Comunicare i rischi ed i benefici: quando non sai che “pesci” prendere
by user
Comments
Transcript
Comunicare i rischi ed i benefici: quando non sai che “pesci” prendere
Francesca Baldi Reparto di Tossicologia Alimentare e Veterinaria Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Istituto Superiore di Sanità STORIA L’epoca romana (uno status symbol) differenza di classe = differenza di pesci Il popolo si nutriva di una grande quantità di pesci di modeste dimensioni e qualità, il più delle volte salati e conservati. Sulla mensa del ricco, invece, varietà pregiate quali sogliola, orata, triglia, murena, anguilla, rombo ecc. Per poter rifornire la cittadinanza del pesce furono approntati nei mercati vivai per i tipi sia d’acqua dolce che di mare. Si prescriveva che i pesci di grosse dimensioni dovessero abitare in vivai dal fondo sabbioso ed essere nutriti con altri pesci più piccoli e freschi. Per le conchiglie e i pesci piatti, tipo sogliola, si preferiva il fondo limaccioso e un’alimentazione a base di formaggio, frutta e interiora di pesce. ACQUACOLTURA nell’epoca romana Tra i ricchi era segno di distinzione allevare le specie più pregiate come ostriche, murene, orate o saraghi: nei giardini di alcune case venivano adibite allo scopo addirittura delle piccole piscine. I primi pesci ad essere allevati in cattività furono le orate e le murene e da essi derivò il soprannome portato con onore da coloro che, per smodata passione, avevano ottenuto questo risultato: Sergio Orata e Licinio Murena. Le murene erano allevate in grosse vasche e si dice che talvolta venissero nutrite con carne umana. LA CUCINA DI PESCE NELLA FASCIA MEDITERRANEA Abitiamo una penisola allungata, con due grandi isole. Tuttavia il pesce è sempre stato scarso e caro. Colpa del Mediterraneo, mare interno di misure troppo ridotte per consentire grandi migrazioni ittiche e la possibilità, per la fauna acquatica, di difendersi restando lontana dalle coste e dai suoi abitanti, e di moltiplicarsi come avviene negli oceani. Questa carenza di prodotto fresco, aggravata, fino a poco più di un secolo fa, dalla difficoltà di conservare quanto restava nelle reti, ha portato alla produzione di pesce conservato, dando origine a fasce di consumo ancora riconoscibili e nettamente differenziate soprattutto a livello europeo PESCE CONSERVATO Le aringhe, dominatrici del Nord Europa, da noi occupano una piccola fascia, ma sarebbe meglio parlare di isola, dell’aringa nel Veneto. Le nostre preferenze vanno senza esitazione all’altro pesce conservato che determina una fascia di consumo europea: il merluzzo, nelle sue versioni di baccalà e stoccafisso. La fascia di consumo è vastissima e con netto carattere mediterraneo. IL PESCE D’ACQUA DOLCE Passaggio dalla civiltà romana a quella medievale: diverso orientamento di consumi nel settore ittico Nei secoli aurei della Repubblica e dell’Impero, Roma dà vita a un’organizzazione produttivo-commerciale, estesa dai grandi allevamenti ai corrieri, in grado di trasportare merce fresca con grande rapidità, che favorisce il consumo dei pesci d’acqua salata. Nel Medioevo ciò diviene impossibile; si ripiega allora sul pesce d’acqua dolce, sia spontaneo sia allevato. Infatti, la richiesta di pesce è molto forte, soprattutto per poter osservare le regole sul digiuno ecclesiastico IL PESCE D’ACQUA DOLCE pesce nobile e plebeo Nella valle padana si forma una grande fascia di consumo, (il prodotto può giungere sui mercati in condizioni ottimali e senza trasporti veloci). Per il costo elevato, (scarsità di esemplari pescati), si determina una divisione fra pesce nobile e plebeo: alla categoria più pregiata appartengono lo storione (il caviale), il luccio e la trota. Pesci a buon mercato: sardine del Garda, l’agone, grande e piccolo, da cui si ricavano pure cibi consumabili in tempi lunghi, e accettati quali piatti di Quaresima: pesciolini fritti e conservati poi in carpione e quelli essiccati. SPECIE ESTRANEE ALLA NOSTRA FAUNA LACUSTRE TRADIZIONALE Nell’ultimo secolo sono state fatte giungere da lontano e messe a dimora in allevamenti per essere poi, in molti casi, diffuse nelle acque libere. Ciò è avvenuto, anzitutto, con la trota iridea, giunta dall’America in Europa sul finire dell’Ottocento e ora in piena attività riproduttiva negli allevamenti. Altri apporti americani sono il persico trota, il persico sole e, vorace, prolifico e di scarso valore gastronomico, (tanto che alcuni lo considerano più un danno che un buon acquisto): il pesce gatto RISCHIO-BENEFICIO DEL PESCE Il consumo di pesce è spesso raccomandato quale componente importante di una dieta sana; tuttavia nel nostro paese, benché patria della dieta mediterranea, tale raccomandazione sembra piuttosto disattesa. La spiegazione potrebbe trovarsi nei gusti e tradizioni culinarie differenti ma anche il costo spesso elevato del pesce e dei frutti di mare in genere (anche se il pesce azzurro, il più consigliato, è molto economico) RISCHIO-BENEFICIO DEL PESCE Spesso, però, è anche la preoccupazione per eventuali rischi per la salute derivanti da sostanze contaminanti, in seguito ad allarmi veri o presunti rilanciati periodicamente dai media, a farci rinunciare al consumo di alimenti ittici. Un rischio concreto è che, tra le sollecitazioni a consumare di più questo alimento e l’evocazione di pericoli per la salute, il consumatore non sappia più che pesci pigliare! VALUTAZIONE DEL RISCHIO (TOSSICOLOGICO) 1. Identificazione del pericolo 2. Valutazione della relazione dose/risposta 3. Valutazione dell’esposizione 4. Caratterizzazione del rischio In sicurezza alimentare la valutazione del beneficio ricalca nei suoi principi generali la valutazione del rischio VALUTAZIONE DEL RISCHIO (ovvero?) 1. Che effetti provoca? 2. A che dosi e con quali meccanismi? 3. Quanto, come e per quanto tempo siamo esposti? (implica sia metabolismo/carry-over, sia usi, destino e persistenza ambientali) 4. Quale probabilità di effetti in un determinato scenario di esposizione, anche per i più esposti es., forti consumatori e/o i più biologicamente suscettibili - di alimenti a rischio? VALUTAZIONE DEL RISCHIOBENEFICIO La valutazione rischio-beneficio parte dall’alimento in toto e/o dalla sua filiera produttiva, in particolare, dal fatto che certi alimenti o componenti alimentari sono di importanza primaria o comunque altamente raccomandabili per la salute della popolazione generale o per la tutela di gruppi di popolazione potenzialmente vulnerabili: pertanto, si tratta di alimenti o componenti alimentari che portano un beneficio per la salute, accertato o almeno plausibile. Nel contempo, esistono fattori che possono plausibilmente compromettere questo beneficio. (Maranghi et al,. Rapporti Istisan 12/50; European Food Safety Authority. Guidance on human health risk-benefit assessment of foods. EFSA Journal 2010;8(7)1673. 41 p.) VALUTAZIONE R/B DEL PESCE La valutazione R/B si fa perché un gruppo di contaminanti sono generalizzati, “insiti” e inevitabili nel pesce (proprio come i benefici dello iodio e degli omega-3) il nutrizionista raccomanda il consumo di pesce, come fonte di nutrienti di alto valore biologico, quali gli acidi grassi omega-3; il tossicologo, nel contempo, raccomanda prudenza perché il pesce è un importante fonte di esposizione a contaminanti, quali il metilmercurio. La valutazione rischio-beneficio nasce, quindi, dalla necessità di trovare una sintesi fra messaggi scientificamente fondati che vanno in direzioni opposte VALUTAZIONE R/B DEL PESCE La presenza elevata di alcuni contaminanti come il metilmercurio, le diossine, i bifenili policlorurati (PCB) ed altri meno noti, ma indicati dall’EFSA quali organostannici, polibromodifenileteri (PBDE), perfluorati (PFOS/PFOA): il consumo di alcune specie ittiche può essere un rischio per la salute. I benefici derivanti dal consumo di una/due porzioni di pesce la settimana, sarebbero superiori ai possibili danni alla salute derivanti dai contaminanti. Soprattutto se il pesce è ricco di PUFA (EPA, DHA: uova di pesce, salmone). Tra i possibili danni alla salute vi sono quelli derivanti dall’eliminazione del pesce dalla dieta: mancato effetto protettivo cardiovascolare e conseguenze negative per lo sviluppo cerebrale infantile BENEFICI DEL PESCE Proteine: presenti nel tessuto muscolare in percentuale variabile dal 15 al 23%, di elevato valore biologico e più facilmente digeribili rispetto a quelle della carne Acidi grassi: non esiste un profilo tipico che identifichi una specie di pesce ma tutti condividono un elevato contenuto in LC n-3 PUFA (acidi grassi polinsaturi a catena lunga n-3) con una predominanza in EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), importanti per il corretto sviluppo del sistema nervoso e per contrastare l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Vitamine: D (metabolismo osseo) e A (crescita e salute cellulare, trasmissione impulsi nervo ottico, etc.) e la B12 (stress ossidativo) Elementi in traccia: il pesce di acqua dolce contiene inoltre da 5 a 15 μg di iodio per 100 g di parte fresca edibile mentre il pesce di mare da 8 a 1210 μg/100 g e tutte le specie di pesce contengono discrete quantità di selenio: lo iodio è fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide ed il selenio è cofattore di enzimi legati a pathways dello stress ossidativo NEUROSVILUPPO (feto e prima infanzia) Esistono evidenze scientifiche consolidate (studi su larga scala, estensivi, studi clinici randomizzati e studi sperimentali) che sostengono che il consumo di pesce durante la gravidanza riduce il rischio di neurosviluppo subottimale nella prole. I benefici sono attribuibili a due specifici ed essenziali ώ-3 LC-PUFA; quelli con 20 e 22 catene di atomi di carbonio rispettivamente EPA e DHA. DHA, il più presente nei mammiferi è il più potente. Alcuni animali sono in grado di “allungare” (elongasi) la catena di carbonio mentre per gli esseri umani questo “allungamento” è troppo lento per riuscire a soddisfare la quantità necessaria al metabolismo; quindi l’assunzione con la dieta di ώ-3 LC-PUFAs è essenziale. CARDIOVASCOLARE Il consumo di pesce e/o integratori a base di olio di pesce si è dimostrato efficace nell’influenzare diversi fattori di rischio cardiovascolari; questo perché entrambe EPA e DHA sono incorporati nel tessuto dei vasi sanguigni in cui sono coinvolti nella fluidità delle membrane cellulari. Con gli apporti tipici della dieta si possono avere: effetti antiaritmici sul cuore che possono ridurre il rischio di morte cardiaca improvvisa e malattie coronariche. abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca variabilità della frequenza cardiaca azione anti-trombotica CARDIOVASCOLARE Differenze tra dose-risposta e tempistica Tali effetti benefici si ottengono già dopo poche settimane dall’inizio del consumo di pesce ma non aumentano con l’aumentare dell’apposto di pesce. Per quanto concerne, invece, l’abbassamento dei trigliceridi, ci possono volere mesi o addirittura anni di apporto dietetico prima di poter notare un miglioramento clinico. Sia la dose-risposta che il tempo per ottenere un beneficio clinico osservato possono variare a seconda del fattore di rischio specifico valutato. BENEFICI DA PROVARE Esistono deboli tesi in merito all’efficacia del consumo di pesce sulla riduzione di demenza, declino cognitivo e depressione. Tuttavia studi clinici hanno riferito un beneficio clinico modesto del DHA in soggetti dementi e non dementi. Tre fattori influenzano l'interpretazione di questi studi: studi piccoli e di breve durata hanno usato DHA in combinazione con EPA (Terano et al, 1999;. Suzuki et al, 2001; Freund-Levi et al, 2006) al, 2006), o ARA ( Kotani et rimane da stabilire se il DHA (o altro PUFA compresi EPA o ARA) abbia un effetto clinico benefico suo o solamente in combinazione con altri PUFA le dosi utilizzate coprono un range molto vasto - 120 mg/die a 4.3g/die (Cunnane et al., 2007; Plourde et al., 2007) ed eccedono di molto i volumi di DHA solito riscontrati nel cervello (Rapoport et al., 2007). CONTAMINANTI INORGANICI Cadmio (Cd), piombo (Pb), arsenico (As) e mercurio (Hg) CADMIO nefrotossicità, osteoporosi, neurotossicità, cancerogenicità, genotossicità e teratogenicità, effetti endocrini e riproduttivi. Secondo il dato EFSA più recente (European Food Safety Authority; Cadmium dietary exposure in the European population. EFSA Journal 2012;10(1):2551. [37 pp.]), i molluschi sono una importante fonte di cadmio (da soli 3.2% in media) Mentre i livelli massimi di cadmio stabiliti dalla Unione Europea per il muscolo di pesce sono di 0,05 mg/kg per la maggior parte delle specie e di 0,1 mg/kg per altre specie, fino ad un massimo tollerabile di 0,30 mg/kg nelle acciughe e nel pesce spada – Regolamento (CE) n. 1881/2006 e Regolamento (CE) n. 629/2008. CONTAMINANTI INORGANICI PIOMBO effetti neurotossici dell’esposizione a Pb durante il periodo dello sviluppo sono ben documentati. Nell’adulto l’esposizione è associata ad effetti cardiovascolari, riproduttivi, renali e potenzialmente cancerogeni. I livelli massimi ammissibili di piombo nei filetti di pesce sono pari a 0,30 mg/kg per tutte le specie di pesce (Regolamento (CE) n. 1881/2006). Il PTWI è di 25 μg/kg b.w./settimana per i bambini poiché è importante evitarne l’accumulo (EFSA, 2010). Tuttavia sia il Cd sia il Pb NON accumulano nei tessuti edibili del pesce nella stessa misura del Hg. CONTAMINANTI INORGANICI ARSENICO Sebbene i livelli di As negli organismi acquatici sono di solito più elevati rispetto a quelli terrestri, As viene accumulato sotto forma di arsenobetaine e arsenocholine: tali composti organici dell’As non vengono convertiti in vivo in As inorganico (più tossico) bensì vengono eliminati come tali dall’organismo. QUINDI NON vengono considerati come un rischio significativo per la salute umana CONTAMINANTI INORGANICI METILMERCURIO Hg organico è considerato la forma più tossica a seguito di esposizione attraverso gli alimenti. Il metilmercurio (MeHg) è la forma predominante di Hg nel pesce con valori compresi fra circa il 75 e il 100% di Hg totale nel tonno e nello squalo e superiori all’85% nelle sardine (Storelli, 2002). Il bersaglio primario e principale della tossicità del MeHg è il sistema nervoso, in particolare il cervello in via di sviluppo, con gravi conseguenze (ritardo mentale, danni cerebrali) a seguito di esposizioni in utero (Drouillet-Pinard et al., 2010). Tuttavia, anche l’aumentata esposizione dell’adulto a MeHg attraverso il pesce è stata associata ad un aumento di rischio di malattie cardiovascolari e mortalità da esse derivante (EFSA, 2004) (Maranghi et al. Rapporti Istisan 12/50) INTERAZIONE TRA CONTAMINANTI CON GLI STESSI EFFETTI Una esposizione combinata a PCB e MeHg potrebbe portare ad un incremento di congeneri di PCB nel cervello della progenie (PND21 svezzamento) La composizione di PCB nelle madri e nella progenie si è spostata verso congeneri a più alto grado di clorurazione rispetto alla composizione di Aroclor1254 somministrata. L’interazione tra questi due contaminanti neurotossici richiede ulteriori studi. (Iwai-Shimada M, Nakamura T, Sugawara N, Kurokawa N, Nakai K, Satoh H. Increase in accumulation of polychlorinated biphenyls in offspring mouse brain via maternal coexposure to methylmercury and polychlorinated biphenyls. J Toxicol Sci. 2013;38(5):689-96.) CONTAMINANTI ORGANICI Policlorobifenili (PCB), le diossine, i ritardanti di fiamma bromurati, gli insetticidi organoclorurati (DDT, chlordano, HCH), gli organostannici Tali sostanze, oltre a possedere proprietà tossiche, sono resistenti alla degradazione chimica e biologica, sono lipofile, bioaccumulano e biomagnificano così da risultare persistenti nell’ambiente e nella catena alimentare (Persistent Organic Pollutants, POP). Pertanto, anche controllandone/riducendone le emissioni, i POP possono raggiungere livelli di concentrazione di cui è difficile valutare le conseguenze. Essi sono presenti principalmente nel pesce a più elevato contenuto di grasso come aringhe, trote, sgombri, sardine, tonno fresco, salmone. I POP sono Interferenti Endocrini CONTAMINANTI ORGANICI PCB diossina-simili (da decenni banditi dal mercato) e diossine Presenti sotto forma di congeneri ampiamente distribuiti nell’ambiente; essi condividono il meccanismo d’azione mediato dal legame con il recettore arilico e gli effetti a carico di fegato, tiroide, sistema immunitario, riproduttivo e neurocomportamentale Organostannici Tributilstagno (TBT) e il trifenilstagno (TFT) accumulano nella catena alimentare in particolare nei molluschi. Sono principalmente immunotossici CONTAMINANTI ORGANICI Ritardanti di fiamma polibromurati, tetrabromobisfenolo A, esabromociclododecano (HBCD) e i polibromo difenil eteri (PBDE) Principale bersaglio è la tiroide dell’organismo in via di sviluppo con effetti neurocomportamentali potenzialmente mediati dalla diminuzione di ormoni tiroidei circolanti. Inoltre, i metaboliti idrossilati dei ritardanti di fiamma hanno effetti estrogeno-simili tireotossici e neurotossici persistenti e bioaccumulano Secondo un recentissimo studio di biomonitoraggio diete a base di prodotti ittici sono state correlate significativamente con i livelli di PBDE nel latte materno. Tuttavia i livelli riscontrati erano inferiori alle linee guida proposte da US EPA, indicando rischio per la salute limitato. (Lee S, Kim S, Kim E, Lee IS, Choi G, Kim HJ, Park J, Jae Lee J, Choi S, Young Kim S, Kim S, Kim S, Choi K, Moon HB. Polybrominated diphenyl ethers (PBDEs) in breast milk of Korea in 2011: Current contamination, time course variation, influencing factors and health risks. Environ Res. 2013 Sep 3. [Epub ahead of print]) CONTAMINANTI ORGANICI Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) In passato è stato stabilito un tenore massimo di benzo(a)pirene nel ″muscolo di pesce non affumicato ″come indicatore dell'inquinamento ambientale. Tuttavia è stato dimostrato che gli IPA sono velocemente metabolizzati nel pesce fresco e non si accumulano nel muscolo. Quindi non è più opportuno mantenere un tenore massimo di IPA nel pesce fresco. (PUNTO 14 DEL REGOLAMENTO (UE) N. 835/2011 DELLA COMMISSIONE del 19 agosto 2011 che modifica il regolamento (CE) n. 1881/2006 per quanto riguarda i tenori massimi di idrocarburi policiclici aromatici nei prodotti alimentari CONTAMINANTI ORGANICI Sostanze perfluoro alchilate (PFAs) (PFOS e PFOA) Bersagli: fegato, tiroide e fertilità. Il pesce sembra essere un’importante fonte di esposizione a PFOS e PFOA per l’uomo, anche se non si esclude che i dati siano influenzati dai risultati relativi a zone relativamente inquinate, che verosimilmente portano ad una sovrastima dell’esposizione dovuta al consumo abituale di pesce; le concentrazioni di PFOS nel fegato dei pesci sono significativamente più elevate di quelle individuate nel filetto. PFOA in concentrazioni quasi sempre inferiori a quelle di PFOS. (The EFSA Journal (2008) 653, 3-5) POSSIBILI RISCHI PER CHI UTILIZZA INTEGRATORI Integratori alimentari a base di oli di pesce, omega-3 e glucosamina solfato se assunti in dosi eccessive rispetto alle dose consigliate possibili fonti di contaminanti (Barton A, McLean BAn unusual case of peripheral neuropathy possibly due to arsenic toxicity secondary to excessive intake of dietary supplements. Ann Clin Biochem. 2013 Sep;50(Pt 5):496-500.) Gli Tuttavia, mangiare pesce ad alto contenuto di omega-3 PUFA può ridurre l'esposizione a contaminanti rispetto alla supplementazione giornaliera con oli di pesce Differenze biologiche fra i diversi tipi di pesce con diverse distribuzioni di contaminanti e nutrienti Bentonici organismi che vivono a contatto con il fondale e si appoggiano ad esso per svolgere le proprie attività: alghe, crostacei, molluschi, echinodermi, scorfano, murena, grongo, razza e sogliola. Predatori tonno, il pesce spada biomagnificazione di MeHg Pesci grassi contaminanti organici persistenti (Persistent Organic Pollutants, POP) bioaccumulano e biomagnificano persistenti nell’ambiente e nella catena alimentare Policlorobifenili (PCB), le diossine, i ritardanti di fiamma bromurati, gli insetticidi organoclorurati (DDT, chlordano, HCH), gli organostannici diossine, PCB, PFOA aringhe, trote, sgombri, sardine, tonno fresco, salmone Attenzione alla sogliola! Vita stanziale, a contatto con i fondali marini fangosi e quindi sono un ottimo bioindicatore la sogliola è tra i pesci che vengono consigliati per lo svezzamento dei bambini (digeribile ricca di nutrienti) Nel 2012 sono stati prelevati 31 campioni di questo pesce in 5 aree: Viareggio, Livorno, Lerici, Genova e Civitavecchia. Le prime quattro si trovano all’interno del Santuario dei cetacei (un’area che dovrebbe essere protetta), l’ultima invece si trova poco fuori del margine meridionale dell’area. Le sogliole sono state poi inviate per l’analisi al dipartimento di scienze ambientali dell’università di Siena. Tutti i campioni sono contaminati da metalli pesanti (Pb. Cr, Hg), IPA e BPA. In alcuni casi, metalli e idrocarburi hanno raggiunto concentrazioni al di sopra dei limiti di legge. Differenze biologiche fra i diversi tipi di pesce con diverse distribuzioni di contaminanti e nutrienti INTERAZIONE TRA CONTAMINANTI E NUTRIENTI Interessante notare come i meccanismi d’azione dei contaminanti e dei principi nutritivi presenti nel pesce possano talvolta coinvolgere gli stessi pathways: ad esempio, i ritardanti di fiamma hanno come bersaglio principale la tiroide, e lo iodio contenuto nel pesce rappresenta un elemento essenziale per l’omeostasi tiroidea. Inoltre, i POP sembrano essere coinvolti nel danno mitocondriale (stress ossidativo) alla base della sindrome metabolica (Lim et al., 2010): il selenio e i PUFA agiscono proprio come antiossidanti di origine naturale (Ayotte et al., 2011; Strom et al., 2011). Altri studi hanno evidenziato un potenziale effetto antagonistico del selenio nei confronti di mercurio e arsenico presenti nei prodotti ittici (Li et al., 2008). Inoltre, lo iodio contenuto nel pesce sembra avere un effetto protettivo nei confronti degli effetti tossici indotti da composti organoclorurati a seguito di esposizione in utero (Dallaire et al., 2008). INTERAZIONI SELENIO-MERCURIO Il rapporto molare selenio: mercurio è correlato negativamente con la lunghezza del pesce per il muscolo bianco, fegato, rene e cervello, in particolare per il pesce più di 50 cm di lunghezza, il che suggerisce che per i pesci più grandi il selenio protegge “meno” contro la tossicità del mercurio rispetto ai pesci più piccoli. (Burger J, Jeitner C, Donio M, Pittfield T, Gochfeld M.Mercury and selenium levels, and selenium:mercury molar ratios of brain, muscle and other tissues in bluefish (Pomatomus saltatrix) from New Jersey, USA. Sci Total Environ. 2013 Jan 15;443:278-86.) DIFFERENZE TRA PESCE DI ALLEVAMENTO E PESCE SELVATICO Pesci prevalentemente/esclusivamente da allevamento: salmone, trota iridea, carpa; pesci prevalentemente pescati: tonno, pesce azzurro (aringa, acciuga, sgombro e sardina). Per il pesce pescato, a differenza di quanto accade per quello proveniente dalle pratiche di acquacoltura, la qualità nutrizionale è condizionata dall’ambiente e dalle fasi del ciclo vitale; quindi una stessa specie, pescata e consumata in diversi periodi dell’anno, oltre a possedere valori nutrizionali diversi, può presentare caratteristiche organolettiche diverse Sinora, i dati (EFSA 2005) ci dicono che il pesce da acquacoltura ("convenzionale") e da pesca non differiscono molto come contaminanti "insiti" ad eccezione il salmone del Baltico allevato che è meno contaminato di quello pescato: ma l'acquacoltura ha il vantaggio di essere modificabile, rispetto alla pesca. Cosa si può fare per ridurre l’esposizione a contaminanti liposolubili nell’acquacoltura Contenuto di PCB nella spigola e condizioni di allevamento: Il contenuto di PCB è minore nella spigola allevata estensivamente rispetto a quella allevata semi intensivamente e intensivamente. Anche a parità di peso, il grasso di pesce allevato intensivamente contiene più PCB del grasso di pesce allevato estensivamente. Più il pesce è libero meno è grasso (aumenta la sua attività metabolica) quindi c’è un minore accumulo di contaminanti; inoltre la spigola di allevamento estensivo ha anche minore possibilità di contatto con le deiezioni ed i resti di mangime. Ridurre il contenuto di contaminanti nei mangimi L’aringa del Mar Baltico, ricca di diossine e PCB, viene usata per produrre mangime per il pesce pregiato (tipo salmone), esponendo il consumatore ad alti livelli di contaminanti. Il trattamento delle aringhe con pH drastici (molto acidi o molto alcalini): si estrae molto grasso (e contaminanti liposolubili) rendendo meno rischioso l'utilizzo delle aringhe per i mangimi. AQUAMAX La carne e l’olio di pesce utilizzati nella produzione dei mangimi per acquacoltura rappresentano la principale fonte di contaminazione, soprattutto per quanto riguarda i POP. L’obiettivo strategico del progetto AQUAMAX finanziato dalla Commissione Europa (http://www.aquamaxip.eu/) è stato quello di sostituire per quanto possibile le farine e l’olio di pesce attualmente utilizzati per mangimi di acquacoltura con altre matrici derivate da risorse sostenibili e alternative che fossero nel contempo il più possibile prive di contaminanti indesiderati e che portassero a massimizzare le performance di crescita, l’efficienza di conversione del cibo nonché i benefici nutrizionali, la sicurezza, la qualità e la palatabilità del prodotto finale (pesce allevato) per il consumatore. Entità del consumo di pesce in Italia La pesca in Italia in cifre 900mila le tonnellate di pesce commercializzate ogni anno in Italia 220mila le tonnellate di pesce pescate nel mare italiano 1.167 milioni di euro è il volume d'affari del settore ittico (di cui 1/3 è il valore dell'export) 13.300 le imbarcazioni italiane impegnate nella pesca Catture nel mediterraneo Secondo le elaborazioni dell'Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) su dati Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura), il 22,8% del pesce pescato nelle acque del bacino mediterraneo proviene dalle coste italiane, ponendoci al primo posto per catture tra quelli che si affacciano sul mar Mediterraneo. In seconda posizione troviamo l'Algeria (14,3%), seguita da Spagna (10,8%), Tunisia (9,9%), Egitto (9,2%), Grecia (8,8%) e Turchia (6,5%). Entità del consumo di pesce in Italia Sempre più sacrificato nella dieta degli italiani, con acquisti in flessione dal 2010 e un consumo per lo più occasionale (dati Ismea Gfk-Eurisko) che indicano, per il primo trimestre 2013, un calo del 5% su base annua degli acquisti domestici dei prodotti ittici freschi i cali maggiori per alici (-14%), calamari (-15%), trote e polpi (-9%) e riduzioni più contenute per naselli e merluzzi (-4%) in aumento, nei primi tre mesi dell'anno, i consumi di prodotti conservati, secchi, salati affumicati e surgelati. Nel segmento del secco salato e affumicato, il salmone confezionato accresce i suoi consensi con un incremento del 6% del numero di famiglie acquirenti Tra i prodotti conservati il tonno risulta stabile nelle quantità, mentre si rilevano progressioni sia in volume che in valore per le alici sott'olio e per gli sgombri. Gli acquisti di pesce surgelato avanzano mediamente dell'1,1% a fronte di una riduzione dei corrispettivi monetari del 2,4%, che lascia intendere uno spostamento del consumatore verso prodotti più convenienti. RACCOMANDAZIONI: l’esempio della Environmental Protection Agency USA ATTUARE UNA EFFICACE COMUNICAZIONE DEL RISCHIO PER PREVENIRE I RISCHI E MASSIMIZZARE I BENEFICI DERIVANTI DAL CONSUMO DI PESCE. Un valido esempio: il sito dell’EPA - US (http://www.epa.gov/waterscience/fish/) diretto al consumatore attraverso l’uso di una terminologia semplice, con interessanti brochure informative scaricabili (anche in lingua spagnola) indirizzato anche ai bambini attraverso un gioco interattivo "Fish Kids" nonché un opuscolo da colorare pieno di giochi. Raccomandazioni mirate per: Donne in età fertile, in gravidanza, in allattamento e bambini piccoli Raccomandazioni “locali” per la pesca ovvero ad hoc a seconda dello stato in cui si vive (Fish Advisory where you live) altro esempio che sarebbe giusto “clonare” in Italia perché un pesce che può essere “pulito” in una determinata area può non esserlo in altre! RACCOMANDAZIONI: l’esempio della Natural Resources Defence Council Un altro valido esempio di raccomandazioni efficaci dirette al consumatore è il sito della NRDC http://www.nrdc.org/health/effect s/mercury/guide.asp dove troviamo il il mercury calculator, un programmino che permette di calcolare a seconda del peso corporeo, della quantità e del tipo di pesce mangiato, quanto metilmercurio si è ingerito Gli esempi italiani: Taranto e le cozze alla diossina 2010 Su commissione della onlus “Fondo Antidiossina Taranto” il laboratorio Inca (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l’Ambiente) di Venezia ha analizzato ostriche e cozze prelevati dal Mar Piccolo di Taranto per individuare la concentrazione di diossine e PCB (policlorobifenili) presenti. Il risultato non è per nulla incoraggiante: questi elementi raggiungono i 13,5 picogrammi, superando del 69% il limite consentito dalla legge (che è 8). (http://www.consumatorenews.com/) 2011 vietata la commercializzazione di cozze allevata nel primo seno di Mar Piccolo 2012 "Siamo in presenza di criticità permanenti", dice il ministro della Salute, Renato Balduzzi: cozze distrutte valore 4 milioni di Euro Gli esempi italiani: Taranto e le cozze alla diossina 2013 Le analisi delle acque nella nuova zona di Mar Grande, dove è stata trasferita la produzione di cozze del primo seno di Mar Piccolo, stanno rivelando l’assenza di inquinamento. il sindaco di Taranto, ha proposto al governatore della Regione Puglia, di dare il via libera alla vendita del prodotto con una deroga alle norme in modo da evitare una nuova distruzione di mitili e un danno economico agli operatori e di fermare eccezionalmente le analisi delle acque a quattro mesi anziché ai previsti sei. Proposta respinta in quanto la Regione Puglia, in questo caso particolare, e’ tenuta a seguire e ad osservare le normative nazionali che, a loro volta, rispecchiano le direttive comunitarie. In caso di inosservanza la Regione Puglia potrebbe incorrere negli ammonimenti della Ue e in gravi sanzioni pecuniarie che finirebbero per rendere meno agevole il delicato percorso per alleviare la crisi dei mitilicoltori” Gli esempi italiani: Garda anguille alla diossina l ministero della Salute nel 2011 ha vietato la commercializzazione delle anguille provenienti dal lago di Garda, perché contaminate. (diossine, furani e PCB superiori del 15/20% ai livelli di legge UE nelle anguille di lago. Provvedimento tardivo: le autorità sanitarie Svizzere del Canton Ticino, che inglobano nel loro territorio la parte alta del lago Maggiore, già nel gennaio 2008 ponevano l’accento sul problema della diossina nei pesci e nel 2009 decisero il divieto di commercializzazione di anguille e agoni. Gli esempi italiani: Garda anguille alla diossina Sarebbe stato necessario affiancare al provvedimento una adeguata analisi e comunicazione del rischio basata sulla esposizione effettiva dei cittadini. Le autorità svizzere fecero le necessarie distinzioni: divieto di mangiare agoni del Lago Maggiore a minori di 18 anni e donne incinte, per adulti che pescano per hobby limitare il consumo a 120 g alla settimana DIVIETO DI COMMERCIALIZZAZIONE + COMUNICAZIONE DEL RISCHIO= RIDUZIONE DEL RISCHIO (Roberto La Pira Il fatto alimentare) Mentre in Svezia… Nel 2012 al governo svedese è stata concessa una deroga permanente dal valore limite per la diossina nel pesce. Prima che il governo decidesse se applicare o meno la deroga, l'Agenzia nazionale per l'alimentazione aveva scritto un rapporto che ha concluso che, dal punto di vista della salute pubblica, sarebbe stato meglio per mantenere il valore limite UE in Svezia dal momento che la raccomandazione di limitare il consumo di pesce «grasso» del Baltico non riusciva a raggiungere il consumatore sufficientemente. E nel 2013 hanno venduto 105 tonnellate di salmone baltico contaminato alla Francia!!!! Finito tutto a tarallucci e vino nessuna multa per la Svezia…. CONCLUSIONI Una adeguata valutazione del rischio seguita una efficace comunicazione del rischio generano raccomandazioni e riducono il rischio senza creare inutili allarmi che possono far fallire interi settori Grazie per l’attenzione [email protected]