Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
PATRIZIA BETTELLA LA VECCHIAIA FEMMINILE NELLA POESIA TOSCANA DEL XV SECOLO Recentemente studi motiNo della vecchiaia femminile è stato oggetto il di vari impronta femminista. Partendo da alcuni contributi apparsi su di Memoìia, dedicati al problema dell'invecchiamento femminile dal punto vista sociologico, culturale e letterario, Ornella Marotti rileva l'esistenza di preconcetto di sesso/genere nell'atteggiamento socio-culturale verso chiaia. Da qui, secondo la di un vec- la studiosa, la necessità di fornire modelli positivi di vecchiaia della donna, almeno nella letteratura contemporanea soprattutto femminile. 1 Il preconcetto nei confronti della vecchiaia femminile rilevato da Marotti è ampiamente attestato nella nostra tradizione letteraria in cui, la ale prevalentemente maschile, della donna anziana. Il non dà spazio pregiudizio letterario verso le individuando e in brev^e le fonti latine la autori- vecchie, retaggio della tradizione classica, è assai diffuso e radicato fin dai primi secoli. gio, voce a rappresentazioni positive Questo sag- tradizione realistica medievale che hanno forgiato l'immagine negativa della vecchiaia femminile nel corso dei primi secoli, toscana del XV na e medievale, fici il intende concentrarsi in particolare sulla poesia comica secolo.- Oltre a riprendere motivi e temi della tradizione i e originali che riflettono il clima storico-sociale dell'epoca, arrichiscono topos della vecchiaia femminile e anticipano motivi presenti nella atura del Come XVI letter- secolo. osservò già Vittorio Gian la satira olare varia e curiosa riconducibile ad ca e lati- poeti toscani del Quattrocento introducono caratteri speci- la letteratura contro le una duplice popolare che spesso si vecchie ha una storia secorigine: l'antichità classi- intersecano (310). Nella tradizione latina troviamo numerosi attacchi alle vecchie nella poesia di Orazio: nel carme 13 del libro IV il poeta gioisce per l'invecchiamendenti opachi, to della prostituta lasciva Cìnara di cui descrive i mgoso ancora più CRido e e tagli del i capelli bianchi. Nell'Epodo 8 il tono si fa corpo invecchiato più disgustosi: Canidia, carica di anni, piena di rughe e canuta, la 2, corpo i det- vecchia libidinosa, è ma non sembra QUADERM d'italianìstica Volume XIX, No. il aver perduto 1998 il suo Patrizia Bettella stregoneria della vecchia laida sembra confer- l'attività di desiderio erotico; mata dalla comparsa di Canidia in un altro epodo che elenca (5) sue le arti magiche. Anche nell'epodo 12 compare una vecchia lasciva e disgustosa dal odore ributtante simile a quello caratteristico una capra e di maleodoranti. Tre epigrammi di Marziale (Libro la cattivo odore disgustoso. Negli Amores (Libro Dipsa, una vecchia prostituta e si 32, di altri animali 76 e 93) si scagliano vecchia dall'età incredibilmente avanzata, quasi proverbiale, e dal contro che III, mezzana 8) Ovidio inveisce contro I, con pochi (lena) capelli in testa, intende di magia ed è una sfrenata bevitrice, sempre ubriaca all'alba. Properzio nel IV libro delle Elegie impreca contro Acanthis, una vecchia ad un lupo) che usa prostituta semi-calva (assimilata talvolta fa da mezzana prima che sia mento contro come le tardi. vecchie nella letteratura latina è il prodotto di ima società donna è vista principalmente come oggetto donna un monstmm, fonte di odio e disgusto, quella romana, in cui la erotico e la vecchiaia rende un essere che dallo stato La polemica contro mina neìVArs la magiche e dando loro consigli su come attirare gli uomini Per Simone de Beauvoir il particolare accani- alle giovani, troppo arti le la umano diventa soprannaturale, strega e maga. (131) vecchie persiste nella letteratura mediolatina e cul- deVendôme dove, ad versificatoria di Matthieu descriptio mulieris in negativo, troviamo il esemplificare vituperio della vecchia e orrenda Beroe. Questo testo è praticamente canonico per le successive descrizioni disgustose della vecchia laida, puzzolente, dagli occhi colanti e denti color ruggine.-^ Nel Medioevo volgare la donna anziana è soggetto della uituperatio vetu- lae nella poesia comico-realistica. In diretta contrapposizione aulica stilnovista, co prevale che esaltava contro l'invettiva la la vecchia. Ricordiamo Filippi "Dovuncjue vai con teco porti lente", dove l'ostilità per la il vecchia e tradizione latina e alla Beroe di con la poesia giovane donna angelicata, nel genere comiil sonetto di Rustico cesso,/ buggeressa vecchia puzzoil suo cattivo odore rinviano Vendôme. Due sonetti dubbiamente alla attribuiti Cecco Angiolieri ("Tutto mi strugge l'animo una vecchia'", "Mandarti poss'io sangue in una secchia") inveiscono contro la vecchia guardiana della a '1 donna amata ma eludono riferimenti precisi all'aspetto fisico repellente."* Non sono solo gli autori comico-realistici a cimentarsi nel motivo della vecchia orrenda, anche gli stilnovisti comico, per sbeffare le Guido scaglia Guinizelli si fanno qualche incursione nell'area del vecchie. Nel sonetto "Volvol te levi vecchia rabbiosa" con toni realistici contro una vecchia, forse guardiana della donna amata. La vecchia ingobbita è anche veicolo di parodia della bellezza perfetta dell'amata — 8 stilnovista — nel sonetto di Guido La VFCCHIAIA FKMMINILE nella P0ESL\ toscana DEL Caxalcanti ("Guata Manetto "Deh guata, Ciampol. ben olge con toni duri e linguaggio crudo contro tro le la guardiane della donna amata. In questi sua malvagità, vo odore e per il la suo aspetto fisico le ballate "Di diavol vecchia bue si riv- vecchie, specialmente con- vecchia è vituperata per il hanno meglio nello scontro con delle belle le suo catti- Rime vecchie, sia nelle femmina ha (si natura", "Qual diavol vec- l'asino e le pecorelle"), sia nel La battaglia poemetto donne giovani vecchie orrende. ^ Nel Medioevo l'in- le di Firenze in cui le vettiva contro la vecchiaia femminile diventa pertanto che rime Cecco poesia popolare disgustoso e grottesco, per donne in ottave terario le atlriliuito a sua derivazione quasi bestiale da animali. Franco Sacchetti chie subito vi tocca" e "Tra 1 la le la testi la dimostra un particolare accanimento contro vedano un tempo Anche Angiolieri ed oggi ritenuto di Nicola Muscia. SECOLO risponde per a cui cjiiclla scrit^iiiituzza") c|uesta vecchiuzza", XV un luogo comune let- esprime nella forma della vituperatio vetulae; Marti (4-13) con- si non sidera la misoginia e l'accanimento contro le vecchie atteggiamento negativo contro le donne tanto un reale anziane, quanto un esercizio retori- co sul contrario: come prescritto dalle Artes dictandi ed esemplificato nella Beroe di Vendôme, trappone il all'elogio della giovane fanciulla nello vituperio della vecchia laida nello tradizione comico-realistica medievale prostituta lasciva e/o strega, e invece, con il stile mancano motivi i stile alto si basso e con- realistico. Nella latini della vecchia linguaggio osceno. La poesia popolare cmdo, toni assai piìj violenti e linguaggio attacca la vecchia guardiana della donna amata attribuendole talvolta anche l'epiteto di strega, figura che diventerà ricorrente nelle poesie comiche del Nel esempi mente XV secolo è ancora la XV secolo.^' corrente comico-realistica ad accogliere gli poesia sulla vecchiaia femminile. Persiste l'atteggiamento general- di ostile verso e maldicente, si le donne anziane; rivela ora più la vecchia, chiaramente come sempre malvagia, orrenda strega, aiffiana e/o prosti- tuta, categorie femminili finora quasi inedite nella nostra tradizione volgare, ma rese famose nel XVI secolo da autori come Ariosto, Niccolò Franco, Aretino." La maggior produzione di testi poetici contro la vecchia è presente nel secolo in area toscana con Burchiello (1404-1448), come Giovan Matteo il pi Pistoia, di i XV post-burchielleschi Meglio (1427-?), Antonio Cammelli (1436-1502) detto per culminare nelle dotte sperimentazioni del Poliziano.^ Gli esem- toscani combinano i topoi ormai consolidati della medievale con elementi nuovi, come ta/ruffiana. la vituperatio vetulae figura della strega o della prostitu- L'emergere di queste figure femminili deriva in parte dal recu- pero della tradizione latina, in parte da una situazione storico-sociale di par- Patrizia Bettella ticolare ostilità contro queste donne. Il motivo della vecchia strega e della prostituta/lasciva era quasi del tutto assente nella poesia comico-realistica medievale, dove e il gli elementi negativi riguardavano fisico repellente della vecchia. come figure femminili dell'altra, riflette gli la piiì strega e la prostituta, spesso esempi il carattere malvagio La presenza nella poesia del classici di Orazio, XV secolo di luna come sinonimo Ovidio e Properzio, ma cor- risponde anche ad una realtà storica segnata da una crescente avversione contro le vecchie-streghe. La strega, vista con sospetto dai poeti latini, secolo, col riconoscimento da parte della Chiesa della strega era XIV dopo come persona presente già nella fantasia popolare medievale. Tuttavia solo il realmente esistente, colpevole di eresia e di rapporti col diavolo, prende maggiore consistenza l'ossessione e l'accanimento contro questa figura fem- Da una minile.'^ contro le prospettiva storica Chiara Frugoni vede la diffusa ostilità donne credute streghe come conseguenza della predicazione di personaggi come San Bernardino da riferivano del loro Siena. (382) io Le biografie di streghe smodato appetito sessuale e degenerate col diavolo, le delle loro relazioni sessuali streghe per definizione erano orrende e vecchie; secondo un proverbio medievale noto ancor oggi è una strega". 11 II anche attraverso galistica, in la in area slava "ogni riferimento alla strega entra nella poesia del vecchia XV secolo mediazione della poesia trecentesca popolare e madri- cui l'epiteto attribuito alla vecchia guardiana della fanciulla amata è appunto strega, senza peraltro soffermarsi a descrivere i suoi poteri o atti malefici. Nella Feminist Encyclopedia of Italian Literature, la strega, insieme alla prostituta (e alla vedova, donna presumibilmente più anziana) 12 è identificata con quel tipo di facenti capo all'istituzione del donna che matrimonio. resiste alle definizioni sessuali Come figura femminile non cate- gorizzabile da parte maschile essa è, sia socialmente che fisiologicamente, impossibile da controllare, perché soggetta solo al desiderio incontenibile di un corpo socialmente non omologato. Tale corpo non conforme viene demistificato e associato ad un contenuto mostruoso (strega come diavolo o animale molesto), da qui l'accanimento contro ica, in la strega, sia nella realtà stor- cui la strega veniva bruciata pubblicamente al rogo, sia nei testi terari, in let- cui l'invettiva augura spesso la distruzione del corpo. Burchiello Nella poesia di Burchiello Antonio Lanza ^Polemiche e bene, 174) individua una notevole carica innovativa cosi medievali, ma che deriva dalla rielaborazione dei temi gio- ancor più dall'esperienza della popolare fiorentino. La critica riconduce — 10 vita reale le invettive — e dell'ambiente burchiellesche contro le La Nice vecchie, SECOLO all'intlusso della vita reale c|uanto alla tradizione letteraria due sonetti caudati di Burchiello contro le \ecchie ("Vecchia I ritrosa, perfida e maligna" e "Ardati caratteristiche le il fuoco vecchia puzzolente") riprendono vitupemtio uetiilae della Rustico, Guinizelli e pseudo-Cecco. In Burchiello figura della vecchia la XV non tanto medie\ale.''' infatti IHMMIMl.H NHLLA POESIA TOSCANA DHL IIIAIA si contro furore di tuttavia sonetti una di novità: fonde con quella della strega incantatrice e maliosa, collegando rav\^ersione di Burchiello per storico-culturale dai illustrata emerge le vecchie streghe esse di diffusa dalle alla temperie prediche di Bernardino. Veccliia ritrosa, perfida e maligna, inimica d'ogni ben, invidiosa, e strega incantatrice e maliosa, trista, stravolta, Barbuta se' che occhi e 1 naso gli puzzati se' pian di tigna. più folta che gramigna, el fiato, ti colan senza posa, sdentata rabbiosa un diavol che digrigna. E tanto è velenosa la tua vista che ciò che miri corrompi per paodo, se ridi pari [chc.angel non. .pua. ...o Ma mi voglio che sempre mai io salmista.] un colabrodo, di te t'ha fatto viver trista, e pagner....se m'hai fatto frodo. E di questo mi godo, perché da te si fugge tutta gente, per lo tuo marcio conno puzzolente. (45) La vecchia maleodorante dagli occhi e naso colanti, ha tiche del ritratto di tivo odore Beroe della poesia mediolatina. i'^ La rinvia al vituperio di Rustico Filippi, ricorda la vecchia di Guinizelli. nel consueto I schema misogino mentre le stesse caratteris- componente l'aggettivo "rabbiosa" del carattere della vecchia tratti del cat- sono Distaccandosi dalla tradizione giocosa medievale Burchiello identifica chia sia con la strega, di cui demistifica nell'augurio della fissati della natura maliziosa, perfida e invidiosa. di.struzione il corpo sia mediante corporea ("Ma io il la vec- ritratto grottesco, mi voglio di te un colabrodo"). Nel secondo sonetto ritorna che come sosteneva Ardati il Che non la la violenta invettiva contro fuoco, vecchia puzzolente, ti resti la vecchia strega, Chiesa, è apertamente accusata di pratiche ereticali. mai di pen.sar male, — 11 — Patrizia Bettella D'eresia seminando le tue scale non trai dalla gente: fai; Dio ti faccia dolente, Poi che moneta Cieca ti Fussinti Ed tratti gli io fussi di te Acciò che fussin Lupo occhi, e messi in sale; il micidiale, non ha cervier Come tu sottilezzi Né da sì fiamme spente: tue le il veder sottile, ragguardando. piccol buco, tanto umile. Pigliar diletto forte sospirando, Per ch'aggrizzando Col borbottar mi il volticel vecchile. parti' lagrimando: Al fuoco t'accomando, O vecchia strega, o maliziosa ghiotta. Ladra, ruffiana, maladetta botta. ^5 Il disgusto del ritratto "volticel vecchile" ritratti un il già in Rustico, in tessuto di prestiti dotti: grinzoso è una delle caratteristiche delle vecchie. La vecchia borbotta e guarda atteggiamenti in cui viene rappresentata In come deriva dal cattivo odore, Muscla e nelle ballate popolari. Ben evidente è perfetto ordine circolare sonetto il la vista acuta, due la vecchia guardiana e molesta. i^ si apre e si e l'augurio di morire baiciata. L'accanimento contro include l'estrazione degli occhi e con il ricorrenti nei pilli distruzione al chiude con il l'invettiva corpo della strega rogo. Oltre che strega la vecchia è chiamata anche ruffiana, una figura femminile contigua a quella della prostituta, che prevale nel XV secolo in poeti come Matteo di Meglio e Poliziano. Poeti post-burchielleschi componimenti) Nella limitata produzione (una trentina di di Meglio, la presenza assai diffusa fiana, i contro di vituperi per cui anche Matteo ("Aspetti e figure" 410) utilizza Il Giovan Matteo il immagini e la vecchia malvagia, strega e di spunti d'un ruf- sonetto caudato. Secondo Lanza Giovan Matteo dimostrano vituperi di Burchiello e del suo maestro Angiolieri, ricerca di di esponente della poesia giocosa toscana post-burchiellesca, spicca ma vi la lezione del aggiungono "un'esasperata verismo crudo e talora rivoltante." (413) topos della vecchia vituperata è attestato dal sonetto caudato "Vecchia azzimata, ricardata e vizza'". Vecchia azzimata, richardata e vizza, nata di più albumi e più veleni che tutt'altri animai bruti terreni, — 12 — La vecchiaia fhmminii.k nflla poesia toscana del civtitiia, ni;ilii;na et mare eli XV secolo stizza, lupa gholpina. rozza, et chagna in izza, ipocrita, strelilìiata et sanza freni, nel tuo "nferno molt'alme a morte meni: ghuai a quel ch'a..sseghuirti il Pubhlicha mamma di.scesa di progenia chor dirizza! di toro e di verro, e strana, vile pazza, hubbriacha, villana e bastarda; nata di bestia, chalzata di ferro, putta honesta et sollecita ruffiana, pront'al mal fare, al ben pigra e 'nfingharda. Malio.sa e bugiarda! quel et ch'ell'à fatto dove fugge 1 1 fa et fallo fare, topo si fa Giovan Matteo conserva misogino (la vecchia vecchia con della Medioevo (ba.sti le criticata dare. (49-51) caratteristiche ritratto morale per l'uso del belletto) e riprende l'associazione volpe e la canoniche del animali fortemente simbolici nel lupo, il pen.sare a Dante), ma anche trasformazioni della strega. Alla vecchia orrenda, generatrice di esseri non umani, già presente in Rustico Filippi ("in corpo credo figlinti le nienza genetica da animali. Anche l'aggettivo "vizza", e linguistica delle anche volpe"), Matteo aggiunge la la prove- sperimentazione rime aspre, deriva dalla tradizione comico-realistica trecen- tesca (ricordiamo la bevitrice rinvia agli "scrignutuzza" di Cavalcanti). esempi poesia di Matteo sono la latini di Il riferimento alla vecchia Ovidio e Properzio. Caratteristiche della lascivia e l'oscenità della vecchia, che possono un antecedente in alcuni poeti toscani pre-burchielleschi come Francesco Scambrilla.!" Giovan Matteo di Meglio aggiunge agli insulti l'epiteto di ruffiana e prostituta, figura inedita nella tradizione comica volgare, che trovare ampio spazio rappresentativo nel Cinquecento. ^^ Matteo spesso usa l'aggettivo "maliosa" che secondo Brincat è sinonimo di strega. ^^ Nel sonetto "O chalandrona", la strega che prende parte alle tregende è definita troverà più ".stregonizza", "maliosa" e "maestra di fatture." Spicca la lascivia della pro,stituta il con una cmdezza cui appettilo sessuale viene descritto negli antecedenti latini, Socchorso d'ogni che possono avere frate riscontrata solo ispirato Di Meglio. -o e ttregendiera, vulva arrabbiata, in chui la foia è ntera, anzi arsione, e di drieto e davante. (55) Nel sonetto "S"tu vole.ssi vedere un doppio errore" (107) "strega vecchia rinbanbita" è l'appellativo attribuito alle — 13 donne che — insistono nel volersi Patrizia Bettella acconciare e truccare per parere più belle; così ogina contro donne che s'imbellettano le si la tradizionale polemica mis- affianca qui al motivo della vec- chiaia e della stregoneria. Matteo rinforza la sua ostilità contro la vecchia dove nella canzonetta "De! Udit'un po' novella"(51), vizza" fa da ruffiana alle proprie pubblicamente titute, i la In questa ballata donna il "grinza e poeta denuncia costumi depravati di una madre-mezzana e delle figlie pros- che hanno un amante diverso per ogni giorno della settimana. 21 Di Meglio arrichisce vecchia non solo aggiungendo topos della vitiiperatio vetidae il figura della strega, Il figlie. che era già nel Burchiello, gli attributi di ma la soprattutto attribuendo alla prostituta/ruffiana lasciva. vituperio della vecchia in area post-burchiellesca è attestato anche in Antonio Cammelli detto il Pistoia. Nonostante Cammelli trascorresse gior parte della sua vita fuori dalla Toscana, la sua vena creativa si la mag- situa nella poesia burlesca, nella caricatura, e nella poesia di impronta burchiellesca. Anche Pistoia utilizza il sonetto caudato, metro preferito dal Burchiello, e dimostra una particolare propensione per amici, nemici e se stesso in elogi convenzionali ritratti ma che contaminano la donne "Il ama descrivere donne degli affianca agli elogi anche delle Quando aperta piti ostilità la viene una imbrunata viduetta, manco un poco: largo, brigata! orsù, dategli loco, tanto che '1 passi via la sua carretta! Guardate occhietti come la civetta: che regina de scacchi posta al gioco! un carboncin mezzo di foco: o che bel donnelin creato in fretta! Lei pare belle carne purpurine e rancie! Quando fa mille le' aguzza quel bocchino strano crespettine ne le guancie. Lei par la fanticella di Vulcano, un di donna non è più e dell'invettiva. Il gio- sonetto viene una imbamata viduetta" inveisce contro una vedova di ch'ha quarantasette anni o Che gruppo caratteristiche difformi nobile casata che ha carni rancie, pelle crespa e faccia sudicia. Il il di varie città in cui visse (Firenze, Siena, bellezza tradizionale. vane, essa diventa soggetto di caudato grottesco: egli con qualche tono parodistico; famoso è sonetti (67-70) in cui loda le Ferrara, Milano), il deformi. Cammelli dedica alle giardinel dove nascon le ciancie; un bocchettino in mano. porta per galla Adesso parla piano, si nasconde, or cenna, or ride, or guarda, mostacin bel da lavargliel in farda. or — 14 — La vhcx:hiaia i-kmminilk nklla poesia toscana dhl Va via, che foco 1 XV si-colo le arda, putrida volpe ancor viva rimasa per vituperio de Di particolare casa! (193) sì noliil interes,se è apprendere con esattezza il l'età dato anagrafico (47 anni) che permette di della donna vizza. Il tono del .sonetto è un misto di invettiva e di lode parados.sale ("che bel donnelin creato con alcuni clementi che accomunano questo della in fretta!") testo alle parodie ru.sticane Nencia da Barberino e della Beca da Dicomano, si pensi all'uso dei diminutivi ("occhietti", "bocchino strano", "donnelino") caratteristico degli Qui però non si tratta, come nei testi donna giovane, bensì di una vecchia vedova elogi comici della poesia msticana.22 nenciali, di donna amata, o dal viso crespo. Con tono non per ammirare esca di scena. vettiva finale, rogo e Il si augura la lascivia perché essa passi alla vedova l'annientamento in fretta fisico. La morte (una delle tante trasformazioni della anche questa vecchia "viduetta" di inserire della poesia quattrocentesca. oscena e ma ed riallaccia alla tradizione vituperativa tramite l'in- si l'epiteto di "putrida volpe" permettono ga), derisorio l'autore invita la "brigata" a fare largo, bellezza della donna, la sonetto dove di Mancano invece tra le nel Cammelli la al stre- streghe componente della vecchia prostituta caratteristiche del Di Meglio. Poliziano Oltre alla vasta cultura classica, nella sua opera poetica volgare Poliziano riv- ed apertura ela un'estrema attenzione e comica, sia verso la sia verso Nella produzione volgare Poliziano rielabora e soprattutto nelle ballate adotta lata civa, usando non tanto Questo vo medievale tradizione volgare aulica testo, i i il si reali.stico. La bal- topos della vecchia orrenda e las- toni aspri dell'invettiva che suo secolo. temi della tradizione popolare un tono scherzosamente "Una vecchia mi vagheggia" riprende derisione. la letteratura toscana popolareggiante del quanto quelli comici della colloca nell'ambito del lusus, riunisce il moti- con Secondo Tateo questo testo riprende "il rappresentazione della donna disgustosa, che ritroviamo della vecchia vizza e puzzolente a quello della prostituta, riferimenti solo impliciti alla strega. gusto della divertita nella lirica latina." (183) Una vecchia mi vagheggia, vizza e secca insino airos.so; non ha tanta carne adosso che sfamassi ima marmeggia. Ell'ha logra la gingiva. — 15 Patrizia Bettella tanto biascia fichi .secchi, perch'e' fan della sciliva da 'mmollar bene e pennecchi: sempre in bocca n'ha parecchi, che 1 palato se gli 'nvisca; sempre al labro ha qualche del lisca morseggia. filar ch'ella Ella sa propio di cuoio, quand'è concia, o di can morto, o di nidio d'avoltoio: puzzo ingrassa sol col l'orto (or pensate che conforto!) e fuggita è della fossa; sempre ha l'asima e la tossa e con essa mi vezzeggia. Tuttavia el naso le gocciola, sa di bozzima e di sugna, più scrignuta è ch'una chiocciola: un po', s'a tutto '1 tratto el fiasco impugna, come spugna, suga e vuole anche ch'i' la baci. Io la sgrido: "Oltre va' giaci!"; ella intorno pur matteggia. Non tien l'anima coi denti, ch'un non ha per medicina; e luccianti ha quasi spenti, tutti orlati di Sempre tonnina. la virtù divina fin nel petto giù gli cola; vizza e secca è la suo gola, tal ch'un becco par d'acceggia. Tante grinze ha nelle gote, stelle sono in cielo; suo poppe vizze e vote paion proprio ragnatelo. quante le Nelle brache non ha pelo, della peccia fa grembiule; e più biascia che le quando intorno mi mule, volteggia. (106-07) Delcorno Branca individua con precisione della ballata (191-92) a cui Poliziano stesso, e ta la come il si ritratto gli antecendenti devono aggiungere anche latini testi e volgari latini del disgustoso di Febris dell'elegia "In Albieram" descriptio nuiliehs in negativo dell'ode "In Anum. " Il lessico della balla- è intessuto di prestiti della tradizione realistica medievale: — 16 la vecchia è XV La vecchiaia femminile nella poesia toscana del "Vizza" come voca "buggeressa" di Rustico e la ha ciola", occhi gli "scrignuta" Accchiiiz/.a" di Nicola MLiscia la come "tutti la ed emette un "puzzo" che "vecchiuzza" di Muscla; come odati di tonnina" vecchia del Cavalcanti. la secolo la "naso il Beroe delle ed è Aties, tono comico-grottesco Il di rie- goc- le ques- ta ballata deriva dallatteggiamento trasgressivo della vecchia orrenda colta nell'atto di vagheggiare poeta, il "verbo per eccellenza galateo del amoroso."--^ Poliziano attribuisce alla vecchia alcune caratteristiche provenienti dalla tradizione popolare: ità la qualità di bevitrice e quella di filatrice, attiv- che per tradizione proverbiale viene ciato ga, sia l'attività di filatrice e alla prostituta numerosi che l'attributo di bevitrice rinviano la abile è anche conoscenza a implicitamente vecchia prostituta Dipsa, oltre ad essere bevitrice insazi- una variante di tutte le pratiche della stregoneria.-^ schema tradizionale del vituperio sullo dell'invettiva contro la vecchia ripugnante; come Secondo Delcorno-Branca Leon infatti una Rime delle sfilata Poliziano una colorita galleria di la si derisione profila la cosiddetta "Frottola che riunisce molti elementi tem- Battista Alberti, atico-lessicali utilizzati nelle alla dietro questa ballata tradizione frottolistica contemporanea, in particolare degli innamorati" di Questa descrittivo e nel sonetto del Cammelli poeta colloquia con un uditorio che invita a partecipare della vecchia. include las- stre- casi di prostitute bevitrici e assidue frequentatrici di taverne. Negli ovidiani il che ha strega; nella realtà storica rinascimentale si attestano alla Amores ballata è attribuita alla prostituta non definendo apertamente questa vecchia come mestiere. Pur il del Poliziano. (195) La frottola albertiana donne ritratti brutte, che può avere fornito a femminili grotteschi. L'una ha un sopraosso in sul naso, l'altra ha e gli occhi infiati; gli oc[c]hi schiacciati adentro un mezzo miglio; l'altra ti porge un piglio e par ch'ogni uom gli puta; quale è scrignuta, monca o sciancata, cispa e sdentata, o vizza o rognosa. (83)-^ Le caratteristiche grottesche delle donne dell'Alberti rinviano denti trecenteschi, basta ricordare ancora Cavalcanti e la una diffusione dell'aggettivo "vizza " volta tra le la agli antecen- "scrignutuzza" di vecchie della poesia Medievale. Poliziano sfrutta il motivo tradizionale del vituperio della vetula anche — 17 — nel- Patrizia Bettella l'ode latina "In Anum." Secondo nella categoria stilistica del lusus critici i tante e libidinoso della vecchia, la ballata del grottesco proverbiale e latina ballata e l'ode latina rientrano si muove la minuziosa attenzione schema "l'aspetto ribut- esclusivamente sul piano immaginoso" (Delcorno Branca, disgusto descrittivo, e il della vecchia riprendono lo la ma, mentre l'ode evidenzia alla 194). Nell'ode bruttezza fisica degli antecedenti letterari classici e della medievale (Beroe). latinità Hue, hue, jambi! Arripite mi jam mordicus Anum banc furenti percitam libidine, Tentiginosam, eatulientem, spureidam, Gravedinosam, vietam, olentem, raneidam^^ Come in Orazio libidine è la il motivo centrale chia prostituta. All'aspetto fisico repellente si dell'invettiva contro la vec- aggiunge anche qualità la 'cadaverosa' della vecchia, definita in apertura "cadaverosam" e poi ancora "nec jam anus sed mortua." A come cane. 27 la scrofa, l'asina ed il questa vecchia turpe sono preferibili animali Conclusioni Questo articolo si collega vecchiaia femminile. femminile è Il retaggio al recente interesse della critica femminista per tradizione della medievale: appare già nei vituperi di Rustico Filippi, e classica latini pseudo-Angiolieri, il i volgare poesia giocosa due-tre- la motivo della vituperatio vetulae più come esercizio co che come espressione minile, poesia Ovidio, Properzio e con la poesia comico-realGuido Guinizelli, Guido Cavalcanti, Nicola Muscia e Franco Sacchetti. Se centesca sfrutta della di Orazio, Marziale, e diventa vero e proprio topos letterario istica la pregiudizio di "gender" nei confronti della vecchiaia poeti toscani del retori- di un'effettiva avversione contro la vecchiaia XV secolo, arricchiscono il fem- topos di motivi nuovi e della temperie storico-culturale del loro tempo rivelano l'ostilità caratteristica verso vecchie che sono streghe e prostitute/ruffiane lascive. Nelle poesie le di Burchiello, Matteo Di Meglio, Antonio Cammelli e Poliziano, l'immagine negativa della vecchiaia femminile non è più solo letterari consolidati dalla tradizione, ma esercizio retorico su topoi diventa espressione di un effettivo accanimento contro figure femminili altamente trasgressive. Le vecchie della poesia quattrocentesca sono attaccate con vettiva e della descriptio fisica repellente, pre più sono come lascive e prostitute e impegnate mezzane, sono gli espedienti tradizionali dell'in- ma sono anche rappresentate sem- in attività illecite: praticano arti il disonore della famiglia, — 18 — magiche, bevono all'ec- La vecchiaia fkmminii.i: nhi.i.a cesso, fanno avances eroticlie al poksia toscana del poeta. L'inxetliva si XV secolo scaglia, con estrema vio- lenza e con linguaggio talora crudo e volgare, contro cjueste vecchie orrende per comportamento loro il trasgressivo, ma anche derisione e vituperio che le di distruzione rende oggetto non solo di e annientamento corporeo. University of Alberta NOTE numero Memoria "I seni di Eva. Immagini di concludeva che mentre gli uomini vecchi sono sempre rappresentati nella pittura come persone piene di dignità, le donne sono spesso allegorizzazioni di qualità negative. Per una panoramica della tradizione letteraria sulla vecchia dai classici al Rinascimento si veda l'articolo di Bailbé e anche il classico di Simone de Beauvoir, che però non si limita ad esaminare solo la rappresentazione 1 II di è del 1986 e include l'articolo di vecchie nella pittura". In questo articolo Bianca Saletti della vecchiaia femminile. ^ Alla tradizione latina e comico-realistica sede. altra ma -^ mio il pubblicazione negli Medievale è stato dato maggiore spazio in sguardo del poeta" di prossi- articolo "La vecchia guardiana e lo convegno dell'AATI di Crotone. compare nei fabliaux {La Male Femme qui coachia la prude Rose dove l'ipocrita Vielle finge di custodire la giovane e invece atti del In area francese la vecchia femme} fa veda Si e nel Roman da mezzana. de la L'ostilità contro le vecchie deriva anche dalla tradizione cavalleresca che nella poesia trovadorica celebra la bellezza giovanile e disprezza la vecchia. Per più approfondito dei vari tipi di vecchia nella letteratura romanza si un esame veda Bailbé. appaiono come anonimi nell'edizione di Sonetti burleschi e realistici nei primi Aldo Francesco Massera (310). ^ L'argomento assai vasto, che viene qui brevemente riassunto, e il soggetto del primo capitolo del mio libro sulla donna brutta di prossima pubblicazione presso l'editore "^ I due sonetti secoli a cura di Longo. ^ ca, Le si tre ballate (LXI- LXIII) riportate scagliano contro la da Tommaso Casini nei suoi Studi di poesia anti- vecchia guardiana dell'amata. In "La vechia d'amor m'à biase- mata" alla guardiana molesta, maldicente e orrenda viene attribuito l'epiteto di strega e indovina e si augura di essere bruciata viva. La stes,sa sorte viene augurata alla guardiana della breve ballata "Do mala vechia, lo mal fuogo l'arda", mentre nella terza ballata "Laida vecchia stomegosa" e in una canzonetta adespota ("D'una vechia ch'è zilosa") citata dal Clan (80-82), la vecchia è chiamata befana, una figura femminile che nella tradizione popolare era spesso associata alla strega. Anche la guardiana del madrigale "Una smaniosa e insensata vecchia", attribuito a Donato da Ca.scia (Corsi, 1047), viene chiamata "strega". ^ Ariosto si scaglia contro una vecchia prostituta lasciva nell'ode latina "In Lenam". Niccolò Franco compone il sonetto di invettiva contro "Una vecchiazza, ch'è tutta canuta", che con linguaggio osceno descrive le avances della vecchia al poeta. Il Molza compone "In anum importunam". Aretino poi, fa della prostituta il personaggio centrale delle Sei giornate dove la vecchia prostituta consiglia alla giovane figlia di seguire la via della , prostituzione. ^ In area Cìiu.stinian veneta gli attacchi alla vecchia sono attestati già nella (1388-1446), che precede cronologicamente — 19 — gli esempi poesia to.scani. di Leonardo Nelle \arie Patrizia Bettella tradizioni regionali esistono altri testi poetici d'invettiva contro le vecchie. Si pensi ai due anonimi in dialetto nordorientale citati dal Gian e conservati alla biblioteca comunale di Udine ("Veder ti possa vechia scarpelata", "Vedere ti possa vechia rabiosa") che saranno oggetto di studio in un successivo contributo. Ricordiamo anche la poesia cortigiana di Serafino Aquilano, che include una canzonetta contro una vecchia, o la ballata anonima "Questa vecchia rimbambita" citata da Delcorno Branca (nota ll6). 9 Ci limitiamo ad esaminare la figura della strega come compare nei testi poetici vituperativi. Streghe e stregoneria sono argomenti assai vasti e ben documentati che non è possibile trattare qui in forma esaustiva. Si rimanda al capitolo "L'inquisizione e la donna" del libro di Romeo De Maio (Donna e Rinascimento. Milano: Il Saggiatore: 1987, 263-300) e alle nutritissime note. Richard Bernheimer ha messo in luce il legame tra l'aspetto fisico della strega e della donna selvatica. Secondo Bernheimer (35) nel vocabolario demonologico del Medio Evo strega e donna selvatica sono un'unica cosa. Nell'antichità greca lamia è la donna orrenda che divora bambini, nella Bibbia lamia appare col nome di Lilith, un mostro di sesso femminile; nel Medioevo molti autori fanno coincidere lamia con strix cioè la strega. Nel folklore medievale la donna selvatica ha un caratteristico aspetto fisico: è pelosa, talvolta di corporatura enorme, ha viso grinzoso e compare col corpo nudo ricoperto solo di una folta capigliatura. In alcune rappresentazioni la mostruosità dell'aspetto fisico è contrassegnata dai seni penzolanti che si trascinano al suolo o che sono gettati dietro alla spalle (grinzosa coi seni penzolanti che toccano il suolo è descritta anche la vedova nel Corhaccio). Secondo Bernheimer (50-84) nelle rappresentazioni teatrali medievali dei paesi alpini è frequente la caccia all'orda selvaggia, che include una donna pelosa e selvatica. Le rappresentazioni dell'orda selvaggia nel passato preistorico consistevano in un raduno di spiriti capeggiati da una divinità femminile che successivamente dà luogo al rituale del sabba delle streghe. Nel Medioevo la rappresentazione dell'orda selvaggia faceva parte dei riti dell'Epifania o del Carnevale. Epifania e Carnevale sono legati alla figura della vecchia orrenda, una Befana che fa visita ai bambini durante la dodicesima notte, e una strega baiciata l'ultimo giorno di Carnevale. '" Nonostante in alcuni suoi sermoni professi l'ugugaglianza tra uomo e donna e sostendiritti femminili, Bernardino non transige sulla stregoneria. Per il suo accanimento ga contro le streghe si vedano Origo (170-74), e Giovanni Battista Bronzini che esamina il tema della stregoneria nel sermone XXXV delle prediche senesi del 1427. ^1 Si veda l'articolo di Bonadiman che rintraccia l'origine storica della magia in area slava e trova documentazione risalente già all'undicesimo secolo che conferma la particolare propensione delle donne a partecipare alla stregoneria. sonetti i i ^2 Nella ballata LXI riportata dal Casini la vecchia è definita "striga" e "indovina", e nel madrigale "Una smaniosa e insensata vecchia" di Donato da Cascia, presente nell'antolo- gia di Rimatori del Trecento curata da Corsi, l'insulto è contro r"arrabbiata strega". Nelle anonime del XIV secolo pubblicate dal Casini la vecchia orrenda è barbuta come un uomo, e viene paragonata all'orso, uno dei travestimenti dell'orda selvaggia. Nella canballate zonetta adespota "LJna vechia ch'è zilosa" riportata dal Gian come un uomo ^5 la xecchia pelosa e barbuta è invece una Befana. Su questo punto concordano dice a Cultura e stile sia il Lanza (209) sia Marti. Quest'ultimo, in il appen- nei poeti giocosi del tempo di Dante, fa una rapida panoramica sugli sviluppi della poesia giocosa fino al Cinquecento. Burchiello è riconosciuto come l'anel- lo di congiunzione tra Angiolieri e la poesia comica di Francesco Berni (217). ^* Si notino le similarità con la descrizione disgustosa di Beroe "Aris sorde fluit, orbiculata redundant/Vermibus. hue decurrit, inundat/Fluxus, lippa regit non pendet obesa madens./Livescunt oculi, sanies lumina, faece replet Naris sima jacet, foetens, obliilluc . . . qua meatu/Distorto, flamen exitiale vomit" in Farai (131) ^5 Questo sonetto dell'edizione di Londra (ma pii^i probabilmente Lucca o 20 Pisa del 1752) La vecchiaia fkmmimle nella poesia toscana del XV secolo CD della /./Z e non riporta alcuna niinicia/ionc della paj^ina. è pcneniito tianiitc Secondo la tradizione tolkloristica la strega era associata ad alcuni animali tra cui anche rospo o botta. Si veda ad esempio Giuseppe Delfino, Aidano Schmuckher. 27. ci il il '^' In questo sonetto l'attenzione agli occhi e al guardare rivelano come un siderata dai poeti Questo è il pericolo perché motivo centrale del mio articolo si che la vecchia è con- sostituisce a loro nell'atto di guardare. sulla vecchia guardiana di prossima pubbli- cazione. 1^ Nellantologia di Lirici toscani del Quattrocento, troviamo ad esempio il sonetto di Francesco Scambrilla "Elle van col suggello alla spagnuola (voi II, 473)- Qui le donne vengono attaccate per la loro lascivia con toni crudi e linguaggio osceno. L'accumulazione di epiteti offensivi contro le donne, con la stessa sperimentazione dei suoni aspri presente ' in Giovan Matteo, include "vecchie ratorsate", "buggeresse" "maliose," Il finale fa riferimento alla presunta abitudine delle streghe di avere rapporti .sessuali col diavolo. '^ Numerosi sono testi rinascimentali contro le prostitute d'alto loco o cortigiane, oltre i alle già citate prostitute di Ariosto, la Niccolò Franco e Aretino, ricordiamo meretrice Ortensia di Fancesco Coppetta Beccuti, e il l'invettiva contro capitolo "Contro una cortegiana" Quinto Gherardo. Si veda a pagina 54 la nota 2 di commento all'edizione delle Rime del di Meglio. -^ La connessione vecchia-ruffiana-libidinosa è già presente nella commedia mediolatina. Si pensi allo pseudo-ovidiano De Vetiila, dove una vecchia lasciva si offre di fare da mezzana ad Ovidio per il suo incontro amoroso con la giovane amata, ma poi con l'inganno è lei a sostituirsi all'amata con la complicità del buio, facendo fuggire via Ovidio inorridito. Nel Pamphiliis la mezzana è una vecchia di bmtto aspetto fisico. Il motivo della mezzana, vecchia ex-pro.stituta e maga trova la sua piìi alta espressione nella Celestina di Fernando Rojas, composta attorno al 1492. 2' Con Giovan Matteo il vituperio non si limita alle vecchie ma si estende a qualunque di '^^ I sonetti caudati "O smodato appetito sessuale della donna vituperata senza indicarne la vecchiaia. In "O falsa ladra" la donna dell'invettiva è chiamata "bagascia" e poi ancora "vacca e troia", immettendo una sfrontatezza e bassezza di lin- donna baitta di cui viene sottolineata la lascivia e la depravazione. chalandrona" e "O guaggio finora falsa ladra" insistono sullo inedita. Il riferimento alla prostituta lasciva è presente in quattro su cinque componimenti comico-realistici di Giovan Matteo. -- Nella seconda ottava della Beca, Pulci la descrive: "è .solo un po' piccina", "nell'occhio ha in tutto una tal magliolina", "piloso ha intorno a quella suo bocchina (II, 1, 3, 5). 23 Daniela Delcorno Branca giunge a definire questa vecchia un "ossimoro vivente"(196), tanto contradditoria è l'associazione della donna vecchia e orrenda al gesto dei " di vagheggiare, -* Si vedano da Delcorno Branca che conduce un'indagine storico-sociale sulla prostituzione nel periodo rinascimentale, ha messo in evidenza il particolare legame tra il bere e le prostitute, Poliziano ritorna sul tema della strega nella Lamia, la prolusione in presa al corso sui Priora di Aristotele. Qui maldicenti che si raggruppano a deridere l'attività filosofica del Poliziano vengono assimilati ad un covegno di streghe; sebbene le streghe manchino della caricaturalità del testo poetico sono pur sempre descritte come filatrici. 2^ Secondo Gorni il corteo grottesco delle donne fa parte, insieme ad altri personaggi della frottola, di "un grande atlante figurato di psicologia amorosa" (76). -^ Riportiamo a seguito il te.sto intero dell'ode. "Hue hue, jambi! Arripite mi jam mordicus/Anum hanc furenti percitam libidine,/ Tentiginosam, catulientem, spurcidam,/ Gravedinosam, vietam, olentem, rancidam,/ Cadaverosam. fronte rugosa, coma/ Cana atque rara, depilatis palpebris./ Glabro supercilio, labellis defluentibus,/ Oculis aibenDentés tibus, genis lachrymantibus,/ Edentulamque (ni duo nigri et .sordidi i riferimenti proverbiali alla pro.stituta-filatrice citati (200), Lyndal Roper, i — 21 — Patrizia Bettella supersint),auriculis exanguibus/ Flaccisque, mucco naribus stillantibus/ Rictu saliva undante, tetro anhelitu,/ Mammis senecta putridis praegrandibus/ Araneosis deciduis manibus,/ Laxoque ventre dissipato et fixili,/ Cunno ulceroso, verminante podice,/ Natibusque macris aridis et osseis,/ Utroque sicco crure utroque brachio,/ Talo genuque utroque procul extantibus,/ Calcaneoque pernionibus gravi;/ Ut nil sit aspernabilius, nil tetrius/ Monstrosiusque aut nauseabundum magis:/ Quam pistor olim, caupo, calo, bajulus,/ Et institores, et lanius, et carnifex,/ Et muliones permolebant et coci,/ Ceu prostitu- tam et sellulariam meram;/ Nunc nemo jam vult visere nemo colloqui,/ Fastidit unusquisque et habet ludibrio/ Anum subante perditam pnirigine:/ Sed audet impudens tamen, audet impudens,/ Procax, proterva, nec jam anus sed mortua,/ Utcumque prurit (prurit autem jugiter),/ Se postulare ut comprimam, sibi ut arrigam,/ Quasi ipse verres quasi asinus sim vel canis./ Abi bine, abi, anus, in maximam malam crucem,/ Abi scelesta, obscoena; sive vera anus/ Seu terriculum es seu larva bustuaria./ Nam si optio mi detur, aedepol magis/ Scrofam futuam quam te vel asinam vel canem." (Opera Omnia. Torino: Bottega d'Erasmo, 1970, 271-72) 2^ Questo testo latino rivela una maggiore dipendenza dai precetti della retorica medievale e del ritratto di Beroe: il poeta si serve qui della descrìptìo nella sua forma completa, che passa in rassegna ogni parte del corpo della donna, rispettando il moto discendente dalla testa ai piedi. Il ritratto della vecchia presenta un 'canone lungo' delle bmttezze femminili, che enumera in dettaglio e con ricchezza d'aggettivazione l'intero corpo. Bettinzoli (179-80) ha rilevato le derivazioni di diretta provenienza oraziana (Epodo 'Vili 1-10). Questo ritratto ributtante della vecchia sta in rapporto oppositivo con l'ode latina con forme altrettanto convenzionali, la commenlegame tra le due composizioni rinvia alla contrapposizione femminili che emerge dalle Artes medievali e dalla tradizione comico- "In puellam", in cui Poliziano effettua, datio pulchrae puellae. delle due figure Il burlesca. OPERE CITATE Alberti, Leon Battista. 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