Comments
Description
Transcript
Semplice, complicato, complesso
I Sistemi complessi. Il modello della complessità applicato alla gestione del rischio in Sanità Sottotitolo: semplice, complicato, complesso Gabriele Romano Padova, 27 marzo 2007 Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo, puoi solo aiutarlo a scoprire dentro di sé G. Galilei 1 …questo è il vero significato dell’apprendere: all’improvviso qualcosa che hai sempre saputo tutta la vita ti appare chiaro, ma in un modo nuovo Doris Lessing 2 Scenari, contesti, ruoli e strumenti nell’approccio sistemico alla gestione del rischio in Sanità Ovvero: semplice, complicato e complesso, come valutarli e come gestirli • Una premessa • Semplice, complicato, complesso: modelli valutativi e di approccio • Il modello della complessità nel Sistema sanitario: scenario, contesto, attori, valori, ruoli e strumenti • Il rischio in Sanità: un sistema complesso • I principi della complessità e la gestione del rischio • Alcune considerazioni pochi decenni hanno visto il rapido passaggio di tutti i sistemi in Sanità da una condizione di relativa semplicità organizzativa, attraverso una fase di complessità caotica, ad una di alta complessità organizzativa 3 semplicità organizzativa, Poche componenti, scarsamente differenziate Poche relazioni, per lo più lineari ed alto livello di integrazione complessità caotica Più componenti, altamente differenziate Diverse relazioni, per lo più lineari e basso livello di integrazione complessità organizzativa Molte componenti, altamente differenziate Molte relazioni, non solo lineari ed alto livello di integrazione Semplice, complicato e complesso coesistono ancora oggi (e verosimilmente coesisteranno) nelle organizzazioni sanitarie. Problemi o parti di problemi possono presentarsi con i diversi modelli anche negli stessi scenari e contesti; 4 Semplice, complicato e complesso richiedono approcci valutativi e scelte gestionali diversi ed appropriati. Queste sono le nuove ed indispensabili competenze coerentemente richieste a chi opera nelle organizzazioni complesse sanitarie con responsabilità direzionali …niente è più lontano dalla nostra concezione del metodo di una visione composta da un insieme di ricette efficaci per la realizzazione di un risultato certo Edgar Morin 5 Semplice, complicato, complesso: modelli valutativi e di approccio Semplice Complicato Complesso Poche variabili Molte variabili Moltissime variabili Poche relazioni Molte relazioni Moltissime relazioni Variabili definite Variabili definibili dirette ed indirette Relazioni lineari per ambito Variabili anche indefinite Relazioni per lo Regole definite in contesti adattativi Non necessaria più lineari Relazioni non lineari Necessità di specifica esperienza Azioni e retroazioni Elevata certezza diverse specifiche Struttura di reti conoscenze outcome Bassa prevedibilità di Alta prevedibilità e di coordinamento dinamiche ed eventi Assenza di elementi Prevedibilità soprattutto Esperienza utile di discrezionalità nei punti critici ma non sufficiente Limitata incertezza Outcome incerto Outcome Significativa presenza Marginali elementi di variabilità e di discrezionalità discrezionalità 6 Semplice (cucinare una pietanza) Complicato (missile) Complesso (crescere un bambino) Ricetta definita Molte formule Le formule hanno Prodotti definiti una valenza limitata Necessità di ‘Non è necessaria conoscenze Crescere un bambino Una specifica non da garanzie e coordinamento esperienza’ Tutti I missili hanno di riuscita per il Outcome comuni punti critici successivo prevedibile Ogni lancio aumenta L’esperienza può il buon esito dei essere utile ma non La pietanza successivi è sufficiente non esprime L’outcome è incerto Il missile non ha una propria Il bambino ha una una propria visione visione propria visione della vita della vita della vita 7 Semplice Complicato Complesso Rilevazione inquinanti dell’aria Valutazione profili di inquinamento Valutazione del rischio Ricerca sangue occulto fecale Esecuzione colonscopia Organizzazione campagna di screening Lavaggio chirurgico mani Procedure sterilizzazione ferri Controllo infezioni ferita chirurgica Applicare procedure Applicare protocolli articolati Gestire percorsi integrati 8 L’APPROCCIO ai modelli lineari, complicati e complessi • visione uni-direzionale • sapere specifico • responsabilità accentrata • approccio analitico mirato • visioni • multi-direzionali • • saperi specifici • coordinati visione multidimensionale sapere condiviso responsabilità distribuita, • responsabilità coordinata e distribuite e condivisa specifiche • approccio • approccio sistemico analitico integrato La visione lineare e la visione sistemica • • • • • • • …bla bla bla …bla bla bla …bla bla bla …bla bla bla …bla bla bla …bla bla bla ecc,……… Elemento Elemento Elemento Elemento Elemento Si pone attenzione alle parti Elemento Elemento Elemento Si pone attenzione alle parti ed alle relazioni 9 SCENARIO e CONTESTO strutture tecnologie normative Ambientale Tecnico formazione Organizzativo Professionale società organizzazione Comunitario Interno/esterno LE DIMENSIONI del RISCHIO Il modello della complessità nel Sistema sanitario: scenario, contesto, attori, valori, ruoli e strumenti 10 Le autonomie locali e L’Europa: confini che dividono, confini che uniscono L’evoluzione sociale, culturale e demografica: una popolazione, tante comunità, diversi bisogni I problemi individuali, comunitari e collettivi, fra integrazione e conflittualità L’evoluzione delle conoscenze e l’interazione con le coscienze comportamento, tradizione e vincoli culturali Strumenti e mezzi di comunicazione: Le “finestre sul Mondo”, tecnologie, rischio, determinanti di la trasversalità dell’informazione Salute, bisogni, domanda, offerta e delle culture; per contro i forti legami sociali ed il senso di appartenenza L’evoluzione dei concetti di salute e di qualità della vita: partecipazione, condivisione delle responsabilità, impegno e disponibilità all’investimento locale Profili epidemiologici, tecnologie sanitarie, reti assistenziali: i percorsi e l’appropriatezza clinica ed organizzativa L’evoluzione dell’approccio ai principi della Qualità dell’assistenza: dalla valutazione delle tecnologie all’analisi della qualità percepita La complessità intrinseca al sistema sanitario e la complessità del contesto (politica, società, economia, comunicazione, scuola, lavoro, ambiente,…): approccio sistemico, integrato e multidisciplinare, alla valutazione dei problemi socio sanitari ed alle relative scelte; la”deriva della complessità” 11 Le autonomie locali e L’Europa Strumenti e mezzi di comunicazione Le “finestre sul Mondo”, il senso di appartenenza L’evoluzione delle conoscenze e l’interazione con le coscienze Profili epidemiologici, tecnologie sanitarie L’evoluzione dei concetti di salute e di qualità della vita qualità appropriatezza L’evoluzione sociale, culturale e demografica I problemi individuali, comunitari e collettivi Le PROFESSIONI: autonomia, competenza, dimensioni della professionalità, integrazione, percorsi formativi-educativi La SOCIETA’: i settori, gli strati, i canali, i bypass culturali, le reti sociali, le barriere Il TERRITORIO: gli assetti organizzativi, la fruibilità, le infrastrutture, i servizi, i trasporti; e l’AMBIENTE: di vita,di lavoro L’ECONOMIA: la “vocazione” del territorio, gli ambiti occupazionali, i livelli di reddito e la loro distribuzione, la “sicurezza” e la “garanzia” 12 Le PROFESSIONI L’ECONOMIA l’AMBIENTE La SOCIETA’ Il TERRITORIO Stato, Regioni, Aziende, Enti pubblici, Istituzioni ed Enti privati: diversi e non sempre integrati strumenti e linee di programmazione; vincoli, norme “contiguità” di funzioni e risorse Le Organizzazioni internazionali e “sovranazionali”: vincoli e contrasti normativi, contrapposizione di modelli organizzativi e di specifici interessi;opportunità di confronto, sostegno locale Le Società e le Aziende che operano nell’ambito produttivo, all’interno ed all’esterno del Sistema Sanità Il Volontariato, anche non “organizzato”: complementare e sinergico,auspicabilmente non vicariante, formato ed informato 13 I Professionisti (Professioni sanitarie e non sanitarie, comunque operanti, a diverso titolo e ruolo, nel sistema od attorno ad esso): formati, informati, uniformati a principi ed obiettivi Enti ed Istituzioni, pubblici e privati, Enti, Agenzie, Istituzioni, per la formazione e l’educazione pubblici o privati, operanti continua in ambito professionale; nell’ambito della Ricerca ed enti ed Istituzioni ai diversi livelli innovazione: su obbiettivi interessati alla promozione della integrati, comuni e condivisi salute: operanti in modo sinergico e risorse ottimizzate e coordinato, su piani comuni o comunque integrati Collettività, Comunità, Singoli: comunicazione, informazione, condivisione della diversa natura dei bisogni, dei vincoli della domanda, dell’opportunità dell’offerta, dei rischi Le Organizzazioni internazionali La formazione e l’educazione La Ricerca e l’innovazione Stato, Regioni, Aziende, Enti pubblici, Istituzioni ed Enti privati L’ambito produttivo Collettività, Comunità, Singoli Il Volontariato I Professionisti 14 L’Etica delle scelte, secondo principi di appropriatezza clinica ed organizzativa; corretta valutazione dei bisogni e delle priorità La correttezza dell’approccio al rischio, alla sua valutazione e conseguente gestione: competenza nell’analisi dei dati e corretta comunicazione; coinvolgimento e condivisione Il valore del “dubbio”, della necessità Il riconoscimento del valore della qualità percepita dalla di continuo aggiornamento, della Persona, delle sue incertezze ricerca e della opportunità, a volte, di “disimparare”; la disponibilità alla e del bisogno di “sapere” innovazione ed al cambiamento Il saper ascoltare, soprattutto i Feedback, complementarietà, empatia Come i suoi professionisti, la Sanità ha tre dimensioni: una tecnica, una scientifica ed una gestionaleorganizzativa La dimensione tecnica si esercita, sul piano sociale e su quello sanitario in ambiti di specifica competenza ma prevalentemente in modo integrato La dimensione scientifica si concretizza nella ricerca continua della migliore qualità, tecnologica ed organizzativa La dimensione gestionale, dall’analisi dei bisogni alla valutazione dei risultati, attraverso l’intero ciclo di programmazione, vede la Sanità “sensore”, “fornitore”, “garante” e “manutentore” dei processi e dei percorsi assistenziali 15 L’Etica delle scelte I Feedback Il valore della qualità percepita Il valore del “dubbio” L’approccio al rischio La dimensione scientifica La dimensione gestionale La dimensione tecnica 16 Valutazione multidimensionale dei problemi Analisi integrata delle priorità Valutazione delle tecnologie Appropriatezza clinica - organizzativa Principi di gestione dei SCA Comunicazione e condivisione Promozione della salute ed informazione Corretta gestione dei dati e loro integrazione La consapevolezza ed il rispetto della “deriva” della complessità Le reti ed i percorsi dell’assistenza integrata Corretto ed adeguato utilizzo dei Sistemi qualità La formazione continua centrata anche sulla Integrazione delle professioni e dei “saperi” Valutazione multidimensionale: La “deriva” della complessità Le reti assistenziali i Sistemi qualità La formazione dei problemi delle priorità delle tecnologie dell’Appropriatezza Comunicazione condivisione promozione della salute 17 Coinvolgimento di tutti gli stakeholders nel processo di valutazione, pianificazione, ricerca di soluzioni, impegno di risorse, scelte, interventi Miglioramento progressivo degli strumenti di comunicazione tra i nodi delle reti assistenziali e fra questi e la popolazione Condivisione delle strategie, delle scelte, degli strumenti, delle priorità Ricerca e innovazione, sulle tecnologie, sui modelli organizzativi, sui profili e sui percorsi assistenziali, sugli strumenti di gestione e di valutazione Valutazione: dei bisogni (sociali, sanitari, formativi, informativi, impliciti, espliciti,…), multidimensionale, interdisciplinare, della qualità organizzativa, dell’assistenza, delle tecnologie Miglioramento della qualità dei Data Base: raccolta, gestione, disponibilità/fruibilità, integrabilità, analisi, interpretazione, diffusione, comunicazione, tempestività 18 Coinvolgimento stakeholders Miglioramento comunicazione Miglioramento Data Base Valutazione bisogni SItI Triveneto – Abano 2005 Condivisione strategie Ricerca innovazione La dimensione gestionale La dimensione scientifica L’Etica delle scelte I Feedback Le Organizzazioni internazionali Il valore della qualità La dimensione percepita tecnica La formazione e l’educazione La Ricerca e l’innovazione Il valore del “dubbio” Stato, Regioni, Aziende, Enti pubblici, Istituzioni ed Enti privati Le PROFESSIONI L’ECONOMIA L’approccio al rischio L’ambito produttivo Valutazione multidimensionale: Le autonomie locali e L’Europa Le “finestre sul Mondo”, Strumenti e il senso di mezziIl Volontariato di deiappartenenza problemi comunicazione delle priorità La “deriva” I Professionisti delle tecnologie l’AMBIENTE della complessitàLa SOCIETA’ L’evoluzione delle Profili dell’Appropriatezza conoscenze e Coinvolgimento epidemiologici, l’interazione stakeholders tecnologie con le coscienze sanitarie Il TERRITORIO M L’evoluzione dei Miglioramento c qualità concetti diComunicazione salute e Data Base appropriatezza di qualità condivisione della vita Le reti assistenziali i Sistemi qualitàsociale, culturale e demografica promozione L’evoluzione La Iformazione della salute problemi individuali, comunitari e collettivi C Valutazione SItI Triveneto – Abano 2005 s bisogni Collettività, Comunità, Singoli Ricerca innovazione 19 … un esempio concreto Ospedali per la riabilitazione Ospedale di Comunità Ambulatori Distretti Case di riposo ADI Ospedale RSA - Hospice D A H RSA hs P oC OR ADI CR Valutazione periodica e multidimensionale della persona assistita Metodologie di valutazione dell’appropriatezza Efficace rete di informazione degli utenti: carta dei servizi Adeguate professionalità I Medici di famiglia Disponibilità di tutti i moduli assistenziali La collettività Gli operatori sanitari I Comuni I Sistemi di continuità assistenziale riduzione ricoveri impropri, offerta “distribuita” in base alla domanda valorizzazione dell’analisi dei bisogni razionale utilizzo delle risorse umane Il Volontariato Le Aziende collaboranti Le conferenze di servizio I Dipartimenti inter aziendali I Consorzi pubblico-privato miglioramento efficienza globale del sistema, fruibilità, accessibilità, adeguatezza equità, soddisfazione dell’utente soddisfazione dell’operatore, appropriatezza Organizzativa CENTRALITA’DELLA SICUREZZA 20 Il rischio • • • • • • • • • • Ambientale Strutturale Interno/esterno Comunitario Professionale Individuale Collettivo Di gruppi esposti Tecnico Organizzativo • Misurabile/stimabile • Oggettivo/percepito/accettato • Con effetti: - sanitari - sociali - di immagine - economici - legali - gestionali • …………….. 21 Risarcimenti Ambientale Strutturale Emergenze Clinico Professionale Economico Di immagine Legato ai servizi 22 I RISCHI IN SANITA’: l’approccio sistemico Ambientale Strutturale Emergenze I r io TT nita U u T m co Rischi per: Professionale PAZIENTI T MEN AGE O P E FOR RATOR I NIT ORI MAN Risarcimenti O FO PER RN AT IT OR OR I I Economico Di immagine Legato ai servizi Clinico leggere ed interpretare le relazioni tra rischio, errore o difetto ed organizzazione nel contesto sanitario ma con un approccio sistemico (complessità) Tre principi regolano la Complessità: 23 1. Principio dialogico: la dualità è in seno all’unità, associa due termini complementari ed insieme antagonisti e necessari 2. Principio di ricorso di organizzazione: rompere con l’idea lineare causa - effetto. Le cause sono contemporaneamente effetti e gli effetti cause 3. Principio ologrammatico: La parte è nel tutto ed il tutto è nella parte. 1. Principio dialogico: Ovvero: il rischio come difficoltà semplificante Ovvero: l’errore come negatività positiva Gli ossimori del Risk management 24 Nessun esperimento è mai un totale fallimento, può essere sempre usato come cattivo esempio Johnny Carson Ri or ga niz za t iv o 2. Principio di ricorso di organizzazione: sch Cl im a io Errore 25 Quadro normativo TECNOLOGIE PAZIENTI Coordinamento sch im a Transizioni demografiche Politiche della salute Cl Organizzazione Livelli di priorità Profili di investimento Livelli di priorità Strumenti di prevenzione (primaria, secondaria, terziaria) Atteggiamenti della popolazione (livello di rischio riconosciuto ed accettato) Capacità di utilizzo Disponibilità delle risorse CONTESTO Ricerca scientifica e tecnologica OPERATORI io Riforme del sistema sociale (Welfare state/ welfare community) Razionalizzazione e razionamento dei servizi sanitari Disponibilità di risorse Rapido sviluppo delle informazioni tecnologiche COMUNICAZIONE Ricerca scientifica e tecnologica Formazione Ri or ga niz za t iv o Integrazione Globalizzazione e cambiamenti economici Profili di investimento Livelli di priorità Specificità/contiguità Dimensioni della professionalità (tecnica, scientifica, gestionale) Errore Profili di investimento MODELLI ORGANIZZATIVI Sistemi di verifica Criteri di allocazione Sistemi informativi RISORSE Livelli di priorità Profili di investimento STRUTTURE Assetto demografico (età, sesso, etnia, scolarità, professione, etc.) Disponibilità dei dati Profili di rischio (ambientale, sociale, professionale) Ricerca scientifica e tecnologica 3. Principio ologrammatico: -La qualità dell’organizzazione si valuta sulla capacità di prevedere, misurare e controllare il rischio -Il rischio che si materializza sotto forma di errore è l’immagine olografica di tale capacità e quindi dell’organizzazione -L’impegno nell’analizzare l’errore (negatività) per migliorare il controllo del rischio (positività) è la proiezione del clima organizzativo -L’organizzazione è il suo clima organizzativo -L’organizzazione è il suo approccio al rischio -L’organizzazione è il suo approccio all’errore 26 La complessità è come un mare E navigare al suo interno È come governare un vascello Stabilire una rotta richiede la capacità di leggere la complessità degli elementi che auto adattativamente stabiliscono la deriva della complessità Ma per fortuna esistono dei SESTANTI Per muoversi nella complessità SONO GLI STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE E LA GESTIONE “LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI” relazioni poche molte moltissime complesso Lineari e non molte variabili complicato lineari poche Caratteristi che delle relazioni semplice analitico sistemico Approccio risolutivo 27 La scala dei problemi relazioni poche molte moltissime complesso Lineari e non molte variabili complicato lineari poche Caratteristi che delle relazioni semplice analitico sistemico Approccio risolutivo De Toni , Comello 2005 ? y = x2 - b F = ma “attrattore” 28 MATRICE CERTEZZA – ACCORDO (R. Stacey) BASSO Grado di Accordo Caos Zona di Complessità Evidenza e Prevedibilità ALTO ALTO Grado di Certezza BASSO MATRICE CERTEZZA – ACCORDO (R. Stacey) BASSO Ricerca di pattern Grado di Accordo Negoziazione sperimentazione Ricerca ed utilizzo di regole semplici Modulazione del sistema Programmare Condividere Pianificare ALTO ALTO Pianificazione abbastanza Precisa (condivisa?) Grado di Certezza BASSO 29 Quale paradigma di gestione utilizzare? BASSO Grado di accordo caos complicato semplice ALTO area della complessità complicato Grado di certezza BASSO B.Zimmerman – Edgeware Aides Il grado di certezza • livello di probabilità che una relazione causa - effetto si verifichi. • la prevedibilità basata su quanto è maturato nel passato e sta maturando nel presente. • in termini sanitari il concetto di certezza si identifica nell’evidence • management tradizionale (effetto prevedibile); management negli SCA (diversi livelli di certezza dell’effetto) 30 Il grado di accordo • è meno obiettivabile • in genere soggetto al contesto specifico • convergenza rispetto ad alcuni obiettivi/ scelte il consenso di più soggetti nel rispetto della loro autonomia e competenza, della libertà d’azione e dei fattori che influenzano le loro scelte Matrice certezza – accordo BASSO Grado di accordo caos complicato semplice ALTO Zona della complessità complicato Grado di certezza BASSO B.Zimmerman – Edgeware Aides 31 Alto livello di accordo, alto grado di certezza • esperienza e prevedibilità • programmazione/pianificazione abbastanza precisa • ripetere migliorando efficienza ed efficacia • Es.: servizio “118”, un équipe chirurgica in sala operatoria. • Nello specifico: linee guida per singole o semplici procedure per la sicurezza Matrice certezza – accordo BASSO Grado di accordo caos complicato semplice ALTO Zona della complessità complicato Grado di certezza BASSO B.Zimmerman – Edgeware Aides 32 Basso livello di accordo, alto grado di certezza • disaccordo ed impossibilità di condivisione di obiettivi e pianificazione • strumenti: _ negoziazione, compromesso, – costruire accordi – scomposizione dei problemi in parti più semplici – realizzare sperimentazioni; • Es.: il processo di budget, i protocolli e le attività interprofessionali integrati • Nello specifico: ottenere la condivisione nell’uso di strumenti o processi nuovi di prevenzione/protezione; riorganizzare flussi interni assistenziali. Matrice certezza – accordo BASSO Grado di accordo caos complicato semplice ALTO Zona della complessità complicato Grado di certezza BASSO B.Zimmerman – Edgeware Aides 33 Alto livello di accordo, basso grado di certezza • una pianificazione troppo dettagliata ha meno probabilità di successo rispetto ad una mission ed a una vision fortemente condivise; • il confronto non avviene sui progetti ma sulla mission e vision dell’organizzazione; • l’obbiettivo è accordarsi su dove si vuole arrivare piuttosto che sul percorso da seguire; • Es. le cure domiciliari a fronte dell’istituzionalizzazione degli anziani • Nello specifico: implementare un nuovo (o rinnovato) programma di prevenzione, condiviso anche perchè utilizzato con successo altrove (diverso scenario, diverso contesto); ridefinire nuove regole e strumenti per la sicurezza del paziente. Matrice certezza – accordo BASSO Grado di accordo caos complicato semplice ALTO Zona della complessità complicato Grado di certezza BASSO B.Zimmerman – Edgeware Aides 34 Basso livello di accordo, basso grado di certezza • la zona che le organizzazioni dovrebbero evitare il più possibile • la migliore strategia utilizzabile in questi contesti di elevata incertezza e grande disaccordo è proprio il tenersene lontani! • In questi casi, qualsiasi intervento finisce per aumentare la confusione e non sortisce sicuramente effetti prevedibili. • L’unica azione possibile in questi casi è l’attenta ricerca di pattern ricorrenti partendo dai quali cercare di coinvolgere tutti gli attori nella analisi e lettura. • Esempio classico, anche nello specifico: l’applicazione di un programma innovativo e sperimentale di gestione del rischio con una certezza intrinseca in via di acquisizione e allo stesso tempo poco condiviso. Ma è veramente Caos? Matrice certezza – accordo BASSO Grado di accordo caos complicato semplice ALTO Zona della complessità complicato Grado di certezza BASSO B.Zimmerman – Edgeware Aides 35 Zona della complessità • è un’area molto ampia nel diagramma di Stacey situata tra la zona dell’anarchia e quella del management tradizionale, che qui non risulta efficace; • è la zona della creatività, dell’innovazione, della capacità di rompere con il passato creando nuovi modi di operare. • è la zona che bisogna saper riconoscere • è la zona delle relazioni; dove tutto può essere ed anche il contrario. E’ la zona dove l’”arte” spesso sostituisce il sapere. Matrice certezza – accordo BASSO Innovazione creatività Grado di accordo compromesso dibattito Standards Monitoraggio esperimenti Guidance ALTO Caos anarchia Grado di certezza tentativi BASSO B.Zimmerman – Edgeware Aides 36 prendere decisioni in condizioni di certezza ed incertezza (Olson EE, Eoyang GH. Facilitating organization change 2001) Casuale Molte Auto organizzazione Numero Preferenza o delle influenza Alternative Vedi il caso dell’autoapprendimento organizzativo approccio razionale Tentare una alternativa Poche Bassa Elevata Prevedibilità Prevedibilità dell’ dell’outcome NORMATIVI come vincolo, come opportunità DI COMUNICAZIONE interna, esterna DI VALUTAZIONE Di tecnologie Ambientale Organizzativa Professionale (tecnici amministrativi gestori collaboratori Operatori sanitari) Di problemi (sfogliare il carciofo) PARTNERSHIP: sociale, istituzionale, consulenti, Ditte (in rapporto diretto, subappalti, di servizio, di fornitura, di servizi in economia, ecc.) ORGANIZZATIVI/GESTIONALI Coerente approccio “ pianificazione “ uso della delega Processo di condivisione Analisi rete/iperHub Feedback Apprendimento organizzativo Centralità (paziente, operatore, sistema) rispetto al problema (ricomporre il carciofo) 37 Sono solo poche regole d’oro per tracciare la rotta nell’arcipelago della complessità 1. Adottare una visione olistica e non particolaristica 2. Porre grande attenzione alle relazioni ed alle interazioni tra le parti del sistema 3. Articolare il sistema in sottosistemi più semplici e più gestibili. Ricercare ed adottare regole semplici 4. Avere ben presente che il sistema complesso è comunque in continua evoluzione 5. Leggere e comprendere il sistema per dialogare ed interagire con esso 6. Esercitare la funzione di ascolto e prestare grande attenzione ai feedback 7. Adottare sistemi di controllo coerenti con il sistema e condivisi 8. Esercitare la funzione di delega, ovvero coniugare i principi di competenza-autonomia-responsabilità 9. Prendere decisioni flessibili e non rigide, ossia continuamente perfezionabili 10.Privilegiare l’azione come reazione in tempo reale ai mutamenti del sistema : provare, fare, correggere. 38 Analizzare i problemi in modo attivo (soprattutto non scotomizzarli Non farsi trovare impreparati Diffondere consapevolezza e condivisione Non dimenticare il valore del dubbio Considerare il sistema come oggetto da monitorare Dare valore al principio di “ricorso di organizzazione” e pertanto pensare ed immaginare in modo proattivo Affrontare il percorso alle soluzioni, dall’inizio alla fine, con approccio multidimensionale, interprofessionale, Interdisciplinare, sul modello della “Compagnia dell’Anello” Ma attenti ai falsi ed alle contraffazioni!!!! Non si può vivere senza una gomma I fatti non cessano di Gregory Bateson esistere quando vengono ignorati Aldous Huxley 39 …nelle organizzazioni sanitarie, per svolgere coerenti ed appropriate funzioni di valutazione e gestione… Una volta era sufficiente non essere un pessimo Leader: quello che tutti odiano Fino ad ieri bastava forse essere un buon Leader: quello che tutti amano Oggi occorre essere un ottimo Leader: quello che fa sì che tutti dicano “…questo l’ho fatto IO!” …e domani? Gabriele Romano 40