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Il Blocco Sud - Ospedale Niguarda Ca`Granda
Inserto Speciale Il Blocco Sud NOTA: IL TRASFERIMENTO SI COMPLETRA' TRA META' LUGLIO E META' DICEMBRE In un'unica struttura le specialità ad alta intensità di cura È prevista per luglio l’apertura del Nuovo Blocco Ospedaliero. Negli anni scorsi abbiamo seguito passo dopo passo la sua costruzione, abbiamo vissuto la sua presentazione al pubblico e alle autorità, avvenuta lo scorso gennaio, ora è arrivato il momento di varcare la soglia, entrare e conoscerlo meglio dal punto di vista clinico: quali discipline avranno sede nella nuova struttura? Quali patologie saranno curate? Quale sarà la sua organizzazione e con quali vantaggi per il paziente? Alta intensità di cura. Parola d’ordine è High Care. Cosa significa? Per trovare la risposta passiamo in rassegna le discipline che si “accaseranno” nella struttura: oncologia, ematologia, tutto il dipartimento cardiologico con la cardiochirurgia, tutta l’attività dei trapianti e la chirurgia, (chirurgia generale, chirurgia toracica, chirurgia vascolare, chirurgia plastica, ortopedia, ginecologia, urologia, terapia del dolore).Tutte discipline accomunate dal fatto di essere specialità che richiedono un’ alta intensità di cura. Questa caratteristica è, infatti, alla base dell’organizzazione logistica e sanitaria per l’intero Nuovo Blocco. Tutto in un “Blocco”. Anche questo è un elemento di novità: ad eccezion fatta per il DEA, il Dipartimento dell’Emergenza e Urgenza, Niguarda ha da sempre avuto la sua unità funzionale nel padiglione, tanti, più di 30, il che ha portato ad uno sviluppo in orizzontale dell’Ospedale. Nella nuova struttura la dimensione privilegiata sarà quella verticale, concentrando in un’unica sede tutte le fasi del percorso assistenziale di cui il paziente ha bisogno: dalla visita, nel nuovo poliambulatorio, alle indagini diagnostiche, nella radiologia di ultima generazione, fino all’attività chirurgica, potenziata dall’apertura delle nuove sale operatorie, e il ricovero, nelle stanze da un unico posto letto o doppio, adeguate, così, agli standard di livello europeo. Blocco, quindi, come area autosufficiente in cui il paziente avrà a disposizione tutto ciò di cui necessita. I numeri. Il nuovo Blocco potrà contare su: * 469 posti letto complessivi * 27 postazioni di terapia intensiva * 77 ambulatori * 17 sale operatorie * 5 sale di interventistica cardiovascolare * 2 risonanze magnetiche * 2 TAC * 7 radiologie Il ricovero, per esempio, non avverrà più per aree di specialità, ma i pazienti saranno seguiti in aree suddivise sulla base dell’assistenza richiesta. In altre parole non esisterà più la degenza separata della cardiochirurgia, dell’oncologia o dell’area trapianti. Inevitabile che ciò abbia portato ad un ripensamento dell’assetto infermieristico, riadattato sia dal punto di vista della formazione che della gestione dei compiti in un’ottica di complessità assistenziale. Il medico, inoltre, non avrà più uno specifico reparto in cui visitare i “suoi pazienti”: sarà lui a muoversi andando al letto del degente in questo o quell’altro settore, secondo il livello di cura richiesto. Nuove tecnologie. Dopo “High Care” entra di diritto anche “Hi-Tech” nella lista delle parole chiave per descrivere il Nuovo Blocco, che può, infatti, contare su una tecnologia biomedica di altissimo livello. Una delle novità più rilevanti è costituita dalla sala ibrida. “Si tratta di una sala operatoria - spiega Antonio Rampoldi, Direttore della Radiologia Interventistica - in cui sono presenti apparecchiature radiologiche (un angiografo integrato con tavolo operatorio), che consentono di svolgere sia l’attività chirurgica tradizionale che quella interventistica a guida radiologica”. Alta tecnologia anche nella sala di chirurgia robotizzata: il robot è di ausilio ai chirurghi, permettendo un maggiore livello di precisione e operazioni sempre meno invasive. Inoltre gran parte delle sale operatorie saranno “integrate“, ciò significa che le apparecchiature medicali presenti saranno collegate tra di loro mediante dispositivi di controllo ambientale che consentiranno l’utilizzo di tecnologie per videoconferenza, riprese del campo operatorio in alta risoluzione con la possibilità per gli operatori di utilizzare schermi di ampie dimensioni e schermi di controllo touch screen integrati nelle pareti. “Si tratta- spiega Claudio Rossetti, Direttore del Dipartimento Tecnologie Avanzate Diagnostico Terapeutiche- di una dotazione tecnologica di ultima generazione. Penso in particolare alla sala ibrida angiografica, in cui sarà possibile effettuare interventi differenti nella stessa stazione: la stessa strumentazione potrà, così, essere utilizzata, con finalità differenti, dal cardiochirurgo, dal radiologo o dallo specialista di chirurgia toracica. Un esempio di modello integrato con ben pochi eguali nel panorama sanitario italiano”. Ci sarà, inoltre, un nuovo strumento per la “caccia” al tumore del seno: il Mammotome. “Si tratta- spiega Angelo Vanzulli, Direttore della Radiologia- di una speciale sonda che permette di asportare a scopo diagnostico le microcalcificazioni, consentendo di individuare tumori molto piccoli”. La parola agli specialisti Tumori Salvatore Siena, Direttore dell’Oncologia Falck: “Il trasferimento nel Blocco Sud rappresenta un’importante occasione per il ripensamento organizzativo dell’itinerario diagnostico e terapeutico per il paziente oncologico, il quale avrà modo di usufruire delle risorse ospedaliere in maniera ottimale: la multidisciplinarietà, da sempre nel dna di Niguarda, potrà trovare conferma nel nuovo blocco ospedaliero”. Onco-ematologia e chirurgie collegate Inserto Speciale ONCOLOGIA L’attività clinica è volta alla cura di tutti i tipi di tumore solido, e in particolare dell’apparato gastroenterico ed epatobiliare, del polmone, della mammella, dell’ovaio e dell’utero, della testa e collo, sarcomi e tumori a sede primitiva ignota. L’itinerario diagnostico-terapeutico si svolge in modo integrato con gli altri dipartimenti con équipe multidisciplinari dedicate a patologie anche non frequenti come i tumori neuroendocrini, del retto, del rinofaringe, del testicolo e germinali e del medulloblastoma (tipo di neoplasia che interessa il cervello) dell’adulto. L’Oncologia di Niguarda, inoltre, ha una consolidata esperienza nell’innovazione terapeutica attraverso la conduzione di sperimentazioni cliniche di farmaci a bersaglio molecolare e protocolli di terapia cellulare con trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Aldo Bocciardi, Direttore dell’Urologia: “Nel caso di neoplasie maligne della prostata, che richiedono l’asportazione della ghiandola, la possibilità di eseguire l’intervento con tecnica robotica è un enorme vantaggio a beneficio del paziente: il robot consente infatti una maggiore precisione, il che garantisce una più alta preservazione delle strutture contigue, e una minor invasività, assicurando tempi di recupero più brevi”. Mario Meroni, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia: “Possiamo disporre di terapie integrate e di tecniche chirurgiche nuove per la cura dei tumori al femminile. L’obiettivo è quello di consolidare il ruolo di polo di riferimento per la donna, specializzato nella chirurgia laparoscopica mini-invasiva e tecnica robotica”. Mario Ravini, Direttore Chirurgia Toracica: “La collocazione della chirurgia toracica nel dipartimento cardiotoracovascolare nel nuovo Blocco Sud, oltre che rappresentare un ritorno alle origini nella storia dell'ospedale Niguarda, favorirà l'ulteriore sviluppo di terapie complesse come il trapianto polmonare e cardiopolmonare su pazienti affetti da patologie particolarmente gravi di interesse comune cardiaco e polmonare”. EMATOLOGIA Leucemie, linfomi, mielomi e anemie, ma anche malattie emorragiche e trombotiche. Di tutto questo si occupa l’Ematologia a Niguarda, centro di riferimento per le malattie del sangue, che cura con le più avanzate terapie, accreditate sulla base delle più alte certificazioni internazionali. Questa struttura può contare, inoltre, sull’attività di un Centro Trapianti di Midollo Osseo che effettua circa 95 trapianti l’anno e su il servizio di assistenza domiciliare dedicato ai pazienti affetti da malattie onco-ematologiche in fase terminale, in fase cronica e in dimissione protetta. Enrica Morra, Direttore dell’Ematologia: “Il paziente con neoplasie ematologiche (leucemie, linfomi, mielomi) verrà assegnato nello stesso settore a posti letto con caratteristiche diverse, sia ambientali che assistenziali, in rapporto alla fase della malattia e alla intensità della terapia di eradicazione del tumore. Si tratta di ambienti protetti dal rischio di infezioni, che utilizzano aria filtrata a pressione positiva, con un numero crescente di ricambi d'aria in rapporto al grado di difetto immunitario indotto dal trattamento: dalla terapia d'attacco iniziale alle terapie molto più forti e debilitanti in corso di trapianto di midollo”. Trapianti L’Ospedale ha iniziato, tra i primi in Italia, nel 1972, un programma di trapianti di rene da donatore cadavere e vivente, proseguendo nel 1992 con il trapianto di pancreas e il trapianto combinato reno-pancreatico. Il primo trapianto di fegato da vivente in Italia è stato eseguito qui a Niguarda nel 2001. A fine 2008 il numero dei trapianti di fegato, realizzati dal nostro Ospedale, ha toccato quota mille; il centro, sempre nell’ambito del trapianto epatico, è, inoltre, leader nell’attività di “split-liver” da donatore cadavere (tecnica prevede che il fegato di un donatore venga diviso in due parti per andare in contro alle necessità di due riceventi). CHIRURGIA Operare attraverso incisioni minime se non addirittura invisibili: questo l’obiettivo della chirurgia mini-invasiva, tecnica che negli ultimi 20 anni ha avuto un forte sviluppo, riscontrando un impiego sempre maggiore a tutto beneficio dei pazienti. Qui a Niguarda questo tipo di approccio è sempre stato di casa. In oltre quattro anni di utilizzo sono stati più di 160 gli interventi condotti con il robot-chirurgico Da Vinci. L’obiettivo è quello di intensificarne l’applicazione, grazie alla nuova sala di chirurgia robotica dedicata. Raffaele Pugliese Direttore del Dipartimento Chirurgico Polispecialistico Dario Capitani Direttore Ortopedia e Traumatologia Greco Dalila Patrizia Direttore Day Surger Centralizzata Giovambattista Pinzello Direttore Epatologia e Gastroenterologia Rondinara Gianfranco Direttore Week surgery Alfredo Rossi, Direttore Endoscopia Digestiva e Interventistica Andrea De Gasperi, Direttore del Dipartimento Trapianti: “Il nuovo e moderno blocco operatorio, la recovery room, un ambiente dedicato al controllo dei pazienti nel primissimo periodo successivo agli interventi chirurgici e l’aumento dei letti della Terapia Intensiva sono fattori che possono modificare profondamente la organizzazione della attività chirurgica e rivelarsi fondamentali per andare incontro alle esigenze del paziente”. Luciano De Carlis, Direttore Chirurgia Generale 2 e dei Trapianti: “L’aumentata disponibilità di sale operatorie consentirà di intensificare l’attività dei trapianti addominali, che già, attualmente, attestano Niguarda nelle prime posizioni per casistica a livello regionale e nazionale”. Cosimo Sansalone Responsabile Trapianti di Rene-Pancreas La parola agli specialisti Cardiologia e Cardiochirurgia Francesco Mauri, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare: “Nel Blocco Sud la degenza, le camere operatorie e l’emodinamica saranno su unico piano, favorendo la possibilità di comunicazione e l’interazione tra gli specialisti. L’ammodernamento tecnologico consentirà importanti facilitazioni. Ad esempio il nuovo sistema di monitoraggio integrato permetterà di seguire in real-time e di registrate automaticamente gli elettrocardiogrammi nelle terapie intensive e nella maggior parte dei letti della degenza”. Maria Frigerio Silvio Klugmann Direttore Direttore Cardiologia2 Cardiologia1 Insufficienza cardiaca Emodinamica e trapianti Assistenza infermieristica Il modello di cura porterà ad una nuova riconfigurazione organizzativa, basata sui livelli di intensità assistenziale. Un assetto nuovo, all’avanguardia nel panorama sanitario italiano ed internazionale. Maurizio Lunati Direttore Cardiologia3 Elettrofisiologia Aldo Sachero Direttore Cardiologia 5 Ambulatoriale Maurizio Puttini Direttore Chirurgia Vascolare Giovanna Bollini, Direttore Direzione Infermieristica: “Con questa nuova organizzazione il Coordinatore Infermieristico, oltre alle competenze proprie, verrà investito della gestione del percorso clinico-assistenziale del malato con criteri correlati all’intensità assistenziali. Il Coordinatore è coadiuvato dall’Infermiere Case Manager, figura professionale inserita già da diversi anni a Niguarda”. Curiosità Signor Rossi, il pranzo è servito I nuovi sportelli Tartarughe veloci per il trasporto Con l'apertura del Blocco Sud i pasti, per tutto l'Ospedale, saranno confezionati nella cucina centralizzata del Polo Logistico e distribuiti in tutti i reparti con vassoi personalizzati per ogni degente. Il paziente potrà esprimere la propria preferenza scegliendo tra 3 menù diversi; il pasto arriverà quindi in reparto già porzionato attraverso le “tartarughe” automatizzate. Migliore qualità, pasti più caldi, maggiore igiene e sicurezza, per un’alimentazione più vicina alle proprie abitudini. Sono 28 e avranno una colorazione differente a seconda che si debba prenotare una visita ambulatoriale, una prestazione in regime di day hospital o procedere con un ricovero. Sono i nuovi sportelli per l’accettazione e prenotazione che avranno sede nella grande hall al piano terra del Blocco Sud. Orari d'apertura: dal lunedi al venerdi, dalle 7.30 alle 19.30; il sabato dalle 7.30 alle 13.30. Si chiamano “tartarughe“ ma a dispetto del nome che portano sono veloci ed ecologiche; stiamo parlando di grandi carrelli che trasporteranno pesi di oltre 300 kg per il vitto, i rifiuti speciali e urbani ma anche la biancheria e i farmaci: viaggeranno nei 2,2 km di sotterranei (nella foto), dal polo logistico, sede dei magazzini, verso i reparti dei poli DEA, Blocco Sud e verso i laboratori. Le altre reti di trasporto sono la posta pneumatica (per sacche di sangue, analisi urgenti e piccole confezioni di farmaci) e il trasporto leggero (per provette, vacutainer e oggetti di piccole dimensioni mediante valigette sospese a monorotaia). Inserto Speciale Il Dipartimento Cardiologico di Niguarda ha dato vita alla moderna cardiologia italiana. Gli standard qualitativi, frutto di una consolidata tradizione, sono elevatissimi in tutti i settori dell’attività clinica e chirurgica. Eccellenze di assoluto valore, unanimemente riconosciute, sono quelle che riguardano la chirurgia delle malattie valvolari, il trattamento della malattia coronarica, delle cardiopatie congenite complesse, l’approccio multidisciplinare dei pazienti a rischio operatorio molto elevato e il trattamento endovascolare degli aneurismi aortici. Nel 2009, con 38 interventi realizzati, Niguarda è stata la cardiochirurgia che ha effettuato il maggior numero di trapianti cardiaci. Luigi Martinelli, Direttore della Cardiochirurgia: “L’apertura del nuovo blocco è un’opportunità molto importante. L’ammodernamento tecnologico eleverà la nostra cardiochirurgia al livello dei centri più avanzanti d’Europa. In particolare la sala ibrida permetterà una più stretta collaborazione con i colleghi dell’emodinamica, consentendo interventi a ridotta invasività per quanto riguarda la chirurgia valvolare, i by-pass e l’impianto di endoprotesi aortiche”. Arte E’ l’alba per il raggio di sole L Inserto Speciale o scorso 25 marzo in occasione della venuta di Sua Eminenza il Cardinale Dionigi Tettamanzi per la lectio magistralis sul tema “cura e speranza” c’è stata la presentazione al pubblico dell’opera “Raggio di Sole” del Maestro Sergio Alberti, vincitore del concorso artistico per i 70 anni dell’Ospedale. La presentazione dell’opera, collocata nella hall del Blocco Sud, è stata affidata ad un nostro ex primario Enrico Magliano: un medico cha da sempre ha avuto la “malattia dell’arte”. Tema del suo intervento la storia dell’arte di Niguarda, dalle origini al “Raggio di Sole” eccone il contenuto: Foto 1 Foto 2 “Raggio di Sole”, l’opera Immagine metaforica del sole in acciaio satinato e di un raggio trasversale in ottone lucidato. Si rappresenta nell’opera il ciclo del sole esaltandolo in quanto evento vitale perennemente attivo. Attraverso questi elementi si riflette sugli aspetti della sofferenza e della guarigione in una prospettiva di speranza confortata da un penetrante ideale raggio luminoso. LA CITTÀ DELL’ARTE VIVE L’Ospedale di Niguarda idealmente erede di una tradizione “ospitale” nata a Milano nel 878 quando Dateo, presbitero arciprete della cattedrale di S. Salvatore fece edificare il primo Brefotrofio, è soprattutto una filiazione diretta dell’Ospedale Maggiore di Milano “Magna Domus Hospitalis” “Spedale della Nunciata” più noto come “Ca’ Granda”, commissionata nel 1456 da Francesco Sforza al Filarete. Questa continuità si riconosce nella realizzazione di opere d’arte commemorative, di tema religioso che sottolineano ancor oggi il legame del passato con l’attuale Ospedale di Niguarda. In tal senso nel 1938 erano stati commissionati a due tra i più importanti scultori del secolo, i gruppi marmorei che troneggiano all’ingresso dell’Ospedale. A sinistra un capolavoro di Arturo Martini che mostra i benefattori Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti che presentano al Papa Pio II Piccolomini il bozzetto della erigenda “Ca’ Granda” (foto1); a destra, una splendida realizzazione di Francesco Messina nella quale San Carlo Borromeo porta la Bolla del perdono ai Deputati Ospedalieri (foto2). Le due sculture, oltre ad essere celebrative nel ricordare Francesco Sforza, munifico mecenate, e San Carlo Borromeo, il più grande benefattore della “Ca’ Granda”, veicolano nel tempo il messaggio della carità materiale (la donazione dell’edificio) e della carità spiriturale (la pìetas rappresentata dalla Bolla del Perdono). > Intervista 181 progetti presentati e alla fine ha vinto Sergio Alberti. Perché secondo lei il suo “Raggio di Sole” è stata scelta come l’opera che meglio ha interpretato il tema “cura e speranza”? Io mi auguro per una ragione che riguarda il simbolo che è stato adottato. Il tema riguardante la cura e la speranza mi ha sollecitato un simbolo molto forte e molto spontaneo come quello del raggio di sole. È stata la prima idea e non l’ho più mollata. Ho pensato che il soggetto fosse la cosa più importante in questa avventura plastica e che il sole come referente come archetipo fosse un simbolo adatto tanto alla cura quanto alla speranza. Mi fa piacere che anche la commissione abbia inseguito quel percorso sia mentale e anche poetico che io ho scelto. La sua opera è qui ha Niguarda come quella di uno dei suoi maestri Francesco Messina. Sembra quasi un passaggio di consegne, che cosa si prova? Francesco Messina è stato il mio grande maestro, anche se poi io ho risentito molto di un altro grande autore come Marino Marini. Grande influenza ha avuto sulla mia formazione anche Arturo Martini, tutti grandi autori che hanno contribuito ad arricchire il patrimonio artistico di Niguarda. L’artista Sergio Alberti nasce a Pavia nel 1944 e si forma in ambito milanese dove all’Accademia di Brera è allievo di Francesco Messina, con cui sviluppa un fondamentale rapporto di esperienze. In seguito viene sollecitato in modo particolare dagli insegnamenti di Marino Marini, che gli suggerisce un’indagine plastica più aperta a nuovi contenuti. Inizia l’attività espositiva nel 1964, anno in cui ancora studente all’Accademia viene selezionato al Premio nazionale “Rancati” presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano. Il salotto con l'artista: a sinistra Sergio Alberti, a destra Enrico Magliano I milioni di persone che hanno varcato l’ingresso negli ultimi 70 anni, verosimilmente non conoscevano Martini e Messina, ciònonostante hanno tratto inconsapevolmente conforto dalla visione delle opere che conferiscono al luogo una suggestiva autorità storica garante anche del presente. Tra le opere della facciata ricordiamo un bassorilievo di Franco Lombardi, “Ave Gratia Plena”, che rappresenta un’Annunciazione, tema ripreso nella chiesa centrale di Niguarda dedicata all’Annunciata in una celebre vetrata di Mario Sironi, un vetro cattedrale tra i più belli dell’arte moderna mondiale. Ed ecco Niguarda, la “Città dell’Arte”, come la definì il critico V. Costantini già nel 1940, per la sua ricchezza di contributi di numerosi altri famosi artisti come Carpi, Salietti, Marussig, Monti, Bucci, De Grada ecc... Se in Italia vi sono Ospedali con celebri opere d’arte del passato, basti pensare a Firenze, Siena, Pavia, Padova e molti altri, certamente Niguarda può essere Devo dire che con Francesco Messina avevo un feeling particolare: io ero uno dei suoi allievi prediletti e lui mi ha consegnato le chiavi del procedere in scultura, anche se poi mi sono distaccato dal suo stile, io, infatti, appartengo ad un’altra generazione e ho necessariamente esplorato altre vie stilistiche partendo però dalle linee classiche della scultura. E il mio “Raggio di Sole” è un risultato che avviene per sintesi lavorando sul piano plastico in senso storico fino ad arrivare alla primordialità della forma, che è il simbolo. considerata la “Città dell’Arte Moderna” continuamente arricchita da nuovi capolavori come la recente acquisizione dell’opera di Sergio Alberti “Raggio di Sole” vincitore del Concorso artistico Nazionale “Cura e Speranza” in occasione del 70° anniversario della fondazione del nostro Ospedale e collocata all’interno del nuovo blocco Ospedaliero e l’installazione permanente di recente posizionata nell’atrio del Centro Prelievi “L’albero rovesciato”, opera di Marica Moro. Ed infine ricordiamo il MAPP (Museo dell’Arte Paolo Pini), una realizzazione riconosciuta museo civico a tutti gli effetti per le importanti opere realizzate da artisti contemporanei sui muri dell’ospedale Paolo Pini. Questi artisti negli anni hanno anche lavorato a quattro mani con i pazienti affetti da disagi psichici, realizzando opere che oggi vengono anche esposte in spazi pubblici ufficiali dell’arte contemporanea. Enrico Magliano Il Maestro Sergio Alberti e il suo Raggio di Sole Ospedali efficienti che siano anche belli, secondo lei è un valore aggiunto di quale importanza? Ma io credo che la scultura abbia la funzione del segnale per cui se l’opera d’arte è riuscita dal punto di vista estetico e poetico, necessariamente si propone come simbolo di quel luogo, di quel contesto, avvalorandolo. E qui il contesto, vedendo questa immensa hall, è di quelli monumentali… Si, si tratta di un contesto molto importante e molto ospitale, ma soprattutto invitante per un artista visto che è ancora in fieri. La sua opera non è relegata agli spazi tipici dell’arte, una galleria, un’ esposizione, ma è nel cuore di una cattedrale della salute. Qual è secondo lei il valore dell’arte pubblica? Un valore molto importante che l’arte ha sempre avuto nel corso dei secoli. In particolar modo la scultura ha sempre avuto la funzione di monumentalizzare dei luoghi. È soltanto nell’ ‘800 quando la scultura ha iniziato ad essere scambio collezionistico e commerciale che ha battuto strade diverse. Ma nei secoli scorsi l’opera ha sempre avuto la funzione di dialogare con gli ambienti. Un esempio molto chiaro è l’arte rinascimentale: lo scultore con le sue opere dialogava con il contesto architettonico, dando risultati che sarebbero auspicabili oggi, nel caos in cui ci si ritrova. Complimenti al Maestro Sergio Alberti, vincitore del concorso artistico “Cura e Speranza”e grazie per averci aiutato a comprendere meglio il suo “Raggio di Sole”. Grazie Un ringraziamento speciale ad Eugenio Cremascoli per aver finanziato e reso possibile l’installazione de “Il Raggio di Sole”.