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Battuta/ricezione/libero

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Battuta/ricezione/libero
Federazione Italiana Pallavolo
Comitato Provinciale di Pordenone
Viale Libertà, 75 – 33170 Pordenone
CORSO ALLENATORE 1° GRADO 2008-2009
1. BATTUTA: flottante, in salto, in salto flottante. Tattica di squadra.
Sviluppo della tecnica in situazione di gioco.
2. RICEZIONE: tecnica sui vari tipi di battuta. Tattica di squadra.
Sviluppo della tecnica in situazioni di gioco.
3. LIBERO: utilizzo nelle fasi Ricezione/Punto e Battuta/Punto.
Relatore: Maresca Mario
Domenica 16 novembre 2008 - ore 14.30-18.30 – Palestra Scuole Elementari - Chions (PN)
1. LA BATTUTA
1.1 La battuta flottante (liberamente tratto dalle dispense del prof. Marco Paolini)
Iniziamo a descrivere la cosiddetta "battuta a tennis" che è senz'altro la più usata con i piedi a terra:
tale tipo di servizio può essere eseguito con molte varianti, che vedremo in seguito, ma, comunque,i
principi tecnici essenziali che non variano sono:
- lancio corretto della palla;
- estensione del braccio che colpisce;
- mano "dura";
- accelerazione della fase finale del gesto (traiettoria flottante).
Il lancio va eseguito con l'arto superiore con cui non si colpisce la palla, tenendola sul piano della
mano a braccio piegato a 90 gradi davanti al corpo; il pallone andrà lanciato in verticale davanti a noi
all'altezza giusta per essere colpito: ciò significa che ovviamente dovremo evitare lanci troppo bassi
ma anche lanci troppo alti, andando poi a colpire la palla nella sua parabola discendente. In altri
termini, il movimento del braccio piegato, che esegue il lancio per la battuta, dovrà essere del tipo ad
"ascensore", tenendo la palla in mano il più a lungo possibile, ossia riducendo al minimo il tempo di
volo della palla in modo da realizzare in successione lancio e colpo come se fosse un'unica azione.
Se tutto ciò sarà eseguito correttamente saremo facilmente in grado di colpire la palla poco avanti al
corpo con il braccio ben esteso; in tal modo riusciremo a far partire il pallone da più in alto possibile,
guadagnando sicuramente in velocità di traiettoria. A tal proposito alcuni preferiscono addirittura la
preparazione del braccio che andrà a colpire già disteso in fase di lancio; ciò può facilitare il primo
apprendimento ma poi va abbandonato a favore di una maggior scioltezza dell'arto superiore.
L’importanza di far partire la battuta a tennis da quanto più in alto sia possibile è testimoniata
oggi anche dall’introduzione a quasi tutti i livelli della battuta in salto floating.
Per il servizio flottante occorre non muovere il polso e tenere la mano come se si dovesse
colpire forte una parete.
Passando ora ad analizzare il colpo sulla palla, diciamo subito che l'obiettivo da raggiungere sarà
quello di una traiettoria flottante con la palla cioè che "viaggia" senza alcuna rotazione e perciò che
nella fase di volo assumerà traiettorie irregolari. Ciò si ottiene fondamentalmente dando al pallone il
classico "colpo secco" con la mano che colpisce mantenuta ben dura. Questo particolare può
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sembrare quasi superfluo o di facile realizzazione, ma in realtà bisogna fare attenzione a non muovere
il polso e soprattutto a tenere la mano come se si dovesse colpire con violenza una parete senza
peraltro farsi male.
Da ultimo pensiamo all’accelerazione della parte finale del gesto: in realtà è un modo più corretto per
descrivere un colpo secco sul pallone e quindi qualche cosa di cui si è già parlato, ma la verità è che
l’accelerazione va "sentita" dai nostri atleti i quali invece, spesso, nell'eseguire centinaia di migliaia di
battute in tanti allenamenti, finiscono per fare il servizio a tennis con velocità "uniformemente
accelerata". Il risultato è una battuta lenta nella sua traiettoria e spesso neanche flottante. Sarà
compito di noi allenatori, dunque, sensibilizzare sempre al massimo i nostri atleti affinché eseguano il
servizio accelerando la parte finale del gesto.
Non sempre è importante indicare al giocatore dove indirizzare la battuta ma è essenziale
eseguire bene il gesto tecnico.
Fino a qui, dunque, la descrizione analitica della tecnica di esecuzione del servizio flottante.
Cerchiamo ora di fare chiarezza sui vari tipi di battute che si possono eseguire con piccole variazioni
tecniche:
- dalla riga di fondo, tesa e lunga;
- dalla riga di fondo, corta sul tre metri;
- da molto lontano, flottante e lunga;
- da molto lontano, flottante corta;
- da media distanza, abbastanza tesa e flottante;
- da dove si vuole, con obiettivi tattici.
La battuta tesa e lunga dalla riga di fondo campo ha come obiettivo una traiettoria estremamente
rapida e ficcante e una buona precisione nell'indirizzare la palla (su uno spigolo, in mezzo ai due
ricettori): la si ottiene facendo molta attenzione all'estensione del braccio e al colpo secco sulla palla.
Un valido esercizio è quello di tendere una fibbia di elastico fra le due astine e contemporaneamente
mettere dei tappetini come bersagli: saranno ottime le battute che passeranno fra rete ed elastico e
andranno a colpire un tappetino.
La variazione tipica del servizio sopra descritto è la battuta dalla riga di fondo che cade molto corta
(dentro i tre metri avversari); per la sua esecuzione è fondamentale quasi tirare indietro il braccio
subito dopo aver colpito la palla e lo si può fare anche fintando la battuta lunga.
La battuta che si esegue da molto lontano dovrà avere come obiettivo principale la traiettoria flottante
della palla senza grandi pretese in fatto di precisione: la sua esecuzione prevede un braccio
abbastanza forte che dia sì un colpo secco alla palla, ma anche accompagnandola un po' in avanti; in
altri termini, possiamo dire che il contatto mano palla è più lungo che non in altri tipi di battuta. È
essenziale che il pallone in volo non ruoti affatto in modo che la traiettoria lunga sembri destinata fuori
e invece all'ultimo momento la palla scenda sull'ultimo metro del campo e, analogamente, che la
battuta corta sembri destinata in mezzo al campo e invece, all'ultimo momento, la palla scenda fra la
prima e la seconda linea.
La battuta flottante eseguita da media distanza è forse la più frequente, poiché cerca un buon
compromesso tra una traiettoria sia rapida sia flottante e spesso si associa a obiettivi di natura tattica:
è così che si decide di battere sul ricettore di prima linea per contrastargli l'eventuale attacco, oppure
si mira alle cosiddette zone di conflitto (la penetrazione del palleggiatore, le parti del campo di dubbia
competenza...) o ancora si batte corto cercando di far ricevere il centrale che andrà poi ad eseguire il
primo tempo in attacco.
Va tenuto presente, da ultimo, che tutti questi tipi di battute possono essere eseguiti dalle zone dietro
il posto 1 o dietro il posto 6 o dietro il posto 5, ottenendo così ulteriori e continue variazioni che
disturberanno ancor più la ricezione avversaria.
Ancora una considerazione importante: noi allenatori dobbiamo dare ai nostri atleti il giusto equilibrio
fra la ricerca di un servizio tattico e l'attenzione alla giusta tecnica che rende la battuta comunque
insidiosa; in altri termini, spesso sarà meglio non dire su chi battere, ma pretendere sempre una
esecuzione tecnica ben fatta, cioè dicendo alla squadra: “Battete dove volete, ma battete bene”.
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1.2 La battuta in salto e in salto float (liberamente tratto dalle dispense del prof.
Gianluca Bastiani)
Il servizio in salto è senza dubbio una parte spettacolare della pallavolo. Esso iniziò come una sorta di
azione alla "o la va o la spacca", ma ora è divenuto una parte essenziale del gioco. Ogni squadra di
alto livello ha uno o due specialisti in questo fondamentale, in quanto è necessario anche allenare la
ricezione della battuta in salto. Non si ha soltanto un’alta percentuale di realizzazione di punti, ma
anche una percentuale elevata di errore. Per questo cercheremo di esaminare i vantaggi e gli
svantaggi di questo tipo di servizio.
TATTICA
Una squadra con uno o due battitori in salto deve rischiare di più nel caso in cui il proprio muro sia
debole o l'attacco avversario sia più forte. In questa rotazione un servizio facile è un regalo, mentre un
punto diretto costituisce un grande apporto psicologico positivo. Al contrario, sbagliare un servizio
quando il proprio muro è forte è un grave errore. Una forte battuta in salto deve essere ricevuta con un
terzo o anche quarto ricevitore. Se questo è un attaccante di seconda linea e il palleggiatore si trova in
prima linea, questo costituirà un vantaggio.
TECNICA
La tecnica è pressoché la stessa della schiacciata, con una lunga rincorsa. Se possibile è anche più
facile, in quanto si ha la possibilità di alzarsi la palla da soli. C'è una lunga traiettoria con uno
spostamento in avanti, l'accelerazione orizzontale allo stacco può essere trascurabile. Il movimento
del braccio è semplice in quanto non esiste muro, il braccio può compiere un movimento completo dal
collo per finire al ginocchio. La palla di solito ne riceve una rotazione in avanti. La rotazione laterale si
ottiene colpendo la palla non esattamente al centro.
METODOLOGIA DELLA BATTUTA IN SALTO NEL SETTORE GIOVANILE
Nel settore giovanile dobbiamo fare particolare attenzione alle progressioni didattiche delle tecniche,
poiché il giovane pallavolista deve superare le varie fasi d'acquisizione della tecnica in maniera
graduale, con riscontri corretti e preferibilmente senza insuccessi!
Nella didattica della battuta in salto dobbiamo fare particolare attenzione, perché l'errore rappresenta
un punto per gli avversari, anche se il gesto in quanto tale può fornire grande gratificazione al
giocatore che lo esegue.
I due concetti sopra esposti sono estremamente importanti nell’affrontare la didattica poiché le
esercitazioni devono fornire, oltre alla padronanza della tecnica, la giusta sicurezza senza sfociare
nella sfrontatezza.
Per le esercitazioni crediamo sia doveroso distinguere due momenti didattici, uno rivolto
all’apprendimento del singolo gesto e un altro per l'allenamento del fondamentale in situazioni di
gioco.
APPRENDIMENTO INDIVIDUALE
Per il notevole collegamento con la tecnica della schiacciata non verrà trattata la parte destinata alla
propedeutica e alla sensibilizzazione del colpo, mentre si inizierà a illustrare tutto ciò che riguarda la
didattica del tempo sulla palla auto-lanciata. Gli unici riferimenti che si vogliono fare a proposito del
colpo riguardano l'importanza di un lavoro meticoloso sulla sensibilizzazione dello stesso, eseguito
non solo con i piedi a terra ma anche e soprattutto in fase di volo. Non si elencheranno esercizi ma
concetti metodologici su cui apportare una notevole gamma di variazioni.
Il primo aspetto che ci preme evidenziare riguarda le esercitazioni che hanno come obiettivo primario
la ricerca del tempo sulla palla auto-lanciata; quest'aspetto deve essere sollecitato e proposto
frequentemente nelle sedute di tecnica, sempre variato e reso più complesso nel decorso
dell'apprendimento.
L'esercitazione diventa fondamentale per imparare a eseguire la battuta in salto, per poter
essenzialmente standardizzare l'azione lanciante e mantenere durante la crescita tecnica e fisica, i
giusti tempi di lancio, rincorsa, stacco e colpo.
Più specificatamente, si devono costruire esercitazioni in cui oltre all'auto-lancio si creino i presupposti
per imprimere la rotazione alla palla, il cosiddetto "spin". Sono essenziali le esercitazioni con i piedi a
terra in cui si richiede di colpire la linea dei sei metri avversari da tre, quattro, cinque, sei metri ... dalla
rete nel proprio campo.
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In caso di problemi nel fornire la rotazione alla palla (spin) in maniera corretta si può facilitare il tutto
abbassando la rete. Quest'ultima osservazione riguarda preferibilmente i primi colpi, in altre parole dai
tre, quattro metri; altrimenti si rischia di favorire un colpo senza rotazione di palla.
La fase successiva riguarda l'effettuazione dello stesso colpo, nelle medesime situazioni ma in salto:
in questa fase è opportuno fare particolare attenzione all'esecuzione del salto che deve essere
eseguito in alto-avanti.
Seguendo la giusta didattica, dove conviene sempre lavorare con il metodo delle serie e ripetizioni a
obiettivo (cinque su 10 colpi, sei su 10, sette su 10 e così via), giungendo a effettuare la battuta in
salto dalla linea di fondo. Nella fase di tecnica individuale i colpi dovranno essere eseguiti dalla zona
uno verso la zona uno, dalla zona uno verso la cinque e viceversa: all'inizio la precisione sarà un
obiettivo secondario, soprattutto in relazione alla necessità di non favorire troppi insuccessi al giovane
atleta.
In questo modo si potrà porre l'attenzione e meglio definire l'azione del braccio lanciante, e la giusta
ricerca del rapporto tra angolo in volo e “spin” coordinato con il salto.
Per la ricerca di un corretto spin ed effetto a chiudere potranno essere utilizzati dei materassi posti
verticalmente (o tavoli), i quali dovranno essere colpiti dopo il rimbalzo a terra. Così facendo daremo
anche modo di verificare direttamente l'incidenza della traiettoria all'atleta stesso.
Ottimo esercizio è anche l'ostruzione, con un materassone per esempio, della visuale del battitore per
far sì che debba esclusivamente porre l'attenzione sulla palla, eseguendo il colpo e ricostruendo
mentalmente lo spazio-tempo in cui effettuare la battuta. Dal momento dell'auto-lancio a quello del
colpo, l'atleta non evoluto esegue il fondamentale praticamente alla cieca. Risultano quindi essenziali
le sue capacità di orientare e dirigere il colpo, di controllare il proprio movimento e di crearsi uno
schema mentale di tutto il sistema “giocatore-palla-rete-campo” che è indispensabile per l'esecuzione
corretta.
Nel caso in cui il giocatore si trovasse in difficoltà nell'angolo di volo da dare alla palla durante il colpo,
potrebbe essere necessario escludere la difficoltà data dalla rincorsa e dal salto: a tal proposito si
potrebbe far eseguire il colpo da un tavolo posto sulla linea di battuta o, meglio ancora, in caduta da
un'altezza ottimale (es. panchetta).
Nel caso di difficoltà nell'eseguire la pre-rotazione della palla nell'auto-lancio, l'allenatore potrebbe
porsi di fianco all'atleta in battuta e far rimbalzare il pallone in modo che questo, dopo il rimbalzo, si
sposti in avanti-alto, mantenendo una rotazione utile: in tal modo al giocatore basterà scegliere il
tempo di rincorsa stacco e colpo.
Nella prima fase dell'apprendimento è preferibile utilizzare il lancio a due mani in modo da obbligare
l'atleta a ricercare la massima rotazione della palla solo con l'azione della mano, il cosiddetto spin.
LA BATTUTA IN SALTO FLOAT
DIDATTICA E METODOLOGIA PER L’APPRENDIMENTO DI UN SERVIZIO “TATTICO”
Innanzitutto evidenziamo i tre aspetti "cardine" per il corretto apprendimento di questo fondamentale: il
lancio, lo stacco e il colpo.
Il lancio deve avere la caratteristica di consegnare il pallone nel punto in cui si deve eseguire il colpo
(in pratica alla massima estensione del braccio), non sulla perfetta perpendicolarità ma leggermente
inclinato in avanti rispetto alla linea del corpo.
Lo stacco deve avvenire in modo tale che si possa colpire il pallone dentro il campo, al fine di
diminuire il tempo fra colpo e passaggio del pallone sulla rete, e rendere la traiettoria più incisiva
rispetto alla float piedi a terra.
Il colpo deve possedere un solo momento d'applicazione della forza, per evitare la rotazione della
palla.
ESERCITAZIONI INDIVIDUALI
Per quanto riguarda l'apprendimento individuale diamo priorità all'’impatto della mano con la palla, e
poniamo l'accento sull'importanza di esercitazioni che riguardano l'auto-lancio. Queste vanno eseguite
con l'ausilio di mezzi che spostano l'attenzione dell'atleta solo su alcune fasi del movimento.
L’aspetto importante della battuta in salto-float consiste nel porre l'attenzione solo sul colpo ed
eseguendolo dopo un brevissimo lancio. Alcuni esempi di esercitazioni potrebbero prevedere:
- l'allenatore posto di lato al battitore che sorregge il pallone alla giusta altezza di colpo;
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- un supporto fisso che sorregge la palla all'altezza corretta attraverso un elastico (tipo il pallone
tenuto con un filo per esercitare i colpi dì testa nel calcio).
Altre tipologie d'esercizio possono riguardare l'esecuzione dell'auto-lancio dopo una breve rincorsa ma
afferrando il pallone invece di colpirlo. Appresa la giusta coordinazione fra rincorsa e auto-lancio,
possono essere usate tutte le progressioni didattiche tipiche del servizio in generale. Sono essenziali
le esercitazioni nelle quali si richiede di colpire le zone del campo avversario partendo da distanze via
via crescenti.
Seguendo la giusta didattica, dove conviene sempre lavorare con il metodo delle serie e ripetizioni a
obiettivo (5 su 10, 6 su 10 e così via), si giunge ad effettuare la battuta in salto dalla linea di fondo
campo.
Nella fase di apprendimento chiederemo di indirizzare i colpi da zona 1 verso zona 1, da zona 1 verso
5 e viceversa. In questa fase non é opportuno ricercare assolutamente la precisione, solo
successivamente vanno richiesti obiettivi più mirati, soprattutto per non favorire troppi insuccessi al
giovane atleta.
A tale scopo, potranno essere utilizzati materassi oppure tavoli da colpire dopo il rimbalzo a terra, in
modo da verificare l'incidenza della traiettoria. Può essere efficace anche ostruire (ad esempio con un
materassone) la visuale del battitore per far si che debba esclusivamente porre l'attenzione sulla palla.
In seguito, saranno indispensabili le esercitazioni che hanno come ausilio il passaggio obbligato della
palla attraverso canali precostruiti sulla rete (astine), e/o passaggi obbligati a circa 80 cm sopra la rete
per tutta la sua lunghezza (elastico tra le astine), al fine di creare una traiettoria tesa. Non é
assolutamente consigliabile far affrontare questa tecnica a coloro che non sono in grado di effettuare
un corretto colpo sul pallone.
ESERCITAZIONI CON I RICETTORI
In fase iniziale è preferibile avere più ricettori nel campo avversario, per poi passare a uno solo.
Rispetto alla battuta in salto forte, il numero di ripetizioni può essere aumentato considerevolmente (810), gli obiettivi devono tener conto di una minor percentuale d'errore e vanno aumentate le zone del
campo da colpire, proprio perché da questo fondamentale si richiede estrema precisione.
In partenza è preferibile, vista la probabile quantità d'errori, porre 2-3 atleti in battuta facendo eseguire
alternativamente un servizio ciascuno. In seguito i battitori dovranno eseguire serie di tre battute a
obiettivo 2 su 3 e quindi 3 su 3.
Il passaggio successivo riguarda il colpo nelle zone di conflitto, quindi costringendo i ricettori a
eseguire uno spostamento verso destra-sinistra. Anche quest'esercitazione deve tener conto
dell'obiettivo da raggiungere che, ovviamente, può e deve variare a seconda del grado d'abilità di
ciascun giocatore.
ALLENAMENTO IN SITUAZIONI DI GARA
Questa fase può essere organizzata in moltissimi modi:
- un giocatore esegue il servizio e poi entra in campo;
- un giocatore non partecipa al gioco ed esegue solo servizi;
- una gara vera e propria a punteggio fra battitore e squadra avversaria.
Quest’ultima esercitazione potrebbe, ad esempio, essere così costituita:
- se il battitore fa punto diretto prende 3 punti;
- se la ricezione non riesce a finalizzare l'azione con un'alzata, il battitore prende 2 punti;
- se la ricezione può solo giocare palla alta, il battitore prende 1 punto;
- di contro, ogni qualvolta la squadra che riceve riesce a eseguire, finalizzandola, un'azione d'attacco
con ricezione # prende 1 punto, e l'errore del battitore fa acquisire 1 punto a chi riceve.
In ogni caso deve essere sempre usata la metodologia delle serie e ripetizioni a obiettivo. Questo per
avere una migliore codifica del gesto tecnico e, soprattutto, per riportare l'esercitazione a situazioni di
vera e propria competizione, così come avviene in gara.
Fra gli altri aspetti da evidenziare va detto che la battuta è l'unico fondamentale che non prevede
l'ausilio dei compagni, quindi queste simulazioni di gara sono da considerarsi esattamente realistiche
e di buon riscontro sull'esito di tale tecnica nella gara stessa.
Nella formulazione dei punteggi, essendo questa battuta molto più tattica che violenta, va considerato
un margine d'errore più basso, dal momento che andrebbe utilizzata non per la ricerca del punto
diretto (come per la battuta in salto forte), ma, ad esempio, per impedire a uno schiacciatore di giocare
un certo tipo di attacco.
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1.3 Il servizio floating nel femminile (liberamente tratto dalle dispense del prof.
Massimo Barbolini)
Quando si parla di battuta flottante, spesso si cade nel luogo comune che “le donne battono meglio
degli uomini”. Riteniamo che ciò non sia del tutto vero: vista la possibilità di sfruttare i 19 cm in meno
d'altezza della rete, a volte la battuta potrà avere una traiettoria più complessa, ma la potenza non è
certo la componente principale, o meglio la sola, per ottenere un buon servizio.
Quello che riteniamo manchi nell'esecuzione del servizio al femminile è la precisione e la componente
tattica.
Ci soffermeremo maggiormente sul secondo aspetto, quello durante la gara di maggiore
responsabilità per gli allenatori, fermo restando che senza la componente precisione è assolutamente
impossibile sviluppare qualsiasi tipo di discorso tattico.
Una piccola divagazione che denota però un grosso controsenso: a basso-medio livello ci sono molti
allenatori che pretenderebbero di chiedere alle loro atlete ben nove zone diverse di battuta, mentre,
anche ad altissimo livello, ci si accontenta di due zone, cioè tra 5-6 o tra 6-1!!!!
RICERCA DEL GIOCATORE SU CUI BATTERE
In primo luogo devono essere chiari due concetti:
−
−
la prima scelta cade sempre sul peggior ricettore (in assoluto o in quel momento della gara);
per mettere in difficoltà anche uno scarso ricettore non possiamo accontentarci di tirargli addosso:
la battuta deve essere veloce e deve obbligare a uno spostamento.
Ci sono però situazioni in cui, o per parità di livello dei ricettori o per problemi creati da particolari
schemi d'attacco, dobbiamo fare scelte tattiche diverse. I casi principali con ricezione a tre sono due:
Battuta sul ricettore-attaccante: ancora oggi un servizio efficace sull'attaccante che scende a
ricevere crea grossi problemi ed è quindi spesso sfruttata. Solitamente ci si sofferma sulla battuta
lunga per allontanare l'attaccante da rete e costringere il palleggiatore ad alzare di più la traiettoria
della palla. È importante però sottolineare come anche una battuta corta su questo giocatore possa
sortire ottimi effetti: infatti, se eseguita soprattutto tra zona 3-4, in primo luogo toglie rincorsa e quindi
potenza all'attacco, in secondo luogo costringe a cambiare completamente la traiettoria della rincorsa
stessa rendendo difficoltosi alcuni colpi d'attacco (diagonale stretta e lunga).
Le tante attaccanti intervistate riferiscono che la maggior parte di loro ha assorbito la difficoltà della
battuta lunga (anche grazie al primo tocco in palleggio), ma al contrario fatica ancora se cercata corta
e ciò avviene perché sono poche le attaccanti in grado di cambiare all'ultimo momento il proprio
obiettivo d'attacco!
Battuta sul centrale di prima linea: la battuta corta sul primo tempo avversario crea sempre grandi
problemi e, se eseguita con attenzione, non ha grossissime percentuali di rischio.
Nell'allenamento e nell'esecuzione in partita di tale servizio, il problema consiste nel mettere sicurezza
al battitore, facendo leva sul concetto, soprattutto e solo all'inizio, che l'errore consisterà nell'eseguire
una battuta sui 5 metri e non in rete. Due principalmente sono i problemi che tale servizio, anche se
ricevuto correttamente, può creare:
−
riduce il tempo di rincorsa dell'attaccante il quale, anche alzando la traiettoria della ricezione,
fatica ad anticipare;
− se eseguito contro l'attacco a un piede (fast), costringe l'attaccante a cambi di direzione ancora
più complessi.
TRAIETTORIE E ZONE DI PARTENZA DELLA BATTUTA
Spesso per problemi di precisione la battuta tattica viene eseguita vicino alla riga di fondo campo. In
realtà, sempre tenendo conto della specializzazione dei battitori, si può scegliere la zona di campo da
cui battere.
Per la battuta sul ricettore-attaccante è sicuramente più efficace la battuta da zona 1: in questo modo
è più difficile per il posto 6 aiutare e il ricettore, a differenza della battuta che proviene da zona 5, deve
cambiare la traiettoria d’attacco.
La battuta corta sull'attaccante di primo tempo diviene più efficace quando proviene da zona 5; questo
perché la traiettoria per raggiungere la zona 2/3 é più breve, inoltre, diviene più difficile per l'alzatore
seguire una traiettoria che arriva da dietro e poi alzare nascondendo l'intenzione dell'alzata stessa.
Infine, considerando la battuta su ricezione a due (per la verità molto improbabile nel femminile, ma di
sicuro utilizzo in quella a quattro!) conviene sicuramente far partire la battuta da zona 6: arriva in
minor tempo nella zona di conflitto e offre maggiori e più efficaci variabili di servizio.
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ESERCITAZIONI
Di esercizi per sviluppare la precisione della battuta in funzione di una scelta tattica se ne conoscono
tantissimi.
I principi generali che però li dovrebbe accomunare tutti sono:
−
sviluppare la capacita di evitare e non solo di colpire un bersaglio, poiché spesso è ciò che
dobbiamo fare con un ricettore in partita. Ad esempio, se voglio allenare la battuta sul ricettoreattaccante di zona 4, posso mettere una sedia tra zona 2-3 e un altro ostacolo (sempre con la
dovuta attenzione) in zona 6: in questo modo chi batte sarà costretto ad evitare due possibili aiuti
in ricezione e, allo stesso tempo, battere in posto 5 facendo spostare l’attaccante-ricevitore;
− esercitare il battitore anche alla situazione di gioco che mai permette di fare 10-20 battute
consecutive: le tante ripetizioni sono importantissime per l'acquisizione della tecnica, ma accanto
a queste dobbiamo allenare i nostri atleti a battere bene e in una determinata zona una o due
volte sole per ogni rotazione.
Ad esempio, in un esercizio di riscaldamento per la ricezione con attacco, possiamo abbinare un
battitore a un ricettore: il battitore serve sul ricettore, poi entra a difendere un attacco e aspetta 30-40
secondi per ripetere l'esecuzione in quanto, dopo di lui, batteranno altri due atleti.
1.4 L’importanza della battuta (liberamente tratto dalle dispense del prof. Marco
Paolini)
È il primo dei fondamentali da punto, in grado di condizionare il gioco degli avversari.
Ecco alcune regole da tenere sempre presenti in allenamento e in partita.
La battuta è il primo dei fondamentali da punto: primo sia in ordine cronologico (ogni azione ha inizio
con una battuta) ma soprattutto in ordine all'importanza strategica di una gara; durante una partita,
infatti, noi allenatori finiamo sempre per parlare del nostro servizio, della sua efficacia e delle sue
variazioni, della tattica di battuta, insomma, più opportuna in quel momento per mettere in difficoltà
l'avversario.
La prima regola è sbagliare poche battute, forse banale ma da ricordare sempre!
In altri termini, un servizio efficace che costringerà l'altra squadra a una ricezione almeno un po'
imprecisa, facilita di gran lunga il lavoro di muro e difesa nel contrastare l’attacco avversario e può
consentirci di realizzare un punto; tanto più che in questo collegamento fra i vari gesti tecnici di non
facile realizzazione, la battuta rappresenta l'unico fondamentale non "di situazione" ed è quindi, per
certi versi, il più facile da eseguire.
Cercheremo, dunque, di parlare della battuta distinguendo tre argomenti principali:
1. La "gestione" del servizio durante la gara.
2. Le tecniche di esecuzione dei vari tipi di servizio.
3. La battuta in salto.
È molto importante iniziare la nostra analisi dalla realtà del campo, ossia dalle esigenze che ci
prospetta la gara. E diciamo subito che, al di là delle esigenze puramente tattiche, esistono degli
"imperativi", ovvero delle "leggi da rispettare" che prescindono dalla squadra avversaria, ma che sono
sicuramente più importanti della tecnica e della tattica fini a se stesse. La prima di queste regole,
appunto, è “sbagliare poche battute”!
Può sembrare l'uovo di Colombo ma la realtà dimostra che è bravo il giocatore che, sbagliando poco,
riesce spesso a mettere in difficoltà l’avversario e non il contrario, cioè l’atleta che, pur di mettere in
difficoltà la ricezione degli altri, ne sbaglia tante!
Completamente diverso è l'approccio mentale dei due atteggiamenti: il secondo è tipico di chi pensa
poco alla squadra e molto alla propria prestazione e quindi dal servizio cerca soprattutto l'ace che lo
ponga al centro dell'attenzione; poco importa se il servizio vincente arriva dopo cinque errori! Il primo
atteggiamento, invece, è tipico di chi ha grande mentalità di squadra e sa che durante la gara ci sono
dei momenti in cui è assolutamente vietato i sbagliare e altri momenti in cui vale la pena rischiare:
ebbene, saper riconoscere tali momenti è ciò che qualifica i giocatori di alto livello.
La verità di quanto si è appena detto è talmente evidente che, molto spesso, persino il pubblico
sottolinea con eloquenti mormorii di disapprovazione i troppi errori di battuta, eppure tantissimi
giocatori e anche molti tecnici dimostrano di non tenere in giusta considerazione tale regola
elementare, accecati spesso dall'idea che se non si "forza il servizio" è impossibile vincere la partita!
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È opportuno cambiare spesso il tipo della battuta per non dare punti di riferimento agli
avversari!
La battuta flottante consente dl indirizzare meglio il pallone nelle zone volute!
La realtà, infatti, è che quasi sempre non ci si può esporre al massimo rischio possibile pur di ottenere
qualche servizio positivo: molto meglio sarà invece puntare sulla continua “variazione” del tipo di
servizio da eseguire per non dare punti di riferimento all'avversario. È così che dovremo allenarci, nel
sapere cioè effettuare con uguale capacità il servizio da "vicino riga" e il servizio "da lontano", il
servizio lungo e quello corto, il servizio teso e rapido e il servizio con traiettoria "floating a scavalcare",
il servizio di precisione nelle sei zone del campo e il servizio teso e flottante ma senza obiettivi di
precisione. Proseguendo, dovremo avere nel nostro bagaglio tecnico-tattico anche la capacità di
battere in salto sia forte, sia piazzando la palla (con pochi errori) sia in salto ma flottante. Forse ci
siamo anche dimenticati di qualche altro tipo di servizio, rimane però il fatto che dalla variazione della
battuta eseguita con pochi errori nasce la massima efficienza del servizio durante la gara; eppure tanti
giocatori eseguono sempre Io stesso tipo di battuta dall'inizio alla fine di una partita!
Proprio la gara ci suggerisce poi tutta una serie di altre regole da rispettare per non dare vantaggi
tecnici e psicologici agli avversari; cercheremo di sintetizzarle qui di seguito, ben consapevoli della
loro importanza pratica:
−
mai sbagliare la battuta dopo una sospensione di qualsiasi tipo (tempo, cambio, inizio set,
infortunio...);
− mai sbagliare la battuta a 24 o 14, ovvero a un passo dalla vittoria;
− mai sbagliare la battuta se nella rotazione precedente il mio compagno di squadra ha sbagliato il
servizio.
Si noti che quest'ultima regola (non sbagliare mai due battute consecutive di squadra) è quella più
facilmente allenabile: ciò significa che durante gli allenamenti, anche se non facciamo situazioni di
gioco ma solo battuta e ricezione, noi allenatori non dovremo mai tollerare due errori consecutivi al
servizio, di conseguenza penalizzando fortemente tale situazione. Questo comportamento è
indispensabile se vogliamo evitare di avere dei giocatori che in allenamento battono benissimo (ma
probabilmente sbagliano molto) ma in partita si intimoriscono e finiscono inevitabilmente per non
assumersi delle responsabilità e, anziché “battere”, in realtà "buttano solo al di là della rete la palla"!
La battuta è fortemente collegata al muro e alla difesa, gli altri due fondamentali da punto nella
fase Battuta/Punto
Un'ultima osservazione: il fondamentale della battuta è fortemente collegato con gli altri fondamentali
da punto nella fase Battuta/Punto, ovvero il muro e la difesa; ebbene, è importante sfatare il luogo
comune secondo cui se battiamo facile gli avversari fanno cambio-palla automatico senza cioè che il
nostro muro e la nostra difesa abbiano alcuna possibilità di successo. Tutto ciò è semplicemente falso
poiché è statisticamente provato che, con una percentuale molto vicina al 50%, in una gara perfino di
medio-alto livello succede che, pur battendo facile, la squadra avversaria non riceve sempre in modo
perfetto; oppure e parimenti, anche battendo con molto rischio e aggressività, la squadra avversaria
ha degli ottimi ricettori e dunque riceve molto bene, ciò nonostante il nostro muro e la nostra difesa
riescono a contrastare efficacemente il loro cambio palla. Per contro non è raro neppure il caso in cui
battiamo bene e costringiamo gli avversari alla palla alta, tuttavia i loro martelli sono talmente efficaci
da ottenere sempre il cambio palla.
In conclusione, dunque, la realtà del campo è fatta di situazioni e la nostra più grande capacità dovrà
essere quella di "leggere" correttamente la partita e le sue situazioni, appunto, adeguando a esse il
nostro comportamento in battuta.
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2. LA RICEZIONE
2.1 Tecnica di ricezione sui vari tipi di battuta (liberamente tratto dalle dispense
di Andrea Asta)
La ricezione è il fondamentale che risponde al servizio avversario. Proprio per questo motivo, la
denominazione completa è “ricezione del servizio“. Nello studio della ricezione, non possiamo quindi
prescindere da quello del servizio avversario, poiché il bagaglio di gesti tecnici interessati varia
notevolmente a seconda del tipo di servizio. In particolare, dobbiamo analizzare:
− Tecnica di servizio utilizzata.
− Posizione di partenza del servizio.
− Tratti tattici caratteristici del battitore.
Il tipo di servizio è molto influente, sia dal punto di vista tattico, che, soprattutto, da quello tecnico. In
generale, dobbiamo tenere conto dei 3 servizi più diffusi attualmente:
−
−
−
Servizio flottante (e sue varianti).
Servizio in salto a rotazione.
Servizio dal basso (solo livelli bassi).
Creiamo allora tre sotto-fondamentali, che in generale vanno analizzati disgiuntamente:
− Ricezione del servizio flottante.
− Ricezione del servizio in salto a rotazione.
− Ricezione del servizio dal basso.
La posizione di partenza del servizio influenza principalmente le posizioni di partenza dei ricevitori e
alcune valutazioni sugli interventi tecnici da adottare. Abbiamo due classificazioni importanti, da
questo punto di vista:
−
Posizione di partenza in profondità
• Servizio da vicino alla linea.
• Servizio da lontano.
−
Lateralità del servizio
• Servizio da zona 1 .
• Servizio da zona 6 .
• Servizio da zona 5 .
I tratti caratteristici del battitore possono avere conseguenze tattiche o mentali: ad esempio, specie
al crescere del livello, è possibile analizzare le direzioni preferite da ogni battitore e utilizzare queste
informazioni per anticipare la lettura della traiettoria.
Proviamo adesso ad analizzare una successione cronologica di eventi che intercorrono nella fase di
ricezione:
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La fase di preparazione consiste in tutti gli elementi generali che sono da considerare ancor prima del
servizio e indipendentemente dal battitore. A seconda della tecnica di servizio e dalla posizione di
partenza previsti, i giocatori addetti alla ricezione) si dispongono in campo, tenendo presenti sia le
scelte tattiche sia le proprie attitudini personali. Ad esempio, un giocatore molto propenso all’utilizzo
della ricezione in palleggio, partirà presumibilmente più avanti rispetto a un compagno più avvezzo
all’utilizzo del bagher. La posizione da assumere deve essere dinamica, rilassata e con le mani libere,
pronti ad analizzare il servizio, adattare la propria posizione e intervenire tempestivamente. Ultimo
accorgimento da tenere presente è il controllo con i giocatori adiacenti per evitare falli di posizione.
Subito dopo la preparazione sarà bene elaborare le informazioni presenti nella propria memoria
tattica: si tratta, in sostanza, di ricordare quali sono le proprie vulnerabilità (generali o attuali) e quali
sono le caratteristiche dell’avversario, al fine di adottare eventuali adattamenti alla posizione di
partenza, o per prepararsi mentalmente ad alcuni interventi piuttosto che ad altri.
A questo punto, inizia la fase di servizio vera e propria. Per prima cosa, una volta realizzato quale
sarà effettivamente il servizio eseguito, si compiono eventuali aggiustamenti o modifiche alla propria
posizione. In questa fase, è possibile effettuare ulteriori adattamenti in base ad alcune eccezioni che
si possono sviluppare durante il servizio:
−
Lancio mal eseguito: in alcuni casi, un lancio eseguito particolarmente male preclude alcune
traiettorie di servizio o ne rende particolarmente probabili altre.
− Velocità del braccio del battitore: alcuni battitori, per servire una palla lenta, eseguono tutto il
colpo a velocità molto ridotta, risultando così più prevedibili.
− Punto di impatto sul pallone: questo accorgimento, assai fine, consiste nell’individuare il punto
in cui viene impattata la palla, al fine di anticiparne la traiettoria.
Dal momento di inizio del servizio, ogni giocatore inizia la propria preparazione fisico-mentale
all’intervento. Tra i tanti consigli che danno gli allenatori, ce n’è uno particolarmente diffuso, ovvero
quello di contare i momenti del servizio. Ogni giocatore conta “Uno” quando il battitore si lancia la
palla, “Due” quando la palla è impattata con la mano, “Tre” quando la palla supera la rete o è nelle
mani del ricevitore. Questi stratagemmi consentono di mantenere la mente occupata esclusivamente
sul fondamentale della ricezione, garantendo attenzione a ogni fase del servizio avversario. Un altro
consiglio che viene spesso dato è quello di attivare il movimento del proprio corpo: dal momento del
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lancio, iniziare a muoversi, seppur sul posto, consente, secondo questa teoria, di iniziare eventuali
spostamenti in maniera più repentina, possedendo già il corpo una velocità iniziale. È bene precisare
che questi movimenti devono essere ridotti e mediamente privi di direzione, per evitare di
compromettere alcune direzioni di spostamento. In generale, quindi, si tratta di piccoli balzi o
molleggiamenti sulle caviglie.
Un’altra fase, molto importante, è quella della valutazione del servizio. Anche questo è, se così si
può dire, un accorgimento di tipo strettamente mentale e consiste nel classificare il livello di difficoltà
del servizio e associargli un obiettivo. In particolare avremo:
− Servizio rosso: servizio altamente tattico o molto potente; obiettivo recuperare la palla.
− Servizio giallo: servizio tattico o potente spostato; obiettivo tenere la palla alta, ridurre lo spazio
dei giocatori non impegnati nella ricezione.
− Servizio verde: servizio semplice; obiettivo palla in testa al palleggiatore con traiettoria comoda.
In alcune situazioni, in fase di briefing tecnico, si può stilare una valutazione del battitore, che altro
non è che una valutazione del servizio a priori, con gli stessi scopi, classificazioni e utilità viste sopra.
Altra questione importante, subito dopo il servizio, è la valutazione della traiettoria della palla.
Dobbiamo valutare almeno secondo due dimensioni:
− Dimensione laterale: si tratta di verificare se una palla ci è addosso, spostata, o se è fuori dalla
linea laterale. Solitamente questa valutazione viene effettuata esclusivamente dal giocatore che
riceverà la palla, poiché è solo lui a poterla effettuare in maniera efficace (essa dipende infatti
anche dalla propria posizione di partenza).
− Dimensione lunghezza: si tratta di stabilire se il servizio cadrà corto, in campo o fuori
(solitamente non si utilizzano più di queste tre valutazioni). In questo caso, tutti i compagni non
impegnati nella ricezione possono offrire il loro supporto, anche perché spesso queste traiettorie si
riescono a leggere ancor prima che la palla superi la rete.
Ai fini di una buona valutazione sia in larghezza che in profondità, acquisisce notevole importanza la
vista, intesa come capacità sensoriale. Molti allenatori hanno studiato il fenomeno e sono arrivati alla
conclusione che, di norma, per poter essere buoni ricevitori, bisogna essere dotati almeno dei dieci
decimi di vista. Non solo: pare infatti che le correzioni umane (quali occhiali o lenti a contatto) possano
ridurre solo in parte il problema, in particolar modo la visione della profondità ne risulta ancora
compromessa.
Abbiamo detto che la valutazione deve avvenire il prima possibile, idealmente prima che la palla
superi la rete. Oltre a una buona vista, però, è necessario fornire ai giocatori dei riferimenti, che
possano aiutarli in fase di valutazione, sia per i compagni sia per se stessi.
− Se si vede la palla ferma sull’orizzonte, allora siamo in presenza di un servizio corto.
− Se si vede la palla salire rispetto all’orizzonte, allora siamo in presenza di un servizio lungo.
Appena dopo il servizio, almeno un giocatore dovrà decidere di intervenire. La decisione deve essere
repentina e non esitata (meglio in due che nessuno!) e, ove possibile/necessario, comunicata alla
squadra (mediante un segnale verbale, come “Mia!“). Una volta deciso per l’intervento, si passerà alla
decisione preventiva del gesto tecnico da utilizzare; tale decisione va calibrata sulla base di alcuni
parametri, come:
− Tempo a disposizione per intervenire: se il tempo è sufficiente, si potrà optare per spostamenti
e gesti tecnici standard, altrimenti potrebbe essere necessario un intervento acrobatico.
− Traiettoria della palla: se la palla è alta, ad esempio, si potrebbe optare per un palleggio di
ricezione.
− Propria posizione rispetto alla palla: come sopra.
− Tipo di servizio: contro servizi molto potenti, l’utilizzo di tecniche “deboli” come il palleggio
potrebbe essere pericoloso e, in generale, non proficuo.
− Obiettivo tattico preposto: se, ad esempio, l’obiettivo preposto è la palla perfetta all’alzatore,
difficilmente si sceglierà di utilizzare un tuffo.
Prima possibile, idealmente subito dopo il servizio, inizia lo spostamento verso la palla. Chiaramente,
lo spostamento dipende anche dalla tecnica preventivamente scelta. In generale si tratta di
spostamenti di distanza molto breve (uno o due passi al massimo), poiché non esiste il tempo
materiale per fare di più, specie su servizi in salto. Su distanze così brevi non si può parlare di
velocità, quanto più di accelerazione. Il concetto principale è leggere la traiettoria con largo anticipo (e
qui ritorna l’importanza della vista), iniziare quindi lo spostamento il prima possibile e avere già una
velocità iniziale. Come riferimento, si tenga presente che lo spostamento deve essere completato
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ancor prima che la palla superi la rete! Se dovessero essere necessari spostamenti lunghi (e, quindi,
in presenza di servizi molto lenti), si ricordi il principio che afferma che in uno spostamento lungo si
parte in ampiezza e si arriva in frequenza. In altre parole, la parte più corposa dello spostamento deve
essere eseguita a passi lunghi e ampi, salvo poi arrivare con passi brevi, rapidi e molto precisi.
Al termine dello spostamento (perché effettivamente terminato, o perché è finito il tempo a
disposizione), si cerca di assumere il giusto posizionamento in base alla tecnica scelta per
l’intervento (eventualmente modificata al termine dello spostamento). Il posizionamento include, tra
l’altro, l’assunzione della corretta postura per l’intervento scelto e, ove possibile, lo sguardo (ma solo
in vista periferica) della zona dell’alzatore.
L’intervento consiste semplicemente nell’utilizzo della tecnica scelta. Ci sono alcuni aspetti da
sottolineare:
− Evitare di cambiare gesto tecnico all’ultimo momento: rischia di compromettere la corretta
esecuzione dello stesso (in quanto il tempo è troppo ridotto); in generale, quando questo succede,
potrebbe essere sintomatico di una scarsa valutazione della palla.
− Evitare di eseguire gesti tecnici mentre si è ancora in movimento: il rischio è quello di avere
scarso controllo sulla traiettoria di uscita del pallone, nonché uno scarso controllo dello stesso.
− Evitare di eseguire gesti tecnici in equilibrio precario: l’equilibrio precario include, tra gli altri,
baricentro molto sbilanciato, gambe molto divaricate su uno dei due piani, gambe sollevate, tronco
molto fuori dalla linea del corpo e così via; la mancanza di equilibrio altera il controllo della
traiettoria di uscita, sia come rischio di errori-punto, sia come rischio di imprecisioni, che come
rischio di traiettorie sporche (ad esempio, palla con rotazione laterale), difficili da palleggiare per
l’alzatore.
Terminata la ricezione, è importante prepararsi per nuovi interventi. Ogni giocatore deve conoscere
due informazioni:
− Il proprio comportamento standard.
− Il comportamento da adottare in caso di eccezione in ricezione/costruzione.
Il comportamento standard dipende, grossolanamente, dal ruolo e dagli schemi offensivi. Ad
esempio, uno schiacciatore ricevitore dovrà portarsi in posizione ottimale per iniziare la propria
rincorsa, mentre magari il libero dovrà prepararsi alla copertura.
Alcune eccezioni possono, chiaramente, alterare il normale flusso di gioco. Ricordiamone alcune:
− Ricezione negativa: in questo caso ci si deve preparare per un attacco scontato e organizzare al
meglio un sistema di copertura estesa.
− Alzatore che non arriva ad alzare: questa eccezione, quando cioè l’alzatore non è in grado di
arrivare a eseguire il secondo tocco, viene gestita, normalmente, dal giocatore più vicino alla
traiettoria; gli altri si preparano per un intervento di emergenza successivo o per un attacco
scontato.
− Ricezione nell’altro campo (a filo rete): in questo caso si deve organizzare rapidamente una
difesa straordinaria; le scelte sono molteplici, ma, in generale, è importante che i giocatori si
fermino in postura di difesa.
Non appena possibile, al più tardi dopo la fine dell’azione, è necessario aggiornare la propria
memoria tattica, ricordando, tra l’altro:
− Chi ha battuto
− Come ha battuto (da dove, con che tecnica, con che prevedibilità tecniche).
− Dove ha battuto (non solo come zona, ma anche come obiettivo tattico).
− Chi ha ricevuto.
− Come ha ricevuto.
Il possedere una memoria aggiornata consente di studiare le tattiche di gara dell’avversario, nonché di
intuire le proprie vulnerabilità, al fine di limitarle. Oltre alla memoria tattica dei giocatori, di cui si è già
parlato, esiste anche la memoria tattica dell’allenatore, che ha come fine ultimo l’adottamento di
tattiche efficaci durante la gara.
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2.2 Sistemi di ricezione (liberamente tratto dalle dispense del prof. Gerardo
Pedullà)
Non c'è miglior scelta tattica di quella che maggiormente sfrutta le caratteristiche della squadra. Può
sembrare banale, ma troppo spesso capita di osservare, sui campi di gioco, soluzioni tattiche adottate
in situazioni non adeguate: palleggiatori in penetrazione in una formazione senza attaccanti, muro a
tre formato da giocatori/trici che a malapena escono con le mani da rete, battuta in salto con
percentuali di realizzazione ridicole o costruzione di combinazioni d'attacco senza possibilità di
giocare la palla sicura.
L'allenatore cioè, prima di scegliere il modulo di ricezione, dovrà fare alcune valutazioni che
condizioneranno la scelta finale. Vediamo quali.
Palleggiatore unico o doppio palleggiatore
Anche se nel panorama delle squadre di alto livello è sicuramente difficile trovare quadre che adottino
il modulo 6-2 (sei attaccanti, due palleggiatori), non si può negare che questa scelta abbia le sue
fondate ragioni in almeno due casi:
− quando la squadra disponga di due giocatori in grado di svolgere con uguale efficacia il ruolo di
costruttore e di attaccante, consentendo quindi di attaccare sempre con tre uomini;
− quando si tratti di squadra giovanile e pertanto punti ad una completa formazione tecnico-tattica
dei giocatori.
È bene però considerare anche gli aspetti negativi di questa scelta, soprattutto quando sia effettuata a
livello di formazioni esperte. Il tempo che un palleggiatore unico dedicherà all'intesa e all'allenamento
con i compagni di squadra dovrà essere dimezzato nel caso del doppio palleggiatore, per consentire a
entrambi di provare le differenti situazioni di gioco, ma, soprattutto, per continuare a migliorare la
propria tecnica e tattica individuale negli altri fondamentali. Se è vero quindi che il palleggiatore unico
toglie potenziale d'attacco alla formazione, ne aumenta però la precisione; d'altra parte non esiste
squadra evoluta oggi che, adottato il modulo del palleggiatore unico, non supplisca alla perdita di un
attaccante in prima linea attraverso la specializzazione di uno o più giocatori ad attaccare dalla
seconda linea.
Ricezione a cinque,a quattro, a tre, a due?
Si può ricevere con cinque giocatori, con quattro, con tre o con due ricettori, ma, in ogni caso, questa
scelta dovrà dipendere solo dalle caratteristiche dei giocatori!!!
La ricezione a cinque meglio si adatta a una squadra giovanile, magari ancora impacciata nel gioco
d'attacco e quindi portata a utilizzare solo secondi e terzi tempi. In questo caso coinvolgere tutti i
giocatori in ricezione può portare il vantaggio che meno zone del campo risulteranno scoperte.
Quando però uno dei giocatori di prima linea è spesso impegnato nel gioco veloce, allora la scelta può
ricadere sul sistema a quattro, per liberare quell'attaccante da qualsiasi impegno di ricezione. Ma nel
sistema a quattro si riscontreranno spesso due inconvenienti: la zona sei risulta particolarmente
vulnerabile (ed è di norma quella maggiormente raggiunta dalla battuta), inoltre e non ultimo si creano
difficoltà nel definire le competenze di ciascun giocatore all'interno del campo.
La scelta della ricezione con soli tre giocatori deriva dalla necessità di impostare numerose
combinazioni di gioco veloce e di liberare un attaccante in seconda linea e, contemporaneamente, di
dare una precisa definizione delle competenze di ciascun ricettore nel proprio campo. In questo caso,
con l'introduzione del libero, sono solo tre i giocatori che si alternano nelle varie posizioni. Solo nel
caso di alta specializzazione dei ruoli si ricorrerà alla scelta della ricezione a due e, in questo caso,
saranno sempre gli stessi giocatori quelli impegnati ad affrontare la battuta avversaria. Il sistema a
due consente di sfruttare le elevate capacità degli atleti nei singoli fondamentali, ma pone limiti alla
sistemazione dei giocatori in campo (perché non cadano nel fallo di posizione) che possono
condizionare lo sviluppo della fase di cambio palla. È ovviamente un tipo di scelta tattica che deve
essere riservato a formazioni di altissimo livello tecnico che inoltre abbiano automatizzato meccanismi
di intesa quasi perfetti.
Definire le competenze
Fondamentale sarà indicare a ciascun giocatore la propria competenza sul terreno di gioco. Tale
indicazione verrà data con disposizioni precise, ma che, come vedremo, non dovranno intendersi
sempre in modo rigido, ma adattabili alle varie situazioni di gioco.
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Ricezione a cinque
Ricezione a quattro
Ricezione a tre
Ricezione a due
Effettuata la divisione del terreno fra i ricettori, è bene evidenziare alcuni dei casi in cui queste
indicazioni possono subite modifiche.
Intanto, se fra i giocatori in ricezione vi fossero anche attaccanti (e capita quasi sempre) questi
devono essere in parte sollevati dalle loro competenze di ricettori dai compagni di seconda linea che
si assumeranno un carico maggiore di responsabilità. Lo stesso principio vale anche nel caso di un
giocatore che, pur disputando una buona gara a rete, non sia nella migliore condizione, sia pure
psicologica, per ricevere.
Anche il tipo di battuta dell'avversario e le capacità di anticipazione dei ricettori potranno modificare le
competenze dei giocatori in ricezione: non si riceve allo stesso modo una battuta in salto (di norma
lunga), una a tennis con palla rotante (per la quale potremo facilmente identificare il ricettore
interessato) e una a tennis flottante (che richiederà invece capacità di raggiungere la posizione
tecnica corretta appena prima dell'impatto della palla sulle braccia); così come la posizione del
battitore (lungo la linea di fondocampo, vicino o lontano) influenzerà le probabilità che la palla cada in
una o in un'altra zona del campo.
Come sistemare la formazione
Ma nel momento in cui ci accingeremo a fare tutte le scelte che sono state illustrate, ci accorgeremo
che una influenza l'altra e che spesso scegliere una tattica ci porterà automaticamente a rinunciare a
un'altra. Si può predisporre la formazione con i migliori ricettori nelle posizioni-chiave, ma questo
potrebbe influire sulla possibilità di realizzare combinazioni d'attacco, oppure potrebbe impedire di
porre il muro più forte o l'attaccante più sicuro, o magari entrambe le cose, vicino al palleggiatore; ma
potrebbe essere vero anche il contrario e quindi ritrovarci con una formazione troppo vulnerabile in
ricezione che non ci consentirebbe di sfruttare un buon potenziale d'attacco.
Ritorniamo quindi al primo principio enunciato: disponiamo la formazione secondo le caratteristiche
della squadra, del campionato cui partecipiamo, delle capacità tecniche dei singoli giocatori, dell'abilità
dei palleggiatori e non facciamoci trasportare invece dall'aver visto adottare a un'altra squadra una
tattica particolarmente affascinante, poiché difficilmente potrà adattarsi alla nostra formazione.
Potremo effettuare, ad esempio, una scelta che privilegi la ricezione: in questo caso bisognerà
conoscere le capacità effettive di ricevere dei giocatori, magari dopo aver effettuato scout individuali
per un alto numero di partite e di allenamenti. In questo caso la formazione andrà disposta in modo
tale che i migliori ricettori siano, in ciascuna rotazione, statisticamente, quelli più impegnati. Oppure
potremo privilegiare gli spostamenti di un palleggiatore bravo e preciso, ma particolarmente lento,
cercando di posizionarlo sempre il più vicino possibile alla sua zona di costruzione. Ancora, si
possono fissare le posizioni dei ricettori in funzione delle combinazioni d'attacco che si intendono
utilizzare o sulla possibilità di fare meno danni possibili in ricezione utilizzando un particolare sestetto,
e così via.
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3. IL LIBERO
3.1 Tecnica e tattica del libero: caratteristiche e competenze (liberamente tratto
dalle dispense del prof. Maurizio Moretti)
Che caratteristiche deve avere un BUON LIBERO
Andiamo ad analizzare quali sono le caratteristiche che sono richieste ad un libero.
− Capacità tecniche nei fondamentali di ricezione difesa e alzata.
− Sicurezza e affidabilità soprattutto nel fondamentale di ricezione. Ciò significa necessariamente
avere un buon controllo emotivo, rimanendo calmi e sicuri nei momenti decisivi della partita.
− Capacità di organizzare i compagni nelle fasi di ricezione e difesa (proprio come la centrale fa con
il muro). Il libero, che deve concentrarsi solo sulle azioni di difesa e ricezione, può osservare con
attenzione il gioco della squadra avversaria studiandone il servizio e l'attacco, informando e
organizzando la squadra nella tattica in ricezione e difesa.
− Reattività e un buon livello di forza soprattutto negli arti inferiori (anche ad angoli chiusi). A parità di
capacità tecniche, avere in difesa un atleta più forte e soprattutto più reattivo, può significare
aumentare le possibilità di recuperare una palla in più in difesa. Il fattore forza degli arti inferiori ad
angoli chiusi ha un valore preventivo, poiché permetterà al libero, di andare in posizioni di difesa ad
angoli chiusi con più facilità e senza rischiare di infortunarsi.
− Non deve essere troppo piccolo di statura (diciamo non inferiore al metro e 70) e in questo Paola
Cardullo è una splendida eccezione. Questo perché un libero troppo piccolo di statura "copre" poco
campo sia in ricezione sia in difesa. Ad esempio, se sta in difesa sul lungolinea, deve posizionarsi
più dietro rispetto a un'atleta più alto, e in questo modo, fatica di più ad arrivare al pallonetto. Una
situazione molto simile accade in ricezione dove, un libero troppo piccolo, tende a prepararsi più
dietro, temendo di essere scavalcato da traiettorie di servizio lunghe, che, da atleti più alti,
potrebbero essere controllate con un semplice bagher laterale, ed esponendosi in questo modo a
traiettorie corte, soprattutto nel servizio flot che "cala".
Le COMPETENZE DEL LIBERO durante la partita
Il libero in una partita svolge principalmente quattro funzioni. Per prima cosa, la più importante, riceve.
Ciò è decisivo, perché dovrà farlo sei rotazioni su sei e sempre senza dover andare ad attaccare,
quindi potrà essere un grosso punto di riferimento su cui costruire la nostra ricezione. La sua
affidabilità in questo ruolo è determinante perché avere in campo un libero che riceve male, o che va
in difficoltà in certi momenti della partita, significa fornire un punto di riferimento costante al servizio
della squadra avversaria.
Avere un buon libero, e affiancarlo a uno schiacciatore che riceve bene, significa portare un gran
numero di palloni buoni all'alzatore, che dovrà poi farli trasformare in punti agli attaccanti.
In secondo luogo il libero, essendo l'unica atleta che sicuramente non attacca, è anche il maggior
responsabile della copertura del muro. Un giocatore attento in questo fondamentale ci potrà
permettere di avere un attacco più efficiente.
Fino a qui abbiamo detto che cosa deve saper fare un libero per permettersi di stare in campo. Se poi
oltre a ricevere bene e a coprire, è forte anche in difesa, allora potrà aspirare ad arrivare tra i migliori
del suo ruolo.
In difesa il libero è l'unico giocatore che "copre" per 4 rotazioni su 6 in fase battuta/punto e 6 su 6 in
fase ricezione/punto una zona del campo. Appare evidente che è necessario che si specializzi in una
precisa zona di difesa. Essendo la zona 1 impegnata per tre rotazioni dall'alzatore, si tratta di decidere
tra la zona 5 o la zona 6. È preferibile, probabilmente, scegliere la zona 5 per lasciare in zona 6 un
attaccante che può essere utile in alcune situazioni di contrattacco.
D'ora in avanti, pertanto, considereremo il libero come difensore di zona cinque.
Specializzare il libero in una zona di difesa offre due vantaggi:
− Semplifica il suo allenamento che dovrà essere ridotto solo a un certo tipo d'azioni di difesa.
− Gli permette di concentrarsi bene sul gioco della squadra avversaria osservando lo svolgimento
dell'azione (se la palla è stata ricevuta precisa o se si tratta di una palla scontata, se la traiettoria
d'alzata è giusta...) e le caratteristiche dell'attaccante.
È importante che il libero organizzi la squadra dal punto di vista tattico, fornendo delle informazioni ai
suoi compagni di squadra, che sono concentrati su più aspetti del gioco. In alcuni casi particolari il
libero potrà cambiare la sua posizione di difesa per cercare di posizionarsi nella direzione d'attacco di
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uno schiacciatore principale, ad esempio nella situazione di un attaccante di posto 4 che attacca verso
zona 6, o di un attaccante di posto 2 che attacca in diagonale.
Nelle situazioni di difesa non bisogna mai trascurare che il libero deve essere il giocatore che è
incaricato, tutte le volte che può, dell'appoggio delle palle facili, vale a dire di quelle palle che tornano
nel nostro campo e che devono essere passate con grande precisione all'alzatrice (free ball).
Per ultimo, il libero oltre a ricevere, coprire, difendere, deve anche saper alzare la palla e lo deve
saper fare sia in palleggio sia in bagher (il regolamento lo costringe ad alzare in bagher le eventuali
palle che tocca all'interno della zona d'attacco). Alzare una palla precisa dopo un'azione di difesa vale
quanto prendere una difesa e il libero deve avere una grande dimestichezza con l'alzata, per offrire
agli attaccanti palloni precisi da schiacciare, sulle azioni di difesa dei suoi compagni, anche nelle
situazioni più difficili.
Il libero IN RICEZIONE
Dal punto di vista tecnico, il libero, andrà allenato in ricezione con gli stessi criteri dei suoi compagni di
squadra che devono esercitarsi in questo fondamentale. Per prima cosa, va posta l'attenzione sul
piano di rimbalzo, e sul contatto con la palla, che deve avvenire su tutte e due le braccia, all’altezza
dell'avambraccio, circa 5 centimetri sopra il polso. Le ricezioni errate, con palla che "schizza", spesso
sono dovute, a un contatto sbagliato, in cui la sfera viene impattata sulla parte esterna di un solo
avambraccio. Il contatto con la palla va allenato, attraverso un buon numero di ripetizioni di bagher,
possibili, con esercizi di bagher contro il muro, o di bagher di ricezione su battuta di un allenatore o di
un compagno di squadra.
In secondo luogo, è molto importante orientare bene il piano di rimbalzo per permettere alla palla
(soprattutto nel bagher laterale) di prendere la direzione voluta, verso l'alzatore. Questo è possibile
mantenendo le braccia ferme e orientandole con un'azione delle spalle.
É importante, inoltre, il controllo delle braccia in ogni situazione di bagher, anche nelle più difficili. Le
braccia devono rimanere ben ferme e devono costituire un "blocco" unico, su cui può rimbalzare la
palla.
Un altro elemento importante è la distanza delle braccia dal corpo. L'impatto della palla avviene con le
braccia distanti dal corpo. Il variare della distanza delle braccia dal corpo, determina la profondità del
bagher di ricezione. Per ricevere un servizio corto, l'atleta arriva ad aprire quest'angolo fino a ricevere
la palla con le braccia quasi parallele al terreno, evitando in questo modo, di dare troppa profondità
alla ricezione, in modo tale da non far passare la palla oltre la rete.
Per ultimo, l'atleta deve avere una buona valutazione della traiettoria del servizio, evitando di muoversi
prima e iniziando lo spostamento solo nel momento in cui si è sicuri di dove si sta dirigendo la palla.
Lo spostamento è sempre breve e veloce, generalmente con un massimo di due o tre appoggi. Se si
adotta un sistema con tre giocatori in ricezione, gli spostamenti saranno soprattutto antero-posteriori e
c'è poco bisogno di spostamenti laterali. In questo caso la necessità di spostarsi è soprattutto nel
servizio corto, mentre in un servizio lungo l'atleta esegue uno o due passi d'arretramento, per poi
aprire con un bagher laterale. Nel caso di un sistema di ricezione con due giocatori, lo spostamento
diventa più complesso (e quindi va allenato di più) e oltre allo spostamento antero-posteriore, all'atleta
sono richiesti anche degli spostamenti laterali, postero-laterali e antero-laterali.
Quanto detto sopra si riferisce alla ricezione del servizio che è eseguito con i piedi a terra. Nella
ricezione del servizio in salto, assume molta importanza la capacità di “ammortizzare" la palla
flettendo leggermente le braccia o spostandole indietro. È poi consigliabile cercare di staccare
leggermente la palla da rete (di circa un metro), per evitare che la oltrepassi.
Il libero IN COPERTURA
lì libero, essendo un atleta che non può attaccare (e in alcune situazioni d'attacco a tre con uscite
dalla zona 4,3,2 e 6 è l'unico giocatore non impegnato in attacco), ha un ruolo molto importante nella
copertura d'attacco. Appena eseguita la ricezione, si porta in avanti, per prepararsi a coprire su un
eventuale attacco di primo tempo in zona 3 (stando attento a non disturbare mai un possibile attacco
da zona 6), per poi spostarsi rapidamente, verso la zona 4 o 2, nel caso, sia effettuata un’alzata
veloce in una delle due direzioni.
La funzione del libero in copertura assume un'importanza "speciale" in due casi:
− su un'alzata sbagliata (soprattutto se vicina alla rete). In questo caso è molto probabile che
l'attaccante sia murato o che provi ad appoggiare la palla contro il muro per poi cercare di
riprenderla;
− su un'alzata alta su palla scontata. In questo caso il muro avversario si formerà compatto davanti al
nostro attaccante che probabilmente opterà per attaccare contro le mani del muro facendo salire le
possibilità che la palla sia murata.
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Il libero IN DIFESA
Dato per scontato che il libero deve saper ricevere bene, per i motivi che abbiamo detto in
precedenza, è proprio in difesa che i giocatori migliori in questo ruolo si distinguono. Un libero forte
deve essere in grado di far la differenza in questo fondamentale rispetto agli altri compagni che
giocano anche in prima linea.
In primo luogo è importante che il libero dia l'esempio svolgendo il suo ruolo con la giusta mentalità
difensiva. Come dice Karch Kiraly... "la difesa non è una tecnica, ma un modo di pensare". E di questo
modo di pensare il libero deve essere l'esempio in campo. Al libero si chiede di essere sempre attento
in difesa, osservando la palla a partire dalla ricezione, poi durante l'alzata (stando pronto alla
possibilità di un pallonetto sul secondo tocco), analizzando la direzione dell'alzata e il tipo di traiettoria.
Infine, lo sguardo attento sull'attaccante, cercando di carpire informazioni su dove indirizzerà la palla,
e ricordandosi, quali sono i suoi attacchi preferiti studiati prima del match.
Il libero deve aspettarsi sempre che la palla possa andare nella sua zona di competenza e deve
sempre cercare di prenderla. La massima attenzione in fase difensiva aiuterà il libero a posizionarsi e
a scegliere il posto giusto. Deve cercare di fare in modo che la palla attaccata dall'avversario gli arrivi
addosso in una zona compresa tra le sue spalle e le sue ginocchia.
La posizione del corpo in difesa nel caso in cui il libero si trovi a difendere in zona 5, varia a seconda
se l'attacco arriva dalla zona 4 o dalla zona 2 avversaria. Nel caso di un attacco dalla zona 4, con il
libero impegnato nella difesa della diagonale, la posizione di difesa è più bassa per favorire
l'intervento oltre che sulle palle addosso, anche sulle palle che arrivano sotto il ginocchio. Nel caso di
un attacco dalla zona 2, nella difesa del lungolinea, la posizione è più alta con lo scopo d'essere più
pronti ad uscire per recuperare il pallonetto.
Infine, il controllo della palla, che può avvenire in vari modi, ma è comunque essenziale per il buon
esito di un'azione difensiva. La palla può arrivare addosso al difensore, oppure alta sopra la linea delle
spalle, o bassa, sotto il ginocchio. Il libero può dover recuperare un pallonetto dopo uno spostamento
in avanti, o una palla toccata, in cui deve uscire dalla posizione di difesa e correre per recuperare la
palla. È bene ricordarsi di controllare la palla con tutte e due le braccia ogni volta che è possibile.
Nel caso proposto, in cui il libero difende in zona 5, dovremo allenare le seguenti situazioni difensive:
− difesa del lungolinea, recupero del pallonetto, e dei palloni toccati dal muro su attacco da zona 2 e
1, recupero del pallonetto (la zona 5 può recuperare il pallonetto in mezzo al campo) e dei palloni
toccati dal muro su attacco dalla zona 4;
− difesa della diagonale di zona 5 (anche lunga sul primo tempo), copertura del
pallonetto, e dei palloni toccati dal muro su attacco da zona 3 e 6.
Per ultimo il libero deve essere responsabile dell’appoggio delle palle facili, cioè di quelle palle che
ritornano nel nostro campo senza essere attaccate dall'avversario, compito che, deve svolgere con la
massima precisione.
Il libero IN ALZATA
Alzare bene una palla che è stata difesa ha la stessa importanza che effettuare la difesa stessa.
Il libero spesso è chiamato in causa, per alzare palle che sono state difese e deve essere ben
preparato a farlo. È importante che il libero sappia eseguire l'alzata e si alleni a farlo sia in palleggio
sia in bagher.
Su tutti i palloni fuori della zona d'attacco, il libero deve cercare, se possibile, di alzare la palla in
palleggio, essendo questo tipo di tecnica più precisa. Su tutti i palloni dentro la zona d'attacco, per
regolamento, deve alzare la palla in bagher e questa situazione deve essere allenata bene. Se, come
abbiamo più volte ipotizzato, il libero difende in zona 5, si troverà ad alzare palloni dalla zona 5 (oda
fuori campo nel caso di difese che escono dal campo) verso zona 4, da zona 5 verso zona 2, e da
zona 5 verso zona 6 o I, secondo dove è posto l'attaccante che ha la responsabilità di contrattaccare
dalla seconda linea.
Il libero nelle CATEGORIE GIOVANILI
I maggiori cambiamenti che si sono avuti dall’introduzione del Libero sono stati di tipo tecnico - tattico
sulla specializzazione sia nei fondamentali di seconda linea a opera delnostro atleta sia nei
fondamentali di prima linea a favore dei giocatori sostituiti.
Questa divisione dei ruoli è accettabile e giusta nelle squadre evolute ma non è altrettanto auspicabile
per quanto riguarda i giovani: è più opportuno che essi apprendano e sviluppino il maggior numero
possibile di gesti tecnici utili alla loro realizzazione sportiva.
Per un allenatore, infatti, è molto difficile sviluppare il programma di crescita tecnica e sportiva di un
settore giovanile inserendo fin dall’Under 15 e dall’Under 17 il ruolo del libero.
17
Inserendo prima del tempo questa nuova figura si rischia di portare a una specializzazione precoce i
nostri atleti creando così dei giocatori incompleti, in quanto il bagaglio tecnico di un atleta deve
comprendere tutti i fondamentali che in ogni azione di gioco sono richiesti.
Di questa scelta ne risentirebbe anche l’allenamento stesso, infatti si finirebbe per sostituire spesso
quei giocatori che hanno mezzi e strumenti inferiori nei fondamentali di difesa e ricezione,
gratificandoli meno nel continuo lavoro svolto durante la settimana: l’atleta si sentirà quasi
scusato/giustificato se sbaglierà un bagher e non si impegnerà certo ad eseguirlo nel
migliore dei modi, sapendo bene che durante la competizione quel gesto non gli servirà a niente,
infatti, ha la certezza che sarà sostituito!!!!
Dal momento che è un ruolo importante, alcuni allenatori ritengono però opportuno iniziare la
preparazione dei futuri liberi già nei campionati giovanili: “Iniziare ad utilizzare il libero dopo i
campionati giovanili sarebbe come se nel calcio si disputasse il campionato allievi senza un portiere
specializzato, ciò porterebbe a considerare il ruolo del libero un ripiego per i giocatori a fine carriera o
momentaneamente menomati da qualche infortunio. Naturalmente sta all’allenatore utilizzare il libero
in maniera non sistematica, a rotazione su più giocatori per consentire a tutti gli attaccanti di crescere
in ogni fondamentale”.
Ma sappiamo che per creare un libero competitivo, partendo naturalmente da un atleta con un buon
bagaglio tecnico, ci vuole circa un anno; quindi perché anticiparne la specializzazione?
Questo voler bruciare le tappe non danneggia solamente il giocatore designato a tale ruolo ma anche
e soprattutto gli altri giocatori che non acquisteranno mai sicurezza in due fondamentali
importantissimi come la ricezione e la difesa!!.
La proposta più logica per utilizzare questo ruolo nel settore giovanile consiste, pertanto, nel
permettere a tutti i giocatori, a turno, di giocare una partita da libero, naturalmente eliminando i cambi
sistematici, per dare così la possibilità all’atleta di turno di iniziare a prendere confidenza anche con
questo ruolo, che ormai fa parte della pallavolo moderna, e delle regole che lo distinguono, e,
contemporaneamente, ciò permetterebbe agli altri compagni di continuare a crescere in ogni
fondamentale come è giusto che sia.
Questa soluzione permetterebbe di inserire gradualmente durante le partite anche quegli atleti che
solitamente sono utilizzati con scarsa continuità perché ancora molto indietro dal punto di vista
tecnico, ma che grazie a questo ruolo possono invece essere messi in campo anche solo per pochi
scambi, quindi senza lo spreco di un cambio, nelle zone del campo a loro per il momento più
congeniali. Entrando in partita il tale giocatore si sentirà molto gratificato, in questa maniera gli viene
dato uno stimolo in più per impegnarsi maggiormente in allenamento.
Ma chi è quell’allenatore che rispetterebbe questa regola? Chi gioca lo fa per vincere e difficilmente
verrà schierato il miglior attaccante come libero durante una partita, quindi l’unica maniera per
utilizzare il libero nelle giovanili sarebbe quella di introdurre una vera e propria regola pedagogica che
impedisca di creare la specializzazione di una persona sola ma che avvantaggi la crescita globale di
ogni giocatore permettendogli di conoscere anzitempo un nuovo ruolo.
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4. Esercitazioni pratiche svolte dai corsisti durante la seconda parte della
lezione (a cura della corsista Laura Frattolin, non impegnata nelle attività proposte)
BATTUTA
• Una palla per ogni atleta (durata 6’-7’)
Corsa avanti e lancio, cambio campo e corro indietro, riprendo la palla.
-Ogni 2’ si varia la corsa, che può essere passo laterale, skip (alto, doppio, laterale)
-Progressione: si parte con la battuta, prima dai 4 m. circa allontanandosi fino ad
arrivare alla linea dei 9 m.
-Negli ultimi minuti si inserisce la battuta a bersaglio.
• Esercizio di lancio a vuoto per la battuta
- Con cerchio o senza cerchio poggiato davanti ai piedi per vedere dove cade la palla.
- Lancio e colpo fermato, simulando l’esecuzione di un servizio, curando l’estensione
del braccio.
• A coppie:
Battuta dai 4 m. tra la rete e la fettuccina fissata sulle aste
- All’inizio tra una battuta e l’altra si fa fare esercizi di lancio.
- Si va arretrando sempre di più.
- Si arriva alla battuta in salto flot.
*si può giocare fissando un record di squadra di battute giuste, di settimana in
settimana.
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RICEZIONE E VALUTAZIONE DELLE TRAIETTORIE
VALUTAZIONE DELLE TRAIETTORIE
• A coppie una palla a testa
-A lancia la palla a B in palleggio, B si lancia la palla, rinvia la palla che viene da A in
palleggio e riprende la palla che si è lanciato (A non ferma mai la palla).
-Variante: B rinvia la palla ad A con un bagher.
ESERCIZI ANALITICI SULLA RICEZIONE
• Con pallina da tennis a coppie, con la rete in mezzo
Lancio della pallina da parte di A e ripresa della pallina da parte di B ad altezza delle
ginocchia, simulando un bagher.
• A coppie, con palloni e un cerchio, con la rete in mezzo
A batte cu B che, tenendo il cerchio all’altezza del bacino, deve far passare la palla
dentro al cerchio e in mezzo alle gambe.
• Quadrato per gli spostamenti laterali
-Mentre A fa l’esercizio B corregge la posizione.
-Posizione di attesa della ricezione, spostamento laterale con passo accostato molto
velocemente e guardando sempre avanti.
A
• Esercizio per la sequenza 1-2-3 (1 lancio, 2 colpo, 3 ricevo)
-A terne, A batte su B che riceve e ferma il pallone contando 1-2-3.
-Uguale a sopra solo che B riceve senza fermare la palla.
-1-2-3-4 (1 lancio, 2 colpo, 3 passaggio sopra la rete (qua avviene già il
posizionamento), 4 ricezione).
• Esercizio con cottonfioc
-A coppie: A schiaccia la palla a terra e b effettua il bagher posizionandosi bene sotto
la palla e la rinvia a C che la ferma. B parte sempre dalla linea dei 3 metri e poi si
sposta verso la palla; A e C fanno assistenza e man mano correggono il compagno con
le parole chiave.
- A parete: - bagher ripetuti con cambio del piede che sta avanti
- bagher, le mani toccano a terra e di nuovo bagher
A
C
B
• Esercizi con tavoletta e pallina da tennis, bastoncino tenuto tra le mani e palloni
variegati.
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• A coppie: A sta sotto rete e palleggia a B, che sta a fondo campo, che effettua due
bagher di controllo e il terzo lo fa più indietro, lascia rimbalzare la palla e la rinvia ad
A. Esercizio continuato, non si ferma la palla.
*è importante lo spostamento indietro
ESERCIZI SINTETICI SULLA RICEZIONE
• A e C battano rispettivamente a B e D (devono essere spalla contro spalla) che
ricevono verso F e H che fermano la palla (si conta sempre 1-2-3). L’esercizio è a
giro, perciò dopo aver battuto si va a fermare la palla e poi a ricevere.
AE
F
B
D
CG
H
• A batte su B che riceve a C che sta sotto rete a fermare la palla.
*Obiettivo: 3 ricezioni buone consecutive per cambiare, l’errore azzera.
A
B
C
E
D
F
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• A, A’ e B, B’ battono su C e C’ uno alla volta in modo da fargli fare bagher laterale, E
ed E’ palleggiano a D e D’ che da sopra la panchina fermano la palla.
D
B’
A
E’
C
C’
E
B
A’
F
D’
• A e B battono su C che riceve e rinvia la palla a D che a sua volta palleggia a E che
attacca. *È un esercizio che si può fare su tutti e due i campi e la battuta è diagonale
proprio per allenare il bagher laterale.
E
A
C
D
B
22
• Lavoro per opposto, libero e palleggiatore
-A e B (B da sopra una panchina) alternano a battere su C che riceve e rinvia la palla a
D che palleggia ad E, quest’ultimo attacca in diagonale.
-Contemporaneamente F batte su C’ che riceve e rinvia la palla a D’ che palleggia a
E’, questo ferma la palla.
E’
C’
E
D
F
D’
C
A
B
• Battitore contro squadra in ricezione:
*Obiettivo: per la battuta.
-Si fissa un punteggio per fare i giri di rotazione: 3 punti Ace, 2 punti quando non si
manda la palla all’alzatore, 1 punto quando non si riesce a giocare il 1° tempo, -1
punto se il battitore sbaglia la battuta, 1 punto per la conclusione dell’azione.
Chions, 16 novembre 2008
Mario Maresca
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