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edward - Comune di Milano
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009 >24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO> 13 GIUGNO 2010
IN COLLABORAZIONE CON
THE WHITNEY MUSEUM
OF AMERICAN ART, NEW YORK
Edward Hopper a Parigi mentre esegue
uno schizzo, 1907
Stampa alla gelatina bromuro d’argento
The Arthayer R. Sanborn Hopper Collection Trust 2005
Edward Hopper nel suo studio a New York, 1958
Photograph by George Moffett, Jr.
Stampa alla gelatina bromuro d’argento
Frances Mulhall Achilles Library, Whitney Museum
of American Art, New York
Edward e Josephine N. Hopper, Cape Elizabeth,
Maine, 1927
Stampa alla gelatina bromuro d’argento
The Arthayer R. Sanborn Hopper Collection Trust 2005
Edward Hopper dipinge Lighthouse Hill, a Two Lights,
vicino a Cape Elizabeth, nel Maine, 1927
Stampa alla gelatina bromuro d’argento
The Arthayer R. Sanborn Hopper Collection Trust 2005
Second Story Sunlight, 1960
Olio su tela, 101,92 x 127,48 cm
Copertina, in questa pagina e nella testata delle pagine successive (dettaglio)
Whitney Museum of American Art, New York; acquisito grazie
ai fondi dei Friends of the Whitney Museum of American Art 60.54
© Whitney Museum of American Art, N.Y.
Soir Bleu, 1914
Olio su tela, 91,4 x 182,9 cm
Whitney Museum of American Art, New York; lascito Josephine
N. Hopper 70.1208 © Heirs of Josephine N. Hopper, licensed
by the Whitney Museum of American Art
Morning Sun, 1952
In questa pagina e nella testata delle pagine successive (dettaglio)
Olio su tela, 71,44x101,93 cm
Columbus Museum of Art, Ohio: Museum Purchase,
Howald Fund 1954.031
A Woman in the Sun, 1961,
Olio su tela, 101,92 x 155,58 cm
Whitney Museum of American Art, New York; donazione per
il 50° anniversario del Mr. and Mrs. Albert Hackett in onore di Edith
e Lloyd Goodrich 84.31 © Whitney Museum of American Art, N.Y.
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009>24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO>13 GIUGNO 2010
La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia
Conferenza Stampa di anticipazione
3 luglio > Palazzo Marino, Milano
INDICE
EDWARD HOPPER
CONTENUTI CARTELLA STAMPA
CONTENUTI CD
Milano, Palazzo Reale
15 ottobre 2009 - 24 gennaio 2010
Comunicato stampa
File sopra elencati
Biografia Edward Hopper
Immagini
Roma, Fondazione Roma Museo
16 febbraio - 13 giugno 2010
Scheda informativa
Didascalie
e
Breve storia Fondazione Roma
Losanna, Fondation Hermitage
24 giugno - 17 ottobre 2010
Fogli appunti
IN COLLABORAZIONE CON
THE WHITNEY MUSEUM
OF AMERICAN ART, NEW YORK
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009>24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO>13 GIUGNO 2010
La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia
Conferenza Stampa di anticipazione
3 luglio > Palazzo Marino, Milano
COMUNICATO STAMPA
Edward Hopper
Milano, Palazzo Reale, 15 ottobre 2009 - 24 gennaio 2010
Roma, Fondazione Roma Museo, 16 febbraio - 13 giugno 2010
e
Losanna, Fondation Hermitage, 24 giugno - 17 ottobre 2010
Milano, 3 luglio 2009 - Per la prima volta, Milano e Roma rendono omaggio all’intera carriera di Edward Hopper (1882-1967)
il più popolare e noto artista americano del XX secolo con una grande mostra antologica, senza precedenti in Italia, che
comprende più di 160 opere.
L’evento è promosso dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma - a cui va riconosciuto l’impulso iniziale
alla realizzazione del progetto - uniti per la prima volta in una partnership culturale, con Arthemisia, il Whitney Museum of
American Art e la Fondation Hermitage di Losanna.
La rassegna si terrà a Palazzo Reale di Milano dal 15 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010 e, subito dopo a Roma, presso la
Fondazione Roma Museo, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010, ed è prodotta da Palazzo Reale, Fondazione Roma e Arthemisia che grazie agli elevati standard qualitativi delle proprie produzioni, riconosciuti in Italia e all’estero, è riuscita in un’operazione mai realizzata prima: portare a Milano e a Roma – e successivamente a Losanna per l’estate 2010 - la prima grande
mostra italiana del maggior esponente del Realismo statunitense, il pittore che più di ogni altro ha saputo rappresentare la
vita quotidiana e la solitudine dell’uomo moderno.
Un evento che è anche un’occasione per unire pubblico e privato in una nuova importante collaborazione che eccezionalmente vede protagoniste le due maggiori città italiane in unico progetto espositivo. Una inedita e proficua sinergia tra l’Amministrazione Comunale del Sindaco Letizia Moratti e la Fondazione Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco
Maria Emanuele.
“E’ con immenso piacere e grande soddisfazione che inauguriamo oggi un importante percorso di collaborazione tra il Comune di Milano e la Fondazione Roma con la presentazione della prima grande antologica italiana dedicata ad Edward Hopper
- spiegano Letizia Moratti e Emmanuele Francesco Maria Emanuele - Si tratta di un progetto di altissimo livello culturale che
coinvolge un ente pubblico e uno dei maggiori protagonisti della vita culturale italiana e internazionale uniti dalla passione e
dall’amore per l’arte e la cultura”.
IN COLLABORAZIONE CON
THE WHITNEY MUSEUM
OF AMERICAN ART, NEW YORK
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009>24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO>13 GIUGNO 2010
La mostra
La storia di Edward Hopper è indissolubilmente legata al Whitney Museum of American Art che ospitò varie mostre dell’artista, dalla prima nel 1920 al Whitney Studio Club a quelle memorabili nel museo, del 1960, 1964 e 1980. Dal 1968, grazie al
lascito della vedova Josephine, il Whitney ospita tutta l’eredità dell’artista: oltre 3000 opere tra dipinti, disegni e incisioni.
A cura di Carter Foster, conservatore del Whitney Museum, che ha concesso per l’occasione il nucleo più consistente di
opere, la rassegna vanta tuttavia altri importanti prestiti dal Brooklyn Museum of Art di New York, dal Newark Museum of
Art, dal Terra Foundation for American Art di Chicago e dal Columbus Museum of Art.
Suddivisa in sette sezioni, seguendo un ordine tematico e cronologico, l’esposizione italiana ripercorre tutta la produzione
di Hopper, dalla formazione accademica agli anni in cui studiava a Parigi (si recò in Europa tre volte dal 1906 al 1907, nel
1909 e nel 1910), fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista: l’olio, l’acquerello e l’incisione,
con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della
sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate.
Le prime sezioni “Autoritratti”, “Formazione e prime opere” e “Hopper a Parigi” illustrano le opere del periodo accademico
e quindi le opere del periodo parigino. Mentre la sala dedicata a “La definizione dell’immagine: Hopper incisore” mette in
evidenza la sua tecnica elegante e quel “senso di incredibile potenzialità dell’esperienza quotidiana” che segna l’inizio di
una felice carriera.
Nella sezione titolata “L’elaborazione di Hopper: dal disegno alla tela”, che celebra la straordinaria mano di Hopper, viene
presentato un gruppo significativo di disegni preparatori per il celebre Morning Sun (1952) e per il precedente New York
Movie (1939). Questa sezione svela quanto il “realismo hopperiano” non sia una semplice riproduzione dal vero, bensì il
frutto di una sintesi di più immagini e situazioni, colte in tempi e luoghi diversi, resa spesso al meglio con un taglio cinematografico.
Le sale dedicate a “L’erotismo di Hopper” e “I concetti essenziali: il tempo, lo spazio, la memoria” illustrano al meglio la
poetica dell’artista, il suo discreto realismo e soprattutto l’abilità nel rivelare la bellezza nei soggetti più comuni, divenuti
delle vere e proprie icone, come testimoniano i celebri capolavori esposti: Cape Cod Sunset (1934), Second Story Sunlight
(1960) e A Woman in the Sun (1961).
La mostra è arricchita di un importante apparato fotografico, biografico e storico, in cui viene ripercorsa la storia americana
dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico. Un’occasione dunque
per capire meglio anche la nuova crisi di oggi e l’America di Barack Obama.
Nel catalogo, edito da Skira, i saggi di Carter Foster, Carol Troyen, Sasha Nicholas, Goffredo Fofi, Demetrio Paparoni, Luigi
Sampietro.
IN COLLABORAZIONE CON
THE WHITNEY MUSEUM
OF AMERICAN ART, NEW YORK
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009>24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO>13 GIUGNO 2010
IL PUBBLICO PROTAGONISTA: IL MIO ARTISTA PREFERITO? EDWARD HOPPER!
In occasione della mostra, è prevista una campagna di comunicazione del tutto innovativa. Organizzata e ideata da Arthemisia, in accordo con Palazzo Reale di Milano e la Fondazione Roma, la campagna vuole guardare alle persone come
“soggetti attivi”, piuttosto che come “consumatori”, al fine di creare un evento che sia prima di tutto un’esperienza
unica e coinvolgente per il visitatore.
Il luogo mediatico privilegiato sarà la strada e le persone comuni saranno protagonisti e testimonial dell’annuncio della
mostra di Edward Hopper, pittore della vita quotidiana per eccellenza, attuando un esempio di decentramento creativo,
rispetto agli standards, popolare e unico nel suo genere. Chiunque potrà esprimere il proprio amore per l’arte ed essere
per la prima volta parte integrante di una campagna promozionale nata con e per i fruitori.
Una campagna originale anche nella scelta grafica del lettering del nome dell’artista, ispirata ai cartelli con i nomi delle
strade americane, riprodotti sovente dallo stesso Hopper nei suoi dipinti.
I visitatori delle mostre di Palazzo Reale, come pure i passanti nel centro di Milano, saranno invitati a farsi fotografare su
un set fotografico allestito in Piazzetta Reale e tra i tanti scatti realizzati saranno scelti i cinque soggetti più interessanti
ed espressivi per essere utilizzati nella prima campagna di informazione della mostra. “Il mio artista preferito? Edward
Hopper!” si leggerà sui manifesti nella città di Milano, da luglio a settembre; lo dicono e lo pensano le donne e gli uomini
più diversi, immortalati sul set per testimoniare, con la loro immagine, che la mostra è davvero per tutti.
La campagna sarà ripetuta a Roma e tutte le foto scattate per la campagna saranno inoltre esposte in mostra.
Lo shooting è previsto per venerdì 3 luglio dalle ore 10.00 alle ore 21.00, in Piazzetta Reale a Milano. L’annuncio dell’iniziativa sarà diffuso anche in Internet e in particolare su Facebook. Una comunicazione agile, alternativa e libera, adatta
alla natura dinamica della città di Milano e della sua vita culturale.
INFOLINE 199 202 202
Prenotazioni gruppi e scuole visite guidate Ad Artem:
T +39 02 659 77 28
www.edwardhopper.it
Ufficio Stampa mostra
Arthemisia
Alessandra Zanchi
T 0721 370 956
M 349 569 17 10
[email protected]
Antonella Fiori
M 347 252 6 982
[email protected]
Ufficio Stampa
Comune Di Milano
Francesca Cassani
T 02 884 501 77
[email protected]
Ufficio Stampa
Fondazione Roma
Giovanni Rodia
M 335 303 732
[email protected]
Martina Liut
T 02 884 567 96
[email protected]
IN COLLABORAZIONE CON
THE WHITNEY MUSEUM
OF AMERICAN ART, NEW YORK
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009>24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO>13 GIUGNO 2010
La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia
Conferenza Stampa di anticipazione
3 luglio > Palazzo Marino, Milano
BIOGRAFIA
Edward Hopper nasce il 22 luglio del 1882 a Nyack, piccola cittadina sul fiume Hudson a una quarantina di chilometri a
nord di New York, da una colta famiglia di commerciante di tessuti. Nel 1900 entra alla New York School of Illustrating e un
anno dopo alla New York School of Art, dove si dedica alla pittura con gli insegnanti più famosi di New York: William Merritt
Chase, tra i principali rappresentanti dell’impressionismo in America, e Robert Henri, figura guida della Ashcan School, che
professava la diretta trasposizione della vita urbana in pittura.
Dopo il diploma, Hopper inizia a lavorare come illustratore pubblicitario alla C. Phillips & Company. Nel 1906, compie il suo
primo viaggio in Europa; visita Parigi, dove resta affascinato dalla tecnica degli impressionisti, e l’anno successivo soggiorna
a Londra, Amsterdam, Berlino e Bruxelles. Nel 1909 decide di tornare a Parigi per sei mesi, dipingendo a Saint-Gemain e
a Fontainebleau, e nel 1910 si reca a Madrid. Fin dagli esordi Hopper è interessato a soggetti urbani e architettonici in cui
inserire un unico personaggio, isolato e distaccato psicologicamente. Inoltre, mette a punto una tavolozza cromatica del
tutto riconoscibile, finalizzata ad una resa originale della luce (ispirato dai capolavori di Rembrandt al Rijksmuseum). Mentre
lo studio degli impressionisti, in particolare di Degas, gli infonde il gusto per la descrizione degli interni e per l’inquadratura
fotografica. D’altra parte piuttosto che abbracciare i fermenti avanguardisti dei primi del Novecento, dal cubismo al futurismo, dal fauvismo all’astrattismo, Hopper preferisce recuperare la lezione di importanti maestri quali Manet, Pissarro, Sisley
e Courbet.
Nel 1913 partecipa all’Armory Show International Exhibition of Modern Art a New York e nel 1918 è tra i primi membri del
Whitney Studio Club, fondato dalla scultrice ed ereditiera Gertrude Vanderbilt Whitney per sostenere gli artisti americani
emergenti. Tra il 1915 e il 1923 Hopper abbandona temporaneamente la pittura, con cui non riesce a mantenersi, per
dedicarsi all’incisione, eseguendo puntesecche e acquaforti. Nel 1917 vede una grande mostra di incisioni al Metropolitan
Museum of Art, con acqueforti di Turner, Whistler, Goya, Meryon e di artisti della cerchia di Henri, tra cui John Sloan che
lo ispira particolarmente. È con l’incisione che riceve i primi numerosi premi e riconoscimenti della critica e dalla National
Academy of Design. Ma ottiene presto successo anche con i suoi acquerelli, partecipando alla mostra annuale del Brooklyn
Museum nel 1923, dove presenta alcuni lavori estivi realizzati a Gloucester, nel Massachusetts, un villaggio di pescatori
prescelto per le vacanze. Luogo frequentato da vari artisti, tra cui la vivace pittrice Josephine Nivison che sposa nel 1924,
all’età di quarantadue anni (lei quarant’uno). Un matrimonio burrascoso ma indissolubile: Jo diventa la modella di tutte le
sue figure femminili, oltre che la sua unica musa e portavoce. La casa al numero 3 di Washington Square, nel Greenwich
Village di New York, dove Hopper abita dal 1913, diventa la dimora della loro vita.
La mostra di Brooklyn (il museo acquista un suo acquarello per 100 dollari) lancia la carriera di Hopper che comincia ad
esporre con regolarità. Al primo successo segue quello nell’autunno del 1924 grazie al nuovo agente, Frank K. M. Rehn, che
gli organizza una personale di acquerelli alla Galleria di Rehn, nella Cinquantaquattresima Strada della Quinta Avenue. Nel
1925 si sente abbastanza sicuro delle vendite e lascia il lavoro di illustratore.
IN COLLABORAZIONE CON
THE WHITNEY MUSEUM
OF AMERICAN ART, NEW YORK
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009>24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO>13 GIUGNO 2010
Alla fine degli anni Venti crescono la fama e le vendite per l’artista e il suo realismo pittorico viene considerato come lo stile
americano per eccellenza. Non più definito un incisore che dipinge, viene lodato per la capacità di esprimere quel senso di
infinito, potenziale proprio dei soggetti più banali e comuni, e diventa per tutti “il pittore della solitudine”.
Se negli anni Venti durante la villeggiatura a Gloucester e sulla costa del Maine continua a privilegiare la tecnica dell’acquerello, a New York lavora quasi esclusivamente a olio e le tele dipinte nel suo studio fra la metà degli anni Venti e la metà
degli anni Trenta, sono fra le sue opere più conosciute.
Nel 1930 il Museum of Modern Art acquista House by the Railroad, il primo quadro acquisito dal museo che aveva solo un
anno di vita e che, nel 1933, gli dedica la prima retrospettiva. Mentre il Whitney Museum of American Art compra per 3000
dollari Early Sunday Morning, che diventa il pezzo forte della collezione quando il museo apre i battenti nel 1931. Le opere
di Hopper vengono esposte inoltre al Baltimore e al Cleveland Museum, al Carnegie Institute di Pittsburgh e alla Biennale
di Venezia.
Nel 1933 l’artista acquista una casa a Truro (nel Massachusetts), nella penisola di Cape Cod, dove passerà sempre i mesi
estivi, dipingendo ad acquerello e ad olio le dune, le case e i fari del posto, in opere come The House on The Hill, Cape Cod
Evening o Cape Cod Morning.
Hopper dipinge per più di sessant’anni. Nei primi anni Cinquanta, partecipa attivamente alla rivista “Reality”, fronte comune degli artisti legati alla figurazione e al realismo, che si contrapponevano all’Informale e alle nuove correnti astratte. In
quel periodo tiene diverse personali in musei prestigiosi, la più importante delle quali è la retrospettiva al Whitney Museum
nel 1950. Riceve diverse lauree ad honorem ed entra all’American Academy of Arts and Letters. Nel 1948 un sondaggio
condotto fra i lettori della rivista “Look” lo annovera fra i dieci “migliori pittori americani del momento” e nel 1956 il “Time”
gli dedica la copertina e un articolo intitolato “Il testimone silenzioso”. Le sue ultime opere risalgono alla metà degli anni
Sessanta, quando è già ultraottuagenario. Scelto per rappresentare gli Stati Uniti alla nona biennale di São Paulo, in Brasile,
muore poco dopo, il 15 maggio del 1967. La moglie Jo lo segue nove mesi dopo e lascia l’opera del marito, più di 3000
dipinti, al Whitney Museum of American Art.
IN COLLABORAZIONE CON
THE WHITNEY MUSEUM
OF AMERICAN ART, NEW YORK
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009>24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO>13 GIUGNO 2010
La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia
Conferenza Stampa di anticipazione
3 luglio > Palazzo Marino, Milano
SCHEDA INFORMATIVA
EDWARD HOPPER
Milano, Palazzo Reale
15 ottobre 2009 - 24 gennaio 2010
Roma, Fondazione Roma Museo
16 febbraio - 13 giugno 2010
Mostra promossa da
Comune di Milano - Cultura
Fondazione Roma
Arthemisia
e
Una produzione
Palazzo Reale
Fondazione Roma
Arthemisia
Losanna, Fondation Hermitage
24 giugno - 17 ottobre 2010
Organizzazione
Arthemisia
In collaborazione con
Whitney Museum of American Art,
New York
Mostra a cura di
Carter Foster
Catalogo
Skira
INFOLINE 199 202 202
Prenotazioni gruppi e scuole visite guidate Ad Artem:
T +39 02 659 77 28
Ufficio Stampa mostra
Arthemisia
Alessandra Zanchi
T 0721 370 956
M 349 569 17 10
[email protected]
Antonella Fiori
M 347 252 69 82
[email protected]
Ufficio Stampa
Comune di Milano
Francesca Cassani
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[email protected]
Martina Liut
T 02 884 567 96
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Ufficio Stampa
Fondazione Roma
Giovanni Rodia
M 335 303 732
[email protected]
www.edwardhopper.it
IN COLLABORAZIONE CON
THE WHITNEY MUSEUM
OF AMERICAN ART, NEW YORK
Breve storia
La storia della Fondazione Roma inizia nel 1539 con la nascita del Monte di Pietà di Roma, istituito
con Bolla Pontificia di Paolo III, e continua nel 1836 per mezzo della costituzione, con Rescritto
Pontificio di Gregorio XVI e per iniziativa di benemeriti cittadini, della Cassa di Risparmio di Roma, che
nel 1937 incorporò il Monte di Pietà.
La storia ha visto in seguito il sorgere della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, che nei primi
anni ’90, in attuazione della Riforma “Amato”, ha ereditato le originarie finalità di utilità sociale della
Cassa di Risparmio.
La Fondazione Roma rappresenta l’ultima tappa di questo lungo ed articolato percorso di
trasformazione e rinnovamento che, nel perseguimento delle finalità istituzionali, seppure aggiornate
in funzione del mutato contesto socio-economico, è testimonianza di un legame indissolubile con la
Città Eterna e le sue connotazioni peculiari.
Sotto la presidenza del Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele la Fondazione Roma, innovando
rispetto al passato, ha avviato una nuova modalità di intervento, orientata alla realizzazione di
iniziative strutturali, la maggior parte delle quali a carattere continuativo, per rispondere alle grandi
“emergenze” del territorio di riferimento nel Lazio.
Nella convinzione di dover portare a maturazione, calandoli nella realtà contingente, gli obiettivi
indicati dai fondatori, la Fondazione Roma ha progressivamente privilegiato l’opzione per il modello
operating, che le ha consentito, attraverso lo strumento delle “Fondazioni Aperte”, di sviluppare
un’autonoma capacità progettuale, che si confronta ed interseca con quella degli altri protagonisti del
tessuto sociale del territorio per dare forma ad interventi di grande impatto sociale in cinque settori
rilevanti: Sanità – Ricerca scientifica – Arte e cultura – Istruzione – Assistenza alle categorie sociali
deboli.
Sono questi i settori all’interno dei quali la Fondazione opera, facendosi protagonista di iniziative di
alto valore aggiunto sociale e moltiplicatore di interventi a favore del benessere della collettività.
Fondazione Roma
Via Marco Minghetti, 17
00187 Roma
www.fondazioneroma.it
EDWARD
HOPPER
MILANO, PALAZZO REALE
15 OTTOBRE 2009>24 GENNAIO 2010
ROMA, FONDAZIONE ROMA MUSEO
16 FEBBRAIO>13 GIUGNO 2010
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