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Fattoria Didattica

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Fattoria Didattica
Corso per “Addetto alla gestione
della Fattoria Didattica”
Modulo 1
Le Fattorie Didattiche
Gianluca Gurrieri
Dottore Agronomo
Coldiretti e Campagna Amica
Campagna Amica è il progetto ideato dalla
Coldiretti per un’agricoltura impegnata a
sviluppare un dialogo aperto e intenso con il
cittadino consumatore
Il progetto Campagna Amica mira a:
favorire lo sviluppo locale, valorizzando le risorse territoriali disponibili per
tutelare l’ambiente, curare il paesaggio e migliorare la qualità della vita in
campagna;
aprire le aziende ai consumatori e avvicinare la città alla campagna, anche
attraverso iniziative che coinvolgono le scuole;
tutelare la qualità dei prodotti (tracciabilità e rintracciabilità)
promuovere i prodotti tipici
Campagna Amica mira ad utilizzare tutti gli strumenti della
multimedialità, dall’editoria al video per promuovere ed
avvicinare il mondo agricolo.
Mensile Campagna Amica
Patto con il Consumatore
Fa parte del Progetto Campagna Amica il “Patto con il
Consumatore” (domenica 3 dicembre 2000)
Attraverso questo “Patto” l’imprenditore aderente a Campagna
Amica, si impegna ad offrire ai consumatori prodotti alimentari sani,
genuini e sicuri (I DOVERI)
Chiede che gli venga riconosciuto il diritto ad operare con certezze
legislative e regole economiche chiare (I DIRITTI)
I Doveri
Assicurare la continuità delle tradizioni alimentari attraverso le
produzioni regionali tipiche e di qualità
Adottare sistemi di certificazione volontaria e assicurare il rispetto
dei disciplinari delle produzioni biologiche e delle D.O.P.
Osservare le buone pratiche di lavorazione e le procedure per la
prevenzione dei rischi alimentari nella produzione e
trasformazione dei prodotti agricoli
Utilizzare sementi e mangimi esenti da O.G.M. come previsto dai
programmi Coldiretti “semina sicura” e “allevamento sicuro”
Impiegare concimi in dosi e modalità tali da non pregiudicare le
risorse idriche
Assicurare un corretto utilizzo di fitofarmaci e valorizzare i
programmi di difesa a basso impatto ambientale
Utilizzare mangimi esenti da sostanze nocive per la salute
dell’uomo ed il benessere degli animali
Adottare pratiche agronomiche che contribuiscano a mantenere
l’integrità e l’equilibrio idrogeologico del territorio
I Diritti
Approvazione in tempi rapidi di una nuova legge sull’impresa
agricola per renderla competitiva sul mercato
Definizione di nuove regole e politiche fiscali che sostengono
l’impegno e lo sviluppo delle imprese agricole
Equa distribuzione delle risorse comunitarie andando a favorire
chi fa davvero impresa
Dare all’impresa agricola la possibilità di disporre di logistica,
trasporti ed infrastrutture moderne
Adozione di provvedimenti per favorire nuove imprese e lo
sviluppo dell’occupazione in agricoltura
Riconoscimento del ruolo insostituibile che l’agricoltura svolge
per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente e del
mantenimento del paesaggio
Ruolo di Campagna Amica
Diventa fondamentale poter avvicinare sempre di più il
sistema dell’impresa agricola alla “Società Civile” in modo da
integrare da un lato l’offerta e dall’altro la domanda di nuovi
servizi.
Creazione di una nuova “corrente di pensiero sui prodotti
alimentari e sull’agricoltura italiana”.
Coldiretti attraverso Campagna Amica diventa promotore
dell’impresa intesa nel suo ruolo sociale.
Iniziative
Presenza nelle fiere di grande interesse locale e nazionale
(Fieragricola di Verona, Salone dei Sapori di Milano, Salone del
Gusto di Torino, ecc.)
Presenza nei momenti di aggregazione locale (sensibilizzazione
interna)
Partecipazione ad iniziative di forte natura sociale (promozione
delle produzioni tipiche italiane con riflesso sul sistema sociale)
Divulgazione della tipicità, qualità e tracciabilità delle produzioni
(realizzato nell’ambito delle tre iniziative elencate o attraverso
elementi di diffusione mediatica.)
Biodiversità
Il Ruolo di Campagna Amica, l’instaurazione del Patto con il
Consumatore ed altre iniziative di Coldiretti hanno come obiettivo
“intrinseco” anche la difesa della biodiversità.
Il termine “biodiversità” indica le varietà delle forme viventi in un
ambiente e viene studiata a tre livelli di organizzazione del mondo
vivente:
- a livello di geni;
- a livello di specie;
- a livello di ecosistemi.
Infatti, è l’insieme di tutte le possibili combinazioni di geni che si trovano
nelle specie animali e vegetali, e rappresenta un indispensabile
“serbatoio genetico” che consente il mantenimento della vita sulla terra.
La sopravvivenza di ogni specie dipende dalla varietà di popolazioni che
la compongono. Minor variabilità, minor possibilità di sopravvivenza.
Esempi di biodiversità in natura
La perdita della biodiversità purtroppo riguarda anche
le razze animali di interesse zootecnico.
Oggi vengono allevate pochissime razze moderne, più
adatte ad un allevamento di tipo industriale e quindi più
redditizie. Queste razze sostituiscono ovunque le vecchie
razze locali.
In Europa si è già estinta la metà delle razze di animali
domestici (bovini, ovini, caprini, equini, suini, ecc.) che
esistevano all’inizio del secolo scorso. Un terzo delle
rimanenti 770 rischia di estinguersi nei prossimi 20 anni.
(Tratto da uno studio dell’Università di Catania).
I benefici della conservazione delle razze zootecniche a rischio di
estinzione sono molteplici.
Il mantenimento del patrimonio genetico, senza il quale si
perderebbe la capacità di adattamento a bisogni e condizioni climatiche
ed ambientali che sono sempre mutevoli. Le razze locali hanno spesso
caratteristiche di pregio quali la resistenza alle malattie, un’alta fertilità,
buone qualità materne, longevità ed adattamento a dure condizioni e a
pasti di scarsa qualità. Queste caratteristiche sono tutte desiderabili per
un allevamento estensivo, rispettoso dell’ambiente e della salute umana.
Dall’allevamento delle razze locali si ottengono carne e latte di pregio
che servono per la produzione di formaggi e salumi di qualità.
Spesso, le razze zootecniche sono legati alle caratteristiche specifiche di
un territorio e, quindi, salvare una razza vuol dire mantenere un legame
con la memoria storica di quella zona.
ANCHE IN SICILIA C’E' IL RISCHIO CHE SCOMPAIANO PER
SEMPRE ALCUNE RAZZE LOCALI
Secondo i criteri indicati dalla FAO (2001) in Sicilia ci sono
nove razze animali a serio rischio di estinzione.
Vacca Modicana
Tipica della zona del Ragusano.
E’ una razza bovina rustica che si adatta
a vivere in condizioni molto difficili.
Viene allevata prevalentemente al pascolo.
Il suo latte, molto ricco di proteine e di altre
sostanze, viene trasformato in formaggi tipici di qualità come il
Ragusano e le provole. E’ elemento tipico del paesaggio agrario
dell’altopiano Ibleo. Dal 1983 al 1998 il numero di capi è sceso
vertiginosamente da 17.000 a poco più di 4.000.
Vacca Cinisara
Questa razza bovina, si trova
soprattutto nel territorio di Cinisi
(da cui il nome), è molto rustica e
viene allevata allo stato libero
nutrendosi di erbe spontanee. Il suo
latte è ricco di proteine ed è utilizzato per produrre alcuni
formaggi tipici come il caciocavallo palermitano e le
cosiddette provole/vastedde. Nell’ultimo decennio il
numero di capi si è dimezzato passando da 7.400 a
2489.
Pecora Barbaresca
E’ una razza ovina allevata
principalmente in provincia di
Caltanissetta. Da questa pecora
si ottiene sia il latte che la carne.
Deriva da incroci avvenuti nel corso dei secoli tra pecore
della razza Barbaresca proveniente dal nord Africa e
della razza Pinzirita siciliana. Viene allevata allo stato
libero e si nutre di quello che trova spontaneamente in
natura. Dal suo latte si ottengono ottimi formaggi di
qualità come il pecorino siciliano e il canestrato misto.
Attualmente esistono circa 7.000 capi, ma nel 1991
erano addirittura 26.000
Capra Girgentana
E’ una razza caprina che ha la
caratteristica di possedere delle
grandi corna a forma di cavaturaccioli.
Viene allevata allo stato libero in
provincia di Agrigento (antico “Girgenti” da cui prende il
nome), producendo molto latte; per questo motivo, viene
soprannominata “la vacca dei poveri”. Dal latte si
ottengono diversi formaggi caprini molto apprezzati per
la loro genuinità.
Purtroppo oggi rimangono soltanto 330 capi ed il numero
continua a scendere.
Capra Argentata dell’Etna
E’ una capra originaria dell’Etna,
ma viene allevata allo stato libero
anche nelle province di Enna,
Messina e Palermo. Si tratta di una
razza molto rustica da cui si ottiene
un latte ricco di proteine e di altre sostanze nutritive
utilizzato per produrre diversi formaggi tipici di qualità. Il
numero di capi è purtroppo in costante diminuzione e
oggi la sua consistenza è intorno ai 4.000.
Suino Nero dei Nebrodi
Si tratta di un piccolo maiale dal
caratteristico colore nero, che
viene allevato nelle montagne delle
Madonie e dei Nebrodi nutrendosi di
ghiande e di altri prodotti spontanei.
E’ molto apprezzato dai consumatori perché dalle sue
carni si ottengono alcune produzioni tipiche di qualità
come il salame di S. Angelo di Brolo e il prosciutto di
Nicosia. La situazione per questa razza è
particolarmente grave poiché il numero di capi
attualmente esistente è, secondo recenti stime, soltanto
di 560.
Cavallo Sanfratellano
Secondo le locali tradizioni,
questo cavallo discende dagli
antichi fondatori dell’antico paese
di San Filadelfio, oggi San Fratello
situato sui Nebrodi in provincia di Messina, e cioè dei
Lombardi arrivati in Sicilia nell’XI secolo. Oggi viene
allevato prevalentemente allo stato brado in vaste aree
boschive sui Monti Nebrodi dove, con un po’ di fortuna, è
possibile ammirarlo durante le escursioni in quei luoghi. Il
numero di cavalli che ancora esistono è purtroppo basso,
poco più di 800.
Cavallo Puro Sangue Orientale
Si tratta di un cavallo allevato allo
stato libero principalmente nella
provincia di Catania. Questa razza
ha delle caratteristiche molto rustiche
che lo rendono adatto anche ai difficili
lavori agricoli, tuttavia, viene utilizzato
pure per la corsa e le gare di lunga distanza. E’ una
razza di origine araba, ma si è adattato a vivere molto
bene in Sicilia. Attualmente ne esistono soltanto poche
decine di capi allevate presso l’Istituto d’Incremento
Ippico di Catania.
Asino Ragusano
Questa razza ha avuto origine
nei comuni di Ragusa, Modica,
Scicli e S. Croce Camerina dove
è stata selezionata in seguito ad
incroci tra l’asino di Pantelleria e
quello Siciliano. Le principali attitudini sono quelle da tiro,
soma e produzione mulina. Purtroppo oggi il numero di
capi rimasti è drammaticamente basso, circa 200, e
questa razza rischia di estinguersi definitivamente nei
prossimi decenni.
Specie Vegetali a rischio di estinzione in
Sicilia
Sono 314 (dati emersi nel corso del seminario
organizzato dall'Accademia dei Lincei “Estinzioni
di massa e biodiversita” 2004).
Alcuni sono frammenti di un’antica foresta che
ricopriva l’isola:
Quercia spinosa
Pini d’Aleppo di Vittoria
Macchia Foresta del Fiume Irminio
Alcune di queste piante hanno condizionato usi
e costumi locali:
Orniello (Frassino da manna delle Madonie)
Carrubo (In provincia di Ragusa si produce il
70% della produzione nazionale)
Le Fattorie Didattiche
Nell’ambito del contesto territoriale, multifunzionale ed
ecosostenibile dell’agricoltura si collocano le Fattorie
Didattiche, grande strumento educativo dei cittadini.
Esse nascono per offrire una maggiore integrazione tra
agricoltura e scuole e contribuisce alla crescita dei cittadini più
consapevoli e rispettosi dell’ambiente.
La visita in fattoria diventa la chiave per comprendere il
territorio ed apprendere il legame che unisce i comportamenti
quotidiani e la salvaguardia dell’ambiente.
E’ un’occasione per capire il lavoro che sta dietro ad ogni
singolo prodotto delle nostre tavole e rivalutare agli occhi dei
ragazzi il lavoro dell’agricoltore (custode del territorio).
L’imprenditore agricolo è una figura
determinante che ponendosi accanto
all’insegnante è in grado di accompagnare
i bambini nel loro processo di scoperta.
Requisito essenziale è la conoscenza del
territorio su cui opera l’imprenditore
La provincia
I di Ragusa
l
Un isola nell’isola, come si
usa ripetere un’espressione
alquanto abusata.
Meglio:una Sicilia altra, che
ha assai poco della Sicilia;
che si presenta più
sviluppata, più dinamica,
più agiata di tante altre aree
regionali caratterizzate,
invece, da arretratezza e
marginalità (Amata, 2001).
La provincia
di Ragusa
I
l
Popolazione residente (censimento ISTAT 2001) 295.264 abitanti
Dati economici del territorio ibleo:
La provincia di Ragusa presenta tassi annui di crescita economica che ormai
si sono stabilizzati su livelli sostenuti
1991-95: incremento dell’1,3% pari al dato medio nazionale rispetto ad una
situazione, del resto della Sicilia, statica (dati ISTAT, 1999).
1997: reddito pro capite pari a € 12395 contro la media delle provincie di
Catania, Agrigento e Caltanissetta pari a € 9068.(Istituto Tagliacarne, 1999).
Tasso di disoccupazione nel 1997 pari al 14% rispetto al 24,3% della media
regionale.
I
l
Volano di questa felice anomalia è l’agricoltura che contribuisce alla
tenuta del settore primario siciliano.
Considerato che nella provincia iblea vive circa il 6% della popolazione
regionale, nel 1997(dato costante) si è prodotto il 20% della PLV
dell’agricoltura siciliana.
Ragusa è la provincia italiana a maggiore dipendenza dalle attività
agricole.
Importante connubio tra agricoltura e sviluppo locale.
I
Orticoltural e zootecnia voci fondamentali nel settore primario della
provincia iblea
Prodotti dell’allevamento: 13,8% della PLV provinciale
Orticoltura in pieno campo ed in serra: circa il 50% della PLV
Grano
Vite
Carrubo
“I motori di una vasta trasformazione del
paesaggio agrario e della struttura sociale”
(Barone, 1913)
Ma via via si è assistito ad una riduzione di queste tre aree che sono
andate esaurendo la loro carica propulsiva.
I
Dal Censimento
dell’agricoltura effettuato nel 1990 si può verificare
l
che:
Superfici a grano 14,2% della SAU provinciale (valore molto basso per
una coltura un tempo vitale per l’economia della zona)
Riduzione dei vigneti – in aree più ristrette che però attualmente
hanno raggiunto livelli di efficienza notevoli a livello qualitativo e
quantitativo.
Il carrubo rimane statico con una tendenza alla riduzione
(estirpazione, patologie, eventi atmosferici)
Di contro:
I
Ampia crescita
delle ortive (ampliamento delle superfici impiegate di
l
oltre 2/3 nel ventennio 1970-90)– fascia trasformata
In pieno campo nella zona di Ispica
Colture protette nei comprensori di Vittoria, Santa Croce Camerina,
Scicli, Ragusa)
Ragusa al secondo posto tra le provincie italiane in cui si producono
ortive (dati relativi al 1997).
Solido consolidamento della zootecnia iblea – grandi innovazioni
Strutture all’avanguardia
Selezione genetica
Aspetti sanitari
Incremento dei pascoli permanenti al 21,7% della SAU.
I
l
“…quell’aprica, popolata, ed assai fruttifera pianura di Ragusa
rappresenta meglio, che ogni contrada di Sicilia, certe ben
ordinate campagne forestiere; avvengachè è divisa in poderi, o
massarie di venti, trenta, cinquanta e più salme: e queste sono
partite in campicelli di due, o di tre salme, chiusi con muriccioli di
pietre sovrapposte.” (Paolo Balsamo, Viaggio da Ragusa a Modica,
1808).
AziendeI tipo:
l
Ad indirizzo cerealicolo – zootecnico
-
con allevamenti di tipo intensivo destinati alla produzione di
latte di massa;
-
con allevamenti di tipo semi-estensivo destinati alla
produzione di latte dalla cui trasformazione si ottengono
formaggi tipici.
Ad indirizzo orticolo
Ad indirizzo viti – vinicolo
Ad indirizzo arboreo
I
Geografia
l del territorio ibleo
Il territorio ibleo, delimitato dal canale di Sicilia a sud e dalle province di
Caltanissetta, Catania e Siracusa da est a ovest, è costituito da un'area
prevalentemente collinare, occupata quasi per intero dall'altopiano dei monti
Iblei, la cui cima più alta, il Monte Lauro, raggiunge 986 metri di altezza.
Zone pianeggianti sono comunque presenti nell`area settentrionale del
territorio, corrispondente alla valle dell'Ippari, comprendente i comuni di Acate,
Comiso e Vittoria, e costituente il maggiore sostegno agricolo della provincia.
Il territorio, in prevalenza calcareo, presenta un aspetto piuttosto arido e
pietroso, anche se alcune zone (tipo Ispica, agri di Comiso) presentano terreni
profondi, mentre altre (Giarratana) si presentano argillose a differenza della
maggior parte a carattere sabbioso-limoso.
I
Caratteristici
sono i "muri a secco", che come una ragnatela intessono l'intero
l
territorio, costituendo insieme al carrubo un elemento dominante del
panorama ibleo.
L'opera di disboscamento incontrollato effettuata dall'uomo nei secoli passati,
che ha privato il terreno della sua naturale umidità, e la scarsità delle piogge
contribuiscono ad una difficile e carente situazione idrica.
Pochi e brevi i fiumi: l'Acate o Dirillo (53 Km.), l'Ippari, l'Irminio.
Un'altra importante caratteristica della zona è la presenza di veri e propri
canyons o cave, scavate dalle acque dei torrenti che, non assorbite dal
calcare impermeabile del suolo Ibleo, hanno formato solchi sempre piu`
profondi ed estesi.
Una importante risorsa idrica è stata fornita dalla realizzazione di dighe, come
quelle sui fiumi Irminio (detta di S. Rosalia), Dirillo (presso Licodia Eubea) e
Mazzarrone (presso Chiaramonte).
I
La flora l è di tipo prevalentemente mediterraneo, differenziata in base alla
altimetria: querce e platani nelle zone montuose, affiancate da oleandri, fichi,
acanti, capperi, canne e soprattutto carrubi, nei restanti territori.
La fauna non è sicuramente fra le più ricche: conigli selvatici, donnole e volatili,
più che altro nelle zone montuose, ma anche uccelli rari come il fenicottero rosa,
la spatola e il falco pescatore, nelle zone più paludose (lungo le dighe) e
gabbiani, nelle diverse specie, nelle zone costiere.
Il clima, ovviamente mediterraneo, varia, con inverni piuttosto freddi ed estati
calde e secche nelle zone più interne e sui monti, e diviene più mite ed umido
nel litorale per l'influenza del mare (precipitazioni medie annue 600mm).
I
Prodottil tipici in provincia di Ragusa
Il prodotto tipico
La definizione di prodotto alimentare tipico potrebbe essere la seguente: un
prodotto elaborato da tempi remoti, in una determinata zona, secondo una
tecnologia che è rimasta immutata nel tempo utilizzando materie prime prodotte
in quella zona.
Condizioni necessarie, però non sufficienti in quanto deve essere distinguibile
dai prodotti simili.
E’ necessario che esista almeno una caratteristica (o meglio alcune
caratteristiche) valutabile oggettivamente, che consenta di distinguere quel
prodotto dagli altri simili. E questa caratteristica deve essere inequivocabilmente
legata al territorio e non deve poter essere modificabile dall'intervento dell'uomo.
Marchi D.O.P.,I.G.P., D.E.C.O.
Strumenti di tutela e non di promozione
I
Marchi
D.O.P. e I.G.P.
l
Regolamento CE 2081/92
Denominazione d'Origine Protetta
Riconoscimento assegnato ai prodotti agricoli ed alimentari le cui fasi del
processo produttivo, vengano realizzate in un’area geografica delimitata e il cui
processo produttivo risulta essere conforme ad un disciplinare di produzione.
Queste caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente
all’ambiente geografico, comprensivo dei fattori naturali ed umani.
Marchi D.O.P. e I.G.P.
Regolamento CE 2081/92
Indicazione Geografica d Provenienza
Il termine "IGP" è relativo al nome di una regione, di un luogo determinato o,
in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o
alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e
di cui una determinata qualità, la reputazione o un'altra caratteristica possa
essere attribuita all'origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione
e/o elaborazione avvengano nell'area geografica determinata.
Il legame con il territorio è presente in almeno uno
degli stadi della produzione, della trasformazione o
dell'elaborazione del prodotto.
I
Disciplinare
di produzione
l
Il disciplinare è un insieme di indicazioni e/o prassi operative da rispettare dal
produttore relativamente a:
il nome del prodotto agricolo o alimentare DOP o IGP;
la descrizione del prodotto agricolo o alimentare mediante indicazione delle
materie prime, se del caso, e delle principali caratteristiche fisiche, chimiche,
microbiologiche c/o organolettiche dello stesso;
la delimitazione della zona geografica e gli elementi che comprovano il legame
del prodotto agricolo o alimentare con la zona geografica di riferimento;
la descrizione del metodo di ottenimento del prodotto e/o i metodi locali, leali e
costanti unitamente agli elementi che comprovano il legame o l'origine con
l'ambiente geografico;
i riferimenti relativi agli organismi di controllo;
gli elementi specifici dell'etichettatura connessi alla dicitura DOP o IGP, a
seconda dei casi, o le diciture equivalenti;
le eventuali condizioni da rispettare in forza di disposizioni comunitarie e/o
nazionali.
I
I Riconoscimenti
DOP e IGP a livello europeo ( dati Nomisma settembre
l
2003)
Totale Paesi UE: 622 prodotti agroalimentari
375 DOP
247 IGP
Francia:
131 prodizioni a marchio tutelato (21,1% del paniere UE)
Italia:
130
Portogallo:
85
Grecia:
81
Spagna:
70
Categoria merceologica più rappresentativa è quella dei formaggi:
150 prodotti a marchio tutelato (139 DOP e 11 IGP) – Francia 41
riconoscimenti, Italia 30
Prodotti ortofrutticoli e cerealicoli:
141 prodotti a marchio tutelato – Italia 36 riconoscimenti
I Riconoscimenti DOP e IGP a livello italiano ( dati Nomisma settembre
I
2003)
l
Ortofrutta e cereali:
36 riconoscimenti
4 DOP – 32 IGP
Formaggi:
30 riconoscimenti DOP
Oli di oliva:
30 riconoscimenti
29 DOP – 1 IGP
Salumi e carni preparate:
26 riconoscimenti
21 DOP – 5 IGP
Altri prodotti:
8 riconoscimenti
4 DOP – 4 IGP
I Riconoscimenti DOP e IGP a livello italiano ( dati Nomisma settembre
I
2003)
l
Emilia - Romagna:25 riconoscimenti
14 DOP – 11 IGP
Veneto:
20 riconoscimenti
11 DOP – 9 IGP
Lombardia:
19 riconoscimenti
14 DOP – 5 IGP
Toscana:
14 riconoscimenti
6 DOP – 8 IGP
Sicilia:
13 riconoscimenti
8 DOP – 5 IGP
Piemonte:
12 riconoscimenti
10 DOP – 2 IGP
Campania:
11 riconoscimenti
6 DOP – 5 IGP
Calabria:
10 riconoscimenti
9 DOP – 1 IGP
Lazio:9 riconoscimenti
5 DOP – 4 IGP
Puglia:8 riconoscimenti
8 DOP
I
l
Prodotti DOP & IGP siciliani
FORMAGGI
Pecorino Siciliano (DOP) Reg. CE n.1107/96
Ragusano (DOP) Reg. CE n.1263/96
OLI DI OLIVA
Monti Iblei (DOP) Reg. CE n. 2325/97
Valli Trapanesi (DOP)
Val di Mazara (DOP)
Monte Etna (DOP)
ORTOFRUTTICOLI
E CEREALI
Arancia Rossa di Sicilia (IGP)
Cappero di Pantelleria (IGP)
Nocellara del Belice (DOP)
Uva da Tavola di Canicattì (IGP)
Ficodindia dell’ Etna (DOP)
Pomodoro di Pachino (IGP)
Uva da Tavola di Mazzarrone (IGP)
Le D.O.P.
della provincia di Ragusa
I
l
Ragusano D.O.P.
Olio D.O.P. Monti Iblei
Pecorino Siciliano D.O.P.
I
l
Considerazioni sui riconoscimenti comunitari
Da un indagine Nomisma emerge che il sistema dei prodotti tipici a
denominazione d’origine, dopo oltre un decennio dall’emanazione del
regolamento comunitario che ne ha istituito e formalizzato la tutela,
presenta ancora forti criticità.
Il consumatore sembra ancora poco informato sui marchi DOP e IGP,
non solo in relazione alla loro esistenza ma soprattutto per quello che
riguarda il loro significato e le garanzie che sottintendono. Scarso
incremento delle quantità a marchio DOP e IGP, tra il 2001 ed il 2002
soltanto il 3% pur avendo avuto un notevole incremento delle
denominazioni registrate, a fine 2000 da 108 a 130.
Il produttore a volte sembra porre poca fiducia nei marchi di tutela, nel
2002 si è certificato soltanto il 37% del prodotto potenzialmente
marchiabile.
Maggiore priorità alla corsa al riconoscimento comunitario che alla
successiva commercializzazione a marchio.
Le Fattorie Didattiche
Nell’ambito del contesto territoriale, multifunzionale ed
ecosostenibile dell’agricoltura si collocano le fattorie
didattiche, grande strumento educativo dei cittadini.
Esse nascono per offrire una maggiore integrazione tra
agricoltura e scuole e contribuisce alla crescita dei cittadini più
consapevoli e rispettosi dell’ambiente.
La visita in fattoria diventa la chiave per comprendere il
territorio ed apprendere il legame che unisce i comportamenti
quotidiani e la salvaguardia dell’ambiente.
E’ un’occasione per capire il lavoro che sta dietro ad ogni
singolo prodotto delle nostre tavole e rivalutare agli occhi dei
ragazzi il lavoro dell’agricoltore (custode del territorio).
I
Tra le diverse attività previste nell’ambito del progetto di
l
educazione alla Campagna Amica, vi è infatti la sensibilizzazione
dei soci ad investire in attività educative, attraverso la
valorizzazione delle loro imprese come luoghi di apprendimento.
In relazione ai criteri nazionali:
le iniziative sul territorio dovranno essere articolate in due
momenti inscindibili: quello teorico di strumentazione didattico
educativa, prevalentemente in aula, e quello pratico di effettivo
incontro con la realtà agricola privilegiando le aziende didattiche.
Il servizio didattico può essere proposto a differenti livelli e con
diverse intensità.
In base a ciò, si potrebbero configurare quattro differenti tipologie
di approccio praticato dagli operatori agricoli:
LE
I
FATTORIE
l
APERTE
Sono le fattorie che si aprono, in occasioni speciali, ad
un incontro con il consumatore, pur non dotandosi di
particolari attrezzature.
Investono in chiarimenti e spiegazioni verso i propri
ospiti in situazioni reali e peculiari, legate spesso ad
eventi rilevanti del proprio territorio. Tipiche di questa
fascia di imprese sono quelle che si aprono in
occasione di feste dedicate al vino o a qualche altro
prodotto, o ricorrenza.
Vedi Cantine Aperte.
I
FATTORIE
l
LE
DIRETTA
APERTE con VENDITA
Uniscono alla prima attività descritta anche la vendita
diretta dei prodotti, nelle medesime occasioni, e
pertanto si devono assoggettare agli adempimenti
previsti fiscalmente ed ai vincoli di tutela e di garanzia
stabiliti dalle norme di salvaguardia delle condizioni
igieniche.
I
FATTORIE
l
CULTURALI - RICREATIVE
In questa categoria rientrano le imprese agricole che
svolgono iniziative organizzate con investimenti
professionali, sviluppando funzioni educative rispetto a
differenti attività, tutte ben compatibili con l’ambiente
agricolo e con la vita di campagna:
corsi di educazione al gusto, addestramento al tiro con
l’arco, scuola ippica, apprendimento attività artigianali,
ecc., facendo forza sulla promozione dei corsi
educativi legati alle peculiari capacità dell’imprenditore
ed all’interesse per il mercato esterno dei potenziali
fruitori.
I
FATTORIE
l
DIDATTICHE
Assumono iniziative di contatto diretto con il mondo
dell’istruzione e con diversi istituti scolastici (ma anche con
altre realtà organizzate quali associazioni giovanili, scout,
ecc.) al fine di far scoprire ai giovani le caratteristiche della
vita e del lavoro di campagna. Sono vere aziende agricole
che accolgono gruppi e nascono sia dalla necessità di
trovare un reddito supplementare per gli agricoltori che per
la comunicazione diretta fra agricoltore e cittadino. Nelle
fattorie didattiche sono gli stessi agricoltori che attraverso
un coinvolgimento attivo fanno conoscere ai ragazzi la vita
degli animali, l’origine dei prodotti che consumano,
stimolando lo spirito critico e la curiosità.
I
L’interesse
per la FATTORIA DIDATTICA è da ricercare
l
nella possibilità che esse possono offrire in termini di
legame con la dimensione sociale, economica, tecnica,
politica, culturale dell’ambiente. Una visita in fattoria
rappresenta un’opportunità per conoscere il territorio nella
sua globalità produttiva e culturale, per comprendere il
proprio ambiente attraverso la conoscenza e l’esperienza
diretta, per favorire il rapporto scuola/realtà locali.
Educazione al territorio attraverso un vivo legame tra
istituzioni scolastiche e luoghi di vita e di lavoro.
I
CITY
l
FARMS o FATTORIE DI ANIMAZIONE
Sono delle strutture situate in ambito urbano o
periurbano che hanno l’obiettivo di permettere ai cittadini
di scoprire il legame che unisce mondo rurale ed urbano.
Esse non sono imprese agricole ma una sorta di
esposizione della realtà agri-naturalistica creata ad hoc
per scopi educativi. Sorgono in genere su terreni ed
edifici di proprietà pubblica e sono gestite da animatori e
volontari di associazioni no profit. Sono diffuse in diversi
paesi europei e raggruppate nel 1990 in una rete
europea European Federation of City Farms
LA
I
SITUAZIONE
l
IN ITALIA ED IN EUROPA
E’ nei Paesi del Nord Europa che avviene la nascita e lo
sviluppo di luoghi di amicizia tra natura e uomo.
Questi luoghi (fattorie) si ispiravano alle idee di un
movimento americano:
CLUB 4H
HEAD
HEALTH
HEART
HAND
a fondamento dell’idea globale di una pedagogia attiva.
I
PRIMEl
ESPERIENZE
Sono da collocarsi all’inizio del ‘900 con un progressivo
sviluppo in Germania, nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, nel
Belgio ed in Francia.
Grande sviluppo in Francia a partire dai primi anni 70 ad oggi:
circa 1300 organizzate in 18 reti. Ciascuna di esse ha una
propria carta della qualità e sottoscrive un contratto con la scuola
in visita.
Nel 1992 nasce una “commissione interministeriale” coordinata
dal Ministero dell’Agricoltura e di cui fanno parte 4 Ministeri:
Agricoltura, Ambiente, Giovani-Sport, Educazione.
La commissione ha il compito di informare le fattorie didattiche
sui diversi regolamenti applicabili alle strutture.
I
Annualmente
una commissione interministeriale fornisce
l
indicazioni pratiche sulla pedagogia in fattoria e sulla sicurezza e
organizzazione.
Dal 1985 è attivo il GIFAE – Gruppo Internazionale Fattorie
Didattiche
In Italia il fulcro dello sviluppo delle fattorie didattiche è stata la
zona di Cesena:
Caratterizzata da numerose realtà cooperative abituate a
ragionare collettivamente ed operanti nel settore ortofrutticolo
con grande attenzione alle esigenze del mercato in materia di
produzioni ecocompatibili.
I
Dal 1990
l la provincia di Forlì – Cesena, attraverso l’Osservatorio
Agroambientale, propone alle scuole dell’obbligo il progetto
didattico “Agricoltura, Ambiente, Alimentazione”.
Nell’ambito del progetto le giornate in fattoria presso le aziende
della rete delle fattorie didattiche ecologiche.
Al fine di potenziare le loro attività hanno presentato al Ministero
dell’Ambiente il progetto “City farms – Rete di fattorie didattiche
biologiche per l’educazione ambientale ed i consumi consapevoli ”
Il progetto prevede:
la produzione di materiali per le fattorie didattiche,
un censimento nazionale delle fattorie didattiche,
l’organizzazione di un incontro nazionale,
la promozione di una rete a livello nazionale.
I
Il censimento
è stato realizzato nell’anno 2000, l’adesione è stata
l
volontaria.
Sono state rilevate 276 esperienze.
Nell’anno 2002 è stato effettuato un aggiornamento che ha portato
a 444 le realtà censite.
Delle 276 realtà censite nel 2000:
3 sono City Farms promosse dai comuni di Torino, Pavia e Roma
273 sono Fattorie Didattiche (120 aziende agrituristiche)
In particolare 131 aziende biologiche, 139 imprenditori hanno
partecipato a corsi di formazione per l’attività didattica in azienda,
170 aziende distribuiscono materiale didattico/informativo.
I
Dal censimento
effettuato nel 2002 si è rilevato che:
l
le fattorie censite sono dislocate su tutto il territorio nazionale, con
netta prevalenza nel Nord Italia.
Piemonte
Liguria
Lombardia
Trentino
Emilia Rom.
Lazio
Marche
25
3
73
32
196
18
7
Abruzzo
Umbria
Toscana
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
9
5
9
13
6
7
4
E’ stata rilevata la presenza di 10 reti di fattorie didattiche.
I
Proposte
didattiche
l
Ricche e diversificate e improntate su una pedagogia attiva.
Tra le reti più attive, quella dell’Emilia Romagna. Essa stabilisce
alcuni requisiti di base per le fattorie didattiche:
Adozioni di sistemi a basso impatto ambientale;
Rappresentatività rispetto alla realtà agricola territoriale;
Varietà produttiva, completezza;
Motivazione e capacità di comunicazione dell’imprenditore;
Strutture idonee all’accoglienza.
Elaborazione della Carta delle Qualità delle Fattorie Didattiche:
Formazione Agricoltori, Didattica, Accoglienza, Sicurezza
I
Carta degli
impegni delle fattorie didattiche
l
Orientamento nella fase sperimentale di attuazione sul territorio
Funzione educativa delle imprese agricole da aggiungersi alla primaria
funzione produttiva.
Impegni
Colui che svolge attività agricola si impegna ad accogliere i
visitatori presso le proprie strutture ed a testimoniare il proprio
Stile di fare agricoltura che non si limita alla sola produzione ma
anche alla divulgazione di saperi, tradizioni e cultura rurale.
I
Fare agricoltura
anche assumendo come obiettivo il servizio al
l
cittadino, consumatore di alimenti e fruitore dell’ambiente naturale,
Poiché l’attività produttiva non deve essere separata dalla cura nei
confronti dell’ambiente, del paesaggio, dell’alimentazione, cioè
verso la società, con forte attenzione in merito alla salute dei
consumatori.
L’agricoltura può dare alla collettività la possibilità di evasione:
-
dalla mala alimentazione;
-
dallo stress dell’urbanizzazione forzata;
-
dalla trascuratezza e dal degrado dell’ambiente.
I
L’agricoltore
sviluppa il concetto di multifunzionalità
l
dell’impresa agricola (art.2135 c.c.), intesa come percorso che
conduce verso la produzione agricola più rispettosa degli uomini,
del territorio, della società, degli animali, quindi mirando ad
obiettivi sociali oltre che economici.
Un’agricoltura:
-
affidabile e sicura per i beni alimentari che produce;
corresponsabile nella tutela del territorio, del paesaggio e
della promozione dello sviluppo locale;
protagonista nel difendere il patrimonio ambientale, le
risorse naturali e la biodiversità;
condotta da imprese efficaci economicamente e con un
basso impatto ambientale.
L’agricoltore aderisce ad un’idea pedagogica che mira alla visione
pratica dell’apprendimento, volta a stimolare l’osservazione e la
scoperta, ovvero l’imparare facendo e vedendo fare, tipica del
lavoro agricolo.
Si impegna a contribuire alla costruzione dell’identità dei giovani,
sia attraverso la valorizzazione e la riscoperta del territorio rurale
ed il consolidamento dei legami con le loro radici, ma anche
promuovendo un’educazione alimentare che favorisca un
approccio anche culturale verso il cibo.
OFFERTA DIDATTICA
Ovvero:
interesse a fare sperimentare un’immagine vera e concreta dell’attività di
campagna e della natura;
accoglienza dei ragazzi preferibilmente nell’età dell’obbligo scolastico;
impegno verso la formazione e l’aggiornamento sui temi pedagogici,
dell’accoglienza, della comunicazione e della conduzione dei gruppi;
importanza di estendere l’impegno oltre l’obbligo scolastico per favorire
l’attività pratica ed il consolidamento di figure professionali specializzate
per l’agricoltura;
disponibilità ad essere inseriti in un progetto didattico che intenda
valorizzare le attività delle imprese;
creazione di un programma di visita adatto al livello scolastico degli
studenti in collaborazione con gli insegnanti;
a conclusione dell’esperienza offrire a ciascuno degli ospiti una o più
testimonianze della visita ed a redigere una scheda di valutazione
dell’esperienza.
impegno a garantire una sempre migliore e più sicura accoglienza ai
giovani ospiti, infatti:
accesso facilitato alle aziende da opportuna segnaletica stradale ed
impegno a rendere possibile la sosta dei pullman in prossimità
dell’azienda;
presenza di sistemi di sicurezza previsti dalla legge (antincendio, luci di
emergenza, ecc) e di contatti con i presidi sanitari più vicini;
presenza di almeno un locale di accoglienza attrezzato e coperto e/o
scoperto per l’intrattenimento dei gruppi, con garanzie di sicurezza e di
igiene (servizi e acqua potabile) adeguati al numero dei partecipanti ed a
norma di legge; assicurazione di responsabilità civile sull’azienda contro
danni alle persone ospitate, intossicazioni alimentari, incendi, ecc.
percorsi di sicurezza, inaccessibilità ad attrezzature e sostanze pericolose,
circoscrivendo e segnalando le aree di rischio;
permettere, nel corso della visita, l’avvicinamento agli animali nel rispetto
delle norme di sicurezza e della salvaguardia delle condizioni sanitarie e
nel rispetto degli animali domestici, e ad azionare, quando compatibile con
le pratiche aziendali, macchine operatrici ai fini dimostrativi sempre
attenendosi alle norme di sicurezza;
dare la possibilità di toccare con mano alcune attività campione senza
inficiare la generale condizione di salvaguardia economica delle
produzioni ed evitando contatti di ogni tipo con animali che possano
comportare potenziali rischi di malattie contagiose per l’uomo e gli animali
stessi;
possibilità di poter offrire una merenda o una degustazione con alimenti
provenienti prevalentemente dall’azienda stessa nel rispetto delle norme
sanitarie in vigore.
Spazi attrezzati.
Le attività in una Fattoria Didattica
Innanzitutto ogni Fattoria Didattica dovrebbe avere una brochure di
presentazione dove vengono illustrate le principali informazioni utili
per poter capire la proposta educativa, e quindi:
• denominazione dell’azienda ed eventuale logo;
• indirizzo;
• come raggiungere l’azienda (evidenziare un eventuale spazio per
il pullman);
• descrizione dell’azienda (produzioni, storia, contesto territoriale,
ecc);
• attività didattica proposta;
• periodo di attività e numero di bambini ospitabili;
• contributo richiesto.
Programmazione delle attività
• Le attività di una fattoria didattica” sono da progettarsi
primariamente in funzione delle attività svolte
dall’impresa agricola in vista di educare i bambini al
sapere pratico contenuto in quelle attività.
• Le attività possono essere accompagnate da poster
disegnati, da piccole attività manuali. Occorre infatti
liberare la fantasia e immaginare di spiegarlo ai propri
figli, quindi:
evitare di concettualizzare troppo, svelare i segreti,
sostare nel silenzio ed osservare.
Importante
Ai bambini piace fare le cose, mettere le mani in pasta.
Imparano facendo, soltanto nella preadolescenza inizia
la fase della concettualizzazione.
Pedagogia attiva
Di fondamentale importanza il contatto con i viventi, gli
animali e le piante nel loro ambiente naturale e con i cicli
del lavoro produttivo.
Importante
Quando arrivano le scolaresche siano accolte con un
caloroso benvenuto, proponendo un giochino di gruppo
per i bambini posti in cerchio o in altro modo.
Successivamente inizieranno le attività secondo le tappe
progettate.
Alcuni esempi di attività con i bambini
Quando arrivano le scolaresche siano accolte con un
caloroso benvenuto, proponendo un giochino di gruppo
per i bambini posti in cerchio o in altro modo.
Successivamente inizieranno le attività secondo le tappe
progettate.
Esempi:
•
•
•
Conoscere la terra
odore, colore, consistenza, gallerie costruite dalle diverse forme di
vita che la abitano, ecc.
Laboratorio del gusto
con l’ausilio di schede didattiche conoscere i diversi prodotti
dell’azienda agricola, attraverso la degustazione e la scoperta dei
diversi aggettivi che permettono di dare un nome ai diversi sapori,
odori e colori.
Conoscere le siepi e gli alberi
osservare siepi ed alberi che circondano la fattoria e, con l’ausilio di
schede, dare loro un nome e scoprirne l’utilità, valorizzare la
biodiversità, conoscere la fauna che vi trova rifugio, capire
l’importanza per l’attività agricola.
•
•
•
L’orto
visitarlo per scoprire come funziona, per capire la stagionalità delle
singole verdure, per apprezzare anche la diversità e l’uso che se ne
può fare.
Fare l’orto assieme
I vari cicli
dal grano al pane;
dall’uva al vino;
dal latte al formaggio;
olio, miele, ecc.
I vari laboratori
fare il pane;
fare il vino;
fare il formaggio;
fare l’olio, il miele.
• Il pollame
la gallina, il gallo, le uova e la riproduzione nel pollaio.
• Escursioni nei campi
visita alle coltivazioni con descrizione (linguaggio molto
semplice) dei metodi di lotta integrata o biologica.
• Animali della fattoria
contatto con gli animali per stabilire rapporti di rispetto e
conoscenza, modalità di allevamento, anatomia e
“fisiologia” degli animali;
alimentare insieme i vitellini;
gli animali da cortile, il cavallo, l’asino;
accarezzare gli animali.
• Il fiume ed il laghetto
analizzare l’ecosistema fluviale (flora e fauna), il ciclo
dell’acqua, l’importanza del fiume nell’attività produttiva.
• Erbe e piante aromatiche
scoprire l’odore delle erbe aromatiche (rosmarino, salvia,
timo, menta, ecc.) attraverso l’olfatto, sperimentare il loro
Sviluppo ed utilizzo dei sensi
uso nell’alimentazione.
• Utilizzo delle piante officinali
visita e riconoscimento delle piante officinali, illustrazione
dei sistemi di estrazione, possibilità di assistere o
partecipare a distillazioni o manipolazioni di estratti.
•
•
•
•
La serra
illustrazione ed osservazione dei vegetali e dell’ambiente di
coltivazione e di come l’uomo possa costruire un ambiente adatto a
coltivare anche quando fuori è freddo.
Il frutteto
Alberi, foglie, fiori, frutti. Raccolta ed utilizzo.
Suoni e rumori del bosco
ascoltare e riconoscere il bosco,dare un nome ed un “volto” ai suoni
ed ai rumori.
Sviluppo ed utilizzo dei sensi
L’agricoltura e l’acqua
l’acqua è la vita delle piante; come e quanto le piante assumono
acqua, quando dare l’acqua e come somministrarla.
•
•
•
•
•
L’ape
miele, cera, impollinazione.
Il baco da seta
dalle foglie del gelso, all’allevamento dei bachi, al filo di seta, ai
tessuti.
Le stagioni in campagna
cosa succede in campagna con il variare delle stagioni;
(adottare un albero o un animale).
Le tracce
percorso didattico attraverso il riconoscimento di tracce visive,
sonore; tecnica di rilevamento delle impronte, imparare a riconoscere
e dare un nome agli animali che le hanno lasciate.
L’agricoltura e l’acqua
l’acqua è la vita delle piante; come e quanto le piante assumono
acqua, quando dare l’acqua e come somministrarla.
•
•
•
•
•
Fiabe, leggende, canzoni, poesie
scoprire la cultura rurale, le antiche abitudini, attraverso l’arte
semplice delle nostre campagne (racconti dei nonni…).
Lo spaventapasseri
costruire insieme lo spaventapasseri per poi metterlo nei campi,
ricordo dell’agricoltura passata.
Disegno
disegnare e dipingere la natura;
(adottare un albero o un animale).
Scoprire gli insetti
osservare con la lente o il microscopio ottico gli insetti trovati nelle
piante, scoprire che alcuni sono utili mentre altri no.
La sostanza organica
l’importanza per la vita nel terreno. Ciclo della sostanza organica e
del carbonio. Compost.
•
•
•
•
•
L’uovo
La raccolta nel pollaio, la composizione, la conservazione, la cottura
ed i suoi molteplici usi nella cucina.
La cucina in campagna
ricette e piatti della tradizione, scrivere le ricette, provare a
realizzarle, assaggiarle.
La merenda in campagna
ciambelle, crostate, pane, biscotti: laboratorio.
La frutta “antica”
i frutti scomparsi, osservazione, raccolta, conservazione e utilizzo in
cucina.
Natura ed arte
utilizzo di fiori, piante, bacche nella decorazione, nei profumi, nei
saponi;
•
•
•
•
L’erbario
Come effettuare un erbario. Provare ad essiccare una pianta per
compressione e disporla su un foglio bianco o in un quadretto.
Costruire i giocattoli
con materiali (sicuri) naturali o di recupero, realizzare assieme
giocattoli della tradizione popolare.
Gli antichi giochi dei nonni
divertirsi con i giochi che facevano nelle campagne i nostri nonni.
I vecchi mestieri
filatura, cardatura della lana, battitura delle sementi, impagliatura
delle sedie e dei cesti, le ceramiche, antiche tecniche di
lavorazione delle pietre
Esempi di Fattorie Didattiche – Provincia di
Bergamo
La Coldiretti di Bergamo in collaborazione con la
C.C.I.A.A. di Bergamo ha promosso il progetto
“Fattoria Amica” che mira a valorizzare la funzione
educativa delle imprese agricole mettendole in
condizioni di acquisire lo status di Fattoria Didattica
e proporre agli allievi della scuola dell’obbligo, alle
loro famiglie ed agli insegnanti una conoscenza
diretta ed ideale dell’agricoltura.
Le azioni di Fattoria Amica riguardano i seguenti aspetti:
• progettazione degli interventi didattici in fattoria;
• Qualificazione professionale degli operatori attraverso
un’azione continua di formazione ed aggiornamento;
• produzione di materiale didattico specifico;
• promozione delle fattorie didattiche presso il mondo della
scuola ed il pubblico dei consumatori.
Progettazione degli interventi didattici in fattoria:
Per sviluppare questo aspetto ci si è avvalsi della
collaborazione di una cooperativa teatrale
percorso
operativo:
a) Visita alla fattoria ed incontro con il titolare o la persona
che seguirà il progetto, raccolta di una serie di dati:
spazi, animali, oggetti, prodotti, modalità di
produzione…
conoscere le attitudini e la disponibilità delle persone,
le loro competenze, le conoscenze sia in merito
all’utenza scolastica sia all’attività da offrire.
Durante la visita:
•
•
•
vengono fornite informazioni riguardanti l’utenza
scolastica: aspettative dei docenti, degli alunni, dei
genitori;
viene proposta una “giornata tipo” sulla base dei criteri
generali di organizzazione di tale evento;
vengono date indicazioni in merito ai costi che una
scuola può sostenere o far sostenere ad ogni singolo
alunno in funzione delle varie tipologie di visita;
b) progettazione della visita dal momento iniziale di
accoglienza dei gruppi sino alla loro partenza; le attività
da proporre agli alunni devono essere diversificate
rispetto ai cicli scolastici;
c) invio al titolare o al referente della fattoria di un elaborato
cartaceo che propone ed illustra dettagliatamente il
programma e le modalità di attuazione della visita da
proporre alle scuole;
agli insegnanti viene lasciato il tempo di riflettere sulla
proposta;
d) Effettuare un secondo incontro con il personale della fattoria
per la definizione e l’accurata spiegazione della visita
didattica;
Dai primi sopralluoghi effettuati è stato riscontrato che
le aziende sono molto diverse da loro per:
•
dislocazione,
•
tipo di ambiente naturale;
•
dimensioni;
•
presenza o non di strutture adeguate all’accoglienza delle
scolaresche;
•
adattabilità alle proposte del settore scolastico;
•
concomitanza del periodo di maggiore produzione con la
possibilità di spostamento delle classi interessate.
Sono inoltre emersi i seguenti significativi aspetti:
•
•
•
La passione, l’amore e l’entusiasmo dei titolari verso la loro
attività, espressione di una forte motivazione a valorizzarla
anche attraverso le Fattorie Didattiche;
Una grande conoscenza su tutto ciò che caratterizza il
mondo agricolo, ma molta incertezza sulle proprie capacità
di trasmettere tutto ciò ai bambini, alla scelta delle nozioni,
all’utilizzo di un linguaggio adatto, all’inserimento di attività –
laboratorio;
la fatica di individuare i tempi ed i modi di attuazione del
progetto, specialmente nelle aziende in cui la mancanza di
personale implicherebbe una perdita di tempo prezioso alla
produzione stessa.
Da ciò scaturisce che:
•
•
•
Risulta importante effettuare sopralluoghi per la raccolta dei
dati necessari;
Fornire alle aziende interessate al progetto tutta l’assistenza
necessaria affinché possa realizzarsi in modo efficace e
proficuo;
infine, valorizzare in egual modo tutte le aziende
utilizzando la diversità come ricchezza in un progetto
che offra a tutti le stesse opportunità.
Produzione di materiale didattico:
Per tutte le aziende agricole che hanno aderito al progetto sono
stati realizzati:
•
poster dedicati agli animali che vivono in fattoria per
permettere al bambino di apprendere in modo semplice
alcune informazioni sugli allevamenti aziendali;
•
schede tecniche per gli insegnanti con particolare
riferimento alla realtà agricola locale;
•
guide per gli operatori delle fattorie didattiche
Promozione delle fattorie didattiche presso il mondo
della scuola ed il pubblico dei consumatori:
•
realizzazione di opuscoli informativi in cui sono
descritte le caratteristiche delle aziende che hanno
aderito al progetto e delle attività didattiche proposte;
•
realizzazione in occasione di Manifestazioni e Fiere di
una piccola Fattoria Didattica a scopo divulgativo;
Consigli per gli operatori didattici (cosa fare prima
della visita):
•
•
•
•
specializzarsi in questo settore partecipando a corsi di
formazione ed aggiornamento specifici;
predisporre un percorso a tappe diversificato a
seconda dell’età degli alunni che valorizzi le
caratteristiche e le attività in azienda;
rispettare quanto previsto nella “carta degli impegni”;
stabilire contatti con i docenti per valorizzare e dare
continuità all’esperienza in fattoria (stabilire le
esperienze da approfondire);
•
predisporre questionari di gradimento per i ragazzi e gli
insegnanti per accertarsi dell’esito dell’iniziativa al fine
di migliorarne sempre di più il servizio;
•
definire spazi, tempi e modalità di attuazione del
percorso;
•
rispettare tutte le indicazioni precisate nelle norme di
sicurezza in azienda.
Importante
Come programmare un percorso didattico in azienda?
Quesiti a cui rispondere
•
•
•
•
•
Sono in grado e ho voglia di parlare con i ragazzi?
Cosa voglio far conoscere della mia azienda e che tipo
di attività voglio far fare ai ragazzi?
Come posso trasmettere o raccontare a chi mi sta di
fronte?
Che tipo di linguaggio uso?
Come coinvolgere le scolaresche?
(Durante la visita)
•
Accogliere i ragazzi in modo caloroso ed ospitale;
•
utilizzare un linguaggio appropriato a seconda dell’età
degli alunni;
evitare linguaggi troppo tecnici e discorsi lunghi e
concettuali, soprattutto in presenza di materne ed
elementari, importanza della gestualità;
aiutarsi nella spiegazione verbale con gesti delle mani,
de corpo e soprattutto del viso che deve trasmettere
solarità;
il linguaggio deve cambiare spesso di tono;
•
•
•
•
•
•
•
•
•
non dare nulla per scontato. Soprattutto i più piccoli
sono così curiosi e si entusiasmano a tal punto che
anche dopo un’accurata descrizione possono fare le
domande più disparate;
dedicare alcuni momenti della giornata all’animazione;
saper ascoltare chi si ha di fronte;
durante le spiegazioni lasciare spazio al vissuto, alle
esperienze, alle emozioni dei bambini…;
coinvolgere anche i docenti durante i percorso;
seguire gli interessi dei bambini, non farsi prendere
dall’ansia di dover procedere con uno schema fisso per
il resto della giornata;
•
•
•
•
•
•
non arrabbiarsi in alcun modo con i bambini se non
comprendono subito quanto detto, ricominciare da
capo con altri termini trasmettendo serenità;
presentare l’azienda, i prodotti ed il lavoro con chiari
riferimenti a situazioni vere e vissute;
spiegare per esteso ogni attività produttiva;
essere flessibili e pronti a modificare il percorso in
qualsiasi momento, utilizzando logica e coerenza;
gratificare i bambini perché intervengono a prestare
attenzione, seguono le regole e sono rispettosi nei
confronti degli animali e delle cose;
Riprendere, con toni diversi, i ragazzi quando non
rispettano le regole e commettono azioni pericolose per
loro, gli altri, gli animali, le piante.
(Dopo la visita)
Risulta di fondamentale importanza fare
un’analisi critica e valutare la visita per
scoprire i propri limiti e per migliorarsi. È
inoltre importante interrogarsi
sull’andamento della giornata, sull’esito
delle attività espresse, sulla qualità delle
strutture, ecc.
LE RETI REGIONALI
Sulla base dei PSR (Piani di Sviluppo Rurale) e
nell’ambito della pluralità di risorse comunitarie e
nazionali/regionali va verificata la praticabilità di
favorire l’inserimento di iniziative di sostegno per la
nascita e lo sviluppo delle fattorie didattiche e della
successiva costituzione di Reti Regionali di Fattorie
Didattiche aderenti a Coldiretti.
L’impresa come tale dovrà rispondere a determinati
requisiti:
•
investire per adeguati spazi;
•
dotazioni ed impianti all’accoglienza didattica;
•
sviluppo di capacità umane di comunicazione ed ospitalità;
•
Impegno a rispetto di alcuni comportamenti utili ai fini pedagogici;
•
sottoscrivere la carta degli impegni a cui attenersi rigorosamente
– l’inosservanza comporterà la decadenza delle potenziali
facilitazioni riconoscibili agli impianti ed alle imprese che
aderiscono al progetto;
•
Il mancato rispetto dei principi comporterà l’esclusione dalla
rete delle aziende partecipanti al progetto ed il decadimento
dei privilegi.
Esigenza:
Nell’ambito del coordinamento regionale occorre definire
criteri uniformi per la selezione delle aziende e la verifica
delle qualità didattiche delle stesse.
Vantaggi:
A fronte dell’impegno che scaturisce dall’accettazione e dalla
sottoscrizione della carta degli impegni, l’imprenditore agricolo dovrà
poter usufruire di alcuni vantaggi.
In particolare:
1.
disporre di percorsi privilegiati per accedere a finanziamenti
agevolati per la ristrutturazione di spazi ed impianti utilizzabili per
incontri con finalità didattiche, nonché per la predisposizione di
percorsi di sicurezza idonei alle visite guidate.
Il finanziamento agevolato dovrà riguardare anche le opere e gli
impianti destinati a:
servizi igienici;
predisposti alla distribuzione di merende e le degustazioni;
supporto alle esperienze pratico pedagogiche.
Alcune forme di finanziamento potranno riguardare il
recupero/restauro di macchinari ed attrezzature di interesse storico,
utili per illustrare il percorso di cambiamento delle attività agricole
nel tempo, ecc.
Esempi
2.
3.
4.
5.
poter accedere ad una convenzione quadro che disciplini l’onere
delle discipline assicurative destinate esclusivamente a questo
scopo, anche stipulate negli istituti scolastici a tutela degli allievi;
avere la possibilità di aprire il più possibile le fattorie didattiche
al mondo esterno, divenendo punti di socializzazione, di
scambio, di auto-apprendimento e di crescita della collettività
rurale. È importante accogliere fuori dall’orario scolastico gruppi
di ragazzi, tipo scout o altro, interessati allo sviluppo di una
conoscenza sulla realtà agricola e rurale;
avere la facoltà di vendere direttamente prodotti, souvenir, altri
materiali di merchandising, quali giochi o supporti didattici, che
richiamano la visita in fattoria e valorizzino l’attività didattica;
rispetto delle ordinarie discipline commerciali;
usufruire di campagne promozionali, corsi di formazione,ecc.
Nel momento in cui le istituzioni pubbliche regionali
abbiano interesse a promuovere queste attività,
dovranno provvedere ad appositi stanziamenti ed una
conveniente remunerazione dell’impegno richiesto in
modo da compensare il tempo sottratto all’attività
produttiva dell’impresa e da rendere vantaggiosi gli
investimenti effettuati.
Il Caso del Lazio
Gli organi direttivi della Federazione Regionale del Lazio
hanno dato un forte input alle Fattorie Didattiche in quanto
hanno ravvisato in tale iniziativa una grande opportunità
per le imprese agricole.
Realizzazione di una Rete di Fattorie Didattiche per
fornire agli utenti e agli operatori un momento di
collegamento capace di mettere in sinergia la domanda
e l’offerta.
Primo passo:
Costituzione di un comitato progettuale di coordinamento,
composto da 2 rappresentanti per provincia (un funzionario
ed un imprenditore interessato al progetto) ed un
funzionario della Federazione Regionale.
Il primo obiettivo è stato quello di capire il grado di
Interesse rispetto a questa attività, sia per gli operatori che
per i fruitori attraverso l’utilizzo di schede di rilevamento.
Successivamente stipula di una convenzione con la
Regione Lazio con la proposta di offrire un servizio per la realizzazione
del Progetto della Regione “Sapere i Sapori”, all’interno del quale
collocare le proposte delle Fattorie Didattiche.
Modello operativo:
•
•
•
•
Iscrizione dell’azienda alla rete – scheda d’adesione;
Visita in azienda per la verifica e la compilazione della scheda
qualità;
Adesione ad una “dichiarazione d’impegno”;
Pagamento di una quota d’iscrizione e di una annuale per
garantire:
- presenza sul sito internet (rete informatica);
- presenza su un opuscolo;
- partecipazione a manifestazioni, fiere e mostre;
- presenza pubblicitaria sul giornale regionale Orizzonte Impresa;
•
Corsi di formazione per gli operatori:
- divulgativo;
- tecnico operativo;
- didattico pedagogico;
•
Assistenza alle aziende;
•
Assistenza alle scuole;
•
Coordinamento e contatti tra scuole e fattorie.
Carta di qualità delle aziende aderenti al Progetto Fattorie
Didattiche nella Regione Lazio
1.
L’azienda aderente alla Rete Fattorie Didattiche della
Coldiretti Lazio si caratterizza per i sistemi produttivi
adottati:
- biologico;
- lotta integrata;
- produzioni tipiche di qualità;
- tutela del territorio, dell’ecosistema e della salubrità
dei prodotti agro-alimentari.
2.
3.
4.
Il titolare dell’azienda offre ai visitatori un ambiente
godibile sia per ciò che riguarda l’accoglienza che per le
strutture e la qualità dei sistemi didattico – pedagogici
adottati nei momenti formativi ed informativi nei
confronti dei visitatori.
La fattoria deve essere dotata di spazi attrezzati per
favorire il consumo di pasti, ma anche per
l’intrattenimento dei gruppi e per lo svolgimento delle
attività didattiche.
La fattoria deve risultare accessibile ai bus favorendone
anche il parcheggio.
5.
6.
7.
8.
La fattoria deve essere dotata dei sistemi di sicurezza e
sanitari previsti dalle leggi vigenti.
È in contatto con in presidi sanitari più vicini per eventuali
casi di necessità e deve essere dotata di un piccolo pronto
soccorso ai sensi della legge 626/94.
È dotata di copertura assicurativa per la responsabilità civile
che include i rischi alimentari.
Risulta inoltre doveroso segnalare la presenza di bambini e/o
adulti con eventuali allergie o intolleranze alimentari (fieno,
graminacee, polline, glutine, latticini, ecc.) per prevenire
situazioni di rischio, ed eventuali particolari esigenze.
La Coldiretti Lazio si impegna quindi a:
•
•
•
•
costituire una rete coordinata tra Fattorie Didattiche
operanti nel Lazio;
costituire una rete informatica per le Fattorie Didattiche
con un sito dedicato;
coordinare ed interfacciare la rete delle domanda
(scuole);
coordinare e modulare le proposte delle fattorie con le
esigenze didattiche e logistiche delle scuole;
•
•
•
•
formare gli operatori (tramite l’istituto IRIPA);
fornire un servizio di tutoraggio e accoglienza tramite
figure professionali in grado di trasferire in modo
adeguato le tematiche aziendali;
assistere l’azienda nei suoi momenti progettuali: sia per
la realizzazione della Fattoria Didattica, sia per
l’accesso a contributi pubblici (es. PSR);
Organizzare iniziative divulgative e di sensibilizzazione,
promozione in generale.
Le aziende aderenti alla Rete si impegnano a:
•
•
versare una quota d’iscrizione alla rete pari a € 50;
Versare una quota d’adesione annuale pari a € 250
che darà diritto a:
- inserimento nella rete di interfaccia tra aziende e
scuola;
- inserimento nel sito Internet;
- presenza nel materiale di propaganda;
- inserimento nella mailing-post per l’aggiornamento e
l’informazione sulle iniziative, ecc;
- non recedere dall’impegno per un numero di anni
ancora da definire;
- dare l’esclusiva del rapporto con le scuole alla
Coldiretti regionale;
- autorizzare la Coldiretti al trattamento dei propri dati;
Le aziende interessate dovranno fare specifica domanda di
ammissione alla Coldiretti Lazio, che si riserva il diritto di
accettazione in base ai requisiti delle aziende richiedenti e
l’esclusione dalla rete qualora vengano meno i requisiti
minimi necessari descritti nella “scheda di qualità” richiesta
al momento dell’iscrizione.
Il PSR della Regione Lazio
Interventi mirati ad imprenditori che intendono avviare
l’attività di fattoria didattica
Art.1 Ambito di intervento
Misura articolata in due distinte azioni
Azione P.1 riguardante esclusivamente la diversificazione dell’attività
agricola, reti agrituristiche, turismo verde, percorsi blu, Fattorie
Didattiche.
Azione applicata su tutto il territorio regionale.
Art.2 Soggetti beneficiari
Azione P.1 investimenti finalizzati alla realizzazione di strutture che
rendano l’azienda fruibile quale “fattoria didattica”. Imprenditori singoli
(persone fisiche o giuridiche) o associati.
Art.3 Termini e modalità di presentazione delle domande
Le domande di aiuto devono essere presentate presso le sedi
provinciali della Regione Lazio dal 1°settembre al 1°dicembre di ciascun
anno.
Art.4 Documentazione richiesta
relazione tecnico economica;
preventivo spesa analitico;
piano finanziario;
dichiarazione di assenso dell’istituto di credito nel caso di richiesta
di mutuo;
titolo di possesso dei terreni;
disegno e computo metrico delle eventuali opere da realizzare;
relazione tecnico costruttiva per le strutture e gli impianti;
preventivi di offerte delle ditte fornitrici;
documentazione per la richiesta di certificazione antimafia.
Art.5 Tipologia degli interventi e spese ammissibili
Purché conformi alle disposizioni di impatto e di tutela ambientale in
vigore nel Lazio
adeguamento delle strutture esistenti sul fondo ad uso didattico
divulgativo e per punti di ristoro;
acquisto arredi per spazi multifunzionali;
acquisto attrezzature divulgative e didattiche;
acquisto materiale informatico hardware e software;
acquisto di cartellonistica, tabelle divulgative ed informative ad uso
dei percorsi didattici all’interno dell’azienda;
Art.6 Agevolazioni previste
Situazione in Sicilia
Attualmente la Regione Siciliana, tramite l’operato
dell’Assessorato Agricoltura e Foreste Servizio IV,
prevede l’attività esercitata dalle Fattorie Didattiche
soltanto nell’ambito delle “Disposizioni in materia
di Agriturismo”.
A tal riguardo, nell’ambito delle attività ricreative, culturali,
divulgative, escursionistiche, ippoturismo, sportive e
didattiche, ivi comprese mostre permanenti di civiltà
contadina (art.2 lett.f L.R. 25/94 e art.3 comma 1 D.L.vo
n. 228/2001), al paragrafo 8.5.1 vengono menzionate le
aziende e le fattorie didattiche.
Sitografia di approfondimento
http://www.coldiretti.it/
http://www.coldiretti.it/
http://www.regione.emilia- romagna.it/fattoriedidattiche/
http://www.campagnaamicacuneo.it/filoni/educazione/didatti
che.asp
http://www.fattoriedidattiche.net/
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