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“sono una ragazza fortunata”

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“sono una ragazza fortunata”
Periodico bimestrale numero 5 - anno 4 Settembre - Ottobre 2012
La rivista del benessere globale
“sono una ragazza fortunata”
Salute
Benessere
Cultura
Società
Ambiente
Fashion
Design
Sport
Perugia - San Sisto Via T. Albinoni, 58
Perugia - Stazione Minimetrò Pian di Massiano
Trevi - Centro Commerciale Piazza Umbra
Città di Castello - Centro Commerciale Castello
Spoleto - Centro Commerciale La Torre
www.bartoccini.it
Sommario
INTERVISTA
Juliana Moreira
52
4
PERSONAGGIO
Intervista al Generale Ignozza
58
8
SALUTE, BELLEZZA E BENESSERE
La scoperta della penicillina
Biscottini integrali
Attività motorie e sportive nel ciclo di vita
La ginecomastia puberale
Aloe vera
Verruche, cosa sono e quali rimedi
Il dolore addominale
4
10
14
16
18
22
24
28
CULTURA E SOCIETÀ
Lo sport in Italia agli inizi del ‘900
32
La storia di sempre!
34
La terra e l’uomo
36
S.r.l. semplificata
40
Come registrare un marchio
42
L’ispirazione46
Cinema sotto la torre pendente
50
66
SPAZIO APERTO
Grand Canyon
52
Tate Modern
56
Biocarburante dal whisky scozzese
58
L’elettricità verde
60
Là sul tappeto
62
ProArtLab64
EVENTI
Ogni sgarro verrà punito
66
L’Accademia italiana di poesia
68
Ju-Jitsu70
Intervista al coach Fabio Bovari
72
Andiamo a teatro
76
Manuela Minelli
78
Oroscopo, Le pietre
80
10
36
56
8
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Wealth Planet magazine
1
GECOM S.p.A.
Via Avv. Fulvio Croce, 14 - 52100 Arezzo - Tel. 0575 411166 - www.gecom.biz
Editoriale
Direttore
Editoriale
Direttore
Responsabile
G.Laura
Ascione
Massimo
Poggioni
La cultura potrà ancora salvarci?
Rintronamento da Social network
La frase che sentiamo dire spesso è che in tempo di crisi non
si può spendere per la cultura e probabilmente, rispecchia
il pensiero di molti. Leggiamo e sentiamo dire ovunque che
l’arte in tutte le sue accezioni è la vera ricchezza dell’Italia,
”l’oro bianco”, che le bellezze presenti sono uniche e vanno
conservate e promosse, ma alle parole, come possiamo
ben vedere, non seguono i fatti perché nessuno punta su
di essa come veicolo di crescita economica, dimenticando
che con la finezza dello spirito si può superare il disagio
nel quale ci stanno infognando la maggior parte dei volgari
predatori a cui, oltretutto, ci stiamo assuefacendo. I nostri
studenti sono sempre più diseducati alla lettura, all’analisi
e all’inventiva; a scuola sono sempre più diffusi test o
sistemi simili dove lo spazio al ragionamento, all’opinione
e alle idee è sempre più ridotto a caselline dove apporre
una x. Se l’apprendimento diventa un diritto di proprietà
non riuscirà più ad essere universale e questo impedirà
la crescita sociale portandoci ad un nuovo medioevo,
ritrovandoci come servi della gleba, nelle mani di pochi
eletti con rendite parassitarie, che ancor più prospereranno
sulla pelle di chi, per mancanza di possibilità economiche,
non sarà in grado di accedere alla cultura.
Nulla da accepire sull’importante ruolo divulgativo di
Facebook, Twitter ed altri social che con una velocità che
batte il dispaccio militare il messaggio raggiunge in pochi
secondi milioni di persone.
Nulla da eccepire anche sul ruolo sociale che queste
sofisticale strutture svolgono, in cui si recepiscono in tempo
reale notizie e comunicati più o meno importanti.
Qualcosa invece da eccepire su come gran parte delle
persone usano tale mezzo; molto spesso appare come un
blog (ma senza un moderatore purtroppo), in cui ognuno
dice la sua in merito a svariati argomenti, dove la fantasia
supera la realtà e con continui e ripetuti messaggi fino a
alla nausea.
Che dire poi dei grandi filosofi che grazie ad una accurata
procedura di copia-incolla si spacciano per i Seneca del
web, gente che ad ascoltarli non saprebbero spiccicare una
parola, apri Facebook e te li ritrovi piantati lì, a tutte le
ore e a tutti i minuti che dispensano frasi d’amore, concetti
spirituali e aforismi di ogni tipo e per tutti i gusti.
FB è anche questo, la possibilità di darti 45 min per dire
una frasetta senza commettere errori.
E sulle amicizie? Siamo diventati amici anche dei soldatini
del Risiko pur di fare numero, gente a cui non hai mai
rivolto la parola ti trovi ad accettare quasi per forza la loro
amicizia e se li incontri ti giri dall’altra parte, come del resto
hanno sempre fatto con te.
Questo sistema di comunicare ci ha talmente rintronati che
anche i politici, capi di stato e amministratori fanno uso
dei Social per veicolare i loro comunicati ai cittadini invece
di servirsi dei canali istituzionali che noi stessi assoldiamo
attraverso i finanziamenti pubblici (uffici stampa, giornalisti,
esperti in comunicazione etc.).
I veri amici si guardano negli occhi e se sono lontani gli
facciamo una bella telefonata perché solo dai loro sguardi e
dalle loro parole percepiamo se hanno veramente bisogno
della nostra compagnia o del nostro aiuto.
Periodico bimestrale Iscr. Trib. di Montepulciano n. 321 13/05/2009
Direttore Responsabile
Massimo Poggioni
Direttore Editoriale
G. Laura Ascione
Resp. Comunicazione
Francesco Patiti
Edito da
Wealth Planet Perugia
Presidente Massimo Patiti
Stampa Tipografia Pontefelcino Pg
Si ringraziano tutti i collaboratori
Wealth Planet magazine
3
a cura di G. Laura Ascione
Quando si parla di te vengono alla mente i concetti di
bellezza e simpatia, pensi che siano importanti o addirittura
determinanti per una carriera professionale?
Secondo me la bellezza conta fino ad un certo punto, più
che altro penso che la tv veramente trasmetta qualcosa alle
persone a casa e credo che la simpatia sia fondamentale,
non solo in tv ma in qualunque ambiente lavorativo; le
persone devono ricordarsi che siamo tutti uguali e quindi
dobbiamo trattare tutti allo stesso modo, un sorriso può
cambiare la giornata di una persona.
Il tuo rapporto lavorativo con Teo Mammuccari?
Con Teo mi trovo sempre benissimo a lavorare, lui è uno
showman completo: presenta, canta, suona la chitarra,
improvvisa e mi fa morire dal ridere quindi, si può dire che
con lui, mi sono divertita molto a lavorare.
Per scherzare, cosa avete in comune te e il Gabibbo?
Siamo solari io e il Gabibbone, diciamo che siamo bambini
dentro e giochiamo sempre.
La televisione italiana viene accusata spesso di mostrare in
modo gratuito e volgare la bellezza femminile, tu cosa nei
pensi? Oh mamma mia, domanda difficile...io, parlo per me
almeno, non penso di essere stata usata così in video, ed è
proprio per questo che ai bimbi e alle donne sono rimasta
simpatica.
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Wealth Planet magazine
Prossimi progetti?
Ci sono delle cose ma niente di concluso, quindi spero che
si avverino e poi ve lo dico! Comunque mi sto preparando.
Come pensi di conciliare maternità e carriera ?
Penso che sia una cosa molto importante sia per la mamma
che per i bimbi. Ho la fortuna di avere mammutella, la
mamma di Edo, la mia non c’è più, ma sono sicura che
mi sarebbe stata accanto. Mammutella mi sta vicino sin da
quando Lua è nata, che è innamorata della sua nonnetta
e le piace un sacco stare con lei, così io sono tranquilla
quando lavoro. Lavorare fa bene al corpo e all’anima e poi
quando torni a casa si possono riempire di coccole baci e
abbracci i nostri piccolini.
A cosa hai pensato abbracciando per la prima volta la
piccola Lua Sophie?
Non riesco a descriverlo è una delle emozioni più forti che
un essere umano può provare, non sembrava vero, come non
lo è tuttora. Dico sempre ”ma tu eri dentro la mia pancina?
Ma come è possibile? E come è possibile che sei arrivata da
così poco tempo ed io ti possa amare così tanto?”
Ritornata velocemente in forma! Ci sveli il tuo segreto?
Ci sto provando ancora a mettermi in forma. Dopo la
gravidanza ci vuole tanto impegno, diciamo che sono
fortunatissima ad avere tra i miei migliori amici Elisa
Calzolari, una maestra e insegnante di Muay Thai, una
Intervista
arte marziale che pratico ormai da 3 anni; e
Max Fromboluti che è una delle prime persone
che ho conosciuto in Italia. E’ uno dei più bravi
personal trainer di Milano. Sto facendo 3 o 4
allenamenti alla settimana di Muay Thai e altri
3 con Max in palestra. Mi fanno a pezzi questi
due, ma è anche un bel lavoro che mi rende
ogni giorno più soddisfatta....gli voglio tanto
bene.
Come è nato il tuo amore per le arti marziali e
in particolare per il Ju-Jitsu?
Ero la più piccola con un fratello di 8 anni più
grande di me che guardava tutti i film di Bruce
Lee e tutti gli altri. Già volevo praticarli tutti,
principalmente per picchiare mio fratello, ma
anche perche volevo essere quella ragazza
del film che lotta contro i cattivi, così quando
ho iniziato ad andare in palestra in Brasile,
il Ju-Jitsu mi ha affascinato, anche se ne ho
praticato veramente poco con qualche lezione
di Boxe. Poi in Italia, nel 2009 sono andata
per la prima volta con Edo in vacanza in
Thailandia e ci siamo appassionati tutti e due a
questa arte marziale, che pratichiamo tuttora.
Il Muay Thai è una delle arti più complete,
lavora tutto il corpo e sono compresi pugni,
calci, gomitate e ginocchiate, ma anche se
sembra violento vedrete sempre all’inizio di un
combattimento un rituale che si chiama Ram
Muay. E’ un balletto bellissimo che ringrazia
la tua famiglia, i tuoi maestri, la tua squadra.
Durante il combattimento anche se ci si fa male
c’è sempre rispetto per l’avversario, il che vuol
dire tanto.
Provieni da una terra bellissima ma anche
difficile e impegnativa nel sociale, hai mai
avuto modo di renderti utile anche in questo
campo? Se si come? Sia in Brasile che in Italia?
Sono una ragazza fortunatissima, oggi ho
tutto e ringrazio sempre Dio per quello che mi
ha dato. Vengo dal Brasile e ho vissuto sulla
mia pelle la povertà e tante difficoltà, ma
sono cresciuta sana e con i principi che mia
mamma e mio papà mi hanno insegnato. Per
questo sarò sempre la stessa, perché mi ricordo
chi sono e da dove vengo. Edo fa una cosa
bellissima da ormai molto tempo, ha fondato
un’Associazione per dei bambini in Nepal e
ogni anno va di persona a vedere e controllare
che tutto vada bene. Quando mi è possibile
seguirlo nel mio piccolo cerco di fare quello
che posso, se volete saperne di più andate sul
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reciproche, perseguendo congiuntamente gli interessi e gli obiettivi prestabiliti.
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piacevole e stimolante.
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Personaggio
Intervista al
Generale Ignozza
a cura di Mirina Hoxha
Generale, il suo impegno nel Coni...un’esperienza di chi per anni
ha fatto della professionalità e delle idee un vero e proprio cavallo
di battaglia, da qui il consenso e la simpatia del mondo dello sport
e non solo.
Generale, Le chiediamo: lo sport in Italia può
avere un ulteriore sviluppo e a che condizioni?
Nonostante questo sia un momento difficile per il mondo
dello sport e non solo, io sono ottimista per quanto riguarda
la rinascita ed un ulteriore sviluppo del nostro paese e dello
sport stesso. Affinché questa ripresa nell’ambito sportivo
sia possibile, è necessario che tutti ci adoperiamo per
“recuperare” in primis gli adolescenti che, in una fascia
di età che va dai 14 anni ai 20 anni, abbandonano le
attività sportive. Tale abbandono determina conseguenze
negative allo sviluppo fisico; l’assenza dell’attività fisica
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Wealth Planet magazine
causa varie problematiche fisiche, ed una socializzazione
diversa dell’adolescente. A mio parere, l’esasperato
agonismo a cui molti ragazzi vengono sottoposti, molto
spesso involontariamente, è da ritenersi una delle cause
dell’abbandono delle attività sportive. Ciò che abbiamo
sbagliato nel corso degli anni è stato quello di non
valorizzare gli aspetti fondamentali del mondo sportivo cioè
la capacità dell’ambiente, non solo di creare dei buoni atleti,
ma anche dei buoni cittadini che, attraverso il confronto e lo
sport riescono a crescere.
Personaggio
La storia ci insegna che in ogni epoca, in ogni
periodo storico lo sport è sempre esistito ed
è stato fondamentale da un punto di vista
sociologico, psicologico e addirittura politico. Lei
ritiene che ancora oggi possa essere altrettanto
fondamentale, ovvero cosa Lei proporrebbe ad
un uomo che si è affacciato in debito d’ossigeno
in questo terzo millenio?
Lo sport aiuta a diventare degli uomini migliori, rispettosi
delle regole, aiuta a dare importanza al gioco di squadra
non solo nello sport ma nella vita stessa. Nessuno di noi,
nel corso della propria vita sarà in grado “di vincere una
partita” giocando da solo. Ognuno di noi rappresenta
il 99% di forze e volontà e avremmo comunque sempre
bisogno di quell’1% per arrivare. Lo sport ha giocato nel
corso dei secoli dei ruoli importanti anche nell’ambito
politico proprio perché esso va di pari passo con lo sviluppo
dell’uomo. Oggi nel periodo storico e sociale in cui ci
troviamo consiglierei a chi si avvicina al mondo dello sport
di farlo con il desiderio di riuscita insito nell’animo dello
sportivo, ma allo stesso tempo consapevole dei rischi a cui
va incontro. Oggi i dirigenti o il presidente di una società
sportiva devono avere delle conoscenze amministrative e
finanziarie per non andare in contrasto con le leggi vigenti.
Sono chiare le difficoltà che sta attraversando
lo sport e le federazioni a vari livelli, difficoltà
economiche in primis, difficoltà strumentali,
difficoltà di ordine organizzativo oseremo dire
politico... Quali potrebbero essere le soluzioni
politiche che Lei vorrebbe proporre alle istituzioni,
agli sportivi, alle persone comuni che attraverso
una sana attività fisica farebbero risparmiare
allo stato decine di milioni di euro?
A mio avviso è necessario riguardare le regole
dell’approcciarsi al mondo sportivo: è necessario fare una
legge che sia una “legge sportiva” che tuteli anche chi non
svolge un’attività sportiva a livello agonistico ma fa anche
delle semplici passaggiate. Per tutelare i cittadini ritengo
che sia opportuna la presenza dei medici e dei defibrillatori
presso ogni percorso e impianto sportivo. Tutti i cittadini
devono essere messi nelle condizioni di fare sport con
beneficio primario per la loro salute e di conseguenza per
le risorse dello stato.
di formare una classe dirigente sportiva con delle nuove
potenzialità, garantendo così attraverso la formazione
una tutela per gli stessi dirigenti o presidenti delle società
sportive.
Statuti, regolamenti, l’evoluzione “fiscale”
hanno giustamente dettato nuove discipline al
mondo dello sport; potrà uno sport sempre più
“disciplinato” evolvere verso professionalità e
vere competenze?
I regolamenti e le leggi vanno rispettate ma bisogna favorire
a mio parere una legislazione a favore e non penalizzante
per il mondo sportivo. Bisogna avere un occhio di riguardo
per le piccole società sportive che fungono da ambiente di
aggregazione dove si forma il cittadino attraverso lo sport.
Porre il mondo sportivo sotto ad una lente d’ingrandimento
senza prima formare “gli addetti ai lavori” porta sempre
più ad un vero e grave allontanamento dal mondo
sportivo e di conseguenza viene a mancare un mezzo per
potenziare lo sviluppo del cittadino attraverso il confronto e
di conseguenza una vera e propria crescita. E’ necessario
incentivare il volontariato a livello giovanile facendo capire
che attraverso le conoscenze presenti nel mondo dello
sport è possibile trovare degli sbocchi lavorativi. Lo sport
deve diventare un “accompagnatore” non sono nel mondo
sportivo ma anche nel mondo lavorativo. La figura del Coni
in questo momento è più che mai necessaria in quanto deve
aiutare a stabilire le linee da seguire per far sopravvivere
lo sport.
Generale, una frase per i nostri lettori, ed un
augurio per la nostra squadra che milita nella
serie Nazionale di Pallavolo B1 femminile e che
quest’anno debutta all’Evangelisti?
Come Presidente del Coni vi auguro che portiate in alto il
nome di Perugia; come sportivo vi auguro di avere sempre
lo spirito di squadra, il valore dello sport e il fair play. Come
genitore vi auguro che continuiate a valorizzare lo sport
senza concentrarsi solamente nei risultati e vi auguro anche

che lo sport vi aiuti a crescere e vi renda migliori. Una domanda della quale ci preoccupa sentire
la risposta, il mondo del volontariato sta
scomparendo?
Per gestire una società sportiva oggi è necessario che a
farlo sia un volontario manager. Mi spiego meglio: mentre
qualche anno fa a gestire le società sportive erano dei
volontari in pensione oggi non è più possibile. Le leggi
che riguardano il mondo sportivo hanno fatto sì che alla
figura di un dirigente o presidente vengano affiancate delle
competenze nuove. L’obiettivo prossimo del Coni è quello
Wealth Planet magazine
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Salute, Bellezza e Benessere
a cura della Dott.ssa Maria Luisa Bacosi
Università degli Studi di Perugia
Le battaglie in campo medico:
i farmaci che hanno trasformato il rapporto fra l’uomo, la malattia, il dolore.
La scoperta della penicillina
L’uomo ha sempre cercato di combattere le malattie, di
gestirle, divinizzarle o razionalizzarle. La Storia della
Medicina nasce con l’uomo originandosi dal bisogno
innato nella nostra specie, di capire e di curare i malanni
che lo affliggono. Con questo articolo inizia un racconto
sulle più grandi scoperte in campo farmacologico fatte da
medici e biologi che hanno permesso di curare, in alcuni
casi di debellare e di alleviare malattie e dolori e giungere
alle conoscenze e alle potenzialità attuali.
Iniziamo il nostro percorso raccontando la storia della
scoperta della penicillina, evento che segnerà l’inizio di
una delle più grandi vittorie della scienza: la sconfitta dei
batteri.
Non è possibile comprendere l’importanza della scoperta
degli antibiotici senza immergersi per un attimo nella
situazione sanitaria di fine Ottocento. Malattie batteriche
come la tubercolosi, la pertosse, il tetano o anche una
semplice ferita potevano gettare la vita di una persona
nel dramma. La sifilide e la gonorrea, tenute nascoste per
vergogna sociale, rappresentavano un flagello; i bambini
morivano soffocati dalla difterite e il tifo e il paratifo
causavano febbri intestinali che portavano velocemente alla
morte. Inoltre durante la Prima Guerra Mondiale anche delle
semplici ferite si potevano trasformare in infezioni gravi,
10
Wealth Planet magazine
degenerando in cancrene putride dove solo l’amputazione
dell’arto poteva salvare il malato, anche se poi rischiava
di morire di sepsi a causa della mancanza di sterilità
operatoria.
A metà dell’Ottocento la concezione della trasmissione
della malattia era ancora legata ad una visione di
“miasmi”, vapori densi di veleno presenti nell’aria. Nel
1876 un giovane medico tedesco, Robert Koch, dedicava il
suo tempo all’osservazione al microscopio di microbi messi
a crescere su piastre di coltura. A qualche centinaio di
chilometri Pasteur e Joubert stavano lavorando a quello che
sarà uno dei più grandi cambiamenti nel mondo scientifico:
la nascita del “paradigma infettivo” che si impose sulla
visione galenico-ippocratica della diffusione della malattia.
Sempre in Germania un microbiologo, Paul Ehrlich, portava
avanti una teoria tutta sua: trovare “un proiettile magico”
che agisse come bersaglio mirato da sparare contro i
germi, salvaguardando l’obiettivo malato, cioè l’uomo. Nel
frattempo Robert Koch aveva isolato e coltivato il Bacillus
anthracis, responsabile del carbonchio nell’animale e
il Mycobacterium tuberculosis, agente eziologico della
tubercolosi.
La necessità di rompere i vecchi schemi aveva oramai
colpito il mondo scientifico alla fine dell’Ottocento: una
Salute, Bellezza e Benessere
nuova scienza stava nascendo e non c’era scienziato che
non si entusiasmava di fronte ai microbi. In un’altra parte
dell’Europa, a Londra, il biologo e farmacologo Alexander
Fleming aveva intuito le proprietà antibatteriche delle
lacrime e della saliva. Si racconta che durante un attacco
di raffreddore abbia starnutito involontariamente sopra una
piastra di coltura batterica accorgendosi poi che in alcune
zone non erano nate colonie batteriche. Nacque così la
scoperta del lisozima, un enzima capace di provocare la
lisi di alcuni batteri. Ma la scoperta più grande avvenne per
caso. Nel 1928 Fleming rientrando nel suo laboratorio dopo
una vacanza osservò che una muffa di colore blu, aveva
parzialmente invaso delle piastre di agar seminate con
stafilococchi e in quelle zone c’era stata la lisi delle colonie
batteriche. Paragonò l’evento simile al fenomeno osservato
durante il suo starnuto: unica differenza al centro dell’area
c’era una muffa. La molecola antibatterica elaborata dal
fungo Penicillum notatum fu chiamata penicillina, ma l’idea
di studiare il principio antibatterico fu messa da parte a
causa della estrema difficoltà di ottenere quantità di questo
antibiotico
Il mondo aveva avuto il suo grande cambiamento ma ancora
era difficile poter usare questa scoperta, approfondirne
l’importanza e tradurre in pratica queste osservazioni.
Nel 1939 l’inglese Howard Florey e il tedesco Ernst Boris
Chain ripresero gli studi di Fleming cercando di capire
come poter estrarre penicillina “purificata” e più stabile
chimicamente anche perché le proprietà antibiotiche
venivano distrutte da numerosi agenti chimici, come per
esempio gli acidi presenti nello stomaco. C’era un altro
problema che affliggeva l’intera umanità: le grandi perdite
umane durante le guerre. Un esercito poteva essere distrutto
più dalle malattie che dal nemico. Durante la Guerra di
Crimea (1854-56) ci furono più morti per dissenteria che
per mano dei Russi; il tifo uccise migliaia di soldati nella
campagna napoleonica di Russia (1812). In Italia tra
il 1915-18 si diffuse la tubercolosi portando alla morte
centinaia di persone.
Era assolutamente urgente produrre in larga scala la
molecola, in un momento in cui incombeva la Seconda
Guerra Mondiale e la ricerca di sostanze in grado di
contrastare le infezioni che i soldati contraevano in battaglia
causando grandi perdite umane, era urgente.
La risposta a questo problema arrivò dall’America che fornì i
fondi economici per la produzione in larga scala. A Peoria,
nell’Illinois, il Northern Regional Research Laboratory
coltivava la muffa in grandi vasche in cui veniva aggiunta
aria sterile, per fornire ossigeno alla muffa aerobica, e
il corn steep liquor, residuo liquido del granoturco, che
incrementava di dieci volte la produzione dell’antibiotico.
Nel 1941 divenne operativo l’Office of Scientific Research
and Development fondato da Franklin D. Roosvelt: lo scopo
di questo istituto, oltre quello di portare enormi quantità
di denaro, era quello di centralizzare, dirigere e tenere
rigorosamente segreti tutti i dati scientifici, per metterli poi
a disposizione delle truppe alleate contro il Giappone e
la Germania. Vi lavoravano alcune delle tre più importanti
ditte farmaceutiche la Merck, la Squibb e la Pfizer.
Nel novembre del 1942 un incendio in un night club di
Boston provocò la morte di centinaia di persone. I soccorsi
furono coordinati dai militari e fu consentito ai medici di
utilizzare quello che fino a quel momento era considerato un
farmaco coperto dal “segreto di stato”. Pochi giorni dopo,
il 2 dicembre il Boston Globe scriveva:”scorte di polizia
di quattro stati hanno accompagnato la spedizione di un
farmaco sconosciuto tanto prezioso da non avere prezzo,
proveniente dal laboratorio di Rahway, New Jersey, della
Merck & Co, per curare le vittime dell’incendio…”.
La scoperta e poi la produzione su larga scala di questo
farmaco ha alleggerito l’umanità intera dalla piaga delle
malattie infettive: una piccola molecola, definita “l’anello
magico” per la sua struttura molecolare circolare, alla quale
si sarebbero legate le sorti di migliaia di vite umane.
Nel 1945 fu conferito il Nobel per la medicina e la fisiologia
a Fleming, Florey e Chain.
“La storia della penicillina ha qualcosa di romanzesco e
aiuta a illustrare il peso della sorte, della fortuna, del fato
o del destino, come lo si vuole chiamare, nella carriera di
ogni persona”. (A. Fleming) 
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Ingredienti
250 gr. di farina integrale
90 gr. di zucchero semolato
1 uovo
50 gr. di acqua tiepida
50 gr. di olio di semi
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
scorza di un’arancia grattata
Preparazione
Versare la farina, lo zucchero semolato, la scorza
dell’arancia e il lievito per dolci in una bacinella.
Aggiungere l’olio, l’acqua e l’uovo; mescolare e formare una
palla che riponiamo in frigorifero per 20 minuti.
Nel frattempo accendiamo il forno e lo scaldiamo a 180°C.
Formare delle palline un pochino più grandi di una nocciola e
metterle su una placca con la carta forno; bagnarsi le dita e
schiacciare leggermente le palline.
Cuocere in forno a 180°C per 20 minuti.
All’impasto potete aggiungere gocce di cioccolato, fichi
secchi tritati grossolanamente o pinoli tostati leggermente in
padella per qualche secondo. Per dare un sapore ancora più
rustico potete sostituire lo zucchero semolato con pari quantità
di zucchero grezzo di canna.
Biscottini integrali
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Pizzeria
Stuzzicheria
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Salute, Bellezza e Benessere
Attività motorie e sportive nel ciclo di vita:
correlati cognitivi, affettivi e sociali
a cura della Dott.ssa Barbara Bertocci - Psicologa, Psicoterapeuta, Vice Presidente
Associazione per i Diritti degli Anziani (A.D.A.)
Il movimento, inteso come attività globale dell’organismo che
coinvolge tutti gli apparati, svolge un importante ruolo nella
protezione della salute e del benessere lungo tutto il ciclo di
vita dell’individuo (WHO, 2004). Un regolare e moderato
impegno in attività fisiche o sportive, infatti, offre la possibilità
di sviluppare e mantenere una buona forma fisica, con
conseguenze positive per la salute degli individui. Muoversi
migliora la forza muscolare, la flessibilità del corpo, la
resistenza allo sforzo, la circolazione, la funzione intestinale
e anche il ritmo sonno – veglia. Da ricerche risulta inoltre che
l’essere coinvolti nell’attività fisica (praticare qualche sport
o fare semplicemente passeggiate) si associa, dopo otto
sports, oltre a fornire benefici fisici, offre al bambino e
all’adolescente l’opportunità di partecipare a contesti
regolamentati dove si può fare esperienza di sé e degli altri,
potenziare il corpo e ampliare gli orizzonti della mente.
L’attività motoria, in questa fase della vita, rappresenta inoltre
un’occasione per confrontarsi sia con i coetanei, sia con gli
allenatori che possono rivestire un importante ruolo educativo
nello sviluppo al pari di altri adulti significativi, quali i
genitori e gli insegnanti (Rabaglietti et al., 2007). Il praticare
una regolare attività fisica nell’età adulta – anziana assume
invece prevalentemente un ruolo essenziale nel mantenimento
di un’elevata capacità fisica generale, di contrasto ai
anni, ad una minore disabilità fisica, a minori patologie e
a un minor numero di ricoveri ospedalieri occorsi nel tempo.
Mantenere un buon coinvolgimento nelle attività di movimento
influisce positivamente sul benessere psicologico: migliora il
tono dell’umore, l’autostima e l’autoefficacia, porta a sentirsi
più attivi, a darsi maggiori obiettivi da raggiungere nella
vita, a rafforzare la propria immagine corporea, a stimolare
la socializzazione e a potenziare le capacità comunicative.
L’esercizio fisico assume poi particolari declinazioni a
seconda delle fasi del ciclo di vita. Per quanto riguarda
in particolare la fanciullezza e l’adolescenza, il praticare
cambiamenti che si verificano con il passare degli anni nei
sistemi cellulari e negli organi. L’attività fisica consente il
miglioramento della funzione muscolare e della flessibilità
della colonna vertebrale, favorendo la stabilità posturale e
riducendo significativamente il rischio di cadute. Il movimento
in età geriatrica, attuato prevalentemente attraverso l’attività
fisica adattata, riduce l’obesità, l’incidenza di diabete e di
ictus ischemici, la comparsa di alcune forme di neoplasie
e l’insorgenza di malattie cardiovascolari, così come può
migliorare il tono dell’umore, anche attraverso il recupero di
una realistica e positiva immagine del proprio sé corporeo.
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Wealth Planet magazine
Salute, Bellezza e Benessere
Praticare esercizi fisici, adeguati all’età ed alla persona, può indurre l’anziano ad avere un atteggiamento sano nei confronti del
proprio corpo che invecchia, ad accettarlo e ad imparare personalizzate strategie per fronteggiare l’invecchiamento ed integrare
i cambiamenti psicofisici che questo comporta. Studi recenti stanno evidenziando inoltre il valore protettivo dell’esercizio fisico
nei confronti dell’efficienza cognitiva della persona anziana. In particolare i benefici sembrano essere maggiori quando l’attività
fisica viene svolta per diverse settimane e almeno tre volte alla settimana e non in modo saltuario (Zambianchi, Ricci Bitti, 2012).
Nonostante i benefici apportati dall’attività fisica per gli adulti e gli anziani delle volte è difficile “rimettersi in gioco” e contrastare
la sedentarietà. Sicuramente è più facile che pratichino una regolare attività fisica coloro che considerano questa attività come
piacevole ed utile e credono veramente che questa porti a benefici sulla salute. Possedere, anche in età avanzata, un orientamento
temporale centrato sul futuro, secondo gli autori, può essere considerato una vera e propria “risorsa interna” che favorisce la
costruzione di progetti e attività tese a raggiungere un obiettivo ritenuto importante. Sono poi importanti la percezione di sentirsi
capaci di svolgere quegli esercizi ed il possedere un’alta motivazione intrinseca (fare le cose per la gioia e al soddisfazione
di farle e non per ricompense esterne). Il percepirsi supportati e non giudicati negativamente e anche l’avere altri amici che si
muovono con regolarità stimola l’iniziare a compiere movimenti. In letteratura si trovano invece quattro motivazioni alla base
della riluttanza a praticare l’attività fisica: il pensare di compiere uno sforzo eccessivo, il percepire una mancanza di tempo per
svolgere queste attività (talvolta basta aggiungere tra le righe della propria agenda uno spazio da dedicare al movimento), il
ritenere di avere un precario stato di salute e identificare ostacoli esterni logistici (ad esempio la troppa distanza tra la casa e
la palestra). Ci sono comunque molte persone che iniziano a fare sports o ad andare in palestra ma che poi, poco dopo, lo
interrompono. Da diversi studi risulta che sospendono l’attività fisica con più probabilità le persone in sovrappeso, i fumatori e
coloro che inizialmente la percepivano come uno sforzo. Quelli che hanno un’alta motivazione interna, il sostegno del partner,
tempo disponibile, un facile accesso alle strutture e chi crede nel valore di mantenersi in forma ed in salute, invece, continuano
con più probabilità tale tipologia di attività.
Nonostante questi potenziali correlati affettivi, cognitivi e sociali dell’attività motoria e sportiva siano
conosciuti da tempo, essa stenta a trovare ascolto a livello scolastico e spesso non si
inserisce in modo adeguato nella vita delle persone adulte - anziane. Per far opera di
prevenzione e conoscenza credo sia utile un dialogo tra popolazione, istituzioni ed
associazionismo. Forse, infatti, non tutti conoscono i percorsi A.F.A. bassa ed alta
disabilità che le associazioni portano avanti da tempo in collaborazione con
le USL o non sono al corrente delle possibilità offerte dal territorio in termini
di sentieri e piste ciclabili. Credo infatti che proprio la conoscenza di
ciò che accade nel contesto in cui si
vive possa essere promotore di
cambiamenti. 
BIBLIOGRAFIA:
Rabaglietti E., Mussella G., Gemelli F.,
Cairano S., Miroglio T. (2007), La salute
in movimento. Le abilità e abitudini
motorie dei bambini, Psicologia della
Salute, 3, 9 -26
WHO (2004), Global strategy on Diet,
physical Activity and health, WHO,
Ginevra
Zambianchi M., Ricci Bitti P.E. (2012),
Invecchiamento
positivo,
Carocci
editore, Roma
Wealth Planet magazine
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Salute, Bellezza e Benessere
La ginecomastia puberale
Quando il seno si sviluppa
anche nel maschio
a cura del Prof. Adriano Falorni - Pediatra
In corrispondenza della regione mammaria si può
accumulare tessuto, di solito adiposo, così da creare
anche nei soggetti di sesso maschile un rigonfiamento
(pseudoginecomastia). Si parla di ginecomastia vera
quando si ha accumulo di tessuto ghiandolare, Questo
termine, che deriva dal greco “dal petto simile a quello di
donna”, si usa quando il volume della ghiandola mammaria
18
Wealth Planet magazine
supera 0.5 cm di diametro. Nei soggetti di sesso maschile
può rappresentare un problema complesso che richiede
appropriati accertamenti diagnostici. Nell’età evolutiva,
tuttavia, è di solito un evento transitorio che non assume
significati di rilievo riscontrandosi in un’ampia percentuale
di soggetti sani. Essa compare in due periodi della vita del
bambino: subito dopo la nascita “ginecomastia neonatale”
Salute, Bellezza e Benessere
e durante lo sviluppo sessuale “ginecomastia puberale o
dell’adolescente”.
Durante la maturazione puberale questo reperto si osserva
con particolare frequenza. In oltre due terzi dei ragazzi, in
questa fase, si rileva sotto l’aureola iperplasia del tessuto
ghiandolare. Si tratta di un aumento di volume molto
variabile, talvolta limitato ad un solo lato, ma che per lo
più si presenta bilateralmente. Il seno appare leggermente
dolente alla palpazione e la consistenza è variabile.
Insieme con quella che si osserva nel neonato, la
ginecomastia dell’adolescente è da considerare un evento
del tutto normale. Il quadro si esaurisce nel volgere di qualche
mese o entro uno-due anni; tuttavia, quando il turgore
mammario si allarga oltre i limiti dell’areola mammaria
e appare più evidente, suscita un comprensibile stato di
disagio nel ragazzo che può avere problemi di ordine
psicologico anche non trascurabili. Il fatto di vergognarsi
a mostrarsi nudi ai coetanei crea difficoltà a frequentare
le piscine, le spiagge o allo svolgimento di attività sportive
di gruppo. Secondo le dimensioni dell’ingrossamento
mammario si distingue una ginecomastia di grado lieve
o moderato. Quando le dimensioni superano i 5 cm di
diametro è possibile che l’areola mammaria ed il capezzolo
protrudano sulla superficie cutanea come in un seno
femminile sviluppato. Si parla allora di “macroginecomastia
puberale” che, fra l’altro, può persistere più a lungo di
quanto indicato. Naturalmente queste definizioni lasciano
spazio ad un ampio margine di valutazione anche ai fini
di un’eventuale decisione terapeutica. Il meccanismo che
provoca questa condizione non è completamente chiarito.
Per quanto riguarda la ginecomastia dell’età neonatale essa
è attribuita al passaggio di ormoni femminili materni che
per breve tempo esercitano il loro effetto anche nel maschio.
La ginecomastia dell’adolescente dipende da un transitorio
squilibrio ormonale con temporaneo eccesso di estrogeni
rispetto agli ormoni sessuali maschili. Un ruolo chiave sarebbe
svolto da un enzima, l’aromatasi, che contribuisce a questo
squilibrio trasformando localmente ormoni sessuali maschili
in estrogeni. Un eccesso di produzione di questo enzima è
alla base della ginecomastia familiare riconosciuta come
forma ereditaria. La variabilità delle dimensioni mammarie
può derivare anche dalla diversa sensibilità soggettiva dei
recettori tissutali che rispondono allo stimolo ormonale.
Sotto il profilo diagnostico questa forma di ginecomastia
si caratterizza per la comparsa parallela allo sviluppo
puberale e la successiva regressione spontanea. Quando
compare fuori da questo periodo ha un significato diverso
assumendo quello di sintomo di una patologia di vario tipo.
Si tratta in genere di malattie su base endocrina, fra le quali
i deficit di sviluppo sessuale del maschio. Altri casi possono
derivare da prolattinoma, un tumore delle cellule dell’ipofisi
deputate alla produzione di prolattina, o a eccesso di
ormoni tiroidei. Meno frequente è l’osservazione di sviluppo
della ghiandola mammaria derivante dall’assunzione di
alcuni farmaci o direttamente di ormoni femminili anche
assorbiti attraverso la cute, come per i bambini che restano
contaminati da prodotti di creme contenenti estrogeni, o per
ingestione di carne bovina da allevamenti di animali trattati
con estrogeni. Quest’ultimo evento, tutt’altro che infrequente
in passato, è oggi assai meno probabile in virtù dei controlli
assidui, specialmente sulle carni provenienti dall’estero.
Sotto il profilo terapeutico la ginecomastia dell’adolescente
richiede prevalentemente l’intervento medico teso a
rassicurare il ragazzo, sul suo significato e soprattutto
sulla durata del problema. Solo in casi limitati può essere
utile il ricorso a farmaci o talora anche alla chirurgia. Per
entrambi l’indicazione deriva dall’entità dello sviluppo
della mammella, che può comportare un ingrossamento
residuo dovuto alla dilatazione della cute e all’ispessimento
del tessuto connettivo sottocutaneo, che persiste anche
dopo che il tessuto ghiandolare vero e proprio è regredito.
L’indicazione principale resta il problema di ordine
psicologico che ovviamente dovrà essere valutato caso
per caso. Per il trattamento medico sono segnalati alcuni
farmaci, che, peraltro, non portano la registrazione per il
loro impiego in questa forma. Quello più indicato appare
il tamoxifene, che è efficace anche a basso dosaggio e
somministrato per periodi di due o tre mesi (non è frequente
la necessità di impieghi più prolungati); a differenza di
altri, esso offre scarsa probabilità di effetti collaterali data
la limitata durata del trattamento. In casi particolari resta il

ricorso al trattamento chirurgico correttivo. Salute, Bellezza e Benessere
a cura
del Dott. Giulio Lattanzi
Farmacista, nutrizionista
Aloe
vera
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Wealth Planet magazine
Cari lettori, nel presente articolo mi sono fatto ispirare più
che dalla fioritura o massima maturazione delle piante
da enunciare, dalla presenza in molte località balneari
del Nostro stupendo Mediterraneo di questa meravigliosa
pianta, da molti spesso non riconosciuta o scambiata per
comune pianta grassa, l’Aloe.
L’Aloe vera è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà
curative e benefiche; troviamo riferimenti e citazioni nella
Bibbia e in antichissimi documenti come l’Antico Testamento,
nei Vangeli e in documenti Arabi, Indiani e Cinesi. Il
documento più antico in cui si fa riferimento all’Aloe vera
pare sia il Papiro di Ebers (circa 1500 a.C.), attualmente
conservato all’Università di Lipsia, nel quale sono elencate
le proprietà salutari della linfa di questa pianta, così come
veniva utilizzata nell’antico Egitto ove, tra l’altro, entrava
nella formulazione dei preparati adoperati per il processo
di imbalsamazione. Dioscoride, medico greco (20-70 d.C.),
autore del più antico trattato di farmacologia a noi pervenuto,
il “De materia medica” nel quale parla diffusamente delle
erbe officinali, descrisse ampiamente i benefici effetti di
questa pianta per la guarigione di piaghe, cicatrizzazione
di ferite, protezione e sollievo contro scottature, pruriti e
infiammazioni cutanee. E’ sorprendente come l’uso che
viene fatto oggi giorno della pianta corrisponde all’uso che
ne facevano gli antichi; infatti gli studi effettuati confermano
che già più di mille anni fa se ne faceva un corretto uso.
Cresce spontanea su terreni secchi e calcarei ma può anche
essere coltivata tramite i semi o per propaggine. L’aloe è
una pianta grassa dalle cui foglie si estrae, tramite lavoro
manuale, un succo denso, chiamato anche gel. Quando si
elenca la lista delle proprietà benefiche dell’aloe vera quasi
si stenta a crederci. Sembra quasi di aver fatto un salto a
ritroso nel tempo e di ascoltare le descrizioni entusiastiche di
quei banditori che vendevano pozioni miracolose girando
per le piazze del XIX secolo. Molta gente si chiede come
sia possibile che una singola pianta presenti una cosi vasta
gamma di benefici effetti. Come fa l’aloe vera ad essere
uno dei più potenti agenti disintossicanti, uno dei più
efficaci stimolanti del sistema immunitario, un forte agente
antinfiammatorio, un analgesico, uno stimolante della
crescita cellulare, un acceleratore di recupero dei tessuti,
un antisettico, una ricca fonte di nutrienti ed un valido
aiuto per la digestione tutto simultaneamente? Secondo
uno dei più affermati nutrizionisti americani, la chiave
del potere dell’aloe vera consiste nel suo ricco contenuto
di una classe di zuccheri a lunga catena conosciuti come
Mucopolisaccaridi; egli ritiene che gli quest’ultimi siano
fondamentali per l’organismo come i mattoni per una casa.
Normalmente si trovano in ogni cellula del nostro corpo, e
siamo in grado di fabbricarli da soli nei primi dieci anni
della nostra vita. In seguito dobbiamo affidarci a fonti
esterne, e poche piante rappresentano una fonte più ricca
dell’aloe vera. Quando viene consumata internamente
come bevanda, usando il gel, l’aloe vera agisce da blando
depuratore e disintossicante, attraverso il sistema digerente
Salute, Bellezza e Benessere
e penetrando
nei
tessuti.
Spazza
via
le cellule morte
superficiali, aiuta a
rigenerarne delle nuove
e favorisce un tessuto più
sano, accelerando la guarigione
delle ferite, lesioni ed ulcere; ha inoltre
proprietà anti invecchiamento. La presenza di vitamine e
in particolare di vitamina C e di vitamina E, insieme agli
oligoelementi antiossidanti (manganese e selenio) nonché
di altre sostanze come prolina e saponine, permettono
all’organismo di contrastare meglio i radicali liberi e gli
effetti dell’invecchiamento sull’epidermide.
In base a recenti studi si è dimostrato come l’aloe vera
possa sensibilmente prolungare la vita dei pazienti affetti
da tumore e addirittura stimolare il loro sistema immunitario.
In un esperimento effettuato su cellule di cancro umano
si è appurato, iniettando direttamente in queste cellule
un composto di aloe, la lecitina, quanto sia collegata
l’attivazione del sistema immunitario con l’aloe. Infatti, le
cellule a cui era stata iniettata la lecitina, hanno attivato
una parte del sistema immunitario che a sua volta produce
sostanze che attaccano il cancro. Pare inoltre che l’aloe
favorisca la crescita delle cellule normali. Ma veniamo
alle numerose proprietà del succo puro di Aloe Vera:
assunto per via interna complessivamente esso depura
l’organismo sia dalle tossine esogene, provenienti quindi
dall’esterno, introdotte per via orale o respiratoria, che da
quelle endogene, prodotte quindi direttamente dalle nostre
cellule, come i cataboliti, aiutando così l’azione depurativa
del fegato, dei reni e del sistema linfatico. Inoltre stimola
e riequilibra il sistema immunitario, aumentando le difese
dell’organismo; è di aiuto nei problemi ossei e articolari, come
l’artrite; svolge una marcata azione eupeptica, colagoga,
antinfiammatoria sull’apparato digerente, con effetto
cicatrizzante, riepitelizzante, riequilibrante del pH e della
flora batterica gastrointestinale. Il succo puro di Aloe Vera è
perciò utile in caso di disturbi gastrici quali gastrite e ulcera,
colite e colon irritabile, emorroidi ma anche reumatismi; la
grande ricchezza di vitamine, minerali e aminoacidi fa
del succo di Aloe Vera un ottimo antiossidante, nutriente e
tonificante. Per uso esterno il gel di Aloe Vera è largamente
conosciuto per le sue proprietà antinfiammatorie, lenitive,
calmanti, idratanti, anestetiche, rinfrescanti, cicatrizzanti,
antibiotiche, quindi il suo uso è ideale in caso di pelle secca
e danneggiata, mani screpolate, irritazioni della pelle e
ustioni, scottature solari, punture di insetti, prurito, abrasioni
e dermatiti, lesioni ulcerative, piaghe, pustole della varicella
pruriginose, nonché trattamenti pre-solari e doposole.
Reperibile in Farmacia sotto varie forme farmaceutiche:
succo, gel, pomata, crema, lozione, tintura madre, granuli
omeopatici, gocce.
Poi per dilettarci in cucina, vi consiglio un modo veloce,
semplice e gustoso per assaporare questo Nostro prezioso
frutto di stagione:
Insalata Mediterranea con Aloe
400g di cuori di spinaci, 4 mozzarelle di bufala, 4 pomodori
medi, 1 pizzico di origano, 2 cuori di sedano, 4 cucchiai
di aceto balsamico, 200 cc di Aloe Vera, 100 gr di Olio
di Oliva, un po’ di erba cipollina, peperoncino in polvere.
Lavare gli spinaci e dividere le foglie, disporli su un piatto,
lavare il cuore di sedano e tagliarlo a julienne. A parte
tagliare i pomodori a rondelle e disporli a strati sopra gli
spinaci, tagliare a fette la mozzarella e disporla sopra i
pomodori alternando gli strati.
Per il condimento: in una ciotola preparare il condimento
con olio, aceto balsamico, erba cipollina, ALOE VERA
GEL e peperoncino, aggiungere il sedano come ultimo
strato versando la salsa a pioggia poi guarnire il tutto con
origano.©
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V
Salute, Bellezza e Benessere
erruche
Cosa sono e quali i rimedi?
a cura della Dott.ssa Veronica Bellini - Medico chirurgo specialista in Dermatologia e Venereologia
Esercitando l’attività ambulatoriale dermatologica ci si
accorge che poche persone conoscono l’origine virale delle
verruche cutanee e mucose, pur essendo largamente diffuse:
rappresentano infatti circa il 15% delle visite specialiste di
questa branca medica.
Il responsabile è il papillomavirus (HPV). Quest’ultimo
presenta vari sottotipi, identificati con dei numeri, che
inducono le diverse varianti di verruca. Se pur la cosiddetta
verruca “porro” o volgare è la più frequente (70%), esistono
anche le verruche piane, filiformi, plantare gigante,
morfologicamente molto diverse tra loro.
Oltre che dal sottotipo di HPV in causa, l’aspetto che assume
la verruca è influenzato anche dalla sede di localizzazione.
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In particolare, le volgari sono comuni alle mani, le piane su
viso e mani, le filiformi al viso, etc.
L’insorgenza nell’arco di qualche settimana di una o più
lesioni rosate, a superficie scabra, rilevate rispetto al piano
cutaneo, pertanto palpabili, in una qualunque parte del
nostro corpo dovrebbe indurci a rivolgersi ad un dermatologo
per escludere o confermare l’ipotesi di una verruca. Peraltro,
in genere non si associano ad alcuna sintomatologia,
motivo per il quale spesso il paziente trascura le lesioni
e si presenta dal medico in condizioni a volte di difficile
gestione per il numero elevato delle verruche e per le loro
grandi dimensioni.
Una eccezione è la regione plantare dove frequente
Salute, Bellezza e Benessere
è il dolore che spesso è il primo sintomo che spinge il
paziente a guardare la propria superficie plantare, non
quotidianamente obiettivata come il viso o le mani, e scoprire
la presenza di queste lesioni cutanee. In tale sede il dolore è
legato alla crescita in profondità per la pressione esercitata
dalla deambulazione che non permette un accrescimento
al di sopra del piano cutaneo della verruca ma all’inverso,
raggiungendo spesso una o più delle numerose terminazioni
nervose della pianta del piede e pertanto provocando
dolore a volte davvero insopportabile per il paziente e fonte
di disabilità alla deambulazione.
Data l’origine virale le verruche sono contagiose, sia per il
paziente affetto che può diffondere le lesioni ad altre sedi
corporee sia per eventuali contatti; pertanto, se pur è nota la
possibilità che possano autoregredire, il loro trattamento è
consigliato soprattutto per le volgari, le filiformi e le plantari.
Le verruche piane, invece, di gran lunga più frequentemente
vanno incontro a remissione spontanea, pertanto per queste
l’attesa di 6 mesi/1 anno prima di intervenire è giustificata,
anche alla luce del fatto che colpiscono spesso i bambini,
sono per lo più multiple, in numero superiore a 10 e a
frequente localizzazione al viso.
In questo periodo di osservazione è consigliabile tentare
di facilitare l’autorisoluzione con la somministrazione
di integratori contenenti sostante naturali con proprietà
immunostimolanti contro i virus cutanei (es. echinacea).
La scelta del tipo di trattamento delle altre dovrebbe essere
guidata dal dermatologo, ma effettuata assieme al paziente
dopo aver presentato il ventaglio di possibilità in base
alla sede della verruca e alla volontà dell’assistito che può
preferire un trattamento domiciliare da autoeseguire, con suo
maggior impegno, oppure, per mancanza di tempo a sua
disposizione o di costanza, uno ambulatoriale eseguito dal
medico. Dopo aver ascoltato le esigenze del paziente, sono
la sede della verruca e l’età del soggetto a condizionare
maggiormente la scelta terapeutica.
Nel caso dei bambini, dato il sottile spessore dello strato
corneo cutaneo, l’uso di dischetti medicati contenenti
basse concentrazioni di acido salicilico permettono una
percentuale di guarigione quasi del 100% già dopo 4-5
giorni di applicazione, peraltro senza dolore per il paziente.
Vengono applicati sopra la verruca la sera, fissati con un
cerotto e lasciati la notte; al mattino si rimuovono e di
giorno non sono previste ulteriori applicazioni, né restrizioni
comportamentali per il paziente.
Nell’adulto i dischetti possono in alcuni casi essere risolutivi,
ma in percentuale inferiore rispetto ai bambini e soprattutto
per le sedi non plantari. In quest’ultimo caso possono essere
preparatori ad altri trattamenti quasi sempre necessari.
Nel caso delle verruche della pianta dei piedi è preferibile la
crioterapia (“bruciatura a freddo” con azoto liquido, -195°C)
alla diatermocoagulazione-DTC (“bruciatura a caldo”
con diatermocoagulatore, +1200°C) per la possibilità di
lasciate con quest’ultima esiti cicatriziali dolenti.
La crioterapia non prevede l’esecuzione di anestesia locale,
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in genere sono necessarie sedute multiple distanziate circa
2 settimane l’una dall’altra e non lascia ferita cutanea
nell’immediatezze del trattamento; dopo alcuni giorni si può
formare una vescico-bolla che dovrà essere opportunamente
medicata al domicilio dal paziente.
La DTC si esegue in genere in singola seduta, con infiltrazione
di anestetico locale o, per piccole verruche, previa occlusiva
con crema anestetica 1 ora prima del trattamento; l’esito è
una ampia lesione erosivo-ulcerativa che anche in questo
caso dovrà essere medicata dall’assistito nei giorni aseguire.
Entrambi i trattamenti sopraindicati sono utilizzabili per le
verruche volgare in altre sedi e le filiformi, oltre a metodiche
di più recente impiego come il laser CO2, il Dye laser, etc.
Un cenno infine ai numerosi metodi di rimozione delle
verruche cosiddetti “della nonna” (es. applicazione locale
di latte della pianta di fico, delle secrezioni vischiose della
lumaca, etc.) frequentemente segnalati dai pazienti come
efficaci in breve tempo e quasi miracolosi.
E’ possibile ritenere che anche per questi esista un vago
fondamento scientifico, se pur difficilmente dimostrabile;
infatti, l’ipotesi è che l’induzione di un processo infiammatorio
e la presenza di enzimi litici in queste sostanze possono
essere responsabili della guarigione. 
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Il dolore addominale
Un sintomo da interpretare
a cura della Dott.ssa Elena Chini - Medico Chirurgo e Specialista Neurologo in formazione presso la
facoltà di Medicina e Chirurgia di Siena
Il dolore addominale rappresenta uno dei sintomi
più frequenti che spingono il paziente a ricercare la
consulenza del medico; secondo un recente studio
epidemiologico compiuto negli USA risulta addirittura la
seconda causa di visite ambulatoriali.
Può trattarsi di un sintomo associato a molteplici ed
eterogenee patologie che vanno via via esaminate ed
escluse per arrivare a formulare la corretta diagnosi; per
compiere questo percorso è indispensabile una raccolta
anamnestica della storia del paziente che comprenda
una valutazione accurata del tipo di dolore, della sua
sede e caratteristiche temporale (modalità di insorgenza
e durata), dei sintomi ad esso associati e delle manovre
che possono provocarlo o esacerbarlo.
Per definizione si tratta di una sensazione di fastidio
soggettivo di intensità variabile che viene avvertita
nella regione delimitata superiormente dal torace,
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inferiormente dall’inguine; si tratta di una percezione
veicolata dal talamo e dalla corteccia cerebrale attraverso
la stimolazione delle terminazioni nervose nocicettive
periferiche.
Esistono vari tipi di dolore addominale.
Il dolore viscerale di solito insorge lentamente e diventa
profondo e difficilmente localizzabile, mentre il dolore
somatico si presenta intenso e ben localizzato alla parete
addominale, di solito aggravato dai movimenti o dalla
tosse; il dolore riferito invece si sviluppa in una zona
della cute a distanza dal viscere colpito ma con cui viene
condivisa la stessa innervazione.
I principali sintomi e i segni associati al dolore
comprendono nausea, vomito, stitichezza, diarrea,
disfagia, odinofagia, disturbi urinari e febbre e possono
aiutare di volta in volta a chiarirne l’origine; allo stesso
modo fondamentale è il ruolo dell’esame obiettivo, mirato
1 2 3
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Salute, Bellezza e Benessere
alla ricerca di segni associati come emorragie, traumi o
masse che possono aiutare ad orientare il medico nella
diagnosi prima che il paziente venga inviato ad eseguire
esami invasivi e non sempre necessari.
Il dolore addominale può essere suddiviso in due grandi
capitoli: le forme di addome acuto che richiedono una
tempestiva valutazione in regime di emergenza e spesso
un trattamento chirurgico e le forme croniche in cui in
genere è sufficiente la terapia medica.
Il dolore addominale acuto risulta in genere legato ad
un processo di infiammazione, perforazione, ischemia,
emorragia o rottura di un organo situato a livello
intraddominale; i quadri più frequenti comprendono
appendicite acuta, colecistite acuta, pancreatite acuta,
diverticolite acuta, occlusione intestinale, peritonite,
gastroenterite, ischemia intestinale acuta, patologie
urologiche come cistiti, litiasi ureterale, pielonefrite acuta
e complicanze ginecologiche come endometriosi, cisti
ovariche, torsioni annessiali, malattia infiammatoria
pelvica, neoplasie e rottura di gravidanza a sede
ectopica.
I principali esami di approfondimento da affiancare
all’occorrenza all’anamnesi e alla visita del paziente
nell’iter diagnostico dei quadri di addome acuto
comprendono innanzitutto indagini di laboratorio
accurate con emocromo completo, test enzimatici di
valutazione della funzionalità epatica e pancreatica
(GOT/GPT, gamma-GT, fosfatasi alcalina, bilirubina
totale e frazionata, amilasi, lipasi), elettroliti serici,
creatininemia, azotemia, esame delle urine e, nelle
giovani donne, beta-hCG.
Il dolore addominale cronico si protrae nel tempo e in
genere presenta un andamento con riacutizzazioni e
riesacerbazioni; è riferibile a varie patologie quali ulcera
peptica, ernia iatale, esofagite da reflusso, gastrite
cronica, epatite cronica, pancreatite cronica, diverticolosi,
neoplasie, malattie infiammatorie dell’intestino (morbo di
Crohn, retto colite ulcerosa), celiachia, patologie renali
e pelviche, porfiria, ipercalcemia, sindrome del colon
irritabile.
Soprattutto nelle forme croniche la raccolta di
un’anamnesi accurata del paziente tra cui la valutazione
della fluttuazione temporale della sintomatologia, il
rapporto degli episodi algici con fattori scatenanti (es.
miglioramento o peggioramento dopo i pasti, assunzione
di determinati alimenti, fumo, stress…) e le variazioni
ponderali possono aiutare in prima istanza il medico ad
orientarsi nella diagnosi eziologica del disturbo.
Gli esami strumentali che possono essere eseguiti
durante l’iter diagnostico vanno dalla radiografia diretta
dell’addome, all’ecografia addominale fino alla TC e
all’elettrocardiogramma utile per escludere ischemia
miocardiaca che, come ricordato, può manifestarsi con
dolore a livello epigastrico.
Dal punto di vista terapeutico, è fondamentale ricordare
30
Wealth Planet magazine
sempre che il dolore addominale per quanto fastidioso
rappresenta un meccanismo di difesa e un importante
campanello di allarme di una possibile patologia
associata; pertanto, malgrado l’ampia disponibilità di
preparati sintomatici (ricordiamo tra i principali FANS,
cortisonici, inibitori della secrezione gastrica, oppioidi,
antispastici e antidepressivi) non si dovrebbe fare un
abuso indiscriminato di farmaci che sedino il dolore
prima di averne individuata la natura.
Questa avvertenza raggiunge la massima importanza
nei quadri di addome acuto in cui il mascheramento del
sintomo può ritardare drammaticamente la diagnosi con
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grave rischio per il paziente. MAGLIERIA MADE IN ITALY
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Cultura e Società
Lo sport in Italia agli inizi del ‘900
a cura del Prof. Luigi Bertini - Università degli Studi di Perugia - Scienze Motorie e Sportive
1
32
D. Martucci, Gli Italiani e lo sport, Cappelli, Bologna, 1967, p. 10
Wealth Planet magazine
maggiormente in quelle nazioni che avevano una potenza
maggiore in questo campo; e poi da lì si sia diffuso in altri
paesi tra cui il nostro.
Così l’Italia, che aveva ereditato lo sport della Magna
Grecia e di Roma, fu costretta ad importare nuovi sport da
altri paesi europei. E’ noto a molti che il calcio italiano, ad
esempio, sia nato da una propaganda svolta da inglesi,
Alfonsa Rosa Maria Morini - detta Alfonsina - Giro d’Italia 1924
Ai primi del ‘900, la bicicletta, che è stato il primo mezzo
di trasporto privato a livello di massa, verrà presto usata a
fini sportivi: il mezzo meccanico, che accelera la velocità
dell’uomo e moltiplica le sue possibilità di coprire le lunghe
distanze, divenne subito un nuovo mezzo per confronti,
sfide, gare, records.
L’affermazione del ciclismo come sport popolare fu un
fenomeno sociale molto rilevante, - nel 1909 la “Gazzetta
dello sport” organizzò il 1° Giro d’Italia - anche se all’inizio
le Società di Ginnastica consideravano il “velocipedismo”,
un’attività che poteva allontanare troppo i giovani
dall’educazione fisica in quanto tale.
Nello stesso tempo si erano costituiti il “Touring Club Ciclistico
Italiano” (1894), l’“Audax Italiano” (1898) e, più tardi, il
“Corpo Nazionale Volontari Ciclisti Automobilisti” (1905)
e il “Routier Autonomo Italiano” (1912). Stesso iter seguì lo
sci, che nato come mezzo di trasporto e locomozione nei
paesi scandinavi, si sviluppò ben presto anche da noi come
disciplina sportiva nelle località di montagna.
Si intravide già all’inizio del secolo come lo sport moderno
fosse destinato a trasformarsi in modo pressoché continuo,
ad arricchirsi di nuove discipline, a seguire i passi dello
sviluppo tecnologico. Anche per l’auto sarebbe avvenuto
lo stesso fenomeno e le industrie automobilistiche, fin dalla
loro nascita compresero che lo sport sarebbe diventato
un terreno di sperimentazione e di propaganda dei nuovi
modelli sfornati dalle fabbriche.
E poiché <<lo sport moderno, quello che si pratica
oggi, è il figlio dell’era industriale...>> è anche <<un
parto dell’organizzazione moderna e un risultato della
civiltà meccanica...>>1 è naturale che si sia sviluppato
Cultura e Società
austriaci e ungheresi; la più antica delle società calcistiche,
il Genoa, fu fondata nel 1893, con il nome di “Genoa
Cricket and Football Club”, ed era composta per nove
undicesimi da cittadini inglesi residenti in quella città per
motivi di lavoro.
Gli italiani ovviamente respinsero il cricket, lasciandolo
agli inglesi e accettarono invece il football che meglio si
confaceva alla natura nostrana.
“Constato con dolore - scriveva nel 1903 un maestro di
ginnastica - che in materia di giochi noi italiani siamo umili
tributari degli inglesi, dei tedeschi, dei francesi ecc... Per
imitare pecorilmente i primi, si è stabilito che perfino le loro
misure devono rispettarsi come cose sacre (...) Aggiungo che
quando i ginnasti giuocano al calcio, vestono, mangiano,
bevono e bestemmiano all’inglese!..”2
Uno scritto di inizio secolo sentenziava che l’origine del
calcio risalisse all’antica Grecia e da qui sarebbe stato
esportato in Europa dalle legioni romane. Secondo questa
tesi interpretativa, il football, come il “lawn tennis” (palla a
corda) o la “pelota” (palla a muro) ecc., altro non erano
che “altrettante derivazioni di giochi primitivi eseguiti o con
le mani o con i piedi” che i soldati romani avevano un po’
ovunque diffuso. Secondo Desmond Morris sarebbero delle
attività simboliche di caccia, in cui il pallone rappresenta la
preda (se si pensa alla caccia alla volpe, constatiamo che
questa attività arcaica è ancora presente).
La somiglianza dell’antico gioco del calcio fiorentino col
nuovo gioco inglese è più di una prova a sostegno di questa
tesi. Secondo Giulio Franceschi il calcio non era altro che
una “semplificazione dell’antica pratica medicea che gli
inglesi hanno tentato di rimandarci come loro cosa sotto
il nome di football e che probabilmente soltanto pel nome
esotico è tornata subito di moda tra noi”3.
La ginnastica, l’atletica, il canottaggio, il pugilato, il nuoto,
la scherma si diffusero da noi per riflesso di quanto veniva
praticato in Inghilterra, in America, nei Paesi Scandinavi, in
Germania, in Francia, in Austria, in Svizzera; così più tardi
la pallacanestro e la pallavolo.
Gli sport inglesi riproducevano metaforicamente una società
aperta al progresso, la quale accettava senza chiusure
i successi che venivano dall’estero, tenendo in scarsa
considerazione le stesse frontiere nazionali.4 Non bisogna
dimenticare che lo sport, una volta, era il divertimento di
società ricche ed evolute, mentre l’Italia, nei primi decenni
del ‘900, era ancora uno dei Paesi più arretrati dell’Europa
occidentale per cultura e reddito economico.
Il poeta tedesco Arrigo Heine (1797-1856), a proposito
della diffusione dello sport nel nostro paese e dei primi
successi dell’Italia in campo sportivo, scrisse che:
<<mentre gli inglesi erano dei barbari che si avviavano alla
civiltà, gli italiani erano dei civilizzati che ritornavano alle
barbarie...>>.5
Il religioso ed intellettuale Giovanni Semeria, convinto
assertore dei valori educativi del football, sottolineava
l’importanza del momento di cooperazione, della disciplina
che ne scaturiva e dell’indispensabile spirito di iniziativa
insito in esso. In questa prospettiva si inseriva la riprovazione
per ogni azione individualistica e la raccomandazione
di eliminare il desiderio di emergere personalmente a
vantaggio dello spirito di gruppo.6 
3 G.Franceschi, Il giuoco del pallone e gli altri affini, 1903, pp. 123-131
4 P.Lanfranchi, Rugby contro calcio: la genesi delle due pratiche sportive nella
Francia meridionale, in “Ricerche Storiche”, n° 2, Napoli, Edizioni Scientifiche
Italiane,1989, p. 348
5 A.Heine, in D.Martucci, op. cit., p. 12
6 G.Semeria, I miei ricordi oratori, Milano, Amatrix, 1927 in S.Pivato, op. cit. pp. 143-147
2 Lettera pubblicata su “Il ginnasta”, 15 ottobre 1903, in S.Pivato, I terzini della
borghesia, Milano, Leonardo, 1991, p. 139
Wealth Planet magazine
33
Cultura e Società
La Storia
di sempre!
a cura di Mirina Hoxha
“Dunque crebbe prima la sete di denaro, poi di potere;
esse furono per così dire l’alimento di tutti i mali.
Infatti l’avidità arrecò danni gravissimi alla fedeltà, alla
rettitudine e a tutti gli altri buoni comportamenti. Al posto di
questi insegnò la superbia, la crudeltà, a trascurare gli dei,
a considerare tutto comprabile con il denaro.
L’ambizione costrinse molti uomini a diventare falsi, a dire
una cosa e pensarne un’altra, credere amicizie ed inimicizie
tali non in base alla realtà ma per l’utile, ed avere più
un’apparenza che un’indole buona.
Questi fatti prima crescevano poco a poco, talvolta erano
puniti; in seguito, quando il contagio proruppe come una
peste, la città cambiò volto ed il potere divenne da rettissimo
ed ottimo che era crudele ed intollerabile.” De con. Catilinae, X
La stella di Roma, dopo aver raggiunto il suo massimo
splendore come esempio di una politica e società “onesta”,
iniziò a spegnersi.
Una delle cause va ricercata, secondo gli storici
contemporanei, tra cui Sallustio, (storico romano e uomo
politico del I sec. a.c) nella decadenza dei costumi.
Sallustio tenta di mettere in evidenza il venir meno della
rettitudine, del buon senso, dei valori, della mancanza di
figure femminili come Cornelia, la madre degli Scipioni che
considerava i figli i suoi unici gioielli.
I valori su cui era stata fondata la res publica avevano
lasciato il posto ad una sfrenata ambizione in grado di
valutare solo il bene personale e soggettivo, dando vita a
sua volta ad un devastante relativismo.
La decadenza dei costumi, della politica come strumento di
crescita personale e collettivo, furono i principali “colpevoli”
della mancanza degli schemi e delle linee guida all’interno
della vita politico-sociale romana.
Attraversando un periodo storico ampio in cui si sono
susseguiti principi, re e imperatori, troviamo nella Firenze
di Dante Alighieri un altro esempio di città in preda ad un
presente decadente.
La Firenze dei poeti e la patria della cultura e dell’arte, al
tempo di Dante si trova anch’essa prigioniera di una politica
ambiziosa, crudele che opera senza alcun timore.
Nel sottolineare la decadenza della sua città il Poeta ritiene
34
Wealth Planet magazine
Cultura e Società
responsabili “superbia, invidia e avarizia, tre faville c’hanno
i cuori accesi.”
La Roma di Sallustio, la Firenze di Dante dovrebbero servire
come esempio per comprendere che molte società o civiltà in
un determinato periodo storico hanno visto la loro “nascita”
ma anche la propria “morte” in ambito politico-sociale.
Oggi, ogni giorno, facciamo i conti con un simile degrado.
Ogni giorno i mass media ci tempestano con news inerenti
la corruzione politica, la crisi della famiglia, donne
barbaramente uccise dai propri uomini, bambini che
scompaiono, bambini contesi nelle aule giudiziarie, anziani
abbandonati che aspettano la liberazione della morte,
guerre fratricide, milioni di uomini, non più lontani milioni
di chilometri, che soffrono la fame, inondazioni, calamità
naturali e chi più ne ha più ne metta.
Una comunicazione vietata ai minori di 18 anni o forse più!
La nostra storia contemporanea, sepolta dal cemento, non
sembra, purtroppo, fatta di grandi ideali, né di grandi
uomini, ma di sicuro sembra la storia di grandi consumatori
o aspiranti tali.
Sembra quasi che l’uomo già in debito di ossigeno,
all’inizio del terzo millennio, abbia esaurito in quest’ultimo
decennio, lentamente, gradualmente, inesorabilmente, le
proprie “scorte” e non solo quelle economiche.
E la “cultura della tecnologia”, compagna fedele di tante
giornate “svuotate” di veri contenuti, che ci ha offerto
a caro prezzo una serie di “consumi” più o meno utili,
lasciandoci abbandonati a questo desiderio di averli tutti,
senza capirne effettivamente la necessità, sembra essere
stata, effettivamente e socialmente determinante, per alcuni
aspetti del grande mondo scientifico.
Forse tutti noi, comunque uomini di sani principi, dovremmo
decidere se continuare a essere “bipedi” oppure rivolgere
lo sguardo ad un nuovo umanesimo.
Con equilibrio, senza più guerre, senza distinzioni etniche,
sociali e politiche ormai fuori moda, tenendo conto di una
frase del maestro universale Gandhi:
“Il mondo è tenuto insieme da vincoli d’amore e dedizione.
La storia non registra i quotidiani episodi d’amore e
dedizione. Registra solo quelli di conflitto e guerra. Gli atti
d’amore e generosità sono molto più frequenti dei conflitti
e delle dispute”.
Affinché non si debba ogni volta ricominciare da zero! 
Wealth Planet magazine
35
Capo Seattle
Cultura e Società
e l’uomo
a cura di Lina Lo Giudice Sergi - Presidente Accademia Italiana di Poesia, Sociologa, Psicologa sociale, Giurista, già Direttore generale del
Ministero della Pubblica Istruzione, Provveditore agli studi e Rettore dell'Università di Castel S.Angelo dell'UNLA
“Come si può pensare di vendere o di acquistare il cielo o
il colore della terra? Se la brezza dell’aria e la luminosità
dell’acqua non ci appartengono, come potete pensare
di comperarle da noi? Questo sappiamo: la terra non
appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla Terra.
Questo sappiamo. Ogni cosa è correlata, come il sangue
che unisce la nostra famiglia. Ogni cosa è correlata”. Così
si esprimeva Capo Seattle, della tribù dei Suquamisch,
nell’intervento in difesa dei diritti del pianeta Terra,
pronunciato nel 1848.
36
Wealth Planet magazine
Oggi, dopo quasi 150 anni da quel 1848, lo stato di salute
del pianeta è al limite del collasso: quindi, ripartendo dalla
saggezza antica di Capo Seattle, dovremmo concepire il
pianeta come un bene comune e mettere in relazione il
particolare e l’universale, le diversità specifiche e gli aspetti
comuni, le dimensioni del locale e del globale e, come i
nativi americani, concepire la vita come un continuum che
vincola le sorti dell’essere umano a quelle di tutte le altre
specie, attraverso un condizionamento reciproco, formando
un’unica famiglia terrena. Ogni cosa è correlata, ci insegna
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Cultura e Società
Capo Seattle. Soltanto ricordandoci di essere cittadini
della Terra possiamo riscoprire la nostra identità comune
e superare le scissioni profonde, l’intolleranza, l’odio e la
paura, provocati dalla polarizzazione del mondo e dagli
sconvolgimenti fisici, economici e sociali dell’ultimo secolo.
Concepire la terra come una grande comunità democratica
ci aiuta a scoprire le correlazioni che ci uniscono a tutte
le altre specie: “ogni cosa respira all’unisono, l’albero,
l’animale e l’uomo.”
Conservare gli equilibri ecologici necessari per la
sopravvivenza del pianeta terra e difendere i diritti umani
fondamentali, come quello all’acqua, al cibo, alla salute,
all’istruzione, al lavoro e a un’esistenza dignitosa: questo è
l’impegno che ci proponiamo.
Vandana Shiva, proposta al Nobel per la pace 1993,
propone un modello di sviluppo alternativo al liberismo
economico, di una democrazia della Terra (in grado di
garantire un futuro di pace, di giustizia e di sostenibilità),
in linea con il pensiero religioso-filosofico indiano che,
in Amartya Sen (premio Nobel per l’economia 1998) e
Arundaty Roy, ritroviamo in un’articolata formulazione,
scientificamente fondata e per nulla utopistica. Ma già più
di un secolo fa Rabindranat Tagore scriveva: “l’uomo di
scienza sa che il mondo non è semplicemente quale appare
ai nostri sensi. Egli sa che la Terra e l’acqua sono in realtà
il gioco di forze che si manifestano a noi come terra e
acqua… ma sa che la verità finale consiste nella volontà
eterna che opera nel tempo e che si personifica in forze
rivelatesi a noi sotto quegli aspetti… la mente indiana non
ha mai esitato a riconoscere la sua affinità con la Natura e
la sua ininterrotta relazione col tutto.
Ma non solo i filosofi e gli economisti orientali propongono
modelli nuovi per un co-pilotaggio uomo-natura: tra gli
38
Wealth Planet magazine
intellettuali occidentali ricordo in particolare Edgar Morin,
anche per la sua attenzione ai temi dell’educazione (che
nel nostro paese sono irresponsabilmente trascurati ). Morin
prospetta una conoscenza e una coscienza integrata e
integrale (antropologica, ecologica, tellurica, cosmologica)
a disposizione dell’uomo, per far cooperare le attitudini
organizzative e regolatrici incoscienti della Natura, con le
attitudini organizzative e coscienti dell’uomo. ”Dobbiamo
preservare, salvare la nostra Terra - patria “grida Morin e
aggiunge “sappiamo ormai che il piccolo pianeta sperduto è
più di un habitat è la nostra casa, la nostra matrice e ancora
meglio, la nostra Terra - patria.” E ci riporta Morin, ad un
pensiero di Pascal: “poiché ogni cosa è al tempo stesso
quella che aiuta ed è aiutata quella che causa ed è causata,
e ogni cosa e il tutto sono legati da un legame impercettibile
che collega le parti più lontane le une alle altre, ritengo
impossibile conoscere le parti se non conosco il tutto, come
pure conoscere il tutto se non conosco le parti”. Pertanto
Morin suggerisce l’azione educativa per sollecitare la
sensibilità e le abilità individuali, suggerendo l’apertura alla
complessità, quindi, per la ricerca (scientifica e umanistica),
l’apertura dei confini del proprio territorio e l’inizio di una
collaborazione policompetente e pluridisciplinare. “Non
esistono soluzioni, ma forze - disse in un’intervista SaintExupery - creiamo queste forze e le soluzioni verranno”.
Abbiamo strumenti straordinari per salvare la Terra, ma
al concetto di sviluppo bisogna aggiungere quello di
“fioritura” e la speranza deve superare sia l’indifferenza che
la disperazione in cui siamo caduti. Forse più ci avviciniamo
alla catastrofe, più rendiamo possibile una metamorfosi.
Dice Holderlin: “là dove cresce il pericolo, cresce anche ciò
che salva”. 
Cultura e Società
S.r.l.
semplificata
a cura dell’Avvocato Pier Paolo Poggioni
Esperto in Diritto di Impresa,
Docente Universitario
40
Wealth Planet magazine
Il D.L. 24 gennaio 2012, n. 1 ha introdotto la figura della società
a responsabilità limitata semplificata, prevedendo così una nuova
forma societaria che può essere costituita solo da persone fisiche
che non abbiano compiuto i 35 anni di età alla data della sua
costituzione e con esclusione, pertanto, delle persone giuridiche.
Attraverso la previsione di questo istituto, viene perseguito l’intento
di incentivare l’imprenditoria giovanile. A tal uopo, infatti, viene
sostanzialmente eliminato l’obbligo di costituire un capitale
minimo. Vengono altresì eliminate le spese notarili necessarie per
la costituzione e quelle per l’iscrizione nel Registro delle imprese.
Il capitale sociale minimo, infatti, è stabilito nella misura di un
euro in sostituzione del minimo di € 10.000 previsto per le Srl
ordinarie.
Il nuovo art. 2463 bis c.c. prevede che le S.r.l. semplificate
debbano comunque essere costituite per atto pubblico, ossia
con l’intervento obbligatorio del notaio, il quale provvederà alla
predisposizione dell’atto, fornendo la propria prestazione e la
necessaria consulenza a titolo gratuito.
Pare chiaro che tale gratuità, tuttavia, riguardi esclusivamente
la costituzione della società e non gli altri eventuali successivi
adempimenti, come le modifiche statutarie e, comunque, altre
operazioni straordinarie.
Elemento caratterizzante della nuova forma societaria è quindi la
dimensione minima del capitale sociale. La scelta legislativa è stata
quindi quella di porre in secondo piano la funzione di garanzia
svolta dal capitale sociale a tutela dei terzi rispetto alla necessità
di favorire la nascita di nuove imprese realizzate da giovani..
E’ stato osservato che, poiché la capitalizzazione della Srl
semplificata non deve superare la misura di € 10.000, tale
situazione determinerà problemi di cronica sottocapitalizzazione
e contestuali difficoltà a ricorrere al mercato dei finanziamenti
esterni, nonché difficoltà a ricorrere al finanziamento dei soci.
Inoltre, una società sottocapitalizzata è esposta ad un maggior
pericolo di fallimento.
La variante della “S.r.l. semplificata”, pertanto, è stata introdotta
dal legislatore per incentivare l’imprenditoria giovanile.
Il regime di favore però è vincolato al fatto che i soci (ovvero
l’unico socio in caso di S.r.l. unipersonale semplificata) non
abbiano compiuto il trentacinquesimo anno di età; i soci devono
rendere edotti i terzi che trattasi di S.r.l. semplificata con limitate
dotazioni iniziali, visto che viene disposto che: “la denominazione
di società semplificata a responsabilità limitata, l’ammontare del
capitale sottoscritto e versato, la sede della società e l’ufficio del
registro delle imprese presso cui questa è iscritta devono essere
indicati negli atti, nella corrispondenza della società e nello
spazio elettronico destinato alla comunicazione collegato con la
rete telematica ad accesso pubblico”.
Viene espressamente previsto il divieto di cessione delle quote a soci
non aventi i requisiti di età richiesti dalla norma e l’eventuale atto è
conseguentemente nullo. Ciò è evidente nell’ottica di scongiurare
l’ipotesi di una fruizione maliziosa dei vantaggi connessi all’istituto
attraverso il successivo ingresso di soggetti non aventi i requisiti di

età con ovvia frustrazione degli scopi dell’istituto. Cultura e Società
Come registrare un marchio
a cura di Luca Roberto Sevardi
Professore e avvocato specializzato in diritto
d’autore, legislazione dello spettacolo e diritto
sportivo, agente di calciatori autorizzato FIGC/FIFA
Il marchio è uno dei segni distintivi dell’impresa; esso
contraddistingue i prodotti o servizi offerti e può essere
costituito, ai sensi dell’art. 7 del Codice della Proprietà
Industriale (D.lgs. n. 30/2005), da tutti quei segni suscettibili
di essere riprodotti graficamente, in particolare le parole,
compresi i nomi di persona (purché vi sia il consenso di
quest’ultima), i disegni, le lettere, le cifre, i suoni, la forma
del prodotto o della confezione di esso, le combinazioni o
le tonalità cromatiche, purché siano idonei a distinguere i
prodotti o i servizi di una impresa da quelli di altre imprese.
In questa sede ci soffermeremo sulle modalità di registrazione
di un marchio nazionale, richiamando, brevemente, i
requisiti che esso deve possedere ai sensi di legge senza,
però, approfondire le relative classificazioni ed eccezioni le
cui sedi più opportune di esame sono, sicuramente, i testi
giuridici in materia.
La registrazione di un marchio è importante in quanto
attribuisce data certa a quest’ultimo e conferisce al
registrante il diritto esclusivo di utilizzo, nonché, il diritto
di impedirne l’uso a terzi per contraddistinguere i propri
prodotti e servizi (art. 2569 c.c.).
Esso si distingue dal marchio di fatto, privo di registrazione,
per la cui tutela il titolare deve dimostrare, invece, sia la
notorietà che il preuso.
Ai fini della registrazione di un marchio è necessario che
esso possieda i seguenti requisiti: A) L’originalità (art. 13
C.P.I), ovvero deve consentire l’individuazione dei prodotti o
servizi contrassegnati tra quelli dello stesso genere presenti
sul mercato. Non possono pertanto essere utilizzati come
marchi denominazioni generiche, indicazioni descrittive
dei caratteri essenziali, i segni divenuti di uso comune nel
linguaggio corrente come le parole “super”, “extra”, “lusso”.
B) Verità (art. 14, 1° comma, lett. b, C.P.I.): il marchio non
deve contenere “segni idonei ad ingannare il pubblico, in
42
Wealth Planet magazine
particolare sulla provenienza geografica, sulla natura o
sulla qualità dei prodotti o servizi”.
C) Novità (art. 12 C.P.I.): il marchio non deve essere stato
usato in precedenza come marchio, ditta o insegna per
prodotti o servizi identici o simili a quelli per cui se ne
richiede la registrazione.
D) Liceità (art. 14 C.P.I): non deve contenere segni contrari
alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume, stemmi
o altri segni protetti da convenzioni internazionali (art. 10
C.P.I.), ovvero segni lesivi di altrui diritti. In particolare, non
possono essere registrati come marchi i ritratti di persona
senza il consenso dell’interessato (art. 8, 1° comma, C.P.I.).
Analogamente, il consenso dell’interessato è necessario
anche per poter usare come marchio il nome di persona
che ha acquistato di notorietà (ad esempio un calciatore o
un’attrice).
Il difetto dei requisiti sopra esposti comporta la nullità del
marchio (art. 25 C.P.I.), che può riguardare anche solo
parte dei prodotti o servizi per i quali il marchio è stato
registrato (fonte Wikipedia).
Tale nullità non potrà richiedersi se colui che ha effettuato
il deposito della domanda di registrazione era in buona
fede, ovvero ignorava l’esistenza di un marchio analogo e
qualora il titolare del marchio precedentemente registrato
ne abbia tollerato l’uso per cinque anni (c.d. istituto della
convalidazione).
Evidenziati i requisiti essenziali che un marchio deve
possedere per ottenere la registrazione, ci soffermeremo,
ora, sugli aspetti pratici per poter procedere alla stessa;
essi, generalmente, sono l’oggetto della consulenza di
esperti e società che si occupano professionalmente di
servizi di registrazione marchi, pur essendo tale procedura
liberamente effettuabile anche dal privato senza avvalersi
dei predetti soggetti.
Vediamo, ora, quali sono le fasi che caratterizzano un
procedimento di registrazione di marchio nazionale.
La prima fase che caratterizza e precede la registrazione
è, generalmente, denominata “ricerca di anteriorità del
marchio”; con essa è possibile, infatti, verificare l’esistenza
di un marchio uguale o similare a quello che intendiamo
registrare nella relativa classe merceologica, intendendo
per essa l’ambito in cui abbiamo intenzione di utilizzare
il nostro marchio (es. settore abbigliamento, strumenti
musicali, giochi, telecomunicazioni, formazione, ecc.).
Per effettuare la registrazione di un marchio è, infatti,
necessario specificare nella domanda la classe dei generi di
prodotti, merci e servizi per la quale si intende effettuare la
registrazione (la Classificazione di Nizza, consultabile nel
sito dell’UIBM-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, individua le
singole classi merceologiche).
Tale ricerca - che, in passato, imponeva il ricorso a società
di servizi o consulenti, ovvero, il necessario accesso presso
gli uffici della Camera di Commercio e/o dell’Ufficio
Italiano Brevetti e Marchi - è, facilmente, effettuabile da
chiunque mediante la consultazione online, gratuita, della
Cultura e Società
banca dati dell’Ufficio Italiano Brevetti Marchi raggiungibile
al seguente indirizzo:
http://www.uibm.gov.it/dati/Testo.aspx
La ricerca può essere effettuata immettendo la denominazione
del marchio che intendiamo tutelare e verificando, così,
l’esistenza di precedenti marchi uguali o similari nella
stessa classe di nostro interesse, eventualmente, ostativa per
la registrazione.
Verificata, quindi, l’inesistenza di altri marchi uguali o
similari tali da generare confusione possiamo procedere
con la registrazione del nostro marchio che può avere ad
oggetto registrazioni costituite esclusivamente da parole
ovvero da parole e grafica o solamente da grafica. A tale
proposito è utile richiamare la distinzione tra marchio forte
e marchio debole, laddove il primo è definito tale in quanto
la denominazione o grafica dello stesso non richiama,
esplicitamente, il prodotto o servizio offerto dall’impresa;
il marchio forte è, dunque, un marchio, particolarmente,
originale e con forte capacità distintiva (es. Rolex).
E’, invece, un marchio debole, e gode, pertanto, di una
tutela minore, quel marchio che ha minore originalità e che
si pone in diretta relazione con il prodotto o servizio (es.
“Mozzarì” che richiama, esplicitamente, la mozzarella). Il
marchio debole può, tuttavia, acquisire una tutela analoga
a quella dei marchi forti, se nel frattempo ha acquisito
grande notorietà presso il pubblico (si parla in questo caso
del fenonemo del c.d. secondary meaning).
Per procedere, ora, alla registrazione è necessario
compilare il c.d. modello “C” scaricabile direttamente
dal sito dell’UIBM all’indirizzo http://www.uibm.gov.it/
index.php?option=com_content&view=article&id=20041
15%3Amodulo-c-marchio-dimpresa&lang=it, compilarlo in
triplice copia in ogni sua parte e specificare in quali classi
merceologiche intendiamo effettuare la registrazione ovvero
se la stessa, in caso di disegni, debba essere a colori o in
bianco/nero.
Occorrono, inoltre, quattro etichette cartacee riportanti il
marchio (tre da applicarsi sulle tre copie del modulo c; una
libera). Le etichette di formato cm. 7x8, dovranno essere
consegnate a colori, se il marchio è colorato, altrimenti in
bianco e nero.
Gli importi di registrazione variano a seconda del numero
delle classi di registrazione per le quali intendiamo ottenere
tutela; ad oggi l’importo per la prima registrazione è di
Euro 101,00 per una sola classe di prodotti o servizi
(versamento da effettuarsi con bollettino a tre tagliandi
sul C/C postale n. 82618000, intestato all’Agenzia delle
Entrate Centro Operativo Pescara per Marchio d’Impresa);
a questo importo va aggiunto, eventualmente, l’importo
determinato moltiplicando la somma di 34,00 Euro per il
numero di classi in più oltre la prima.
Infine, per il deposito cartaceo, i diritti di segreteria
ammontano a Euro 43,00 pagabili sul c/c postale n.
33692005, intestato alla CCIAA di Roma (causale: diritti
di segreteria) per il rilascio di copia autentica del verbale
44
Wealth Planet magazine
di deposito, altrimenti Euro 40,00 per il rilascio in copia
semplice. Se la pratica è inviata telematicamente (in formato
elettronico) sia il pagamento dei diritti di segreteria, che
ammonta a 15 euro, che il pagamento delle marche da
bollo, che ammonta a 42 euro, sono assolti in modo virtuale
(Fonte Camera di Commercio di Roma - www.rm.cmacom.
it).
Il deposito della domanda di registrazione si effettua,
materialmente, presso la Camera di Commercio, la quale
ha una funzione di “segreteria”, nel senso che riceve le
domande e poi le trasmette all’Ufficio Italiano Brevetti e
Marchi affinché quest’ultimo “controlli” che la registrazione
non leda diritti di terzi o, comunque, non sia contraria a
principi di legge, all’ordine pubblico o al buon costume.
Effettuato questo controllo da parte del predetto Ufficio e
riscontrata l’assenza di profili di illiceità, il marchio potrà
dirsi registrato e verrà trasmessa comunicazione di tale
esito al soggetto registrante. Nella fase che intercorre tra
la data di deposito della domanda di registrazione presso
la Camera di Commercio (in genere, circa due anni) e
la concessa registrazione da parte dell’UIBM si dice che
il marchio è “in fase di registrazione” con l’utilizzo da
parte del titolare del marchio della sigla “TM” a fianco del
marchio, piuttosto che della “R”, che sta ad indicare che il
marchio è registrato (in realtà, appena effettuato il deposito,
è, ormai, diffuso apporre, senza attendere il tempo della
concessione, la famosa “R” di registrato; l’utilizzo della
sigla “TM” è, invece, più frequente nei paesi anglosassoni).
Il registrante potrà, comunque, utilizzare il marchio fin dalla
data di deposito, senza dover necessariamente attendere la
concessione formale di registrazione da parte dell’Ufficio
Italiano Brevetti e Marchi e, purché, chiaramente, nel
frattempo, non vi siano state rivendicazioni di terzi.
La durata del marchio è di 10 (dieci) anni che decorrono
dalla data di deposito della domanda; la registrazione può
essere rinnovata per periodi decennali purché la domanda
venga inoltrata entro i dodici mesi precedenti la scadenza
del decennio in corso, o nei sei mesi successivi con
l’applicazione di una sopratassa. (Decreto legislativo del
10 Febbraio 2005 n. 30, Codice della proprietà industriale)
Inoltre, entro sei mesi dal deposito, si può estendere la
protezione del marchio all’estero (Marchio Comunitario,
Internazionale, deposito nei singoli Paesi), rivendicandone
la priorità. La data che attesta la presentazione in tal caso è
quella della richiesta della prima registrazione. Dopo detto
termine l’estensione all’estero è sempre effettuabile, ma non
è possibile rivendicarne la priorità.
La procedura di registrazione del marchio è effettuabile
anche online utilizzando il servizio Telemaco di Infocamere
(Fonte UIBM e Camera di Commercio di Roma).
Per ogni approfondimento sulla procedura online o per
scaricare la modulistica necessaria alla presentazione della
domanda di registrazione in formato cartaceo è sufficiente
consultare il sito dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi: www.
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La cura nei particolari
e la ricerca costante
fanno della nostra
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un’immagine unica
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Collabora da tanti anni in programmi tv:
“Sanremo” dove ha pettinato anche i Sonohra
“Le storie tese” il dopofestival con Elio
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“Buona Domenica” per Canale 5, durante la
conduzione di Paola Barale e Laura Freddi
Ultimo video di Pavarotti con la canzone “Io ti
adoro” nel 2003
“Centovetrine” e “Vivere”
Presentazione della collezione 2010-2011 di
Gattinoni
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a Vogue Milano oltre a collaborare con la
stessa rivista durante i casting delle modelle
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Cultura e Società
L’ispirazione
a cura di Teresa Regna
Per cominciare, proviamo a definire l’ispirazione:
quel certo non so che (in latino, un quid) che
assale lo scrittore all’improvviso, l’idea (non sempre
geniale, ma in ogni caso risolutiva) che prende
forma nel cervello (e/o nel cuore: bisogna sempre
scrivere con entrambi) senza lasciare al povero
malcapitato alcuna via di scampo. È costretto a
metterla su carta, o su PC, insomma lasciare
che si concretizzi in un’opera.
All’inizio l’ispirazione, com’è ovvio, è vaga:
un personaggio che si delinea, una trama
appena abbozzata, l’incipit o il finale di una
possibile storia.
In seguito, però, è necessario imbrigliarla,
darle una forma ben definita, un aspetto
più preciso e deciso, in una parola renderla
‘concreta’, nel senso creativo del termine.
A questo scopo, può essere utile annotare
tutto ciò che gira intorno all’idea che
l’ispirazione ha ‘regalato’ allo scrittore:
se si tratta di un personaggio, l’aspetto
fisico, un lato del carattere, i possibili
intrecci con altri personaggi; se invece
è l’idea di una trama, bisogna tentare di
individuare in quale direzione potrebbe
svilupparsi, per mezzo di quali personaggi
divenire una storia vera e propria, se deve
deviare per intrecciarsi con altre trame secondarie o
se è meglio che rimanga su ‘binari’ prestabiliti, come
abbellirla, allungarla o renderla più interessante.
Ad esempio, se l’ispirazione è arrivata osservando due
innamorati che si salutano alla stazione, ci porremo
alcune domande. Dove sta andando la donna,
e perché parte? Si tratta di un addio o solo di un
arrivederci? Il bacio che si sono scambiati è indice del fatto
che hanno fatto l’amore o la storia è appena cominciata?
Allo stesso tempo ci chiederemo come vivacizzare una trama
tutto sommato usuale. C’è di mezzo un terzo incomodo (un
marito o una moglie, un figlio malato, una madre anziana e
sola)? La separazione porterà i due partner a nuovi incontri
o a un ritorno di fiamma?
Col trascorrere del tempo, l’esperienza condurrà il processo
ideativo su percorsi automatici: ciò significa che non ci sarà
più bisogno di domande vere e proprie a cui rispondere, non
certo che lo scrittore si atterrà a dei cliché già sperimentati.
La ricerca della soluzione originale, o quanto meno non
troppo abusata, deve essere sempre una delle priorità di
chi scrive.
Una delle domande che mi vengono poste più spesso è:
46
Wealth Planet magazine
La Tufa
RISTORANTE PIZZERIA
“Dal 1970 una tradizione che si tramanda
da padre in figlia ” Emanuela Rachini
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come nasce l’ispirazione, intesa come spunto di partenza
per un’opera? Può nascere in qualsiasi momento (e, in
effetti, gli scrittori già ‘navigati’ sanno che spesso accade
nei momenti meno opportuni, quando a portata di mano
non ci sono né penna né foglio…) e scaturire da qualsiasi
spunto, anche il più banale.
Il primo romanzo che ho scritto, ad esempio, “La regina
delle illusioni”, mi è venuto in mente mentre andavo dalla
sarta a ritirare degli abiti, sotto forma della formula che Lytt
adopera per scoprire quali poteri magici possiede Maya.
Il mio primo saggio, “Yesterday”, prese forma invece da uno
spunto molto più prosaico: l’invidia (in senso positivo) per
una collega di studi che stava facendo una tesi sui Beatles,
mentre io ero costretta ad ‘arrancare’ dietro a quei ‘mattoni’
di Richardson e Fielding. Decisi, seduta stante, che avrei
scritto anch’io qualcosa sui Fab Four.
Altra domanda tipica è: cosa fare quando si è a corto
di ispirazione? Come riempire la pagina bianca e il
cervello vuoto, per superare la stasi creativa? Qualunque
stratagemma può essere utile per trovare uno spunto da cui
partire. Possiamo porci delle domande su una situazione
banale, facendola evolvere in maniera imprevista, prendere
appunti su ciò che ci circonda, sia riguardo all’ambiente in
cui operiamo che alle persone che incontriamo, immaginare
le estreme conseguenze di un’azione qualsiasi.
L’importante è fare in modo che la pagina bianca non
rimanga tale troppo a lungo, attivando il ‘centro creativo’
del cervello con espedienti di ogni tipo (ascoltare la musica,
rilassarsi sul divano, passeggiare, ecc.), a seconda della
nostra inclinazione personale (i concerti di musica classica
sono l’ideale, per quanto mi riguarda). 
Notizie biografiche
Teresa Regna è professoressa di inglese,
critico letterario, e collabora a svariate riviste.
Sue poesie e racconti sono apparsi su molte
antologie e ha partecipato a numerosi
premi letterari con risultati lusinghieri, tra
cui un primo posto al premio “La Voce del
Cuore” (1998), un primo posto al III° “Premio
Nazionale di Narrativa” del Centro Studi
Agorà (1999), un primo posto al Concorso
‘I cantastorie del 2000’ (2002) e un primo
posto al Premio “È solo poesia” (2006).
Tra le sue pubblicazioni, oltre ai
racconti lunghi, alle sillogi poetiche
e alle raccolte di racconti, spiccano
i saggi Yesterday (Cultura Duemila Editrice, 1994),
Miticosmo (Il Foglio, 2002) e Io scrivo (Il Foglio, 2004)
e i romanzi Il pettine e il flauto (Serarcangeli Editore,
2000), Tempo senza tempo (Il Grappolo, 2001), La
regina delle illusioni (Noialtri Edizioni, 2001), Otto di
picche (Chimera Edizioni, 2005), Le Vie di Shikishima (TA.
TI. Edizioni, 2009) e La tela (La Riflessione, 2010).
48
Wealth Planet magazine
Trexya srl
sede operativa - Via Gramsci, 6 - Centro Commerciale la Galleria (2° piano) - 06074 Ellera Umbra (PG)
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Cultura e Società
Cinema sotto la torre pendente
a cura di Orazio Anania
Il cinema a Pisa ha avuto numerosi set. Le location più
sfruttate sono soprattutto quelle del centro e per la maggior
parte Piazza dei miracoli con la sua Torre pendente.
Sorprendente fu l’iniziativa di Pier Paolo Pasolini che volle
girare una parte della sua Medea cinematografica, nel
1969, in questa incantevole piazza. La cosa non passò
inosservata, uno perché tra i protagonisti vi era la Maria
Callas, due perché si volle rappresentare un tema difficile
che si districava tra il sacro e la razionalità, e cioè il mondo
di Medea e di Giasone, giustapponendo nella scena due
architetture: la cittadella di Aleppo e la piazza pisana.
Così nel film Corinto appare come una cittadella circondata
dall’esterno da mura spesse e inaccessibili che racchiudono
una piazza interna come quella del duomo di Pisa, con
il prato verde e con gli edifici marmorei disposti secondo
una geometria armonica. Favoloso il contrasto di colori: la
terra chiara fuori, il verde del prato e il bianco del marmo
dei monumenti. Medea abita fuori dalle mura, in una casa
che appare immediatamente alla base della scarpata della
cittadella, mentre il re di Corinto abita all’interno, in quello
che nella realtà è il Battistero di Pisa.
Fu davvero curioso vedere poi la Callas, smarrita e sofferente
per la depressione che l’attanagliava al tempo, rilassarsi in
abiti greci al bar Pieri, in via Santa Maria, durante le pause
del film.
Non si può dimenticare che Pisa non era una meta a caso.
A pochi chilometri esisteva e c’è ancora la Città del cinema:
50
Wealth Planet magazine
Tirrenia. Grande succursale di Cinecittà, il centro è stato
negli anni 40 e 50 molto frequentato da registi e attori
di tutto il mondo, dalla commedia all’italiana al classico
cinema d’autore europeo, passando per la grande Cina, i
Paesi scandinavi e gli Stati Uniti.
A fianco a film di cassetta: “Totò al Giro d’Italia” (1948),
dove si vede Totò scalare in bicicletta la Torre pendente, e
tanti altri come l’internazionale “Rolls Royce tutta gialla”, con
il giovane, Alain Delon, una splendida Shirley MacLaine,
una intrigante Jeanne Moreau, si annoverano molti di
grande spessore come “Padre Padrone” dei fratelli Taviani
- nel film Gavino va a sedersi su uno degli anelli della Torre e, sempre dei due registi pisani, “Good morning Babilonia”.
Chi non ricorda poi l’estemporaneo volo di “Superman III”,
sui lungarni pisani; in questo caso l’eroe, nella pellicola più
cattivo del solito, sarà l’unico a sapere come raddrizzare
la Torre.
Non si può chiudere questa breve carrellata senza ricordare
due altri grandi capolavori: “Figlio mio, infinitamente caro”
di Valentino Orsini, con Ben Gazzara, Mariangela Melato e
Valeria Golino nel quale Pisa è la grande protagonista, con
scorci molto suggestivi e ripetuti; e l’atto secondo di “Amici
miei” di Mario Monicelli dove risulta davvero divertente
ed efficace la trovata dei quattro amici, vestiti da operai,
di organizzare un camioncino del “Servizio Torri” sotto al
campanile. 
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Spazio aperto
Grand
Canyon
Il Grand Canyon è molto più di una grossa voragine
formatasi nell’arco di millenni tra le rocce dell’altopiano
del Colorado, più che un panorama mozzafiato. Un parco
divertimenti per quelli che affrontano il Grand Canyon
con un’escursione in elicottero, per quelli che esplorano
i percorsi, ci volano sopra, per quelli che fanno trekking
sui sentieri oppure discendono la corrente tumultuosa
facendo rafting sul fiume Colorado. La sua bellezza e le
sue dimensioni ci rendono umili. La sua eternità favorisce
il paragone con la nostra breve esistenza. Nei suoi vasti
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Wealth Planet magazine
spazi possiamo trovare sollievo alle nostre vite frenetiche.
Il Grand Canyon che visitiamo oggi è un dono lasciatoci
dalle generazioni che ci hanno preceduto. Prendetevi tutto il
tempo necessario per godere di questo regalo. Partecipate
a un programma Ranger del Parco Nazionale. Seguite le
evoluzioni aeree dei corvi imperiali che si librano nell’aria
all’orizzonte. Mettetevi ad ascoltare il frastuono delle rapide
del fiume Colorado molto più in basso. Godetevi un’alba o
un tramonto mentre le ombre si allungano tra le guglie e le
colline solitarie dalla cima appiattita.
Spazio aperto
Lungo il cammino della vostra vita fate in modo
di non privare gli altri della felicità. Evitate di dare
dispiaceri ai vostri simili ma, al contrario, vedete di
procurare loro gioia ogni volta che potete!
Sioux
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Wealth Planet magazine
Grand Canyon National Park: una delle più imponenti
creazioni di madre natura, centinaia di chilometri di gole, il
più importante esempio del fenomeno dell’erosione fluviale.
L’intero parco si estende su una superficie di oltre 4931
Km², mentre il canyon è lungo ben 446 km con una
profondità di 1600 m e una larghezza fino a 29 Km.
Né le foto né le parole possono minimamente descrivere cosa
proverete alla vista di questa meraviglia, rimarrete senza fiato.
Una volta nel parco potrete scegliere di partecipare a varie
escursioni organizzate. Potrete girare in quad per i boschi
o guardare tutto dall’alto con un tour in elicottero. In ogni
caso recatevi al centro escursioni nel villaggio principale,
dove ci sono tra l’altro diversi ristoranti, e scegliete la vostra
escursione. Molto bello è scendere sino in fondo alla gola,
lungo le rive del fiume Colorado.
Monument Valley: imponenti rocce si ergono nel deserto
rosso, uno dei posti più incantevoli del mondo. Situata a
nord-est del Grand Canyon ha paesaggi sconfinati e
tramonti color fuxia. Siamo nella Navajo Nation e in queste
zone vivono solo Indiani. Si può dormire a Kayenta, uno dei
pochi centri vicini alla monument, luogo letteralmente perso
fuori dalla civiltà Se potete, fate una visitina anche a Utha
a vedere il Glen Canyon e Lake Powell. Four Corners: è il
punto di incontro di ben 4 stati: Arizona, Utha, New Mexico
e Colorado; si trova nella punta nord-est dell’Arizona e da
lì già si cominciano ad intravedere le cime innevate del
Colorado.
Canyon de Chelley National Park: un’altra
formazione rocciosa che merita sicuramente una visita, è un
piccolo Grand Canyon.
Lake Mead: il lago formato dal fiume Colorado sede di
una imponente diga. E’ molto vicino al Nevada e a Las
Vegas.
Città da vedere: Phoenix, anche se è la classica città
americana, Kingman, città di fondazione della famosissima
Route 66, Williams, graziosa cittadina non distante
dal Grand Canyon, Flagstaff, dove si trova uno dei più
grandi planetari al mondo e città di mille avvistamenti
alieni, Sedona la capitale mondiale del New Age e del
relax, Lake Havasu City dove molte famiglie passano i
week-end sul lago, Quartzsite dove troverete gli ultimi
Hippy d’America che vivono ancora nelle roulotte. Dove
mangiare? Nelle zone indiane, a nord-est, dove incontrerete
tanti piccole tavole calde gestite dai nativi; le loro frittelle e
i fagioli al chili sono ottimi. 
Spazio aperto
Tate Modern
La Tate Modern è una galleria d’arte parte del complesso
museale Tate del Regno Unito.
La galleria si trova in quella che un tempo era la centrale
termoelettrica di Bankside (Bankside Power Station);
l’edificio fu progettato da Giles Gilbert Scott, architetto
anche della centrale di Battersea. Fu costruito in più fasi tra il 1947 e il1963. La centrale fu
chiusa nel 1981 quando il crescente prezzo del petrolio la
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Wealth Planet magazine
rese antieconomica. Dopo un lungo periodo di abbandono,
durante il quale ne fu anche ipotizzata la demolizione,
nel 1995 la direzione della Tate Gallery affidò allo studio
di architetti svizzero Herzog & de Meuron la riconversione
dell’edificio a spazio museale.
La galleria Tate Modern venne inaugurata il 12
maggio 2000.
La collezione permanente del Tate Modern è esposta al
terzo e al quinto piano dell’edificio, al secondo e al quarto
vi sono mostre temporanee.
La Sala delle Turbine viene utilizzata tra ottobre e marzo
per esporre opere appositamente commissionate ad artisti
contemporanei.
Questa iniziativa, sponsorizzata dalla Unilever, inizialmente
doveva durare per i primi cinque anni dall’apertura del
museo ma la popolarità riscossa dall’iniziativa ha provocato
una sua estensione. All’apertura della galleria nel 2000, le
collezioni non erano esposte in ordine cronologico ma in
quattro gruppi tematici:
Storia, Memoria, Società - Nudo, Azione, Corpo - Paesaggio,
Materia, Ambiente - Natura Morta, Oggetti, Vita Reale. 
Wealth Planet magazine
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Spazio aperto
Biocarburante
dal whisky scozzese
a cura di G. A.
Uno dei gruppi di ricercatori dell’Università Napier di Edimburgo ha
brevettato un biocarburante di nuova generazione ottenuto con gli scarti
della produzione del whisky. Grazie all’accordo con una grande distilleria del
Perthshire, tra pochi mesi si potranno vedere in circolazione auto alimentate a
whisky.
Sempre più stupiti dalla quantità di materie esistenti con cui si può produrre
il biocarburante: non solo i più “comuni” olii di colza, di girasole, alghe
ma addirittura il grasso degli alligatori dal quale si potrebbe ottenere del
carburante ecologico. Dopo gli scarti delle aziende vinicole dell’agricoltura,
una distilleria scozzese si propone per produrre carburante biologico per le
auto. La Tullibardine Distillery, situata nella regione scozzese del Perthshire,
ha siglato un accordo con il gruppo Celtic Renewables che si occupa
di energie rinnovabili ed è legato alla Napier University di Edimburgo
per produrre carburante ecologico di nuova generazione ricavato dagli scarti
di lavorazione della distillazione del whisky, ed in particolare del mosto e
del malto della bevanda. Questo progetto dimostra che l’uso innovativo delle
tecnologie esistenti permette di sfruttare risorse che si trovano sulla porta di
casa con benefici per l’ambiente e l’economia. Benefici che per l’azienda
produttrice di whisky si traducono in 250.000 sterline ogni anno, pari a oltre
315.000 euro, per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla lavorazione del
mosto per produrre il whisky. Il nuovo biocarburante che si chiama butanolo,
spiegano gli studiosi dell’Università di Edimburgo, proviene esattamente
dalle sostanze che si depositano nel fondo delle vasche in cui viene messo il
mosto per l’invecchiamento del whisky. Il nuovo processo di rifermentazione
grazie a speciali batteri può produrre un ottimo biocarburante. La
Celtic Renewables stima che se tutte le distillerie scozzesi
adottassero questo metodo si andrebbe a creare un nuovo
settore industriale del valore di 60 milioni di sterline
l’anno. Douglas Ross, amministratore delegato di
Tullibardine, ha dichiarato: “Siamo lieti di essere
partner della Celtic Renewables in questa
impresa innovativa che offre ovvi benefici
all’ambiente. Toglie i costi di smaltimento
e trasforma il rifiuto in qualcosa che ha
un valore sociale, oltre che
commerciale.” 
58
Wealth Planet magazine
Spazio aperto
Garanzie di Origine unica per
l’elettricità verde
Più garanzie per i consumatori che scelgono un contratto di
fornitura di elettricità 'verde'.
L’Autorità per l’energia ha approvato un insieme di regole
per garantire che l’energia elettrica venduta ai singoli clienti
sia effettivamente prodotta con fonti rinnovabili e che non
venga commercializzata più volte.
In particolare, l’Autorità ha stabilito che l’unico sistema di
certificazione valido siano le garanzie di origine previste
dalla direttiva europea 2009/28/CE e rilasciate dal
Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
L’intervento dell’Autorità nasce dall’esigenza di prevedere
strumenti certi, secondo principi di concorrenza e
trasparenza, in un contesto di crescente interesse verso le
offerte commerciali di elettricità prodotta da fonti rinnovabili.
Il moltiplicarsi di questo tipo di contratti ha reso urgente una
disciplina vincolante per gli operatori con garanzie chiare
e univoche a tutela dei consumatori.
Per accrescere la consapevolezza sul fatto che l’energia
'verde' viene già incentivata da ogni singolo cliente in
60
Wealth Planet magazine
proporzione ai suoi consumi elettrici, indipendentemente dai
contratti di energia rinnovabile proposti da diversi venditori,
le società di vendita dell’elettricità verde dovranno indicare
con precisione, nel materiale promozionale e informativo,
le caratteristiche delle proprie offerte di energia rinnovabile
e tenere informati i propri clienti sul mix di fonti energetiche
utilizzato per la loro fornitura riportandone l’indicazione
in bolletta, almeno tre volte l’anno, oltre alle informazioni
sul mix energetico dell’energia elettrica complessivamente
venduta (già previste dall’articolo 2 del decreto ministeriale
31 luglio 2009). Le pratiche commerciali scorrette ed
eventuali pubblicità ingannevoli verranno segnalate
direttamente alla competente Autorità Garante per la
Concorrenza ed il Mercato.
L’Autorità ha previsto che oltre alla certificazione
obbligatoria, gli operatori possano continuare ad utilizzare
altri sistemi di certificazione già in essere, ma esclusivamente
a livello volontario, come complemento all’indispensabile
garanzia di origine. 
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Il vantaggio di inserire dei tappeti in un arredamento consiste nella loro versatilità, un
modo efficace per dare colore e tono ad una stanza. Si possono sistemare sul pavimento
o appendere ad una parete contribuendo ad arredare le nostre case. Molti paesi hanno
una vera e propria tradizione come ad esempio la Finlandia, il Pakistan, la Russia, la
Persia e il Messico. I tappeti possono essere annodati a mano (la lavorazione più
antica e costosa perché artigianale e uguale oggi a quella di centinaia di anni fa) e
in tal caso vanno scelti di una dimensione che non copra l’intero pavimento.
Ne esistono anche di annodati a macchina: meno costosi dei primi, non
raggiungono però la stessa qualità e possono utilizzare meno colori di quelli
fatti a mano. Vi sono poi i tappeti taftati, che usano fibre diverse fra cui lana,
acrilico, seta, e che vengono realizzati su un disegno predefinito su base di
tela sul quale, utilizzando uno strumento apposito simile a una pistola, sono
inseriti a mano i ciuffi del vello, che sono fissati poi con una colla. Il Kilim,
infine, è un tipo di tessuto realizzato con la tecnica dell’arazzo, in cui sono
utilizzati nella trama fili di colori differenti, che passano sopra e sotto
l’ordito. Ad ogni cambio di colore corrisponde una fessura, uno stacco
voluto. Il Kilim non ha vello, quindi dritto e rovescio del tappeto sono
uguali. I principali materiali con cui vengono realizzati i tappeti sono:
la lana: le più pregiate provengono da Tibet e Nuova Zelanda
e sono ricche di lanolina, che ne aumenta la resistenza. La lana
riscalda l’ambiente, soprattutto se il tappeto è appoggiato su
superfici per loro natura “fredde”, come il marmo o la pietra. La
lana, poi, è un materiale atossico, che protegge dall’umidità e
naturalmente dotata di un grande potere ignifugo. Il cotone:
questo materiale è di solito utilizzato per la trama e l’ordito
dei tappeti. Se realizzati tutti in cotone, i tappeti, anche se
temono l’esposizione alla luce solare diretta, sono semplici
da pulire, e assicurano colori brillanti. La seta: se utilizzata
insieme alla lana nella realizzazione del tappeto, lo rende
particolarmente luminoso. L’aquatech: composto
da poliuretano e poliamminide, è un filato sintetico
hi-tech dalle grandi prestazioni, che lavorato assume
l’aspetto della paglia intrecciata.
E’un materiale dotato di grande resistenza agli
agenti atmosferici, ai raggi solari e all’acqua
salata o di piscina. Per fare un tappeto possono
essere utilizzati anche i materiali più
impensati: gomme delle biciclette,
jeans, pneumatici, carta di
giornale, sari delle donne
indiane.
O
T
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P
P
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di L.A.
a cura
Spazio aperto
Avremo allora un tappeto ecologico, come Cyclo, vincitore
nel 2011 del prestigioso Reddot Design Award, premio
annuale conferito a nuovi prodotti di design. Un tappeto
nato per gli ambienti interni ma utilizzabile anche all'aperto,
dato che resiste all’acqua e ai raggi solari. Per realizzarlo
l’azienda belga Papilio ha tagliato le gomme delle
biciclette, che sono poi state assemblate con una struttura
tessuta. Anche il processo di lavorazione è totalmente
green: non prevede infatti l’uso di nessun prodotto chimico,
o di finitura. Una vera e propria operazione di riciclaggio
eco-responsabile, per dare vita ad un complemento d’arredo
originale e resistente. Prima di scegliere un tappeto dallo
stile particolare è bene considerare con attenzione lo spazio
a cui è destinato valutando il tipo di arredamento ed i colori
presenti nell’ambiente. Se i tappeti sono realizzati con
fibre naturali come la lana tenete conto che queste sono
fotosensibili e quindi, nel tempo, potrebbero pian piano
modificare il proprio cromatismo indi utilizzare un apposito
sottotappeto con funzione antiscivolo evita anche che venga
eventualmente rilasciato il colore su parquet, marmo o
moquette. Per la pulizia quotidiana dei tappeti in lana basta
passarvi sulla superficie l’aspirapolvere. Per lavarli, invece,
si consiglia di sottoporli a lavaggi a secco in una tintoria o
lavanderia specializzata. E’ sconsigliato sulla lana il lavaggio
con il vapore, che potrebbe con le alte temperature rovinare
la qualità di tale materiale. Anche i tappeti in Aquatech
possono essere quotidianamente puliti con un aspirapolvere
senza spazzole oppure, periodicamente, utilizzando una
soluzione di acqua fredda a cui aggiungere una piccola
quantità di detersivo neutro. Vanno evitati detergenti con
candeggina, spazzole abrasive e anche il lavaggio a secco.
Le singole macchie possono essere invece tamponate con
un panno pulito. Non utilizzare spazzole, utensili abrasivi,
candeggianti o solventi. Non lavare a secco. Nella pulizia
dei tappeti antichi o comunque contenenti seta occorre
procedere con particolare cura. Non usate mai il tradizionale
battitappeto che potrebbe rovinarli ma preferite sempre
l’aspirapolvere per la manutenzione quotidiana, facendo
attenzione a passarla in direzione delle fasce laterali e non
delle frange. Se volete poi pulirlo in casa in maniera più
accurata potete utilizzare una soluzione composta in parti
uguali di acqua e aceto bianco, a cui potete aggiungere
qualche goccia di shampoo neutro, in cui intingere un panno
che poi andrà strizzato in modo che rimanga umido ma non
imbevuto del liquido. Potete poi affidarlo, per una pulizia
da effettuare una volta l’anno o ogni due anni, a seconda
dell’ambiente e quindi al calpestio e al passaggio a cui è
sottoposto il tappeto, a un centro specializzato, evitando i
“lavasecco” tradizionali, che utilizzano solitamente sostanze
chimiche dannose per le fibre del tappeto. 
Wealth Planet magazine
63
Spazio aperto
ProArtLab
Saverio Mancino
Riprendiamo il discorso con Saverio
chiedendogli
una
più
dettagliata
descrizione di ProArtLab che risulta un
vero e proprio incubatore di idee e di
imprese.
Pro Art Lab viene inaugurato a luglio 2010, pensato come
un vero e proprio mini-hub di mezzi ed idee. Chiunque voglia
sviluppare la propria idea di business ha a sua disposizione una
struttura dove poter muovere i primi passi: attrezzature, logistica
ma soprattutto l’esperienza ed il supporto di professionisti del
mondo delle new technology, di esperti di strategie aziendali,
di guru della comunicazione, di consulenti societari, di esperti
della finanza anche agevolata (fondi europei, nazionali e
regionali). All’interno del PAL c’è anche una sala prove con
set fotografico e video; un impianto luci e audio, camerini
spogliatoi con doccia, magazzino per scenografie e una
sala riunioni. Il tutto dotato di rete wifi/lan e attrezzature
tecnologiche per test/prove oltre anche a collegamento live
web radio e web tv per poter realizzare workshop, barcamp,
show acustici/teatrali e conferenze stampa. 
64
Wealth Planet magazine
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Eventi
a cura di Juan Carlos Gallici
Docente e giornalista, nato in Argentina,
laurea a Còrdoba e Roma,
specializzazione a Viterbo
Ogni sgarro
verrà punito
Il 29 ottobre u.s. la prestigiosa Sala della Protomoteca del
Comune di Roma Campidoglio ha ospitato il 2° Convegno
Nazionale “EcoIncontriamoci” sulla Green Economy, per
una riflessione a tutto campo circa l’attuale stato della
coscienza ecologica dell’Italia e dell’Europa.
Il Convegno, organizzato dalla rivista “Eco-news - organo
informativo sulla sostenibilità ambientale” della rete di
associazioni dell’ecologismo italiano, è stato presieduto da
Simonetta Badini, Direttore Responsabile di Eco-news, e ha
annoverato i bei nomi del settore in Italia e in altri Paesi.
Hanno partecipato Ministri, esperti, professionisti,
ricercatori, politici, grandi managers pubblici e privati,
italiani e stranieri responsabili di segmenti sensibili nella
difesa della salute pubblica e della sicurezza e sostenibilità
ambientale, esperti nella raccolta e smaltimento rifiuti,
nella produzione di energia pulita e rinnovabile, nella cura
dei cittadini più esposti alle insidie della vita moderna,
nell’ambiente come fonte di lavoro e stimolo della sicurezza
generale, nei trasporti, nella alimentazione, nelle tecniche
di produzione e distribuzione alimentare, nei sistemi
sostenibili per lo sfruttamento razionale e non selvaggio
della terra, delle foreste, dei fiumi, dei mari, nelle tecniche
d’approccio a una Natura sensibile agli abusi, dalla
colpevole incoscienza della cementificazione, degli incendi
e alluvioni, al criminale super sfruttamento e inquinamento
malavitoso.
Insomma, un gran bel convegno cui ha partecipato anche
un buon numero di studenti liceali.
La riflessione d’obbligo è quella che ci interpella sul nostro
66
Wealth Planet magazine
ruolo in questo vasto e grandioso scenario. Le slides
proiettate ci hanno messo in contatto diretto con grandiosi
progetti dell’uomo nel campo delle energie sostenibili, di
quanto potrebbe essere il risparmio sulla bolletta energetica
se solo applicassimo alcuni accorgimenti, statistiche di chi
è avanti in Europa e chi indietro nel campo della raccolta
differenziata, quali sono i paesi più avveduti per volgere
tutto questo a vantaggio della creazione di posti di lavoro, di
quanto potrebbe crescere il PIL se solo fossimo d’accordo di
impiegare costose architetture industriali che certo qualche
problemino potrebbero pure crearci.
Ma dell’uomo, del suo mestiere di vivere, prosperare e
divertirsi su questa terra, sulla “sua sostenibilità” nella
Natura, nessuno si è ricordato.
E’ vero, tra i disastri, rovine, incuria, superficialità che
abbiamo visto, aleggiava questo elemento chiamato uomo,
ma non è venuta dai tanti esperti presenti una presa di
coscienza della sua incidenza sul sistema ambiente e sulle
sue vere o presunte colpe.
Di fatto se un pensiero sottile ha permeato la maggior
parte dei discorsi, è quello economico. L’uomo fa tutto ciò
che gli assicura vantaggi e profitto. Concepisce progetti,
fa raffinate ricerche, si impegna nella costruzione di
costosissimi congegni industriali solo se gli è garantito un
sostanzioso ritorno molto superiore all’investimento richiesto.
La storia dei popoli e la nostra in particolare, è piena di
esempi ed esperienze di questo tipo. Volgendo la memoria
al nostro vicino passato, constatiamo che molti dei grandi
disastri naturali sono stati provocati da assurdi interventi,
Eventi
vicini o lontani nel tempo, “contro natura”, solo perché
garantivano vantaggi immediati e duraturi. Vogliamo
ricordare disgrazie immani come le alluvioni di Sicilia, del
Salernitano, delle Cinque Terre e tantissimi altri? E che dire
dei disastri atomici, o chimici? (Bopal e Seveso insegnano)
Bene, tutti hanno in comune la follia di costruire cose in
zone a rischio riconosciuto. Solo perché portano comodità,
prestigio, denaro. I cittadini comuni potrebbero anche
ignorare i rischi e i pericoli, ma le autorità... no!. A livello
ufficiale e istituzionale sono cose ben conosciute. Perciò
costruttori, autorità e tutti gli organismi preposti al controllo
si rendono colpevoli dei disastri e morti “in differita” che
spesso accadano molti decenni dopo. Un bel funerale,
qualche protesta, e senza chiedere conti e ragioni si ritorna
alla normalità che normale non è.
Mi è capitato già di esprimere in queste pagine un pensiero
tanto semplice quanto fondamentale: anche noi uomini siamo
natura, come tutto quanto esiste nel Creato. Urge che l’uomo
acquisisca questa consapevolezza. E’ un elemento culturale
assente quasi dappertutto. Non sono i grandi progetti né
le grandi iniziative economico-industriali “sull’Ambiente” (e
noi fuori) che ce lo potranno dare, anzi. E’ quella stima,
quell’amore per noi stessi condiviso in natura con la Natura,
grande e piccola, visibile ed invisibile, gradita, sgradita o
opposta ai nostri momentanei interessi.
Questo pensiero ci potrà aiutare a capire sì che siamo degli
esseri un po’ speciali, superiori se vogliamo, ma sempre
“nell’Ambiente”, mai fuori. Perché qualsiasi ferita verrà
propinata da noi alla Natura, sarà una ferita inferta a noi
stessi. Prima o poi dovremo risarcire. In Natura ogni sgarro
viene punito.
Questa riflessione mi porta a pensare che il Convegno
sull’Ecologia e la Natura è stato sì una ottima performance
delle diverse componenti della nostra attuale cultura sociale,
ma dimenticando il ruolo esistenziale dell’uomo “in” essa e
l’influenza costante che esercita “su” di essa in ogni angolo
del pianeta, è rimasto più sul piano tecnico-economicosociale e meno su quello ecologico-antropologico
naturalistico. Peccato! Comunque, un plauso incondizionato
agli organizzatori per l’impegno profuso. 
Wealth Planet magazine
67
Eventi
68
Wealth Planet magazine
Etruria La Collina
Catering e Banqueting
Organizzazione matrimoni ed eventi
Il Menu Tipico
Aperitivo con
Prosecco, Analcolico, Cocktail di Frutta fresca, Sangria,
Stuzzichini caldi e freddi della casa
Buffet di antipasti con Angolo Cantina ed etichette regionali
Angolo dei formaggi
Tavola dei Formaggi con marmellate agrodolci in abbinamento
Parmigiano,
Treccia di Mozzarella di Bufala con salsa ai mirtilli
Angolo dei salumi
Tavola dei Salumi tipici Umbri con panini caldi,
Prosciutto tagliato in bellavista
Selezione di Formaggi con marmellate Agrodolce
Trancio di Bufala ai Lamponi
Angolo del freddo
Bresaola in carpaccio con ananas e noci
Lombetto marinato con sedano e pecorino
Insalata di farro con pachini, mais e asparagi
Finger Food di Orzo Perlato e gamberetti
Umbricelli Tipici con ragù di faraona
Cappellacci Assisani con pachini, basilico e ricotta salata
Stinco Tipico Umbro con demi - glace di cottura
Flan di spinaci
Patate Argent
Torta nuziale da concordare
Buffet di dolci
Tortino al Cioccolato caldo,
Bavarese alla frutta con salsa all arancia
Composta di Frutta fresca
Meringhe con panna e cioccolato
Vino bianco e rosso da scegliere
Spumante dolce e secco per brindare
Minerale, Caffè, carrello dei distillati
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ARTI MARZIALI
JU-JITSU
GERMAN OPEN
per il G.S. JU-JITSU Perugia
un argento e un bronzo
a cura del Mº Paolo Palma
Ancora un bel risultato
per il G.S. Ju-Jitsu Perugia,
al
recente
“German
Open” (6/7 Ottobre), il
più prestigioso fra i trofei
per Clubs che si tengono
in Europa durante la
stagione sportiva da
poco iniziata.
Il trofeo (J.J.I.F - E.J.J.F.)
si è disputato presso
l’imponente
“AugustScharttner-Halle”
di
Hanau (Francoforte), nel
quale sono state allestite
ben 10 aree di gara.
Il Maestro Massimo Bistocchi
Alla
competizione,
prevista in due giornate, hanno partecipato oltre 600 atleti,
appartenenti a 120 club e provenienti da 16 Nazioni. Per
la specialità "Fighting System", la società del Presidente M°
Massimo Bistocchi ha schierato 5 atleti: Jessica Scricciolo
(18 anni, Campionessa Europea Under 21, cat. 55 kg),
Andrea Calzoni (15 anni, Campione Europeo Under 18,
cat. 50 kg), Alessio Scricciolo (15 anni), Adolfo Lizzi
(19), Betim Beja (24 anni).
Il team era accompagnato dagli allenatori Paolo Palma e
Raffaele Calzoni.
Jessica Scricciolo (55 kg), per l’occasione iscritta nella
classe senior, al primo incontro superava l’avversaria
tedesca per manifesta superiorità tecnica (full-ippon) e al
secondo la norvegese Knutsen per 9 - 6. Approdata in finale,
Jessica cedeva alla Campionessa Mondiale in carica della
70
Wealth Planet magazine
categoria, la tedesca Sonnemann, conquistando comunque
un prestigioso argento.
Andrea Calzoni (55 kg - Under 18), dopo avere agevolmente
passato il primo turno, perdeva la concentrazione al
secondo match e si faceva superare da un atleta russo.
Approdato ai ripescaggi, sfoderava tutti i colpi del proprio
repertorio tecnico, da applauso le tecniche di calcio al viso;
nella finale per il bronzo, il nostro dominava l’avversario
belga, il podio era suo.
Alessio Scricciolo (60 kg - Under 18), un pizzico di sfortuna
negava il terzo posto all’atleta perugino, che partiva in
quarta e liquidava in sequenza l’avversario tedesco e il
polacco, poi veniva fermato in semifinale dal russo; nella
finalina si batteva ad armi pari, per un soffio gli sfuggiva il
bronzo: bravo comunque.
Betim Beja (69 kg senior) e Adolfo Lizzi (69 kg Under
21): in queste due categorie di assoluto livello e affollate
(25 - 30 partecipanti), i due atleti si sono ben comportati
conquistando degli onorevoli piazzamenti. Il M° Massimo
Bistocchi, visibilmente soddisfatto, si è complimentato
con i suoi ragazzi ed il team allenatori. Inoltre il Maestro
Benemerito, in qualità
di D.G. della squadra
Nazionale Azzurra,
sta lavorando sulla
rosa degli atleti da
convocare in vista dei
Campionati Mondiali
Senior, in programma
a Vienna, dal 29
Novembre
al
2
dicembre 2012.
MEDITERRANEAN
SLOVENIJA
JU-JITSU OPEN
per il G.S. JU-JITSU Perugia
due ori, un argento e due bronzi
Una nuova Cintura Nera fra gli
atleti della Società perugina
Ottimo risultato per il G.S. Ju-Jitsu Perugia, al recente
“Mediterranean Ju-Jitsu Slovenija Open” prestigioso Trofeo
che si è tenuto sabato 27 ottobre a Dobova (Slovenia),
appuntamento Internazionale di alto livello.
Alla competizione hanno partecipato atleti di club
provenienti da svariate nazioni tra le quali, oltre Italia e
Slovenia anche Francia, Belgio, Austria e Germania, tanto
per citare le più rappresentative.
Per la specialità "Fighting System", la società del Presidente
M° Massimo Bistocchi (che a livello federale riveste la
carica di D.G. della Nazionale) si è presentata con 6 atleti:
Jessica Scricciolo (18 anni, Campionessa Europea Under
21, cat. 55 kg), Andrea Calzoni (15 anni, Campione
Europeo Under 18, cat. 50 kg), Gabriele Bazzucchi (14
anni), Alessio Scricciolo (15 anni), Gianmarco Corbucci
(16 anni), Betim Beja (24 anni).
Il team era accompagnato dagli allenatori M° Paolo Palma
e Istr. Raffaele Calzoni.
Jessica Scricciolo (cat. 55 kg): per l’occasione iscritta nella
classe Senior, disputava 3 incontri, superando agevolmente
2 atlete austriache, rispettivamente per 11 - 1 e 12 - 4.
In finale si confrontava con la collega di Nazionale
proveniente da Genova, aggiudicandosi il match per 11 - 6
e la relativa medaglia d’oro. Prosegue nel migliore dei modi
la preparazione di Jessica, convocata dal D.G. Bistocchi
per i Mondiali Seniors, in programma a Vienna dal 30/11
al 2/12.
Andrea Calzoni (cat. 55 kg - Under 18): ben concentrato,
dimostrava di essere in giornata, vincendo 3 incontri
prima del limite per manifesta superiorità tecnica. Nel suo
repertorio, da applauso le tecniche di calcio al viso, oltre
a spunti interessanti nelle fasi di lotta in piedi e a terra. In
sintesi, sfodera la classe da Campione Europeo.
Gabriele Bazzucchi (cat. 50 Kg - Under 18): nel
corso della finale si portava in vantaggio nei confronti
dell’atleta sloveno, in seguito, alcune disattenzioni dettate
dall’inesperienza, lo portavano a subire la rimonta da parte
dell’avversario, al termine del match si doveva accontentare
dell’argento.
Gianmarco Corbucci (cat. 81 kg - Under 18): partiva
sfavorito per il riacutizzarsi di un infortunio alla coscia
dx subito in allenamento. Nonostante tutto superava il
primo turno contro l’avversario sloveno, perdeva di misura
l’incontro successivo, ma stringendo i denti vinceva la finale
per il bronzo. Encomiabile.
Alessio Scricciolo (cat. 60 kg - Under 18): partiva con il
piede giusto, vincendo per Full Ippon (manifesta superiorità
tecnica) il confronto con l’avversario della Serbia; perdeva
la concentrazione al turno successivo, perdendo di misura.
Nella finale per il bronzo si riscattava, aggiudicandosi in
match nettamente.
Grazie al punteggio acquisito con la medaglia di bronzo,
Alessio Scricciolo ha raggiunto il grado di Cintura Nera
agonista.
Betim Beja (Cat. 69 kg - Senior): come al solito categoria
affollata e di assoluto livello; il coraggioso atleta lottava con
tutte le forze contrapposto ad atleti blasonati ed esperti,
conquistando alla fine un onorevole quinto posto.
Il M° Massimo Bistocchi, visibilmente soddisfatto per il
risultato, grazie alle medaglie conquistate dai suoi atleti
all’Open di Slovenia, arricchisce ulteriormente il palmares
del titolato club perugino.
Wealth Planet magazine
71
Eventi
Intervista al
Coach Fabio Bovari
a cura di Mirina Hoxha
Intervistiamo l’allenatore della Wealth Planet Perugia targata
Gecom Security Perugia militante nella serie B1 nazionale
di pallavolo femminile...
Coach Bovari una nuova stagione di serie B
sta iniziando, con quali stimoli e quali obiettivi
affronterete questo campionato?
Questa nuova stagione senz’altro è piena di stimoli e
di obiettivi. Il fatto di giocare al Palazzetto Evangelisti
sicuramente ci stimola e ci dà entusiasmo ed allo stesso
tempo ci rende consapevoli di essere innanzi ad un
palcoscenico importante.
L’obiettivo primario sarà quindi quello di divertirci e di far
divertire cercando di trovare sempre nuovi consensi tra il
pubblico e tutti insieme percorrere una stagione positiva.
Come avete costruito in estate la Gecom Security?
Abbiamo mantenuto l’intelaiatura della passata stagione
caratterizzata dalle prestazioni di Tosti, Cruciani, Marcacci,
Corbucci, Rocchi cercando di seguire una politica di
rafforzamento basata sull’innesto sia di atlete giovani e
promettenti, vedi Puchaczeschi, Montechiarini, Gradassi,
sia sull’esperienza della Delfino.
72
Wealth Planet magazine
Le atlete si sono già ben integrate tra di loro creando un
gruppo affiatato e unito.
Coach Bovari cosa pensi della divisione delle
GECOM S.
umbre in due gironi?
Penso
cheFulvio
la serie
un campionato
nazionale
e che
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quindi possa succedere quanto accaduto quest’anno,
personalmente aggiungo che sei derby (andata e ritorno)
avrebbero aggiunto un po’ di pepe al girone e abbassato
qualche costo di trasferta in più.
Le tue prime impressioni sulla squadra...
Penso che sia una squadra ben affiatata e ben equilibrata
tecnicamente. Le componenti sia giovani che di esperienza
mi lasciano ben sperare per un campionato positivo.
Vedo molto entusiasmo e sicuramente affronteremo tutte le
partite al massimo della motivazione.
Su cosa state lavorando?
Stiamo lavorando sia sull’aspetto di perfezionamento
tecnico per le più giovani, sia sull’aspetto fisico per un
campionato che non abbia alti e bassi e sull’intesa tattica.
Il lavoro che stiamo facendo è sicuramente molto duro
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Eventi
anche per integrare tutte le componenti ma come ti dicevo
l’entusiasmo è davvero notevole.
Che differenze pensi ci siano rispetto allo scorso
anno?
Ogni anno ha la sua storia legata a molteplici fattori.
Chiaramente ogni anno ogni squadra cerca di potenziarsi e
di far tesoro delle esperienze degli anni precedenti.
Sicuramente il fatto di avere un intelaiatura di base ben
affiatata, che ha già giocato un anno insieme, potrebbe
fare la differenza.
Rispetto all’anno precedente il girone ha perso il Lazio ad
appannaggio delle Marche ed Emilia che come risaputo
hanno un livello standard piuttosto elevato.
Come vi muovete nel settore giovanile...
Abbiamo creato insieme alla Grifo Volley del Presidente
Bettini ed alla School Volley del Presidente Mandò, Projet
Volley Perugia che vuole essere un contenitore sportivo che
unisce la realtà della Serie B a quella delle Serie C e D, di
I e II divisione oltre ad un settore di giovanili ed under che
sicuramente nel futuro faranno la differenza.
Pertanto Projet Volley Perugia vuole mettersi in evidenza
per il suo progetto unitario e complessivo con un settore
giovanile già importante che vuole diventare ancora più
ricco e promettente per le categorie superiori.
Coach Bovari un tuo pensiero finale...
Sono molto ottimista sulla bontà del progetto che racchiude
una serie di componenti importanti e professionali. Penso
che se sapremo rimanere uniti, entusiasti e con i piedi
per terra, senza rinunciare a sognare, si potranno fare
cose positive. Di più per scaramanzia non dico, ma invito
tutti i lettori al Palasport Evangelisti perché sicuramente il
divertimento non mancherà.
Ps Lista Atlete
4
13
6
9
5
3
10
8
11
12
7
Marcacci Lucia
Schepers Lena
Cruciani Corinna
Montechiarini Alessia
Corbucci Peters Debora
Cruciani Cristina
Tosti Silvia
Puchaczeschi Jessica
Gradassi Katerina
Delfino Martina
Vipera Benedetta
1
2
Rocchi Luisa
Pompili Renata
Lista Dirigenti e Ruoli
Presidente - M. Patiti
Vice Presidente - E. Lana
Vice Presidente - A. Bartoccini
Direttore Sportivo - A. Sarnari
Dirigenti e Consiglieri - G.L. Ascione, F. Bartoccini,
G. Bettini, S. Bizzarri, M.L. Bomba, E. Cavallucci,
C. Cerquaglia, F. Fondacci, M. Hoxha, R. Hoxha,
B. Hoxha, S. Indino, F. Patiti, M. Poggioni, I. Serrone, M.
Tarini, S. Tecchio, V. Tecchio, S. Volpi.
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Eventi
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Roma
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Ven, 07/09/2012 - Mar, 18/09/2012
da Aleksandr Puškin
Coreografia John Cranko
NAPUCALISSE
Ven, 28/09/2012 - Sab, 29/09/2012
Musica Giorgio Battistelli
Versi e Drammaturgia Mimmo Borrelli
LA BOHÈME
Mer, 26/09/2012 - Ven, 26/10/2012
Musica di Giacomo Puccini
Regia di Franco Zeffirelli
LES PÊCHEURS DE PERLES
Mar, 16/10/2012 - Giov, 25/10/2012
di Georges Bizet
Regia Fabio Sparvoli
RAYMONDA
Mer, 03/10/2012 - Sab, 13/10/2012
di Marius Petipa
Messa in scena Sergej Vikharev
HISTOIRE DU SOLDAT
Ven, 30/11/2012
Musiche Igor Stravinskij
Con Peppe Servillo
SIEGFRIED
(DER RING DES NIBELUNGEN)
Mar, 23/10/2012 - Dom, 18/11/2012
di Richard Wagner
Direttore Daniel Barenboim
LA TRAVIATA
Mer, 05/12/2012 - Sab, 15/12/2012
di Giuseppe Verdi
regia Ferzan Ozpetek
RIGOLETTO
Mar, 06/11/2012 - Sab, 17/11/2012
di Giuseppe Verdi
Regia Gilbert Deflo
LOHENGRIN
Ven, 07/12/2012 - Giov, 27/12/2012
di Richard Wagner
Direttore Daniel Barenboim
ROMÉO ET JULIETTE
Mer, 19/12/2012 - Mar, 08/01/2013
Musica Hector Berlioz
Coreografia Sasha Waltz
FALSTAFF
Mar, 15/01/2013 - Mar, 12/02/2013
di Giuseppe Verdi
Regia Robert Carsen
NOTRE-DAME DE PARIS
Dom, 10/02/2013 - Mar, 05/03/2013
Coreografia e libretto Roland Petit
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Wealth Planet magazine
LO SCHIACCIANOCI
Giov, 27/12/2012 - Mer, 02/01/2013
di Pëtr Il’ič Čajkovskij
RUSALKA
Sab, 19/01/2013 - Mar, 29/01/2013
di Antonin Dvořák
IO SO CHE TU SAI CHE IO SO
Mar, 02/10/2012 - Dom, 28/10/2012
di Rodolfo Sonego
MOMENTO DI FOLLIA
Mar, 30/10/2012 - Dom, 25/11/2012
di Sam Bobrick
regia Silvio Giordani
EVA CONTRO EVA
Mar, 27/11/2012 - Dom, 23/12/2012
di Mary Orr
regia di Maurizio Panici
L’ANATRA ALL’ARANCIA
Mer, 26/12/2012 - Dom, 20/01/2013
di Marc Gilbert Sauvajon
regia Carlo Alighiero
MASCHIO CRUDELE
Mar, 22/01/2013 - Dom, 17/02/2013
di Pierre Chesnot
Regia Silvio Giordani
CHE NOTTE... QUELLA NOTTE!
Mar, 19/02/2013 - Dom, 17/03/2013
di Carlo Auteri
con Patrizia Pellegrino e Enrico Guarneri
IL BOSS DI BOGOTÀ
Mar, 19/03/2013 - Dom, 14/04/2013
di Alain Reynaud Fourton
regia Carlo Alighiero
MI PIACI PERCHÉ SEI COSÌ
Mar, 16/04/2013 - Dom, 12/05/2013
scritto e diretto da Gabriele Pignotta
LA LOCANDIERA
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Eventi
Manuela Minelli
Giornalista e scrittrice
Ha pubblicato il romanzo “C’è odore di cuore” (Giraldi
Editore), scritto una dozzina di commedie musicali e vinto
diversi premi letterari. Vive a Roma con due figli, sei gatte
e due gatti maschi, un setter irlandese, due bassotti nani
e un compagno evidentemente molto paziente. Nel raro
tempo libero si dedica alla cucina, studia danze africane
e programma viaggi in posti inconsueti.
Un uomo e una donna si incontrano in rete dopo il
“messaggio in bottiglia” che lei lancia alla ricerca di un uomo
ideale e reale allo stesso tempo, che sappia essere amico
ma soprattutto amante. La regola è chiara: nessun incontro
vero, nessuna immagine ad accennare volti e corpi, ma solo
l’immaginazione e il resoconto puntuale (quasi voyeuristico)
di ciò che il “desiderio” porta a sperimentare. Ecco che
nasce un epistolario unico e irripetibile, in cui l’erotismo
si unisce al sentimento, all’ironia e al sogno per vincere
la monotonia e la solitudine che permeano inevitabilmente
la vita di ognuno di noi. Il mix che risulta è dirompente
e stuzzicante: il sesso non è solo appagamento carnale,
ma crea un legame con l’altro potente e indissolubile,
che la distanza e “l’inconsistenza” della rete non solo
non riescono a scalfire, ma addirittura potenziano in
una spirale di desiderio incontenibile e totalizzante. Un
romanzo indimenticabile, stimolante e “gustoso” che vi
condurrà nei meandri dell’erotismo più libero e disinibito
senza mai scadere nella volgarità. Perché il sesso, se vissuto
autenticamente e nel totale rispetto di sé e degli altri, non
ha niente di peccaminoso ma è una delle vie più autentiche
per ritrovarsi e apprezzarsi.
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Le pietre
OROSCOPO
Ariete: governato da Marte. Sono associate tutte le pietre la cui
gamma di colori spazia dal rosso fino al violaceo. Se vi serve forza
ed energia, affidatevi al Corallo Rosso o al Rubino che accrescerà
la vostra vitalità. Per purificare il sangue, i reni, il fegato scegliete
invece l’Eliotropio, che vi aiuta anche a trasformare l’energia
sessuale in creativa e a combattere lo stress.
Toro: governato da Venere. Sono associate tutte le pietre verdi,
colore proprio di Venere. Potrete quindi scegliere lo Smeraldo che
vi porterà amore, equilibrio e comprensione o la Giada Verde
che vi garantirà coraggio, giustizia, saggezza e longevità. Lo
Smeraldo si rivelerà utile anche nella guarigione nei problemi di
vista. Indossate invece la Tormalina Verde per sostenere la vostra
forma fisica, purificando il vostro corpo e assicurarvi denaro e
successo.
Gemelli: governato da Mercurio. Vengono associate tutte
le pietre cangianti e gialle. Adatto al vostro segno è quindi
il Topazio, che ha la funzione di controllare l’emotività e di
stimolare la spiritualità. Associata a Mercurio, potete invece
scegliere l’Agata che vi aiuterà a stimolare la mente e ad
aumentare la vostra concentrazione e si rivelerà utile sia per il
lavoro che per lo studio. Se desiderate avere buonumore, gioia di
vivere, creatività e iniziativa, essere dinamici ed estroversi, avere
più autostima e grinta necessaria per affrontare tutte le situazioni,
la Citrina è la pietra adatta.
Cancro: governato dalla Luna. Vengono associate le pietre
bianche e lattiginose. La pietra abitualmente attribuita al vostro
segno è la Perla che ha la funzione di addolcire, calmare e
portare equilibrio. Per le donne che desiderano una gravidanza o
vogliono aumentare la loro femminilità è particolarmente indicata
la Pietra di Luna (Adularia).
Leone: governato dal Sole. Vengono associate le pietre gialle
o molto luminose. La pietra simbolo del segno è di norma il
diamante, la più brillante di tutte le gemme, che infonde energie
e sostegno nella salute ai nativi del segno, alleviando tensioni
nervose e depurando l’organismo da troppe tossine. Il diamante
aiuta inoltre nella meditazione e a focalizzare meglio come
ottenere ciò che desiderate. Per stimolare la vostra creatività e
aumentare la fiducia in voi stessi è particolarmente indicata
l’Ambra.
Vergine: governato da Mercurio. Sono associate le pietre grigie,
cangianti e opalescenti. Pietra del segno è considerata lo Zaffiro,
che può indirizzare energie di guarigione e amore su chi ne ha
bisogno. Per rinforzare la memoria e utilizzare al meglio l’intuito e
la razionalità, oltre che a contrastare l’insicurezza e la paura, sarà
particolarmente utile la Kunzite. A livello fisico sono consigliati
il Quarzo rutilato, molto utile contro la stanchezza, o l’Agata,
considerata un ottimo energetico capace di dare forza a tutti i
livelli.
Bilancia: governato da Venere. Sono associate le pietre verdi.
Per l’amore è consigliata la Tormalina Verde, magari incastonata
in un ciondolo o in un anello, che vi infonde anche un po’ di
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praticità. Nei momenti in cui vi sentite un po’ sottotono scegliete
invece l’Opale: la sua azione vi infonderà un po’ di carica
energetica. Utile nella professione la Malachite, che mantiene
chiaro l’obiettivo e rafforza la capacità critica. Per migliorare
invece la vostra sensulità indirizzatevi al Crisoprasio; per attrarre
l’amore non c’è niente di meglio che indossare il quarzo rosa
incastonato in anelli, pendenti, bracciali e soprattutto collane.
Scorpione: governato da Plutone. Vengono associate le pietre di
colore rosso. La pietra del segno è il rubino, che vi protegge da
tutte le negatività, da danni fisici o malattie e l’agata, che favorisce
la rigenerazione e la crescita, la resistenza corporea e rinnova
potenza e vitalità. La corniola aiuterà i nativi a raggiungere i propri
traguardi, fornendo la giusta spinta e ambizione. Ispira inoltre
una positiva, coraggiosa fiducia in se stessi ed è particolarmente
utile contro i disturbi intestinali, epatici e nervosi. Per attrarre
l’amore indossate la Rodocrosite, che stimola ad essere attivi e
spontanei e a manifestare i propri sentimenti.
Sagittario: governato da Giove, vengono associate le pietre azzurre
o indaco. Pietra tipica del segno è il Turchese che ha una funzione
tipica protettrice e garantisce vitalità a tutto il corpo.
Utile sia in amore che nella professione, per sviluppare l’intuizione,
la conoscenza, la comprensione di se stessi e degli altri, e per
favorire la comunicazione è invece l’Azzurite.
Capricorno: governato da Saturno. Sono associate le pietre
nere e scure. Pietra tipica del segno è l’Onice che aiuta i nativi
a superare eventuali difficoltà, stimolandoli costantemente a
realizzare la propria individualità e regolarizza gli impulsi sessuali.
Per caricarsi di energia potete invece scegliere l’Opale nero, utile
anche come stimolante e antidepressivo. Per la professione è
indicata la Tormalina Nera, la pietra del comando, che rende
capaci di influenzare mentalmente le altre persone. Per la salute
invece potete scegliere l’Ossidiana, indicata soprattutto in caso di
traumi e contro i dolori.
Acquario: governato da Urano. Vengono associate le pietre
scure, blu, viola e nere. Tipicamente la pietra associata al segno
dell’Acquario è il Quarzo, che aiuta a portare ordine nei pensieri
e chiarire la mente, o lo Zaffiro Blu particolarmente utile per la
salute o l’amore. Il Cristallo di Rocca, particolare tipo di quarzo,
considerato purificatore e protettore, apporta invece ai nativi
energia, potenziando la loro forza vitale.
Pesci: governato da Nettuno. Vengono associate le pietre
azzurre o luminose. I pesci sono molto sensibili e quindi devono
utilizzare delle pietre per proteggersi, come, ad esempio,
l’Ametista e l’Acquamarina, considerate proprio le pietre
del segno, che proteggono i nativi e fanno aumentare la loro
energia vitale. L’Amestista, in particolare è utile per aumentare
l’autostima, rafforzare la volontà, la memoria, l’autocontrollo, e
aumenta l’attività onirica. Per l’amore può essere utile indossare
un’acquamarina incastonata in un anello o in un ciondolo, in
quanto aiuta ad esprimere liberamente i pensieri e i sentimenti.
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