Comments
Description
Transcript
L`assetto dell`equipaggio in virata
esperti tecnica L'assetto dell'equipaggio in virata Lavoro di gruppo, allenamento e impegno sono il segreto per migliorare la manovra assume un'importanza fondamentale, anche semplicemente per come sposta il proprio peso da una parte all'altra della barca. Immaginate da una parte dodici persone che si muovono all'unisono e al momento giusto a bordo di un 15 metri da regata, e, dall'altra, lo stesso numero di persone che, sempre a bordo dello stesso tipo di imbarcazione, si sposta disordinatamente e senza alcuna logica. Per capire la differenza è necessario stare al timone almeno una volta in queste due situazioni, per "sentire" A una prima analisi, l'argomento di questo mese può sembrare quasi ovvio e scontato: in fondo chiunque può virare, chiunque può stare al timone di un'imbarcazione e farla avanzare verso la boa o l'obiettivo del giorno. In realtà quello della vela è un mondo talmente ricco di variabili che insistono spesso su di una singola azione o situazione, da far affermare a chi ben lo conosce, che in mare non si finisce mai di imparare. Anche questa affermazione apparentemente ovvia e scontata racchiude una grande verità e anche tutto il grande fascino della navigazione a vela. Non dimenticate mai che la differenza tra una barca veloce ed una lenta, tra l'essere in testa alla flotta o galleggiare nel mucchio, è molto piccola, spesso non più grande di due lunghezze di barca per miglio. La differenza tra una serie di virate ben eseguite e non, si misura 70 FARE VELA LUGLIO 09 anch'essa in lunghezze di barca. In una regata in cui si effettuano almeno dieci virate, una manovra ben eseguita può fare la differenza e regalarci la vittoria finale. Sono diversi gli elementi che entrano in gioco e che ci consentiranno di effettuare una virata a "regola d'arte". Il tattico: deve avere un minimo di flessibilità ed essere in grado di chiamare la virata al momento giusto, ma anche nella situazione giusta, in particolar modo in certe condizioni di onda o di vento molto leggero. Il timoniere: la cortesia di avvertire tutto l'equipaggio della manovra che si andrà a eseguire di lì a poco, aumenta in modo esponenziale la possibilità che la virata o la strambata di turno riescano più o meno bene. La virata corretta comincia facendo ruotare la barca dolcemente e lentamente. Molti timonieri virano con troppa intensità, altri puggiano eccessivamen- te a virata conclusa. In ogni caso sbagliano. In condizioni di onda corta o addirittura incrociata, si usa invece virare in maniera più decisa e veloce, proprio per evitare che un'onda nel corso della manovra rallenti eccessivamente la barca. Ovviamente nel corso della manovra il timoniere deve egli stesso cambiare bordo ed occupare la nuova posizione correttamente per riportare il prima possibile l'imbarcazione sulla miglior velocità possibile. L'uscita dalla virata vedrà l'imbarcazione, le diverse reazioni della barca e capire quanto un assetto corretto possa aiutare il timoniere nel suo lavoro. In questo senso dal momento che ogni barca ha le sue caratteristiche e le sue specificità anche dal punto di vista dell'organizzazione di coperta, sarà l'allenamento a fornire le soluzioni ideali per costruire tutta una serie di meccanismi di lavoro e di utilizzo delle tante braccia presenti a bordo. Un errore comune spesso commesso dai principianti è quello di volersi rendere utili a qualsiasi costo, quasi come se a bordo ci fosse un addetto al controllo dell'impiego della forza lavoro. In realtà spesso sulle moderne imbarcazioni da regata il numero di persone a bordo sulle nuove mure, assumere inizialmente una rotta leggermente è determinato dal peso massimo che si può imbarcare. Capita pertanto che ci siano alcuni membri d'equipaggio il cui compito istituzionale sia semplicemente quello di "fare peso". Sembra riduttivo, in- più alla puggia per prendere velocità. Man mano che la velocità stessa incomincerà ad aumentare, il timoniere comincerà ad orzare e seguito dai regolatori delle vele riporterà l'imbarcazione su di una rotta di bolina stretta. Tantissime le variabili possibili in questa situazione legate all'intensità del vento e allo stato del mare. L'equipaggio in qualsiasi manovra vece una persona che si troverà sempre nel posto giusto al momento giusto, contribuisce in maniere non indifferente all'assetto della barca e dunque alla sua velocità. Pronti allora a virare? Tutto il meccanismo deve partire in maniera ormai automatica. Ognuno deve sapere qual'è il suo compito e in particolare quale sa- rà il momento giusto per portarlo a termine. Come già accennato in precedenza le variabili sono tantissime, non basterebbero quindi tutte le pagine di questo giornale per descrivere compiutamente le diverse situazioni in cui una barca si può venire a trovare. Alcuni standard di base però sono sempre gli stessi: i regolatori della vela di prua (in gergo i tailer), avranno preventivamente controllato che tutte le scotte in pozzetto siano in chiaro onde evitare brusche interruzioni della manovra. Il prodiere avrà gettato un occhio a prua per controllare che ogni cosa sia in chiaro. Ognuno insomma avrà seguito quei controlli di rito che sono il primo passo fondamentale per la riuscita della manovra. In caso di condizioni di vento molto leggero poi, l'equipaggio aiuterà la barca a manovrare con la cosiddetta virata con rollio. La manovra può essere eseguita con tecniche diverse a seconda della posizione di partenza dell'equipaggio. Se infatti tutte le persone si trovano sopravvento in battagliela, al pronti a virare l'equipaggio si sposterà sottovento per "caricare" la barca e aiutarla a virare (il peso sottovento fa orzare la barca, quello sopravvento la fa puggiare). Una volta che la nostra barca sarà nel letto del vento, l'equipaggio si sposterà ancora posizionandosi sul nuovo sottovento. Questo movimento effettuato all'unisono da più persone (in relazione alle dimensioni del mezzo), sarà di grande aiuto al timoniere nel controllo della barca in condizioni in cui normalmente tutte le appendici (timone e bulbo) hanno un efficienza ridotta proprio a causa del vento leggero e quindi della poca velocità. La posizione di partenza dell'equipaggio in questa manovra può però essere.quando il vento è veramente poco, quella da sottovento. Al calar del vento, l'equipaggio infatti in un primo tempo si sarà sdraiato in coperta sopravvento, poi man mano sarà passato sottovento. In alcune condizioni di pochissimo vento e onda si usa comunemente anche lo spostamento di parte delle persone sottocoperta, al fine di concentrare il più possibile i pesi, abbassare il baricentro e migliorare l'assetto generale della barca. Dicevamo dunque che al pronti a virare, l'equipaggio si trova sottovento. In questo caso, si aspetterà a muoversi almeno fino a quando la barca nel suo movimento non sarà piatta sull'acqua. Questo momento corrisponde alla situazione di prua al vento. Subito dopo tutto l'equipaggio si sposterà sul nuovo sottovento, aiutando naturalmente la barca a trovare la giusta inclinazione. I successivi spostamenti di tutto il gruppo saranno dettati dalle esigenze di assetto e quindi dalla maggiore o minore intensità di vento. Oltre allo spostamento laterale, l'equipaggio può doversi spostare anche in senso longitudinale, sempre a seconda dell'intensità del vento reale. Normalmente in condizioni di vento leggero, un bravo velista sa di doversi posizionare più a prua del solito. Questo perché si tende a far in modo che la poppa della barca si sollevi per quanto possibile. Appruando la nostra imbarcazione ridurremo la superficie di contatto con l'acqua (la cosiddetta superficie bagnata) a poppa, che normalmente è la parte più larga di ogni barca. Con vento leggero di bolina dunque, almeno due persone davanti alle sartie e tutto il resto dell'equipaggio ben compatto sempre verso prua. Man mano che il vento aumenterà, cambieranno anche le esigenze di assetto e l'equipaggio sarà chiamato a spostarsi. Se tutto il meccanismo funziona in automatico, senza bisogno di continui rilievi o indicazioni da parte del tattico o del timoniere, la barca sarà certamente più veloce e più performante. Con vento forte la virata diventa una manovra più fisica e veloce. L'equipaggio passerà da un bordo all'altro rapidamente per offrire da subito il proprio contributo al rad- drizzamento dell'imbarcazione. L'equipaggio in battagliela in un lato di bolina è spesso distratto e trascorre il tempo chiaccherando, come se invece che su una barca in regata ci si trovasse al bar a prendere il caffè con alcuni amici. In realtà anche chi apparentemente non fa altro che star seduto sopravvento, può contribuire al bilancio e alla velocità dell'azienda barca in diversi modi: cercare e trovare la boa di bolina; guardarsi intorno e capire se c'è in atto qualche cambiamento delle condizioni atmosferiche; osservare le imbarcazioni di un'altra classe partite prima; ipotizzare e pianificare le possibili strategie di approccio alla boa; chiamare l'arrivo di raffiche o di onde particolarmente fastidiose; muoversi in maniera appropriata per garantire costante- Con mare piatto (linea tratteggiata), la virata è più morbida e consente di perdere meno acqua. Con onda (linea continua), la virata deve adeguarsi al ritmo dell'onda, per evitare che in uscita dalla virata la barca si fermi nell'incavo dell'onda stessa mente il miglior assetto della barca. Quelli citati sono soltanto alcuni esempi del contributo che un "velista seduto sul bordo" può offrire a tutta la sua squadra. In situazioni particolari poi, come ad esempio quando si arriva mure a sinistra ad un incrocio con un avversario mure a dritta, il contributo e il lavoro effettuato in tempo utile da tutto l'equipaggio, può trasformare una situazione di perdita di spazio in un'occasione per minimizzare la perdita o mettere in difficoltà l'avversario. LUGLIO 09 FARE VELA 71