Sala 1. La caduta dello Stato Veneto e le occupazioni francesi
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Sala 1. La caduta dello Stato Veneto e le occupazioni francesi
Sala 1. La caduta dello Stato Veneto e le occupazioni francesi La crisi del 1797 - La caduta dello Stato Veneto Alla fine del ’700, la Repubblica di Venezia vive da più di un secolo una profonda crisi economica e di prestigio politico. L’arrivo delle truppe di Napoleone in Italia e la loro progressiva avanzata in Piemonte e nella Lombardia austriaca vedono la Serenissima rifugiarsi in un atteggiamento di passiva neutralità. Poiché il cattivo stato degli armamenti non consente di organizzare una difesa militare efficace contro i francesi, lo Stato veneto si lascia condurre dagli eventi e non si oppone all’occupazione dei suoi territori. Al suo passaggio Napoleone istituisce governi democratici, conquistandosi così il favore del ceto borghese e intellettuale, e impone oneri per il mantenimento delle armate. Il 30 aprile varca indisturbato le porte di Palmanova e destituisce l’ultimo luogotenente della Patria del Friuli, chiedendo l’istituzione di un governo provvisorio. Dopo giorni di trattative fallimentari, la seduta del Maggior Consiglio proclama il proprio scioglimento e dichiara decaduta la Repubblica, decretando la fine di una storia secolare. Il Friuli e l’occupazione francese - L’incerto destino di una povera provincia Negli anni del conflitto fra la casa d’Austria e la Francia repubblicana, il Friuli assume un ruolo di primo piano. Benché arretrato e impoverito dal decadere della Serenissima, la sua posizione strategica di confine ne fa il centro dello scontro. Nel marzo del 1797, l’arciduca d’Austria Carlo elegge Udine come suo quartier generale, mentre gli eserciti si scontrano sul Tagliamento (16 marzo) e a Tarvisio (22 marzo). Teatro dei combattimenti, il Friuli subisce devastazioni e incendi, mentre le armate requisiscono beni e viveri, assoldano i contadini tra le loro file e le popolazioni vivono nella confusione e nell’incertezza. Il 18 aprile entrano a Udine le truppe del generale francese Bernadotte, cui è affidato il governo provvisorio del Friuli. Gli ordinamenti in vigore sono aboliti, mentre nascono le Municipalità locali per razionalizzare amministrazione e sistema giudiziario. A formare il Governo centrale sono chiamate alcune delle maggiori personalità di Udine e della provincia, che, in continuità con il passato, contribuiscono a mantenere una forte componente aristocratica di antico regime. Il Trattato di Campo Formio - La cessione del Friuli all’Austria Il 27 agosto del 1797 Napoleone si stabilisce a villa Manin di Passariano. Le trattative sono condotte tra villa Manin, la più grande dimora patrizia del Friuli che il generale ricorderà soltanto come “una bella casa di campagna”, e Udine, dove a Palazzo Florio ha sede la delegazione austriaca. L’attenzione attorno ai lavori è molto alta, sia da parte degli intellettuali, interessati al programma napoleonico, che da parte della nobiltà, stanca delle requisizioni e ostile alle istanze di eguaglianza e libertà dei francesi. Non si conosce invece l’atteggiamento della popolazione, ad eccezione di quella di Palma, di cui si narra che abbia festeggiato con le armate francesi la creazione della Municipalità. Il 17 ottobre si concludono le trattative diplomatiche e viene firmata la pace di Campoformido, che prende il nome dal villaggio a metà strada tra le residenze delle delegazioni dove avrebbe dovuto effettivamente essere siglato l’accordo, prima che Napoleone spostasse l’incontro a Passariano. L’Austria rinuncia al Belgio e riconosce la Repubblica Cisalpina, ottenendo in cambio il Veneto, l’Istria e la Dalmazia. Gli intellettuali italiani, delusi, subiscono la cessione all’Austria come un tradimento.