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Esercizio sui flussi di cassa

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Esercizio sui flussi di cassa
TECNICA DI DETERMINAZIONE DEL FLUSSO DI CASSA BASATA SUL
CONFRONTO TRA STATI PATRIMONIALI SUCCESSIVI.
SP0
SP1
SP2
FCND1
FCND2
Analizziamo le voci che compongono lo Stato Patrimoniale.
SP31/12/t0
Cassa
Banca
CCN1
Immobilizzazioni
A0
SP31/12/t1
CS
Riserve
Utile d’esercizio
F.do amm.to2
Fondi rischi5
Fondo TFR
Debiti tributari3
Debiti finanziari
Cassa
Banca
CCN4
Immobilizzazioni
A1
CS
Riserve
Utile d’esercizio
F.do amm.to5
Fondi rischi5
Fondo TFR
Debiti tributari6
Debiti finanziari
B1
B0
CA/BA = CA/BA1 – CA/BA0
CA/BA =B – A
CA/BA = CS + Riserve + Utile + F.do amm.to + Fondi rischi + +F.do TFR + Debiti
tributari + Debiti finanziari + – CCN – Immobilizzazioni
Riserve = Rsa + Utili a riserva
Utili = U1–U0 = U1– (Utili a riserva + Dividendi)
Riserve + Utili = Rsa + Utili a riserva + U1 – Utili a riserva – Dividendi
Riserve + Utili = Rsa + U1 – Dividendi
sostituisco il risultato della somma nella precedente equazione
CCN = Capitale Circolante Netto = Rimanenze + Crediti commerciali – Debiti commerciali.
Il procedimento è analogo anche nel caso in cui le immobilizzazioni siano esposte al netto del fondo ammortamento e
il capitale circolante netto al netto dei fondi rischi (es. fondo svalutazione crediti, fondo svalutazione merci).
3
Debiti tributari = Fondo imposte.
1
2
1
Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
CA/BA = CS + Rsa + U1 – Dividendi + F.do amm.to + Fondi rischi + +F.do TFR +
Debiti tributari + Debiti finanziari + – CCN – Immobilizzazioni
CA/BA – CS – Rsa + Dividendi = U1 + F.do amm.to + Fondi rischi + F.do TFR + Debiti
tributari + Debiti finanziari – CCN – Immobilizzazioni
Concludendo:
FLUSSO DI CASSA NETTO:
CA/BA
CS
Rsa
+Dividendi
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+F.do amm.to
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
I risultati raggiunti applicando le due formule delle due identità DEVONO coincidere.
2
Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
Esercizio sui FCND (tecnica del confronto degli SP successivi)
La società BUDDY presenta i seguenti Stati Patrimoniali (valori espressi in euro/000):
Ca/Ba
CCN
Immobilizzazioni
Totale
S.P. 31/12/2003
100 CS
400 Riserve
500 Utile d’esercizio
F. amm.to
FSC
F.do TFR
Debiti tributari
Debiti finanziari
1.000 Totale
300
50
50
200
13
60
27
300
1.000
Ca/Ba
CCN
Immobilizzazioni
Totale
S.P. 31/12/2004
600 CS
600 Riserve
800 Utile d’esercizio
F. amm.to
FSC
F.do TFR
Debiti tributari
Debiti finanziari
2.000 Totale
500
120
150
250
23
80
77
800
2.000
Si consideri inoltre che:
nell’esercizio 2004 l’incremento del capitale sociale è avvenuto sopra la pari cosicché:
CS = 200
Rsa = 50
l’utile del 2003 è stato distribuito agli azionisti sotto forma di dividendi per euro 30.000.
Il candidato determini il flusso di cassa netto disponibile dell’anno 2004 applicando le tecniche
studiate durante il corso.
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Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
Soluzione
Determiniamo il flusso di cassa netto disponibile generato dall’azienda nel periodo 1/1/04–31/12/04
TECNICA ANALITICA:
Utile
+F.do amm.to
+Fondi rischi (FSC)
+F. TFR
2004
150
50
10
20
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
FCND
50
500
200
300
280
TECNICA SINTETICA:
CA/BA
CS
Rsa
+Dividendi
2004
500
200
50
30
FCND
280
4
Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
DISPENSE ESCLUSE DALLA PROGRAMMA DI RAGIONERIA
Si è detto che:
FLUSSO DI CASSA NETTO:
CA/BA
CS
Rsa
+Dividendi
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+F.do amm.to
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
Dove si ricorda:
U1 rappresenta l’utile dell’esercizio più recente in quanto confrontato con U0
Tutte le variazioni servono per identificare di quanto è variata la liquidità da un esercizio
ad un altro.
Nelle formule si considera che si pongono a confronto due SP consecutivi e successivi
(epoca 0, più lontana, e epoca 1, più recente).
Se concentriamo la nostra attenzione solo sulla formula di destra si avrà:
Formula 1)
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+F.do amm.to
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
Soffermare l’attenzione su questi elementi del flusso di cassa ci consente di effettuare un ulteriore
passaggio. In particolare, ci permette di suddividere il flusso di cassa generato dalla gestione
operativa (caratteristica ed extra caratteristica) e dalle altre gestioni (in particolare modo, quella
finanziaria). Si fa l’ipotesi che non esista mai la gestione straordinaria, per semplicità.
Per effettuare la scomposizione dei diversi flussi (flusso lordo/unlevered solo per la gestione
operativa e flusso di cassa netto/levered anche per le altre gestioni), occorre effettuare i seguenti
passaggi che derivano dalla semplice scomposizioni delle grandezze comprese nella formula del
flusso di cassa netto.
Se consideriamo le Immobilizzazioni al netto dei relativi fondi ammortamento e se mettiamo
insieme tutti i debiti prima distintamente indicati, si avrà:
Formula 2)
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,
per TFR)
CCN
Immobilizzazioni
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Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
Scomponiamo ora la grandezza della Variazione delle Immobilizzazioni (Immobilizzazioni):
 esse si riducono per effetto degli ammortamenti che incrementano i fondi ammortamento,
tipicamente poste rettificative. Inoltre, l’ammortamento è una grandezza puramente
economica che non ha natura finanziaria e che deve essere annullata nella determinazione
del flusso di cassa. Da un punto di vista tecnico esso, che economicamente era stato sottratto
all’utile come componente di costo, deve esservi riattribuito;
 esse si riducono per effetto dei disinvestimenti (vendite); il flusso di cassa aumenta per il
valore di realizzo. La vendita può anche avere generato plus/minusvalenze nella cessione
rispetto al valore contabile netto. Detti componenti di reddito non hanno natura finanziaria
in quanto sono ricompresi nel flusso di cassa generato dai disinvestimenti. Visto che sono
già ricomprese nel flusso da disinvestimento, le plusvalenze devono essere eliminate
dall’utile e le minusvalenze devono essere riattribuite all’utile stesso. Medesimo discorso
deve essere effettuato con riferimento alle rivalutazioni che sono da eliminare e le
svalutazioni che sono da riattribuire in quanto non hanno generato movimenti di denaro ma
solo delle grandezze patrimoniali. Per semplicità queste non sono considerate.
 esse aumentano in bilancio per eventuali nuovi investimenti che hanno provocato delle
uscite monetarie dovute all’acquisto (flusso di cassa che si riduce);
Pertanto Immobilizzazioni = Nuovi investimenti – Disinvestimenti – Ammortamenti +
Plusvalenze – Minusvalenze
Nella formula, Immobilizzazioni sono riportate con il segno negativo davanti. Questo trasforma il
segno delle grandezze che compongono la variazione delle immobilizzazioni. Infatti:
−Immobilizzazioni = − Nuovi investimenti + Disinvestimenti + Ammortamenti − Plusvalenze +
Minusvalenze.
L’attenzione deve essere rivolta solo ai componenti che generano flusso di cassa e annullare tutti
quelli che non hanno generato flusso di cassa ma che hanno inciso sul reddito di esercizio. I nuovi
investimenti, che hanno assorbito denaro, si sottraggono come componenti negative del flusso di
cassa; i disinvestimenti, che hanno generato denaro nel periodo, sono sommati come componenti
positive del flusso di cassa; le plusvalenze si eliminano dal reddito di esercizio perché non hanno
apportato denaro; le minusvalenze, per la stessa ragione, si sommano.
Alla luce di quanto detto il flusso di cassa netto si modifica come segue:
Formula 3)
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+Ammortamenti
+Disinvestimenti (prezzo di vendita incassato)
−Investimenti (costo pagato per acquisto)
 Plusvalenze
+ Minusvalenze
+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,
per TFR)
CCN
Per semplicità, ipotizziamo di conoscere il valore contabile netto dei beni che sono stati oggetto di
disinvestimento. Eliminiamo cioè dalla formula l’esistenza di plus e minusvalenze. La formula si
modifica come segue:
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Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
Formula 4)
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+Ammortamenti
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per acquisto)
+Debiti (tributari, finanziari, per fondi rischi e spese future,
per TFR)
CCN
A) Per procedere, scomponiamo l’Utile della formula 4 (U1) come nello schema di riclassificazione
a Valore aggiunto, partendo, per praticità, direttamente dal MOL (EBITDA):
MOL
−ACCANTONAMENTI
−AMMORTAMENTI
REDDITO OPERATIVO
±GESTIONE ACCESSORIA
±GESTIONE FINANZIARIA
REDDITO LORDO DI GESTIONE OPERATIVA
−IMPOSTE
REDDITO NETTO (UTILE)
Abbiamo ipotizzato che non esista la gestione eccezionale/straordinaria e che non siano presenti
accantonamenti. Se facciamo anche l’ipotesi che la gestione finanziaria coincida solo con gli oneri
finanziari, e che non esista la gestione accessoria, lo schema è il seguente:
MARGINE OPERATIVO LORDO
−AMMORTAMENTI
REDDITO OPERATIVO
−ONERI FINANZIARI
REDDITO LORDO
−IMPOSTE
REDDITO NETTO (UTILE)
Ai fini dell’identificazione soltanto di quell’utile che deriva dalla gestione operativa (sia
caratteristica che non) prendiamo solo i seguenti componenti pertinenti dello schema a Valore
aggiunto:
MOL
−AMMORTAMENTI
REDDITO OPERATIVO
Che equivale a dire:
REDDITO OPERATIVO
+AMMORTAMENTI
MOL
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Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
Della gestione operativa consideriamo soltanto il reddito operativo e gli ammortamenti nel CE
come grandezze che incidono sul flusso di cassa operativo.
B) Ora scomponiamo dalla formula 4 le grandezze dei debiti. Infatti, Debiti =
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
Ai fini dell’individuazione del flusso di cassa operativo dobbiamo considerare solo +Fondi rischi
+F.do TFR +Debiti tributari. I Debiti finanziari, infatti, fanno parte solo della gestione
finanziaria che non è operativa.
Se mettiamo insieme le scomposizioni fatte sull’utile (A) e sui debiti (B) otteniamo la seguente
modificazione della formula 4 per la identificazione del Flusso di cassa lordo:
FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):
RO
+Ammortamenti
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per acquisto)
CCN
In sostanza:
FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):
MOL
+Debiti operativi esclusi dal CCN
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per acquisto)
CCN
Per raggiungere il Flusso di cassa netto occorre considerare anche la gestione finanziaria.
Dal CE preleviamo gli oneri finanziari che hanno provocato una fuoriuscita di denaro e dalle
grandezze patrimoniale prendiamo a riferimento i debiti finanziari.
MOL
+Debiti operativi esclusi dal CCN
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per acquisto)
CCN
FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED)
 Oneri finanziari
+  Debiti finanziari
FLUSSO DI CASSA NETTO (LEVERED)
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Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
Come anticipato per determinare i flussi di cassa (netti o lordi) basandoci sugli SP successivi si
devono mettere in confronto grandezze economiche e patrimoniali e considerare soltanto quei
componenti che hanno provocato nel periodo una variazione delle liquidità di cassa e di banca.
1. Si parte dal CE e si considera il MOL che è una grandezze molto simile al flusso di cassa in
quanto non risente delle politiche di ammortamento e di accantonamento.
2. Si aggiungono i componenti finanziari dei disinvestimenti che non si trovano nel CE. Se non
si considerano le plus/minusvalenze nella dismissione dei beni aziendali non si originano
componenti di reddito. La dismissione di un cespite, però, influisce sul flusso di cassa (che
aumenta). Ecco perché bisogna fare un aggiustamento in aggiunta al MOL;
3. Per la stessa ragione si eliminano i componenti finanziari degli investimenti che non si
trovano nel CE. Gli investimenti generano delle uscite di denaro che incidono sul flusso di
cassa negativamente ma non provocano alcun costo di esercizio nel CE Ecco perché bisogna
fare un aggiustamento in diminuzione al MOL;
4. Si sottraggono le variazioni del Capitale Circolante Netto (CCN), rappresentato da crediti e
debiti commerciali, ratei, risconti e rimanenze di magazzino. Si ricorda in estrema sintesi
che il CCN è una importante grandezza operativa che deve essere sottratto al flusso di cassa
in quanto riguarda grandezze come le rimanenze finali che aumentano il reddito ma non
comportano una movimentazione finanziaria (stessa cosa per i ratei e i risconti). Detti effetti
devono essere eliminati dal reddito per renderlo quanto più vicino possibile al flusso di
cassa. Inoltre, il CCN riporta le grandezze dei crediti e dei debiti e di come si muovono. Se i
crediti sono aumentati nel tempo, significa che l’azienda ha registrato ricavi che non sono
monetari però. Pertanto, questi effetti devono essere eliminati.
5. La somma algebrica di questi elementi ci fornisce il flusso operativo che serve all’azienda
per remunerare il resto della gestione aziendale, tipicamente quella finanziaria e quella degli
azionisti.
Non dobbiamo dimenticare che ci siamo soffermati solo sul secondo membro dell’identità di cui
alla pagine 5 di queste dispense.
L’identità di partenza è la seguente:
FLUSSO DI CASSA NETTO:
CA/BA
CS
Rsa
+Dividendi
FLUSSO DI CASSA NETTO:
U1
+F.do amm.to
+Fondi rischi
+F.do TFR
+Debiti tributari
+Debiti finanziari
CCN
Immobilizzazioni
Essa ci consente di arrivare in due modi allo stesso risultato, sia partendo dai membri di destra
dell’identità, che da quelli di sinistra. In ogni caso, il risultato restituisce il flusso di cassa al netto
della gestione degli azionisti disponibile per remunerare la gestione operativa e finanziaria.
Se volessimo individuare il flusso della gestione operativa, dovremmo concentrarci solo sulla
porzione di destra dell’identità, partendo dal reddito, e apportando tutte le modifiche viste nelle
pagine precedenti.
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Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
Le formule riportate nelle precedenti pagine (da pag. 5 fino alla fine) NON sono parte del
programma di esame.
L’esemplificazione di seguito riportata è fuori dalla prova d’esame e serve solamente per
comprendere la formazione dei flussi di cassa:
Sia data l’azienda Buddy. Essa riporta i seguenti SP secondo i criteri gestionali alle date del 31/12/n
e 31/12/n+1.
n
LIQUIDITA'
CCN CORRENTE4
IMMOBILIZZAZIONI5
Totale attività
DEBITI OPERATIVI 6
DEBITI FINANZIARI
MEZZI PROPRI
Totale passività e PN
n+1
100
1.785
1.200
3.085
300
2.185
600
3.085
Variazioni
665
565
3.405
1.620
1.450
250
5.520
300
0
3.500
1.315
1.720
1.120
5.520
’azienda riporta anche il seguente CE riclassificato per l’anno n+1:
L’azienda riporta una variazione della liquidità pari a euro 565.
Per sapere la composizione dei flussi di cassa occorre mettere insieme grandezze economiche e
patrimoniali, nella individuazione del flusso di cassa netto e lordo.
MOL (EBITDA)
AMMORTAMENTI
REDDITO OPERATIVO
ONERI FINANZIARI
REDDITO OPERATIVO DI GESTIONE
IMPOSTE DI COMPETENZA7
REDDITO NETTO
N+1
1.500
200
1.300
180
1.120
335
785
Per procedere alla identificazione dei flussi di cassa, bisogna prendere alcune informazioni dalla
nota integrativa che aiutino a comprendere le variazioni di cassa avvenute.
La consistenza delle immobilizzazioni è aumentata di euro 250 (da euro 1.200 a euro 1.450). La
composizione durante l’anno n+1 deriva dalle seguenti attività. Gli investimenti in immobili
effettuati nel corso dell’anno n+1 ammontano a euro 1.550 per l’acquisto di un nuovo macchinario,
pagati nell’anno in contanti. L’azienda ha inoltre venduto un immobile del VCN di euro 1.100 per
euro 1.100. Tutto l’importo viene riscosso tramite cassa. Le immobilizzazioni infine sono diminuite
di euro 200 per ammortamenti. Pertanto 1.200 +1.550 – 1.100 – 200 = 1.450
4
Il CCN comprende crediti commerciali netti e rimanenze di magazzino, dal lato delle attività. Dal lato delle passività,
comprende i debiti verso i fornitori i debiti tributari a breve e i debiti per TFR a breve termine (in sostanza tutti i debiti a
breve termine).
5
Le immobilizzazioni sono da intendersi già al netto dei fondi ammortamento relativi.
6
I debiti operativi fanno parte della gestione operativa non corrente non finanziaria. In particolare si fa riferimento ai
fondi rischi e spese future, al TFR a lungo termine.
7
Le imposte sono quelle di competenza non pagate che non influiscono sulla determinazione del flusso di cassa.
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Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
FLUSSO DI CASSA LORDO (UNLEVERED):
RO
+Ammortamenti
+Debiti operativi non correnti
+Disinvestimenti (valore contabile netto dei beni)
Investimenti (costo pagato per l’acquisto)
CCN
Flusso di cassa unlevered
Oneri finanziari
+Variazione debiti finanziari
Flusso di cassa netto
1.300
200
0
1.100
1.550
1.620
-570
180
1.315
565
Si ricorda che queste grandezze che incidono sul flusso di cassa sono tratte dalla variazione delle
grandezze dello SP da un anno all’altro e dal CE dell’anno n+1 (non sono inventate!!).
Il flusso di cassa netto infatti determinato in questo modo corrisponde alla variazione delle liquidità
tratta dagli SP.
Si aggiunge a ciò la determinazione del flusso di cassa lordo che in questo caso è negativo. La
gestione operativa ha assorbito troppe liquidità. Il flusso netto è positivo solo perché sono variati i
debiti finanziari (è aumentato il ricorso all’indebitamento bancario). Una situazione del genere non
è in equilibrio.
11
Silvia Solimene Ragioneria a.a. 2014/2015 (E-M)
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