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un arcobaleno di anime
Diocesi di Brescia I n i z i a z i o n e C r i st i a n a de i Fa n c i u l l i e de i R a g a zz i A Un di rcobaleno nime Introduzione È di Tertulliano l’affermazione, spesso ripetuta, che “cristiano non si nasce ma si diventa”. Qualcuno potrebbe anche obiettare che il vangelo spesso parla dell’esistenza cristiana come una ‘nascita’ o una ‘rinascita’. Ma quello che Tertulliano voleva dire è chiaro: non basta essere nato dentro a una famiglia cristiana per essere autenticamente cristiano, se questa condizione non viene assunta e trasformata personalmente attraverso una decisione personale e un impegno coerente. A questo bisogno tentano di rispondere gli itinerari di ‘iniziazione cristiana’ che molte diocesi – e tra questa la nostra – stanno sperimentando e attuando. L’esistenza cristiana ha una sua struttura precisa che si può esprimere così. È esistenza che ha come sua origine e suo fondamento l’amore di Dio per noi così come si è rivelato in Gesù Cristo. Vive da cristiano chi assume questo amore come memoria feconda della sua vita e lascia scaturire da questo amore pensieri, desideri, decisioni che, poco alla volta, creano la conformità con Cristo. Dall’altra parte la vita cristiana si protende verso il futuro della comunione con Dio, sempre attraverso Gesù Cristo. Vive da cristiano, quindi, chi organizza tutte le molteplici speranze che scandiscono le tappe della sua vita in vista di questa speranza suprema. Ancora, proprio perché la vita cristiana procede dall’amore e tende verso la comunione con Dio che è amore, l’itinerario storico non può che essere un apprendistato dell’amore: imparare a dire di sì alla propria vita e alla vita degli altri, a difendere la propria vita e la vita degli altri, a trasformare la propria vita in dono perché la gioia riempia la vita di tutti. Infine, tutto questo complesso di esperienza non può essere vissuto nel privato, ma unisce il cristiano agli altri in un unico corpo che è la Chiesa. Iniziazione cristiana significa introdurre tutte queste diverse dimensioni nella coscienza dell’uomo credente. Questo avviene in modo pieno nella celebrazione dell’Eucaristia che è insieme memoria, pegno di speranza, impulso all’amore fraterno, ingresso nella comunità ecclesiale. Per questo l’Eucaristia è il vertice della iniziazione cristiana. Ma, naturalmente, perché l’Eucaristia produca effettivamente questo frutto, bisogna che sia celebrata col massimo di consapevolezza, di libertà, di impegno. Il cammino di ICFR, che la diocesi di Brescia ha impostato e sta cercando di attuare con coerenza, risponde a questo bisogno; desidera coinvolgere le famiglie, i genitori, nel cammino dei loro figli perché i ragazzi possano entrare consapevolmente e gioiosamente nella vita ecclesiale. È un progetto impegnativo che assume la forma del catecumenato, si fonda sull’ascolto e la conoscenza della Parola di Dio, si articola in passaggi celebrativi che tendono alla Confermazione e all’Eucaristia. Ma il cammino di ICFR non vuole essere rigido; ha chiaro l’obiettivo, cerca gli itinerari più fecondi per raggiungere questo obiettivo; ma ha bisogno di essere adattato alle diverse situazioni dei ragazzi. La riflessione condotta insieme con gli educatori scout per definire un itinerario di iniziazione cristiana che non rinunciasse ai suoi punti essenziali ma nello stesso tempo si armonizzasse con l’impegno educativo dell’Associazione è un segno promettente. Non pretendiamo di imporre un passaggio rigido attraverso il quale 3 tutti debbono passare; desideriamo che a tutti venga offerto un cammino serio che conduca al traguardo che ci sta a cuore, quello che abbiamo delineato sopra. Non posso quindi che compiacermi del lavoro fatto da Ufficio Catechistico e AGESCI per arrivare a determinare meglio il cammino proposto agli scouts. Sarà saggio impegnarsi con tutte le forze per attuare nel modo migliore questo progetto; poi, tra qualche anno, bisognerà verificare i frutti del cammino per vedere di ‘registrarlo’ e renderlo sempre più rispondente ai bisogni. Grazie dunque a tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo obiettivo; e, naturalmente: Buona Strada! † mons. Luciano Monari Vescovo di Brescia 4 Presentazione «Sappiamo quanto il cammino di ICFR sia omogeneo e a volte anche massificante, poco individualizzato e quindi scarsamente commisurato alle esigenze di fede e di vita dei destinatari […]. Eppure ogni catechista sperimenta oggi quanto grande sia la diversità, sul piano della fede e del vissuto concreto dell’ambiente familiare e sociale, che ogni fanciullo e ragazzo porta con sé». Con queste chiare espressioni l’Ufficio Catechistico Nazionale, nella Nota del 1991 per l’accoglienza e l’utilizzazione del catechismo della CEI, introduceva la necessità di pensare agli itinerari differenziati di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (ICFR). Ponendosi in questa prospettiva, per il rispetto e il bene dei fanciulli e ragazzi di oggi, il nuovo modello di ICFR della diocesi di Brescia ha ritenuto doveroso fare spazio anche ad alcuni itinerari differenziati, tra i quali hanno un posto rilevante i cammini associativi. Infatti, «l’esperienza conduce a dare oggi maggiore importanza alla vita associativa, che si manifesta nella molteplicità di gruppi variamente articolati. Fra i tanti, hanno rilievo i gruppi che assumono le finalità apostoliche della Chiesa, collaborano con i Pastori in modo loro proprio e trovano nella formazione spirituale e nella catechesi i momenti fondamentali della loro attività, i motivi profondi dell’azione apostolica». Così si esprimeva la CEI nel documento base Il rinnovamento della catechesi del 1970. La diocesi di Brescia ha ritenuto di individuare le caratteristiche, su accennate dal testo della CEI, nell’ACR e nell’AGESCI, due associazioni cattoliche che da sempre hanno fatto dell’educazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi l’aspetto caratteristico della propria identità. Sono lieto perciò di presentare questo documento che propone il cammino dell’ICFR nella forma dell’AGESCI. È il frutto di una elaborazione lenta e meditata, che ha visto impegnati, con grande spirito ecclesiale, i Responsabili e Assistenti dell’AGESCI delle zone Brescia e Sebino e il Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano. Si tratta di una proposta che, in maniera affascinante e gioiosa, offre ai fanciulli la possibilità di fare il cammino dell’ICFR nella forma di una associazione che punta molto sulla vita cristiana in gruppo, sull’accoglienza e il rispetto reciproci, sul contatto con la natura e le meraviglie della creazione divina. Auspico che questo itinerario associativo di ICFR possa offrire a molti fanciulli e ragazzi l’opportunità di un incontro gioioso col Signore della vita e di una significativa esperienza di vita ecclesiale. don Renato Tononi Direttore dell’Ufficio Catechistico e Vicario Ep. per la Pastorale e i Laici 5 Lo scout cristiano nella Chiesa… Un nuovo cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi in Agesci… Un nuovo testo per fare catechesi Scout… Quando ci verrà consegnato questo testo la domanda di tutti sarà: PERCHÉ? Vorremmo cercare una risposta, adeguata, accettabile e necessaria e che ci renda orgogliosi. Quando uscì il documento sul nuovo cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (ICFR) della Diocesi di Brescia, tra le proposte è stata annunciata la possibilità di una scelta per un cammino “associativo”; un’idea di per sé nuova, quasi rivoluzionaria: accettare che un fanciullo /ragazzo possa scegliere la preparazione ai sacramenti all’interno di un cammino associativo. Nel documento si è affermata l’ipotesi dei cammini differenziati in ACR e nell’AGESCI. Certo, l’AC ha già una sua dimensione ecclesiale statutaria; gli Scout, per molti sono ancora solo quelli delle tende e della natura, per tanti altri non è così e noi sappiamo bene che lo scoutismo, sul piano della catechesi, ha fatto passi notevoli di approfondimento ed esperienza: il PUC, il convegno Giona a Brescia sul capo catechista e la dimensione religiosa, e altro; è una parte fondante della nostra proposta, e di tutto questo noi ne siamo ben consapevoli. Ecco dunque l’aprirsi per noi Scout dell’AGESCI una nuova sfida che non possiamo non raccogliere, proprio perché è parte integrante del percorso che già proponiamo nella Pista, nel Sentiero, nella Strada. È nel nostro stile fare le cose con un progetto preciso e condiviso. È nel nostro stile dire di Sì. L’ESTOTE PARATI, lo spiega bene BP, significa Essere Pronti, ma significa soprattutto prepararsi ad essere pronti. Questa è la nuova Avventura: prepararsi e progettare, affinché la Chiesa ci trovi pronti. Così, intuendo l’importanza della nuova sfida, alcuni capi delle nostre due zone, scelti da noi responsabili e perciò referenti dei Consigli di Zona, si sono incontrati per alcuni anni: si trattava di capire il nostro specifico nel fare catechesi, valutando le possibilità, confrontandosi con la proposta dell’ICFR per tradurla in termini scout; siamo giunti così progressivamente alla definitiva e gioiosa stesura del documento. Ora il documento è pronto ed il Vescovo ha dato il suo assenso. L’AGESCI si è preparata… ed è pronta. Il documento, oltre a dirci che nello scoutismo l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi si può fare, perché tutto il metodo ha in sé una struttura iniziatica, si prefigge di aiutarci a pensare responsabilmente, inventare creativamente e progettare con competenza nuove modalità di fare catechesi e perciò di testimoniare la nostra specificità nell’essere Chiesa. E il giorno in cui le nostre Comunità Parrocchiali ci chiameranno a questo Servizio, risponderemo, con gioia, sicuri, da Scout: ECCOMI, FACCIO DEL MIO MEGLIO PER ESSERE PRONTO A SERVIRE. Liliana Savoldi, Diego Zanotti don Alessandro Camadini Sara Marmaglio, Pietro Milini don Giancarlo Pianta Responsabili e Assistente AGESCI zona Brescia Responsabili e Assistente AGESCI zona Sebino 6 Il cuore e lo sguardo in avanti e in alto C’è un’espressione che, per la posizione in cui è posta nella liturgia eucaristica, “scivola” veloce e non viene colta facilmente nella sua bellezza. È quel brevissimo dialogo tra il celebrante e l’assemblea, che introduce la grande preghiera eucaristica. Il sacerdote invita i cristiani a “decollare” verso le altezze vertiginose di Dio quando esclama: “In alto i nostri cuori!” e il popolo di Dio risponde manifestando piena sintonia: “Sono rivolti al Signore!”. Giunti all’approvazione del percorso di Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi (ICFR) nella forma dell’AGESCI per la Diocesi di Brescia, crediamo che sia bello ricordare questo “dialogo esclamativo”, perché indica lo stile con cui accostarsi alla gioia e alla responsabilità di accompagnare ogni percorso di catechesi e insieme il modo di percorrere questa proposta da parte di chi l’accoglie. Rivolgere lo sguardo e il cuore a Dio è sempre come bere ad una sorgente di speranza, ad una fontana di grazia lungo la strada. Le parole di Gesù – “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32) - sono un invito a cercare, a guardare a lungo, a ricordare e a vivere quella Storia di salvezza, che è manifestazione definitiva e irreversibile dei sentimenti e delle intenzioni amorevoli di Dio. La disponibilità ad “ascoltare” – entrare profondamente in una esperienza – lasciandosi attirare, che è una delle caratteristiche dello scoutismo, quando è distesa nel tempo e intensamente elaborata dentro di noi e in chi ci è affidato, introduce a grandi esperienze spirituali, senza bisogno di aggiungere altra parola se non “Amen”, ossia “sono certo, ci credo, mi affido”. Ringraziando il Vescovo di Brescia per la fiducia accordata all’opera educativa dell’Associazione nella Chiesa locale e tutti coloro che hanno lavorato alla progettazione di questo percorso nelle sue varie fasi, consegniamo con affetto a ciascuno di voi, Capi e Assistenti Ecclesiastici delle Zone AGESCI Brescia e Sebino, l’invito ad un cuore “appassionato” (cfr. Lc 24,32) e ad uno sguardo “in avanti e in alto”: in avanti, verso Gesù, sempre, nella prova del male come nella gioia del bene, e in alto, verso il Padre, da cui veniamo e a cui andiamo, sotto il cui sguardo anche noi “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28) con fiducia e serenità senza confini. Buona strada! Elena Bonetti, Marco Pietripaoli e don Andrea Lotterio Responsabili e Assistente Ecclesiastico Regionali 7 Note introduttive Nel 2004 la Diocesi di Brescia ha introdotto un nuovo modello di Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi (ICFR), quale attuazione del progetto della nuova evangelizzazione, resosi necessario e improcrastinabile per il nuovo contesto culturale e sociale. L’obiettivo generale è la nuova evangelizzazione degli adulti, alla quale ci si è rivolti come meta principale, capace di dare la giusta attenzione prospettica anche ai cammini di ICFR. Infatti il modello di iniziazione cristiana degli adulti ha valore tipologico anche per gli altri cammini di iniziazione. La Diocesi ha riconosciuto la possibilità di effettuare il cammino di ICFR all’interno del percorso dell’Azione Cattolica Ragazzi (ACR) e dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI) 1, secondo la loro specificità associativa e metodologica, a motivo del particolare valore pedagogico di queste aggregazioni. 1 L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI), che conta più di 177.000 soci, è un’Associazione giovanile educativa che si propone di contribuire, nel tempo libero e nelle attività extra-scolastiche, alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello Scoutismo, adattato ai ragazzi e alle ragazze nella realtà sociale italiana di oggi. L’AGESCI è nata nel 1974, come iniziativa educativa liberamente promossa da credenti, dall’unificazione di due preesistenti associazioni, l’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani), maschile, e l’AGI (Associazione Guide Italiane), femminile. Nell’azione educativa l’Associazione realizza il suo impegno politico, al di fuori di ogni legame o influenza di partito, tenendo conto dell’operato degli altri ambienti educativi. La sua diffusione, omogenea sul territorio nazionale, testimonia l’impegno civile al servizio del Paese attraverso la peculiarità del suo carisma. I principi fondamentali propri dello Scoutismo, sono proposti attraverso un modello educativo che: • vede i giovani come autentici protagonisti della propria crescita, orientata alla “cittadinanza attiva” (autoeducazione e senso di responsabilità); • è attento a riconoscere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani; • deriva da una visione cristiana della vita; • tiene conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se stessi, con il creato, con gli altri; • offre alle ragazze e ai ragazzi la possibilità di vivere esperienze educative comuni, al di là di ogni ruolo imposto o artificiosamente costituito, aiutando a scoprire ed accogliere la propria identità di donne e uomini e a riconoscere in essa una chiamata alla piena realizzazione di sé e all’accoglienza dell’altro (coeducazione); • vive la dimensione della fraternità internazionale, che supera le differenze di razza, nazionalità e religione, imparando ad essere cittadini del mondo e operatori di pace. I soci adulti dell’Associazione sono donne ed uomini che realizzano la loro presenza di servizio come Capi nei modi propri dello Scoutismo. Ogni adulto impegnato al servizio dei ragazzi, segue un particolare iter di formazione su due livelli, uno regionale e uno nazionale, che alla sua conclusione dà diritto ad un riconoscimento valido a livello internazionale. L’Associazione dalla sua fondazione ha fatto la scelta della diarchia, della compresenza cioè di un uomo e di una donna, oltre che nelle comunità educative, ad ogni livello di responsabilità associativa. L’AGESCI è riconosciuta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e fa parte delle APS (Associazioni di Promozione Sociale), del Forum Terzo Settore, della Tavola della Pace, di Libera ed è riconosciuta dal Dipartimento di Protezione Civile. (Dal sito www.AGESCI.org) I documenti ufficiali di riferimento dell’Associazione sono: • lo Statuto Agesci: Statuto in “SCOUT” 15 (2008) inserto STATUTO, pp. 1-11. Di seguito sarà citato con “AGESCI, Statuto” • il Patto Associativo: in www.agesci.org nella sezione documenti ufficiali. Di seguito sarà citato con “AGESCI, Patto Associativo” • i Regolamenti Agesci e Metodologico in www.agesci.org nella sezione documenti ufficiali. Di seguito sarà citato con “AGESCI, Reg. Met.” 8 All’interno delle Zone Brescia e Sebino dell’AGESCI è nata perciò un’opera di sensibilizzazione, che ha visto coinvolti gli organi istituzionali dell’Associazione a livello zonale e di gruppo (assemblee di zona, Consigli di zona, Comitati di zona, Comunità Capi). Si è attivata una pattuglia - equipe di lavoro mista tra le due zone, che si è confrontata con il direttore dell’Ufficio Catechesi, al fine di produrre una proposta che ottemperasse agli obiettivi dell’ICFR e della metodologia Scout. Il presente documento, frutto di una mediazione sinergica tra l’impianto generale dell’ICFR e la metodologia Scout, è stato redatto a cura delle zone AGESCI Brescia e Sebino e sottoposto alla valutazione dell’Ufficio Catechistico Diocesano e del Consiglio Episcopale Diocesano. Alcune considerazioni previe possono aiutare a cogliere come gli obiettivi proposti nell’ICFR sono presenti strutturalmente nel cammino di educazione dell’AGESCI. Infatti l’AGESCI ha sempre testimoniato la sua attenzione alla educazione alla fede dei propri associati. Il Progetto unitario di catechesi (1983) e il Sentiero fede (1998) testimoniano la ricezione a livello associativo del Rinnovamento della catechesi auspicato dalla Chiesa italiana (1970). In diverse Parrocchie in cui sono presenti i gruppi Scout si sta già riflettendo sulla possibilità di integrare, valorizzare, responsabilizzare e riconoscere l’attività Scout anche in merito all’iniziazione cristiana; si sono introdotte delle sperimentazioni, frutto di una comune progettazione pastorale tra la Parrocchia, che rimane la titolare della iniziazione cristiana, e l’AGESCI. Dalle sperimentazioni emerge come sia importante progettare insieme e vivere una profonda comunione tra Associazione e Parrocchia. Per crescere in tale comunione sarebbe auspicabile e opportuno che un membro dell’Associazione fosse presente nel Consiglio Pastorale Parrocchiale per testimoniare il suo inserimento nella Parrocchia e portare il proprio contributo specifico come Associazione educativa. L’Associazione, volendo seguire le Comunità Capi nella loro missione educativa, le aiuterà organizzando eventi formativi specifici, per sensibilizzarle circa la prospettiva ecclesiale della nuova evangelizzazione e circa la responsabilità di educare alla fede nell’ottica dell’IC. Il coinvolgimento dei Capi e della Comunità Capi è il passo fondamentale per poter tradurre l’orizzonte della missione educativa in progetti concreti, attuabili, aderenti alla realtà, nella duplice fedeltà ai ragazzi e al mandato ecclesiale. 9 I AGESCI e nuova evangelizzazione Il presente momento storico, nel quale la Diocesi ha proposto il nuovo modello di ICFR, è per l’AGESCI (zona Brescia e Sebino) un momento particolarmente significativo, poiché permette di verificare e riprogettare il proprio cammino associativo ed ecclesiale in seno alle Comunità parrocchiali e zonali. L’AGESCI di Brescia - Sebino in comunione con l’AGESCI regionale e nazionale ha fatto propria la prospettiva dell’iniziazione cristiana, che va intesa non solo come educazione ai sacramenti, ma come educazione alla fede dei ragazzi in una prospettiva progressiva, globale, comunitaria, avendo come obiettivo l’educazione alla vita. Tale obiettivo è il frutto di un cammino che ha coinvolto l’AGESCI fin dal suo costituirsi come Scoutismo cattolico. Riflettere sul rapporto tra AGESCI e Nuova evangelizzazione corrisponde a ricercare anche l’identità dell’Associazione stessa e il suo servizio di educazione alla fede. Le parole di presentazione del Sentiero fede2 aiutano a comprendere il ruolo e la storia dell’AGESCI per l’educazione alla fede: Il cammino dello Scoutismo cattolico, iniziato pochi anni dopo le prime esperienze Scout di Baden-Powell, è come un sentiero che ha ormai attraversato tutto il XX secolo, arricchendosi lungo la strada di una spiritualità sua propria, che ha alimentato la vita di fede e illuminato le scelte vocazionali di migliaia di giovani, passati dal grande gioco dello Scoutismo ad una vita di servizio “giocata” nelle più diverse situazioni: dall’impegno quotidiano, familiare e professionale, a quello politico pubblico, fino alla scelta del sacerdozio o del monastero. In particolare il “sentiero” dell’AGESCI, dal 1974 ad oggi, ha conosciuto alcune tappe importanti. I primi anni della nuova Associazione furono gli anni della crescita nella coscienza della propria dimensione ecclesiale, confermata dal riconoscimento ricevuto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Non erano anni facili, ma portarono l’AGESCI ad inserirsi con entusiasmo nel nuovo progetto catechistico della Chiesa italiana, attraverso lo strumento originale e tuttora valido del Progetto unitario di catechesi (1983)3. […] Con quel progetto unitario la Comunità Capi veniva chiamata alla responsabilità dell’iniziazione cristiana dei ragazzi e dei giovani, mentre tutta l’Associazione, in ciascuna delle sue branche, riceveva un forte impulso a crescere nell’ascolto della Parola, nell’esercizio del sacerdozio battesimale e nella edificazione del regno di Dio. Il convegno “Giona” del 1991 segnò un altro momento significativo di questo orientamento dell’Associazione: alla luce delle 4 Costituzioni conciliari, la scelta associativa di privilegiare la presenza nel territorio e l’inserimento organico nella pastorale della Chiesa particolare, portò i Capi a prendere ancor più coscienza della loro responsabilità di essere educatori alla fede. 2 AGESCI, Sentiero fede. Il progetto, Nuova Fiordaliso, Roma 1998. Si tratta di progetto organico e coerente del servizio di educazione alla fede nell’orizzonte metodologico che caratterizza l’Associazione. 3 AGESCI, Progetto unitario di catechesi, Fiordaliso, Roma 19831; 20052. D’ora in poi sarà citato con l’abbreviazione PUC. 10 AGESCI e nuova evangelizzazione Ora il sentiero continua, si affaccia all’orizzonte del terzo millennio e si presenta di giorno in giorno sempre più impegnativo: l’Associazione è cresciuta numericamente; sente la responsabilità per la nuova evangelizzazione che, se riguarda tutta la Chiesa, tocca particolarmente chi si occupa di giovani e di educazione; ai Capi viene richiesto perciò di essere più che mai testimoni chiari e credibili, capaci di coniugare un’identità cristiana forte con un altrettanto forte capacità di dialogo e di accoglienza”.4 Tale cammino è essenziale alla vita dell’Associazione stessa. Infatti nello statuto si afferma che l’AGESCI «è una Associazione giovanile educativa»5, che «liberamente promossa da credenti, vive nella comunione ecclesiale la scelta cristiana»6. «I membri dell’Associazione, che liberamente ne accettano i principi ed il metodo, sono ragazze e ragazzi, che in essa vivono, con modalità adeguate alle diverse età, una esperienza di crescita personale e di fede; e gli adulti in servizio educativo, che a tale esperienza partecipano, pur nella diversità dei ruoli, attuano la loro presenza nei modi propri dello Scoutismo e realizzando, in quanto membri della Chiesa, la loro vocazione cristiana»7. La prospettiva della Nuova evangelizzazione è stata assunta dall’AGESCI come obiettivo di educazione alla fede, infatti: l’annuncio del Vangelo anima e sostiene l’intera proposta educativa dell’AGESCI. Le attività dell’unità, il clima in essa creato, lo stile e l’atteggiamento dei Capi costituiscono un luogo privilegiato per l’incontro personale con Dio e per il cammino di fede del ragazzo e della ragazza. La fede è vissuta nella Chiesa; la Comunità Capi vive il suo carisma educativo inserita nella vita della Chiesa locale ed offre, con la specificità dello Scoutismo, un modo di educare alla fede e all’ecclesialità. A tal fine, gruppi e unità ricercano rapporti costanti e costruttivi con organismi pastorali delle Comunità locali, cui prendono parte nei modi e nei momenti appropriati. Nel fare la proposta di fede nelle diverse età l’Associazione si inserisce nel progetto catechistico della Chiesa italiana, riconoscendo nel “Catechismo per la vita cristiana” della CEI il principale riferimento per i contenuti da trasmettere e lo stimolo per l’elaborazione di itinerari originali per condurre fanciulli, ragazzi e giovani verso la maturità della fede8. Le prospettive della Nuova evangelizzazione e della missionarietà sono fatte proprie dall’AGESCI9 e sono attualizzate nel Sentiero fede: in tale prospettiva di evangelizzazione, la catechesi è l’approfondimento sistematico del messaggio del vangelo nel cuore e nella vita degli uomini. Essa mira alla maturazione della fede, della speranza e della carità, lungo itinerari adeguati alle età e alle 4 P. Trenti – A. Biondi (Presidenti del Comitato Centrale) e mons. A. Miglio (Assistente Ecclesiastico Generale) in AGESCI, Sentiero fede, cit., pp. 7-8. 5 AGESCI, Statuto, art. 1. 6 AGESCI, Statuto, art. 2. 7 AGESCI, Statuto, art. 3. 8 AGESCI, Reg. Met., p. 8. 9 PUC, pp. 31-167. Nella prima parte del Progetto Unitario di catechesi, dopo aver indicato obiettivi, metodo e destinatari del progetto, viene proposta l’iniziazione cristiana come pedagogia ecclesiale di educazione alla fede matura. 11 AGESCI e nuova evangelizzazione situazioni di ciascuno. […] Se “compito della catechesi è guidare l’itinerario degli uomini alla fede” (RdC 30), è sempre necessario un progetto, un itinerario di iniziazione cristiana, volto alla maturazione della fede e all’assunzione responsabile del proprio battesimo: attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la graduale introduzione alla vita cristiana nella Chiesa, si costruisce l’unità interiore della persona, intorno ad una visione unitaria della fede, della storia e della vita10. Educare alla fede oggi non solamente attraverso una catechesi occasionale, ma principalmente come itinerario di vita cristiana, teso allo sviluppo di una fede adulta e responsabile è la prospettiva della Chiesa italiana, che l’AGESCI valorizza in modo specifico. La scelta della prospettiva della iniziazione cristiana come introduzione alla esperienza di fede e della prassi ecclesiale, è fatta propria nel PUC11, evidenziando come la catechesi è iniziazione al mistero di Cristo nella Chiesa. La prassi ecclesiale storica ha evidenziato come il catecumenato sia stata esperienza capace di introdurre al mistero di Cristo nella Chiesa in tempi di trasformazione sociale e mutamento culturale. La pedagogia dell’iniziazione è stata riconfermata primariamente per gli adulti con il Rito di iniziazione cristiana degli adulti (RICA), che è stato presentato dalla CEI come “forma tipica per la formazione ecclesiale”. Nel contesto della globalizzazione e della multiculturalità, l’Associazione vive la dimensione di missionarietà riconoscendosi come realtà di frontiera e perciò anche aperta all’accoglienza di ragazzi e giovani di altre etnie, culture e religioni, che diversamente non avrebbero agganci con la realtà ecclesiale. I Capi Scout, avendo accolto e sottoscritto nel patto associativo la triplice scelta (scout, cristiana e politica), testimoniano con il loro operato e con il progetto educativo la propria tensione a vivere e testimoniare la fede. La missionarietà è vissuta nell’ottica dell’educazione fondata e radicata nell’umanesimo cristiano12. La missionarietà è pure vissuta in quanto l’educazione alla fede con metodo Scout è una dimensione fondamentale per la formazione sia dei Capi sia dei ragazzi. AGESCI, Sentiero fede, cit., pp.14-15. PUC, pp. 49-75. 12 P. Alacevich (a cura di), Scoutismo, umanesimo cristiano, Nuova Fiordaliso, Roma 2003. 10 11 12 II Specificità della proposta Scout La specificità della proposta Scout come itinerario di educazione alla fede è indicata da alcuni testi e documenti, tra i quali citiamo i fondamentali13 •AGESCI, Progetto Unitario di Catechesi, Nuova Fiordaliso, Roma 20052; •AGESCI, Sentiero fede. Il progetto, Nuova Fiordaliso, Roma 1998; •AGESCI, Regolamento metodologico, Nuova Fiordaliso, Roma 1999, art. 8-10. 1. Il metodo Scout Per realizzare quanto è espresso nello statuto dell’AGESCI e mostrare il radicamento dell’esperienza associativa nel contesto di una scelta di fede, l’Associazione, essendo principalmente un’istituzione educativa14, utilizza il proprio metodo Scoutistico, i cui principi fondamentali si trovano nell’opera di Baden-Powell, e sono attualizzati nello Statuto e nel Patto associativo e tradotti in un modello educativo maturato progressivamente nell’esperienza dei Capi. I contenuti della proposta educativa sono orientati alla formazione del carattere, alla salute e forza fisica, all’abilità manuale, e al servizio del prossimo15, nella prospettiva dell’educazione alla fede, all’amore, alla co-educazione, alla cittadinanza, alla mondialità e alla pace16. Tali contenuti e obiettivi sono perseguiti nelle varie branche in maniera adeguata all’età (Lupetti e Coccinelle, Esploratori e Guide, Rover e Scolte), rispettando i tempi di crescita dei singoli e della Comunità. Ad essi si ispirano i progetti educativi dei gruppi e le attività delle unità17. 13 Tra le svariate pubblicazioni in merito alla spiritualità, all’educazione alla fede, alla catechesi, in ambito Scout si segnalano: AGESCI, Progetto unitario di Catechesi, Ancora, Milano 1983 e rieditato da Fiordaliso, Roma 2005; AGESCI, Sentiero fede 1. Il progetto + le schede, Nuova Fiordaliso, Roma 1998; AGESCI, Sentiero fede 2. Gli strumenti + le schede, Nuova Fiordaliso, Roma 1998; AA.VV., AGESCI: quale dimensione ecclesiale?, Nuova Fiordaliso, Roma 1993; G. Morello – F. Pieri (a cura di), Documenti pontifici sullo Scoutismo, Ancora, Milano 1991; P. Alacevich (a cura di), Scoutismo, umanesimo cristiano, cit.; Assistenti Ecclesiastici AGESCI-Piemonte, Catechesi sul Vangelo di Marco, Nuova Fiordaliso, Roma 2000; id., Catechesi sul Vangelo di Giovanni, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; id., Catechesi sul Vangelo di Matteo, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; id., Catechesi sugli Atti degli Apostoli, Nuova Fiordaliso, Roma 2002; ; id., Catechesi sul Vangelo di Luca, Nuova Fiordaliso, Roma 2003; E. Barbotin, Scoutismo e pedagogia della fede, La Scuola, Brescia 1987; R. Del Riccio, La Preghiera in squadriglia, Nuova Fiordaliso, Roma 1996; J. Sevin, Meditazioni Scout sul Vangelo, Nuova Fiordaliso, Roma 1997; AA.VV., Taccuino di spiritualità, Nuova Fiordaliso, Roma 1997; F. Frattini – C. Bettinelli, Legge Scout, legge di libertà, Nuova Fiordaliso, Roma 2005; V. Pranzini – S. Settineri, Simbolismo Scout, Nuova Fiordaliso, Roma 2002; AGESCI, Manuale della Branca Lupetti e Coccinelle, Nuova Fiordaliso, Roma 2004; AGESCI, Manuale della Branca Esploratori e Guide, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; AGESCI, Manuale della Branca Rover e Scolte, Nuova Fiordaliso, Roma 2007; R. Massa, Saggi critici sullo Scoutismo, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; P. Bertolini – V. Pranzini, Pedagogia Scout, Nuova Fiordaliso, Roma 2001; P. Olea, Giocare nella squadra di Dio, Nuova Fiordaliso, Roma 2000; A. Napolioni (a cura di), Perfetta letizia, Nuova Fiordaliso, Roma 1996; C. Gentili e L. Gentili, Fare strada con la Bibbia, Nuova Fiordaliso, Roma 2000; G. Catti, Appunti per una spiritualità Scout, Nuova Fiordaliso, Roma 2002; C. Cipolletti, Incontrare Francesco, Nuova Fiordaliso, Roma 2005; L. Spaccia, Testimoni di Pasqua, Nuova Fiordaliso, Roma 1994. 14 Cfr. su questo aspetto il testo citato di P. Bertolini - V. Pranzini, Pedagogia Scout. 15 AGESCI, Reg. Met. 7. 16 AGESCI, Reg. Met. 7-14. 17 AGESCI, Reg. Met. 1. 13 Specificità della proposta Scout Il metodo Scout è attivo poiché si realizza in attività concrete proposte alla ragazza e al ragazzo, che sono incoraggiati ad imparare con l’esperienza, la riuscita e i propri eventuali errori. Lo stile con il quale si svolgono le attività è dell’imparare facendo, dando così il primato all’esperienza. Tutte le attività sono realizzate nella semplicità e si fondano sull’uso di mezzi poveri per una concreta educazione a questa virtù e per favorire la partecipazione alle attività da parte di ogni ragazzo e ragazza, indipendentemente dalle condizioni economiche18. Il metodo educativo dell’AGESCI è una proposta che vede i giovani come autentici protagonisti della loro crescita; deriva da una visione cristiana della vita19; tiene conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se stessi, con il creato, con gli altri; è attenta a riconoscere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni nel mondo dei giovani20. La proposta educativa dell’Associazione si concretizza in un progetto educativo di gruppo elaborato dalla Comunità Capi (équipe educativa) che assicura l’unitarietà della proposta tra le varie unità, la sua continuità tra le varie branche, il suo adattamento alle accertate necessità dell’ambiente in cui il gruppo vive. Il progetto educativo di gruppo, che assume forma scritta, si muove all’interno dello Statuto, del Patto associativo e del Regolamento dell’Associazione. Esso è presentato ad ogni nuovo Capo che entra in Comunità Capi, illustrato alle famiglie dei ragazzi e periodicamente ridiscusso secondo le necessità. Il progetto educativo di gruppo viene concretizzato nei programmi di unità con gli strumenti specifici di ciascuna branca21. 2. L’itinerario di fede All’interno di ogni progetto educativo di gruppo si costruiscono gli itinerari di fede per l’educazione cristiana. Ogni itinerario di fede parte dalle concrete situazioni della vita dei ragazzi e delle ragazze dentro e fuori le attività Scout, per portarli a comprendere come la Parola di Dio illumini tutta la realtà della vita per rivelarne il significato umano, religioso, cristiano. L’annuncio di Gesù Cristo presente nella vita della Chiesa in cammino verso il Regno, caratterizza l’itinerario di fede attraverso le esperienze dell’ascolto della Parola, della preghiera e della celebrazione del mistero, della testimonianza e del servizio. Tale itinerario si inquadra nel progetto educativo di gruppo e si attua nelle tappe della progressione educativa Scout attraverso la proposta di esperienze e la mediazione di simboli che facilitano l’integrazione tra la fede e la vita. Corresponsabili dell’educazione alla fede in Associazione sono Capi ed assistente ecclesiastico, chiamati ad essere testimoni della fede, secondo il loro specifico ministero nella Chiesa. Il servizio diviene efficace e fecondo attraverso l’esemplarità delle scelte e dei comportamenti; ciò presuppone un atteggiamento interiore di crescita e specifici momenti individuali e comunitari di formazione spirituale22. Il metodo educativo dello Scoutismo e la spiritualità Scout offrono alla AGESCI - Associazione caratterizzata da un’esplicita, fondante e strutturale scelta cristiana - un terreno favorevole ed una preziosa premessa per educare i ragazzi all’incontro con il Signore nella Comunità dei credenti. L’educazione alla fede, pertanto, diviene momento educativo vitale, non sovrapposto o AGESCI, Reg. Met. 2. Cfr. su questo aspetto il testo citato di P. Alacevich (a cura di), Scoutismo, umanesimo cristiano. 20 AGESCI, Reg. Met. 3. 21 AGESCI, Reg. Met. 5. 22 AGESCI, Reg. Met. 9. 18 19 14 Specificità della proposta Titolo capitolo Scout parallelo alle altre esperienze, ma parte viva di esse: la proposta cristiana viene inserita in maniera naturale in ogni esperienza vissuta nelle unità, senza farne un momento a parte, avulso dalla vita. Attraverso il metodo Scout, infatti, il legame fede-vita, indispensabile nella dinamica dell’annuncio cristiano, viene rafforzato, verificandosi qui le condizioni per vivere con equilibrio e sapienza la fedeltà sia al messaggio che al destinatario: fedeltà a Dio e all’uomo. Le grandi dimensioni della vita cristiana, “profetica, sacerdotale e regale”, che si preferisce definire, con linguaggio meno tecnico, le dimensioni dell’ascolto/annuncio della Parola, della preghiera e della celebrazione, della vita morale e del servizio come espressione della carità, sono proposte ai fanciulli, ragazzi e giovani in un crescendo di significati per condurli a vivere la fede in modo progressivo e proporzionato all’età. Per educare alla fede il Regolamento Metodologico prevede tre itinerari di fede da applicare alle tre fasce di età (chiamate branche) in cui si divide l’iter educativo della proposta Scout che va dagli 8 ai 20/21 anni. L’itinerario di fede parte dalle concrete situazioni della vita dei ragazzi e delle ragazze dentro e fuori le attività Scout, per portarli a comprendere come la Parola di Dio illumini tutta la realtà della vita, al fine di rivelarne il significato umano, religioso e cristiano. Gli itinerari sono continuamente verificati nelle staff di unità (= Capi delle unità) e periodicamente nella Comunità dei Capi, luogo della responsabilità educativa di tutto il gruppo. 3. La pedagogia Scout23 nell’educazione alla fede24 La pedagogia Scout è ispirata ad un modello di uomo, che si esprime negli orientamenti della progressione personale, dalla Promessa alla Partenza, originando uno specifico spirito e stile di vita, i cui valori sono sintetizzati efficacemente nella Legge, nella Promessa e nel Motto. Le varie fasi del cammino Scout si esprimono nello spirito del gioco, nel senso dell’avventura, nella spiritualità della strada: l’educazione alla fede dei ragazzi e delle ragazze trova in questo patrimonio di valori il terreno adatto per una proposta di crescita graduale ed armonica. Naturalmente l’attività di educazione alla fede trova validissimo supporto nella pedagogia Scout. Infatti l’esperienza caratteristica del metodo Scout, attraverso l’annuncio della Parola e la celebrazione dei sacramenti, fa dello Scoutismo un’occasione di incontro con il Vangelo e un’originale forma di spiritualità cristiana. Le varie fasi del cammino Scout (dalla Promessa alla Partenza) si esprimono nello spirito del gioco (per Lupetti e Coccinelle), nel senso dell’avventura (per Esploratori e Guide) e nella spiritualità della strada (per Rover e Scolte): l’educazione alla fede dei ragazzi e delle ragazze trova in questo patrimonio di valori il terreno adatto per una proposta di crescita graduale e armonica25. Dopo aver scoperto il fascino dello Scoutismo, si decide liberamente di farvi parte con la promessa26 e si accoglie la legSu questo cfr. soprattutto il testo citato di P. Bertolini - V. Pranzini, Pedagogia Scout. Vedi su questo soprattutto il testo citato di E. Barbotin, Scoutismo e pedagogia della fede. 25 AGESCI, Reg. Met. 10 26 Cfr. AGESCI, Reg. Met. 17. La Promessa costituisce l’adesione alla Legge Scout e ai valori in essa con23 24 15 Specificità della proposta Scout ge Scout27 che guida tutto il cammino verso la partenza28, che è il momento di scelta di voler condividere lo stile Scout come stile di vita. 4. Progressione educativa Scout29 Il metodo Scout aiuta la persona a sviluppare armonicamente tutta se stessa: il ragazzo è protagonista, anche se non unico responsabile, della propria crescita, secondo la sua maturazione psicologica e la sua età; il Capo fornisce, anche con il suo personale esempio, mezzi e occasioni di scelte, realizzazioni e verifiche in un clima di reciproca fiducia e di coinvolgimento di tutta la Comunità. Il metodo Scout realizzato dall’AGESCI è, dunque, una proposta educativa che: •vede i giovani come veri soggetti della loro crescita, •deriva da una visione cristiana della vita, •tiene conto della globalità della persona, •è attenta a riconoscere nel mondo dei giovani valori, aspirazioni, dif ficoltà e tensioni. La progressione personale30 è il processo pedagogico che consente lo sviluppo graduale e globale della persona, mediante l’impegno a iden tificare e realizzare le proprie potenzialità. Si realizza attraverso una serie di proposte concrete che permettono di provocare e riconoscere la crescita della persona in rapporto a determinati obiettivi. La progressione personale è unitaria, in quanto punto di riferimento dell’intero percorso è la Partenza che si caratterizza come momento della scelta a compimento dell’iter educativo proposto dall’Associazione. Finalità della progressione personale è educare uomini e donne che indirizzino la loro volontà e tutte le loro capacità verso quello che hanno compreso essere la verità, il bene e il bello, di annunciare il Vangelo, di voler esser membri vivi della Chiesa, di voler attuare un proprio impegno di servizio. La progressione personale è graduale: in ogni fascia di età la crescita della persona si attua secondo momenti principali e ricorrenti che la pedagogia dell’AGESCI caratterizza come: - scoperta; tenuti. Essa esprime l’appartenenza alla fraternità mondiale dello scoutismo e del guidismo. 27 Cfr. AGESCI: Reg. Met.18. La Legge esprime i valori che qualificano la proposta Scout e aiuta ciascun membro dell’Associazione nella sua crescita morale, sociale, relazionale e di fede. Ogni suo articolo esprime concretamente un agire, un fare, che coinvolge la persona nella sua globalità. La sua caratteristica di uniformità e universalità è essenziale, pedagogicamente, per far percepire la dimensione internazionale dello Scoutismo e del guidismo e superare ogni particolarismo. Per questo motivo la Legge è anche permanente ed abitua al confronto con valori di fondo che non cambiano a seconda dei momenti e delle persone. La Legge è così formulata. “La guida e lo Scout: 1. pongono il loro onore nel meritare fiducia; 2. sono leali; 3. si rendono utili ed aiutano gli altri; 4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e Scout; 5. sono cortesi; 6. amano e rispettano la natura; 7. sanno obbedire; 8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà; 9. sono laboriosi ed economi; 10. sono puri di pensieri, parole e azioni.” 28 Cfr. Reg met. 28: «Punto di riferimento dell’intero percorso è la Partenza che si caratterizza come momento della scelta a compimento dell’iter educativo proposto dall’Associazione […]. Il cammino Scout è una opportunità per divenire persone capaci di discernere e orientare le proprie scelte, di autodeterminarsi, di vivere con un progetto, di essere “buoni cittadini”. L’uomo e la donna della Partenza sono dunque coloro che scelgono di continuare a camminare per tutta la vita, con l’aiuto di Dio, seguendo orientamenti assunti in modo consapevole; questi indicano una direzione, definiscono uno stile di vita da realizzare attraverso scelte concrete, senza le quali gli orientamenti rimangono opzioni generiche. La partenza si riconosce in chi ha fatto proprio lo “stile” enunciato nei valori della Promessa e della Legge Scout». 29 Cfr. AGESCI, Reg. Met. 27-33. 30 Cfr. AGESCI, Sentiero fede, cit., pp. 30-32. 16 Specificità della proposta Scout - competenza; - responsabilità. Nella fase della scoperta si dà spazio al naturale desiderio del ragazzo di “buttarsi nel gioco”, favorendo la volontà di conoscere e attuare esperienze nuove, al di fuori di schemi precostituiti o usuali. Nella fase della competenza il ragazzo assume ciò che è stato scoperto come “interessante per la propria vita” e si impegna ad approfondirlo, impadronendosene pienamente. Nella fase della responsabilità diventa capace di rispondere concretamente, con le conoscenze, le competenze e lo stile acquisiti, alle esigenze che si presentano quotidianamente. La progressione personale è globale: il ragazzo è aiutato a crescere armonicamente in tutte le dimensioni della vita, nella presa di coscienza delle proprie potenzialità e nell’accettazione serena dei propri limiti. L’iter della progressione personali assume nelle diverse branche il nome di pista per il Lupetto e la Coccinella, sentiero per l’Esploratore e la Guida, strada per il Rover e la Scolta, a motivo del simbolismo prevalente e degli aspetti tipici del metodo di ogni branca: •nella branca L/C (Lupetti – Coccinelle) la pista si propone di far vivere pienamente ai fanciulli e alle bambine la fanciullezza come ricchezza e come fondamento di un’autentica vita adulta; •nella branca E/G (Esploratori/Guide) il sentiero diviene proposta per favorire la realizzazione di una identità solida, capace di entrare in relazione con gli altri, a partire dalla condivisione dell’avventura Scout con i coetanei; •nella branca R/S (Rover e Scolte) la strada propone un’esperienza tesa a favorire la crescita di ciascuno nell’impegno dell’autoeducazione, nella disponibilità al servizio del prossimo, nello sforzo di maturare scelte vocazionali per la vita. L’educazione alla fede è inserita all’interno della progressione personale e perciò è anch’essa tesa alla crescita unitaria, progressiva e globale della persona. Anche le proposte in ambito di crescita alla fede saranno progressive, tendenti all’unità del messaggio cristiano e alla sua globalità, nello spirito dell’iniziazione cristiana. 5. La vita comunitaria Lo Scoutismo è una proposta di vita comunitaria, in cui ciascuno sviluppa la propria identità e ha un suo ruolo, e in cui l’impegno e la responsabilità del singolo sono indispensabili per la crescita della Comunità. L’esperienza comunitaria aiuta il ragazzo e la ragazza ad acquistare fiducia in se stessi e ad aprirsi agli altri, grazie al senso di appartenenza e al clima di fraternità, di gioia, di rispetto e di fiducia che caratterizzano la Comunità. In particolare l’esperienza comunitaria insegna: il metodo democratico nell’assunzione e nell’esecuzione delle decisioni, tramite il coinvolgimento di tutti i membri della Comunità; la conoscenza dei punti di vista altrui, il confronto con i propri, la ricerca di punti di vista comuni, alla luce dei valori della Legge, della Promessa e del Motto; la progressiva assunzione di impegni e responsabilità attraverso il graduale sviluppo dei ruoli, degli incarichi e delle funzioni. È opportuno che il numero dei ragazzi e/o delle ragazze nelle unità sia tale da consentire l’instaurarsi di un reale legame di fratellanza e di un sentimento di appartenenza alla Comunità e la verifica della progressione personale di tutti31. Gli adulti in servizio educativo presenti nel Gruppo formano la Comunità Capi che ha per scopo: l’elaborazione e la gestione del Progetto educativo32; l’approfondimento dei probleCfr. AGESCI, Reg. Met. 21. La comunità educante è coinvolta in tutte le fasi di elaborazione del progetto: analisi della realtà, scelta degli obiettivi educativi, programmazione pluriennale e annuale, esecuzione delle attività, verifica continua e periodica. 31 32 17 Specificità della proposta Scout mi educativi; la formazione permanente e la cura del tirocinio degli adulti in servizio educativo; l’inserimento e la presenza dell’Associazione nell’ambiente locale. Tutto il lavoro Scout è per esigenza metodologica esperienza comunitaria. I rapporti con la Comunità ecclesiale sono da costruire con sapienza e intelligenza. I gruppi bene integrati nelle Parrocchie sono quelli che sono stati animati dai Capigruppo e dagli Assistenti ecclesiastici che avevano ed hanno come obiettivo la costruzione della Comunione ecclesiale. Tale obiettivo deve essere progettato, reso operativo e verificato, poiché non è un punto di partenza, ma una vetta alla quale sempre tendere e orientarsi. Lo Spirito comunitario richiede il reciproco impegno dell’AGESCI e delle Parrocchie nella conoscenza reciproca e nella comunicazione. La dimensione ecclesiale del gruppo Scout è affermata, non solo attraverso la nomina dell’Assistente Ecclesiastico33 da parte del Vescovo, ma anche dalla scelta cristiana richiesta ai Capi dal medesimo statuto34 attraverso l’adesione al Patto associativo35. Per crescere in tale spirito di comunione sembra opportuno suggerire un tavolo di lavoro parrocchiale ove l’elaborazione sinergica del progetto pastorale attiva energie e potenzialità che diversamente sarebbero presenti, ma autonome. 33 Cfr. AGESCI, Statuto, cit., art. 9: «Gli Assistenti ecclesiastici sono sacerdoti corresponsabili del Progetto educativo Scout all’interno delle Unità, delle Comunità Capi e degli altri livelli associativi. Essi vi esercitano il mandato sacerdotale che viene loro affidato dal Vescovo e insieme con gli altri Capi annunciano e testimoniano la proposta cristiana». 34 Cfr. AGESCI, Statuto, cit., art 8. 35 AGESCI, Patto Associativo, cit., p. 3: «LA SCELTA CRISTIANA - I Capi accolgono il messaggio di salvezza di Cristo e, in forza della loro vocazione battesimale, scelgono di farlo proprio nell’annuncio e nella testimonianza, secondo la fede che è loro donata da Dio. Gesù Cristo è, infatti, la parola incarnata di Dio e perciò stesso l’unica verità capace di salvare l’uomo. Questa salvezza, che si manifesta nella resurrezione di Cristo, ci dà la speranza certezza che ogni partecipazione alla sofferenza e alla morte di Gesù, nei suoi e nostri fratelli, è garanzia di quella vita che Egli ci è venuto a portare con pienezza. Siamo così uniti dall’amore di Dio con tutti coloro che hanno questa stessa speranza e ci sentiamo responsabili, da laici e con il nostro carisma e mandato di educatori, di partecipare alla crescita di questo corpo che è la Chiesa, popolo di Dio che cammina nella storia. Operiamo in comunione con coloro che Dio ha posto come pastori e in spirito di collaborazione con chi si impegna nell’evangelizzazione e nella formazione cristiana delle giovani generazioni, anche partecipando alla programmazione pastorale. Per vivere questa esperienza di fede, che deve sempre crescere e rinnovarsi nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera e nella vita sacramentale, apparteniamo a comunità che trovano il loro momento privilegiato nella celebrazione dell’Eucaristia e che si sforzano di informare la loro vita a uno spirito di servizio, come espressione concreta della carità. La Comunità Capi propone in modo esplicito ai ragazzi, con il metodo e la spiritualità che caratterizzano lo Scoutismo, l’annuncio di Cristo, perché anch’essi si sentano personalmente interpellati da Dio e gli rispondano secondo coscienza. Per questo impegno la Comunità Capi sostiene la crescita spirituale dei suoi Capi. L’AGESCI si propone come Associazione di frontiera, che spesso rappresenta per molti ragazzi l’unica occasione di ricevere un annuncio di fede. In una realtà sempre più multiculturale cogliamo come occasione di crescita reciproca l’accoglienza nelle Unità di ragazze e ragazzi di altre confessioni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di altre religioni, nell’arricchimento del confronto interreligioso. E’ un dono che interroga l’Associazione su come coniugare accoglienza e fedeltà all’annuncio del messaggio evangelico, consapevoli che in Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trovano il loro pieno significato». 18 III In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori? Da una lettura attenta del “Documento” diocesano sull’ICFR (Brescia 2003) sembrano soprattutto cinque gli elementi costitutivi e i principi ispiratori di questo nuovo modello di IC. 1. Una ICFR che coinvolge tutta la Comunità cristiana e, soprattutto, la famiglia «La responsabilità di introdurre i fanciulli e i ragazzi alla vita cristiana è affidata alla Chiesa e, quindi, a tutti i membri del popolo di Dio, a cominciare dai genitori. […] La Comunità cristiana non può pertanto delegare a nessuno il compito dell’IC che le è proprio» (n. 3). Questa affermazione di principio da parte del nostro Documento contrasta notevolmente con la prassi concreta. Oggi infatti assistiamo a un specie di legge-delega: i genitori delegano alla parrocchia il compito dell’ICFR e la parrocchia, a sua volta, lo delega al catechista, così che questo ultimo spesso si sente abbandonato a se stesso. È indispensabile che si ricuperi la dimensione ecclesiale-comunitaria dell’IC (cfr. nn. 29; 48c); anzi occorre ripensare il modello di iniziazione, recuperando il compito della Comunità cristiana nel suo insieme, quale grembo generatore della fede. Questo comporta essenzialmente due cose: Innanzi tutto si tratta di coinvolgere maggiormente tutta la Comunità cristiana nel cammino di ICFR, con particolare attenzione alla famiglia. La Comunità sia informata del cammino di ICFR, sia invitata spesso a pregare per esso e, almeno nelle celebrazioni più significative, sia invitata a parteciparvi con senso di responsabilità. Tutta la Comunità, i diversi operatori pastorali, gli stessi animatori del tempo libero, i vari gruppi, le aggregazioni e i movimenti si sentano fattivamente responsabili nel generare alla fede cristiana le nuove generazioni. In particolare, quali che siano le situazioni familiari, «è indispensabile ricercare il coinvolgimento della famiglia, per lo meno di alcuni suoi membri (anche solo fratelli o sorelle, parenti ecc.) o di persone collegate alla famiglia che possano “adottare spiritualmente” il fanciullo che intraprende il cammino. Nel contesto scristianizzato in cui viviamo, è importante creare attorno al fanciullo un ambiente di vita cristiana, rappresentato, oltre che dai catechisti e dal gruppo di catechismo, anche dai padrini, dai familiari e, almeno in alcuni momenti più significativi, della Comunità tutta» (n. 48c; cfr. n. 34). È significativo, a questo proposito, che nel “Documento” il primo anno del cammino non sia presentato come un anno di catechismo per i fanciulli ma come un anno di introduzione e di formazione dei familiari, i quali anche negli anni successivi sono chiamati a fare un percorso parallelo a quello dei ragazzi. In secondo luogo, e di conseguenza, si tratta però anche di attivarsi per creare una Comunità ecclesiale che testimoni in forma sempre più viva e affascinante la vita cristiana, così da diventare un ambiente che genera la fede quasi per contagio e che attrae positivamente le nuove generazioni. Una Comunità viva è l’ambiente vitale entro cui l’IC può svol19 In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori? gersi con frutto. È noto, tuttavia, che a dare il tono più significativo e autorevole alla Comunità cristiana sono soprattutto gli adulti. A loro guardano i piccoli e da loro sono attratti, con la tendenza spontanea a prenderli e a ricopiarli come modelli. La Comunità cristiana degli adulti è, perciò, il contesto e l’esperienza portante dell’ICFR. Anche la catechesi delle nuove generazioni ha assoluto bisogno di riferirsi a modelli adulti e credibili di vita cristiana, se vuole avere presa nel cuore e nell’esistenza dei giovani. «Ciò comporta la scelta pastorale comune e prioritaria per una sistematica, capillare e organica catechesi degli adulti»36. È solo nel contesto di una Comunità cristiana di adulti che trova il suo luogo naturale anche una introduzione alla fede dei bambini. Deve essere ben chiaro, quindi, che se adesso fermiamo la nostra attenzione sull’ICFR, questo non significa dimenticare o oscurare il primato della formazione cristiana degli adulti. 2. Una “iniziazione” non semplicemente ai sacramenti, ma alla vita cristiana In un tempo in cui la fede veniva interiorizzata per una specie di “catecumenato sociale”, l’IC tendeva ad identificarsi semplicemente con il cammino di preparazione o introduzione ai sacramenti. Ora è venuto meno quel “catecumenato sociale” e con esso l’ambiente cristiano generante la fede, ma continua quella mentalità che identifica l’IC con l’iniziazione o introduzione ai sacramenti. È questa la mentalità che persiste in alcuni sacerdoti, in parecchi catechisti e soprattutto nella quasi totalità delle famiglie, che portano i loro ragazzi a catechismo essenzialmente in vista della ricezione dei sacramenti. Giustamente il CdA al n. 666 fa notare: «Nel nostro paese quasi tutte le famiglie chiedono i Sacramenti dell’IC per i loro figli; ma molte volte li vivono come riti di passaggio, in cui prende corpo un vago senso del sacro, e non come riti specificamente cristiani». In altri termini: si chiedono i sacramenti ma non ci si preoccupa della fede e della vita cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. In questo contesto, si tratta di ricuperare l’antica concezione dell’IC che collegava intimamente il sacramento alla fede e alla vita e dava la priorità alla evangelizzazione in vista della fede e della conversione. Oggi, in altri termini, non possiamo più accontentarci di dare i sacramenti dell’IC ma di iniziare innanzi tutto alla fede e alla vita cristiana. Infatti, «pur essendo vero che la grazia sacramentale, infusa in noi dallo Spirito santo, genera e alimenta la vita di fede, speranza e carità, va ribadito che i Sacramenti sono pur sempre e in primo luogo “i Sacramenti della fede”, che presuppongono la grazia della fede come condizione indispensabile per la loro efficacia salvifica» (n. 23). Giustamente la Nota per l’accoglienza dei catechismi CEI afferma: «Dalla Parola, al Sacramento, alla vita nuova: è questa la dinamica profonda dell’esistenza cristiana» (cit. al n. 23). E il CdA aggiunge: «Particolarmente necessario si rivela dunque un itinerario di fede, che preceda, accompagni e segua la celebrazione dei tre Sacramenti» (n. 666). Che cosa comporta questo? Risponde il n. 36 del nostro “Documento”: «Da quando la famiglia cristiana ha cessato di essere lo strumento di mediazione della fede per i figli e di esserne la porta d’accesso spontanea, informale ma reale, la ripresa dell’ispirazione catecumenale dell’ICFR si fa quanto mai urgente». Con tale espressione si intende un cammino di ICFR: a) che non dà per scontata la fede, ma si preoccupa di generarla; b) che sviluppa un’educazione globale alla vita cristiana, senza limitarsi al momento dottrinale o sacramentale (comporta, quindi: ascolto della parola, esperienze di preghiera, celebrazioni, gesti di testimonianza e opere di carità, cambiamento di mentalità e di abitudini ecc.); 36 20 CEI, Lettera dei Vescovi per la riconsegna del testo “Il rinnovamento della catechesi”, Roma 1988, n. 12. In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori? c) che è scandito da tappe progressive (soprattutto di tipo celebrativo), il cui calendario non può essere fissato a priori ma deve corrispondere realmente al progresso nella fede del fanciullo e del gruppo; d) che è accompagnato dall’attiva partecipazione della Comunità ed offre concrete esperienze di vita ecclesiale. In sintesi si tratta, quindi, di attivare una iniziazione, che non si accontenti di dare i sacramenti ma che introduca effettivamente alla fede e alla vita cristiano-ecclesiale. 3. Una iniziazione che fa più attenzione alla reale situazione dei ragazzi Bisogna riconoscere che l’attuale modello di ICFR è alquanto omogeneo, a volte anche massificante, poco individualizzato, e quindi scarsamente commisurato alle esigenze di fede e di vita dei destinatari. Ora, si tratta di passare da questo processo di socializzazione religiosa di massa, che poteva andar bene un tempo passato, a un processo che ricupera la centralità e la scelta libera dei soggetti. Al centro dell’IC non devono stare né i programmi catechistici né la struttura organizzativa ma i ragazzi, colti e rispettati nella loro individualità, nella loro situazione e nei loro problemi. In altri termini: non sono i ragazzi in funzione dell’IC ma l’IC in funzione dei ragazzi. Cosa significa questo in concreto? In primo luogo significa tener conto della psicologia evolutiva del ragazzo e dei problemi ad essa connessi. Ad es. è proprio così indispensabile collocare la scelta e la celebrazione della Cresima verso i 13 o 14 anni, quando è già iniziata la crisi adolescenziale, con quanto essa comporta anche sul piano della fede e della pratica religiosa? In secondo luogo: nell’attuale impostazione dell’IC tutti i ragazzi di una certa età o di una certa classe incominciano insieme il loro cammino, esperimentano tutti il medesimo itinerario, celebrano insieme nella stessa data le tappe sacramentali già prefissate per tempo e, sempre insieme, concludono il loro cammino. Eppure tutti sappiamo quanto siano diversi i ragazzi tra di loro, quanto sia diverso il ritmo di maturazione e, soprattutto, quanto sia notevolmente multiforme e variegato il contesto di vita sociale, religioso ed ecclesiale da cui provengono. «Ogni catechista sperimenta oggi quanto grande sia la diversità, sul piano della fede e del vissuto concreto dell’ambiente familiare e sociale, che ogni fanciullo e ragazzo porta con sé» (n. 38). Il rispetto di questi ragazzi esige di tener conto della loro reale situazione e di adattare ad essa il cammino di IC. Questo comporta, ad esempio, che ci si liberi dalle tappe e dalle scadenze fisse, automatiche, uguali per tutti e che si incominci a pensare (almeno quando è possibile) a scadenze diversificate a secondo, non tanto dell’età, ma della reale maturazione di fede dei soggetti o, meglio ancora, dei vari gruppi. È proprio così impossibile pensare che un gruppo di catechismo, che ha fatto più fatica o si è mostrato più pigro o più lento nel cammino di fede, possa celebrare la tappa della rinnovazione delle promesse battesimali o della prima confessione o di altri passaggi qualche mese dopo? Ma il rispetto dei ragazzi e della situazione religiosa da cui provengono comporta anche e soprattutto che si pensi – quando è possibile - a una pluralità di percorsi o, come si dice, a dei percorsi differenziati di ICFR. I ragazzi di oggi sono troppo diversi religiosamente per essere tutti intruppati in un medesimo cammino: abbiamo fanciulli non ancora battezzati; bambini che in famiglia non hanno mai sentito parlare di Dio e di Gesù; ragazzi che in famiglia trovano un ambiente religiosamente indifferente o addirittura ostile; abbiamo anche, grazie a Dio, qualche ragazzo con alle spalle un ambiente dove si respira la fede cristiana. 21 In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori? Per questo, oltre all’itinerario ordinario, che è quello fondamentale e che nel giro di 5 anni dovrà diventare normativo per tutte le zone e parrocchie, il “Documento” presenta altri tre possibili itinerari che, col tempo, dove è possibile, potrebbero essere attivati: l’itinerario catecumenale, l’itinerario associativo (ACR e AGESCI), l’itinerario familiare. L’importante è che questi diversi itinerari non vengano imposti ma offerti e proposti perché vengano scelti dai fanciulli e dai loro familiari, grazie anche al colloquio personale col sacerdote. 4. Una iniziazione che sollecita anche una nuova forma di catechesi È noto che cinquant’anni fa il catechismo era il “catechismo per la dottrina cristiana” (cfr. ad es. il Catechismo di S. Pio X). Si andava alla catechesi per imparare la dottrina e prepararsi ai sacramenti. Non c’era la preoccupazione di far nascere la fede e di introdurre alla vita cristiana, perché in genere queste erano già presenti grazie all’opera della famiglia e della Comunità. È significativo che i nuovi catechismi della CEI, nati all’indomani del Vaticano II, si autodefiniscano non più “catechismo per la dottrina cristiana” ma “catechismo per la vita cristiana”. È il segno di un cambiamento profondo nel modo di intendere la catechesi e le sue finalità: i Vescovi italiani, prendendo atto del cambiamento socio-religioso, dicono chiaramente a tutti che lo scopo della catechesi non è più semplicemente quello di far apprendere e approfondire dei contenuti dottrinali, ma più radicalmente è quello di far diventare cristiani. In particolare questo vale per i catechismi dei fanciulli e dei ragazzi. Infatti i testi Io sono con voi, Venite con me, Sarete miei testimoni, Vi ho chiamati amici vengono globalmente definiti il “Catechismo per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi”. Il loro intento – dice la Nota di presentazione dell’UCN (1991) – è di “sviluppare una catechesi a servizio di un’autentica iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, dove la conoscenza dei contenuti della fede sia fondata su un vero annuncio di Gesù Cristo, morto e risorto, e sia sempre accompagnata da un’esperienza vitale e sacramentale nella partecipazione alla vita e alla missione della Comunità ecclesiale, attraverso un cammino graduale e tappe successive di crescita”37. In altri termini la catechesi deve liberarsi dall’angusta finalizzazione esclusivamente conoscitivadottrinale e farsi carico di introdurre globalmente alla vita cristiana. Questo non significa dimenticare l’importanza dell’aspetto anche veritativo e dottrinale; significa piuttosto collocarlo in un contesto più ampio, che dà la precedenza al sorgere della fede, alla relazione con Cristo nella Chiesa e alla concreta e suggestiva esperienza cristiana. La catechesi ha raggiunto il suo scopo principale non quando i ragazzi sanno qualche nozione in più della dottrina cristiana ma quando hanno incontrato il Signore, gli hanno creduto, lo amano e, attraverso l’esperienza, hanno interiorizzato il gusto per gli aspetti fondamentali della vita cristiana: l’ascolto e l’annuncio della Parola, la preghiera e la celebrazione sacramentale specialmente dell’Eucaristia, la partecipazione alla vita ecclesiale e la testimonianza della carità. In questo nuovo modello di catechesi è ovvio che il catechista, oltre che maestro, deve essere prima di tutto un testimone; te- 37 22 Nota, p. 3. In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori? stimone di un Cristo che ha incontrato ed esperimentato per primo, annunciatore di una storia di salvezza che è diventata la propria storia e che viene raccontata perché possa diventare anche la storia di salvezza di chi ascolta. In questa prospettiva è da superare la configurazione della catechesi secondo il modello scolastico, dove ci sono classi, insegnanti, lezioni, programmi, dottrine da apprendere, verifiche. Deve farci riflettere il fatto che i nostri ragazzi non capiscono la differenza che esiste tra la scuola di religione e la catechesi; per essi è un doppione, dal momento che anche la catechesi è ancora una forma di scuola. Questa è la conseguenza di una catechesi ridotta ad insegnamento dottrinale (cfr. n 43). Cosa fare? Bisogna, innanzi tutto, passare da una impostazione scolastico-dottrinale ad una catechesi che sia una vera pedagogia della fede, una introduzione globale alla vita cristiana, arricchita di varie esperienze. Sarà utile anche transitare da una catechesi per classi scolastiche a una catechesi per fasce di età o, ancor meglio, a una catechesi intergenerazionale, con la partecipazione, almeno in certi momenti, degli stessi adulti. Ci si deve però anche chiedere se questo nuovo modello di ICFR e di catechesi sia compatibile con la prassi che tende a ridurre tutto semplicemente all’ora settimanale. Se effettivamente lo scopo della catechesi non è semplicemente dottrinale ma “iniziatico”, nel senso che deve introdurre all’esperienza della vita cristiana in tutta la sua globalità, bisognerà passare progressivamente dall’ora settimanale al cosiddetto “pomeriggio educativo” o a un qualche “fine settimana”: cioè a un tempo più ampio e disteso, dove ci sia spazio non solo per il momento dell’ascolto della Parola e di quanto viene mediato dal catechista, ma anche per alcune esperienze significative: di celebrazione, di gioco, di testimonianza cristiana, di carità ecc. È ovvio, però, che una impostazione di questo tipo esige il coinvolgimento non solo del catechista ma anche di altre persone o gruppi parrocchiali (gruppo missionario, della liturgia, della carità ecc.) e, quando è possibile, degli stessi genitori. 5. Una iniziazione che ricupera il senso, l’unità e l’ordine dei sacramenti dell’IC «Il fatto che l’iniziazione cristiana abbia il suo momento culminante nella ricezione dei tre sacramenti dell’iniziazione, che rendono presente e attuale l’evento di salvezza della Pasqua di Cristo, testimonia che non si tratta solo del cammino dell’uomo e della Chiesa, ma che […] è Dio stesso a introdurci nel mistero di Cristo e della Chiesa» (n. 24). Il senso dei sacramenti dell’ IC sta proprio in questa dimensione di grazia che viene a completare il necessario contributo della libertà e della collaborazione dell’uomo. Grazie al Battesimo, alla Cresima ed all’Eucaristia noi siamo introdotti realmente ed efficacemente nel mistero di Cristo e della Chiesa, così che più che parlare di 23 In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori? “iniziazione ai sacramenti” si dovrebbe parlare di “iniziazione dai sacramenti” o “attraverso i sacramenti”. A proposito di questi tre sacramenti il nostro “Documento” presenta alcune novità che sottolineano tre aspetti importanti che vanno spiegati e recepiti. Innanzi tutto i sacramenti dell’IC non sono tre sacramenti autonomi e isolati, che si possono ricevere staccati tra di loro, quando pare e piace, ma sono strettamente collegati a tal punto da formare una sola e medesima realtà. Essi sono “insieme” i sacramenti dell’IC, che, unitariamente e gradualmente, introducono nella comunione con la Chiesa e, attraverso di essa, con Cristo. Il loro distacco ha comportato una specie di assolutizzazione di ciascuno di essi, con tutta una serie di conseguenze negative soprattutto per la Cresima. Infatti il distacco della Cresima dal Battesimo e dall’Eucaristia, nato per motivi pratici, ha finito per far perdere ad essa il suo significato teologico specifico di completamento del Battesimo e di introduzione all’Eucaristia, facendole assumere spesso significati del tutto estranei (es. sacramento della maturità ecc.). È importante, quindi, sia a livello di catechesi che di celebrazione, ricuperare l’unità di questi tre sacramenti, come avviene nella iniziazione cristiana degli adulti, nella quale sono dati tutti insieme nella medesima celebrazione. In secondo luogo, anche quando i tre sacramenti, per motivi pastorali, sono legittimamente celebrati con riti distinti, bisogna fare attenzione che tra di loro esiste una connessione organica e, quindi, che l’ordine dei tre non è casuale ma è dettato da una logica intrinseca, che vede il Battesimo come porta d’ingresso e l’Eucaristia come momento culminante (n. 24). Infatti, se l’inserimento nella Chiesa può essere riconosciuto come la finalità dell’IC, dal punto di vista sacramentale tale finalità può dirsi raggiunta quando il credente viene introdotto all’Eucaristia, il sacramento che fa la Chiesa: solo partecipando al corpo eucaristico di Cristo, il credente diventa pienamente parte del suo corpo ecclesiale. D’altra parte, se l’introduzione all’Eucaristia costituisce l’obiettivo dell’IC, Battesimo e Cresima hanno precisamente la finalità di abilitare il credente a partecipare alla mensa eucaristica; pertanto potrebbero essere opportunamente qualificati come “sacramenti di iniziazione all’Eucaristia”. In questa luce, il Battesimo e la Confermazione non vanno visti in sé e per sé, come giustapposti all’Eucaristia, ma vanno ripensati nella loro finalizzazione all’Eucaristia ed è importante che anche a livello celebrativo vengano ricuperati quell’ordine e quella successione che facilitano la percezione della finalizzazione eucaristica. A tal fine il nostro “Documento” prevede che i Sacramenti della Confermazione e della prima Eucaristia vengano celebrati insieme secondo l’ordine Cresima-Eucaristia: in una medesima celebrazione domenicale, dopo aver ricevuto la Confermazione dalle mani del Vescovo o di un suo delegato, i ragazzi partecipano immediatamente all’Eucaristia con la prima comunione. Il fatto che, sotto il profilo sacramentale, il punto di arrivo dell’IC non sia la Cresima ma l’Eucaristia aiuta anche a capire più in profondità il senso di tutta l’IC. Tale senso non sta nella ricezione di un sacramento (come il Battesimo e la Cresima) che si celebra una volta per sempre, dopo di che ci si sente a posto; ma sta nella vita cristiana, cioè nella comunione con Cristo e con la Chiesa che si rinnova continuamente, domenica per domenica, nell’Eucaristia del giorno del Signore. Se questo è il senso ultimo dell’IC allora si comprende l’urgenza di cambiare la mentalità pastorale che punta molto sulla prima comunione e ritiene che 24 In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori? tutto sia finito e compiuto quando si è ricevuta la Cresima. Il nuovo modello di ICFR sottolinea che lo scopo ultimo dell’IC non è quello di portare alla Cresima e neppure alla messa di prima comunione ma alla messa e alla comunione di ogni domenica. In altri termini la sfida pastorale della nuova ICFR è l’introduzione alla vita cristiana e, quindi, innanzi tutto, al ricupero del giorno del Signore. Da ultimo va fatta una riflessione anche per quanto riguarda la collocazione dei sacramenti all’interno dell’itinerario dell’IC. Nella prassi attuale si dedica molto tempo alla preparazione dei Sacramenti; il sacramento della Cresima, poi, conclude il cammino dell’IC, dopo di che inizia il tempo della catechesi e formazione permanente. I padri della Chiesa erano invece convinti che i sacramenti o “misteri” prima si celebrano e poi si spiegano, cioè si spiegano quando e mentre si vivono. Il che significa che il sacramento non va messo solo alla fine di un cammino di preparazione. L’apprendistato della vita cristiana, in cui consiste l’iniziazione, è un cammino in cui il sacramento è al centro, con un prima e un dopo. Questo ci dice che bisogna investire di più anche sul tempo successivo alla celebrazione dei sacramenti, cioè sul tempo della “mistagogia”, in cui si cerca di approfondire il senso dei sacramenti ricevuti al fine di esprimere nella vita i misteri celebrati nella fede. Nel tempo della preparazione è importante soprattutto accendere il desiderio di incontrare il Signore nella parola e nel Pane ogni domenica insieme con la Comunità, lasciando al tempo successivo il compito di spiegare i vari aspetti significativi e specifici del sacramento. Con questo spirito il nostro “Documento” prevede che dopo la ricezione dei sacramenti ci sia almeno un anno di mistagogia, che fa ancora parte integrante del cammino di IC. 25 IV Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI Quanto strutturato nel PUC e nel Sentiero Fede in merito alla educazione alla fede è fondamento e prassi dell’agire associativo anche in rapporto all’ICFR. La proposta qui formulata come possibile realizzazione dell’ICFR da parte dell’AGESCI tiene conto dei seguenti elementi •obiettivi generali dell’ICFR; •struttura organizzativa AGESCI (Statuto e Regolamento metodologico); •strumenti AGESCI (PUC, Sentiero fede); •metodo AGESCI (in particolar modo quello della progressione personale unitaria). Il modello bresciano di ICFR, che prevede la partecipazione dei fanciulli a partire dai 6 anni, accompagnati dai propri genitori o da un altro adulto, è suddiviso in 4 tempi: •I tempo: evangelizzazione preliminare dei genitori e primo contatto coi fanciulli (durata circa 1 anno) •II tempo: prima evangelizzazione Prima tappa: Gesù Cristo (1 anno) Seconda tappa: il Dio di Gesù, il Padre (1 anno) •III tempo: Approfondimento della fede Prima tappa: Storia della salvezza (1 anno) Seconda tappa: lo Spirito Santo, la Chiesa e i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana (1 anno) •IV tempo: mistagogia (1 anno) 1. Titolarità: quale Parrocchia è responsabile del cammino di ICFR in AGESCI? Nella sua missione evangelizzatrice e di cura pastorale di tutte le persone presenti sul suo territorio, la Comunità parrocchiale, soprattutto tramite il CPP, è la responsabile dell’IC pure di quei fanciulli che percorrono il cammino di iniziazione all’interno dell’ACR e dell’AGESCI, anche nel caso che queste associazioni abbiano la propria sede al di fuori del territorio della Parrocchia. Pertanto i fanciulli, che percorrono il cammino di IC in un gruppo AGESCI, che ha sede fuori dalla propria Parrocchia di residenza, di norma38, svolgono in quel gruppo il proprio cammino di catechesi e di formazione, ma per il resto partecipano alla vita della propria Comunità parrocchiale di residenza. Ciò vale sia per i ragazzi, che parteciperanno all’Eucaristia domenicale, al triduo pasquale, ai vari “riti di passaggio” e alle varie iniziative ecclesiali nella propria Comunità parrocchiale, sia anche per i ge38 Eventuali eccezioni saranno concordate e precisate tra i parroci delle due Parrocchie, quella cioè di residenza e quella in cui ha sede il gruppo AGESCI. 26 Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI nitori, che frequenteranno insieme con loro l’Eucaristia domenicale e parteciperanno ai loro incontri di evangelizzazione e catechesi nella medesima Parrocchia di residenza. Questo implica che il Parroco, prima di ammettere questi ragazzi ai “riti di passaggio” e alla celebrazione dei sacramenti della Confessione, Cresima ed Eucaristia, faccia riferimento all’Assistente Ecclesiastico dell’AGESCI, il quale, insieme con la Comunità Capi, emetterà un giudizio scritto sul loro cammino di fede all’interno del gruppo. 2. Quando comincia il cammino dell’ICFR in AGESCI? Il nuovo modello di ICFR prevede che, a partire dall’età dei 6 anni del fanciullo, il primo tempo (Evangelizzazione preliminare dei genitori e primo contatto coi fanciulli), della durata di un anno, si svolga insieme per tutti i genitori e fanciulli nella propria Parrocchia. Il che significa che i cammini diversificati si possono attivare solo a partire dal secondo anno del cammino. D’altra parte, poiché l’AGESCI accoglie le persone a partire dall’età di otto anni, si aprono due ipotesi o possibilità, che andranno valutate tra i Capi e il Consiglio Pastorale della Parrocchia dove ha sede il gruppo AGESCI, per giungere alla scelta della prima o della seconda ipotesi qui sotto presentate. 2.1.IPOTESI A I fanciulli interessati a far parte dell’AGESCI fanno il primo anno dell’ICFR (Evangelizzazione preliminare dei genitori e primo contatto coi fanciulli) nella propria Parrocchia e poi, ad otto anni, entrano nell’AGESCI dove, a partire dal secondo anno dell’ICFR, si svolge il resto del loro cammino di iniziazione cristiana. 39 2.2.IPOTESI B I fanciulli interessati a far parte dell’AGESCI fanno il primo (Evangelizzazione preliminare dei genitori e primo contatto coi fanciulli) e il secondo anno (La scoperta di Gesù) dell’ICFR nell’itinerario ordinario della propria parrocchia. A partire dal terzo anno entrano nell’AGESCI dove si svolge il resto del cammino di iniziazione cristiana. 3. Percorso ciclico del II e III tempo dell’ICFR nel cammino dell’AGESCI Il nuovo modello di ICFR propone la formazione di gruppi abbastanza omogenei per età, mentre le unità dei gruppi Scout sono disomogenee e vengono definite in verticale dagli 8 ai 12 anni. Il che significa che tutti i ragazzi dagli 8 ai 12 anni fanno lo stesso percorso tematico annuale, indipendentemente dall’età, con la conseguenza che il primo anno per un fanciullo appena entrato coincide con l’ultimo anno di colui che ha già fatto l’esperienza (come Lupetto o Coccinella) da tre anni. In questa situazione, il cammino di ICFR – per quanto riguarda il II e il III tempo – viene proposto dall’AGESCI in due forme possibili a seconda che si sia scelta l’IPOTESI A o l’IPOTESI B, di cui sopra. 3.1.Se si sceglie l’«ipotesi A» Visto che i fanciulli hanno fatto solo il primo anno del cammino di ICFR, il resto di tale cammino – per quanto riguarda il II e III tempo – viene offerto secondo una ciclicità quadrienna39 Questo significa che se il fanciullo parte con l’ICFR a 6 anni, farà i primi due anni in Parrocchia e poi passa al cammino AGESCI (anche se nella proposta ciclica quadriennale dell’AGESCI ripeterà l’anno di Gesù Cristo); se invece parte a 7 anni, farà in Parrocchia solo il primo anno e poi passerà al cammino dell’AGESCI. 27 Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI le, avendo come elemento di continuità la scansione temporale dell’anno liturgico e come elemento di novità (che permette l’offerta dei contenuti e obiettivi specifici) la proposta tematica secondo lo schema dell’ICFR. In concreto, il percorso quadriennale, sotto il profilo tematico, potrà avvenire secondo le quattro tipologie o scansioni seguenti: a) Gesù (I anno Agesci) --> Il Padre (II anno) --> La storia della salvezza (III anno) --> Lo Spirito, la Chiesa e i sacramenti dell’IC (IV anno); b) Oppure: Il Padre --> La storia --> Lo Spirito --> Gesù; c) Oppure: La storia --> Lo Spirito --> Gesù --> Il Padre; d) Oppure: Lo Spirito --> Gesù --> Il Padre --> La storia. Nel sottofondo le quattro tematiche sono collegate tra loro da una significativa struttura trinitaria: •per Gesù Cristo, •al Padre, che si rivela e opera nella storia della salvezza •nello Spirito Santo. Tuttavia, a motivo della ciclicità del percorso il cammino, anziché essere “per Cristo al Padre nello Spirito”, potrà essere per qualcuno: “al Padre, nello Spirito, per Cristo”; oppure: “nello Spirito, per Cristo al Padre”. 3.2. Se si sceglie l’«ipotesi B» Visto che i fanciulli hanno già fatto i primi due anni del cammino di ICFR ( e, quindi, anche l’anno della “Scoperta di Gesù”) in parrocchia, il terzo, il quarto e il quinto anno dell’ICFR vengono distribuiti nei quattro anni dell’itinerario AGESCI, in forma ciclica, in questo modo: - I anno AGESCI: Il Padre - II anno AGESCI: La storia della salvezza - III anno AGESCI: Lo Spirito Santo e la Chiesa (con particolare attenzione al sacramento della Cresima) - IV anno AGESCI: La Chiesa e l’Eucaristia (con particolare attenzione al sacramento dell’Eucaristia). 4. “Riti di passaggio” e celebrazioni sacramentali nel cammino dell’AGESCI Il nuovo modello di ICFR prevede delle celebrazioni sacramentali (Riconciliazione, Cresima ed Eucaristia) e alcuni “riti di passaggio”, secondo lo schema seguente: ICFR II tempo – I anno: Gesù Cristo II tempo – II anno: Il Dio di Gesù, il Padre III tempo – I anno: La storia della salvezza III tempo – II anno: Lo Spirito, la Chiesa e i sacramenti Rito Rinnovo promesse battesimali Sacramento della Riconciliazione Ammissione tra i candidati ai sacramenti IC Celebrazione Cresima e Eucaristia Per garantire l’omogeneità del percorso iniziatico tra i fanciulli che camminano all’interno dell’AGESCI e quelli che fanno il cammino ordinario parrocchiale, l’AGESCI si attiene al medesimo schema, mantenendo la stessa successione rituale, anche se la tematica an28 Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI nuale dell’AGESCI non corrisponde sempre a quella del cammino ordinario40, cui sono idealmente collegati i riti di passaggio. Questo significa che: 4.1.Se si sceglie l’«ipotesi A», vale la seguente scansione: - verso la fine del I anno AGESCI: rito del rinnovo delle promesse battesimali; - verso la fine del II anno AGESCI: celebrazione del sacramento della Riconciliazione; - verso la fine del III anno AGESCI: rito dell’ammissione tra i candidati ai sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia; - verso la fine del IV anno AGESCI: celebrazione unitaria della Cresima e dell’Eucaristia. 4.2.Se si sceglie l’«ipotesi B», la celebrazione dei sacramenti e/o dei riti di passaggio avrà questa scansione: - verso la fine del I anno AGESCI: celebrazione del sacramento della Riconciliazione; - verso la fine del II anno AGESCI: rito dell’ammissione tra i candidati ai sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia; - verso la fine del III anno AGESCI: non è previsto nessun rito ufficiale di passaggio; - verso la fine del IV anno AGESCI: celebrazione unitaria della Cresima e dell’Eucaristia. 5. Il tempo della mistagogia nel cammino dell’AGESCI La nota CEI in merito agli Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni41 così descrive il cammino dopo la celebrazione dei sacramenti: Con la celebrazione del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia, non è terminato l’itinerario di iniziazione cristiana. Inizia il tempo della Mistagogia, per familiarizzarsi sempre di più con la vita cristiana e i suoi impegni di testimonianza (RICA 369). Il neofita è educato, secondo la sua età, a scoprire il posto dei sacramenti nella vita, a crescere in una sempre più grande fedeltà a Cristo, rinnovandola con la grazia dei sacramenti. Il fanciullo o ragazzo neofita, attraverso la meditazione del Vangelo, la catechesi, l’esperienza dei sacramenti e l’esercizio della carità, è condotto ad approfondire i misteri celebrati e il senso della fede, a consolidare la pratica della vita cristiana, a stabilire rapporti più stretti con gli altri membri della Comunità […]. Il neofita dovrà essere accompagnato dalla Comunità (concretamente dal gruppo in seno al quale si è preparato) a fare proprio l’impegno della celebrazione domenicale e a continuare la sua formazione cristiana nell’età dell’adolescenza e della giovi- 40 Questo implica che, se un Lupetto/a-Coccinella non può essere preparato al rito di passaggio specifico nel proprio branco/cerchio, almeno un mese prima della celebrazione sacramentale o del rito di passaggio sia introdotto specificamente al senso della celebrazione o del rito, partecipando al cammino dei propri coetanei nell’itinerario ordinario della Parrocchia. 41 CEI, L’iniziazione cristiana, 2. Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni, Roma 1999, nn. 48-49. 29 Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI nezza. Per esprimere questi impegni si può prevedere per il tempo della mistagogia la “consegna” del giorno del Signore o domenica (ottava di Pasqua o otto giorni dopo il battesimo), del Credo niceno-costantinopolitano (sintesi sistematica della fede) e del catechismo che deve guidare la formazione cristiana negli anni successivi. Il modello catecumenale proposto nel RICA è assunto nel cammino Scout, dalla “promessa” alla “partenza”. Infatti il periodo che va dai 12 ai 20 anni è scandito con obiettivi, tappe, mete educative che favoriscono l’approfondimento e la testimonianza della vita di fede come alleanza con il Dio della vita, che, rivelatosi in Gesù Cristo come il Padre, anima la vita dei suoi figli, all’interno della Chiesa, attraverso lo Spirito Santo. Tuttavia, poiché il modello diocesano di ICFR prevede che il tempo della mistagogia duri un anno circa, anche il cammino iniziatico all’interno dell’AGESCI propone che la mistagogia, strettamente intesa, sia vissuta nel primo anno della Branca E/G, anche se il cammino di fede procede ulteriormente fino ai 20 anni con il momento della “partenza”. 30 Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI 6. Schema del percorso dell’ICFR in AGESCI In pratica, per i fanciulli che compiono il cammino di IC nell’AGESCI questo è il percorso, in forma schematica: 6.1.Se si sceglie l’«ipotesi A» ICFR Evangelizzazione preliminare dei genitori ecc. Gesù Cristo Il Dio di Gesù: il Padre Storia della salvezza Lo Spirito, la Chiesa e i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana Mistagogia Luoghi Schema trinitario Nella parrocchia di residenza (1 anno) Nella Branca L/C (1 anno) per Gesù Cristo Nella Branca L/C (2 anni) al Padre Nella Branca L/C (1 anno) nello Spirito Santo Nella Branca E/G (1 anno) e Eucaristia 31 Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI 6.2.Se si sceglie l’«ipotesi B»: ICFR Luoghi Schema trinitario Evangelizzazione preliminare Nella parrocchia di residenza dei genitori ecc. (1 anno) Nella parrocchia di residenza Gesù Cristo per Gesù Cristo (1 anno) Il Dio di Gesù: il Padre Nella Branca L/C (2 anni) al Padre Storia della salvezza Lo Spirito e la Chiesa La Chiesa e i sacramenti Nella Branca L/C (2 anni) nello Spirito Santo dell’Iniziazione Cristiana Mistagogia Nella Branca E/G (1 anno) Sacram. dell’IC e Eucaristia 7. Evangelizzazione e formazione dei genitori Il modello bresciano di ICFR ritiene importante e necessario che i genitori (o altri adulti) accompagnino il cammino del figlio accettando loro stessi di fare un itinerario di fede parallelo e partecipando ad alcuni incontri specifici di evangelizzazione e formazione. Per i genitori i cui figli fanno il cammino di ICFR nel gruppo AGESCI tali incontri avvengono, in parte in Parrocchia (si propongono circa 4 incontri annuali), per garantire un certo percorso unitario a tutto il gruppo dei genitori, e in parte all’interno del cammino associativo, che per l’AGESCI implica soprattutto la condivisione di alcune proposte educative: all’inizio dell’anno Scout; in preparazione al campo invernale, estivo; per la festa di primavera; a conclusione dell’anno Scout. 32 Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI 8. Formazione Capi L’attivazione dei cammini associativi di iniziazione cristiana (ACR – AGESCI) da parte del CPP è subordinata alla preparazione degli Educatori e dei Capi. Pertanto, al fine di preparare i Capi Scout al ruolo di “catechisti” dell’ICFR è necessario prevedere un iter formativo a livello di zone Brescia e Sebino con i seguenti obiettivi: •conoscere il PUC e il Sentiero Fede; •condividere gli obiettivi dell’ICFR e le esperienze sperimentate di iniziazione cristiana; •imparare a progettare momenti di catechesi inseriti in un progetto di catechesi pluriennale; •favorire e sollecitare la partecipazione alle opportunità formative promosse dall’AGESCI a livello nazionale (campi Bibbia, campi di catechesi biblica e i laboratori biblici). Per il raggiungimento di tali fini si demanda alle zone Scout la modalità di approntare momenti formativi anche in collaborazione con l’Ufficio Catechistico Diocesano. Garante della integrità di vita e della preparazione biblica, teologica e catechetica dei Capi che accompagnano l’ICFR è la Comunità Capi di cui fa parte anche l’Assistente Ecclesiastico. 9. L’Assistente ecclesiastico All’interno dei gruppi AGESCI gli Assistenti Ecclesiastici «sono sacerdoti corresponsabili del progetto educativo Scout all’interno delle Unità, delle Comunità Capi e degli altri livelli associativi. Essi vi esercitano il mandato sacerdotale che viene loro affidato dal Vescovo e insieme con gli altri Capi annunciano e testimoniano la proposta cristiana» (Statuto, art. 9). Quanto all’itinerario di ICFR, all’Assistente Ecclesiastico, quale coordinatore dell’attività pastorale (cfr. PUC, par. 185), in unione con la Comunità Capi, spetta: - garantire l’effettivo e corretto svolgimento del cammino di iniziazione cristiana nel gruppo AGESCI; - emettere un giudizio scritto, da far pervenire ai loro Parroci, sul cammino di vita cristiana dei fanciulli in occasione della celebrazione dei “riti di passaggio” e dei sacramenti. 33 V Schede per il percorso dell’ICFR in AGESCI42 ARRIVO! VIA! 42 Le schede si riferiscono all’ipotesi A. Per l’ipotesi B devono essere opportunamente modificate per quanto riguarda la II tappa dell’approfondimento della fede. Le schede offrono una esemplificazione dell’ICFR in Agesci considerando la scansione temporale dell’anno liturgico. Esse non sostituiscono l’imprescindibile progettazione di ogni Comunità Capi, ma possono essere il punto di partenza per l’elaborazione attenta alla specificità e concretezza di ogni singola unità e del cammino di ciascun ragazzo e ragazza. 34 1 Tempo della prima evangelizzazione Prima tappa LA SCOPERTA DI GESÙ Periodo: Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico Contenuti catechistici Obiettivi Periodo d’inizio dall’inizio dell’anno scout fino alla festa di Cristo Re Far comprendere l’importanza di ciascuno; il sentirsi accolto. Far sentire che inizia un cammino, una “storia”. Tu hai un nome e sei importante; insieme formiamo un gruppo: per quale scopo? Come ci chiamiamo? La Comunità cristiana ti accoglie, ti accompagna, fa festa con te e con la tua famiglia. Ti trasmettiamo una storia…. Interroghiamo testimoni di oggi. All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciulli che vivranno l’esperienza Scout. Questo avviene, per i fanciulli dagli 8-11 anni, attraverso cerimonie o attività che li introducono nell’ambiente fantastico in cui si svolge l’attività Scout. (I racconti dell’ambiente fantastico sono tratti da Le Storie di Mowgli di Rudyard Kipling per i Lupetti e Sette punti neri di Cristiana Ruschi Del Punta, per le Coccinelle). Il racconto dell’ambiente fantastico che accompagna questo momento di accoglienza è “I Fratelli di Mowgli” per i Lupetti (Mowgli viene accettato nel Branco) e “ Alla ricerca dei punti neri smarriti…” (Cocci inizia il suo viaggio). Inoltre avviene anche la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinelle dell’ultimo anno passano nel Reparto. Ritiri Genitori Esp. Liturgiche Esperienze qualificanti Celebrazioni Durante i primi incontri si scopre la tana (il luogo dove avvengono le riunioni); i fanciulli si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera del Lupetto e della Coccinella e valorizzato l’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, costruire qualcosa per abbellire, trovare un Vangelo). Rito dell’accoglienza: l’accoglienza dei fanciulli avviene attraverso il racconto dell’ambiente fantastico. La vita Scout è vita comunitaria, in cui il fanciullo fin dall’inizio viene gradualmente educato a valori importanti come l’amore per il prossimo, l’aiuto reciproco, il rispetto. Una delle attività, che spesso si fanno, è la vendita di calendari Scout, il cui ricavato non andrà diviso per ogni singolo fanciullo, ma nelle casse del gruppo, per essere utilizzato per le varie attività durante l’anno. In base alle tradizioni di ogni gruppo verso novembre si vive l’uscita con il Branco/Cerchio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno. a) In Parrocchia: - Festa comune per il Rito dell’accoglienza. - Incontro per presentare il cammino dei fanciulli e proporre il cammino da intraprendere coi genitori. b) Nel gruppo Scout: Le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo Scout attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno proprio dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno) e si parla del campo invernale. 36 Periodo: dalla prima domenica d’Avvento fino all’inizio della Quaresima Periodo di Avvento e Natale Obiettivi Far nascere la disponibilità a dire di sì, all’ascolto e all’apertura. Far nascere il desiderio di conoscere Gesù. Introdurre nell’attesa di Gesù (Avvento), nella conoscenza della sua famiglia, di Maria, sua madre … Confrontarsi con lui. Periodo Avvento: conosciamo Gesù, la famiglia di Gesù, riflettiamo sull’«Eccomi» di Maria. Annunciazione – Nascita – Visita dei Magi. Periodo di Natale: i primi momenti della vita di Gesù e i suoi primi amici. Per il Branco (Momento della Scoperta) “La Caccia di Kaa”: Mowgli, rapito dalle Bandarlog, impara il significato della legge, anche attraverso le parole maestre - Scoperta della Legge e delle regole del Branco (novembre – dicembre) “Come venne la paura”: viene ribadita l’importanza della Legge (gennaio) Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel prato – Momento della scoperta) “Nel formicaio”: Cocci incontra le formiche e scopre la legge del formicaio (“Tutto tutti insieme”) – Scoperta della legge e delle regole del Cerchio. “Il segreto”: il lavoro di Cocci, la fatica di mantenere l’impegno, la gioia dell’amicizia. (Parola maestra “Ti devo la gioia di averti potuto aiutare io che sono solo una piccola Cocci del prato) “La storia della formica Regina”: “Tutto tutti insieme” non basta, può portare anche all’egoismo e alla chiusura, invece che aprire alla fraternità. “La traccia”: C’è una legge più forte…è la legge della vita che vince la morte e fa fiorire perfino la terra più arida. “Il sogno”: Cocci è chiamata a riprendere il suo viaggio. “La Rana ”: scoperta ed accettazione di sé. (Parola Maestra: “Se ci sono a qualcosa serviranno”) “I colori delle ali”: non importa quale sia il colore delle tue ali, importa quello che c’è nel tuo cuore. Preparazione del presepio. Un dono in dono. Partecipazione alle iniziative del mese della pace. Ritiro di Avvento (insieme agli altri fanciulli della Parrocchia). Nel mese di dicembre: campo invernale. Campo che si svolge in 3-4 giorni. Durante il campo invernale i fanciulli nuovi generalmente fanno la promessa: momento in cui entrano a far pienamente parte del Branco/Cerchio, e si impegnano a fare del loro meglio per osservare la legge del Lupetto/ Coccinella, aiutare gli altri, con l’aiuto di Gesù. Esperienze Ritiri Celebrazioni qualificanti Esp. liturgiche Rito della “consegna” (traditio) del Vangelo: consegna del Vangelo ai Lupetti e Coccinelle del primo momento. Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Contenuti catechistici Chi è Gesù? Interroghiamo Giovanni Battista, Giuseppe, Maria. Le origini di Gesù: la sua terra, la sua famiglia, la nascita. (CdF/1, capp. 3-4) Genitori a) In Parrocchia: un incontro o due di evangelizzazione sul tema: “Gesù Cristo, il Figlio di Dio”. Partecipazione al rito della “consegna” del Vangelo. Ritiro di Natale coi fanciulli. b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi Scout, in Avvento si celebra insieme la messa di gruppo, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come momento di condivisione di un evento importante dell’anno liturgico. 37 Contenuti catechistici Obiettivi Periodo di Quaresima e Pasqua Periodo: dall’inizio della Quaresima fino alla seconda domenica di Pasqua Far conoscere ed interiorizzare i momenti più importanti della vita pubblica di Gesù, fino a Pasqua: Gesù che insegna, prega, guarisce, ha amici, ha amore anche per i nemici, muore e risorge per noi. Il Vangelo di Gesù. Le parabole e i miracoli di Gesù. Gesù va a Gerusalemme. Gesù muore, risorge e manda il suo Spirito. Ma voi chi dite che io sia? (cfr. CdF/1, capp. 4-5) Genitori Ritiri Esp. Liturgiche Esperienze qualificanti Celebrazioni Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico Approfondimento della figura di S. Francesco, colui che ha seguito e amato Gesù crocifisso fino ad immedesimarsi con lui. I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio) “Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la legge, il Branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed uccidendo Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel bosco – Momento della Competenza). La Comunità di Cerchio si è assestata ma deve sperimentarsi e verificarsi negli impegni e nei rapporti. I racconti previsti sono: “La civetta” (“Tutto tutto mio”, la tentazione dell’egoismo) “Gli Scoiattoli”: una nuova accoglienza per Cocci; lo stile della Famiglia Felice: lavorare e giocare per la famiglia scoiattoli erano la stessa cosa – il mutare delle stagioni e il sorgere del sole e della luna servivano per gli animali del bosco come orologio e calendario. “ La Grande Quercia ”: la Buona Azione; la fedeltà all’amicizia; la generosità che costa. (Noi saremo i tuoi occhi- promisero gli uccelli- tutto ciò che vedremo nei nostri voli te lo racconteremo…) “La notte delle Lanterne”: la sconfitta dei pregiudizi apre alla fraternità e alla solidarietà (avevano scoperto di avere tante cose da dirsi perché proprio per il fatto di essere diverse ogni cosa che l’una raccontava era nuova per l’altra). “La leggenda del mughetto”: la gioia sconfigge la paura e la bontà la prepotenza (Io, il mughetto, sono un po’ di quei campanellini). Celebrazione con la “consegna” del Crocifisso e del “segno della croce”. Si potrebbe far costruire un Crocifisso ad ogni fanciullo. Quaresima di Fraternità. Durante tutto l’anno si cerca di sviluppare nei fanciulli la disponibilità a fare qualcosa di buono per qualcun altro, in modo spontaneo e gratuito: si lanciano le cosiddette BA (buone azioni): strumento trasversale con il quale si fa educazione morale (pace-giustizia, solidarietà). Celebrazione delle Ceneri. Partecipazione/preparazione di una Via Crucis (adatta ai fanciulli) Ritiro di Quaresima insieme ai fanciulli della Parrocchia. In base alle tradizioni di ogni gruppo da gennaio a giugno si vivono circa 3 uscite con il Branco/Cerchio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno. a) In Parrocchia: due incontri di evangelizzazione sul tema della passione, morte e risurrezione di Gesù. Partecipazione alla “consegna” del Crocifisso e del “segno di croce”. Ritiro di Pasqua coi fanciulli. b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come momento di condivisione di un evento importante dell’anno liturgico. 38 Periodo: dalla terza domenica di Pasqua alla fine dell’anno scout Periodo di Pasqua e Pentecoste Obiettivi Portare i fanciulli a decidere di continuare il cammino di conoscenza/amore per Gesù. Aiutarli a comprendere che il Battesimo è il modo per incominciare ad accogliere Gesù e a far parte della sua Chiesa. Aiutare i fanciulli a sentire di appartenere a una Comunità. Contenuti catechistici Nasce la Chiesa col dono dello Spirito Santo. Il Battesimo. Figli come Gesù, il Figlio. (cfr. CdF/1, capp. 6-7) Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio): “Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la legge, il Branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed uccidendo Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. “I cani rossi” (Vacanze di Branco – in estate): La difesa della propria terra, l’impegno personale di Mowgli al servizio del Branco per difendere il territorio di caccia dall’invasione dei cani rossi, la disponibilità di Akela e di Wontolla. Momento della Responsabilità (Lupo Anziano), responsabilità verso gli altri, il fanciullo assume un ruolo di leader, è in grado di fare proposte operative ed è in grado di coinvolgere l’intero branco. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge sulla montagna – Momento della Responsabilità, momento in cui misurare competenze e capacità di autonomia delle singole Coccinelle. L’ambiente fantastico sottolinea la fatica e la bellezza di un impegno personale, fondato sul senso di responsabilità e sulla voglia di arrivare alla meta stabilita) (da aprile a giugno): “Il serpente Scibà”:Cocci incontra Scibà il serpente e lo aiuta, vincendo paura e repulsione (…che il tuo sentiero sia seminato dei grazie che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare). “ La Capra ” (“Sono molti giorni che siete qui ferme…è tempo di ripartire…”.). “La genziana”: è il grazie di un amico il dono più bello. “L’aquila Arkanda”: nell’incontro con l’Aquila Cocci si spiega il significato del suo lungo volo (“i punti neri sono un dono che ho ricevuto, disse Cocci- “preoccupati di dare quello che gli altri hanno bisogno da te” rispose Arkanda – e Cocci al suo ritorno pensò di donare ad ognuno degli altri un pezzetto dei suoi punti neri). “Otto Coccinelle in viaggio” (Vacanze di Cerchio): si ripercorre il sentiero di Cocci e quindi il cammino di Progressione Personale di ognuno. Durante l’estate si vive un campo estivo che dura circa una settimana: durante questo campo si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana:essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i fanciulli a viverla come dono di Dio e a ricercare anche in essa a presenza di Lui. 39 Genitori a) In Parrocchia: un incontro o due di evangelizzazione sul tema del Battesimo come primo sacramento dell’iniziazione cristiana. Festa comune per il rinnovo delle promesse battesimali. b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la presentazione del campo estivo. Esperienze qualificanti Festa di Primavera: campo vissuto con più branchi-cerchi, in cui si abbina la primavera della natura a quella della Chiesa: la Pentecoste. Riti di passaggio Celebrazione in ricordo del sacramento del Battesimo: rinnovo delle promesse battesimali e decisione di continuare il cammino. Questi momenti andranno vissuti anche all’interno del branco/cerchio, con una celebrazione particolare in un’uscita, all’inizio, per sottolineare l’importanza del partire con un certo metodo e degli obiettivi chiari. 2 Tempo della prima evangelizzazione Seconda tappa LA SCOPERTA DEL DIO DI GESÙ: IL PADRE Periodo: Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico Contenuti catechistici Obiettivi Periodo d’inizio dall’inizio dell’anno scout fino alla festa di Cristo Re Far sentire la gioia del ritrovarsi di nuovo insieme. Far nascere il desiderio di conoscere e incontrare il Padre di Gesù. Aiutare a maturare un atteggiamento di fiducia e gratitudine. Gesù ci parla di Dio, suo Padre. Dio ci chiama per nome. È Padre di tutti. Ci tiene per mano. Grande è il suo nome su tutta la terra. Non siamo mai soli. Gesù ci insegna a pregare: Padre Nostro. (cfr. CdF/1, capp. 1-2) Tali contenuti vengono interiorizzati con: l’educazione alla preghiera, curando i gesti, le modalità…; lo stimolo alla preghiera spontanea; la presentazione della Preghiera del Lupetto e della Coccinella; la scoperta dell’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, abbellire, trovare un Vangelo). All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, avviene la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinelle dell’ultimo anno passano nel Reparto. Inoltre ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciulli che vivranno l’esperienza Scout. Questo avviene, per i fanciulli dagli 8-11 anni, attraverso cerimonie o attività che li introducono nell’ambiente fantastico in cui si svolge l’attività Scout. (I racconti dell’ambiente fantastico sono tratti da “Le Storie di Mowgli” di Rudyard Kipling per i Lupetti e “Sette punti neri” di Cristiana Ruschi Del Punta, per le Coccinelle). Il racconto dell’ambiente fantastico che accompagna questo momento di accoglienza è “I Fratelli di Mowgli” per i Lupetti (Mowgli viene accettato nel Branco) e “ Alla ricerca dei punti neri smarriti…” (Cocci inizia il suo viaggio). Ai Lupetti del CDA – Consiglio degli Anziani (i fanciulli che passano) si racconta “La Corsa di Primavera”: Mowgli lascia la giungla; mentre alla Coccinelle si racconta: “ Due Coccinelle al mare”. Celebrazioni e riti “Consegna” (traditio) del PADRE NOSTRO. Il Branco - Cerchio viene accolto e presentato alla Comunità parrocchiale, con la Consegna del Padre Nostro ai Lupetti e alle Coccinelle. Esperienze qualificanti Durante i primi incontri si scopre la tana (il luogo dove avvengono le riunioni); i fanciulli si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera del Lupetto e della Coccinella e valorizzato l’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, costruire qualcosa per abbellire, trovare un Vangelo). La vita Scout è vita comunitaria, in cui il fanciullo fin dall’inizio viene gradualmente educato a valori importanti come l’amore per il prossimo, l’aiuto reciproco, il rispetto. Una delle attività che spesso si fanno è la vendita di calendari Scout, il cui ricavato non andrà diviso per ogni singolo fanciullo, ma nelle casse del gruppo, per essere utilizzato per le varie attività durante l’anno. In base alle tradizioni di ogni gruppo verso novembre si vive l’uscita con il Branco/Cerchio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno. Si cerca di stare il più possibile a contatto con la natura. Genitori A contatto con la natura: ringraziare per i doni del Creato. Il Creato come dono del Padre (Cantico delle Creature). Figura di San Francesco, che si è concepito e sentito intensamente come figlio di Dio. a) In Parrocchia: festa comune per il Rito della “consegna” del Padre Nostro. Un incontro per presentare il cammino dei fanciulli e proporre il cammino da intraprendere coi genitori. b) Nel gruppo Scout: le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno), si parla del campo invernale. 42 Periodo: dalla prima domenica d’Avvento fino all’inizio della Quaresima Periodo di Avvento e Natale Obiettivi Far percepire ed accogliere i doni del Padre: il Regno, l’alleanza e, soprattutto, Gesù. Tali contenuti vengono interiorizzati con: il raccontare la vicenda di Gesù, evidenziando la onnipotenza e la bontà del Signore nella sua presenza tra gli uomini; riconoscere la bontà del Padre, scoprendo tutti i doni (anche quelli personali) da lui ricevuti; continuare lo stimolo alla preghiera spontanea. Per il Branco (Momento della Scoperta) “La Caccia di Kaa”: Mowgli, rapito dalle Bandarlog, impara il significato della legge, anche attraverso le parole maestre - Scoperta della Legge e delle regole del Branco (novembre – dicembre) “Come venne la paura”: viene ribadita l’importanza della Legge (gennaio) Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel prato – Momento della scoperta) “Nel formicaio”: Cocci incontra le formiche e scopre la legge del formicaio (“Tutto tutti insieme”) – Scoperta della legge e delle regole del Cerchio. “Il segreto”: il lavoro di Cocci, la fatica di mantenere l’impegno, la gioia dell’amicizia. (Parola maestra “Ti devo la gioia di averti potuto aiutare io che sono solo una piccola Cocci del prato) “La storia della formica Regina”: “Tutto tutti insieme” non basta, può portare anche all’egoismo e alla chiusura, invece che aprire alla fraternità. “La traccia”: C’è una legge più forte…è la legge della vita che vince la morte e fa fiorire perfino la terra più arida. “Il sogno”: Cocci è chiamata a riprendere il suo viaggio. “La Rana ”: scoperta ed accettazione di sé. (Parola Maestra: “Se ci sono a qualcosa serviranno”) “I colori delle ali”: non importa quale sia il colore delle tue ali, importa quello che c’è nel tuo cuore Far fare un’esperienza di solidarietà. Gesti di solidarietà sull’esempio di Gesù. Durante tutto l’anno, si cerca di sviluppare nei fanciulli la disponibilità a fare qualcosa di buono per qualcun altro, in modo spontaneo e gratuito: si lanciano le cosiddette BA (buone azioni): strumento trasversale con il quale si fa educazione morale (pace-giustizia, solidarietà). La mia BA diventa un dare agli altri ciò che ho ricevuto dal Padre (do una cosa che gratuitamente mi è stata donata). La BA come dono del Padre. Campo invernale: campo che si svolge in 3-4 giorni. Durante il campo invernale i fanciulli nuovi generalmente fanno la promessa: momento in cui entrano a far pienamente parte del Branco/Cerchio, e si impegnano a fare del loro meglio per osservare la legge del Lupetto/Coccinella, aiutare gli altri, con l’aiuto di Gesù. Esperienze Celebrazioni qualificanti Celebrazione sul tema dell’accoglienza di Dio e dei suoi doni (cfr. ad es. Gen 18, 1-33). Attività Scout- Racconti dell’ambiente fantastico I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Contenuti catechistici Dio Padre ci ama fino al punto di donarci suo Figlio. Andiamo incontro a Gesù col profeta Isaia, con Giovanni Battista, coi pastori, coi magi. (cfr. CdF/1, cap. 3) Ritiri - Esp. Liturgiche Genitori Ritiro di Avvento (insieme agli altri fanciulli della Parrocchia) a) In Parrocchia: uno o due incontri di evangelizzazione sul “Padre Nostro”. Ritiro di Natale coi fanciulli. b) Nel gruppo Scout: In base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Avvento, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come condivisione di una fase importante dell’anno liturgico. 43 Periodo: dall’inizio della Quaresima fino alla seconda domenica di Pasqua I segni dell’amore di Dio Padre negli incontri di Gesù (con Zaccheo, la peccatrice ecc.) e nelle parabole della misericordia. Il più grande segno dell’amore di Dio: la passione, la morte e la risurrezione di Gesù (Lc 22-24) I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio) “Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la legge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed uccidendo Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. Tali contenuti vengono interiorizzati attraverso: l’impegno settimanale personale e di unità durante la Quaresima (cammino per tutto il gruppo scelto dalla Comunità Capi); l’approfondimento delle figure di San Francesco e Santa Chiara, patroni della Branca L-C. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel bosco – Momento della Competenza). La Comunità di Cerchio si è assestata ma deve sperimentarsi e verificarsi negli impegni e nei rapporti. I racconti previsti sono: “La civetta” (“Tutto tutto mio”, la tentazione dell’egoismo) “Gli Scoiattoli”: una nuova accoglienza per Cocci; lo stile della Famiglia Felice: lavorare e giocare per la famiglia scoiattoli erano la stessa cosa – il mutare delle stagioni e il sorgere del sole e della luna servivano per gli animali del bosco come orologio e calendario. “ La Grande Quercia ”: la Buona Azione; la fedeltà all’amicizia; la generosità che costa. (Noi saremo i tuoi occhi- promisero gli uccelli- tutto ciò che vedremo nei nostri voli te lo racconteremo…) “La notte delle Lanterne”: la sconfitta dei pregiudizi apre alla fraternità e alla solidarietà (avevano scoperto di avere tante cose da dirsi perché proprio per il fatto di essere diverse ogni cosa che l’una raccontava era nuova per l’altra). “La leggenda del mughetto”: la gioia sconfigge la paura e la bontà la prepotenza (Io, il mughetto, sono un po’ di quei campanellini). Esperienze qualificanti Durante le attività si colgono diverse occasioni per ribadire l’importanza della BA (Buone Azioni). Festa di primavera: campo vissuto con più branchi-cerchi, in cui si abbina la primavera della natura alla primavera della chiesa: Pentecoste. Per quelli che sono nell’anno della Cresima e prima Comunione si potrebbero prevedere degli incontri comuni (con riflessioni e giochi didattici) con i fanciulli degli altri percorsi. Ritiri Esp. Liturgiche Celebrazione della “consegna” del comandamento dell’amore insieme con gli altri fanciulli della Parrocchia. Celebrazione delle Ceneri. Partecipazione/preparazione di una Via Crucis in Parrocchia (adatta ai fanciulli). Ritiro di Quaresima. Genitori Celebrazioni Contenuti catechistici Aiutare a scoprire che Gesù è la rivelazione del volto di Dio che ama e perdona. Riconoscere i segni dell’amore di Dio che perdona. Riconoscere di aver bisogno di perdono. Attività Scout- Racconti dell’ambiente fantastico Obiettivi Periodo di Quaresima e Pasqua a) In Parrocchia: due incontri di evangelizzazione sul tema del “Padre nostro”. Festa con la partecipazione alla “consegna” del comandamento dell’amore. Partecipazione coi fanciulli al Ritiro di Quaresima. b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come occasione di condivisione di un momento importante dell’anno liturgico. 44 Periodo: dalla terza domenica di Pasqua alla fine dell’anno scout Periodo di Pasqua e Pentecoste I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio) “Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la legge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed uccidendo Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. “I cani rossi” (Vacanze di Branco – in estate): La difesa della propria terra, l’impegno personale di Mowgli al servizio del Branco per difendere il territorio di caccia dall’invasione dei cani rossi, la disponibilità di Akela e di Wontolla. Momento della Responsabilità (Lupo Anziano), responsabilità verso gli altri, il fanciullo assume un ruolo di leader, è in grado di fare proposte operative ed è in grado di coinvolgere l’intero branco. Contenuti Attività Scout - Racconti catechistici dell’ambiente fantastico Il peccato come rifiuto dell’amore di Dio. Il Battesimo come primo sacramento del perdono di Dio. Il sacramento della Riconciliazione come “secondo Battesimo”. Obiettivi Far sperimentare che il sacramento del perdono di Dio ci rende capaci di una vita nuova; che ogni giorno possiamo riprovare da capo a vivere una vita secondo le indicazioni di Gesù, grazie allo Spirito Santo che ce ne rende capaci. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge sulla montagna – Momento della Responsabilità, momento in cui misurare competenze e capacità di autonomia delle singole Coccinelle. L’ambiente fantastico sottolinea la fatica e la bellezza di un impegno personale, fondato sul senso di responsabilità e sulla voglia di arrivare alla meta stabilita) (da aprile a giugno): “Il serpente Scibà”:Cocci incontra Scibà il serpente e lo aiuta, vincendo paura e repulsione (…che il tuo sentiero sia seminato dei grazie che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare) “ La Capra ” (“Sono molti giorni che siete qui ferme…è tempo di ripartire…”.) “La genziana”: è il grazie di una amico il dono più bello “L’aquila Arkanda”: nell’incontro con l’Aquila Cocci si spiega il significato del suo lungo volo (“i punti neri sono un dono che ho ricevuto, disse Cocci- “preoccupati di dare quello di cui gli altri hanno bisogno da te” rispose Arkanda – e Cocci al suo ritorno pensò di donare ad ognuno degli altri un pezzetto dei suoi punti neri). “Otto Coccinelle in viaggio” (Vacanze di Cerchio): si ripercorre il sentiero di Cocci e quindi il cammino di Progressione Personale di ognuno. Celebrazione della riconsegna (redditio) del Padre Nostro e celebrazione del sacramento della Riconciliazione (prima Riconciliazione) insieme agli altri fanciulli della Parrocchia. Rito di passaggio Educare all’esame di coscienza con alcune esperienze richiesta di perdono e di ringraziamento. Far esperimentare alcuni gesti di perdono e di riconciliazione in famiglia, a scuola, all’oratorio, nel gruppo Scout ecc.. Stimolo alla preghiera spontanea – Sottolineare l’importanza della verifica attraverso il Consiglio della Rupe (Lupetti) e il Consiglio della Grande Quercia (Coccinelle). Esperienze qualificanti b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la presentazione del campo estivo. 45 Genitori a) In Parrocchia: un incontro di evangelizzazione sul sacramento della Riconciliazione. Celebrazione penitenziale comunitaria anche per il gruppo dei genitori insieme coi fanciulli nel giorno della loro prima Confessione. Partecipazione alla “restituzione” (redditio) del «Padre Nostro». Ritiri, pellegr. Esp. Litur. Festa di Primavera: campo vissuto con più Branchi-Cerchi, in cui si abbina la primavera della natura alla primavera della chiesa: Pentecoste Durante l’estate si vive un campo estivo che dura circa una settimana: durante questo campo si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana:essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i fanciulli a viverla come dono di Dio e a ricercare anche in essa la presenza di Lui. 3 Tempo dell’approfondimento della fede Prima tappa LA STORIA DELLA SALVEZZA Periodo: Comprendere che inizia un nuovo “ tempo”: ci porta a ripercorrere la storia della salvezza che ha il suo compimento in Gesù Conoscere il Dio che crea. La creazione è l’inizio di una storia di amore fra Dio e le sue creature. C’è un popolo che ne prende consapevolezza (anche noi con questo popolo) Portare a sentimenti/atteggiamenti di gratitudine, lode, responsabilità di fronte al creato, libertà Il racconto della creazione come primo momento della storia della salvezza. Comprensione della storia che viene dalle origini. Introduzione alla comprensione della Bibbia e alla sua lettura. La contemplazione di Dio nel creato: tutto è opera e dono di Dio (Gen. 1-11; cfr. CdF/3, pp. 16; 19-22). All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, avviene la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinelle dell’ultimo anno passano nel Reparto. Inoltre ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciulli che vivranno l’esperienza Scout. Questo avviene, per i fanciulli dagli 8-11 anni, attraverso cerimonie o attività che li introducono nell’ambiente fantastico in cui si svolge l’attività Scout. (I racconti dell’ambiente fantastico sono tratti da “Le Storie di Mowgli” di Rudyard Kipling per i Lupetti e “Sette punti neri” di Cristiana Ruschi Del Punta, per le Coccinelle). Il racconto dell’ambiente fantastico che accompagna questo momento di accoglienza è “I Fratelli di Mowgli” per i Lupetti (Mowgli viene accettato nel Branco) e “ Alla ricerca dei punti neri smarriti…” (Cocci inizia il suo viaggio). Ai Lupetti del CDA – Consiglio degli Anziani (i fanciulli che passano) si racconta “La Corsa di Primavera”: Mowgli lascia la giungla; mentre alle Coccinelle si racconta :“ Due Coccinelle al mare”. Durante i primi incontri si scopre la tana (il luogo dove avvengono le riunioni); i fanciulli si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera del Lupetto e della Coccinella e valorizzato l’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, costruire qualcosa per abbellire, trovare un Vangelo). Rito della consegna (traditio) della Bibbia ai Lupetti e Coccinelle (insieme agli altri fanciulli della Parrocchia). Ritiri Esp. Liturg. Vivere un’esperienza di appartenenza all’interno della Comunità parrocchiale, partecipando ad es. all’iniziativa per il mese missionario. La vita Scout è vita comunitaria, in cui il fanciullo fin dall’inizio viene gradualmente educato a valori importanti come l’amore per il prossimo, l’aiuto reciproco, il rispetto. Una delle attività che spesso si fanno è la vendita di calendari Scout, il cui ricavato non andrà diviso per ogni singolo fanciullo, ma nelle casse del gruppo, per essere utilizzato per le varie attività durante l’anno. In base alle tradizioni di ogni gruppo verso novembre si vive l’uscita con il Branco/Cerchio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno. Festa d’inizio cammino con il “passaggio” al nuovo “tempo” del cammino di ICFR (tempo dell’approfondimento della fede e della celebrazione dei sacramenti dell’IC) Attenzione particolare alla “liturgia della Parola” (nella celebrazione eucaristica): i gesti (seduti, in piedi ecc.), la forma più strutturale (due o tre letture, salmo, versetto al Vangelo, seduti, in piedi, ambone, lettori…….). Genitori Esperienze qualificanti Celebrazioni Attività Scout- Racconti dell’ambiente fantastico Contenuti catechistici Obiettivi Periodo d’inizio dall’inizio dell’anno scout fino alla festa di Cristo Re a) In Parrocchia: partecipano al Rito della consegna della Bibbia. Dal punto di vista catechistico, durante quest’anno fanno lo stesso percorso dei fanciulli sul tema della storia della salvezza Introduzione alla lettura della Bibbia per leggere la propria storia alla luce della storia della salvezza b) Nel gruppo Scout: le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno) e si parla del campo invernale. 48 Periodo: dalla prima domenica d’Avvento fino all’inizio della Quaresima Periodo di Avvento e Natale Per il Branco (Momento della Scoperta) “La Caccia di Kaa”: Mowgli, rapito dalle Bandarlog, impara il significato della legge, anche attraverso le parole maestre - Scoperta della Legge e delle regole del Branco (novembre – dicembre) “Come venne la paura”: viene ribadita l’importanza della Legge (gennaio) Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel prato – Momento della scoperta) “Nel formicaio”: Cocci incontra le formiche e scopre la legge del formicaio (“Tutto tutti insieme”) – Scoperta della legge e delle regole del Cerchio. “Il segreto”: il lavoro di Cocci, la fatica di mantenere l’impegno, la gioia dell’amicizia. (Parola maestra “Ti devo la gioia di averti potuto aiutare io che sono solo una piccola Cocci del prato) “La storia della formica Regina”: “Tutto tutti insieme” non basta, può portare anche all’egoismo e alla chiusura, invece che aprire alla fraternità. “La traccia”: C’è una legge più forte…è la legge della vita che vince la morte e fa fiorire perfino la terra più arida. “Il sogno”: Cocci è chiamata a riprendere il suo viaggio) “ La Rana ”: scoperta ed accettazione di sé. (Parola Maestra: “Se ci sono a qualcosa serviranno”) “I colori delle ali”: non importa quale sia il colore delle tue ali, importa quello che c’è nel tuo cuore Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Contenuti catechistici La figura di Abramo e dei Patriarchi fino all’Egitto: alcune storie fondanti (le storie di Abramo; la storia di Giuseppe e dei suoi fratelli). (Gen 12-50; cfr. CdF/3, pp. 11-12) Catechesi di Avvento in preparazione al Natale: tema dell’ascolto e dell’attesa (es. Abramo che attende un figlio-paragone tra figura di Abramo e figura di Maria). Dio parla: ha sempre cercato un dialogo con il suo popolo. Obiettivi Scoprire che la storia del popolo di Dio parla di noi e ci interpella (la storia della salvezza promessa). Vivere con il popolo d’Israele l’attesa; comprendere che Dio entra nella storia degli uomini, li interpella, li mette in cammino. Conoscere il Dio che parla a cui si risponde con la fede, l’ascolto, il rischio, la benedizione, la preghiera. Celebrazioni Consegna dello Shema’ Celebrazione della fedeltà di Dio. Vivere in modo particolare la liturgia della Parola Ascolto - silenzio – adesione…. a) In Parrocchia: continua la catechesi biblica (Abramo e i Patriarchi). Importanza dell’ascolto della Parola di Dio in famiglia. La FEDE b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo per il Natale, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come momento di condivisione di una tappa importante dell’anno liturgico. 49 Ritiri Esp. Liturg. Genitori Esperienze liturgiche che sottolineano l’ascolto, il silenzio….Maria come figura di ascolto. Il Natale vissuto come sorpresa per il parlare di Dio: “Dio che ha parlato molte volte ed in molti modi….” (Eb 1). “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi …” (Gv 1,11). Esperienze qualificanti Qualche esperienza che aiuti a comprendere che si è parte di un popolo e di una storia. Si può anche organizzare “la festa dei popoli” per l’Epifania. Vivere momenti comunitari insieme al gruppo Scout e alla Parrocchia per prepararsi al Natale. Campo invernale: campo che si svolge in 3-4 giorni. Durante il campo invernale i fanciulli nuovi generalmente fanno la promessa: momento in cui entrano a far pienamente parte del Branco/Cerchio, e si impegnano a fare del loro meglio per osservare la legge del Lupetto/Coccinella, aiutare gli altri, con l’aiuto di Gesù. Si potrebbe costruire un presepe con una Bibbia al centro (Dio che parla al suo popolo). Periodo: dall’inizio della Quaresima fino alla seconda domenica di Pasqua Contenuti catechistici La schiavitù, la figura di Mosè e di Aronne, la Pasqua e la liberazione, il deserto, il Sinai, l’alleanza, le “10 parole”, l’idolatria, la terra promessa, il passaggio del Giordano. In particolare verranno approfonditi: la figura di Aronne (missione sacerdotale); le “Dieci Parole” della libertà. Testi di riferimento: Es 1-34; Gs 1-4; 24; CdF/3, pp. 13-15. Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico Legge Branco-Cerchio – Le 10 Parole della Libertà I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio) “Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la legge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed uccidendo Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel bosco – Momento della Competenza). La Comunità di Cerchio si è assestata ma deve sperimentarsi e verificarsi negli impegni e nei rapporti. I racconti previsti sono: “La civetta” (“Tutto tutto mio”, la tentazione dell’egoismo) “Gli Scoiattoli”: una nuova accoglienza per Cocci; lo stile della Famiglia Felice: lavorare e giocare per la famiglia scoiattoli erano la stessa cosa – il mutare delle stagioni e il sorgere del sole e della luna servivano per gli animali del bosco come orologio e calendario. “ La Grande Quercia ”: la Buona Azione; la fedeltà all’amicizia; la generosità che costa. (“Noi saremo i tuoi occhi- promisero gli uccelli- tutto ciò che vedremo nei nostri voli te lo racconteremo…”) “La notte delle Lanterne”: la sconfitta dei pregiudizi apre alla fraternità e alla solidarietà (avevano scoperto di avere tante cose da dirsi perché, proprio per il fatto di essere diverse, ogni cosa che l’una raccontava era nuova per l’altra) “La leggenda del mughetto”: la gioia sconfigge la paura e la bontà la prepotenza (“Io, il mughetto, sono un po’ di quei campanellini”) Celebrazioni Celebrazioni sulle tappe di Israele: Deserto (Quaresima, Gesù), La legge (ripresa delle “Dieci Parole”), Alleanza. Gs 24: “noi scegliamo di servire il Signore”: la scelta. Esperienze qualificanti Aiutare a scoprire il Dio che libera. Far conoscere/esperimentare che Dio ha liberato Israele e continua a liberare l’uomo dalle sue schiavitù (quali? Quali soprattutto oggi?) Si può far vivere una Cena ebraica come contesto dell’ultima cena (Giovedì santo: partecipazione qualificata). In base alle tradizioni di ogni gruppo da gennaio a giugno si vivono circa 3 uscite con il Branco/Cerchio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno. Periodo di Quaresima: impegno settimanale personale e di unità (cammino per tutto il gruppo scelto dalla Comunità Capi). Per quelli che sono nell’anno della Cresima e Comunione sono previsti degli incontri comuni con i fanciulli degli altri percorsi,. Esp. Genitori Liturg. Obiettivi Periodo di Quaresima e Pasqua Preghiera di alcuni salmi: la risposta al Dio che parla Celebrazione della Riconciliazione in preparazione alla Pasqua. a) In Parrocchia: continua il cammino di catechesi biblica (da Mosè alla terra promessa). Il concetto di esodo e alleanza. La decisione di “servire il Signore” contro l’idolatria. b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come circostanza in cui condividere un momento importante dell’anno liturgico 50 Periodo: dalla terza domenica di Pasqua alla fine dell’anno scout Periodo di Pasqua e Pentecoste Obiettivi Comprendere che Dio rimane fedele sempre e assiste il suo popolo nella storia, nonostante le sue infedeltà. Drammatizzazioni sui Giudici, su Davide, sui Profeti Per quelli che sono nell’anno della Cresima e prima Comunione si potrebbero prevedere degli incontri comuni con i fanciulli degli altri percorsi. Durante l’estate si vive un campo estivo che dura circa una settimana: durante questo campo si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana: essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i fanciulli a viverla come dono di Dio e a ricercare anche in essa la presenza di Lui. b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la presentazione del campo estivo. 51 Genitori a) In parrocchia: catechesi biblica (Davide e i profeti). Coinvolgimento nel rito di ammissione dei figli. Ritiri Esp. Liturg. Rito conclusivo che ci ricollochi alla fine del percorso di conoscenza del Dio che si rivela nella storia: Che cosa abbiamo scoperto di Dio? Le parole chiave: alleanza, liberazione, misericordia, santità… Sottolineare l’apertura della storia di Israele; rimane un punto di domanda: cosa farà ancora Dio per il suo popolo? A conclusione dell’anno vissuto si celebra una Messa riprendendo tutte le parti viste durante l’anno. Celebrazione particolare della Pentecoste come Festa del Cuore Nuovo, dell’ Alleanza scritta nei cuori. Riti di Esperienze passaggio qualificanti Rito di ammissione fra i candidati ai sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia. Festa di Primavera: campo vissuto con più branchi-cerchi, in cui si abbina la primavera della natura a quella della chiesa: Pentecoste. Festa di passaggio alla vita nuova. Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio) “Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la legge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed uccidendo Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. “I cani rossi” (Vacanze di Branco – in estate): La difesa della propria terra, l’impegno personale di Mowgli al servizio del Branco per difendere il territorio di caccia dall’invasione dei cani rossi, la disponibilità di Akela e di Wontolla. Momento della Responsabilità (Lupo Anziano), responsabilità verso gli altri, il fanciullo assume un ruolo di leader, è in grado di fare proposte operative ed è in grado di coinvolgere l’intero branco. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge sulla montagna – Momento della Responsabilità, momento in cui misurare competenze e capacità di autonomia delle singole Coccinelle. L’ambiente fantastico sottolinea la fatica e la bellezza di un impegno personale, fondato sul senso di responsabilità e sulla voglia di arrivare alla meta stabilita) (da aprile a giugno): “Il serpente Scibà”:Cocci incontra Scibà il serpente e lo aiuta, vincendo paura e repulsione (“…che il tuo sentiero sia seminato dei grazie che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare”) “ La Capra ” (“Sono molti giorni che siete qui ferme…è tempo di ripartire….”) “La genziana”: è il grazie di una amico il dono più bello “L’aquila Arkanda”: nell’incontro con l’Aquila Cocci si spiega il significato del suo lungo volo (“i punti neri sono un dono che ho ricevuto”, disse Cocci- “preoccupati di dare quello di cui gli altri hanno bisogno da te” rispose Arkanda – e Cocci al suo ritorno pensò di donare ad ognuno degli altri un pezzetto dei suoi punti neri). “Otto Coccinelle in viaggio” (Vacanze di Cerchio): si ripercorre il sentiero di Cocci e quindi il cammino di Progressione Personale di ognuno. Contenuti catechistici Il popolo nella terra promessa: la monarchia (la figura di Davide). I profeti: il richiamo alla giustizia e all’Unico. L’insufficienza dell’esperienza storica di Israele: la promessa della Nuova Alleanza e l’attesa del Messia. Sintesi su Gesù, secondo l’attesa di Israele (Lc 4 alla sinagoga di Nazareth: “Lo Spirito del Signore…”; oppure “Ecco il Mio Figlio Diletto: Ascoltatelo”). La figura di Samuele (missione profetica). Testi: Gdc 1-16; 1 Sam 1-3; 16-18; 2 Sam 5-7; Ez 36, 22-37, 28. 4 Tempo dell’approfondimento della fede seconda tappa LO SPIRITO SANTO, LA CHIESA E I SACRAMENTI DELL’IC Periodo: Attività Scout- Racconti dell’ambiente fantastico Contenuti catechistici Obiettivi Periodo d’inizio dall’inizio dell’anno scout fino alla festa di Cristo Re Conoscere e sperimentare la Chiesa come luogo-ambiente-popolo di coloro che credono in Gesù. Avere un’idea dei tratti distintivi di questo popolo. Una Comunità nata dal dono di Gesù. Quattro esperienze fondamentali: «Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (Atti 2, 42). come si entra nella Chiesa di Gesù? (cfr. Atti 2, 14-42) come si vive? Cosa ci dice il testo degli Atti? Cfr. i “sommari” di Atti 2, 42-48; 4, 32-35 ; 5, 12-16; 6, 1-7 (organizzazione). Testi: Atti 2, 14-48; 4, 32-35; 5, 12-16; 6, 1-7. Cfr. CdF/3, pp. 47- 54; 62; 81-92. CdF/2, pp. 142-145. All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, avviene la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinelle dell’ultimo anno passano nel Reparto. Inoltre ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciulli che vivranno l’esperienza Scout. Questo avviene, per i fanciulli dagli 8-11 anni, attraverso cerimonie o attività che li introducono nell’ambiente fantastico in cui si svolge l’attività Scout. (I racconti dell’ambiente fantastico sono tratti da “Le Storie di Mowgli” di Rudyard Kipling per i Lupetti e “Sette punti neri” di Cristiana Ruschi Del Punta, per le Coccinelle). Il racconto dell’ambiente fantastico che accompagna questo momento di accoglienza è “I Fratelli di Mowgli” per i Lupetti (Mowgli viene accettato nel Branco) e “ Alla ricerca dei punti neri smarriti…” (Cocci inizia il suo viaggio). Ai Lupetti del CDA – Consiglio degli Anziani (i fanciulli che passano) si racconta “La Corsa di Primavera”: Mowgli lascia la giungla; mentre alla Coccinelle si racconta: “ Due Coccinelle al mare”. Rito di ammissione tra i candidati ai sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia (se non è ancora stato fatto). Oppure: Rito di accoglienza dei candidati nella Comunità parrocchiale. Ritiri Esp. Liturg. Conoscenza della Comunità parrocchiale attraverso alcune interviste (es. al parroco, ecc.). La vita Scout è vita comunitaria, in cui il fanciullo fin dall’inizio viene gradualmente educato a valori importanti come l’amore per il prossimo, l’aiuto reciproco, il rispetto. Una delle attività che spesso si fanno è la vendita di calendari Scout, il cui ricavato non andrà diviso per ogni singolo fanciullo, ma nelle casse del gruppo, per essere utilizzato per le varie attività durante l’anno. All’inizio dell’anno, secondo le tradizioni dei diversi gruppi si vive una giornata di gruppo a cui sono invitati anche i genitori. Pellegrinaggio alla chiesa cattedrale. In base alle tradizioni di ogni gruppo verso novembre si vive l’uscita con il Branco/Cerchio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno. Genitori Esperienze qualificanti Celebrazione Durante i primi incontri si scopre la tana (il luogo dove avvengono le riunioni); i fanciulli si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera del Lupetto e della Coccinella e valorizzato l’angolo di Gesù (un posto all’interno della tana dove il fanciullo può pregare, costruire qualcosa per abbellire, trovare un Vangelo). a) In Parrocchia: i genitori partecipano al Rito di ammissione o di accoglienza; e agli incontri di catechesi concordati sul tema della Chiesa o dello Spirito e la Cresima oppure sull’Eucaristia. b) Nel gruppo Scout: all’inizio dell’anno, secondo le tradizioni dei diversi gruppi si vive una giornata di gruppo a cui sono invitati anche i genitori. 54 Periodo: dalla prima domenica d’Avvento fino all’inizio della Quaresima Periodo di Avvento e Natale Obiettivi Scoprire che lo Spirito di Gesù è presente e all’opera nella Chiesa e nei cristiani. Cogliere i doni presenti nella Chiesa, i doni nei compagni, i doni in me; soprattutto cogliere il senso del dono della Cresima. Scoprire che Gesù stesso è opera dello Spirito Santo Il ruolo dello Spirito Santo nella nascita di Gesù (cfr. Lc 1, 26-45; Mt 1, 18-25). La Chiesa è una Comunità, che accoglie lo Spirito (carismi e doni), che annuncia a tutti la Parola di Gesù, che vive lo spirito delle beatitudini…, che, qualche volta, litiga e si riconcilia. Alcune “figure” degli Atti: Pietro, Stefano, Paolo, Barnaba, le donne. Diversità ed unità. Dimensione vocazionale: la parabola dei talenti (cfr. Mt 25, 14-30). L’immagine del “corpo” (cfr.1Cor 12). La Cresima, come il sacramento per eccellenza dello Spirito Santo che porta a maturazione il dono del Battesimo e apre l’accesso all’Eucaristia. Testi: (1Cor 12; Mt 25, 14-30. Cfr. CdF/3, pp. 45-54; 63-73). Contenuti catechistici I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (Momento della Scoperta) “La Caccia di Kaa”: Mowgli, rapito dalle Bandarlog, impara il significato della legge, anche attraverso le parole maestre - Scoperta della Legge e delle regole del Branco (novembre – dicembre) “Come venne la paura”: viene ribadita l’importanza della Legge (gennaio) Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel prato – Momento della scoperta) “Nel formicaio”: Cocci incontra le formiche e scopre la legge del formicaio (“Tutto tutti insieme”) – Scoperta della legge e delle regole del Cerchio. “Il segreto”: il lavoro di Cocci, la fatica di mantenere l’impegno, la gioia dell’amicizia. (Parola maestra “Ti devo la gioia di averti potuto aiutare io che sono solo una piccola Cocci del prato”) “La storia della formica Regina”: “Tutto tutti insieme” non basta, può portare anche all’egoismo e alla chiusura, invece che aprire alla fraternità. “La traccia”: C’è una legge più forte…è la legge della vita che vince la morte e fa fiorire perfino la terra più arida. “Il sogno”: Cocci è chiamata a riprendere il suo viaggio) “La Rana ”: scoperta ed accettazione di sé. (Parola Maestra: “Se ci sono, a qualcosa serviranno”) “I colori delle ali”: non importa quale sia il colore delle tue ali, importa quello che c’è nel tuo cuore Attività Scout- Racconti dell’ambiente fantastico Costruzione di uno strangolino o altro oggetto rappresentante il fuoco dello Spirito Santo a) In Parrocchia: i genitori continuano il loro percorso concordato (sulla Chiesa o sullo Spirito Santo e la Cresima oppure sull’Eucaristia). b) Nel gruppo Scout: le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo Scout attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno), si parla del campo invernale. 55 Ritiri Esp. Liturg. Genitori Si può programmare un Ritiro sul ruolo dello Spirito nella preghiera e nell’ascolto della Parola: esperienza di “meditazione” adeguata all’età (anche tecnica). È bene che in questi ritiri si insegni progressivamente anche a pregare coi salmi, la preghiera ispirata dallo Spirito Santo. Esperienze qualificanti Campo invernale: campo che si svolge in 3-4 giorni. Durante il campo invernale i fanciulli nuovi generalmente fanno la promessa: momento in cui entrano a far pienamente parte del Branco/Cerchio, e si impegnano a fare del loro meglio per osservare la legge del Lupetto/Coccinella, aiutare gli altri, con l’aiuto di Gesù. Celebrazione Si può fare una celebrazione che aiuti a comprendere, nella preghiera di gratitudine, che lo Spirito Santo rende ognuno assolutamente unico e parte di un tutto più vasto. Si può consegnare un ciondolo personalizzato, un sigillo, una tessera ecc.. Periodo: dall’inizio della Quaresima fino alla seconda domenica di Pasqua I pasti di Gesù: “mangione e beone, amico dei pubblicani e dei peccatori” (cfr. Mt 9, 10-13; 11, 1619). Nel contesto dell’ultima cena: - il comandamento dell’amore e il testamento di Gesù: “Non vi chiamo più servi ma amici” (Gv 13-16). - il dono più grande: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo che è dato per voi… Fate questo in memoria di me” (cfr. Lc 22, 1-30). Testi: Mt 9, 10-13; 11, 16-19; Gv 13-17; Lc 22, 1-30. Cfr. CdF/2, pp. 92-135; RICA, nn. 154-179. I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio) “Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la legge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed uccidendo Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge nel bosco – Momento della Competenza). La Comunità di Cerchio si è assestata ma deve sperimentarsi e verificarsi negli impegni e nei rapporti. I racconti previsti sono: “La civetta” (“Tutto tutto mio”, la tentazione dell’egoismo) “Gli Scoiattoli”: una nuova accoglienza per Cocci; lo stile della Famiglia Felice: lavorare e giocare per la famiglia scoiattoli erano la stessa cosa – il mutare delle stagioni e il sorgere del sole e della luna servivano per gli animali del bosco come orologio e calendario. “ La Grande Quercia ”: la Buona Azione; la fedeltà all’amicizia; la generosità che costa. (“Noi saremo i tuoi occhi- promisero gli uccelli- tutto ciò che vedremo nei nostri voli te lo racconteremo…”) “La notte delle Lanterne”: la sconfitta dei pregiudizi apre alla fraternità e alla solidarietà (avevano scoperto di avere tante cose da dirsi perché, proprio per il fatto di essere diverse, ogni cosa che l’una raccontava era nuova per l’altra) “La leggenda del mughetto”: la gioia sconfigge la paura e la bontà la prepotenza (“Io, il mughetto, sono un po’ di quei campanellini”) Ritiri Esp. Liturg. Esperienze qualificanti Celebrazione Contenuti catechistici Cogliere che la fonte della vitalità della Chiesa è il Signore che si dona nell’Eucaristia. Scoprire che i cristiani sono quelli che fanno Eucaristia (la domenica come giorno del Signore e della Chiesa). Comprendere come rivolto a sé l’invito del Signore a mangiare e bere del suo corpo e sangue. Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico Obiettivi Periodo di Quaresima e Pasqua Partecipazione del gruppo al Triduo (soprattutto alla Veglia) pasquale. Vivere la Quaresima a livello di gruppo come tempo di silenzio, preghiera, lotta (lotta per fortificarsi, la lotta spirituale), digiuno e carità. Fare qualche piccola esperienza di digiuno, cogliendone soprattutto il senso di condivisione. Ritiro di Quaresima insieme ai fanciulli del cammino ordinario. Nella III, IV, e V domenica di Quaresima si potrebbero far vivere ai ragazzi (ovviamente adattandoli) gli “scrutini”, che sono previsti per i catecumeni in preparazione ai sacramenti dell’IC e che si concludono con gli esorcismi. Il loro scopo è: «purificare la mente e il cuore, fortificare contro le tentazioni… stimolare verso una più piena adesione a Cristo» (RICA, n. 154). Sacramenti IC Completamento dei sacramenti dell’IC con la celebrazione unitaria della Cresima e dell’Eucaristia (con la prima Comunione). Genitori In base alle tradizioni di ogni gruppo da gennaio a giugno si vivono circa 3 uscite con il Branco/Cerchio con o senza pernottamento: durante l’uscita i fanciulli hanno modo di vivere per più lungo tempo insieme alla propria Comunità il gioco, la preghiera, l’Eucaristia, attività varie proposte dai Capi in base al programma dell’anno. a) In Parrocchia: I genitori continuano il loro percorso concordato (sulla Chiesa o sullo Spirito Santo e la Cresima oppure sull’Eucaristia). b) Nel gruppo Scout: In base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come condivisione di un momento importante dell’anno liturgico. 56 Periodo: dalla terza domenica di Pasqua alla fine dell’anno scout Periodo di Pasqua e Pentecoste Obiettivi Cogliere la dimensione missionaria della Chiesa: - che ha in Gesù il suo Capo/Signore/Salvatore; - nello Spirito Santo loda il Padre; - ha come legge il comandamento dell’amore; - si sente inviata a tutte le genti. Contenuti catechistici La Chiesa: una Comunità missionaria. Il ruolo di Pietro e Paolo. Espansione della Chiesa da Gerusalemme ad Antiochia in Asia Minore, in Europa. I viaggi di Paolo. … mentre attende il ritorno di Gesù (la folla dei testimoni, i missionari, i martiri …) Testi: CdF/2, pp., 148-157; CdF/3, pp. 68-73 Mandato missionario, con la consegna della cartina del Mediterraneo (sulle orme dei testimoni) e delle aree geografiche del mondo non ancora evangelizzate. Celebrazioni I racconti che accompagnano questo periodo sono (in grassetto quelli obbligatori): Per il Branco (da marzo a maggio) “Il fiore rosso” e “La tigre la tigre”: La difesa della legge: senza l’impegno di Mowgli nel servire la legge, il branco si disgrega. Mowgli diventa difensore della legge, disperdendo il branco ed uccidendo Shere Khan, grazie al suo ingegno ed alla sua iniziativa. Competenza: “Io con gli altri”, il fanciullo inizia ad impegnarsi in prima persona nel Branco. “I cani rossi” (Vacanze di Branco – in estate): La difesa della propria terra, l’impegno personale di Mowgli al servizio del Branco per difendere il territorio di caccia dall’invasione dei cani rossi, la disponibilità di Akela e di Wontolla. Momento della Responsabilità (Lupo Anziano), responsabilità verso gli altri, il fanciullo assume un ruolo di leader, è in grado di fare proposte operative ed è in grado di coinvolgere l’intero branco. Per il Cerchio (la vita di Cocci si svolge sulla montagna – Momento della Responsabilità, momento in cui misurare competenze e capacità di autonomia delle singole Coccinelle. L’ambiente fantastico sottolinea la fatica e la bellezza di un impegno personale, fondato sul senso di responsabilità e sulla voglia di arrivare alla meta stabilita) (da aprile a giugno): “Il serpente Scibà”:Cocci incontra Scibà il serpente e lo aiuta, vincendo paura e repulsione (“…che il tuo sentiero sia seminato dei grazie che ti diranno per la gioia che avrai saputo donare”) “ La Capra ” (“Sono molti giorni che siete qui ferme…è tempo di ripartire…”.) “La genziana”: è il grazie di un amico il dono più bello “L’aquila Arkanda”: nell’incontro con l’Aquila Cocci si spiega il significato del suo lungo volo (“i punti neri sono un dono che ho ricevuto, disse Cocci- “preoccupati di dare quello di cui gli altri hanno bisogno da te” rispose Arkanda – e Cocci al suo ritorno pensò di donare ad ognuno degli altri un pezzetto dei suoi punti neri). “Otto Coccinelle in viaggio” (Vacanze di Cerchio): si ripercorre il sentiero di Cocci e quindi il cammino di Progressione Personale di ognuno. Attività Scout - Racconti dell’ambiente fantastico Conoscere le testimonianze significative nella Comunità parrocchiale: i santi (visitare la chiesa parrocchiale e scoprire a chi essa sia dedicata; conoscere la vita del patrono attraverso anche le raffigurazioni pittoriche presenti in chiesa o anche di altri santi ivi raffigurati). Festa di Primavera: campo vissuto con più branchi-cerchi, in cui si abbina la primavera della natura a quella della Chiesa: Pentecoste. Durante l’estate si vive un campo estivo che dura circa una settimana: durante questo campo si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana:essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i fanciulli a viverla come dono di Dio e a ricercare anche in essa la presenza di Lui. Esperienze qualificanti a) In Parrocchia: i genitori continuano il loro percorso concordato (sulla Chiesa o lo Spirito Santo e la Cresima oppure sull’Eucaristia) Genitori b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la presentazione del campo estivo. 57 5 Tempo della mistagogia Celebrazioni Contenuti catechistici Obiettivi Presentazione sintetica del percorso annuale Partecipazione abituale ai Sacramenti della vita Cristiana (Eucaristia domenicale, Riconciliazione) Conformazione della propria vita al Vangelo, vivendo i Sacramenti nella coerenza quotidiana. Testimonianza della propria fede in tutti gli ambienti di vita. Ricerca di un modo per rimanere nella Comunità. Unitarietà tra creazione e redenzione. Il volto autentico della Chiesa (origine, storia, missione). Proseguire nella conoscenza esperienziale della Spirito e dei suoi doni. Vocazione personale nella Storia della Salvezza: chiamati a realizzare la grande impresa del creato Consegna del Giorno del Signore (importanza della liturgia). Consegna del Credo Consegna della Legge Scout e suo richiamo costante Celebrazione della Promessa. Lancio della BA (Buona Azione) Genitori Esperienze qualificanti Devono essere vissute come esperienza forte di manifestazione e di corresponsabilità, assumendosi un impegno preciso nella Comunità. Preparazione alla Promessa (attraverso mete e impegni per raggiungerle, in diversi ambiti: formazione del carattere, servizio al prossimo, abilità manuale, salute e forza fisica) Il ragazzo può assumere servizi temporanei nella celebrazione del culto e nella vita comunitaria. Consiglio di Squadriglia, Consiglio della Legge Uscite di Squadriglia e di Reparto Imprese di Squadriglia e di Reparto Missioni di Squadriglia Campi Campetti di specialità (nel primo anno vengono acquisite competenze, tramite le specialità che poi vengono condivise con il Reparto) Veglia alle stelle La famiglia deve testimoniare a fianco dell’iniziato, accompagnandolo nell’assunzione di impegni concreti. Le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo Scout attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno) e si parla del campo invernale. Un’altra riunione viene fatta prima del campo estivo per un resoconto dell’anno e per la presentazione del campo estivo. All’inizio dell’anno, secondo le tradizioni dei diversi gruppi si vive una giornata di gruppo a cui sono invitati anche i genitori. 60 Periodo: dall’inizio dell’anno scout fino alla festa di Cristo Re Periodo d’inizio Obiettivi Aiutare i ragazzi a sentirsi ormai “iniziati”, pienamente inseriti in Cristo e nella Comunità cristiana L’essere diventati cristiani offre la possibilità di vivere la comunione con Cristo e col Padre nella Comunità cristiana, con la quale ci si raduna soprattutto nel giorno del Signore. Entra in campo! C’è un tesoro! La decisione di mettere a fruttto: • i luoghi, i tempi e le regole • i paletti del cammino • il senso dei comandamenti • il senso del “giorno del Signore” Contenuti catechistici Entra in campo! “Dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore” (Lc 12,34) Parole da custodire All’inizio dell’anno Scout, in ottobre, avviene la cerimonia dei passaggi, dove i Lupetti e le Coccinelle dell’ultimo anno passano nel Reparto (unità che accoglie ragazzi dai 12 ai 16 anni). Inoltre ogni gruppo accoglie al suo interno i nuovi fanciulli che vivranno l’esperienza Scout. In Reparto, i ragazzi vengono accolti nelle Squadriglie, gruppi monosessuati, eterogenei per età, che costituiscono il Reparto e all’interno delle quali ogni componente ha un ruolo (verticalità di Squadriglia). Le squadriglie sono guidate dal capo squadriglia generalmente un ragazzo/a (15-16 anni) con esperienza, riconosciuta dal Consiglio della Legge. La Squadriglia, durante tutto l’anno sperimenta l’autonomia attraverso dei momenti autogestiti (uscite, riunioni, imprese), in cui non vi è la presenza di adulti. Durante i primi incontri si scopre la sede (il luogo dove avvengono le riunioni) e in particolare l’angolo di squadriglia; i ragazzi si conoscono tra di loro, attraverso giochi o attività preparate per questo scopo, in modo tale che anche i nuovi si possano sentire a proprio agio; viene presentata la preghiera dell’Esploratore e della Guida, la Legge scout. Attività Scout Esperienza in un tempo nuovo. Entrare in campo: l’emozione di entrare in campo! Avventura! In novembre si vive la prima uscita di Reparto: durante l’uscita i ragazzi hanno modo di vivere più lungo tempo insieme alla propria Squadriglia e al Reparto, di conoscere meglio gli altri e di vivere momenti di preghiera e l’Eucaristia. Questa uscita è anche la prima occasione, soprattutto per i ragazzi del primo anno di assaporare lo spirito tipico della vita di Reparto, l’avventura (strada, natura, tecnica). I ragazzi del primo anno iniziano a camminare verso la promessa, cercando di prefissarsi mete e impegni utili per raggiungerle, con l’aiuto del Capo Squadriglia e della propria Squadriglia. Iniziano a scoprire la Legge Scout. Esperienze qualificanti a) In Parrocchia: un incontro iniziale su come stare accanto ai ragazzi in questa età e sul senso del cammino “mistagogico”. Genitori b) Nel gruppo Scout: le famiglie vengono generalmente coinvolte dal gruppo attraverso alcune riunioni. All’inizio dell’anno i Capi incontrano i genitori per spiegare cosa è lo Scoutismo e quali sono i valori di fondo a cui si ispira. Prima del campo invernale si svolge una riunione in cui si presenta il progetto educativo di gruppo da cui scaturisce il programma dell’anno dell’unità (in cui sono specificati anche gli obiettivi di catechesi che si vogliono raggiungere nell’anno) e si parla del campo invernale. 61 Periodo: dalla prima domenica d’Avvento fino all’inizio della Quaresima Aiutare i ragazzi a vivere ogni giorno da figli di Dio, scoprendo soprattutto i doni della speranza “Non temere” (cfr Mt 10) “Dorma o vegli, il seme germoglia e cresce” (cfr. Mc 4,26-29) “La nostra speranza è Gesù” (Francois-Xavier Nguyen Van Thuan) Attività legate alla speranza: sogni, desideri, ideali (ad esempio attraverso la progettazione della propria specialità) Fiducia/aspettative. Paure. Autostima. Genitori Parole da custodire La speranza cristiana dà consistenza al desiderio di vita, di una vita senza fine, aprendolo alla piena partecipazione alla vita di Dio. Riflessioni sul senso dell’attendere, del vivere e morire, sul Regno di Dio che è all’opera e che un giorno si compirà. Avvento, come tempo particolare dell’attesa e della speranza! Lo Spirito Santo, offerto in particolare nella Cresima, alimenta la speranza cristiana, soprattutto nei momenti difficili: “egli vi insegnerà ogni cosa (Gv 16,13); “non preoccupatevi...:lo spirito santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire” (Lc 12,11). Lo Spirito Santo anima la speranza e sollecita verso il futuro. Il sacramento della riconciliazione come fonte di speranza. Gli atteggiamenti della speranza cristiana: capacità di attesa, credere continuamente a nuove possibilità, grazia di non arrendersi mai; apertura al futuro... Aggancio Attività Scout con esper. Contenuti catechistici Obiettivi Periodo di Avvento e Natale Durante il mese di dicembre le Squadriglie si preparano a vivere il campo invernale: campo di 3-4 giorni che avviene durante le vacanze di Natale. Inoltre ci possono essere collaborazioni con la parrocchia per l’allestimento del presepe, coinvolgimenti per raccolte alimentari, animazione di Messe in parrocchia. Si vivono anche momenti di gruppo, come ad esempio secondo le tradizioni, la Messa di gruppo per il Natale, dove ogni unità collabora con preghiere, animazione dei canti, o portando quanto fatto durante il cammino di Avvento. I ragazzi del primo anno continuano la preparazione alla promessa, che faranno durante il campo invernale. La sera prima della promessa, secondo le tradizioni dei gruppi, i ragazzi vivono la veglia d’armi, un momento di riflessione, vissuto insieme al proprio capo Squadriglia o in solitudine, in cui riflettono sui valori della promessa, sulla Legge Scout e sul passo che stanno per compiere. Nella promessa scout, con l’aiuto di Dio, ci si impegna a fare del proprio meglio per compiere il proprio dovere verso Dio e verso il proprio paese, nell’aiutare gli altri e nell’osservare la Legge Scout. Durante il campo invernale si organizzano delle attività di tappa, attività in cui i ragazzi della stessa tappa lavorano insieme per progredire. Le tappe del sentiero degli Esploratori e delle Guide sono: scoperta, competenza e responsabilità. Ogni Esploratore/Guida cammina per una tappa, attraverso mete e impegni concreti utili per raggiungere le mete prefissate in diversi ambiti. All’interno del sentiero, ogni E/G cerca di specializzarsi in alcuni ambiti per poi rimettere a disposizione degli altri le proprie capacità. Generalmente ogni E-G inizia la propria specialità, una volta presi gli impegni davanti al Consiglio della Legge. La sua presentazione al Reparto può avvenire già dal campo invernale. Prima del campo invernale le Squadriglie iniziano a progettare la propria impresa, di Squadriglia o di Reparto, che li vedrà impegnati per i mesi successivi e per il raggiungimento della quale ogni componente della Squadriglia assume un ruolo (in base alle proprie capacità e a cosa gli serve per andare avanti nel proprio sentiero). Le imprese sono attività che la Squadriglia progetta, realizza e verifica e possono riguardare diverse tecniche (espressione, abilità manuale, alpinismo, nautica, giornalismo, ecc.). Dopo il campo invernale, nel periodo che precede l’inizio della Quaresima, i ragazzi sono impegnati nella realizzazione dell’impresa. Inoltre, in base alle tradizioni dei gruppo, preparano attività da viversi insieme a tutto il gruppo (ad es. Thinking Day). Uscite di Reparto Uscite di Squadriglia: uscita con pernottamento vissuta dalla singola Squadriglia, dove si vivono momenti importanti per la realizzazione dell’impresa, momenti di catechesi preparati dal Capo Squadriglia, insieme ai Capi Reparto durante gli incontri del Consiglio Capi (dove si riuniscono i Capi Reparto con i Capi Squadriglia per organizzare attività riguardanti il Reparto e la Squadriglia e dove si parla della Progressione Personale degli Squadriglieri). a) In Parrocchia: Promessa/adempimento: la virtù della speranza e la struttura della relazione educativa. b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo per il Natale, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come momento di condivisione di una tappa importante dell’anno liturgico. 62 Periodo: dalla terza domenica di Pasqua alla fine dell’anno scout Periodo di Quaresima Obiettivi Aiutare i ragazzi a vivere ogni giorno da figli di Dio scoprendo soprattutto il dono della fede. Contenuti catechistici La virtù della fede sottintende, ricupera e perfeziona quella dimensione antropologica che si esprime nelle varie forme del vivere quotidiano: credere nel senso della vita, di ciò che sto facendo, credere agli altri, all’amore ecc. Con la fede teologale ci abbandoniamo con fiducia a quell’Altro che è Dio stesso, accogliamo con convinzione la sua Parola di verità e con amore obbediamo ai suoi disegni. nella fede “cristiana” accogliamo Cristo e l’annuncio della sua morte e resurrezione; contemporaneamente, partecipiamo allo stile di vita che Gesù stesso ha nei confronti del Padre. Gli atteggiamenti della fede sono: ascolto della Parola; fiducia in Dio; abbandono in Lui e ai suoi progetti; obbedienza e amore. Soprattutto in Quaresima possiamo contemplare in Gesù alcuni atteggiamenti tipici del vero credente. La virtù della fede richiama il Battesimo, che è il sacramento della fede per eccellenza. Parole da custodire “Buttati” (cfr. Mt 14,22-23) “Vivi di fede e per fede” (cfr. Eb 11,1-13). “Non si vede bene che col cuore! L’essenziale è invisibile agli occhi” (Saint- Exupéry) b) Nel gruppo Scout: in base alle tradizioni dei singoli gruppi, si celebra insieme la Messa di gruppo in Quaresima, a cui sono invitate anche le famiglie dei ragazzi, come circostanza in cui condividere un momento importante dell’anno liturgico 63 Genitori a) In Parrocchia: riflessione sul tema della fede e sulla virtù della prudenza/sapienza: come vivere queste virtù? Come educare i figli stessi a viverle? Attività Scout Lancio della BA Preparazione di alcuni momenti liturgici importanti vissuti insieme al resto del gruppo, in base alle tradizioni (Messa di Gruppo di Quaresima, partecipazione alla celebrazione delle Palme, triduo pasquale in parrocchia). I ragazzi, inoltre, potrebbero essere coinvolti dalla Parrocchia in attività di raccolta fondi per i poveri (raccolte alimentari......) Uscita di Reparto Nel periodo che precede o segue la Pasqua generalmente le Squadriglie iniziano a preparare anche il Campo San Giorgio (campo di 3-4 giorni, vissuto nel periodo della festa di San Giorgio, patrono degli Scout E/G, tra più Reparti, che ha l’obiettivo di rafforzare la dimensione della fratellanza scout che esce dal proprio Reparto). Attività Scout Aggancio con esperienza Cose da fare Parole da custodire Contenuti catechistici Obiettivi Periodo di Pasqua e Pentecoste Periodo: dalla terza domenica di Pasqua alla fine dell’anno scout Aiutare i ragazzi a vivere ogni giorno da figli di Dio scoprendo soprattutto il dono della carità. La fame e sete inesauribile di amare ed essere amati costituiscono una dimensione essenziale dell’esistenza. Ogni persona anela alla libertà, ma la libertà più grande, quella che ci salva da ogni autocentratura e da ogni egoismo restrittivo, è una dilatazione della capacità di amare: nell’esperienza del poter amare, la persona comprende realmente di essere libera. La carità teologale apre la sete di amore e libertà verso quella fonte e della meta che è Dio stesso. Nella carità, infatti, ripieni dell’amore di Dio effuso nei nostri cuori mediante lo Spirito (cfr. Rm 5,5), amiamo Dio al di sopra di tutto e, per amore suo, amiamo il nostro prossimo come noi stessi. La carità ci fa partecipare alla forza e alla bellezza dell’amore con cui Cristo stesso ha amato il Padre e i fratelli (cfr. Gv15,13). Gli atteggiamenti della carità sono: amore, semplicità, onestà, sincerità, giustizia, lealtà, fedeltà, cortesia, rispetto, umiltà, castità, povertà, obbedienza. La partecipazione all’Eucarestia è esperienza continuamente rinnovata dell’amore di Dio in Cristo e, quindi, fonte della nostra capacità di amre tutti e di fare Chiesa (cfr. 1 Cor 10,16-17). La “missione” come forma particolare di carità cristiana. “Dio è amore” (1 Gv 4,8) “Nessuno ha un amore più grande...” (Gv 15,13) “L’amore non avrà mai fine” (1 Cor 13,8) “Ama e poi fa’ quello che vuoi” (Sant’Agostino) Celebrazione del compimento dell’ICFR con la consegna di una specie di “passaporto” del cristiano. Nella celebrazione, per sottolineare il passaggio dal “dono” alla “responsabilità”, si potrebbe ricuperare attraverso i simboli, tutto quanto è stato ricevuto da questi ragazzi nel corso del cammino iniziatico. Incontro con il Vescovo di tutti i gruppi che in quell’anno vivono il tempo della mistagogia: mandato/ partenza. Riferimento costante alle BA Verso la fine di maggio i ragazzi concludono le loro specialità di Squadriglia che vengono riconosciute a livello regionale (è possibile che non venga dato riconoscimento nel caso la specialità non sia stata realizzata in modo approfondito secondo quanto richiesto dalla regione). Nelle ultime settimane prima di salutarsi per le vacanze le Squadriglie si dedicano alla preparazione del campo estivo, preparando il materiale che servirà (tenda, pentolame, ecc.) e anche attività da proporre alle altre Squadriglie. Genitori Durante l’estate si vive il campo estivo che dura circa una decina di giorni: durante questo campo si cerca di vivere, come tutto l’anno, in stile Scout, che richiama fortemente lo stile di vita cristiana: essenzialità, Comunità, condivisione... Si vive molto a contatto con la natura, e si cerca di stimolare i ragazzi a vivere la natura come dono di Dio e ricercare in essa la presenza di Dio. Ogni Squadriglia si costruisce l’angolo di Squadriglia con costruzioni che serviranno per dormire, mangiare, cucinare, svolgere alcune attività. Durante il campo si vivono diversi momenti di Squadriglia e momenti vissuti insieme a tutto il Reparto. Le Squadriglie al campo svolgono diversi servizi utili per la buona riuscita del campo (tra questi il servizio di liturgia - catechesi, in particolare per quanto riguarda la liturgia, ogni giorno a turno una Squadriglia organizza insieme ai capi o per conto proprio attività e riflessioni da proporre al resto del Reparto, su un tema dato, in base al programma di catechesi previsto dal programma del campo. Questo servizio permette ai ragazzi di riflettere e trasmettere poi agli altri ciò che hanno compreso e interiorizzato). Al campo, generalmente, si costruisce l’angolo della preghiera, un luogo dedicato ai momenti di catechesi, alla preghiera personale e alle Sante Messe. Per i ragazzi del primo anno il campo estivo è l’occasione più forte per identificare il senso di condivisione e di Comunità che li chiama a collaborare costantemente per riuscita della vita di Squadriglia. a) In Parrocchia: il tema della carità cristiana e le virtù della temperanza e giustizia. Come viverla da sposi e da genitori? Come farle vivere ai figli? b) Nel gruppo Scout: prima del campo estivo è previsto un incontro per il resoconto dell’anno e la presentazione del campo estivo. 64 VI Scheda personale Per meglio seguire la progressione personale di ogni Lupetto o Coccinella, può essere utile tenere aggiornata una scheda indicando le prede/i voli, le specialità, le tappe di ICFR. Ecco un esempio. GRUPPO NOME BRANCO/CERCHIO NOME E COGNOME: INDIRIZZO: N° DI TELEFONO: LUOGO E DATA DI NASCITA: SCUOLA FREQUENTATA: PARROCCHIA DI APPARTENENZA: ATTIVITA’ EXTRASCOLASTICHE: VARIE ED EVENTUALI/PROBLEMI VARI: PROMESSA PROGRESSIONE PERSONALE Lupo della Legge/Coccinella del prato Lupo della Rupe/ Coccinella del bosco Lupo Anziano/Coccinella della montagna SPECIALITà: 65 Scheda personale TAPPE ICFR Prima Tappa La scoperta di Gesù Seconda Tappa La scoperta del Dio di Gesù: il Padre Terza Tappa: La storia della salvezza Quarta Tappa: La celebrazione dei Sacramenti, l’azione dello Spirito Consegna del Vangelo Consegna del “Padre Nostro” e del Comandamento dell’amore. Consegna della Bibbia Rito di ammissione ai Sacramenti (se non è già stato fatto) Riconsegna del “Padre Nostro” Consegna dello Shema’ Mandato missionario Prima Confessione Rito di ammissione tra i candidati alla Cresima/Eucaristia Celebrazione dei Sacramenti dell’IC Consegna del Crocifisso Rinnovo Promesse battesimali 66 VII Abbreviazioni AC Azione Cattolica ACR Azione Cattolica Ragazzi AE Assistente Ecclesiastico AGESCI Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani AGI Associazione Guide Italiane BA Buona Azione CdA Catechismo degli Adulti CdF Catechismo dei Fanciulli CEI Conferenza Episcopale Italiana Co.Ca. Comunità Capi E/G Esploratori e Guide IC Iniziazione Cristiana ICFR Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e de i Ragazzi L/C Lupetti e Coccinelle PUC Progetto Unitario di Catechesi R/S Rover e Scolte Reg. Met. Regolamento Metodologico RICA Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti UCN Ufficio Catechistico Nazionale 67 indice Introduzione.......................................................................................................................................................................................... Pag. Presentazione...................................................................................................................................................................................... Pag. Lo scout cristiano nella Chiesa........................................................................................................................................... Pag. Il cuore e lo sguardo in avanti e in alto...................................................................................................................... Pag. Note introduttive.............................................................................................................................................................................. Pag. I. AGESCI e nuova evangelizzazione........................................................................................................................ Pag. II. Specificità della proposta Scout.............................................................................................................................. Pag. 1. Il metodo Scout. ................................................................................................................................................................ Pag. 2. L’itinerario di fede............................................................................................................................................................ Pag. 3. La pedagogia Scout nell’educazione alla fede................................................................................ Pag. 4. Progressione educativa Scout............................................................................................................................. Pag. 5. La vita comunitaria........................................................................................................................................................ Pag. III. In che consiste il nuovo modello di ICFR? Quali i principi ispiratori?....................................... Pag. 1. Una ICFR che coinvolge tutta la Comunità cristiana e, soprattutto, la famiglia...... Pag. 2. Una “iniziazione” non semplicemente ai sacramenti, ma alla vita cristiana. ......... Pag. 3. Una iniziazione che fa più attenzione alla reale situazione dei ragazzi........................ Pag. 4. Una iniziazione che sollecita anche una nuova forma di catechesi. ............................ Pag. 5. Una iniziazione che ricupera il senso, l’unità e l’ordine dei sacramenti dell’IC..... Pag. IV. Proposta dell’itinerario di ICFR in AGESCI. ....................................................................................................... Pag. 1. Titolarità: quale Parrocchia è responsabile del cammino di ICFR in AGESCI?...... Pag. 2. Quando comincia il cammino dell’ICFR in AGESCI?..................................................................... Pag. 2.1. IPOTESI A....................................................................................................................................................................... Pag. 2.2. IPOTESI B........................................................................................................................................................................ Pag. 3. Percorso ciclico del II e III tempo dell’ICFR nel cammino dell’AGESCI......................... Pag. 3.1. Se si sceglie l’«ipotesi A». ............................................................................................................................... Pag. 3.2. Se si sceglie l’«ipotesi B». ................................................................................................................................ Pag. 4. I “riti di passaggio” nel cammino dell’AGESCI..................................................................................... Pag. 4.1. Se si sceglie l’«ipotesi A». ............................................................................................................................... Pag. 4.2. Se si sceglie l’«ipotesi B». ................................................................................................................................ Pag. 5. Il tempo della mistagogia nel cammino dell’AGESCI................................................................... Pag. 6. Schema del percorso dell’ICFR in AGESCI............................................................................................... Pag. 6.1.Se si sceglie l’«ipotesi A». ............................................................................................................................... Pag. 6.2.Se si sceglie l’«ipotesi B». ................................................................................................................................ Pag. 7. Evangelizzazione e formazione dei genitori. .......................................................................................... Pag. 8. Formazione Capi.............................................................................................................................................................. Pag. 9. L’Assistente ecclesiastico. ........................................................................................................................................ Pag. V. Schede per il percorso dell’ICFR in AGESCI................................................................................................... Pag. Tempo della prima evangelizzazione prima tappa LA SCOPERTA DI GESÙ...................................................................................................................... Pag. seconda tappa LA SCOPERTA DEL DIO DI GESÙ: IL PADRE.............................................................. Pag. Tempo dell’approfondimento della fede prima tappa LA STORIA DELLA SALVEZZA......................................................................................................... Pag. seconda tappa LO SPIRITO SANTO, LA CHIESA E I SACRAMENTI DELL’IC........................... Pag. Tempo della mistagogia........................................................................................................................................................... Pag. VI SCHEDA PERSONALE............................................................................................................................................................ Pag. VII ABBREVIAZIONI. ......................................................................................................................................................................... Pag. 68 3 5 6 7 8 10 13 13 14 15 16 17 19 19 20 21 22 23 26 26 27 27 27 27 27 28 28 29 29 29 31 31 32 32 33 33 34 35 41 47 53 59 65 67