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“sono una ragazza fortunata”
Periodico bimestrale numero 5 - anno 4 Settembre - Ottobre 2012 La rivista del benessere globale “sono una ragazza fortunata” Salute Benessere Cultura Società Ambiente Fashion Design Sport Perugia - San Sisto Via T. Albinoni, 58 Perugia - Stazione Minimetrò Pian di Massiano Trevi - Centro Commerciale Piazza Umbra Città di Castello - Centro Commerciale Castello Spoleto - Centro Commerciale La Torre www.bartoccini.it Sommario INTERVISTA Juliana Moreira 52 4 PERSONAGGIO Intervista al Generale Ignozza 58 8 SALUTE, BELLEZZA E BENESSERE La scoperta della penicillina Biscottini integrali Attività motorie e sportive nel ciclo di vita La ginecomastia puberale Aloe vera Verruche, cosa sono e quali rimedi Il dolore addominale 4 10 14 16 18 22 24 28 CULTURA E SOCIETÀ Lo sport in Italia agli inizi del ‘900 32 La storia di sempre! 34 La terra e l’uomo 36 S.r.l. semplificata 40 Come registrare un marchio 42 L’ispirazione46 Cinema sotto la torre pendente 50 66 SPAZIO APERTO Grand Canyon 52 Tate Modern 56 Biocarburante dal whisky scozzese 58 L’elettricità verde 60 Là sul tappeto 62 ProArtLab64 EVENTI Ogni sgarro verrà punito 66 L’Accademia italiana di poesia 68 Ju-Jitsu70 Intervista al coach Fabio Bovari 72 Andiamo a teatro 76 Manuela Minelli 78 Oroscopo, Le pietre 80 10 36 56 8 22 Wealth Planet magazine 1 GECOM S.p.A. Via Avv. Fulvio Croce, 14 - 52100 Arezzo - Tel. 0575 411166 - www.gecom.biz Editoriale Direttore Editoriale Direttore Responsabile G.Laura Ascione Massimo Poggioni La cultura potrà ancora salvarci? Rintronamento da Social network La frase che sentiamo dire spesso è che in tempo di crisi non si può spendere per la cultura e probabilmente, rispecchia il pensiero di molti. Leggiamo e sentiamo dire ovunque che l’arte in tutte le sue accezioni è la vera ricchezza dell’Italia, ”l’oro bianco”, che le bellezze presenti sono uniche e vanno conservate e promosse, ma alle parole, come possiamo ben vedere, non seguono i fatti perché nessuno punta su di essa come veicolo di crescita economica, dimenticando che con la finezza dello spirito si può superare il disagio nel quale ci stanno infognando la maggior parte dei volgari predatori a cui, oltretutto, ci stiamo assuefacendo. I nostri studenti sono sempre più diseducati alla lettura, all’analisi e all’inventiva; a scuola sono sempre più diffusi test o sistemi simili dove lo spazio al ragionamento, all’opinione e alle idee è sempre più ridotto a caselline dove apporre una x. Se l’apprendimento diventa un diritto di proprietà non riuscirà più ad essere universale e questo impedirà la crescita sociale portandoci ad un nuovo medioevo, ritrovandoci come servi della gleba, nelle mani di pochi eletti con rendite parassitarie, che ancor più prospereranno sulla pelle di chi, per mancanza di possibilità economiche, non sarà in grado di accedere alla cultura. Nulla da accepire sull’importante ruolo divulgativo di Facebook, Twitter ed altri social che con una velocità che batte il dispaccio militare il messaggio raggiunge in pochi secondi milioni di persone. Nulla da eccepire anche sul ruolo sociale che queste sofisticale strutture svolgono, in cui si recepiscono in tempo reale notizie e comunicati più o meno importanti. Qualcosa invece da eccepire su come gran parte delle persone usano tale mezzo; molto spesso appare come un blog (ma senza un moderatore purtroppo), in cui ognuno dice la sua in merito a svariati argomenti, dove la fantasia supera la realtà e con continui e ripetuti messaggi fino a alla nausea. Che dire poi dei grandi filosofi che grazie ad una accurata procedura di copia-incolla si spacciano per i Seneca del web, gente che ad ascoltarli non saprebbero spiccicare una parola, apri Facebook e te li ritrovi piantati lì, a tutte le ore e a tutti i minuti che dispensano frasi d’amore, concetti spirituali e aforismi di ogni tipo e per tutti i gusti. FB è anche questo, la possibilità di darti 45 min per dire una frasetta senza commettere errori. E sulle amicizie? Siamo diventati amici anche dei soldatini del Risiko pur di fare numero, gente a cui non hai mai rivolto la parola ti trovi ad accettare quasi per forza la loro amicizia e se li incontri ti giri dall’altra parte, come del resto hanno sempre fatto con te. Questo sistema di comunicare ci ha talmente rintronati che anche i politici, capi di stato e amministratori fanno uso dei Social per veicolare i loro comunicati ai cittadini invece di servirsi dei canali istituzionali che noi stessi assoldiamo attraverso i finanziamenti pubblici (uffici stampa, giornalisti, esperti in comunicazione etc.). I veri amici si guardano negli occhi e se sono lontani gli facciamo una bella telefonata perché solo dai loro sguardi e dalle loro parole percepiamo se hanno veramente bisogno della nostra compagnia o del nostro aiuto. Periodico bimestrale Iscr. Trib. di Montepulciano n. 321 13/05/2009 Direttore Responsabile Massimo Poggioni Direttore Editoriale G. Laura Ascione Resp. Comunicazione Francesco Patiti Edito da Wealth Planet Perugia Presidente Massimo Patiti Stampa Tipografia Pontefelcino Pg Si ringraziano tutti i collaboratori Wealth Planet magazine 3 a cura di G. Laura Ascione Quando si parla di te vengono alla mente i concetti di bellezza e simpatia, pensi che siano importanti o addirittura determinanti per una carriera professionale? Secondo me la bellezza conta fino ad un certo punto, più che altro penso che la tv veramente trasmetta qualcosa alle persone a casa e credo che la simpatia sia fondamentale, non solo in tv ma in qualunque ambiente lavorativo; le persone devono ricordarsi che siamo tutti uguali e quindi dobbiamo trattare tutti allo stesso modo, un sorriso può cambiare la giornata di una persona. Il tuo rapporto lavorativo con Teo Mammuccari? Con Teo mi trovo sempre benissimo a lavorare, lui è uno showman completo: presenta, canta, suona la chitarra, improvvisa e mi fa morire dal ridere quindi, si può dire che con lui, mi sono divertita molto a lavorare. Per scherzare, cosa avete in comune te e il Gabibbo? Siamo solari io e il Gabibbone, diciamo che siamo bambini dentro e giochiamo sempre. La televisione italiana viene accusata spesso di mostrare in modo gratuito e volgare la bellezza femminile, tu cosa nei pensi? Oh mamma mia, domanda difficile...io, parlo per me almeno, non penso di essere stata usata così in video, ed è proprio per questo che ai bimbi e alle donne sono rimasta simpatica. 4 Wealth Planet magazine Prossimi progetti? Ci sono delle cose ma niente di concluso, quindi spero che si avverino e poi ve lo dico! Comunque mi sto preparando. Come pensi di conciliare maternità e carriera ? Penso che sia una cosa molto importante sia per la mamma che per i bimbi. Ho la fortuna di avere mammutella, la mamma di Edo, la mia non c’è più, ma sono sicura che mi sarebbe stata accanto. Mammutella mi sta vicino sin da quando Lua è nata, che è innamorata della sua nonnetta e le piace un sacco stare con lei, così io sono tranquilla quando lavoro. Lavorare fa bene al corpo e all’anima e poi quando torni a casa si possono riempire di coccole baci e abbracci i nostri piccolini. A cosa hai pensato abbracciando per la prima volta la piccola Lua Sophie? Non riesco a descriverlo è una delle emozioni più forti che un essere umano può provare, non sembrava vero, come non lo è tuttora. Dico sempre ”ma tu eri dentro la mia pancina? Ma come è possibile? E come è possibile che sei arrivata da così poco tempo ed io ti possa amare così tanto?” Ritornata velocemente in forma! Ci sveli il tuo segreto? Ci sto provando ancora a mettermi in forma. Dopo la gravidanza ci vuole tanto impegno, diciamo che sono fortunatissima ad avere tra i miei migliori amici Elisa Calzolari, una maestra e insegnante di Muay Thai, una Intervista arte marziale che pratico ormai da 3 anni; e Max Fromboluti che è una delle prime persone che ho conosciuto in Italia. E’ uno dei più bravi personal trainer di Milano. Sto facendo 3 o 4 allenamenti alla settimana di Muay Thai e altri 3 con Max in palestra. Mi fanno a pezzi questi due, ma è anche un bel lavoro che mi rende ogni giorno più soddisfatta....gli voglio tanto bene. Come è nato il tuo amore per le arti marziali e in particolare per il Ju-Jitsu? Ero la più piccola con un fratello di 8 anni più grande di me che guardava tutti i film di Bruce Lee e tutti gli altri. Già volevo praticarli tutti, principalmente per picchiare mio fratello, ma anche perche volevo essere quella ragazza del film che lotta contro i cattivi, così quando ho iniziato ad andare in palestra in Brasile, il Ju-Jitsu mi ha affascinato, anche se ne ho praticato veramente poco con qualche lezione di Boxe. Poi in Italia, nel 2009 sono andata per la prima volta con Edo in vacanza in Thailandia e ci siamo appassionati tutti e due a questa arte marziale, che pratichiamo tuttora. Il Muay Thai è una delle arti più complete, lavora tutto il corpo e sono compresi pugni, calci, gomitate e ginocchiate, ma anche se sembra violento vedrete sempre all’inizio di un combattimento un rituale che si chiama Ram Muay. E’ un balletto bellissimo che ringrazia la tua famiglia, i tuoi maestri, la tua squadra. Durante il combattimento anche se ci si fa male c’è sempre rispetto per l’avversario, il che vuol dire tanto. Provieni da una terra bellissima ma anche difficile e impegnativa nel sociale, hai mai avuto modo di renderti utile anche in questo campo? Se si come? Sia in Brasile che in Italia? Sono una ragazza fortunatissima, oggi ho tutto e ringrazio sempre Dio per quello che mi ha dato. Vengo dal Brasile e ho vissuto sulla mia pelle la povertà e tante difficoltà, ma sono cresciuta sana e con i principi che mia mamma e mio papà mi hanno insegnato. Per questo sarò sempre la stessa, perché mi ricordo chi sono e da dove vengo. Edo fa una cosa bellissima da ormai molto tempo, ha fondato un’Associazione per dei bambini in Nepal e ogni anno va di persona a vedere e controllare che tutto vada bene. Quando mi è possibile seguirlo nel mio piccolo cerco di fare quello che posso, se volete saperne di più andate sul sito www.italiapronepal.it Wealth Planet magazine 5 1 Profilo Aziendale Valori Affidabilità Svolgiamo il nostro lavoro in modo professionale, coerente, preciso ed affidabile. Trasparenza Le nostre attività sono trasparenti, rispettose di norme, procedure e regolamenti esistenti nel pieno ed esclusivo interesse del cliente. Riservatezza Tutte le informazioni che riguardano l'attività e gli interessi dei clienti non saranno divulgate senza specifica autorizzazione. Lealtà Il rapporto di QSA con ciascuno dei suoi collaboratori è basato sulla fiducia, lealtà e fedeltá reciproche, perseguendo congiuntamente gli interessi e gli obiettivi prestabiliti. Attenzione alle persone Lavoriamo per la crescita personale e professionale nostra e dei nostri clienti, sforzandoci di condividere e di trasmettere le nostre conoscenze e di contribuire a creare un ambiente di lavoro piacevole e stimolante. Certificazioni Q.S.A. è certificata per i seguenti campi di attività: - progettazione e sviluppo di sistemi di gestione per la qualità, l'ambiente e la sicurezza; - progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione in materia di sicurezza e salute dei lavoratori; "Q.S.A. è un soggetto accreditato dalla Regione Umbria per la Formazione" Consulenti di provata esperienza al Vs. servizio nel campo: sicurezza sul lavoro antincendio formazione qualità igiene degli alimenti Via del Conservificio, 28 S. Martino In Campo - 06132 Perugia Tel. 0756099160 - Fax 0755738593 A Vs. disposizione per qualsiasi informazione Personaggio Intervista al Generale Ignozza a cura di Mirina Hoxha Generale, il suo impegno nel Coni...un’esperienza di chi per anni ha fatto della professionalità e delle idee un vero e proprio cavallo di battaglia, da qui il consenso e la simpatia del mondo dello sport e non solo. Generale, Le chiediamo: lo sport in Italia può avere un ulteriore sviluppo e a che condizioni? Nonostante questo sia un momento difficile per il mondo dello sport e non solo, io sono ottimista per quanto riguarda la rinascita ed un ulteriore sviluppo del nostro paese e dello sport stesso. Affinché questa ripresa nell’ambito sportivo sia possibile, è necessario che tutti ci adoperiamo per “recuperare” in primis gli adolescenti che, in una fascia di età che va dai 14 anni ai 20 anni, abbandonano le attività sportive. Tale abbandono determina conseguenze negative allo sviluppo fisico; l’assenza dell’attività fisica 8 Wealth Planet magazine causa varie problematiche fisiche, ed una socializzazione diversa dell’adolescente. A mio parere, l’esasperato agonismo a cui molti ragazzi vengono sottoposti, molto spesso involontariamente, è da ritenersi una delle cause dell’abbandono delle attività sportive. Ciò che abbiamo sbagliato nel corso degli anni è stato quello di non valorizzare gli aspetti fondamentali del mondo sportivo cioè la capacità dell’ambiente, non solo di creare dei buoni atleti, ma anche dei buoni cittadini che, attraverso il confronto e lo sport riescono a crescere. Personaggio La storia ci insegna che in ogni epoca, in ogni periodo storico lo sport è sempre esistito ed è stato fondamentale da un punto di vista sociologico, psicologico e addirittura politico. Lei ritiene che ancora oggi possa essere altrettanto fondamentale, ovvero cosa Lei proporrebbe ad un uomo che si è affacciato in debito d’ossigeno in questo terzo millenio? Lo sport aiuta a diventare degli uomini migliori, rispettosi delle regole, aiuta a dare importanza al gioco di squadra non solo nello sport ma nella vita stessa. Nessuno di noi, nel corso della propria vita sarà in grado “di vincere una partita” giocando da solo. Ognuno di noi rappresenta il 99% di forze e volontà e avremmo comunque sempre bisogno di quell’1% per arrivare. Lo sport ha giocato nel corso dei secoli dei ruoli importanti anche nell’ambito politico proprio perché esso va di pari passo con lo sviluppo dell’uomo. Oggi nel periodo storico e sociale in cui ci troviamo consiglierei a chi si avvicina al mondo dello sport di farlo con il desiderio di riuscita insito nell’animo dello sportivo, ma allo stesso tempo consapevole dei rischi a cui va incontro. Oggi i dirigenti o il presidente di una società sportiva devono avere delle conoscenze amministrative e finanziarie per non andare in contrasto con le leggi vigenti. Sono chiare le difficoltà che sta attraversando lo sport e le federazioni a vari livelli, difficoltà economiche in primis, difficoltà strumentali, difficoltà di ordine organizzativo oseremo dire politico... Quali potrebbero essere le soluzioni politiche che Lei vorrebbe proporre alle istituzioni, agli sportivi, alle persone comuni che attraverso una sana attività fisica farebbero risparmiare allo stato decine di milioni di euro? A mio avviso è necessario riguardare le regole dell’approcciarsi al mondo sportivo: è necessario fare una legge che sia una “legge sportiva” che tuteli anche chi non svolge un’attività sportiva a livello agonistico ma fa anche delle semplici passaggiate. Per tutelare i cittadini ritengo che sia opportuna la presenza dei medici e dei defibrillatori presso ogni percorso e impianto sportivo. Tutti i cittadini devono essere messi nelle condizioni di fare sport con beneficio primario per la loro salute e di conseguenza per le risorse dello stato. di formare una classe dirigente sportiva con delle nuove potenzialità, garantendo così attraverso la formazione una tutela per gli stessi dirigenti o presidenti delle società sportive. Statuti, regolamenti, l’evoluzione “fiscale” hanno giustamente dettato nuove discipline al mondo dello sport; potrà uno sport sempre più “disciplinato” evolvere verso professionalità e vere competenze? I regolamenti e le leggi vanno rispettate ma bisogna favorire a mio parere una legislazione a favore e non penalizzante per il mondo sportivo. Bisogna avere un occhio di riguardo per le piccole società sportive che fungono da ambiente di aggregazione dove si forma il cittadino attraverso lo sport. Porre il mondo sportivo sotto ad una lente d’ingrandimento senza prima formare “gli addetti ai lavori” porta sempre più ad un vero e grave allontanamento dal mondo sportivo e di conseguenza viene a mancare un mezzo per potenziare lo sviluppo del cittadino attraverso il confronto e di conseguenza una vera e propria crescita. E’ necessario incentivare il volontariato a livello giovanile facendo capire che attraverso le conoscenze presenti nel mondo dello sport è possibile trovare degli sbocchi lavorativi. Lo sport deve diventare un “accompagnatore” non sono nel mondo sportivo ma anche nel mondo lavorativo. La figura del Coni in questo momento è più che mai necessaria in quanto deve aiutare a stabilire le linee da seguire per far sopravvivere lo sport. Generale, una frase per i nostri lettori, ed un augurio per la nostra squadra che milita nella serie Nazionale di Pallavolo B1 femminile e che quest’anno debutta all’Evangelisti? Come Presidente del Coni vi auguro che portiate in alto il nome di Perugia; come sportivo vi auguro di avere sempre lo spirito di squadra, il valore dello sport e il fair play. Come genitore vi auguro che continuiate a valorizzare lo sport senza concentrarsi solamente nei risultati e vi auguro anche che lo sport vi aiuti a crescere e vi renda migliori. Una domanda della quale ci preoccupa sentire la risposta, il mondo del volontariato sta scomparendo? Per gestire una società sportiva oggi è necessario che a farlo sia un volontario manager. Mi spiego meglio: mentre qualche anno fa a gestire le società sportive erano dei volontari in pensione oggi non è più possibile. Le leggi che riguardano il mondo sportivo hanno fatto sì che alla figura di un dirigente o presidente vengano affiancate delle competenze nuove. L’obiettivo prossimo del Coni è quello Wealth Planet magazine 9 Salute, Bellezza e Benessere a cura della Dott.ssa Maria Luisa Bacosi Università degli Studi di Perugia Le battaglie in campo medico: i farmaci che hanno trasformato il rapporto fra l’uomo, la malattia, il dolore. La scoperta della penicillina L’uomo ha sempre cercato di combattere le malattie, di gestirle, divinizzarle o razionalizzarle. La Storia della Medicina nasce con l’uomo originandosi dal bisogno innato nella nostra specie, di capire e di curare i malanni che lo affliggono. Con questo articolo inizia un racconto sulle più grandi scoperte in campo farmacologico fatte da medici e biologi che hanno permesso di curare, in alcuni casi di debellare e di alleviare malattie e dolori e giungere alle conoscenze e alle potenzialità attuali. Iniziamo il nostro percorso raccontando la storia della scoperta della penicillina, evento che segnerà l’inizio di una delle più grandi vittorie della scienza: la sconfitta dei batteri. Non è possibile comprendere l’importanza della scoperta degli antibiotici senza immergersi per un attimo nella situazione sanitaria di fine Ottocento. Malattie batteriche come la tubercolosi, la pertosse, il tetano o anche una semplice ferita potevano gettare la vita di una persona nel dramma. La sifilide e la gonorrea, tenute nascoste per vergogna sociale, rappresentavano un flagello; i bambini morivano soffocati dalla difterite e il tifo e il paratifo causavano febbri intestinali che portavano velocemente alla morte. Inoltre durante la Prima Guerra Mondiale anche delle semplici ferite si potevano trasformare in infezioni gravi, 10 Wealth Planet magazine degenerando in cancrene putride dove solo l’amputazione dell’arto poteva salvare il malato, anche se poi rischiava di morire di sepsi a causa della mancanza di sterilità operatoria. A metà dell’Ottocento la concezione della trasmissione della malattia era ancora legata ad una visione di “miasmi”, vapori densi di veleno presenti nell’aria. Nel 1876 un giovane medico tedesco, Robert Koch, dedicava il suo tempo all’osservazione al microscopio di microbi messi a crescere su piastre di coltura. A qualche centinaio di chilometri Pasteur e Joubert stavano lavorando a quello che sarà uno dei più grandi cambiamenti nel mondo scientifico: la nascita del “paradigma infettivo” che si impose sulla visione galenico-ippocratica della diffusione della malattia. Sempre in Germania un microbiologo, Paul Ehrlich, portava avanti una teoria tutta sua: trovare “un proiettile magico” che agisse come bersaglio mirato da sparare contro i germi, salvaguardando l’obiettivo malato, cioè l’uomo. Nel frattempo Robert Koch aveva isolato e coltivato il Bacillus anthracis, responsabile del carbonchio nell’animale e il Mycobacterium tuberculosis, agente eziologico della tubercolosi. La necessità di rompere i vecchi schemi aveva oramai colpito il mondo scientifico alla fine dell’Ottocento: una Salute, Bellezza e Benessere nuova scienza stava nascendo e non c’era scienziato che non si entusiasmava di fronte ai microbi. In un’altra parte dell’Europa, a Londra, il biologo e farmacologo Alexander Fleming aveva intuito le proprietà antibatteriche delle lacrime e della saliva. Si racconta che durante un attacco di raffreddore abbia starnutito involontariamente sopra una piastra di coltura batterica accorgendosi poi che in alcune zone non erano nate colonie batteriche. Nacque così la scoperta del lisozima, un enzima capace di provocare la lisi di alcuni batteri. Ma la scoperta più grande avvenne per caso. Nel 1928 Fleming rientrando nel suo laboratorio dopo una vacanza osservò che una muffa di colore blu, aveva parzialmente invaso delle piastre di agar seminate con stafilococchi e in quelle zone c’era stata la lisi delle colonie batteriche. Paragonò l’evento simile al fenomeno osservato durante il suo starnuto: unica differenza al centro dell’area c’era una muffa. La molecola antibatterica elaborata dal fungo Penicillum notatum fu chiamata penicillina, ma l’idea di studiare il principio antibatterico fu messa da parte a causa della estrema difficoltà di ottenere quantità di questo antibiotico Il mondo aveva avuto il suo grande cambiamento ma ancora era difficile poter usare questa scoperta, approfondirne l’importanza e tradurre in pratica queste osservazioni. Nel 1939 l’inglese Howard Florey e il tedesco Ernst Boris Chain ripresero gli studi di Fleming cercando di capire come poter estrarre penicillina “purificata” e più stabile chimicamente anche perché le proprietà antibiotiche venivano distrutte da numerosi agenti chimici, come per esempio gli acidi presenti nello stomaco. C’era un altro problema che affliggeva l’intera umanità: le grandi perdite umane durante le guerre. Un esercito poteva essere distrutto più dalle malattie che dal nemico. Durante la Guerra di Crimea (1854-56) ci furono più morti per dissenteria che per mano dei Russi; il tifo uccise migliaia di soldati nella campagna napoleonica di Russia (1812). In Italia tra il 1915-18 si diffuse la tubercolosi portando alla morte centinaia di persone. Era assolutamente urgente produrre in larga scala la molecola, in un momento in cui incombeva la Seconda Guerra Mondiale e la ricerca di sostanze in grado di contrastare le infezioni che i soldati contraevano in battaglia causando grandi perdite umane, era urgente. La risposta a questo problema arrivò dall’America che fornì i fondi economici per la produzione in larga scala. A Peoria, nell’Illinois, il Northern Regional Research Laboratory coltivava la muffa in grandi vasche in cui veniva aggiunta aria sterile, per fornire ossigeno alla muffa aerobica, e il corn steep liquor, residuo liquido del granoturco, che incrementava di dieci volte la produzione dell’antibiotico. Nel 1941 divenne operativo l’Office of Scientific Research and Development fondato da Franklin D. Roosvelt: lo scopo di questo istituto, oltre quello di portare enormi quantità di denaro, era quello di centralizzare, dirigere e tenere rigorosamente segreti tutti i dati scientifici, per metterli poi a disposizione delle truppe alleate contro il Giappone e la Germania. Vi lavoravano alcune delle tre più importanti ditte farmaceutiche la Merck, la Squibb e la Pfizer. Nel novembre del 1942 un incendio in un night club di Boston provocò la morte di centinaia di persone. I soccorsi furono coordinati dai militari e fu consentito ai medici di utilizzare quello che fino a quel momento era considerato un farmaco coperto dal “segreto di stato”. Pochi giorni dopo, il 2 dicembre il Boston Globe scriveva:”scorte di polizia di quattro stati hanno accompagnato la spedizione di un farmaco sconosciuto tanto prezioso da non avere prezzo, proveniente dal laboratorio di Rahway, New Jersey, della Merck & Co, per curare le vittime dell’incendio…”. La scoperta e poi la produzione su larga scala di questo farmaco ha alleggerito l’umanità intera dalla piaga delle malattie infettive: una piccola molecola, definita “l’anello magico” per la sua struttura molecolare circolare, alla quale si sarebbero legate le sorti di migliaia di vite umane. Nel 1945 fu conferito il Nobel per la medicina e la fisiologia a Fleming, Florey e Chain. “La storia della penicillina ha qualcosa di romanzesco e aiuta a illustrare il peso della sorte, della fortuna, del fato o del destino, come lo si vuole chiamare, nella carriera di ogni persona”. (A. Fleming) Wealth Planet magazine 11 SAGI srl - Via Galileo Galilei, 61 - Capocavallo Corciano - Perugia (Pg) Tel 075.605171 - Fax 075.605202 [email protected] - www.terreumbre.net Salute, Bellezza e Benessere Ingredienti 250 gr. di farina integrale 90 gr. di zucchero semolato 1 uovo 50 gr. di acqua tiepida 50 gr. di olio di semi mezzo cucchiaino di lievito per dolci scorza di un’arancia grattata Preparazione Versare la farina, lo zucchero semolato, la scorza dell’arancia e il lievito per dolci in una bacinella. Aggiungere l’olio, l’acqua e l’uovo; mescolare e formare una palla che riponiamo in frigorifero per 20 minuti. Nel frattempo accendiamo il forno e lo scaldiamo a 180°C. Formare delle palline un pochino più grandi di una nocciola e metterle su una placca con la carta forno; bagnarsi le dita e schiacciare leggermente le palline. Cuocere in forno a 180°C per 20 minuti. All’impasto potete aggiungere gocce di cioccolato, fichi secchi tritati grossolanamente o pinoli tostati leggermente in padella per qualche secondo. Per dare un sapore ancora più rustico potete sostituire lo zucchero semolato con pari quantità di zucchero grezzo di canna. Biscottini integrali 14 Wealth Planet magazine Pizzeria Stuzzicheria Antipasti Insalate Dolci Bibite Freschezze Macedonie Contorni Frutta di stagione Consegna a domicilio 11.30 - 14.30 • 18.30 - 22.30 Zone di consegna: Ospedale Madonna Alta Ellera Ferro di Cavallo Zona Stadio Cortonese Pizza Party a domicilio per informazioni contattaci Fai lievitare la tua voglia di pizza ...ma anche SCUOLA DI PIZZA con corsi serali e pomeridiani tutto targato API "La mia passione? Inventare ogni giorno nuove ricette e nuovi sapori" Daniele Carruba Via Donizetti 91/D - S. Sisto Perugia - 075.5279100 - 338.5401390 Salute, Bellezza e Benessere Attività motorie e sportive nel ciclo di vita: correlati cognitivi, affettivi e sociali a cura della Dott.ssa Barbara Bertocci - Psicologa, Psicoterapeuta, Vice Presidente Associazione per i Diritti degli Anziani (A.D.A.) Il movimento, inteso come attività globale dell’organismo che coinvolge tutti gli apparati, svolge un importante ruolo nella protezione della salute e del benessere lungo tutto il ciclo di vita dell’individuo (WHO, 2004). Un regolare e moderato impegno in attività fisiche o sportive, infatti, offre la possibilità di sviluppare e mantenere una buona forma fisica, con conseguenze positive per la salute degli individui. Muoversi migliora la forza muscolare, la flessibilità del corpo, la resistenza allo sforzo, la circolazione, la funzione intestinale e anche il ritmo sonno – veglia. Da ricerche risulta inoltre che l’essere coinvolti nell’attività fisica (praticare qualche sport o fare semplicemente passeggiate) si associa, dopo otto sports, oltre a fornire benefici fisici, offre al bambino e all’adolescente l’opportunità di partecipare a contesti regolamentati dove si può fare esperienza di sé e degli altri, potenziare il corpo e ampliare gli orizzonti della mente. L’attività motoria, in questa fase della vita, rappresenta inoltre un’occasione per confrontarsi sia con i coetanei, sia con gli allenatori che possono rivestire un importante ruolo educativo nello sviluppo al pari di altri adulti significativi, quali i genitori e gli insegnanti (Rabaglietti et al., 2007). Il praticare una regolare attività fisica nell’età adulta – anziana assume invece prevalentemente un ruolo essenziale nel mantenimento di un’elevata capacità fisica generale, di contrasto ai anni, ad una minore disabilità fisica, a minori patologie e a un minor numero di ricoveri ospedalieri occorsi nel tempo. Mantenere un buon coinvolgimento nelle attività di movimento influisce positivamente sul benessere psicologico: migliora il tono dell’umore, l’autostima e l’autoefficacia, porta a sentirsi più attivi, a darsi maggiori obiettivi da raggiungere nella vita, a rafforzare la propria immagine corporea, a stimolare la socializzazione e a potenziare le capacità comunicative. L’esercizio fisico assume poi particolari declinazioni a seconda delle fasi del ciclo di vita. Per quanto riguarda in particolare la fanciullezza e l’adolescenza, il praticare cambiamenti che si verificano con il passare degli anni nei sistemi cellulari e negli organi. L’attività fisica consente il miglioramento della funzione muscolare e della flessibilità della colonna vertebrale, favorendo la stabilità posturale e riducendo significativamente il rischio di cadute. Il movimento in età geriatrica, attuato prevalentemente attraverso l’attività fisica adattata, riduce l’obesità, l’incidenza di diabete e di ictus ischemici, la comparsa di alcune forme di neoplasie e l’insorgenza di malattie cardiovascolari, così come può migliorare il tono dell’umore, anche attraverso il recupero di una realistica e positiva immagine del proprio sé corporeo. 16 Wealth Planet magazine Salute, Bellezza e Benessere Praticare esercizi fisici, adeguati all’età ed alla persona, può indurre l’anziano ad avere un atteggiamento sano nei confronti del proprio corpo che invecchia, ad accettarlo e ad imparare personalizzate strategie per fronteggiare l’invecchiamento ed integrare i cambiamenti psicofisici che questo comporta. Studi recenti stanno evidenziando inoltre il valore protettivo dell’esercizio fisico nei confronti dell’efficienza cognitiva della persona anziana. In particolare i benefici sembrano essere maggiori quando l’attività fisica viene svolta per diverse settimane e almeno tre volte alla settimana e non in modo saltuario (Zambianchi, Ricci Bitti, 2012). Nonostante i benefici apportati dall’attività fisica per gli adulti e gli anziani delle volte è difficile “rimettersi in gioco” e contrastare la sedentarietà. Sicuramente è più facile che pratichino una regolare attività fisica coloro che considerano questa attività come piacevole ed utile e credono veramente che questa porti a benefici sulla salute. Possedere, anche in età avanzata, un orientamento temporale centrato sul futuro, secondo gli autori, può essere considerato una vera e propria “risorsa interna” che favorisce la costruzione di progetti e attività tese a raggiungere un obiettivo ritenuto importante. Sono poi importanti la percezione di sentirsi capaci di svolgere quegli esercizi ed il possedere un’alta motivazione intrinseca (fare le cose per la gioia e al soddisfazione di farle e non per ricompense esterne). Il percepirsi supportati e non giudicati negativamente e anche l’avere altri amici che si muovono con regolarità stimola l’iniziare a compiere movimenti. In letteratura si trovano invece quattro motivazioni alla base della riluttanza a praticare l’attività fisica: il pensare di compiere uno sforzo eccessivo, il percepire una mancanza di tempo per svolgere queste attività (talvolta basta aggiungere tra le righe della propria agenda uno spazio da dedicare al movimento), il ritenere di avere un precario stato di salute e identificare ostacoli esterni logistici (ad esempio la troppa distanza tra la casa e la palestra). Ci sono comunque molte persone che iniziano a fare sports o ad andare in palestra ma che poi, poco dopo, lo interrompono. Da diversi studi risulta che sospendono l’attività fisica con più probabilità le persone in sovrappeso, i fumatori e coloro che inizialmente la percepivano come uno sforzo. Quelli che hanno un’alta motivazione interna, il sostegno del partner, tempo disponibile, un facile accesso alle strutture e chi crede nel valore di mantenersi in forma ed in salute, invece, continuano con più probabilità tale tipologia di attività. Nonostante questi potenziali correlati affettivi, cognitivi e sociali dell’attività motoria e sportiva siano conosciuti da tempo, essa stenta a trovare ascolto a livello scolastico e spesso non si inserisce in modo adeguato nella vita delle persone adulte - anziane. Per far opera di prevenzione e conoscenza credo sia utile un dialogo tra popolazione, istituzioni ed associazionismo. Forse, infatti, non tutti conoscono i percorsi A.F.A. bassa ed alta disabilità che le associazioni portano avanti da tempo in collaborazione con le USL o non sono al corrente delle possibilità offerte dal territorio in termini di sentieri e piste ciclabili. Credo infatti che proprio la conoscenza di ciò che accade nel contesto in cui si vive possa essere promotore di cambiamenti. BIBLIOGRAFIA: Rabaglietti E., Mussella G., Gemelli F., Cairano S., Miroglio T. (2007), La salute in movimento. Le abilità e abitudini motorie dei bambini, Psicologia della Salute, 3, 9 -26 WHO (2004), Global strategy on Diet, physical Activity and health, WHO, Ginevra Zambianchi M., Ricci Bitti P.E. (2012), Invecchiamento positivo, Carocci editore, Roma Wealth Planet magazine 17 Salute, Bellezza e Benessere La ginecomastia puberale Quando il seno si sviluppa anche nel maschio a cura del Prof. Adriano Falorni - Pediatra In corrispondenza della regione mammaria si può accumulare tessuto, di solito adiposo, così da creare anche nei soggetti di sesso maschile un rigonfiamento (pseudoginecomastia). Si parla di ginecomastia vera quando si ha accumulo di tessuto ghiandolare, Questo termine, che deriva dal greco “dal petto simile a quello di donna”, si usa quando il volume della ghiandola mammaria 18 Wealth Planet magazine supera 0.5 cm di diametro. Nei soggetti di sesso maschile può rappresentare un problema complesso che richiede appropriati accertamenti diagnostici. Nell’età evolutiva, tuttavia, è di solito un evento transitorio che non assume significati di rilievo riscontrandosi in un’ampia percentuale di soggetti sani. Essa compare in due periodi della vita del bambino: subito dopo la nascita “ginecomastia neonatale” Salute, Bellezza e Benessere e durante lo sviluppo sessuale “ginecomastia puberale o dell’adolescente”. Durante la maturazione puberale questo reperto si osserva con particolare frequenza. In oltre due terzi dei ragazzi, in questa fase, si rileva sotto l’aureola iperplasia del tessuto ghiandolare. Si tratta di un aumento di volume molto variabile, talvolta limitato ad un solo lato, ma che per lo più si presenta bilateralmente. Il seno appare leggermente dolente alla palpazione e la consistenza è variabile. Insieme con quella che si osserva nel neonato, la ginecomastia dell’adolescente è da considerare un evento del tutto normale. Il quadro si esaurisce nel volgere di qualche mese o entro uno-due anni; tuttavia, quando il turgore mammario si allarga oltre i limiti dell’areola mammaria e appare più evidente, suscita un comprensibile stato di disagio nel ragazzo che può avere problemi di ordine psicologico anche non trascurabili. Il fatto di vergognarsi a mostrarsi nudi ai coetanei crea difficoltà a frequentare le piscine, le spiagge o allo svolgimento di attività sportive di gruppo. Secondo le dimensioni dell’ingrossamento mammario si distingue una ginecomastia di grado lieve o moderato. Quando le dimensioni superano i 5 cm di diametro è possibile che l’areola mammaria ed il capezzolo protrudano sulla superficie cutanea come in un seno femminile sviluppato. Si parla allora di “macroginecomastia puberale” che, fra l’altro, può persistere più a lungo di quanto indicato. Naturalmente queste definizioni lasciano spazio ad un ampio margine di valutazione anche ai fini di un’eventuale decisione terapeutica. Il meccanismo che provoca questa condizione non è completamente chiarito. Per quanto riguarda la ginecomastia dell’età neonatale essa è attribuita al passaggio di ormoni femminili materni che per breve tempo esercitano il loro effetto anche nel maschio. La ginecomastia dell’adolescente dipende da un transitorio squilibrio ormonale con temporaneo eccesso di estrogeni rispetto agli ormoni sessuali maschili. Un ruolo chiave sarebbe svolto da un enzima, l’aromatasi, che contribuisce a questo squilibrio trasformando localmente ormoni sessuali maschili in estrogeni. Un eccesso di produzione di questo enzima è alla base della ginecomastia familiare riconosciuta come forma ereditaria. La variabilità delle dimensioni mammarie può derivare anche dalla diversa sensibilità soggettiva dei recettori tissutali che rispondono allo stimolo ormonale. Sotto il profilo diagnostico questa forma di ginecomastia si caratterizza per la comparsa parallela allo sviluppo puberale e la successiva regressione spontanea. Quando compare fuori da questo periodo ha un significato diverso assumendo quello di sintomo di una patologia di vario tipo. Si tratta in genere di malattie su base endocrina, fra le quali i deficit di sviluppo sessuale del maschio. Altri casi possono derivare da prolattinoma, un tumore delle cellule dell’ipofisi deputate alla produzione di prolattina, o a eccesso di ormoni tiroidei. Meno frequente è l’osservazione di sviluppo della ghiandola mammaria derivante dall’assunzione di alcuni farmaci o direttamente di ormoni femminili anche assorbiti attraverso la cute, come per i bambini che restano contaminati da prodotti di creme contenenti estrogeni, o per ingestione di carne bovina da allevamenti di animali trattati con estrogeni. Quest’ultimo evento, tutt’altro che infrequente in passato, è oggi assai meno probabile in virtù dei controlli assidui, specialmente sulle carni provenienti dall’estero. Sotto il profilo terapeutico la ginecomastia dell’adolescente richiede prevalentemente l’intervento medico teso a rassicurare il ragazzo, sul suo significato e soprattutto sulla durata del problema. Solo in casi limitati può essere utile il ricorso a farmaci o talora anche alla chirurgia. Per entrambi l’indicazione deriva dall’entità dello sviluppo della mammella, che può comportare un ingrossamento residuo dovuto alla dilatazione della cute e all’ispessimento del tessuto connettivo sottocutaneo, che persiste anche dopo che il tessuto ghiandolare vero e proprio è regredito. L’indicazione principale resta il problema di ordine psicologico che ovviamente dovrà essere valutato caso per caso. Per il trattamento medico sono segnalati alcuni farmaci, che, peraltro, non portano la registrazione per il loro impiego in questa forma. Quello più indicato appare il tamoxifene, che è efficace anche a basso dosaggio e somministrato per periodi di due o tre mesi (non è frequente la necessità di impieghi più prolungati); a differenza di altri, esso offre scarsa probabilità di effetti collaterali data la limitata durata del trattamento. In casi particolari resta il ricorso al trattamento chirurgico correttivo. Salute, Bellezza e Benessere a cura del Dott. Giulio Lattanzi Farmacista, nutrizionista Aloe vera 22 Wealth Planet magazine Cari lettori, nel presente articolo mi sono fatto ispirare più che dalla fioritura o massima maturazione delle piante da enunciare, dalla presenza in molte località balneari del Nostro stupendo Mediterraneo di questa meravigliosa pianta, da molti spesso non riconosciuta o scambiata per comune pianta grassa, l’Aloe. L’Aloe vera è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà curative e benefiche; troviamo riferimenti e citazioni nella Bibbia e in antichissimi documenti come l’Antico Testamento, nei Vangeli e in documenti Arabi, Indiani e Cinesi. Il documento più antico in cui si fa riferimento all’Aloe vera pare sia il Papiro di Ebers (circa 1500 a.C.), attualmente conservato all’Università di Lipsia, nel quale sono elencate le proprietà salutari della linfa di questa pianta, così come veniva utilizzata nell’antico Egitto ove, tra l’altro, entrava nella formulazione dei preparati adoperati per il processo di imbalsamazione. Dioscoride, medico greco (20-70 d.C.), autore del più antico trattato di farmacologia a noi pervenuto, il “De materia medica” nel quale parla diffusamente delle erbe officinali, descrisse ampiamente i benefici effetti di questa pianta per la guarigione di piaghe, cicatrizzazione di ferite, protezione e sollievo contro scottature, pruriti e infiammazioni cutanee. E’ sorprendente come l’uso che viene fatto oggi giorno della pianta corrisponde all’uso che ne facevano gli antichi; infatti gli studi effettuati confermano che già più di mille anni fa se ne faceva un corretto uso. Cresce spontanea su terreni secchi e calcarei ma può anche essere coltivata tramite i semi o per propaggine. L’aloe è una pianta grassa dalle cui foglie si estrae, tramite lavoro manuale, un succo denso, chiamato anche gel. Quando si elenca la lista delle proprietà benefiche dell’aloe vera quasi si stenta a crederci. Sembra quasi di aver fatto un salto a ritroso nel tempo e di ascoltare le descrizioni entusiastiche di quei banditori che vendevano pozioni miracolose girando per le piazze del XIX secolo. Molta gente si chiede come sia possibile che una singola pianta presenti una cosi vasta gamma di benefici effetti. Come fa l’aloe vera ad essere uno dei più potenti agenti disintossicanti, uno dei più efficaci stimolanti del sistema immunitario, un forte agente antinfiammatorio, un analgesico, uno stimolante della crescita cellulare, un acceleratore di recupero dei tessuti, un antisettico, una ricca fonte di nutrienti ed un valido aiuto per la digestione tutto simultaneamente? Secondo uno dei più affermati nutrizionisti americani, la chiave del potere dell’aloe vera consiste nel suo ricco contenuto di una classe di zuccheri a lunga catena conosciuti come Mucopolisaccaridi; egli ritiene che gli quest’ultimi siano fondamentali per l’organismo come i mattoni per una casa. Normalmente si trovano in ogni cellula del nostro corpo, e siamo in grado di fabbricarli da soli nei primi dieci anni della nostra vita. In seguito dobbiamo affidarci a fonti esterne, e poche piante rappresentano una fonte più ricca dell’aloe vera. Quando viene consumata internamente come bevanda, usando il gel, l’aloe vera agisce da blando depuratore e disintossicante, attraverso il sistema digerente Salute, Bellezza e Benessere e penetrando nei tessuti. Spazza via le cellule morte superficiali, aiuta a rigenerarne delle nuove e favorisce un tessuto più sano, accelerando la guarigione delle ferite, lesioni ed ulcere; ha inoltre proprietà anti invecchiamento. La presenza di vitamine e in particolare di vitamina C e di vitamina E, insieme agli oligoelementi antiossidanti (manganese e selenio) nonché di altre sostanze come prolina e saponine, permettono all’organismo di contrastare meglio i radicali liberi e gli effetti dell’invecchiamento sull’epidermide. In base a recenti studi si è dimostrato come l’aloe vera possa sensibilmente prolungare la vita dei pazienti affetti da tumore e addirittura stimolare il loro sistema immunitario. In un esperimento effettuato su cellule di cancro umano si è appurato, iniettando direttamente in queste cellule un composto di aloe, la lecitina, quanto sia collegata l’attivazione del sistema immunitario con l’aloe. Infatti, le cellule a cui era stata iniettata la lecitina, hanno attivato una parte del sistema immunitario che a sua volta produce sostanze che attaccano il cancro. Pare inoltre che l’aloe favorisca la crescita delle cellule normali. Ma veniamo alle numerose proprietà del succo puro di Aloe Vera: assunto per via interna complessivamente esso depura l’organismo sia dalle tossine esogene, provenienti quindi dall’esterno, introdotte per via orale o respiratoria, che da quelle endogene, prodotte quindi direttamente dalle nostre cellule, come i cataboliti, aiutando così l’azione depurativa del fegato, dei reni e del sistema linfatico. Inoltre stimola e riequilibra il sistema immunitario, aumentando le difese dell’organismo; è di aiuto nei problemi ossei e articolari, come l’artrite; svolge una marcata azione eupeptica, colagoga, antinfiammatoria sull’apparato digerente, con effetto cicatrizzante, riepitelizzante, riequilibrante del pH e della flora batterica gastrointestinale. Il succo puro di Aloe Vera è perciò utile in caso di disturbi gastrici quali gastrite e ulcera, colite e colon irritabile, emorroidi ma anche reumatismi; la grande ricchezza di vitamine, minerali e aminoacidi fa del succo di Aloe Vera un ottimo antiossidante, nutriente e tonificante. Per uso esterno il gel di Aloe Vera è largamente conosciuto per le sue proprietà antinfiammatorie, lenitive, calmanti, idratanti, anestetiche, rinfrescanti, cicatrizzanti, antibiotiche, quindi il suo uso è ideale in caso di pelle secca e danneggiata, mani screpolate, irritazioni della pelle e ustioni, scottature solari, punture di insetti, prurito, abrasioni e dermatiti, lesioni ulcerative, piaghe, pustole della varicella pruriginose, nonché trattamenti pre-solari e doposole. Reperibile in Farmacia sotto varie forme farmaceutiche: succo, gel, pomata, crema, lozione, tintura madre, granuli omeopatici, gocce. Poi per dilettarci in cucina, vi consiglio un modo veloce, semplice e gustoso per assaporare questo Nostro prezioso frutto di stagione: Insalata Mediterranea con Aloe 400g di cuori di spinaci, 4 mozzarelle di bufala, 4 pomodori medi, 1 pizzico di origano, 2 cuori di sedano, 4 cucchiai di aceto balsamico, 200 cc di Aloe Vera, 100 gr di Olio di Oliva, un po’ di erba cipollina, peperoncino in polvere. Lavare gli spinaci e dividere le foglie, disporli su un piatto, lavare il cuore di sedano e tagliarlo a julienne. A parte tagliare i pomodori a rondelle e disporli a strati sopra gli spinaci, tagliare a fette la mozzarella e disporla sopra i pomodori alternando gli strati. Per il condimento: in una ciotola preparare il condimento con olio, aceto balsamico, erba cipollina, ALOE VERA GEL e peperoncino, aggiungere il sedano come ultimo strato versando la salsa a pioggia poi guarnire il tutto con origano.© Al prossimo appuntamento Farmacia C. “Le Fornaci“ Via F.lli Briziarelli n°17 - 06055 Marsciano - Tel. 075 8749453 [email protected] Wealth Planet magazine 23 V Salute, Bellezza e Benessere erruche Cosa sono e quali i rimedi? a cura della Dott.ssa Veronica Bellini - Medico chirurgo specialista in Dermatologia e Venereologia Esercitando l’attività ambulatoriale dermatologica ci si accorge che poche persone conoscono l’origine virale delle verruche cutanee e mucose, pur essendo largamente diffuse: rappresentano infatti circa il 15% delle visite specialiste di questa branca medica. Il responsabile è il papillomavirus (HPV). Quest’ultimo presenta vari sottotipi, identificati con dei numeri, che inducono le diverse varianti di verruca. Se pur la cosiddetta verruca “porro” o volgare è la più frequente (70%), esistono anche le verruche piane, filiformi, plantare gigante, morfologicamente molto diverse tra loro. Oltre che dal sottotipo di HPV in causa, l’aspetto che assume la verruca è influenzato anche dalla sede di localizzazione. 24 Wealth Planet magazine In particolare, le volgari sono comuni alle mani, le piane su viso e mani, le filiformi al viso, etc. L’insorgenza nell’arco di qualche settimana di una o più lesioni rosate, a superficie scabra, rilevate rispetto al piano cutaneo, pertanto palpabili, in una qualunque parte del nostro corpo dovrebbe indurci a rivolgersi ad un dermatologo per escludere o confermare l’ipotesi di una verruca. Peraltro, in genere non si associano ad alcuna sintomatologia, motivo per il quale spesso il paziente trascura le lesioni e si presenta dal medico in condizioni a volte di difficile gestione per il numero elevato delle verruche e per le loro grandi dimensioni. Una eccezione è la regione plantare dove frequente Salute, Bellezza e Benessere è il dolore che spesso è il primo sintomo che spinge il paziente a guardare la propria superficie plantare, non quotidianamente obiettivata come il viso o le mani, e scoprire la presenza di queste lesioni cutanee. In tale sede il dolore è legato alla crescita in profondità per la pressione esercitata dalla deambulazione che non permette un accrescimento al di sopra del piano cutaneo della verruca ma all’inverso, raggiungendo spesso una o più delle numerose terminazioni nervose della pianta del piede e pertanto provocando dolore a volte davvero insopportabile per il paziente e fonte di disabilità alla deambulazione. Data l’origine virale le verruche sono contagiose, sia per il paziente affetto che può diffondere le lesioni ad altre sedi corporee sia per eventuali contatti; pertanto, se pur è nota la possibilità che possano autoregredire, il loro trattamento è consigliato soprattutto per le volgari, le filiformi e le plantari. Le verruche piane, invece, di gran lunga più frequentemente vanno incontro a remissione spontanea, pertanto per queste l’attesa di 6 mesi/1 anno prima di intervenire è giustificata, anche alla luce del fatto che colpiscono spesso i bambini, sono per lo più multiple, in numero superiore a 10 e a frequente localizzazione al viso. In questo periodo di osservazione è consigliabile tentare di facilitare l’autorisoluzione con la somministrazione di integratori contenenti sostante naturali con proprietà immunostimolanti contro i virus cutanei (es. echinacea). La scelta del tipo di trattamento delle altre dovrebbe essere guidata dal dermatologo, ma effettuata assieme al paziente dopo aver presentato il ventaglio di possibilità in base alla sede della verruca e alla volontà dell’assistito che può preferire un trattamento domiciliare da autoeseguire, con suo maggior impegno, oppure, per mancanza di tempo a sua disposizione o di costanza, uno ambulatoriale eseguito dal medico. Dopo aver ascoltato le esigenze del paziente, sono la sede della verruca e l’età del soggetto a condizionare maggiormente la scelta terapeutica. Nel caso dei bambini, dato il sottile spessore dello strato corneo cutaneo, l’uso di dischetti medicati contenenti basse concentrazioni di acido salicilico permettono una percentuale di guarigione quasi del 100% già dopo 4-5 giorni di applicazione, peraltro senza dolore per il paziente. Vengono applicati sopra la verruca la sera, fissati con un cerotto e lasciati la notte; al mattino si rimuovono e di giorno non sono previste ulteriori applicazioni, né restrizioni comportamentali per il paziente. Nell’adulto i dischetti possono in alcuni casi essere risolutivi, ma in percentuale inferiore rispetto ai bambini e soprattutto per le sedi non plantari. In quest’ultimo caso possono essere preparatori ad altri trattamenti quasi sempre necessari. Nel caso delle verruche della pianta dei piedi è preferibile la crioterapia (“bruciatura a freddo” con azoto liquido, -195°C) alla diatermocoagulazione-DTC (“bruciatura a caldo” con diatermocoagulatore, +1200°C) per la possibilità di lasciate con quest’ultima esiti cicatriziali dolenti. La crioterapia non prevede l’esecuzione di anestesia locale, 26 Wealth Planet magazine in genere sono necessarie sedute multiple distanziate circa 2 settimane l’una dall’altra e non lascia ferita cutanea nell’immediatezze del trattamento; dopo alcuni giorni si può formare una vescico-bolla che dovrà essere opportunamente medicata al domicilio dal paziente. La DTC si esegue in genere in singola seduta, con infiltrazione di anestetico locale o, per piccole verruche, previa occlusiva con crema anestetica 1 ora prima del trattamento; l’esito è una ampia lesione erosivo-ulcerativa che anche in questo caso dovrà essere medicata dall’assistito nei giorni aseguire. Entrambi i trattamenti sopraindicati sono utilizzabili per le verruche volgare in altre sedi e le filiformi, oltre a metodiche di più recente impiego come il laser CO2, il Dye laser, etc. Un cenno infine ai numerosi metodi di rimozione delle verruche cosiddetti “della nonna” (es. applicazione locale di latte della pianta di fico, delle secrezioni vischiose della lumaca, etc.) frequentemente segnalati dai pazienti come efficaci in breve tempo e quasi miracolosi. E’ possibile ritenere che anche per questi esista un vago fondamento scientifico, se pur difficilmente dimostrabile; infatti, l’ipotesi è che l’induzione di un processo infiammatorio e la presenza di enzimi litici in queste sostanze possono essere responsabili della guarigione. Info: [email protected] Cell. 339 2370977 Studi medici Perugia (via Fonti Coperte 38E, tel. 075 5008626) Città di Castello (loc. Cerbara, tel. 339 2370977; loc. Trestina, tel. 075 854263) Spoleto (via Flaminia 94, tel. 0743 220217) Cortona (loc. Camucia, tel. 331 5437036) nec... la tua coscienza eco-logica N.E.C. - New Energy Center Sede legale: Via Boccea 326 - 00167 - Roma Sede amministrativa / operativa: Via Campo di Marte - PG Tel. (+39) 075 5001385 Fax (+39) 075 5016457 E-mail: [email protected] Il dolore addominale Un sintomo da interpretare a cura della Dott.ssa Elena Chini - Medico Chirurgo e Specialista Neurologo in formazione presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Siena Il dolore addominale rappresenta uno dei sintomi più frequenti che spingono il paziente a ricercare la consulenza del medico; secondo un recente studio epidemiologico compiuto negli USA risulta addirittura la seconda causa di visite ambulatoriali. Può trattarsi di un sintomo associato a molteplici ed eterogenee patologie che vanno via via esaminate ed escluse per arrivare a formulare la corretta diagnosi; per compiere questo percorso è indispensabile una raccolta anamnestica della storia del paziente che comprenda una valutazione accurata del tipo di dolore, della sua sede e caratteristiche temporale (modalità di insorgenza e durata), dei sintomi ad esso associati e delle manovre che possono provocarlo o esacerbarlo. Per definizione si tratta di una sensazione di fastidio soggettivo di intensità variabile che viene avvertita nella regione delimitata superiormente dal torace, 28 Wealth Planet magazine inferiormente dall’inguine; si tratta di una percezione veicolata dal talamo e dalla corteccia cerebrale attraverso la stimolazione delle terminazioni nervose nocicettive periferiche. Esistono vari tipi di dolore addominale. Il dolore viscerale di solito insorge lentamente e diventa profondo e difficilmente localizzabile, mentre il dolore somatico si presenta intenso e ben localizzato alla parete addominale, di solito aggravato dai movimenti o dalla tosse; il dolore riferito invece si sviluppa in una zona della cute a distanza dal viscere colpito ma con cui viene condivisa la stessa innervazione. I principali sintomi e i segni associati al dolore comprendono nausea, vomito, stitichezza, diarrea, disfagia, odinofagia, disturbi urinari e febbre e possono aiutare di volta in volta a chiarirne l’origine; allo stesso modo fondamentale è il ruolo dell’esame obiettivo, mirato 1 2 3 4 5 6 7 8 9 * 0# Salute, Bellezza e Benessere alla ricerca di segni associati come emorragie, traumi o masse che possono aiutare ad orientare il medico nella diagnosi prima che il paziente venga inviato ad eseguire esami invasivi e non sempre necessari. Il dolore addominale può essere suddiviso in due grandi capitoli: le forme di addome acuto che richiedono una tempestiva valutazione in regime di emergenza e spesso un trattamento chirurgico e le forme croniche in cui in genere è sufficiente la terapia medica. Il dolore addominale acuto risulta in genere legato ad un processo di infiammazione, perforazione, ischemia, emorragia o rottura di un organo situato a livello intraddominale; i quadri più frequenti comprendono appendicite acuta, colecistite acuta, pancreatite acuta, diverticolite acuta, occlusione intestinale, peritonite, gastroenterite, ischemia intestinale acuta, patologie urologiche come cistiti, litiasi ureterale, pielonefrite acuta e complicanze ginecologiche come endometriosi, cisti ovariche, torsioni annessiali, malattia infiammatoria pelvica, neoplasie e rottura di gravidanza a sede ectopica. I principali esami di approfondimento da affiancare all’occorrenza all’anamnesi e alla visita del paziente nell’iter diagnostico dei quadri di addome acuto comprendono innanzitutto indagini di laboratorio accurate con emocromo completo, test enzimatici di valutazione della funzionalità epatica e pancreatica (GOT/GPT, gamma-GT, fosfatasi alcalina, bilirubina totale e frazionata, amilasi, lipasi), elettroliti serici, creatininemia, azotemia, esame delle urine e, nelle giovani donne, beta-hCG. Il dolore addominale cronico si protrae nel tempo e in genere presenta un andamento con riacutizzazioni e riesacerbazioni; è riferibile a varie patologie quali ulcera peptica, ernia iatale, esofagite da reflusso, gastrite cronica, epatite cronica, pancreatite cronica, diverticolosi, neoplasie, malattie infiammatorie dell’intestino (morbo di Crohn, retto colite ulcerosa), celiachia, patologie renali e pelviche, porfiria, ipercalcemia, sindrome del colon irritabile. Soprattutto nelle forme croniche la raccolta di un’anamnesi accurata del paziente tra cui la valutazione della fluttuazione temporale della sintomatologia, il rapporto degli episodi algici con fattori scatenanti (es. miglioramento o peggioramento dopo i pasti, assunzione di determinati alimenti, fumo, stress…) e le variazioni ponderali possono aiutare in prima istanza il medico ad orientarsi nella diagnosi eziologica del disturbo. Gli esami strumentali che possono essere eseguiti durante l’iter diagnostico vanno dalla radiografia diretta dell’addome, all’ecografia addominale fino alla TC e all’elettrocardiogramma utile per escludere ischemia miocardiaca che, come ricordato, può manifestarsi con dolore a livello epigastrico. Dal punto di vista terapeutico, è fondamentale ricordare 30 Wealth Planet magazine sempre che il dolore addominale per quanto fastidioso rappresenta un meccanismo di difesa e un importante campanello di allarme di una possibile patologia associata; pertanto, malgrado l’ampia disponibilità di preparati sintomatici (ricordiamo tra i principali FANS, cortisonici, inibitori della secrezione gastrica, oppioidi, antispastici e antidepressivi) non si dovrebbe fare un abuso indiscriminato di farmaci che sedino il dolore prima di averne individuata la natura. Questa avvertenza raggiunge la massima importanza nei quadri di addome acuto in cui il mascheramento del sintomo può ritardare drammaticamente la diagnosi con grave rischio per il paziente. MAGLIERIA MADE IN ITALY fabiola ABBADIA S. SALVATORE (SI) MONTE S. SAVINO (AR) BAZZANO (BO) RIGUTINO (AR) BETTOLLE (SI) S. GIOVANNI VALDARNO (AR) CAPOLONA (AR) S. GIUSTINO UMBRO (PG) CESA (AR) SARTEANO (SI) FOIANO DELLA CHIANA (AR) SIENA FORTE DEI MARMI (LU) VIAREGGIO (LU) www.faby.it Cultura e Società Lo sport in Italia agli inizi del ‘900 a cura del Prof. Luigi Bertini - Università degli Studi di Perugia - Scienze Motorie e Sportive 1 32 D. Martucci, Gli Italiani e lo sport, Cappelli, Bologna, 1967, p. 10 Wealth Planet magazine maggiormente in quelle nazioni che avevano una potenza maggiore in questo campo; e poi da lì si sia diffuso in altri paesi tra cui il nostro. Così l’Italia, che aveva ereditato lo sport della Magna Grecia e di Roma, fu costretta ad importare nuovi sport da altri paesi europei. E’ noto a molti che il calcio italiano, ad esempio, sia nato da una propaganda svolta da inglesi, Alfonsa Rosa Maria Morini - detta Alfonsina - Giro d’Italia 1924 Ai primi del ‘900, la bicicletta, che è stato il primo mezzo di trasporto privato a livello di massa, verrà presto usata a fini sportivi: il mezzo meccanico, che accelera la velocità dell’uomo e moltiplica le sue possibilità di coprire le lunghe distanze, divenne subito un nuovo mezzo per confronti, sfide, gare, records. L’affermazione del ciclismo come sport popolare fu un fenomeno sociale molto rilevante, - nel 1909 la “Gazzetta dello sport” organizzò il 1° Giro d’Italia - anche se all’inizio le Società di Ginnastica consideravano il “velocipedismo”, un’attività che poteva allontanare troppo i giovani dall’educazione fisica in quanto tale. Nello stesso tempo si erano costituiti il “Touring Club Ciclistico Italiano” (1894), l’“Audax Italiano” (1898) e, più tardi, il “Corpo Nazionale Volontari Ciclisti Automobilisti” (1905) e il “Routier Autonomo Italiano” (1912). Stesso iter seguì lo sci, che nato come mezzo di trasporto e locomozione nei paesi scandinavi, si sviluppò ben presto anche da noi come disciplina sportiva nelle località di montagna. Si intravide già all’inizio del secolo come lo sport moderno fosse destinato a trasformarsi in modo pressoché continuo, ad arricchirsi di nuove discipline, a seguire i passi dello sviluppo tecnologico. Anche per l’auto sarebbe avvenuto lo stesso fenomeno e le industrie automobilistiche, fin dalla loro nascita compresero che lo sport sarebbe diventato un terreno di sperimentazione e di propaganda dei nuovi modelli sfornati dalle fabbriche. E poiché <<lo sport moderno, quello che si pratica oggi, è il figlio dell’era industriale...>> è anche <<un parto dell’organizzazione moderna e un risultato della civiltà meccanica...>>1 è naturale che si sia sviluppato Cultura e Società austriaci e ungheresi; la più antica delle società calcistiche, il Genoa, fu fondata nel 1893, con il nome di “Genoa Cricket and Football Club”, ed era composta per nove undicesimi da cittadini inglesi residenti in quella città per motivi di lavoro. Gli italiani ovviamente respinsero il cricket, lasciandolo agli inglesi e accettarono invece il football che meglio si confaceva alla natura nostrana. “Constato con dolore - scriveva nel 1903 un maestro di ginnastica - che in materia di giochi noi italiani siamo umili tributari degli inglesi, dei tedeschi, dei francesi ecc... Per imitare pecorilmente i primi, si è stabilito che perfino le loro misure devono rispettarsi come cose sacre (...) Aggiungo che quando i ginnasti giuocano al calcio, vestono, mangiano, bevono e bestemmiano all’inglese!..”2 Uno scritto di inizio secolo sentenziava che l’origine del calcio risalisse all’antica Grecia e da qui sarebbe stato esportato in Europa dalle legioni romane. Secondo questa tesi interpretativa, il football, come il “lawn tennis” (palla a corda) o la “pelota” (palla a muro) ecc., altro non erano che “altrettante derivazioni di giochi primitivi eseguiti o con le mani o con i piedi” che i soldati romani avevano un po’ ovunque diffuso. Secondo Desmond Morris sarebbero delle attività simboliche di caccia, in cui il pallone rappresenta la preda (se si pensa alla caccia alla volpe, constatiamo che questa attività arcaica è ancora presente). La somiglianza dell’antico gioco del calcio fiorentino col nuovo gioco inglese è più di una prova a sostegno di questa tesi. Secondo Giulio Franceschi il calcio non era altro che una “semplificazione dell’antica pratica medicea che gli inglesi hanno tentato di rimandarci come loro cosa sotto il nome di football e che probabilmente soltanto pel nome esotico è tornata subito di moda tra noi”3. La ginnastica, l’atletica, il canottaggio, il pugilato, il nuoto, la scherma si diffusero da noi per riflesso di quanto veniva praticato in Inghilterra, in America, nei Paesi Scandinavi, in Germania, in Francia, in Austria, in Svizzera; così più tardi la pallacanestro e la pallavolo. Gli sport inglesi riproducevano metaforicamente una società aperta al progresso, la quale accettava senza chiusure i successi che venivano dall’estero, tenendo in scarsa considerazione le stesse frontiere nazionali.4 Non bisogna dimenticare che lo sport, una volta, era il divertimento di società ricche ed evolute, mentre l’Italia, nei primi decenni del ‘900, era ancora uno dei Paesi più arretrati dell’Europa occidentale per cultura e reddito economico. Il poeta tedesco Arrigo Heine (1797-1856), a proposito della diffusione dello sport nel nostro paese e dei primi successi dell’Italia in campo sportivo, scrisse che: <<mentre gli inglesi erano dei barbari che si avviavano alla civiltà, gli italiani erano dei civilizzati che ritornavano alle barbarie...>>.5 Il religioso ed intellettuale Giovanni Semeria, convinto assertore dei valori educativi del football, sottolineava l’importanza del momento di cooperazione, della disciplina che ne scaturiva e dell’indispensabile spirito di iniziativa insito in esso. In questa prospettiva si inseriva la riprovazione per ogni azione individualistica e la raccomandazione di eliminare il desiderio di emergere personalmente a vantaggio dello spirito di gruppo.6 3 G.Franceschi, Il giuoco del pallone e gli altri affini, 1903, pp. 123-131 4 P.Lanfranchi, Rugby contro calcio: la genesi delle due pratiche sportive nella Francia meridionale, in “Ricerche Storiche”, n° 2, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane,1989, p. 348 5 A.Heine, in D.Martucci, op. cit., p. 12 6 G.Semeria, I miei ricordi oratori, Milano, Amatrix, 1927 in S.Pivato, op. cit. pp. 143-147 2 Lettera pubblicata su “Il ginnasta”, 15 ottobre 1903, in S.Pivato, I terzini della borghesia, Milano, Leonardo, 1991, p. 139 Wealth Planet magazine 33 Cultura e Società La Storia di sempre! a cura di Mirina Hoxha “Dunque crebbe prima la sete di denaro, poi di potere; esse furono per così dire l’alimento di tutti i mali. Infatti l’avidità arrecò danni gravissimi alla fedeltà, alla rettitudine e a tutti gli altri buoni comportamenti. Al posto di questi insegnò la superbia, la crudeltà, a trascurare gli dei, a considerare tutto comprabile con il denaro. L’ambizione costrinse molti uomini a diventare falsi, a dire una cosa e pensarne un’altra, credere amicizie ed inimicizie tali non in base alla realtà ma per l’utile, ed avere più un’apparenza che un’indole buona. Questi fatti prima crescevano poco a poco, talvolta erano puniti; in seguito, quando il contagio proruppe come una peste, la città cambiò volto ed il potere divenne da rettissimo ed ottimo che era crudele ed intollerabile.” De con. Catilinae, X La stella di Roma, dopo aver raggiunto il suo massimo splendore come esempio di una politica e società “onesta”, iniziò a spegnersi. Una delle cause va ricercata, secondo gli storici contemporanei, tra cui Sallustio, (storico romano e uomo politico del I sec. a.c) nella decadenza dei costumi. Sallustio tenta di mettere in evidenza il venir meno della rettitudine, del buon senso, dei valori, della mancanza di figure femminili come Cornelia, la madre degli Scipioni che considerava i figli i suoi unici gioielli. I valori su cui era stata fondata la res publica avevano lasciato il posto ad una sfrenata ambizione in grado di valutare solo il bene personale e soggettivo, dando vita a sua volta ad un devastante relativismo. La decadenza dei costumi, della politica come strumento di crescita personale e collettivo, furono i principali “colpevoli” della mancanza degli schemi e delle linee guida all’interno della vita politico-sociale romana. Attraversando un periodo storico ampio in cui si sono susseguiti principi, re e imperatori, troviamo nella Firenze di Dante Alighieri un altro esempio di città in preda ad un presente decadente. La Firenze dei poeti e la patria della cultura e dell’arte, al tempo di Dante si trova anch’essa prigioniera di una politica ambiziosa, crudele che opera senza alcun timore. Nel sottolineare la decadenza della sua città il Poeta ritiene 34 Wealth Planet magazine Cultura e Società responsabili “superbia, invidia e avarizia, tre faville c’hanno i cuori accesi.” La Roma di Sallustio, la Firenze di Dante dovrebbero servire come esempio per comprendere che molte società o civiltà in un determinato periodo storico hanno visto la loro “nascita” ma anche la propria “morte” in ambito politico-sociale. Oggi, ogni giorno, facciamo i conti con un simile degrado. Ogni giorno i mass media ci tempestano con news inerenti la corruzione politica, la crisi della famiglia, donne barbaramente uccise dai propri uomini, bambini che scompaiono, bambini contesi nelle aule giudiziarie, anziani abbandonati che aspettano la liberazione della morte, guerre fratricide, milioni di uomini, non più lontani milioni di chilometri, che soffrono la fame, inondazioni, calamità naturali e chi più ne ha più ne metta. Una comunicazione vietata ai minori di 18 anni o forse più! La nostra storia contemporanea, sepolta dal cemento, non sembra, purtroppo, fatta di grandi ideali, né di grandi uomini, ma di sicuro sembra la storia di grandi consumatori o aspiranti tali. Sembra quasi che l’uomo già in debito di ossigeno, all’inizio del terzo millennio, abbia esaurito in quest’ultimo decennio, lentamente, gradualmente, inesorabilmente, le proprie “scorte” e non solo quelle economiche. E la “cultura della tecnologia”, compagna fedele di tante giornate “svuotate” di veri contenuti, che ci ha offerto a caro prezzo una serie di “consumi” più o meno utili, lasciandoci abbandonati a questo desiderio di averli tutti, senza capirne effettivamente la necessità, sembra essere stata, effettivamente e socialmente determinante, per alcuni aspetti del grande mondo scientifico. Forse tutti noi, comunque uomini di sani principi, dovremmo decidere se continuare a essere “bipedi” oppure rivolgere lo sguardo ad un nuovo umanesimo. Con equilibrio, senza più guerre, senza distinzioni etniche, sociali e politiche ormai fuori moda, tenendo conto di una frase del maestro universale Gandhi: “Il mondo è tenuto insieme da vincoli d’amore e dedizione. La storia non registra i quotidiani episodi d’amore e dedizione. Registra solo quelli di conflitto e guerra. Gli atti d’amore e generosità sono molto più frequenti dei conflitti e delle dispute”. Affinché non si debba ogni volta ricominciare da zero! Wealth Planet magazine 35 Capo Seattle Cultura e Società e l’uomo a cura di Lina Lo Giudice Sergi - Presidente Accademia Italiana di Poesia, Sociologa, Psicologa sociale, Giurista, già Direttore generale del Ministero della Pubblica Istruzione, Provveditore agli studi e Rettore dell'Università di Castel S.Angelo dell'UNLA “Come si può pensare di vendere o di acquistare il cielo o il colore della terra? Se la brezza dell’aria e la luminosità dell’acqua non ci appartengono, come potete pensare di comperarle da noi? Questo sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla Terra. Questo sappiamo. Ogni cosa è correlata, come il sangue che unisce la nostra famiglia. Ogni cosa è correlata”. Così si esprimeva Capo Seattle, della tribù dei Suquamisch, nell’intervento in difesa dei diritti del pianeta Terra, pronunciato nel 1848. 36 Wealth Planet magazine Oggi, dopo quasi 150 anni da quel 1848, lo stato di salute del pianeta è al limite del collasso: quindi, ripartendo dalla saggezza antica di Capo Seattle, dovremmo concepire il pianeta come un bene comune e mettere in relazione il particolare e l’universale, le diversità specifiche e gli aspetti comuni, le dimensioni del locale e del globale e, come i nativi americani, concepire la vita come un continuum che vincola le sorti dell’essere umano a quelle di tutte le altre specie, attraverso un condizionamento reciproco, formando un’unica famiglia terrena. Ogni cosa è correlata, ci insegna www.filmisnow.it FILM is NOW il cinema (e non solo) in download Cultura e Società Capo Seattle. Soltanto ricordandoci di essere cittadini della Terra possiamo riscoprire la nostra identità comune e superare le scissioni profonde, l’intolleranza, l’odio e la paura, provocati dalla polarizzazione del mondo e dagli sconvolgimenti fisici, economici e sociali dell’ultimo secolo. Concepire la terra come una grande comunità democratica ci aiuta a scoprire le correlazioni che ci uniscono a tutte le altre specie: “ogni cosa respira all’unisono, l’albero, l’animale e l’uomo.” Conservare gli equilibri ecologici necessari per la sopravvivenza del pianeta terra e difendere i diritti umani fondamentali, come quello all’acqua, al cibo, alla salute, all’istruzione, al lavoro e a un’esistenza dignitosa: questo è l’impegno che ci proponiamo. Vandana Shiva, proposta al Nobel per la pace 1993, propone un modello di sviluppo alternativo al liberismo economico, di una democrazia della Terra (in grado di garantire un futuro di pace, di giustizia e di sostenibilità), in linea con il pensiero religioso-filosofico indiano che, in Amartya Sen (premio Nobel per l’economia 1998) e Arundaty Roy, ritroviamo in un’articolata formulazione, scientificamente fondata e per nulla utopistica. Ma già più di un secolo fa Rabindranat Tagore scriveva: “l’uomo di scienza sa che il mondo non è semplicemente quale appare ai nostri sensi. Egli sa che la Terra e l’acqua sono in realtà il gioco di forze che si manifestano a noi come terra e acqua… ma sa che la verità finale consiste nella volontà eterna che opera nel tempo e che si personifica in forze rivelatesi a noi sotto quegli aspetti… la mente indiana non ha mai esitato a riconoscere la sua affinità con la Natura e la sua ininterrotta relazione col tutto. Ma non solo i filosofi e gli economisti orientali propongono modelli nuovi per un co-pilotaggio uomo-natura: tra gli 38 Wealth Planet magazine intellettuali occidentali ricordo in particolare Edgar Morin, anche per la sua attenzione ai temi dell’educazione (che nel nostro paese sono irresponsabilmente trascurati ). Morin prospetta una conoscenza e una coscienza integrata e integrale (antropologica, ecologica, tellurica, cosmologica) a disposizione dell’uomo, per far cooperare le attitudini organizzative e regolatrici incoscienti della Natura, con le attitudini organizzative e coscienti dell’uomo. ”Dobbiamo preservare, salvare la nostra Terra - patria “grida Morin e aggiunge “sappiamo ormai che il piccolo pianeta sperduto è più di un habitat è la nostra casa, la nostra matrice e ancora meglio, la nostra Terra - patria.” E ci riporta Morin, ad un pensiero di Pascal: “poiché ogni cosa è al tempo stesso quella che aiuta ed è aiutata quella che causa ed è causata, e ogni cosa e il tutto sono legati da un legame impercettibile che collega le parti più lontane le une alle altre, ritengo impossibile conoscere le parti se non conosco il tutto, come pure conoscere il tutto se non conosco le parti”. Pertanto Morin suggerisce l’azione educativa per sollecitare la sensibilità e le abilità individuali, suggerendo l’apertura alla complessità, quindi, per la ricerca (scientifica e umanistica), l’apertura dei confini del proprio territorio e l’inizio di una collaborazione policompetente e pluridisciplinare. “Non esistono soluzioni, ma forze - disse in un’intervista SaintExupery - creiamo queste forze e le soluzioni verranno”. Abbiamo strumenti straordinari per salvare la Terra, ma al concetto di sviluppo bisogna aggiungere quello di “fioritura” e la speranza deve superare sia l’indifferenza che la disperazione in cui siamo caduti. Forse più ci avviciniamo alla catastrofe, più rendiamo possibile una metamorfosi. Dice Holderlin: “là dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che salva”. Cultura e Società S.r.l. semplificata a cura dell’Avvocato Pier Paolo Poggioni Esperto in Diritto di Impresa, Docente Universitario 40 Wealth Planet magazine Il D.L. 24 gennaio 2012, n. 1 ha introdotto la figura della società a responsabilità limitata semplificata, prevedendo così una nuova forma societaria che può essere costituita solo da persone fisiche che non abbiano compiuto i 35 anni di età alla data della sua costituzione e con esclusione, pertanto, delle persone giuridiche. Attraverso la previsione di questo istituto, viene perseguito l’intento di incentivare l’imprenditoria giovanile. A tal uopo, infatti, viene sostanzialmente eliminato l’obbligo di costituire un capitale minimo. Vengono altresì eliminate le spese notarili necessarie per la costituzione e quelle per l’iscrizione nel Registro delle imprese. Il capitale sociale minimo, infatti, è stabilito nella misura di un euro in sostituzione del minimo di € 10.000 previsto per le Srl ordinarie. Il nuovo art. 2463 bis c.c. prevede che le S.r.l. semplificate debbano comunque essere costituite per atto pubblico, ossia con l’intervento obbligatorio del notaio, il quale provvederà alla predisposizione dell’atto, fornendo la propria prestazione e la necessaria consulenza a titolo gratuito. Pare chiaro che tale gratuità, tuttavia, riguardi esclusivamente la costituzione della società e non gli altri eventuali successivi adempimenti, come le modifiche statutarie e, comunque, altre operazioni straordinarie. Elemento caratterizzante della nuova forma societaria è quindi la dimensione minima del capitale sociale. La scelta legislativa è stata quindi quella di porre in secondo piano la funzione di garanzia svolta dal capitale sociale a tutela dei terzi rispetto alla necessità di favorire la nascita di nuove imprese realizzate da giovani.. E’ stato osservato che, poiché la capitalizzazione della Srl semplificata non deve superare la misura di € 10.000, tale situazione determinerà problemi di cronica sottocapitalizzazione e contestuali difficoltà a ricorrere al mercato dei finanziamenti esterni, nonché difficoltà a ricorrere al finanziamento dei soci. Inoltre, una società sottocapitalizzata è esposta ad un maggior pericolo di fallimento. La variante della “S.r.l. semplificata”, pertanto, è stata introdotta dal legislatore per incentivare l’imprenditoria giovanile. Il regime di favore però è vincolato al fatto che i soci (ovvero l’unico socio in caso di S.r.l. unipersonale semplificata) non abbiano compiuto il trentacinquesimo anno di età; i soci devono rendere edotti i terzi che trattasi di S.r.l. semplificata con limitate dotazioni iniziali, visto che viene disposto che: “la denominazione di società semplificata a responsabilità limitata, l’ammontare del capitale sottoscritto e versato, la sede della società e l’ufficio del registro delle imprese presso cui questa è iscritta devono essere indicati negli atti, nella corrispondenza della società e nello spazio elettronico destinato alla comunicazione collegato con la rete telematica ad accesso pubblico”. Viene espressamente previsto il divieto di cessione delle quote a soci non aventi i requisiti di età richiesti dalla norma e l’eventuale atto è conseguentemente nullo. Ciò è evidente nell’ottica di scongiurare l’ipotesi di una fruizione maliziosa dei vantaggi connessi all’istituto attraverso il successivo ingresso di soggetti non aventi i requisiti di età con ovvia frustrazione degli scopi dell’istituto. Cultura e Società Come registrare un marchio a cura di Luca Roberto Sevardi Professore e avvocato specializzato in diritto d’autore, legislazione dello spettacolo e diritto sportivo, agente di calciatori autorizzato FIGC/FIFA Il marchio è uno dei segni distintivi dell’impresa; esso contraddistingue i prodotti o servizi offerti e può essere costituito, ai sensi dell’art. 7 del Codice della Proprietà Industriale (D.lgs. n. 30/2005), da tutti quei segni suscettibili di essere riprodotti graficamente, in particolare le parole, compresi i nomi di persona (purché vi sia il consenso di quest’ultima), i disegni, le lettere, le cifre, i suoni, la forma del prodotto o della confezione di esso, le combinazioni o le tonalità cromatiche, purché siano idonei a distinguere i prodotti o i servizi di una impresa da quelli di altre imprese. In questa sede ci soffermeremo sulle modalità di registrazione di un marchio nazionale, richiamando, brevemente, i requisiti che esso deve possedere ai sensi di legge senza, però, approfondire le relative classificazioni ed eccezioni le cui sedi più opportune di esame sono, sicuramente, i testi giuridici in materia. La registrazione di un marchio è importante in quanto attribuisce data certa a quest’ultimo e conferisce al registrante il diritto esclusivo di utilizzo, nonché, il diritto di impedirne l’uso a terzi per contraddistinguere i propri prodotti e servizi (art. 2569 c.c.). Esso si distingue dal marchio di fatto, privo di registrazione, per la cui tutela il titolare deve dimostrare, invece, sia la notorietà che il preuso. Ai fini della registrazione di un marchio è necessario che esso possieda i seguenti requisiti: A) L’originalità (art. 13 C.P.I), ovvero deve consentire l’individuazione dei prodotti o servizi contrassegnati tra quelli dello stesso genere presenti sul mercato. Non possono pertanto essere utilizzati come marchi denominazioni generiche, indicazioni descrittive dei caratteri essenziali, i segni divenuti di uso comune nel linguaggio corrente come le parole “super”, “extra”, “lusso”. B) Verità (art. 14, 1° comma, lett. b, C.P.I.): il marchio non deve contenere “segni idonei ad ingannare il pubblico, in 42 Wealth Planet magazine particolare sulla provenienza geografica, sulla natura o sulla qualità dei prodotti o servizi”. C) Novità (art. 12 C.P.I.): il marchio non deve essere stato usato in precedenza come marchio, ditta o insegna per prodotti o servizi identici o simili a quelli per cui se ne richiede la registrazione. D) Liceità (art. 14 C.P.I): non deve contenere segni contrari alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume, stemmi o altri segni protetti da convenzioni internazionali (art. 10 C.P.I.), ovvero segni lesivi di altrui diritti. In particolare, non possono essere registrati come marchi i ritratti di persona senza il consenso dell’interessato (art. 8, 1° comma, C.P.I.). Analogamente, il consenso dell’interessato è necessario anche per poter usare come marchio il nome di persona che ha acquistato di notorietà (ad esempio un calciatore o un’attrice). Il difetto dei requisiti sopra esposti comporta la nullità del marchio (art. 25 C.P.I.), che può riguardare anche solo parte dei prodotti o servizi per i quali il marchio è stato registrato (fonte Wikipedia). Tale nullità non potrà richiedersi se colui che ha effettuato il deposito della domanda di registrazione era in buona fede, ovvero ignorava l’esistenza di un marchio analogo e qualora il titolare del marchio precedentemente registrato ne abbia tollerato l’uso per cinque anni (c.d. istituto della convalidazione). Evidenziati i requisiti essenziali che un marchio deve possedere per ottenere la registrazione, ci soffermeremo, ora, sugli aspetti pratici per poter procedere alla stessa; essi, generalmente, sono l’oggetto della consulenza di esperti e società che si occupano professionalmente di servizi di registrazione marchi, pur essendo tale procedura liberamente effettuabile anche dal privato senza avvalersi dei predetti soggetti. Vediamo, ora, quali sono le fasi che caratterizzano un procedimento di registrazione di marchio nazionale. La prima fase che caratterizza e precede la registrazione è, generalmente, denominata “ricerca di anteriorità del marchio”; con essa è possibile, infatti, verificare l’esistenza di un marchio uguale o similare a quello che intendiamo registrare nella relativa classe merceologica, intendendo per essa l’ambito in cui abbiamo intenzione di utilizzare il nostro marchio (es. settore abbigliamento, strumenti musicali, giochi, telecomunicazioni, formazione, ecc.). Per effettuare la registrazione di un marchio è, infatti, necessario specificare nella domanda la classe dei generi di prodotti, merci e servizi per la quale si intende effettuare la registrazione (la Classificazione di Nizza, consultabile nel sito dell’UIBM-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, individua le singole classi merceologiche). Tale ricerca - che, in passato, imponeva il ricorso a società di servizi o consulenti, ovvero, il necessario accesso presso gli uffici della Camera di Commercio e/o dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi - è, facilmente, effettuabile da chiunque mediante la consultazione online, gratuita, della Cultura e Società banca dati dell’Ufficio Italiano Brevetti Marchi raggiungibile al seguente indirizzo: http://www.uibm.gov.it/dati/Testo.aspx La ricerca può essere effettuata immettendo la denominazione del marchio che intendiamo tutelare e verificando, così, l’esistenza di precedenti marchi uguali o similari nella stessa classe di nostro interesse, eventualmente, ostativa per la registrazione. Verificata, quindi, l’inesistenza di altri marchi uguali o similari tali da generare confusione possiamo procedere con la registrazione del nostro marchio che può avere ad oggetto registrazioni costituite esclusivamente da parole ovvero da parole e grafica o solamente da grafica. A tale proposito è utile richiamare la distinzione tra marchio forte e marchio debole, laddove il primo è definito tale in quanto la denominazione o grafica dello stesso non richiama, esplicitamente, il prodotto o servizio offerto dall’impresa; il marchio forte è, dunque, un marchio, particolarmente, originale e con forte capacità distintiva (es. Rolex). E’, invece, un marchio debole, e gode, pertanto, di una tutela minore, quel marchio che ha minore originalità e che si pone in diretta relazione con il prodotto o servizio (es. “Mozzarì” che richiama, esplicitamente, la mozzarella). Il marchio debole può, tuttavia, acquisire una tutela analoga a quella dei marchi forti, se nel frattempo ha acquisito grande notorietà presso il pubblico (si parla in questo caso del fenonemo del c.d. secondary meaning). Per procedere, ora, alla registrazione è necessario compilare il c.d. modello “C” scaricabile direttamente dal sito dell’UIBM all’indirizzo http://www.uibm.gov.it/ index.php?option=com_content&view=article&id=20041 15%3Amodulo-c-marchio-dimpresa&lang=it, compilarlo in triplice copia in ogni sua parte e specificare in quali classi merceologiche intendiamo effettuare la registrazione ovvero se la stessa, in caso di disegni, debba essere a colori o in bianco/nero. Occorrono, inoltre, quattro etichette cartacee riportanti il marchio (tre da applicarsi sulle tre copie del modulo c; una libera). Le etichette di formato cm. 7x8, dovranno essere consegnate a colori, se il marchio è colorato, altrimenti in bianco e nero. Gli importi di registrazione variano a seconda del numero delle classi di registrazione per le quali intendiamo ottenere tutela; ad oggi l’importo per la prima registrazione è di Euro 101,00 per una sola classe di prodotti o servizi (versamento da effettuarsi con bollettino a tre tagliandi sul C/C postale n. 82618000, intestato all’Agenzia delle Entrate Centro Operativo Pescara per Marchio d’Impresa); a questo importo va aggiunto, eventualmente, l’importo determinato moltiplicando la somma di 34,00 Euro per il numero di classi in più oltre la prima. Infine, per il deposito cartaceo, i diritti di segreteria ammontano a Euro 43,00 pagabili sul c/c postale n. 33692005, intestato alla CCIAA di Roma (causale: diritti di segreteria) per il rilascio di copia autentica del verbale 44 Wealth Planet magazine di deposito, altrimenti Euro 40,00 per il rilascio in copia semplice. Se la pratica è inviata telematicamente (in formato elettronico) sia il pagamento dei diritti di segreteria, che ammonta a 15 euro, che il pagamento delle marche da bollo, che ammonta a 42 euro, sono assolti in modo virtuale (Fonte Camera di Commercio di Roma - www.rm.cmacom. it). Il deposito della domanda di registrazione si effettua, materialmente, presso la Camera di Commercio, la quale ha una funzione di “segreteria”, nel senso che riceve le domande e poi le trasmette all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi affinché quest’ultimo “controlli” che la registrazione non leda diritti di terzi o, comunque, non sia contraria a principi di legge, all’ordine pubblico o al buon costume. Effettuato questo controllo da parte del predetto Ufficio e riscontrata l’assenza di profili di illiceità, il marchio potrà dirsi registrato e verrà trasmessa comunicazione di tale esito al soggetto registrante. Nella fase che intercorre tra la data di deposito della domanda di registrazione presso la Camera di Commercio (in genere, circa due anni) e la concessa registrazione da parte dell’UIBM si dice che il marchio è “in fase di registrazione” con l’utilizzo da parte del titolare del marchio della sigla “TM” a fianco del marchio, piuttosto che della “R”, che sta ad indicare che il marchio è registrato (in realtà, appena effettuato il deposito, è, ormai, diffuso apporre, senza attendere il tempo della concessione, la famosa “R” di registrato; l’utilizzo della sigla “TM” è, invece, più frequente nei paesi anglosassoni). Il registrante potrà, comunque, utilizzare il marchio fin dalla data di deposito, senza dover necessariamente attendere la concessione formale di registrazione da parte dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e, purché, chiaramente, nel frattempo, non vi siano state rivendicazioni di terzi. La durata del marchio è di 10 (dieci) anni che decorrono dalla data di deposito della domanda; la registrazione può essere rinnovata per periodi decennali purché la domanda venga inoltrata entro i dodici mesi precedenti la scadenza del decennio in corso, o nei sei mesi successivi con l’applicazione di una sopratassa. (Decreto legislativo del 10 Febbraio 2005 n. 30, Codice della proprietà industriale) Inoltre, entro sei mesi dal deposito, si può estendere la protezione del marchio all’estero (Marchio Comunitario, Internazionale, deposito nei singoli Paesi), rivendicandone la priorità. La data che attesta la presentazione in tal caso è quella della richiesta della prima registrazione. Dopo detto termine l’estensione all’estero è sempre effettuabile, ma non è possibile rivendicarne la priorità. La procedura di registrazione del marchio è effettuabile anche online utilizzando il servizio Telemaco di Infocamere (Fonte UIBM e Camera di Commercio di Roma). Per ogni approfondimento sulla procedura online o per scaricare la modulistica necessaria alla presentazione della domanda di registrazione in formato cartaceo è sufficiente consultare il sito dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi: www. uibm.gov.it i capelli " La cura nei particolari e la ricerca costante fanno della nostra esperienza un elemento indispensabile per creare un’immagine unica " Collabora da tanti anni in programmi tv: “Sanremo” dove ha pettinato anche i Sonohra “Le storie tese” il dopofestival con Elio “Ti lascio una canzone” con la Clerici “Carramba che fortuna” con Raffaella Carrà “Buona Domenica” per Canale 5, durante la conduzione di Paola Barale e Laura Freddi Ultimo video di Pavarotti con la canzone “Io ti adoro” nel 2003 “Centovetrine” e “Vivere” Presentazione della collezione 2010-2011 di Gattinoni Servizi fotografici per la rivista Vogue assieme a Vogue Milano oltre a collaborare con la stessa rivista durante i casting delle modelle Seguici su Facebook - I capelli di Giò Via T. Campanella, 20 Capocavallo - Corciano (PG) Tel. 075 37.45.882 Cell. 339 29.42.896 Fax 075 60.52.02 Cultura e Società L’ispirazione a cura di Teresa Regna Per cominciare, proviamo a definire l’ispirazione: quel certo non so che (in latino, un quid) che assale lo scrittore all’improvviso, l’idea (non sempre geniale, ma in ogni caso risolutiva) che prende forma nel cervello (e/o nel cuore: bisogna sempre scrivere con entrambi) senza lasciare al povero malcapitato alcuna via di scampo. È costretto a metterla su carta, o su PC, insomma lasciare che si concretizzi in un’opera. All’inizio l’ispirazione, com’è ovvio, è vaga: un personaggio che si delinea, una trama appena abbozzata, l’incipit o il finale di una possibile storia. In seguito, però, è necessario imbrigliarla, darle una forma ben definita, un aspetto più preciso e deciso, in una parola renderla ‘concreta’, nel senso creativo del termine. A questo scopo, può essere utile annotare tutto ciò che gira intorno all’idea che l’ispirazione ha ‘regalato’ allo scrittore: se si tratta di un personaggio, l’aspetto fisico, un lato del carattere, i possibili intrecci con altri personaggi; se invece è l’idea di una trama, bisogna tentare di individuare in quale direzione potrebbe svilupparsi, per mezzo di quali personaggi divenire una storia vera e propria, se deve deviare per intrecciarsi con altre trame secondarie o se è meglio che rimanga su ‘binari’ prestabiliti, come abbellirla, allungarla o renderla più interessante. Ad esempio, se l’ispirazione è arrivata osservando due innamorati che si salutano alla stazione, ci porremo alcune domande. Dove sta andando la donna, e perché parte? Si tratta di un addio o solo di un arrivederci? Il bacio che si sono scambiati è indice del fatto che hanno fatto l’amore o la storia è appena cominciata? Allo stesso tempo ci chiederemo come vivacizzare una trama tutto sommato usuale. C’è di mezzo un terzo incomodo (un marito o una moglie, un figlio malato, una madre anziana e sola)? La separazione porterà i due partner a nuovi incontri o a un ritorno di fiamma? Col trascorrere del tempo, l’esperienza condurrà il processo ideativo su percorsi automatici: ciò significa che non ci sarà più bisogno di domande vere e proprie a cui rispondere, non certo che lo scrittore si atterrà a dei cliché già sperimentati. La ricerca della soluzione originale, o quanto meno non troppo abusata, deve essere sempre una delle priorità di chi scrive. Una delle domande che mi vengono poste più spesso è: 46 Wealth Planet magazine La Tufa RISTORANTE PIZZERIA “Dal 1970 una tradizione che si tramanda da padre in figlia ” Emanuela Rachini CORTONA Loc. Ossaia, 67 Arezzo Tel. 0575 677717 [email protected] come nasce l’ispirazione, intesa come spunto di partenza per un’opera? Può nascere in qualsiasi momento (e, in effetti, gli scrittori già ‘navigati’ sanno che spesso accade nei momenti meno opportuni, quando a portata di mano non ci sono né penna né foglio…) e scaturire da qualsiasi spunto, anche il più banale. Il primo romanzo che ho scritto, ad esempio, “La regina delle illusioni”, mi è venuto in mente mentre andavo dalla sarta a ritirare degli abiti, sotto forma della formula che Lytt adopera per scoprire quali poteri magici possiede Maya. Il mio primo saggio, “Yesterday”, prese forma invece da uno spunto molto più prosaico: l’invidia (in senso positivo) per una collega di studi che stava facendo una tesi sui Beatles, mentre io ero costretta ad ‘arrancare’ dietro a quei ‘mattoni’ di Richardson e Fielding. Decisi, seduta stante, che avrei scritto anch’io qualcosa sui Fab Four. Altra domanda tipica è: cosa fare quando si è a corto di ispirazione? Come riempire la pagina bianca e il cervello vuoto, per superare la stasi creativa? Qualunque stratagemma può essere utile per trovare uno spunto da cui partire. Possiamo porci delle domande su una situazione banale, facendola evolvere in maniera imprevista, prendere appunti su ciò che ci circonda, sia riguardo all’ambiente in cui operiamo che alle persone che incontriamo, immaginare le estreme conseguenze di un’azione qualsiasi. L’importante è fare in modo che la pagina bianca non rimanga tale troppo a lungo, attivando il ‘centro creativo’ del cervello con espedienti di ogni tipo (ascoltare la musica, rilassarsi sul divano, passeggiare, ecc.), a seconda della nostra inclinazione personale (i concerti di musica classica sono l’ideale, per quanto mi riguarda). Notizie biografiche Teresa Regna è professoressa di inglese, critico letterario, e collabora a svariate riviste. Sue poesie e racconti sono apparsi su molte antologie e ha partecipato a numerosi premi letterari con risultati lusinghieri, tra cui un primo posto al premio “La Voce del Cuore” (1998), un primo posto al III° “Premio Nazionale di Narrativa” del Centro Studi Agorà (1999), un primo posto al Concorso ‘I cantastorie del 2000’ (2002) e un primo posto al Premio “È solo poesia” (2006). Tra le sue pubblicazioni, oltre ai racconti lunghi, alle sillogi poetiche e alle raccolte di racconti, spiccano i saggi Yesterday (Cultura Duemila Editrice, 1994), Miticosmo (Il Foglio, 2002) e Io scrivo (Il Foglio, 2004) e i romanzi Il pettine e il flauto (Serarcangeli Editore, 2000), Tempo senza tempo (Il Grappolo, 2001), La regina delle illusioni (Noialtri Edizioni, 2001), Otto di picche (Chimera Edizioni, 2005), Le Vie di Shikishima (TA. TI. Edizioni, 2009) e La tela (La Riflessione, 2010). 48 Wealth Planet magazine Trexya srl sede operativa - Via Gramsci, 6 - Centro Commerciale la Galleria (2° piano) - 06074 Ellera Umbra (PG) sede legale - Via Mario Angeloni, 51 - 06124 Perugia T +39075.5000251 - F +39075 5000251 email [email protected] Cultura e Società Cinema sotto la torre pendente a cura di Orazio Anania Il cinema a Pisa ha avuto numerosi set. Le location più sfruttate sono soprattutto quelle del centro e per la maggior parte Piazza dei miracoli con la sua Torre pendente. Sorprendente fu l’iniziativa di Pier Paolo Pasolini che volle girare una parte della sua Medea cinematografica, nel 1969, in questa incantevole piazza. La cosa non passò inosservata, uno perché tra i protagonisti vi era la Maria Callas, due perché si volle rappresentare un tema difficile che si districava tra il sacro e la razionalità, e cioè il mondo di Medea e di Giasone, giustapponendo nella scena due architetture: la cittadella di Aleppo e la piazza pisana. Così nel film Corinto appare come una cittadella circondata dall’esterno da mura spesse e inaccessibili che racchiudono una piazza interna come quella del duomo di Pisa, con il prato verde e con gli edifici marmorei disposti secondo una geometria armonica. Favoloso il contrasto di colori: la terra chiara fuori, il verde del prato e il bianco del marmo dei monumenti. Medea abita fuori dalle mura, in una casa che appare immediatamente alla base della scarpata della cittadella, mentre il re di Corinto abita all’interno, in quello che nella realtà è il Battistero di Pisa. Fu davvero curioso vedere poi la Callas, smarrita e sofferente per la depressione che l’attanagliava al tempo, rilassarsi in abiti greci al bar Pieri, in via Santa Maria, durante le pause del film. Non si può dimenticare che Pisa non era una meta a caso. A pochi chilometri esisteva e c’è ancora la Città del cinema: 50 Wealth Planet magazine Tirrenia. Grande succursale di Cinecittà, il centro è stato negli anni 40 e 50 molto frequentato da registi e attori di tutto il mondo, dalla commedia all’italiana al classico cinema d’autore europeo, passando per la grande Cina, i Paesi scandinavi e gli Stati Uniti. A fianco a film di cassetta: “Totò al Giro d’Italia” (1948), dove si vede Totò scalare in bicicletta la Torre pendente, e tanti altri come l’internazionale “Rolls Royce tutta gialla”, con il giovane, Alain Delon, una splendida Shirley MacLaine, una intrigante Jeanne Moreau, si annoverano molti di grande spessore come “Padre Padrone” dei fratelli Taviani - nel film Gavino va a sedersi su uno degli anelli della Torre e, sempre dei due registi pisani, “Good morning Babilonia”. Chi non ricorda poi l’estemporaneo volo di “Superman III”, sui lungarni pisani; in questo caso l’eroe, nella pellicola più cattivo del solito, sarà l’unico a sapere come raddrizzare la Torre. Non si può chiudere questa breve carrellata senza ricordare due altri grandi capolavori: “Figlio mio, infinitamente caro” di Valentino Orsini, con Ben Gazzara, Mariangela Melato e Valeria Golino nel quale Pisa è la grande protagonista, con scorci molto suggestivi e ripetuti; e l’atto secondo di “Amici miei” di Mario Monicelli dove risulta davvero divertente ed efficace la trovata dei quattro amici, vestiti da operai, di organizzare un camioncino del “Servizio Torri” sotto al campanile. TREVI Via Flaminia km 145 Trevi (Pg) Tel: 0742.78472 - www.elsasposi.com Spazio aperto Grand Canyon Il Grand Canyon è molto più di una grossa voragine formatasi nell’arco di millenni tra le rocce dell’altopiano del Colorado, più che un panorama mozzafiato. Un parco divertimenti per quelli che affrontano il Grand Canyon con un’escursione in elicottero, per quelli che esplorano i percorsi, ci volano sopra, per quelli che fanno trekking sui sentieri oppure discendono la corrente tumultuosa facendo rafting sul fiume Colorado. La sua bellezza e le sue dimensioni ci rendono umili. La sua eternità favorisce il paragone con la nostra breve esistenza. Nei suoi vasti 52 Wealth Planet magazine spazi possiamo trovare sollievo alle nostre vite frenetiche. Il Grand Canyon che visitiamo oggi è un dono lasciatoci dalle generazioni che ci hanno preceduto. Prendetevi tutto il tempo necessario per godere di questo regalo. Partecipate a un programma Ranger del Parco Nazionale. Seguite le evoluzioni aeree dei corvi imperiali che si librano nell’aria all’orizzonte. Mettetevi ad ascoltare il frastuono delle rapide del fiume Colorado molto più in basso. Godetevi un’alba o un tramonto mentre le ombre si allungano tra le guglie e le colline solitarie dalla cima appiattita. Spazio aperto Lungo il cammino della vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità. Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili ma, al contrario, vedete di procurare loro gioia ogni volta che potete! Sioux 54 Wealth Planet magazine Grand Canyon National Park: una delle più imponenti creazioni di madre natura, centinaia di chilometri di gole, il più importante esempio del fenomeno dell’erosione fluviale. L’intero parco si estende su una superficie di oltre 4931 Km², mentre il canyon è lungo ben 446 km con una profondità di 1600 m e una larghezza fino a 29 Km. Né le foto né le parole possono minimamente descrivere cosa proverete alla vista di questa meraviglia, rimarrete senza fiato. Una volta nel parco potrete scegliere di partecipare a varie escursioni organizzate. Potrete girare in quad per i boschi o guardare tutto dall’alto con un tour in elicottero. In ogni caso recatevi al centro escursioni nel villaggio principale, dove ci sono tra l’altro diversi ristoranti, e scegliete la vostra escursione. Molto bello è scendere sino in fondo alla gola, lungo le rive del fiume Colorado. Monument Valley: imponenti rocce si ergono nel deserto rosso, uno dei posti più incantevoli del mondo. Situata a nord-est del Grand Canyon ha paesaggi sconfinati e tramonti color fuxia. Siamo nella Navajo Nation e in queste zone vivono solo Indiani. Si può dormire a Kayenta, uno dei pochi centri vicini alla monument, luogo letteralmente perso fuori dalla civiltà Se potete, fate una visitina anche a Utha a vedere il Glen Canyon e Lake Powell. Four Corners: è il punto di incontro di ben 4 stati: Arizona, Utha, New Mexico e Colorado; si trova nella punta nord-est dell’Arizona e da lì già si cominciano ad intravedere le cime innevate del Colorado. Canyon de Chelley National Park: un’altra formazione rocciosa che merita sicuramente una visita, è un piccolo Grand Canyon. Lake Mead: il lago formato dal fiume Colorado sede di una imponente diga. E’ molto vicino al Nevada e a Las Vegas. Città da vedere: Phoenix, anche se è la classica città americana, Kingman, città di fondazione della famosissima Route 66, Williams, graziosa cittadina non distante dal Grand Canyon, Flagstaff, dove si trova uno dei più grandi planetari al mondo e città di mille avvistamenti alieni, Sedona la capitale mondiale del New Age e del relax, Lake Havasu City dove molte famiglie passano i week-end sul lago, Quartzsite dove troverete gli ultimi Hippy d’America che vivono ancora nelle roulotte. Dove mangiare? Nelle zone indiane, a nord-est, dove incontrerete tanti piccole tavole calde gestite dai nativi; le loro frittelle e i fagioli al chili sono ottimi. Spazio aperto Tate Modern La Tate Modern è una galleria d’arte parte del complesso museale Tate del Regno Unito. La galleria si trova in quella che un tempo era la centrale termoelettrica di Bankside (Bankside Power Station); l’edificio fu progettato da Giles Gilbert Scott, architetto anche della centrale di Battersea. Fu costruito in più fasi tra il 1947 e il1963. La centrale fu chiusa nel 1981 quando il crescente prezzo del petrolio la 56 Wealth Planet magazine rese antieconomica. Dopo un lungo periodo di abbandono, durante il quale ne fu anche ipotizzata la demolizione, nel 1995 la direzione della Tate Gallery affidò allo studio di architetti svizzero Herzog & de Meuron la riconversione dell’edificio a spazio museale. La galleria Tate Modern venne inaugurata il 12 maggio 2000. La collezione permanente del Tate Modern è esposta al terzo e al quinto piano dell’edificio, al secondo e al quarto vi sono mostre temporanee. La Sala delle Turbine viene utilizzata tra ottobre e marzo per esporre opere appositamente commissionate ad artisti contemporanei. Questa iniziativa, sponsorizzata dalla Unilever, inizialmente doveva durare per i primi cinque anni dall’apertura del museo ma la popolarità riscossa dall’iniziativa ha provocato una sua estensione. All’apertura della galleria nel 2000, le collezioni non erano esposte in ordine cronologico ma in quattro gruppi tematici: Storia, Memoria, Società - Nudo, Azione, Corpo - Paesaggio, Materia, Ambiente - Natura Morta, Oggetti, Vita Reale. Wealth Planet magazine 57 Spazio aperto Biocarburante dal whisky scozzese a cura di G. A. Uno dei gruppi di ricercatori dell’Università Napier di Edimburgo ha brevettato un biocarburante di nuova generazione ottenuto con gli scarti della produzione del whisky. Grazie all’accordo con una grande distilleria del Perthshire, tra pochi mesi si potranno vedere in circolazione auto alimentate a whisky. Sempre più stupiti dalla quantità di materie esistenti con cui si può produrre il biocarburante: non solo i più “comuni” olii di colza, di girasole, alghe ma addirittura il grasso degli alligatori dal quale si potrebbe ottenere del carburante ecologico. Dopo gli scarti delle aziende vinicole dell’agricoltura, una distilleria scozzese si propone per produrre carburante biologico per le auto. La Tullibardine Distillery, situata nella regione scozzese del Perthshire, ha siglato un accordo con il gruppo Celtic Renewables che si occupa di energie rinnovabili ed è legato alla Napier University di Edimburgo per produrre carburante ecologico di nuova generazione ricavato dagli scarti di lavorazione della distillazione del whisky, ed in particolare del mosto e del malto della bevanda. Questo progetto dimostra che l’uso innovativo delle tecnologie esistenti permette di sfruttare risorse che si trovano sulla porta di casa con benefici per l’ambiente e l’economia. Benefici che per l’azienda produttrice di whisky si traducono in 250.000 sterline ogni anno, pari a oltre 315.000 euro, per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla lavorazione del mosto per produrre il whisky. Il nuovo biocarburante che si chiama butanolo, spiegano gli studiosi dell’Università di Edimburgo, proviene esattamente dalle sostanze che si depositano nel fondo delle vasche in cui viene messo il mosto per l’invecchiamento del whisky. Il nuovo processo di rifermentazione grazie a speciali batteri può produrre un ottimo biocarburante. La Celtic Renewables stima che se tutte le distillerie scozzesi adottassero questo metodo si andrebbe a creare un nuovo settore industriale del valore di 60 milioni di sterline l’anno. Douglas Ross, amministratore delegato di Tullibardine, ha dichiarato: “Siamo lieti di essere partner della Celtic Renewables in questa impresa innovativa che offre ovvi benefici all’ambiente. Toglie i costi di smaltimento e trasforma il rifiuto in qualcosa che ha un valore sociale, oltre che commerciale.” 58 Wealth Planet magazine Spazio aperto Garanzie di Origine unica per l’elettricità verde Più garanzie per i consumatori che scelgono un contratto di fornitura di elettricità 'verde'. L’Autorità per l’energia ha approvato un insieme di regole per garantire che l’energia elettrica venduta ai singoli clienti sia effettivamente prodotta con fonti rinnovabili e che non venga commercializzata più volte. In particolare, l’Autorità ha stabilito che l’unico sistema di certificazione valido siano le garanzie di origine previste dalla direttiva europea 2009/28/CE e rilasciate dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). L’intervento dell’Autorità nasce dall’esigenza di prevedere strumenti certi, secondo principi di concorrenza e trasparenza, in un contesto di crescente interesse verso le offerte commerciali di elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Il moltiplicarsi di questo tipo di contratti ha reso urgente una disciplina vincolante per gli operatori con garanzie chiare e univoche a tutela dei consumatori. Per accrescere la consapevolezza sul fatto che l’energia 'verde' viene già incentivata da ogni singolo cliente in 60 Wealth Planet magazine proporzione ai suoi consumi elettrici, indipendentemente dai contratti di energia rinnovabile proposti da diversi venditori, le società di vendita dell’elettricità verde dovranno indicare con precisione, nel materiale promozionale e informativo, le caratteristiche delle proprie offerte di energia rinnovabile e tenere informati i propri clienti sul mix di fonti energetiche utilizzato per la loro fornitura riportandone l’indicazione in bolletta, almeno tre volte l’anno, oltre alle informazioni sul mix energetico dell’energia elettrica complessivamente venduta (già previste dall’articolo 2 del decreto ministeriale 31 luglio 2009). Le pratiche commerciali scorrette ed eventuali pubblicità ingannevoli verranno segnalate direttamente alla competente Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato. L’Autorità ha previsto che oltre alla certificazione obbligatoria, gli operatori possano continuare ad utilizzare altri sistemi di certificazione già in essere, ma esclusivamente a livello volontario, come complemento all’indispensabile garanzia di origine. Ciodue Italia SpA azienda leader commercio di nella produzione materiale ed il Antincendio e Antinfortunistico che da OLTRE 70 ANNI guida il mercato consulenziale della Sicurezza nei Luoghi di Lavoro e della Formazione come CFA - Centro di Formazione Accreditato a livello nazionale Per consulenze ed opportunità di lavoro contattare la filiale di Perugia CIODUE ITALIA SpA FILIALE DI PERUGIA Via Michelangelo Iorio, 8 06128 Perugia Tel. 075 5007461 Fax 075 5058959 [email protected] www.antincendio-sicurezza.it Spazio aperto Il vantaggio di inserire dei tappeti in un arredamento consiste nella loro versatilità, un modo efficace per dare colore e tono ad una stanza. Si possono sistemare sul pavimento o appendere ad una parete contribuendo ad arredare le nostre case. Molti paesi hanno una vera e propria tradizione come ad esempio la Finlandia, il Pakistan, la Russia, la Persia e il Messico. I tappeti possono essere annodati a mano (la lavorazione più antica e costosa perché artigianale e uguale oggi a quella di centinaia di anni fa) e in tal caso vanno scelti di una dimensione che non copra l’intero pavimento. Ne esistono anche di annodati a macchina: meno costosi dei primi, non raggiungono però la stessa qualità e possono utilizzare meno colori di quelli fatti a mano. Vi sono poi i tappeti taftati, che usano fibre diverse fra cui lana, acrilico, seta, e che vengono realizzati su un disegno predefinito su base di tela sul quale, utilizzando uno strumento apposito simile a una pistola, sono inseriti a mano i ciuffi del vello, che sono fissati poi con una colla. Il Kilim, infine, è un tipo di tessuto realizzato con la tecnica dell’arazzo, in cui sono utilizzati nella trama fili di colori differenti, che passano sopra e sotto l’ordito. Ad ogni cambio di colore corrisponde una fessura, uno stacco voluto. Il Kilim non ha vello, quindi dritto e rovescio del tappeto sono uguali. I principali materiali con cui vengono realizzati i tappeti sono: la lana: le più pregiate provengono da Tibet e Nuova Zelanda e sono ricche di lanolina, che ne aumenta la resistenza. La lana riscalda l’ambiente, soprattutto se il tappeto è appoggiato su superfici per loro natura “fredde”, come il marmo o la pietra. La lana, poi, è un materiale atossico, che protegge dall’umidità e naturalmente dotata di un grande potere ignifugo. Il cotone: questo materiale è di solito utilizzato per la trama e l’ordito dei tappeti. Se realizzati tutti in cotone, i tappeti, anche se temono l’esposizione alla luce solare diretta, sono semplici da pulire, e assicurano colori brillanti. La seta: se utilizzata insieme alla lana nella realizzazione del tappeto, lo rende particolarmente luminoso. L’aquatech: composto da poliuretano e poliamminide, è un filato sintetico hi-tech dalle grandi prestazioni, che lavorato assume l’aspetto della paglia intrecciata. E’un materiale dotato di grande resistenza agli agenti atmosferici, ai raggi solari e all’acqua salata o di piscina. Per fare un tappeto possono essere utilizzati anche i materiali più impensati: gomme delle biciclette, jeans, pneumatici, carta di giornale, sari delle donne indiane. O T E P P A T l u Là s di L.A. a cura Spazio aperto Avremo allora un tappeto ecologico, come Cyclo, vincitore nel 2011 del prestigioso Reddot Design Award, premio annuale conferito a nuovi prodotti di design. Un tappeto nato per gli ambienti interni ma utilizzabile anche all'aperto, dato che resiste all’acqua e ai raggi solari. Per realizzarlo l’azienda belga Papilio ha tagliato le gomme delle biciclette, che sono poi state assemblate con una struttura tessuta. Anche il processo di lavorazione è totalmente green: non prevede infatti l’uso di nessun prodotto chimico, o di finitura. Una vera e propria operazione di riciclaggio eco-responsabile, per dare vita ad un complemento d’arredo originale e resistente. Prima di scegliere un tappeto dallo stile particolare è bene considerare con attenzione lo spazio a cui è destinato valutando il tipo di arredamento ed i colori presenti nell’ambiente. Se i tappeti sono realizzati con fibre naturali come la lana tenete conto che queste sono fotosensibili e quindi, nel tempo, potrebbero pian piano modificare il proprio cromatismo indi utilizzare un apposito sottotappeto con funzione antiscivolo evita anche che venga eventualmente rilasciato il colore su parquet, marmo o moquette. Per la pulizia quotidiana dei tappeti in lana basta passarvi sulla superficie l’aspirapolvere. Per lavarli, invece, si consiglia di sottoporli a lavaggi a secco in una tintoria o lavanderia specializzata. E’ sconsigliato sulla lana il lavaggio con il vapore, che potrebbe con le alte temperature rovinare la qualità di tale materiale. Anche i tappeti in Aquatech possono essere quotidianamente puliti con un aspirapolvere senza spazzole oppure, periodicamente, utilizzando una soluzione di acqua fredda a cui aggiungere una piccola quantità di detersivo neutro. Vanno evitati detergenti con candeggina, spazzole abrasive e anche il lavaggio a secco. Le singole macchie possono essere invece tamponate con un panno pulito. Non utilizzare spazzole, utensili abrasivi, candeggianti o solventi. Non lavare a secco. Nella pulizia dei tappeti antichi o comunque contenenti seta occorre procedere con particolare cura. Non usate mai il tradizionale battitappeto che potrebbe rovinarli ma preferite sempre l’aspirapolvere per la manutenzione quotidiana, facendo attenzione a passarla in direzione delle fasce laterali e non delle frange. Se volete poi pulirlo in casa in maniera più accurata potete utilizzare una soluzione composta in parti uguali di acqua e aceto bianco, a cui potete aggiungere qualche goccia di shampoo neutro, in cui intingere un panno che poi andrà strizzato in modo che rimanga umido ma non imbevuto del liquido. Potete poi affidarlo, per una pulizia da effettuare una volta l’anno o ogni due anni, a seconda dell’ambiente e quindi al calpestio e al passaggio a cui è sottoposto il tappeto, a un centro specializzato, evitando i “lavasecco” tradizionali, che utilizzano solitamente sostanze chimiche dannose per le fibre del tappeto. Wealth Planet magazine 63 Spazio aperto ProArtLab Saverio Mancino Riprendiamo il discorso con Saverio chiedendogli una più dettagliata descrizione di ProArtLab che risulta un vero e proprio incubatore di idee e di imprese. Pro Art Lab viene inaugurato a luglio 2010, pensato come un vero e proprio mini-hub di mezzi ed idee. Chiunque voglia sviluppare la propria idea di business ha a sua disposizione una struttura dove poter muovere i primi passi: attrezzature, logistica ma soprattutto l’esperienza ed il supporto di professionisti del mondo delle new technology, di esperti di strategie aziendali, di guru della comunicazione, di consulenti societari, di esperti della finanza anche agevolata (fondi europei, nazionali e regionali). All’interno del PAL c’è anche una sala prove con set fotografico e video; un impianto luci e audio, camerini spogliatoi con doccia, magazzino per scenografie e una sala riunioni. Il tutto dotato di rete wifi/lan e attrezzature tecnologiche per test/prove oltre anche a collegamento live web radio e web tv per poter realizzare workshop, barcamp, show acustici/teatrali e conferenze stampa. 64 Wealth Planet magazine SUSA S.p.A. via Jury Gagarin, 39 - 06036 Ellera (PG) Tel. 075 518421 - Fax 075 5178400 www.susa.it - www.susatrasporti.eu - [email protected] Eventi a cura di Juan Carlos Gallici Docente e giornalista, nato in Argentina, laurea a Còrdoba e Roma, specializzazione a Viterbo Ogni sgarro verrà punito Il 29 ottobre u.s. la prestigiosa Sala della Protomoteca del Comune di Roma Campidoglio ha ospitato il 2° Convegno Nazionale “EcoIncontriamoci” sulla Green Economy, per una riflessione a tutto campo circa l’attuale stato della coscienza ecologica dell’Italia e dell’Europa. Il Convegno, organizzato dalla rivista “Eco-news - organo informativo sulla sostenibilità ambientale” della rete di associazioni dell’ecologismo italiano, è stato presieduto da Simonetta Badini, Direttore Responsabile di Eco-news, e ha annoverato i bei nomi del settore in Italia e in altri Paesi. Hanno partecipato Ministri, esperti, professionisti, ricercatori, politici, grandi managers pubblici e privati, italiani e stranieri responsabili di segmenti sensibili nella difesa della salute pubblica e della sicurezza e sostenibilità ambientale, esperti nella raccolta e smaltimento rifiuti, nella produzione di energia pulita e rinnovabile, nella cura dei cittadini più esposti alle insidie della vita moderna, nell’ambiente come fonte di lavoro e stimolo della sicurezza generale, nei trasporti, nella alimentazione, nelle tecniche di produzione e distribuzione alimentare, nei sistemi sostenibili per lo sfruttamento razionale e non selvaggio della terra, delle foreste, dei fiumi, dei mari, nelle tecniche d’approccio a una Natura sensibile agli abusi, dalla colpevole incoscienza della cementificazione, degli incendi e alluvioni, al criminale super sfruttamento e inquinamento malavitoso. Insomma, un gran bel convegno cui ha partecipato anche un buon numero di studenti liceali. La riflessione d’obbligo è quella che ci interpella sul nostro 66 Wealth Planet magazine ruolo in questo vasto e grandioso scenario. Le slides proiettate ci hanno messo in contatto diretto con grandiosi progetti dell’uomo nel campo delle energie sostenibili, di quanto potrebbe essere il risparmio sulla bolletta energetica se solo applicassimo alcuni accorgimenti, statistiche di chi è avanti in Europa e chi indietro nel campo della raccolta differenziata, quali sono i paesi più avveduti per volgere tutto questo a vantaggio della creazione di posti di lavoro, di quanto potrebbe crescere il PIL se solo fossimo d’accordo di impiegare costose architetture industriali che certo qualche problemino potrebbero pure crearci. Ma dell’uomo, del suo mestiere di vivere, prosperare e divertirsi su questa terra, sulla “sua sostenibilità” nella Natura, nessuno si è ricordato. E’ vero, tra i disastri, rovine, incuria, superficialità che abbiamo visto, aleggiava questo elemento chiamato uomo, ma non è venuta dai tanti esperti presenti una presa di coscienza della sua incidenza sul sistema ambiente e sulle sue vere o presunte colpe. Di fatto se un pensiero sottile ha permeato la maggior parte dei discorsi, è quello economico. L’uomo fa tutto ciò che gli assicura vantaggi e profitto. Concepisce progetti, fa raffinate ricerche, si impegna nella costruzione di costosissimi congegni industriali solo se gli è garantito un sostanzioso ritorno molto superiore all’investimento richiesto. La storia dei popoli e la nostra in particolare, è piena di esempi ed esperienze di questo tipo. Volgendo la memoria al nostro vicino passato, constatiamo che molti dei grandi disastri naturali sono stati provocati da assurdi interventi, Eventi vicini o lontani nel tempo, “contro natura”, solo perché garantivano vantaggi immediati e duraturi. Vogliamo ricordare disgrazie immani come le alluvioni di Sicilia, del Salernitano, delle Cinque Terre e tantissimi altri? E che dire dei disastri atomici, o chimici? (Bopal e Seveso insegnano) Bene, tutti hanno in comune la follia di costruire cose in zone a rischio riconosciuto. Solo perché portano comodità, prestigio, denaro. I cittadini comuni potrebbero anche ignorare i rischi e i pericoli, ma le autorità... no!. A livello ufficiale e istituzionale sono cose ben conosciute. Perciò costruttori, autorità e tutti gli organismi preposti al controllo si rendono colpevoli dei disastri e morti “in differita” che spesso accadano molti decenni dopo. Un bel funerale, qualche protesta, e senza chiedere conti e ragioni si ritorna alla normalità che normale non è. Mi è capitato già di esprimere in queste pagine un pensiero tanto semplice quanto fondamentale: anche noi uomini siamo natura, come tutto quanto esiste nel Creato. Urge che l’uomo acquisisca questa consapevolezza. E’ un elemento culturale assente quasi dappertutto. Non sono i grandi progetti né le grandi iniziative economico-industriali “sull’Ambiente” (e noi fuori) che ce lo potranno dare, anzi. E’ quella stima, quell’amore per noi stessi condiviso in natura con la Natura, grande e piccola, visibile ed invisibile, gradita, sgradita o opposta ai nostri momentanei interessi. Questo pensiero ci potrà aiutare a capire sì che siamo degli esseri un po’ speciali, superiori se vogliamo, ma sempre “nell’Ambiente”, mai fuori. Perché qualsiasi ferita verrà propinata da noi alla Natura, sarà una ferita inferta a noi stessi. Prima o poi dovremo risarcire. In Natura ogni sgarro viene punito. Questa riflessione mi porta a pensare che il Convegno sull’Ecologia e la Natura è stato sì una ottima performance delle diverse componenti della nostra attuale cultura sociale, ma dimenticando il ruolo esistenziale dell’uomo “in” essa e l’influenza costante che esercita “su” di essa in ogni angolo del pianeta, è rimasto più sul piano tecnico-economicosociale e meno su quello ecologico-antropologico naturalistico. Peccato! Comunque, un plauso incondizionato agli organizzatori per l’impegno profuso. Wealth Planet magazine 67 Eventi 68 Wealth Planet magazine Etruria La Collina Catering e Banqueting Organizzazione matrimoni ed eventi Il Menu Tipico Aperitivo con Prosecco, Analcolico, Cocktail di Frutta fresca, Sangria, Stuzzichini caldi e freddi della casa Buffet di antipasti con Angolo Cantina ed etichette regionali Angolo dei formaggi Tavola dei Formaggi con marmellate agrodolci in abbinamento Parmigiano, Treccia di Mozzarella di Bufala con salsa ai mirtilli Angolo dei salumi Tavola dei Salumi tipici Umbri con panini caldi, Prosciutto tagliato in bellavista Selezione di Formaggi con marmellate Agrodolce Trancio di Bufala ai Lamponi Angolo del freddo Bresaola in carpaccio con ananas e noci Lombetto marinato con sedano e pecorino Insalata di farro con pachini, mais e asparagi Finger Food di Orzo Perlato e gamberetti Umbricelli Tipici con ragù di faraona Cappellacci Assisani con pachini, basilico e ricotta salata Stinco Tipico Umbro con demi - glace di cottura Flan di spinaci Patate Argent Torta nuziale da concordare Buffet di dolci Tortino al Cioccolato caldo, Bavarese alla frutta con salsa all arancia Composta di Frutta fresca Meringhe con panna e cioccolato Vino bianco e rosso da scegliere Spumante dolce e secco per brindare Minerale, Caffè, carrello dei distillati Nelle splendide sale con vista su Perugia oppure nelle migliori location Umbre Etruria La Collina Banqueting e Catering organizza matrimoni, ricevimenti ed eventi per tutte le occasioni. Dispone di sale da 50, 100 e 200 coperti con parco estivo adatto a magnifici aperitivi scenografici. La location è ideale per qualsiasi cerimonia che richieda eleganza e qualità totale. La cura per i dettagli, per le decorazioni e gli allestimenti garantisce di poter coniugare ottima cucina e una location da sogno. A disposizione degli ospiti buffet floreali o con richiami arabeggianti, portate servite su quadri a specchio e vassoi d’argento. Catering a domicilio e noleggio attrezzature. Presente anche un ottimo servizio di catering a domicilio in strutture ubicate tutte intorno alle colline umbre convenzionate tra cui scegliere quella più adatta alle singole esigenze. Si fornisce servizio di noleggio attrezzature complete e personale altamente qualificato per rendere indimenticabile ogni occasione. HOTEL LA COLLINA Via G. Dottori, 42 - San Sisto (Perugia) Tel. 075 5292144 - www.countryhouselacollina.com ARTI MARZIALI JU-JITSU GERMAN OPEN per il G.S. JU-JITSU Perugia un argento e un bronzo a cura del Mº Paolo Palma Ancora un bel risultato per il G.S. Ju-Jitsu Perugia, al recente “German Open” (6/7 Ottobre), il più prestigioso fra i trofei per Clubs che si tengono in Europa durante la stagione sportiva da poco iniziata. Il trofeo (J.J.I.F - E.J.J.F.) si è disputato presso l’imponente “AugustScharttner-Halle” di Hanau (Francoforte), nel quale sono state allestite ben 10 aree di gara. Il Maestro Massimo Bistocchi Alla competizione, prevista in due giornate, hanno partecipato oltre 600 atleti, appartenenti a 120 club e provenienti da 16 Nazioni. Per la specialità "Fighting System", la società del Presidente M° Massimo Bistocchi ha schierato 5 atleti: Jessica Scricciolo (18 anni, Campionessa Europea Under 21, cat. 55 kg), Andrea Calzoni (15 anni, Campione Europeo Under 18, cat. 50 kg), Alessio Scricciolo (15 anni), Adolfo Lizzi (19), Betim Beja (24 anni). Il team era accompagnato dagli allenatori Paolo Palma e Raffaele Calzoni. Jessica Scricciolo (55 kg), per l’occasione iscritta nella classe senior, al primo incontro superava l’avversaria tedesca per manifesta superiorità tecnica (full-ippon) e al secondo la norvegese Knutsen per 9 - 6. Approdata in finale, Jessica cedeva alla Campionessa Mondiale in carica della 70 Wealth Planet magazine categoria, la tedesca Sonnemann, conquistando comunque un prestigioso argento. Andrea Calzoni (55 kg - Under 18), dopo avere agevolmente passato il primo turno, perdeva la concentrazione al secondo match e si faceva superare da un atleta russo. Approdato ai ripescaggi, sfoderava tutti i colpi del proprio repertorio tecnico, da applauso le tecniche di calcio al viso; nella finale per il bronzo, il nostro dominava l’avversario belga, il podio era suo. Alessio Scricciolo (60 kg - Under 18), un pizzico di sfortuna negava il terzo posto all’atleta perugino, che partiva in quarta e liquidava in sequenza l’avversario tedesco e il polacco, poi veniva fermato in semifinale dal russo; nella finalina si batteva ad armi pari, per un soffio gli sfuggiva il bronzo: bravo comunque. Betim Beja (69 kg senior) e Adolfo Lizzi (69 kg Under 21): in queste due categorie di assoluto livello e affollate (25 - 30 partecipanti), i due atleti si sono ben comportati conquistando degli onorevoli piazzamenti. Il M° Massimo Bistocchi, visibilmente soddisfatto, si è complimentato con i suoi ragazzi ed il team allenatori. Inoltre il Maestro Benemerito, in qualità di D.G. della squadra Nazionale Azzurra, sta lavorando sulla rosa degli atleti da convocare in vista dei Campionati Mondiali Senior, in programma a Vienna, dal 29 Novembre al 2 dicembre 2012. MEDITERRANEAN SLOVENIJA JU-JITSU OPEN per il G.S. JU-JITSU Perugia due ori, un argento e due bronzi Una nuova Cintura Nera fra gli atleti della Società perugina Ottimo risultato per il G.S. Ju-Jitsu Perugia, al recente “Mediterranean Ju-Jitsu Slovenija Open” prestigioso Trofeo che si è tenuto sabato 27 ottobre a Dobova (Slovenia), appuntamento Internazionale di alto livello. Alla competizione hanno partecipato atleti di club provenienti da svariate nazioni tra le quali, oltre Italia e Slovenia anche Francia, Belgio, Austria e Germania, tanto per citare le più rappresentative. Per la specialità "Fighting System", la società del Presidente M° Massimo Bistocchi (che a livello federale riveste la carica di D.G. della Nazionale) si è presentata con 6 atleti: Jessica Scricciolo (18 anni, Campionessa Europea Under 21, cat. 55 kg), Andrea Calzoni (15 anni, Campione Europeo Under 18, cat. 50 kg), Gabriele Bazzucchi (14 anni), Alessio Scricciolo (15 anni), Gianmarco Corbucci (16 anni), Betim Beja (24 anni). Il team era accompagnato dagli allenatori M° Paolo Palma e Istr. Raffaele Calzoni. Jessica Scricciolo (cat. 55 kg): per l’occasione iscritta nella classe Senior, disputava 3 incontri, superando agevolmente 2 atlete austriache, rispettivamente per 11 - 1 e 12 - 4. In finale si confrontava con la collega di Nazionale proveniente da Genova, aggiudicandosi il match per 11 - 6 e la relativa medaglia d’oro. Prosegue nel migliore dei modi la preparazione di Jessica, convocata dal D.G. Bistocchi per i Mondiali Seniors, in programma a Vienna dal 30/11 al 2/12. Andrea Calzoni (cat. 55 kg - Under 18): ben concentrato, dimostrava di essere in giornata, vincendo 3 incontri prima del limite per manifesta superiorità tecnica. Nel suo repertorio, da applauso le tecniche di calcio al viso, oltre a spunti interessanti nelle fasi di lotta in piedi e a terra. In sintesi, sfodera la classe da Campione Europeo. Gabriele Bazzucchi (cat. 50 Kg - Under 18): nel corso della finale si portava in vantaggio nei confronti dell’atleta sloveno, in seguito, alcune disattenzioni dettate dall’inesperienza, lo portavano a subire la rimonta da parte dell’avversario, al termine del match si doveva accontentare dell’argento. Gianmarco Corbucci (cat. 81 kg - Under 18): partiva sfavorito per il riacutizzarsi di un infortunio alla coscia dx subito in allenamento. Nonostante tutto superava il primo turno contro l’avversario sloveno, perdeva di misura l’incontro successivo, ma stringendo i denti vinceva la finale per il bronzo. Encomiabile. Alessio Scricciolo (cat. 60 kg - Under 18): partiva con il piede giusto, vincendo per Full Ippon (manifesta superiorità tecnica) il confronto con l’avversario della Serbia; perdeva la concentrazione al turno successivo, perdendo di misura. Nella finale per il bronzo si riscattava, aggiudicandosi in match nettamente. Grazie al punteggio acquisito con la medaglia di bronzo, Alessio Scricciolo ha raggiunto il grado di Cintura Nera agonista. Betim Beja (Cat. 69 kg - Senior): come al solito categoria affollata e di assoluto livello; il coraggioso atleta lottava con tutte le forze contrapposto ad atleti blasonati ed esperti, conquistando alla fine un onorevole quinto posto. Il M° Massimo Bistocchi, visibilmente soddisfatto per il risultato, grazie alle medaglie conquistate dai suoi atleti all’Open di Slovenia, arricchisce ulteriormente il palmares del titolato club perugino. Wealth Planet magazine 71 Eventi Intervista al Coach Fabio Bovari a cura di Mirina Hoxha Intervistiamo l’allenatore della Wealth Planet Perugia targata Gecom Security Perugia militante nella serie B1 nazionale di pallavolo femminile... Coach Bovari una nuova stagione di serie B sta iniziando, con quali stimoli e quali obiettivi affronterete questo campionato? Questa nuova stagione senz’altro è piena di stimoli e di obiettivi. Il fatto di giocare al Palazzetto Evangelisti sicuramente ci stimola e ci dà entusiasmo ed allo stesso tempo ci rende consapevoli di essere innanzi ad un palcoscenico importante. L’obiettivo primario sarà quindi quello di divertirci e di far divertire cercando di trovare sempre nuovi consensi tra il pubblico e tutti insieme percorrere una stagione positiva. Come avete costruito in estate la Gecom Security? Abbiamo mantenuto l’intelaiatura della passata stagione caratterizzata dalle prestazioni di Tosti, Cruciani, Marcacci, Corbucci, Rocchi cercando di seguire una politica di rafforzamento basata sull’innesto sia di atlete giovani e promettenti, vedi Puchaczeschi, Montechiarini, Gradassi, sia sull’esperienza della Delfino. 72 Wealth Planet magazine Le atlete si sono già ben integrate tra di loro creando un gruppo affiatato e unito. Coach Bovari cosa pensi della divisione delle GECOM S. umbre in due gironi? Penso cheFulvio la serie un campionato nazionale e che Via Avv. Croce, B 14 è - 52100 Arezzo - Tel. 0575 411166 - www.gecomiz quindi possa succedere quanto accaduto quest’anno, personalmente aggiungo che sei derby (andata e ritorno) avrebbero aggiunto un po’ di pepe al girone e abbassato qualche costo di trasferta in più. Le tue prime impressioni sulla squadra... Penso che sia una squadra ben affiatata e ben equilibrata tecnicamente. Le componenti sia giovani che di esperienza mi lasciano ben sperare per un campionato positivo. Vedo molto entusiasmo e sicuramente affronteremo tutte le partite al massimo della motivazione. Su cosa state lavorando? Stiamo lavorando sia sull’aspetto di perfezionamento tecnico per le più giovani, sia sull’aspetto fisico per un campionato che non abbia alti e bassi e sull’intesa tattica. Il lavoro che stiamo facendo è sicuramente molto duro Vuoi ricevere informazioni su ABBONAMENTI e PUBBLICITÀ? Manda un SMS al numero 338 2366330 e scrivi: “abbonamento” o “pubblicità”, ti ricontatteremo noi! www.wealthplanet.it - [email protected] Eventi anche per integrare tutte le componenti ma come ti dicevo l’entusiasmo è davvero notevole. Che differenze pensi ci siano rispetto allo scorso anno? Ogni anno ha la sua storia legata a molteplici fattori. Chiaramente ogni anno ogni squadra cerca di potenziarsi e di far tesoro delle esperienze degli anni precedenti. Sicuramente il fatto di avere un intelaiatura di base ben affiatata, che ha già giocato un anno insieme, potrebbe fare la differenza. Rispetto all’anno precedente il girone ha perso il Lazio ad appannaggio delle Marche ed Emilia che come risaputo hanno un livello standard piuttosto elevato. Come vi muovete nel settore giovanile... Abbiamo creato insieme alla Grifo Volley del Presidente Bettini ed alla School Volley del Presidente Mandò, Projet Volley Perugia che vuole essere un contenitore sportivo che unisce la realtà della Serie B a quella delle Serie C e D, di I e II divisione oltre ad un settore di giovanili ed under che sicuramente nel futuro faranno la differenza. Pertanto Projet Volley Perugia vuole mettersi in evidenza per il suo progetto unitario e complessivo con un settore giovanile già importante che vuole diventare ancora più ricco e promettente per le categorie superiori. Coach Bovari un tuo pensiero finale... Sono molto ottimista sulla bontà del progetto che racchiude una serie di componenti importanti e professionali. Penso che se sapremo rimanere uniti, entusiasti e con i piedi per terra, senza rinunciare a sognare, si potranno fare cose positive. Di più per scaramanzia non dico, ma invito tutti i lettori al Palasport Evangelisti perché sicuramente il divertimento non mancherà. Ps Lista Atlete 4 13 6 9 5 3 10 8 11 12 7 Marcacci Lucia Schepers Lena Cruciani Corinna Montechiarini Alessia Corbucci Peters Debora Cruciani Cristina Tosti Silvia Puchaczeschi Jessica Gradassi Katerina Delfino Martina Vipera Benedetta 1 2 Rocchi Luisa Pompili Renata Lista Dirigenti e Ruoli Presidente - M. Patiti Vice Presidente - E. Lana Vice Presidente - A. Bartoccini Direttore Sportivo - A. Sarnari Dirigenti e Consiglieri - G.L. Ascione, F. Bartoccini, G. Bettini, S. Bizzarri, M.L. Bomba, E. Cavallucci, C. Cerquaglia, F. Fondacci, M. Hoxha, R. Hoxha, B. Hoxha, S. Indino, F. Patiti, M. Poggioni, I. Serrone, M. Tarini, S. Tecchio, V. Tecchio, S. Volpi. Medico - V. Pagliuca www.wealthplanet.it [email protected] www.citroen.it 4X4 QUANDO VUOI TU. NUOVA CITROËN C4 AIRCROSS C’è un solo SUV compatto con motore 1.6 HDi 115 FAP Stop&Start 2WD. È la nuova Citroën C4 Aircross che ti permette anche di scegliere la modalità di trazione ideale passando dalle 2 alle 4 ruote motrici con un semplice gesto. Nuova Citroën C4 Aircross, tecnologica ed ecologica. GAMMA CITROËN C4 AIRCROSS DA 19.900 EURO. TI ASPETTIAMO PER UNA PROVA. CRÉATIVE TECHNOLOGIE Citroën C4 AIRCROSS 1.6 HDi 115 FAP Stop&Start 2WD. Consumo su percorso misto: 4,6 l/100 Km. Emissioni di CO2 su percorso misto: 119 g/Km. Prezzo promozionale esclusi IPT, contributo PFU e bollo su dichiarazione di conformità al netto dell’”Incentivo Concessionarie Citroën”. Offerta delle Concessionarie Citroën che aderiscono all’iniziativa, riservata ai clienti privati, valida in caso di permuta o rottamazione di un usato, non cumulabile con altre iniziative in corso. L’offerta “Citroën C4 Aircross da 19.900 euro” è valida per l’acquisto di Citroën C4 Aircross 1.6i 115 Stop&Start 2WD Attraction. Offerta valida no al 30/11/2012 Centralcar S.p.A. Via G. Dottori, 62 - 06132 Perugia - Tel. 075 5270162 Eventi Andiamo a Teatro Roma ONEGIN Ven, 07/09/2012 - Mar, 18/09/2012 da Aleksandr Puškin Coreografia John Cranko NAPUCALISSE Ven, 28/09/2012 - Sab, 29/09/2012 Musica Giorgio Battistelli Versi e Drammaturgia Mimmo Borrelli LA BOHÈME Mer, 26/09/2012 - Ven, 26/10/2012 Musica di Giacomo Puccini Regia di Franco Zeffirelli LES PÊCHEURS DE PERLES Mar, 16/10/2012 - Giov, 25/10/2012 di Georges Bizet Regia Fabio Sparvoli RAYMONDA Mer, 03/10/2012 - Sab, 13/10/2012 di Marius Petipa Messa in scena Sergej Vikharev HISTOIRE DU SOLDAT Ven, 30/11/2012 Musiche Igor Stravinskij Con Peppe Servillo SIEGFRIED (DER RING DES NIBELUNGEN) Mar, 23/10/2012 - Dom, 18/11/2012 di Richard Wagner Direttore Daniel Barenboim LA TRAVIATA Mer, 05/12/2012 - Sab, 15/12/2012 di Giuseppe Verdi regia Ferzan Ozpetek RIGOLETTO Mar, 06/11/2012 - Sab, 17/11/2012 di Giuseppe Verdi Regia Gilbert Deflo LOHENGRIN Ven, 07/12/2012 - Giov, 27/12/2012 di Richard Wagner Direttore Daniel Barenboim ROMÉO ET JULIETTE Mer, 19/12/2012 - Mar, 08/01/2013 Musica Hector Berlioz Coreografia Sasha Waltz FALSTAFF Mar, 15/01/2013 - Mar, 12/02/2013 di Giuseppe Verdi Regia Robert Carsen NOTRE-DAME DE PARIS Dom, 10/02/2013 - Mar, 05/03/2013 Coreografia e libretto Roland Petit 76 Wealth Planet magazine LO SCHIACCIANOCI Giov, 27/12/2012 - Mer, 02/01/2013 di Pëtr Il’ič Čajkovskij RUSALKA Sab, 19/01/2013 - Mar, 29/01/2013 di Antonin Dvořák IO SO CHE TU SAI CHE IO SO Mar, 02/10/2012 - Dom, 28/10/2012 di Rodolfo Sonego MOMENTO DI FOLLIA Mar, 30/10/2012 - Dom, 25/11/2012 di Sam Bobrick regia Silvio Giordani EVA CONTRO EVA Mar, 27/11/2012 - Dom, 23/12/2012 di Mary Orr regia di Maurizio Panici L’ANATRA ALL’ARANCIA Mer, 26/12/2012 - Dom, 20/01/2013 di Marc Gilbert Sauvajon regia Carlo Alighiero MASCHIO CRUDELE Mar, 22/01/2013 - Dom, 17/02/2013 di Pierre Chesnot Regia Silvio Giordani CHE NOTTE... QUELLA NOTTE! Mar, 19/02/2013 - Dom, 17/03/2013 di Carlo Auteri con Patrizia Pellegrino e Enrico Guarneri IL BOSS DI BOGOTÀ Mar, 19/03/2013 - Dom, 14/04/2013 di Alain Reynaud Fourton regia Carlo Alighiero MI PIACI PERCHÉ SEI COSÌ Mar, 16/04/2013 - Dom, 12/05/2013 scritto e diretto da Gabriele Pignotta LA LOCANDIERA Mar, 14/05/2013 - Dom, 09/06/2013 da Carlo Goldoni con Pamela Villoresi e Pietro Longhi affiliato network franchising Gruppo info Vacanze . . . o t a g a P . . . o t a s r o Rimb Restituzione fino al 100% degli importi spesi, nelle attività commerciali convenzionate, sotto forma di € Valuta Horus Potrai prenotare nella nostra agenzia un qualsiasi pacchetto vacanza, presente nei cataloghi turistici in qualunque periodo dell’anno altissima stagione compresa e ti verrà garantita la prenotazione per te e le persone al tuo seguito, con uno sconto che potrà arrivare fino al 40% da catalogo, lo sconto potrà essere cumulato da più €uro Buoni Vacanza raccolti. UITA T A R G A NZ CONSULE A DOMICILIO cchie, cral, per parro d enti. anizzati e gruppi org t i . u r c y d a l .iviaggidi www 06132 Castel del Piano (PG), via Strozzacapponi 80 Tel. 075 5149489 - Fax 075 5158856 [email protected] Massimo Cruciani +39 335 1010850 Eventi Manuela Minelli Giornalista e scrittrice Ha pubblicato il romanzo “C’è odore di cuore” (Giraldi Editore), scritto una dozzina di commedie musicali e vinto diversi premi letterari. Vive a Roma con due figli, sei gatte e due gatti maschi, un setter irlandese, due bassotti nani e un compagno evidentemente molto paziente. Nel raro tempo libero si dedica alla cucina, studia danze africane e programma viaggi in posti inconsueti. Un uomo e una donna si incontrano in rete dopo il “messaggio in bottiglia” che lei lancia alla ricerca di un uomo ideale e reale allo stesso tempo, che sappia essere amico ma soprattutto amante. La regola è chiara: nessun incontro vero, nessuna immagine ad accennare volti e corpi, ma solo l’immaginazione e il resoconto puntuale (quasi voyeuristico) di ciò che il “desiderio” porta a sperimentare. Ecco che nasce un epistolario unico e irripetibile, in cui l’erotismo si unisce al sentimento, all’ironia e al sogno per vincere la monotonia e la solitudine che permeano inevitabilmente la vita di ognuno di noi. Il mix che risulta è dirompente e stuzzicante: il sesso non è solo appagamento carnale, ma crea un legame con l’altro potente e indissolubile, che la distanza e “l’inconsistenza” della rete non solo non riescono a scalfire, ma addirittura potenziano in una spirale di desiderio incontenibile e totalizzante. Un romanzo indimenticabile, stimolante e “gustoso” che vi condurrà nei meandri dell’erotismo più libero e disinibito senza mai scadere nella volgarità. Perché il sesso, se vissuto autenticamente e nel totale rispetto di sé e degli altri, non ha niente di peccaminoso ma è una delle vie più autentiche per ritrovarsi e apprezzarsi. P 4625 P 728 Acquistiamo Proprietá Immobiliari e Partecipazioni Aziendali Via dei Tagliapietra, 5 06132 Perugia tel. 075.5270599 e-mail: [email protected] Le pietre OROSCOPO Ariete: governato da Marte. Sono associate tutte le pietre la cui gamma di colori spazia dal rosso fino al violaceo. Se vi serve forza ed energia, affidatevi al Corallo Rosso o al Rubino che accrescerà la vostra vitalità. Per purificare il sangue, i reni, il fegato scegliete invece l’Eliotropio, che vi aiuta anche a trasformare l’energia sessuale in creativa e a combattere lo stress. Toro: governato da Venere. Sono associate tutte le pietre verdi, colore proprio di Venere. Potrete quindi scegliere lo Smeraldo che vi porterà amore, equilibrio e comprensione o la Giada Verde che vi garantirà coraggio, giustizia, saggezza e longevità. Lo Smeraldo si rivelerà utile anche nella guarigione nei problemi di vista. Indossate invece la Tormalina Verde per sostenere la vostra forma fisica, purificando il vostro corpo e assicurarvi denaro e successo. Gemelli: governato da Mercurio. Vengono associate tutte le pietre cangianti e gialle. Adatto al vostro segno è quindi il Topazio, che ha la funzione di controllare l’emotività e di stimolare la spiritualità. Associata a Mercurio, potete invece scegliere l’Agata che vi aiuterà a stimolare la mente e ad aumentare la vostra concentrazione e si rivelerà utile sia per il lavoro che per lo studio. Se desiderate avere buonumore, gioia di vivere, creatività e iniziativa, essere dinamici ed estroversi, avere più autostima e grinta necessaria per affrontare tutte le situazioni, la Citrina è la pietra adatta. Cancro: governato dalla Luna. Vengono associate le pietre bianche e lattiginose. La pietra abitualmente attribuita al vostro segno è la Perla che ha la funzione di addolcire, calmare e portare equilibrio. Per le donne che desiderano una gravidanza o vogliono aumentare la loro femminilità è particolarmente indicata la Pietra di Luna (Adularia). Leone: governato dal Sole. Vengono associate le pietre gialle o molto luminose. La pietra simbolo del segno è di norma il diamante, la più brillante di tutte le gemme, che infonde energie e sostegno nella salute ai nativi del segno, alleviando tensioni nervose e depurando l’organismo da troppe tossine. Il diamante aiuta inoltre nella meditazione e a focalizzare meglio come ottenere ciò che desiderate. Per stimolare la vostra creatività e aumentare la fiducia in voi stessi è particolarmente indicata l’Ambra. Vergine: governato da Mercurio. Sono associate le pietre grigie, cangianti e opalescenti. Pietra del segno è considerata lo Zaffiro, che può indirizzare energie di guarigione e amore su chi ne ha bisogno. Per rinforzare la memoria e utilizzare al meglio l’intuito e la razionalità, oltre che a contrastare l’insicurezza e la paura, sarà particolarmente utile la Kunzite. A livello fisico sono consigliati il Quarzo rutilato, molto utile contro la stanchezza, o l’Agata, considerata un ottimo energetico capace di dare forza a tutti i livelli. Bilancia: governato da Venere. Sono associate le pietre verdi. Per l’amore è consigliata la Tormalina Verde, magari incastonata in un ciondolo o in un anello, che vi infonde anche un po’ di 80 Wealth Planet magazine praticità. Nei momenti in cui vi sentite un po’ sottotono scegliete invece l’Opale: la sua azione vi infonderà un po’ di carica energetica. Utile nella professione la Malachite, che mantiene chiaro l’obiettivo e rafforza la capacità critica. Per migliorare invece la vostra sensulità indirizzatevi al Crisoprasio; per attrarre l’amore non c’è niente di meglio che indossare il quarzo rosa incastonato in anelli, pendenti, bracciali e soprattutto collane. Scorpione: governato da Plutone. Vengono associate le pietre di colore rosso. La pietra del segno è il rubino, che vi protegge da tutte le negatività, da danni fisici o malattie e l’agata, che favorisce la rigenerazione e la crescita, la resistenza corporea e rinnova potenza e vitalità. La corniola aiuterà i nativi a raggiungere i propri traguardi, fornendo la giusta spinta e ambizione. Ispira inoltre una positiva, coraggiosa fiducia in se stessi ed è particolarmente utile contro i disturbi intestinali, epatici e nervosi. Per attrarre l’amore indossate la Rodocrosite, che stimola ad essere attivi e spontanei e a manifestare i propri sentimenti. Sagittario: governato da Giove, vengono associate le pietre azzurre o indaco. Pietra tipica del segno è il Turchese che ha una funzione tipica protettrice e garantisce vitalità a tutto il corpo. Utile sia in amore che nella professione, per sviluppare l’intuizione, la conoscenza, la comprensione di se stessi e degli altri, e per favorire la comunicazione è invece l’Azzurite. Capricorno: governato da Saturno. Sono associate le pietre nere e scure. Pietra tipica del segno è l’Onice che aiuta i nativi a superare eventuali difficoltà, stimolandoli costantemente a realizzare la propria individualità e regolarizza gli impulsi sessuali. Per caricarsi di energia potete invece scegliere l’Opale nero, utile anche come stimolante e antidepressivo. Per la professione è indicata la Tormalina Nera, la pietra del comando, che rende capaci di influenzare mentalmente le altre persone. Per la salute invece potete scegliere l’Ossidiana, indicata soprattutto in caso di traumi e contro i dolori. Acquario: governato da Urano. Vengono associate le pietre scure, blu, viola e nere. Tipicamente la pietra associata al segno dell’Acquario è il Quarzo, che aiuta a portare ordine nei pensieri e chiarire la mente, o lo Zaffiro Blu particolarmente utile per la salute o l’amore. Il Cristallo di Rocca, particolare tipo di quarzo, considerato purificatore e protettore, apporta invece ai nativi energia, potenziando la loro forza vitale. Pesci: governato da Nettuno. Vengono associate le pietre azzurre o luminose. I pesci sono molto sensibili e quindi devono utilizzare delle pietre per proteggersi, come, ad esempio, l’Ametista e l’Acquamarina, considerate proprio le pietre del segno, che proteggono i nativi e fanno aumentare la loro energia vitale. L’Amestista, in particolare è utile per aumentare l’autostima, rafforzare la volontà, la memoria, l’autocontrollo, e aumenta l’attività onirica. Per l’amore può essere utile indossare un’acquamarina incastonata in un anello o in un ciondolo, in quanto aiuta ad esprimere liberamente i pensieri e i sentimenti.