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L`impegno di Nestlé per l`Africa
L’impegno di Nestlé per l’Africa 1 Indice Un impegno lungo più di un secolo e una prospettiva sulla crescita e lo sviluppo di Peter Brabeck-Letmathe, CEO di Nestlé 2 1 Le sfide e le opportunità dell’Africa 4 2 Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone 18 3 Nestlé e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite 48 Catalizzare il passaggio dalla povertà al benessere 54 Copertina: Omowunmi Shittu, proprietaria di questo ristorante Maggi di Lagos in Nigeria, accoglie gli avventori nel suo punto di ristoro e offre piatti tradizionali insaporiti esclusivamente con i dadi e i condimenti Maggi di Nestlé. Integrati con sale iodato per prevenire le malattie tiroidee i dadi Maggi sono da decenni uno dei prodotti alimentari più riconosciuti e acquistati di tutta l’Africa. 3 Un impegno lungo più di un secolo e una prospettiva sulla crescita e lo sviluppo 4 Nel 1880 il latte condensato Nestlé viaggiava in lungo e in largo per il continente africano negli zaini dei minatori. Oggi, centinaia di prodotti Nestlé in vendita dal Cairo a Città del Capo sono ormai parte integrante della vita quotidiana dei consumatori africani. Il primo stabilimento ha aperto nel 1927 (in Sudafrica), e ora se ne contano ventisette, oltre a numerosi centri di distribuzione e gestione. In Africa, 11.500 dipendenti diretti e altre decine di migliaia di persone lavorano come nostri fornitori e distributori. Pazienza, perseveranza e dedizione per uno sviluppo economico sostenibile in un contesto sociale più stabile e ricco: queste le chiavi del successo in Africa. Una strategia aziendale di ampissimo respiro, il decennale sviluppo di aziende nazionali e regionali, l’accento sullo sviluppo aziendale a lungo termine invece che sui profitti a breve termine hanno reso Nestlé sinonimo di stabilità e di crescita economica per l’intero continente. In questo secolo si prospettano maggiori opportunità economiche dai mercati africani, l’espansione delle nostre attività, il lancio di nuovi prodotti e l’incremento della quota di mercato. Questo continuo successo si traduce in crescita e opportunità per la popolazione e le comunità di tutto il continente. Oggi, alcuni paesi africani assistono a una crescita senza precedenti, caratterizzata da mercati finanziari in crescita e valute sempre più forti. In questo contesto emergono nuovi modelli di leadership politica ed economica, come il New Partnership For Africa’s Development (NEPAD). L’ottimismo di Nestlé verso questi sviluppi è più che giustificato. In alcuni paesi, tuttavia, le sfide lanciate dalla povertà, l’HIV/AIDS e i conflitti minacciano il futuro. Come attore di primo piano sulla scena imprenditoriale africana, Nestlé lavora per trovare soluzioni immediate e a lungo termine. La nostra missione aziendale creare valore a lungo termine per gli azionisti - assicura la disponibilità di Il CEO di Nestlé Peter Brabeck-Letmathe in visita all’Agbara High School in Nigeria insieme a operatori sanitari locali della Croce Rossa nigeriana. Nell’ambito di una serie di attività per la lotta all’HIV/AIDS in Africa, Nestlé sostiene le campagne di informazione e sensibilizzazione della Croce Rossa sia in Nigeria che in Kenya. Vi invito a giudicare da soli i progressi fatti. Il futuro della nostra Azienda è legato al successo degli agricoltori africani che otterranno accesso ai mercati dei paesi sviluppati e al progresso economico e sociale della popolazione dei consumatori africani in generale. In qualità di multinazionale responsabile, Nestlé cerca profitti economici impegnandosi contemporaneamente per ottenere risultati sul piano sociale e ambientale. Sfogliando questa relazione potrete vedere come funziona questa strategia lungo tutta la catena del valore. È così che si aprono nuove opportunità economiche, si promuove la crescita sostenibile e si migliora la qualità della vita di tutto il popolo africano. risorse umane e naturali e promette mercati vivaci e redditizi. In quanto tale, la sostenibilità rappresenta un elemento irrinunciabile delle nostre attività. Nestlé ha imparato molto dalla sua esperienza in Africa. Negli anni ’70, quando il settore dei latti formulati per l’infanzia fu accusato di introdurre sul mercato prassi che contribuivano alla malnutrizione infantile, ci siamo dimostrati favorevoli a un marketing basato su norme accettate a livello internazionale e ci siamo mossi unilateralmente per implementare il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno dell’Organizzazione Peter Brabeck-Letmathe Mondiale della Sanità, un anno dopo Vice Presidente del CdA e CEO la sua approvazione nel 1981. A pagina 44 presentiamo un’ispezione indipendente sulle attuali attività di marketing in tre paesi africani. 5 Kebede Endie coltiva caffè arabica su un terreno di mezzo ettaro ereditato dal padre a Yirga Cheffe, in Etiopia. Kebede, che ha otto figli, durante la 6 stagione del raccolto lavora mezza giornata presso l’impianto locale di lavaggio del caffè per arrotondare i ricavi. La chiave per migliorare la qualità della vita di Kebede e di altri agricoltori è aiutarli ad aumentare la produttività delle loro coltivazioni e ottenere guadagni maggiori. Qui Kebede rivolta la polpa separata dai frutti del caffè, che verrà quindi essiccata e riutilizzata come fertilizzante. 1 Le sfide e le opportunità dell’Africa Le immagini dell’Africa che vediamo nei telegiornali riflettono gli enormi problemi del suo popolo: conflitti armati, HIV/AIDS, povertà, siccità e carestie. L’Africa, con i suoi 832 milioni di abitanti e centinaia di gruppi etnici, rappresenta il 13% della popolazione mondiale, ma su di essa grava una parte sproporzionatamente grande dei problemi del pianeta. Più di 320 milioni di africani vivono con meno di 1 dollaro al giorno e, nel 2004, almeno ventiquattro nazioni hanno dovuto fare i conti con carenze alimentari. Per quanto riguarda il reddito pro capite, diciotto dei venti paesi che chiudono la classifica sono africani. In Africa, oltre 25 milioni di persone sono affette da HIV/AIDS e si prevede che, a causa di questo virus, nel 2010 la forza lavoro dell’Africa subsahariana sarà diminuita del 9%. In aggiunta, la malaria miete 3.000 vittime ogni giorno. Nonostante questi problemi, l’Africa presenta una crescita economica costante e opportunità per chi è in grado di avere una visione lungimirante e solide prassi aziendali. 7 1: Le sfide e le opportunità dell’Africa Africa: crescita economica nascosta Ampiamente ignorati dalle popolazioni non africane, paesi come l’Angola, in transizione da decenni di conflitti verso una situazione di stabilità, stanno mostrando segnali incoraggianti. Infatti, la maggior parte dei paesi africani presenta stabilità macroeconomica e indicatori favorevoli, tra cui prodotti interni lordi (PIL) e investimenti diretti esteri (IDE) in crescita, deficit pubblici sotto controllo, percentuali d’inflazione stabili, aumenti dei prezzi all’ingrosso e rafforzamenti dei mercati finanziari. Malgrado le difficoltà, l’economia africana mostra una crescita solida e in continua espansione. L’economia del continente, in termini di PIL, è passata dal 3,2% del 2002 al 3,8% del 2003, mentre le stime per il 2004 sono state pari al 4,4%. L’Africa produce il 26% dell’oro1 mondiale, più della metà di tutti i diamanti2 ed è un importante produttore di petrolio a livello internazionale. Ma la crescita e gli IDE tendono a concentrarsi su economie basate sulle materie prime, come il Ciad e l’Angola, o altamente sviluppate, come il Sudafrica. I paesi con risorse naturali minori non beneficiano necessariamente di questo sviluppo economico. L’accesso dell’Africa all’economia mondiale ha portato a un aumento degli scambi con la Cina, arrivati a 15 miliardi di dollari nei primi dieci mesi del 2003 – un incremento superiore al 54% rispetto allo stesso periodo del 2002. Negli ultimi dieci anni l’affluenza turistica è raddoppiata, di pari passo con i ricavi interni, arrivati a 12 miliardi di dollari nel 2004. Il reddito e il potere d’acquisto dei consumatori stanno aumentando; la Banca Mondiale prevede che il 8 reddito pro capite africano potrà giungere a una media di 3.000 dollari entro il 2015. La Banca prevede inoltre che, sempre per lo stesso anno, oltre l’80% dei consumatori africani saprà leggere, un fattore cruciale per lo sviluppo delle competenze e delle possibilità di guadagno tra la forza lavoro.3 Gli economisti ritengono che i paesi africani potranno crescere solo se si integreranno nell’economia mondiale. Per poter essere competitivi hanno però bisogno di molti fattori: lavoratori più sani e meglio istruiti, una governance politica ed economica migliore e infrastrutture di maggior qualità. Negli ultimi anni, una serie di governi, agenzie dell’ONU e altri 1 The Gold Institute 2 Business Day 3 I dati sono tratti dagli Indicatori dello Sviluppo Mondiale del 2004 della Banca Mondiale, dalla Commissione Economica dell’ONU per l’Africa, dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura dell’ONU, e dall’Organizzazione Mondiale del Turismo dell’ONU. organismi, hanno fatto dell’attenuazione della povertà e della crescita economica in Africa uno dei punti principali dei loro programmi per lo sviluppo. Il ruolo degli attori del settore privato, dalle multinazionali alle realtà imprenditoriali locali, è essenziale per il loro successo. In Africa, Nestlé sostiene diversi grandi progetti mirati a ridurre l’incidenza di malattie come l’HIV/AIDS, della malnutrizione e della povertà. Ma il contributo maggiore di Nestlé all’Africa viene dal suo stesso modo di fare business, da strategie sostenibili e responsabili che creano occupazione e catalizzano l’imprenditorialità. Da tempo, infatti, operiamo consistenti investimenti nelle infrastrutture, nell’industrializzazione, nella creazione di posti di lavoro e di competenze professionali. “La riduzione costante della povertà dipende dalla crescita economica e dalla distribuzione del reddito.” Banca Mondiale Creazione di un contesto di crescita e sviluppo. Nonostante l'abbondanza di risorse naturali e una forza lavoro consistente e dinamica, in molti paesi africani lo sviluppo è ostacolato dal contesto generale. I progressi fatti in alcuni settori strategici creano tuttavia una situazione più propizia per lo sviluppo economico e sociale, portando a un tangibile miglioramento della qualità della vita della popolazione africana. In questa sezione abbiamo invitato esperti dei settori della sanità, della governance, del commercio e degli investimenti ad esporre il proprio parere circa le misure da prendere per stimolare la crescita e integrare nell’economia mondiale i paesi africani più poveri. Le piccole imprese svolgono un ruolo essenziale, creando occupazione e generando crescita all’interno delle comunità in cui operano. 9 1: Le sfide e le opportunità dell’Africa Investire nella sanità nel nuovo millennio Richard Hunlédé Direttore della Sezione Africa Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa 4 OMS, Health in the Context of Sustainable Development, Johannesburg, 2002 10 I progressi sanitari dell’ultimo secolo hanno prodotto un gran numero di vaccini, cure e terapie per molte malattie infettive comuni. Non sorprende quindi che nell’agenda per lo sviluppo nel nuovo millennio rientrino nuove strategie, dichiarazioni mondiali, partnership e donatori. Nonostante i notevoli sforzi del passato, le malattie infettive comuni, la malnutrizione e le scarse condizioni di salute di mamme e bambini rappresentano un terzo di tutte le malattie al mondo. Ogni anno si registrano milioni di decessi evitabili, mentre altri milioni di persone non possono usufruire di acqua potabile e di strutture igieniche adeguate. La salute, l’abbattimento della povertà e la crescita economica a lungo termine, sono aspetti strettamente legati, molto più di quanto si pensi normalmente. In alcune regioni, soprattutto dell’Africa subsahariana, il problema delle malattie costituisce un vero e proprio ostacolo alla crescita economica. Si stima che in Africa la crescita economica sia rallentata dell’1,3% l’anno dalla sola malaria. Il PIL africano sarebbe probabilmente superiore di circa 100 miliardi di dollari se la malaria fosse stata affrontata 30 anni fa. Attualmente, mezzo miliardo di casi di malaria all’anno fanno perdere molti miliardi di giorni lavorativi4. Il virus dell'HIV/AIDS porta a conseguenze simili. Molti di questi decessi, con effetti negativi per l’economia e la società, possono essere evitati. Le prassi sanitarie e l'educazione sulla salute a livello locale possono fare la differenza. È necessario che sempre più persone si adoperino per ottenere vaccinazioni, acqua potabile, un’alimentazione migliore, condizioni igieniche e sistemi efficaci di difesa dalle zanzare. Infatti, sebbene i governi stiano mettendo a disposizione vaccini, integratori di micronutrienti, zanzariere e altri mezzi per combattere la malattia, molte persone non ne fanno uso. “In collaborazione con le società della Croce Rossa, il personale Nestlé ha insegnato a 1.300 educatori giovanili nigeriani, incaricati di informare 800.000 giovani sull’HIV/AIDS, e a 3.000 consulenti e assistenti come erogare consulenza volontaria, test e altri servizi a migliaia di kenioti.” Richard Hunlédé, Direttore Sezione Africa, FICR È opportuno che questi prodotti siano oggetto di un “marketing” mirato per aumentare il coinvolgimento delle comunità e il “consumo” di questi dispositivi salvavita. I governi cercano sempre più l’aiuto della società civile e dell’iniziativa privata per affrontare queste lacune di “marketing”. Grazie alla loro natura di organismi pubblici ausiliari e di entità ampiamente radicate nel territorio, le società nazionali della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa svolgono un ruolo attivo nella diffusione locale. Sostenute da Nestlé e da altri donatori del settore privato, le società locali stanno unendo la competenza del settore imprenditoriale e quella delle ONG per raggiungere le comunità a rischio. In collaborazione con le società della Croce Rossa, il personale Nestlé ha insegnato a 1.300 educatori giovanili nigeriani, incaricati di informare 800.000 giovani sull’HIV/AIDS, e a 3.000 consulenti e assistenti come erogare consulenza volontaria, test e altri servizi a migliaia di kenioti. Al centro della collaborazione c’è il sincero desiderio di aumentare il coinvolgimento delle comunità mobilitando le energie e lo spirito volontaristico. Come ha osservato l’OMS, le persone non possono semplicemente aspettarsi che il governo faccia qualcosa per loro. Inoltre, i ministri della sanità devono incoraggiare un numero maggiore di partner privati ad aiutarli ad arrivare laddove non sono ancora giunti i servizi. A sinistra: Zakia Mohammed, volontaria della Croce Rossa e Assistente Sanitaria Locale di Mombasa in Kenya, fa visita quasi ogni giorno a Hadija Said. Zakia l’ha aiutata a imparare a fronteggiare il virus e crescere i suoi quattro figli. Nestlé partecipa attivamente alla lotta all’HIV/AIDS tra i suoi dipendenti e sostiene organizzazioni che lavorano nella comunità in senso più ampio (maggiori dettagli a pag. 53) Sopra: Nel 2004, più di 800.000 giovani nigeriani hanno ricevuto informazioni sull’HIV/AIDS grazie a una collaborazione tra la Croce Rossa nigeriana e Nestlé. Quella della cooperazione con organizzazioni locali per affrontare i problemi sociali più urgenti è una delle strade percorse da Nestlé per valorizzare le comunità in cui opera. 11 1: Le sfide e le opportunità dell’Africa L’importanza della good governance in Africa Iraj Abedian CEO, Pan-African Advisory Services ed ex Group Economist, Standard Bank La good governance comprende il rispetto dei diritti di proprietà, la garanzia della responsabilità e della trasparenza, la lotta alla corruzione e all’abuso di risorse pubbliche e private. In breve, good governance significa garantire la qualità delle istituzioni pubbliche, private e sociali. 12 L’adozione del New Partnership for Africa’s Development (NEPAD) è un chiaro riconoscimento del fatto che, in Africa, la cattiva amministrazione ha ostacolato una crescita sostenibile e uno sviluppo socioeconomico su larga scala. Questa situazione si è evidenziata in modo particolare all’interno delle società colpite dai conflitti, dove il crollo del governo ha avuto gravi ripercussioni sui poveri, aggravando i problemi già creati dal sottosviluppo. In Africa la cattiva amministrazione è una delle cause della fuga di cervelli e capitali attualmente in corso: quasi la “Oggi il rapporto tra good governance e sviluppo economico è ormai assodato: la maggior parte dei governi africani è attivamente impegnata a migliorare l’amministrazione per perseguire la crescita sostenibile e il progresso socioeconomico.” Iraj Abedian, Economista metà delle risorse umane africane più specializzate risiede, infatti, al di fuori del continente. Inoltre, il 45% dei risparmi vengono investiti in Europa e in Nord America. L’instabilità sociopolitica attuale e quella prevista hanno un peso importante nella continua fuga di risorse dall’Africa. Lo scoppio ricorrente di conflitti civili in Liberia, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio, Sudan e Zimbabwe, distrae continuamente l’attenzione politica dalle riforme per concentrarla sulla gestione delle crisi. Lo sviluppo socioeconomico ne risulta così ostacolato. Tuttavia, la crescita registrata in alcuni paesi rappresenta un segnale forte per le altre nazioni. Nelle Mauritius, ad esempio, si è affermata una tradizione di good governance che costituisce la base per una stabilità finanziaria sostenibile e per i ragguardevoli risultati economici raggiunti, di cui lo sviluppo sociale è il naturale seguito. Il Botswana e la Namibia hanno continuato ad essere Stati di diritto e a perseguire accorti regimi fiscali, ai quali ha fatto seguito lo sviluppo economico. La Tunisia, il Marocco e il Ghana portano avanti il processo di ammodernamento della propria struttura amministrativa. Il Sudafrica, in soli dieci anni di governo democratico, ha ristrutturato le proprie istituzioni per sottolinearne la responsabilità e trasparenza, sostenuto da una gestione imprenditoriale pubblica e privata ben regolamentata, al livello delle migliori realtà mondiali. Queste esperienze positive, promulgate da leader forti, stanno innalzando il livello amministrativo in tutto il continente. Attualmente l’Africa si trova di fronte a una svolta. Nel continente sono in atto due processi paralleli di modernizzazione amministrativa. In alcuni paesi la democratizzazione ha dato slancio alla good governance. Solitamente, nelle società in questione, si assiste a una fioritura dell’imprenditorialità privata e a una maggiore partecipazione all’economia. In altre realtà, le riforme sono di tipo multilaterale, frutto della collaborazione di nazioni di pari livello per il raggiungimento della good governance. Il NEPAD è il pilastro su cui si basa la sua amministrazione, l’African Peer Review Mechanism (un meccanismo di revisione tra soggetti di pari livello), ne sono un esempio. In alcune regioni africane rimane ancora molto da fare ai fini del rinnovamento delle istituzioni amministrative. Per il continente non c’è tuttavia mai stata occasione migliore di affrontare le sfide della governance come presupposto per uno sviluppo economico su larga scala. Nestlé segue una politica di “tolleranza zero” per quanto riguarda la corruzione. “Nestlé sostiene fermamente l’onestà, l’integrità e la lealtà in tutti gli ambiti della sua attività e richiede lo stesso comportamento nei suoi rapporti con tutti i partner commerciali e i fornitori di materiali, beni e servizi,” spiega Maya Makanjee, Direttrice Comunicazione e Affari Pubblici della Sezione Africa Meridionale e Orientale di Nestlé. “Il nostro impegno a favore di questi principi emerge chiaramente sia dai nostri collaboratori che dal modo in cui questi guidano le attività di Nestlé.” “Noi applichiamo i Principi Aziendali Nestlé e seguiamo le Norme della Camera di Commercio Internazionale relative all’Estorsione e alla Corruzione nelle transazioni commerciali internazionali (1996), le Raccomandazioni dell’OCSE relative alla Corruzione e alle Transazioni Commerciali Internazionali (1994) e la Convenzione dell’OCSE sulla lotta alla corruzione (1997). Partecipando al Global Compact dell’ONU, siamo portavoci del nuovo 10° principio riguardante la corruzione, il quale afferma che: ’Le aziende devono contrastare la corruzione in tutte le sue forme, ivi comprese l’estorsione e i finanziamenti illeciti.’” 13 1: Le sfide e le opportunità dell’Africa Attività aziendali sostenibili Kirsty Jenkinson Analista Senior, Governance and Socially Responsible Investment, F&C Asset Management In qualità di investitore istituzionale con partecipazioni in multinazionali come Nestlé, riteniamo che i fattori amministrativi, sociali, ambientali ed etici rappresentino rischi reali per un’azienda e debbano quindi essere gestiti in maniera efficace. Gli investimenti in Africa rappresentano significative opportunità di crescita, ma le aziende vengono anche messe di fronte a svariate sfide. Soprattutto nei paesi in via di sviluppo, la governance e le problematiche sociali, ambientali ed etiche possono influenzare i risultati e il valore dell’azienda. Oggi, ad esempio, in Africa esistono due tipi di problemi occupazionali con un forte impatto sulle imprese: 14 l’aumento del tasso di diffusione dell’HIV/AIDS nell’Africa subsahariana e le significative incidenze di lavoro minorile. “Le aziende che elaborano e implementano efficacemente politiche chiare su queste problematiche in tutti gli ambiti di attività, potranno trarre profitto dall’enorme potenziale del continente.” Kirsty Jenkinson, Analista Senior, F&C Asset Management Le aziende che elaborano e implementano efficacemente politiche chiare su queste problematiche in tutti gli ambiti di attività, potranno trarre profitto dall’enorme potenziale del continente. Questo principio si basa sulla convinzione che un comportamento responsabile è strettamente legato a una gestione dei rischi efficace: le aziende potranno ad esempio evitare dispendiosi procedimenti legali e normative restrittive e trovarsi di conseguenza in una posizione migliore per distribuire valore agli azionisti. Per l’analisi dei risultati economici delle aziende noi utilizziamo il nostro approccio reo® (responsible engagement overlay, copertura mediante impegno responsabile). Nel contesto africano ci concentriamo su quattro questioni critiche: (1) Condotta responsabile nelle attività di vendita e marketing, (2) Condizioni di lavoro in linea con le convenzioni fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) con la massima estensione possibile all’interno della filiera logistica e produttiva, (3) Ambienti operativi in cui la corruzione mina la stabilità, la trasparenza, la good governance e il rispetto dello stato di diritto, (4) Il reperimento sostenibile delle materie prime, in modo compatibile con la salvaguardia della biodiversità. La strategia che seguiamo per gli investimenti incoraggia le aziende a massimizzare i profitti mantenendo una condotta responsabile. Crediamo che questo approccio non solo soddisfi le esigenze dei nostri clienti, ma incentivi anche una gestione aziendale sostenibile. Si tratta di uno dei tanti passaggi necessari per catalizzare la crescita economica in Africa. F&C Asset Management si occupa di gestione patrimoniale a livello paneuropeo e possiede una partecipazione a lungo termine in Nestlé. Nell’ottobre del 2004 è avvenuta la fusione di ISIS Asset Management con F&C Asset Management: il portafoglio congiunto delle due società vale ora circa 125 miliardi di sterline. La prima politica interna di prevenzione dell’HIV/AIDS di Nestlé risale al 1986. Successivamente si è ampliata e adesso comprende garanzie di riservatezza e di trattamento equo sul posto di lavoro. Da più di un decennio Nestlé promuove campagne di informazione e sensibilizzazione sull’HIV/AIDS rivolte sia ai dipendenti che alla comunità in senso più ampio. Dando lavoro a persone di tutto il continente, Nestlé ha dovuto esaminare la propria vulnerabilità di fronte a questa problematica. Nestlé fa parte di un gruppo ristretto, ma in crescita, di aziende che hanno attuato una politica aggressiva per limitare l’impatto dell’HIV/AIDS sui propri dipendenti. In Sudafrica l’azienda ha avviato un Programma di Intervento Gestito in che comprende a livello volontario consulenze e test, informazione ed educazione, formazione delle capacità professionali, gestione alimentare e dello stile di vita e accesso a terapie antiretrovirali. “Sia da un punto di vista morale che pratico ci siamo resi conto che dovevamo essere più attivi nella lotta all’HIV e che la cosa più sensata da fare era occuparci delle esigenze dei nostri dipendenti oltre che operare all’interno delle comunità,” afferma Maya Makanjee, Responsabile Comunicazione e Pubblici Affari della Sezione Africa Meridionale e Orientale di Nestlé. Ora tutti i dipendenti Nestlé a tempo pieno ricevono contributi assistenziali sanitari tra cui terapie per l’HIV/AIDS; il programma è pensato principalmente per le esigenze di chi è affetto dal virus. 15 1: Le sfide e le opportunità dell’Africa Aiuto alle popolazioni vulnerabili: il ruolo delle imprese Linda Merieau Responsabile Relazioni Istituzionali dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Nell’Etiopia orientale, 210.000 persone hanno potuto usufruire di acqua potabile nell’ambito di una partnership di Nestlé con l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR). “Prima dovevamo percorrere molta strada per andare a prendere l’acqua e spesso scoppiavano risse. Ora non più, ne abbiamo tratto tutti dei vantaggi,” dice Rukia Abdi Ahmed, rifugiata della zona. Rukia fa parte delle 30.000 persone che dieci anni fa sono fuggite dalla guerra nel loro paese. Da allora è rimasta in Etiopia come profuga insieme a moltissimi altri. 16 L’ACNUR, con sede a Ginevra, istituito nel 1951, da dieci anni porta aiuti sotto forma di cibo, acqua, assistenza medica e istruzione. Nel 2003, l’ACNUR e Nestlé si sono uniti per far fronte alle esigenze idriche dei rifugiati e delle comunità attorno a loro. Nestlé ha contribuito con più di 700.000 dollari, oltre che con una costante consulenza tecnica. Risultato: un sistema idrico articolato composto da pozzi recuperati, un miglior impianto di pompaggio e purificazione collegato con una conduttura di 22 chilometri, nuovi rubinetti nei villaggi adiacenti e un nuovo serbatoio per la raccolta dell’acqua piovana. Gli esperti idrici di Nestlé, Violaine Lamy e Jean-Louis Croville aiutano l’ACNUR a controllare le pompe dell’impianto della Jerer Valley. “Invece di limitarsi a firmare assegni, le aziende come Nestlé confermano il proprio impegno a favore del raggiungimento degli obiettivi dei progetti facendo leva sulle proprie competenze tecniche.” Linda Merieau, ACNUR “Invece di limitarsi a firmare assegni, le aziende come Nestlé confermano il proprio impegno a favore del raggiungimento degli obiettivi dei progetti facendo leva sulle proprie competenze tecniche” afferma Linda Merieau, Responsabile relazioni istituzionali dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Abbiamo bisogno del loro contributo finanziario, ma possiamo anche approfittare della loro competenza.” La Squadra tecnica idrica Nestlé è composta da un idrogeologo e da un esperto di gestione delle risorse idriche, che hanno lavorato sia con l’ACNUR che con la locale autorità idrica etiope alla progettazione di sistemi per la gestione delle risorse idriche, sottoponendo a manutenzione le tubature e gli impianti di pompaggio, recuperando vecchi pozzi e Queste rifugiate analizzando l’acqua. somale fanno parte A metà del 2005 le autorità delle 210.000 persone locali assumeranno la gestione e che beneficiano della la manutenzione a lungo termine partnership tra del sistema. ACNUR e Nestlé per la fornitura di acqua potabile nell’Etiopia orientale. “Prima dovevamo percorrere molta strada per andare a prendere l’acqua e spesso scoppiavano delle risse. Ora non più – ne abbiamo tratto tutti dei vantaggi,” dice Rukia Abdi Ahmed, rifugiata della zona. (Maggiori dettagli a pag 53.) 17 1: Le sfide e le opportunità dell’Africa Gli agricoltori africani hanno bisogno del libero scambio Herbert Oberhänsli Responsabile dei Rapporti Economici e Internazionali di Nestlé Il libero scambio è una delle garanzie più importanti dell’equità del commercio in quanto offre opportunità a chi è stato escluso dalla partecipazione all’economia di mercato e rappresenta la strada per l’avanzamento dei paesi in via di sviluppo. Gli attuali sistemi mondiali di scambio presentano forme di protezionismo manifesto e nascosto che alterano gli scambi, tra cui barriere tariffarie indebite, procedure doganali lente e sussidi di ogni tipo. Il contesto che ne risulta non è né libero né equo. Attualmente i produttori africani, ad esempio i coltivatori di cotone, hanno difficoltà a inserirsi in nuovi mercati, nonostante offrano prezzi competitivi e prodotti di alta qualità. Il protezionismo 18 statunitense ed europeo compromette il sostentamento di larga parte dei 3 miliardi di abitanti delle aree rurali dei paesi in via di sviluppo. Un commercio libero ed equo permetterebbe loro di ottenere guadagni maggiori e offrirebbe anche prodotti meno costosi ai consumatori. I governi, nelle trattative commerciali di questo e dei prossimi anni, devono seguire un ordine del giorno costruttivo per quanto riguarda i liberi scambi, che consenta alle economie emergenti di lasciarsi alle spalle la povertà. Tra le voci di quest’ordine del giorno dovrebbe esserci anche la liberalizzazione degli scambi tra i paesi in via di sviluppo. Nell’ottobre del 2002 Rubens Ricupero, ex Segretario Generale della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, dichiara ai leader delle aziende internazionali che la più importante responsabilità sociale per le imprese è rappresentata dal sostegno del libero scambio e dalla formazione delle professionalità nei paesi in via di sviluppo. Come è accaduto nel XIX secolo in Svizzera, il libero scambio può aiutare anche i paesi in via di sviluppo del XXI secolo. La riduzione delle barriere commerciali aumenterà l’efficienza delle strutture e dei sistemi economici mondiali, sostenendo lo sviluppo economico di alcuni tra i paesi più poveri del pianeta. Nell’ottobre del 2002 Rubens Ricupero, ex Segretario Generale della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, dichiara ai leader delle aziende internazionali che la più importante responsabilità sociale per le imprese è rappresentata dal sostegno del libero scambio e dalla formazione delle professionalità nei paesi in via di sviluppo. Solo quando i governi abbasseranno le barriere commerciali, le aziende locali e internazionali potranno investire in nuove competenze, attraendo così gli investimenti e aumentando il tenore di vita. È certamente vero che le imprese possono trarre vantaggi dalla globalizzazione, ma ciò vale in egual modo per le economie emergenti. Le due cose non si escludono a vicenda. Il messaggio inequivocabile che sta al centro di tutte le campagne per il commercio libero ed equo è che esso aumenterà il benessere sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli già sviluppati. È questo il segreto di un eventuale successo delle trattative commerciali future. “I fornitori di Nestlé (come la Tin Can Manufacturers) condividono i suoi stessi interessi: avere libero accesso ai mercati del mondo sviluppato,” afferma James Mugiri Mwaura, a capo di una squadra di ispettori di Tin Can Manufacturers, società che fornisce materiali d’imballaggio ed etichette allo stabilimento Nestlé di Nairobi. 19 Temitayo Adejoke Konu gestisce un punto vendita all’ingrosso, che rifornisce di prodotti Nestlé i negozi 20 del mercato Oke-Arm, uno dei più grandi di Lagos in Nigeria. 2 Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone A partire dalla fine del XIX secolo Nestlé ha costantemente consolidato la propria presenza commerciale e produttiva in Africa che, nel 2004, comprendeva ventisette stabilimenti e decine di altri magazzini e uffici che servivano tutte le cinquantaquattro nazioni del continente. Qui diamo lavoro a circa 11.500 persone, di cui solo 120 non sono africane. Si stima inoltre che, attraverso la filiera logistica e produttiva, siano stati creati altri 50.000 posti di lavoro. Nestlé continua a investire in modo consistente in Africa: con un contribuito medio pari a circa un terzo dei profitti al lordo delle imposte. Nel 2004, il fatturato totale in Africa è stato di poco inferiore ai 2,4 miliardi di CHF. Nestlé ha consolidato questa attività restando fedele al suo principio aziendale primario: favorire la crescita sostenibile a lungo termine a scapito di profitti transitori a breve termine e creare aziende nazionali e regionali mediante investimenti consistenti nell’arco di diversi decenni. 21 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Prodotti Prodotti a base di latte. a lunga conservazione e prodotti.culinari/ per brodo al primo. posto nelle vendite. In Africa un turista riscontrerebbe nei prodotti Nestlé la stessa qualità e valori nutrizionali che trova nel suo paese, ma in una forma adattata alla cultura e ai gusti locali. L’Africa meridionale e orientale rappresenta il nostro più grande mercato nel continente, dove offriamo la più variegata gamma di prodotti. Negli ultimi tre anni, si è verificata una crescita stabile nelle regioni dell’Africa centrale e occidentale e del Maghreb. Le 22 categorie di prodotti più vendute sono i latticini a lunga conservazione, tra cui il latte in polvere e condensato, e i prodotti culinari, tra cui dadi per brodo, salse e condimenti. Le vendite di latti formulati per l'infanzia rappresentano meno del 4% del fatturato totale in Africa. I gelati e le bevande in polvere, come Milo, rientrano nelle categorie al vertice. Di fatto, i continui miglioramenti apportati ai sistemi tecnologici e di trasporto hanno contribuito al dominio dei gelati e degli yogurt Nestlé in Egitto, che nel 2003 hanno subito un aumento di valore rispettivamente del 12% e del 30,5%. Sopra: Come altrove, Nestlé crea prodotti su misura per la cultura e i gusti locali. A fronte: tra i prodotti venduti in Africa da Nestlé ci sono bevande in polvere, caffè solubili, acqua in bottiglia, cereali per la colazione, prodotti a base di latte a lunga conservazione, da frigo e gelati, cioccolato e prodotti dolciari, cibi pronti e prodotti culinari, alimenti per l’infanzia, per il benessere e lo sport e alimenti per animali. 23 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Luoghi Le nostre attività in Africa:. Nigeria, un case study.. Nel 2004 i ricercatori dell’Università di Ibadan hanno studiato l’impatto socioeconomico delle attività di Nestlé. In Nigeria fin dal 1961, Nestlé possiede uno stabilimento ad Agbara e un centro di distribuzione a Ota, nello stato costiero di Ogun. Guidata da Doyin Soyibo, economista e preside della Facoltà di Scienze Sociali dell’Università, la squadra di ricercatori ha rilevato che i dipendenti Nestlé guadagnano più della media del settore manifatturiero e che i loro salari aumentano più in fretta rispetto alla norma del settore. Più del 75% ha affermato che rifiuterebbe l’offerta di cambiare lavoro. Lo studio ha osservato che: • Il 40% circa dei distributori lavora con Nestlé da 21-35 anni, mentre un ulteriore 32% lavora con la società da 11-20 anni. • L’84% circa delle materie prime naturali viene acquistato da agricoltori e altri fornitori locali. • I fornitori locali sono fonte di posti di lavoro: tra il 2002 e il 2003 la maggior parte ha effettuato assunzioni e una di queste aziende ha incrementato del 67% dei suoi dipendenti. • Il 50% circa degli operai Nestlé risiede in comunità limitrofe e spende più del 20% del proprio reddito localmente per cibo, istruzione, affitto e vestiario. • Nestlé è uno dei tre titoli “più apprezzati” della borsa nigeriana. 24 • I residenti di Agbara e Ota hanno affermato che Nestlé ha un effetto positivo sulla comunità: – per l’impegno a favore della tutela ambientale (90%) – per la creazione di occupazione (82%) – per il miglioramento delle infrastrutture (67,7%) e – per l’aumento del reddito (57,5%). “Nestlé è un’azienda sana che favorisce un tenore di vita in costante miglioramento, offrendo opportunità di lavoro variegate e con un sempre crescente interesse per le comunità locali,” ha concluso il Professor Soyibo. Il Professor Doyin Soyibo, docente di Economia della Salute e preside della Facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Ibadan in Nigeria. “Nestlé è un’azienda sana che favorisce un tenore di vita in costante miglioramento, offrendo opportunità di lavoro variegate e con un sempre crescente interesse per le comunità locali.” Doyin Soyibo, Università di Ibadan, Nigeria 25 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Persone: sviluppo lungo tutta la catena del valore L’impatto di Nestlé sullo sviluppo economico e sociale ha luogo nei tre grandi anelli della catena del valore: Acquisizione delle Materie Prime Agricole, Produzione e Gestione, Prodotti di Consumo e Informazione. 26 L’impatto di Nestlé: materie prime agricole Pur non possedendo terreni agricoli, usiamo la nostra influenza per aiutare i fornitori a raggiungere standard migliori (in molti casi aumentandone il reddito), introducendo allo stesso tempo cambiamenti a livello di settore. Integrandoli direttamente nella nostra supply chain, forniamo assistenza tecnica agli agricoltori. Lavoriamo inoltre con i coltivatori di manioca e di fagioli dall’occhio della Costa d’Avorio e di mais del Ghana per aiutarli a ridurre i livelli di pesticidi, in ottemperanza alle norme qualitative di Nestlé e del mercato globale. Di seguito sono presentati alcuni modi in cui creiamo un’influenza positiva sull’agricoltura africana. Acquisti diretti e creazione. di occupazione locale. Nestlé è il più grande acquirente diretto di caffè al mondo; il 14% delle nostre forniture di caffè proviene direttamente dai coltivatori. Ciò contribuisce a far sì che gli agricoltori ottengano un prezzo migliore per i propri prodotti e crea inoltre occupazione nei centri d’acquisto, come quello di Gagnoa in Costa d’Avorio. I centri d’acquisto Nestlé offrono opportunità sia agli agricoltori che vendono il proprio caffè sia ad altri soggetti locali. Nel corso della stagione degli acquisti, che normalmente dura da dicembre a maggio, fino a 250 donne si occupano della pulizia del caffè all’esterno del centro d’acquisto. In un’atmosfera Garanzia di qualità: aiutare gli agricoltori a. ottenere un vantaggio. competitivo. dinamica, ogni donna pulisce dieci sacchi da 90 kg di caffè al giorno, a seconda delle condizioni del prodotto. Il caffè viene setacciato con un contenitore di vimini per separare dai chicchi eventuali sassolini, polvere e residui. Le operaie guadagnano 200-300 CFA per ogni sacco pulito. In Costa d’Avorio gli operai agricoli ricevono 90.000-120.000 CFA all’anno più vitto e alloggio. Creazione di posti di lavoro a livello locale: donne all’esterno del centro d’acquisto Nestlé di Gagnoa in Costa d’Avorio intente a pulire il caffè. Il miglioramento della qualità è uno dei mezzi più efficaci per garantire agli agricoltori prezzi di vendita più alti; il controllo di qualità dello stabilimento Nescafé di Abidjan è quindi d’importanza strategica. Una volta che i campioni di caffè hanno superato il test di umidità, ne vengono prelevati 100 g. per il conteggio dei difetti, che stabilisce la percentuale di corpi estranei (sassolini ecc.) o di chicchi scartati per campione. Se il risultato del conteggio è troppo elevato, il caffè può essere respinto per essere sottoposto a un ulteriore smistamento. Analogamente, se il tasso d’umidità è troppo alto il caffè viene restituito agli agricoltori, che lo sottopongono a un ulteriore processo di essiccazione. Oltre al caffè usato negli stabilimenti, i controlli interessano anche il caffè verde che verrà esportato negli stabilimenti Nescafé francesi. Nel momento in cui andava in stampa questo rapporto, nonostante i disordini verificatisi in Costa d’Avorio il centro d’acquisto di Gagnoa era ancora operativo, anche se a ritmi inferiori. 27 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone 28 Etiopia: un esperimento. per.aumentare il reddito. dei coltivatori di caffè. Recentemente Nestlé ha avviato un programma mirato a migliorare il reddito dei coltivatori di caffè in maniera sostenibile e a lungo termine sul mercato del caffè di larga scala. L’iniziativa consiste nel fornire strumenti che permettono di competere con successo sul mercato libero invece che nel corrispondere un prezzo minimo, che non aiuta necessariamente gli agricoltori a migliorare le proprie tecniche. Il coltivatore riceve inoltre un reddito integrativo per tre anni, oltre ad assistenza per il miglioramento del raccolto. Il programma è in atto in Etiopia ed El Salvador, dove esperti agronomi collaborano con i coltivatori per individuare strategie concorrenziali per una buona riuscita sul libero mercato del caffè mediante miglioramenti nella coltivazione delle piante, nel raccolto, nei trattamenti post-raccolto e nella qualità, l’incentivazione della diversificazione con altre coltivazioni e la vendita diretta o attraverso un rappresentante locale, così da trattenere una quota maggiore del prezzo di vendita. La comunità trae beneficio anche attraverso investimenti in infrastrutture come gli impianti per l’acqua potabile. Si tratta di un progetto pilota di partnership tra Nestlé e i coltivatori di caffè, ma la sua riuscita potrebbe aprire la strada a nuovi approcci nel mercato mondiale del caffè. A sinistra: Gerardo Jara Pascuas, esperto di caffè colombiano, lavora con i coltivatori etiopi per aumentarne l’efficienza. Sotto: il programma di Nestlé per l’innalzamento del reddito dei coltivatori di caffè in maniera sostenibile e a lungo termine sul mercato di larga scala in atto a Yirga Cheffe, in Etiopia. A fronte: Demekech Wondumu alle prese con lo smistamento del caffè presso un impianto di lavorazione di Yirga Cheffe. 29 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone ci sono scuole sul campo per assistere gli agricoltori nelle questioni legate alla supply chain e programmi di formazione di “istruttori” a livello popolare per contribuire all’eliminazione delle forme peggiori di lavoro minorile. Questi programmi e partnership sono frutto della collaborazione di una decina di società dell’industria del cacao, di governi dei paesi produttori dell’Africa occidentale, di organismi di finanziamento statunitensi, canadesi ed europei, di sindacati dei lavoratori, di commercianti di cacao e di una serie di ONG locali e internazionali. Pur non acquistando il cacao direttamente dai coltivatori, né impiegando coltivatori di cacao, ci adoperiamo per una coltivazione responsabile. Per misurare il suo impegno, Nestlé ha svolto e continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nella progettazione e attuazione di un sistema di certificazione che assicuri progressi continui verso l’eliminazione del lavoro minorile nella produzione del cacao e integri nella filiera logistica e produttiva attività sostenibili e responsabili. Miglioramento delle. condizioni di lavoro nelle. coltivazioni di cacao. Oltre due terzi delle forniture mondiali di cacao provengono dall’Africa occidentale. Di queste, l’85% circa deriva da coltivazioni di meno di un ettaro. La sussistenza di circa 1,5 milioni di agricoltori in Costa d’Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria dipende dal cacao. Programmi sostenibili per il cacao Nestlé ha avuto un ruolo chiave nel contributo all’istituzione di una serie di partnership per il miglioramento sia delle condizioni di lavoro nelle coltivazioni di cacao che del tenore di vita degli agricoltori e delle loro famiglie. Tra queste figurano il Programma per le Piantagioni Sostenibili (un programma congiunto tra industria e USAID che raccoglie diverse agenzie finanziatrici internazionali quali la Banca Mondiale e la CIDA, l’Agenzia Canadese per lo Sviluppo Internazionale) con l’intento di migliorare i metodi di produzione e il rendimento del cacao ecc.); il Programma Agricolo Commerciale per l’Africa Occidentale (implementato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro incentrato sull’informazione circa le forme peggiori di lavoro minorile e l’assistenza per l’eliminazione del problema presso le comunità e gli agricoltori) e l’International Cocoa Initiative (ICI, Iniziativa internazionale per il cacao) che sostiene le best practice e contribuisce a sensibilizzare le comunità sui temi del lavoro minorile e a sviluppare la formazione per risolverli. Nestlé è rappresentata nel consiglio direttivo dell’ICI. 30 Coltivatori di cacao studenti di una “Scuola sul Campo per Agricoltori” a Kumasi in Ghana. Queste scuole aiutano i coltivatori a innalzare il proprio reddito incoraggiando una gestione responsabile dei processi lavorativi. Agli agricoltori vengono fornite varie forme di sostegno, dall’assistenza tecnica per la creazione di reddito alla gestione delle infestazioni dei raccolti, fino a interventi specifici per affrontare il problema del lavoro minorile. Tra i programmi specifici rivolti ai coltivatori dell’Africa occidentale Sviluppo attraverso la produzione casearia: storicamente, Nestlé si è inserita in molti nuovi mercati con i prodotti a base di latte, cercando di produrli e venderli a livello locale. Per farlo era necessaria una fornitura di latte fresco sicuro e di alta qualità. A questo scopo abbiamo assistito i produttori, ad esempio con prestiti agevolati per l’ampliamento delle mandrie o l’acquisto di attrezzature e consigli per il miglioramento dell'allevamento di bestiame. Il risultato per Nestlé è stata una fornitura affidabile di materie prime di alta qualità. Per i produttori e la comunità, la cooperazione ha portato maggior benessere e una produzione lattiero-casearia di più alto livello. Gli agronomi e i tecnici sul campo del Servizio Agricolo Nestlé forniscono tuttora assistenza tecnica ai produttori. Nelle foto, produttori marocchini portano il proprio latte in una stazione di raccolta nei pressi dello stabilimento Nestlé di El Jadida. 31 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone “La manioca, coltivata principalmente da piccoli agricoltori, svolge un ruolo vitale nella sicurezza alimentare dell’economia rurale.” Iquo Ukoh, Marketing Manager, Nestlé Nigeria Promozione di un prodotto. locale con grandi speranze. Le radici tuberose non vengono solitamente definite “armi contro la povertà”. Ma è proprio questo che è diventata la manioca, la radice brunastra dalla forma allungata coltivata e consumata in tutta l’Africa occidentale. Si spera che la manioca, nota in America Latina con il nome di yucca, possa permettere di dare lavoro a milioni di agricoltori africani e di sfamarne altri milioni in tutto il continente. Nell’ultimo decennio governi, agenzie dell’ONU e periti agrari si sono prodigati per aumentare la produzione di manioca in termini qualitativi e quantitativi, cercando allo stesso tempo di aprire nuovi mercati al di fuori dell’Africa occidentale. Nel 2004 il NEPAD ha promosso iniziative di sostegno alla coltivazione, alla lavorazione e al consumo di manioca. La radice della manioca viene usata nella preparazione di alimenti base locali come l’amato foufou nigeriano, mentre le foglie sono un’eccellente fonte di proteine e ferro. Grazie alla sua capacità di crescere su terreni poco fertili con poca acqua, la manioca può essere piantata dove è impossibile coltivare altre piante. Inoltre, essendo usata anche per i mangimi e in alcuni composti industriali, non ha ancora espresso a pieno il suo potenziale commerciale. 32 Governi e aziende credono che una maggior produzione di manioca creerà posti di lavoro nell’agricoltura e sfamerà la crescente popolazione africana. Nestlé, che acquista mediamente 7.500 tonnellate di manioca all’anno, sostiene gli sforzi per la produzione sostenibile e collabora con i governi per promuovere il consumo di questa specie. Un esempio di questi sforzi è il Sustainable Cassava Project (Progetto per la Manioca Sostenibile) di Moyen Comoe in Costa d’Avorio, avviato nel 2002 con l’ingresso di Nestlé in una partnership guidata dal governo ivoriano e tedesco. Il progetto di Nestlé coinvolge 800 piccoli agricoltori – 700 dei quali donne – provenienti da venti villaggi e mira ad aiutarli a migliorare i propri raccolti sia quantitativamente che qualitativamente, riducendo allo stesso tempo l’uso di pesticidi e di acqua. Nel lungo periodo questo investimento assicurerà ai coltivatori un reddito stabile e sostenibile, mentre lo stabilimento Nestlé locale potrà far affidamento su una fonte di materie prime d’alta qualità per i dadi Maggi e altri prodotti. L’impatto di Nestlé: produzione e gestione Nell’ambito di tutte le nostre attività produttive e gestionali in Africa, diamo grande importanza all’assicurazione della qualità e della sicurezza dei prodotti, investendo in personale e tutelando le risorse ambientali e naturali. I consumatori affermano costantemente di acquistare i prodotti Nestlé per la maggiore qualità e bontà. Come nel resto del mondo, in Africa Nestlé conferisce priorità assoluta alla qualità e sicurezza degli ingredienti e all’integrità dei processi produttivi. La sicurezza alimentare viene sempre al primo posto. Un altro aspetto distintivo dell’approccio Nestlé è l’investimento nel proprio personale a tutti i livelli. In una recente intervista concessa a una rivista, il CEO di Nestlé Peter Brabeck ha affermato che questo è il motivo più importante del successo mondiale della Società rispetto ai concorrenti. Nestlé aggiunge un valore enorme nell’ambito dei risultati ambientali. Stabiliamo norme severe in tutte le fasi, dalla produzione all’imballaggio, cercando di migliorarci costantemente. Tra il 2000 e il 2003, negli stabilimenti africani, abbiamo migliorato gli indicatori di performance di una percentuale compresa tra il 20% e il 57% in aree che vanno dal consumo idrico alle emissioni di CO2 e dannose per l’ozono. Le testimonianze seguenti danno un’idea del contributo dato alla crescita sostenibile, in Africa, dagli investimenti produttivi e gestionali di Nestlé. Sopra: ciascuna fase del processo produttivo sottostà a norme rigorose. A destra: alcuni operai dello stabilimento Nestlé di Estcourt in Sudafrica assemblano gli imballaggi. 33 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Tutela e risparmio idrico. in tutto il continente. Per convertire le materie prime agricole in alimenti e bevande genuini, sicuri e d’alta qualità, Nestlé utilizza acqua durante tutti i processi produttivi. Oltre all’acqua destinata all’imbottigliamento, Nestlé usa acqua per pulire, lavorare e raffreddare materie prime fresche nonché per processi come l’estrazione o la ricostituzione di alimenti essiccati. Negli stabilimenti africani di Nestlé, come in altri nel mondo, sono in atto misure specifiche per la prevenzione degli sprechi d’acqua e la riduzione delle acque reflue in ogni fase del processo di lavorazione, nel rispetto della politica idrica Nestlé. Tra queste, provvedimenti per ridurre il consumo, ampliare e migliorare il trattamento delle acque reflue e riciclare l’acqua ovunque possibile. In linea con il Sistema di Gestione Ambientale Nestlé, si tiene traccia dei passi avanti attraverso regolari indagini ambientali all’interno degli stabilimenti. I risultati mostrano che i provvedimenti funzionano: il consumo idrico dei nostri stabilimenti è diminuito del 21% tra il 2000 e il 2003. Il trattamento adeguato delle acque reflue è una priorità assoluta. Se non esistono impianti locali di trattamento delle acque, Nestlé costruisce sul posto un proprio impianto di trattamento o collabora con le autorità locali per contribuire a finanziarne la costruzione. Lo stabilimento Nestlé di El Jadida in Marocco 34 “Nestlé ha un ruolo importante nella sensibilizzazione sui provvedimenti per innalzare gli standard ambientali, soprattutto per quanto riguarda il consumo idrico industriale”, dice Bernard Boinot, direttore industriale di Nestlé per la regione maghrebina, che include anche il Marocco. è un esempio del primato della Società nel campo del trattamento delle acque reflue. Città portuale e centro d’esportazione agricola con 120.000 abitanti a 90 chilometri da Casablanca, nel 1994 El Jadida è diventata sede di uno stabilimento Nestlé. Lo stabilimento è l’unica struttura produttiva della provincia con un proprio impianto di trattamento delle acque, sebbene la legge marocchina ne imponga l’uso. Le autorità locali portano altri imprenditori nello stabilimento di El Jadida per mostrar loro che cosa si potrebbe e dovrebbe fare. Nel 2004 è stato lo stesso Governatore di El Jadida a fare da guida nelle visite all’impianto di trattamento delle acque reflue. “…un significativo passo avanti nell’impegno della società per la riduzione del volume e del carico delle acque reflue dei propri impianti produttivi prima dello smaltimento nell’ambiente.” Otunba Gbenga Daniel, Governatore dello Stato di Ogun, Nigeria Riconoscimento. per il risparmio idrico. e la riduzione dei rifiuti. Nestlé in Africa:. l’insieme delle sue persone. Nel giugno 2004 il Governatore dello Stato di Ogun, Otunba Gbenga Daniel, ha conferito a Nestlé Nigeria il Most Environmentally Proactive Industry Award (un premio per la società proattiva a livello ambientale) in commemorazione della Giornata Mondiale per l’Ambiente. Nestlé è stata scelta per le iniziative di riduzione della quantità di rifiuti, ivi comprese le acque reflue. Il Governatore ha descritto il nuovo impianto di trattamento delle acque in costruzione presso lo stabilimento di Agbara come “…un significativo passo avanti nell’impegno della società per la riduzione del volume e del carico delle acque reflue dei propri impianti produttivi prima dello smaltimento nell’ambiente.” Dei nostri 11.500 dipendenti in Africa solamente meno di 120 non sono africani. Aumentando le competenze della forza lavoro locale, contribuiamo sensibilmente al rafforzamento dell’imprenditoria. Facendo largamente affidamento a strutture regionali forti, per Nestlé è essenziale avere una forza lavoro locale competente. In Africa, soprattutto in quei paesi in cui la qualità dell’istruzione varia, l’investimento nei dipendenti è di cruciale importanza. Nestlé è famosa per l’individuazione e la promozione di dirigenti all’interno delle proprie fila. Possediamo cinque centri mondiali di formazione tra cui un centro internazionale in Svizzera, dove vengono addestrati i manager africani. Il risultato è una squadra dirigente mondiale competente e in sintonia con i valori e i principi aziendali comuni di Nestlé, ma anche in possesso di esperienza e conoscenza delle culture e dei contesti locali. Forniamo continue occasioni formative a tutti i livelli, da un’istruzione e formazione di base fino a specifiche competenze aziendali quali marketing e vendite, contabilità, leadership e gestione. Offriamo formazione sul posto di lavoro e sosteniamo quella impartita da terzi, mandiamo i dirigenti in visita in altri paesi e forniamo un’ampia gamma di programmi di “e-learning” online. Ci rivolgiamo anche agli studenti con programmi di apprendistato e altri supporti educativi. Un esempio è il Programma di Tirocinio Nestlé. Nel 2004, Nestlé Sudafrica ha iscritto alla sua Scuola per Apprendisti, situata all’interno dello stabilimento nell’East London di Capo Orientale, dodici persone provenienti da comunità svantaggiate. Gli apprendisti lavoravano precedentemente come assistenti di artigiani e non avevano avuto la possibilità di diventare artigiani esperti. Quattro dei dodici apprendisti, tra cui due donne, hanno ottenuto la qualifica. Nestlé ha investito in questo progetto oltre un milione di Rand. 35 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Investimenti nel personale In Sudafrica, durante il regime dell’apartheid, molte persone sono state gravemente private dell’istruzione elementare. Tra queste una percentuale significativa dei dipendenti più anziani degli attuali stabilimenti Nestlé. Per loro è stato ideato e attuato uno speciale programma di recupero, l’ABET (Adult Based Education Training, Formazione Didattica per Adulti). Uno degli stabilimenti coinvolti è la fabbrica di latte artificiale di Babelegi, acquisita da Nestlé nel 1999. I proprietari precedenti 36 non avevano investito in maniera significativa nella formazione, mantenendo essenzialmente una base di competenze bassa e limitando la mobilità lavorativa, visto che la fabbrica è l’unico grande datore di lavoro della comunità. Allora, più del 65% della forza lavoro era analfabeta. Ora a Babelegi Nestlé investe nella formazione circa il 6% di tutti i costi per il personale e, nell’arco di soli due anni, il tasso di analfabetismo è diminuito del 15%. Operaie dello stabilimento Nestlé di Babelegi in Sudafrica mentre prendono parte al programma di Formazione Didattica per Adulti (ABET), che ha dato nuove opportunità ai partecipanti. “Facevo molta fatica a capire come funzionavano le frazioni e le misure, un aspetto molto importante nel mio lavoro. Adesso che frequento le lezioni dell’ABET le mie competenze matematiche sono molto migliorate e svolgo bene il mio lavoro e quello che mi viene richiesto, perché i calcoli non sono più un problema per me.” Emily Mosabeni Maluleka, Supervisore Imballaggi e partecipante ABET e nel giro di sei mesi abbiamo ridotto i tempi passivi al 2%. Il segreto è stato lavorare veramente con le persone e motivarle. Tutto veniva fatto sulla base di una valutazione di gruppo, non era solo un lavoro di riparazione, ma uno sforzo comune per migliorare e cambiare.” Aspetto preferito del lavoro: “Far parte della costante sfida per il miglioramento di ciò che facciamo. Cerchiamo sempre di migliorare i valori di riferimento per il monitoraggio energetico, la gestione idrica e i risultati ambientali complessivi di Nestlé. La spinta a far sempre meglio è davvero entusiasmante.” Da operaio edile a capo della squadra per i servizi industriali Balen Naicker Provenienza: Durban, Sudafrica Sede di lavoro attuale: Stabilimento di Estcourt, Sudafrica Nella società da: 19 anni Posizione attuale: Capo Squadra, Servizi Industriali. “Lavoro nel settore delle cosiddette utilities e mi occupo degli aspetti progettuali e meccanici della produzione. Il mio lavoro consiste nell’assicurarmi dell’efficienza dei processi e del rispetto degli indicatori di performance relativi all’impatto ambientale, come il consumo elettrico e idrico.” Percorso professionale in Nestlé: Operaio edile. Assistente Officina Meccanica. Caporeparto fabbrica caffè. Addetto Risorse Umane. Responsabile Risorse Umane. Capo Squadra. Investimenti formativi di Nestlé: Corsi continui, tra cui informatica, gestione, e-learning. Diploma sponsorizzato da Nestlé presso l’Istituto di Gestione del Personale di Natal Technikon. Più importante traguardo professionale finora: “Questo stabilimento è altamente produttivo, ma il settore delle utilities ha fatto fatica a tenere il passo con la produzione. Quando ho cominciato, avevamo un tempo d’inattività del 10%. Come nuovo capo squadra ho raccolto la sfida 37 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone “È molto importante dar fiducia a chi la merita e aiutare le persone ad acquisire consapevolezza del proprio lavoro.” Queen Zuma, Direttore di Stabilimento, Nestlé Kenya Da analista di laboratorio a direttore di stabilimento Queen Zuma Provenienza: Durban, Sudafrica Sede di lavoro attuale: Nairobi, Kenya Nella società da:14 anni Posizione attuale: Direttore di stabilimento Curriculum: Diploma Superiore Nazionale in Microbiologia – ML Sultan Technikon. Percorso professionale in Nestlé: Analista di laboratorio (Stabilimento di Pietermaritzburg, Sudafrica), Microbiologa. Senior Analyst in Assicurazione Qualità. Igienista di Stabilimento. Direttore di Produzione per le Bevande (Estcourt, Sudafrica). Project Business Analyst (CT/IP Svizzera). Direttore di Stabilimento (Kenya). Investimenti formativi di Nestlé: Diversi corsi: Business Excellence. Workshop Esperti Milo. Production 38 College, Corso di Gestione Estesa in Svizzera. Visite di mercato in Malesia, Tailandia, Filippine, Singapore e Australia. Segreto del successo come Direttore: “È molto importante dare fiducia a chi la merita e aiutare le persone ad acquisire consapevolezza del proprio lavoro. È anche importante incoraggiare le persone a parlare con te e ad accettare le critiche. Quando le persone instaurano un dialogo e mostri loro il tuo rispetto, ti rispettano subito anche loro e migliora il lavoro di tutti.” Prossima sfida: “Con 31 milioni di abitanti, il Kenya rappresenta un mercato con grandi potenziali. Dobbiamo fare molto in termini di miglioramento della distribuzione e di diffusione dei marchi. Non possiamo dimenticare lo stato di indigenza di molte persone che oggi trovano molti prodotti accessibili alle loro possibilità. I dadi per brodo Maggi, ad esempio, sono economici ma arricchiscono di gusto molti piatti, apportando valori nutritivi.” Dalla contabilità allo sviluppo di gestione Bassem Philip Provenienza: Il Cairo, Egitto Sede di lavoro attuale: Rive-Reine, Centro di Formazione Internazionale Nestlé in Svizzera. Nella società da: 12anni Posizione attuale: Direttore Programmi per i Seminari di Marketing e Vendite. Curriculum: Laurea in Commercio e Gestione Aziendale presso l’Università Ain Shams del Cairo, Specializzazione in Contabilità. Percorso professionale in Nestlé: Contabile Finanziario. Contabile di Gestione. Brand Manager, Brand Manager del Gruppo. Direttore Programmi per i Seminari di Marketing e Vendite. Investimenti formativi di Nestlé: Almeno un corso all’anno: Finanza, Marketing, Gestione. Visite in Indonesia, Francia, Ungheria, Turchia e Medio Oriente. Aspetto preferito del lavoro: “Uno dei valori che abbiamo ereditato dalla Svizzera è la tolleranza e l’accettazione delle altre culture. Guardate me: sono un egiziano nato al Cairo che lavora in Svizzera. Mi piace poter incontrare e condividere conoscenze con così tante persone provenienti da così tanti paesi.” Consigli per i nuovi dipendenti: “Consegnerei i Principi di Gestione e Leadership Nestlé e chiederei di leggerli attentamente e decidere sinceramente se ci si sente di rispettarli. Questi valori sono importanti per Nestlé. Se non ci si crede, non ci si troverà bene in Azienda.” Più importante traguardo professionale finora: “A un certo punto, in un momento non certo positivo per i prodotti a base di latte da frigo in Egitto, abbiamo avviato una nuova iniziativa per massimizzare le vendite e diminuire i costi. Avevamo bisogno di qualcosa di nuovo. Abbiamo quindi aperto nuovi canali attraverso l’esportazione ed esternalizzato una parte della distribuzione diretta. Abbiamo svincolato una parte degli addetti alle vendite, fornendoli però di un autocarro e aiutandoli a fondare piccole società. Abbiamo iniziato con due persone e presto ce ne sono servite altre dieci, tutte con guadagni più alti. A queste persone è stata data l’opportunità di diventare imprenditori e i nostri risultati sono migliorati.” 39 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone L’impatto di Nestlé: prodotti e consumatori Capire il mercato africano. e i suoi consumatori. La nutrizione al centro delle. linee di prodotti leader . Non esiste un consumatore africano tipo. Con redditi ampiamente variabili, decine di gruppi etnici e gusti alimentari e culturali diversi, i consumatori africani rappresentano un mercato variegato. Come altrove, Nestlé adatta i prodotti alla cultura e ai gusti locali. Svolgendo un gran numero di test sui consumatori e ricerche di mercato per capire le esigenze e variare i prodotti in modo da soddisfare le preferenze alimentari locali. Inoltre miglioriamo continuamente i prodotti nei nostri centri di ricerca e sviluppo. In un continente con particolari esigenze nutrizionali ed enormi divari di reddito (un massimo di 2.700 dollari per persona in Sudafrica e un minimo di 100 dollari in Etiopia) prestiamo particolare attenzione alla produzione di alimenti che siano al tempo stesso nutrienti e accessibili. La maggior parte dei consumatori africani ha il potenziale e la volontà per partecipare all’economia di mercato, anche a livelli modesti, e il segreto è creare prodotti su misura per i loro bisogni e poteri d’acquisto. I dadi per brodo Maggi con sale iodato, ad esempio, sono il prodotto Nestlé in più rapida crescita in Guinea, Camerun e Costa d’Avorio, paesi in cui il reddito pro capite varia dai 350 ai 600 dollari. Un fattore importante è rappresentato Il contributo maggiore dato da Nestlé all’Africa deriva dalla sua attività principale, sia a livello di sviluppo economico che di miglioramento dell’alimentazione. Le nostre principali linee di prodotti, di cui fanno parte i prodotti a base di latte a lunga conservazione come il latte in polvere o condensato e la gamma di prodotti culinari come le Zuppe Maggi, offrono un’alimentazione sana a un prezzo abbordabile. Viste le temperature e le questioni logistiche che si presentano in alcune zone, la conservazione del latte risulta importante per migliorare l’apporto di proteine, calcio e altri importanti nutrienti contenuti in questo alimento. Non sorprende quindi che i marchi di latte in polvere o condensato di Nestlé, come Nido e Carnation, siano prodotti di punta in almeno quattordici paesi africani. Sebbene il ceto medio sia percentualmente contenuto, nell’insieme il mercato della classe media ha dimensioni considerevoli e, nel solo Sudafrica, rappresenta un mercato esteso. L’eccellenza scientifica e innovativa di Nestlé sta portando in Africa prodotti nuovi e più nutrienti per questa fascia di consumatori. Ad esempio stiamo inserendo nei nostri prodotti specifici apporti nutritivi derivanti dalla ricerca Nestlé. Tra questi, un miglior rilascio energetico, fornito dall’Actigen-E TM contenuto nella bevanda energetica Milo. Actigen-E ottimizza il rilascio di energia da parte dei tre principali gruppi alimentari: carboidrati, lipidi e proteine. La nutrizione è la chiave di volta della nostra attività, esattamente come nel 1867, quando Henri Nestlé fondò la società. 40 dalla possibilità di acquistarne piccole quantità quasi quotidianamente. Un altro esempio è Milo, la bevanda energetica con vitamine e minerali molto diffusa in Ghana e Nigeria, paesi con un reddito pro capite di circa 280 dollari. Nestlé rifornisce anche il crescente ceto medio e altre fasce con un potere d’acquisto maggiore. I consumatori sudafricani, ad esempio, con un reddito tendenzialmente più alto, comprano una quantità maggiore di cereali per la colazione. Si possono anche permettere prodotti più specializzati, come gli alimenti naturali per i pazienti ospedalieri e altri gruppi con specifiche esigenze alimentari. Bongi Mavuka, che si batte per i diritti dei consumatori e presiede l’Associazione delle Casalinghe Africane in Sudafrica, afferma che l’industria alimentare deve inserire i poveri nel proprio target di consumatori. “La povertà è diffusa, c’è molta disoccupazione e in molte zone le infrastrutture sono ancora limitate. Una dieta sana è però essenziale. Abbiamo quindi bisogno che le grandi società usino la propria influenza per rendere meno cari gli alimenti di buona qualità e per aumentarne la diffusione,” dice. “La sfida più grande è mantenere bassi i prezzi.” “Pian piano la gente inizia a comprendere l’importanza non solo di un pasto bilanciato, ma anche degli ingredienti che aiutano a ottenere un pasto di questo tipo a costi relativamente ridotti. Nestlé e il Duchess Club hanno svolto un’azione altamente benefica.” Esther Nenadi Usman, Ministro delle Finanze nigeriano In Nigeria e Ghana:. l’educazione alimentare. arriva dall’alto. Nonostante gli affari di stato siano la sua priorità assoluta, il Ministro delle Finanze della Nigeria Esther Nenadi Usman trova anche tempo per lavorare con altre donne per promuovere l’educazione alimentare all’interno della comunità. Il Ministro Usman è socia del Nestlé Nutrition Duchess Club, un gruppo di donne impegnate nella sensibilizzazione delle donne sui temi dell’alimentazione. Socie del Duchess Club durante una visita al Mercato di Godu in Lagos. Nato solo quattro anni fa, nel 2004 il Club ha offerto seminari di educazione alimentare a 5.000 donne, la maggior parte delle quali madri o casalinghe, dello Stato di Lagos e di Kaduna. Nel 2003 ha iniziato a offrire seminari alle donne che vendono cibo nei mercati all’aperto, concentrandosi sulla nutrizione e la sicurezza alimentare. Nel 2005 intende estendere l’iniziativa allo Stato di Edo. Alla fine del 2004, il Club si è allargato al Ghana con un gruppo iniziale di 750 donne, tra cui il Ministro delle Politiche per le Donne e i Bambini Gladys Ashma. “Il nostro messaggio è che le priorità alimentari possono essere stabilite meglio. Ci concentriamo sulle donne nigeriane, introducendo nel loro stile di vita una dieta sana,” dice Iquoh Ukoh, Direttore Marketing di Nestlé Nigeria e socia del Duchess Club. 41 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Sebbene la sua missione consista nell’educazione alimentare, il Duchess Club è diventato anche un’importante occasione di incontro e di contatto per le professioniste nigeriane. Oltre al Ministro, tra le socie del club ci sono dottoresse, avvocatesse e professioniste provenienti da diversi settori. “Il numero di socie è talmente aumentato che ora non riusciamo nemmeno più a ospitarle tutte in un’unica sala,” dice il ministro Usman. “Con l’aiuto di Nestlé, iniziamo a comprendere quali sono i problemi e come superarli.” L’Istituto Africano . di Alimentazione Nestlé. Nel 2001 Nestlé Sudafrica ha istituito il Nestlé Nutrition Institute Africa (NNIA, Istituto Africano di Alimentazione Nestlé) per ampliare ulteriormente le competenze alimentari della popolazione africana. L’istituto incentiva la ricerca e promuove le conoscenze alimentari in tutte le fasce del variegato popolo africano. Tra le aree d’interesse fondamentali figurano la malnutrizione, l’obesità, l’alimentazione sicura di lattanti e bambini e l’incentivazione dell’allattamento al seno. L’istituto offre inoltre borse di studio e sponsorizza la partecipazione di nutrizionisti e professionisti sanitari agli International Nutrition Workshops (workshop internazionali sull’alimentazione) di Nestlé. 42 L’istituto è stato coinvolto in numerosi incontri accademici tenutisi in sette paesi dell’Africa meridionale e orientale a cui hanno partecipato oltre 1.200 professionisti dell’assistenza sanitaria. I rappresentanti del NNIA hanno preso parte all’Information Technology for the Advancement of Nutrition in Africa Congress (ITANA, congresso sulla tecnologia informatica per il progresso Il Ministro delle Finanze della Nigeria Esther Nenadi Usman, socio fondatore del Nestlé Nutrition Duchess Club, una rete popolare di donne che insegnano ad altre donne l’importanza dell’alimentazione. della nutrizione in Africa), a cui ha fatto seguito una partnership con un operatore informatico strategico del continente africano. “La ricerca alimentare non è un lusso dei paesi in via di sviluppo. Contribuisce a risolvere quei problemi nutrizionali che necessitano di soluzioni specifiche.” Paolo Suter, Direttore della Fondazione Nestlé per lo Studio dei Problemi Nutrizionali nel Mondo Promozione delle scienze. alimentari in Africa. La Nestlé Foundation for the Study of Problems of Nutrition in the World (Fondazione Nestlé per lo Studio dei Problemi Nutrizionali nel Mondo) è stata istituita nel 1966 in occasione del centenario di Nestlé. La Fondazione opera in maniera del tutto indipendente rispetto a Nestlé, con un proprio Consiglio Internazionale composto da eminenti scienziati. La sede centrale si trova a Losanna (Svizzera). Uno degli obiettivi principali della Fondazione è il trasferimento di conoscenze scientifiche e tecnologiche nei paesi dell’International Development Association (IDA, Associazione Internazionale per lo Sviluppo). La maggior parte dei progetti di ricerca sponsorizzati dalla Fondazione vengono portati avanti in collaborazione con scienziati delle università e degli istituti di ricerca di questi paesi. Molti studi degli ultimi anni, quali quelli sul fabbisogno energetico in gravidanza, sulle problematiche nutrizionali relative a donne e bambini e sul ruolo dell’alimentazione nella funzionalità immunitaria, si sono svolti in diversi istituti di ricerca e università di vari paesi africani. Fondamentalmente la Fondazione contribuisce all’avanzamento delle scienze alimentari attraverso varie strategie chiave: 1) sostegno alla ricerca in istituti e università affermate, 2) iniziativa enLINK (descritta in seguito) e 3) sostegno istituzionale selettivo per programmi postuniversitari di educazione alimentare africani già esistenti. La rilevanza della sostenibilità e della salute pubblica è un tema centrale in ogni attività della Fondazione. Tutti i progetti di ricerca devono trovare attuazione a breve e lungo termine nella sanità pubblica. La ricerca alimentare non è un lusso dei paesi in via di sviluppo. Contribuisce a risolvere quei problemi nutrizionali che richiedono soluzioni specifiche. In Costa d’Avorio e Marocco, ad esempio, i bambini affetti da gozzo non beneficiavano di tutti i vantaggi degli integratori iodici. Molti bambini presentavano anche anemia. Con la ricerca abbiamo scoperto che gli integratori di ferro aumentavano l’efficacia dello iodio somministrato. Una strategia di base per la riduzione della malnutrizione è rappresentata dall’educazione alimentare, sanitaria e igienica. La tecnologia informatica (IT) è una fonte d’informazioni primaria. Rispetto ad altre aree del mondo, il continente africano ha un accesso limitato all’IT. Per affrontare questo problema, nel 2004 la Fondazione ha creato l’iniziativa enLINK incentrata sul transfer informatico nei settori Paolo Suter, Direttore della Fondazione Nestlé per lo Studio dei Problemi Nutrizionali nel Mondo. Molti progetti di ricerca sponsorizzati dalla Fondazione vengono portati avanti in centri di ricerca e università africani. della nutrizione e della malnutrizione. Il primo progetto dell’iniziativa è la biblioteca digitale enLINK, una biblioteca elettronica online che permette agli utenti registrati di visualizzare i testi integrali di più di 10 tra le principali riviste di nutrizione. Gli utenti non registrati hanno libero accesso agli abstract e a importanti link relativi all’alimentazione. La Fondazione sostiene inoltre l’African Journal of Food, Agriculture, Nutrition and Development (AJFAND, Rivista Africana di Alimentazione, Agricoltura, Nutrizione e Sviluppo), una rivista leader nel settore della nutrizione. La Fondazione patrocina inoltre corsi postuniversitari in nutrizione presso l’Università Cheikh Anta Diop (Dakar, Senegal), l’Università di Abomey-Calavi (Cotonou, Benin) e l’Università Makerere di Kampala (Uganda). 43 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Le lezioni di aerobica sono uno dei mezzi utilizzati da Nestlé per promuovere la salute nell’ambito delle campagne di marketing per i suoi prodotti. Milo in movimento . Il marchio Milo, bevanda energetica di Nestlé, è il numero uno in Africa tra le bevande energetiche al cioccolato con malto. In Sudafrica, Ghana e soprattutto Nigeria è particolarmente diffusa tra i consumatori tra i 7 e i 12 anni. Ma la promozione di Nestlé non è limitata al solo prodotto; i giovani vengono infatti istruiti anche sulla nutrizione e l’attività fisica. Milo è arricchita con quindici vitamine e minerali e fornisce tre grammi di proteine per porzione, dopo essere stata ricostituita con acqua da tavola. I valori essenziali del marchio sono centrati su gusto, energia, e successo derivanti da una nutrizione equilibrata, illustrati da campagne di marketing basate sul miglioramento dell’apprendimento e dei risultati atletici. Nestlé sponsorizza eventi d’alto profilo che promuovono l’attività fisica, come la maratona Nestlé Milo Marathon in Ghana. Tuttavia, la forma di sponsorizzazione più 44 importante nella maggior parte dei paesi dell’Africa occidentale è rappresentata da una partnership per la gioventù su scala nazionale, come quella che in Nigeria promuove l’attività fisica attraverso lezioni di ginnastica per studenti e corsi doposcuola con scuole di tennis e campionati di pallacanestro. Insegnare ai bambini lo stretto legame esistente tra un buon apporto nutritivo e l’attività fisica, li prepara a una vita di abitudini sane con un minor rischio di contrarre patologie croniche quali diabete e cardiopatie. “Il nostro approccio si rivolge alle mamme oltre che ai bambini,” dice il Dirigente per lo Sviluppo Aziendale Regionale Nestlé Akin Osewa. “La cosa che sta loro più a cuore è che i loro figli siano sani e abbiano successo nella vita. Per farlo hanno bisogno di acquisire competenza e di avere una buona forma fisica.” Operare con integrità: . il marketing dei latti . formulati per l’infanzia . Nell’arco di un anno dopo l’approvazione, nel 1981, del Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Nestlé si è impegnata per l’applicazione volontaria del Codice dell’OMS nei paesi in via di sviluppo anche laddove i governi non l’hanno fatto. Nel 1982, Nestlé ha emesso le Istruzioni per l’Attuazione del Codice dell’OMS e da allora ha progressivamente perfezionato e rafforzato le Istruzioni e il monitoraggio dell’applicazione del del Codice dell’OMS al suo interno. Quest’ultimo contiene disposizioni fondamentali come: • Nestlé non promuove sostituti del latte materno (latti formulati per l’infanzia e di proseguimento) presso il pubblico africano; in Africa non vi sono cioè campagne pubblicitarie e di comunicazione con il pubblico né campioni gratuiti (Nestlé è l’unica società impegnata a non commercializzare pubblicamente gli alimenti di proseguimento). • Nestlé commercializza in Africa cereali e altri alimenti “complementari” solo a partire dai 6 mesi di vita (è l’unico produttore di alimenti per l’infanzia a essersi impegnato in questo senso). • Gli addetti al marketing degli alimenti per l’infanzia Nestlé non hanno contatti con le madri. • Nessuna distribuzione di campioni di sostituti del latte materno a professionisti sanitari, a eccezione di un campione di due confezioni di alimento da sottoporre all’esame dei professionisti sanitari esclusivamente in occasione del lancio di un nuovo prodotto. • Nestlé dona sostituti del latte materno a strutture sanitarie solo in caso di eventi sociali particolari (decessi per parto, parti plurigemellari ecc.). • Nestlé non corrisponde incentivi economici ai professionisti sanitari affinché promuovano i latti formulati per l’infanzia. Nestlé mette in pratica il Codice mediante sistemi di formazione e di monitoraggio interno, un ombudsman per i denunciatori e verifiche interne periodiche. Queste prassi seguono le norme più severe tra quelle delle Istruzioni Nestlé per l’Attuazione del Codice Internazionale dell’OMS sullaCommercializzazione dei Sostituti del Latte Materno e quelle della legislazione locale. Scholastica Ilechukwu, dipendente Nestlé 25enne, è dirigente dello sviluppo aziendale regionale per l’Africa centrale e occidentale. Tra le sue mansioni c’è quella di verificare nei supermercati che i prodotti Nestlé vengano commercializzati in conformità con gli obiettivi del Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno Nel 2004 Nestlé ha commissionato a Bureau Veritas, un’importante società di audit mondiale con una grande esperienza nell’audit sociale, un’ispezione della commercializzazione dei latti per l’infanzia in tre paesi africani di sua scelta (Sudafrica, Nigeria e Mozambico). Nell’ottobre 2004 e nel febbraio 2005 Bureau Veritas ha effettuato un’ispezione della durata complessiva di cinque settimane sulle prassi seguite da Nestlé nei tre paesi. Gli ispettori hanno intervistato il personale Nestlé dei reparti nutrizione, affari normativi, vendite, sviluppo aziendale, formazione e altri per valutarne la conoscenza delle tematiche in oggetto; l’attuazione e il rispetto delle Istruzioni Nestlé e della legislazione interna e i sistemi, i controlli, le politiche e le procedure interne. All’esterno sono state intervistate madri, professionisti sanitari e commercianti al dettaglio. Oltre alle interviste, la verifica delle informazioni è passata attraverso l’esame dei materiali formativi, delle descrizioni delle mansioni, dei registri di bilancio, delle relazioni degli audit, degli elenchi dei dipendenti e dei registri delle vendite. Sono stati oggetto di studio anche i prodotti, i manifesti, i cartelloni e le altre forme di pubblicità Nestlé, i materiali informativi e di marketing e i prodotti conservati nei magazzini. Il parere di Bureau Veritas si trova alle pagg. 44-45. 45 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Risultato dell’audit di Bureau Veritas 46 “In cinque settimane complessive di sopralluoghi e interviste in Sudafrica, Mozambico e Nigeria, non abbiamo riscontrato carenze sistematiche per quanto riguarda l’attuazione delle Istruzioni per la Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno da parte di Nestlé. Nel corso dell’audit sono state rilevate tre infrazioni delle Istruzioni, due delle quali attribuibili alla condotta di Nestlé. Esse non erano direttamente collegate ad alcuna attività di marketing, bensì all’implementazione delle procedure interne di Nestlé. La terza infrazione faceva riferimento alle attività di un farmacista che ha violato le Istruzioni esponendo in modo visibile latti formulati per l'infanzia. Nonostante l’individuazione delle prove delle tre infrazioni delle Istruzioni, si ritiene che tali infrazioni da parte di Nestlé non siano sistematiche e che, a nostro parere, Nestlé Sudafrica, Nigeria e Mozambico non violino sistematicamente o deliberatamente le Istruzioni Nestlé o la legislazione locale (ove applicabile). Questo perché: (a) Sulle confezioni dei latti formulati per l’infanzia non vengono utilizzate immagini di neonati (4.2). (b) I materiali destinati alle gestanti e alle madri e relativi alla salute infantile e materna quali manifesti informativi, grafici esplicativi, grafici sulle rilevazioni dell’altezza ecc. non contenevano illustrazioni dei latti per l’infanzia o non citavano il nome di singoli marchi di latti per l’infanzia (4.3). (c) Alle madri e all’opinione pubblica non venivano fornite direttamente informazioni né attraverso i media né attraverso contatti personali tra rappresentanti della Società e il pubblico (5.1). (d) Non venivano distribuiti alle madri campioni gratuiti di latti per l’infanzia (5.2). (e) Non vi erano contatti con madri o gestanti tranne che in caso di reclami (5.5, 6.4, 6.5). (f) Non si sono registrate donazioni gratuite o a basso prezzo di latti per l’infanzia a favore di istituzioni in maniera non conforme a quanto stabilito dalle Istruzioni, a eccezione di un frangente di scarsa rilevanza riportato in seguito (6.6, 6.7). (g) Le attrezzature e i materiali in aggiunta a quelli citati nell’Articolo 4.3 donati a una struttura sanitaria assistenziale erano conformi alle Istruzioni (6.8). (h) Il materiale informativo culturalmente appropriato fornito ai professionisti sanitari era conforme alle Istruzioni (7.1). (i) Il personale dell’azienda enfatizzava l’importanza dell’allattamento al seno con gli operatori sanitari (7.2). (j) Non sono stati riportati/riscontrati incentivi economici o materiali a favore di professionisti sanitari affinché promuovessero i latti formulati per l’infanzia (7.3). (k) Non venivano forniti campioni a professionisti sanitari al di fuori del campo di validità dell’Articolo 7.4. (l) Ad addetti alle vendite, delegati medici e altri addetti marketing non venivano corrisposti bonus o incentivi legati alle vendite di alimenti per lattanti (8.1) (m) I dipendenti della Società le cui responsabilità riguardavano la fornitura di informazioni sugli alimenti per lattanti ai professionisti sanitari non svolgevano funzioni informative rivolte a gestanti o madri (8.2). (n) Venivano rispettate le norme dei singoli stati relative all’etichettatura (9.1). (o) Le etichette dei prodotti acquistati da Nestlé dai commercianti e distribuiti all’interno del paese per il mercato di quest’ultimo erano conformi alle norme relative all’etichettatura (9.2). (p) I prodotti di latte in polvere e latte condensato dolcificato acquistati dai commercianti direttamente da Nestlé per l’uso all’interno del paese erano conformi alle Istruzioni (9.3). (q) Le etichette dei prodotti contenevano le informazioni necessarie (9.4). (r) Nestlé si adoperava per incoraggiare i governi a elaborare codici nazionali ove non ancora esistenti (11.1). (s) Il monitoraggio interno del rispetto del Codice era effettuato da Nestlé, eccetto in Mozambico (vedere sotto) (11.3). (t) Le Istruzioni risultavano comunicate a tutto il personale della Società dipendente da società del Gruppo Nestlé coinvolte nella commercializzazione dei latti per l'infanzia (11.5). “Siamo lieti che l’audit di Bureau Veritas confermi quanto rilevato da un audit analogo commissionato dalla Federazione in Nigeria nel 2003.” Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa In Mozambico sono state riscontrate le seguenti infrazioni delle Istruzioni: (a) Si è riscontrata nella vetrina di una farmacia un’esposizione vistosa di latti per l’infanzia. Tale farmacia aveva rapporti diretti con Nestlé e violava le Istruzioni ai sensi dell’Articolo 5.3. (b) In Mozambico non veniva effettuato alcun monitoraggio interno dell’attuazione delle Istruzioni: un’infrazione ai sensi dell’Articolo 11.3. (c) In Mozambico una parte del personale addetto al marketing non aveva ricevuto comunicazioni formali circa le Istruzioni. Si ritiene che ciò costituisca un’infrazione ai sensi dell’Articolo 11.5. Audit di Nestlé S.A., Vevey, Svizzera L’audit di Nestlé S.A. ha riguardato il personale di livello superiore all’interno dei reparti Nutrizione, Vendite e Marketing, Affari Pubblici, Audit Interno, Servizi ai Consumatori e Investor Relations. L’elaborazione, la modifica, il monitoraggio e la comunicazione delle Istruzioni Nestlé per ciascun paese è responsabilità della Divisione Nutrizione e del Reparto Affari Pubblici con sede presso Nestlé S.A. a Vevey. L’attuazione pratica e il rispetto delle Istruzioni e la segnalazione di violazioni all’interno di un paese è responsabilità di ciascun paese. Nestlé S.A. opera come ufficio informativo centrale deve le policies e le procedure (ivi comprese le Istruzioni Nestlé) vengono sviluppate e comunicate alle unità operative. I modelli per le informazioni sul prodotto Latti per l’infanzia, i requisiti relativi al contenuto nutrizionale e all’etichettatura vengono elaborati da Nestlé S.A. e comunicati ai mercati di destinazione ai fini dell’adattamento alle norme e ai requisiti nazionali. Qualora l’adattamento delle etichette avvenga all’interno del paese, queste ultime vengono esaminate e approvate da Nestlé S.A. nonché dal personale interno al paese Accertamenti di Bureau Veritas Le Istruzioni Nestlé sono risultate ben radicate in Nestlé S.A. Il livello di conoscenza e l’impegno per il Codice erano alti e tutti i dipendenti intervistati erano stati formati al rispetto delle Istruzioni. Il personale possedeva chiare responsabilità relativamente all’implementazione delle Istruzioni e risultavano esserci rigorosi controlli e una separazione tra la Squadra Vendite e la Divisione Nutrizione (tutto il personale coinvolto nei rapporti diretti con i professionisti sanitari e le questioni relative ai latti formulati per l’infanzia fa parte della Divisione Nutrizione). Risultavano essere in atto validi controlli per il monitoraggio del rispetto delle Istruzioni attraverso Audit Interni svolti dall’Audit Aziendale Nestlé secondo un programma di verifica costante. A prescindere dal loro oggetto, tutti gli audit contengono criteri specifici relativi alla messa in pratica delle Istruzioni. Nestlé ha già preso provvedimenti idonei a correggere le tre violazioni individuate dall’audit di Bureau Veritas, così come avviene per tutte le accuse di non conformità verificabili. “La Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa prende atto degli accertamenti dell’audit di Bureau Veritas, i quali sottolineano gli sforzi di Nestlé per assicurare che le proprie attività di commercializzazione di latti formulati per l’infanzia in Africa siano conformi al Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno dell’OMS. Siamo lieti che l’audit di Bureau Veritas confermi quanto rilevato da un audit analogo commissionato dalla Federazione in Nigeria nel 2003. Nestlé è un importante sostenitore aziendale delle nostre African Health Initiatives [Iniziative per la Salute dell’Africa] e i risultati positivi di audit di questo tipo garantiscono il proseguimento della nostra collaborazione per affrontare alcuni degli urgenti problemi sanitari e di assistenza alle comunità presenti in Africa. Tutti i rapporti di partnership con aziende vengono monitorati in maniera continua.” Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa 47 2: Nestlé in Africa: prodotti, luoghi e persone Il team di Bureau Veritas, di cui fa parte il CEO Olivier Guize (al centro), ha esaminato il rispetto del Codice OMS da parte di Nestlé in tre paesi africani. Implementazione del . Codice dell’OMS. Il rispetto del Codice dell’OMS è gestito attraverso la formazione e la verifica, le relazioni di autocontrollo, gli audit interni nell’ambito delle società nazionali, gli audit da parte degli organi centrali a livello mondiale, un Sistema di Assicurazione della Qualità relativamente al Codice OMS analogo a quelli ISO, un sistema di difesa civica per la segnalazione riservata di possibili violazioni da parte di “denuncianti”. Nestlé svolge inoltre indagini approfondite su tutte le ipotesi d’accusa di non conformità rispetto al Codice OMS laddove vengano fornite informazioni adeguate e intraprende azioni correttive alla conferma delle violazioni. Naturalmente Nestlé accetta con favore ogni informazione tempestiva e dettagliata circa presunte non conformità con il Codice OMS da parte di qualsiasi parte interessata esterna all’azienda, come professionisti sanitari e organizzazioni non governative, in modo da svolgere indagini e adottare provvedimenti tempestivi se le informazioni risultano fondate. 48 Nelle varie unità operative nazionali, il sistema per la conformità è composto da personale Nestlé proveniente da quattordici reparti, che partecipa a corsi di formazione annuali o semestrali e deve presentare rapporti sulla verifica del rispetto dei principi. I dipendenti devono sottoscrivere una lettera personale di assunzione d’impegno relativamente al Codice. Nella rara eventualità di una violazione, la Società svolge indagini e intraprende le azioni necessarie. Recentemente tutte le violazioni verificatesi sono state commesse da dipendenti nuovi e inesperti. Ma in un caso il rapporto di lavoro con un dipendente è stato interrotto a causa di una violazione ritenuta significativa. Nell’Africa meridionale e orientale, tra le persone coinvolte nella gestione del Sistema di Nestlé per la conformità al Codice sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno dell’OMS c’è il Direttore Nutrizione Nick Partington. “Nestlé è molto seria a questo riguardo,” dice Nick. “Sono molto contento dei progressi fatti in azienda per quanto riguarda l’impegno per la gestione e il monitoraggio della conformità al Codice.” Un principio importante per Nestlé è il mantenimento di un dialogo con i governi e gli esperti nutrizionisti, sia per ascoltarne le preoccupazioni che per condividere i progressi nel campo della nutrizione. Alla fine del 2004, i parlamentari kenioti hanno chiesto a Nestlé di fornire degli input circa le possibili modalità con cui l’industria alimentare può sostenere la lotta del governo contro la malnutrizione. “Nestlé è riconosciuta come una delle società leader nel campo della responsabilità sociale aziendale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Rispetto a quelli di altre aree, i consumatori africani sono tra i più propensi a dare una valutazione positiva dell’operato di Nestlé in fatto di responsabilità sociale.” Chris Coulter, GlobeScan Chris Coulter, vicepresidente di GlobeScan Il punto di vista dei . consumatori su Nestlé . e la responsabilità sociale . della società. La nostra attività si basa sulla fiducia riposta dai consumatori nella Società e sulla qualità e sicurezza dei prodotti. Nel sondaggio d’opinione svolto nel 2004 da GlobeScan in ventidue paesi, Nestlé è risultata una delle tre società con i punteggi più alti quando veniva chiesto ai consumatori di indicare una società che rappresentasse al meglio la responsabilità sociale. Il punteggio è stato particolarmente alto in tre paesi africani: il Sudafrica, il Ghana e la Nigeria. Oltre il 73% degli africani intervistati ha valutato Nestlé come “una delle migliori” o “al di sopra della media”, mentre i voti negativi sono stati inferiori al 5%. I motivi citati per la valutazione positiva sono stati: la qualità e sicurezza dei prodotti, il valore nutrizionale e i progetti a favore delle comunità. Secondo Chris Coulter di GlobeScan “Nestlé è riconosciuta come una delle società leader nel campo della responsabilità sociale aziendale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Rispetto a quelli di altre aree, i consumatori africani sono tra i più propensi a dare una valutazione positiva dell’operato di Nestlé in fatto di responsabilità sociale (corporate social responsibility). Rispetto a quelli di altre aree, i consumatori africani sono tra i più propensi a dare una valutazione positiva dell’operato di Nestlé in fatto di responsabilità sociale.” 49 Retunde Odut Afo prende parte ai programmi doposcuola che insegnano agli adolescenti l’importanza di un’alimentazione 50 corretta e dell’attività fisica, organizzati dal Nestlé Nutrition Duchess Club in Nigeria. Quanto imparato permetterà a Retunde e ai suoi compagni di condurre una vita di abitudini sane con un rischio minore di disturbi cardiaci. (a pag. 39 si trovano maggiori dettagli sul Duchess Club) 3 Nestlé e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite Per decenni, in tutto il mondo, Nestlé ha sostenuto l’alimentazione, la salute e altre iniziative sociali in modo da rendersi parte integrante del tessuto sociale dei paesi in cui opera e contribuire allo sviluppo al di là dell’impatto delle sue attività. Questi impegni contribuiscono agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) delle Nazioni Unite, un piano in otto punti che mira a ridurre la povertà e migliorare la salute, l’istruzione e la sostenibilità ambientale a livello mondiale. Nonostante sia difficile quantificare l’impatto complessivo di Nestlé sugli OSM, alcuni contributi sono evidenti. In questa sezione presentiamo una panoramica dei programmi di Nestlé relativi a ciascun Obiettivo di Sviluppo del Millennio accompagnata da alcuni esempi specifici (per maggiori dettagli consultare Nestlé in the Community, www.community.nestle.com). 51 3: Nestlé e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite I contributi di Nestlé agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell’ONU, per Obiettivo 1° obiettivo: Eliminare la . povertà estrema e la fame. . Nestlé dà il contributo maggiore fornendo alimenti nutrienti e accessibili, creando occupazione e offrendo opportunità economiche per gli imprenditori. In Africa diamo lavoro direttamente a 11.500 persone e indirettamente, attraverso la rete dei fornitori, a 50.000 persone. Come si è visto in questo rapporto, il nostro Sustainable Cassava Project (progetto a favore della sostenibilità della manioca) e le iniziative relative al caffè sono esempi di come Nestlé usi la propria competenza tecnica e commerciale, unita al know-how locale, per creare nuove e lungimiranti opportunità imprenditoriali. Nel 2004, inoltre, abbiamo donato più di 80 tonnellate di cibo in aiuti per i disastri in Africa. Contributi sociali e alle comunità: • Ghana: Aiuti economici al College of Health Science dell’Università di Ghana. • Guinea: Educazione alimentare attraverso l’ECOWAS Nutrition Forum (Forum sulla Nutrizione della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale - CEDEAO). • Madagascar: Aiuti a favore del programma “Cyclone Gafilo Relief”. • Nigeria: Aiuti per la Biblioteca di Ricerca Nutrizionale presso l’Università dell’Agricoltura di Abeokuta. • Nigeria: Ricerca congiunta con le università nigeriane per migliorare la produzione di soia e di fagioli dall’occhio. • Sudafrica: WARMTH, War Against Malnutrition TB and Hunger (Lotta contro Malnutrizione, Tubercolosi e Fame). • Sudafrica: Nestlé Community Nutrition Award (Premio per la Nutrizione nella Comunità), assegnato a soluzioni locali contro la malnutrizione. 52 • Sudafrica: Collaborazione con la Scuola Elementare di Shukuma e SANTA per la creazione di orti nella comunità. 2° obiettivo: Assicurare l’istruzione . elementare universale. Nestlé offre ai propri dipendenti programmi di formazione e di istruzione di base. Inoltre lavora con la “futura forza lavoro” sostenendo le scuole delle comunità limitrofe. Contributi sociali e alle comunità: • Egitto: Iniziativa Give a Kid a Hand (Dai una mano a un bambino) • Egitto: Adozione della Dolce School, fornitura di sostegno per il miglioramento della struttura, per l’istruzione e i pasti in mensa per 580 bambini. • Marocco: Zakoura Education Foundation, un’iniziativa di alfabetizzazione che ha istruito 1.700 bambini delle zone rurali, in particolar modo bambine. • Mozambico: programma Kids Go Further (I bambini arrivano più lontano) per la promozione di modelli professionali positivi. • Sudafrica: Project Head Start, istruzione prescolare per bambini precedentemente svantaggiati nelle città attorno a Pretoria. • Sudafrica: PROTEC, programma d’istruzione scientifica e matematica e di formazione tecnica nella regione di Pietermaritzburg. 3° obiettivo: Promuovere . la parità tra i sessi e . riconoscere più spazio . alle donne . Nelle procedure di assunzione, formazione e promozione Nestlé promuove la parità tra i sessi e le pari opportunità, sostenendo una serie di progetti mirati a conferire potere alle donne. Tra questi: Grazie al sostegno ventennale di Nestlé, in Sudafrica EcoLink ha aiutato 105000 famiglie a piantare orti per aumentare le proprie scorte alimentari. Contributi sociali e alle comunità: • Nigeria: Duchess Club, educazione alimentare per donne. • Camerun: Sostegno per la celebrazione della Giornata Internazionale della Donna. • Sudafrica: Thusanang Development and Training, promuove il lavoro a domicilio per le donne. • Sudafrica: South African-Swiss Women’s Dialogue, un incontro internazionale di donne sudafricane e svizzere in onore del 10° anniversario della pace in Sudafrica, che è ricorso nel 2004. 4° obiettivo: . Ridurre la mortalità infantile La mortalità infantile è dovuta in primo luogo a povertà, mancanza di cibo, scarsa istruzione materna e condizioni igieniche carenti, di cui si occupano gli obiettivi 1,2,3,5,6 e 7. Oltre ai contributi dati da Nestlé in questo settore, sosteniamo i seguenti progetti specifici: Contributi sociali e alle comunità: • Etiopia: Una partnership con ACNUR ha fornito acqua pulita a 210.000 persone. • Camerun: Donazioni alimentari per venticinque orfanotrofi e istituti infantili. • Camerun: Sostegno a Child Watch. • Camerun: Fondi per un ospedale pediatrico attraverso la Chantal Biya Foundation. • Costa d’Avorio: Les Amis des Enfants du SIDA, una casa d’accoglienza per donne e bambini sieropositivi. • Costa d’Avorio: Sostegno a Association Espoir, un centro di assistenza sanitaria gratuita in uno dei quartieri poveri di Abidjan. • Kenya: Street Children Assistance Network Nakuru (SCANN, una rete d’assistenza per i bambini di strada). • Zimbabwe: Harare Shelter for Destitute (Rifugio per i bisognosi di Harare), istruzione per orfani.. 5° obiettivo: Migliorare . la salute delle madri. In linea con il contributo a sostegno del 1° obiettivo, Nestlé contribuisce incentivando lo sviluppo economico e aiutando a migliorare i sistemi d’assistenza sanitaria, l’accesso a fonti d’acqua potabile e gli impianti igienici. • Sudafrica: The Valley Trust Community Health Worker Programme (iniziativa a favore degli operatori sanitari della comunità) che ha aiutato migliaia di persone, in particolare donne, della provincia di KwaZulu-Natal. • Sudafrica: programmi EcoLink Home Garden e Clean Water (per la creazione di orti e l’accesso a fonti di acqua pulita), che hanno raggiunto oltre 105.000 donne e le rispettive famiglie. • Studi della Nestlé Foundation sulla salute delle madri. 6° obiettivo: Combattere . l’HIV/AIDS, la malaria . e altre malattie . Gli 11.500 dipendenti Nestlé e le rispettive famiglie ricevono assistenza ed educazione sanitaria. Questo programma include la copertura sanitaria per tutti i dipendenti a tempo pieno e interventi specifici per l’HIV/AIDS come il nostro Programma d’Intervento Gestito in Sudafrica. La partecipazione iniziale di Nestlé al programma ARCHI 2010 della Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha dato un contributo di 3 milioni di CHF in tre anni. Altri contributi sociali e alle comunità: • Nigeria: Partnership con la Società della Croce Rossa nigeriana per l’informazione sull’HIV/AIDS, di cui hanno beneficiato oltre 800.000 giovani. • Camerun: informazione sull’HIV/AIDS. • Kenya: Red Cross Community Health Worker Programme (Programma per gli operatori sanitari della Croce Rossa) per l’HIV/AIDS. • Kenya: Fondi per l’assistenza domiciliare ai più bisognosi, soprattutto in occasione del Natale. • Senegal: Sostegno alla conferenza per la stesura di una strategia nazionale per l’HIV/AIDS. • Sudafrica: attività legate all’HIV/AIDS in sette città, che spaziano da campagne d’informazione a donazioni di prodotti. • Zambia: Internation Medical Services for Health (INMED, Servizio Medico Internazionale per la Sanità), progetti d’educazione sanitaria radiofonica. 7° obiettivo: Garantire la . sostenibilità ambientale . Il nostro contributo maggiore è rappresentato dal modo in cui gestiamo la supply chain e le attività produttive. I nostri indicatori di performance ambientali migliorano costantemente. Le nostre iniziative per la sostenibilità di cacao, caffè, manioca, soia e fagioli dall’occhio sono opere altrettanto importanti. Contributi sociali e alle comunità: • Etiopia: Partnership con l’ACNUR per fornire acqua pulita a 210.000 persone. • Ghana: Raleigh International per il miglioramento degli impianti igienici nelle comunità rurali. • Kenya: World Wide Fund For Nature (WWF) per il rimboschimento e la preservazione delle acque nella foresta di Mau. • Nigeria: Greening the Supply Chain Project (promozione di politiche a favore dell’ambiente nella supply chain). • Sudafrica: LEAP, miglioramento delle condizioni igieniche e dell’accesso ad acqua pulita per 120.000 abitanti delle zone rurali. • Sudafrica: Delta Environmental Centre per l’educazione ambientale nelle scuole rurali. • Sudafrica: Endangered Wildlife Trust (associazione a favore delle specie a rischio) per la tutela della gru caruncolata • Sudafrica: programma del World Wide Fund for Nature per la preservazione idrica e l’agricoltura sostenibile nelle comunità rurali nella provincia del Capo Orientale. 8° obiettivo: Istituire . una partnership mondiale . per lo sviluppo . Nestlé partecipa attivamente a forum che riuniscono diverse parti interessate – dall’imprenditoria ai governi, le ONG, la comunità dell’ONU e molte altre – a sostegno di obiettivi di sviluppo comuni e di scambi più liberi. Ecco alcuni esempi: • Partecipante, Convenzione Globale dell’ONU • Membro del Consiglio Direttivo, International Cocoa Initiative • Membro del Consiglio Direttivo, Fondazione della Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa • Partner mondiale, Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati • Socio Fondatore, Iniziativa per l’Agricoltura Sostenibile 53 3: Nestlé e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite Alcuni esempi dei nostri interventi d’aiuto Possibilità di studio per le . ragazze in Marocco. 2° obiettivo: Assicurare l’istruzione elementare universale A Imane Marzak, 15 anni, piacciono le lingue. La sua materia preferita è il francese, ma è la prima della classe anche in spagnolo. Un giorno spera di andare all’università per studiare la letteratura spagnola. “E perché non direttamente in Spagna?” dice Imane. “La scuola mi ha completamente cambiato la vita. Senza la scuola della Fondazione, l’istruzione sarebbe rimasta una meta irraggiungibile per me.” Imane è una di alcune centinaia di studenti che frequentano la scuola di Lahdaid fondata dalla Zakoura Education Foundation, un’organizzazione non governativa che opera per portare l’istruzione nelle aree rurali che non sono servite dalle scuole statali. A partire dal 1997, Zakoura ha aiutato più di 1.700 bambini della zona di Doukkala in Marocco. Nestlé ha contribuito al finanziamento di Zakoura fin dalla sua istituzione. La Società è interessata al benessere di queste famiglie, i produttori di latte che riforniscono lo stabilimento Nestlé della vicina El Jadida. Zakoura è nata su iniziativa di un gruppo di uomini d’affari marocchini con l’intento iniziale di migliorare le condizioni dei poveri delle aree rurali del Marocco offrendo microcrediti per piccole attività a domicilio, gestite principalmente da donne. La necessità di questa fondazione si è presto resa evidente. 54 Il 56% circa degli abitanti della zona è analfabeta e spesso le scuole sono troppo distanti oppure hanno rette troppo costose per i genitori. Così la Foundation porta la scuola da loro, fornendo gratuitamente libri e altro materiale didattico. La maggior parte degli insegnanti è costituita da giovani laureati della zona, che rimarrebbero altrimenti disoccupati e che invece tornano nei loro villaggi per insegnare. Lo stipendio è pagato dalla fondazione. Il programma ha una durata triennale e comprende scrittura e lettura, educazione civica e un’introduzione alle arti e alle scienze. Ogni classe è composta da trenta alunni di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni e tra i 12 e i 16 anni. Nel corso del secondo anno viene introdotto l’insegnamento del francese. Nei corsi vengono utilizzati i libri di testo del sistema ufficiale, basati a loro volta sul programma francese, ma con un metodo didattico che incoraggia la massima espressione personale da parte dei bambini. Zakoura sta cambiando le cose? A giudicare dal tasso di frequenza, quasi totale in alcune scuole, Zakoura sta dando ottimi frutti. “Vorrei che tutti i bambini marocchini facessero la mia stessa esperienza,” dice Imane. Imane Marzak, una dei circa 1.700 bambini che hanno ricevuto un’istruzione elementare grazie alla Zakoura Education Foundation, vorrebbe andare a studiare in Spagna un giorno. Quando i bambini della zona entrano nelle scuole di Zakoura, di solito è la prima volta che accedono a una scuola formale. Sostegno all’istruzione . a Estcourt . 2° obiettivo: Assicurare l’istruzione elementare universale Gli sforzi di Nestlé per l’arricchimento culturale delle persone all’interno e all’esterno dello stabilimento di produzione di caffè e bevande di Estcourt in Sudafrica esemplificano bene il nostro impatto. Sebbene Nestlé gestisca lo stabilimento di Estcourt dal 1927, durante l’era dell’apartheid la zona era un focolaio di violenza. Molti dei servizi sociali, ad esempio le scuole, presentavano carenze. Nei dieci anni successivi alla fine dell’apartheid, la qualità della vita è migliorata marcatamente sia all’interno che all’esterno dello stabilimento Nestlé. I programmi d’istruzione elementare e di formazione della società (di quattro ore settimanali, due pagate da Nestlé e due dai dipendenti) hanno fatto registrare un aumento a due “Gli studenti trovano nuove motivazioni – vogliono sfruttare al massimo le loro potenzialità.” Mishack Mhlanga, Sovrintendente Scolastico, Estcourt, Sudafrica cifre dell’alfabetizzazione. All’interno della comunità si sta verificando un altro importante sviluppo. Dal 1998 Nestlé sostiene un concorso in trentadue scuole di Estcourt, nel quale gli studenti competono l’uno con l’altro (attraverso gli esami d’ammissione) per vincere computer e attrezzature sportive per la propria scuola. Secondo Mishack Mhlanga, sovrintendente scolastico, il concorso ha contribuito a innalzare il tasso di superamento degli esami scolastici dallo 0% dell’inizio degli anni ‘90 al 69% del 2003. “Gli studenti trovano nuove motivazioni – vogliono sfruttare al massimo le loro potenzialità,” spiega Mhlanga. Acqua per 210.000persone in Etiopia orientale . 4° e 7° obiettivo: Ridurre la mortalità infantile/Garantire la sostenibilità ambientale Indicatore: dimezzare, entro il 2015, il numero di persone che non hanno accesso ad acqua potabile. “Spesso la gente pensa che i rifugiati siano un problema solo dei governi, mentre in realtà sono importanti per tutti noi, compreso il settore privato.” – Linda Merieau, ACNUR Il problema dei rifugiati e dei profughi in Africa rimane tuttora una delle più grandi sfide per l’umanità. Nel 2004, l’ACNUR ha cercato di aiutare quasi 4,3 milioni di persone nella sola Africa. Attraverso il sostegno dato da Nestlé negli ultimi anni, nell’Etiopia orientale 210.000 persone hanno potuto accedere a fonti di acqua potabile. L’Etiopia orientale è una zona di povertà estrema, dove gran Queste rifugiate somale fanno parte dei 210.000 abitanti dell’Etiopia orientale che beneficiano della partnership ACNURNestlé per la fornitura di acqua potabile pulita Lotta all’HIV/AIDS: . un impegno . aziendale d’intervento. parte della popolazione è nomade e trae alimentazione e reddito dalle greggi di pecore e capre. La mortalità infantile è molto alta nella regione, con più di 100 decessi ogni 1.000 nascite secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Molti sperano che la fornitura d’acqua pulita contribuisca a prevenire queste morti, molte delle quali sono dovute all’assunzione di acqua contaminata. La partnership Nestlé-ACNUR è esemplificativa del modo in cui le società leader stiano abbandonando la beneficenza a favore di un impegno collaborativo per l’alleviamento della povertà e lo sviluppo. La Squadra tecnica idrica Nestlé è costituita da un idrogeologo e da un esperto nella gestione di risorse idriche, che hanno lavorato con l’ACNUR e le autorità idriche locali etiopi per progettare sistemi per la gestione della fornitura idrica, la manutenzione delle tubature e degli impianti di pompaggio, il recupero di pozzi in disuso e l’analisi delle acque. A metà del 2005 le autorità locali assumeranno la gestione e la manutenzione a lungo termine del sistema.5 6° obiettivo: Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie Nestlé sta sostenendo programmi relativi all’HIV/AIDS a livello di comunità in diversi paesi. Tra questi figura una partnership con sezioni nazionali della Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa per campagne d’informazione su larga scala. Nel 2004 più di 800.000 nigeriani sono stati informati sull’HIV/AIDS grazie a un’iniziativa da 2 milioni di USD in collaborazione con la Croce Rossa nigeriana. L’iniziativa coinvolge 2.600 educatori che si rivolgono a giovani loro coetanei in dodici stati con un’elevata incidenza di HIV/AIDS. In aggiunta la Croce Rossa sta fornendo assistenza domiciliare a 7.000 persone affette da HIV/AIDS e consulenza nelle cliniche sanitarie governative. Nestlé sostiene un’iniziativa simile anche in Kenya. Nestlé lavora inoltre per dare un esempio di leadership e partnership all’interno del mondo imprenditoriale, mediante, ad esempio, l’HIV/AIDS Private Sector Council (Consiglio del Settore Privato per l’HIV/AIDS) della Nigeria. (Ulteriori dettagli sui progetti di Nestlé relativi all’HIV in Africa alle pagg. 8,9, 12 e 13.) 5 Nota del curatore: Il progetto di fornitura d’acqua è stato intrapreso in seguito a un accordo giudiziale sull’appropriamento illegale di beni Nestlé in Etiopia negli anni ‘70. Nestlé ha investito tutti i proventi dell’accordo in questo progetto idrico 55 Catalizzare il passaggio dalla povertà al benessere 56 Dopo 44 anni passati in Nestlé mi sto preparando alla pensione, e sono in grado di misurare lo sviluppo delle attività di Nestlé in Africa e il contributo dato al miglioramento dell’alimentazione e allo sviluppo economico. Attraverso il nostro operato e la nostra cooperazione con organismi quali la Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e l’International Cocoa Initiative, diamo prova del nostro impegno per aiutare l’Africa a superare gli ostacoli allo sviluppo economico e alla crescita, sostenibili anche in contesti molto difficili. La recente instabilità politica della Costa d’Avorio ne è un esempio. In alcune occasioni essa ha messo in pericolo i nostri dipendenti e fornitori e dissestato l’industria del cacao, essenziale per le nostre attività a livello mondiale. La perdita di vite umane è stata una terribile tragedia, così come lo sono stati i danni economici. L’impatto del conflitto sull’economia del paese continuerà a farsi sentire per qualche tempo. Ciononostante, rappresentando la Costa d’Avorio un’indispensabile fonte di cacao di qualità superiore, continueremo a impegnarci per contribuire al miglioramento degli standard dell’industria del cacao. Anche in presenza di episodi di conflitto e di estrema povertà, questo rimane un momento positivo per l’Africa, carico di speranze Michael Garrett in visita a Nestlé Nigeria. Qui è ritratto durante una visita a un mercato locale insieme a membri della squadra di Nestlé Nigeria. e aspettative nei confronti delle potenzialità economiche e sociali del continente. Negli ultimi quarant’anni sono cambiate le aspettative predominanti nell’impegno delle aziende in Africa. È opinione diffusa di leader di società multinazionali, governi, agenzie internazionali di sviluppo e comunità locali che l’impresa privata svolga un ruolo decisivo nell’alleviamento della povertà, a patto che venga portata avanti con responsabilità e non a discapito delle persone o dell’ambiente. In Nestlé condividiamo questo punto di vista. Siamo infatti impegnati in un processo di sviluppo aziendale sostenibile e a lungo termine in Africa e uniamo le nostre aspirazioni a quelle delle numerose organizzazioni che operano autonomamente per dar vita a un progresso sociale ed economico in questo continente. Michael Garrett Vice Presidente Esecutivo e Responsabile di Zona per l’Asia, l’Oceania e l’Africa 57 Coordinamento editoriale Nestlé S.A., Public Affairs Progetto grafico Nestec Ltd, Corporate Identity and Design, con Esterson Associates, Londra, Regno Unito Fotografie Jodi Bieber/nb pictures, Johannesburg, Sudafrica; Harmen Hoogland/Nestec Ltd, Corporate Identity and Design; Markus Bühler-Rasom, Zurigo, Svizzera; Marc Latzel, Zurigo, Svizzera; apg image, Vevey, Svizzera; Nigel Dickson, Toronto, Canada; Nitsan Shorer, Binyamina, Israele; CPL photographers, Lagos, Nigeria Stampa Grafiche Mazzucchelli Milano, Italia Carta Munken Lynx, totale assenza di cloro © Marzo 2005, Nestlé S.A., Public Affairs Edizione a cura dell'Ufficio Comunicazione Nestlé Italiana S.p.A. Viale Giulio Richard, 5 - 20143 Milano www.nestle.it 58