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talofen - Pesci Parlanti
TALOFEN L'aspirante poeta Bottle John, in attesa di ottenere la laurea ad honorem in psichiatria, stava vagliando le possibilità di dividere in stanze i versi ribelli del suo ultimo componimento lirico, provvisoriamente e modestamente intitolato “Alla ricerca del tempo perduto”. La poesia iniziava così: “Quando ero bambino un becchino amico di mio padre mi portò allo stadio dove la gente ascoltava la partita alla radio ed io mi chiedevo: “perché questi uomini guardano una partita e ne ascoltano un'altra?”, e girai la domanda al becchino. Egli rispose: “Qua gioca la Massese in serie B, in altri campi gioca la serie A”. Tutto ciò si chiamava: “contemporaneità”. Il becchino sapeva molte cose. Era un becchino sapiente. Se fosse ancora vivo gli domanderei: “Becchino, becchino: perché alberi di ricordi insignificanti piantano le loro radici ovunque nel cervello, e questi alberi non seccano mai?” Ma il becchino virgola becchino è morto, sotterrato da altri becchini, becchini senza virgola ma forse altrettanto sapienti, che però non mi portavano allo stadio. Molti uomini in quello stadio, con e senza radio, palesavano irreprimibile ira nei confronti di un uomo solo, vestito di nero e con un fischietto, e lo accusavano di misfatti orribili. Contro esso uomo, una moltitudine inveiva. “Chi è l'uomo solo vestito di nero?”, domandai al becchino. “E' l'arbitro”, mi rispose esso becchino, specificando che esso arbitro era “una specie di giudice”. In quel momento furono poste le basi della mia futura idiosincrasia per la magistratura e per i giudicanti in generale. Alberi di ricordi insignificanti piantano le loro radici in lobi a caso del cervello, e non seccano quasi mai. Ricordo un insulto molto lungo rivolto al giudice da un uomo allo stadio, un uomo senza radio. L'insulto era così formulato: “O tonfolòn d'un albitro, abbrànche la tazza del cesso e cante “non son degno di teeee!”. La gente massese intorno rideva, rideva la gente massese allo stadio, con e senza radio, rideva la gente massese allo stadio, piantando un albero nel mio cervello. “Non son degno di te” me la ricordo: la cantava Gianni Morandi, Gianni Morandi che quando morirà c'è già il giornalista fantasioso che ha preparato il titolo del pezzo: “addio eterno ragazzo”. Eterno ragazzo un cazzo, commenterò quel giorno. A me non piacevano le canzoni di Gianni Morandi, e sul giradischi dei miei fratelli facevo girare l'isola di Wight dei Dik Dik e blam blam blam di Silvie Vartan. Se oggi tornassi in quello stadio, proverei a formulare un insulto all'arbitro utilizzando canzoni come l'isola di Wight o blam blam blam allo scopo di far ridere qualcuno, ma ho la sensazione che non riderebbe nessuno, nessuno tranne il becchino sapiente. Becchino sapiente, sai una cosa? Secondo me quella gente allo stadio, con o senza radio, se la prendeva con l'uomo solo vestito di nero per una sola ragione: quel giudice stava rappresentando il potere della Morte... Ora ti saluto, becchino: hai visto la gloria della Massese in serie B mentre quest'anno la Massese ha giocato contro il Ghivizzano nel girone E della serie D”. All'aspirante poeta parve arduo dividere in stanze quella composizione e sentì sgomento. Notò che gli ultimi tre versi – Massese in B, Ghivizzano girone E e serie D – componevano il sostantivo inglese “bed”, e siccome erano le ore 23 e 30 decise di provare a strangolare lo scoramento con il gerundio del verbo “dormire”, un verbo abituato alle stanze... Il mattino, al risveglio da sogni inquieti, John Bottle aspirante poeta si trovò trasformato in un piccolo file compresso: “Finalmente posso parodiare male Kafka”, pensò prima di rendersi conto che per parodiare male qualcuno serve libertà di movimento, mentre lui in quel momento era immobile e prigioniero. “Oddio, come sono finito nella gabbia di questo computer?” “Ti ci ho messo io mentre dormivi, su commissione” “Chi sei?” “Igor Pavlov” “Mi hai formattato in 7zip!?” “Proprio così, e non è semplice comprimere in 7zip un uomo di un metro e ottanta, credimi...” “Perché lo hai fatto?” “Rubli” “Chi ti ha pagato per comprimermi in 7zip?” “Un politico molto influente ed uno psichiatra, entrambi massoni e stanchi di essere presi per i fondelli da un wannabewriter che conosce troppe cose circa i meccanismi di funzionamento della sanità pubblica e che aspira ad una laurea ad honorem in psichiatria...” “Mi rifiuto di credere che per due stupidaggini scritte su un dominio virtuale, trafficato al massimo da una trentina di persone al mese, due individui sani di mente possano infastidirsi al punto di incaricare un super tecnico informatico di trasformare un essere umano in un file compresso...” “In rari casi psichiatri e politici sono individui psichicamente integri. Ora rilassati. Vado a farmi un caffè”... Il file compresso in 7zip Bottle John si accorse che il russo aveva lasciato aperta la cronologia. “Caratterizzare il protagonista di un giallo” è una delle ultime ricerche. Prima dove ha navigato?”, si chiese il poeta coattamente formattato. “Vediamo: l'arte del giallista su esordinarrativi.org, amici di Sherbanenko, dieci passi per scrivere il giallo perfetto su wikihow, scerbanencoscrive forum ed infine youporn, un video della categoria mature dal titolo “mi faccio due gialli”. Tutti siti a tema “scrittura gialli”, a parte la matura di youporn. Perché un sacco di scemi si danno al giallo? Perché anche questo super informatico sequestratore segaiolo si interessa di gialli?”. Pavlov inaspettatamente ricomparve dicendo: “Segaiolo sarà tuo fratello. Un sacco di scemi scrivono gialli perché è come giocare al super enalotto: difficile centrare la combinazione giusta, ma se accade si fa il botto. A me piacerebbe molto tessere la trama di un giallo. La cronologia l'ho lasciata aperta perché studio il condizionamento del pensiero e la matura di youporn è una mia scommessa (vinta) sul risultato di una query di ricerca”. “Ma tu sai leggere nell'altrui cervello!”, rispose il poeta sorpresato, che in 7zip significa sorpreso e spaventato. “Mio padre era nel quadro dirigente della forza missilistica strategica sovietica, ai tempi della guerra fredda: noi russi fummo i primi a studiare la telepatia finalizzata allo scambio di informazioni contro spionistiche. Il tuo cervello riescono a leggerlo anche gli analfabeti”, sentenziò il figlio di una mancata terza guerra mondiale. “La scusa a giustificazione del porno è così incredibile che mi verrebbe voglia di crederci”, si difese il poeta. “Avevo previsto anche questa tua osservazione: i soggetti incapaci di “pensiero laterale” sono i più facili da condizionare”, aggiunse Pavlov. “Condizionare... condizionare...: ma tu sei per caso parente del Pavlov che somministrava scosse ai cani per indagare la fisiologia e cose così?”, inquisì il file 7zip, lasciando libertà al dialogo. “No, ma tu sei un po' fissato con i cani: ti ho letto, sai...” “Sono fissato solo con i cani meta teatrali e quello del defunto professor Sarteschi. A causa degli animalisti – sono loro i fissati - stimo chi li avvelena”. “Omicidi col veleno avvengono in una grossa percentuale di gialli. Non scriverei mai un giallo con dentro un morto avvelenato...” “Stai veramente scrivendo un giallo?” “Ho iniziato, ma vorrei finirlo meglio” “La formazione scientifica non ti aiuta” “Se la realtà si comprende con i numeri, anche la fiction si comprenderà allo stesso modo” “Vedi? Ti sei appiattito. Chiaro che non ce la fai a finire il tuo giallo...” “Chiudimelo tu, signor Bottle...” “Posso raccogliere la sfida?” “Raccoglila, raccoglila” “Servirebbe innanzitutto una buona trama, almeno un accenno iniziale di trama” “Odio le trame scontate, signor Bottle” “Io odio le trame in generale, le storie che hanno capo e coda, caro il mio carceriere” “Mmmm! Quanto darei per scrivere un giallo con una trama senza capo né coda!” “Se mi riconverti nel signor John Bottle te lo detto io, il giallo su misura per te: sei in grado di compattarti in un nuovo documento odt o word?” “Stai scherzando? Il grande super informatico Igor Pavlov può ricompattarsi anche in un mp3!” “Forza, allora. Procedi. Inserisco colpo di scena affrettato?” “Inserisci e sparisci” “Inserisco e sparisco. A dopo, signor Bottle” “A dopo, a dopo...” Sbadabùmfastatàm! (è lo spaventoso e rumoroso colpo di scena affrettato che avviene quando l'informatico Pavlov si compatta in un nuovo documento odt, mentre Bottle torna ad essere il poeta John Bottle abbandonando il formato 7zip: un po' di pazienza, ho quasi finito). “Signor Pavlov, so che mi senti anche se in formato di nuovo documento odt non puoi parlare. Rilassati: andrà tutto bene. Un giallo dalla trama non scontata deve iniziare dando al lettore la sensazione di una trama molto scontata. Esempio: uno psicotico gravissimo, di quelli che la psichiatria così com'è organizzata oggi non riuscirà mai a curare, si chiude nel bagno del centro di igiene mentale e si registra con la video camera del suo cellulare mentre canta a voce spiegata una cover di “Lemon tree” dei Fool's Garden. Nessuno ci fa caso perché tutti pensano sia partito uno dei numerosi progetti finanziati dall'Unione Europea, dalla Regione o dalla Provincia per fronteggiare le dissociazioni acute con dissociazioni acutissime. Fortunatamente allo psicotico chiuso in bagno appare il fantasma del Nuovo Ospedale Apuano (costruito sopra una palude), che si intrattiene brevemente con lui. Ti inserisco una opportunità di dialogo, mister Pavlov: Nuovo Ospedale Apuano: “Cosa ci fa una canzoncina carina come “Lemon tree” in un posto brutto come il centro di igiene mentale?” Psicotico: “Volevo renderlo meno brutto” Nuovo Ospedale Apuano: “Tu sei completamente folle, anche se non così folle come chi mi ha concepito o come il neurologo che ti prescrisse una sostanza psicoattiva quando avevi tredici anni appena compiuti. Adesso ti ordino: rintraccia quel neurologo e domandagli se errò in buona fede” Psicotico: “Non so da dove cominciare, ospedale petaloso paludoso” Nuovo Ospedale Apuano: “Va' ed interpella l'oracolo di via Nizza” Psicotico: “Chi è? Dov'è via Nizza?” Nuovo Ospedale Apuano: “Via Nizza è un luogo dell'anima e l'oracolo si manifesta a pochi privilegiati sotto forma di una piccola caffettiera napoletana appartenuta al fu Bruno Callieri: tu sei un prescelto”. La tensione narrativa si crea in questo modo, signor Igor Pavlov amante dei gialli. Occorre lavorare contemporaneamente su piani diversi. Ti aiuto ancora: lo psicotico ha un incontro improprio con l'oracolo dell'antica, piccola caffettiera napoletana del fu Bruno Callieri. L'oracolo svela un terribile segreto: il neurologo che somministrò benzodiazepine al tredicenne è adesso un vecchio rimbambito dall'alzheimer, abbandonato dai figli in un ospizio di sesta categoria chiuso più volte dai carabinieri del NAS, ma sempre riaperto grazie ai lodevoli sforzi della mafia albanese. A questo punto puoi inserire un breve ed enigmatico scambio tra lo psicotico e l'oracolocaffettiera. Traccia: Psicotico: “Piccola caffettiera, se il neurologo che cerco è un vecchio rimbambito con l'alzheimer, come potrò sapere se era in buona fede quando mi prescrisse le benzodiazepine?” Piccola caffettiera napoletana: “Lo sottoporrai ad una prova ordalica, coglione!” Psicotico: “Cos'è una prova ordalica, gentile caffettiera?” Piccola caffettiera napoletana: “Cercalo sulle note della Bibbia di Gerusalemme o chiedilo a Federico Leoni, che lui non è un coglione” Una cosa del genere, capito Igor Pavlov? Lo psicotico ritrova infine il neurologo e chiede agli operatori dell'ospizio il permesso di somministrare all'ospite della struttura per anziani una boccetta di Talofen gocce, al fine di provare se il vecchio era in buona fede quando prescrisse farmaci psicotropi al bambino che fu. Gli operatori rispondono che una boccetta di Talofen non costituisce prova ordalica, dal momento che al vecchio gliene fanno scolare, con l'imbuto, almeno un paio tutte le notti, per sedarlo ben bene e non avere rotture di scatole. Decidono di comune accordo che il giusto numero di boccette di Talofen da far bere al vecchio è dodici, come le tribù di Israele. Se vuoi intitolare il giallo “La prova ordalica”, caro super informatico, devi far nascere nel lettore il desiderio di vedere come va a finire la prova, e concludi il racconto con un'altra irruzione dei NAS che frustra le aspettative di chi legge sul più bello, perché chi compra gialli merita questo ed altro. Si scrive così un giallo senza capo né coda, mister Pavlov: inizia con una poesia alla ricerca del tempo perduto, ti incontra, prosegue con un fanta-rapimento, dà l'illusione di muoversi in una direzione e invece si sposta in un'altra, ti dribbla, ti rinchiude con una canzone in una stanza noiosa di una piovosa domenica pomeriggio, mentre perdi tempo cercando nuovi punti di vista e... ... Ti stai chiedendo come finisce davvero il tuo giallo senza capo né coda, Igor Pavlov? Non eri tu quello che studiava il condizionamento del pensiero umano? Scommetto che il grande super informatico ha paura, adesso. Trema perché sa che mi basta un clic per spostarlo nel cestino e un secondo clic per eliminarlo definitivamente dal computer che lo imprigiona. Lo farò? Certo! Click numero uno... e... click numero due! Finito. E' mai esistito il sequestratore-sequestrato Igor Pavlov? Giriamo la domanda alla piccola caffettiera napoletana. Piccola caffettiera napoletana: “Sei una condanna: sì, il meta-racconto può essere utilizzato “per restituire unità di senso ad un'unità frantumata”. Ti consegno la laurea in psichiatria ad honorem purché tu non ti faccia più vedere, coglione” GIANCARLO A. NICOLINI [email protected]