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cancro : la grande contraddizione e le cure proibite

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cancro : la grande contraddizione e le cure proibite
Movimento d'Amore San Juan Diego
MONOS - Divisione Ricerche Scientifiche e Umanistiche
Maria Santissima, Nostra Signora di Guadalupe
Trasposizione della Tilma sul Planisfero di Brown
che assume la forma di una conchiglia.
CANCRO :
LA GRANDE CONTRADDIZIONE
E LE CURE PROIBITE
Dr. Tullio Simoncini - Oncologo
Suoi recapiti: E-mail [email protected] Cell. (+39) 335 29 44 80
www.curenaturalicancro.org
PERCHÉ AI MALATI DI CANCRO SOMMINISTRANO SOSTANZE CANCEROGENE ?
PERCHÉ LA SCIENZA ATTUALE NON RIESCE A SCONFIGGERE IL CANCRO ?
MOLTE ASSOCIAZIONI DI MEDICINA SONO ALLEATE CON POTENTI FORZE
FINANZIARIE ED HANNO TRASFORMATO LA MEDICINA IN UNA INDUSTRIA
www.luogocomune.net
a cura di
Movimento d'Amore San Juan Diego
MONOS - Divisione Ricerche Scientifiche e Umanistiche
Maria Santissima, Nostra Signora di Guadalupe
Trasposizione della Tilma sul Planisfero di Brown che assume la forma di una conchiglia.
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Movimento d'Amore San Juan Diego
MONOS - Divisione Ricerche Scientifiche e Umanistiche
Maria Santissima, Nostra Signora di Guadalupe
Trasposizione della Tilma sul Planisfero di Brown
che assume la forma di una conchiglia.
CANCRO: LA GRANDE CONTRADDIZIONE
E LE CURE PROIBITE
PERCHÉ AI MALATI DI CANCRO
SI SOMMINISTRANO SOSTANZE CANCEROGENE?
PERCHÉ LA SCIENZA ATTUALE NON RIESCE A SCONFIGGERE IL CANCRO?
MOLTE ASSOCIAZIONI DI MEDICINA SONO ALLEATE CON POTENTI FORZE FINANZIARIE
ED HANNO TRASFORMATO LA MEDICINA IN UNA INDUSTRIA.
Video 1 di 14
www.youtube.com/watch?v=eP3YCPiUyY8
Video 2 di 14
www.youtube.com/watch?v=VaFGzEjmNBA
Video 3 di 14
www.youtube.com/watch?v=hYWFXJUla1w
Video 4 di 14
www.youtube.com/watch?v=_BkQNM3GmZ4
Video 5 di 14
www.youtube.com/watch?v=pk8d-2rZlMY
Video 6 di 14
www.youtube.com/watch?v=BUeoLjxh3iU
Video 7 di 14
www.youtube.com/watch?v=e_CBP1ydADQ
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Video 8 di 14
www.youtube.com/watch?v=E9dQUJXM4wg
Video 9 di 14
www.youtube.com/watch?v=_mQImJFc09c
Video 10 di 14
www.youtube.com/watch?v=96hH_2KSkYc
Video 11 di 14
www.youtube.com/watch?v=XQ6W4HPb2sM
Video 12 di 14
www.youtube.com/watch?v=uiKmvLJcpaE
Video 13 di 14
www.youtube.com/watch?v=Er6HE5-x5i4
Video 14 di 14
www.youtube.com/watch?v=ERXvslve1W0
DOTTOR TULLIO SIMONCINI ONCOLOGO - ROMA
CURA IL CANCRO CON IL BICARBONATO DI SODIO (NaHCO3)
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Chi è il Dr. Tullio Simoncini
Suoi recapiti: E-mail [email protected] Cell. (+39) 335 29 44 80
Tullio Simoncini, è un medico chirurgo romano, specializzato in oncologia e in
diabetologia e malattie del ricambio, è anche dottore in filosofia. La sua nota distintiva
caratteriale è l’insofferenza per la falsità e la menzogna. A livello scientifico ciò si
traduce in una forte opposizione contro ogni tipo di conformismo intellettuale.
Se si considera il totale fallimento dell’oncologia ufficiale, si capisce la sua posizione
estremamente critica nei confronti di un sistema planetario scientificamente morto e
produttore di morti. È uno sportivo che cura costantemente il suo stato fisico cercando di obbedire alle
elementari regole della natura: sana alimentazione, attività fisica e responsabilità morale. Pratica
costantemente jogging e, quando è possibile, sci e calcio.
La sua naturale tendenza alla sintesi deriva anche da una sensibilità che tende a percepire l’armonia del
“tutto”, distintamente dal valore delle parti. Questo suo istinto è stato rafforzato dalla sua propensione
musicale, coltivata e rafforzata dal fatto che ha suonato vari strumenti come il pianoforte, la chitarra
classica e quella moderna. Quest’ultima lo ha portato a formare, quando era studente al liceo classico e
poi all’università, varie band musicali che si esibivano nel centro Italia.
Tutta la sua personalità, inoltre, è pervasa da una forte umanità, la vera molla che lo ha portato a
chiedersi, di fronte allo straziante dolore dei malati, quanto misere e insignificanti fossero le nozioni
fondamentali della medicina. Negli anni di professione medica ha elaborato una sua teoria sul "male del
secolo".
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Ha partecipato a diverse conferenze e dibattiti ed è stato, tra l’altro, relatore al convegno "FirenzeMedicina 2000" (18-19 settembre 1999) e al "Congresso Internazionale di Oncologia" di Treviso (1516-17 ottobre 1999). Invitato a varie trasmissioni televisive di tv private, ha dibattuto le problematiche
della medicina ufficiale e di quella alternativa e ha esposto le sue teorie sul cancro. Ha partecipato a
importanti conferenze e in quella del 4 marzo 2000 svoltasi a Perugia, era presente come relatore anche
il Prof. Luigi Di Bella. E' presidente del comitato scientifico di una federazione di associazioni per la
libertà di cura. Dedicatosi da tempo alla studio e cura dei tumori, presenta una teoria molto interessante
sull’eziopatogenesi della malattia cancerosa. Sostiene infatti che il cancro non dipende, come afferma la
medicina ufficiale, da cause genetiche, ecc., ma è il risultato di un'affezione fungina « non visualizzata
né studiata nella sua dimensione intima connettivale ». Secondo la sua teoria, suffragata dai tanti casi
risolti, responsabile del cancro è appunto la Candida.
LE MERAVIGLIOSE CURE IN NATURA
E LE FALSITÀ DELLA SCIENZA MEDICA UFFICIALE
False ricerche per danneggiare il pubblico e sfruttarlo ben bene: negli ultimi 4 anni (dal 1996) sono stati
individuati 80 casi di ricerca scientifica fraudolenta di cui 30 sono stati indagati solo quest’anno negli
USA !!!
In alcuni casi le istituzioni hanno insabbiato la cosa per non perdere la reputazione !!!!
Il Servizio Sanitario della Università Statunitense della Pennsylvania (http://www.med.upenn.edu/) è
sovvenzionato dall’industria dell’anti-Cancro es. la Siemens, Zeneca, Glaxo, Rhone Poulenc, Upjohn
ecc.. “Le alleanze con l’industria sono determinanti per la nostra sicurezza finanziaria”, afferma un
dirigente ed ha proseguito dicendo che: “ieri un comitato di redattori medici ha detto che i medici
inventano risultati di ricerche per vincere sovvenzioni e fare carriera e che le istituzioni mediche non
proteggono il pubblico dalla minaccia di queste frodi scientifiche”.
John Le Carrè afferma: “la grande industria sta spendendo una fortuna per sedurre la professione
medica mondiale e fra pochi anni sarà difficile trovare una opinione che non sia stata comprata ” !
Charles Mathe, specialista francese del cancro afferma: “ Se avessi il cancro, non andrei mai in un
centro ti trattamenti standard per il cancro. Le vittime del cancro che vivono lontano da tali centri
hanno una possibilità di farcela”.
Paul Winter del The Cancer afferma: “ I medici sono troppo occupati per addentrarsi nelle statistiche
dei trattamenti del cancro, dando per scontato che il miglior trattamento sia quello che hanno
imparato all’università o quello mostrato nelle pagine dei giornali informativi.
Non possono permettersi di sospettare che quei trattamenti vadano bene solo per le industrie
farmaceutiche, che influenzano le istituzioni dell’istruzione superiore “ !
Lee Cowden, medico : “Per le istituzioni mediche che hanno a che fare con il cancro, un paziente di
tumore è un centro di profitto. Le effettive prove cliniche e scientifiche non convalidano le asserzioni
dell’industria per il cancro. I trattamenti convenzionali sono diventati legge perché pagano meglio,
non perché guariscono meglio. Decenni di politica di questo tipo vi hanno impedito di conoscere tali
fatti e continueranno a farlo a meno che apriate gli occhi su questa realtà”.
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Linus Pauling (http://www.cforyourself.cpm/) afferma: “Non fatevi fuorviare dalle autorità mediche o
dai politici. Scoprite i fatti e decidete per conto vostro come vivere una vita felice e lavorare per un
mondo migliore”.
Che queste industrie del cancro siano diventate incredibilmente opulente con il loro approccio del tipo
“chemio terapia fino al crollo” è un fatto che esse non possono negare……
Pauling ha ragione quando dice: “siamo seriamente stati fuorviati” ….
Perciò non sentiremo mai parlare dei successi dei trattamenti naturali, anzi, sono in via di costituzione
norme legislative che faranno da cornice alla messa al bando dei trattamenti naturali efficaci, solo
perché i loro successi contrastano con i fortissimi interessi in gioco delle industrie farmaceutiche e di
quelle del cancro !
Altri siti consigliati:
www.campaignfortruth.com - http://www.credence.org/ - http://www.whatareweswallowing.com/
La chemioterapia non serve al polmone - Tratto da L'Espresso - 07 dicembre 2000
Non serve la chemioterapia dopo l'intervento di rimozione di un tumore al polmone. Finora la si è fatta,
convinti di ridurre in questo modo le ricadute. Ma un megastudio pubblicato dal "New England Journal
of Medicine" ha dimostrato che …..”la chemioterapia o non sposta in avanti la sopravvivenza. Anzi
peggiora la vita, provocando polmoniti, anemie, esofagiti, oltre a nausea e vomito. Finora la si è fatta
convinti di ridurre in questo modo le ricadute...".
Convinti da chi ? Dalle industrie farmaceutiche ? Dal principio di autorità ? Dove sono le prove
scientifiche sull'efficacia della chemioterapia che hanno consentito l'inutile avvelenamento di milioni di
persone in questi decenni ? Chi pagherà ?……..come sempre nessuno.
Gli Stati Uniti reprimono ricerca contro il cancro
Tratto da Nexus ed. italiana n.34, "Progetto censura, le notizie più ignorate d'america" Corporate media
coverage: AP e UPI news wires, 29 febbraio 2000 "Pot Shrinks Tumors; Government Knew in '74",
Alternet, 31 maggio 2000, - http://www.alternet.org/
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TERAPIA del dr. SIMONCINI (Oncologo)
Qui di seguito vengono riportati alcuni aspetti teorici della teoria del Dr. Simoncini che
sono segnalati nel sito www.mednat.org
“La mia idea è che essi non dipendano da misteriose cause genetiche, immunologiche, auto
immunologiche, come propone la medicina ufficiale, fatti mai dimostrati, ma che piuttosto derivino da
una semplice aggressione fungina, non visualizzata, né studiata nella sua dimensione intima
connettivale. Durante i molti anni in cui ho studiato i tumori, cioè le atipiche colonie fungine, ho potuto
constatare che l’unico mezzo per distruggerle ed impedire che si rinnovino, consiste nel somministrare
forti concentrazioni di sali, in particolare modo Bicarbonato di Sodio, da far assumere in maniera
peculiare rispetto alla sede del cancro.
Non a caso, egli continua, se si osserva bene il comportamento in natura dei funghi, si nota che essi non
attecchiscono mai in prossimità di luoghi fortemente salini, ad esempio in vicinanza di sacche idriche
termali ecc.…….La mia terapia, cioè il trattamento con i sali, è da combinare con una terapia
ricostituente contemporaneamente al trattamento con i sali; i cancri sono derivati dai funghi come la
sclerosi multipla e la psoriasi ed oggi li si può trattare solo con i sali”.
Estratto:
Il presente lavoro intende richiamare l’attenzione sul possibile ruolo eziologico dei funghi nella
malattia tumorale, in particolare della Candida Albicans.
Partendo difatti dalla loro infinita capacità di adattamento a tutti i substrati biologici, nonché dalla
loro estrema potenzialità patogena, di molto superiore ad ogni altro micro-organismo, non risulta
ormai più accettabile una loro collocazione in quello spazio indefinito e indefinibile che comprende i
cosiddetti patogeni occasionali.
Se, come è noto, i funghi sono in grado di attaccare qualsiasi sostanza organica, specialmente quella in
via di degradazione, allora è possibile ipotizzare un loro attecchimento nell’intimità dei tessuti, laddove
particolari condizioni contingenti lo permettano.
Un trattamento finalizzato alla loro eradicazione deve quindi tenere conto sia della loro diffusibilità che
della loro complessità biologica, cosa che non può essere ottenuta oggi né con le terapie oncologiche,
né tantomeno con quelle antimicotiche.
Vengono illustrati 7 casi, trattati in maniera peculiare e risolutoria con il bicarbonato di sodio, una
sostanza alcalina molto diffusibile e quindi notevolmente attiva contro la Candida in tutte le sue
manifestazioni; essi possono indicare un nuovo modo di procedere in campo oncologico.
Solo abbandonando la tesi oncologica universalmente condivisa, che il tumore cioè derivi da
un’anomalia riproduttiva cellulare, e reimpostando tutta la ricerca in un’ottica infettiva micotica, è
lecito sperare nella definitiva sconfitta del cancro.
Premessa:
Lo scritto che si propone trova la sua ragione d’essere nella convinzione, supportata da tanti anni di
studi, osservazioni, riscontri ed esperienze cliniche, che la causa necessaria e sufficiente del tumore
vada ricercata nell’immenso mondo dei funghi, i micro-organismi più adattabili, più aggressivi e più
evoluti che si conoscano in natura.
Varie volte ho tentato di trovare ascolto presso gli organi istituzionali competenti (Ministero della
sanità, Istituto Nazionale Tumori, Associazione oncologica medica italiana, ecc.) esponendo il mio
sistema di pensiero e di cura; non essendo io risultato inquadrabile, però, in un contesto convenzionale,
e quindi non ritenuto credibile, sono stato semplicemente accantonato.
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Un areopago diverso da quelli già sondati, rappresenta la speranza di avere la possibilità di divulgare
una concezione sulla salute diversa da quelle del panorama medico attuale, sia dalle posizioni ufficiali
che da quelle definite collaterali.
Nella contrapposizione difatti tra un ideale medico allopatico e un ideale che si definisce di stampo
prettamente ippocratico, esiste oggi una situazione in cui agli uni viene addebitata l’incapacità di
considerare l’individuo in maniera globale, con tutte le distorsioni e aberrazioni connesse con un simile
modo di vedere (superspecialismo, aggressività terapeutica, superficialità, nocività ecc.); agli altri
viene rimproverato il carattere di non scientificità, di genericità, di mancanza di incisività terapeutica.
La posizione da me propugnata invece rappresenta il punto di incontro tra le due impostazioni sanitarie
descritte, in quanto sotto il profilo concettuale le valorizza e le sublima entrambe, evidenziando come in
realtà siano vittime di un comune linguaggio conformista.
L’ipotesi difatti di una eziopatogenesi fungina nelle malattie cronico-degenerative del nostro tempo,
essendo in grado di congiungere i contenuti etici dell’individuo con lo sviluppo di patologie specifiche,
rende ragione delle due anime della medicina, quella allopatica e quella olistica, proponendosi così con
forza come quell’anello mancante della psicosomatica tanto ricercato da uno dei suoi padri, Wiktor
Von Weiszäcker, ma mai trovato.
Nella dimensione biologica dei funghi ad esempio, è possibile rapportarne i diversi gradi di
patogenicità relativamente allo stato degli organi, dei tessuti, delle cellule di un organismo ospite, a sua
volta dipendente anche e soprattutto dal comportamento dell’individuo.
Ogni volta che si superano le capacità di recupero di una determinata struttura psicofisica,
inevitabilmente, pur con le eventuali concause accidentali, ci si espone all’aggressione (fin nelle
dimensioni più intime) di quegli agenti esterni che altrimenti rimarrebbero innocui.
Esistendo quindi un nesso indubitabile tra morale e malattia, non appare più lecito tenere distinti due
domini (allopatico e naturopatico) che risultano ambedue indispensabili per il miglioramento della
salute degli individui.
La scissione platonica dell’uomo in anima e corpo, rea dell’attuale nefasta impostazione meccanicistica
e fisicalista della medicina attuale, così come pure la pessimistica posizione Kantiana riguardo a
un’integrazione tra contenuti razionali e passionali dell’individuo ("il cielo stellato sopra di me, la
legge morale dentro di me"), generatrice dell’attuale miope epistemologia medica, hanno fatto ormai il
loro tempo, e con esse tutti i sistemi di pensiero derivati da simili impostazioni teoriche restrittive e
riduttive.
Candida Albicans: causa necessaria e sufficiente del tumore:
Nell’affrontare il problema medico odierno più urgente, il tumore, la prima cosa da fare è riconoscere
che ancora non si conosce la sua vera causa.
Pur se trattato difatti in vari modi, sia dalla medicina ufficiale che da quelle collaterali, permane
tuttora un alone di mistero sul suo reale processo di generazione.
Il tentativo di superare lo stato di impâsse attuale deve allora necessariamente passare per due fasi:
una critica, che metta a nudo i limiti dell’attuale oncologia, l’altra propositiva che esponga un sistema
di cura basato su nuovi presupposti teorici.
In accordo con le più recenti impostazioni di filosofia della scienza, che suggeriscono un atteggiamento
controinduttivo (1) laddove sia impossibile trovare una soluzione con gli strumenti concettuali
comunemente accettati, emerge, come unica impostazione logica ammissibile, quella di rifiutare il
principio su cui si fonda l’oncologia, cioè che il tumore sia determinato da un’anomalia riproduttiva
cellulare.
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Se si mette in discussione però una simile ipotesi di partenza, appare chiaro come tutte le teorie che da
essa derivano, risultano inevitabilmente improponibili.
Ne consegue che sia un processo autoimmunologico, secondo il quale gli elementi preposti alle difese
contro gli agenti esterni indirizzano la propria capacità distruttiva nei confronti dei costituenti interni,
sia un’anomalia della struttura genetica, che prevederebbe uno sviluppo implicito in direzione
autodistruttiva, risultano inevitabilmente squalificati.
Tentare poi, come spesso accade, di propugnare una teoria della pluricausalità con effetto oncogeno
sulla riproduzione cellulare, ha più il sapore di un inane paravento dietro il quale purtroppo non
s’intravede via d’uscita, dal momento che proporre infiniti motivi più o meno associati fra loro significa
in realtà non individuarne nessuno valido.
Invocare così di volta in volta il fumo, l’alcool, le sostanze tossiche, le abitudini alimentari, lo stress, gli
influssi psicologici ecc., in mancanza di direttive produce solo confusione e rassegnazione, con il
risultato di ammantare di mistero una malattia che potrebbe essere alla fin fine molto più semplice di
come la si dipinge.
A titolo informativo è utile svelare poi, una volta per tutte, il quadro delle presunte influenze genetiche
nello sviluppo dei processi tumorali, così come sono descritte dai biologi molecolari (di quegli studiosi
cioè ai quali compete la ricerca degli infinitesimi meccanismi cellulari vitali, ma che in realtà non
hanno mai visto un paziente), e sul quale si basano tutti i sistemi medici attuali, e quindi ahimè tutte le
terapie attuali.
L’ipotesi portante di una causalità genetica in senso neoplastico si riduce essenzialmente al fatto che le
strutture e i meccanismi preposti alla normale attività riproduttiva cellulare, per cause imprecisate
assumono in un determinato momento un atteggiamento autonomo e svincolato rispetto alla globale
economia tissutale.
I geni allora che normalmente svolgono un ruolo positivo nella riproduzione cellulare, vengono
chiamati proto-oncogeni in un ottica deviata; quelli che la inibiscono, sono chiamati geni soppressori o
oncogeni recessivi.
Fattori cellulari sia endogeni (in realtà mai dimostrati), sia esogeni, cioè tutti quegli elementi
cancerogeni usualmente invocati, vengono ritenuti responsabili della degenerazione neoplastica dei
tessuti.
Nello J. H. Stein (Milano 1995) viene riportato quanto segue:
I segnali mitogenici, dal microambiente o da aree di influenza più distanti, vengono comunicati alle
cellule attraverso numerose strutture recettoriali associate alla membrana plasmatica.
Tra queste strutture, le più esaurientemente studiate sono i recettori con un dominio esterno per il
legante, un dominio transmembrana e un dominio citoplasmatico avente attività tirosinchinasi.
Oltre a questi si pensa che almeno sette distinte classi di molecole partecipino alla trasmissione del
segnale mutageno:
1) Recettori accoppiati a proteine G.
2) Canali ionici.
3) Recettori con attività intrinseca guanilato ciclasi.
4) Recettori per molte linfochine, citochine e fattori di crescita (interleuchina, eritropoietina, ecc.).
5) Recettori per l’attività fosfotirosina fosforilasi.
6) Recettori nucleari appartenenti alla famiglia supergenica del recettore per gli ormoni steroidei,
estrogeni, tiroidei.
7) Infine prove sempre più numerose suggeriscono che le molecole di adesione espresse sulle superfici
delle cellule comunicano con il microambiente in modi che producono conseguenze molto importanti
sulla crescita e sulla differenziazione cellulare.
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Ad un analisi appena superficiale di questo presunto quadro oncogeno, però, sembra evidente come
tutta questa irrefrenabile iperattività genetica, partorita da elementi che stanno al confine tra l’oscuro
ed il mostruoso, e che quindi fanno presagire chissà quali meccanismi abissali decifrabili con
meccanismi concettuali altrettanto abissali, non può far altro che svelare l’abissale idiozia che sta alla
base di un simile modo di impostare le cose.
Il fatto ancor più grave poi, è che nessuno nel panorama sanitario attuale mette in dubbio siffatte
imbecillità, ma tutti gli addetti ai lavori non fanno altro che ripetere la stantia litania dell’anomalia
riproduttiva cellulare su base genetica.
In questo stato di cose allora, esibendo la teoretica medica attuale una pochezza e una superficialità
queste si abissali, conviene cercare nuovi orizzonti e strumenti concettuali, in grado di far emergere la
reale ed unica eziologia neoplastica.
Dopo tanti anni di fallimenti e di sofferenze, è ora di svecchiare menti e mentecatti (in senso
etimologico), con linfa nuova e produttiva: i misteriosi e complicati fattori genetici, la mostruosa
capacità riproduttiva di un’entità patologica capace di scompaginare qualsiasi tessuto, l’implicita
ancestrale tendenza dell’organismo umano a deviare in senso autodistruttivo o altre simili
argomentazioni, condite peraltro con una quantità di "se" e di "forse" di valore esponenziale, hanno più
il sapore della farneticazione piuttosto che del sano discorso scientifico.
Una volta però rifiutate tutte le attuali prospettive oncologiche, è legittimo chiedersi come debbano
essere inquadrati i successi ottenuti dalla medicina ufficiale ed eventualmente dalle correnti alternative.
A tal proposito è utile ricordare che l’odierna epistemologia ha dimostrato come i contributi di
causalità degli elementi contestuali e co-testuali di una teoria, se indefinibili, sono aleatori,
specialmente nello spazio ultradimensionale.
Ciò significa in pratica che i dati o facts positivi e ritenuti probanti riguardo a un principio di base
(ad esempio la citata anomalia riproduttiva cellulare), ottenuti utilizzando un numero di variabili
ristretto rispetto alla complessità della malattia umana, non sono affidabili, dal momento che
dipendono esclusivamente dalle condizioni iniziali ipotizzate.
Laddove si ammette difatti la possibilità di miglioramenti e guarigioni, sotto il profilo logico non è
ammissibile attribuirli a questo o quel metodo di cura più o meno ufficiale, dal momento che, non
potendo essere specificate e comprese tutte o la maggior parte delle componenti che entrano in giuoco
nell’oggetto uomo, non possono sussistere condizioni di decidibilità assoluta.
Paradossalmente, l’eventuale effetto positivo di ciascun sistema terapeutico potrebbe discendere da
elementi sconosciuti a tutti e non preventivati, i quali però, potrebbero essere influenzati o determinati
in qualche misura da ognuno di essi.
Ci si troverebbe cioè nella condizione in cui tutti avrebbero a ragione il diritto di magnificare il
proprio punto di vista, pur non conoscendo nessuno il vero motivo dei propri successi.
In questo caso allora anche la più accurata e rigorosa sperimentazione assume un carattere finzionale
piuttosto che di vera corrispondenza con la realtà, risultando alla fine come una continua sterile petitio
princìpi.
Accantonata completamente perciò la cornice concettuale dell’odierna oncologia, con tutte le varianti
interpretative d’ordine genetico, immunologico, tossicologico, rimane come unica via logicamente
esperibile, quella delle malattie infettive, da guardare eventualmente, e da riconsiderare, con occhi
diversi da come è stata considerata fino ad oggi.
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Confortano peraltro una simile conclusione due considerazioni, una di ordine storico e una di ordine
epidemiologico: la prima risulta dal fatto che nell’approccio terapeutico al malato il salto di qualità, la
possibilità cioè di curarlo concretamente, è stato determinato quasi esclusivamente dallo sviluppo della
microbiologia; la seconda discende dall’analisi del prolungamento della vita media verificatosi negli
ultimi decenni, il quale, essendo associato a un inevitabile cambiamento nella reattività degli individui,
si può ipotizzare come un fattore determinante nello sviluppo di patologie infettive atipiche.
Per trovare allora l’eventuale ens morbi cancerogeno nell’orizzonte della microbiologia, appare utile
risalire preliminarmente ai concetti tassonomici di base della biologia, dove ci si accorge che esiste un
notevole grado di indecisione e di indeterminazione.
Già nel secolo scorso difatti un biologo tedesco, Ernesto Haeckele (1834-1919), partendo dal concetto
linneiano che fa dei viventi due grandi regni –quello dei vegetali e quello degli animali- aveva
denunciato la difficoltà di sistemazione di tutti quegli organismi microscopici che per le loro
caratteristiche e proprietà non potevano essere attribuiti o al regno animale o a quello vegetale, e per i
quali aveva proposto un terzo regno denominato dei Protisti.
“Questo vasto e complesso mondo muove da entità a struttura subcellulare - siamo al limite della vitaquali i viroidi e i virus, per arrivare, attraverso i micoplasmi, ad organismi di più elevata
organizzazione: batteri, attinomiceti, mixomiceti, funghi, protozoi e, se si vuole, anche qualche alga
microscopica.” (1).
L’elemento comune a questi organismi è il sistema di alimentazione, che, compiendosi (salvo poche
eccezioni) per diretto assorbimento di composti organici solubili, li differenzia sia dagli animali, che si
nutrono ingerendo anche e soprattutto materiali organici solidi trasformati poi con i processi della
digestione, sia dai vegetali capaci, partendo da composti minerali e utilizzando energia luminosa, di
sintesi della sostanza organica.
La tendenza attuale dei biologi riprende, sia pure perfezionato, il concetto del terzo Regno; qualcuno
però va ancora più oltre, argomentando come in esso i Funghi debbano figurare in una diversa
sistemazione.
Se poniamo –così difatti riferisce O. Verona (2)- nel primo regno gli organismi pluricellulari dotati di
capacità fotosintetiche (piante) e nel secondo gli organismi sprovvisti di pigmenti fotosintetici (animali),
gli uni e gli altri costituiti da cellule provviste di nucleo distinto (eucarioti); e, in addizione, poniamo in
altro regno (Protisti) gli organismi monocellulari sprovvisti di clorofilla e con cellule prive di nucleo
distinto (procarioti), i Funghi possono costituire un loro Regno per l’assenza di pigmenti fotosintetici,
l’essere mono ma anche pluricellulari e, infine, possedere nucleo distinto.
Di più, rispetto a tutti gli altri micro organismi possiedono una strana proprietà, quella di avere una
struttura di base microscopica (l’ifa), e nel contempo la tendenza ad assumere notevoli dimensioni
(perfino di molti kg.), rimanendo invariata la capacità di adattamento e di riproduzione ad ogni livello
di grandezza.
In questo senso perciò non possono essere considerati propriamente come organismi, ma come
aggregati cellulari sui generis con comportamento organismico, dal momento che ciascuna cellula
mantiene intatte le proprie potenzialità di sopravvivenza e di riproduzione, indipendentemente dalla
struttura in cui è inserita.
Risulta chiaro, perciò, come sia estremamente arduo identificare in tutti i suoi processi biologici delle
realtà viventi così complesse, tant’è che permangono a tutt’oggi in micologia enormi lacune e
approssimazioni di carattere tassonomico.
Vale la pena allora soffermarsi più approfonditamente su questo strano mondo dalle caratteristiche
così peculiari, cercando di sottolineare quegli elementi in qualche modo attinenti con una problematica
oncologica.
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1) I Funghi sono organismi eterotrofi e pertanto abbisognano, con riferimento al carbonio e all’azoto,
di composti preformati, di cui i carboidrati semplici, ad esempio i monosaccaridi (glucosio, fruttosio,
mannosio) sono gli zuccheri più di altri utilizzati.
Ciò significa che nel loro ciclo vitale dipendono da altri esseri viventi, che in varia misura debbono
essere sfruttati, sia in maniera saprofitica ( nutrendosi di scorie organiche) che in maniera
parassitaria (attaccando direttamente i tessuti dell’ospite), per esigenze alimentari.
2) Presentano una grande varietà di manifestazioni riproduttive (sessuali, asessuali, per gemmazione,
spesso tutti osservabili in un unico micete), unita a una grande varietà morfostrutturale dei relativi
organi, finalizzate alla formazione delle spore cui è affidata la continuazione e la diffusione della
specie.
3) E’ possibile osservare frequentemente in micologia un particolare fenomeno, denominato
etrocariosi, caratterizzato dalla coesistenza di nuclei normali e nuclei mutati, in cellule che hanno
subito una fusione ifale.
Oggigiorno esiste una grossa preoccupazione, da parte dei fitopatologi, per la formazione di individui
geneticamente anche molto diversi dai genitori, attuatasi mediante tali cicli riproduttivi definiti
parasessuali.
L’uso indiscriminato di fitofarmaci difatti ha spesso determinato mutazioni dei nuclei di molti funghi
parassiti, con conseguente formazione di eterocarion talvolta particolarmente virulenti nella loro
patogenicità.(3).
4) Nella dimensione parassitaria i funghi possono sviluppare dalle ife delle strutture specializzate a
forma di rostro più o meno ristretto (l’appresssorio e l’austorio), che permettono la penetrazione
nell’ospite.
5) La produzione di spore può essere così abbondante da comprendere sempre, ad ogni ciclo, decine,
centinaia e perfino migliaia di milioni di elementi che possono essere dispersi a notevole distanza dal
punto di emissione (4) (basta ad esempio un piccolo movimento, per determinarne l’immediata
diffusione).
6) Le spore possiedono una resistenza enorme alle aggressioni esterne, essendo capaci di rimanere
dormienti, se le condizioni ambientali non lo consentono, per molti anni, conservando inalterate le
potenzialità rigenerative.
7) Il coefficiente di sviluppo degli apici ifali, dopo la germinazione è estremamente veloce (100 micron
al minuto in ambiente ideale), con una capacità di ramificazione e quindi con la comparsa di una nuova
regione apicale che in qualche caso si aggira sull’ordine dei 40-60 secondi (5).
8) La forma del fungo non è mai definita, essendo imposta dall’ambiente in cui si sviluppa.
E’ possibile osservare ad esempio uno stesso micelio allo stato di semplici ife isolate in ambiente
liquido, oppure in forma di aggregazioni via via sempre più solide e compatte, fino alla formazione di
pseudoparenchimi (stromi) e di filamenti e cordoni miceliari (rizomorfe).(6)
Parimenti è possibile constatare in funghi diversi la stessa forma, laddove si debbano uniformare allo
stesso ambiente (è il cosiddetto fenomeno del dimorfismo).
9) La parziale o totale sostituzione delle sostanze nutritive induce frequenti mutazioni nei funghi, che
testimoniano l’accentuata adattabilità a tutti i substrati.
10) Quando esistono condizioni nutrizionali precarie molti funghi reagiscono con la fusione ifale (tra
funghi vicini), che consente loro di esplorare più facilmente e con processi fisiologici più completi il
materiale a disposizione.
Tale proprietà, che sostituisce alla competizione la cooperazione, li fa distinguere da ogni altro micro
organismo e per questo Buller li chiama organismi sociali.(7)
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11) Nel caso in cui una cellula invecchi o venga danneggiata (ad esempio da sostanze tossiche), molti
funghi i cui setti intercellulari sono dotati di un poro, reagiscono con l’attuazione di un processo di
difesa chiamato flusso protoplasmatico, mediante il quale trasferiscono il nucleo e il citoplasma della
cellula danneggiata in una altra sana, conservando inalterate le proprie potenzialità biologiche.
12) I fenomeni di regolazione dello sviluppo di ramificazione ifale, tuttora sconosciuti (8), consistono
o in uno sviluppo ritmico o nella comparsa di settori, che, pur prendendo origine dal sistema ifale, sono
autoregolati (9), cioè indipendenti dalla regolazione e dal comportamento del resto della colonia.
13) I funghi sono in grado attuare un’infinità di modificazioni al proprio metabolismo per vincere i
meccanismi di resistenza dell’ospite, rappresentati da azioni plasmatiche e biochimiche, oltre che da
aumento volumetrico (ipertrofia) e numerico (iperplasia) delle cellule colpite.(10)
14) Sono dotati di una tale aggressività da attaccare oltre che piante, tessuti animali, derrate
alimentari, altri funghi, anche protozoi, amebe e nematodi.
La caccia a questi ultimi ad esempio si attua con particolari modificazioni ifali che costituiscono delle
vere e proprie trappole miceliari, ad intreccio, vischiose, o ad anello, che portano all’immobilizzazione
dei vermi e alla susseguente invasione ifale.
In certi casi la potenza aggressiva fungina è così alta da consentire, a un anello cellulare formato da
sole tre unità, di stringere, imprigionare ed uccidere una preda in poco tempo malgrado i suoi disperati
scuotimenti.
Dalle brevi notazioni suesposte dunque, sembra giusto dedicare una maggiore attenzione al mondo dei
funghi, specialmente in considerazione del fatto che biologi e microbiologi in quasi tutte le descrizioni e
interpretazioni sulla loro forma, fisiologia e riproduzione, evidenziano costantemente delle lacune e dei
vuoti di conoscenza di vaste proporzioni.
Una causa vera perciò, estremamente logica della proliferazione neoplastica, sembra risiedere proprio
in un fungo, nel più potente cioè e nel più organizzato micro organismo che si conosca, e probabilmente
in quei Funghi Imperfetti (così denominati a motivo della disconoscenza e dell’incomprensione dei loro
processi biologici), la cui prerogativa essenziale risiede nella loro capacità fermentativa.
Entro l’esiguo raggruppamento dei funghi patogeni, dunque, si può nascondere la più grave malattia
per l'uomo, localizzabile ormai solo con alcune facili deduzioni in grado di concludere il cerchio fino
alla soluzione.
Considerando perciò, tra le specie parassite umane, che Dermatofiti e Sporotrichum dimostrano una
morbosità troppo specifica, e che Attinomiceti, Toluropsis e Histoplasma per esperienza entrano in un
contesto patologico molto raramente, ecco che emerge nitidamente la Candida Albicans, come unico
responsabile della proliferazione tumorale. E in effetti, riflettendo un momento sulle sue caratteristiche,
non poche analogie emergono con la malattia neoplastica, quali tra le più evidenti:
1) Attecchimento ubiquitario; non viene risparmiato praticamente nessun organo o tessuto.
2) Costante assenza di iperpiressia.
3) Sporadico e indiretto coinvolgimento dei tessuti differenziati.
4) Invasività di tipo quasi esclusivamente focale.
5) Debilitazione progressiva.
6) Refrattarietà di fronte a qualsiasi trattamento.
7) Proliferazione favorita da una molteplicità di concause indifferenti.
8) Configurazione sintomatologica di base con struttura tendente alla cronicizzazione.
Esiste quindi una potenzialità patogena eccezionalmente alta e diversificata in questo micete di pochi
micron che, pur se non rintracciabile con gli attuali strumenti sperimentali, non può essere
disconosciuta dal punto di vista clinico.
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Di certo poi non può soddisfare la sua attuale sistemazione nosologica perché, non tenendo conto delle
infinite possibili configurazioni parassitiche, risulta in pratica troppo semplicistica e riduttiva.
Si deve ipotizzare perciò che la Candida, nel momento in cui viene attaccata dal sistema immunologico
dell'ospite oppure da un trattamento antimicotico convenzionale, non reagisce secondo gli usuali
schemi codificati, ma si difende trasformandosi in elementi sempre più piccoli e indifferenziati ancorché
integralmente fecondi, fin quasi a occultare la propria presenza, sia all'organismo parassitato, sia ad
eventuali indagini diagnostiche. Il suo comportamento si può considerare un po' come ad elastico:
Quando sussistono condizioni favorevoli di attecchimento, si espande florida su un epitelio; non appena
si innesca la reazione tissutale, si trasforma massivamente in una forma meno produttiva ma non
attaccabile, la spora; qualora poi, si determinino delle soluzioni di continuo sub epiteliali, coniugate
con una sopraggiunta areattività, in quel momento la spora si insinua approfondendosi nel connettivo
sottostante, in un tale stato di inattaccabilità da risultare irreversibile.
In pratica cioè, la Candida si avvale di una intercambiabilità strutturale, che utilizza a seconda delle
difficoltà presenti nella propria nicchia biologica:
Così, nel suolo, nell'aria, nell'acqua, nella vegetazione ecc., vale a dire laddove non è prevista alcuna
reazione anticorpale, è libera di espandersi in una forma vegetativa matura; negli epiteli invece assume
una forma mista, ridotta alla sola componente sporificata quando penetra nei piani più profondi, dove
tende di nuovo ad espandersi in presenza di condizioni di areattività tissutale.
Iniziale passo obbligato di una ricerca approfondita sarebbe allora quello di capire se e in quali
dimensioni trascende la spora, quali meccanismi mette in moto per nascondersi, o, ancora, se conserva
sempre la sua caratteristica di parassita oppure si dispone in una posizione di neutra quiescenza,
difficile se non impossibile da rilevare da parte del sistema immunitario.
Per queste e per altre simili domande, purtroppo oggi non ci si può avvalere di presidi adatti, né teorici
né tecnici, dimodoché gli unici suggerimenti validi possono pervenire solo dalla clinica e
dall'esperienza, capaci, se non di fornire soluzioni immediate, almeno di stimolare ulteriori domande.
Ammettendo dunque che la Candida Albicans sia l’agente responsabile dello sviluppo tumorale, una
terapeutica mirata dovrebbe tenere conto non solo delle sue manifestazioni macroscopiche e statiche,
ma anche di quelle ultramicroscopiche, specialmente nella loro valenza dinamica, cioè riproduttiva.
Ed è molto probabilmente nei punti di transizione dimensionale, cioè, che vanno individuati i siti
d'attacco, in una bonifica che comprenda tutto lo spettro dell'espressione biologica parassitaria,
vegetativa, sporale ed eventualmente ultradimensionale, al limite virale.
Se ci si sofferma invece solo ai fenomeni più evidenti, si rischia di somministrare pomate e unguenti a
vita (nelle dermatomicosi o nella psoriasi), o di aggredire maldestramente (con chirurgia, radioterapia
e chemioterapia) le enigmatiche masse tumorali, con il risultato di favorirne esclusivamente la
propagazione, peraltro già di per sé così esaltata nelle forme fungine.
Perché, ci si domanda però, si dovrebbe supporre una diversa e esaltata attività della Candida
Albicans, dal momento che è stata descritta abbondantemente nelle sue manifestazioni patologiche?
La risposta risiede nel fatto che essa è stata studiata solo in un ambito patogeno, cioè solo in rapporto
ai tessuti di rivestimento di un organismo; in realtà la Candida possiede una valenza aggressiva
diversificata in funzione del tessuto interessato; è solo nel connettivo o nell’ambiente connettivale
difatti, e non nei tessuti differenziati che trova le condizioni di un‘espansione illimitata.
Questo peraltro emerge riflettendo un attimo sulla principale funzione del tessuto connettivo, che è
proprio quella di veicolare e di rifornire di sostanze nutritive le cellule di tutto l’organismo.
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E’ in questa sede, difatti, da considerare come un ambiente esterno sui generis rispetto alle cellule più
differenziate (nervose, muscolari, ecc.), che si verifica la competizione alimentare:
da una parte gli elementi cellulari dell’organismo che cercano di scalzare ogni forma di invasione,
dall’altra le cellule fungine che tentano di assorbire sempre maggiori quantità di sostanze nutritive,
obbedendo alla necessità biologica della specie di tendere alla formazione di masse e colonie sempre
più grandi e diffuse.
Dalla combinazione di vari fattori inerenti l’ospite e l’aggressore, è possibile dunque ipotizzare
l’evoluzione di una candidosi:
1°Stadio. Epiteli integri, assenza di fattori debilitanti.
La Candida può rimanere solo come saprofita.
2°Stadio. Epiteli non integri (erosioni, abrasioni ecc.), assenza di fattori debilitanti, condizioni
transitorie inusuali (acidosi, dismetabolismo, dismicrobismo ecc.). La Candida si espande
superficialmente (micosi classica, esogena ed endogena).
3°Stadio. Epiteli non integri, presenza di fattori debilitanti (tossici, radianti, traumatici, neuropsichici
ecc.). La Candida si approfondisce nei piani sub epiteliali, da cui eventualmente viene
veicolata in tutto l’organismo tramite il sangue e la linfa (micosi intima). (11)
Gli stadi 1 e 2 sono quelli più studiati e conosciuti, mentre lo stadio 3, pur descritto nella sua
diversità morfologica, viene ricondotto a una silente forma di saprofitismo.
Questo dal punto di vista logico non è accettabile, poiché nessuno può dimostrare l’innocuità delle
cellule fungine presenti nelle parti più intime dell’organismo.
Assumere difatti che la Candida possa avere lo stesso comportamento di saprofita osservabile sugli
epiteli integri allorquando è riuscita ad insinuarsi nei piani più profondi, è un’operazione a dir poco
rischiosa, poiché dovrebbe essere sostenuta da concetti assolutamente aleatori .
Non solo difatti si dovrebbe ammettere a priori l’inidoneità dell’ambiente connettivale sotto il profilo
nutritivo per la Candida, ma anche, nel contempo, l’onnipotenza sempre e comunque delle difese ospiti
nei confronti di una struttura organica di per sé invasiva, che dovrebbe risultare poi del tutto inerme
nei tessuti più profondi.
Per quanto riguarda il primo punto però, è difficile immaginare che un micro organismo così capace
di adattarsi a qualsiasi substrato, non riesca a trovare elementi di sussistenza nella sostanza organica
umana; parimenti azzardato sembra ipotizzare un‘efficienza difensiva totale dell’organismo umano in
ogni momento dell’esistenza.
Riguardo infine ad una presunta tendenza ad uno stato di quiescenza e di vulnerabilità di un agente
patogeno qual è il fungo, del micro organismo cioè più invasivo e più aggressivo che esiste in natura,
tutto ciò ha piuttosto il sapore dell’incoscienza.
Urge pertanto, in base alle considerazioni suesposte, una rapida presa di coscienza sulla pericolosità
di un tale agente patogeno capace di assumere con disinvoltura le più svariate configurazioni
biologiche, sia biochimiche che strutturali, in funzione delle condizioni degli organismi parassitati.
Il gradiente d’espansione fungino, difatti, è tanto più alto quanto meno eutrofico e quindi reattivo è il
tessuto sede di invasione micotica.
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Nel corpo umano quindi, ogni elemento, esterno o interno, che determina una diminuzione dello stato
di benessere di un organismo, di un organo o di un tessuto, possiede una potenzialità oncogena, non
tanto per un’eventuale intrinseca capacità lesiva, quanto per una generica proprietà di favorire
l’attecchimento fungino, cioè tumorale.
La rete causale allora, così spesso invocata nell’odierna oncologia, in cui entrano fattori tossici,
genetici, immunologici, psicologici, geografici, morali, sociali ecc., in realtà trova una giusta
collocazione solo in un’ottica infettiva micotica, dove la sommazione aritmetica e diacronica di
elementi nocivi funge da co-fattore all’aggressione esterna.
Dimostrata così in via teorica l’equivalenza tumore = fungo, è chiaro come la sua chiave
interpretativa ponga una serie di interrogativi sulle attuali terapie, sia oncologiche (utilizzate senza
indici di riferimento), sia antimicotiche (utilizzate solo a livello superficiale).
Quale strada conviene percorrere oggi, allora, di fronte a un malato di cancro, dal momento che i
trattamenti oncologici convenzionali, non essendo eziologici, possono portare effetti positivi solo in via
occasionale?
In un’ottica fungina, difatti, l’efficacia della chirurgia risulta notevolmente ridotta dal carattere di
estrema diffusibilità e invasività di un aggregato miceliale, cosicché un suo potere risolutorio è legato
al caso, alle condizioni cioè in cui si ha la fortuna di asportare completamente tutta la colonia (la qual
cosa spesso è resa possibile da uno stato di incistazione sufficiente).
La chemioterapia e la radioterapia poi, possono produrre quasi esclusivamente effetti negativi, sia per
la loro inefficacia specifica, sia per l’alta tossicità e lesività nei confronti dei tessuti, che in ultima
analisi favorisce maggiormente l’aggressività micotica.
Una terapia antifungina - antitumorale specifica, invece, dovrebbe tenere conto dell’importanza del
tessuto connettivo unitamente alla complessità riproduttiva dei funghi; solo attaccandoli in tutte le
bande d’esistenza nella sede nutritizia a loro più confacente, è possibile sperare di eradicarli
dall’organismo umano.
Il primo passo da compiere perciò è quello di rafforzare il malato di cancro con misure ricostituenti
generiche (alimentazione, integratori, regolazione dei ritmi e delle funzioni vitali), in grado di
potenziare già da sole aspecificamente le difese dell’organismo.
Riguardo poi alla possibilità di disporre di quei farmaci risolutori che purtroppo oggi non esistono,
appare utile, nel tentativo di trovare una sostanza antifungina molto diffusibile e quindi efficace, di
considerare l’estrema sensibilità della Candida nei confronti del bicarbonato di sodio (ad esempio nella
candidosi orale dei lattanti), la qual cosa peraltro si accorda con la sua accentuata capacità di
riprodursi in ambiente acido.
Teoricamente perciò, escogitando dei trattamenti in cui si riesca a mettere il fungo a contatto con alte
concentrazioni di bicarbonato, si dovrebbe assistere alla regressione delle masse tumorali interessate.
E questo è quanto avviene in molti tipi di tumore, specialmente quello dello stomaco e quello del
polmone, il primo suscettibile di regressione proprio per la sua posizione anatomica "esterna", il
secondo per la notevole diffusibilità del bicarbonato nel sistema bronchiale e per la sua alta
responsività alle misure ricostituenti generali.
Applicando dunque una simile impostazione terapeutica, è stata possibile in alcuni pazienti la
completa remissione della sintomatologia e la normalizzazione dei dati strumentali.
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Vengono riportati qui di seguito alcuni casi (quelli più nitidi, sopravvissuti da più di 10 anni).
Caso 1) Una paziente di 70 anni, con diagnosi di adenocarcinoma dello stomaco, supportata dai
comuni tests oncologici (Tac, biopsia, ecc.), due giorni prima dell'operazione fissata, accettando il
consiglio di tentare una strada meno cruenta, esce dall'ospedale.
Per il periodo di un mese le viene somministrato bicarbonato di sodio (1 cucchiaino abbondante in un
bicchiere d'acqua) da assumere mezz'ora prima della colazione, cioè a stomaco vuoto, con lo scopo di
potenziarne al massimo l'attività.
Dopo circa due mesi avviene la normalizzazione della funzionalità gastrica con attenuazione e poi
perdita di tutta la sintomatologia connessa con la patologia neoplastica (inappetenza, pesantezza
digestiva, spossatezza, accessi lipotimici, ecc.)
Dopo un esame endoscopico eseguito a distanza di un anno dall'inizio della terapie, attestante la
completa remissione della formazione neoplastica, la paziente rifiuta ulteriori ricerche.
E' tuttora vivente a distanza di 15 anni dal trattamento.
Caso 2) Paziente di 67 anni, con una storia di ulcera gastrica alle spalle, al quale essendo
diagnosticato in ambiente ospedaliero nel tumore dello stomaco, viene consigliata una gastrectomia.
Egli, convinto che la sua malattia sia solo un'esacerbazione dell'ulcera, spinto perciò a trovare
alternative all'intervento chirurgico, si sottopone a terapia con bicarbonato, attuata come nel caso 1, la
quale determina in pochi mesi la regressione della sintomatologia neoplastica.
Dopo un periodo di circa 18 mesi, durante il quale non viene effettuato nessun controllo, in seguito ad
una ripresa della sintomatologia viene riproposta l'assunzione di bicarbonato come in precedenza, con
cui in breve tempo viene ristabilita la funzionalità gastrica, mantenuta peraltro per circa 8 anni, fino a
quando cioè si perdono le tracce del paziente stesso.
Caso 3) Paziente di 58 anni, affetto da carcinoma dello stomaco, diagnosticato tramite esame
istologico eseguito su reperto endoscopico.
Escluse per scelta personale le vie ufficiali, vengono accettate le indicazioni terapeutiche attuate nei
due casi precedenti, da cui esita una normalizzazione del quadro sintomatologico per circa tre anni,
vale a dire fino a quando vengono sospese ulteriori visite di controllo.
Caso 4) Paziente di 71 anni, che si presenta, ad un controllo effettuato in ambiente ospedaliero nel
settembre 1983, in un grave stato di emaciazione determinata dal notevole calo ponderale (dell'ordine
di 15 Kg) sopraggiunto negli ultimi mesi.
Essendo stata diagnosticata una neoplasia dello stomaco e approntato uno schema terapeutico
oncologico combinato, ne viene data notizia ai parenti, i quali inoltre vengono messi al corrente delle
difficoltà e dei rischi di un simile trattamento, da attuare in un malato estremamente defedato.
A questo punto la moglie, rifiutando le strade ufficiali, decide di riportare il marito a casa e di tentare
l'alternativa "innocua" del bicarbonato, la somministrazione del quale (ad una dose leggermente
inferiore ai casi precedenti), restaura un appetito e una funzionalità digestiva soddisfacente.
Per circa 8 mesi si assiste ad una certa fatica a riacquistare peso; dopo tale periodo la ripresa
diviene man mano più evidente fino al recupero quasi totale dei chili perduti (entro 24 mesi), con un
sensibile miglioramento delle condizioni generali.
Caso 5) Paziente di 51 anni con diagnosi (fine 1983) di carcinoma bronchiale in sede lombare
inferiore destra, al quale, espletati gli accertamenti oncologici di routine (con Tac nettamente positiva,
ma con aspirato bronchiale negativo), viene proposto intervento chirurgico.
Dopo una consultazione avvenuta tra i familiari, essendosi deciso di rimandare di qualche tempo
quanto stabilito dai sanitari, viene tentato il trattamento con bicarbonato.
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Esami radiologici effettuati a distanza di circa 18 mesi, durante i quali non si verificano gli episodi
emoftoici di inizio malattia, evidenziano ancora la presenza di una massa nodulare nel lobo inferiore
destro, le sue dimensioni però appaiono più piccole e i suoi contorni più regolari.
Caso 6) Paziente di 48 anni, con tumore al lobo medio del polmone, attestato da tutte le ricerche
oncologiche, messo in lista d'attesa (inizio 1983) per intervento chirurgico, la cui modalità d'esecuzione
risulta peraltro non essere completamente definita a motivo di un dubbio sconfinamento della massa
neoplastica.
Uscito dall'ospedale contro il volere dei sanitari (da sottolineare che per mesi è stato ricercato dagli
addetti ospedalieri), si sottopone a terapia a base di bicarbonato, che in breve tempo ristabilisce
condizioni ottimali di salute
In un esame Rx eseguito dopo circa 9 mesi, è possibile osservare, al posto della massa neoplastica,
una tenue linea trasversale alla base del lobo medio, da interpretare verosimilmente come residuo
cicatriziale.
E' tuttora vivente.
Caso 7) Paziente di 55 anni affetto da neoplasia del retto, evidenziatasi sintomatologicamente (1981)
con disturbi all'evacuazione e emissione franca di sangue, e a livello strumentale mediante esame
endoscopico.
Consigliato dai sanitari di sottoporsi a resezione rettale con conseguente instaurazione di ano
preternaturale, egli, nel tentativo di evitare una penosa mutilazione, si sottopone a terapia locale di
bicarbonato, eseguita mediante clisteri contenenti una soluzione molto concentrata (8 cucchiaini in un
litro).
A distanza di 3 anni era ancora vivente.
Considerazioni critiche:
Dal sistema di pensiero e dai casi brevemente illustrati, sembra opportuno analizzare gli spunti nuovi
e nel contempo concreti che possano emergere, in chiave sia critica che autocritica, nella patologia
neoplastica.
A ben guardare il metodo terapeutico proposto, difatti, ci si accorge che esso possiede già in sé,
indipendentemente dalla reale efficacia, un suo valore teorico innovativo, primo perché mette in
discussione i metodi attuali e i suoi presupposti concettuali, secondo perché rappresenta una proposta
alternativa concreta a tutta la congerie di posizioni magniloquenti ma troppo generiche, e quindi
inefficaci, oggi esistenti.
Identificare invece una sola causa tumorale, pur se con tutti i possibili impliciti condizionamenti
d'ordine generale, rappresenta un passo avanti indispensabile per uscire da quella forma di passività
determinata dalla mancanza di risultati, responsabile di comportamenti troppo fideistici e quindi
sfiduciati.
Il dato di fatto dunque che un approccio medico non convenzionale possa apportare in alcuni pazienti
benefici sotto ogni profilo superiori ai trattamenti ufficiali, dimostrando anche un valore risolutivo,
dovrebbe indurre a ricercarne le ragioni di fondo, cercando di evitare atteggiamenti di sufficienza
limitativi e improduttivi.
Si può discutere perciò se è il bicarbonato il fautore delle guarigioni o invece l'insieme delle
condizioni instaurate, oppure l'intervento di fattori neuropsichici inidentificati, o altro ancora; quello
che rimane indiscusso però è il fatto che un certo numero di persone, deviando dai metodi
convenzionali, è potuto ritornare alla normalità di vita senza sofferenze e senza mutilazioni.
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Il messaggio che ne deriva perciò è un appello a ricercare quelle soluzioni che si accordino con il
semplice presupposto Ippocratico del "benessere" dell'uomo, vale a dire è uno stimolo a valutare
criticamente le terapie oncologiche odierne, in grado di garantire indubitabilmente solo sofferenze.
Una cosa è certa, oggi non è più lecito, in preda al panico e alla "sindrome del tumore", tollerare
delle carneficine effettuate su scala mondiale, ammantate per di più dal "misericordioso" obbligo di
dover aiutare e di essere aiutati, senza il supporto di fondamenti eziologici certi.
Mettendosi difatti per un attimo in una diversa prospettiva, tentando di vedere il pianeta tumore con
occhi più naturali, ipotizzando cioè una genesi più semplice della proliferazione neoplastica, al limite
quella fungina, si rimane sbalorditi e nello stesso tempo atterriti dalla profana mano della medicina
ufficiale, armata di un cinismo e di una superficialità abissali.
I casi negativi, si potrebbe argomentare però, rappresentano l'inevitabile prezzo da pagare per
salvare qualcuno.
Se le sofferenze e i decessi autorizzati stanno in un rapporto enormemente negativo nei confronti di
eventuali guarigioni (queste sì riconducibili al caso o a fattori estranei alle terapie), allora non è più
ammissibile voler operare a tutti i costi, in quanto così facendo si delinea solo la possibilità di fare del
male.
Ma le guarigioni avvenute in seguito ai protocolli oncologici attuali, si ribatterebbe, non sono poi in
numero così esiguo, anzi in certe specie di tumore sono riscontrabili in alta percentuale.
Simili risultanze però, è facile rilevare, non sono altro che l'esito di atteggiamenti propagandistici
sostenuti da argomentazioni surrettizie volte a distribuire indistintamente luce impropria a tutto il
panorama delle entità nosologiche tumorali.
Raggruppare allora nello stesso cespite tumori maligni occasionalmente o mai guariti (come quello
del polmone o dello stomaco), insieme a quelli al limite della benignità (come la maggior parte dei
tiroidei o dei prostatici ecc.), oppure insieme a quelli che hanno un'evoluzione positiva autonoma
malgrado la chemioterapia (ad esempio le leucemie dell'infanzia), appare un'operazione subdola e
mistificatoria che ha l'unico scopo di coagulare quei consensi impossibili da ottenere con un
comportamento intellettualmente corretto.
Se ad esempio su un certo numero di specie di tumore, solamente uno risulta suscettibile di
regredibilità, non è lecito costruire un diagramma nosologico che informi sulla incidenza globale della
terapeutica applicata indistintamente sulla totalità delle neoplasie; sarebbe più corretto al contrario
denunciarne l'inutilità, anzi la dannosità, lasciando, per quanto riguarda l'eteroplasia che denota un
andamento positivo, un dominio aperto di ipotesi alternative.
Ritornando allora, ad esempio, alle leucemie dell'infanzia, la loro frequente fausta evoluzione,
potrebbe essere messa in correlazione con elementi estranei alle terapie somministrate, come ad
esempio con quelle terapie di sostegno comunemente apportate, da considerare particolarmente efficaci
in organismi giovani, oppure con la proprietà del tessuto connettivo di acquisire, in una determinata
epoca di sviluppo, quella maturazione necessaria al potenziamento di un'attività immunologica
dimostratasi, in un determinato momento della vita, intrinsecamente insufficiente.
Accade spesso difatti, in medicina, che alcune malattie scompaiano da sole senza motivi apparenti, ma
solo in correlazione con determinati passaggi di maturazione organica.
Tanto per rimanere in tema oncologico - micologico, è noto come alcune micosi dell'infanzia croniche
e recidivanti refrattarie a qualsiasi trattamento, improvvisamente ad un certo stadio dello sviluppo
scompaiano senza lasciare residui.
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Dalle brevi notazioni critiche esposte, moltiplicabili inutilmente all'infinito, il panorama della malattia
tumorale risulta dunque estremamente vario e complesso, talché assumere posizioni esclusive o
preclusive sia in senso convenzionale che anticonvenzionale può risultare indice di ristrettezza mentale,
specialmente in ragione del fatto che il terreno su cui ci si muove è in gran parte sconosciuto e quindi
non inquadrabile in maniera univoca o standardizzata.
Laddove infatti ci si addentra nello spazio occupato da elementi non visibili e ultramicroscopici,
dovendosi inevitabilmente la strutturazione della conoscenza appoggiare sulla costruzione di una
molteplicità di entità teoriche, il rischio di uno slittamento da un inquadramento reale in uno funzionale
può trasformarsi in un dato di fatto pernicioso.
Il fatto poi che in pratica la medicina odierna, non solo non fornisca dei criteri interpretativi
sufficienti, ma adotti metodiche pericolose, dannose e insensate, anche se in buona fede, deve spingere
chiunque alla ricerca di alternative logiche ed umane e, in via subordinata, a guardare con attenzione e
con occhi disponibili qualsiasi teoria e posizione che osi alzare la testa, sempre con logicità, contro
quel giogo così mostruoso ed inumano che è il tumore.
In una prospettiva alternativa, allora, bisognerebbe programmare ex-novo la sperimentazione in
campo oncologico, predisponendo le ricerche (epidemiologiche, eziologiche, patogenetiche, cliniche e
terapeutiche), in linea con i concetti di una microbiologia e di una micologia rinnovata, che
porterebbero con molta probabilità alle conclusioni già esposte, e cioè che il tumore è un fungo, la
Candida Albicans.
L’eventuale riscontro poi, che non solo i tumori, ma che la maggior parte delle malattie cronicodegenerative possa ricondursi a una causalità micotica, dove eventualmente possa rientrare uno spettro
più ampio dei parassiti fungini (ad esempio le malattie del connettivo, la sclerosi multipla, la psoriasi, il
diabete II, ecc.), rappresenterebbe quel salto di qualità che, aprendo la via ad una rivoluzione del
pensiero medico, potrebbe migliorare enormemente l’aspettativa di vita, sia in senso qualitativo che
quantitativo.
Per concludere, se fino ad oggi il mondo dei funghi, cioè dei micro organismi più complessi e più
aggressivi che si conoscono, è potuto passare inosservato, la speranza del presente lavoro è che si
possa prendere rapidamente coscienza della loro pericolosità, in modo da veicolare le risorse della
ricerca medica non in vicoli ciechi, ma contro i veri nemici dell’organismo umano, gli agenti infettivi
esterni.
Sommario:
Il presente lavoro intende richiamare l’attenzione sul possibile ruolo eziologico dei funghi nella
malattia tumorale, in particolare della Candida Albicans.
Partendo difatti dalla loro infinita capacità di adattamento a tutti i substrati biologici, nonché dalla
loro estrema potenzialità patogena, di molto superiore ad ogni altro micro organismo, non risulta
ormai più accettabile una loro collocazione in quello spazio indefinito e indefinibile che comprende i
cosiddetti patogeni occasionali.
Se, come è noto, i funghi sono in grado di attaccare qualsiasi sostanza organica, specialmente quella
in via di degradazione, allora è possibile ipotizzare un loro attecchimento nell’intimità dei tessuti,
laddove particolari condizioni contingenti lo permettano.
Un trattamento finalizzato alla loro eradicazione deve quindi tenere conto sia della loro diffusibilità
che della loro complessità biologica, cosa che non può essere ottenuta oggi né con le terapie
oncologiche, né tantomeno con quelle antimicotiche.
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I 7 casi illustrati, trattati in maniera peculiare e risolutoria con il bicarbonato di sodio, una sostanza
alcalina molto diffusibile e quindi notevolmente attiva contro la Candida in tutte le sue manifestazioni,
possono indicare un nuovo modo di procedere in campo oncologico.
Solo abbandonando la tesi oncologica universalmente condivisa, che il tumore derivi cioè da
un’anomalia riproduttiva cellulare, e reimpostando tutta la ricerca in un’ottica infettiva micotica, è
lecito sperare nella definitiva sconfitta del cancro.
Note bibliografiche:
1)
Verona O., “Il vasto mondo dei funghi”, Bologna 1985, pag.1
2)
Ivi, pag.2
3)
Rambelli A., “Fondamenti di micologia”, Bologna 1981, pag.35
4)
Ibidem
5)
Ivi, pag.28
6)
Verona O., cit. pag.5
7)
Rambelli A., cit. pag.31
8)
ivi, pag.28
9)
ivi, pag.29
10) ivi, pag.266
11) ivi, pag.273
pH acido nei TUMORI, presupposto per nuove Linee Terapeutiche
La misurazione del pH nei tessuti ha evidenziato che il micro-ambiente è più acido nei tumori che nei
tessuti normali; la produzione di acido lattico e l’idrolisi di ATP nelle regioni ipossiche, rientrano
probabilmente in questo meccanismo di iperacidità, insieme ad altri pattern metabolici.
Il Ph acido allora, può influenzare lo sviluppo di nuove e relativamente specifiche terapie anticancro,
mirate a regolare il Ph intracellulare.
Cancer Res 1989 Aug 15;49(16):4373-84 Related Articles, Books, LinkOut
Acid pH in tumors and its potential for therapeutic exploitation.
Tannock IF, Rotin D. - Department of Medicine, Ontario Cancer Institute, Toronto, Canada.
Measurement of pH in tissue has shown that the microenvironment in tumors is generally more acidic
than in normal tissues. Major mechanisms which lead to tumor acidity probably include the production
of lactic acid and hydrolysis of ATP in hypoxic regions of tumors. Further reduction in pH may be
achieved in some tumors by administration of glucose (+/- insulin) and by drugs such as hydralazine
which modify the relative blood flow to tumors and normal tissues. Cells have evolved mechanisms for
regulating their intracellular pH. The amiloride-sensitive Na+/H+ antiport and the DIDS-sensitive Na+dependent HCO3-/Cl- exchanger appear to be the major mechanisms for regulating pHi under
conditions of acid loading, although additional mechanisms may contribute to acid extrusion. Mitogeninduced initiation of proliferation in some cells is preceded by cytoplasmic alkalinization, usually
triggered by stimulation of Na+/H+ exchange; proliferation of other cells can be induced without prior
alkalinization.
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Mutant cells which lack Na+/H+ exchange activity have reduced or absent ability to generate solid
tumors; a plausible explanation is the failure of such mutant cells to withstand acidic conditions that are
generated during tumor growth. Studies in tissue culture have demonstrated that the combination of
hypoxia and acid pHe is toxic to mammalian cells, whereas short exposures to either factor alone are not
very toxic. This interaction may contribute to cell death and necrosis in solid tumors. Acidic pH may
influence the outcome of tumor therapy. There are rather small effects of pHe on the response of cells to
ionizing radiation but acute exposure to acid pHe causes a marked increase in response to hyperthermia;
this effect is decreased in cells that are adapted to low pHe. Acidity may have varying effects on the
response of cells to conventional anticancer drugs. Ionophores such as nigericin or CCCP cause acid
loading of cells in culture and are toxic only at low pHc; this toxicity is enhanced by agents such as
amiloride or DIDS which impair mechanisms involved in regulation of pHi. It is suggested that acid
conditions in tumors might allow the development of new and relatively specific types of therapy which
are directed against mechanisms which regulate pHi under acid conditions.
Potenziamento della terapia agendo sul pH dei liquidi dei tessuti del tumore
Il Ph dei tumori solidi è significativamente più acido dei tessuti normali.
Un basso Ph in vitro riduce la citotossicità dei chemioterapici debolmente basici, contribuendo ad una
resistenza.
Il bicarbonato di sodio, si riporta nel lavoro, amplifica significativamente l’effetto della doxorubicina.
Questo lavoro rappresenta la dimostrazione in vivo (in pazienti neoplastici), della resistenza, già ben
documentata in vitro e in via teorica, verso i chemioterapici debolmente basici.
Br J Cancer 1999 Jun;80(7):1005-11 Related Articles, Books, LinkOut
Enhancement of chemotherapy by manipulation of tumour pH.
Raghunand N, He X, van Sluis R, Mahoney B, Baggett B, Taylor CW, Paine-Murrieta G, Roe D,
Bhujwalla ZM, Gillies RJ. - Arizona Cancer Center, Tucson 85724-5024, USA.
The extracellular (interstitial) pH (pHe) of solid tumours is significantly more acidic compared to
normal tissues. In-vitro, low pH reduces the uptake of weakly basic chemotherapeutic drugs and, hence,
reduces their cytotoxicity. This phenomenon has been postulated to contribute to a 'physiological'
resistance to weakly basic drugs in vivo. Doxorubicin is a weak base chemotherapeutic agent that is
commonly used in combination chemotherapy to clinically treat breast cancers. This report demonstrates
that MCF-7 human breast cancer cells in vitro are more susceptible to doxorubicin toxicity at pH 7.4,
compared to pH 6.8. Furthermore 31P-magnetic resonance spectroscopy (MRS) has shown that the pHe
of MCF-7 human breast cancer xenografts can be effectively and significantly raised with sodium
bicarbonate in drinking water. The bicarbonate-induced extracellular alkalinization leads to significant
improvements in the therapeutic effectiveness of doxorubicin against MCF-7 xenografts in vivo.
Although physiological resistance to weakly basic chemotherapeutics is well-documented in vitro and in
theory, these data represent the first in vivo demonstration of this important phenomenon.
Fluorescence ratio imaging of interstitial pH in solid tumours: effect of glucose on spatial and
temporal gradients.
Dellian M, Helmlinger G, Yuan F, Jain RK. - Edwin L Steele Laboratory, Department of Radiation
Oncology, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Boston 02114, USA.
Tumour pH plays a significant role in cancer treatment. However, because of the limitations of the
current measurement techniques, spatially and temporally resolved pH data, obtained non-invasively in
solid tumours, are not available.
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Fluorescence ratio imaging microscopy (FRIM) has been used previously for noninvasive, dynamic
evaluation of pH in neoplastic tissue in vivo (Martin GR, Jain RK 1994, Cancer Res., 54, 5670-5674).
However, owing to problems associated with quantitative fluorescence in thick biological tissues, these
studies were limited to thin (50 microns) tumours. We, therefore, adapted the FRIM technique for pH
determination in thick (approximately 2 mm) solid tumours in vivo using a pinhole illumination-optical
sectioning (PIOS) method. Results show that (1) steep interstitial pH gradients (5 microns resolution),
with different spatial patterns, exist between tumour blood vessels; (2) pH decreased by an average of
0.10 pH units over a distance of 40 microns away from the blood vessel wall, and by 0.33 pH units over
a 70 microns distance; (3) the maximum pH drop, defined as the pH difference between the intervessel
midpoint and the vessel wall, was positively correlated with the intervessel distance; (4) 45 min
following a systemic glucose injection (6 g kg-1 i.v), interstitial pH gradients were shifted to lower pH
values by an average of 0.15 pH units, while the spatial gradient (slope) was maintained, when
compared with preglucose values. This pH decrease was not accompanied by significant changes in
local blood flow. pH gradients returned to near-baseline values 90 min after glucose injection; (5)
interstitial tumour pH before hyperglycaemia and the glucose-induced pH drop strongly depended on
the local vessel density; and (6) sodium bicarbonate treatment, either acute (1 M, 0.119 ml h-1 for 3 h
i.v.) or chronic (1% in drinking water for 8 days), did not significantly change interstitial tumour pH.
Modified FRIM may be combined with other optical methods (e.g. phosphorescence quenching) to
evaluate non-invasively the spatial and temporal characteristics of extracellular pH, intracellular pH and
pO2 in solid tumours. This will offer unique information about tumour metabolism and its modification
by treatment modalities used in different cancer therapies.
J Pain Symptom Manage 1996 Jul;12(1):11-7 Related Articles, Books, LinkOut
Comment in: J Pain Symptom Manage. 1997 Jun;13(6):316-8
Effects of induced metabolic alkalosis on perception of dyspnea during flow-resistive loading.
Taguchi N, Ishikawa T, Sato J, Nishino T. - Department of Anesthesiology, School of Medicine, Chiba
University, Japan.
Treatment of dyspnea in patients with advanced cancer is an important issue. The purpose of the present
study was to assess the effect of induced-metabolic alkalosis produced by administration of sodium
bicarbonate on dyspneic sensation. In seven healthy subjects, dyspnea was induced by having them
breathe with a flow-resistive load (24 cm H2O/L/sec) for 6 min before and after administration of
sodium bicarbonate (0.5 mmol/kg, per os+2 mmol/kg, IV). The intensity of dyspnea was rated using a
visual analogue scale (VAS). The VAS scores and minute ventilation during loaded breathing after
administration of sodium bicarbonate were significantly lower than those before administration of
sodium bicarbonate. These results indicate that induced metabolic alkalosis may alleviate the intensity
of dyspneic sensation by a reduction in ventilatory drive.
Diminuzione del volume in presenza di -HCO3 in cellule di osteosarcoma. Si registra simultaneamente
la variazione di voume e di Ph intracellulare, per studiare il ruolo di HCO3- nella diminuzione del
volume cellulare. L’aumento di Ph intracellulare – risulta – coincide con una diminuzione del volume
cellulare. Appare evidente, in questo modo, il coinvolgimento del Na+ (HCO3-) nella regolazione del
volume cellulare.
J Biol Chem 1992 Sep 5;267(25):17665-9 Related Articles, Books, LinkOut
Regulatory volume decrease in the presence of HCO3- by single osteosarcoma cells UMR-106-01.
Star RA, Zhang BX, Loessberg PA, Muallem S. - Department of Medicine, University of Texas
Southwestern Medical Center, Dallas 75235-9040.
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The technique for the simultaneous recording of cell volume changes and pHi in single cells was used
to study the role of HCO3- in regulatory volume decrease (RVD) by the osteosarcoma cells UMR-10601. In the presence of HCO3-, steady state pHi is regulated by Na+/H+ exchange, Na+ (HCO3-)3
cotransport and Na(+)-independent Cl-/HCO3- exchange. Following swelling in hypotonic medium, pHi
was reduced from 7.16 +/- 0.02 to 6.48 +/- 0.02 within 3.4 +/- 0.28 min. During this period of time, the
cells performed RVD until cell volume was decreased by 31 +/- 5% beyond that of control cells (RVD
overshoot). Subsequently, while the cells were still in hypotonic medium, pHi slowly increased from
6.48 +/- 0.02 to 6.75 +/- 0.02. This increase in pHi coincided with an increase in cell volume back to
normal (recovery from RVD overshoot or hypotonic regulatory volume increase (RVI)). The same
profound changes in cell volume and pHi after cell swelling were observed in the complete absence of
Cl- or Na+, providing HCO3- was present. On the other hand, depolarizing the cells by increasing
external K+ or by inhibition of K+ channels with quinidine, Ba2+ or tetraethylammonium prevented the
changes in pHi and RVD. These findings suggest that in the presence of HCO3-, RVD in UMR-106-01
cells is largely mediated by the conductive efflux of K+ and HCO3-. Removal of external Na+ but not
Cl- prevented the hypotonic RVI that occurred after the overshoot in RVD. Amiloride had no effect,
whereas pretreatment with 4,4'-diisothiocyanostilbene-2,2'-disulfonic acid (DIDS) strongly inhibited
hypotonic RVI. Thus, hypotonic RVI is mediated by a Na+(out)-dependent, Cl(-)-independent and
DIDS-inhibitable mechanism, which is indicative of a Na+(HCO3-)3 cotransporter. This is the first
evidence for the involvement of this transporter in cell volume regulation. The present results also stress
the power of the new technique used in delineating complicated cell volume regulatory mechanisms in
attached single cells.
Effetto dell’alcalosi artificiale nell’attività del cervello e nelle cellule del sangue in pazienti
oncologici: Vengono studiati 40 pazienti oncologici, di differenti istotipi, sedi e dimensioni.
Il lavoro evidenzia che i pazienti hanno un’acidosi intracellulare generalizzata, che può essere diminuita
con l’alcalinizzazione del plasma.
Vestn Ross Akad Med Nauk 1995;(4):24-5 Related Articles, Books, LinkOut
[Characteristics of the effects of artificial alkalosis on electrical activity of the brain and
ultrastructure of blood cells in oncologic patients]. [Article in Russian]
Davydova IG, Kassil' VL, Filippova NA, Barinov MV.
The authors examined 40 patients with malignant tumors of various histogenesis, sites and extent, as
well as 5 patients with benign tumors and other non-tumorous diseases. They also studied their
electroencephalography and peripheral blood lymphocytic and erythrocytic ultrastructure in metabolic
alkalosis temporarily induced by intravenous sodium hydrogen carbonate. In cancer patients without late
metastases, alkalosis caused a transient normalization of previously altered electroencephalography,
erythrocyte disaggregation and substantially reduced the count of killer cells in small and middle
lymphocytes. These findings suggest that patients with malignant neoplasms have a generalized
intracellular acidosis which can be temporarily abolished by plasma alkalinization.
Cancer Res 1989 Jan 1;49(1):205-11 Related Articles, Books, LinkOut
Requirement of the Na+/H+ exchanger for tumor growth.
Rotin D, Steele-Norwood D, Grinstein S, Tannock I. - Department of Medicine and Medical
Biophysics, Ontario Cancer Institute, Toronto, Canada.
The Na+/H+ exchanger is involved in a variety of cellular processes, including regulation of
intracellular pH and possibly the control of cell growth and proliferation.
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To study the role of the Na+/H+ exchanger in tumor growth, human sodium proton exchanger-deficient
(HSPD) mutants were derived from the human bladder carcinoma cell line MGH-U1 (EJ) by the proton
suicide selection technique (J. Pouyssegur et al., Proc. Natl. Acad. Sci. USA, 81: 4833-4837, 1984). The
HSPD cells were approximately 40% larger and contained approximately 70% more DNA than the
parental cells. They were unable to grow in vitro in the absence of bicarbonate at pH less than 7.0,
whereas the parental cells grew well at pH greater than or equal to 6.6. This difference in acid sensitivity
was abolished in the presence of bicarbonate. In contrast to the parental MGH-U1 cells, the Na+/H+deficient HSPD cells either failed to grow tumors, or showed severely retarded tumor growth when
implanted into immune-deprived mice. This difference in tumor growth was not attributed to differences
in cell size and DNA content, because Na+/H+ exchange-competent large cells (HLC), derived during
the same proton suicide selection process as the HSPD cells, grew tumors at a rate close to that of the
parental cells. Cells derived from the few tumors which grew after implantation of HSPD mutant cells
were revertants which had regained Na+/H+ activity. HSPD cells also failed to form spheroids in
culture, and the only spheroid formed consisted of revertant cells which had regained both Na+/H+
exchange activity and tumorigenic capacity. These results suggest that the Na+/H+ exchanger is
important for tumor growth.
Eur J Biochem 1987 Dec 30;170(1-2):43-9 Related Articles, Books
Properties of the Na+-dependent Cl-/HCO3- exchange system in U937 human leukemic cells.
Ladoux A, Krawice I, Cragoe EJ Jr, Abita JP, Frelin C. - Institut National de la Sante et de la Recherche
Medicale Unite 204, Hopital Saint-Louis, Paris, France.
U937 cell possess two mechanisms that allow them to recover from an intracellular acidification. The
first mechanism is the amiloride-sensitive Na+/H+ exchange system. The second system involves
bicarbonate ions. Its properties have been defined from intracellular pH (pHi) recovery experiments,
22Na+ uptake experiments, 36Cl- influx and efflux experiments. Bicarbonate induced pHi recovery of
the cells after a cellular acidification to pHi = 6.3 provided that Na+ ions were present in the assay
medium. Li+ or K+ could not substitute for Na+. The system seemed to be electroneutral. 22Na+ uptake
experiments showed the presence of a bicarbonate-stimulated uptake pathway for Na+ which was
inhibited by 4,4'-diisothiocyanostilbene-2,2'-disulfonate. The bicarbonate-dependent 22Na+ uptake
component was reduced by depleting cells of their internal Cl- and increased by removal of external Cl-.
36Cl- efflux experiments showed that the presence of both external Na+ and bicarbonate stimulated the
efflux of 36Cl- at a cell pHi of 6.3. Finally a 36Cl- uptake pathway was documented. It was inhibited by
4,4'-diisothiocyanostilbene-2,2'-disulfonate (K0.5 = 10 microM) and bicarbonate (K0.5 = 2 mM). These
results are consistent with the presence in U937 cells of a coupled exchange of Na+ and bicarbonate
against chloride. It operates to raise the intracellular pH. Its pHi and external Na+ dependences were
defined. No evidence for a Na+-independent Cl-/HCO3- exchange system could be found. The Na+dependent Cl-/HCO3- exchange system was relatively insensitive to (aryloxy)alkanoic acids which are
potent inhibitors of bicarbonate-induced swelling of astroglia and of the Li(Na)CO3-/Cl- exchange
system of human erythrocytes. It is concluded that different anionic exchangers exist in different cell
types that can be distinguished both by their biochemical properties and by their pharmacological
properties.
L’acidificazione intracellulare è associata ad un aumento di trasformazioni morfologiche nelle
cellule embrionali di criceto siriano
Lo studio indica che le cellule di criceto possiedono attività regolatorie intracellulari, e che
l’acidificazione cellulare gioca un ruolo nell’aumento di frequenza delle trasformazioni osservate nelle
cellule coltivate in condizioni di acidità.
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Associazione per la Ricerca e la Prevenzione del Cancro
ARPC - via del Carso n° 18 - 20010 Casorezzo (MI) Italy - sede di Firenze: via di Novoli n° 91/n
tel. 3488718706 fax 1782207681 - email: [email protected]
sito web: www.aerrepici.org - cod. fisc.: 97547130019
Chemioterapia, una pratica assassina,
ovvero il tradimento della medicina in nome del profitto.
Ciò che voglio dimostrare in questa relazione è quanto ho dichiarato in un recente comunicato
stampa e che si articola, essenzialmente, in due punti.
1) La chemioterapia non guarisce dal cancro, ma uccide.
2) Il suo uso trova fondamento solo negli interessi economici delle ditte farmaceutiche.
Cenni storici.
Per capire come sia stato possibile un simile tradimento, come sia possibile sostenere per così
tanto tempo un simile inganno, bisogna conoscere il contesto economico e politico in cui esso è nato
e si è sviluppato.
“Nei primi decenni del secolo scorso alcuni avvenimenti hanno segnato il destino della
medicina per almeno un secolo. All'inizio del ventesimo secolo il gruppo di Rockefeller controllava
già la maggior parte del commercio di petrolio negli Stati Uniti e in molti altri paesi. Sulla base di
questi trilioni di dollari di reddito, questo gruppo di investitori ha trovato una nuova area di
mercato: il corpo umano. Il profitto o il ritorno su questo investimento dipendeva dalla brevettabilità
delle medicine farmaceutiche inventate. I profitti da trilioni di dollari di questa nuova industria di
investimento sono stati usati per convertire sistematicamente la medicina in un commercio
farmaceutico guidato dall’investimento. Nel giro di pochi decenni, la medicina è caduta sotto il
controllo di questi gruppi di interesse attraverso la loro influenza nelle scuole di medicina, nei
media e nell'arena politica”1.
Nel frattempo la psichiatria (che, non dimentichiamolo, è una branca della medicina) stava
preparando le teorie della razza e dell’eugenetica. “Nel 1905, basandosi sulle teorie espresse da
Malthus, Kraepelin e Spencer, Rüdin (uno dei più autorevoli psichiatri tedeschi. N.d.A.) fonda la
Società per l’Igiene della Razza, costituita al fine di ottenere la purezza razziale. Rüdin è il primo
promotore delle teorie di psichiatria genetica. La follia, ogni aberrazione e la superiorità o inferiorità
razziali, secondo Rüdin sono determinate dalla trasmissione genetica”.2.
Quasi trent’anni più tardi, Rüdin salutò l’ascesa di Hitler come l’occasione che la storia dava
alla psichiatria per la realizzazione dei suoi ideali.
“La presenza medica dominante nel programma di sterilizzazione nazista fu il dottor Ernst
Rüdin, uno psichiatra di fama internazionale... Allievo in origine del grande psichiatra classico Emil
Kraepelin. Rüdin divenne uno stretto collaboratore di Alfred Ploetz nella fondazione della Società
Tedesca per l’Igiene Razziale. Rüdin fu un ricercatore infaticabile e vide come una sua missione
l’applicazione di leggi mendeliane e di principi di eugenetica alla psichiatria”3.
1 Dott. Rath - intervista
2 Dott. Cestari – L’inganno psichiatrico
3 R. J. Lifton – I medici nazisti
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Per completare il quadro di quel momento storico manca ancora un elemento: i soldi. E’ ormai
storia che i finanziatori dell’ascesa al potere di Hitler sono stati i gruppi petrolchimici-farmaceutici.
E precisamente: il gruppo Rockefeller in America, Rothschild in Inghilterra e I. G. Farben in
Germania.
Per quanto riguarda quest’ultimo, il tribunale di guerra di Norimberga nel 1946/47 ha stabilito
che la seconda guerra mondiale non sarebbe stata possibile senza di esso. Come conseguenza, I. G.
Farben è stato tagliato in Bayer, Basf e Hoechst ed alcuni dei relativi responsabili sono stati
dichiarati colpevoli di guerra contro il diritto internazionale, omicidio di massa, sfruttamento e
saccheggio internazionali della proprietà privata e pubblica in paesi stranieri e di altri crimini contro
l’umanità.4
Hitler muore, ma i responsabili dei gruppi petrolchimici-farmaceutici americano e inglese
continuano ad espandere il loro potere indisturbati.
Attualmente il gruppo Rockefeller controlla più di 200 ditte farmaceutiche, è dietro ad alcune
delle più grandi e influenti istituzioni finanziarie del mondo, compresa la Chase Manhattan Bank.
Possiede la Exxon ed altre aziende petrolchimiche multinazionali. Inoltre controlla molti media,
compreso Time Warner, CNN ed una enorme rete di giornali, radio e TV. Il reddito di questo
gruppo sorpassa da solo il prodotto nazionale lordo della maggior parte delle nazioni del pianeta.
Nel 1972 il gruppo Rockefeller fonda la Commissione Trilaterale per tutelare i suoi interessi
finanziari in tutto il mondo. Ad essa appartengono personaggi dell’alta finanza di USA, Europa e
Giappone. L'obiettivo della Commissione Trilaterale è di generare un ”Nuovo Ordine Mondiale”;
il che essenzialmente significa sottomettere il pianeta agli interessi del cartello petrolchimicofarmaceutico-finanziario. Non hanno fatto mai alcun segreto sulle loro idee, tanto è vero che hanno
anche pubblicato un sito: www.trilateral.org. Anche se le sue riunioni avvengono poi sempre a
“porte chiuse”...
Il 50 % dell’amministrazione Bush è formato da alti funzionari di ditte farmaceutiche. Donald
Rumsfeld, l'attuale ministro della guerra è stato il direttore generale di parecchie multinazionali
farmaceutiche.
Su questo intreccio di politica, finanza, guerre e ideologie soppressive mondialiste si sviluppa e
prospera l’industria farmaceutica.
“Uno dei problemi primari affrontato da questa industria era la concorrenza dei prodotti naturali
per la salute. Era chiaro al mondo scientifico che senza queste molecole (vitamine N.d.A.), essenziali
al metabolismo cellulare, le cellule non avrebbero funzionato correttamente e ciò sarebbe stato
l'origine della malattia.
Gli strateghi degli investimenti farmaceutici lo hanno capito ed hanno intrapreso una campagna
globale per ostacolare che queste informazioni salva-vita diventassero ampiamente disponibili alle
persone del mondo intero. Ma far tacere queste informazioni era soltanto il primo punto. Ulteriori
punti strategici per sviluppare il fraudolento schema commerciale farmaceutico hanno incluso il
discredito delle informazioni sanitarie su queste terapie naturali non brevettabili e infine la messa
fuori legge di ogni asserzione sui sistemi naturali curativi e preventivi.
Tutte queste misure hanno avuto soltanto uno scopo: proteggere l'industria farmaceutica di
investimento basata sulle medicine brevettabili, che riguardano soltanto i sintomi, dalle terapie
naturali non brevettabili che sono essenziali per ottenere la salute cellulare. Nel forte contrasto, i
fatti scientifici circa le molecole naturali essenziali per le funzioni cellulari di base e descritte nei
manuali di biologia, sono materia di vita o di morte per questo intero commercio di investimento.
4 v. Josef Borkin - Il crimine e la punizione di I. G. Farben
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che assume la forma di una conchiglia.
Se le malattie potessero essere evitate ottimizzando la salute cellulare con le molecole non
brevettabili naturali, ciò minaccerebbe la base stessa dell’intero affare farmaceutico di investimento
sulle malattie. Una malattia che è evitata o sradicata sarà semplicemente un mercato in meno.
Di particolare importanza è riflettere sull'influenza dell'industria farmaceutica sulla professione
medica. Attraverso la fondazione di facoltà di medicina private negli Stati Uniti, comprese le
cosiddette università della “Ivy League” come Harvard, Yale, la clinica Mayo ed altre, l’industria
farmaceutica di investimento ha semplicemente comprato l'opinione medica in tutto il mondo.
Sempre di più, l'insegnamento delle terapie mediche si è concentrato sulle medicine chimiche ed,
allo stesso tempo, i trattamenti sanitari naturali sono stati banditi efficacemente come ”antiquati”.
Ogni medico che si è laureato nelle ultime decadi ha imparato appena che il primo premio Nobel
per il ruolo di vitamina C nel metabolismo cellulare è stato assegnato nel 1937. Quindi, durante più
della metà di un secolo, generazioni di milioni di medici finirono l’università senza alcuna
conoscenza circa il ruolo di salva-vita e di beneficio per la salute delle vitamine, dei minerali e degli
oligoelementi”5.
Delineato brevemente il quadro storico, vediamo ora, all’atto pratico, i frutti che la medicina
moderna ha generato. Date le premesse, non possono essere che frutti velenosi. Limitiamoci ad
analizzare quello che costituisce l’argomento di questa relazione: la chemioterapia.
Dati scientifici.
Come è nata questa strana pratica di somministrare terribili sostanze ai pazienti per guarirli?
Essa “si basa sul fatto che le cellule cancerose sono più deboli di quelle sane, pertanto, sotto l'azione
di veleni o di radiazioni ionizzanti, sono le prime a morire. Questa constatazione porta però a una
delle pratiche più insensate della storia della medicina: avvelenare ed irradiare il paziente per
guarirlo! Anche la persona meno informata, riesce a comprendere che guarigione significa
miglioramento della salute. Nessuna persona sana di mente penserebbe che l'inquinamento, gli
esperimenti atomici o l'incidente di Chernobyl siano i provvidenziali vantaggi dei nostri tempi per
mantenerci sani”6.
Tutte queste discussioni fatte in televisione in questi (e altri) giorni su chemio o medicine
alternative hanno un solo scopo: confondere le idee e annebbiare le menti della gente. In verità la
questione è di una semplicità lapalissiana e disarmante. Vogliamo sapere se la chemio è una terapia
valida o no? E’ molto facile saperlo; basta fare quello che si fa con qualsiasi altra cosa di qualsiasi
genere per sapere se è funziona o no: si osservano i RI-SUL-TA-TI. Su di essa esistono studi,
statistiche, dati ufficiali accurati. E’ vero che gli oncologi, con la complicità dei media, creano su di
essi una cortina fumogena, ma non è per niente difficile averli: basta chiederli. Io li ho trovati e ve li
posso comunicare. Ripeto: questi non sono i miei dati, sono i dati ufficiali dell’oncologia ufficiale.
Prima di tutto bisogna sapere cosa si intende in oncologia per paziente guarito di cancro. Poiché
effettive guarigioni non ne ottengono mai, definiscono guarito colui che sopravvive almeno
cinque anni dal giorno della diagnosi, anche se muore cinque anni e un giorno dopo, anche se alla
fine del quinto anno ha un cancro grande come una zucca che gli sta straziando il corpo. Credo che
poche persone conoscano questo dato. Non crediate tuttavia che venga tenuto segreto; ma, per darvi
un’idea, in tanti anni io per televisione l’ho sentito dire solo un paio di volte e di sfuggita.
5 Dott. Rath - idem
6 Alberto R. Mondini – Kankropoli, la mafia del cancro
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Confrontate ciò con le migliaia di ore di chiacchiere trionfalistiche di Tirelli and company.
Ricordatevi poi che cambiare il significato alle parole è un mezzo per confondere e dominare.
Questo dato pertanto è fondamentale, è la chiave per capire veramente tutti i discorsi che fanno gli
oncologi quando parlano di “guarigione”.
Premesso ciò:
ogni 100 persone che si ammalano di cancro, 61 muoiono entro 5 anni dalla diagnosi.
Le statistiche di sopravvivenza a 10 anni sono più difficili da trovare. Sono così sconsolanti che
gli oncologi si vergognano veramente a farle vedere. Sembra comunque che siano attorno al 1015%.
Provate un po’ ad immaginare un impresario edile che costruisce case il cui 61 % crolla entro
cinque anni dalla costruzione. Prima di tutto nessuno comprerebbe più da lui e poi verrebbe messo
in galera; a meno che qualcuno non lo appenda prima al più vicino lampione... Invece gli oncologi
vengono strapagati, onorati, vezzeggiati, ascoltati per ore e ore in noiosissime trasmissioni
televisive. I più famosi oncologi italiani riescono a farsi pagare 200 euro o più per visite di 10-15
minuti! Incomprensibile... Il fatto è che costoro fanno leva sulla paura, sul dolore e sull’ignoranza
di questi dati da parte dei malati e dei loro famigliari. Come la paura e l’ignoranza vengono poi
alimentate sistematicamente con ogni mezzo, potete facilmente constatarlo voi stessi.
A fronte di un’efficacia nulla della chemioterapia, ben testimoniata dai risultati, vi è una
terribile tossicità delle sostanze usate, tanto è vero che le autorità sanitarie hanno dovuto prendere
drastici provvedimenti per salvaguardare la salute dei lavoratori addetti alla produzione e alla
somministrazione di questi cosiddetti farmaci (medici, infermieri e farmacisti).
Poiché la lista degli effetti collaterali è molto lunga, mi limito a darvi alcune delle
caratteristiche tossicologiche in generale e di un paio di sostanze specifiche, prendendole da una
pubblicazione dell’Istituto Superiore della Sanità.
Chemio in generale. Tra una ventina di effetti collaterali, troviamo: sterilità, aborti,
malformazioni nei figli, danni a cuore, fegato, reni, sistema nervoso e produzione di tumori
secondari (!!!). “Infatti, non solo essi sono in grado di innescare la trasformazione di cellule
normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l’insorgenza di
neoplasie”7. Lo sanno anche loro che questa è una pratica assassina. Comunque di questo non avevo
dubbi.
Antraciclinici: “Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La
cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere
acuta (raramente grave) o cronica (mortalità nel 50 % dei casi). Tutti gli antraciclinici sono
potenzialmente mutageni e cancerogeni”8.
Procarbazina: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazioni nei figli N.d.A.) e il
suo impiego è associato a un rischio del 5-10 % di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti
trattati anche con terapia radiante”9.
Bene; potrei fermarmi qui e finire questa relazione; sarebbe più che sufficiente. Ma poiché non
mi basta chiudere la bocca agli oncologi e ai loro lacchè, ma voglio anche cucirla con filo d’acciaio,
ecco di seguito una valanga di altri dati.
7 Istituto Superiore di Sanità – Esposizione professionale ai chemioterapici
8 Istituto Superiore di Sanità – idem
9 Istituto Superiore di Sanità – idem
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Qualche anno fa, dopo che era scoppiato il caso Di Bella, gli oncologi cominciarono a
dichiarare pomposamente su televisione e giornali che “ora abbiamo il 50 % di guarigioni”,
ovviamente sempre evitando di dire che guarigione significa sopravvivenza a cinque anni. Eppure le
statistiche ufficiali davano sempre un 39 %. Cosa era successo? Un’improvvisa e geniale scoperta?
Nooo! Per guadagnare quell’11 % in più, hanno fatto la media delle “guarigioni” dei vari tipi di
tumore con una manipolazione matematica per la quale verrebbero bocciati con disonore all’esame
di licenza media inferiore.
Faccio un esempio di come fanno la media delle “guarigioni” e, per semplificare, prendo in
esame solo due tipi di tumore. Tumore al polmone: 40.000 casi all’anno, 10 % di “guarigioni”;
tumore al testicolo: 2.000 casi, 87 % di “guarigioni”. (87+10)/2=48,5 La percentuale media di
guarigioni dei due tipi di cancro sarebbe così il 48,5 %. E’ indegno che si permetta a queste persone
di dire pubblicamente simili cialtronerie! En passant, l’operazione corretta è questa:
(40.000x10/100+2.000x87/100)/(40.000+2.000)x100=13,7 La reale percentuale media è dunque il
13,7 %. Una bella differenza!
Analizziamo un altro “dato” trionfalistico. Gli oncologi vanno dicendo che le possibilità di
guarire dal cancro sono molto più alte oggi, il 39 % (oppure il famoso 50 %), rispetto al 20 % del
1930. Ma come mai allora le morti per cancro sono spaventosamente aumentate negli ultimi 70 anni
(vedi più avanti)? Il fatto è che nel 1930 non esistevano tutti i sofisticati mezzi di diagnosi e le
campagne di sensibilizzazione alla diagnosi precoce; pertanto il cancro veniva scoperto
tardivamente e così il tempo fra la diagnosi e il decesso era breve, se non brevissimo. Oggi invece,
poiché la diagnosi avviene in tempi molto più precoci, la morte arriva più tardi rispetto alla diagnosi
stessa e più sovente oltre i fatidici 5 anni!
Il Prof Luigi Di Bella avverte che "se una persona viene dimessa dall'ospedale si dice che è in
remissione. Quando ritorna viene curata e viene dimessa un'altra volta. Se ogni dimissione viene
considerata come un dato positivo, i conti aumentano. E siccome non si può morire più di una volta,
se un individuo è stato dimesso 9 volte ed è morto una volta sola si avrà un 90% di guarigione e il
10% di mortalità. La fortuna dei medici è che si muore una volta sola”10
Estremamente importante è poi “la vasta indagine condotta per 23 anni dal Prof. Hardin B.
Jones, fisiologo presso l'Università della California, e presentata nel 1975 al Congresso di
Cancerologia, presso l'Università di Berkeley. Oltre a denunciare l'uso di statistiche falsificate, egli
prova che i cancerosi che non si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia
N.d.A.) sopravvivono più a lungo o almeno quanto chi riceve queste terapie. Come dimostra Jones,
le malate di cancro al seno che hanno rifiutato le terapie tradizionali, mostrano una sopravvivenza
media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono
invece sottoposte alle cure complete”11.
“Uno studio condotto da quattro ricercatori inglesi, pubblicato su una delle più autorevoli
riviste mediche del mondo, The Lancet del 13-12-1975, e che riguarda 188 pazienti affetti da
carcinoma inoperabile ai bronchi. La vita media di quelli trattati con chemioterapia completa fu di
75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media
di 220 giorni”12.
10 Di Bella - La sua cura contro il cancro" in abbinamento con Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione
11 Alberto R. Mondini – idem
12 Alberto R. Mondini – idem
13 Alberto R. Mondini – idem
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Un altro dato fondamentale che indica come le terapie ufficiali per i tumori siano inefficaci,
sono le statistiche di morte per tumore. Nonostante le decine di trilioni di lire spesi per la ricerca e
le centinaia di trilioni per i trattamenti, i dati degli istituti di statistica di tutti gli stati occidentali
mostrano che le morti per cancro dal 1950 alla fine del secolo sono continuamente e notevolmente
aumentate.
“Riunione del settembre 1994 del President's Cancer Panel: "Tutto sommato, i resoconti sui
grandi successi contro il cancro, devono essere messi a confronto con questi dati" aveva detto
Bailar, indicando un semplice grafico che mostrava un netto e continuo aumento della mortalità per
cancro negli Stati Uniti dal 1950 al 1990. "Torno a concludere, come feci sette anni fa, che i nostri
vent'anni di guerra al cancro sono stati un fallimento su tutta la linea."
Chi è questo personaggio che esprime idee così eretiche, un medico alternativo? Un ciarlatano,
come è stato definito Di Bella? Un guaritore che approfitta dei poveri malati? Uno che non conosce
le percentuali di guarigione?
Niente di tutto questo. Risulta difficile definire ciarlatano o incompetente, John C. Bailar III,
insigne professore di epidemiologia e biostatistica alla Mc Gill University, uno dei più famosi
esperti di oncologia degli Stati Uniti e dell'intero pianeta. Non parlava del resto ad una platea di
sprovveduti; il President's Cancer Panel è nato in conseguenza del National Cancer Act, un
programma di lotta contro il cancro, firmato dal presidente americano Richard Nixon il 23 dicembre
1971 e per cui si sono spesi fino al 1994 ben 25 miliardi di dollari. I dati relativi alla situazione
della lotta al cancro vengono forniti direttamente al Presidente degli Stati Uniti.
La conclusione principale di Bailar, con cui l'NCI (National Cancer Institute) concorda, è che la
mortalità per cancro negli Stati Uniti è aumentata del 7% dal 1975 al 1990. Come tutte quelle
citate da Bailar, questa cifra è stata corretta per compensare il cambiamento nelle dimensioni e nella
composizione della popolazione rispetto all'età, cosicché l'aumento non può essere attribuito al fatto
che si muore meno frequentemente per altre malattie”13. I dati “grezzi” sono ancora più pesanti.
Infine cito la conclusione a cui sono arrivati ricercatori del Dipartimento di genetica e di
biologia molecolare dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma attraverso ricerche
sperimentali.
Essi “confermano, infatti, che alcuni chemioterapici, quali la citosinarabinoside, il metotrexato,
la vincristina ed il cisplatino4 (sostanze usate comunemente e quotidianamente nei trattamenti
N.d.A.), in particolari linee tumorali aumentano la resistenza alla morte cellulare (...) Questi
risultati sono sorprendenti, poiché dimostrano che i suddetti chemioterapici non uccidono le cellule
tumorali, come invece generalmente si ritiene, bensì, impedendo l’apoptosi (= morte della cellula
N.d.A.), facilitano la crescita del tumore”14.
A questo punto penso di poter veramente chiudere questa relazione in quanto i due punti
dichiarati nel mio comunicato stampa
1) La chemioterapia non guarisce dal cancro, ma uccide.
2) Il suo uso trova fondamento solo negli interessi economici delle ditte farmaceutiche.
possono considerarsi dimostrati al di là di ogni ragionevole dubbio.
14 Prof. Renato De Magistris e Dott.ssa Anna Giordano – Nuove prospettive nella prevenzione e nel trattamento delle
neoplasie (in CD Rom)
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Ovviamente ho dovuto tralasciare molti altri dati estremamente interessanti, per rimanere nelle
dimensioni previste per una mezz’ora di relazione; suggerisco perciò, a chi volesse approfondire
certi argomenti, i seguenti libri o articoli che possono essere scaricati gratuitamente dal sito
www.aerrepici.org
Cancro, politica, medicina alternativa e ufficiale:
_ Alberto R. Mondini – Kankropoli, la mafia del cancro
_ Prof. Linus Pauling – intervista
_ Dott. Matthias Rath – intervista
I risultati della medicina ufficiale:
_ Alberto R. Mondini – La medicina, prima causa di morte in USA (783.936 morti in media
all’anno)
_ Ricercatori vari – Morte per medicina (Death by Medicine, ricerca in lingua inglese)
La medicina, scienza o truffa:
_ Prof. dott. Hans-Ulrich Niemitz – perizia tecnico-giudiziaria sulla validità scientifica della
medicina
_ Associazione Forces Italiana - La truffa del fumo passivo
La vera natura della psichiatria e il suo ruolo dietro guerre passate e presenti e terrorismo:
_ Dott. Roberto Cestari – L’inganno Psichiatrico
_ Luca Bistolfi – La verità sull’olocausto
Casorezzo, 30 ottobre 2004.
Il Presidente dell’ARPC
Alberto R. Mondini
Per approfondimenti si leggano anche i documenti su MONOS:
KANKROPOLI - la mafia del cancro
Gli oncologi non si farebbero la Chemioterapia
Reggiseno e cancro al seno
Come vivere senza malattie e senza medicine
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Tratto da :
LA RIVELAZIONE
data a Conchiglia
« BENTORNATO MIO SIGNORE »
Opera attualmente in XII volumi
La Santissima Trinità a Conchiglia
20 settembre 2001 - 18.20
“ La tua mano sta lavorando per Noi alacremente.
Tutti gli sforzi per compiacerCi daranno frutti buoni.
Conchiglia...
la Verità Nuova che stiamo per rivelare
sconvolgerà ancora... e ancora i sapienti di oggi.
Calma il tuo cuore che si chiede:
Che sarà?
Sentiamo che la cosa ti inquieta e ti spaventa
quindi... invoca ancora lo Spirito Santo.
La grazia del Signore sia sempre con te e con il tuo spirito
e con quello di tutti voi.
Ora Conchiglia...
scrivi che l'Universo... che è in continua espansione
si è già mostrato agli occhi degli Scienziati di una certa parte del Mondo...
che hanno intuito cose grandiose e che stanno studiando
per prendere sempre più potere sul nemico avversario.
NO! COSÌ NON SI DEVE FARE!
E allora... permettiamo quel che accadrà presto
affinché si fermi la cupidigia dell'uomo superbo...
e pericoloso a se stesso e al mondo intero.
Quello che ha scoperto... non può ancora metterlo in atto
poiché non gli daremo il tempo per farlo.
L'UOMO... NEL SUO CUORE
HA PROGETTATO LA MORTE PER SCOMPARSA IMMEDIATA.
HA SCOPERTO COME FAR SPARIRE UN CORPO ALL'ISTANTE...
NEL NULLA!
E vorrebbe utilizzare quella scoperta
per eliminare persone a milioni senza lasciare alcuna traccia.
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SMETTETE DI AIUTARE TALI ASSOCIAZIONI
CHE DICONO DI DEBELLARE LE MALATTIE CON LA RICERCA.
ESSI STANNO SÌ RICERCANDO... MA COME FARE PER UCCIDERNE ALTRI ANCORA
E SENZA EPIDEMIE O MALATTIE... COME HANNO FATTO FINO AD OGGI.
I VIRUS PIÙ MORTALI...
SONO STATI CAUSA VOLONTARIA DI ELIMINAZIONE UMANA... NEL TERZO MONDO
AFFINCHÉ LA CRESCITA DEL MONDO NON SI PROPAGHI
ED IL BENESSERE ACQUISITO CON L'INGANNO...
VENGA RIPARTITO SOLO IN CERTI LUOGHI.
ATTENTI A VOI!
Poiché il piano vostro è già fallito.
Vi troverete a breve con le carni imputridite
dalle vostre stesse malefatte...
e innalzeremo alla Gloria di Dio Padre
tutti quei figli martoriati nelle carni e nello spirito
a causa delle malattie... della sete... e della fame.”
Gesù a Conchiglia
26 gennaio 2002 - 09.10
“ La vita nel mondo... assumerà un aspetto gioioso.
Sarà un tripudio di cose belle e nuove.
Sarete come bambini davanti ad una vetrina piena di giocattoli
e non saprete da dove iniziare.
Cercherete le cose che innanzitutto colpiranno la vostra fantasia
e farete di tutto per scoprire ogni cosa.
Vedete... Io lì interverrò con il Mio Raggio Divino
infondendo il sapere che serve per scoprire ogni cosa.
Avrete accanto chi vi spiegherà e insegnerà cose... e cose
e non finirete mai di esprimere la vostra meraviglia.
Lavorerete con gioia e mai fatica
e assorbirete l’amore che vi circonda da ogni lato...
sia che provenga dalle persone che dalle cose.
Si... dico dalle cose...
poiché anch’esse sono impregnate d’amore
poiché solo l’amore ha permesso le loro fattezze...
operate da esperte creature
che han sempre lodato e amato Dio Padre...
il Creatore di tutte le cose esistenti nell’Universo.
Conchiglia...
ora arriva il momento di dire ancora cose speciali
rivolte ai soli Miei figli scienziati.
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Li istruirò un po’ alla volta... doserò il Mio Raggio Divino
affinché piano... piano...
prendano confidenza con le Mie Parole d’Amore.
... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ...
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... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ...
Conchiglia...
lo so che stupisci... anche questo deve rimanere segreto.
MOSTRERAI QUESTE RIGHE PREZIOSE
A CHI FARÀ PARTE DEL MIO MOVIMENTO D’AMORE SAN JUAN DIEGO.
Essi sapranno scoprire meraviglie inaudite
poiché sono Io che da tanto ho promesso...
che non ci sarà più lutto... né lamento... né pianto.
Con ciò voglio dire...
che esiste in natura il metodo giusto per curarvi e guarirvi.
Io... Gesù... che dalla Trinità vi parlo
desidero immettervi nella Mia Divina Volontà
poiché in Essa c’è tutto ciò che occorre all’uomo...
per una vita meravigliosa e di felicità inesprimibile.
Conchiglia...
godi anche tu di queste Parole... abbeverati come si fa ad una fontana.
L’Acqua che offro è fresca e disseta...
e dà nuove energie per affrontare i giorni che verranno.
Rileggete... rileggete e meditate ogni Parola data.
Non perdete tempo in cose vane...
questo è un tempo paragonabile ad un imminente esame.
Ripassate quello che avete già letto poiché qualcosa... vi è sfuggito.
Io... tra le righe... sempre velo qualche cosa...
ma chi è attento e scaltro ha capito ogni cosa.
Vi benedico figli...
nel Nome del Padre
della Madre
del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.”
Gesù a Conchiglia
19 febbraio 2002 - 17.00
" Non riusciranno mai di scoprire come debellare le malattie mortali
se prima non si rivolgono a Dio!
Questo... Conchiglia...
è un messaggio rivolto ai Miei Medici Scienziati
che corrono alla « Ricerca »... per inseguire il successo.
No... figli Miei!
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Il Motivo della Ricerca Scientifica...
deve essere l'amore per il prossimo tutto.
Voi siete sempre alla ricerca di qualcosa che non vi viene donato
poiché come idolo avete il « dio denaro »…
e ciò proviene da satana.
E se satana tira le file del vostro orgoglio e del vostro successo
come potete pensare di vincere?
Secondo voi...
può satana volere la vita dell'uomo?
Si... la vuole... ma per sé... per portarla via da Me.
Io... Gesù... che dalla Trinità ti parlo... ti dico:
Conchiglia...
satana tutto ha fatto... tutto fa... e tutto farà...
affinché l'uomo non guarisca mai da certe malattie
poiché egli vuole la morte dell'uomo sia nel corpo che nell'anima.
Altresì induce scienziati... e li aiuta anche...
nel cattivo uso delle scoperte scientifiche.
Ecco allora... i guai!
Ecco allora...
che le scoperte diventano danno... che si ritorce contro di voi
poiché come ho detto... satana vuole la morte vostra.
E se per un attimo vi aiuta nella gloria
è per poi fare un danno ancora più grande...
poiché la morte è il suo fine.
Conchiglia...
che queste Parole entrino nel cuore di chi deve capire.
Aprano occhi... orecchi... menti... e cuori... chi deve intendere!
Solo Io sono il Dio della Vita e dell'Amore assoluto e perfetto
quindi... solo Io posso aiutare i Miei figli Scienziati
a raggiungere livelli di conoscenze mai raggiunti prima.
A chi Mi ama col cuore pulito e sincero
e non ha fini per ricchezze personali...
darò luci e luci a non finire e i risultati delle scoperte
saranno volte a vantaggio dell'uomo e alla Gloria di Dio.
PregateMi figli... chiedete il Mio aiuto...
Io... Gesù... sono ancora il Dio che guarisce
e posso farlo usando le vostre mani sotto la Mia guida...
e con la vostra buona volontà.
Ma prima di ciò...
sono il Dio della carità e della Misericordia
che per donarvi tutto questo...
ha bisogno del vostro cuore contrito... pentito... e amante di Me.
Ti amo Conchiglia.
Vi amo bambini.
Vi amo. Gesù."
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