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un po` di letteratura - Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere

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un po` di letteratura - Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere
UN PO’ DI LETTERATURA
25 FEBBRAIO
UN PO’ DI LETTERATURA
1. Abbina ogni opera al proprio autore.
1. IL DECAMERON
a. ALESSANDRO BARICCO
2. IL BARONE RAMPANTE
b. CESARE PAVESE
3. IL NOME DELLA ROSA
c. LUDOVICO ARIOSTO
4. SETA
d. GIOVANNI BOCCACCIO
5. LA LUNA E I FALÒ
e. PRIMO LEVI
6. L’ORLANDO FURIOSO
f. ALESSANDRO MANZONI
7. SE QUESTO È UN UOMO
g. ITALO CALVINO
8. I PROMESSI SPOSI
h. UMBERTO ECO
2. Gli scrittori italiani e il Premio Nobel per la letteratura. Chi fra i
seguenti autori lo ha vinto?
Cesare Pavese
Umberto Eco
Giuseppe Verga
Salvatore Quasimodo
Alessandro Manzoni
Italo Calvino
Dario Fo
Eugenio Montale
Giosuè Carducci
Grazia Deledda
Luigi Pirandello
Natalia Ginzburg
3. Fra poco leggerai la trama di una delle opere più famose di Luigi
Pirandello. A cosa ti fa pensare il titolo?
Il fu Mattia Pascal
1 UN PO’ DI LETTERATURA
25 FEBBRAIO
4. Ora leggi una parte della trama. Attenzione, nel testo ci sono molte
ripetizioni: riscrivilo usando i pronomi.
È la storia di Mattia, un uomo che vive con la moglie e la suocera. La sua vita
è come quella di tanti, ma lui è esasperato dalla sua vita e vuole cambiare la
sua vita: il suo lavoro non piace a Mattia, la suocera tratta male Mattia e la
moglie non ama Mattia. L’unica sua gioia sono le due figlie gemelle, ma il
destino non è favorevole a Mattia e toglie subito le due figlie gemelle a
Mattia: la prima muore appena nata, la seconda dopo un anno.
Un giorno Mattia, stanco di tutto questo, decide di andare a Montecarlo a
tentare la fortuna al gioco. Questa volta il destino è dalla sua parte: infatti
vince molti soldi. Mentre torna a casa legge sul giornale la storia della sua
morte: per sbaglio sua moglie ha riconosciuto Mattia nel cadavere di un
uomo trovato dalla polizia. Adesso tutti credono Mattia morto, decide di
abbandonare la vecchia vita e di crearsi una nuova vita, libero da ogni
condizionamento sociale. Cambia il suo nome (si fa chiamare Adriano Meis) e
va a vivere a Roma. Qui conosce Adriana, una giovane donna, e si innamora
di Adriana. Ma quando decide di sposare Adriana, scopre che non è
possibile. Infatti per il matrimonio servono a Mattia i documenti, ma lui non
ha i documenti. Vivendo sotto falso nome, Mattia deve constatare però
dolorosamente che le leggi e le convenzioni non consentono a Mattia il
minimo atto di reale autonomia. La sua vita diventa sempre più difficile: ha
ancora un po’ di soldi, ma qualcuno ruba i soldi a Mattia e …
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5. Adesso prova ad immaginare il finale…
2 UN PO’ DI LETTERATURA
25 FEBBRAIO
Vuoi conoscere il vero finale? Eccolo!
… Allora decide di simulare il suicidio di Adriano Meis e di tornare al suo paese. Qui
però tutto è cambiato: la moglie si è creata una nuova famiglia e gli stessi compaesani
non lo riconoscono più, sebbene la sua assenza sia durata appena due anni. Così
Mattia è di nuovo solo. Triste, respinto da tutti, non gli rimane che andare a visitare
la sua tomba.
6. Produzione di testi scritti
 Completa il racconto.
La Luisona
Al bar Sport non si mangia quasi mai. C’è una bacheca con delle paste, ma è
puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi
d’artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per
una. Entrando dicono: “La meringa è un po’ sciupata, oggi. Sarà il caldo.” Oppure:
“È ora di dar la polvere al krapfen”. Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa
avvicinarsi al sacrario. Una volta, per esempio, entrò un rappresentante di Milano.
Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata
di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta
veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: “Hanno mangiato la Luisona”. La
Luisona era…
Stefano Benni, Bar Sport, Feltrinelli, Milano, 1997
(Da un minimo di 150 a un massimo di 250 parole)
 Riassumi la trama del tuo romanzo preferito.
(Da un minimo di 180 a un massimo di 300 parole)
3 UN PO’ DI LETTERATURA
25 FEBBRAIO
PRONOMI DIRETTI
Chi ti accompagna? Mi accompagna Marco. (mi =
me; ti = te)
Leggi il giornale? Sì, lo leggo. (lo = il giornale)
Vuoi la pizza? Sì, la voglio. (la = la pizza)
Paolo ci chiama spesso. (ci = noi)
Andate a comprare i biglietti, io vi aspetto qui. (vi
= voi)
Mangi gli spaghetti? Sì, li mangio volentieri. (li =
gli spaghetti)
Conosci quelle ragazze? Sì, le conosco (le = quelle
ragazze).
Chi accompagna Paolo? L’accompagna Mario.
Questa canzone è bellissima, l’ascolto sempre.
Chi accompagna i bambini? Li accompagna la
mamma.
Queste canzoni sono bellissime, le ascolto sempre.
Signora, L’aspetto la prossima settimana (La =
Lei).
Dov’è Gianni? Non lo so. (lo = dove è Gianni)

I pronomi diretti si usano per sostituire cose,
persone o animali e rispondono alle
domande CHI? CHE COSA? Di solito
vanno prima del verbo.

I pronomi diretti singolari lo e la possono
diventare l’ davanti a una parola che
comincia per vocale. I pronomi plurali li e le
invece non prendono mai l’apostrofo.

Il biglietto? Lo compro domani.
Le chiavi, non le ho in borsa!

Con la forma di cortesia si usa il pronome
diretto di 3a persona femminile La.
Il pronome diretto lo può sostituire anche
una frase con il significato di “QUESTO”.
Qualche volta si usa il pronome diretto
insieme all’oggetto diretto. È una forma
enfatica, che dà più rilievo all’oggetto.
Quando c’è un verbo modale (potere,
dovere, volere) + l’infinito, il pronome
diretto può andare prima del verbo o dopo
l’infinito.

Mi puoi portare a casa?

Puoi portarmi a casa?
Vuoi la cioccolata? No grazie, non la posso
mangiare.
Vuoi la cioccolata? No grazie, non posso
mangiarla.
PRONOMI DIRETTI
io
mi
tu
ti
lui/lei/Lei
lo/la/La
noi
ci
voi
vi
loro
li/le
PRONOMI DIRETTI CON PARTICIPIO PASSATO
Hai comprato il giornale? Sì, l’(lo) ho comprato. 
Avete mangiato la torta? Sì, l’(la) ho mangiata.
Hai letto i libri? Sì, li ho letti.
Hai visto le ragazze? Sì, le ho viste.
4 Quando i pronomi diretti sono prima di un
tempo composto (passato prossimo, futuro
anteriore, ecc.), il participio passato finisce
con –o, -a, -i, -e. Solo la e lo prendono
l’apostrofo prima di una parola che inizia
con vocale.
UN PO’ DI LETTERATURA
25 FEBBRAIO
PRONOMI INDIRETTI
Hai telefonato a Paolo? Sì, gli ho telefonato. (gli
= a lui, a Paolo)
Che cosa hai detto a Maria? Le ho detto di
studiare. (le = a lei, a Maria)
Mi passi il sale, per favore? (mi = a me)
Vi scrivo una cartolina dalle vacanze! (vi = a
voi)
Scusi signore, Le dispiace dirmi che ora è? (Le =
a Lei)
Hai scritto ai tuoi genitori? Sì, gli ho scritto (gli
= a loro, ai genitori)
Hai scritto ai tuoi genitori? Sì, ho scritto loro
(loro = a loro, ai genitori)
Questo film mi sembra divertente.
Ti piacciono le tagliatelle?

I pronomi indiretti si usano per sostituire
una persona preceduta dalla preposizione a
e rispondono alla domanda A CHI? Il
pronome indiretto si usa prima del verbo.

Con la forma di cortesia si usa il pronome
indiretto di 3a persona Le.
Il pronome indiretto di 3a persona plurale
ha due forme: gli e loro. Il pronome loro è
meno comune e si usa dopo il verbo.
Perché telefoni a Marco? Perché gli devo
parlare.
Perché telefoni a Marco? Perché devo parlargli.



I pronomi indiretti si usano soprattutto con
il verbo piacere, servire, bastare, mancare,
offrire, sembrare, parere, occorrere.
Quando c’è un verbo modale (potere,
dovere, volere) + infinito, il pronome
indiretto può andare prima del verbo o
dopo l’infinito.
PRONOMI INDIRETTI
mi (a me)
ti (a te)
gli (a lui)
le/Le (a lei/Lei)
ci (a noi)
vi (a voi)
gli…/…loro (a loro)
DIRETTO O INDIRETTO?
In italiano ci sono verbi che si usano solo con i pronomi diretti e verbi che si usano solo con i
pronomi indiretti. Ma ci sono anche molti verbi che si possono usare qualche volta con i diretti e
qualche volta con gli indiretti, a seconda della situazione. Per capire quale pronome usare,
dobbiamo sapere a quale domanda risponde il verbo: se risponde alle domande “CHI?” o “CHE
COSA?”, significa che dobbiamo usare un pronome diretto, se risponde alla domanda “A CHI?”
allora dobbiamo usare un pronome indiretto.
Io mangio (CHE COSA?) una mela > io la o il verbo “mangiare” risponde alla domanda
mangio.
“CHE COSA?”, questo significa che vuole
un pronome diretto.
Io telefono (A CHI?) a Mario > io gli telefono.
o Il verbo “telefonare” risponde alla domanda
“A CHI?”, questo significa che bisogna
utilizzare un pronome indiretto.
1. Io scrivo (CHE COSA?) una lettera > io la o Il verbo “scrivere” è un verbo che si usa sia
scrivo.
con i pronomi diretti che con quelli
2. Io scrivo (A CHI?) a Marta > io le scrivo.
indiretti. Nel primo caso risponde alla
domanda “CHE COSA?” e quindi si usa un
pronome diretto, nel secondo caso risponde
alla domanda “A CHI?” e questo significa
che dobbiamo usare un pronome indiretto.
5 UN PO’ DI LETTERATURA
25 FEBBRAIO
PARTICELLA NE CON SIGNIFICATO PARTITIVO
Quanti caffè bevi al giorno? Ne bevo almeno due.
(ne = caffè)
Leggi molti libri? No, ne leggo pochi. (ne = libri)

Quanta torta vuoi? La voglio tutta.
ma:
ne voglio un po’.
ne voglio una fetta.
ne voglio tanta.
Quanti libri hai comprato? Ne ho comprato uno.
Ne ho comprati due.


Di solito la particella ne si usa per esprimere
quantità, numeri o quantità negative
(niente, nessuno ecc.). in questo caso ne è
detto pronome partitivo e si comporta come
un pronome diretto. Ne risponde alla
domanda QUANTO?
Con “tutto” non uso ne, ma i pronomi
diretti lo, la, li, le.
Quando ne è prima di un tempo composto,
il participio passato finisce con -o, -a, -i, -e.
LA PARTICELLA CI
Vai a scuola domani?
No, non ci vado. CI
a scuola.
Paolo è andato a Torino? No, non c’è andato.
Stasera vieni con noi in pizzeria? No, non ci
posso venire.
Stasera vieni con noi in pizzeria? No, non posso
venirci.
Spesso usiamo la particella ci per non ripetere
un luogo di cui abbiamo già parlato.
Ci risponde alla domanda “DOVE?” e di solito
si usa prima del verbo.
Usiamo CI con un verbo di movimento
(andare, venire, tornare…) o di stato in luogo
(essere, stare…)
Davanti al verbo “essere”, ci può diventare c’.
Quando c’è un verbo modale (potere, dovere,
volere) + infinito, la particella ci può andare
prima del verbo o dopo l’infinito.
ALTRI SIGNIFICATI DELLA PARTICELLA CI

Tu credi a quello che ha detto Marco? No, non
ci credo. (ci = a quello che ha detto Marco, a
questo).
Chi ha pensato a comprare il latte? Ci ho
pensato io. (ci = a comprare il latte, a questo)
Posso contare sul tuo aiuto? Certo, puoi
contarci! (ci = sul mio aiuto, su questo)
Esci con Lara? Sì, ci esco spesso.
Hai il telefono? Sì, ce l’ho.

6 Di solito la particella ci indica un luogo, un
posto, ma si può usare anche in altri casi.
Ad esempio:
A) per sostituire una parola o una frase
introdotta dalla preposizione a;
B) per sostituire una parola o una frase
introdotta dalla preposizione su;
C) per sostituire una parola o una frase
introdotta dalla preposizione in;
D) per sostituire una parola o una frase
introdotta dalla preposizione con;
Spesso nella lingua parlata la particella ci è
usata insieme ai pronomi diretti lo, la, li e le
e al verbo avere. In questo caso indica
possesso, proprietà.
UN PO’ DI LETTERATURA
25 FEBBRAIO
ALTRI SIGNIFICATI DELLA PARTICELLA NE

Sei andato al cinema con Alessio ieri sera?
No, non ne avevo voglia. (ne = di andare al
cinema con Alessio; di questo)
Quando Silvia ha saputo la notizia, ne è
stata molto sorpresa.
Di solito la particella ne si usa quando
parliamo di quantità, ma si usa anche in
altri casi. Per esempio:
A) per sostituire delle frasi introdotte
dalla preposizione di;
B) per sostituire delle frasi introdotte
dalla preposizione da;
PRONOMI COMBINATI
Quando scrivi la lettera ad Alessio? Gliela 
scrivo domani.
Gliela = gli (a Alessio) + la (la lettera)
Chi ti ha regalato questo libro? Me l’ha 
regalato mia sorella.
Me l’ = mi (a me) + l’ (lo, questo libro).
Quando ci porti le foto? Ve le porto
domani.
Ve le = vi (a voi) + le (le foto).
Hai dato il libro a Luca? Sì, gliel’ho dato.

Gliel’ = gli (a Luca) + l’ (lo, il libro).
Leggi sempre le favole ai tuoi bambini? Sì,
gliele leggo sempre.
Gliele = gli (ai bambini) + le (le favole).
Hai prestato la macchina a Giorgio? Sì, 
gliel’ho prestata.
Gliel’ = gli (a Giorgio) + l’ (la, la macchina)
Puoi portare questo libro a Vittorio?
No, non glielo posso portare.
No, non posso portarglielo.
MI
TI
GLI/LE
CI
VI
GLI
SI
CI
LO
me lo
te lo
glielo
ce lo
ve lo
glielo
se lo
ce lo

LA
me la
te la
gliela
ce la
ve la
gliela
se la
ce la
7 Quando un pronome indiretto o
riflessivo o la particella ci si trovano
nella stessa frase con un pronome
diretto o la particella ne, si uniscono e
formano un pronome combinato.
Quando
formano
un
pronome
combinato, i pronomi mi, ti, ci, vi, si e la
particella ci cambiano la vocale: -i > -e.
I pronomi combinati di 3a persona
(singolare e plurale) sono:
glielo/gliela/glieli/gliele/gliene
(questi pronomi sono una sola parola!)
Come per i pronomi diretti, con i
pronomi combinati il participio passato
del verbo concorda con il pronome
combinato (-o, -a, -i, -e).
Quando c’è un verbo modale o
fraseologico (potere, dovere, volere,
sapere, stare per, stare + gerundio) +
infinito, il pronome combinato può
andare prima del verbo o dopo
l’infinito.
LI
LE
NE
me li
me le
me ne
te li
te le
te ne
glieli
gliele
gliene
ce li
ce le
ce ne
ve li
ve le
ve ne
glieli
gliele
gliene
se li
se le
se ne
ce li
ce le
ce ne
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