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Il 25 aprile tradito
cent 50 DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona W la Dal Lago, presidente della Serenissima. O no? di Giovanni Coviello "La vicentina Manuela Dal Lago, presidente uscente della Provincia, è il nuovo presidente della Serenissima, la società controllata dagli enti locali che gestisce l'A4 Brescia Padova e anche l'A31 Valdastico. L'hanno votata il sindaco Enrico Hüllweck e i capi di Comuni e Province di Brescia, Verona e Padova, oltre alla nuova 'squadra', i quattro consiglieri guidati dal socio privato bresciano Rino Gambari, che ha portano con sé in consiglio anche il presidente della Provincia milanese, Filippo Penati". Questa è la chiarissima sintesi della notizia sul primo presidente vicentino della grande spa delle infrastrutture di gran parte del Nord Est, ricca anche di partecipazioni strategiche nel sistema aeroportuale dell'area, apparsa mercoledì a firma Piero Erle su Il Giornale di Vicenza. A contorno c'erano poi le difficoltà politiche che hanno preceduto la nomina e che accompagneranno il suo espletamento, reso già a dir poco complesso a livello gestionale dalla necessità di estendere a dopo il 2013 la concessione. Concessione che è contestata da Bruxelles, che vuole una regolare gara; che il Governo Prodi non sa se (e come) allungare fino al 2036 per dare fiato ai piani di investimento; e che è osteggiata dal Governatore del Veneto, Giancarlo Galan, che preferisce una società mista Anas - Regione per finalizzare i fondi alle opere viarie del Veneto. "E proprio Galan - ha evidenziato Erle - a quanto si sa d'intesa anche con l'europarlamentare vicentina Lia Sartori (prossima candidata sindaco di Vicenza o almeno tessitrice importante delle relative tele, n.d.r.), ha cercato fino all'ultimo di bloccare l'elezione della Dal Lago ... nientemeno che ad Arcore, alla presenza del leader Silvio Berlusconi... L'obiettivo era rinviare tutto di una settimana come ha chiesto ufficialmente in Cda il rappresentante del Comune di Milano ...". Il rappresentate della giunta Moratti alla fine è rimasto solo (ma con tutta Arcore alle spalle), non facendo parte del patto di sindacato che governa la Serenissima e che è composto da tutti gli enti pubblici, meno, appunto, Milano; mentre il socio privato Gambari è in attesa di essere nominato Ad (ben più di un vice presidente) in forza delle sue quote di partecipazione e in rappresentanza degli interessi imprenditoriali privati che esprime. (continua a pagina 7) Anno 2 nr. 55 - Sabat0 21 aprile 2007 Il 25 aprile tradito Ogni anno la stessa storia: la destra svicola e mugugna, la sinistra si autoesalta e s'imbroda. E' il festival dell'ipocrisia. Perché i valori della Resistenza sono stati traditi. Da tutti a pagina 24 Ritalin, la droga dei bambini. Spacciata per farmaco a pagina 4 Scalabrin (Montecchio): un sindaco di sinistra. Quasi di destra a pagina 9 Urbanistica, Provincia per lo sviluppo "sostenibile". A parole da pagina 6 Allarme pompieri: "Siamo all'ultima goccia" a pagina 11 3 opinioni 21 APRILE 2007 L'intervento. Il diessino Ubaldo Alifuoco analizza il disastro della società di San Biagio, che ha portato il presidente aennista alle dimissioni Aim, tutte le colpe di Rossi & Co. Da alcuni anni, insieme all'amico e collega Marino Quaresimin, ho lanciato l'allarme sulla situazione di AIM. Abbiamo lavorato non in un'ottica politica ma con l'esperienza professionale maturata in anni di lavoro e di analisi dell'impresa. Ci siamo basati sui bilanci ufficiali, sui documenti della rete societaria, sulla documentazione prodotta in AIM e su nostre indagini e contatti con prota- www.vicenzapiu.com [email protected] Direttore Editoriale GIOVANNI COVIELLO [email protected] Direttore Responsabile ROBERTO BERTOLDI Editori PIÙ MEDIA SRL Strada Marosticana, 3 – Vicenza [email protected] & EDIZIONI LOCALI SRL via Nizza, 8 – Verona Redazione di Vicenza Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Redattori LUCA MATTEAZZI [email protected] ALESSIO MANNINO [email protected] ILARIO TONIELLO [email protected] Redazione sportiva TOMMASO QUAGGIO [email protected] PAOLO MUTTERLE [email protected] Collaborano: GIOVANNI MAGALOTTI GIULIANO CORÀ FRANCESCO CAVALLARO REDAZIONE DI VERONA Via Nizza, 8 telefono 045 8015855; Fax 0458041460 gonisti del settore. Gli "indizi" mi hanno convinto da tempo che AIM si fosse collocata su un binario morto per varie ragioni. Prima di tutto la crescita aziendale, l'andamento dei ricavi, la tipologia degli investimenti, ecc. non sono all'altezza delle sfide proposte dal nuovo quadro del mercato nazionale ed internazionale. Simo in presenza di uno sconvolgimento epocale, e le centinaia di aziende comunali che sono cresciute in una logica monopolistica devono ora confrontarsi con tutti i problemi del mercato. Ciò vuol dire una battaglia giornaliera per competere e per razionalizzare i costi al fine di poter proporre prezzi migliori. Da questa fase emergeranno poche decine di aziende in Italia e noi vorremmo che AIM fosse tra queste. Se essa continua sulla strada degli ultimi anni sarà destinata all'emarginazione. Rilevo prima di tutto che l'indebitamento è cresciuto in modo rapidissimo, fuori di misura e in modo spropositato rispetto agli investimenti fatti. Siamo passati da una fase in cui l'AIM non aveva bisogno di chiedere soldi alle banche, ed anzi li depositava, ad una in cui il debito bancario ha sfondato i cento milioni di euro e, lo verificheremo nel bilancio ultimo che ora non è ancora disponibile, si parla ora di oltre 130 milioni. La cifra fa paura, non tanto per il livello comparato al fatturato e al patrimonio, ma soprattutto per la qualità degli investimenti finanziati e per il loro ritorno in termini economico-finanziari. In prati- ca, se mi indebito per cento, pagando un tasso di sette, il mio investimento finanziato con quell'importo dovrà rendermi una cifra superiore a sette. Oggi noi siamo preoccupati perché gli investimenti effettuati da AIM non sono stati sempre e tutti utili. Ad esempio, a Marghera è stata acquistata una società pensando di poter sfruttare l'area per una operazione sui rifiuti. Tale progetto è fermo e oggi pare che si stia cercando di vendere tutto. Tipico investimento inutile e dannoso per le finanze pubbliche di Vicenza. La rete societaria di AIM Vicenza SpA, dilatata oltre misura, è stata utile a moltiplicare le poltrone e i compensi di amministratori che riteniamo abbiano spesso solo curriculum partitici. Questa circostanza è stata da me documentata sia con tabelle chiare sull'intreccio societario e sui dati di gestione delle stesse società sia con tabelle sui compensi che appaiono del tutto sproporzionati rispetto al ruolo e ai dati aziendali. Ma oggi anche gli stessi amministratori scrivono al presidente del cda per criticare la politica di acquisizione societaria soprattutto nel settore dei rifiuti e ambientale in genere. Essi pare sostengano che tali acquisizioni sono state dirette alla moltiplicazione delle cariche e non al bene di Vicenza. Inoltre, con un linguaggio criptico che andrebbe chiarito davanti al Consiglio Comunale, se non ad altre autorità, si accusa Giuseppe Rossi di aver scelto una strada che, alla fine, fa sì che gli utili vadano nei bilanci delle società private e non nella holding Pubblicità Strada Marosticana, 3 Vicenza tel. 0444 923362 - 922766 Fax 0444 926780 [email protected] Stampa Stampato dalla Pentagraph S.r.l. via Tavagnacco, 61 33100 Udine Autorizz.Tribunale C.P. di Verona nr. 736/03 del 29/09/2003 Supplemento della Cronaca di Trento del 3 febbraio 2007 Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Iscrizione al Registro Nazionale della stampa n.8857 del 15-12-2000 Giuseppe Rossi, alla guida di Aim negli ultimi anni Il consigliere comunale Ubaldo Alifuoco (Ds) pubblica. Qui si inserisce l'esempio SIT-TE (lo scambio di azioni tra la Sit di Aim e la Te, società controllata da Stabila, ndr) dove vi sarebbe stato uno scambio azionario sconveniente per il pubblico. Su tutto questo abbiamo chiesto lo svolgimento di una seduta del Consiglio comunale dove ci aspettiamo primi chiarimenti che, temo, non potranno arrivare. Come sempre, dovremo sviluppare la nostra capacità di indagine per capire cosa è accaduto e quali danni vi sono stati per Vicenza. La politica deve mantenere il controllo con un potere di indirizzo ma la gestione va fatta da persone che abbiano un curriculum professionale, che capiscano cosa significa stare in un cda di una azienda pubblica. Ci vuole un patto trasversale per ridare dignità alla politica, alla "Grande Politica che cura la città" e che seleziona le persone incaricate di svolgere funzioni pubbliche secondo un criterio di capacità, di motivazione ideale. I compensi elevatissimi sono del tutto fuori da questa logica ed hanno prodotto un deterioramento della politica che oggi, lungi dall'essere uno stimolo allo sviluppo, è un freno indecente. Ovviamente, questo processo non nasce da solo per volontà dei dirigenti di partito. Ci vuole un impegno di tutta la comunità che oggi deve rendersi conto che stimo scivolando verso ilo declino se non emarginiamo i politici incapaci. La lettera degli amministratori al dimissionario Rossi apre numerosi interrogativi. Come mai oggi e non quando fu fatta la proposta. Perché le denunce numerose fatte dallo scrivente e da Marino Quaresimin, e da altri, sono sempre state respinte e liquidate come posizioni pregiudiziali di avversari politici. In questi anni le occasioni per riflettere e cambiare sono state offerte ma siamo in un sistema politico bloccato in cui molti recitano una parte rigida: tutto ciò che viene da chi non sta con noi è da respingere. Mi pare che questo sistema vada completamente cambiato. Questa della discussione da noi richiesta potrebbe essere l'occasione giusta per abbandonare le posizioni volte all'occupazione partitica e per sottoscrivere un patto traversale su regole diverse per il bene della nostra città. Ubaldo Alifuoco consigliere comunale Ds presidente Associazione Partito Democratico - Vicenza 4 21 APRILE 2007 fatti¬izie Anche a Vicenza al via la sperimentazione con alcuni bambini iperattivi. E subito si accende il dibattito Psicofarmaci per bambini: le pillole dell'obbedienza DI TOMMASO QUAGGIO "Mamma, mamma, oggi non riesco proprio a concentrarmi, penso solo a giocare e a guadare la Tv, dammi la mia medicina così riesco a fare i compiti per domani". Estremizzazione del dialogo tra madre e figlio. Forse. Ma questo è quello che potrebbe succedere con la commercializzazione anche da noi di un derivato dell'anfetamina, il metilfenidato, meglio noto come "Ritalin", prescritto ai bambini e ai ragazzi vittime della sindrome da iperattività chiamata anche Adhd. Il potente psicofarmaco approderà infatti anche nella città del Palladio, dopo che l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco ndr) ha dato il suo via libera per la messa in commercio del medicinale, previa, e ci mancherebbe, una rigida procedura per l'uso corretto del medesimo; ma già c'è chi in città ne decanta le lodi. Prima però di addentrarci sul tema, un po' di storia della sostanza dalla formula chimica C14H19NO2. Anche i Simpson ironizzano sulla pillola: in una puntata il monello Bart prende il Ritalin. Con risultati stupefacenti Il Ritalin è stato introdotto nel 1956, brevettato dalla Ciba Pharmaceutical Company (oggi Novartis). Commercializzato in Italia due anni dopo l'introduzione, venne ritirato dalla casa farmaceutica nell'89 anche a causa delle tante proteste. Nel marzo del 2003 il Ministro della Salute aveva approvato un decreto che riportava il metilfenidato, e quindi il Ritalin, in Tabella 4, declassandolo così dalle sostanze stupefacenti elencate nella tabella 1 e 2 dove si trovano cocaina, eroina, morfina, anfetamine, oppiacei, LSD, mescalina, e altre sostanze. Il 26 aprile 2006 il Ministro della che ne bastano semplicemente sei per essere indicati come possibili soggetti affetti dall'Adhd. È anche vero che il passaggio alla pratica del farmaco non è così immediato. "I questionari che vengono utilizzati per diagnosticare questi disagi dell'infanzia - spiega il prof. William Carey, primario e professore di Pediatria Sono tre i bambini berici in cura Clinica dell'Università della sperimentale con atomoxetina Pensylvania, primario del Salute e il Ministro della Giustizia reparto di Pediatria (Castelli) pubblicano un Decreto Comportamentale dell'Ospedale di che riporta il metilfenidato nella Philadelphia - sono altamente sogtabella 1 e 2 facendolo (ri)diventare gettivi ed impressionistici". una sostanza stupefacente. Poi con L'aspetto più inquietante è comununa rapida discesa il farmaco è que quello che riguarda gli effetti ritornato in Tabella 4, diventando collaterali del farmaco, metilfenidacommercializzabile. to o atomoxetina che siano. Già con un balletto di questo genere Partendo dal presupposto che il un po' di credibilità si perde per primo è una meta anfetamina, si strada, ma tant'è: l'Aifa, che ha come porta con se tutte le problematiche capo un'ex dirigente di legate alla assunzione di sostanze Farmindustria rappresenta gli stupefacenti, a cominciare dalla esperti, e noi ci dobbiamo fidare. In dipendenza, nel caso dei bambini aggiunta a questa sostanza l'agen- già nell'adolescenza, dato che il farzia italiana del farmaco ha autoriz- maco si presceiverbbe già dai 6 ani zato anche la vendita di età. Tra gli altri effetti collaterali dell'Atomoxetina (Strattera), un spiccano poi disturbi cardiaci, proaltro medicinale in grado di "placa- blemi intestinali, cefalee, deficit visire" i bambini iperattivi, e a Vicenza vo e disfunzioni al metabolismo del come in altre città del Veneto è atti- colesterolo. va la sua sperimentazione. Nella Per quanto riguarda l'Atomoxetina nostra regione sono circa 250 i bam- un documento scritto dalla Agenzia bini attualmente sottoposti a tratta- Britannica di Controllo sulle mento farmacologico per la sindro- Medicine e la Salute (British me di Adhd; a Vicenza esattamente Medicines and Healthcare 3 ragazzi sono sotto osservazione Regulatory Agency) rivela che lo per valutare gli effetti della moleco- scorso autunno sono stati segnalati la Atomoxetina e per constatare se 130 rapporti di tentativi di suicidio davvero si recupera quel deficit che in un solo mese da pazienti trattati sta alla base della sindrome, e a con lo psicofarmaco in questione. In quanto valutato fino ad ora la rispo- aggiunta, il documento rivela che ci sta sembra essere affermativa. Ma sono stati anche più di 760 rapporti c'è sempre un ma: la pericolosità di per disordini cardiaci, 172 rapporti questo farmaco solleva molti dubbi, per danni al sistema epatico e circa come numerosi dubbi solleva la 20 rapporti per suicidi effettivi. valutazione sulla positività alla sin- Curare quindi una sindrome che drome. Quest'ultima è apparsa in nel bel paese potremmo definire "la scena negli anni '80 dopo che alcuni patologia di Pierino"con anfetamine o psichiatri avevano individuato una farmaci rischiosi per la salute non malattia che colpiva i bambini ren- sembra la soluzione più azzeccata. dendoli "troppo vivaci e iperattivi", Forse la risposta a questa sindrome come se i bambini vista l'età non lo dovrebbe essere ricercata in quello fossero semplicemente per "natura", che la nostra società offre ai nostri e l'avevano inserita nella bibbia psi- figli, soprattutto quelli più piccoli: chiatrica chiamata DSM (Manuale una quantità gigantesca di immagidiagnostico e statistico dei disturbi men- ni, colori, notizie, dati, veicolati da tali ndr). Nell'ultima versione del televisione, radio, videogiochi, manuale, il numero IV, si può vede- internet, cellulari. In fondo il nostro re come riconoscere se un bambino cervello è una spugna, assorbe soffre di questa patologia. Il tutto tutto, anche l'immondizia e quello grazie ad un test, che vi invitiamo a dei più piccoli è privo di quei "filtri" provare, e che riportiamo qui sotto. che gli adulti, anche se non tutti, Difficile non azzeccare qualche riescono a costruire nell'arco di una risposta positiva, e va considerato vita. Il test per bambini iperattivi Ecco le nove domande del test che offre una prima indicazione sulla sindrome da iperattività. Con sei risposte positive si è già a rischio Adhd. a) spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici. b) spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti e sul gioco. c) spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente. d) spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici. e) spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività. f) spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto. g) spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività. h) spesso è facilmente distratto da stimoli estranei. i) spesso è sbadato nelle attività quotidiane. A favore: Urbano Bonato, Preside del comprensivo 8 di Vicenza "Ci sono stati degli incontri tra le insegnati e gli esperti per affrontare il tema dell'Adhd, e per vedere come riuscire a risolverlo. Di fronte a certe situazioni abbiamo il dovere di valutare anche l'eventualità della somministrazione del farmaco che interviene su questa patologia. Ovviamente la decisone ultima viene prese dalle famiglie che affrontano degli incontri con le insegnanti, ma ci sono dei casi in cui si deve a mio avviso intervenire. Per molti insegnati si tratta di una nuova frontiera dell'handicap. Noi abbiamo il dovere di "salvare" questi ragazzi, anche con l'ausilio di questi far- maci, ragazzi che alla fine sono esclusi dal gruppo e dalla vista scolastica. È un rischio che come educatori dobbiamo correre, non è la panacea di tutti i mali ma non possiamo perdere nessuno dei nostri alunni. Il fenomeno, da quello che possiamo riscontrare, riguarda molte fasce d'età, anche se le soglie si stanno abbassando. Di certo questi bambini non sono felici, anzi sono in perenne conflitto con se stessi. Vorrei invitare qualcuno ad assistere ad alcune lezioni per capire quello che vivono certe insegnati, che alle volte hanno perfino timore ad affrontare il lavoro quotidiano". Contro: Luca Poma, Portavoce nazionale campagna “GiuleManidaiBambini” "È davvero sconcertante che dei presidi si prendano la libertà di dettagliare loro il profilo clinico di un disturbo dell'infanzia: in molte regioni d'Italia la scuola e diventata l'anticamera dell'ASL, e di questo informeremo in una nota il Ministro Fioroni. Ne mi stupisce che alcuni specialisti siano "favorevolissimi" a somministrare derivati dell'anfetamina a bambini di 8 o 10 anni: sono proprio loro che quotidianamente contribuiscono a far lievitare il business delle "somministrazioni facili", che è triplicato su base mondiale in meno di 10 anni. La pastiglia di per sé non è mai una soluzione: pone sotto controllo i sintomi, ma a che prezzo sul medio-lungo termine? La scienza ha altre soluzio- ni, altrettanto serie, senza necessità alcuna di arrivare a "cronicizzare" un intervento - quello farmacologico - che dovrebbe servire al massimo per intervenire sulle crisi acute, aprendo la strada ad altre terapie, in grado di affrontare il disagio profondo del bambino, che non si risolve certamente con uno psicofarmaco. Chiaro che il farmaco fa comodo e rasserena tutti: "sistema" il problema. Ma il vero problema siamo noi adulti: come noi percepiamo il bimbo, cosa noi riteniamo sia giusto per lui. Nella nostra società del "tutto e subito", ogni cosa che esula dal nostro concetto di normalità è considerata patologica: questo è un crimine contro l'infanzia". 5 21 APRILE 2007 fatti¬izie Un pdl regionale vuole centralizzare i crediti edilizi. Il no dei costruttori. Ecco perchè Edilizia, "Bomba 161" sganciata sul mercato DI ALESSIO MANNINO Welcome to Veneto: benvenuti nel bazar delle concessioni edilizie. La Regione rinomata in tutta la penisola per essere un'ininterrotta distesa di zone industriali sorte in barba a qualsiasi programmazione sta vagliando l'ipotesi di dare l'ennesima spinta all'edificazione selvaggia. E' il senso che si ricava dal progetto di legge 161 presentato in commissione urbanistica dal suo presidente Tiziano Ziggiotto (Forza Italia). Una vera e propria bomba: la proposta punta a modificare la legge 11 del 2004 nella parte che riguarda i crediti edilizi, cioè i diritti di costruzione che un privato acquisisce quando decide di abbattere un edificio in disuso o inagibile, oppure quando rinuncia a una cubatura su un proprio terreno, o vi è costretto da un piano del Comune. In soldoni, si vorrebbe istituire un registro comunale a cui un comune cittadino così come l'affermato immobiliarista si iscrive inviando una richiesta di credito che viene automaticamente accettata se dopo quindici giorni non ottiene alcuna risposta. Un meccanismo di silenzio-assenso che eliminerebbe alla fonte il controllo preventivo delle pratiche da parte dell'autorità municipale. Ma la vera rivoluzione sta nella conversione di quel credito da edilizio a finanziario: il suo valore verrebbe stabilito da un'apposita commissione nominata dalla giunta, cioè dal governo regionale (ovvero da Galan), al cui prezzario dovrà attenersi la Società Sistema Scambi (SSS), la 'banca' titolare di questo nuovo mercato delle cedole cementizie. Uno "sportello del mattone" che, giusto per centralizzare il neonato filone d'oro e affidarlo in sicure mani, verrebbe gestito da Veneto Sviluppo Spa, finanziaria di Palazzo Ferro Fini diretta dalla signora degli impianti elettrici Irene Gemmo e partecipata dai principali istituti bancari presenti nella regione. Si creerebbe in questo modo un enorme centro di potere sul crocevia fra pubblico e privato, e l'agenzia Gemmo-Galan ne sarebbe ancora una volta il deus ex machina. Fin qui, direbbe il profano, nessuna novità sotto il sole: di carrozzoni congegnati ad hoc per mettere sotto la propria ala interi comparti dell'economia, la politica veneta - e Secondo il progetto voluto da Galan la gestione dei crediti sarà affidata alla Veneto Sviluppo Spa di Irene Gemmo italiana tout court - ne ha sempre prodotti a iosa. Ma quello che il profano forse sottovaluta sono le ripercussioni devastanti che una legge simile, se dovesse passare, provocherebbe nel già drogato mercato del cemento. Per l'esattezza, lo tsunami che si rovescerebbe sull'edilizia locale consisterebbe nel trasferire la 'droga' dal livello del singolo Comune a quello, molto più difficile da controllare, dell'intera Regione. Il 'dopante' in questione ha un nome preciso: 'clientelismo'. Il fatto che la categoria di imprenditori investita dalla 'bomba 161', cioè i piccoli costruttori, abbia immediatamente fatto muro contro di essa, non deve trarre in inganno sulle reali motivazioni nascoste fra le righe delle loro dichiarazioni ufficiali: le imprese del mattone hanno scelto la linea del Piave perché per loro sarebbe una autentica iattura vedersi stravolgere i consolidati legami con i politici locali per fare i conti con una 'banca centra- le' che smercia titoli e non favori. Per capire meglio proviamo a ragionare con un esempio. Poniamo che un costruttore sia proprietario di un immobile oggetto di un piano particolareggiato o di riqualificazione, e che il piano da cui attende di sapere se poter innalzare un edificio residenziale o commerciale gli neghi la licenza. Secondo la normativa vigente ha il diritto di batter cassa, chiedendo in cambio un credito con volumetrie equivalenti da spendere in un'altra Con la nuova gestione dei crediti si teme uno "tsunami di cemento" su tutto il Veneto area della superficie del Comune. E' prassi comune che la trattativa che intavola con l'assessore e gli uffici competenti passi attraverso la gestione di rapporti diretti con politici e funzionari, col tempo sempre più stretti e assidui. E' normale sia così, anche se questo comporta un innegabile deficit di trasparenza. Sta poi alla politica locale fissare le priorità da dare a un affare edilizio piuttosto che a un altro. Ed è qui che si gioca la vera posta: se infatti il privato, al posto dei suoi soliti referenti, deve bussare alla porta di una finanziaria sul cui tavolo ci sono le richieste di tutti gli altri costruttori e immobiliaristi dell'intero Veneto, quel 'diritto di clientela' maturato componendo pazientemente l'ecosistema immobiliare locale va a farsi benedire. In più, monetizzando i valori dei terreni, il nostro costruttore rischia pure di perderci, perché obbligato a vendere e comprare a un prezzo prefissato - e non dal suo Comune, ma da un regolatore pubblico collegato al sistema bancario attraverso Veneto Sviluppo. La partita degli scambi edilizi si trasferisce a Venezia, oltretutto con la probabile ascesa dei pesci grossi - le grandi aziende di dimensioni nazionali - a scapito di quelli piccoli, che infatti stanno facendo il diavolo a quattro. Per non parlare dell'esproprio di fatto che subiranno le agenzie locali di una parte succulenta dell'intermediazione immobiliare, qual è appunto quella dei crediti. Non sarà un caso, perciò, se il pdl Ziggiotto è stato stoppato subito dopo la sua presentazione, fra le perplessità della stessa maggioranza di centrodestra e la strenua opposizione della minoranza di centrosinistra, Variati in testa. Perché scontenta tutti (tutti tranne i fidi di Galan, si capisce). Scontenta i piccoli padroni del cemento, terrorizzati dall'eventualità di veder messi in crisi i loro feudi. Mette sul chi vive i loro protettori democraticamente eletti, allarmati dalla possibilità di essere privati di un notevole potere di contrattazione. E infine indigna anche quelle sparute anime ecologiche e legalitarie che un registro pubblico dei crediti lo vedrebbero pure bene, ma che invece vedono come fumo negli occhi lo spostamento puro e semplice dei crediti edilizi dagli opachi municipi di provincia ai damascati studi dei dogi della finanza galaniana. 6 21 APRILE 2007 inchiesta Stop allo sfruttamento del territorio, coordinamento tra enti e risparmio energetico Ptcp, il piano delle buone intenzioni LUCA MATTEAZZI È un lavoro imponente, su questo non c'è dubbio. E non poteva essere diversamente, visto che il ptcp, il piano territoriale di coordinamento provinciale votato in via definitiva dal consiglio provinciale alla metà di aprile fissa i paletti per lo sviluppo del vicentino nei prossimi anni. Un centinaio di pagine di relazione con i principi generali e le linee guida, altre 140 di norme tecniche suddivise in 42 articoli, una lunga serie di allegati con decine e decine di tavole e cartografie, in cui si prendono in considerazione tutti gli aspetti di una provincia complessa come quella di Vicenza: dalle dinamiche demografiche (tra le altre cose si stima che i residenti, nel 2020, potrebbero oscillare tra un mini- L'area industriale di Vicenza mo di 900mila e un massimo di oltre un milione; oggi sono 831 mila), ai nuovi piani urbanistici, dallo sviluppo delle zone industriali all'apertura di nuovi centri commerciali, dai grandi problemi della mobilità (Alta velocità, Valdastico, Pedemontana) al potenziamento delle piste ciclabili, per arrivare alla tutela del patrimonio naturalistico e ambientale e alle prospettive di sviluppo turistico. Di tutto di più, verrebbe da dire, e infatti non è semplice rintracciare, tra grafici, commi e tabelle i cardini del provvedimento, al di là delle dichiarazioni d'intenti in cui si parla di "tutela delle risorse del territorio", "valorizzazione delle qualità ambientali e paesaggistiche", "sviluppo sostenibile" e "recupero delle situazioni di degrado" (quando mai si è visto un piano con obiettivi diversi?). Alcuni punti fermi, però sono chiari, e ce ne sono tre, in particolare, che meritano qualche parola in più. Capannone selvaggio addio (forse) Il primo è il risparmio del territorio. Il piano lo dice senza giri di parole: "non saranno più necessarie nuove aree produttive", meglio puntare su un uso migliore di quanto c'è già e sulla riconversione delle aree abbandonate. In una provincia che, come tutto il Con le nuove disposizione si riduce l'area di riguardo per i monumenti storici. Un rischio per il paesaggio delle ville palladiane Veneto, ha sofferto per il proliferare spesso incontrollato di capannoni e prefabbricati, è senza dubbio un segnale di svolta. Peccato che poi, leggendo le norme tecniche, si scopra che le aree produttive possono ampliarsi, e neanche di pochissimo. Ma sarebbe stato obiettivamente difficile, e probabilmente anche irrealistico, immaginare un blocco totale; e al di là di tutto resta lo sforzo di introdurre dei vincoli ed una disciplina in un settore che finora è sempre stato refrattario a qualsiasi pianificazione. L'epoca in cui ogni paese, e magari anche ogni frazione, aveva la propria zona artigianale - industriale, sembra definitivamente tramontata. Il secondo punto è l'invito a programmare con un'ottica che vada al di là dei confini del singolo comune e del proprio campanile. Riprendendo le direttive della nuova legge urbanistica regionale, in tutto il ptcp si rincorrono i riferimenti alla necessità di raccordo e coordinamento tra comuni confinanti, e tra questi e la provincia. Per le aree produttive, per i nuovi complessi residenziali, per lo sviluppo commerciale, per lo studio di strade e altre vie di comunicazione, le parole d'ordine sono coordinare e concertare. E su questo, almeno in teoria, non si può non essere d'accordo. Infine, il terzo punto riguarda l'attenzione per lo sviluppo sostenibile. Nel piano trovano ampio spazio i problemi relativi alla gestione delle risorse Buoni intenzioni sulle piste ciclabili... ma poi scompaiono le zone di cortesia, necessarie per la loro costruzione naturali (aria, acqua, suolo), all'uso di energie rinnovabili, all'incentivazione della mobilità sostenibile, alla crescita del biologico e di altre attività ecocompatibili, alla salvaguardia delle specie animali e vegetali (ci sono anche i disegni di come progettare strade e infrastrutture consentendo l'attraversamento sicuro da parte degli animali). Bisognerà vedere quanto di tutto ciò rimarrà sulla carta, ma si tratta comunque di indicazioni di cui non si potrà non tenere conto. Fabbrica con villetta annessa. Palladiana Il rovescio della medaglia è che molte delle indicazioni del ptcp - che, va ricordato, è un piano di indirizzo strategico - restano volutamente indeterminate, oppure rimandano ad una programmazione successiva. In molti casi ci si ferma alla dichiarazione di principio, o poco più, lasciando poi ai comuni il compito di trasformare queste direttive in norme vincolanti. In fase di discussione delle osservazioni, inoltre, alcuni dei pochi vincoli specificati in modo chiaro sono stati ridotti o cancellati, ad esempio l'area di tutela di 500 metri attorno alle ville monumentali. Il rischio, come ha già denunciato qualcuno (vedi l'intervista a Rosanna Rosata in queste pagine), è che il piano resti un elenco di buone intenzioni, che poi faticheranno ad essere attuate nella gestione concreta del territorio. Il vero ptcp, insomma, è ancora tutto da scrivere. Analisi delle sei modifiche finali al testo del piano. Un'infornata di leggine controverse. Soprattutto una Quelle varianti con la sorpresa dentro: più aree industriali Farsi venire gli occhi piccoli e lucidi a spulciare i testi sfornati dai nostri rappresentanti sarà esercizio noioso ma certamente molto utile per capire dov'è la sostanza di schermaglie e veti della politica di palazzo. Come quelli con cui Forza Italia e Udc il 4 aprile scorso hanno bloccato per ventiquattro ore il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp), costringendo la presidente uscente Manuela Dal Lago a ritirarlo e cercare l'accordo in extremis nel chiuso delle stanze di Palazzo Nievo. Una sceneggiata premeditata, arguirebbe un osservatore malizioso. Solitamente, infatti, i provvedimenti da far passare in sordina vengono approvati negli ultimi giorni utili della legislatura, esattamente com'è successo in questo caso. Con la campagna elettorale alle porte e coi termini di legge sul collo, i consiglieri provinciali hanno dovuto sotto- stare al diktat della Dal Lago, evidentemente pronta ad accogliere le 6 varianti di modifica ad un piano su cui ha investito tanta parte della sua credibilità di amministratrice. E questo probabilmente perché trattasi di correzioni che tanto schifo non le fanno. Anzi. Vediamole in dettaglio. Art 16 ter: licenza di industrializzare. La norma approvata prevede la possibilità di ampliare le attività produttive "eccezionali" (e in quanto tali non trasferibili altrove in virtù della loro particolarità). In pratica si dà licenza a certe zone industriali di espandersi. Il problema è che tale "eccezionalità" non è specificata, perciò i Comuni possono certificarla con criteri che di volta in volta possono cambiare. Un criterio scriteriato insomma, un'indicazione vaga che dà carta bianca alla politica dello "spazio vitale" degli onnivori stabilimenti industriali. Art 22: fretta cattiva consigliera. La riscrittura di questo articolo evidenzia una certa goffaggine degli estensori del piano, i quali, messi alle strette dall'inesorabile scadere del consiglio, hanno fatto un papocchio. Semplicemente, hanno confuso la normativa già esistente sulle industrie a rischio di grossi incidenti (quelli mortali, per intenderci) sovrapponendovi un articolato ridondante. E' calata la mannaia riparatrice. Art 27: il rispetto indietreggia. La prima stesura prevedeva l'aumento della fascia di rispetto ai lati delle strade, che può servire per esempio alle piste ciclabili. Se giunta in porto, la misura avrebbe aperto contenziosi per opere urbanistiche già avviate in ossequio alla legge statale. Un bel guaio, non c'è che dire. Ma anche un'occasione persa per ampliare i percorsi stradali e dotarli di marciapiedi più spaziosi e zone fran- che per i ciclisti. Art 36: laterizi delocalizzati. La nuova versione porta una novità positiva, almeno per le orecchie di chi lavora nei centri industriali-direzionali. I cosiddetti "rifiuti inerti", cioè ad esempio i calcinacci di edifici demoliti, verranno d'ora in poi triturati per il riutilizzo nella cave dismesse, e non più nelle zone industriali, assordando chi ci lavora. C'è però il rovescio della medaglia: così facendo, la cave in disuso non verranno riqualificate, giacendo indisturbate nelle campagne beriche come i buchi di una groviera. Art 40: animali (un po' meno) a spasso. Poveri animali, avrete la strada sbarrata. I "corridoi ecologici", ovvero sia le zone di campagna o montagna dove non è lecito costruire per consentire il passaggio di animali, da vincolanti che erano sono diventati, diciamo così, "consigliati". L'articolo è stato infatti trasformato in direttiva, ovvero un'indicazione di massima, una bonaria raccomandazione. Art 42: ville, una specie meno protetta. Le amate ville antiche hanno il loro contorno di terra agricola che sono parte integrante della loro storia. Il vincolo che era stato proposto obbligava a non edificare in un raggio di 500 metri. I Comuni si sono ribellati: era una follia imporre un divieto che avrebbe portato un residente che putacaso abita a 100 metri, a dover chiedere alla Soprintendenza ai Beni Culturali l'autorizzazione per rifare il vialetto in giardino. Così la "fascia protetta" verrà stabilita dal singolo Comune tenendo conto dell'urbanizzazione circostante. C'è però un rischio non da poco: che in sede comunale si sanino abusi piccoli e grandi, in forza di un mancato piano apposito per le ville, così belle e così fragili. A.M. 7 21 APRILE 2007 inchiesta La candidata dei Verdi Rosanna Rosato critica il testo urbanistico. E tira una frecciata alla Dal Lago Ptcp ambientalista? "Macchè, è aria fritta" DI ALESSIO MANNINO V a g a m e n t e ambientalista, pieno di buone intenzioni che lei sospetta rimarranno tali, scritto e bollato in fretta per chiudere in bellezza il finale di una partita decennale, quella del mandato Dal Lago. E' così che giudica il Ptcp, ossia il piano regolatore della Provincia, la giovane portavoce dei Verdi a Palazzo Nievo Rosanna Rosato. Perché le prime impressioni 'a caldo' avevano portato a definire il piano quasi 'verde'? - le chiediamo. "Effettivamente l'impronta data al testo sembrava quella, con quegli impegni alla sostenibilità ambientale, alla riduzione del consumo di territorio, alla qualità della vita. Ma si tratta di indicazioni generiche, che oltretutto non vanno al di là di quello che chiede la Regione con la legge che ha introdotto i Ptcp". Insomma, le solite formule vuote, secondo la consigliere provinciale Rosato. In concreto, non c'è nulla dal salvare? "La relazione fa grandi promesse, ma i provvedimenti non corrispondono. Si dà un riordino di massima della materia urbanistica, questo sì, ma più di questo non si fa". Esempi, per favore. "Prendiamo gli emendamenti che avevo proposto io: me li hanno bocciati tutti. Avevo chiesto l'aumento della raccolta differenziata dei rifiuti al 65%, mentre ora siamo sopra il 50 (e a Vicenza sotto la soglia di legge, che è del 45). Avevo proposto di ridurre lo spreco d'acqua favorendo la permeabilità dei terreni, l'utilizzo di acqua piovana e il riciclo delle acque grigie, cioè quelle dei lavandini; mentre per la tutela dell'aria volevo aggiungere nell'elenco degli inquinanti il benzene. Niente da fare". Diciamo pure che per un ambientalista doc la vita è piuttosto grama in consiglio provin- Rosanna Rosato (Verdi) ciale: per le grandi opere non solo deve vedersela con il centrodestra, ma anche col centrosinistra più moderato, quello composto da Ds e Margherita. Tav, Valdastico Sud, autostrada Pirubi: non ce n'è una in cui la coalizione Verdi-Comunisti Italiani-Rifondazione sia d'accordo con gli ex-alleati dell'Unione. "E' vero, e invece ce le troviamo tutte le Ptcp. La Valdastico Nord, la "Pirubi", ha un progetto vecchio di trent'anni, e a Trento non l'hanno inserita nel loro piano: almeno si mettano d'accordo. In più, non è nemmeno nella Legge Obbiettivo, cioè non è prioritaria. La Valdastico Sud è stata approvata solo perché il governo Berlusconi ha detto sì sconfessando apertamente il parere di impatto ambientale (Via). Ma senza un collegamento con altre arterie, non vedo una grande utilità in un tratto autostradale per collegare Vicenza a Rovigo". Il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso al Tar del fronte antiValdastico. Ma al di là dell'iter, dietro l'autostrada si intravedono forti interessi, specie di cavatori e immobiliaristi, gli uni ben contenti di scavare, e gli altri di lucrare sui cambi di destinazione d'uso delle aree circostanti al tracciato. "Certo, questi aspetti ci sono, anche se la Dal Lago ha sempre detto di aver bloccato i cambi di destinazione. Ma io non ci metterei la mano sul obbliga gli amministratori a confrontarsi con un modo diverso di ragionare, in cui bisogna tenere presente un'ottica più ampia. È uno strumento in più a disposizione, toccherà a quanti si troveranno a governare il territorio nei prossimi anni utilizzarlo al meglio". Insomma, nel progettare i nuovi interventi urbanistici, edilizi o produttivi, sarà necessario allargare un po' la propria visuale. Anche perché il confronto con la Provincia non potrà essere evitato, e questo dovrebbe allontanare il rischio che i comuni, sfruttando i margini di autonomia concessi dal ptcp, continuino a decidere con grande discrezionalità. "La novità vera è che la programmazione del territorio deve essere concertata con la Provincia - conclude Dissegna -. Il piano c'è e non si può ignorare: sono dei riferimenti di cui non si può non tener conto". L. M. Giovanni Coviello "Un'opportunità per superare campanilismi e sviluppo selvaggio" no. Qualche esempio concreto? "Possiamo parlare delle aree produttive continua Dissegna -. Programmare le aree artigianali in accordo con la provincia rende attuabile una razionalizzazione del territorio esistente, e una programmazione più sostenibile dello sviluppo futuro. Non sarà più possibile immaginare una nuova area artigianale senza l'accordo con un livello più generale. Questa è una cosa concreta, perché sappiamo tutti quanto incidano le aree industriali sul territorio e sulla viabilità". Altro esempio, la viabilità: anche qui il ptcp si sforza di collegare le specificità locali alle esigenze complessive del territorio, individuando con chiarezza le priorità da affrontare: "Oltre alla Valdastico Sud, la statale 46 che porta all'alto vicentino, e la Pedemontana, fondamentale per la zona del bassanese. Questi sono i nodi da affrontare assolutamente", sottolinea Dissegna. Giuseppe Dissegna (Ppe) Non c'è però una contraddizione tra alcune dichiarazioni d'intenti, ad esempio il fatto di voler limitare lo sviluppo di nuove aree industriali, e le norme attuative, che invece permettono l'ampliamento delle zone produttive? "Certe cose possono apparire come una contraddizione, ma il piano non mira a risolvere direttamente i problemi replica il consigliere del Ppe . Lo sforzo maggiore è nel cercare di proporre un salto di qualità a livello culturale: La Dal Lago e le insidie della Serenissima segue dalla prima In poche parole, se Manuela Dal Lago è arrivata sulla importante plancia di comando della Serenissima grazie alle sue grandi capacità di tessitrice di strategie, passando anche dalla 'minaccia' di un'aggregazione politica nuova e trasversale agli schieramenti destra - sinistra per la corsa alla Provincia, è anche vero che dovrà ora superarsi per gestire e sviluppare una spa fondamentale per lo sviluppo dell'area. Facendo sì le cose giuste, ma dovendo costantemente trovare l'assenso di chi oggi l'ha eletta (enti pubblici, destri e sinistri) ma domani potrà 'dismetterla'. Con sul collo la spada di Damocle che il Governatore Galan non ha rinfoderato e che il futuro Sindaco di Vicenza (comunque sartoriano) non farà fatica a imbracciare. Vedremo se Manuela - donna sicuramente forte, in tutti i sensi, a cui dobbiamo augurare sinceramente le migliori fortune, se non altro per il bene di una Vicenza sempre più morente, fuori com'è dalle vie di comunicazione - sarà capace di smentire il detto "promoveatur ut amoveatur" lavorando al meglio per trovare costantemente tutti gli equilibri necessari tra pubblico e privato e tra le varie e mutevoli anime del pubblico, prima e dopo le varie tornate elettorali. Senza rimanerne bloccata. In bocca al lupo. Per il consigliere del Ppe Giuseppe Dissegna, il Ptcp aiuta a programmare la crescita in modo più razionale "Un salto di qualità". Giuseppe Dissegna, esponente del gruppo di consiglieri del Ppe a Palazzo Nievo, non ha dubbi nel definire il Piano territoriale di coordinamento provinciale "un'opportunità: un'occasione per cambiare marcia nella programmazione del territorio". E spiega. "Con il ptcp la pianificazione è più aderente alle esigenze locali: il fatto che lo elabori la provincia, sentendo i comuni interessati, favorisce da un lato maggior contatto con le realtà locali, dall'altro un occhio di riguardo per l'interesse generale. E questo vale per tutto, dalla viabilità, che è sempre un argomento problematico, alla tutela del paesaggio, alla gestione delle aree produttive". In altre parole, con il nuovo piano, ogni comune sarà obbligato a confrontarsi con la provincia e con i paesi confinanti, e si dovrebbe evitare che ognuno decida per conto proprio, magari facendo esattamente il contrario di quanto fa il vici- fuoco". A proposito: che ne pensa della Manuela neo-presidente della Serenissima BresciaPadova? "Che vuole, siamo abituati ad avere una presidente di Provincia che decide sulla viabilità autostradale essendo stata anche consigliere d'amministrazione dell'autostrada…". Beh, almeno questo conflitto d'interessi si chiuderà con le provinciali di fine maggio. In cui la Rosato correrà per la riconferma. 8 fatti¬izie 21 APRILE 2007 Elezioni Provincia. Il candidato dell'Ulivo-Pd attacca la Dal Lago: "Si è preparata il posto in Autostrade Bs-Pd con soldi pubblici" Collareda alla ricerca del Centro perduto DI ALESSIO MANNINO Il baffuto uomo che vedete qui a fianco è il presidente della Comunità Montana Leogra-Timonchio Pietro Maria Collareda, capogruppo della Margherita in Provincia e neo-incoronato candidato dell'Ulivo alle elezioni provinciali del 27-28 maggio prossimi. Sindaco dal '95 al 2005 di Torrebelvicino, 51 anni, titolare di un'agenzia di catering e di un'enoteca all'ombra del duomo di Schio, da sommelier di mestiere ci somministra la sua versione dell'"amaro calice" (parole sue) che ha dovuto bere mettendo la faccia al disperato tentativo di dare almeno un po' di filo da torcere al favorito Attilio Schneck, il candidato leghista scelto dalle segreterie del centrodestra. E' stato issato sul podio più alto delle primarie battendo di un soffio il collega capogruppo Diego Bardelli (Ds) e distanziando il laico Matteo Quero (Repubblicani Europei più Sdi), conquistando 1678 preferenze su un totale di meno di 4 mila votanti ulivisti. Decisamente pochi, non crede? Effettivamente a una prima considerazione potrebbe sembrare così. Ma bisogna tenere conto del fatto che ci sono stati appena quattro giorni per lanciare le primarie, e ci ha giocato contro anche una giornata stupenda, soleggiata. Il dato diventa importante, inoltre, se consideriamo che dall'altra parte, nel centrodestra, c'è il buio, con le solite manovre per individuare il candidato. E poi è la prima volta che succede di appellarsi ai cittadini per il candidato alla Provincia. Pietro Maria Collareda, capogruppo provinciale della Margherita Il fattore tempo è stato certamente un problema. Ma perché farle in fretta e furia, queste primarie? E' sembrata una cosa pro forma. Il ritardo è stato dovuto al fatto che solo nelle ultime ore si è chiusa la trattativa col Centro per un'alleanza in cui loro volevano garantito un proprio candidato per la presidenza. E' saltata perché volevano escludere i Ds, ma per noi della Margherita la strada è tracciata, ed è quella dell'Ulivo per il Partito Democratico. Trattativa che conferma l'idea di una preminenza ancora una volta data agli accordi partitici rispetto alla consultazione della base. Ma alle primarie ci doveva essere anche un nome del Centro, perché le primarie si sarebbero fatte in ogni caso, come è avvenuto. Un uomo di Carollo o dell'Udeur alle primarie dell'Ulivo, di cui non fanno parte? Infatti la 'ruota di scorta' sarebbe potuta essere fare le primarie fra noi, ma con un accordo preventivo per andare insieme al ballottaggio, sempre che ci si vada, chiaramente. E il ragionare sul dopo, cioè sul secondo turno, è una prospettiva che continuiamo a coltivare. Il programma elettorale dell'Ulivo terrà conto di questo sguardo verso il Centro? Quando potremmo leggerlo, visto che ancora non c'è? Una prima bozza è già pronta, ci vogliono ancora piccoli ritocchi, ma sostanzialmente è quello. La prossima settimana lo presenteremo agli elettori. Quanti voti ruberà il Centro all'Ulivo? Certamente ne ruberà qualcuno, ma saranno molti di più quelli che ruberà al centrodestra. Noi avremo un travaso che cercheremo di stagnare, ma dall'altra parte avranno più problemi. E la sinistra radicale, quanti ne prenderà dai Ds? Avrà un buon risultato soprattutto per l'effetto Dal Molin, senz'altro. Realisticamente, come riuscirete ad andare al ballottaggio, stretti in questa morsa? Con una campagna elettorale capillare che riduca l'astensionismo (non dimentichiamo che la Provincia non è molto conosciuta dagli elettori) e con un programma con molti più sì che no, avendo come cardine l'ambiente e uno sviluppo equilibrato e dialogante Manuela Dal Lago, presidente uscente della Provincia Stefano Stefani, il Che Guevara padano Il senatore Stefano Stefani come Fidel Castro? Stando al governatore del Veneto Giancarlo Galan, sembrerebbe proprio di sì. La sorpresa viene da un involontario botta e risposta a distanza fra il politico della Lega Nord e il presidente regionale di Forza Italia a cavallo Il senatore Stefano Stefani (Lega) fra il 3 e il 4 aprile, quando il primo si scopre improvvisamente fautore del No al Dal Molin americano, e il secondo gli rende la pariglia iscrivendolo al club dei dittatori rossi: "Quelli del No sono degni di schierarsi solo dalla parte dei Pol Pot e dei Fidel Castro, celebri campioni di democrazia, libertà e tolleranza". Da un campione dei toni misurati come Galan ci si poteva aspettare questo e altro. A nessuno sarebbe mai venuto in mente di assistere alla giravolta anti-americana di uno come Stefani, che fra rutti tedeschi e casi diplomatici a mezzo stampa offre sempre grandi scoop all'amato quotidiano del partito, La Padania: "Che vadano a fare la nuova base in America. Gli americani non possono non tenere in conto i desiderata della gente, non sono mica padroni a casa nostra. L'indotto? Certi progetti non possono passare sopra le nostre teste". La soluzione? "Siamo sempre stati a favore del referendum, la Lega è espressione di democrazia". Olè: anni di adamantina coerenza filo-americana di una Lega tutta concretezza e schei liquidati in poche striminzite righe. Per carità, saranno pure parole a uso interno, dirette a quietare lo scontento di quei leghisti che ai colonnelli come Stefani imputano la deriva berlusconiana e affaristica del Carroccio. Sarà anche che Stefani avrà voluto cogliere l'ennesima occasione per smarcarsi dall'acerrima nemica Manuela Dal Lago, da sempre schierata per il sì alla Ederle 2 senz'altre remore che quelle sul suo posizionamento. Però, che diamine: Stefani dovrebbe aver cura di scegliere meglio la tempistica delle sue incursioni . Almeno per non farsi dare del comunista da Galan. Hasta la victoria siempre, compagno Stefani! A.M. verso enti e categorie economiche. E poi contiamo sul caos dall'altra parte, soprattutto in casa Udc. Un fatto che potrebbe indurre qualche vicentino della parte moderata del centrodestra a votare per noi. Quanto prende un presidente di comunità montana, ente della Provincia? 250 euro netti al mese, non contando cioè i contributi pagati dall'ente. In sede di bilancio 2007 aveva proposto un emendamento per dare 500 mila euro in più all'ente di cui lei è presidente, e gliel'hanno bocciato. A pochi giorni dalle primarie l'ha definito un ente superfluo e ne ha chiesto l'abolizione. Una mossa elettoralistica? Avevo chiesto che del 'tesoretto' di 1 milione e 700 mila euro di aiuti alle imprese, tuttora inutilizzato, ne fossero girati 500 mila per cofinanziare progetti europei per la montagna, che copre il 40% del territorio provinciale. L'hanno bocciato esclusivamente per una lettura partitica, perché a proporlo ero io e non, che so, uno della Lega. Non è vero che è stata una mossa elettoralistica, è da mesi che pongo il problema di avere coraggio e di mandare un segnale a Roma, cioè ai miei, al mio governo. Un caso simile, in quest'ottica, a quello della base Dal Molin. Nella Margherita ci sono state le autosospensioni, Variati si è fatto latore televisivo della protesta, altri sono apertamente per il sì. Qual è la soglia per uscire da un partito che appoggia un governo che delude i vostri elettori? Io ero contro il Dal Molin, così come lo è il mio partito in consiglio comunale a Vicenza, ma la pluralità ha fatto sì che ognuno esprimesse il suo parere. E' stato un clamoroso errore da parte del governo, ma io ne farei un altro se dicessi: lavorerò perché Prodi cambi idea. Niente lusinghe. La soglia? Che faccio, vado nel centrodestra? L'unica via d'uscita è rivedere i trattati, dovremo diventare pure un giorno padroni del nostro futuro, dopo sessant'anni. Prima diceva dell'ambiente come cardine del vostro programma. Ma voi avete votato con la maggioranza una variante al Ptcp, l'articolo 16 ter, che dà licenza di ampliare le zone industriali grazie a un non meglio precisato criterio della "eccezionalità". Allora, il Ptcp fotografa una situazione di grande tensione sul territorio: abbiamo costruito il costruibile. Ma mentre la relazione è condivisa, le norme tecniche sono fonte di confusione. Il blocco a nuove costruzioni c'è, ma l'economia deve andare avanti, per questo abbiamo votato in particolare quell'articolo. L'eccezionalità sta nel fatto che se un'azienda è costretta a spostarsi perché ha bisogno di più spazio, deve accollarsi spese e lungaggini. Il sindaco allora fa una proposta precisa sulla base di un piano industriale trasparente. E' un modo per riconoscere all'ente locale la facoltà di decidere. Che ne pensa della Dal Lago presidente della Serenissima Autostrade? Le ho mandato un biglietto con scritto "Auguri Presidente". E' un fattore positivo per la nostra provincia, e mi aspetto un occhio di riguardo al nostro territorio. Registro però che il suo interesse, per esempio acquistando più quote nell'azionariato della società, era finalizzato a questa presidenza. Insomma, una cosa pro domo sua. Il suo conflitto d'interessi è stato un fatto che abbiamo sottolineato più volte, ma io critico l'interesse personale, non che ora sia lì. 9 fatti¬izie 21 APRILE 2007 Il sindaco Scalabrin: “Non mi chiedo mai se una decisione è di destra o di sinistra” Traffico, stranieri e cemento: tutte le sfide di Montecchio LUCA MATTEAZZI Ventitremila residenti, un migliaio in più di Thiene e quasi duemila meno di Arzignano, un'impresa ogni 10 abitanti, equamente distribuite tra agricoltura, industria, commercio e servizi, volumi di traffico da grande città e una percentuale di immigrati che arriva ormai a sfiorare il 15 per cento della popolazione. Montecchio Maggiore, il paese dei castelli di Romeo e Giulietta, è oggi uno dei centri più dinamici della provincia. Un paese cresciuto in modo frenetico e spesso disordinato a ridosso di un crocevia strategico per tutto l'Ovest vicentino, con tutti i vantaggi e i problemi che questo comporta. Ne sa qualcosa Maurizio Scalabrin, da quasi tre anni sindaco di centrosinistra del paese di Villa Cordellina, che si è subito trovato tre grosse gatte da pelare. La prima, il fiume di oltre 100 mila veicoli al giorno causato dalle 3 strade statali e dalle 4 provinciali, "che tagliano il paese a fettine, e lo rendono poco tranquillo e poco ordinato"; la seconda, il proliferare di cantieri ereditati dalla precedente amministrazione: "nel settembre del 2004 ce n'erano una trentina di aperti"; la terza, il boom di stranieri conosciuto tra il 2000 e il 2005, "con tutte le difficoltà che questo comporta, perché i percorsi di inserimento non sono immediati, Maurizio Scalabrin, sindaco di Montecchio soprattutto quando lingua, tradizioni e religione sono diversi". Già gli immigrati. Qualcuno ha paragonato il centro di Alte alla padovana via Anelli. Questo è esagerato, siamo agli antipodi, come situazione. Però c'è un problema di concentrazione in alcune zone del paese. Questo è vero. Del resto ad Alte c'erano le case costruite per gli operai delle fabbriche, case vecchie che i proprietari hanno preferito vendere piuttosto che ristrutturare. E hanno venduto prima di tutto agli stranieri, disposti a vivere in condizioni che gli italiani non avrebbero accettato. Quindi la concentrazione c'è, ma le persone che abbiamo in paese sono molto tranquille, e infatti non ci sono stati episodi clamorosi di risse o altro, forse anche perché l'etnia prevalente è quella bangla, che non crea particolari problemi. Se, metti caso, ci fossero 500 indiani e 500 pakistani invece di mille bengalesi, le cose sarebbero diverse. Anche per la prostituzione, le ragazze vengono tutte da fuori. Voi però avete messo i divieti di transito notturni in alcune vie per limitare il fenomeno delle lucciole. Funziona? Funziona. Ovviamente nelle vie dove c'è il divieto. Come dire che il problema si sposta da un'altra parte. È inevitabile. Del resto neanche Nostro Signore è riuscito ad eliminare la prostituzione, se non in un caso. Cosa può fare il sindaco di Montecchio? Ritornando agli extracomunitari, c'è chi vi accusa di avere una politica troppo favorevole nei loro confronti. Facciamo tanti errori, ma non questo. Al contrario, stiamo cercando di limitare la presenza straniera, tanto che nel 2006, per la prima volta, il saldo migratorio è stato negativo. Nel senso che la crescita è dovuta alle nascite, non agli arrivi da fuori. E vorrei ricordare che il boom maggiore c'è stato quando i sindaci erano di Lega e Udc, così come sono stati loro a consentire che la moschea di Alte prendesse vita di fianco alla chiesa. Altro tema caldo, la viabilità. Lo snodo di Alte è considerato uno dei punti neri della viabilità provinciale. Come risolverlo? Sono contento che sia considerato di carattere provinciale, perché deve essere la Provincia a darmi una mano per risolverlo. Con l'apertura della nuova tangenziale si sono risolti molti problemi, e adesso bastano 5, massimo 10 minuti per fare un tratto che prima ne richiedeva anche 30 o 40. Restano gli 800 metri dalla statale 11 al casello: anche stamattina mi è arrivata una lettera di una signora che mi chiede di fare qualcosa perché ci ha messo mezz'ora per fare quel tratto di strada. Lì noi chiediamo che sia l'Autostrada a fare la bretella necessaria. C'è già il progetto esecutivo, servono le risorse e la volontà. Ma questo è tutto in mano alla Dal Lago, a Chisso e a Di Pietro. In che senso? Perché per fare la bretellina l'Autostrada vorrebbe il rinnovo della concessione, mente Di Pietro è contrario e vorrebbe fare la gara. ragioni, la prima è una frase fatta. Io credo che la Dal Lago, se non si Mentre alla Ceccato oggi c'è solo fa prendere da logiche partitiche, cemento, alla fine ci saranno spazi possa dare un grosso contributo. verdi e parcheggi: è un intervento A proposito, come è la vita di un migliorativo. Ripeto, era un'opesindaco di centrosinistra in una razione già decisa 15 anni fa: noi Provincia e in una Regione di siamo riusciti a far ridurre di 50 centrodestra? mila metri cubi l'edificazione, e Io amministro un comune dove abbiamo ottenuto la bonifica delalmeno la metà dei residenti non l'area, e opere pubbliche per 12 ha votato per il centrosinistra. milioni di euro. È utopico pensare Come io non chiedo a chi mi sot- che lì si possa buttare giù tutto e topone un problema se è di destra ripulire. o di sinistra, lo stesso dovrebbero Alla Faeda e all'ex Boom, invece, fare Provincia e Regione, se non cosa si farà? altro per quella metà di paese che Per la Faeda c'è un indirizzo comvota centrodestra. merciale e direzionale, ma i tempi Non c'è una contraddizione nel sono lunghi. Al Boom i lavori portare avanti un programma di potrebbero partire nel giro di centrosinistra e al tempo stesso qualche mese. Faranno 4 negozi cercare accordi con istituzioni da mille metri quadrati l'uno. governate dalla destra? Vale lo stesso discorso fatto per la A volte scattano di questi mecca- Ceccato: non ha senso pensare nismi. Personalmente, io cerco di che quelle aree rimangano come avere buoni rapporti con tutti: con sono ora. Il paese si rinnova, e si il consigliere regionale di Forza Italia Giuliana Fontanella, ad esempio, abbiamo fatto molte iniziative comuni. Con Finozzi e Franco, della Lega, c'è un rapporto corretto. Con la stessa Dal Lago, quando possibile, abbiamo collaborato, anche se ci I castelli del comune vicentino sono questioni, come villa Cordellina, dove abbiamo cerca di migliorare. posizioni diametralmente oppo- Resta il fatto che, sempre guarste. Io cerco di mantenere gli dando al caso Ceccato, il privato impegni del programma: qualcu- inquina e poi il pubblico si no mi giudica uno di destra pre- accolla i costi di bonifica, contegstato alle sinistre, altri mi conside- giati come opera pubblica. rano succube dei comunisti. Ma Questo discorso ha senso se fin per me se una misura sia di destra dall'inizio fai un accordo per cui o di sinistra è davvero l'ultimo dei l'area è da riconsegnare vergine, problemi. come avviene per le cave. Ma se si Cambiando argomento, il riuso deve fare i conti con inquinamendelle aree dismesse è una delle ti partiti 50 o 60 anni fa, con legissfide del vicentino: a lazioni completamente diverse, la Montecchio ce ne sono di enor- cosa è complessa. Sarebbe come mi, come la ex Ceccato, di cui è chiedere ad un ragazzo di saldare appena stato approvato il piruea, i debiti del nonno. l'area Faeda, quella dell'ex disco- Ultima questione. La centrale: teca Boom. Che se ne farà? un argomento chiuso? Precisiamo subito che sono tutte Purtroppo no, è ancora apertissiaree che avevano già un indirizzo mo. Siamo in attesa di una delibeurbanistico, e su cui noi non pote- ra regionale che recepisca le indivamo agire con risultati eclatanti, cazioni della commissione di perché c'erano già diritti acquisiti. valutazione dell'impatto ambienNel caso della Ceccato, oltre 200 tale. Senza quella delibera la quemila metri cubi di edificazione. stione non può considerarsi forPer qualcuno una colata di malmente chiusa, e rimane una cemento, per altri un progetto situazione pericolosa. che aveva senso 15 anni fa, ma Perché la delibera non arriva? che non lo ha adesso. Forse perché Scalabrin non fa La seconda obiezione ha delle rima con Galan. 10 alto vicentino 21 APRILE 2007 Dopo anni di abbandono, potrebbe sbloccarsi presto lo stallo del palazzo ex Volare nel centro di Thiene. Ma le incognite sono ancora tante Volare, il ritorno della sede fantasma DI LUCA MATTEAZZI Ogni volta che passano per il centro i thienesi se lo ritrovano sotto gli occhi, nascosto solo da un grande cartellone pubblicitario di una compagnia aerea che non c'è più. Un grande scheletro di cemento, un palazzone incompiuto nel cuore della città, a due passi, letteralmente, dal castello che fu dei Colleoni, dalla sede del Municipio e dalle piazze più frequentate. Quella che doveva essere la nuova sede della compagnia low-cost Volare, è lì dal 2004 a ricordare il tracollo del sogno targato Zoccai& Soddu. Abbandonata ancora prima della tempesta giudiziaria, la sede è rimasta al grezzo, senza vetri, senza porte, e ovviamente senza quelle finiture di grande pregio che avrebbero dovuto essere il fiore all'occhiello della società che voleva fare concorrenza ad Alitalia. Qualcosa, però, potrebbe sbloccarsi presto, dopo che in questi anni le voci attorno al futuro dell'edificio si sono rincorse più volte. La storia comincia nel 2001, quando il comune concede una concessione edilizia intestata alla ditta thienese Le Piazze srl. Il progetto prevede una palazzina di 4 piani, tutta destinata ad uffici, con al centro un "torre" leggermente più alta, e due piani di parcheggi interrati sotto il livello del suolo. I lavori partono regolarmente, ma nel frattempo la concessione viene girata alla "Locat", società di leasing del gruppo Unicredit a cui è legata anche la compagnia aerea che in quegli anni si sta conquistando spazi importanti sul mercato dei voli low cost. E infatti il cantiere è gestito proprio da Volare, anche se la concessione rimane sempre nelle mani della "Locat". "Tutti i permessi sono intestati alla Locat, il referente è sempre stato quello", confermano dal Comune. Per un paio d'anni o poco più tutto procede per il verso giusto. Poi, tra il 2003 e il 2004, le voci sul pesante indebitamento della società, il trasferimento della sede operativa in Lombardia e, ultimo ma non ultimo, l'esplosione della L'edifico che apparteneva a Volare. Molti i segnali per un suo prossimo completamento vicenda giudiziaria, bloccano Volare e fanno arenare anche il progetto della nuova palazzina nel cuore di Thiene. La concessione decade nel luglio 2004, e da allora, nel cantiere tutto è rimasto fermo. Qualcosa, invece, si è mosso nei corridoi della politica e nei salotti dell'economia. L'ex palazzo di Volare, grande, spazioso e in una posizione strategica, può infatti far gola a molti, e le voci su un suo possibile riutilizzo spuntano ad intervalli più o meno regolari. Ad un certo punto è il Comune stesso ad interessarsi all'acquisto della sede, con l'obiettivo di trasferirvi tutti quegli uffici oggi sparsi ai quattro angoli della città. "Poteva essere la soluzione ottimale: riunire in due sedi vicine la sede municipale e gli uffici poteva avere notevoli vantaggi - conferma il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Roberto Frau -, ma non a quei prezzi. Ci hanno chiesto il doppio rispetto alla valutazione dell'Agenzia del territorio". Dopo un iniziale momento di ottimismo, la trattativa si impantana proprio sulle questioni economiche. Le richieste della Locat - si parla di circa 7 milioni di euro -, alla fine vengono giudicate decisamente eccessive, e il progetto viene lasciato cadere. Di nuovo tutto fermo, dunque, complice anche l'avvicinarsi della scadenza del mandato amministrativo (a Thiene tra un mese si voterà per il nuovo sindaco). Qualche mese fa, però, è la interrogativi sono molti. A Locat, a farsi avanti, chieden- chi? Per farne che? A che prezdo al Comune di sanare alcune zo? Finché i privati mantengosituazioni che nel palazzo no, come hanno fatto finora, il costruito non coincidono con il riserbo, difficile dare risposte. progetto originario, in partico- Di certo c'è che, una volta comlare per quanto riguarda le pletata la sanatoria, chi acquidimensioni dei parcheggi sterà l'area potrebbe finalmeninterrati (ne sono stati realizza- te portare avanti il progetto ti più di quanto consentito). originario. Se invece si volesse Anche senza conferme ufficia- cambiare destinazione, e ad li, una mossa di questo tipo esempio trasformare il comrivela chiaramente che la pro- plesso da direzionale a resiprietà si sta muovendo per denziale, la strada obbligata è mettere sul mercato lo stabile. quella della variante. E qui si La "sanatoria", tuttavia, si rive- riaprono anche i margini di la alquanto laboriosa: per contrattazione con il Comune. avere le carte in regola ci La grande incompiuta ha le sarebbe da pagare una sanzio- ore contate? ne di mezzo milione di euro, e alla fine la Locat decide di sanare le incongruenze minori (e per questo sta ottenendo il necessario titolo edilizio) e di cedere invece gratuitamente al comune i parcheggi in eccesso, cessione approvata la settimana scorsa dal consiglio comunale. Adesso rimangono solo una serie di passaggi burocratici da completare. Poi la Locat potrebbe, teoricamente ven- La sede del comune a Thiene. dere l'area. E qui gli A due passi dall'edifico incompiuto 11 alto vicentino 21 APRILE 2007 Mancano risorse e personale: in tutta la provincia la situazione è critica. E a rischio ci sono velocità e sicurezza degli interventi Pompieri spompati, 115 a corto di fondi ANDREA ALBA Qui Vicenza: liquidità agli sgoccioli Unità operative sott'organico almeno del trenta percento, bollette di Aim e di Telecom che, data la carenza di liquidità, non si pagano da un anno e mezzo a questa parte e che ad oggi hanno raggiunto l'importo di 200mila euro, e per di più gasolio e benzina che, formulando una previsione ottimistica, basteranno a muovere i mezzi di servizio appena fino a fine maggio, primi di giugno. Per non parlare poi delle autofficine da saldare. "E' una situazione drammatica quella che registrano, da qualche anno a questa parte, i vigili del fuoco che operano sul territorio provinciale ammette Daniele Nodari, delegato sindacale della Cisl lacune, quelle economiche ed organiche, determinate soprattutto dalla classificazione in cui ci troviamo, ferma ad una trentina di anni fa: siamo paragonati ai comandi di Asti o Alessandria, quando invece siamo più vicini a realtà quali Padova e Verona registrando addirittura più interventi rispetto a quest'ultime. Il fatto di essere la prima provincia per densità industriale, la terza dopo Torino e Milano, porta ad un ulteriore incremento di lavoro senza però poter contare su uomini e finanze: ormai è emergenza" continua il referente sindacale che traccia un eloquente quadro della situazione snocciolando anche delle cifre. "Se nel 2003 ci erano stati assegnati, per il capitolo di spesa che riguarda automezzi, relative manutenzioni, acquisto di gasolio e benzina, 320mila Fondi insufficienti: di questo passo i vigili del fuoco vicentini rimarranno pure senza scarpe euro, nel 2007 la cifra complessiva che verrà destinata a Vicenza è pari a 120mila euro. L'anno scorso abbiamo speso 132mila euro solo per gasolio e benzina. Facendo i calcoli a giugno avremo già difficoltà a muoverci, non avendo la liquidità per pagare appunto gasolio e benzina ma anche la riparazione dei mezzi". La conferma arriva anche dal comandante provinciale Paolo Maurizi: "Sì è vero, siamo in arretrato coi pagamenti delle bollette di circa sette-otto mesi: l'importo attualmente è inferiore ai 200mila in quanto una decina di giorni fa il Ministero ha provveduto ad accreditarci 50mila euro, importo col quale abbiamo saldato solo una parte delle fatture cadute in morosità. Ora contiamo di ottenere un nuovo accreditamento, entro maggio, col quale salderemo ulteriori importi ad Aim e Telecom continua -; purtroppo i capitoli di spesa hanno subito dei tagli del 30 percento rispetto al 2006 mettendoci così in dif- I Vigili di Schio durante una manifestazione. Per eventi ed emergenze non ci sono abbastanza uomini ficoltà: il problema riguarda il prossimo futuro, probabilmente già a settembre la situazione, che non è esclusiva di Vicenza, peggiorerà in modo determinante sull'impegno quotidiano delle squadre impegnate sul territorio locale". Ecco che allora con 210 unità operative, contro le 527 previste sulla carta, con una squadra per turno con 4 e non 6 uomini, risulta difficile far fronte a tutte le chiamate di intervento. "Deve essere anche il cittadino ad interessarsi di questa emergenza - fa sapere Nodari, caposquadra esperto - gli interventi al privato infatti, anche minimi, vengono dirottati altrove. Un esempio tra tutti: non siamo più noi ad occuparci delle aperture porte". Qui Alto Vicentino: la manichetta è corta La situazione nel Comando di Vicenza è stata descritta, a più riprese pure sui giornali, come grave. Ma come si suol dire, "se Atene piange Sparta non ride": anche nei 5 distaccamenti della provincia la situazione non è rosea. Uomini, uomini, uomini. Questa è la vera necessità, l'emergenza nei distaccamenti dell'Alto Vicentino. Schio e Asiago, ma volendo anche Bassano, Arzignano e giù fino a Lonigo: dappertutto ti fanno notare come nei turni in cui normalmente dovrebbero esserci 7 vigili del fuoco poi di fatto ce ne siano 5, a volte 4. E si arriva al paradosso di dover chiamare altre squadre da distaccamenti lontani, con difficoltà e tempi allungati all'infinito, per interventi che una sola squadra, se a pieno regime, potrebbe affrontare da sola e in tranquillità. Come è accaduto nei giorni scorsi per un incendio in un sottotetto in Valsugana: in quel momento nel distaccamento di Bassano c'erano solo 4 uomini, che si sono precipitati sul posto con un mezzo. Ma non era sufficiente, ci voleva più personale per operare in sicurezza: i vigili del fuoco hanno quindi dovuto richiamare 1 (uno) pompiere volontario da Feltre, giunto con un'autobotte, e altri 4 da Vicenza con l'autoscala. Il distaccamento di Schio, per parte sua, ha la fortuna di avere una struttura moderna. E grazie, l'ha pagata il Comune di tasca propria 13 anni fa, e l'amministrazione provvede tuttora a coprire parte delle spese: ad aspettare lo Stato probabilmente anche i pompieri scledensi sarebbero stati ben freschi. Peraltro i problemi non mancano lo stesso. Il distaccamento scledense copre 35 comuni, da Isola ai confini col Trentino, e da Breganze fino a Cornedo e Recoaro, via traforo. Sono previsti 4 turni giornalieri con 7 uomini per turno, ma essendocene troppo pochi i vigili presenti superano costantemente le 36 ore settimanali previste. E siccome lo Stato non paga gli straordinari, i pompieri scledensi se li fanno restituire con ore di recupero. Poi c'è costantemente qualcuno in ferie (quelle dovute, maturate per diritto): succede allora che su sette effettivi di fatto ce ne siano 5, o 4. Come si fa a coprire questi buchi? Semplice, si ricorre ai volontari. Su cui ritorneremo poi, intanto vediamo come vanno le cose ad Asiago: lì la sede di via Dell'Aeroporto è statale, ma non sembra registrare particolari inconvenienti. Il problema è sempre quello, non c'è gente. Di fatto per ogni turno c'è sempre un pompiere che viene su da Vicenza, per arrivare al numero minimo per formare una squadra di 6. E ad Asiago c'è, sempre, anche un pompiere volontario. Come funziona per loro? E' una categoria che, secondo gli stessi vigili del fuoco, potrebbe essere valorizzata molto di più. Il volontario viene richiamato di 20 giorni in 20 giorni, e ha degli orari di reperibilità. Ma, pur essendo reperibile, viene pagato solo se effettivamente chiamato. Nell'Alto Vicentino c'è una sede con 30 ausiliari a Thiene, con una prima partenza e un'autobotte di rinforzo, e ne verrà creata presto un'altra a Recoaro. Ovviamente, più partecipano in azioni e vengono formati, più queste figure di ausiliari sviluppano competenza. E' intuibile però come sia una carriera malata di precariato, soprattutto in una provincia in cui dalla fine degli anni '70 non viene più assunto nessun permanente. I buchi nel sistema stanno diventando voragini, e ormai passione e buona volontà non sono più sufficienti a coprirle. 12 altopiano 21 APRILE 2007 Storia dell'associazione che si batte per gli ospedali dei Sette Comuni. E che ha fatto cambiare idea a Galan & Co. Dalla "Calata dei cimbri" al referendum, il Comitato delle mille battaglie BEPPA RIGONI Dopo dieci anni in trincea a difesa degli ospedali e della salute dei cittadini, adesso, forse, il Comitato tutela Altopiano può concedersi il lusso di brindare. Ma partiamo dall'inizio. Già nel '95, in Altopiano correva voce di un possibile declassamento delle strutture sanitarie sul territorio: l'Ospedale Civile e l'Istituto di Mezzaselva. Il senso diffuso di precarietà portò un gruppo di cittadini a confrontarsi sulla questione e poiché, se non le si dà veste legale, la "vox populi" resta inascoltata, nel '96 il gruppo decise di costituirsi in Associazione col nome di "Comitato Tutela Altopiano". Lo statuto recita così: "L'Associazione no-profit e apolitica, con sede ad Asiago, presso la Comunità Montana, ha come obiettivo la difesa e il potenziamento dei servizi sociosanitari presenti sul territorio, lo sviluppo delle professionalità sanitarie, la tutela della qualità della vita di anziani e fasce deboli, la salvaguardia degli antichi Usi Civici a favore dei cittadini." Il primo direttivo, in carica per 2 anni, ebbe come presidente Lorenzo Pinaroli, ex-Sindaco di Asiago e come vice, l'attuale Presidente, Eugenia Barbierato (nota a Vicenza in quanto infermiera professionale specializzata, caposala e responsabile della sterilizzazione dell'Ospedale S. Bortolo, oltre che per le attività nel Volontariato e nel Consiglio Comunale di Vicenza, anche come Assessore). Nel direttivo del comitato entrano rappresentanti di tutti i Comuni: quattro La presidente del "Comitato tutela altopiano" Eugenia Barbierato e l'assessore ai servizi sociali di Asiago, Diego Rigoni per Asiago, tre per Roana, due per Gallio, uno a testa per Rotzo, Foza, Conco, Enego e Lusiana; più uno in rappresentanza dei non residenti, per un totale di 15 membri. Appena costituito, il Comitato iniziò a relazionarsi con i vertici della sanità regionale (in particolare con la V Commissione), esprimendo la volontà di mantenere lo "status quo" e portando puntualmente a sostegno delle proprie rivendicazioni la peculiarità del territorio, una zona disagiata di montagna. La gente dell'Altopiano venne invece definita dalla Regione "popolazione sparsa", visto che c'è una densità di meno di 70 abitanti per chilometro quadrato; motivo per cui si arrivò al paradosso che le nostre strutture sanitarie, poste oltre i 1000 metri, non potevano essere considerate "di montagna" e godere di privilegi e tutela, mentre gli ospedali di Feltre e Belluno, situati a bassa quota, sì!. Un'Asiago più a misura d'uomo, grazie ai dieci anni di attività del gruppo Ebbe così inizio una sistematica spoliazione delle cosiddette apicalità, cioè di quei servizi di alta qualità guidati dai primari: l'operazione interessa Pediatria, Ostetricia, Ortopedia, Radiologia, Psichiatria, il Laboratorio analisi e Neuroriabilitazione dell'Istituto di Mezzaselva. Secondo l'allora dirigente della dell'Ulss 3 (Asiago e Bassano), Ermanno Angonese, per garantire il più alto standard di cura andavano premiati i centri di eccellenza della pianura, a scapito dei piccoli ospedali sparsi sul territorio. La cosa può anche essere plausibile, visto il continuo taglio di fondi destinati alla Sanità, finanziaria dopo finanziaria, ma bisognava e bisogna fare dei distinguo: l'Altopiano è morfologicamente isolato e sprovvisto di un'adeguata rete di servizi pubblici, oltre che soggetto per molti mesi a condizioni meteo rischiose per il trasporto in ambulanza. L'Ospedale doveva rimanere, ma qui ce n'erano due! L'Istituto di Mezzaselva divenne così la vittima sacrificale, ma solo dopo aver speso oltre 12 milioni di euro per ristrutturarlo, prima che i tecnici si accorgessero che era fuori mano! (Depauperato nel 2001/2002 del reparto di Neuroriabilitazione, che forniva il 70% del fatturato, tenerlo aperto non aveva più senso). Ma andiamo con ordine: siamo nel '99, l'anno caldo del Comitato e questa scelta non è ancora in atto. Il Comitato decise di informare e coinvolgere la popolazione a recarsi in Piazza San Marco a Venezia per manifestare contro le decisioni regionali. Partirono in 3.000, su 32 pullman, evento noto come"la calata dei cimbri": sindaci con fascia tricolore in testa, rappresentanti di categoria, gente comune. Le Autorità, vennero ricevute a Palazzo Ferro-Fini in quinta commissione dal presidente regionale Galan, dove molti furono i discorsi in politichese. È di dopo, infatti, la modifica di alcuni primariati articolandoli su due sedi (primario in sede a Bassano e una tantum presente ad Asiago). Venne invece bocciata più volte con voto palese, la richiesta in Regione di salvaguardia degli ospedali di montagna. Nel 2000 il comitato, speranzoso, parlò della questione anche con Massimo Cacciari, all'epoca candidato alla presidenza della Regione. Successivamente, a forza di lotte, proteste, lettere, incontri, il vento iniziò a cambiare anche in Regione (c'entra per caso il Referendum?), anche grazie alla sensibilità del nuovo Direttore Generale dell'Ulss Giuseppe Simini, che volle il nuovo Pronto Soccorso e l'eliporto, terminati per l'Adunata degli Alpini del maggio scorso. Traspare oggi, dai vertici della azienda sanitaria locale, la precisa volontà di costruire una nuova ala ospedaliera, invece di ristrutturare il fatiscente edificio anni '50, a parità di costo: circa 25 milioni di euro. L'Ulss. 3, una delle poche in Italia col bilancio in attivo, si impegnerà a coprire la spesa per il 50% con un mutuo trentennale, se la Regione si sobbarcherà l'altro 50. La risposta positiva è appena giunta da parte dell'Assessore Regionale alla Sanità, Flavio Tosi, che ha finalmente definito l'Altopiano "area di montagna"! Ma la combattiva Presidente del Comitato, durante l'ultima assemblea del 15 aprile, ha chiesto di "vedere le carte" prima di brindare e ha richiesto anche, maggior sostegno per il Comitato da parte di tutti gli attori sul territorio. Altrimenti lascia. L'auditorio, preoccupato, l'ha invece pregata di rimanere fino a settembre e molti dei presenti, han subito posto la loro candidatura per l'elezione del prossimo direttivo. SUPPLEMENTO DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona Minetti allo sprint finale, una settimana di fuoco a pagina 15 Baseball, i ragazzi del "batti e corri" a pagina 17 Un vicentino negli Usa, al via i playoff Nba a pagina 18 I fiori della Primavera sbocciano in prima squadra a pagina 19 Anno 2 nr. 13 - Sabat0 21 aprile 2007 Supplemento al numero 55 del settimanale VicenzaPiù Derby di lusso tra le vicentine dell'hockey in line. Caoduro Diavoli Vicenza, alla terza stagione nella massima serie, ritrova nella semifinale i "cugini" dell'Asiago Vipers. Come nel 2005 Scontro al vertice DI SABRINA NICOLI Il verdetto di gara 2 dei quarti di finale per i play off scudetto ha confermato i pronostici con il passaggio in semifinale di Caoduro Diavoli Vicenza e Asiago Vipers Tegola Canadese, per un derby che si preannuncia emozionante. I biancorossi si sono confermati squadra compatta e competitiva contro Milano 24, formazione ostica e mai doma, vincendo prima in trasferta per 82, su una pista che ha messo in difficoltà tutti gli avversari, e poi conquistando bottino pieno domenica scorsa in casa con il risultato di 9-3, al termine di una gara combattuta da entrambe le formazioni nel primo tempo, ma a senso unico nella seconda frazione di gioco. Gli asiaghesi hanno liquidato la pratica Draghi Torino senza troppe difficoltà con il risultato di 9-1, permettendosi anche di lasciare a riposo alcune pedine importanti della squadra e praticando il turn over, vista l'abbondanza a disposizione del tecnico Cristian Rela. Soddisfazione per i Diavoli che hanno così centrato l'obiettivo stagionale, ma che vogliono continuare a sognare e non hanno nessuna intenzione di rendere la vita facile agli avversari. Facciamo il punto della situazione con il coach Alessandro Corso, al suo secondo anno sulla panchina del Vicenza. "I ragazzi stanno bene, li vedo bene e in forma, dal punto di vista atletico, dichiara il mister bianco- rosso -. In settimana abbiamo lavorato di più per arrivare pronti all'impegno e penso che potremo dire la nostra, soprattutto non dobbiamo assolutamente partire già sconfitti". Ma trovarsi in semifinale contro i Vipers, che negli ultimi anni si sono aggiudicata tanti titoli e trofei, può demotivare? "Dobbiamo lavorare e prepararci anche del punto di vista delle motivazioni spiega Corso -. Il rischio di sentirsi già sconfitti in partenza, soprattutto per i più giovani o i meno esperti, esiste, però dobbiamo superarlo e pensare solo a giocare. Secondo me possiamo giocarcela fino alla fine, basta che diamo il massimo e stiamo concentrati sulla gara.L'Asiago è sicuramente forte, non sappiamo di preciso Mirko Ceschini della squadra dell'Altopiano. Si attende uno quale sarà la forma- scontro di classe con la squadra del capoluogo zione che affronteremo, dal momento che hanno una rosa molta ampia e mister Rela ha a disposizione varie soluzioni, ma noi dobbiamo solo pensare a giocare come sappiamo, iniziare bene e crederci fino in fondo. Poi, come si dice, …vinca il migliore". L'appuntamento per il primo atto della semifinale dei play off scudetto fra Caoduro Diavoli Vicenza e Asiago Vipers Tegola Canadese, è per domenica 22 aprile alle ore 19.00, al pattinodromo di Viale Ferrarin (Vicenza). L'altra semifinale in programma è fra Lions Arezzo ed Edera Trieste 21 APRILE 2007 14 Basket c1 maschile. L'allenatore Fedrigo: "È fondamentale arrivare in forma ai playout" Vbg, campionato all'ultimo atto lone di quest'ultima, forti anche di una 30ma giornaUltima di camta semplice in casa pionato per i con il retrocesso ragazzi di Cristin Arzignano. I bianFedrigo sabato corossi si sono alle 21.00 a battuti con coragVerona contro il gio e per alcuni S. Zeno. Partita tratti hanno conimportante per i biancorossi dotto l'incontro, che cercheranno di recuperare senza però riuscidue punti e di puntare al decire mai a distanziamo posto, una buona posiziore gli avversari, ne per i prossimi playout. complici troppi Intanto i vicentini devono errori in attacco e registrare un'altra sconfitta dalla lunetta. Ora nel penultimo turno contro il Vbg è atteso, Forgiatura Marcora Legnano, sabato alle 21, a seconda forza del campionato, San Zeno per l'ulche non ha certo reso la vita timo incontro facile a capitan Campiello e della regular seacompagni. Una battuta d'arreson contro la terza sto che però si ferma sul parin classifica. A ziale di 74 a 78. Lo scontro ha complicare la vita comunque prodotto una delle ai biancorossi più belle partite viste quearriva anche la st'anno al PalaLaghetto tra vittoria di due squadre che non dimoContro il Legnano una delle più belle Calolziocorte, che stravano affatto la marcata partite viste al PalaLaghetto affianca i biancodifferenza in classifica. All'andata i vicentini erano Dicevamo di una sconfitta rossi a 22 punti e vincendo a tornati a casa con un netto 88- amara dal Vbg, che ha fatto Cernusco potrebbe scavalcarli 66, ma il Vbg del girone di soffrire la vicecapolista ma se il Vbg cedesse contro i forti ritorno è un'altra cosa rispetto non è riuscito riesce a farle lo veronesi. a quello della prima metà del sgambetto. I lombardi, infatti, "Devo dire che siamo riusciti a campionato, e ora dovrà tirare dopo la sconfitta di Cremona, giocare una partita punto a fuori tutta la grinta in vista devono vincere per cercare di punto sempre inseguendo il della prossima, cruciale, sfida agguantare la testa della clas- nostro avversario - racconta il sifica in caso di un altro scivo- tecnico vicentino Fedrigo con Verona. per poi arrivare nelle battute finali pronti a giocarci punto a punto la partita. Tecnicamente erano più preparati, il nostro obiettivo comunque lo abbiamo raggiun-Quinto Basket - A.DIL. Summano Promozione maschile to. Devo comunque sotBasket, 25/04/2007 21:00, -Montebello Basket - Zurlo S.R.L., tolineare una cosa: 26/04/2007 21:00, Palesta Piazza Del Palazzetto Via Degli Eroi - Quinto durante l'incontro non Donatore - Montebello Vicentino Vicentino (VI) mi è piaciuto il nostro (VI) gioco difensivo, abbia-Basket Malo - Grissin Bon Prima divisione maschile, girone A mo peccato in questa -Basket S.Nazario- New Basket Concordia, 27/04/2007 21:00, zona con qualche errore 25/04/2007 21:00, Palestra Comunale Via Deledda - Povolaro, di troppo e che tra l'alPalestra Via Papa Giovanni Malo (VI) tro si è ripetuto. Queste -Asd Basket San Giuseppe - Solagna (VI) incertezze vanno assoPrimultini Basket, 27/04/2007 -Trissinooro - Pall. Asiago, lutamente migliorate. 21:00, Palestra S.E.'C.Colombo' Via 24/04/2007 21:15, Palestra Scuole Per la prossima partita Medie Via N. Sauro - Trissino (VI) Colombo,42vill.sole - Vicenza (VI) contro il San Zeno non Basket -U.S. Angarano - Pol. Aurora 76, -Pol. Jonathan posso che immaginare 11/04/2007 21:00, 27/04/2007 21:15, Palazzetto Viale Arzignano, una partita come quella Asiago-quartiere Xxv Apr - Bassano palestra centro giovanile Piazzale di domenica scorsa. I Cadorna - Bassano Del Grappa (VI) Del Grappa (VI) Veronesi però sono -Basket Thiene - Pall. Araceli -Albergo Giulieta - Romeo molto tecnici e questo ci Pol. Fulgor Thiene, 23/04/2007 Vicenza, 26/04/2007 21:15, dovrebbe permettere di Palestra Vianelle Via Campania, 18 - 21:15, Palestra Comunale - Montorso fare il nostro gioco. Di (VI) Thiene (VI) sicuro andremo a -Nuovo L'argine 2001 - Pall. -G.S. Isola 91 Basket- Gobbo Impresa Verona per vincere. Breganze, 23/04/2007 21:00, Edile, 26/04/2007 21:30, Palestra Anch'io sto facendo i Palestra Scuole M. Ferrovieri Via F. Scuole Medie Via A. Moro, Isola miei calcoli per i plaVicentina (VI) Baracca - Vicenza (VI) yout, e sarà fondamen-Pall. Bolzano Vicentino - Pall. -Pol. Carmignano - Pol. Sovizzo, tale come si arriverà agli Altavilla, 27/04/2007 21:00, Palestra 26/04/2007 21:30, Palestra Via impegni che prenderanBoschi - Carmignano Di Brenta (PD) Via Albereria - Lisiera (VI) no il via domenica 29 aprile". DI TOMMASO QUAGGIO Calendari provinciali, le partite della settimana Basket A2 donne. Discesa senza paracadute, As Vicenza precipita in B Serie A2 addio. Sarà brutto da scrivere, ma questa è l'amara realtà che la società biancorossa si trova ad affrontare. Facendo i conti, infatti, anche se le ragazze di Corà riuscissero ad agganciare la Valtarese al penultimo posto, le emiliane risulterebbero in vantaggio per differenza canestri negli scontri diretti. E dire che Cervia ricordava alle vicentine un'ottima prestazione. Aggiungiamo che le motivazioni, per la compagine guidata da Ilaria Chemello erano altissime. Adesso rimane solo un'esile speranza: facendo i debiti scongiuri, in caso di retrocessione infatti potrebbe essere presa in considerazione l'ipotesi ripescaggio dalla serie B eccellenza. Comunque vada a finire, il sogno di rimanere in serie A1 era già appeso ad un filo ad inizio stagione. La squadra ha infatti puntato fin dal primo momento prevalentemente su giocatrici giovani, con una campagna acquisti modesta. Come ammesso dallo stesso presidente Claudio Corà, "la prio- rità era salvare finanziariamente la società. Certo dispiace a tutti l'attuale situazione sportiva. Abbiamo accettato l'A2 compiendo un azzardo a 360 gradi: a volte nella vita è giusto rischiare; adesso è giunto il tempo della ragionevolezza ed attuare una programmazione a lunga scadenza". Intanto nel panorama del basket femminile vicentino rispunta una proposta che gli addetti ai lavori sentono circolare già da un pezzo. Sarebbe infatti imminente la creazione di una nuova entità sportiva tinta di rosa. Alle spalle di questa iniziativa il presidente onorario dell'As Vicenza Antonio Concato. L'idea potrebbe essere quella di ripartire già dalla prossima stagione, sia con il settore giovanile, che con una prima squadra in serie C. L'organigramma della società è tutto da decifrare ma Loris Gorlin potrebbe essere un nome già fissato in compagnia altri volti noti del mondo del basket femminile. T.Q. Sconforto in casa As Vicenza per la retrocessione 21 APRILE 2007 15 Volley. Quattro gare alla fine della regular season: ecco i possibili scenari Settimana di fuoco Minetti allo sprint finale DI PAOLO MUTTERLE La Findomestic Volley Cup 2006/07 si avvia alla conclusione della stagione regolare; mancano ancora quattro giornate, di cui tre saranno disputate tra il 22 e il 29 aprile. Otto giorni di fuoco, probabilmente decisivi per stabilire chi potrà guadagnarsi il paradiso dei play off, chi sarà condannato all'inferno dell'A2, e chi resterà nel limbo del nono o decimo posto, buoni solo per la Coppa di Lega, che a quanto pare quest'anno non qualificherà alla coppa Cev. I primi verdetti sono già arrivati: Novara, Jesi, Bergamo, Pesaro e Perugia sono le prime cinque qualificate alla post season, e resta solo da deciderne l'ordine. Per Forlì, invece, ferma a quota cinque punti, la salvezza pare ormai un miraggio e presto potrebbe arrivare la condanna definitiva. Le altre sei squadre si giocano i tre posti rimanenti per il tabellone che vale lo scudetto, e tra queste Vicenza parte in pole position. Il tris di vittorie conquistate tra marzo e aprile consente alle biancorosse di guidare il gruppo delle formazioni di media fascia, in un torneo che fin dall'inizio ha dimostrato di essere spaccato nettamente in due tronconi. Sei le lunghezze di vantaggio su Altamura, attualmente la prima delle escluse; un bottino prezioso che non deve però essere dissipato in questo finale. In Minetti Infoplus Vicenza p.24 BigMat Sanpaolo Chieri p.22 Megius Volley Padova p.20 Lines Altamura p.18 Tena Volley Santeramo p.15 Rebecchi Cariparma Piacenza p. 12 La squadra di Manu Benelli verso le ultime partite. Buone le prospettive caso di arrivo a pari punti resta avanti la squadra con il maggior numero di incontri vinti, un meccanismo che per ora favorisce la formazione di Manù Benelli. Fatti i conti, con due successi le biancorosse sarebbero al 100% tra le top eight. Del resto, da quando le vittorie assegnano tre punti, raggiungere quota 30 è sempre stata garanzia di accesso ai play off; spesso ne sono bastati molti meno, 23 nella passata stagione e 22 in quella prima ancora, un numero che quest'anno dovrebbe alzarsi di qualche unità. Calendario alla mano, i due impegni interni della Minetti Infoplus non si presentano certo agevoli; tra questa domenica e la prossima arriveranno al PalaCia due delle più serie pretendenti allo scudetto, la Monte Schiavo Jesi delle ex Zilio e Togut e la Despar Perugia di coach Barbolini. Visto il buon momento di Paccagnella e compagne, fare punti non sembra impossibile; ma serviranno delle prestazioni buone a dir poco, contro delle avversarie che a livello di organico (e di budget) hanno qualcosa in più, e la classifica è lì a testimoniarlo. Più abbordabili, sempre sulla carta, gli incontri esterni; se mercoledì sera con la Tecnomec biso- 8ª Giornata Ritorno 22/04 Jesi 9ª Giornata Ritorno 25/04 FORLI’ 10ª Giornata Ritorno 29/04 Perugia 11ª Giornata Ritorno 06/05 ALTAMURA NOVARA Bergamo Jesi PADOVA Piacenza Perugia NOVARA Chieri Santeramo PIACENZA BERGAMO Vicenza ALTAMURA Pesaro Piacenza FORLI’ PADOVA Altamura SANTERAMO Pesaro In maiuscolo le gare in trasferta gnerà stare attenti a non sottovalutare l'ostacolo, anche perché è probabile che le ragazze di Berselli venderanno cara la pelle, ancora più ostica appare la trasferta di Altamura all'ultima di campionato. Andare a giocarsi i play off nella bolgia del palazzetto barese è un'ipotesi che nessuno si augura; arrivarci con una posizione già acquisita, per scendere in campo "a cuor leggero", sarebbe l'opzione preferita dalle minettine. Tutto dipenderà dalla prossima fatidica settimana e non solo dal cammino delle biancorosse. Al di sotto della Minetti Infoplus troviamo attualmente Chieri, che però come calendario appare decisamente la più sfigata; Novara, Bergamo e Jesi sono le prossime tre avversarie delle piemontesi, prima della trasferta a Padova all'undicesima di ritorno. Basterà Mammadova? La schiacciatrice azera ha mostrato in più occasioni di saper far la differenza, ma contro gli squadroni che Chieri troverà sul suo cammino a contare saranno più le motivazioni che una singola giocatrice. Se Chieri piange, Padova non ride. Dopo Piacenza in casa, le cugine del Megius affronteranno Perugia e Novara nel- l'ordine, prima di ricevere Chieri al PalArcella. Meglio non pensare a un risultato diverso da una vittoria piena contro la Rebecchi, altrimenti le ambizioni della società del presidente Borgo potrebbero essere seriamente compromesse. Al momento la squadra di Micelli è comunque fra le prime otto, e nei quarti di finale non sarebbe un avversario comodo neppure per le Big 5. Il campionato di Altamura è giunto invece a un crocevia; al di là di ogni retorica, il posticipo di domenica sera con Santeramo è di quelli che veramente vale una stagione. Dopo lo 0-3 dell'andata, un'altra scoppola sarebbe dura da digerire per le altamurane, che in caso di sconfitta potrebbero essere risucchiate verso scenari spaventosi; il calendario apparentemente le favorisce anche in ottica play off, ma più di ogni calcolo vale il risultato del derby. Lo stesso dicasi per Santeramo, che in caso di vittoria domenica aggancerebbe le acerrime rivali; ma le ragazze di Tommy Ferrari devono anche guardarsi alle spalle, perché Rivergaro non è certo rassegnata all'A2. Il vantaggio delle biancoazzurre sta nell'ultimo turno, teoricamente comodo, contro Forlì che al 6 maggio dovrebbe aver già dato l'addio alla massima serie. E che dire infine di Piacenza? Altro che play off, il loro scudetto si chiama salvezza. Secondo la matematica tutto ancora è possibile, anche superare le tre squadre che stanno avanti, ma conquistare la permanenza in A1 sarebbe già un grande successo per la matricola di Leo Barbieri. Un obiettivo ancora alla portata; ma servirà fare più di quanto mostrato domenica scorsa con la nostra Minetti Infoplus. Insomma, a quattro giornate dalla fine, corazzate a parte, la regata verso le prime otto posizioni è ancora incerta; molto dipende da come soffierà il vento nei prossimi otto giorni. A giudicare da quanto visto di recente, l'imbarcazione biancorossa sembra avere il vento in poppa. E allora, fin che la barca va… 21 APRILE 2007 16 La società. Attenzione solo per il settore giovanile, che conta ben 220 atleti Sport, giovani e solidarietà In una parola: Gs San Paolo ANNA MOLON (UFFICIO STAMPA FIPAV) DI Si dice sempre che lo sport fa bene. Nel caso della Pallavolo San Paolo di Vicenza, lo sport non solo fa bene alle atlete, ma fa del bene anche agli altri, perché s'impegna a promuovere la solidarietà tramite l'iniziativa "Regalati Un Jeans" che ad oggi ha già contribuito con oltre duemila euro alla causa dell'associazione "Filo di Seta Onlus" di Fara Vicentino. "L'idea è semplice e al tempo stesso grandiosa - spiega il presidente del gruppo sportivo Roberto Pizzo -: si tratta di un progetto nato per sensibilizzare concretamente chi ha il privilegio di praticare un'attività sportiva nei confronti di chi vive una situazione di difficoltà". L'associazione "Filo di Seta", nata nel 2005 per volontà dei signori Osvaldo e Luisa Tonello, ha fra le sue proposte anche quella di finanziare la propria attività commercializzando un marchio di jeans i cui proventi vanno interamente a favore dei ragazzi disabili di cui l'associazione si occupa tra- mite il Centro Educativo Occupazionale Diurno "Casa Enrico". "Ecco quindi l'invito a tutte le nostre ragazze ed alle loro famiglie ad acquistare dei jeans della Fara - spiega il presidente Pizzo - per fare un regalo a se stesse ed uno ancora più grande a questi ragazzi disabili". Altra proficua forma di collaborazione che vede protagonista questa società, è quella sperimentata nel corso dell'anno con le scuole medie ed elementari della zona. Qui i tecnici sportivi della San Paolo sono impegnati per una ventina di ore a trimestre nell'insegnamento dei principi della pallavolo agli alunni di alcuni istituti scolastici del territorio. "I risultati raggiunti in queste iniziative di solidarietà e di sport -ci tiene a sottolineare il direttore sportivo Stefano Marton -, sono stati conseguiti anche e soprattutto per merito del nostro fantastico Staff Tecnico magistralmente diretto da Marco Zaffonato". "Le nostra società di pallavolo- prosegue - è formata da squadre del minivolley, Under 12, 13, 14 e 16, perché, per scelta, vogliamo indirizzare risorse ed energie esclusivamente al settore giovanile". Questo gruppo sportivo ha avviato da tempo una proficua collaborazione con le società Premiazione del campionato provinciale U14 Argine e Grifone che hanno accolto numerose atlete del San Paolo giunte alla conclusione del loro percorso nel settore giovanile. Un settore giovanile che attualmente può vantare ben 220 atleti, di cui 130 impegnati nel minivolley. "Siamo in costante crescita - spiega il direttore sportivo - e purtroppo ci dobbiamo scontrare con spiacevoli problemi di tipo logistico e organizzativo nell'utilizzo delle palestre disponibili". "Ovviamente non pretendiamo una palestra solo per noi - prose- gue Marton -, perché nel quartiere esistono altre realtà sportive oltre alla nostra, ma il gruppo della pallavolo San Paolo è molto consistente in termini numerici e spesso ci sentiamo penalizzati nell'assegnazione degli spazi e degli orari per gli allenamenti". Nella speranza che questi problemi trovino presto una soluzione, la pallavolo San Paolo intanto guarda avanti, e incrocia le dita per le ragazze dell'Under 14 che il 22 aprile, a Venezia, andranno a disputare la finale regionale. Calendari Fipav, le partite della settimana Prima divisione Femminile girone 1 -21/04/07 20.30, Riviera Volley - Flanet, Palasport Barbarano Vicentino Vi -21/04/07 19.30, Volley Cartigliano - Pallavolo Longare, S.M. "Antonibon" Cartigliano Vi -21/04/07 17.00, Banca C.C. Campiglia - U.S. Angarano Azzurra, Comunale Campiglia Dei Berici Vi -20/04/07 21.00, Asd Pol. Brendola - Laserjet Orgiano, S.E. S.M. Bertilla Brendola Vi -21/04/07 18.30, Carmet Schio Volley Marzotto Sporting, Liceo Tron Schio Vi Classifica: Riviera Volley 52; Marzotto Sporting 48; Fado' 46; As Pallavolo Caldogno 37; Banca C.C. Campiglia 35; Laserjet Orgiano 32; Angarano azzurra 28; Asd Pol. Brendola 28; u.s. Carmet Schio Volley 18; Volley Cartigliano 10; Flanet 10; Pallavolo Longare 7. Prima divisione Femminile girone 2 -21/04/07 20.30, Ecoaria - U.S. Costabissara, S.M. "De Gasperi" Mason Vicentino Vi -19/04/07 21.00, Mobilfer Noventa - Fulgor Thiene, Palasport Noventa Vicentina Vi -21/04/07 18.00, Pgs Novale - U.S. Summano, S.M. "G.Lora" Novale - Valdagno Vi -21/04/07 18.00, Pall. Bassano Asd - Pall. Arzignano, Palestra "Einaudi" campo 1 Bassano Del Grappa Vi -21/04/07 21.00, Camec - Rollmac Pall. Trissino, Comunale Rossano Veneto Vi -21/04/07 21.00, Asd Grumolo - Sporting Alto Vicentino, S.M. Giovanni XXII Grumolo Delle Abbadesse Vi Classifica: U.S. Costabissara 49; Pgs Novale 41; Pall. Arzignano 40; Mobilfer Noventa 37; Fulgor Thiene 35; U.S. Sommano 34; Pall. Bassano asd 31; Rollmac Pall. Trissino 25; Camec 23; Sporting Alto Vicentino 14; Asd Grumolo 13; Ecoaria 9. Prima Divisione Maschile girone Unico -21/04/07 20.30, Fulgor Thiene - Volley Solagna, Patronato "S. Gaetano" Thiene Vi -21/04/07 20.30, Pallavolo Longare - Finplast, Palasport Longare Vi -21/04/07 20.30, Torrebelvolley - Bioton P.G.S. SCHIO, S.M.. "Carducci" Torrebelvicino Vi -21/04/07 21.00, Psf Volley - Volley Cartigliano, I.S.P. "Montagna" Vicenza Vi -21/04/07 20.00, Arreda In Legno - Zaitex Povolaro, S.E. "Ghirotti" Creazzo Vi -21/04/07 20.30,R & C Scientifica Castellana Volleyoung, S.E. "Don Milani" San Pietro Montecchio Maggiore Vi Classifica: R & C Scientifica Castel 57; Torrebelvolley 42; Pallavolo Longare 42; Fulgor Thiene 39; Volley Cartigliano 32; Zaitex Povolaro 32; Bioton P.G.S. Schio 29; Arreda in legno 27; Volleyoung 26; PSF Volley 17; Finplast 9; Volley Solagna 5. Seconda Divisione Femminile Girone 1 -21/04/07 19.00, Pol. Cogollo - Volley Sottoriva, Comunale Cogollo Del Cengio Vi -22/04/07 11.00, Fulgor Thiene - Marzotto Sporting, Patronato "S. Gaetano" Thiene Vi -21/04/07 19.00, Castelgomberto - Pgs Novale, Palasport Castelgomberto Vi -21/04/07 17.00, San Vito Volley - Pallavolo Malo, Palasport San Vito Di Leguzzano Vi -21/04/07 20.00, Yellow Wolley - Villaverla Santo, Comunale Brogliano Vi Classifica: Yellow Wolley 46; Castelgomberto 42; Pol. Cogollo 42; Volley Sottoriva 40; Villaverla-Santo 32; San Vito Volley 24; Marzotto Sporting 21; Pallavolo Malo 20; Pgs Novale 18; Fulgor Thiene 11; Pall. Arzignano 1. Seconda Divisione Femminile Girone 2 -21/04/07 20.30, Us Astico - Marchioro Sovizzo, Palasport Lugo di Vicenza Vi -21/04/07 20.30, Fides Pallavolo - Il Grifone Volley, Scuole Medie San Pietro In Gu Pd -21/04/07 20.30, Riva Pallavolo - Romec San Vitale, Palasport Monticello Conte Otto Vi -21/04/07 18.30, Uv Montecchio Maggiore Asd Grumolo, S.M. Giovanni XXII Grumolo Delle Abbadesse Vi -21/04/07 21.00, Volley Sandrigo - Chimica Ecologica Vicenza, S.M. "Zanella" Sandrigo Vi Classifica: Riva Pallavolo 50; Il Grifone Volley 44; Marchioro Sovizzo 43; Chimica Ecologica Vicenza 39; Romec San Vitale 28; U.S. Astico 27; Asd Grumolo 23; Pallavolo Longare 17; Volley Sandrigo 16; Fides Pallavolo 6; Uv Montecchio Maggiore 4. Seconda Divisione Femminile Girone 3 -21/04/07 19.00, Gs Pall. S. Nazario - Volley Towers, S.M. "Bombieri" Valstagna Vi -19/04/07 20.30, A.S.D. Santa Croce - Volley Cassola, Comunale Cassola Cassola Vi -21/04/07 20.30, Usd Altair - Acs Monticello, Palaltair Vicenza Vi -21/04/07 19.00, Pall. Belvedere - Menotti Specchia, Comunale Belvedere di Tezze S/B Belvedere - Tezze Sul Brenta Vi -21/04/07 16.30, Prix Volley Cesuna - Volley Cartigliano, Comunale Mezzaselva Mezzaselva - Roana Vi Classifica: Off. Mecc. Zoppelletto 55; A.s.d. Santa croce 44; Volley Towers 39; Volley Cassola 36; Menotti Specchia 32; Prix Volley Cesuna 25; Usd Altair 22; Pall. Belvedere 18; Nazario 11; Gs pall. S. Acs Monticello 8; Volley Cartigliano 7. Seconda divisione Maschile -21/04/07 18.00, U.S. Castello - Volley Ardens, S.M. Zanella Arzignano Vi -19/04/07 21.00, Samia Schio Sport - A.S.D. Santa Croce, Palasport - Campo 2 Zane' Vi -21/04/07 18.00, Nanto Volley - Volley Bassano, Comunale Casoni Casoni Mussolente Vi -21/04/07 18.30, Torrebelvolley - Fulgor Thiene, S.M.. "Carducci" Torrebelvicino Vi Classifica: A.S.D. Santa Croce 46; Nanto Volley 41; Volley Bassano 41; Volley Ardens 33; Volley Sottoriva 32; Usd Altair 27; Samia Schio Sport 25; Torrebelvolley 18; Volley San Marco 13; Fulgor Thiene 13; U.S. Castello 2. Terza Divisione Femminile Girone Unico -21/04/07 18.00, Gnr San Vitale - Alimentas Lonigo, Patr. "S.Antonio" San Vitale Montecchio Maggiore Vi -21/04/07 20.30, Robur Thiene - Castellana S. Pietro, Com. "M.Ausiliatrice" conca - Thiene Vi -21/04/07 19.00, Volley Nove - Riviera Volley, Comunale Nove via Brenta Nove - Nove Vi -21/04/07 20.00, Sartorello - A.S.D. Santa Croce, S.E. "Colombo" Vicenza Vi -21/04/07 18.00, Sportland Creazzo - G.S.D. Pozzo, S.M. "Manzoni" Creazzo Vi Classifica: Castellana S. Pietro 56; Volley Ardens 43; Sartorello 42; Sportland Creazzo 34; Volley Nove 33; Robur Thiene 33; A.S.D. Santa Croce 30; Gnr San Vitale 29; Riviera Volley 23; Alimentas Lonigo 21; Villaverla - Santo 18; G.S.D. Pozzo 20; Volley San Marco 0. Terza Divisione Maschile Unico -21/04/07 16.00, Artifer Zane' - Usd Altair, Palasport - Campo 2 Zane' Vi -21/04/07 20.30, Pgs Cesuna C. Pennar Dueville Volley, Comunale Mezzaselva Mezzaselva - Roana Vi -22/04/07 11.00, Pgs Novale - A.D.POL. Cornedo, S.M. "G.Lora" Novale - Valdagno Vi Classifica: A.D.Pol. Cornedo 40; Pgs Novale 40; Arreda In Legno srl 33; Crespadoro Volley 29; Pgs Cesuna C. Pennar 25; Volley Rosa' 17; Dueville Volley 16; Volley Ardens 12; Usd Altair 12; Artifer Zane' 1. 21 APRILE 2007 17 Con una rosa quasi tutta under 21, la squadra scommette sui giovani Palladio Baseball, un diamante a misura di ragazzo DI FRANCESCO CAVALLARO Sappiamo benissimo come va la faccenda: in Italia il baseball non tira manco per niente. Tutto il contrario di ciò che accade negli Stai Uniti, dove il baseball - insieme al basket e al football - è lo sport nazionale per eccellenza. Il massimo della vita è guardare la partita in televisione in compagnia di amici, sgranocchiando pop-corn; un po' come succede qui per il calcio: d'altronde "paese che vai sport che trovi". Ci vuole davvero un bel coraggio (e tanta passione) per investire sul baseball qui da noi. A Vicenza c'è chi lo fa ininterrottamente dal 1983, da quando un gruppo di genitori pensò bene di dare ai propri figli una valida alternativa al calcio. Nacque, è il caso di dirlo, per gioco l'Associazione Sportiva Palladio Baseball Vicenza. Fino al 1996, anno di costruzione del nuovo stadio, fu serie C2. Da dieci anni a questa parte invece la prima squadra milita in serie C1. La speranza è che la formazione La squadra vicentina punta sui più piccoli per formare un ricco vivaio ci rimanga anche al termine dell'attuale stagione (i campionati sono iniziati ad aprile e si concluderanno ad ottobre); non sarà facile perché nella rosa sono presenti molti ragazzi under 21, al loro primo appuntamento con la serie C1. Le prime due partite sono andate maluccio - due sconfitte ma era già tutto preventivato. Il vicepresidente Luigi Casarotto fa il punto della situazione: "Quest'anno abbiamo Il campo da gioco di Vicenza deciso di puntare tutto sui giovani, spiega; intendiamo non gioca solo per sé stesso. valorizzarli e intanto svec- Magari è bravo e si fa notare, chiare la formazione base. I ma è l'intera squadra che ne ragazzi parteciperanno con- trae beneficio. Pensiamo al temporaneamente al campio- ruolo del lanciatore. È fondanato under 21 e alla serie C1; mentale per vincere una parsarà l'occasione per farsi le tita; in Italia ce ne sono pochi ossa. E comunque il baseball di buoni. E quei pochi spesso non richiede chissà che sforzo sono oriundi o giocatori profisico, è più lo stress mentale fessionisti che finiscono la che può farti fare brutti scher- loro carriera nel Belpaese. zi. Il nuovo allenatore Leo Bisognerebbe puntare di più Martin Ortega ha abbracciato sulle promesse di casa nostra: in pieno il progetto della se fosse così avremmo finalsocietà: lavorare sodo adesso mente una nazionale di baseper raccogliere i frutti fra ball tutta italiana e oltretutto due, massimo tre anni". competitiva. Purtroppo a Casarotto continua la sua casa nostra il baseball non analisi sul baseball: "E' uno viene considerato dai masssport che esalta la prestazione media. E se non si è presenti del singolo; tuttavia, l'atleta sui giornali è come non esi- stere. Mi auguro che le cose cambino. Da parte nostra, siamo molto soddisfatti quanto a numeri. Fra minibaseball e cadetti siamo riusciti a coinvolgere più di 45 ragazzi. Un buon numero. Le partite? È giusto far giocare tutti; i nostri campionati si svolgono per lo più d'estate, alla domenica pomeriggio. Non sarebbe corretto tenere in panchina il giovane di 16 anni che al posto della partita opterebbe più volentieri per la morosa". Spazio a tutti dunque. Chi volesse contattare l'Associazione Sportiva Palladio Baseball Vicenza può telefonare al numero 0444.500909. 18 21 APRILE 2007 Un vicentino negli States (3). Chiuso il campionato universitario, spazio allo show della National Basket Association Bryant, Iverson & Co. Che spettacolo i playoff Nba DI GIAN MARIA GASPARRI Cari lettori, non posso che iniziare questo mio nuovo articolo con la celebrazione di Florida University che per il secondo anno consecutivo ha vinto il titolo Ncaa, polverizzando tutte le mie previsioni della vigilia. I ragazzi di coach Donovan entrano così nella storia del basket universitario. Noah e compagni l'anno scorso decisero di restare uniti rinunciando alle sirene dell'Nba per tentare il "back to back", così viene chiamata in gergo la possibilità di vincere due titoli consecutivi, e ci sono riusciti nel modo più convincente. Emozioni a ripetizione nelle tre giornate delle Final Four che hanno letteralmente paralizzato l'America sportiva. Pensate che per la finale anche i mostri sacri dell'Nba si sono fermati per ammirare e tifare gli "universitari". Chiusa la parentesi Ncaa l'attenzione si sposta sulla National Basket Association visto che nel mese di aprile si decidono le posizioni per la griglia dei Play Off. Al momento in cui vi sto scrivendo avvincente è la lotta per le tre ultime posizioni disponibili nella Western Division dove sono coinvolte ben cinque formazioni: i due team di Los Angeles Clippers e Lakers, Denver Nuggets, Golden State Warrios e New Orleans. Questa settimana, dopo aver visto il derby di Los Angeles alla tv, vinto in volata dai Clippers sui Lakers di "Mister 50 punti" Kobe Bryant (questo il suo nuovo soprannome visto che ha scritto a referto una media di 50 punti in quattro partite consecutive!), mi sono recato allo Staple Center per assistere dal vivo alla importante sfida in chiave Play Off tra Clippers e Denver Nuggets. Arena gremita in ogni ordine di posto con circa ventimila spettatori. Sugli spalti è festa pura tra hot dog, patatine e CocaCola da litro, gli americani si godono così la gara. Durante i Time Out si possono assistere a vere e proprie esibizioni delle cheerleadears o giochi dove i fans partecipano in prima persona! Penso che su questo aspetto l'Nba non abbia rivali. Ma tornando alla partita dal punto di vista tecnico ho potuto godermi dal vivo due All Star del calibro di Allen Iverson "The Answer" (il suo soprannome spiega tutto) e Carmelo Antony. I maligni dicevano che questi due giocatori, essendo entrambi grandi attaccanti, avrebbero faticato a giocare assieme. Beh, vi posso assicurare che è divertentissimo assistere ad una gara di Denver grazie anche al grande lavoro svolto da coach Karl. Impressionante vedere la velocità di esecuzione di palleggio, passaggio e Cifre da capogiro: ben 25mila spettiro di questi campioni. tatori allo Staple Center Persino uno come Nenè, centro Nba: è impressionante la velocità di questi "armadi" alti due metri e più brasiliano di 2 metri e 10 per 120 kg corre in transizione come un "piccolo" dimenticandosi di essere un armadio! Per diritto di cronaca Denver ha "sbancato" Los Angeles vincendo di un punto con Allen Iverson che prima ha rubato palla a Corrie Maggette (il migliore tra le fila dei Clippers) e poi a quattro secondi dalla fine a realizzato i due tiri liberi che hanno chiuso l'incontro. Differente la situazione nella Eastern Division dove sono ormai sicuri nelle prime "otto" i Toronto Raptors del nostro connazionale Andrea Bargnani. L'attenzione si sposta così alla lotta per l'ottava posizione dove sono coinvolte tre squadre, Orlando, New York e Philadelphia. Giocando ogni notte la classifica cambia continuamente e perdere due o tre partite consecutivamente potrebbe costare caro per i club qui menzionati. Ma la Nba è anche spettacolo: potete immaginare la mia curiosità nel vedere i Chicago Bulls (quelli del grande Michael Jordan), noti in tutto il mondo per i colori della maglia rosso e bianco, giocare un paio di partite con un'inusuale completo verde così come i New Jersey Nets, abitualmente con i colori bianco e blu. La spiegazione sta nel fatto che in Usa il 17 di marzo si celebra il Saint Patrick Day in onore di San Patrizio, santo protettore dell'Irlanda. Per questo motivo le città con la più consistente comunità d'irlandesi giocano con il completo verde in loro onore. Dalla calda e soleggiata spiaggia di L.A. è tutto. Arrivederci alla prossima settimana. Per curiosità, suggerimenti o commenti scrivete pure a [email protected] 21 APRILE 2007 19 Calcio. Il campionato giovanile è l'occasione giusta per mettersi in mostra. E sperare in una chiamata in prima squadra Primavera, l'ultima chance per il professionismo DI FRANCESCO CAVALLARO A Vicenza è sbocciata la primavera. I baby di Bruno Russo, la Primavera appunto, hanno appena terminato la stagione 2006/2007 e ora sono pronti al grande salto. Classifica alla mano, per i biancorossi sono stati più dolori che gioie: il Vicenza si è classificato al penultimo posto con 15 punti, davanti alla sola Triestina. C'è da dire che la squadra era inserita in un girone di ferro con compagini quali Inter (campione con 53 punti) e Milan (secondo a 51). Va bene comunque. Intanto, a giorni la società di via Schio renderà ufficiali le decisioni, ovvero chi passerà tra i professionisti in prima squadra e chi dovrà accontentarsi di altre sistemazioni, magari fra i dilettanti. Ogni anno funziona così: alla fine della stagione la dirigenza screma e si tiene i giocatori migliori. Non che gli altri non siano all'altezza; solo che arriva il momento delle scelte. E non è che tutti i ragazzi della primavera possono passare direttamente in prima squadra. Solitamente l'ordine di grandezza è tre, massimo quattro giocatori. L'allenatore Bruno Russo ci spiega come funziona il meccanismo: "I miei ragazzi hanno avuto l'opportunità di esprimersi e dimostrare tutto il loro valore durante l'anno. Ora la palla passa alla società. Al di là del risultato numerico, deludente se guardiamo la classifica finale, sono rimasto molto soddisfatto per come l'intera rosa ha risposto alle mie sollecitazioni e a quelle dello staff. La primavera è così: il ragazzo ha l'ultima buona opportunità per fare il salto di qualità e diventare calciatore professionista a tutti gli effetti. O adesso o mai più. Il mio compito è dunque spronarli da un punto di vista tecnico e, soprattutto, caratteriale. A 17, 18 anni il talento non basta più: occorre quel qualcosa che o hai o non hai. Ci sono tanti ragazzi che sono capacissimi di giocare a calcio; eppure i fenomeni si contano sulle dita di una mano. Chi non verrà scelto dalla società per passare in prima squadra non dovrà pensare ad una bocciatura; avrà sicuramente altre possibilità di mettersi in mostra, magari con qualche importante società dilettante. Nel calcio non si può mai sapere. Dobbiamo pensare alla primavera come alla punta dell'iceberg del settore giovanile; è il momento in cui i ragazzi possono o meno superare la linea d'ombra. E a volte è anche questione di fortuna". Quando si può capire che un giocatore potrà diventare un campione? "Dai 16 anni in su ogni momento è buono per capire se il ragazzo ce la può fare o meno. Prima assolutamente no. Lasciamo che i ragazzini giochino a calcio divertendosi. Mi rivolgo in modo particolare ai genitori: non illudete i vostri figli, non fatevi belli e non vantatevi se giocano in una società prestigiosa. Nel calcio ce la fa solo uno su mille; non è per niente educativo infondere ai Bruno Russo, l'allenatore del Primavera bambini delle false speranze. A 10 anni è bene nella loro città d'origine; solo che gli stessi prendano il pal- quando saranno più grandilone come un divertimento. celli si può discutere su un Poi, se son rose fioriranno. eventuale trasferimento. Sono del tutto contrario alla Prima no, è controproducente politica che mettono in atto le e basta. Proprio per questo società più blasonate: fanno motivo sarà quasi impossibile crescere nel loro vivaio ragaz- veder crescere un altro zini di 12 anni, li tengono lon- Roberto Baggio qui a tani dal loro contesto di amici Vicenza; se anche ci fosse un e affetti. Che si formino, spor- ragazzino con simili caratteritivamente e culturalmente, stiche, subito la società dal grande nome se lo porterebbe via. È cambiato tanto rispetto a qualche anno fa: ora è la logica del business che la fa da padrone". Bruno Russo e il "suo" Vicenza. Quali i progetti futuri dell'allenatore? "Ringrazio la società per la fiducia che ha riposto su di me. Ci sto pensano molto a cosa farò da grande. Ho il patentino e potrei già allenare in prima squadra. Una decisione ufficiale non l'ho ancora presa in questo senso; diciamo che sono attratto dall'idea di cambiare e lavorare con i ragazzi più grandi, una prima squadra per intenderci. Adesso il discorso è ancora prematuro. Intanto darò la mia disponibilità per formare la primavera edizione 2007/2008. Poi, a bocce ferme, parlerò con la dirigenza". Ai tifosi biancorossi non rimane che attendere le decisioni della società: chi passerà in prima squadra per diventare il nuovo Foti? Probabile che a salvezza sicura si sappia qualcosa in più. Pallanuoto. Settebello sempre più convincente, le Geoplast ad un passo dalla salvezza La Caoduro punta al vertice della classifica Doppia soddisfazione per la pallanuoto vicentina. La Caoduro ha centrato il primo dei tre incontri che la vedono impegnata per la conquista del secondo posto, con una gran bella partita contro la quarta forza in campionato. E dire che l'avvio di gara non era stato dei migliori con il settebello come stordito che va sotto di quattro reti prima che Falcone accorci nel primo tempo. Poi la gara comincia a scaldarsi. Proprio come era successo a Trieste, con i risultati capovolti la Caoduro inizia a macinare, e nel terzo tempo i vicentini pareggiano con Falcone e Spaziano. Nel quarto tempo la Caoduro si mette avanti di una rete per tre volte con i fratelli Pisani, e dopo l'ultima bellissima reti di Paolo il Trieste non riesce a sfruittare gli ultimi 39 secondi di possesso palla, lasciando il gioco in mano ai vicentini. "I ragazzi hanno espresso un gioco forse meno bello di altre volte - ha spiegato il tecnico Matteo Greco -, ma con un cuore così possiamo ben sperare". Sabato 21 aprile scontro diretto con la capolista Torino81. Altra soddisfazione per il setterosa vicentino che si è imposto per 9 a 8 contro Etruria. "Non so se sul 2 a 6 per loro qualcuno avrebbe scommesso sulla vittoria commenta il tecnico Sergio Peri -. Il black out del secondo tempo aveva tramortito tutta la squadra. Giocando il tutto per tutto a pressing abbiamo preso fiducia ed è venuta fuori la migliore forma. Le toscane hanno via via perso fiducia e come sono andate sotto per la prima volta non avevano più la forza di ribaltare il risultato. La cosa che mi fa più piacere è la rete della vittoria realiz- La Caoduro: un gioco meno bello del solito ma d'effetto. Il tecnico Matteo Greco: "Possiamo arrivare in vetta" zata da Elisabetta Peruffo. Una rete scaccia paure che spero le dia sicurezza". "Questa vittoria ci ha fatto scavalcare il Bentegodi e probabilmente, anche se non matematicamente, ci da la salvezza al 90%. Non bisogna comunque mollare e dobbiamo continuare a lavorare, sperando prima della fine di campionato di poterci presentare almeno una volta al completo". Nell'ultimo impegno mancavano infatti la Peruzzi e la Faggionato, inutilizzabili rispettivamente per una tonsillite e un infortunio. Domenica 22 aprile le ragazze di Peri saranno impegnate nel big match contro la prima della classe: il Livorno. T.Q. APPUNTAMENTI Rugby. Ultime partite per i Rangers I biancorossi ospiteranno sul campo di via S. Antonino prima il Montebelluna Rugby (domenica 22 aprile, ore 15:30) e poi il Rugby Casale (domenica 29 aprile, ore 15:30). Oltre al Campionato di Serie C, domenica 22 maggio giocheranno anche Under 15 e 17 maschili, rispettivamente a Feltre e a Paese. Mercoledì 25 aprile, invece, la Scuola di Minirugby festeggerà S. Marco partecipando al prestigioso Torneo Città di Padova. Formula 3000. Rigon al via Primo appuntamento stagionale per il pilota del Team Mianrdi. Davide Rigon farà il suo esordio con sul circuito di Vallelunga a Roma. Il ventenne vicentino è vicecampione 2006 della Formula 3 italiana. Basket A2 donne. Le vicentine saranno impegnate sabato 21 alle 20.30 contro Synthesis3 Ivrea. L'incontro non si prospetta facile entrambe le formazioni vorranno vincere visto che le ragazze di Corà possono ancora riagganciare la penultima in classifica. Volley. Semifinali provinciali. Domenica 22 aprile si giocheranno le semifinali provinciali del torneo Under 13. Alle ore 16 alla palestra Einaudi, Via Rosmini di Bassano del Grappa: ASD Santa Croce - Volley Union Creazzo, mentre al Liceo Baronio di viale Trento, sempre alle 16: Nicolato Vicenza Castellana S. Pietro. Per il campionato U13 Maschile si affronteranno alla palestra SM "Crosara" di Via Trissino a Cornedo Vicentino alle ore 16: AD Pol Cornedo - Schio Sport, mentre nella palestra Comunale di Casoni, via Dante Alighieri Casoni di Mussolente si giocherà alle ore 17.30: Pallavolo Mussolente Airsystem Castellana. 21 21 APRILE 2007 viaggi OltreIlGiardino - 8: i misteriosi moai dell'Isola di Pasqua ed il freddo della Patagonia mi accolgono nell'America del Sud Tra statue misteriose e ghiacci perenni DI DANIELE BINAGHI A voler fare i precisini, il SudAmerica non esiste. Geograficamente parlando, intendo: come mi ha spiegato l'amico portoghese Gonçalo, il continente americano è uno solo, dall'Alaska alla Terra del Fuoco. La quale si chiama così perché Magellano ed i suoi vi videro ardere grandi fuochi, quando vi giunsero tanti secoli fa… oddio, sto perdendo il filo, torniamo indietro a dove vi avevo lasciati! Partito dalla Polinesia, raggiungo una delle isole che sicuramente esercitano più fascino al mondo: l'Isola di Pasqua. Si tratta di un triangolino di terra circondato da migliaia di chilometri di oceano, annesso dai cileni poiché non interessava ad alcun altro. Ora "gli altri" si mangiano le mani, perché torme di turisti arrivano per vedere i grandi moai, statue antropomorfe sparse un po' ovunque e che le tribù locali pare realizzassero affinché lo spirito dei loro antenati continuasse a vegliare su di loro. Se l'abbiano fatto veramente non si sa, dato che gli originali Rapanui son quasi arrivati all'orlo dell'estinzione; ma sono sopravvissuti, ed al giorno d'oggi rivivono fieri le loro tradizioni, specialmente durante il festival che si celebra ogni anno agli inizi di febbraio tra danze, canti e prove fisiche spesso bizzarre (come lo scivolare lungo le pendici di un vulcano su slittini fatti di foglie di banano!). Io riabituo le corde vocali allo spagnolo, che avevo appreso anni fa ma che non avevo poi potuto praticare molto, e noleggio bicicletta e tenda per girare l'isola seguendo i miei ritmi circadiani e non i cavalli vapore delle jeep turistiche: esploro tutti i siti in cui i moai, abbattuti durante le lotte tribali, sono stati rialzati, e visito il cantiere in cui venivano scavati dalla roccia per poi essere portati fino alla destinazione finale; dormire ai suoi bordi, solo, col vento A volte, il peso della cultura e della conoscenza grava sulle nostre spalle... che soffia emettendo strani suoni e la luna che allunga le ombre delle statue fa davvero venire la pelle d'oca… la bici non è perfetta, il sellino basculante rende scomodo il pedalare con lo zainone in spalla, ma le giornate sono stupende e alla fine c'è sempre una spiaggetta in cui riposarsi in riva ad un oceano rinfrescante… Resto 10 giorni, poi proseguo per il "continente" ed arrivo a Santiago del Cile, città a noi forse più nota per Pinochet e la sua dittatura che per altro. A me, a dire il vero, non piace tanto: è solo un enorme agglomerato di case con qualche leggera spruzzata di verde qua e là; e, con la mia solita fortuna, ci passo un sacco di tempo: vi visito la Moneda, il palazzo presidenziale dove tutto accadde, il cerro Santa Lucia, il planetario, e poi vi incontro altri viaggiatori e intellettuali locali, e cerco di sistemare la mia attrezzatura (alcune cose stanno cedendo all'usura del viaggio, altre vanno cambiate perché cambiano le situazioni); mentre baratto la guida del Pacifico con una per l'America del Sud, mi offrono persino di fermarmi a gestire un ostello… ci penso un po', ma poi decido che preferisco continuare il viaggio, e m'involo per il profondo sud, quella Terra del Fuoco descritta dal mio ex-concittadino Pigafetta. Punta Arenas, cilena, dove il vento che spira dallo Stretto di Magellano rinfresca l'aria cotta da un sole spietato, mi ospita per un po', ma le uniche attrattive sono la pinguinera, piena di buffi omini in frac, e il cimitero, pieno di buffe lapidi. In bus attraverso due confini e giungo ad Ushuaia, detta Domare gli elementi è spesso più facile che domare un cavallo imbizzarrito dagli abitanti il "cul del mondo": si tratta, in effetti, della città più a sud che esista, e gli argentini ne menano gran vanto. A me pare faccia solo un gran freddo: una notte, cadono persino dei fiocchi di neve (e siamo a fine estate!). Di fronte, il canale di Beagle, dal nome del vascello usato da Darwin quando ancora la Teoria dell'Evoluzione era in embrione; un'altra barca, più piccola, mi ci porta un po' a zonzo, a visitare gli isolotti con la loro fauna antartica… eh già, perché il Polo Sud è ad un tiro di schioppo: da qui partono le navi che portano turisti interessati al continente ghiacciato; io ne faccio a meno, perché non ho voglia di spenderci i 1200 dollari richiesti per un last minute. Faccio invece la conoscenza con i tenedores libres, ristoranti in cui a fronte di un prezzo fisso puoi mangiare quanto vuoi, in particolare le deliziose carni argentine: con il cambio peso-euro e la mia fame, mi tocca cambiare locale ogni giorno per non mandarli in fallimento. Un giro sul vicino (piccolo) ghiacciaio, ed uno nel bel Parco Nazionale della Terra del Fuoco, pieno di dighe di castori e con qualche enorme condor in volo di vedetta; poi, un'infida e scivolosa roccia mi fa perdere l'equilibrio, ed il risultato è una serie di ferite alle mani sufficientemente serie da convincermi a visitare il locale Pronto Soccorso, dove solertissimi sanitari si prendono cura di me (e non spendo una lira… mi sento un po' in colpa…). Toccato il fondo, posso risalire: in bus fino a El Calafate, passando per Rio Gallegos dove incontro Martina, simpatica viaggiatrice ceca che per qualche giorno farà strada assieme a me. Visitiamo il lago Argentino, un enorme serbatoio di acqua turchese alimentato da una serie spettacolare di ghiacciai, dei quali il più famoso è il Perito Moreno; iceberg vi galleggiano tronfi, ogni tanto s'ode il boato di qualche tonnellata di ghiaccio che si stacca dal resto e cade nell'acqua antistante, le barche navigano tranquille sulla superficie. Il nostro ostello ha il riscaldamento sotto il pavimento e il bagno in camera con soli 4 letti, un lusso che da queste parti costa davve- ro poco; ci va quindi molto meglio che al povero gaucho che vediamo cadere da cavallo durante un rodeo, e che l'ambulanza si porta via subito dopo (mentre il cavallo se la ride). El Chalten, la capitale del trekking, ci offre alcuni bei sentieri tra montagne altissime, e cioccolata calda ai ritorni per ritemprarci dal fresco che persiste; cespugli tipo "far west" rotolano nel vento, mentre noi rotoliamo verso direzioni diverse con la promessa di rivedersi un giorno in qualche luogo. Arrivo a Puerto Natales, e noleggiato il materiale da campeggio necessario visito il fantastico Parco delle Torres del Paine; o, almeno, quel che ne resta, perché qualche giorno prima un furioso incendio ha bruciato la vegetazione in varie zone ed i pompieri sono ancora al lavoro mentre condor e volpi pasteggiano con i resti dei guanachi arrostiti. Scelgo la via della W, più corta e meno bisognosa di equipaggiamento specifico (il numero superiore di rifugi permette sempre di trovare cibo senza problemi), e in quattro giorni passo lungo sentieri non troppo ripidi tra le varie altissime montagne che danno il nome al parco e laghetti in cui le stesse si rispecchiano brillantemente; c'è un sacco di gente in giro, ma il Parco è talmente vasto che si riesce a restare da soli con la Natura per tutto il tempo che si vuole. Tornato in città, mi imbarco sulla motonave che mi porterà a nord, attraverso i "canali patagonici", bracci di mare orlati di ghiacci più vecchi di me che si nascondono dal grande oceano dietro isole disabitate. Il tempo spesso è incerto, mentre il mare fa la voce grossa costringendo i più a imbottirsi di pillole per non svuotare gli stomaci; e, quando il primo grida "terra, terra in vista!", tutti sembrano tirare un sospiro di sollievo. Con altri 3 passeggeri, tra cui il compatriota Massimo, noleggio un'auto e visito l'isola di Chiloé, terra di fieri marinai e pescatori, che ancora oggi vivono in palafitte che li proteggono dai dislivelli mareali. Poi, dopo una sosta a Puerto Montt, proseguo verso nord, visitando i laghi vicino a Puerto Varas ed i fortini spagnoli di Corral e Niebla, scalando il vulcano innevato Villarrica e facendo rafting vicino a Pucon. Ed arrivo a Valparaiso, grande porto di un tempo, dalle case colorate e dai mille gatti che sembrano esserne i padroni. E' quasi Pasqua, quella vera, e io m'incammino verso oriente, attraversando di nuovo la frontiera… La scheda Isola di Pasqua, Patagonia Il miglior periodo per visitare Rapanui è gennaio-febbraio, durante il festival omonimo: si potrà assistere ad esibizioni genuine di tutto quanto in altri periodi è prettamente turistico. Il periodo più economico è, invece, marzo, quando l'alta stagione è terminata e si trovano ottime offerte per i voli. Essendo territorio cileno, vi si parla lo spagnolo. Ci sono problemi di reperimento di denaro, in quanto l'unico bancomat pare non gradisca alcune carte di credito come la VISA. Decine di escursioni in auto e a cavallo sono offerte ai visitatori, ma avendo tempo il noleggio di una bicicletta è sicuramente l'opzione migliore; una preventiva visita al locale museo storico/archeologico permetterà di conoscere quello che si troverà poi sul campo. I prezzi non sono molto più alti di quelli cileni normali, e ci sono varie opportunità di alloggio di vario livello. L'acqua del mare è freschina, ma le onde offrono buone possibilità di fare body-surfing; le immersioni sono raccomandabili, a causa della trasparenza dell'acqua e della bellezza delle lingue di lava sommerse. Attenzione a non calpestare i moai: ce ne sono ovunque, spesso seminascosti dall'erba alta. Per la Patagonia, il periodo migliore non va oltre febbraiomarzo: poi, arriva davvero il freddo. Le grandi distanze sono coperte da una fitta rete di bus, ma conviene spesso prenotare per non rischiare di trovarsi a piedi per sovraffollamento. Le zone argentine di El Calafate e Chalten offrono ottimi percorsi di trekking, così come tutto il Parco Nazionale di Torres del Paine. Per le navi nei canali patagonici, meglio prenotare con largo anticipo; per visitare invece il canale di Beagle basta scendere al porto e contrattare un po': è pieno di vascelli che non aspettano altro che voi. I tenedores libres sono un'ottima soluzione se siete buone forchette; quelli gestiti da cinesi hanno più varietà di cibi, mentre quelli argentini hanno piatti solitamente di migliore qualità. 22 21 APRILE 2007 aziende Dalla sede di Zané, Giorgio Busin promuove qualità e solidarietà Salumificio Busin. Pane, sopressa e beneficenza DI ELENA RANCAN Il Salumificio Busin Ignazio Srl non è solo un'azienda che da più di cinquant'anni, per esattezza dal 1950, opera a Zanè nel settore della macellazione e trasformazione delle carni, ma è un'attività che da allora è impegnata a far conoscere alla gente uno dei più veri e genuini prodotto vicentino. Giorgio Busin, uno dei cinque figli di Ignazio, ci ha spiegato cosa significa, oggi, mangiare la Sopressa Vicentina Dop: "Può essere banale - racconta - ma la disinformazione degli ultimi decenni, ha portato la gente ad alimentarsi in base anche a messaggi pubblicitari sbagliati se non falsi. E così si viene a credere che la carne di La sopressa vicentina, da accompagnare con un buon cabernet maiale faccia male. Niente di più falso". Da un recente studio risulta, infatti, che i grassi stagionati si trasformano in grassi polinsaturi indispensabili alle vie vascolari: ciò potrebbe significare un totale cambio di rotta verso quello che si pensava della fetta di salame, quella fetta che, accompagnata a polenta calda o al pane, è l'ideale, sicuramente meglio della merendina 'confezionata' per i bambini, e non solo. "Noi produciamo la tipica Sopressa Vicentina Dop - afferma orgoglioso Giorgio Busin -, utilizzando tutte le parti pregiate del suino, il prosciutto, la coppa, le braciole, il filetto, la pancetta, il lardo. Gli ingredienti sono quelli usati da sempre; sale, pepe, talvolta aglio, salnitro". Il Salumificio Busin, che fa parte del Consorzio di tutela della sopressa vicentina Dop, partito Tutte le cifre del consorzio di tutela Una manciata di aziende, tutte ancora a carattere artigianale, per una produzione di alta qualità che si aggira attorno ai 150mila chili all'anno, venduti tutti, o quasi, tra provincia e regione. Sono questi i tratti essenziali dell'economia che ruota attorno alla soprèssa vicentina a denominazione di origine protetta, uno dei prodotti di punta dell'agroalimentare della provincia: un prodotto ancora di nicchia, tanto radicato dalle nostre parti (compare già in alcuni quadri di Jacopo Da Ponte nella seconda metà del Cinquecento, e in documenti ufficiali a partire dalla fine del Settecento) quanto poco conosciuto lontano dell'ombra del Palladio. A tutelarlo e valorizzarlo ci pensa, da una decina di anni a questa parte, il consorzio di tutela della soprèssa dop, a cui oggi fanno riferimento i sette produttori certificati, in gran parte concentrati nell'area dell'alto vicentino (la zona di Valli del Pasubio, del resto è considerata la culla della soprèssa). Aziende di piccole dimensioni, come si diceva, che anche per questo riescono a coniugare modernità e tradizione. "È importante sottolineare - spiega Silvio Pino, direttore del consorzio di tutela , che il disciplinare riprendere le tecniche delle lavorazioni tradizionali, adattandole alle esigen- ze e alle normative di oggi. È una modernizzazione, ma nel rispetto delle lavorazioni più tipiche e caratteristiche". Alcuni punti, in particolare, hanno un'importanza fondamentale. A cominciare dal fatto che tutto il ciclo produttivo della soprèssa dop avviene all'interno della provincia di Vicenza, utilizzando solo le carni di animali nati ed allevati nel vicentino. "Dalla nascita del maiale alla stagionatura dell'insaccato, si fa tutto nel nostro territorio - puntualizza Pino -. C'è una filiera molto corta, che consente un controllo puntuale sulla qualità del prodotto. E dà alla sopressa un elemento di tipicità in più: non sono molti i salumi che possono vantare un disciplinare di questo tipo. Il prosciutto di Parma, solo per citare uno degli esempi più famosi, può essere prodotto con carni provenienti da undici diverse regioni". Altro elemento che distingue la sopressa da altre produzioni simili, è l'uso di tutti i tagli dell'animale: coppa, spalla, lombo, pancetta, e anche quelle cosce che di solito vanno a formare i più pregiati prosciutti. "Utilizziamo anche i tagli nobili, e la presenza della coscia dà al prodotto una qualità superiore", conferma il direttore del consorzio. Ai produttori viene comunque concesso un certo margine di libertà: se forma, macinatura, pezzature sono determinate dal disciplinare, l'uso di spezie e aromi è più discrezionale. E il vecchio sapere artigianale fa riaffiorare la tipicità delle diverse produzioni: così, c'è la sopressa un po' più dolce, quella un po' più pepata e quella che invece ha un vago aroma di chiodi di garofano, a seconda della mano del salumiere. Il consumo, per ora, rimane limitato per lo più al territorio locale, anche se le vendite attraverso alcune catene di grande distribuzione ha permesso ad una piccola percentuale di prodotto di superare i confini del Veneto. Se dalle nostre parti la soprèssa dop deve guardarsi dalla concorrenza delle tante, troppe, soprèsse fatte in casa ("C'è un po' il mito del prodotto casalingo, quando invece solo un 10 per cento è di alta qualità", osserva Pino), fuori dal vicentino il problema è rappresentato piuttosto dal persistere di vecchi stereotipi: uno su tutti, quello secondo cui la carne di maiale sarebbe particolarmente grassa. "Purtroppo quest'idea c'è ancora, quando invece è dimostrato che la soprèssa ha importanti caratteristiche nutrizionali. Certo va inserita in un'alimentazione equilibrata, ma l'idea che faccia male è da sfatare". L. M. Niente fa più gola di un sapore semplice. Come il classico panino al salame da una semplice macelleria a Zanè, lentamente si è ampliato. Ora vanta una produzione conosciuta in tutto il Nord Italia, nelle Marche e nella Toscana, con la prospettiva di arrivare fino all'estero. E sicuramente non sarà impossibile per l'azienda di Giorgio Busin, attivo a livello dirigenziale anche nella locale Confartigianato, raggiungere anche questo nuovo obiettivo grazie alla qualità dei prodotti e alla cura del processo produttivo. "La macellazione degli animali continua Busin -, avviene nel nostro stabilimento, che attualmente occupa tredici dipendenti. Abbiamo così il controllo totale della qualità della carne dei suini che, a loro volta, sono allevati rigorosamente a base di cereali e provengono esclusivamente da aziende agricole della provincia vicentina. Nel marzo del 2003, abbiamo ottenuto la Dop, che è il massimo riconoscimento al prodotto alimentare." "Per riconoscere la Sopressa Vicentina Dop basta fare attenzione al marchio - aggiunge Per tutti i buongustai la coppa Busin ancora Busin - che anche nella grafica riporta le sue caratteristiche. Ecco perché voglio ricordare a tutti i consumatori finali che devono assolutamente chiedere al venditore di mostrare loro l'etichetta, nella quale si leggono il logo, il marchio della Comunità Europea e il numero di serie. Sì, proprio il numero di serie, perché tutti i nostri prodotti sono etichettati e numerati. Tutta questa preoccupazione è dettata dal fatto che i consumatori vanno tutelati dagli acquisti dei falsi prodotti tipici, di alimenti di scarsa qualità. Se si leggono più ingredienti in una etichetta, significa che il prodotto non è fresco, ma contiene conservanti che, molto spesso, possono essere anche derivati del glutine e del latte, per non parlare di zuccheri e altro ancora." Oltre alla sopressa Dop Busin produce pancette, coppe, salami, salsicce, cotechini, musetti, zamponi e mostadelle. E il salumificio di Zané ha anche contribuito a stabilire un record da Guinnes: nel giugno del 2003 a Schio è stato prodotto un panino lungo 648,48 mt con ben 150 kg di sopressa Busin. Il ricavato della sua vendita a tanti buongustai è andato in beneficenza, insieme alla buona sopressa un altro pallino di Giorgio, che, infatti, con Confartigianato ha appena organizzato a Zanè la manifestazione 'Il Volley per Haiti'. Una serata di esibizioni tra i vecchi campioni azzurri della pallavolo, la Minetti Infoplus Vicenza di A1 e varie squadre tra cui l'Artifer Zanè e la Fulgor Thiene, il cui l'incasso è stato destinato all'ospedale pediatrico della lontana isola. 23 21 APRILE 2007 donne Mara Borriero, imprenditrice di Sandrigo, chiede spazio per le donne: "Siamo una specie protetta" La marcia trionfale dell'Aidda vicentina DI LUCA MATTEAZZI Dopo quarant'anni passati in azienda l'entusiasmo è sempre quello, contagioso, dei primi giorni. "Ogni tanto qualcuno mi chiede come faccio, ma io credo di esserci nata, con questa carica". Mara Borriero, presidente della Ska di Sandrigo (produzione di attrezzature e sistemi per l'allevamento avicolo), della Di.Ve (settore alberghiero, con l'Hotel Aries) e presidente regionale dell'Aidda, l'Associazione Imprenditrici e Donne e Dirigenti d'Azienda, non ha perso la spirito che l'accompagnava quando giovanissima, nei primi anni '60, faceva il suo ingresso nell'azienda che poi avrebbe contribuito a far diventare uno dei leader mondiali del settore. "Avevo poco più di 16 anni e avevo fatto solo le medie, perché in famiglia eravamo in tanti e all'epoca studiavano solo i maschi - racconta -. Ma avevo tanta voglia di fare e il mio sogno era quello di fare l'imprenditrice". L'azienda è la Ska di Berto Pozzato, detto Skaraba perché un suo antenato lavorava per una famiglia aristocratica che aveva uno scarabeo nello stemma, una delle tante piccole aziende metalmeccaniche che all'epoca spuntavano in tutta la provincia. Si producono gabbie, voliere e mangiatoie per polli e tacchini. Con un'intuizione felice: puntare sull'allevamento a terra, invece che su quello in batteria (i polli costretti den- Mara Borriero, imprenditrice sandricense e presidente della sezione veneta e trentina di Aidda tro una lunga fila di gabbie) tanto in voga in quegli anni. "È stato questo il fattore che ci ha permesso di avere oggi il valore che abbiamo", sottolinea la presidente. Mara Borriero comincia dal settore commerciale, curando i contatti con i mercati esteri. Come la Libia, "che mi ha dato una grossissima espe- rienza: gli arabi sono diffidenti, ma sono anche molto intuitivi. Una volta che li hai conquistati la loro fiducia è totale. E poi mi hanno insegnato molto: il valore dell'ospitalità autentica l'ho imparato da loro". Oppure la Francia. "Dove abbiamo puntato molto sulla qualità del servizio, per riuscire a fare Ska produce a Sandrigo tutto il suo repertorio: dagli enormi edifici dove vivono gli animali al più piccolo accessorio concorrenza alle ditte locali. L'affidabilità del servizio è un aspetto a cui teniamo molto, e posso dire che, da noi, il cliente che si lamenta è un'eccezione". La Ska cresce, conquista clienti e mercati. E le intuizioni felici si ripetono. Mentre tutti delocalizzano alla ricerca di costi del lavoro più bassi, loro scelgono di concentrare la produzione a Sandrigo ("altrimenti avremmo finito con l'impoverire l'azienda), investono in ricerca e tecnologia e rivedono tutto il ciclo produttivo. Oggi, nei grandi capannoni di via Agosta di cui Mara Borriero conosce ogni segreto ("L'officina è la mia passione", confessa) il lavoro è perfettamente organizzato e in gran parte automatizzato, con macchinari costruiti appositamente per soddisfare le richieste della Ska. E i risultati arrivano: clienti importanti, bilanci a posto, buone prospettive per il futuro. Niente male per una giovane sedicenne che era partita solo con tanta voglia di fare. E che con tenacia, determinazione e una buona dose di ottimismo è riuscita a conquistarsi una posizione invidiabile nel mondo tutto maschile della metalmeccanica. "Non è stato facile, ma non sono d'accordo con chi si lamenta troppo per le difficoltà che incontrano le donne - spiega -. Io ero giovanissima e avevo a che fare con persone molto più anziane di me, dovevo continuamente dimostrare di saperci fare. Ma penso che per un ragazzo sarebbe stato lo stesso. Stiamo attenti a non porci dei limiti da soli: ci sono sicu- Imprenditrici di tutto il mondo, unitevi! L'Aidda, l'Associazione imprenditrici e donne dirigenti d'azienda, è la prima associazione nata con l'obiettivo di sostenere e promuovere l'impegno femminile nel mondo economico e sociale. Creata nel 1961 a Torino, l'associazione conta oggi oltre 1500 iscritte, tutte con incarichi di responsabilità nei più diversi settori del mondo dell'impresa: si va dal commercio (circa un terzo del totale) all'industria (il 32 per cento, con presenze importanti soprattutto nell'abbigliamento, nell'alimentare, nell'arredamento, nella chimica, nell'edilizia, nell'editoria e nella metalmeccanica), dai servizi all'agricoltura. In tutto le imprese rappresentate sono 3mila, con circa 200 mila addetti e un fatturato complessivo che supera i 25 miliardi di euro. La delegazione del Veneto e Trentino Alto Adige, di cui Mara Borriero è presidente, è tra le prime d'Italia, preceduta solo da Piemonte, Toscana e Lombardia. "La valorizzazione del ruolo femminile è un presupposto essenziale del processo di crescita e di sviluppo del paese - puntualizza -. La presenza femminile nell'economia, della politica, nella cultura e nella società nel suo complesso è sinonimo di energia, saper fare, creatività, tolleranza". A livello internazionale, Aidda è legata all'associazione Fcem, (Femmes chefs d'entreprises mondiales), organismo che riunisce oltre 450mila socie da 27 diversi paesi, e che è presente presso le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa. ramente zone in cui essere donne vuol dire avere grossi svantaggi, ma non dalle nostre parti". Resta il fatto che le donne nei posti che contano sono ancora poche, in economia come in politica. "L'imprenditoria femminile sta bene, ma bisogna cominciare a prendere posizioni importanti anche a livello pubblico e politico concorda -. Se l'Italia vuole una scossa per uscire da questo momento di stasi, deve puntare sulle donne e sui giovani, non può permettersi di non sfruttare al 100 per cento le proprie risorse. E sa cosa le dico? Io sono favorevole alle quote rosa. Inizialmente ero caduta nella trappola di dire no, perché le ritenevo discriminanti, ma partiamo da una situazione in cui non possiamo permetterci il lusso di andare troppo per il sottile. Siamo una specie protetta, e ci vuole qualcosa di forte per creare un momento di rottura". Idee chiare e concrete, come sempre. Da parte loro, intanto, le donne dovrebbero cominciare a valorizzare di più la vita associativa, anche quando sembra che ci siano cose molto più importanti da fare, con l'azienda da seguire, i clienti da contattare, problemi da sistemare. "Se c'è ho un rimpianto guardandomi indietro, è quello di non essermi impegnata prima con l'associazione - consiglia -. Invece queste occasioni sono fondamentali, perché è lì che hai la possibilità di confrontarti con altre socie, di verificare il percorso, di trovare nuovi stimoli. So benissimo che il tempo è sempre troppo poco, ma non dobbiamo muoverci in questa direzione". Il resto tocca alle istituzioni. A cominciare da un governo che fino a questo momento non l'ha convinta più di tanto. "Mi sarei aspettata di più, invece mi sembra sempre la stessa musica spiega -. Spero che abbiano un disegno che in questo momento mi sfugge. Se no finiranno con lo scoraggiare anche me". Ma, puntualizza subito dopo, far perdere coraggio ad una tosta come lei è dura. Molto dura. 24 terza pagina 21 APRILE 2007 Pensieri contro. Gli ideali della Resistenza, tuttora validi, sono ogni anno vittime di un'orgia commemorativa da parte di una sinistra che li ha traditi 25 aprile, festa nazionale dell'ipocrisia DI GIULIANO CORÀ Dal Venticinque Aprile al Primo Maggio si celebra ogni anno la Settimana Santa della sinistra italiana, quella in cui il Caso e la Storia hanno concentrato due date simbolo: la prima, che ricorda la fine della Seconda Guerra Mondiale e la liberazione dal nazifascismo grazie al sacrificio di migliaia di partigiani, e la seconda, che commemora la grande manifestazione del 1886 negli Stati Uniti e i morti che ne seguirono, essi sì "martiri" del diritto ad una vita dignitosa e ad un lavoro non alienante. Eventi nobilissimi, date nobilissime da ricordare, oltre ogni ombra di dubbio. Meno nobili sono le baruffe chioggiotte su chi ha i titoli per commemorare cosa. Vedi quel che successe in città nel 2005, quando si scatenò un putiferio perché, snobbando la manifestazione pubblica, l'amministrazione comunale mandò sul palco un assessore di An. In effetti, è difficile negare che fu piuttosto imbarazzante sentir parlare di Resistenza un politico che 'per li rami' (ancora molto corti) discende dal vecchio Movimento Sociale Italiano. Né sarebbe stato molto meglio se al suo posto ci fosse stato il sindaco, ex missino pure lui, che proprio alcuni mesi dopo avrebbe inaugurato la sede vicentina di Forza Nuova ricordando commosso i suoi virili trascorsi giovanili. In blocco, tutta la sinistra vicentina si scatenò contro quella scelta, e oggi solo l'offerta a John Giuliari ha impedito che anche quest'anno si ripetesse il casino. Il 25 aprile è l'anniversario della liberazione dall'occupazione nazi-fascista Dato dunque a Cesare quel che è di Cesare, viene però da porsi una questione maligna: ma questa sinistra, in nome di quale investitura rivendica il diritto ad essere unica celebrante del Venticinque Aprile? Forse perché ritiene di essere ancora integrale depositaria dei valori che portarono a quella lotta e a quelle giornate? Ma quali erano, dunque, quei valori, per i quali i partigiani combatterono e morirono, gran parte dei quali vennero poi trasfusi nella Costituzione della Repubblica? In sintesi estrema: libertà dell'Italia da qualsiasi condizionamento straniero, rifiuto della guerra, esaltazione della dignità della persona, assolute libertà democratiche, fiducia nel futuro, autentica partecipazione alle scelte politiche ed economiche del Paese. Davvero la sinistra - che oggi governa - può dire di praticare ancora queste virtù? Francamente, è difficile affermarlo. Libertà dai condizionamenti? Lasciando stare, per una volta, la questione Dal La contestata cerimonia del 25 Aprile 2005 con Sante Sarracco, presidente del consiglio comunale Durante il Primo Maggio si ricorda la rivolta di Haymarket nel 1886 Molin, è tutta la politica estera italiana che, spesso, dà l'impressione di avere il suo centro decisionale molto lontano dalla Farnesina. Nostri soldati operano lontano dall'Italia (in missioni di pace?), spesso combattono e purtroppo spesso anche muoiono, nonostante nell'articolo 11 della Costituzione ci stia scritto quel che ci sta scritto, e D'Alema meriterebbe il Nobel per la Giocoleria, per gli equilibrismi verbali coi quali tenta di spiegare il nostro coinvolgimento in guerre che non ci riguardano minimamente. Partecipazione economica? Mai come ora, la finanza italiana appare come un paese abbandonato al saccheggio di razziatori interni ed esterni soprattutto esterni, pare. Prodi medita, auspica, augura: ma che ne sarà di noi, quando le scelte 'forti' verranno fatte altrove, per interessi che non saranno i nostri? Partecipazione politica? Sono assolutamente convinto che un dibattito pubblico sui diverticoli intestinali del Paguro Bernardo potrebbe essere incomparabilmente più eccitante della discussione in atto sul Partito Democratico, questo creazione astratta, metafisica e di potere, mille miglia distante dalla vita e dai bisogni quotidiani di milioni di persone. Pensano davvero che qualcuno possa concepire passione politica autentica quella del venticinque aprile 1945, appunto - per questo blob alieno? Libertà democratiche? La prima libertà è quella - mi perdonino i leghisti se mi servo di un loro slogan - di decidere a casa propria: chissà che ne pensano i No Tav, i No Dal Molin (c'entra sempre, male- dizione!), i No Mose e tutti quei cittadini-sudditi che, prima da un governo di centrodestra ed ora anche da uno di centrosinistra, si vedono imporre scelte che li violentano nel territorio e nella dignità, in nome di un bene nazionale non chiaramente distinguibile. Rispetto della persona? Gli operai italiani muoiono nei cantieri ad un ritmo superiore a quello dei soldati americani in Irak, in nome di uno sviluppo che si è voluto sfrenato e senza controlli, e quando anche Epifani dichiara che "questa è una sconfitta del sindacato", allora vien proprio da spararsi… nei denti, e l'appellativo prodiano di "martiri" suona come una grottesca beffa. Fiducia nel futuro? Bisogna dirlo ai nostri figli, precari e flessibili come Tiramolla, che si sbattono da uno stage non pagato ad un'agenzia interinale, e la possibilità di metter su casa e famiglia ormai la sognano solo nelle fiction tv. Anche il Pantheon, è cambiato: una volta c'era gente come il sindacalista Di Vittorio - per dirne uno - a rappresentare gli ideali di sinistra. Oggi qualcuno ha detto che tra i padri ideali del Partito Democratico bisognerà iscrivere anche Craxi - quella della 'Milano da bere', e da mangiare, pure - e allora è evidente, per tornare al nostro tema, che di quei valori, di quegli ideali, di quelle bandiere, a questa sinistra è rimasto poco o nulla. Faccia pure le sue celebrazioni, ripeta i suoi slogan, ma faccia anche i suoi conti (se proprio non vuol fare l'esame di coscienza). Perché o a quegli ideali della Resistenza si torna davvero, o la gente andrà a cercarsi la 'partecipazione' altrove. 25 edicola 21 APRILE 2007 Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire Il mullah Omar Travaglio: ecco la verità sull'Afghanistan Chi scrive è il mullah Omar. Ho 44 anni, 4 mogli, vari figli, sono di Kandahar, dunque non sono arabo: sono afghano. (…) Ho conosciuto i più grandi eserciti del mondo: a 20 anni combattevo l'Armata rossa (ci ho rimesso letteralmente un occhio della testa), ora combatto gli Stati Uniti, gli inglesi e i loro alleati della Nato. Solo che, quando combattevo i sovietici, a voi occidentali piacevo tanto: le armi ce le passavate voi. Ora, comprensibilmente, non vi piaccio più. Eppure sono rimasto lo stesso. Conosco Bin Laden dai tempi dell'invasione sovietica, quando anche lui vi piaceva parecchio. Ma non abbiamo niente in comune: lui è un arabo, un califfo saudita pieno di petrodollari. Ci aiutò contro l'Armata rossa e dopo ci diede un sacco di soldi per costruire strade, ponti, scuole e ospedali. Per questo era molto amato dagli afghani e quando entrai in Kabul, nel 1996, lo lasciai lì. Ma nel `98 fu accusato di aver ordito gli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e in Tanzania, e la sua presenza in Afghanistan divenne un problema. Anche perché Clinton cominciò a bombardare nel mucchio, nella zona di Khost, pensando che lui fosse lì: invece morirono centinaia di civili. Tra il mio governo e Clinton ci fu una trattativa: ma sì, risulta dai documenti del Dipartimento di Stato, anche gli americani trattavano con i talebani. Avevano il mio numero. Mandai il mio braccio destro Wakij Ahmed a Washington, a incontrare due volte Clinton: il 28 novembre e il 18 dicembre `98. Clinton voleva che ammazzassimo Bin Laden, o almeno lo espellessimo. Espellerlo non poteva- mo: era troppo popolare. Offrimmo di fornire le coordinate del suo nascondiglio, così che gli Usa potessero centrarlo a colpo sicuro. Purché la smettessero di bombardarci. Clinton, inspiegabilmente, rifiutò. Poi i nostri rapporti peggiorarono ancora, ma non certo per il burka alle donne o per le tv distrutte o per le statue del Buddha polverizzate: fu perché rifiutai di affidare la costruzione del mega gasdotto dal Turkmenistan al Pakistan all'americana Unocal. Gli americani se la legarono al dito, anche perché nell'Unocal erano impicciati Dick Cheney, Condoleezza Rice e l'attuale presidente afghano Hamid Karzai. Ora fingete di scandalizzarvi tanto per l'oppio: Una delle poche foto che ritraggono Mohammed Omar ma nel '98 e nel '99 proposi più volte all'America e all'Onu di bloccare la coltivazione del papavero in cambio del nostro riconoscimento. Risposero picche. Nel 2000 bloccai unilateralmente la coltivazione del papavero, tra le proteste di centinaia di migliaia di contadini: ma il Corano vieta di produrre e consumare droga, e Contrattazione del prezzo dell'oppio a Kandahar per me il Corano è una cosa seria. Risultato: il prezzo dell'oppio salì alle stelle. Un danno terribile per le grandi mafie del narcotraffico mondiale. Sarà un caso, ma meno di un anno dopo ci avete attaccati. Ora, nell'Afghanistan "liberato" e "democratico", si produce più oppio di prima: produciamo l'87% dell'oppio mondiale. Il giornalista Marco Travaglio nello studio Dopo l'11 settembre della trasmissione Annozero gli americani ci han chiesto di nuovo di consegnare abbiamo avuto sequestri di perBin Laden. Abbiamo chiesto le sona: una volta che una giornaliprove del suo coinvolgimento. sta inglese penetrò nel nostro Non ce le han date. Noi non paese travestita da uomo, fu tratabbiamo dato Bin Laden. E ci tata bene e, accertato che non era hanno attaccati. Anche se non una spia, rilasciata senza controc'era un solo afghano nei com- partite tre giorni dopo. mandos delle Torri gemelle, né Che mi dite invece dei vostri un solo afghano è stato mai trova- agenti che, nella libera Milano, to nelle cellule di Al Qaeda: c'era- han sequestrato un imam per no sauditi, egiziani, giordani, mandarlo in Egitto e farlo torturatunisini, algerini, marocchini, re? Dite che teniamo le nostre yemeniti. Non afghani né irache- donne troppo coperte. ni. Eppure avete invaso proprio Può darsi. Ma voi esagerate nell'Iraq e l'Afghanistan. (…) Noi l'altro senso: possibile che da voi non siamo un popolo di terroristi. una donna, per andare in tv, Le prime autobombe sono esplo- debba mettersi in costume da se nel 2006, dopo 5 anni di occu- bagno, magari col crocifisso tra le pazione. Un po' perché questi 5 tette? Non avete un posto più anni hanno sconvolto e imbarba- decente per mettere il figlio del rito le nostre tradizioni. Un po' vostro Dio? E' vero, non riconoperché molti terroristi vengono sco lo Stato laico e la separazione da fuori. Un po' perché coi russi, tra religione e politica. Ma proalmeno, riuscivamo a fare la prio voi venite a dare lezioni? Mi guerra: le loro truppe erano sul risulta che anche da voi molti campo. Con gli americani è politici prendano ordini da capi impossibile: li vediamo sfrecciare sui loro B52 a 10 mila metri d'altezza. Un anno fa un Predator americano, senza pilota né equipaggio, ha bombardato il piccolo villaggio pachistano di Domadola, al confine con l'Afghanistan, pensando che io e Al Zawahiri fossimo lì. Ha ucciso 18 civili, tra cui 8 donne e 5 bambini. Nessun americano, per il semplice motivo che gli americani non c'erano: il Predator era telecomandato da una base del Nevada, dove il pilota dirigeva le operazioni via satellite. E' la "guerra asimmetrica", che è a costo zero, almeno per voi. Non per il nostro popolo. Badate, non voglio certo fare il santerellino. Io sono un guerriero feroce e fanatico. Ma leale. Finché ho avuto il controllo della situazione, non religiosi, tra l'altro residenti in uno Stato straniero. Ora vi devo salutare. Ma consentitemi di ringraziarvi per il servigio che, involontariamente, avete reso a me e ai taliban: nel 2001, quando ci avete cacciati da Kabul, stavamo sulle palle a gran parte degli afghani. Ora che gli afghani vi hanno conosciuti e han visto all'opera il cosiddetto presidente democratico Karzai, siamo diventati popolarissimi. Tant'è che io continuo a girare in bicicletta e in sidecar. Sulla mia testa c'è una taglia da 50 milioni di dollari, ma nessuno ha mai pensato di tradirmi per intascarla. Vi lascio con un pensiero di un vostro santo, che dovreste conoscere bene, Agostino da Ippona. E' tratto dal De Civitate Dei: "Una volta fu portato al cospetto di Alessandro Magno un famoso pirata fatto prigioniero. Alessandro gli chiese: `Perché infesti i mari con tanta audacia e libertà?'. Il pirata rispose: `Per lo stesso motivo per cui tu infesti la terra; ma poiché io lo faccio con un piccolo naviglio, sono chiamato pirata; poiché tu lo fai con una grande flotta sei chiamato imperatore'". Meditate, infedeli, meditate. Cordiali saluti, il Mullah Omar. Marco Travaglio da Annozero di Michele Santoro 13 aprile 2007 26 regione CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA VICENZA A Vicenza e provincia scoppia la "Primavera palladiana". Ad un anno dal Cinquecentesimo anniversario della nascita di Andrea Palladio le Strade del Vino ed i Consorzi di Tutela dei Vini a Denominazione di Origine Controllata del Vicentino, in collaborazione con la Camera di Commercio, organizzano una serie di eventi per valorizzare il territorio e i prodotti tipici vicentini. L'occasione che vede tante istituzioni territoriali riuni- 21 APRILE 2007 Quest'anno a Vicenza la primavera è "Palladiana"! Al via a Vicenza la prima edizione della manifestazione che celebra il cinquecentesimo anniversario della nascita di Andrea Palladio. Un evento voluto dalla Camera di Commercio di Vicenza, a cui prendono parte il Consorzio Vini Vicentini DOC, il Consorzio Tutela Vini Vicenza DOC, il Consorzio di Tutela Vino Arcole DOC, il Consorzio Tutela Vini DOC Colli Berici, tutti presenti all'interno di Palazzo Pisani, nuova sede del Palazzo del Vino te a braccetto sotto la bandiera di Andrea Palladio, è l'annuncio della prima edizione di un calendario di La Doc Lessini alla conquista dell'Oro Gran Medaglia d'Oro per la Cantina di Montecchia di Crosara col suo Monti Lessini "Re d'Aurum" 2004 Ampia soddisfazione per la Doc Lessini che quest'anno ha inaugurato il Vinitaly con una prestigiosa Gran Medaglia d'Oro, conquistata dalla Cantina di Montecchia di Crosara, nella categoria "vini tranquilli a denominazione vini bianchi elaborati in barrique o comunque affinati in legno", col suo Monti Lessini Doc Bianco "Re d'Aurum" 2004. <<Un risultato di questo genere - sottolinea Andrea Bottaro, presidente del Consorzio di Tutela del Lessini Durello - è come linfa vitale per la nostra denominazione. Abbiamo lavorato tanto sia in tema di qualità che a livello di promozione, e finalmente il nostro Lessini Durello ha dimostrato di avere tutte carte in regola per compere con qualunque altra denominazione italiana. La qualità ha anche bisogno di visibilità e questo riconoscimento alla vigilia di Vinitaly non poteva giungere in un momento più propizio>>. eventi che interesserà tutta la primavera vicentina (con qualche puntata in estate): la "Primavera Palladiana", iniziativa realizzata con il cont r i b u t o d e l l a Camera di Commercio di Vicenza. L'iniziativa, partita alla fine di marzo, proseguirà per tutto il mese di luglio e si rivolgerà ad appassionati, turisti e curiosi che potranno così visitare borghi incantevoli e degustare gli ottimi vini vicentini. Cominciata con un largo successo di pubblico con l'inaugurazione di Palazzo Pisani di Lonigo il 24, 25, 26 marzo, la nuova sede del Consorzio dei Vini Doc di Vicenza, è poi proseguita nelle giornate di Pasqua e Pasquetta a Gambellara. I prossimi appuntamenti si terrano dal 10 al 17 aprile col quattordicesimo Simposio Internazionale "Nantopietra", in piazza a Nanto. Si potranno qui ammirare artisti da tutto il mondo mentre scolpiscono sulla preziosa pietra berica e intanto degustare i vini Doc dei Colli Berici, con serata di gala proprio martedì 17, a Villa di Montruglio a Mossano, aperta al pubblico previa CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA VICENZA prenotazione alla Pro Loco di Nanto. Dal 4 aprile al 23 maggio a Bassano e dintorni si terrà la tradizionale rassegna e n o g a s t r o n o m i c a "Asparagi&Vespaiolo". Domenica 6 maggio tutti a Gambellara per una passeggiata sui Colli del Recioto; due settimane più tardi, domenica 20 maggio, la piazza di Breganze ospiterà la festa del Vespaiolo Doc. Infine dal 27 maggio a tutto il mese di luglio, spazio a "ArteVino2007", l'incontro tra arte e vino lungo la Strada dei Vini dei C o l l i Berici. " E ' un'occas i o n e import a n t e per gli enti del territorio vicentino di dimostrare quell'unità d'intenti per la tutela, la valorizzazione e la promozione del territorio del Vicentino, che ci accumuna", ha sottolineato il Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Vicentini, Giorgio Nicola Nicolin. "Sarà la prova generale - ha proseguito Nicolin - di quello che ci prepariamo ad organizzare in occasione di un grande evento come la rievocazione del cinquecentesimo anniversario della nascita del maestro mondiale dell'architettura di tradizione classica, il prossimo anno, quell'Andrea Palladio che ha lasciato le nostre città e le nostre campagne disseminate di un patrimonio estetico e concettuale di valore inestimabile, non a caso conosciuto e imitato in tutto il mondo". Pagine di Loretta Simonato 27 regione 21 APRILE 2007 FINANZIAMENTI - I fondi ci saranno e verranno trasferiti alla Regione che potrà così liquidare le domande ancora inevase Arrivano i finanziamenti per gli agricoltori veneti Nonostante l'iniziale atteggiamento negativo del Ministero dell'Economia che, con una lettera, aveva dichiarato di non poter procedere, per mancanza di presupposti normativi, ai pagamenti relativi alle domande ammesse al finanziamento per lo sviluppo rurale 20002006 ha detto il Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto - il Ministro Paolo De Castro ci ha fatto sapere che, invece, i fondi ci saranno e verranno trasferiti alla Regione che potrà così liquidare le domande ancora inevase. Tra queste, l'impegno più E' una notizia, questa - ha detto il Vicepresidente - che mi riempie di soddisfazione soprattutto perché, se da una parte riconosce la validità della documentazione predisposta dagli uffici regionali a supporto della nostra richiesta, dall'altra rende giustizia della nostra azione volta a pretendere dal Ministero che fosse riconosciuto il pagamento delle domande pregresse ai nostri agricoltori. Se oggi possiamo rallegrarci è merito dunque della perseveranza e del lavoro di una squadra che ha tenuto duro fino al raggiungimento dello scopo prefissatosi. significativo riguarda proprio l'indennità compensativa delle zone di montagna. Con queste parole il Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto ha commentato il provvedimento formalizzato dal Ministero nell'ambito del Comitato tecnico coordinamento in materia di agricoltura riunitosi oggi a Roma che prevede l'anticipazione, da parte del Ministero del Tesoro agli organismi pagatori, delle risorse necessarie per procedere ai pagamenti relativi alle domande ammesse al finanziamento per lo sviluppo rurale 2000-2006. INIZIATIVE - Dal 1990 al 2003 il Veneto ha registrato un aumento del traffico automobilistico leggero del 61% Forum sulla competitività: infrastrutture e logistica Dal 1990 al 2003 il Veneto ha registrato un aumento del traffico automobilistico leggero del 61%, passando da 164 mila veicoli al giorno a 265 mila e di quello pesante del 102%, passando da 122 mila veicoli al giorno a 246 mila, dato che nello stesso periodo raddoppia se riferito al traffico autostradale della A4 Venezia-Trieste, facendo registrare un aumento del 208%. Due i motivi di tale incremento: lo sviluppo industriale diffuso del Veneto, che ha interessato anche la rete stradale di 2° livello e l'apertura dei mercati dell'Est europeo. Un trand di crescita questo destinato a continuare e per il quale la Regione intende operare lungo due indirizzi: da un lato dividendo lungo direttrici diverse il traffico locale da quello di attraversamento, dall'altro cercando per quanto possibile di dirottare su rotaia il traffico pendola- re. Ecco quindi il potenziamento di alcuni assi stradali nella logica dei corridoi europei 1 e 5 e di quello cosiddetto Adriatico-Tirrenico, la costruzione del Passante di Mestre, il completamento della Pedemontana e la realizzazione della Nogara mare, nonché la realizzazione dell'area regionale centrale del SFMR. Ma se con questi interventi si è in grado di rispondere ad alcune criticità infrastrutturali regionali, il rischio che si affaccia è quello che riguarda lo snodo di Mestre, dove con il completamento del Passante, se non si interviene con la realizzazione della terza corsia sulla VeneziaTrieste, di fatto il problema del congestionamento si sposterà di una decina di chilometri alla barriera di Quarto d'Altino. Questo il quadro tracciato a Verona nel corso della tavola rotonda "Infrastrutture e Logistica" organizzata dalla Regione del Veneto nell'ambito del Forum sulla competitività e alla quale oltre all'Assessore regionale alle politiche dell'economia e ai Segretari Regionali alla programmazione e all'infrastrutture e mobilità, sono intervenuti i rappresentanti della Confindustria, della CNA del Veneto, della Confartigianato, della UIL, dell'AGCI Veneto e dei Sistemi territoriali SpA.. Di fronte a questa realtà infrastrutturale, che costringerà il Veneto ad operare comunque in situazio- ne emergenziale, visti gli aumenti costanti dei volumi di traffico, ci si è chiesti come sia possibile trarne dei benefici. La risposta, è stato sottolineato, potrebbe essere quella che le risorse generate dai pedaggi del traffico a pagamento rimangano in Veneto per essere utilizzate in interventi infrastrutturali, soprattutto sulla rete stradale di 2° livello. Nell'introdurre la Tavola rotonda l'assessore regionale, dopo aver ribadito che uno degli aspetti di maggior criticità indi- viduabile nel nostro sistema sta nella pesante congestione dei trasporti e nelle conseguenti difficoltà di accesso alle grandi aree urbane, nella qualità della vita, nelle condizioni generali ambientali e di inquinamento, ha sottolineato che di non minor importanza è l'esigenza di aumentare l'accesso alle informazioni e l'utilizzo di infrastrutture immateriali per la fruizione di servizi ad elevato valore aggiunto in quanto il digital divide può diventare fattore di rischio per la crescita del nostro sistema. In questo il Veneto, ha sottolineato, paga un certo gap negativo a causa del ritardo nell'adeguamento infrastrutturale, al quale la Regione del Veneto intende dare una risposta con la diffusione della banda larga, garantendo la copertura dell'intero territorio regionale indipendentemente dalle logiche di mercato. 28 regione 21 APRILE 2007 EMERGENZE - Sono i bambini il volto invisibile dell'Aids, soprattutto i bambini dell'Africa sub-sahariana e dell'Asia Bambini con Aids: un manifesto per una campagna globale Unicef Sono i bambini il volto invisibile dell'Aids, soprattutto i bambini dell'Africa sub-sahariana ma anche dell'Asia e dell'Europa dell'Est. L'UNICEF lancia una campagna informativa e di raccolta di firme, in collaborazione con la Regione Veneto, inaugurate oggi a Venezia nella sede di Palazzo Balbi della Giunta regionale, con il titolo Uniti per i bambini, Uniti contro l'AIDS e il cui primo firmatario è stato Stefano Valdegamberi, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Veneto. Egli ha apposto la sua firma sul manifesto che ora sarà inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri con la richiesta di assegnare maggiori risorse per la ricerca e la cura dell'AIDS pediatrico. Nel mondo sono più di 2 milioni i bambini sieropositivi e 15,2 milioni gli orfani che hanno perso un genitore a causa dell'AIDS. Ogni minuto un bambino muore per cause correlate all'HIV/AIDS e quattro nuovi contagi avvengono fra adolescenti di età inferiore ai 15 anni. La Regione Veneto, mio trami- te aderisce in modo convinto a quest'importante iniziativa che vuole sensibilizzare sulla piaga terribile dell'Aids che sta cancellando intere generazioni in Africa. L'AIDS attecchisce in società prive di sistemi sociosanitari funzionanti (come l'Africa) o distrutti (come in alcuni Paesi dell'Est). Diffonderemo il più possibile questa campagna UNICEF perché i bambini sono il nostro futuro: averne cura, tutelarne la salute, difenderne i diritti, mostra il livello di civiltà acquisito dai popoli". L'Assessore veneto alle politiche sociali ha sottolineato che questa iniziativa può sollecitare le persone ad essere più attente "a scrollarsi di dosso l'egoismo, la cappa di indifferenza, per capire invece che questi problemi ci riguardano direttamente. Oggi i giovani e le famiglie - ha concluso - non hanno più riferimenti culturali, modelli validi:questo succede anche nel campo della sessualità, che è tra i più delicati e gravido di conseguenze e nei cui confronti bisogna avere comportamenti corretti verso se stessi e verso gli altri". Nello scorso week end è iniziata una raccolta firme a livello mondiale per chiedere alla comunità nazionale e internazionale il rispetto degli impegni presi in materia di HIV/AIDS con un attenzione particolare a quelli relativi all'infanzia. In Italia, la mobilitazione punterà a informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'impatto particolare che l'HIV/AIDS sta avendo sulla vita di milioni di bambini. Inoltre la campagna farà pressione sul governo affinché assegni maggiori risorse per la ricerca e la cura dell'AIDS pediatrico, tramite una petizione indirizzata al Presidente del Consiglio. Alla presentazione dell'iniziativa mediatica partita dal Venezia, sono intervenuti Carlo Giaquinto, Direttore Centro pediatrico regionale Aids, Christoph Baker, Presidenza nazionale dell'UNICEF e Alfredo Zannini, Presidente Comitato regionale Veneto dell'UNICEF. Zannini ha detto che l'età adolescenziale è quella più a rischio di infezione da HIV e che, dal 1982 al 2005, sono state oltre 56 mila le diagnosi di AIDS in Italia. Giaquinto ha ricordato che anche nel Veneto dell'immigrazione la situazione ha contorni gravi visto che si registrano" due gravidanze la settimana di donne sieropositive" e che, a livello regionale, la prevenzione dell'HIV nei bambini passa attraverso la prevenzione dell'HIV nelle loro mamme. Baker ha affermato che una "campagna di questo livello ed ampiezza non è mai stata lanciata prima dall'UNICEF e che l'AIDS, in questo caso pediatrico, è una questione di giustizia sociale e di tutela dei diritti dell'infanzia". I partner dell'UNICEF nella campagna di sensibilizzazione sono 11 associazioni italiane: Amnesty International - Sezione italiana, ANLAIDS, Archè, CESVI, CittadinanzAttiva, Comunità di Sant'Egidio, Croce Rossa italiana, LILA, Medici Senza Frontiere - Italia, Save the Children - Italia, Terre des Hommes -Italia. La raccolta di firme si concluderà a fine maggio. Per organizzarla le 12 associazioni allestiranno oltre 1.000 punti di raccolta firme nelle principali piazze d'Italia e in numerosi altri luoghi di incontro. INIZIATIVE - Servono strumenti importanti per darsi reciproco sostegno per superare le tante crisi familiari Regione: "Agrodolce - ricette d'amore per le giovani coppie" "Il confronto di esperienze, la riflessione sui progetti di vita, dovrebbero diventare modalità comuni per le giovani coppie, strumenti importanti per darsi reciproco sostegno e possibilità di superamento delle tante crisi familiari presenti nel nostro territorio. Anche per questo motivo, la Giunta regionale del Veneto ha finanziato il progetto di formazione per le giovani coppie veronesi, dal titolo "Fare famiglia", proposto dall'Azienda Ulss 20". Lo ha detto stamani a Verona, nella sede dell'Azienda Socio sanitaria, l'assessore regionale alle politiche sociali nel corso della presentazione alla stampa del progetto, il cui primo evento si terrà lunedì sera, al teatro Camploy con lo spettacolo teatrale, Il Fantasma Blu. L'assessore veneto ha ricordato l'importanza della famiglia per tutta la collettività da un punto di vista culturale, sociale ma anche soprattutto economico. "Avere una famiglia sana, giovane significa valorizzarne la funzione sociale pub- blica che invece in Italia è ancora poco riconosciuta. Significa sollecitare la ripresa della natalità, il "problema dei problemi" e affrontare il futuro in relazione anche alle esigenze assistenziali e previdenziali di una società che invecchia sempre di più. La famiglia - ha sottolineato - non è quindi questione che riguardi solo la Chiesa ma invece riguarda tutti e ciascuno di noi, perché rappresenta il futuro dei nostri figli". Sui consultori, l'assessore ha ricordato che la Regione Veneto ha assegnato all'Azienda Ulss 20 di Verona 364 mila euro per il Piano Progettuale di Adeguamento dei Consultori (141 mila dei quali per i progetti specifici attivati, a favore delle giovani coppie o della genitorialità, tra cui "Agrodolce"). "I consultori familiari vanno rivalutati - ha concluso - non vanno più considerati solo come pronto soccorso nei momenti di difficoltà della famiglia ma luoghi di riferimento preventivo, di animazione e iniziative costanti a favore della famiglia". 29 Carciofini sott'odio Autoscuole a tutta polenta di Alessio Mannino La donna è mobile, i vicentini mica tanto. Se si danno al vizio di passeggiare impunemente nella giungla stradale, non solo si fanno la loro bella tirata quotidiana di polverina pm10, ma devono pure fare trekking fra i marciapiedi-colabrodo. I ciclisti, poi, stanno subendo una mutazione genetica: sta loro crescendo il terzo occhio retrospettivo per non farsi abbattere come mosche dai vortici di auto nelle rotatorie più pericolose, tipo l'Albera. Parcheggi gratuiti non ne esistono più, nell'insana convinzione che facendoli pagare ci sia un frequente ricambio di posti e perciò di clienti per i negozi del centro storico: i commercianti autolesionisticamente plaudono, sottovalutando il piccolo particolare che se uno deve sborsare un balzello per regalarsi uno struscio in santa pace in Corso, fila dritto nei centri commerciali fuori città. Ordunque, qual è allora l'ultima pensata sponsorizzata dal mai immobile Cicero? Ispirato dal rappresentante locale delle quattroruote, il presidente Aci Romano Pigato, ha inserito nel bilancio 2007 un autodromo a Vicenza Est dove far sfogare gli Schumacher alla polenta: una pista di scuola guida "per rendere più sicure le nostre strade", come ha detto Pigato. Pedoni, ciclisti, qualità della vita: beccatevi questo! Se le strade sono intasate e l'automobilista ne è il signore e padrone, diamine, bisogna pur investire per creare il corridore perfetto, non si può metter sotto i dirigenti comunali a risolvere i noiosi problemi di chi si ostina a non recepire il motto "Credere, Obbedire, Guidare". In esclusiva per noi, ecco come sarà l'utilissimo autodromo: un percorso "Schiva la vecchietta", in cui l'allievo deve riuscire a superare gli ostacoli sagomati a forma di anziane in bicicletta; una pista in cui il provetto automobilista deve buttare giù i semafori: ogni semaforo un punto, a chi ne fa di più viene intitolata la prossima maxi-rotatoria in viale Mazzini; infine, una rampa di lancio di 250 metri da cui gettarsi per arrivare dalla zona ovest a quella est senza neanche bisogno di prendere la tangenziale. Più sicura di così come la volete, una strada? tempo libero 21 APRILE 2007 L'angolo dell'oste. Raro, costoso, buonissimo. È vicentino l'unico vin santo del Veneto Gambellara, il vin santo Che farebbe felice anche Bacco È uno di quei rari casi in cui sacro e profano si mescolano alla perfezione. Di sacro, trattandosi di vin santo, c'è ovviamente il nome, che una tradizione secolare fa risalire al fatto che i sacerdoti erano soliti usare proprio questo tipo di vino liquoroso durante la messa. Oppure, secondo un'altra versione, al fatto che le uve, lasciate ad appassire per mesi, veniva pigiate a primavera imminente, quando la settimana santa era ormai alle porte. Di profano c'è ovviamente il fascino di un vino unico, di altissima qualità, da conservare per le grandi occasioni, e che sarebbe stato certamente molto gradito a Bacco. Il discorso vale in particolare per il più raro dei vinsanti, il vin santo di Gambellara, l'unico vino veneto a potersi fregiare di questo appellativo che ha fatto la fortuna di tanti colleghi toscani, marchigiani e, negli ultimi anni, anche trentini. Prodotto solo nelle migliori annate e con i migliori grappoli di uva garganega, la stessa del gambellara e del soave, il vin santo condivide con il più diffuso recioto i tempi lunghi di appassimento (nel caso del vin santo, anzi, l'appassimento dura ancora di pià), l'accuratissima selezione e vinificazione in cantina, il paziente affinamento in botte (almeno un anno di barrique). Il risultato è un Insolito "abbinamento" per il Vin Santo vino dolce - non dolce, dal profumo intenso di miele, con la tradizione lo vede bene con i dolci, una gradazione da non sottovalutare soprattutto con quelli secchi, oppure (il disciplinare prevede almeno 14 con i formaggi stagionati. Ma la realgradi), e capace di sopportare senza tà è che il vin santo di Gambellara, problemi un invecchiamento anche come tutte le gemme rare, preferisce di mezzo secolo. Come solo i grandi brillare da solo: pochi lo superano vini sanno fare. Inutile sprecarsi trop- come vino da meditazione. O - perpo a cercare un abbinamento ideale: ché no, visto il nome - da preghiera. Appuntamenti. Tinto Brass a Breganze. A Bassano l'Afghhanistan come non l'avete mai visto. Siate sobri, c'è Tinto Brass Domenica, con l'esposizione di oltre 150 opere realizzate con l'anMusica. Continua la collaborazione tica tecnica della filigrana. A tra l'Orchestra del Teatro Olimpico e i Bassano invece, a palazzo grandi nomi del concertismo interna- Agostinelli e al castello degli zionale in occasione de "Il Suono Ezzelini, si sta per concludere la dell'Olimpico 2007". Durante il pros- mostra fotografica che intende far simo appuntamento in programma, conoscere l'Afghanistan sotto previsto per martedì 24 Aprile alla un'ottica diversa: l'obiettivo è di fiera di Vicenza (Sala Palladio), l'or- metterne in luce la bellezza natuchestra eseguirà le opere di Ravel rale, la storia, le tradizioni, e "Pavane puor une infante defunte" e " sopratutto di promuovere l'atten- Il Suono dell'Olimpico incanta con Ravel Ma mere l'oye, Bolero". (Inizio ore 20, zione verso il popolo del Wakhan. biglietti 18 e 13 euro). Fiere. Si inaugura sabato 21 a Cineforum G. Verdi di Breganze, in Mostre. Luce, vetro, musica, teatro, Mussolente la 22° edizione di "Rem - occasione dell'evento "Giornate di danza e video. E' la combinazione che Ecos 2007", fiera dell'edilizia e della Cinema". Si tratta di Tinto Brass, viene proposta questa casa. Dai componenti Antonello Belluco ed Eugenio sera al teatro Civico di edili ai manufatti, Cappuccio. Alle 15 verrà proiettato il Schio. dall'impiantistica film "Antonio guerriero di Dio" di Nell'evento, intitolato all'arredo, Rem pre- Belluco, con il regista presente alla "Semi di fuoco", le senta prodotti e inno- visione. Alle 17.30 è in programma arti si affiancano vazioni rivolti non "La carne e l'anima: il cinema italiano l'una all'altra per solo a operatori del del nuovo millennio", dibattito con riproporre il mitolosettore, ma anche a tutti e tre i registi. Alle 21 è previsto gico viaggio di famiglie e privati. invece "Chi lavora è perduto"di Tinto Prometeo, eroe greco Inoltre, nell'area Brass, con lo stesso regista presente in che rubò il fuoco a esterna ai padiglioni platea. Domenica, infine, verrà proietZeus per donarlo agli fieristici, sarà ospitata tato in anteprima italiana "Strings" di umani, con l'Arte RaMoTer, esposizio- Ander R. Klarlund. Muranese che sarà ne concernente attrez- Continua per tutto aprile, intanto, la per la prima volta zature edili, strutture campagna "Meno Alcol, più Gusto" presente all'interno prefabbricate, mac- che, attraverso feste, danze, musiche e del suggestivo teatro chine operatrici e vei- incontri vuole promuovere il divertiscledense. Il vetro si coli industriali. mento sano, senza abusi alcolici. Un renderà protagonista Manifestazioni. Tre tema importante, in una provincia in grandi registi saranno cui l'età della prima sbronza è inferioal teatro Civico anche Tinto Brass, tra gli ospiti di presenti sabato 21 al re ai tredici anni. nella giornata di Giornate di Cinema DI LUCA CRACCO 30 tempo libero 21 APRILE 2007 Popcorn. Ne L'estate di Kikujiro del giapponese Kitano un bambino cerca la felicità. E la trova La scena più gioiosa della storia del cinema DI GIULIANO CORÀ E' in programmazione, sulle pay tv, una piccola retrospettiva di Takeshi Kitano, il grande regista giapponese (Leone d'Oro a Venezia nel 1977 con Hana-bi). Qui, in "L'estate di Kikujiro" (1999), il protagonista è Masao, un bambino di nove anni, timido e chiuso, che vive con la nonna. Del papà non si parla, e la mamma non l'ha mai conosciuta: "vive lontano". Masao trascorre solo gran parte della giornata, perché la nonna lavora, e quando la scuola chiude è ancora più solo, perché tutti i suoi compagni partono per le vacanze. Così, improvvisamente, decide di andare a conoscere la mamma, di cui non ha che l'indirizzo, e come compagno di viaggio coinvol- ge Kikujiro, uno sfaticato teppista di periferia. Non più giovanissimo, Kikujiro vive rubacchiando e giocando alle corse. E' aggressivo e violento, ma più per sciocca sbruffoneria che per intima convinzione. I due partono, e quello che attraversano diventa presto, per tutti e due, una specie di Paese delle Meraviglie. Buoni e cattivi (ma i 'buoni' sono in maggioranza, questa volta), matti e svitati, individui bizzarri, persino magiche presen- ze, animano e accompagnano le loro giornate. Masao scopre il dolore dell'abbandono, ma anche la forte dolcezza dell'amicizia. Kikujiro impara la tenerezza della 'paternità', e il sapore della responsabilità e del dovere. Torneranno a casa entrambi m i g l i o r i , entrambi cresciuti, entrambi più felici. Kitano racconta con quel suo stile inconfondibile, che ad un primo sguardo può apparire dimesso e sciatto, e che invece è assolutamente essenziale, limpido e puro. Si sprigiona, da questo film, un'ondata irresistibile di felicità, accentuata dalla bellissima colonna sonora di Hisaishi Joe. Ci si chiede come sia possibile arrivare a tanto, come un essere umano possa creare tanta bellezza. Che io ricordi, la prima scena, quella in cui Masao corre a perdifiato sul ponte, col suo zainetto con le alucce da angelo, è la scena più 'dispensatrice' di gioia della storia del cinema. Sul comodino. I drammi del Vietnam, del Biafra, del Laos e del Cile in un libro che raccoglie i più importanti reportage dello scrittore vicentino Le guerre dimenticate dell'inviato speciale Goffredo Parise Parise: uno dei suoi esiti Da qualche anno migliori). l'editore Adelphi Goffredo sta curando la pubParise è cerblicazione di tutte le tamente più opere di Goffredo noto come Parise. Si tratta di scrittore che una decisione importante, percome reporter, chè restituisce al pubblico le anche se la sua pagine di un autore parzialmenproduzione te dimenticato, portando all'atgiornalistica tenzione di tutti alcuni volumi di non è da meno di quella letteradifficile reperibilità. E' questo il ria. "Guerre politiche" è la raccolcaso di "Guerre politiche", appar- ta di quattro reportages realizzaso la prima volta nel 1976, e che ti dall'autore in Vietnam, Biafra, segue, nella riproposta di Laos e Cile. Si tratta di paesi dilaAdelphi, "I sillabari" (forse l'ope- niati per anni da conflitti di ra più nota di Parise), "Quando la incredibile violenza. E se si può fantasia ballava il boogie" (colle- dire che almeno per il Vietnam zione di recensioni letterarie del- esistano oggi una pubblicistica e l'autore) e "Il ragazzo morto e le una cinematografia che hanno comete" (romanzo d'esordio di provato a raccontarne le vicende, per gli altri non si può certo affermare lo stesso. Il volume, allora, ha il merito, in primo luogo, di riportare l'attenzione su pagine di storia ormai dimenticate. A una prima lettura, poi, appare subito evidente come a Parise interessino sì gli scenari geopolitici che Uno degli scatti più famosi di Robert Capa durante la guerra Vietnam (Magnum Photos) hanno generato e con- DI GIOVANNI MAGALOTTI dizionato le guerre, ma più di questi il sentimento che attraversa le popolazioni coinvolte. La passione politica e militare del giornalista, quindi, si confonde in modo esemplare con "una specie di fame fisica e mentale che porta a confondere il proprio sangue con quello degli altri, in luoghi o paesi che non siano sol- tanto quelli della propria origine". All'intuito del reporter che si impegna a restituire ai lettori con la massima sincerità le informazioni più importanti, si accompagnano dunque una profonda capacità di analisi e, soprattutto, la volontà di instaurare una sorta di comunione spirituale con le genti incontrate. In questo c'è la firma inconfondibile dell'autore di razza, che si sforza di raccontare l'anima e non solo la superficie, la verità ultima e non solo l'ingannevole alternarsi degli eventi. Goffredo Parise, Guerre politiche, Adelphi, 275 pp., € 13,50 HANNO DETTO "… non bisogna mai prestare troppa attenzione ai sanguinosi insulti e alle terribili accuse che gli opposti schieramenti italiani si scambiano al di sopra del fossato che li divide. Quel fossato, in realtà, è un rigagnolo (…). Non vorrei che qualcuno definisse questo stile "realista". Il realismo è una virtù seria che occorre praticare con un forte rigore morale. Questo è soltanto una forma di opportunismo o, peggio, di scetticismo disincantato e amorale". Sergio Romano Il Corriere della Sera 17 aprile 2007 "[La console americana Deborah Graze] ha confermato, se ce n'era bisogno, che il sito non è stato scelto dal governo americano, ma dal governo Berlusconi e quindi, secondo noi, su indicazione del sindaco di Vicenza". Lalla Trupia, deputata Ds Il Giornale di Vicenza 13 aprile 2007 "I giovani di oggi, con un potere d'acquisto più basso dei coetanei spagnoli, greci e portoghesi, confinati in una riserva indiana, sono docilmente rassegnati al precariato a vita. Se si ribellano, come gli studenti della Sapienza alla visita di Bertinotti, lo scandalo s'accompagna alla sorpresa: ma come, perché protestano?" Curzio Maltese Il Venerdì di Repubblica 13 aprile 2007