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«Pregare è la cosa più bella, più importante e potente che un uomo

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«Pregare è la cosa più bella, più importante e potente che un uomo
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N. 7 - Ottobre 2013
Esce otto volte l’anno
www.acs-italia.org
Foto: Grzegorz Galazka
«Nella preghiera il cristiano
impara a condividere la stessa
esperienza spirituale di Cristo
e incomincia a vedere con gli
occhi di Cristo. A partire da Lui,
dal Figlio Unigenito del Padre,
conosciamo Dio anche noi
e possiamo accendere
in altri il desiderio
di avvicinarsi a Lui».
«Volete essere come Pilato che non ha il coraggio di andare
controcorrente?» (Papa Francesco alla GMG 2013).
per tenere viva in noi la luce della fede e poterla condividere con altri, abbiamo assoluto
bisogno della preghiera. La preghiera è insostituibile. Pregare è la cosa più bella, più importante e più potente che un uomo riesca a
fare. Adorare Dio è la prima vocazione dell’uomo. Poiché siamo creature di Dio nate
dal Suo cuore, il nostro spirito e il nostro
cuore anelano a Dio, per poter rimanere in Lui, nostro Padre e
amico. Come il respiro mantiene
in vita il corpo, così la preghiera
riempie l’anima umana di vita
divina. Senza di essa, l’uomo
muore interiormente.
.
- Lettera Enciclica Lumen Fidei -
trasforma colui che prega, in Colui davanti
al quale è inginocchiato. Anche se il cuore
talvolta appare freddo e come spento, non
è falsità inginocchiarsi, ammettere la propria incapacità di pregare e desiderare intensamente Dio. Se nonostante tutte le
difficoltà, l’aridità interiore e le distrazioni,
cerchiamo, con sincerità, di pregare, Dio
non ci rifiuterà mai la Sua grazia. Egli, infatti, vuole essere il centro del nostro
mi aspettavo un richiamo alla carità verso
il prossimo, un invito ad amare di più i poveri. Perché mi chiede quante ore prego?».
Madre Teresa prese le sue mani e gli confidò : «Figlio mio, senza Dio siamo troppo
poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati:
io sono soltanto una povera donna che
prega. Pregando, Dio mi mette il Suo amore
nel cuore e solo così posso amare i poveri.
Pregando! ».
«Pregare è la cosa
più bella, più importante
e potente che un uomo
riesca a fare».
Cari amici, nessun tempo possa
risultarci più caro e importante
di quello trascorso in preghiera!
Se siamo un’Opera di persone
che pregano, non ci mancheranno mai i mezzi finanziari necuore, vuole ispirarci, guidarci e far sì che cessari per soddisfare le tante richieste di
Ma come far diventare la preghiera l’impeto nella nostra vita, tutto giunga a compi- aiuto che ci giungono giorno dopo giorno.
genuino più spontaneo del nostro animo? mento. È in questo modo che tutto il nostro Chi in preghiera sprofonda dentro Dio, baSemplicemente, come fecero gli Apostoli, agire e operare, si trasforma in preghiera.
derà a ogni bisogno del prossimo.
chiediamo supplicando: «Signore, insegnaci
a pregare» (Lc 11,1). Dobbiamo deciderci – Se ci avviciniamo a Dio e cerchiamo la
Vi benedico con gratitudine,
di nuovo, ogni volta – a pregare e aprire il comunione con Lui, saremo sempre più
nostro cuore a Dio. La preghiera cambia la vicini anche al nostro prossimo e potremo
persona, i suoi sentimenti, il suo modo di vivere davvero gli uni per gli altri. Madre
pensare, di decidere e di agire. Pregando, Teresa – che pregava quasi incessantel’anima entra nel mondo soprannaturale di mente il Rosario – chiese a un seminarista:
Dio. Per questo, il mistico tedesco Angelo «Quante ore preghi ogni giorno?». Il seP. Martin M. Barta
Silesio disse che la vera preghiera minarista rispose sorpreso: «Madre, da Lei
Assistente Ecclesiastico
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Intenzi
Un aiuto triplo per i sacerdoti
La Chiesa è qui per i poveri. Benedetto XVI ha affermato che «accanto
alla presenza reale di Gesù nella
Chiesa, nel Sacramento, vi è un’altra
seconda presenza reale di Gesù:
negli umili, nei derelitti di questo
mondo, negli ultimi, nei quali vuole
essere da noi riconosciuto».
Primo amore:
padre Werenfried (sulla destra)
celebra la sua prima Messa
il 25 luglio 1940.
Questa esperienza della duplice presenza
reale è particolarmente vissuta dai sacerdoti.
Sono loro che effettuano la consacrazione ripetendo – forti della loro ordinazione sacerdotale – le parole pronunciate da Gesù. E
sono sempre loro che spesso condividono
con i poveri anche le intenzioni di Sante
Messe che ricevono. Nello Zambia molte
parrocchie sono talmente povere, per mancanza di lavoro e diffusione dell’AIDS, da
non poter sostenere finanziariamente le trasferte dei sacerdoti nei villaggi più lontani.
Tanzania: presenza reale tra gli umili e i L’aiuto economico che arriva dalle intenzioni
derelitti.
di Sante Messe, fa sì che, almeno il 70%
L’epoca del primo amore
Il vescovo sudanese cerca di nascondere le lacrime. È addolorato per come
i suoi sacerdoti sono a volte costretti
a vivere: soli, poveri, sotto pressione.
Non è l’unico vescovo che assiste impotente
agli sforzi che per la mancanza di mezzi economici, compiono i propri sacerdoti per portare avanti con coscienza il servizio pastorale.
È a nome di questi preti che si rivolge a noi.
Hanno bisogno di momenti di silenzio, di
preghiera con i confratelli, di familiare confidenza. L’animo del sacerdote ha periodicamente bisogno di ritemprarsi. Lo scambio di
esperienze tra confratelli è importante anche
dal punto di vista umano, perché permettono
di recuperare forze. Proprio per questo, un
altro vescovo, Melchisedec Sikuli dalla Repubblica Democratica del Congo, ci chiede
aiuto per organizzare un ritiro spirituale per
i suoi 41 sacerdoti (6.500 euro). Per alcuni
di essi – a causa dei combattimenti in corso
2
nella loro regione e della mancanza di strade
sicure – muoversi in aereo è l’unica possibilità. Alcuni provengono poi da zone a maggioranza islamica. Un altro vescovo,
Sosthène Bayemi, dal Camerun, vorrebbe
rinnovare con giornate di studio (6.200
euro), lo spirito della vocazione dei suoi sacerdoti, aiutandoli a ritrovare il loro primo
amore. Tutto ciò è possibile. Grazie a voi!
•
Repubblica Democratica del Congo:
sacerdoti in ritiro spirituale.
delle comunità parrocchiali, possa celebrare
la Messa una volta al mese. E quando il sacerdote arriva, molto spesso ha con sé le medicine che servono ai malati, e pure quelle
sono pagate con le intenzioni di Sante
Messe. Nell’arcidiocesi di Lusaka, sempre
nello Zambia, 41 preti possono vivere vicini
ai loro fedeli, grazie alle vostre intenzioni di
Sante Messe (16.400 euro).
La maggior parte dei sacerdoti sa ciò che li
attende, perché anche nei seminari, la vita è
più o meno quella. Infatti, anche per i professori le intenzioni di Sante Messe sono la
parte più consistente del reddito. Per esempio, grazie agli 8.400 euro arrivati loro nell’anno corrente, i sette che insegnano nel
seminario dei Ss. John Fisher e Tommaso
Moro vicino Harare, nello Zimbabwe, possono concentrarsi sulla formazione dei futuri
preti, dando così ai giovani un buon esempio
per la futura vita sacerdotale. Proprio nei
Paesi poveri – e non solo in Africa – i sacerdoti vivono con la costante necessità di dover
trovare un lavoro, qualcosa che assicuri loro
un’entrata per vivere. Inevitabilmente, questo sottrae tempo alla cura delle anime.
Spesso anche alla preghiera e alla celebrazione della Messa. Il rischio è che non riescano più ad accorgersi neanche dei più
poveri tra i poveri e si allontanino anche dalla
vocazione. Le intenzioni di Sante Messe
evitano tutto questo e sono un triplo aiuto:
rafforzano la vocazione sacerdotale, li sostengono nella cura dei poveri, rinsaldano la
solidarietà tra voi e i sacerdoti della Chiesa
che soffre. E poi – non dimentichiamolo –
consentono di portare le nostre intenzioni davanti al Signore.
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
•
P reg h
ie r a
Cercare consiglio per la vita
Scriveva il Beato Giovanni Paolo II
che «essere uomini significa mettersi
alla ricerca di Dio» e che «alla fin fine,
ogni ricerca umana non è altro che
una ricerca di Dio». E come possiamo
trovarlo? Secondo san Francesco
d’Assisi, «leggendo la Sacra Scrittura» perché ciò significa «rivolgersi
a Cristo per un consiglio».
Avete aiutato milioni di persone a cercare
questo consiglio per la vita, fin da quando
erano bambini. Nella Sacra Scrittura per i più
piccoli (Bibbia del Fanciullo) o nel Libricino
del Santo Rosario, il riassunto del Vangelo.
A partire dalla prima edizione, stampata nel
2003, «Il Rosario» è stato tradotto in 14 lingue e pubblicato in 2,2 milioni di copie. Dal
2009, la versione per i bambini – intitolata India del Nord: la devota preghiera del Appena arrivati: 500 libricini del Rosario
«Noi bambini preghiamo il Santo Rosario» mattino in una scuola cattolica.
per i bambini di Manila, nelle Filippine.
– è stata tradotta in otto lingue e stampata in
600.000 copie. Una suora brasiliana riconosce alla preghiera dei bambini una forza capace di unire il mondo: «Sicuramente la loro
preghiera andrà a beneficio di voi tutti. Gesù
posa il suo sguardo sui bambini, ma vede
anche la vostra buona azione attuata attraverso la diffusione del libricino».
I bambini cercano e trovano. Dal Messico,
Angelina ci scrive: «Io non ho una mamma,
Un aiuto per sopravvivere: acquistare ma – secondo l’insegnante di catechismo –
rosari prodotti dagli artigiani cristiani di la Vergine Maria è la mia Mamma che sta in
cielo. Io parlo con lei e lei mi vuole tanto
Betlemme.
bene. La sento vicina e per questo il Rosario non mi sembra troppo lungo. Le sono
grata che mi abbia accettata come figlia e
prego affinché la Madonna protegga tutti i
bambini che non hanno una mamma». In
Uruguay, i bambini vanno di casa in casa e
invitano i coetanei che incontrano, a pregare il Rosario con i genitori, specialmente
con il papà: «Alcuni ci ascoltano con gioia,
altri non sono affatto interessati. Allora proseguiamo e bussiamo altrove. Non è un problema, sentiamo fortemente l’amore della
Madre di Dio».
•
Senza la preghiera nulla va
«La misericordia di Gesù non è solo
un sentimento. È una forza che dà
vita, che risuscita l’uomo».
In nessun altro caso, questa frase di Papa
Francesco è vicina alla realtà come in quello
dei neonati che avrebbero dovuto essere uccisi. In pochi altri posti al mondo, è facile
che accada come a Città del Messico. Ma
qui c’è anche la forza che dà la vita in ben
51 Centri, fissi e mobili, di assistenza alle
future mamme. Nei 24 anni trascorsi dalla
fondazione del primo, questi Centri hanno
salvato quasi 200.000 bambini. Nel frattempo, ne sono stati aperti di simili in 15
Paesi dell’America Latina. In ciascuno di
essi, campeggia la frase «il motivo per cui
esiste questo Centro è Cristo». Infatti, tutti
i collaboratori sono consapevoli che senza
la preghiera, nulla va… Cristo è fonte di misericordia. Per questo, collegata ai Centri, a
Città del Messico saranno conclusi i lavori
per una cappella per l’Adorazione del Santissimo. Ogni giorno, vi verrà celebrata la
Santa Messa e si potrà adorare il Santissimo, 24 ore su 24. Si pregherà invocando
la misericordia per le madri che abortiscono, per l’anima dei bambini morti e per
quella di chi permette l’aborto, sia concretamente che con le sue scelte in politica.
Preghiere saranno elevate anche per porre
Uno dei 200.000: una mamma felice con
il suo “bambino salvato”.
fine al dramma dell’aborto in tutto il mondo
e anche per tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa cappella e
per le loro famiglie. Abbiamo promesso per
questo progetto 11.500 euro.
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
•
3
In Nepal – lo Stato
tra le montagne
con 24 milioni di
abitanti, ubicato
tra India e Cina –
vivono appena
8.000 cattolici e
sono tra i più poveri del Paese.
«Li aiutiamo come
possiamo», scrive
padre Richard della chiesa della Risurrezione, nella capitale Kathmandu.
«Senza le intenzioni di Sante Messe, ciò non sarebbe possibile. Senza questo
aiuto non saremmo nemmeno in grado di comprare le medicine necessarie
per i problemi di salute dei sacerdoti». Grazie ad esse, «possiamo andare di
famiglia in famiglia a portare la benedizione del Signore». La piccola comunità
cattolica ringrazia «dal profondo del cuore per il sacrificio che fate per noi e
per queste famiglie». Da parte loro, padre Richard e gli altri sacerdoti, promettono di pregare ogni giorno «per l’Opera, i benefattori e le loro famiglie».
Sofferenza, amore e gratitudine – Le vostre lettere
Dio vi benedica
La somma che invio non è segno di ricchezza materiale, perché è un pagamento
che lo Stato mi doveva e che pensavo non
avrei mai più ricevuto. Ritengo che voi
saprete utilizzarla meglio di me… Dio vi
benedica attraverso la vostra Opera.
- Una benefattrice dal Portogallo Forza del Bene
Sento ricorrentemente come la Chiesa sia
minacciata in Paesi come la Nigeria. Per
questo è essenziale continuare a pregare
e aiutare. Aiuto alla Chiesa che Soffre è
più che mai una forza del Bene.
- Un benefattore dalla Gran Bretagna Offerte e preghiere per chi soffre
Troverete allegato un assegno di 200 dollari per il vostro magnifico lavoro, con
cui partecipate alla costruzione del
Regno di Dio in terra. Vorrei poter fare
di più per i sacerdoti e i cattolici che
vivono in Paesi devastati da guerre o che
sono oppressi, come accade in Medio
Oriente. Grazie per tutto quello che fate.
Nelle mie preghiere e nel Rosario sono
vicina ai fratelli e sorelle in Cristo.
- Una signora dall’Australia Grazie per il Rosario
Grazie per lo stupendo Rosario che mi
avete inviato. Oggi pomeriggio – durante quello recitato a Nostra Signora
di Lourdes che seguo ogni giorno in televisione – hanno elevato una preghiera
per i cristiani perseguitati. Anche le
Messe sono importanti, aiutano a mantenere viva la nostra fede e la nostra
speranza. Sto per compiere 84 anni e
non sempre mi sento abbastanza forte
per andare a Messa, ma prego comunque ogni giorno affinché i cristiani e i
sacerdoti perseguitati, tornino a una
vita normale.
- Una signora dalla Francia -
Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) - Sede Nazionale: Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma
Tel. 06.6989.3911 - mail: [email protected] - Bressanone: Via Hartwig 9 - 39042 Bressanone Milano: Corso Monforte 1 - 20122 MI - Tel. 02.7602.8469 - Siracusa: Via Pompeo Picherali 1 Piazza Duomo 5 (Recapito postale) - 96100 SR - Tel. 0931.412.277
Offerte: CCP N. 932004 - Bonifico bancario. Coordinate bancarie: Intesa Sanpaolo S.p.A.
IBAN IT 11 H 03069 05066 011682210222 - Codice Fiscale 80241110586
I suoi dati personali sono utilizzati al fine di promuovere le iniziative di Aiuto alla
Chiesa che Soffre. Ai sensi del D.L. 196/2003, lei potrà esercitare i relativi diritti,
rivolgendosi ad «Aiuto alla Chiesa che Soffre» - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma.
4
Johannes
Heereman,
Presidente esecutivo
È scritto negli Atti degli Apostoli
(11,26) che fu ad Antiochia che, per
la prima volta, i discepoli furono definiti “cristiani”. Nell’antichità, questa città turca, era siriana. Dista,
infatti, solo poco da Aleppo, dove da
mesi i cristiani vivono nell’inferno.
Chi può, fugge dalla città e dalle
truppe di Assad, dai ribelli islamici,
dalla fame, dalla miseria, dalla
morte. Una volta, in questa regione
fioriva il cristianesimo, ora i cristiani
cercano soltanto di sopravvivere.
La guerra è sempre una sconfitta
per l’umanità, affermava il Beato
Giovanni Paolo II, rispetto a un’altra guerra combattuta nella stessa
regione, quella in Iraq. I cristiani si
trovano anche lì in una situazione
difficilissima.
Ma allora si deve restare a guardare? No. Grazie alla vostra generosità, stiamo da tempo facendo
qualcosa: troviamo strade per far arrivare aiuti – cibo, acqua, medicine
– laddove la gente si nasconde. Sono
vie complicate e segrete, ma gli aiuti
arrivano a destinazione. C’è un’altra
cosa che stiamo facendo e dobbiamo
continuare a fare: pregare. Dio
esaudisce sempre le preghiere. Vede
nei cuori e conosce tutti i nostri
nomi. Preghiamo per i fratelli e le
sorelle che vivono in una terra che
è alla sorgente del nostro nome
comune.
L’Eco dell’Amore N. 7 - Ottobre 2013 Direttore responsabile: Mons. Sante Babolin Redazione: Jürgen Liminski - Editore: Aiuto alla
Chiesa che Soffre - Piazza San Calisto 16 00153 Roma - Con approvazione ecclesiastica Registrazione del Tribunale di Roma N. 481 del
24 novembre 2003 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut.
GIPA/C/MI/2013
S ir ia
Nello spirito di san Simeone
Al di sopra di tutto, la Croce: la costruzione del convento di san Simeone
Stilita è quasi terminata.
«Offerto in sacrificio per voi»: padre
François Mourad (a sinistra) con l’arcivescovo Hindo durante la Santa Messa.
Simeone lo Stilita, il monaco della colonna, è stato insieme ai dottori della
Chiesa, Hieronymus e Agostino, una grande figura di santo del V secolo.
Visse da eremita nelle vicinanze dell’attuale città martire di Aleppo. Visse
in cima a una colonna, pregando e digiunando, ciò che fece di lui, ancora
vivente, un modello di dedizione ascetica. Alla sua saggezza ricorsero
numerose parti che all’epoca erano in conflitto. San Simeone mediava,
predicava, portava la pace.
Ancora oggi si sente l’influsso di san
Simeone. Padre François Mourad aveva
fondato vicino ad Aleppo una piccola comunità monastica. Aveva così iniziato a
istruire giovani siriani che intendevano diventare monaci seguendo l’esempio del
Santo e aveva iniziato a costruire un convento. Quando i ribelli islamisti occuparono il territorio intorno ad Aleppo, padre
Mourad si ritirò a Gassanieh in un convento
francescano, prendendosi cura della popolazione locale cristiana e musulmana, vittima della guerra civile. Ma c’era sempre il
rischio che gli islamisti arrivassero anche
lì. Il 23 giugno accadde e lo devastarono
sparando. Coloro che vi si erano rifugiati,
fuggirono in preda al panico. Padre Mourad
andò a braccia aperte verso gli islamisti per
parlare con loro. Gli spararono a sangue
freddo. Poi distrussero tutto ciò che non potevano portare via e scapparono.
François e come i suoi discepoli. Il suo
convento sarà un’oasi di dedizione. Per il
momento è vuoto. Ma esiste, simbolo
della presenza cristiana in un Paese devastato dalla guerra e dal fanatismo. È il
simbolo di una presenza che affonda in un
passato che è precedente all’arrivo dell’Islam e risale alle origini del cristianesimo. Jacques Behnan Hindo, arcivescovo
di Hassaké-Nisibi nel cui territorio si
trova questo convento, si sente responsabile per questo lascito spirituale. È stato
lui a ordinare sacerdote padre Mourad:
«Ricordo com’era grato ai vostri benefattori! Senza il sostegno di ACS non sarebbe stato possibile costruire le mura del
convento. Siete sempre stati nella patena
durante la Messa».
Secondo l’arcivescovo, ACS comprende
bene la situazione in Siria e la posizione
dei cristiani perseguitati, «siete gli unici a
Un giorno la guerra in Siria finirà. E allora darci una mano per realizzare il progetto
ci sarà bisogno di persone come padre del convento», afferma. Per questo, lui e
5
Dal 422 fino al 459, quando morì, Simeone visse in cima a una colonna. Tuttora, lo si rappresenta così nelle icone.
padre François, avevano chiesto un ulteriore aiuto: mancano porte e impianti sanitari ed è altresì necessario installare dei
cavi elettrici. È soltanto lo stretto necessario... I giovani monaci non vivranno su
una colonna, ma certo seguiranno la spiritualità di san Simeone, portando la pace
attraverso la preghiera. Abbiamo donato
20.000 euro. Non è molto per un simbolo
della Chiesa martire, per un oasi di preghiera, di silenzio e dedizione.
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
•
n ia
Roma
Maria Radna – Fortezza dell’anima per Dio
La prima cappella risale al 1520. La
fece erigere una pia vedova. Qui i
francescani e i fedeli venivano per celebrare la Santa Messa, anche durante la dominazione ottomana. Nel
1695, quando i turchi si ritirarono, la
cappella fu incendiata, ma l’immagine
sacra rimase miracolosamente intatta. I fedeli continuarono a recarsi a
Maria Radna. Il primo grande pellegrinaggio è datato 1709, anno della fine
della peste. Dal 1750, il santuario di
Maria Radna è riconosciuto ufficialmente tale
dalla Chiesa.
Da allora, questa Madonna
della diocesi di Timisoara, ricuni anni, i pellegrini stanno
chiama a sé pellegrini da Rotornando. Anche da altri
mania, Ungheria e Balcani.
Paesi, come accade dalla
Maria Radna è diventata un
Germania con i “Donausantuario nazionale, come
schwaben” [tedeschi del DaLoreto per l’Italia, Einsiedeln
nubio]. Ma come ci si può
per la Svizzera, Czestochowa
prendere cura di loro? Manper la Polonia, Fatima per il
Sopravvissuta
Portogallo o Lourdes per la all’incendio dei turchi: cano strutture per l’accoFrancia. I comunisti ferma- l’immagine delle grazie. glienza e la necessaria
preventiva
formazione,
rono l’afflusso, ma non poterono fermare l’adorazione. Trasformarono quindi i ritiri spirituali per i sacerdoti. La
anche l’adiacente convento francescano in Madonna è al centro di tutto, ma è come se
il suo mantello fosse strappato. L’ingresso
un ospizio statale per anziani.
nell’Unione Europea consente di realizzare
I cambiamenti avvenuti negli anni ‘90 in- queste strutture e ricucire questi strappi. Ma
cisero a fasi alterne perché molti cattolici è pur vero che essa sovvenziona solo gli inemigrarono e le 151 parrocchie della terventi in mete di interesse turistico e culdiocesi, si ridussero ad appena 73. Da al- turale, sebbene Maria Radna offra anche
Il santuario: Giovanni Paolo II l’ha
elevato a Basilica Minor pontificia.
questo... Padre Werenfried, Fondatore della
nostra Opera, avrebbe detto che è una fortezza di Dio.
Per la gente della regione, racconta il vescovo Martin Roos, «il pellegrinaggio a
Maria Radna rappresenta il centro dell’anno». Ogni comunità ha il proprio giorno
di pellegrinaggio, in cui «sperimenta il
senso dello stare insieme e rafforza la propria fede». Sono un avvenimento indimenticabile, soprattutto per i giovani: «Con
Maria si riescono a superare molte difficoltà», affermano. Dopo tutto quello che ha
attraversato, oggi la gente si fida più della
Chiesa che della politica, come confermano
i sondaggi.
Ogni giorno arrivano oltre 200 pellegrini.
Ma il loro numero potrebbe aumentare
molto. L’Unione Europea vede in Maria
Radna un progetto per la riqualificazione
della regione ed è disposta a erogare i milioni di euro necessari per restaurare chiesa
e convento, ma pone la condizione che la
diocesi paghi il 2% del totale e si occupi
degli aspetti puramente pastorali. Fatti i
conti, si tratta di oltre 500.000 euro e per la
parrocchia e la diocesi è un esborso insostenibile. Per questo il vescovo sta chiedendo aiuto ai fratelli nella fede in Europa
Occidentale, alle fondazioni e anche a noi.
Da maggio alla festa del Rosario in ottobre: i pellegrinaggi sono sempre più Gli abbiamo promesso 100.000 euro per il
numerosi.
restauro di questa fortezza dell’anima.
•
Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
6
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