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FORMAZIONE CONTINUA
A cura della redazione della Scuola Lepido Rocco
Con il termine di Formazione Continua (FC) ci si riferisce alla formazione sul lavoro e quindi alla riqualificazione professionale e
all'attività di aggiornamento del lavoratore. In questo ambito rientra la formazione degli occupati che abbia carattere di sviluppo e
completamento (aggiornamento e perfezionamento) di competenze professionali già acquisite. Si tratta quindi di attività formative
rivolte ai soggetti adulti, occupati o disoccupati, al fine di adeguarne o di svilupparne conoscenze e competenze professionali, in stretta
connessione con l’innovazione tecnologica ed organizzativa del processo produttivo e in relazione ai mutamenti del mondo del lavoro.
Significato e l’importanza della formazione
Il significato e l’importanza della formazione sono profondamente cambiati all’interno del contesto socio-economico territoriale e
generale. In una fase storica in cui ogni attività lavorativa richiede un sempre più ricco contenuto intellettuale, dove l’itinerario
esistenziale e professionale richiede conoscenze scientifiche e tecnologiche, capacità di apprendimento di nuovi linguaggi, di
riconversioni sempre più complesse, l’imparare a fare non basta più: oggi viene richiesto anche di "imparare a conoscere", "imparare
ad essere" e di "imparare a vivere insieme".
È necessario quindi un notevole potenziamento delle attività formative e d’istruzione da un lato, interventi duttili di formazione,
aggiornamento, riqualificazione professionale dall’altro, ripensando, su questo fronte, la formazione in forme più flessibili, modulari,
intermittenti, continue e personalizzate. Emerge, pertanto, la centralità dell'azione formativa ed il suo ruolo di strumento attivo e di
supporto dei processi di innovazione: ciò che maggiormente interessa promuovere attraverso la formazione, oltre alle conoscenze ed
alle abilità operative, è la capacità strategica degli attori ad orientarsi nei contesti in cui operano avendo come punto di riferimento la
dimensione del cambiamento.
La formazione sembra registrare una svolta, attraversare cioè un momento di ripensamento e di riflessione critica, non potendo
sottrarsi alle peculiarità che definiscono la nostra realtà, proiettata troppo in avanti rispetto alle nostre capacità revisionali. All’interno
di tale rinnovato orizzonte la formazione cambia, non solo perché si sviluppa fino a diventare sempre più diffusa e continua, ma cambia
anche perché si sta trasformando l’assetto istituzionale della nostra società, in diretta relazione con il nostro modo di vivere e di
lavorare.
La formazione varia anche perché si modifica il concetto di professionalità da formare. Quest’ultima non è più composta solo da
competenze tecniche e da abilità pratiche, ma con queste dimensioni di base si intrecciano la comprensione dei vincoli organizzativi, la
valutazione delle conseguenze delle proprie azioni, la comprensione degli obiettivi dell’organizzazione, la capacità di cooperare con gli
altri, la gestione consapevole del cambiamento e dell’indeterminatezza dei ruoli. La formazione, quindi, si pone come fattore strategico
di sviluppo della competitività e unico strumento che può garantire, rispetto alle esigenze del mercato, la diffusione della cultura
dell'eccellenza.
In un contesto molto orientato alla competizione in cui contano sempre di più le competenze specifiche e le capacità gestionali e
relazionali, la formazione diventa uno strumento indispensabile di crescita professionale permanente, pur non limitandosi a tale
dimensione dal momento che si colloca come processo e strumento di cambiamento degli individui, in vista di una più adeguata
consapevolezza e gestione delle proprie modalità di interazione sociale e conseguentemente professionale. La "Formazione Continua"
non è scuola e non è neppure semplice addestramento rispetto ai fabbisogni operativi del sistema produttivo, ma va vista come un
sistema che ha una propria autonomia culturale e progettuale, volto a collegare una dimensione educativa e personalistica con una
dimensione di promozione sociale e con una funzione di servizio allo sviluppo economico. L’obiettivo della formazione è quindi lo
sviluppo e la continua crescita dell’uomo, in termini di promozione, diffusione e aggiornamento per tutti coloro che operano nelle
imprese e sono inseriti a vario titolo e ruolo nella società. Tale obiettivo è oggi perseguito con un'attività sempre più incisiva, perché
la società e le organizzazioni hanno sempre più bisogno di migliorare il proprio livello di competenza.
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Tutto ciò comporta una diversa politica della formazione. Infatti, da una formazione tecnica, propria delle società industriali basate su
un’organizzazione tayloristica del lavoro, si passa ad una formazione centrata sul soggetto, che si configura in questa nuova situazione
come l’unico punto di riferimento stabile cui far riferimento per fronteggiare il rinnovato assetto sociale. La formazione, in questo
mutato contesto, si articola secondo modalità differenti, assume nuovi aspetti, ha bisogno di una elevata capacità progettuale e
professionale nel definire percorsi coerenti, nel certificare le esperienze, nel monitorare e valutare i risultati. È dunque possibile
affermare che la formazione si presenta sempre più come un bisogno continuo nella vita delle persone, come attività sempre più spesso
ricercata e praticata da soggetti che hanno necessità di aggiornare il repertorio di competenze, allo scopo di consolidare e sviluppare
la propria posizione professionale, oppure di acquisire un repertorio altro, che consenta di trovare una nuova collocazione all’interno
del mercato del lavoro.
Sul piano dei principi la Formazione Continua svolge la funzione di integrazione sociale e di sviluppo personale trasmettendo i valori
comuni e il patrimonio culturale di una società. La natura diffusa, pervasiva della domanda di conoscenza costituisce un fenomeno
nuovo, il sapere diventa oggetto di scambio, acquista valore richiedendo una dinamica interazione tra creatività, coraggio e
determinazione per rendere efficaci i cambiamenti e la volontà di mostrarci all’altezza dei compiti che ci aspettano. All’interno
dell’attuale panorama sociale la formazione assurge, quindi, all’importante ruolo di risorsa per lo sviluppo e per l’inserimento sociale,
ma non solo. Infatti, la formazione diventa sempre più uno strumento di regolazione sociale che, oltre a promuovere l’interiorizzazione
di norme e valori e a trasmettere saperi, diviene un punto di connessione tra soggetti e organizzazioni.
Oggi il lavoro è sempre meno il centro della vita sociale e promessa certa per gli individui, mentre la formazione, intesa come
formazione lungo tutto l’arco della vita, può offrire nuovi modelli di riferimento e nuove opportunità per i progetti di vita e di lavoro di
ciascuno. È da tempo, in realtà, che l'elaborazione culturale in materia di education e le stesse strategie educative perseguite dalle
istituzioni attribuiscono valore centrale alla concezione della formazione come processo che interessa le persone durante l'intero arco
della loro vita (nell'istruzione, nel lavoro, nella vita post-lavoro).
I fattori che hanno accelerato, negli ultimi anni, la dinamica di questo processo sono essenzialmente di tre tipi:
1. le possibilità che le nuove tecnologie dell'informazione e dell'istruzione offrono per una diffusione generalizzata e capillare
dell'informazione e del sapere;
2. le dinamiche tecnico-organizzative del sistema produttivo d'impresa che accelerano l'obsolescenza delle conoscenze acquisite
nella fase della formazione pre-inserimento e comportano la necessità di periodici e ricorrenti aggiornamenti delle conoscenze
e capacità professionali;
3. la coscienza più diffusa che l'istruzione-formazione è una risposta positiva ai rischi di disagio, esclusione ed emarginazione
che toccano in particolare determinate fasce sociali.
Questi tre fattori, insieme con altri di recente rilevanza (si pensi, ad esempio, agli effetti delle dinamiche demografiche), sono alla base
anche del ri-orientamento dei sistemi istituzionali di istruzione e formazione, in almeno due direzioni:
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sul versante dell'istruzione scolastica si manifesta quasi dovunque la tendenza a passare da una filosofia dell'istruzione quale
"fonte di conoscenza" ad un'altra quale fonte di "capacità di apprendere";
sul versante della formazione più specificamente professionalizzante si tende alla creazione di processi, più o meno
sistematici o sistematizzati, di specifica "Formazione Continua", con apprestamento delle necessarie strumentazioni sia
organizzative che finanziarie.
La Formazione Continua, che deve costituire una scelta strategica per imprese e istituzioni educative, nasce da tre esigenze:
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un bisogno individuale di accesso permanente all'informazione e al sapere (dimensione culturale);
una necessità economica di aggiornamento costante della professionalità a tutti i livelli (dimensione economica) nell'interesse
sia delle imprese che dei lavoratori;
un’esigenza sociale (dimensione sociale) di risposta positiva ai rischi di esclusione, disagio ed emarginazione.
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In linea generale, si può dire che la Formazione Continua è essenzialmente una filosofia della formazione che tende a rispondere
positivamente alla necessità di dare, o ridare, all'uomo una posizione centrale nella vita economica, sociale e anche "politica", in senso
ampio, delle moderne democrazie (formazione come condizione per una piena e consapevole espressione dei diritti di cittadinanza).
La Formazione Continua nella strategia europea per l’occupazione
La "Formazione Continua" (FC) costituisce uno snodo cruciale per il collegamento delle diverse politiche europee chiamate a contribuire
alla Strategia di Lisbona definita dal Consiglio europeo del marzo 2000. Quest’ultima assumeva, infatti, una visione strategica
dell’Unione Europea come un’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita
economica sostenibile accompagnata da nuove e migliori condizioni di lavoro e una maggiore coesione sociale. Questa strategia tende
a rendere coerenti, tra gli altri, due aspetti particolarmente rilevanti per la definizione delle politiche di sostegno della FC:
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le politiche per uno "Spazio europeo per l’apprendimento permanente", riassunte nel 2002 in una risoluzione del Consiglio
europeo conseguente ad un dibattito avviato sin dal 1996 in occasione dell’Anno europeo dell’istruzione e della formazione
lungo tutto l’arco della vita;
la Strategia europea dell’occupazione (SEO), nata nel 1997 con il Consiglio europeo straordinario di Lussemburgo, che aveva
già inserito la formazione come tema prioritario tra le sue linee direttrici.
Dal varo della Strategia di Lisbona, le prestazioni previste per l'economia europea in materia di crescita, di produttività e di occupazione
non sono però state raggiunte. La creazione di posti di lavoro ha subìto un rallentamento, mentre permangono insufficienti gli
investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo. Già nella relazione del gruppo ad alto livello definito dalla Commissione europea
sul tema «Affrontare la sfida: la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione» del novembre 2004, la valutazione dei progressi
compiuti nell'ambito della strategia di Lisbona appariva estremamente critica: assenza di azione politica risoluta ed incapacità di
ultimare il mercato interno dei beni e di creare quello dei servizi. La relazione sottolineava del pari l'agenda eccessivamente nutrita, il
coordinamento mediocre e priorità inconciliabili. La Commissione ha in seguito deciso di concentrare l'attenzione sulle azioni da svolgere
piuttosto che sugli obiettivi in cifre da raggiungere. La data del 2010 e gli obiettivi riguardanti i diversi tassi di occupazione non sono
stati quindi più presentati come priorità. La Commissione ha pertanto pensato ad un rilancio delle priorità politiche, segnatamente in
materia di crescita e di occupazione.
In tema di "maggior crescita", per realizzare progressi, gli Stati membri dovranno concentrare i rispettivi sforzi sulla realizzazione
delle riforme stabilite nel quadro della strategia e svolgere politiche macroeconomiche basate sulla stabilità, nonché sane politiche di
bilancio. Una nuova partnership per la crescita e l'occupazione sarà indispensabile per conferire un nuovo slancio alla strategia di
Lisbona. Per stimolare la crescita, la Commissione si è proposta di:
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rendere l'Unione europea più attraente per gli investitori e i lavoratori, sviluppando il mercato interno, migliorando le
normative europee nazionali, garantendo mercati aperti e competitivi tanto in Europa quanto all'esterno e, infine, ampliando
e migliorando le infrastrutture europee;
incoraggiare la conoscenza e l'innovazione, migliorando l'investimento nella ricerca e nello sviluppo, facilitando
l'innovazione, l'adozione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) e l'utilizzazione sostenibile delle
risorse, nonché contribuendo alla creazione di una sana base industriale europea.
Per quanto attiene all’ "occupazione", la programmazione dell’UE per il periodo 2014-2020 riflette del resto un cambiamento di
orientamento a favore della crescita e dell'occupazione (vedi FSE). Il Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo 2014-2020
“Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione” recepisce queste indicazioni di rotta e prevede segnatamente di:
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attirare un maggior numero di persone sul mercato del lavoro e modernizzare i sistemi di previdenza sociale (gli Stati membri
e le parti sociali devono applicare politiche che motivino i lavoratori a rimanere attivi dissuadendoli dall'abbandonare
prematuramente il mondo del lavoro; devono del pari riformare il sistema di protezione sociale al fine di realizzare un miglior
equilibrio fra sicurezza e flessibilità);
migliorare la capacità di adattamento dei lavoratori e delle imprese ed aumentare la flessibilità dei mercati del lavoro per
potere aiutare l'Europa ad adattarsi alle ristrutturazioni e all'evoluzione dei mercati (la semplificazione del riconoscimento
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reciproco delle qualifiche professionali faciliterà la mobilità dei lavoratori in tutta l'Europa; gli Stati membri dovrebbero
eliminare al più presto ogni restrizione su questo piano);
investire ulteriormente nel capitale umano tramite il miglioramento dell'istruzione e delle competenze e di adottare un
programma comunitario per l'istruzione e la formazione durante l'intero arco della vita;
Investire ulteriormente nella conoscenza e nell'innovazione
L'istruzione e la formazione dovranno pertanto occupare un posto centrale nel programma di riforme. Le strategie nazionali di
apprendimento durante l'intero arco della vita dovrebbero consentire a tutti i cittadini di acquisire le competenze e le qualifiche di cui
hanno bisogno e dovrebbero beneficiare a livello comunitario del crescente sostegno dei programmi in materia di istruzione e di
formazione. Per quanto riguarda gli investimenti nell'istruzione e nella formazione, questi dovrebbero avvenire prioritariamente nei
settori ad alto rendimento economico e sociale. La ricerca del risultato ottimale e dell'innovazione a tutti i livelli nel campo
dell'istruzione e della formazione è di importanza vitale, in particolare per quanto riguarda un miglior collegamento tra l'insegnamento
superiore, la ricerca e le imprese.
Il sistema di formazione continua in Italia e nel Veneto
La formazione dei lavoratori in Italia e nel Veneto viene realizzata all’interno di un sistema di formazione continua finalizzato al
mantenimento ed all'acquisizione di competenze professionali indispensabili allo sviluppo ed all’innovazione delle imprese, nonché alla
soddisfacente permanenza delle persone nell’ambito lavorativo.
Diverse sono le modalità con le quali viene realizzata l’offerta di formazione continua nell’ambito regionale ed alla quale partecipano
organismi formativi come la Scuola Lepido Rocco:
a) Formazione continua a catalogo:
- formazione a catalogo mirato;
- formazione continua con utilizzo di buoni formativi o voucher individuali e aziendali erogati dalla Regione del Veneto
(attivabile quando si aprono i bandi e le finestre a scadenza periodica di presentazione delle domande) ;
- formazione individuale continua – alta formazione con voucher della Regione del Veneto (idem come sopra);
b) Formazione continua dei Fondi paritetici interprofessionali nazionali;
c) Formazione continua co-finanaziata dal Fondo Sociale Europeo su bandi della Regione del Veneto;
d) Formazione continua on-line (FAD o e-learning) (non ancora presente nelle attività della Scuola Lepido Rocco).
Partecipando a tali attività la Scuola Lepido Rocco risponde alla propria mission di valorizzazione della centralità del soggetto che
apprende (come persona e come cittadino, come soggetto autonomo dotato di senso critico, in grado di capire l’evoluzione sociale,
economica e geopolitica del mondo, consapevole della propria identità personale e collettiva), di creazione di network locali e di spazi
nuovi per la formazione unitamente ad altri attori del territorio, d’impegno nella crescita civile, culturale ed economica del territorio
contribuendo così a costruire identità e coesione sociale.
Siti web utili per la FC
FORMAZIONE NELL’UNIONE EUROPEA.
FC DEI FONDI INTERPROFESSIONALI
FINANZIAMENTI DELLA FC
Vedi anche:
Note sintetiche dell’Unione Europea su istruzione e formazione professionale
Nota della Commissione Europea su “Occupazione, affari sociali e integrazione
Guida sindacale dei “Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020
Guida ai finanziamenti europei 2014-2020
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