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Guardare al futuro Educare all`amore
Oltre il Disagio Adolescente biografia P inunacostruzione o l l i c i al futuro n Guardare Educare all’amore o Distribuzione gratuita quindicesimo anno PERIODICO DELLA FONDAZIONE “ROBERTA LANZINO” onlus - Numero doppio 2014-2015 Provincia di cosenza Anno XV Oltre il Disagio 2 Per tutte quelle donne imprigionate da un amore. Per tutte quelle donne che hanno visto il loro mondo disfarsi. Per tutte quelle donne rimaste sole, senza più lacrime da piangere. Per tutte quelle donne che non vedono più la bellezza della vita. Per tutte quelle donne che non credono più all’amore. Per tutte le lotte che non verranno combattute. Per tutti i tramonti che perderanno Per tutta la gioia che svanirà. Per tutte le stelle che cadranno a vuoto. Per tutti i sogni distrutti. Per tutte le vite stroncate. LA PAROLA COME FORMA DI PROTESTA LA FONDAZIONE “Roberta Lanzino” C’È Manifesto pubblicitario realizzato da Alessandra Guido FONDAZIONE “ROBERTA LANZINO” PROGETTO POLLICINO E ALICE COORDINAMENTO GENERALE: Prof.ssa Matilde Spadafora SCUOLE PARTECIPANTI LICEO psicopedagogico “S.Caterina” PAOLA ISTITUTO NAUTICO OMNICOMPRENSIVO Pizzo Calabro ITIS “Conte Milano” Polistena LICEO psicopedagogico “Rechichi” Polistena Liceo scientifico “Berto” VIBO VALENTIA E. Albanese L. Marcianò M. Orlando G. Sabatino R. Rottura M. S. Silvaggio LICEO “Lucrezia della Valle” Liceo psic/sociale “Capialbi” VIBO VALENTIA L. Cavallari P. Grillo M.T. Pagano E. De Rito DOCENTI REFEENTI E. Cafiero M.R.Caridi M. A.Iacovo P. Veltri M. Curatola A. Durante M. Mercati A. Sardanelli P. Furfaro A. Latino M. Montaga Nanchi M.C. Scarcella S. Zumbo SCUOLE PARTECIPANTI LICEO psicoped. M.T De Vincenti” Rende LICEO pedagogico S. Giovanni in Fiore LICEO classico S. Giovanni in Fiore DOCENTI REFEENTI E. Arnone R. Barcaivolo V. Capitano Suor Iva Mafalda Marchese P. Galati G. Barberio Oltre il Disagio Indice…2013-2014 Percorso Formativo Titolo XIV Edizione del Progetto: Ed ora… guardiamo al futuro Formatore Settembre 2013-Settembre 2014 E…DUCERE INCONTRARSI… PER DEFINIRE IL PROGETTO La Fondazione con… Docenti, Dirigenti, Studenti G. Infusino M. R. Lupia Docenti formatori Un Film per… coltivare i sogni “The lady” L’amore per la libertà di Luc Bresson Scheda di verifica • Dibattito guidato G. Infusino - M. Lanzino F. Mileto - M. Lupia G. Leone ALLA RICERCA DEL SENSO NELLA QUOTIDIANITÀ G. Infusino G. Leone M. Lupia M. Lanzino ALLA RICERCA DEL SENSO PER SOGNARE IL FUTURO TRA OTTIMISMO E PESSIMISMO: ASPIRAZIONI E SOGNI G. Marcello Docente Unical G. Infusino M. Lanzino Giornata conclusiva: Testimonianze di servizio civile Consegna Attestati Premiazione Concorso: Toponomastica di genere L. Capasso FRINSM Toponomastica femminile - Roma … Percorso Formativo 2014-2015 XV Edizione del Progetto: Educare all’affettività AFFETTO…AFFETTIVITÀ… AMICIZIA… AMORE…ODIO… S. Costanzo Psicologa - Docente Unical Un Film per… imparare l’amore “Les Choristes” di C. Barratier G. Infusino G. Leone M. Lupia M. Lanzino LE NOSTRE MINI INDAGINI AMICI: COME QUANDO DOVE G. Infusino G. Leone M. Lupia M. Lanzino L’ALBERO DELL’AMICIZIA ENTRARE IN SITUAZIONE: dal dire al fare? EDUCARE ALL’AFFETTIVITÀ: ROBERTA E LA FONDAZIONE- Andare verso… Gli studenti V. Crusco Psicologa M. Lanzino G. Leone Ai genitori di Roberta L’arte, ambasciatrice di messaggi Mostra permanente: Un petalo rosa per non dimenticare Gli studenti S. Costanzo Giornata conclusiva: STRUMENTALIZZAZIONE DELL’AMICIZIA: amici non complici Testimonianze di servizio civile Consegna Attestati Premiazione Concorso: Ideazione di una pubblicità progresso A. Badolati Giornalista Assemblea degli studenti e dei docenti di Pollicino 3 Oltre il Disagio 4 Anni scolastici: 2013-14; 2014-15 IL LAVORO DELLA FONDAZIONE CON GLI ADOLESCENTI, NELLA SCUOLE essere insieme per… E-DUCERE E Riflessioni di v Gio anna Infusino Poniamoci innanzitutto una domanda: l’educazione ai valori è ancora un valore nel mondo in cui viviamo? La risposta è forte e sicura: Sì! Oggi, come forse non mai, essa è un valore irrinunciabile, specie per chi, come noi, ha il compito di tirar fuori il meglio che c’è, che sicuramente c’è, in ogni ragazzo e in ogni ragazza. E dunque tutti all’opera per esercitare la difficile e affascinante arte della maieutica. d eccoci, ancora una volta, entusiasticamente tesi ad accendere fiaccole, attraverso un impegno di promozione e di sensibilizzazione verso una cultura di valori, quali l’educazione all’affettività consapevole, al rispetto dell’identità, all’amore sano, alla conoscenza di sé, all’attenzione per l’altro, alla gestione del conflitto e alla sua risoluzione positiva che si articola anche nel sapere chiedere aiuto e nell’imparare a dare l’aiuto. Eccoci ancora una volta, entusiasticamente tesi a educare alla non violenza, alla cittadinanza consapevole, al rispetto delle diversità, all’esercizio del confronto, al riconoscimento del conflitto come occasione di crescita, di sviluppo umano, di ricchezza cognitiva. Anche per me, pur allenata all’arte dell’E-DUCERE, il cammino si è rivelato quanto mai interessante; i ragazzi, nel clima di massima libertà espressiva, fuori dagli schemi scolastici, sempre sono stati partecipi e desiderosi di tirar fuori pensieri sogni, aspettative, sentimenti, quasi scoprendoli a se stessi; le riflessioni sono state terapeutiche e, in tutta la sua forza, è emersa la consapevolezza che i problemi di crescita esistenziale vanno riconosciuti, ammessi, guardati nella loro verità, condivisi, perché solo dal confronto può nascere la possibilità di riconoscersi unici e insieme parte del genere umano, liberi da pericolosi e drammatici preconcetti. Un E-DUCERE ancora più importante perché arricchito dal valore aggiunto della fonte da cui proviene: la Fondazione “Roberta Lanzino” nella quale il dolore si è fatto testimonianza e dono. Incontrarsi per definire il Progetto” Riflessioni di Maria R. Lupia Quando più energie creative guardano nella stessa direzione perseguendo fini e obiettivi comuni e s’incontrano stringendosi a un tavolo di lavoro in una domenica di fine estate e in una scuola prospiciente il mare, la circostanza non può che produrre risultati soddisfacenti sia nel merito che nel metodo. È quello che ancora una volta è accaduto, nel mese di Settembre, presso l’Istituto Nautico di Pizzo Calabro, dove, nell’ambito dell’ormai quindicinale Progetto “Pollicino e Alice” la Fondazione ha incontrato le scuole – dirigenti, docenti referenti, studenti – per illustrare la nuova ipotesi progettuale, stimolando discussioni e proposte e rinnovando a tutti l’invito ad essere insieme, coesi nello spirito del servizio e nel grande amore per l’Adolescenza. Il FOCUS PROGETTUALE, infatti, è l’Adolescenza, da indagare in linea di continuità con quanto già realizzato pri- ma, ed esplorata questa volta nella tensione ideale del desiderio, della réverie, dell’amicizia, dell’ amore, della paura, dell’ ansia, degli affetti, della relazione, nel comune denominatore dell’affettività e della speranza. FOCUS PROGETTUALE dunque, l’Adolescenza, a cui ancora e ancora essere accanto, tanto più fortemente, quanto più si va registrando come fenomeno epocale la progressiva perdita di speranza e di futuro nel conseguente ed insidioso profilarsi del NULLA. Oltre il Disagio 5 Anche questa volta, come ogni volta, affido alle vostre mani di adulti, il mio piacevole stupore dinanzi alla assoluta assenza di ovvietà che ho riscontrato in quanto i ragazzi ci hanno detto e scritto, segno inequivocabile della loro “voglia” di mettere a nudo sentimenti che invece nella quotidianità non ci mostrano: quella quotidianità nella quale anzi sembra facciano di tutto per mostrarsi a noi indifferenti ed apatici. Quant’è bella Giovinezza… B ella, certamente, questa età che si chiama adolescenza. Un’adolescenza che ormai da 15 anni abbiamo scelto di volere accompagnare, noi, impegnati in una concreta quotidianità di vita solidale, a guardarsi dentro, nella parte inespressa del proprio essere, per rinvenire i segnali, magari sfocati e non ancora pienamente formulati, ma certamente presenti e da fare esplodere, dei loro sogni, perché li rendano fattibili, con l’impegno, la volontà, la costanza, la fatica. Perché li trasformino e da desideri, diventino aspirazioni! Questo il primo obiettivo. E però, camminando in quel sentiero in cui i sogni si intrecciano sì con l’idea del futuro, ma molto anche si incontrano e scontrano con il sentimento d’amore, abbiamo ritenuto importante abbracciare il tema dell’affettività, volendo, in questo primo approccio, indagare e stimolare la presa di conoscenza di questo sentire che si chiama affettività, che si ritiene elemento scontatamente presente nell’essere umano, ma che nella realtà spesso, troppo spesso, non sappiamo regalare neppure a noi stessi. Ed eccoci dunque pronti a declinare proprio con l’Adolescenza il tema, perché all’adolescenza abbiamo l’obbligo di insegnare ad amare, amandola, affinché non cada in quel deficit cognitivo che le potrebbe fare confondere l’amore, da dare o da ricevere, con la violenza, qualunque modalità di violenza. Dunque: SOGNO, FUTURO, AFFETTIVITÀ: Questi i temi che ci hanno accompagnato nel percorso biennale 2013-2015. Agli studenti, ancora una volta, abbiamo “regalato il compito” di ascoltarsi, di dirsi a noi adulti consapevoli che, se vogliamo davvero essere educatori, dobbiamo sempre, umilmente ed entusiasticamente, partire da loro. Siamo dunque entrati in questo misterioso e magico pianeta e ne abbiamo scrutato non dall’esterno, ma dall’interno dei loro pensieri detti a mezza voce, poi pian piano a voce piena, le infinite pieghe del sorriso e della sofferenza, della spensieratezza e delle ansie, della superficialità e della ponderatezza, della socialità e della solitudine, del bene e del male, binomi onnipresenti che giornalmente confliggono in ciascuno di noi, ma che un adolescente fa certamente fatica a gestire. Poi LA LUCE! Abbiamo utilizzato le loro lenti e nel ri- Riflessioni di Matilde Lanzino Coordinatrice generale del progetto flesso di quegli specchi abbiamo intravisto fame di speranza e di futuro; gioia di vivere e fiducia; voglia di relazioni positive. E abbiamo capito che se noi ci siamo, accanto a loro, attenti e non invadenti, essi saranno capaci di trovare il SENSO, sapendo che un SENSO e UN AVANTI C’È, ci deve essere, per ciascuno di loro. E in questa ricerca di senso, non ci siamo fatti certo mancare gli aiuti. Con i formatori, Erminia Albanese, Simonetta Costanzo, Viviana Crusco, Giovanna Infusino, Maria Lupia, Giorgio Marcello, Franco Mileto, Matilde Spadafora, abbiamo chiesto aiuto a tutti: a Seneca, come pure a Catullo, a Plutarco, a Vasco Rossi, a Pericle, a Foscolo, a Martin Lhuter King, a Aung San Suu Kyi, a Gandhi, a Maria Teresa di Calcutta e anche, al “dolcissimo insignificante” assistente del film francese Les choristes e….. E in questa interessante galleria di pensieri e di azioni, perfettamente connotata da un passato che abbiamo modulato nell’oggi e da un oggi che si è fatto attento all’ieri, i ragazzi, sono stati capaci di sentire che un SENSO c’è, in tutto ciò che fanno, e che (attenzione!!!!!!) spesso, essi cercano di nascondere alla nostra comprensione, vuoi per pudore, vuoi per desiderio di autonomia, vuoi, purtroppo anche, talvolta, per sfiducia. E così, nel cammino comune di formazione, i consueti “oggetti” della loro quotidianità: lo studio, lo sport, la musica, l’amicizia, mamma, papà, l’amico/a, i nonni, hanno perso l’ ammuffita patina della banalità e hanno acquistato il SENSO, il giusto SENSO. I loro bigliettini, segreti, (segreti, ma non troppo), ci hanno lasciato soddisfatti, perché ci hanno restituito giovani combattivi, vogliosi, consapevoli, ricchi di desideri, ma soprattutto di aspirazioni e sentimenti. Giovani anche però pensosi, preoccupati e consapevoli di vivere in un’epoca difficile che rischia di spegnere il SOGNO e giovani, qualche volta, ahimé, delusi. Ed è con spirito di grande umiltà, ma anche forte della consapevolezza che con la nostra presenza abbiamo reso un servizio importante alla conoscenza dell’animo adolescenziale e alla crescita emozionale e motivazionale dei nostri giovani, che invito gli adulti a leggere con attenzione, intelligenza e cuore, quanto generosamente gli adolescenti ci hanno regalato della loro intimità. Oltre il Disagio 6 Un Film… per coltivare i sogni The lady “l’amore per la libertà” di Luc Bresson Storia vera della birmana Aung San Suu Kvi, Nobel per la pace, 1991 Se questa è una Storia vera - e lo è - se il coraggio è possibile pur nella paura, se la lotta non violenta nell’unione può cambiare le cose, allora i giovani, questi nostri giovani, possono ancora ascoltarsi, imparare a sognare, coltivare i desideri e progettare il futuro B enché lungo e intenso nelle problematiche, il film, si è rivelato una scelta efficace, moralmente ed eticamente stimolante, suscitando attenzione, riflessione e partecipazione attiva al successivo dibattito. Nella cornice tragica del popolo birmano, flagellato da tirannia violenta e superstiziosa, sudditanza sociale e psicologica, ignoranza e povertà, la biografia di una donna come Aung San Suu Kyi - che consacra sull’altare della libertà e dei diritti della sua gente se stessa, il suo essere moglie e madre - ha immediatamente catturato l’interesse intellettuale ed emotivo di studentesse e studenti. Visibilmente colpiti dalla dignità, fierezza, nobiltà, dal coraggio di una donna simile, essi ne hanno condiviso lo spirito libertario e democratico, la gandhiana rivoluzione nonviolenta e la rinuncia alle pur naturali esigenze affettive in nome di una causa che travalica i confini della soggettività individuale rispondendo all’istanza di libertà di una collettività. È un anelito in cui è sempre sostenuta dal marito, un docente universitario inglese tutt’altro che freddo, anzi capace di rivelarsi in tutta la sua grandezza, pur restando celato “dietro una grande donna”. A questa madre non mancherà nemmeno l’ appoggio dei figli che, costretti per anni a starle lontani con grande sofferenza e a dispetto di quell’altrettanto naturale egoismo filiale, sono degni e fieri di lei. Il figlio maggiore, infatti, ritirando col padre e col fratello, il premio Nobel a lei conferito, dimostrerà in un emozionante discorso di ringraziamento totale sintonia con sua madre. Tutto questo - Riflessioni di Maria Rosalba Lupia Formatrice Gli studenti ci hanno salutato così: o r “Ci vorrebbe nella scuola più momenti. come questonto ta Ne abbiamo . bisogno” al di là degli stereotipi privatistici della famiglia, della “madre-chioccia”, del soggettivismo maschilista, è stato colto dai giovani spettatori, traducendosi in interventi originali e interessanti: contributi forieri di approfondimenti didattico-disciplinari su tematiche etico-filosofiche, sociali, storiche, e antropologiche. La Riflessione: libertà “da”, “di”, “per” Attraverso la metodologia maieutica, sono emersi interrogativi sulle forme di libertà – e su come trasformare questo valore in corrispondenti azioni virtuose. Qualcuno ha evidenziato la necessità di uscire dalla mera sfera individuale, fare del proprio un “sogno libertario” comune, a favore di un “noi”, che ancor oggi stenta ad affermarsi, di una democrazia autentica e non solo proclamata; che senza libertà nulla di buono è possibile, neanche l’amore – altra aspirazione umana e particolarmente giovanile; che l’amore, come viene vissuto, non sempre significa libertà e non violenza (potendo anzi nascondere forme di violenza a vario livello), ancorché il vero amore sia scevro da condizionamenti, emancipativo ed oblativo, come lo era quello della protagonista del film. Oltre il Disagio 7 La parola agli adolescenti e alle adolescenti Alla ricerca del SENSO nella ”banalità” del quotidiano Stimolati dalle domande, così hanno risposto… LA MUSICA… Lo Studio…: solo apprendimento o anche formazione del carattere e dello spirito? è Solo passatempo o compagna dell’anima? Mi fa felice é consolante mi fa sognare Mi spinge a mettermi alla prova, a raggiungere i miei obiettivi; è libertà mentale Mi permette di affrontare la realtà senza paura; risolleva il morale. Mi accompagna nella realizzazione del sogno; mi rispecchio in essa Ci prepara ad affrontare il mondo e la vita; rende l’anima leggera Mi fa sentire protagonista della mia vita; mi infonde tranquillità Mi dà una prospettiva di guadagno; rende piacevole ogni cosa Mi fa sperare in un futuro migliore; migliora la mia giornata Fa applicare la mia intelligenza; dà ritmicità alla mia vita . Mi forma come cittadina attiva; coltiva l’amore per se stessi Mi prepara alla vita lavorativa; mi fa dimenticare il dolore Mi allontana dall’ignoranza; mi allieta e distende l’animo Mi aiuta a darmi risposte; mi fa stare bene con me stesso. Mi fa conoscere il mondo; trovo assonanza con le parole Stimola le mie curiosità; mi fa scordare le cose negative Amplia i miei orizzonti; è compagna dei momenti tristi Mi aiuta a superarmi; ti immerge nell’immaginazione Apre nuovi orizzonti; è armonia di regole e originalità Sviluppa la mente; mitiga la pesantezza dei problemi Mi rende migliore; mi piace combinare tra loro i suoni Mi arricchisce; è espressione dei miei stati d’animo Ci rende liberi; mi dà una sensazione di leggerezza mi permette di lasciare il mondo fuori mi fa rivivere momenti indimenticabili È Perdita di tempo; accompagna i miei momenti di solitudine È fine a se stesso; è passione che rafforza l’animo e la volontà È sacrificio; è una linfa vitale: non ne potrei fare a meno È obbligo; è compagna nell’infelicità; avvicina alle emozioni; è la cosa che più amo fare, non so spiegare il perché mi aiuta a manifestare tutto quello che il cuore prova, a focalizzare i miei pensieri; a scoprire le mie emozioni, ad evadere dalla realtà Oggi non so POCHI HANNO DETTO: UNO SOLO HA SCRITTO: apprezzarlo, ma so che me ne pentirò sicuramente POCHI HANNO DETTO: Mi piace ascoltarla, ma non ha un significato rilevante; UNO SOLO HA SCRITTO NIENTE… Oltre il Disagio 8 La parola agli adolescenti e alle adolescenti Scenari di parole… per sognare il futuro Lettera aperta… di frasi… non fatte Quasi un’antologia di aforismi inediti A bbiamo “acceso la fiaccola” con parole adulte: “Non vivere su questa terra come un estra- Grazie ll a a nostra Scuola ione e alla Fondaz o” in z n a “Roberta L ntri: o per questi inc ali occhi isto qu stamane ho v da grande: voglio avere edizione, d gli occhi della ione, della pass del sogno ssa una studente neo o come un turista nella natura… Credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi all’uomo… Ama le nuvole, le macchine, i libri, ma prima di tutto ama l’uomo… ”Nazim Hikmet (ultima lettera al figlio). La risposta degli adolescenti è stata davvero un profluvio di pensieri, quasi un’antologia di aforismi. E non manca qualche “frecciata” al mondo degli adulti. Grazie ragazzi, per la serietà con cui, come sempre, avete risposto al “nostro compito”. Agli adulti, ma senza rancore. Cari adulti Offriteci MODELLI, più che RAMANZINE Vi parliamo con le parole Vi parliamo con l’immagine Vi parliamo con il cuore Gli adulti ci considerano pazzi perché inseguiamo i sogni, ma il mio sogno non saranno certo le logiche degli adulti ad impedirmi di realizzarlo. I sogni sono l’espressione massima della nostra volontà di vivere Gli adulti, con i loro occhi spenti, cinici, arrabbiati, astiosi, non ci aiutano? Allora tocca a noi accendere la speranza e trovare il SENSO Negare ad un re, uomo di sogna è come dirgli di a chiudere la su a un in mente valigia. Chi semina raccoglie. Seminiamo le nostre speranze. Il sogno è: Essere felice. ò Ma non si pu er essere felici p ti en im tr al sempre, ta en iv d la felicità normalità. Non possiamo cullarci nei prob lemi del momento per vivere giornate senza scopo. Per fort una ci sono i so gni che ti aiutano ad an dare avanti in questa società che tende a bu ttarti fuori. Negare ad una pianta di abbeverarsi è come toglierle la vita. r la e di sé passa pe La realizzazion l passato. conoscenza de Per un sogno vale la pena di impiegare tutt le nostre forze: e non importano i sé, i forse: è importante cred erci. Sognare è quel filo che ci lega al mondo reale. Oltre il Disagio 9 Credo che il futuro sia il o presente elevat a potenza. Il sogno è personale e non bisogna vergognarsene. I sogni hanno bisogno del cuore e della ragione. Sogno è libertà di essere se stessi, è strada per conoscersi. Nella vita avremo sempre delle nuvole che ci oscurano il cammino, spetta a noi fare splendere il sole che abbiamo dentro. Il sogno aiuta a credere in se stessi Il sogno si sposa con l’impegno La vita senza sogno è una vita senza scopo A chi vuole, tutto è possibile Il sogno è il nutrimento dell’anima. Avere un sogno significa avere un futuro. vivi; o ci fa sentire Avere un sogn speranza: no gati alla stra lle co no so i gn I so zarli possiamo realiz Solo sperando un futuro. e er gnifica av si o gn so un Avere ante della ne è più import L’immaginazio conoscenza. Ha sempre un senso avere un sogno perché grazie al sogno riusciamo a vedere il mondo in una prospettiva migliore rché grazie ere un sogno pe av o ns se un e in una prosHa sempr dere il mondo ve a o m ia sc al sogno riu . pettiva migliore Se i sogni vengono lasciati nel o casset to fann a ff la mu Senza sogni nel cassetto si è una persona morta. Nei sogni si può fare ciò che nella realtà non è possibile e al e alla volontà Ognuno grazi vuole. ntare ciò che sogno può dive to di utta è il rimpian La cosa più br o il possibile. non avere fatt Se un sogno è difficile da raggiungere, probabilmente è quello giusto. za Il sogno raffor le nostre aspirazioni di are vita, ci fa pens in positivo nonostante il periodo che viviamo. Non si devono ostacolare i sogni, perché cosi facendo si ostacola la vita stessa Non avere sogni sarebbe come vivere senza motivo. Avere un sogno accresce la voglia di andare avanti. Ognuno di no i ha dei sogni e c’è un’unica cr eatura che può fermarci: quella creatura siamo noi stessi E’ fondamenta le avere la forz a di sacrificarsi e lottare per raggiungere il prop Se hai sogni, gu rio sogno. ardi la vita con una prospettiv a diversa. Avere un sogn o è un diritto di ogni giovane. L’importante no n è realizzare i sogni in sé, m a provarci con tutte le proprie forze Il sogno aiuta a tenere viva la speranza, pe rché nulla è impossibile, ma tutto è raggiungibile Avere un sogn o ci rende quas i immortali. Oltre il Disagio 10 tra ottimismo e pessimismo La positività è il mio futuro; Il mio sogno mi sta aspettando ed io lo raggiungerò Come può una persona realizzare i propri sogni, nel clima di materialismo che stiamo vivendo? IL SOGNO SI TINGE DI… REALISMO Avere un sogno è avere un progetto di vita; Avere dei sogni e coltivarli richiede impegno, fatica e anche spesso, genera contrasti con chi, preoccupato del nostro futuro,ci vorrebbe ubbidienti solo all’opportunismo contingente. Avere un sogno vuol dire andare avanti, VIVERE. Avere un sogno educa i giovani a lottare per ciò che si desidera e a non arrendersi DESIDERO … AMARE E AMORE Avere una famiglia; Insegnare ai figli il senso della vita e aiutare i miei genitori che non mi hanno mai fatto mancare niente Essere una brava madre Trovare la ragazza giusta Vivere a Milano insieme al mio amore Andare a Los Angeles con mio nonno Stare un po’ di più con i miei cari Che le mie amicizie durino per tutta la vita DESIDERO… IMPEGNARMI A Studiare Studiare Studiare Trovare un lavoro Credere nelle mie capacità Avere la forza di superare ogni ostacolo Essere una persona libera DESIDERO… RIUSCIRE a Far parte della guardia costiera, perché guardare l’orizzonte ti riempie l’anima di libertà Diventare progettista della Ducati Poter dire alla mamma: Ecco, sono una Magistrata; questo sogno l’ho realizzato per me, ma anche per te, a cui è stato impossibile realizzarlo!!!!!! Diventare: attrice; regista; ballerina, per esibirmi in tutti i palcoscenici del mondo; ginnasta; grafico di videogiochi; architetto; calciatore oppure astrologo; scrittrice; fotografa professionista; massaggiatrice; aprire una farmacia; un bomber; Vincere le Olimpiadi; Indossare la maglia di Buffon DESIDERO… VIVERE BENE Girare il mondo; Visitare la Cina e provare il sushi Diventare RICCO E FAMOSO/A Vivere una vita bella DESIDERO… Avere la forza di lottare Essere una persona di valore ESSERE RICORDATO COME UNA BELLA PERSONA Vedo… nero NO! No ai sogni, tanto in un modo o nell’altro te li distruggeranno La situazione attuale scoraggia i sogni dei giovani La società purtroppo crea giovani immotivati Forse la politica è un’ arte, ma se oggi non abbiamo sogni, è proprio perché questa arte ce li ha portati via, in questa Italia priva di posti meritati Sogno di diventare una docente di lingue, ma il mio sogno qui in Italia è quasi irrealizzabile, considerato che il governo si occupa solo di pochi ricchi IO non credo nei sogni perché la vita non è un film Vivere in questa società ci condiziona In una società omologata come la nostra è davvero difficile sognare Credo che i miei sogni resteranno sempre chiusi nel cassetto No, niente sogni: mi godo il presente e domani c’è tempo Non ho un sogno e non mi aspetto nulla dalla vita …MA HO ANCHE QUALCHE piccola SPERANZA! IL DESIDERIO… CHE DIVENTA ASPIRAZIONE Sognare significa dare un senso alla propria vita, ma allora non mi bastano i desideri chiusi nel mio individualismo, ho bisogno di aspirazioni che mi proiettino verso l’altro da me e mi pongano delle domande Oggi vince la raccomandazione, la corruzione, l’ingiustizia, ma questo non deve fermare la nostra voglia di coltivare i nostri sogni DOBBIAMO avere un sogno, una strada da percorrere, e non importa se è un desiderio realizzabile oppure NO E’ impossibile oggi avere un sogno, ma se si ha proprio una vera passione per qualcosa… forse…andando all’estero…. Penso che il mondo sia tutto sbagliato: per concepire un sogno bisognerebbe seguire i grandi esempi della storia; Oggi ai giovani non viene data nessuna possibilità di esprimessi e di esporsi. Ma proprio per questo essi devono nutrire il sogno Se sei triste e infelice, ma riesci a guardarti intorno, se dietro di te c’é un bambino che sorride, allora sai che Dio ti sta illuminando e che puoi sognare Sognare Sì; ma con i piedi per terra Dobbiamo imparare a vivere gli ostacoli della corrotta società come una SFIDA ad impegnarci di più Oltre il Disagio 11 Che segno voglio lasciare? Quanto la mia vita è importante per questa terra sulla quale viviamo, oltre che per me solo? La parola magica è: AMORE …ASPIRO A… Lasciare un’impronta Essere costruttore di pace Fare volontariato Far capire agli altri l’amore di Dio Trasmettere la mia capacità di aiutare gli altri Eliminare la discriminazione Ridurre gli stipendi i di politici, manager e sportivi per aiutare chi vive in contesti difficili ASPIRO A VIVERE In una democrazia scelta dal popolo e non da pochi politici In un mondo equilibrato, crogiolo di passione e ragione: costruito sull’onestà, sul lavoro dignitoso e sul rispetto della vita che non consideri fragile chi esprime il sentimento; un mondo in cui si fa politica “per passione”; in cui nessuno abbia timore di far sentire la propria voce; in cui la vera libertà non sia un’utopia ASPIRO A DIVENTARE militare per formare una seria squadra mobile e far parte dell’Antimafia imprenditrice che dà lavoro ricco/a per aiutare chi ha bisogno; madre dei miei figli, e madre per tanti bambini che soffrono; infermiera per portare la gioia dove non c’è; artista per fare arrivare la musica nei cuori delle persone meno fortunate perché la musica è più dolce delle lacrime e saper suonare uno strumento non è un arte, ma un dono di Dio maestra perché se quando sei triste, vedi il sorriso di un bambino, ti viene la voglia di dire “ Io Posso farcela. Io devo andare avanti” DESIDERO… DESIDERO Lottare! Lottare! Lottare SEMPRE!!!!!!! Una generazione come la nostra, dell’usa e getta, ricordi che un sogno veramente radicato è un tesoro che non si getta mai In un paese come il nostro in cui non si ha certezza di nulla, l’unica cosa certa è la nostra volontà di avere dei sogni È vero! La situazione è difficile, ma se siamo noi per primi ad abbandonare i nostri sogni… Bisogna provare e riprovare e riprovare… In tempi come questi è difficile sognare, ma ricordiamo che senza sogni, si muore La vita di ognuno è fatta di bene e di male, di alti e bassi, di gioie e delusioni, ma avere un sogno può aiutarti a superare i momenti brutti Senza sogni non si può raggiungere la realizzazione di se stessi IO non chiedo felicità, ma neanche dolore Avevo un sogno, il mio amore: non ci sono riuscita, ma non mi sento per questo una fallita. E CHE IL SOGNO SIA GENUINO SENZA FINI NEGATIVI! ATTENZIONE! Forse avere sogni è diventata un’usanza fuori moda perché oggi si inseguono desideri comuni a tutti e non i sogni della propria testa. DESIDERO… VOLARE… Che bell’incontro! Sapevo di avere dei sogni, ma la mia insicurezza mi suggeriva che mai li avrei realizzati. Oggi mi sento spronata a credere di più in me stessa!!! GRAZIE 12 Oltre il Disagio A…A…A… Affettività cercasi Riflessioni di Matilde Lanzino XV Edizione di Pollicino e Alice: I l pessimismo sociale ed emotivo non abita nel nostro DNA. Non siamo dunque di quelli che ritengono l’umanità sull’orlo dell’abisso e tanto meno di quelli che ritengono ormai cancellato dall’animo umano ogni spiraglio di sensibilità. Nonostante tutto quello che abbiamo vissuto, nutriamo nel cuore la speranza. Sappiamo, però, che l’ottimismo pedagogico va alimentato con un’azione formativa mirata ed è quello che per tutta la mia vita ho fatto, prima per professione, e poi, per dono, da volontaria: accompagnare adolescenti in crescita, perché costruiscano la loro esistenza su sicure fondamenta valoriali. Ecco perché i temi dell’affettività, della relazione, della solidarietà, dell’incontro, non sono mai nuovi all’interno del progetto “Pollicino e Alice, ma ritornano di anno in anno, si intersecano, si abbracciano, costruiscono armonia, sempre uguali eppure sempre diversi; diversi non solo per la varietà umana obbligata dal naturale tournover degli studenti, ma perché cambia di volta in volta anche la modalità dell’approccio, l’utilizzo dei contenuti, la richiesta del “ritorno”, gli strumenti, le parole…. AFFETTIVITÀ, dunque cercasi. Prima di tutto da “mostrare” persino attraverso il nostro modo di avvicinarci e poi, da fare accendere nel cuore di ogni ragazzo/a nessuno/a escluso/a. AFFETTIVITÀ indagata e cercata nella sua accezione generale, di stato dell’ESSERE, che riguarda non questa o quell’altra persona, ma tutto ciò che ci circonda: quello che facciamo, quello che tocchiamo, quello che incontriamo. Il punto di vista che ci ha guidato è stato quello di stimolare al riconoscimento in se stessi di questa dimensione affettiva, preparazione indispensabile, attraverso il passaggio dell’amicizia, alla relazione d’amore. Ci siamo avvicinati al tema, curiosi e speranzosi insieme: Curiosi, perché le cronache ci rimandano, nostro malgrado, l’immagine di una vincente anaffettività. Desiderosi che i nostri ragazzi non ne siano stati contagiati. OGGI NON ABBIAMO RISPOSTE DA COMUNICARE. Possiamo però dire che a noi è arrivato un mare di parole incredibilmente calde. Il lavoro/gioco, semplice e immediato, fatto con la psicologa, ha però messo in chiaro che tra il DIRE E IL FARE C’È DI MEZZO…IL MARE. I nostri ragazzi non vivono sulla luna, ricevono forti solleci- tazioni esterne contraddittorie e questo genera conflitto tra le loro idee in nuce e il loro agire giornaliero. Ma siamo fiduciosi, perché davvero troppo belli e importanti sono stati i pensieri che ci hanno generosamente regalato, conversando con noi e/o scoprendosi a noi con una matita in mano. E ora ascoltiamoli… REGALANO abbracci stretti; CONCEDONO E CHIEDONO il perdono per i piccoli litigi; AIUTANO i compagni in difficoltà; COLLABORANO; CURANO le “cose” proprie ed altrui; GIOCANO col cane; SORRIDONO al mondo e chiedono al mondo sorrisi; DIALOGANO; REAGISCONO con ottimismo e speranza al brutto voto; SI ANALIZZANO; CREDONO nella possibilità di migliorare; BACIANO il/la ragazzo/a; PENSANO POSITIVO; SI INTRISTISCONO pensando di avere deluso i genitori; SCHERZANO, per esprimere l’affettività; PARLANO con i loro giochi se si sentono soli; SANNO DIRE ti voglio bene; NON SONO INDIFFERENTI; COMPRENDONO il valore dei piccoli gesti; DANNO PACCHE AFFETTUOSE sulla spalla; HANNO VOGLIA di guardare avanti; ASCOLTANO; OFFRONO (qualche volta!) il caffè ai genitori; DISCUTONO. Ma anche NON SOPPORTANO il fratello che li stuzzica; PERDONO IL SORRISO…dinanzi all’insuccesso NON ESPRIMONO la loro affettività; PROVANO rabbia SI CHIUDONO IN SE STESSI SE NE INFISCHIANO dell’insuccesso NON SOPPORTANO le sorelle NON VOGLIONO ASCOLTARE SI DEFINISCONO: Menefreghisti; Passivi; Indifferenti; Aggressivi; Superbi; Oltre il Disagio Affetto… Affettività… Amore… Odio… Amicizia 13 Riflessioni di Simonetta Costanzo Psicopedagogista UNICAL “Fare qualcosa per”: questo è il significato della parola affetto cioè, quel particolare istinto-bisogno che si trasforma in sentimento che lega una persona a qualcosa oppure ad un’altra persona attraverso la rappresentazione L’affetto si impara a partire dal grembo materno P erciò, parliamo di un istinto che, divenuto sentimento, può assumere anche connotazioni simboliche, specialmente quando è pregno di senso e rinvia a qualche altra cosa. La più antica analisi dell’affettività risale a Platone che la intese come “perturbatrice” della serenità dell’anima indispensabile alla comprensione genuina delle idee. Tale perturbazione assume la caratteristica di impulso, quando è limitata nel tempo e quando tende a ripresentarsi tutte le volte che deve essere soddisfatta (per esempio l’istinto orale nel bambino). Quando la perturbazione, invece, rimane stabile e, in un certo senso, tende a trasformare lo stato di base del soggetto e a renderlo sempre pronto a cogliere la necessità di essere soddisfatto come è, per esempio, l’istinto sessuale nell’essere umano, esso si trasforma in affettività. Con questa parola, s’intende, in sostanza, la capacità degli istinti di creare una perturbazione stabile nel soggetto che tende sempre alla soddisfazione dell’istinto. La condizione dell’affettività, pertanto può essere buona, ovvero socializzante, costruttiva, generatrice, come nell’affetto che chiamiamo amore, oppure distruttiva, individualista, possessiva e narcisista, come nell’affetto che chiamiamo odio. L’odio e l’amore, pertanto, sono dei sentimenti creati dal risultato della presenza e dall’attività degli istinti nel nostro sistema e dall’attribuzione ad essi di significato che si esprime nell’orientamento dell’individuo nell’ambito sociale e che è rappresentato e programmato dalla cultura e dalla scuola. L’amicizia è un sentimento d’amore meno pervasivo e più diffuso che l’uomo sente, capace di fondare i legami che costituiscono la società e che quindi deve, in questo senso, prevalere sull’inimicizia. Tanti autori si sono occupati dell’affettività e dell’affetto. Quest’ultimo termine è stato molto usato in psicoanalisi, una disciplina che si è soffermata molto sul valore dell’affettività considerata come l’aspetto qualitativo della quantità di energia pulsionale umana (spiacevole o piacevole, speciale o incerto, a scarica prepotente o a tonalità diffusa). Jung ha inteso l’af fetto come una funzione sensoriale, un particolare stato di sentimento che scaturisce da innervazioni corporee o da un disturbo del percorso rappresentativo; Freud lo ha interpretato come strettamente legato ad una rappresentazione: il modo attraverso il quale la pulsione si esprime. Pertanto, l’essere umano è un animale affettivo per istinto, per energia vitale e per capacità simbolica. Tutti i sentimenti hanno la stessa origine, cioè originano dall’istinto che genera l’affetto sul nostro corpo (soma) e sulla nostra personalità (psiche). Oltre il Disagio 14 Un Film… per imparare l’amore Les choristes Riflessioni di Maria Rosalba Lupia Formatrice di Christophe Barratier Il film tti, n inseg a a tu dulti, che giovani ed a “diversi” si può essere ntesto rispetto al co mo ia in cui ci trov perare. a vivere ed o N DUNQUE NO O CERCHIAM es choristes”, film del 2004, è ambientato ALIBI. Avendo precedentemente insegnato musica, Mathieu di fronte a ragazzi così problematicamente diversi tra loro, decide di creare un’unità armonica tra le loro dissonanti personalità cercando di trovare una strada alternativa a quella autoritaria, coercitiva e spersonalizzante lì imperante, per restituire loro, ma anche a se stesso la visione di un futuro. per supportare una delle più classiche storie di formazione. Attraverso la sua maschera caratteristica e un procedere antiautoritario nel perseguimento della valorizzazione delle persone che gli sono state affidate, il sorvegliante Mathieu muta in accorin un collegio per ragazzi orfani, poveri, disadi, molteplici disaccordi, sottraengiati ed emarginati, al tempo della Francia prostrata daldosi fermamente al ruolo di addomesticatore di monelli le sofferenze e devastazioni della seconda guerra mondiacui lo si voleva rinchiudere. le. In questo problematico e tetro contesto, le giovani viAzione coraggiosa e addirittura temeraria, questa, che te di reietti, subiscono i rigidi tempi delle lezioni, dei pasti, attraverso un processo maieutico, umanizzante ed emandella ginnastica, in un clima di ingiustizie, angherie anche cipativo, lascia emergere le potenzialità e i talenti inespresdei compagni, punizioni di un preside autoritario, esclusi perché frustrati da una educazione che li conforma al sivamente teso alla funzione di difensore della disciplina. potere dominante, violentando ulteriormente la loro perQuesto finché non giunge Mathieu Batignole, il nuovo sorsonalità proprio in quanto ragazzi diseredati. Nonostanvegliante: un single di mezza età, apparentemente senza te le difficoltà che Batignole incontra per l’avversione del qualità e poco attraente, che però mostra sin dall’inizio di preside e l’apparente ma tangibile impossibilità di cambiaessere un filantropo formatore di coscienze, seppure senre l’ ineluttabilità di quei destini, la sua impresa ricca di tinza visibile fascino. te poetiche ed emozionanti, riesce ad avere successo. Il Mathieu va gradualmente, ma decisamente, persesuo costante incoraggiamento, la fiducia incondizionata guendo un ambizioso obiettivo: quello del senso dell’arnel genere umano, e in quei ragazzi in particolare, oltre te, del valore della poesia, proprio là dove imperversaogni loro apparenza negativa, ria nima quella fiducia orno prosaicità e prepotenza. Tale senso diventa così il fimai spenta rimotivando le giovani vite, sull’onda di nuovi ne cui egli dedica pervicacemente tutti gli sforzi necessari interessi e possibilità Lo sguardo dei ragazzi, NON È PIÙ, spento o aggressivo. Si è accesa in loro la speranza di un futuro migliore. Lo dimostra il loro tributo generale allorché Mathieu viene costretto ad andarsene. Lascia il collegio, soddisfatto, imboccando anch’egli la strada della speranza. Nella condivisione a tuttotondo dello spettatore educatore che, preposto alla cura dell’umano, non può non sentirsi solidale con il protagonista del film: a sostegno del valore della differenza, dell’equità, dell’educabilità nella migliore accezione del termine. Il film non può lasciare indifferenti neanche gli studenti che forse Ciao, aspirano, a dispetto delle apparenze, ad Mathieu avere “maestri”, capaci come Mathieu, ti di regalare quell’ “ora di lezione” di cui vogliamo parla Massimo Recalcati e che lascia un bene segno per la vita. “L Oltre il Disagio 15 Le nostre mini indagini Come è ormai tradizione del Progetto partiamo subito dalla esperienza diretta dei nostri giovani “Pollicini” Campione intervistato n°341 A Amici: quali come dove bbiamo letto con attenzione le risposte. Ci limitiamo a proporre solo brevi ed estemporanee riflessioni. Stupisce innanzitutto che, pur in tempi di occasioni relazionali variamente plurali, nell’immaginario collettivo l’ambiente scolastico resiste nel suo ruolo di spazio amicale per eccellenza. Sorprende invece piacevolmente, considerata l’ansia di emancipazione e di autonomia tipica dell’età adolescenziale, constatare che tre quarti del nostro campione ritiene possibile l’amicizia tra generazioni diverse e quasi nella stessa percentuale dichiara di parlare con gli adulti: due dati, questi, espressione di una disponibilità che noi adulti dobbiamo sapere intravedere nei loro silenzi e valorizzare. Segnale di un modello comportamentale non segnato da pregiudizi, ci sembrano poi i dati descritti dai grafici 4, 5 e 9. Tranquillizzante, se fosse reale, la preferenza accordata all’amicizia vissuta nel contatto diretto, rispetto alla relazione virtuale, (graf.8) come pure la capacità di risolvere “amichevolmente” i conflitti espressa nel grafico 6. Il grafico 7, infine, ci rimanda l’immagine di una adolescenza che attraversa periodi di solitudine, momenti che noi adulti dobbiamo assolutamente sapere agganciare per tempo. No 21,41% Forse 0,88% Non risponde 1,47% Tra i compagni di scuola 53,37% Si 31,09% Non risponde 0,29% Si 76,25% Fuori dall’ambiente scolastico 45,75% No 68,91% Dipende 0,59% Grafico 1: L’amico lo trovi più facilmente Grafico 2 - Ritieni possibile l’amicizia tra un/ una adolescente e un/una adulto/a? Grafico 3 - Parli con gli adulti dei tuoi amici? Si 90,62% Si 34,31% Non risponde 0,29% Forse 1,47% No 65,69% No 7,62% Grafico 4 - In famiglia si accetta che tu abbia amici di sesso diverso? Grafico 5 - C’è differenza nel rapporto di amicizia tra sessi diversi? Oltre il Disagio 16 90 80 79,47% 70 60 50 40 30 20 12,02% 10 0 Parlandone direttamente con l’amico/a Parlandone con altre persone 3,81% 2,64% 2,05% Litigando con l’amico/a Rompendo definitivamente il legame di amicizia Non risponde Grafico 6 - Pensando alla tua esperienza personale, indica come risolvi gli inevitabili conflitti delle tue relazioni amicali Non risponde 4,11% Non risponde 2,35% L’amicizia vissuta in rete 2,05% Si 50,44% No 47,21% No 12,32% Forse 1,17% Non risponde 3,52% L’amicizia vissuta con il contatto diretto 93,84% Grafico 8 - Ritieni più soddisfacente e completa Grafico 7 - Hai vissuto qualche periodo senza un/a vero/a Amico/a? Si 82,99% Grafico 9 - Pensi che l’avere sperimentato nell’adolescenza profondi rapporti di amicizia, aiuti nella costruzione futura della relazione d’amore? Oltre il Disagio 17 La parola agli adolescenti Dedicato a.…mamma, papà, amico/a, nonni …SE POTESSI… M Dire l’amore… amma , credo nel tuo amore e in tutto quello che mi hai dato… nella tua forza che riesci a trasmettermi anche solo con un abbraccio… nelle tue parole, che mi confortano in ogni momento … nei tuoi gesti affettuosi che mi riempiono le giornate… nel tuo tepore che riscalda anche i miei più gelidi inverni…nella tua simpatia, che mi solleva anche nei momenti più tristi…nel tuo amore, che mi fa sentire in compagnia anche nei momenti di solitudine… CREDO che un giorno capirai tutto ciò che non ti ho detto…che mi starai vicino nonostante le avversità…che non ci sia cosa più bella del vederti sorridere …che sei unica meravigliosa e fantastica... SE POTESSI farei durare per sempre gli attimi in cui sei felice…eliminerei ogni lacrima di dolore e lascerei solo quelle di felicità per non vederti più soffrire…eliminerei dalla tua mente tutti i tuoi brutti ricordi e lascerei solo quelli che ti hanno fatto gioire…farei tornare indietro il nonno, andato via troppo presto, perché ti abbracci quando ne hai voglia…ti renderei sempre fiera di me perché tu possa dire a tutti di avere una figlia perfetta… SE POTESSI tornare indietro nel passato… cambierei la tua vita, ti regalerei una vacanza, mi scuserei delle mie cavolate, ti farei sorridere… SE POTESSI…darti una mano nei momenti più bui della tua vita…trasformare i tuoi piccoli finti sorrisi in vere e proprie risate… lo farei, perché il suono della tua risata è il suono più dolce che io abbia mai udito…SE POTESSI far splendere sempre il sole in un bel cielo azzurro, lo farei per ricordarti ogni giorno che tu puoi illuminare molto di più… SE POTESSI darti la voglia di sognare, te la darei per farti vivere quello che tu credi sia impossibile Papà , credo in te unica certezza presente nella mia vita… nella tua dolcezza nascosta…nelle tue mani grandi e forti, mia salvezza… nelle tue aspettative … nei tuoi occhi uguali ai miei… nei tuoi consigli e nei tuoi suggerimenti…nella tua forza che diventa anche mia… nella tua integrità e nei tuoi valori punto fermo del mio cammino... in ogni tuo sacrificio, nel tuo immenso amore e nella tua umiltà SE POTESSI sacrificare la mia vita per te, lo farei senza pensarci un attimo…SE POTESSI ti farei vivere la vita con più serenità…SE POTESSI ti darei tutto ciò di cui hai bisogno ma che non hai…SE POTESSI alleviare le tue pene con la mia sola compagnia, lo farei ogni volta che mi è possibile…SE POTESSI ripagarti di tutto quello che mi hai dato, lo farei dandoti anche quello che non hai potuto darmi…SE POTESSI abbracciarti lo farei perché mi manca tremendamente il tuo affetto Nonno/a , credo che se ti avessi conosciuto, saremmo stati bene insieme… credo nel tuo amore, luce della mia vita… nella tua gioia, sostanza infinita… nel tuo sorriso, allegria contagiosa… nel tuo cuore, rivolto verso me… SE POTESSI fermare il tempo…asciugherei le tue lacrime… passerei più giorni insieme a te…farei di ogni tua parola il mio stile di vita…scaccerei tutti i tuoi mali… ti darei un ultimo bacio di saluto… ti libererei da qualcuno che ti teneva prigioniera…SE POTESSI vincere la mia timidezza, ti direi sempre che ti voglio bene … OH! SE POTESSI…… Amico/a, mio/a credo in te!... nel tuo carattere, forte e imbattibile…nella tua parola, sincera e profonda…credo nell’amore che hai per me…nelle tue parole…nelle tue idee… nella nostra amicizia che durerà per sempre … nel tuo sorriso…nella tua bontà… nella tua semplicità… nel tuo abbraccio, rifugio dai miei problemi CREDO di poter contare sempre su di te… di poterti prendere in giro perché so che non ti arrabbieresti mai…di poterti raccontare i miei pensieri perché so che non mi giudicherai…nei tuoi consigli, elementi fondamentali della mia crescita…nelle tue critiche, fatte soltanto per il mio bene….nella tua mano, disposta a tirarmi fuori da ogni guaio…nella nostra amicizia, legame indistruttibile su cui fare affidamento SE POTESSI fermare il tempo cambierei gli eventi…SE POTESSI parlarti ti direi tutto quello che non ti ho detto… SE POTESSI guarirti mi spenderei totalmente…SE POTESSI averti qui ti direi di non partire più…ti regalerei tutto il bene del mondo perché è questo ciò che meriti….SE POTESSI arriverei fino alla luna con te; SE POTESSI risolvere i tuoi problemi, lo farei per te, perché tu possa essere sempre sereno e allegro; SE POTESSI fermare gli attimi più belli della vita, lo farei per te, perché tu possa trovare conforto… CREDO nel tuo sguardo, riflesso della tua sincerità. Oltre il Disagio 18 ERA LL TO VE PRESENZA A NZ RIT À VO BELER NE SI STR ING LE M E S I ANR I abbracci UM ILT À O G LO DIA À M CO IA O GI AL CIT I L P LER GIA CO RA GG IO L’ALBERO DELL’AMICIZIA I mattoni dell’amicizia LIBERTÀ Oltre il Disagio Riflessioni di Viviana Crusco Psicologa psicoterapeuta 19 “Se cercheremo di aumentare l’autoconsapevolezza, di controllare più efficacemente i nostri sentimenti negativi, di conservare il nostro ottimismo, di essere perseveranti nonostante le frustrazioni, di aumentare la nostra capacità di essere empatici e di curarci degli altri, di cooperare e stabilire legami sociali – in altre parole, presteremo attenzione in modo più sistematico all’intelligenza emotiva – potremo sperare in un futuro più sereno” Goleman, 1996. Tra il DIRE e il FARE… noi inseriamo il formare L a necessità di programmare interventi in grado di favorire nei giovani la comprensione delle emozioni, degli stati d’animo, dei sentimenti e anche degli atteggiamenti, è oramai sotto gli occhi di tutti coloro i quali vivono a loro stretto contatto. L’affettività non è istintiva, ma connessa all’acquisizione di competenze cognitive, valoriali, comunicative, in gran parte apprese dai modelli genitoriali, dagli insegnanti, dalla tv, altre invece possono essere motivo di lavoro all’interno della scuola dove, le capacità legate alla vita affettiva, possono essere apprese mediante attività strutturate e mirate in tal senso. A favorire una buona consapevolezza di sé ed e-ducare a comportamenti responsabili, sono stati perciò orientati i nostri incontri. Dall’attività svolta per piccoli gruppi in classe e dalla successiva discussione, emerge che se da un lato a livello teorico si i giovani studenti si dimostrano capaci di individuare le modalità più adeguate per vivere un’affettività equilibrata, dall’altra, si evidenzia una grande difficoltà nel metterle in pratica. Ed infatti, mentre nella situazione creata come spunto dal quale poi far nascere il confronto stimolando il racconto dei loro vissuti, i giovani sono stati pronti ad evidenziare punti di forza, punti di debolezza e ad individuare le modalità più idonee per rapportarsi all’altro, nella vicende legate alla realtà quotidiana, hanno dimostrato di perdere questa loro capacità. E’ il passaggio dal dire al fare che va dunque curato. Dai loro racconti si evince la mancanza di consapevolezza dei gesti e delle conseguenze; si evidenzia la difficoltà di pensare alle modalità da loro agite: TUTTI molti pronti a giudicare il comportamento altrui, etichettandolo come “sbagliato”, ma poco abituati ad auto-osservarsi ed a comprendere quanto di sé mettono nell’interazione con l’altro. TUTTI molto suscettibili rispetto ai torti subiti e poco consapevoli dei torti inflitti: si comunica efficacemente poco, ci si irrigidisce nella propria posizione, si ascolta unicamente per potersi difendere e non per compren- dere meglio il pensiero, l’intenzione e l’emozione, di chi si ha di fronte. Il conflitto diventa allora unicamente un momento per stabilire chi ha ragione e chi no. Scelgono di comunicare più spesso on line perché questo permette di superare la timidezza e di parlare in modo più libero. Emerge la tendenza a dar fiducia ad uno sconosciuto incontrato su un social network piuttosto che ad un amico che ha commesso un errore. L’inclinazione verso la distruzione e l’indifferenza sembra essere la tendenza più marcata rispetto alla comprensione. Potenziare le caratteristiche che favoriscono un’affettività positiva rappresenta un fattore protettivo nello sviluppo dell’adolescente che si trova a vivere un momento di vita determinante per lo strutturarsi di comportamenti problematici o salutari che tendono a conservarsi in età adulta. Favorire il dialogo con gli adolescenti, entrare in contatto con il loro mondo affettivo stimolando il racconto dei vissuti e promuovere attività che mirino all’acquisizione di abilità emozionali, sono elementi che meritano la giusta attenzione al fine di promuovere nell’adolescente comportamenti in grado di favorire una crescita affettiva sana. Avere oggettivizzato questi problemi, averli “visti”, tutti insieme, in un clima accogliente e giudicante, ha costruito il piedistallo su cui poggiare il comune lavoro del prossimo anno. 20 Oltre il Disagio Educazione all’Affettività Andare verso… Carissimi, In questa XV edizione del Progetto “Pollicino e Alice” abbiamo dedicato una intera giornata formativa a Roberta: al racconto della sua meravigliosa esistenza e poi di quell’ultimo attimo di brutalità e di morte: una morte violenta, generatrice, PERÒ di un modello affettivo fortemente simbolico e pedagogicamente educativo: LA TESTIMONIANZA. Dal fango di quella morte, infatti, è nata la Fondazione che porta il suo nome e che cammina ormai spedita “sussurrando” a tutte le donne e ai minori vittime di violenza sessista: “Noi ci siamo: Siamo accanto a voi. Vi aspettiamo. C’è per voi un luogo/rifugio, che può contenere dolore e paura e dove è possibile aspettare il ritorno alla vita”. Dal dolore, la speranza! Dalla morte, la vita! E cammina spedita anche accanto ai giovani, con questo “Progetto “Pollicino e Alice”, nato timidamente 15 anni fa, con una sola scuola, il Liceo “De Vincenti” di Rende, e subito ampliando il suo raggio di azione per toccare spazi geografici dell’intera nostra regione. A Polistena, a Vibo, A Pizzo, a Rende, a San Giovanni in Fiore, a Paola, a Cosenza e anche Roma, con appuntamenti ormai quasi istituzionalizzati e poi ancora dovunque qualcuno ci chiami. Tardivo dunque arriva secondo noi il grido che oggi si lancia da più parti: andate nelle scuole, incontrate i giovani, parlate con loro…La Fondazione “Roberta Lanzino”, questa strada l’ha imboccata da molto tempo, perché subito ha compreso che il tema della violenza alle donne era ed è un tema da affrontare sul terreno della formazione e della crescita umana, prima ancora o almeno in contemporanea con la fattiva opera di sostegno e accompagnamento dei casi concreti. Da subito abbiamo scelto di non dovere essere solo lì a lenire ferite; da subito abbiamo sentito che la nostra grande tragedia, ci imponeva di essere, anche per l’adolescenza in crescita, testimoni e promotori di un cambiamento radicale; abbiamo capito che potevamo e dovevamo assumerci il compito formativo di aggredire i pregiudizi di genere, aprendo le strade della vita che Roberta non avrebbe mai più potuto percorrere, ma che invece devono liberamente potere attraversare tutti le ragazze e i ragazzi del mondo. I temi che affrontiamo, non sempre e non soltanto sono direttamente e apertamente collegati alla violen- za contro le donne e mai insistono su quella violenza estrema che quotidianamente l’informazione ci propone e verso la quale tutti siamo facilmente, e direi ovviamente, pronti ad esprimere pietà e indignazione, in attesa di esprimere nuova pietà e nuova indignazione al prossimo giro di “machete”. Il nostro obiettivo è invece uno sforzo di formazione da realizzare non nel segno del sensazionalismo, ma della positività, della conoscenza storica, del lavoro condiviso, convinti come siamo che gli stupri, gli omicidi delle donne, pur così drammaticamente numerosi, rappresentino però la punta estrema di un fenomeno ben più diffuso, sottile e difficile da “vedere e riconoscere”, con radici che affondano nell’incultura, nelle rabbie inespresse, nell’insicurezza, nella non stima di sé, nell’assenza di obiettivi valoriali che diano senso all’esserci su questa terra. Per tutto questo, a Roberta e alla Fondazione, nel percorso di questa XV edizione, abbiamo dato lo spazio di una intera giornata, da intendersi non come momento informativo, ma invece parte essenziale di quel tema grande che è l’educazione all’affettività. Trovare il SENSO di questa scelta pedagogica non è difficile. Solo una profonda motivazione e disposizione AFFETTIVA, può permettere al dolore di farsi dono. Questo è il SENSO che ha nel nostro progetto educativo la parola AFFETTO, un andare verso e andando non sentire pesante la fatica… Matilde Lanzino Oltre il Disagio Pillole di tà i v i t t a 21 Oltre il Disagio 22 La parola agli adolescenti Ai genitori di Roberta operatori di giustizia e di pace… NONONOSTANTE… GRAZIE per quello che fate ogni giorno. GRAZIE è una parola piccola, ma quello che date è molto grande! Sono sicuro che Roberta è orgogliosa di ciò che fate! Francesco dal CUORE dei giovani studenti del Progetto “Pollicino e Alice” È stata una mattinata molto istruttiva e commovente …costruttiva e formativa.… Affrontata con coraggio e camuffando la tristezza con il sorriso. Non esistono parole abbastanza giuste per descrivere tanta sofferenza. Sono emozionato. Tutto ciò che fate é davvero importante Ho provato interesse per l’attività della Fondazione e tenerezza per l’amore di questi genitori Ho sentito: Emozioni, Profondità, Voglia di vivere… Sconforto e pessimismo per il perdurare della brutalità… Rabbia, Tristezza, Speranza, Ammirazione, Apprezzamento e… FORZA DI COMBATTERE… Repulsione per i bassi istinti umani… Ammirazione per coloro che non temono di combatterli… Mi ha commosso, vedere il sorriso di quella ragazza che si è spento per volontà di qualcuno che potere in realtà non ne aveva La storia di Roberta fa davvero riflettere… Ammiro molto la sua famiglia, che ha trasformato il suo immenso dolore in speranza per tante altre donne… Questo incontro mi ha fatto riflettere molto anche sulla solidarietà femminile La violenza alle donne é un tema che dovrebbe affrontarsi dappertutto per far forza a chi forza non ha, a quelle donne a cui manca il coraggio di denunciare La serenità é sapere che nel mondo c’é qualcuno che si preoccupa della sicurezza e della protezione delle donne Bisogna continuare a sensibilizzare! Il problema spesso sono le istituzioni e la giustizia che non si impegnano abbastanza. …E dai cuori degli studenti del Liceo “Scorza” di Cosenza Spero di poter essere una volontaria. A presto piccola Rosa! NO! Nel 2014 non può esistere ancora la violenza sulle donne. La libertà non è solo una minigonna, ma la tranquillità nel camminare per strada senza il timore di essere aggredite. Se ami un fiore lo curi e lo lasci crescere, non lo uccidi per poterlo sentire tuo. Solo un PICCOLO UOMO usa la violenza per sentirsi grande. Non permettere a nessuno di toglierti il sorriso. Se non pensavi di potercela fare ora sai che non è così. La Fondazione Roberta Lanzino è qui per te e con te. Denunciare è molto importante così come anche il coraggio. Oltre il Disagio Da Assisi, da un’idea di Adele Lo Feudo una mostra d’arte in memoria di Roberta 23 Riflessioni di Simonetta Costanzo Psicopedagogista UNICAL Sessantacinque artiste si sono messe al lavoro ed hanno sublimato il dolore e la sofferenza di tante vittime-donne Queste artiste hanno creato una serie di dipinti incisivi, espressivi e significativi. I nterpretare le produzioni artistiche significa svelare e tradurre gli stati d’animo di chi le produce. L’analisi delle opere interessa le scienze del comportamento e la scienza della mente esplora proprio quello che accade nel cervello quando qualcuno osserva un dipinto. Per la verità, i veri protagonisti sono sempre i quadri. Si osserva un quadro, si vivono le emozioni che questo suscita e appare naturale immergersi nel dipinto per seguire il sentiero dell’estetica. Però la biologia, l’etologia, la psicologia, la medicina e la psichiatria cominciano a muoversi nella mente di colui che interpreta, facendo notare proprio quei contenuti del quadro che stanno lì assopiti ma pronti, se si vuole, a svegliarsi e a tenere una lezione di scienza del comportamento. Osservare i prodotti dell’arte genera sempre un turbamento. L’occhio che guarda deve saper sentire le emozioni e gli stati d’animo di quel momento. Lo scrittore francese Marie-Henri Beyle, meglio conosciuto come Stendhal, parlò di questo turbamento e lo descrisse già nel 1817: “Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i senti- menti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”. Ed è proprio in questo modo che le opere rappresentate e raccolte nella mostra dedicata a Roberta Lanzino, riescono a comunicare emozioni, sensazioni, paure, offese e trasgressioni; tutte caratteristiche condivise ed espresse dai colori, dalle forme, dai contesti, dalle presenze e finanche dalle assenze. Le immagini esprimono il silenzio. Il silenzio nel quale vive la donna che subisce la brutalità agita da parte del proprio uomo, la paura di dire, di urlare il proprio dolore, di testimoniare che quell’uomo, che tanto dice di amarla, proprio all’insegna di quell’amore, la picchia, la maltratta, la schiavizza, la violenta e, un giorno, la ucciderà. Una donna che ha paura di parlare, paura di testimoniare e, proprio questa paura, finirà per essere la sua condanna. I quadri condividono il thema della frammentazione psichica che si manifesta nella donna che è vittima di abuso. Infine si esprime il vissuto dello smembramento somatico. Il corpo femminile da “sacro” e portatore di energia e di vita, si impregna di aggressione, di profanazione, di offesa, di distruzione e, infine, di morte. dalla Pinacoteca della Fondazione “Roberta Lanzino” A. Barreca - Il Silenzio M Sangermano - Privata dei sogni M. Cappelletti - Il cuore bucato C. Rizzo - Ritorno alla vita Oltre il Disagio 24 Educare all’amore, amando Fondazione “Roberta Lanzino” ONLUS Il “Telefono INSIEME al tuo Servizio 0984/462453 - 333 1061586 NV800288850 - FAX 0984/1636576 CENTRO DI ASCOLTO ACCOGLIENZA di donne e minori in difficoltà Ci sarà un ino giudice a Berl per Roberta? andati Ci siamo dom in questi tutti i giorni i. lunghi 27 ann iudice NO, nessun g Roberta. a Berlino per Chiudiamo izione questa XV ed e Alice” di “Pollicino mara con questa a realtà. Oltre il Disagio PERIODICO DELLA FONDAZIONE “ROBERTA LANZINO” Numero doppio 2014-2015 - Maggio 2015 Reg. al Tribunale di Cs n. 659 del 10/4/2001 Direttore Responsabile Franco Lanzino Direzione, Redazione e Amministrazione Fondazione “Roberta Lanzino” ONLUS Via de Chirico - Rende Tel. 0984.462453 - Fax 0984.462310 cell. 333.1061586 • Numero Verde 800288850 e-mail:[email protected] www.fondazionerobertalanzino.it C.F./P. 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