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Ma è realmente esistito Gesù, l`uomo di cui parlano i

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Ma è realmente esistito Gesù, l`uomo di cui parlano i
IL PROGRAMMA È GESÙ (Nmi 29)
Ma è realmente esistito Gesù,
l’uomo di cui parlano i Vangeli?
Breve presentazione
dei documenti
sull’esistenza storica
di Gesù
«P
er dissipare le voci che
lo accusavano dell’incendio
di Roma, Nerone ne presentò
come colpevoli quelli che...
la gente chiamava cristiani.
Questo nome veniva loro
da Cristo, che, sotto
l’imperatore Tiberio,
il procuratore Ponzio Pilato
aveva condannato
al supplizio»
(Tacito, Annales, XV,44).
I termini del problema
• Proprio in questi giorni, una catechista nostra abbonata si è imbattuta in un sito internet, ovviamente non cattolico, in cui si parlava di Gesù Cristo e, a un certo punto, si faceva un’affermazione che non ha mancato di lasciarla molto sconcertata.
Uno sconcertante messaggio di internet
• «Per quel che riguarda l’argomento del cristianesimo, vi era scritto, la maggior parte
della gente impara in quasi tutte le scuole e le
chiese che Gesù Cristo era una reale figura
storica e che l’unica controversia su di lui
verte sul fatto che qualcuno lo accetta come
Figlio di Dio e Messia, mentre qualcun altro
no. Anche se oggi questo è il dibattito più evidente scatenatosi su questo soggetto, tuttavia
non è il più importante. Benché possa sem-
brare scandaloso per la gente comune, la polemica più profonda e duratura su questo tema è se un individuo chiamato Gesù Cristo
sia mai realmente esistito».
Una richiesta alla redazione
• Ovviamente si è subito acceso il dibattito all’interno del gruppo dei catechisti, al termine
del quale tutti si sentivano d’accordo nel ritenere tendenziosa la frase sopra riportata, ma
alla domanda: «Esistono prove al di fuori dei
Vangeli che Gesù è veramente esistito?», nessuno ha saputo rispondere. La domanda è stata girata alla redazione.
• Oggi viviamo in un mondo pluralista in cui
circolano le opinioni più disparate con cui bisogna confrontarsi.
• Il catechista non susciterà nei ragazzi il problema dell’esistenza storica di Gesù. Ma se lo
ponessero, egli deve saper rispondere.
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Una notizia inaudita e sconvolgente
• Il Vangelo di Marco comincia con queste
parole: «Inizio del Vangelo di Gesù Cristo,
Figlio di Dio». Una parafrasi esplicativa del
testo potrebbe suonare così: «Inizio della
buona notizia che quel Gesù, che è vissuto in
mezzo a noi, è davvero il Messia, il Cristo,
anzi, addirittura il Figlio di Dio in persona».
• La notizia inaudita e sconvolgente che gli
evangelisti e tutti gli autori degli scritti del
Nuovo Testamento comunicano al mondo è
questa: in mezzo a noi è vissuto un uomo,
morto come noi, ma risorto, che è davvero, da
sempre e per sempre, il Figlio di Dio.
• Nessuno porta le prove della sua esistenza,
nessuno le cerca e mai, in nessuna delle città
in cui gli apostoli predicarono, a qualcuno
venne in mente di dire: «Quel Gesù che voi
predicate non è mai esistito». Neppure a Gerusalemme, dove sarebbe stato facile farlo, se
la notizia fosse stata solo una montatura.
Il Gesù della storia e il Cristo della fede
• La questione fondamentale del cristianesimo può essere espressa, in sintesi, così: quell’uomo di nome Gesù, vissuto in quel tempo
in Palestina e morto crocifisso, di cui i discepoli predicarono la risurrezione, è davvero il
Messia tanto atteso dal popolo di Israele, è
davvero il Figlio di Dio?
• La domanda dunque verte sulla identità di
Gesù, non sulla sua esistenza storica. La risposta a questa domanda non può venire dalla storia, ma solo dalla fede. È però interessante notare due schieramenti di autori.
• Alcuni ritengono di poter trovare all’interno
delle fonti bibliche soltanto la descrizione di
un grande personaggio storico, poi travisato
dai discepoli che ne hanno fatto un Dio.
• Altri invece sono del parere che un uomo di
nome Gesù non è mai esistito. Le fonti cristiane, secondo costoro, danno solo voce a
miti e leggende il cui protagonista è un personaggio creato dalla fantasia: il Cristo.
• Qual è la posizione della Chiesa cattolica e
in genere delle Chiese cristiane? Ovviamente
la stessa degli evangelisti: quella persona
realmente esistita, Gesù di Nazaret, è realmente il Cristo della fede, il Figlio di Dio. Né
mitizzazione di un eroe, magari solo politico,
né fascinoso racconto mitico di un personaggio che non è mai esistito realmente.
Nessun dubbio per quasi duemila anni
• Per quasi duemila anni nessuno mai mise in
dubbio che Gesù fosse un personaggio storico. «A proposito della esistenza storica di Gesù va notato che, sin verso la fine del XVIII
secolo, non venne mai in mente a nessuno di
metterla in dubbio; nemmeno ai nemici più
accaniti del cristianesimo» (V. MESSORI, Ipotesi su Gesù, SEI, 1976, p. 237).
• Bisogna infatti arrivare al 1800 e all’inizio
del 1900 per trovare le prime negazioni esplicite e formali della reale esistenza storica di
Gesù. Ciò avviene soprattutto con A. Drew,
che nel 1909 pubblica «Il mito di Cristo», titolo in cui è riassunto tutto il contenuto.
• Naturalmente non mancarono allora risposte puntuali. Oggi nessuno studioso serio nega l’esistenza storica di Gesù.
• Il nostro intervento mira a dare brevemente
ai catechisti gli elementi essenziali per rispondere al problema, qualora gli venga posto dai ragazzi.
Interrogativi a cui rispondere
• Tralasciando per ora le interpretazioni che
se ne possono fare, ci chiediamo: sul piano
strettamente storico, esistono prove che intorno all’anno 30 della nostra era, a Gerusalemme è vissuto ed è morto un uomo chiamato
Gesù, proveniente da Nazaret, oscuro e piccolo paese della Galilea?
• Abbiamo documenti che parlano di un processo romano, di una condanna e di una esecuzione ufficiale, voluta dal Procuratore romano in persona, nei riguardi di un giudeo di
nome Gesù di Nazaret?
• Abbiamo tre tipi di fonti storiche a cui fare
riferimento: le fonti cristiane, quelle giudaiche e quelle pagane.
Le fonti cristiane
• Qualcuno potrebbe obiettare: «Ma le fonti
cristiane già le conosciamo e non ci servono
molto». Non ne sarei così sicuro.
• Per prima cosa non è detto che conosciamo
davvero tutti gli scritti dei primi due secoli
della nostra era che attestano l’esistenza storica di Gesù di Nazaret.
• C’è poi l’obiezione che le fonti cristiane
non possono essere portate come prove perché sono fonti di parte.
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• A questa obiezione ormai tutti gli studiosi
rispondono che non esistono fonti storiche
che in qualche modo non siano di parte.
• Di più. Bisogna aggiungere che le fonti cristiane hanno un vantaggio in quanto sono
quelle che più conoscono i fatti. Una eventuale interpretazione di parte di per sé non comporta la negazione della loro storicità.
Gli scritti del Nuovo Testamento
• In primo luogo vediamo gli scritti del NT: i
Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le Lettere e
l’Apocalisse. Risalgono tutti al primo secolo
dopo Cristo, dall’anno 50 all’anno 100 circa.
• Tutti risultano concordi nel riferire i loro
racconti e il loro insegnamento a una persona
storica realmente esistita e chiamata Gesù di
Nazaret. E ciò sia nelle espressioni esplicite
che in quelle implicite. In essi non c’è nulla
da cui si possa provare il contrario.
Gli scritti dei «Padri apostolici»
• Al di fuori del NT, ma sempre da parte cristiana, abbiamo le opere dei Padri Apostolici,
che scrivono nel primo e secondo secolo d.C.
Tra queste scegliamo il Dialogo con Trifone
dell’apologista Giustino (160 d.C.) in cui troviamo un brano che interessa il nostro tema.
• Nel dialogo il rabbino Trifone, contrastando
la fede cristiana, afferma: «Gesù il galileo è il
fondatore di una setta empia ed avversa alla
legge (di Mosè). Noi l’abbiamo crocifisso. I
suoi discepoli trafugarono nottetempo il suo
cadavere e ingannarono gli uomini dicendo
che era risorto dai morti e salito al cielo».
• Da queste parole risulta chiaro che i cristiani non avevano bisogno di difendersi da accuse di inesistenza del loro fondatore. Tutte
le critiche si concentrano sulla personalità divina di Gesù, non sulla sua esistenza reale.
I Vangeli apocrifi
• Sempre risalenti al primo e secondo secolo
sono gli apocrifi (letteralmente libri nascosti)
del NT. La Chiesa non li riconosce come Parola di Dio ispirata. I vangeli apocrifi non sono certamente opere di interesse storico. Sono
ricostruzioni, spesso fantasiose, di alcuni fatti
della vita di Cristo. Comunque è interessante
notare che, anche dove queste opere si spingono più verso la mitizzazione, in nessuna di
esse è possibile rintracciare prove, anche minime, della non esistenza storica di Cristo.
Le fonti ebraiche
• Oggi però, come abbiamo visto, circolano
affermazioni, anche se non scientificamente
fondate, che la negano.
• A queste vogliamo rispondere analizzando
ora in modo più specifico i documenti di provenienza non sospetta, partendo proprio da
quelli prodotti addirittura dal popolo ebreo.
Lo storico ebreo Giuseppe Flavio
• In particolare ci dobbiamo interessare di un
autore, Giuseppe Flavio, sicuramente il testimone più attendibile da parte ebraica della
reale esistenza di Gesù di Nazaret.
• Attorno al 93-94 d.C., Giuseppe Flavio,
scrivendo la sua opera storica Antiquitates Iudaicae, ad un certo punto dice: «Ora ci fu,
verso questo tempo, Gesù, un uomo sapiente,
se pur bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini
che accolgono con piacere la verità. E attirò a
sé molti giudei e anche molti greci. Costui era
il Cristo. E avendo Pilato, per denuncia degli
uomini principali tra noi, punito lui di croce,
non desistettero coloro che da principio lo
avevano amato» (18,3,3).
• Tutti gli studiosi sono d’accordo sulla autenticità del brano citato. La discussione semmai riguarda alcune frasi, che in bocca a un
giudeo risultano troppo lusinghiere e troppo
sbilanciate verso il cristianesimo (se pur bisogna chiamarlo uomo... Costui era il Cristo). La conclusione ormai accreditata però è
che nel passo, sostanzialmente genuino, vi
sono alcune interpolazioni cristiane.
• Il prof. Pinés, dell’Università di Gerusalemme, ha inoltre annunciato, qualche anno fa, il
ritrovamento dello stesso passo di Giuseppe
Flavio all’interno delle opere di Agapio, un
cronista che scrive in arabo nel X secolo. Il
passo suona così: «In quel tempo ci fu un uomo saggio chiamato Gesù, la cui condotta era
buona; egli fu riconosciuto come virtuoso. E
molti giudei e genti di altre nazioni divennero
suoi discepoli. E Pilato lo condannò alla crocifissione e alla morte».
Il Talmud di Babilonia
• I Talmud sono invece databili al III-V secolo e sono prodotti del giudaismo ufficiale. In
generale consistono in raccolte di spiegazioni
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dell’Antico Testamento. In questi testi la figura di Gesù è ben nota: ovviamente non è riconosciuta la sua divinità, ma chiaramente affermata la sua reale esistenza storica.
• Significativa al riguardo è l’annotazione del
Talmud di Babilonia, anche se contiene alcune inesattezze: «La vigilia di Pasqua crocifissero Gesù di Nazaret. Per quaranta giorni un
araldo l’aveva preceduto gridando: “Deve essere lapidato, perché ha esercitato la magia
(accenno ai miracoli), ha sedotto Israele e lo
ha incitato alla ribellione. Chi ha qualcosa da
dire in sua discolpa lo faccia sapere”. Ma
niente si trovò a sua giustificazione e la vigilia di Pasqua venne crocifisso».
La lettera di Plinio il Giovane
• In quegli stessi anni, era legato imperiale
per la provincia del Ponto e della Bitinia Plinio il Giovane, di cui abbiamo la fortuna di
conservare una lettera del 111 circa.
• In questa egli chiede all’imperatore istruzioni sul comportamento da tenere verso i cristiani, che nelle loro riunioni cantavano inni a
Cristo come a un Dio (carmenque Christo
quasi Deo dicere invicem).
• Le parole della lettera testimoniano in modo esplicito la fede cristiana in Gesù Cristo,
ma implicitamente sottintendono la sua reale
esistenza storica.
Il filosofo pagano Celso
• Come ultimo documento di parte romana ci-
Le fonti romane
• Anche all’interno della letteratura pagana
esistono citazioni che confortano la nostra ricerca. In particolare ci soffermiamo sulle
opere di Tacito e di Svetonio e su una lettera
di Plinio il Giovane all’imperatore Traiano.
L’informazione dello storico Tacito
• In un passo dei suoi Annali, opera databile
tra il 115 e il 117 d.C., Tacito, grande storico
romano, parlando dell’incendio di Roma, in
un inciso parla di Cristo, condannato a morte
da Pilato. Questa l’affermazione: «Per dissipare le voci che lo accusavano dell’incendio
di Roma, Nerone ne presentò come colpevoli
e colpì con supplizi raffinatissimi quelli che i
loro delitti rendevano detestabili e che il volgo chiamava cristiani. Quel nome veniva loro
da Cristo, che, sotto l’imperatore Tiberio, il
procuratore Ponzio Pilato aveva condannato
al supplizio» (Annales, XV,44).
L’accenno di Svetonio
• Solo di qualche anno dopo, intorno al 120
d.C., è invece il passo tratto dalla Vita Claudii di Svetonio. Tra l’altro, il testo sembra
concordare con l’informazione riportata in At
18,2 su Aquila e Priscilla, cristiani di Roma,
espulsi dalla città, giunti a Corinto in seguito
all’ordine di Claudio di allontanare dalla capitale dell’Impero tutti i Giudei: «Claudio
espulse da Roma i giudei diventati, per istigazione di Cresto (sic), una continua causa di
disordini». Svetonio vede nei cristiani una
setta ebraica che faceva capo a Cresto, ossia a
Cristo, ritenuto perciò personaggio storico.
tiamo un’opera del filosofo pagano Celso, Il
discorso veritiero, risalente al 176-180 circa,
scritta contro la nuova religione cristiana.
• Di quest’opera abbiamo alcune citazioni di
seconda mano all’interno del Contra Celsum
di Origene. Egli esponendo le accuse di Celso al cristianesimo riporta questa sua affermazione: «Gesù era soltanto un uomo; le profezie (dell’Antico Testamento) si possono adattare a migliaia di altre persone, meglio che a
Gesù». Anche qui è chiaramente riconosciuta, l’esistenza storica dell’uomo Gesù.
Per concludere
• Voler negare la verità della fede cristiana attraverso prove storiche è un’impresa destinata al fallimento: non esistono appigli, non ci
sono spazi di manovra per ipotizzare che la
religione storica per eccellenza si basi proprio
su una falsità storica.
• Semmai lo studio andrebbe approfondito
nella ricerca delle motivazioni che spinsero
fin da subito migliaia di persone, in più parti
dell’impero, a chiamare Dio un personaggio
così marginale per la grande storia romana.
• A questo punto una cosa è chiara: il problema più rilevante del cristianesimo, e anche
quello più «scandaloso», non è se una persona di nome Gesù sia esistita (questo è un dato
scontato e provato storicamente), ma se questa persona è davvero Figlio di Dio.
• A tale problema però, può rispondere soltanto la fede, con il suo libero assenso, ragionevolmente fondato.
ALBERTO MARTELLI
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