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Il richiamo del 18 settembre
IL RICHIAMO Settimanale Parrocchia OGNISSANTI – Milano Anno pastorale 2011-2012 Domenica 18 settembre 2011 DOMENICA III DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE Vangelo del giorno: Luca 9,18-22 In quel tempo. Il Signore Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». La Comunità Parrocchiale di Ognissanti SALUTA DON LUCIANO MARZI, parroco dal 1996 al 2011, da settembre residente con incarichi pastorali nella Parrocchia di Bussero. Lo RINGRAZIA per la presenza e per le opere svolte nei quindici anni passati tra di noi. Gli AUGURA Pace, Serenità, Salute e Ogni Bene ACCOMPAGNANDOLO nel suo nuovo incarico con la preghiera. -----------------------------La Comunità Parrocchiale di Ognissanti SALUTA, quale nuovo Amministratore Parrocchiale, DON FEDERICO CRETTI, vicario parrocchiale dal 2005. AUGURA, per il suo nuovo incarico: Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza. SOSTENENDOLO con la vicinanza, la preghiera e la collaborazione. COLLETTA NAZIONALE PER IL CORNO D’AFRICA La guerra in Libia, le rivolte in Siria, la crisi economica in Occidente rischiano di trasformare la carestia nel Corno d’Africa in una delle più grandi catastrofi umanitarie dimenticate. Dopo gli appelli del Pontefice e dei Vescovi italiani, anche Caritas Ambrosiana aderisce alla colletta nazionale il 18 settembre e invita i fedeli a sostenere gli interventi che le Caritas nazionali dei paesi colpiti stanno realizzando a favore delle popolazioni locali. IL PRIMO GIORNO CHE VORREI Sull’inizio della scuola, di ALESSANDRO D’AVENIA Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo, quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo. Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostrate(continua dopo l’inserto) mi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini. Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce. E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete, ditemelo. Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri. Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno. Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano… Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti. Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate solo l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite. Per questo, un giorno, vi ricorderò. LA VITA DELLA NOSTRA COMUNITÀ Domenica 18 settembre - ore 9.30-15.00: 3° incontro corso educatori deca nale a Ognissanti Lunedì 19 settembre - ore 15.00 e 20.45: 4 giorni catechiste in via S. Antonio 5 Martedì 20 settembre - ore 17.00: inizia il catechismo di Terza Elementare Mercoledì 21 settembre - ore 15.00 e 20.45: 4 giorni catechiste in via S. Antonio 5 - ore 17.00: inizia il catechismo di Quarta Elementare Giovedì 22 settembre - ore 17.00: inizia il catechismo di Quinta Elementare Venerdì 23 settembre - ore 17.00: inizia il catechismo di Prima Media - ore 18.30: inizia il gruppo Preadolescenti (Seconda e Terza Media) e il gruppo Adolescenti (dalla Prima alla Terza Superiore) PARROCCHIA OGNISSANTI MILANO www.ognissantimilano.org Amministratore parrocchiale: don Federico Cretti parrocchia don Federico Orari SS. Messe: telefono 02.57404150 347.4926996 e-mail [email protected] [email protected] Dal lunedì al venerdì: Sabato (prefestiva): Domenica (festive): 8.30 8.30 10.00 18.30 18.30 18.30 COMUNICAZIONE DEL DECANO DI VIGENTINO AI FEDELI DI OGNISSANTI don Massimiliano Sabbadini, domenica 4 settembre 2011 Cari fedeli di Ognissanti, l’importante notizia che riguarda la vostra parrocchia ha diversi risvolti, che prendono luce soprattutto dal contesto della preghiera nella quale siamo ora coinvolti qui, nel momento del ringraziamento dopo la Santa Comunione eucaristica. Il primo aspetto della notizia riguarda don Luciano. Il Cardinale Tettamanzi ha attentamente considerato le condizioni di salute, non gravi ma sempre foriere di preoccupazioni, che don Luciano stesso ha potuto palesargli. Così l’Arcivescovo in data 1° settembre ha deciso di accogliere la lettera di dimissioni dall’ufficio di parroco che don Luciano gli ha scritto in data 4 agosto. La data è volutamente significativa: il 4 agosto ricorre la memoria liturgica del Santo Curato d’Ars, patrono mondiale dei parroci. In questo modo il vostro ormai ex parroco dimostra che il suo non è tanto un ritirarsi dalla missione che il Signore gli ha finora affidato quanto piuttosto un mettersi fiducioso nelle mani della volontà di Dio, attraverso l’intercessione di S. Giovanni Maria Vianney, per il bene innanzitutto della parrocchia e quindi anche suo. Il distacco sarà doloroso, per noi e per lui. Ma è mitigato dalla prospettiva serena che si apre per il ministero sacerdotale di don Luciano. Infatti l’Arcivescovo ha subito trovato per lui una nuova destinazione particolarmente adatta alla sua situazione e lo ha dunque nominato “residente con incarichi pastorali” nella parrocchia dei SS. Nazaro e Celso a Bussero. È vicino a Carugate, nel decanato di Cernusco sul Naviglio, si arriva con la metropolitana. La parrocchia ha più di 8.000 abitanti, è molto frequentata, c’è il parroco, il direttore laico dell’oratorio a tempo pieno, il vicario parrocchiale di Carugate che segue parte della pastorale giovanile, un sacerdote salesiano che aiuta alla domenica… Lì don Luciano troverà la possibilità di esprimere tutta la ricchezza del suo cuore e delle sue capacità sacerdotali nella misura compatibile con le cure che deve seguire per la salute e anche al riparo dallo stress proprio delle responsabilità legali, giuridiche, amministrative e organizzative che oggi aggravano sempre più pesantemente il servizio proprio dei parroci. Don Luciano è rasserenato da questa soluzione. Vorrei esprimergli la mia personale ammirazione, certo di interpretare anche la vostra, perché anche in questa circostanza ha fornito esempio di pazienza, di discrezione, di umiltà e di fiducioso abbandono alla volontà di Dio. Il secondo risvolto della notizia riguarda naturalmente la parrocchia di Ognissanti. L’Arcivescovo non la lascia senza guida pastorale e dunque in data 1° settembre ha nominato don Federico Cretti “amministratore parrocchiale” per un anno. Ciò significa più cose. Il primo significato è la fiducia, meritata e incoraggiante, che si esprime verso don Federico, chiamato ad allungare il passo delle responsabilità sacerdotali e ad ampliare lo sguardo dalla realtà giovanile a quella di tutta intera la parrocchia. Gli formuliamo subito le felicitazioni insieme alla promessa di tutto il sostegno di cui avrà bisogno, da parte di tutti. Non ci nascondiamo però che questa soluzione comprende anche dei tratti di difficoltà. È sempre difficile accettare che si passi dall’avere due preti in servizio all’averne uno solo. Ma accade così pressoché ovunque. La diminuzione statistica del clero non è un’opinione bensì un fatto conclamato e diffuso. Allora: potremmo stare a lungo a lamentarci, oppure, più efficacemente e santamente, possiamo e vogliamo prontamente rimboccarci le maniche per provare a fare sempre meglio ciascuno la sua parte, per il bene della parrocchia. Io assicuro da subito a don Federico l’aiuto necessario da parte dei preti del decanato, soprattutto delle parrocchie confinanti, quella di S. Michele e S. Rita e quella di S. Luigi. L’altra difficoltà è espressa dalla terminologia usata nella nomina ufficiale: “amministratore parrocchiale”. Significa una decisione temporanea, specificata a voce dal Vicario episcopale per la durata di un anno. Vuol dire che don Federico per un anno farà il parroco in tutto e per tutto e che durante questo anno i superiori dovranno pensare e valutare se adottare altre impostazioni o se confermare questa. Ma che cosa accadrà tra dodici mesi nessuno può ancora saperlo, dato anche il cambiamento in atto al vertice della Diocesi. Quel che è certo è il cammino che ci sta davanti, bisognoso di preghiera, discernimento e vera comunione. I passi più lontani non possiamo prevederli, ma abbiamo pronti quelli incombenti: l’offerta della propria sincera e convinta collaborazione a don Federico e la possibilità nei prossimi giorni di salutare e ringraziare personalmente e con calma don Luciano (il trasloco avverrà non prima di quindici giorni). Vi informo poi che abbiamo già stabilito con don Federico e d’accordo con l’interessato che la solenne celebrazione di Tutti i Santi del 1° novembre sarà presieduta proprio da don Luciano. Quella data è anche un anniversario: proprio il 1° novembre di 15 anni fa don Luciano iniziò il suo ministero qui. E poi è in corso il 35° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Abbiamo detto che la preghiera offre il giusto respiro al cammino da compiere. Cominciamo subito insieme, affidando la parrocchia alla Regina di tutti i Santi: Salve Regina, Madre di misericordia… ASSEMBLEA PARROCCHIALE Lunedì 26 settembre, ore 21.00 Le nostre comunità devono essere segno di gioia e di festa. Se lo sono, ci saranno sempre delle persone che vi si impegneranno. (J. VANIER) ... per riflettere insieme su questa fase di cambiamento ... per progettare insieme alcune scelte per il nuovo anno pastorale ... per confermare o dare nuove disponibilità di servizio in parrocchia Sono tutti invitati, in particolare i membri del Consiglio Pastorale, del Consiglio Affari Economici, del Consiglio dell’Oratorio, catechiste ed educatori, responsabili dei gruppi, volontari... LA CHIESA AMBROSIANA ACCOGLIE SCOLA La comunità cristiana si prepara con gioia all’ingresso del Cardinale Angelo il 25 settembre. Testo di mons. MARIO DELPINI, vicario episcopale della zona VI Nel paese delle chiacchiere, prima dell’uomo arrivano le etichette e decidono l’umore: viene dal movimento! Perciò si decreta che ci siano gli entusiasti e, dall’altra parte, i perplessi. Nel paese dei sospetti, prima dell’inizio si scrivono i retroscena e si immaginano complicate strategie, inverosimili macchinazioni, improbabili ambizioni. Perciò nel salotto dei sapientoni si confidano, come distillati di sapienza, frammenti di banalità intravisti nei titoli dei giornali. Nel paese degli affari, prima dell’autore interessa mettere in vetrina i libri: non è che sia importante leggerli, importante è venderli. Ma i cristiani, pur abitando tutti i paesi, si impegnano a resistere alla tentazione del conformismo. Si preparano alla novità dell’Arcivescovo perché sono contenti di continuare ad essere fedeli. Come si prepara una Chiesa ad accogliere il Vescovo che è mandato come pastore? I preti, come voce di tutta l’assemblea, si preparano a ricordare ogni giorno nella Messa “il nostro vescovo Angelo”. Dichiarano così che prima di tutto viene la comunione in quella dimensione che chiamiamo “spirituale”. Le comunità cristiane ricevono nella preghiera la consola- zione di essere unite a tutta la Chiesa, diffusa su tutta la terra, antica di tutta la sua storia, giovane di tutta la sua speranza. La successione dei vescovi conforta i cristiani che, senza smettere di gemere per i peccati, di faticare per la vita stentata, di provare disappunto per il discredito delle parole cattive, riconoscono la solidità della Chiesa nei «dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello» (Ap 21,14). Nelle comunità si sta preparando la cornice per collocare un po’ dappertutto, accanto a quella del Papa, la foto dell’arcivescovo Scola. Il volto diventerà familiare a tutti quelli che entrano in sacrestia, in casa parrocchiale, nella sala del consiglio pastorale. Le comunità cristiane si predispongono a una familiarità: forse gli incontri non potranno essere numerosi, le visite saranno rapide, ma i fedeli sapranno dire: «È il nostro Cardinale». La Chiesa è fatta di un misterioso intreccio di rapporti personali, talora immediati, quasi quotidiani, con abbondanza di parole, talora invece circoscritti in momenti celebrativi, diradati nel tempo, essenziali nei discorsi. Nessuno però può prevedere quali siano quelli più incisivi ed edificanti: le parole e i segni, infatti, producono frutto in proporzione dell’attesa che li accoglie e della stima che li custodisce. La familiarità con il volto che sorride dalla parete predispone alla stima e all’attesa. La Chiesa ambrosiana accoglie l’arcivescovo Scola, successore dei santi Ambrogio e Carlo. La singolarità di ogni vescovo, le sue doti personali, il momento storico particolare che a ciascuno è dato di vivere è dentro una tradizione santa e complicata, antica e desiderosa di futuro. Perciò i cristiani vivono il passaggio delle consegne e accolgono l’arcivescovo Scola come una novità per essere fedeli. Lo Spirito di Dio è all’opera per animare tutte le comunità ad appassionarsi della missione che continua. La forza dello Spirito non esonera dalla fatica e dall’apprensione di fronte alle sfide della missione, ma rende disponibili per perseverare sulla strada tracciata dai vescovi zelanti, buoni, sapienti che hanno preceduto l’arcivescovo Scola. La successione dei vescovi introduce al futuro l’antica tradizione della Chiesa ambrosiana che si dispone a quell’attitudine sinodale che il cardinale Scola richiama con insistenza. Ambrogio e Carlo e tutti i santi vescovi milanesi continuano ad intercedere e ad essere maestri: per discernere i segni dei tempi ed esercitare un ministero di profezia, per portare a compimento i cantieri aperti e custodire e testimoniare la fede, per rendere sempre più visibile e spirituale la sinfonia dei molti carismi che arricchiscono la comunità cristiana, per una disciplina del clero, un’audacia missionaria dei laici, una comune pratica della carità e una presenza incisiva nella società civile di questa terra che rivelino qualche cosa della gloria di Dio che riempie la terra. Così la nostra Chiesa si prepara ad accogliere l’arcivescovo Scola, con una preghiera che crea la comunione, con un’attesa di familiarità che desidera l’incontro, con la determinazione a continuare la tradizione dei santi.