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Beer - DeBeer Refinish
TechFlash T e c h n i c a l n e w s l e tt e r o f D e B e e r Co n t en u to: Fiera Collision Repair La De Beer WaterBase Serie 900 in condizioni estreme Come funziona una cabina di verniciatura e oggi è indispensabile avere una buona cabina? Come assicurarsi pesate ottimali Strumenti di misurazione del colore e Multi Angle Visual assessment ICRIS NR 3 Edizione: luglio 2009 Prossima uscita: Dicembre 2009 La De Beer Refinish all’Expo Collision Repair in Australia Ad Aprile, il team De Beer Australasia ha partecipato alla tradizionale Fiera Australian Collision Repair Expo. L’esposizione ha avuto luogo a Sydney, nel Darling Harbour, ed è durata tre giorni, in contemporanea con l’auto Aftermarket Expo. Alla Fiera erano presenti tutti i maggiori esponenti del mercato dell’autocarrozzeria e, oggetto principale dell’esposizione, è stato il sistema ad acqua. E’ stata l’occasione per la De Beer Refinish di lanciare la propria gamma di prodotti, a normativa VOC, sul mercato australiano: sia la linea Waterbase Serie 900 che la BeroThane HS420 Serie 3000 sono di fatto disponibili sia in Australia che in Nuova Zelanda, un segnale che la problematica ambientale ha preso piede ormai in tutto il mondo dell’autoriparazione. Informazioni Questa Newsletter e pubblicata da: De Beer Refinish Sede Valspar bv P.O. Box 2139 8203 AC Lelystad The Netherlands T: +31 (0)320 292200 F: +31 (0)320 292201 E: [email protected] I: www.de-beer.com Questa Newsletter tecnica è stata realizzatacon l’aiuto di tutto il nostro staff tecnico mondiale, la cui collaborazione è stata essenziale nel raccogliere informazioni, articoli, idee, foto ecc. Lo staff di redazione, anche se consapevole della propria responsabilità nell’assicurare l’affidabilità delle fonti, non può essere ritenuto responsabile per eventuali in accuratezze contenute in questa pubblicazione. Qualora vogliate ricevere più copie di questa Newsletter TechFlash, vi preghiamo di contattare la nostra filiale di Roma, oppureuno dei nostri tecnici. 82L452_TechFlashDB.indd 2 La De Beer WaterBase Serie 900 in condizioni estreme Dopo la prima visita alla Toyota Bicutan Manila, nel mese di gennaio 2009, abbiamo avuto la possibilità di formare i verniciatori ed i coloristi in modo da farli familiarizzare con i prodotti a base d’acqua. Malgrado l’umidità (80-95%) e la temperatura (28-34°C) fossero estremamente alte, i tempi di essiccazione si sono rivelati del tutto accettabili (8-12 min) utilizzando un sistema di essiccazione mobile. In Europa è del tutto normale aumentare la temperatura fino a 35 gradi per accelerare l’essicazione, ma in condizioni così estreme, a Manila, dove la maggior parte delle cabine di verniciatura non hanno il bruciatore, è necessario creare movimenti d’aria in modo da poter assorbire l’umidità. Il che significa che, senza un sistema mobile o fisso di essiccazione, è impossibile asciugare la vernice ad acqua in tempi accettabili. In generale, quando le temperature aumentano oltre i 30 gradi centigradi, il consiglio è di utilizzare il diluente 9-161 (lento). Tuttavia, in queste particolari condizioni con l’umidità alta, è sufficiente il diluente standard (9-151). Sono state effettuate prove di verniciatura con diversi colori e svariate tecniche, incluso lo spot-repair, su l’intera superficie dell’auto. Nonostante le condizioni estreme, il color matching si è rivelato essere nei limiti specificati dalla Toyota: per alcune tinte può essere necessario oppure auspicabile cambiare l’applicazione da 2 mani bagnato su bagnato a strato singolo per accelerare i tempi di essiccazione. 24-06-2009 15:55:51 Techflash p2 Come funziona una cabina di verniciatura e perché oggi è indispensabile avere una buona cabina? Le cabine di verniciatura sono sempre esistite, ma la loro importanza è aumentata in maniera esponenziale con l’introduzione delle vernici ad acqua. Ad oggi è assolutamente necessario che la cabina funzioni bene. Vogliamo in questo paragrafo illustrare gli elementi che compongono una buona cabina, prima di procedere con la teoria. Nella cabina di verniciatura c’è uno spostamento d’aria, importante per eliminare i residui di vernice che si producono nel processo di verniciatura. Il flusso d’aria è importante anche per determinare i tempi di essiccazione della vernice: ad oggi è un processo che ha assunto un’importanza fondamentale, in quanto sempre più paesi utilizzano sistemi di verniciatura HS (Alto Solido). In generale, deve esserci un getto l’aria di 0.25 - 0.3 mtr/sec a seconda della legislatura vigente nel proprio paese. Quindi, ogni secondo l’aria muove 25-30 centimetri in direzione dello scarico. Se l’altezza della cabina all’interno è di 3 metri, quanto ci vorrà per ventilare l’intera cabina? Bella domanda no? • 3 metri altezza interna: 0.3 metri/sec. = 10 secondi, è così? Calcoliamo ora quanta aria transita nella cabina, ogni ora: • Cabina a getto verticale, l’aria è soffiata da filtri sul soffitto e l’uscita è posizionata sul pavimento, vedere figura: • Larghezza cabina: 4 metri • Profondità: 7 metri • Velocità dell’aria richiesta: 0.3 mtr/sec. • Secondi in 1 ora: 60 min. x 60 sec. = 3600 • 4 mtr x 7 mtr x 0.3 mtr/sec. x 3600 sec. = 30.240m³/ora Cabina a getto orizzontale: l’aria viene soffiata dal soffitto e lo scarico si trova nel retro. L’aria si muove in direzione orizzontale, come illustrato nella figura: Se calcoliamo quanta aria circola attraverso questo tipo di cabina, il calcolo si basa sul frontale della cabina stessa. Quindi larghezza x altezza. • Larghezza cabina: 4 metri • Altezza: 3 metri • Velocità dell’aria richiesta: 0.3 mtr/sec. • Secondi in 1 ora: 60 min. x 60 sec. = 3600 • 4 mtr x 3 mtr x 0.3 mtr/sec. x 3600 sec. = 12.960m³/ora Come si può vedere una tipologia di cabina a getto orizzontale è molto più economica: • Assenza di filtri sul pavimento • Nessun piano di rialzo • I motori possono essere più piccoli in quanto la richiesta di aria è minore, meno m³ • Il bruciatore può essere più piccolo, perché si ha bisogno di meno aria. In generale, una cabina di verniciatura ha due motori, che sono complementari tra loro, uno per aspirare l’aria e l’altro per il rilascio dell’aria stessa, in questo modo la cabina ha una specie di equilibrio e non si rischia di avere troppa pressione. Nel Regno Unito, non è assolutamente consentito l’eccesso di pressione per cui ogni cabina è leggermente sotto pressione, questo per evitare che getti di vernice fuoriescano dalla cabina stessa. In altri paesi, si potrà assistere ad un leggero eccesso di pressione per evitare, in questo caso, che la polvere ed altri agenti contaminanti, possano venire aspirati in cabina. E’ molto semplice verificare lo stato della pressione in cabina: spegnere la cabina e tenere la porta 4 - 5 centimetri aperta. Se la porta si chiude automaticamente siamo in presenza di minore pressione. Invece, in presenza di eccesso si pressione se si prova a chiudere la porta forzando leggermente si noterà una notevole resistenza: la porta può anche rompersi, troppa pressione! In cabina si utilizzano svariati tipi di motore: Ventole a centrifuga: sono i più comuni, perché hanno la giusta capacità d’aria e non arrivano ad altissime velocità, cosicché il livello di rumorosità è al minimo: Ventole AxialI: gestiscono una quantità di aria minore e vanno ad alta velocità. In questo caso il livello di rumorosità della cabina è molto elevato. 82L452_TechFlashDB.indd 3 24-06-2009 15:55:51 Techflash p3 Alcune cabine, più economiche, utilizzano un solo motore, allo scopo, appunto, di contenere i costi. Le cabine ad un solo motore (nella maggior parte dei casi, quello che aspira l’aria) hanno un eccesso di pressione sulle porte: se si accende la cabina è difficile chiudere le porte. Se le porte sono già chiuse, l’aria viene spinta all’esterno attraverso dei filtri che si trovano sul pavimento, lungo le pareti laterali oppure sul retro (vedere illustrazioni) Cabina con scarico sul pavimento Cabina con scarico laterale Cabina con scarico sul retro Per questa volta, ci limitiamo al flusso d’aria ed alle ventole in cabina. Nelle prossime newsletter parleremo del bruciatore e cercheremo di focalizzarci meglio sulla modalità di funzionamento delle cabine. Ci auguriamo che quanto detto finora possa esservi utile: se avete domande oppure commenti, vi preghiamo di farcelo sapere oppure di contattare il collega Martin Ruigrok, Responsabile tecnico della De Beer Australasia, email: [email protected] Come assicurarsi ottimi risultati nella pesata Una buona pesata è essenziale per ottenere un buon mix. Ma nessuna misurazione è assolutamente perfetta! Esistono una quantità di fattori che possono influenzare i risultati della pesata e quindi avere un impatto diretto sul proprio lavoro. Cosa fate per ottimizzare la produttività e la qualità? Posizionare la bilancia Le bilance che si utilizzano per pesare la vernice sono molto sensibili e registrano variazioni di peso anche sotto 1 grammo. Questo fa si che le bilance siano sensibili anche a fattori esterni: molte forze in realtà possono influenzare e cambiare il peso. Anche se le bilance più moderne fanno uso di un software che fa da filtro e riduce l’influenza delle vibrazioni esterne, è tuttavia consigliabile posizionare la bilancia su una superficie piana e stabile. La bilancia, inoltre, deve essere protetta contro i flussi d’aria causati da ventole, finestre e porte aperte. La luce diretta del sole e le alte temperature possono anch’essi influenzare il risultato finale e devono, quindi, essere evitati. Assicurarsi inoltre che nulla vicino alla bilancia possa bloccarne il movimento! Manutenzione ed uso corretto La cellula di carico che si trova all’interno della bilancia e ben protetta contro il sovraccarico e lo shock. Tuttavia, è fondamentale evitare di colpire anche indirettamente la bilancia, come per esempio chiudere la lattina di vernice utilizzando un martello! La bilancia deve essere sempre tenuta il più possibile pulita: vernice fresca sul piatto o residui secchi impediscono il movimento corretto dello strumento e si ripercuotono negativamente sul risultato finale. Il piatto della bilancia è fatto di acciaio inossidabile e può essere facilmente tolto e pulito. Calibrazione Tutte le bilance sono già calibrate. Per assicurare, tuttavia, una misurazione adeguata, è consigliabile effettuare delle verifiche. Questo processo può essere facilmente portato a termine effettuando una pesata di prova. Assicuratevi che la bilancia sia tarata a zero prima di iniziare il test. Se si registra una deviazione del peso, controllare il livello e pulire il piatto. Se il problema persiste, contattare il fornitore Valspar di riferimento. 82L452_TechFlashDB.indd 4 24-06-2009 15:55:52 Techflash p4 Strumenti di misurazione del colore: Multi Angle Visual assessment Per accelerare lo sviluppo di nuovi colori, i nostri laboratori fanno uso dello spettrofotometro: la conoscenza e l’esperienza umana unite all’accuratezza colorimetrica dello strumento si è rivelata in effetti ottimale per una veloce ed esaustiva formulazione delle tinte. Da qualche tempo, anche gli utilizzatori finali fanno uso dello spettrofotometro: uno strumento che si sta rivelando eccezionale non solo per quanto riguarda le tinte pastello, ma ultimamente anche per i colori metallizzati. E’ quindi il momento giusto per affrontare ed approfondire la questione delle misurazioni, in particolare su come confrontare la misurazione tramite lo strumento con l’occhio umano, iniziando con gli elementi base su come guardare i colori. Per vedere un colore abbiamo bisogno di 3 elementi: una fonte di luce, un osservatore ed un oggetto. Per analizzare efficacemente un colore è poi necessario che questi tre fattori vengano standardizzati nel miglior modo possibile. Per le tinte pastello, una visione ad un angolo è (la maggior parte delle volte) sufficiente, ma per i metallizzati e le altre tinte, in particolare i colori ad effetto, il colore varia in funzione delle diverse angolature. Occorre tenere a mente che i tre fattori Flop 1: 15-25° Face: 25-45° Flop 2: 75-110° summenzionati (fonte di luce, osservatore e oggetto) sono essenziali per la determinazione dell’angolo. Per standardizzare la luce e gli angoli occorre utilizzare uno strumento di misurazione dotato di almeno un rilevatore ottico, installato in un posto specifico del laboratorio colore. L’angolo può cambiare spostando l’oggetto (immagine 1) oppure fissando l’oggetto e cambiare la propria posizione (immagine 2). E’ possibile vedere chiaramente nell’immagine 3 che all’interno dello spettrofotometro a più angoli, la situazione dell’osservatore (come da imagine 2) viene riprodotta esattamente. L’osservatore è stato sostituito da 3 sensori fissati a 15 (oppure 25), 45 e 110 gradi verso il raggio riflesso della luce (speculare). Ad oggi, è molto comune nel mondo dell’automotive paints rinominare gli angoli della visuale seguendo le leggi della colorimetria. Di fronte: 45 gradi dalla speculare, Flop1 : 15 gradi dalla speculare, Flop 2 : 110 gradi dalla speculare. Il software che viene fornito insieme allo Spettrofotometro fa tutto il resto. Uno script complicato calcola le coordinate del colore (LCH) per ogni angolo utilizzando i valori di luce del giorno, i valori di sensibilità dell’occhio e quelli di riflessione dell’oggetto (fonte di luce, osservatore, oggetto). Flop 1 Flop 2 Face Im. 1 Cambiare la posizione dell’oggetto riguardo alla fonte di luce Im. 2 Cambiare la posizione dell’osservatore Im. 3 dentro lo Spettrofotometro ICRIS Cambio del database formule personalizzate Nella versione di ICRIS 6.7 esiste la possibilità di aggiungere formule oltre a quelle che già si trovano nel database delle formule personalizzate. In passato, queste venivano semplicemente sostituite dalle nuove. Quando si decide di importare dati in ICRIS, occorre scegliere l’opzione “import”, poi selezionare il percorso e la destinazione dove si vuole importare la formula, quindi selezionare il file con i dati personalizzati e confermare con “OK”. La schermata che segue apparirà nel database custom, dove già esistono dei dati: Ora è possibile decidere se rimuovere la vecchia formula oppure semplicemente aggiungere la nuova alla vecchia. Aggiornamento Color Box Nella schermata di selezione del colore, come da illustrazione in basso, è possibile verificare l’aggiunta di una nuova colonna. Questa colonna è chiamata “box update”, qui è possibile vedere il numero dell’aggiornamento colore dove è possibile trovare la chip che si sta cercando, quando il Color Box non è ancora stato aggiornato. La mazzetta ha come riferimento 3 numeri: il primo indica il numero dell’aggiornamento; 0 sta per la prima edizione della documentazione; 1 per il primo aggiornamento etc. Il secondo numero è l’anno in cui l’aggiornamento è uscito ed il terzo numero indica il mese in cui è uscito. 82L452_TechFlashDB.indd 1 24-06-2009 15:55:53