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LA CITTADINANZA EUROPEA Quanto ci sentiamo europei?

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LA CITTADINANZA EUROPEA Quanto ci sentiamo europei?
L'EUROPA CHE VORREI...
SAGGIO SU
LA CITTADINANZA EUROPEA
Quanto ci sentiamo europei?
INTRODUZIONE
In occasione del concorso organizzato da “eunews” e dalla “Rappresentanza della
Commissione Europea” in Italia, ho voluto esprimere la mia idea di Europa e quello che
desidero diventi l'Unione Europea. Per fare ciò, ho scelto un tema chiave che riguarda tutti
noi europei: la cittadinanza. Questo breve saggio è articolato in tre parti. Nella prima parte
andrò ad esaminare cosa significa essere cittadini europei e quali sono i diritti connessi a
suddetto status. Nella seconda parte, sulla base dei dati raccolti dall'euro-barometro,
andrò ad analizzare quanto gli europei si sentono di appartenere all'Unione Europea.
Infine, nell'ultima parte cercherò di dare la mia idea di Europa e cercherò di suggerire dei
mezzi attraverso i quali noi cittadini dell'Unione Europea possiamo essere più partecipativi,
al fine di rendere questa entità, a noi lontana, più vicina.
COSA SIGNIFICA ESSERE CITTADINI DELL'UNIONE EUROPEA?
La cittadinanza europea è stata introdotta con il Trattato di Maastricht (articolo 17) circa un
ventennio fa (nel 1992), proprio nel momento in cui la CEE (Comunità Economica
Europea) è stata trasformata in UE (Unione Europea), ovvero quando la Comunità ha
perso l'attributo “economica”, al fine di sottolineare che i cittadini non sono più trattati
come soggetti economicamente attivi, ma come individui aventi dei diritti e direttamente
coinvolti nel processo di integrazione europea. L'introduzione della cittadinanza europea
ha portato non poche conseguenze: ha concluso quel processo diretto ad allargare la
sfera dei beneficiari della libertà di circolazione e di soggiorno, precedentemente prevista
solo per i lavoratori subordinati, ha definito ed arricchito lo status di cittadino europeo, e ha
rappresentato il presupposto per un rapporto più diretto tra cittadino ed istituzioni
dell'Unione.1
La cittadinanza europea, come sottolinea l'articolo 20 del Trattato sull'Unione Europea
(TFUE), si aggiunge a quella nazionale, ma si differenzia da questa per la sua origine.
Mentre la cittadinanza nazionale si fonda sull'appartenenza ad un popolo che si riconosce
come appartenente ad uno Stato, la cittadinanza europea si fonda invece sulla volontà
espressa dai Paesi membri di creare un'unità più stretta tra i rispettivi popoli, e di
rafforzare la tutela dei diritti e gli interessi dei cittadini, all'interno di un unico spazio politico
europeo. La cittadinanza europea appare essere quindi “atipica”,2 proprio per il fatto che
non è collegata all'appartenenza ad uno Stato. Essa può essere quindi definita come una
cittadinanza senza nazionalità.
Non tutti i cittadini dell'Unione sanno, che oltre ad essere cittadini del loro Paese di origine,
sono anche, automaticamente, cittadini dell'Unione Europea. Infatti, come recita l'articolo
20 comma 1 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), è stata “istituita
1 C. Morviducci, “Cittadinanza Europea”, Enciclopedia Treccani, Diritto online, 2014
2 Id
1
una cittadinanza dell'Unione. É cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno
Stato membro. La cittadinanza dell'Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la
sostituisce”.3 Essere cittadini europei non è solo qualcosa di simbolico e astratto ma
comporta dei benefici concreti e reali, che a volte possono esser dati per scontati e altre
volte nemmeno si conoscono.
L'articolo 20 del TFUE prosegue, nel secondo comma, elencando i diritti cui possono
godere i cittadini dell'Unione Europea. In primo luogo, tutti i cittadini europei hanno “il
diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri ”. Questo
significa che l'UE, per facilitare lo spostamento dei suoi cittadini, sia esso dovuto ad un
viaggio turistico, per lavoro o per studio, ha eliminato le frontiere interne permettendo alle
persone di circolare liberamente nel territorio degli Stati membri, con il solo possesso di un
documento che ne accerti l'identità, rilasciato dal proprio Paese d'origine.
Un altro diritto di cui i cittadini europei possono godere è “il diritto di voto e di eleggibilità
alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nello Stato membro in cui
risiedono, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato”. I cittadini europei possiedono
quindi anche dei diritti politici, ovvero possono eleggere ed essere eletti al Parlamento
Europeo e nel Comune dove risiedono, alle stesse condizioni cui godono i cittadini del
Paese ospitante. Un altro diritto ancora, riconosciuto a tutti i cittadini europei e che rientra
anch'esso nella categoria dei diritti politici, è “il diritto di presentare petizioni al Parlamento
Europeo, di ricorrere al Mediatore europeo, di rivolgersi alle istituzioni e agli organi
consultivi dell'Unione in una delle lingue dei trattati e di ricevere una risposta nella stessa
lingua”. Questi diritti politici sono fondamentali perché permettono ai cittadini di partecipare
alla presa di decisioni in seno all'Unione Europea, sia direttamente che indirettamente, e
quindi di avere una certa influenza sul funzionamento della stessa. Essi incarnano il
principio della democrazia.
Ultimo diritto conferito ai cittadini europei consiste nel “godere, nel territorio di un Paese
terzo nel quale lo Stato membro di cui hanno la cittadinanza non è rappresentato, della
tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro, alle stesse
condizioni dei cittadini di detto Stato”. In parole semplici, questo significa che ogni cittadino
dell'Unione Europea può godere della protezione diplomatica in qualsiasi Paesi membro
esso si trovi, anche nel caso in cui lo Stato ospitante non abbia relazioni diplomatiche con
quello d'origine. Il cittadino può quindi rivolgersi alle autorità diplomatiche di un altro Stato,
diverso da quello di origine, quando questo abbia una sede diplomatica nel Paese
ospitante.
Questi diritti, elencati nell'articolo 20 del TFUE, sono solamente i diritti più caratterizzanti
dello status di cittadino europeo. Questo significa che l'elenco non è esaustivo, ma i
cittadini dell'Unione godono di un più ampio ventaglio di diritti che in questa sede
tralasciamo, per soffermarci su quelli più importanti.
QUANTO CI SENTIAMO EUROPEI? CE LO DICONO I RISULTATI DELL'EURO-BAROMETRO
Abbiamo appena visto che essere cittadini europei significa essere titolari di specifici ed
importanti diritti, tuttavia questo non basta, ma serve anche la consapevolezza di
appartenere ad un'entità chiamata Unione Europea, ovvero di sentirsi accomunati da una
identità comune.
Per scoprire se i cittadini dell'Unione Europea si sentono o meno cittadini europei, allo
stesso modo di come si sentono appartenenti al loro Stato di origine, il mezzo più utile è
quello di andare a vedere i risultati dell'euro-barometro, quello strumento cioè, fondato nel
3 C. Curti Gialdino a cura di, Codice Breve dell'Unione Europea, VIII edizione, 2013
2
1973, che conduce indagini in Unione Europea. Lo studio più recente realizzato dall'eurobarometro è quello condotto tra l'8 e il 17 novembre del 2014, il quale mira a dare una
panoramica sull'opinione dei cittadini europei in rapporto a vari punti, quali: l'attaccamento
all'Unione Europea, la percezione dei risultati raggiunti dall'Unione Europea, i concetti di
cittadinanza e di identità europea, il livello di “apertura” dei cittadini europei rispetto ai loro
vicini, e infine quali valori essi associano all'Unione Europea. 4
Sulla base di questi parametri, l'euro-barometro ha pubblicato i risultati della sua ricerca.
Per quanto riguarda il primo punto, lo studio mostra che nove cittadini intervistati su dieci
(ovvero l'89%) si sentono di appartenere alla loro Città e una grande maggioranza si sente
di appartenere al proprio Paese (il 91%), mentre solo il 45% degli intervistati ha risposto di
sentirsi appartenente all'Unione Europea, il 52% di non appartenere e solo il 9% si sente
fortemente appartenete all'UE. Diverse ancora sono le risposte date dagli intervistati
quando è stato chiesto loro di esprimere il loro livello di appartenenza all'Europa. In questo
caso il 56% ha risposto di sentirsi appartenente, mentre il 42% ha affermato di non sentire
alcun attaccamento all'Europa. Tuttavia, se si confrontano questi risultati con quelli del
2013, notiamo un miglioramento, anche se minimo, del senso di appartenenza dei cittadini
europei all'Unione. In undici Paesi la maggioranza degli intervistati sentono di appartenere
all'UE, inoltre in sedici Stati il livello di attaccamento all'Unione è aumentato (in Gran
Bretagna del 7%, in Romania del 10%). Ma, allo stesso tempo, in alcuni Paesi, il tasso di
appartenenza è invece diminuito (in Belgio dell'8%, in Germania del 6%). Se poi si va a
considerare le caratteristiche socio-demografiche degli intervistati, si può notare: che gli
uomini si sentono più europei delle donne (48% contro il 44%), che i giovani tra i 15 e i 24
anni condividono un maggior senso di appartenenza all'Unione Europea rispetto ai
cittadini di età maggiore, e che i manager e gli studenti si sentono maggiormente europei
rispetto ai pensionati e agli altri lavoratori.
Per quanto riguarda invece la percezione dei cittadini europei rispetto ai risultati finora
raggiunti dall'Unione Europea, l'analisi dell'euro-barometro mostra una situazione simile a
quella registrata dall'euro-barometro del 2012; ovvero che la maggioranza dei cittadini
europei (il 56%) considera la pace tra i Paesi membri come il maggior risultato ottenuto
dall'UE, e come secondo risultato raggiunto, il libero movimento di persone, beni, servizi e
capitali. In successione si collocano: l'euro, i programmi di scambio per studenti, il potere
economico europeo, l'influenza politica e diplomatica europea nel resto del mondo, il livello
di welfare, ed infine, all'ultimo posto, la Politica Agricola Comune (PAC).
Altri due elementi che ci danno l'opinione dei cittadini europei sull'Unione Europa sono i
concetti di cittadinanza e di identità europea. Prendendo in considerazione questi due
elementi, l'euro-barometro ha raggiunto i seguenti risultati. In primo luogo ha mostrato che
più di sei cittadini su dieci si sentono cittadini europei ma che il senso di cittadinanza sta
calando. Solamente il 23% si sente con certezza cittadino europeo, il 40% solo in parte, il
24% non si sente veramente cittadino dell'UE, ed infine, l'11% non si sente del tutto
cittadino europeo. Ovviamente, non dimentichiamo, che esistono differenze a seconda dei
singoli Stati, e che tali percentuali danno una visione generale sulla base delle risposte
date dagli intervistati. Per quanto riguarda il senso di cittadinanza europea comparato con
la cittadinanza nazionale, il 51% degli europei si sente prima cittadino del suo Stato di
appartenenza e poi cittadino europeo. Solo il 6% si sente prima cittadino europeo e poi
cittadino del suo Paese, ed infine, solamente il 2% si sente solo cittadino europeo.
L'euro-barometro è poi andato ad analizzare quali sono i fattori che secondo gli intervistati
possono avvicinare i cittadini europei e accrescere il loro senso di appartenenza all'UE. Al
primo posto vi è la cultura, al secondo posto l'economia e lo sport, al terzo posto la storia,
e a seguire: i valori, la geografia, le lingue, il livello di “rule of law” (ovvero il rispetto della
4 European Commission, Standard Eurobarometer 82, European Citizen Report, Autumn 2014.
3
legge), la solidarietà, l'educazione, la scienza e la tecnologia, e all'ultimo posto la religione.
Altro elemento considerato dall'euro-barometro per valutare l'opinione dei cittadini europei
è l'apertura di questi verso gli altri cittadini. Sulla base di questo elemento, lo studio
condotto ha messo in luce che, in linea generale, i cittadini europei si mostrano aperti
verso gli altri Paesi Europei. Questo è dimostrato da alcuni fattori. In primo luogo,
l'apertura degli europei verso i loro vicini è comprovata dal fatto che, nei 12 mesi
precedenti la ricerca, la maggioranza degli intervistati aveva socializzato con persone
provenienti da altri Paesi europei. In secondo luogo, il 43% degli intervistati aveva visitato
un altro Paese membro; in terzo luogo il 37% aveva guardato una trasmissione in lingua
diversa rispetto alla lingua madre; ed infine, più di un quarto dei cittadini europei, nei 12
mesi precedenti lo studio effettuato, ha dichiarato di aver letto un libro, una rivista o un
giornale in una lingua diversa dalla propria.
Ultimo elemento preso in considerazione nella valutazione dell'opinione dei cittadini
europei rispetto all'Unione Europea è rappresentato dai valori che essi associano
all'Unione. Al primo posto della classifica dei valori, gli europei hanno posto la pace (40%),
al secondo posto i diritti umani (36%) e all'ultimo gradino della scala, la democrazia (31%).
Altri valori che i cittadini europei hanno associato all'UE sono: il rispetto della legge, la
libertà individuale, il rispetto della vita umana, la solidarietà, il rispetto delle altre culture,
l'uguaglianza, la tolleranza, la realizzazione di sé, ed infine la religione.
CONCLUSIONI
Dall'analisi realizzata dall'euro-barometro possiamo trarre delle conclusioni. In primo
luogo, nello studio troviamo conferma del fatto che i cittadini dell'Unione Europea sentono
un debole attaccamento verso l'Unione, mentre si sentono maggiormente appartenenti al
loro Paese d'origine. Questo dimostra che non è ancora stata realizzata una vera identità
europea nella quale tutti gli europei si sentono di appartenere. Tuttavia, l'analisi condotta
non è del tutto catastrofica. Gli europei, infatti, hanno una buona immagine dell'Unione
Europea e questo è dimostrato dal fatto che essi hanno assegnato all'Unione valori positivi
(la pace, il rispetto dei diritti umani, la democrazia).
Quello che appare con più evidenza è quindi un senso di lontananza che può essere
percepito tra cittadini stessi e tra i cittadini e le istituzioni dell'Unione Europea. Distacco
che è dato appunto dalla mancanza di una identità forte che lega tutti i cittadini europei
all'entità politica ed economica che è stata creata per riunirli e pacificarli. In realtà, sono
molti gli elementi che uniscono i popoli europei: la cultura, la storia, la struttura
economica...Tuttavia, permane ancora quel senso di nazionalismo che divide e fa sentire i
cittadini in competizione tra loro.
Il mio desiderio è proprio quello di vedere un'Europa unita, dove prevalga un senso di
reciproca collaborazione e cooperazione tra i Paesi e i popoli. Poiché l'Unione Europea è
ancora un'entità giovane, sono convinta che dei passi avanti possono essere ancora fatti.
Uno dei modi per arrivare a ciò è rappresentato dai programmi di studio e di lavoro
all'estero offerti dalla Commissione Europea. Questi possono infatti avvicinare i giovani di
diverse nazionalità, ma accomunati dalla stessa cittadinanza europea; e diffondere quindi
un senso di appartenenza reciproca verso un'unione di Stati realizzata proprio per
congiungere i popoli europei. I padri fondatori ci hanno dato l'assetto istituzionale
finalizzato alla presa di decisioni comuni, ora tocca a noi creare l'identità europea.
Elena Ceretta.
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