Comments
Description
Transcript
Meditazione di benevolenza
Meditazione di benevolenza Portiamo consapevolezza alla posizione del nostro corpo con la schiena diritta ma non rigida, la testa ben centrata tra le spalle, la bocca un po’ aperta con l’aria che passa anche attraverso le labbra, gli occhi chiusi o, se se preferiamo, un po’ aperti con lo sguardo sul pavimento un paio di metri davanti a noi. Le nostre gambe e i nostri glutei aderiscono stabilmente al terreno o alla sedia. Formano come una base solida ed equilibrata, stabile come la roccia. La nostra testa invece è leggera come un palloncino di cristallo e tende a salire dolcemente verso l’alto. La colonna vertebrale è morbidamente ed elasticamente tesa tra la testa, palloncino leggero, e le gambe ed il bacino, stabili come la roccia. Portiamo l’attenzione al respiro; facciamo qualche respiro in cui curiamo particolarmente l’espirazione, lasciando cioè che l’espirazione sia un po’ più lenta e prolungata di quanto facciamo solitamente. Andiamo adesso a scegliere, dal “baule” della nostra memoria, un ricordo: il ricordo di un momento in cui ci siamo sentiti amati da una persona (anche un semplice gesto fisico di amore ricevuto, un dono anche piccolo che ci ha fatti sentire amati…). Se emergono più momenti scegliamone uno. Riportiamo alla memoria quel ricordo nel modo più vivido possibile; cerchiamo di rammentare i particolari di quella situazione. Sentiamo che il ricordo di quell’amore è in grado di risvegliare in noi questo sentimento anche nel momento presente. Lasciamoci pervadere dall’amore e dalla benevolenza. Lasciamoci riscaldare da questo sentimento di amore. Rivolgiamo alla persona, che nel ricordo ci ha fatti sentire amati, il nostro amore di adesso, la nostra benevolenza e la nostra gratitudine. E adesso rivolgiamo a noi stessi e offriamo a noi stessi questo amore che sentiamo. Esprimiamo questo amore e questa benevolenza per noi stessi con una frase. I buddisti usano ad esempio la frase: “Possa io essere libero da sofferenza, possa io essere felice, possa io essere in pace”. Ma possiamo usare qualsiasi altra frase che sentiamo esprimere in modo efficace questo amore per noi e questa benevolenza. Rivolgiamo poi ad una persona che amiamo particolarmente questo amore e questa benevolenza che sentiamo in noi in questo momento. Esprimiamo questo amore e questa benevolenza per la persona amata con una frase che ci sale dal cuore. I buddisti usano ad esempio la frase: “Possa tu essere libero da sofferenza, felice, possa tu essere in pace”. Ma possiamo usare qualsiasi altra frase che sentiamo esprimere in modo efficace questo amore e questa benevolenza. Rivolgiamo adesso questo amore e questa benevolenza a tutte le persone cui vogliamo bene: familiari, amici,… Anche a loro esprimiamo questo amore e questa benevolenza con una frase che ci sale dal cuore. I buddisti usano ad esempio la frase: “Possiate voi essere liberi da sofferenza, felici, in pace”. Ma possiamo usare qualsiasi altra frase che sentiamo esprimere in modo efficace questo amore e questa benevolenza. Rivolgiamo infine questo amore e questa benevolenza a tutte gli esseri. Esprimiamo questo amore e questa benevolenza con una frase, come la frase che usano i buddisti: “Possano tutti gli esseri essere liberi da sofferenza, possano tutti gli esseri essere felici, possano tutti gli esseri essere in pace”. Ma possiamo usare qualsiasi altra frase che sentiamo esprimere in modo efficace questo amore e questa benevolenza. Rimaniamo ancora qualche istante in contatto con questa sensazione di benevolenza e amore in noi. Riportiamo l’attenzione al respiro e facciamo qualche respiro profondo curando particolarmente l’inspirazione, lasciando cioè che l’inspirazione sia intensa e prolungata. Portiamo l’attenzione ai rumori nella stanza. Riportiamo l’attenzione al nostro corpo, ascoltiamo, facciamogli fare piccoli movimenti dei piedi, delle mani, del volto, e – quando ci sentiamo, ciascuno con i propri tempi – possiamo riaprire gli occhi. Sul Sentiero – Scuola di meditazione psicosintetica www.centrosynthesis.it