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Il Blocco Sud - Ospedale Niguarda Ca`Granda

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Il Blocco Sud - Ospedale Niguarda Ca`Granda
Inserto Speciale
Il Blocco Sud
NOTA: IL TRASFERIMENTO
SI COMPLETRA' TRA META' LUGLIO
E META' DICEMBRE
In un'unica struttura le specialità ad alta intensità di cura
È
prevista per luglio l’apertura del
Nuovo Blocco Ospedaliero.
Negli anni scorsi abbiamo seguito passo dopo passo la sua costruzione, abbiamo vissuto la sua
presentazione al pubblico e alle autorità,
avvenuta lo scorso gennaio, ora è arrivato
il momento di varcare la soglia, entrare e
conoscerlo meglio dal punto di vista clinico: quali discipline avranno sede nella
nuova struttura? Quali patologie saranno
curate? Quale sarà la sua organizzazione
e con quali vantaggi per il paziente?
Alta intensità di cura.
Parola d’ordine è High Care. Cosa significa? Per trovare la risposta passiamo in rassegna le discipline che si “accaseranno”
nella struttura: oncologia, ematologia, tutto il dipartimento
cardiologico con la cardiochirurgia, tutta l’attività dei trapianti e la chirurgia, (chirurgia generale, chirurgia toracica,
chirurgia vascolare, chirurgia plastica, ortopedia, ginecologia, urologia, terapia del dolore).Tutte discipline accomunate
dal fatto di essere specialità che richiedono un’ alta intensità di
cura. Questa caratteristica è, infatti, alla base dell’organizzazione logistica e sanitaria per l’intero Nuovo Blocco.
Tutto in un “Blocco”.
Anche questo è un elemento di novità: ad eccezion fatta per il DEA, il
Dipartimento dell’Emergenza e Urgenza, Niguarda ha da sempre avuto
la sua unità funzionale nel padiglione, tanti, più di 30, il che ha portato
ad uno sviluppo in orizzontale dell’Ospedale. Nella nuova struttura la dimensione privilegiata sarà quella verticale, concentrando in un’unica
sede tutte le fasi del percorso assistenziale di cui il paziente ha bisogno: dalla visita, nel nuovo poliambulatorio, alle indagini diagnostiche,
nella radiologia di ultima generazione, fino all’attività chirurgica, potenziata dall’apertura delle nuove sale operatorie, e il ricovero, nelle
stanze da un unico posto letto o doppio, adeguate, così, agli standard di
livello europeo. Blocco, quindi, come area autosufficiente in cui il paziente avrà a disposizione tutto ciò di cui necessita.
I numeri.
Il nuovo Blocco potrà contare su:
* 469 posti letto complessivi
* 27 postazioni di terapia
intensiva
* 77 ambulatori
* 17 sale operatorie
* 5 sale di interventistica
cardiovascolare
* 2 risonanze magnetiche
* 2 TAC
* 7 radiologie
Il ricovero, per esempio, non avverrà più per aree di specialità,
ma i pazienti saranno seguiti in aree suddivise sulla base dell’assistenza richiesta. In altre parole non esisterà più la degenza
separata della cardiochirurgia, dell’oncologia o dell’area trapianti. Inevitabile che ciò abbia portato ad un ripensamento
dell’assetto infermieristico, riadattato sia dal punto di vista
della formazione che della gestione dei compiti in un’ottica di
complessità assistenziale. Il medico, inoltre, non avrà più uno
specifico reparto in cui visitare i “suoi pazienti”: sarà lui a muoversi andando al letto del degente in questo o quell’altro settore,
secondo il livello di cura richiesto.
Nuove
tecnologie.
Dopo “High Care” entra di
diritto anche “Hi-Tech”
nella lista delle parole chiave
per descrivere il Nuovo
Blocco, che può, infatti, contare su una tecnologia biomedica di altissimo livello.
Una delle novità più rilevanti
è costituita dalla sala ibrida.
“Si tratta di una sala operatoria - spiega Antonio Rampoldi, Direttore della Radiologia Interventistica - in cui sono
presenti apparecchiature radiologiche (un angiografo integrato con tavolo operatorio),
che consentono di svolgere sia l’attività chirurgica tradizionale che quella interventistica a guida radiologica”. Alta tecnologia anche nella sala di chirurgia robotizzata: il
robot è di ausilio ai chirurghi, permettendo un maggiore livello di precisione e operazioni sempre meno invasive. Inoltre gran parte delle sale operatorie saranno “integrate“,
ciò significa che le apparecchiature medicali presenti saranno collegate tra di loro mediante dispositivi di controllo ambientale che consentiranno l’utilizzo di tecnologie per
videoconferenza, riprese del campo operatorio in alta risoluzione con la possibilità per gli
operatori di utilizzare schermi di ampie dimensioni e schermi di controllo touch screen
integrati nelle pareti.
“Si tratta- spiega Claudio Rossetti, Direttore del Dipartimento Tecnologie Avanzate Diagnostico Terapeutiche- di una dotazione tecnologica di ultima generazione. Penso in particolare alla sala ibrida angiografica, in cui sarà possibile effettuare interventi differenti
nella stessa stazione: la stessa strumentazione potrà, così, essere utilizzata, con finalità
differenti, dal cardiochirurgo, dal radiologo o dallo specialista di chirurgia toracica. Un
esempio di modello integrato con ben pochi eguali nel panorama sanitario italiano”.
Ci sarà, inoltre, un nuovo strumento per la “caccia” al tumore del seno: il Mammotome. “Si tratta- spiega Angelo Vanzulli, Direttore della Radiologia- di una
speciale sonda che permette di asportare a scopo diagnostico le microcalcificazioni, consentendo di individuare tumori molto piccoli”.
La parola agli specialisti
Tumori
Salvatore Siena, Direttore dell’Oncologia Falck: “Il trasferimento nel Blocco
Sud rappresenta un’importante occasione per il ripensamento organizzativo
dell’itinerario diagnostico e terapeutico per il paziente oncologico, il quale
avrà modo di usufruire delle risorse ospedaliere in maniera ottimale: la multidisciplinarietà, da sempre nel dna di Niguarda, potrà trovare conferma nel
nuovo blocco ospedaliero”.
Onco-ematologia e chirurgie collegate
Inserto Speciale
ONCOLOGIA
L’attività clinica è
volta alla cura di tutti i
tipi di tumore solido,
e in particolare dell’apparato gastroenterico ed epatobiliare,
del polmone, della
mammella, dell’ovaio
e dell’utero, della testa
e collo, sarcomi e tumori a sede primitiva ignota. L’itinerario diagnostico-terapeutico si svolge in modo integrato con gli altri dipartimenti con équipe
multidisciplinari dedicate a patologie anche non frequenti come i tumori neuroendocrini, del retto, del rinofaringe, del testicolo e germinali e del
medulloblastoma (tipo di neoplasia che interessa il cervello) dell’adulto. L’Oncologia di Niguarda, inoltre, ha
una consolidata esperienza nell’innovazione terapeutica
attraverso la conduzione di sperimentazioni cliniche di
farmaci a bersaglio molecolare e protocolli di terapia cellulare con trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
Aldo Bocciardi, Direttore dell’Urologia: “Nel caso di
neoplasie maligne della prostata, che richiedono
l’asportazione della ghiandola, la possibilità di eseguire l’intervento con tecnica robotica è un enorme vantaggio a beneficio del paziente: il robot consente infatti una maggiore precisione, il che garantisce
una più alta preservazione delle strutture contigue, e una
minor invasività, assicurando tempi di recupero più
brevi”.
Mario Meroni, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia: “Possiamo disporre
di terapie integrate e di tecniche chirurgiche nuove per la cura dei tumori al
femminile. L’obiettivo è quello di consolidare il ruolo di
polo di riferimento per la donna, specializzato nella chirurgia laparoscopica mini-invasiva e tecnica robotica”.
Mario Ravini, Direttore Chirurgia Toracica: “La collocazione della chirurgia toracica nel dipartimento cardiotoracovascolare nel nuovo Blocco Sud,
oltre che rappresentare un ritorno alle origini nella storia dell'ospedale Niguarda, favorirà l'ulteriore sviluppo di terapie complesse come il trapianto
polmonare e cardiopolmonare su pazienti affetti da patologie particolarmente gravi di interesse comune cardiaco e polmonare”.
EMATOLOGIA
Leucemie, linfomi, mielomi e anemie, ma anche
malattie emorragiche e
trombotiche. Di tutto
questo si occupa l’Ematologia a Niguarda, centro
di riferimento per le malattie del sangue, che cura con le più
avanzate terapie, accreditate sulla base delle più alte certificazioni internazionali. Questa struttura può contare, inoltre, sull’attività di un Centro Trapianti di Midollo Osseo che effettua
circa 95 trapianti l’anno e su il servizio di assistenza domiciliare dedicato ai pazienti affetti da malattie onco-ematologiche
in fase terminale, in fase cronica e in dimissione protetta.
Enrica Morra, Direttore dell’Ematologia: “Il
paziente con neoplasie
ematologiche (leucemie,
linfomi, mielomi) verrà
assegnato nello stesso
settore a posti letto con
caratteristiche diverse,
sia ambientali che assistenziali, in rapporto
alla fase della malattia e alla intensità della terapia di eradicazione del tumore. Si tratta di ambienti protetti dal rischio di infezioni, che utilizzano aria filtrata a pressione
positiva, con un numero crescente di ricambi d'aria in rapporto al grado di difetto immunitario indotto dal trattamento: dalla terapia d'attacco iniziale alle terapie molto
più forti e debilitanti in corso di trapianto di midollo”.
Trapianti
L’Ospedale ha iniziato, tra i primi in Italia, nel 1972, un programma di trapianti di rene da donatore cadavere e vivente, proseguendo nel 1992 con il trapianto di pancreas e il trapianto
combinato reno-pancreatico.
Il primo trapianto di fegato da vivente in Italia è stato eseguito qui
a Niguarda nel 2001. A fine 2008 il numero dei trapianti di fegato,
realizzati dal nostro Ospedale, ha toccato quota mille; il centro,
sempre nell’ambito del trapianto epatico, è, inoltre, leader nell’attività di “split-liver” da donatore cadavere (tecnica prevede che
il fegato di un donatore venga diviso in due parti per andare in contro alle necessità di due riceventi).
CHIRURGIA
Operare attraverso incisioni minime se non addirittura invisibili: questo l’obiettivo della
chirurgia mini-invasiva, tecnica che negli ultimi 20 anni ha avuto un forte sviluppo, riscontrando un impiego sempre maggiore a tutto beneficio dei pazienti. Qui a Niguarda
questo tipo di approccio è sempre stato di casa. In oltre quattro anni di utilizzo sono stati
più di 160 gli interventi condotti con il robot-chirurgico Da Vinci. L’obiettivo è quello di
intensificarne l’applicazione, grazie alla nuova sala di chirurgia robotica dedicata.
Raffaele
Pugliese
Direttore
del Dipartimento
Chirurgico
Polispecialistico
Dario
Capitani
Direttore
Ortopedia
e Traumatologia
Greco
Dalila
Patrizia
Direttore
Day Surger
Centralizzata
Giovambattista
Pinzello
Direttore
Epatologia e
Gastroenterologia
Rondinara
Gianfranco
Direttore
Week surgery
Alfredo Rossi,
Direttore
Endoscopia
Digestiva
e Interventistica
Andrea De Gasperi, Direttore del Dipartimento Trapianti: “Il nuovo e moderno blocco
operatorio, la recovery room, un ambiente dedicato al controllo dei pazienti nel primissimo periodo successivo agli interventi chirurgici e l’aumento dei letti della Terapia
Intensiva sono fattori che possono modificare profondamente la organizzazione della attività chirurgica e rivelarsi
fondamentali per andare incontro alle esigenze del paziente”.
Luciano De Carlis, Direttore
Chirurgia Generale 2 e dei
Trapianti: “L’aumentata disponibilità di sale operatorie
consentirà di intensificare
l’attività dei trapianti addominali, che già, attualmente, attestano Niguarda nelle prime
posizioni per casistica a livello regionale e nazionale”.
Cosimo Sansalone
Responsabile Trapianti di Rene-Pancreas
La parola agli specialisti
Cardiologia
e Cardiochirurgia
Francesco Mauri, Direttore del Dipartimento
Cardiovascolare: “Nel Blocco Sud la degenza,
le camere operatorie e l’emodinamica saranno su unico piano, favorendo la possibilità
di comunicazione e l’interazione tra gli specialisti. L’ammodernamento tecnologico consentirà importanti facilitazioni. Ad esempio il
nuovo sistema di monitoraggio integrato permetterà di seguire in real-time e di registrate
automaticamente gli elettrocardiogrammi
nelle terapie intensive e nella maggior parte
dei letti della degenza”.
Maria Frigerio
Silvio Klugmann
Direttore
Direttore Cardiologia2
Cardiologia1
Insufficienza cardiaca
Emodinamica
e trapianti
Assistenza infermieristica
Il modello di cura
porterà ad
una
nuova riconfigurazione organizzativa,
basata sui livelli di
intensità assistenziale. Un assetto
nuovo, all’avanguardia nel panorama sanitario italiano ed
internazionale.
Maurizio Lunati
Direttore
Cardiologia3
Elettrofisiologia
Aldo Sachero
Direttore
Cardiologia 5
Ambulatoriale
Maurizio Puttini
Direttore
Chirurgia
Vascolare
Giovanna Bollini, Direttore Direzione Infermieristica: “Con questa
nuova organizzazione il Coordinatore Infermieristico, oltre alle competenze proprie, verrà investito della
gestione del percorso clinico-assistenziale del malato con criteri correlati all’intensità assistenziali. Il
Coordinatore è coadiuvato dall’Infermiere Case Manager, figura professionale inserita già da diversi
anni a Niguarda”.
Curiosità
Signor Rossi, il pranzo è servito
I nuovi sportelli
Tartarughe veloci per il trasporto
Con l'apertura del Blocco Sud i pasti, per tutto
l'Ospedale, saranno confezionati nella cucina centralizzata del Polo Logistico e distribuiti in tutti i
reparti con vassoi personalizzati per ogni degente.
Il paziente potrà esprimere la propria preferenza
scegliendo tra 3 menù diversi; il pasto arriverà
quindi in reparto già porzionato attraverso le “tartarughe” automatizzate. Migliore qualità, pasti
più caldi, maggiore igiene e sicurezza, per un’alimentazione più vicina alle proprie abitudini.
Sono 28 e avranno una colorazione differente a seconda che si debba prenotare una
visita ambulatoriale, una prestazione in regime di day hospital o procedere con un ricovero. Sono i nuovi sportelli per
l’accettazione e prenotazione che avranno
sede nella grande hall al piano terra del
Blocco Sud. Orari d'apertura: dal lunedi al
venerdi, dalle 7.30 alle 19.30; il sabato
dalle 7.30 alle 13.30.
Si chiamano “tartarughe“ ma a dispetto del nome
che portano sono veloci ed ecologiche; stiamo parlando di grandi carrelli che trasporteranno pesi di
oltre 300 kg per il vitto, i rifiuti speciali e urbani ma
anche la biancheria e i farmaci: viaggeranno nei 2,2
km di sotterranei (nella foto), dal polo logistico,
sede dei magazzini, verso i reparti dei poli DEA,
Blocco Sud e verso i laboratori. Le altre reti di trasporto sono la posta pneumatica (per sacche di
sangue, analisi urgenti e piccole confezioni di farmaci) e il trasporto leggero (per provette, vacutainer e oggetti di piccole dimensioni mediante
valigette sospese a monorotaia).
Inserto Speciale
Il Dipartimento Cardiologico di Niguarda ha dato vita alla moderna cardiologia italiana. Gli standard qualitativi, frutto di una consolidata tradizione, sono elevatissimi in tutti
i settori dell’attività clinica e chirurgica. Eccellenze di assoluto valore, unanimemente riconosciute, sono quelle che riguardano la chirurgia delle malattie valvolari, il trattamento della malattia coronarica, delle cardiopatie congenite complesse, l’approccio
multidisciplinare dei pazienti a rischio operatorio molto elevato e il trattamento endovascolare degli aneurismi aortici. Nel 2009, con 38 interventi realizzati, Niguarda è stata
la cardiochirurgia che ha effettuato il maggior
numero di trapianti cardiaci.
Luigi Martinelli, Direttore della Cardiochirurgia: “L’apertura del nuovo
blocco è un’opportunità molto importante. L’ammodernamento tecnologico
eleverà
la
nostra
cardiochirurgia al livello dei centri
più avanzanti d’Europa. In particolare la sala ibrida permetterà una più
stretta collaborazione con i colleghi
dell’emodinamica, consentendo interventi a ridotta invasività per
quanto riguarda la chirurgia valvolare, i by-pass e l’impianto di endoprotesi aortiche”.
Arte
E’ l’alba per il raggio di sole
L
Inserto Speciale
o scorso 25 marzo in occasione
della venuta di Sua Eminenza il
Cardinale Dionigi Tettamanzi per
la lectio magistralis sul tema “cura e speranza” c’è stata la presentazione al pubblico dell’opera “Raggio di Sole” del
Maestro Sergio Alberti, vincitore del
concorso artistico per i 70 anni dell’Ospedale. La presentazione dell’opera,
collocata nella hall del Blocco Sud, è stata
affidata ad un nostro ex primario Enrico
Magliano: un medico cha da sempre ha
avuto la “malattia dell’arte”. Tema del suo
intervento la storia dell’arte di Niguarda,
dalle origini al “Raggio di Sole” eccone
il contenuto:
Foto 1
Foto 2
“Raggio di Sole”,
l’opera
Immagine metaforica del sole in acciaio satinato e di un raggio trasversale in ottone lucidato.
Si rappresenta nell’opera il ciclo del
sole esaltandolo in quanto evento
vitale perennemente attivo.
Attraverso questi elementi si riflette
sugli aspetti della sofferenza e della
guarigione in una prospettiva di
speranza confortata da un penetrante ideale raggio luminoso.
LA CITTÀ DELL’ARTE VIVE
L’Ospedale di Niguarda idealmente erede
di una tradizione “ospitale” nata a Milano nel 878 quando Dateo, presbitero
arciprete della cattedrale di S. Salvatore
fece edificare il primo Brefotrofio, è soprattutto una filiazione diretta dell’Ospedale Maggiore di Milano “Magna
Domus Hospitalis” “Spedale della Nunciata” più noto come “Ca’ Granda”,
commissionata nel 1456 da Francesco
Sforza al Filarete.
Questa continuità si riconosce nella realizzazione di opere d’arte commemorative, di tema religioso che sottolineano
ancor oggi il legame del passato con l’attuale Ospedale di Niguarda. In tal senso
nel 1938 erano stati commissionati a due
tra i più importanti scultori del secolo, i
gruppi marmorei che troneggiano all’ingresso dell’Ospedale.
A sinistra un capolavoro di Arturo Martini che mostra i benefattori Francesco
Sforza e Bianca Maria Visconti che presentano al Papa Pio II Piccolomini il bozzetto della erigenda “Ca’ Granda”
(foto1); a destra, una splendida realizzazione di Francesco Messina nella quale
San Carlo Borromeo porta la Bolla del
perdono ai Deputati Ospedalieri (foto2).
Le due sculture, oltre ad essere celebrative nel ricordare Francesco Sforza, munifico mecenate, e San Carlo Borromeo,
il più grande benefattore della “Ca’
Granda”, veicolano nel tempo il messaggio della carità materiale (la donazione
dell’edificio) e della carità spiriturale (la
pìetas rappresentata dalla Bolla del Perdono).
> Intervista
181 progetti presentati e alla fine ha
vinto Sergio Alberti. Perché secondo lei
il suo “Raggio di Sole” è stata scelta
come l’opera che meglio ha interpretato
il tema “cura e speranza”?
Io mi auguro per una ragione che riguarda
il simbolo che è stato adottato. Il tema riguardante la cura e la speranza mi ha sollecitato un simbolo molto forte e molto
spontaneo come quello del raggio di sole.
È stata la prima idea e non l’ho più mollata. Ho pensato che il soggetto fosse la
cosa più importante in questa avventura
plastica e che il sole come referente come
archetipo fosse un simbolo adatto tanto
alla cura quanto alla speranza. Mi fa piacere che anche la commissione abbia inseguito quel percorso sia mentale e anche
poetico che io ho scelto.
La sua opera è qui ha Niguarda come
quella di uno dei suoi maestri Francesco
Messina. Sembra quasi un passaggio di
consegne, che cosa si prova?
Francesco Messina è stato il mio grande
maestro, anche se poi io ho risentito molto
di un altro grande autore come Marino
Marini. Grande influenza ha avuto sulla
mia formazione anche Arturo Martini, tutti
grandi autori che hanno contribuito ad arricchire il patrimonio artistico di Niguarda.
L’artista
Sergio Alberti nasce a Pavia nel 1944 e si forma in ambito milanese dove all’Accademia di Brera è allievo di Francesco Messina, con cui sviluppa un
fondamentale rapporto di esperienze. In seguito viene sollecitato in modo
particolare dagli insegnamenti di Marino Marini, che gli suggerisce un’indagine plastica più aperta a nuovi contenuti. Inizia l’attività espositiva nel
1964, anno in cui ancora studente all’Accademia viene selezionato al Premio
nazionale “Rancati” presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Il salotto con l'artista: a sinistra Sergio Alberti, a destra Enrico Magliano
I milioni di persone che hanno varcato
l’ingresso negli ultimi 70 anni, verosimilmente non conoscevano Martini e
Messina, ciònonostante hanno tratto inconsapevolmente conforto dalla visione
delle opere che conferiscono al luogo
una suggestiva autorità storica garante
anche del presente.
Tra le opere della facciata ricordiamo
un bassorilievo di Franco Lombardi,
“Ave Gratia Plena”, che rappresenta
un’Annunciazione, tema ripreso nella
chiesa centrale di Niguarda dedicata all’Annunciata in una celebre vetrata di
Mario Sironi, un vetro cattedrale tra i
più belli dell’arte moderna mondiale.
Ed ecco Niguarda, la “Città dell’Arte”,
come la definì il critico V. Costantini già
nel 1940, per la sua ricchezza di contributi di numerosi altri famosi artisti
come Carpi, Salietti, Marussig, Monti,
Bucci, De Grada ecc...
Se in Italia vi sono Ospedali con celebri
opere d’arte del passato, basti pensare a
Firenze, Siena, Pavia, Padova e molti
altri, certamente Niguarda può essere
Devo dire che con Francesco
Messina avevo un feeling particolare: io ero uno dei suoi allievi prediletti e lui mi ha
consegnato le chiavi del procedere in scultura, anche se
poi mi sono distaccato dal suo
stile, io, infatti, appartengo ad
un’altra generazione e ho necessariamente esplorato altre
vie stilistiche partendo però
dalle linee classiche della scultura. E il mio “Raggio di Sole”
è un risultato che avviene per
sintesi lavorando sul piano
plastico in senso storico fino
ad arrivare alla primordialità
della forma, che è il simbolo.
considerata la “Città dell’Arte Moderna” continuamente arricchita da
nuovi capolavori come la recente acquisizione dell’opera di Sergio Alberti
“Raggio di Sole” vincitore del Concorso artistico Nazionale “Cura e Speranza” in occasione del 70°
anniversario della fondazione del nostro
Ospedale e collocata all’interno del
nuovo blocco Ospedaliero e l’installazione permanente di recente posizionata
nell’atrio del Centro Prelievi “L’albero
rovesciato”, opera di Marica Moro. Ed
infine ricordiamo il MAPP (Museo dell’Arte Paolo Pini), una realizzazione riconosciuta museo civico a tutti gli effetti
per le importanti opere realizzate da artisti contemporanei sui muri dell’ospedale Paolo Pini.
Questi artisti negli anni hanno anche lavorato a quattro mani con i pazienti affetti da disagi psichici, realizzando
opere che oggi vengono anche esposte
in spazi pubblici ufficiali dell’arte contemporanea.
Enrico Magliano
Il Maestro Sergio Alberti
e il suo Raggio di Sole
Ospedali efficienti che siano
anche belli, secondo lei è un
valore aggiunto di quale importanza?
Ma io credo che la scultura abbia la funzione del segnale per cui se l’opera d’arte
è riuscita dal punto di vista estetico e poetico, necessariamente si propone come
simbolo di quel luogo, di quel contesto,
avvalorandolo.
E qui il contesto, vedendo questa immensa hall, è di quelli monumentali…
Si, si tratta di un contesto molto importante
e molto ospitale, ma soprattutto invitante
per un artista visto che è ancora in fieri.
La sua opera non è relegata agli spazi
tipici dell’arte, una galleria, un’ esposizione, ma è nel cuore di una cattedrale
della salute. Qual è secondo lei il valore
dell’arte pubblica?
Un valore molto importante che l’arte ha
sempre avuto nel corso dei secoli. In particolar modo la scultura ha sempre avuto la
funzione di monumentalizzare dei luoghi.
È soltanto nell’ ‘800 quando la scultura ha
iniziato ad essere scambio collezionistico
e commerciale che ha battuto strade diverse. Ma nei secoli scorsi l’opera ha sempre avuto la funzione di dialogare con gli
ambienti. Un esempio molto chiaro è l’arte
rinascimentale: lo scultore con le sue opere
dialogava con il contesto architettonico,
dando risultati che sarebbero auspicabili
oggi, nel caos in cui ci si ritrova.
Complimenti al Maestro Sergio Alberti,
vincitore del concorso artistico “Cura e
Speranza”e grazie per averci aiutato a
comprendere meglio il suo “Raggio di
Sole”.
Grazie
Un ringraziamento speciale ad
Eugenio Cremascoli per aver finanziato e reso possibile l’installazione de “Il Raggio di Sole”.
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