paura gli fece immaginare tutti i vetri della Austin scoppiati, in frantumi, finirgli in faccia e sulle braccia I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 3 e cambiargli i suoi già provati connotati, cosa in realtà non avvenuta: i vetri erano integri e al loro posto! I due scesero dall’auto, constatarono di non aver altro che un discreto mal di schiena, di esser soli nel buio della notte (all’epoca le attuali ragazze provviste di luce propria al neon non c’erano ancora) e, poiché Scacciapensieri distava almeno 9 km da lì, realizzarono che dovevano verificare le condizioni della auto. Le due ruote anteriori erano totalmente storte, piegate di almeno 35° sull’asse longitudinale, il cofano motore era rientrato di 45 cm, ma la Austin, ciononostante, vero fulgido esempio di robusto autoveicolo anni ’80, si rimise in moto; solo che ogni giro di ruota era peggio del “calcinculo” delle giostre: la macchina procedeva singhiozzando e saltando su se stessa con un rumore tremendo di ferraglia, ma a Nettuno, ci arrivò, seppur a passo d’uomo e alle 2 di notte. Era evidente che l’obiettivo del rimorchio di inizio estate del neopatentato Paolo sul lungomare di Nettuno non si sarebbe proprio del tutto realizzato: i due erano senza auto, non potendo far altro che andare alla spiaggia del lido Scacciapensieri a piedi nelle ore diurne, con Paolo che non poté nemmeno fare il bagno in mare poiché, avendo una unghia incarnita, deambulava con una busta di plastica che gli copriva il piede destro. Nonostante questa immagine decisamente squallida, i due furono tuttavia perfino rimorchiati da una intraprendente trentenne segretaria d’azienda single che si trovava a prendere il sole da sola in quel periodo ancora leggermente ante-stagione, ma erano talmente rincoglioniti che nemmeno si accorsero di ciò e non diedero seguito agli di lei approcci. La terza sera Paolo decise di chiamare il padre, notaio benemerito della Capitale, per confessargli l’incidente e la situazione meccanica della Austin Metro. Riporto qui a seguire il testuale svolgimento della telefonata di quel 13 giugno 1989: “Ciao papà… (pausa) ...devo dirti che la macchina di mamma…” Ma subito il padre: “ASPETTA, prima che tu mi dica qualunque cosa, parlo prima io: ti hanno dato 4 materie a settembre! Italiano, inglese, matematica e chimica. Spero almeno che tu stia facendo l’assennato e che stia attento con la macchina di mamma, che è nuova e sai bene quanto lei ci tiene! Bene, divèrtiti e tra 5 giorni torni a casa e ti metti a studiare per settembre... E ora, parla pure; cos’è che mi stavi dicendo, a proposito? ” “…Niente, niente!!, papà, tutto a posto, e la macchina sta benissimo, anzi, la stiamo usando così poco; tanto poco che andiamo perfino al mare a piedi!...” I giorni successivi, chissà com’è, Paolo non ebbe molte occasioni per rilassarsi troppo: del resto, alle 4 materie sul groppone, e al notevole danneggiamento della Austin Metro, doveva aggiungere la busta di plastica sul piede destro e per giunta, data la loro condizione di appiedati, era costretto a dover subire la presenza degli amici del mare di Giggi, notoriamente non proprio una congrega di intellettuali laici di fine decennio: Stefano V. il “Picchiatore”, Raimondo D.M. il Pisellatore Folle, Christian F. il “Bombato”, Massimiliano F. il “Chitarrista”, Simone F. “Ramirez lo spaccalampioni”, Fabrizio C. l’impennatore mannaro, Daniele F. detto “Manolo” e Giampaolo G. detto “Corvo”, che felicissimi stazionavano a casa della nonna del suo amico con i loro motorini dai telai ribattuti, con i quali rubavano i cocomeri dai campi della Seccia, all’epoca zona rurale di Nettuno non ancora del tutto edificata. La sera che il cane Fonzie, affettuosissimo come sempre, si intestardì nel cercare di leccargli l’unghia incarnita, distruggendo la fida busta protettiva di plastica, Paolo realizzò che ce ne era abbastanza per considerare chiusa la sua settimana al mare: doveva decidere come riportare la Austin della mamma a Roma e come spiegare ai genitori l’accaduto. Scartato l’utilizzo del carro attrezzi, data la eccessiva onerosità di un percorso di 70 km, i due prodi giuovini decisero di applicare il triangolo sul lunotto della Austin e tornarono a Roma percorrendo tutta la Nettunense e l’Appia Nuova alla media di 20 km/h, con sobbalzi inauditi dato il totale disallineamento degli assi della povera vettura, causando dietro di loro code inaudite e gli accidenti di un buon numero di veicoli costretti per lunghi tratti a rimanere in colonna dietro di loro. Dopo il rientro durato non si sa quante ore di viaggio disumano, inutilmente Giggi accondiscese alla richiesta di Paolo di essere presente alla confessione dell’incidente, da parte di quest’ultimo nel salotto buono del suo appartamento al cospetto del padre: si fece scaricare a piazza Bologna e lasciò l’amico andare incontro, da solo, al suo destino familiare. I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 4 Giggi Playmobil presenta: La Toponomastica di Roma Sul numero precedente della presente raccolta celebrativa, abbiamo disquisito su alcuni caratteri preliminari dei quartieri di Roma e abbiamo visto, ad esempio, come tutte le strade consolari fungono da confine tra un quartiere e l’altro; questo, lungo tutto il percorso di qualunque strada consolare. Siamo pertanto adesso maturi per arrivare al cuore della trattazione, che inizieremo con la domanda: Ma tu, in che quartiere abiti (vivi, risiedi, lavori)? Questa semplice, frequente ed innocente domanda può avere la facoltà di scatenare le più disparate risposte da parte della gente e dei romani. Salvo rarissimi casi, per lo più limitati ai quartieri di più antica istituzione, l’ignoranza che regna tra i romani è disarmante ed irritante allo stesso tempo. Disarmante, perché in teoria è impensabile pensare che un romano non sappia quale è il suo quartiere di appartenenza; irritante perché, anche una volta saputolo, egli non accetterà quanto appreso e continuerà ad intestardirsi nel suo sbaglio. Insomma, persevererà nell’errore sapendo di sbagliare! Per meglio farmi comprendere, inizierò con un semplicissimo esempio. Chiedete a un qualunque residente di via Genzano, ad esempio Andrea il Macchione con le sue due cuoche personali in che quartiere essi si trovino: le risposte più scontate che potrete ricevere saranno: - Abito nel quartiere Appio (Andrea); Abito nel quartiere Appio-Tuscolano (Cuoca n°1); Abito nel quartiere S. Giovanni (Cuoca n°2). Insomma, la stessa strada e magari lo stesso numero civico apparterranno, a seconda di chi tra i tre formulerà la risposta, a tre presunti quartieri diversi! Signori miei, avrete già capito da soli che così non ci siamo proprio: la divisione toponomastica di Roma è molto rigorosa ed accurata e non può lasciare spazio ad approssimazioni, imprecisioni e sbagli di alcun tipo! Il Comune di Roma presenta diverse tipologie di suddivisione territoriale, fra le quali una amministrativa ed una storica. La suddivisione amministrativa è rappresentata dai Municipi; la suddivisione storica, che sarà approfondita a partire dal presente numero di questa raccolta celebrativa, è rappresentata dalle Suddivisioni Toponomastiche. Le SUDDIVISIONI TOPONOMASTICHE (suddivisione storica) Il territorio del Comune di Roma è assai vasto, più di quanto voi possiate credere. Con una superficie di 1.286 km quadrati (1.300 secondo la stima ufficiale del Tavola 10 del Tuttocittà SIP del 1985: il quartiere Nomentano Comune) è la città più grande dell’Europa continentale: più grande di Mosca, Berlino, Madrid, 15 volte più grande di Parigi, e perfino più grande di New York e Los Angeles (U.S.A.), tanto per mettere le cose in chiaro. Questa stima si riferisce ad oggi anno 2010, ma solamente fino a 18 anni fa, quando anche Fiumicino – oggi Comune – era una zona di Roma, per l’esattezza la trentasettesima, l’estensione territoriale arrivava a ben 1.513 km quadrati (tanto per capirsi, più grande di Città del Messico): un territorio enorme, che si estendeva maggiormente sul litorale nord piuttosto che su quello sud e che arrivava, per render l’idea, a confinare con i comuni di Ladispoli (e più precisamente con quella che oggi è la frazione di Marina di S. Nicola) e di Cerveteri (e più precisamente in quella che era la quasi enclave delle località Borgo S. Martino e Ceri). Anche oggi, dopo aver perso i territori del comune di Fiumicino, Roma si estende comunque fino al lago di Bracciano (del quale lago una porzione le appartiene), a 35 km a Nord del Campidoglio; oltrepassa la cosiddetta bretella autostradale A1 Milano-Napoli (Autostrada A1) a 29 km a Est, confinando con il comune di S. Gregorio da Sassola; arriva fino al confine con Torvaianica, a 12 km a Sud di Ostia, e fino al confine con Pomezia, a 27 km a Sud del Campidoglio; e confina con l’aeroporto di Fiumicino, a 14 km a Ovest. La suddivisione attuale del territorio risale al 6 marzo 1992 (ufficializzata tuttavia l’anno seguente). Da tale data e a tutt’oggi anno 2012 Roma si divide toponomasticamente in: 22 RIONI, 35 QUARTIERI, 6 SUBURBII e 53 ZONE. Il loro insieme è definito “comprensori”, cioè parti di territorio rilevanti urbanisticamente e per popolazione. Roma, pertanto, si compone attualmente di 116 (22+35+6+53) comprensori. Questa classificazione risale alla prima espansione della città avvenuta dopo l’Unità d’Italia (20 settembre 1870), normalizzata con il Piano regolatore del 1909, I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 5 quando la popolazione del comune non superava i 500.000 abitanti, e trova il suo definitivo assetto dopo il 1992, anno – come già detto – della scissione di Fiumicino dalla Capitale e quindi dell’ultima modifica territoriale in ordine cronologico del territorio. #1: i Rioni. I 22 RIONI corrispondono al Centro Storico, infatti sono ubicati entro la cinta delle Mura Aureliane e costituiscono la parte più antica della città. Fanno eccezione i rioni S. Saba e Prati, più recenti, che si trovano al di fuori delle Mura istesse. Il rione Esquilino è stato ricavato dal Monti, nel lontano 1874. Il materiale storico sui Rioni, che affondano la loro origine nella stessa storia millenaria di Roma, è assai fiorente e non vi sono particolari difficoltà di reperimento di informazioni di qualsivoglia natura su qualunque enciclopedia, raccolte, archivii e sulla stessa rete, pertanto non vi saranno approfondimenti sul presente trattato per ciò che inerisce i rioni. I rioni, sulle targhe stradali, sono codificati con la lettera “R.” abbinata ai progressivi in notazione (carattere) romana, che vanno dal I al XXII. (continua sul n. 5 della raccolta) Il vostro GO Alex NAGAI è lieto di ricordarVi: LUCI, MOTORE ... ANIMAZIONE! DAITARN III ( Serie TV di 40 puntate) andato in onda: Giappone, 1978; Italia, 1980 O ggi vorrei affrontare il discorso su questo cartone animato in maniera più professionale del solito. E’ infatti il primo ad introdurre in Italia la “gnocca” nel mondo dell’animazione, e scusate se è poco! Chi non si è innamorato di Beauty o di Reika, le due assistenti di Haran Banjo, pilota del Daitarn, una bionda e l’altra bruna che se ne andavano in giro con tutte le cosce de fora e camiciette sbottonate?? Arf Arf ... ehm.., perché, vi siete scordati del bambino, Toppi, per il quale invece aveva una cotta Paolo il Silenzioso? Voglio ricordare anche il distinto maggiordomo Garrison, uomo di stile (secondo solo al Macchione) e precursore dell’odierno Ambrogio che in uno scenario di fine XXI secolo metteva i cioccolatini nella cabina di pilotaggio del robot (celebri le frasi del protagonista: “Garrison, la mia non è proprio fame”... e “Con l'aiuto del sole vincerò, ma qui me se sta a squaià tutto”! Degna di nota la scena della trasformazione in cui l'automobile di Haran Banjo, tramutatasi in astronave (la famosa Match Patrol) entrava su per il povero Daitarn, a mo’ di supposta, che ogni volta emetteva uno stridulo urlo omesso però in fase di doppiaggio. Una volta entrata dentro l'astronave ci attendevano 4 minuti e mezzo di trasformazione del robot, la stessa scena per 40 puntate, un bieco trucco per risparmiarsi la fatica di disegnare 4 minuti di animazione ogni episodio (di durata media 20 min.- N.d.r.). Simpatica la puntata in cui forse spinti dalle proteste, si faceva dell’autocritica proponendoci un Meganoide (così si chiamavano i nemici) annoiato e intento a sorseggiare un drinks nell’attesa che il Daitarn finisse la sua trasformazione. La storia: Haran Banjo, figlio del professor Haran, membro di una colonia terrestre su Marte, fugge dal suo pianeta con il robot Daitarn, giungendo sulla Terra. Il motivo della sua fuga è Don Zauser (o Zaucker), un uomo meccanico dotato di coscienza propria creato dal padre che dopo essersi ribellato trasforma tutti gli uomini della base in cyborg (Meganoidi) con l'intenzione di fare la stessa cosa sulla Terra. Per fortuna che dalla nostra parte ora c’è DAITARN!! Dati tecnici: li avevo scritti da qualche parte, poi forse ripasso. I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 6 Go Alex Nagai presenta: BASTA!!!! E’ ORA DI FINIRLA!!!! Una grande piaga che affligge la vita di Noi poveri Giovani è il “VECCHIO”. Per “vecchio” non si intende l’anziano in generale, una persona di una certa età come potrebbe essere un luminare della scienza, un neurochirurgo o un giudice della Corte di Cassazione. Con “vecchio” si vuole indicare quella categoria di..... come dire...... persone analfabete, arroganti nella loro ignoranza, scorbutiche, antipatiche e bavose, che mentre camminano scatarrano sulla tua scarpa e si risentono se gli fai cortesemente presente l’accaduto. I “vecchi” sono quelli che tengono in piedi l’Italia andando a votare un politico anziché un altro perché la sera prima ha ricevuto più applausi al Maurizio Costanzo Show. Sono quelli che vanno a vedere Forum dove un uomo è stato sbranato da un cane e votano per il cane perché amano gli animali come la conduttrice. Sono quelli che non hanno mai voluto fare il minimo sforzo per imparare a coniugare i verbi: “Se ci sarebbe ancora lui, oggi non saremo così” e se gli fai notare che la frase dovrebbe essere leggermente modificata, loro rispondono che parlano così perché sono genuini ed evviva la genuinità. I “vecchi” sono quelli che sull’autobus ti prendono a gomitate sulla Rètina per arrivare davanti alla porta d’uscita dovendo scendere 27 fermate dopo; e se per caso ti azzardi a stare TU, Giovane d’Oggi, davanti all’uscita, dopo avere espresso il desiderio di scendere suonando il campanellino e con un piede pronto a scendere, ecco che il “vecchio” comincia ad ansimarti sul collo, ti chiede preoccupato se <<scendi alla prossima>> (cosa che avrebbe già dovuto intuire) e comincia a farti pressione sul Fèmore incolpando gli altri di spingerlo. Se gli cedi il passo lo fai la persona più felice del sistema solare. Non si sa perché, ma i vecchi hanno una paura incontrollata, più che della morte, di rimanere prigionieri sull’autobus. Non li tranquillizzi nemmeno se gli spieghi che, in caso, la prossima fermata sarebbe 20 metri scarsi dopo quella persa. Tra i “vecchi” curvi e grassi si muovono nell’ombra anche “vecchi” arzilli che a confronto il campione mondiale di decathlon sembra impedito. Ebbene anche questi esempi di energia pretendono il posto a sedere sui mezzi pubblici: Se TU, Giovane d’Oggi, dopo aver camminato per 30 chilometri sotto il sole di ferragosto con una lavatrice sulle spalle, dovendo arrivare al capolinea opposto a quello in cui sei salito, ti permetti di occupare un sedile, allora cominci ad avvertire una leggera fitta dietro il collo: è un “vecchio” che ti fissa intensamente per farti capire che sarebbe il caso di cedergli il posto. In questi casi, purtroppo, è consigliato inghiottire il rospo e subìre se non si vuole ascoltare per il resto del viaggio discorsi sulla libertà dei giovani, ammiccando alla Nostra inciviltà. Poi ci sono le “vecchie” che ti camminano davanti con un’abilità tale che credo ci siano delle scuole specifiche. Camminano con una lentezza estrema e contemporaneamente impediscono il passaggio persino a una formica. E se TU, Giovane scalpitante, azzardi il sorpasso, vieni squadrato con terrore come se volessi derubarle o addirittura abbusare del loro sinuoso corpo! Eh........ i “vecchi”........ ma basta con questa distinzione!! I Giovani e i Vecchi non esistono! Ci sono le PERSONE.......... persone vecchie e persone giovani. il sempre più vostro Go Alex Nagai I Videogiochi da bar degli anni ’80: NIBBLER Un rumoroso serpente deve mangiare i quadretti o i tondini in un labirinto senza toccare il suo corpo con la testa. Man mano che li ingloba, si allunga sempre di più. Finiti tutti i quadratini/tondini, si passa al quadro successivo e così via, con le difficoltà e i tempi di reazione, ovviamente, sempre più difficili. Fine. In effetti, detta così, sembra una cagata di gioco, e probabilmente lo era davvero. Ma non si può comunque non annoverarlo fra i “Top 15” dell’epoca. Voto: 6 e mezzo! I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 7 L’angolo buio di MARIO er Sonno: si tiene la pancia con le mani, urlando qualcosa di incomprensibile sulle sarde; NON SIATE BUONI c) Pensi che sia meglio rubare due sacchetti della spesa che userai per ricoprire le scarpe mentre le persone ruzzolano dall'autobus. Nel frattempo mangerai il contenuto dei contenitori plastici (attento a non sbrodolarti) e concorderai con uno che corre più veloce dell'autobus e urla frasi offensive sulle sarde, pensando che anche tu hai conosciuto due ragazze di Nuoro e le hai odiate sin dal primo momento. Amatissime lettrici, inutili lettori, inizia con questo numero una rubrica che vuole farvi aprire gli occhi sul senso della bontà e sul vostro comportamento. Se avrete la bontà... pardon... la cattiveria di seguirmi cercherò di condurvi attraverso l'esplorazione di questo atteggiamento. Cominciamo da un semplice test (e siate sinceri, non serve a nulla barare): 1) Incontri un conoscente che non vedi da tempo. Hai saputo, però, che sta passando un brutto periodo e per di più gli puzza il fiato quotidianamente. In compenso tu hai una fretta micidiale, sta piovendo e vuoi raggiungere casa prima possibile perché la pasta con le sarde che hai mangiato a pranzo sta provocando inaspettate reazioni telluriche che tendono al liquido. Che fai? a) Lo affronti armato di mentina e ti metti ad ascoltare i suoi problemi, non curante che tra un po' le sarde si ricomporranno e si coalizzeranno nel tuo intestino retto; b) Lo eviti accuratamente, fingendo una improbabile perdita di memoria; c) Lo affronti a muso duro, gli fai capire che non te ne frega alcunché dei suoi problemi e gli sbrocchi in faccia. Così fatto, corri a casa senza ombrello, travolgi la portinaia che vuole ricordarti una improponibile assemblea condominiale, sali le scale a 5 a 5, sfondi la porta, raggiungi la dispensa e bevi due litri di bicarbonato per annientare la coalizione, che vive dentro di te, anche se questa ha preventivamente spedito una delegazione presso il colon per trattare una resa incondizionata. 2) Sei finalmente riuscito a prendere l’autobus ma per sortire questo risultato hai dovuto buttare giù una ventina di persone per impellenti motivi di spazio (il tuo, ovviamente). Da aggiungere che hai appena comprato le scarpe nuove da ginnastica, bianche come il latte, e per nessun motivo al mondo vorresti che una mandria di bufali, con le zampe inzaccherate nel fango e con le buste della spesa, deturpi il candore dei calzari alati. Come ti senti? 3) Sei tranquillamente seduto in un bar, aspettando che spiova e osservi alla fermata una persona che scende con due sacchetti della spesa al posto delle scarpe mentre un altro entra furioso in un portone, sbatacchiando per terra la portiera che era uscita dalla guardiola con un foglio in mano. Come ti comporti? a) Paghi il conto e ti allontani veloce più di Flash dei momenti d'oro, perché questo quartiere sta assumendo delle connotazioni che ora sfuggono alla logica; b) Chiedi a quello che scende dall'autobus: "ma quella che hai sulle buste è proprio maionese?"; c) Vai a casa, ti chiudi dentro con due mandate e impazzisci perché c'è gente di questo tipo. Allora rivedi duecento volte “Taxi Driver” e fai la cresta come nel film. Ti isoli dal mondo, coltivi la tua rabbia e pensi che la prossima volta che incontrerai altra gente vomiterai addosso tutto il tuo odio. Tanto ormai la civiltà è deviata fin dal midollo. E ora che vorresti? Le risposte al test? Va bene, Ok, eccole. Ma lo faccio solo se non invadi la mia bolla di sopravvivenza. - Se hai risposto con una prevalenza di a), sei un caso irrecuperabile. Il consiglio: infilati dell'ortica nella maglia della salute e fammi sapere. Ricorda che la crema idratante io non la spalmo. - Se hai risposto con una prevalenza di b), rispondi al mio profilo preferito. Sei dubbioso e pensi che un po' di sana cattiveria non sia poi così fuori luogo. C'è ancora da lavorare, ma sei sulla buona strada. Il consiglio: fatti fare una gigantografia di quella chiattona della tua ragazza e usala come bersaglio per le freccette. E se lei è dietro all'immagine, pazienza. Io i cerotti non te li procuro. - Se hai risposto SEMPRE E SOLO c), sei il mio modello di vita. Il consiglio: procurati un collegamento Internet e scrivimi. Ma sii breve, io la bolletta non te la rimborso. E ora scusate. Mi squilla il telefonino. E' un mio amico ed è un po' giù. Per fortuna che non sento il suo alito ... a) Chiedi scusa perché avresti potuto aspettare altri 96 minuti per prendere il prossimo Tranvai; b) Ti senti a disagio con la tua coscienza anche perché una vera esigenza non c'è, ma le scarpe nuove permettono di schivare uno che corre sotto la pioggia senza ombrello e che Cattivamente vostro, MARIO er SONNO. I Balordi Metropolitani - la raccolta celebrativa a 25 anni dalla costituzione del gruppo - n. 4 - pagina 8 L’Odierna Biografia: DIEGO RE DELLA TANGENZIALE Quando si parla di Diego Re della Tangenziale, (Rex Tangentialiis) si parla della essenza istessa dei Balordi Metropolitani. 43 anni il prossimo agosto 2015, personaggio dissacrante e sfrontato, dal passato ammantato di oscuro mistero, per oltre un decennio è stato l’artefice di turbative metropolitane e stradali di altissimo livello. Testimonianze che si perdono nella prima metà degli anni ’80 narrano delle sue partecipazioni ai raduni pre-prima comunione a Frascati, durante i quali sostituiva agli opuscoli religiosi dei chierichetti riviste di più immediata comprensione, quali ad esempio Le Ore e Playmen; sul finir del decennio, articoli di cronaca della terza circoscrizione (l’odierno III Municipio) riferiscono del suo sbattere violentemente e ripetutamente il cranio contro i cartelloni pubblicitari di via Michele di Lando nelle ora tardo pomeridiane, cercando a gran voce una certa “Palmira”, mentre Luca il Nudo lo riprendeva con la videocamera VHS. E’ con l’avvento degli anni ’90 che il suo indubbio carisma catalizzatore fece breccia in un manipolo di studenti sfaccendati del liceo ginnasio Giulio Cesare di Roma che, sotto la sua linea guida, furono da lui spronati a disertare le lezioni proprio nell’anno della maturità per recarsi ovunque la loro presenza recasse maggior nocumento alla comunità. E nelle giornate, invero rarissime, in cui era presente nell’edificio scolastico, si recava puntualmente da Gigi e Bruno con l’unico scopo di deridere le sue compagne di classe dicendo loro che erano “cessi, cozze e che non capivano una mazza”, additandole al pubblico ludibrio. Durante le sessioni di educazione fisica, in palestra sottraeva il pallone da basket alle scolaresche del ginnasio col quale palleggiava per ore con la sola forza del suo naso, senza che il prof. Peluso potesse fare alcunché per fermarlo. Coltissimo e latore di una preparazione culturale inarrivabile, grazie a queste non comuni doti egli fu ammesso alle esclusive partecipazioni ai convegni e alle I BALORDI METROPOLITANI - la raccolta celebrativa LA PRESENTE RACCOLTA: 1) 2) 3) NON HA PERIODICITA’ ALCUNA; NON HA ALCUN FINE DI LUCRO; PRESENTA UN ESCLUSIVO SCOPO NARRATIVO, in quanto costituita da rubriche e articoli divulgati in maniera del tutto spontanea da parte degli scriventi; nonché da narrazioni, episodi e avvenimenti realmente accaduti tra il 1990 e il 2009. riunioni intellettuali segrete nella magione del conte Gianmarco, durante le quali in realtà comunicava ai Balordi le coordinate spazio/temporali degli stessi in modo che essi potessero accorrere in massa a cagionare nocumento, fastidio e devastazioni varie. L’apice di questa sua attività informativa si ebbe nel mese di aprile 1990 quando, durante la festa in smoking in onore dell’onomastico del Conte Gianmarco, avvertì i Balordi i quali accorsero in massa e si presentarono in costume da bagno e pallone. Nel triennio 1991-1993 si rese partecipe di atteggiamenti altamente degni di nota, quali appoggiarsi in rapida successione bicchieri di plastica sulla fronte e schiacciarli con veemenza; portare la mano sinistra chiusa a pugno all’altezza della guancia e, facendole fare un movimento rotatorio, emettere strani suoni seguiti da uno sputo; emettere urla disumane nelle ore notturne nel sottopasso della stazione Termini; indossare la maglietta con il Papa che si faceva un cannone sulle scale della metro A di fronte a un gruppo di suore filippine; insultare pesantemente tre brutti ceffi su una Fiesta all’incrocio fra via G. B. Morgagni e viale Regina Elena i quali invece, rivelatisi agenti della Speciale, gli puntarono contro un fucile; esibirsi in atteggiamenti sconsiderati ed irriflessivi sulla piazza principale di Lanuvio, simulando amplessi con Luca il Nudo in occasione della festa del paese sotto gli occhi increduli di decine e decine di giovani mamme; intasare la conduttura fognaria della casa di Bruno a Velletri dopo una abbondante defecata; irridere una ragazza autodefinitasi “timida” durante una festa di compleanno svoltasi in un garage di Cisterna di Latina; ma, soprattutto, riuscire a saldare un suo debito di 10 mila lire a Bruno BEN 6 anni dopo averlo contratto, senza pagare una sola lira in più di interessi (caso unico). La sua attività di Balordo è stata tanto intensa quanto breve: un brusco stop della sua presenza in seno al gruppo avvenne già a partire dal 1994. E’ del 2004 il suo ritorno in grande stile nell’ottica dei Balordi, dopo un decennio esatto dal suo abbandono, e del 2008 il suo ritiro definitivo dalla scena, in linea con l’inevitabile declino del gruppo. Attualmente, dopo aver lasciato Roma, vive in una Villa segreta sul litorale laziale, della quale solamente pochissimi eletti sanno l’ubicazione. Quartiere di provenienza: Nomentano. REDAZIONE UNICA ED INIMITABILE (in ordine analfabetico): Giggi Playmobil – Direttore Irresponsabile, Redattore Capo, portatore sano di numerose malattie tropicali; Oreste Bazzicaluva – fornitore fotografico, di testi, rubriche, quiz, impaginatore grafico e campione rionale di arrotolamento degli spaghetti; Dolores De Panza – correttrice di bozze e abile cuoca del team.