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in preghiera a piccoli passi
II B4 La famiglia prima scuola di preghiera IN PREGHIERA A PICCOLI PASSI “In braccio alla mamma e al papà in preghiera, anche un neonato, a modo suo, partecipa al dialogo con Dio” (Catechismo dei bambini) Scheda catechistica per i genitori Noi cerchiamo il tuo volto, Signore. Guidaci sul tuo sentiero. Insegnaci a salire sul tuo Monte Santo non da soli ma insieme. La preghiera di noi genitori accompagni i passi dei nostri bambini. Il sorriso, lo stupore, la semplicità, le parole e i gesti dei nostri figli diano respiro alla nostra preghiera. Famiglia cristiana prima scuola di preghiera Educare a pregare “In forza della loro dignità e missione, i genitori cristiani hanno il compito specifico di educare i figli alla preghiera, di introdurli nella progressiva scoperta del mistero di Dio e nel colloquio personale con lui” (Giovanni Paolo II). Insegnare a pregare “Mamme, le insegnate ai vostri bambini le preghiere del cristiano? Li abituate a invocare l’aiuto della Madonna e dei santi? Lo dite il rosario in famiglia? E voi, papà, sapete pregare con i vostri figliuoli, con tutta la comunità domestica, almeno qualche volta? L’esempio vostro vale una lezione di vita” (Paolo VI). Pregare insieme “È importante per i genitori pregare insieme ai figli. Ancora più importante che i bambini vedano gli adulti pregare… che i bambini possano pregare insieme agli adulti a cominciare dalla propria casa” (Catechismo dei bambini). Lo Spirito Santo prega in modo misterioso nei nostri bambini e ci suggerisce come pregare. Quando preghiamo con i nostri bambini, ci sentiamo più uniti come coppia e nell’oscurità scorgiamo la luce. Pregando con nostro figlio impariamo a pregare. Pregare in casa. Segni Riti Modi Un gesto di benedizione. È il segno di croce tracciato sulla fronte del bambino quando si addormenta alla sera o al mattino al risveglio. Ricorda il gesto battesimale. Il rito della sera. È la piccola “liturgia” domestica prima di addormentare il bambino. Può limitarsi a un segno di croce e a una benedizione data dai genitori: “Il Signore ti benedica e ti protegga”. Con la crescita, il bambino è invitato a esprimere una sua invocazione... Talvolta la liturgia serale può essere arricchita da un racconto biblico, da una canzoncina. La preghiera prima dei pasti. La breve preghiera prima dei pasti può avere diverse espressioni: ringraziamento a Dio per il cibo, per chi lo ha preparato o per chi lo ha procurato con il lavoro; richiesta al Signore perché tutti i bambini del mondo abbiano il cibo necessario. Il ricorso al “cubo della preghiera” può essere un valido aiuto per la benedizione della tavola. Lo stupore che si fa lode al Signore. Il bambino esprime stupore, gioia per le scoperte fatte, le meraviglie della natura, per esperienze positive… per un dono ricevuto. Aiutato e incoraggiato dai genitori, il suo stupore può tradursi in una preghiera semplice di lode e di ringraziamento al Signore. Il giorno del Signore. La domenica è il Giorno del Signore. La famiglia è il primo luogo dove il bambino, fin dai primi anni, percepisce che la domenica è un giorno diverso: può andare nel lettone dei genitori, la prima colazione è consumata senza fretta… si pranza insieme. Il richiamo al Giorno del Signore può avvenire attraverso alcuni segni: una preghiera del mattino fatta insieme, un vaso di fiori dinanzi alla Bibbia… un’immagine di Gesù illuminata da una candela. Con il tempo, la progressiva partecipazione alla messa domenicale con la famiglia sarà per il bambino un importante segno che la domenica è il Giorno del Signore. La visita alla chiesa. Le pitture, le statue, l’altare, i banchi…, le luci della chiesa colpiscono l’attenzione e la curiosità del bambino. La visita alla chiesa, fatta di tanto in tanto, aiuta il bambino a familiarizzarsi con la “casa della comunità” e a conoscere inizialmente il significato di segni e oggetti religiosi. Soprattutto la visita alla chiesa è un’opportunità privilegiata per formare a una preghiera semplice, suggerita all’accompagnatore. Le preghiere della tradizione cristiana. Ai più piccoli si possono insegnare le prime preghiere della tradizione cristiana: il Segno della croce, l’Angelo di Dio, l’Ave Maria, il Padre Nostro. La recita di queste formule, anche se non comprese dal bambino, può essere un’espressione di preghiera se incoraggiata, condivisa, fatta con fede dagli adulti. Con il passare degli anni, gli stessi genitori potranno offrire opportune spiegazioni. Ogni famiglia ha un suo modo di pregare DECALOGO Imparare a pregare a piccoli passi 1. Come genitori ci affidiamo allo Spirito Santo che prega nel nostro bambino in modo a noi misterioso. 2. Siamo certi che Dio “parla” a nostro figlio, ancora piccolo, attraverso il nostro sorriso, le nostre carezze, il nostro amore di genitori. 3. Tra le nostre braccia di papà e mamma il nostro bambino partecipa al nostro dialogo con Dio. 4. Siamo consapevoli che nostro figlio impara a pregare se vede noi genitori pregare. 5. È importante che non solo la mamma ma anche il papà, qualche volta, preghi con il figlio. 6. La giornata del nostro bambino si conclude, insieme al nostro bacio, con il segno della croce sulla fronte e la nostra benedizione. 7. Prima dei pasti siamo soliti pregare e ringraziare Dio insieme ai nostri figli. 8. Dinanzi alle scoperte del nostro bambino, il suo stupore e la sua gioia diventano sovente una comune preghiera, la sua e nostra lode. 9. La periodica visita alla chiesa è per noi e per il nostro bambino un’occasione d’incontro con il Signore e di preghiera. 10. Anche noi genitori impariamo a pregare quando ci uniamo al bambino nella recita delle preghiere che gli abbiamo insegnato. “I bambini hanno diritto ad essere aiutati a pregare. Nei primi mesi di vita non hanno gesti e parole per pregare. I bambini molto piccoli sperimentano il dialogo iniziato con loro da Dio fin dal primo sorriso che ricevono”. (Catechismo dei bambini)