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L`Italia nella bandiera
L’Italia nella bandiera L diera nazionale e con essa le sue truppe passarono il Ticino, dando inizio alle guerre che portarono all’unità d’Italia. Nel 1861 alla proclamazione del Regno d’Italia il tricolore caricato dello scudo Savoia, come raffigurato nella figura 1, diventò la bandiera nazioFigura n°1 nale italiana. Si deve notare che lo scudo centrale ricopre buona parte della banda bianca. Era già tradizione del Regno di Sardegna avere una bandiera navale in aggiunta a quella nazionale. Così fece anche per il tricolore. Nella bandiera della Regia Marina allo scudo Savoia fu sovrapposta la corona reale. Quella bandiera fu estesa anche alFigura n°2 l’Esercito, diventando così la bandiera militare del regno. Si vede nella figura 2. Si deve notare che la corona reale adottata nella bandiera (e nello stemma nazionale) riportava a sua volta i simboli sabaudi, come i “nodi Savoia” ad unire le gemme, nel cerchio della corona, e, sotto i bracci, gli stemmini Savoia stilizzati intercalati alle foglie d’acanto (o fioroni) tipiche di quasi tutte le corone nel mondo. Figura n°3 Quella bandiera aveva un’edizione semplificata, figura 3, in cui la corona era stata ridotta all’essenziale pur non perdendo la sua efficacia rappresentativa. Probabilmente serviva per ridurre il costo di stampa del vessillo. Con l’avvento della repubblica, il 2 giugno 1946, la bandiera italiana fu privata dei simboli monarchici restando il tricolore semplice come rappresentato nella figura 4: è l’attuale bandiera nazionale. L’anno successivo ci si accorse che sulle navi, in particolar modo mercantili, la nostra bandiera poteva essere confusa con quella a ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia è stata celebrata con varie manifestazioni alcune delle quali (poche invero) hanno ricordato il suo simbolo più importante: la bandiera. Di particolare significato è stata l’interessante iniziativa dedicata al nostro vessillo dal comune di Reggio Emilia, città patria del Tricolore, con l’esposizione lungo le vie cittadine di grandi copie delle bandiere che hanno interessato la storia d’Italia. La bandiera è una componente significativa dell’identità nazionale, la distingue nel mondo ed è il punto di riferimento per gli italiani. Dare un rapido excursus sull’aspetto che essa ha avuto in questi 150 anni è ripercorrere una parte della storia nazionale attraverso il suo simbolo più importante. Il tricolore italiano ha avuto la sua origine, com’è noto, a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 quale bandiera della Repubblica Cispadana che doveva essere l’inizio di una nazione italiana sulla spinta degli ideali della Rivoluzione Francese. Purtroppo quel progetto non proseguì e si dovettero attendere altri 65 anni per portarlo a compimento. Il primo tricolore cispadano si ispirava a quello francese. La sua forma era però diversa dall’attuale avendo le bande orizzontali. La bandiera che poi diventerà quella del Regno d’Italia, con lo scudo Savoia nella banda bianca centrale, fu disegnata nel 1848 alla vigilia della 1.a Guerra d’Indipendenza. Non esiste un documento che la mostri e, per quel poco che se ne sa, lo stemma doveva debordare un poco sulle bande laterali. Il Regno di Sardegna la adottò come ban- 25 avvenimenti A conclusione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, pubblichiamo una breve rassegna storica su quel che è stato il tricolore in questi anni. del Messico, quasi identica all’italiana e che allora non aveva stemmi nella bandiera mercantile, con conseguenti problemi di identificazione in mare. Si provvide allora di dotare l’Italia delle bandiere navali blasonando la banda bianca centrale. La scelta cadde su un modello di stemma ideato nel 1939 dalla Consulta Araldica del Regno dietro richiesta del Ministro per la Marina, ammiraglio Cavagnari, al fine di applicarlo alle prue delle navi. Lo stemma della Consulta Araldica era costituito da uno scudo sannita con inquartati gli stemmi delle quattro repubbliche marinare e bordato di cavo torticcio. Al centro (o “in cuore”, come si definisce in araldica) vi era, più in piccolo, lo scudo Savoia con ai fianchi due fasci littori. Al disopra dello scudo era posta una corona navale derivata da quella dell’antica Roma. La corona navale romana era un’ambita decorazione dell’antica Roma e raramente concessa: ne furono assegnate soltanto quattro in tutta la sua storia. Si trattava di una corona turrita e con un rostro applicato nella parte anteriore del cerchio (il rostro a Roma simboleggiava la Marina, come oggi usiamo l’ancora). La Consulta Araldica modificò leggermente la forma di quella corona ponendovi quattro torri merlate (di cui tre visibili) intervallate, nel cerchio, dai rostri e con l’aggiunta nella parte anteriore di un’ancora romana di Nemi. Lo stemma, tolte le simbologie monarchiche e fasciste, fu adottato per la bandiera della Marina Militare, come è mostrato in figura 5. Si deve osservare che rispetto all’emblema licenziato dalla Consulta Araldica furono apportate piccole variazioni al quarto della Repubblica di Venezia. Il leone alato e nimbato ha le zampe anteriori sulla terra, delle quali una poggia sul libro del Vangelo chiuso men- tre l’altra regge una spada; quelle posteriori sono poste sulle onde: questa simbologia sembra voglia significare che difende la nazione sul mare, sulla terra e nella sua cultura. Per lo stemma della Marina Mercantile fu tolta la corona allo scudo e per il leone marFigura n°4 ciano ripresero la sua raffigurazione più usata nella Serenissima Repubblica di Venezia in cui regge il libro del Vangelo aperto con l’invocazione a San Marco: “Pax tibi Marce evangelista meus”, come si vede nella figura 6. Gli stemmi navali hanno un’indubbia eleganza grafica, vivacità di colori, accostamento sapiente delle parti, al punto di essere stati adottati dalla moda. Una scelta Figura n°5 che avvicina glorie antiche della storia alla modernità, tipica del buon gusto italiano. Nel 2003 è stata aggiunta una quarta bandiera nazionale, dedicata ai battelli al servizio dello Stato che, in sintesi, non sono né militari, né mercantili. Essa si distingue dalle altre per avere nel mezzo l’emblema dell’Italia. Non ci sono ancora immagini di questa bandiera ed il suo aspetto potrebbe essere Figura n°6 quello di figura 7. A conclusione di questa narrazione per sommi capi sulla nostra bandiera bisogna citare che una nor mativa vera e propria sul disegno degli stemmi non esiste o se c’è è introvabile. Lo dimostra il fatto che le bandiere italiane mostrano (e mostravano ancor più quelle della monarchia) differenze a volte anche evidenti nella raffigurazione degli stemmi. Figura n°7 Le figure che accompagnano queste note sono il risultato della consultazione di innumerevoli immagini e fotografie di bandiere: in pratica sono rappresentazioni abbastanza probabili ed attendibili di quello che sono state e tuttora sono le bandiere nazionali italiane. Paolo Reggiani n 26 L’Arsenale di Augusta festeggia il Santo Patrono avvenimenti Presso l’Arsenale Militare Marittimo di Augusta si sono svolti, in occasione dei festeggiamenti del Patrono, San Giuseppe, l’inaugurazione e la benedizione delle nuove infrastrutture. H a avuto luogo lo scorso 19 marzo la cerimonia religiosa che, come ogni anno, vede le maestranze dell’Arsenale MM di Augusta (e loro familiari) raccolti intorno al simulacro di San Giuseppe – S. Patrono dello Stabilimento. In occasione di detta ricorrenza sono state inaugurate alcune infrastrutture di recente consegnate nell’ambito del cosiddetto “Piano Brin”. Di fatto, l’arsenale di Augusta, nato per soddisfare limitate esigenze operative, ha visto nel tempo un notevole incremento di lavori affidati. La crescente presenza delle Unità della Squadra Navale presso la Banchina Lavori, ha comportato la necessità di adeguarlo alle nuove esigenze, sia dal punto di vista organizzativo che tecnico-infrastrutturale. L’attività di adeguamento/ammodernamento necessaria è stata pianificata nel “Piano Brin” che, avviato nel 2007, è in pieno svolgimento e dovrebbe completarsi nel 2013. Alla presenza dell’Amm.Isp.Capo Alberto Gauzolino, del Vice Prefetto Vicario di Siracusa D.ssa Giusi Scaduto, del Sindaco di Augusta Dr. Massimo Carrubba, del CMMA A.D. Raffaele Caruso e di tutte le numerose autorità militari, civili e reli- giose intervenute è stato reso solenne omaggio al Santo patrono con la funzione religiosa della S.Messa, officiata da S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Siracusa, ed impreziosita dalla presenza del coro Harmonia Modern Music Ensemble. Al termine della Santa Messa ha preso la parola il Direttore dell’Arsenale di Augusta, C.A. Osvaldo Brogi, che, dopo aver ringraziato le Autorità intervenute ed in modo particolare l’A.I.C. Alberto Gauzolino, patrocinatore del Piano Brin e garante dell’avvio dei relativi finanziamenti, ha illustrato come e quanto è stato fatto e quanto ancora sarà realizzato, grazie all’attenzione che gli Enti Centrali della Difesa hanno dedicato agli Arsenali. Fa menzione, altresì, alla carenza del turn over, che già da qualche anno ha prodotto un significativo decremento del personale civile, e quanto questo fenomeno va arrestato perché si rischia di perdere definitivamente il patriS.E. Rev. Arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo, benedice la nuova sede dell’Officina Motori. 27 La processione di San Giuseppe verso i locali da inaugurare e benedire. monio di professionalità e competenze diversificate e relative nicchie di autentica eccellenza. Segue l’allocuzione del Sindaco di Augusta, Dr. Massimo Carrubba, che evidenzia come l’Arsenale è parte vitale della storia di Augusta e grande sbocco per la sua economia. Conferma, come sempre, la grande disponibilità verso lo Stabilimento in termini di risorse e di mezzi per la realizzazione di quanto ancora previsto, nello spirito di collaborazione che da sempre ha visto la MM e la città di Augusta in perfetta simbiosi. E proprio in riferimento a quanto ancora c’è da fare in termini di ammodernamento e di rinnovamento che l’AIC Alberto Gauzolino nella sua allocuzione esordisce citando lo sforzo quotidiano cui sono chiamati oggi, le maestranze degli stabilimenti per supportare adeguatamente lo strumento navale della F.A.. Gli investimenti effettuati, e quelli futuri, sono particolarmente significativi. Dal 2007 a tutto il 2011 sono stati impegnati 17,6 milioni di euro e nell’anno in corso si prevede di impegnar ne altri 2 milioni. Quanto fino ad oggi investito rappresenta all’incirca la metà del budget globale che si prevede di impegnare nell’ambito del Piano Brin per l’Arsenale di Augusta, con il chiaro intento di perseguire un obiettivo importante ed ambizioso, quello di raggiungere una piena ristrutturazione dei siti lavorativi, in modo da consentire al personale di operare al meglio ed in piena sicurezza, impiegando strumenti di lavoro tecnologicamente sempre più avanzati. In quest’ottica, assicura che, seppure nei ben noti limiti di bilancio che impongono un turn over assai ridotto nell’ambito della P.A., gli Arsenali, e quello di Augusta in modo particolare, riceveranno da parte dell’Ispettorato e della Direzione Generale del Personale Civile la massima attenzione, affinchè una percentuale maggioritaria delle nuove assunzioni siano a questi destinate. Dopo la S. Messa si è proceduto con la consueta processione lungo le vie dello Stabilimento nel corso della quale sono state benedette ed inaugurate la nuova palazzina direzionale (che ha accorpato tutte le funzioni dirigenziali fino a ieri distribuite in aree diverse ed eliminato tutte le strutture precarie esistenti come prefabbricati o containers utilizzati come uffici) e le officine Motori e IEB (adeguate alla normativa di sicurezza e con rinnovamento parziale dei macchinari ed acquisto di nuovi), il tutto nel quadro dell’obiettivo primario di efficientamento a fronte delle esigenze di sostegno allo strumento navale. Alla fine dei lavori lo Stabilimento si presenterà come una struttura razionale, moderna, rinnovata ed altamente competitiva che potrebbe aprirsi, anche con capacità di eccellenza e costi competitivi al mercato civile per ricercare finanziamenti utili a compensare le riduzioni di budget nel settore Difesa. Una struttura, più che mai, integrata nella città di Augusta di cui certamente sarà, ancora più di oggi, uno dei suoi fiori al- 28 La madrina, Signora Ivana Brogi, accompagnata dall’Ammiraglio Ispettore Capo Alberto Gauzolino, taglia il nastro beneaugurante della nuova palazzina direzionale dell’Arsenale di Augusta. l’occhiello, contribuendo ad accrescerne il benessere ed il prestigio. Vari momenti, tutti significativi, hanno caratterizzato l’evolversi della cerimonia, nulla è stato trascurato. La benedizione dei locali ed il relativo taglio inaugurale del nastro da parte delle madrine hanno concluso la parte formale dell’evento che ha avuto un sobrio seguito nel vin d’ honneur allestito intorno alla nuova palazzina direzionale dove tra un brindisi ed una tartina si poteva anche ammirare la mostra a tempo libero di opere d’arte e fotografie realizzate da artisti dipendenti e non. La cerimonia, svoltasi in un clima di serena e sentita partecipazione da parte di tutti gli intervenuti ha riscosso un notevole successo e vivo apprezzamento da parte delle Autorità Istituzionali presenti anche perché l’evento rappresenta un ulteriore tassello che testimonia l’importante crescita che la Base Navale sta vivendo nel contesto della ristrutturazione organizzativa della Difesa. Fabiola Princiotta n Premio Bonifacio VIII avvenimenti Ad Anagni si è svolta la cerimonia di conferimento del premio nazionale ed internazionale Bonifacio VIII, giunto alla nona edizione. ANAGNI S i è tenuta il 9 dicembre dello scorso anno, nella splendida cornice della storica Sala della Ragione del Comune di Anagni, la cerimonia di conferimento del premio nazionale ed internazionale Bonifacio VIII, giunto alla nona edizione. In linea con la tradizione del premio, anche l’edizione di quest’anno è stata contraddistinta dall’elevato livello dei partecipanti, e alla presenza del Presidente dell’Accademia Bonifaciana cavaliere Sante De Angelis e del Presidente del Comitato Scientifico Monsignor Franco Croci, ospiti ed insigniti d’eccezione si sono alternati a ritirare la ormai nota ed apprezzata scultura realizzata del maestro Egidio Ambrosetti, che raffigura il profilo del papa anagnino, ideatore del primo anno santo della storia della cristianità, già consegnata in occasione della prima edizione del premio, nel 2003, al Beato Giovanni Paolo II. Il novero dei presenti ha incluso il Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo emerito di Paler mo, che ha presieduto la cerimonia e tenuto una lectio magistralis sulla nuova evangelizzazione, il Nunzio Apostolico in Bosnia, Erzegovina e Montenegro Monsignor Alessandro D’Errico, il dottor Miguel Diaz, Ambasciatore degli USA presso la Santa Lo Stendardo dell’Accademia Bonifaciana, a sinistra: un momento della premiazione. Sede e il sen. Lamberto Dini, Presidente della Commissione Affari Esteri del Senato. Tra gli insigniti anche un Ufficiale della Marina Militare italiana, il C.F. Corrado Campana, Capo sezione Operazioni Marittime del C.O.I., per il contributo fornito alla promozione del dialogo e della cultura della pace, nel 2009, in qualità di Comandante di Nave Granatiere impegnata come Flagship della Forza Permanente di Contromisure Mine della Nato (SNMCMG2). Corrado Campana n 29 avvenimenti co e alla Scuola Superiore di Arte Applicata iniziando, già a 17 anni, a lavorare per una grande agenzia milanese di pubblicità. Si trattava della I.M.A. (Idea Metodo Arte), diretta da don Anton Gino Domeneghini, regista fra l’altro del film d’animazione “La rosa di Bagdad” (fra i cui collaboratori compare anche il nome di Ciriello). Con la Seconda Guerra Mon- Conferito a Roma al maestro Averardo Renato Ciriello il titolo onorifico di “Pittore Benemerito della Marina Militare”. Un nuovo pittore di Marina T ra i vari compiti dell’Ufficio Storico della Marina vi è quello di conferire, mediante concorso regolato da apposito statuto, il titolo onorifico di “Pittore di Marina”. Aperto a tutti gli artisti italiani che si siano distinti per la conoscenza del mare e delle navi e per la qualità delle opere pittoriche, il concorso ha lo scopo di diffondere la cultura del mare in generale e dell’attività della Marina Militare in particolare. L’istituzione della figura di “Pittore di Marina” fu reintrodotta nella Marina Militare sul finire degli anni ’90 in quanto, dalla morte di Rudolf Claudus avvenuta nel 1964, non erano più state pro- dotte, salvo qualche eccezione, rappresentazioni artistiche dei fatti di rilievo concernenti la Forza Armata. Riconosciuto il valore comunicativo della pittura navale, fu pertanto deciso di rivalutare l’iniziativa, che però ebbe vita breve (solo tre edizioni nell’arco di quattro anni, dal 1998 al 2002), in quanto dopo il 2002 il concorso venne sospeso per mancanza di fondi. Oltre ai cosiddetti “pittori titolari” selezionati attraverso concorso, un’apposita commissione dell’Ufficio Storico può procedere alla nomina di “pittori benemeriti” tra coloro che con la propria produzione pittorica ab- biano contribuito a promuovere l’immagine della nostra Marina. Nel 2000 e nel 2007 con analoga procedura vennero insigniti del titolo di “Pittore di Marina Benemerito” rispettivamente i maestri Giorgio Tabet e Loris Masserini. Ed è proprio per queste ragioni che il 12 marzo presso la Biblioteca Centrale di Palazzo Marina l’Ammiraglio di Squadra Maurizio Gemignani, Sottocapo di Stato Maggiore della Marina, con una sobria ma significativa cerimonia ha consegnato il diploma di “Pittore Benemerito della marina Militare” al maestro Averardo Renato Ciriello. Al termine della cerimonia il maestro Ciriello ha voluto visitare i locali della sala stampa e della redazione del “Notiziario della Marina”; sebbene l’evoluzione dei mezzi di informazione abbia radicalmente cambiato le metodologie di lavoro, tutti noi operatori di settore abbiamo constatato come non siano altrettanto cambiati lo spirito e le motivazioni al nostro lavoro in linea con quelli narrati dal maestro. Nato a Milano il 28 maggio 1918, Ciriello trascorse l’infanzia e tutta la giovinezza a Trieste. Tornato a Milano, completa i suoi studi al Liceo Artisti- con “L’Intrepido”, periodico a fumetti dei Fratelli Del Duca, sia con 68 tavole di “Il principe azzurro”, primo episodio del dopoguerra (testi di Luciana Peverelli) incentrato sul celebre personaggio rosa creato da Treddi (ossia lo stesso Domenico Del Duca); sia con il secondo episodio di Giorgio Duca di Serano, dal titolo “La freccia d’argento” (il cui terzo episodio, iniziato da Ciriello, sarà portato a termine da Pier Lorenzo De Vita). Disegna inoltre tavole/copertina per “La tribuna illustrata” e per riviste quali “La Falena” e “Le Nuove Grandi Firme” dell’editore romano Da Imera. Al tem- diale, viene chiamato sotto le armi dove – dopo un lungo periodo di servizio militare, trascorso sulle navi scuola Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci, e sulla corazzata Caio Duilio – chiede e ottiene di essere trasferito all’Ufficio Propaganda della Marina Militare, a Roma. Qui continua la sua attività artistica, collaborando fino alla fine del conflitto a pubblicazioni di propaganda militare, quali “Prore Armate” e “Acqua Salata” (cfr. Notiziario della Marina n. 2 Febbraio 2010 pagg. 46-47, articolo di Alessandro Paglia). Rimasto a Roma, Ciriello lavora con i primi editori che, con grande sforzo riprendono nel dopoguerra l’attività. Collabora 31 po stesso, collabora anche, con vignette umoristiche, a “Il Travaso”, a “Pettirosso” e a “Marc’Aurelio”. Inoltre, partecipa alla realizzazione del settimanale per ragazzi “Giramondo”, con copertine e illustrazioni di racconti avventurosi. Fino ai tardi anni Novanta, benché ormai in piena terza età, continua una limitata attività come illustratore. Senza essere dimenticato, in questi anni Duemila continua a dipingere per il proprio diletto. Il 22 Novembre 2003 riceve il premio “Caran D’Ache – Una vita per l’illustrazione”, nel contesto della manifestazione “Expocartoon Mediagate d’animazione Show – XXVII Salone internazionale dei comics, del film d’animazione e dell’illustrazione” di Roma. Adeguata appendice di altri premi da lui avuti in passato, come per esempio, negli anni Cinquanta, i premi “Spiga Cambellotti” 1953, per il successo complessivo dei suoi manifesti e la “Tavolozza d’Argento” per il manifesto del film Sansone e Dalila. Da oggi, un pezzo di storia della pittura, dell’illustrazione e dell’editoria italiana è entrato di diritto nella gloriosa famiglia della nostra Marina. Leonardo Merlini n avvenimenti Big Blu 2012 112mila mq espositivi, 690 imbarcazioni in mostra, 537 espositori e 119mila visitatori confermano il successo della sesta edizione del Salone Internazionale della Nautica e del Mare, svoltosi dal 18 al 26 febbraio alla Fiera di Roma, oramai tradizionale appuntamento per i cultori delle tradizioni marinare. “ Siamo soddisfatti del risultato ottenuto in questi giorni in cui il Mare è stato protagonista alla Fiera di Roma. Nonostante il periodo di difficoltà del settore, Big Blu si conferma punto di riferimento non solo per il mondo della nautica ma anche per tutto quell’indotto che vive il mare sia come risorsa che come passione” ha commentato così Mauro Mannocchi, Presidente della Fiera di Roma “Il successo ottenuto dimostra la bontà della nostra formula espositiva che ha permesso a molte aziende di partecipare e di mettersi in mostra senza però gravare troppo sui budget, tenendo in considerazione il delicato momento che la nautica sta attraversando. Siamo convinti che l’edizione del 2013 potrà rappresentare un momento di crescita a supporto di quello che confidiamo 32 possa essere un anno importante per l’auspicata ripresa dell’intero comparto.” Quanto dichiarato dal Presidente Mannocchi trova riscontro analizzando i numeri di questa edizione che ha visto 119mila persone visitare i 10 padiglioni che la Fiera di Roma ha dedicato al Big Blu e ammirare le 690 imbarcazioni in mostra e gli stand dei 537 espositori che hanno ricoperto ben 112 mila mq espositivi. Oltre 110 eventi hanno inoltre caratterizzato questa edizione che ha visto oltre ai momenti puramente espositivi anche una serie di conferenze, approfondimenti e convegni seguiti dagli oltre 600 giornalisti accreditati. Tra i momenti più significativi del Salone ricordiamo l’inaugurazione alla Presenza del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, l’assemblea generale della nautica a cui hanno partecipato le principali associazioni di settore, il varo della ReBoat, l’imbarcazione composta esclusivamente da materiali riciclati costruita dai bambini delle scuole elementari, la presentazione della ricerca di Renato Mannheimer sull’incidenza della tassa di stazionamento del Governo Monti a cura di Unioncamere, i focus tematici Outdoors Experience e World Fishing, l’area del Ministero delle Politiche Agricole, Obiettivo Mare e quella dedicata alla cultura ed alla comunicazione del mare, Pelagos. Consigli, prospettive di studio e offerte di impego futuro per i nostri giovani dal mondo del mare I l 24 febbraio, nell’ambito del Big Blu, l’Istituto Nautico di Roma “Marcantonio Colonna” ha organizzato un incontro sulle prospettive occupazionali alla luce della recente riforma degli Istituti tecnici, al quale hanno partecipato Raimondo Murano, Direttore Generale istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni del MIUR; Luca Sisto, Capo Servizio Politica dei Trasporti di Confitarma e Maria Concetta Di Spigno, Dirigente Scolastico dell’Istituto “M. Colonna”. “Sugli Istituti Tecnici si gioca il futuro di molti giovani. – ha affermato Il Direttore Murano Come ha dimostrato il rapporto Europa 2015, in Italia esistono intere aree dove l’offerta di lavoro supera la richiesta. Ciò accade perché manca nel nostro ordinamento un canale di formazione capace di porsi in posizione nuova rispetto alla scuola e all’università. Un settore capace di legarsi direttamente al mondo produttivo per mettere piede nell’azienda già mentre si è impegnati nello studio. E’ per questo che abbiamo voluto creare un percorso dove i ragazzi possano studiare in modo pratico nei laboratori, con il 30% delle ore di tirocinio in azienda e all’estero, con il 50% dei docenti che proviene dal mondo del lavoro e delle professioni”. Dopo aver conseguito il “Diploma di Tecnico Superiore”, prioritariamente finalizzato al lavoro, è possibile iscriversi all’università per continuare gli studi, usufruendo del riconoscimento di crediti formativi che consentono l’iscrizione direttamente al secondo o terzo anno. Così non solo si risparmia tempo, ma si realizza anche quello che è il sogno di molti: frequentare l’università senza dipendere economicamente dai genitori. “In ogni caso - ha concluso il Direttore Murano - il Diploma di ITS ha l’indicazione dell’area tecnologica e della figura nazionale di riferimento, pari al V livello del Quadro europeo delle qualifiche”. L’importanza economica della navigazione e della nautica per il sistema paese è stata ricordata da Luca Sisto che ha sottolineato come “nel solco della tradizione è importante l’incontra tra Impresa, Istruzione e Formazione Professionale per offrire tecnici ma soprattutto “uomini di mare” alle nostre imprese. Pertanto l’impegno dell’immediato futuro sarà quello di continuare la collaborazione concreta con gli Istituti Tecnici per diffondere ancor di più la cultura del mare tra i nostri giovani, consentendo anche il giusto incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro”. Nel 2010 la domanda di diplomati tecniciprofessionali è stata di 236.000 giovani, 110.000 sono i diplomati che le imprese ancora non sono riuscite a trovare. E tutto questo in piena stagione di crisi occupazionale, soprattutto tra i giovani. “Nel quadro generale della riforma, sia il Ministero che gli Istituti, in forma singola o associata, promuovono forme di collaborazione con il territorio e le imprese ai fini formativi: ciò, oltre che arricchire l'offerta formativa, consente anche un migliore incontro tra domanda e offerta di lavoro. – ha dichiarato Maria Concetta Di Spigno - La nostra presenza all’interno di una fiera importante come il Big Blu oltre a promuovere l’incontro e il dialogo tra scuola e impresa, mira a sottolineare che per i diplomati di Istituti Tecnici esiste ancora una forte ricaduta occupazionale nonostante la crisi, basta pensare che attualmente in Europa si cercano circa 15 mila comandanti di navi. Molti sono gli sbocchi professionali per chi sceglie di frequentare queste scuole, sia nel settore economico, sia tecnologico”. Oggi in Italia ci sono 45 Istituti Tecnici Nautici, dei quali 3 si trovano nella Regione Lazio (Roma, Gaeta e Civitavecchia), dai quali ogni anno escono centinaia di futuri, comandanti mercantili, progettisti o esperti di logistica. Ulteriore possibilità per i diplomati è la carriera militare attraverso gli istituti di formazione della nostra Marina Militare. L.M. n L. M. n 33 avvenimenti spirituali Messaggio per la Quaresima L’Ordinario militare scrive ai fedeli sulla correzione fraterna. Carissimi, La centralità dell’amore di Dio e la bellezza della fraternità umana costituiscono nel cammino quotidiano del credente come il tracciato di grazia lungo il quale prendere distanza da un modo mondano di vivere, per annunciare il vangelo della carità con maggiore luminosità. Nella Quaresima di quest’anno pastorale, che la nostra Chiesa dedica alla carità, possiamo meditare sull’amore fraterno, nella preghiera e nella condivisione, nel silenzio e nel digiuno, in attesa della gioia pasquale. Lo stesso Messaggio di Papa Benedetto XVI, ispirandosi alla Lettera agli Ebrei (10,24), afferma: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone». Prestare attenzione significa osservare bene, stare molto attenti, cominciare a guardarsi con gli occhi del cuore oltre l’apparenza, perché le nostre giornate non si risolvano in uno snervante occuparci solo di noi stessi. La vita di ognuno è profondamente e misteriosamente legata a quella di tutti. Ogni uomo è costituito da Dio custode del fratello. Un aspetto, questo, spesso dimenticato, che conduce a quella anestesia spirituale e rende indifferenti gli uni per gli altri. Di qui la proposta della correzione fraterna, che comporta illuminazione, incoraggiamento, rimprovero, implorazione: aspetti da coltivare pazientemente perché diventino stile di vita quotidiano. Nella sua radice ebraica “correggere” significa anche “esor- tare ed educare”, ma c’è, pure, un’interpretazione etimologica molto suggestiva, secondo la quale il verbo verrebbe da cum-regere, ovvero “portare assieme” il peso di un problema, di una debolezza, di un peccato del fratello. Se tuo fratello sbaglia, tu va’, avvicinati e cammina con lui... se ti ascolta, hai guadagnato tuo fratello. Ogni fratello è un tesoro per te e per il mondo, un talento, un dono di Dio per la storia. La parola, anche quando corregge, non ferisce mai, non umilia, non condanna, non deprime, ma infonde fiducia, costruisce, edifica e apre il cuore alla misericordia divina. Tra noi vige un senso di respon- 34 sabilità reciproca che diviene un grande mezzo di salvezza, perché il destino eter no di qualcuno può dipendere proprio dall’accettazione dei consigli che gli vengono offerti. La correzione fraterna è sicuramente una forma di carità. Essa richiede vero amore, squisita sensibilità, tatto e delicatezza e si oppone al silenzio complice, alla pigrizia di chi non vuole inimicarsi l’altro, ai meccanismi di autogiustificazione sempre pronti a trovare buoni motivi per non intervenire e non denunciare il male là dove è commesso. Uno dei più frequenti peccati di omissione è sottrarsi alla denuncia del male e del peccato, vincendo anche la tentazione di tacere il peccato commesso dall’amico per timore di perderne l’amicizia. E’ falso affetto rinunciare ad applicare una necessaria correzione, giudicando con questa omissione di rispar miare un’amarezza a chi ne necessita. Chi agisce in questo modo, non solo è connivente con la mancanza praticata, ma dimostra di mal volere chi necessiterebbe dell’appoggio di una parola chiarificatrice. Va detto che non esiste solo la correzione attiva, ma anche quella passiva; non solo il dovere di correggere, ma anche il dovere di lasciarsi correggere. Ed è qui anzi che si vede se uno è maturo abbastanza per correggere gli altri. Chi vuole correggere qualcuno deve anche essere pronto a farsi, a sua volta, correggere. Anche se non è facile, nei singoli casi, capire se è meglio correggere o lasciar correre, parlare o tacere, bisogna evitare, poi, che la correzione stessa si trasformi in un atto di accusa o in una critica. Teniamo conto della regola d’oro suggerita dall’apostolo Giacomo: «Non sparlate gli uni degli altri» (Gc 4,11). Il pettegolezzo sembra una cosa innocente, invece inquina gravemente l’unità della famiglia umana e la comunione ecclesiale. Non basta non sparlare, bisogna anche impedire che altri lo facciano e far loro capire, magari silenziosamente, che non si è d’accordo su tale comportamento non evangelico. Al con- trario, commenta Sant’Agostino: «Colui che ti ha offeso, offendendoti, ha inferto a se stesso una grave ferita, e tu non ti curi della ferita di un tuo fratello? ... Tu devi dimenticare l’offesa che hai ricevuto, non la ferita di un tuo fratello» (Discorsi 82, 7). Urge, tuttavia, riscoprire il senso più profondamente teologico della correzione fraterna, fissando il nostro sguardo sulla Croce, il segno del grande amore di Dio per noi che, salvandoci, ci ha resi portatori della sua salvezza. L’autentica correzione nasce in quel punto d’incontro in cui la salvezza ri- 35 cevuta diviene salvezza donata, dove un peccatore perdonato diventa capace di perdono, di mediazione di grazia, e va incontro a un fratello peccatore come lui, perché accolga il dono di Dio come lui. Se mettiamo la Croce di Gesù al centro della nostra esperienza di fede, sarà la fraternità ad ispirare ogni relazione interpersonale. Vivendo nell’ascolto umile e onesto della Parola della Croce sapremo evitare l’eccesso dell’impotenza o della prepotenza verso l’altro, eccesso - l’uno e l’altro - che rivela uno scarso senso di comunicazione e di disponibilità a correggere e a lasciarsi correggere frater namente: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo?» (Lc 6, 41 s.). Non mancheranno, così, i buoni effetti della correzione, che accettata con umiltà e gratitudine, trattiene i cattivi desideri, colloca un freno alle passioni della carne, abbatte l’orgoglio, spegne l’intemperanza, distrugge la superficialità e reprime i cattivi movimenti dello spirito e del cuore (cfr. Ugo di San Vittore, De institutione novitiorum líber, cap. X). Accogliamo - miei cari - in questo tempo quaresimale l’esortazione dell’apostolo Paolo: «Rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2, 2-5). Arcivescovo Vincenzo Pelvi n