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Lasciò il figlio nell`auto «Vivo per evitare che succeda ad altri»,Da

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Lasciò il figlio nell`auto «Vivo per evitare che succeda ad altri»,Da
Lasciò il figlio nell'auto
«Vivo per evitare che succeda
ad altri»
È stato tredici giorni fa, quand’era ancora
un’altra vita. È stato un precipizio e Andrea è caduto. Il demone del ricordo è
lì fisso davanti ai suoi occhi. Rivede se stesso mentre corre verso la macchina:
«Dio mio. Cosa ho fatto?». E vede Luca ancora stretto nella cintura del
seggiolino. Eccolo il suo bimbetto adorato in quella macchina diventata bara, ha
la testa reclinata e non respira più. Due anni appena compiuti e riccioli
castani immobili in quel pomeriggio arroventato. Ecco l’onda gigantesca della
disperazione che arriva dal nulla e travolge tutto. Ecco la voce di sua moglie
Paola: «Come hai potuto?». Andrea Albanese se lo chiederà fino all’ultimo dei
suoi giorni: come ha potuto dimenticare Luca in macchina per otto ore sotto il
sole? Con oggi sono tredici giorni di ospedale e psicofarmaci per tenere a bada
la depressione e la voglia di farla finita. Per che cosa, adesso, vale la pena
di vivere? Per Luca, si è convinto Andrea. Per salvare tutti i Luca di domani.
Quest’uomo di 39 anni non è più solo un dirigenteall’azienda di ristorazione
«Copra» di Piacenza. È diventato il papà di ogni bambino che rischia di essere
dimenticato sul sedile di un’auto. E l’ha fatto via Facebook.
Gli sono bastati un tablet e molte ore libere come ne ha avute dal 4 giugno in
poi (oggi dovrebbe essere dimesso). Ha creato un gruppo intitolato a suo figlio,
«Mai più morti come Luca». E ha spiegato al mondo quale sarà da ora in poi la
sua missione di vita: «Evitare altre tragedie simili» lanciando e appoggiando
una proposta di legge che prevede l’installazione obbligatoria sulle macchine di
un dispositivo in grado di avvisare se, una volta sceso il conducente, restano
sull’auto altre persone, in particolare i bambini piccoli nei seggiolini. Il
progetto di legge, già annunciato alla Camera il 13 giugno, ha bisogno di
sostenitori e nel giro di una settimana Andrea ne ha già trovati 4.800, come ha
scritto lui stesso in un post di ieri pomeriggio.
Dalla folla infinita del web arrivano centinaia e centinaia di messaggi di
solidarietà, comprensione, incoraggiamento. Ma anche qualche insulto. E lui non
nasconde il disappunto: «Tra le mille parole d’affetto ho notato il proliferare
di insultatori o di gente che non ha capito lo spirito del gruppo. Per
insultarmi o parlare con me scrivetemi in privato se siete Uomini».
Una platea senza confini, Facebook. Alla quale Andrea parla da padre di Luca ma
anche da uomo innamorato come non mai di sua moglie Paola. «Non vi ho mai
parlato di lei», dice in uno dei messaggi più recenti come se avesse davanti un
gruppo di vecchi amici. «L’ho conosciuta da ragazza e siamo sempre stati una
cosa sola. La perdita di Luca l’ha distrutta e "perdonarmi" sarà l’atto d’amore
più forte che le dovrò chiedere. Non vuole comparire, non ha un account Facebook
ma è sempre accanto a me, nonostante tutto, e io l’amo con tutte le mie forze».
Dovranno bastargli, quelle forze, quando rimetteràpiede a casa dove tutto parla
di Luca, quando rivedrà i suoi giochi e i vestitini, quando sentirà il suo
profumo… Ieri Andrea ha provato a immaginare tutto questo. Ecco cosa ha scritto:
«Misto di gioia e timore, con la certezza che il dolore fin qui ovattato dai
farmaci esploderà. Affronterò ogni cosa di volta in volta, ho gia un’agenda per
la prossima settimana, ho gia incontrato l’avvocato che si occuperà della
Fondazione (una Fondazione per Luca, ndr), andremo avanti passo a passo. Se
rimarrete tanti con me in questa battaglia ce la faremo, ma non voglio fans,
come qualcuno ha detto ieri….».
Niente fan, perché in questa storia non c’è niente e nessuno da tifare. C’è un
bambino morto asfissiato a due anni, come altri prima. Come Elena, 22 mesi,
morta a Teramo nell’auto del padre a maggio del 2011. Lucio e Chiara, i suoi
genitori, hanno scritto un post per Andrea: «Siamo con te (…) te e tua moglie
dovete farvi forza e coraggio, i nostri Angeli ci guidano».
di Giusi Fasano
Da
domani
cambia!
a
merenda
si
A parte le notizie che hanno riguardato più la
parte diciamo coreografica e formale, relative all’insediamento del
nuovo consiglio comunale e Giunta, l’argomento che ha fatto più
discutere e che ha creato non poche polemiche, è stata la decisione
del Sindaco Di Benedetto di non rinnovare i decreti dirigenziali ad
alcuni dipendenti comunali.
In altri tempi sarebbe stato considerato un atto dovuto. Il nuovo
sindaco vuole rendersi conto della struttura, del suo funzionamento,
della qualità e quantità di risorse di cui può disporre per realizzare
il programma che aveva promesso ai propri elettori. Potrebbe, e ne ha
tutta la facoltà, procedere a modifiche organizzative tali da
comportare
un
effettivo
mutamento
di
mansioni
e
dunque
di
responsabilità. E allora la polemica dove sta?
Sta che su FB alcuni
frequentatori hanno espresso e neanche
velatamente,la totale approvazione per questa decisione perché vedono
in essa i sintomi di un cambio di rotta, un segnale forte per dire che
sono finiti i tempi in cui il potere esecutivo esercitava un certo
potere di indirizzo ma raramente quello di controllo. Addirittura si
ipotizza che i dipendenti in questione
“per tutta risposta sostengono
( ma in realtà si rifiutano) di svolgere le funzioni inerenti il loro
ufficio…………ma la mancata conferma di un decreto dirigenziale significa
solo che gli stessi non possono emettere atti aventi rilevanza
esterna, non che non devono lavorare!!!!!!”.
Questo si legge in un
post sottoscritto da un noto professionista locale.
In un altro articolo da noi pubblicato appena qualche giorno fa a
firma “Neverland”, oltre a confermare la mancata firma dei decreti
dirigenziali da parte del sindaco,
mai
chiarita
dell’elemento
vicenda
di
si è ritornati
dell’attribuzione
merito
relativo
ai
all’anno
sulla vecchia e
dirigenti
2011
in
comunali
cui
tutti
risultavano aver raggiunto il massimo del premio e dunque il massimo
dell’importo assegnabile. Forse qui sarebbe il caso di rivedere sia i
criteri di nomina dell’organismo che non deve necessariamente essere
monocratico e sia la individuazione di veri obiettivi il cui
raggiungimento
darebbe
diritto
all’attribuzione
dell’ulteriore
elemento retributivo.
Questa vicenda fece molto scalpore e rimise in discussione la
validità
e
l’affidabilità
della
valutazione
dell’organismo
di
valutazione comunale in quanto, la gente si chiedeva e si chiede, come
sia possibile che i dirigenti vengano valutati con il massimo del
punteggio di merito mentre la cittadinanza si trova a dover registrare
ogni giorno inefficienze in ogni settore della vita pubblica.
Il periodo delle vacche grasse è finito, oggi siamo nella fase di
gestione della miseria e allora occorre aguzzare l’ingegno (da parte
degli amministratori)
e dare fondo a tutte le energie disponibili (
da parte di chi è responsabile della gestione) e se tra questi ultimi
ci
dovesse essere qualcuno non convinto di
questa necessità, se è
ancora giovane, potrebbe anche immaginare di cambiare mestiere, ente o
città.
Antonio Guttoriello
Il leccalecca
Dal punto di vista strettamente dolciario, il
leccalecca è un prodotto costituito da una caramella, che può essere di
vari gusti, forme e colori, posta su un bastoncino, talvolta in plastica
altre volte in legno. Piace ai piccini, ma non è disdegnato dai più
grandi. La cosa più fastidiosa del leccalecca, è il suo involucro. Una
volta aperto, resta appiccicoso e "s’azzecca" ovunque.
Proprio come il dolcetto, il nostro amico, dopo essersi fatto
conoscere dalla propria preda, gli s’incolla addosso e non si stacca più.
Lo ama, lo elogia. Quasi lo idolatra. Tale comportamento, dura almeno fin
quando è ancora una "larva di leccalecca". Quel bruco che, per
metamoforsi spera di trasformarsi di lì a breve in crisalide e poi
farfalla, si tramuta invece, per miracolo dell’ignoto, in camaleonte;
perdendo così tutte le sue mire di addivenir insetto alato, colorato e
bello. Costretto, infine suo malgrado, ad andare alla ricerca di un altro
bastoncino su cu incollarsi.
Ci sono varie sottospecie di leccalecca: quello appena visto, che
appunto appicicoso cambia bandiera in breve tempo per diventare
camaleonte. Quello modello "zerbino", che non ha occhi ed orecchie se non
per il suo "fido padrone". Per lui, sarebbe disposto a tutto. Quel lui,
che conosce bene il "proprio pollo", e sa che basta fargli intraveder lo
zuccherino da lontano, per fargli eseguir qualsiasi tipo d’ordine. Chissà
poi, alla fine, quanti zuccherini saranno arrivati!
Infine, abbiamo la versione del "leccalecca", che si muove secondo
un piano ben preciso. E’ quella più pericolosa e squallida. Dopo aver
identificato la preda, fa di tutto per conoscerla e per entrare nelle sue
simpatie. All’inizio, sembra un’amicizia senza scopi. Si muove quasi come
un’equilibrista. La preda, dapprima sulle sue, lentamente abbassa il
livello di guardia. Ed è proprio in quel preciso momento che il
"leccalecca" inocula in lui il suo micidiale veleno. Un veleno
stranamente dolce, che fa sembrar quell’amicizia tutta rose e fiori, ma
che contemporaneamente comincia lentamente il suo lavoro di nascosto. Il
"leccalecca", s’intrufola letteralmente nella vita familiare della
propria preda. Diventa un simpaticone per quella famiglia, praticamente
un supereroe per i bambini. Nel momento in cui è pronto per passare alla
fase sucessiva, ecco che succede l’imprevisto. Quell’idillio,
irrimediabilmente si spezza.
E’ noto a tutti che, il leccalecca
(dolcetto) cadendo per terra, si spacca in due. E’ la fine di un’amore !
Abbiamo avuto la possibilità di osservare le innumerevoli facce dei
tanti personaggi, che tutti hanno avuto modo di incontrare per strada. I
loro mille volti. Abbiamo imparato che, in politica e maggiormente in
periodo elettorale, "il fine giustifica i mezzi". Abbiamo (ri)scoperto
la serietà di alcuni, che dignitosamente hanno preferito fare un passo
indietro. Allo stesso tempo, ci siamo dovuti ricredere su altri, che
credevamo maggiormente saggi. Abbiamo avuto modo di constatare che pochi
hanno la consapevolezza piena delle proprie azioni, ancora di meno sono
quelli che hanno il coraggio di dire ciò che pensano, pubblicamente,
senza offendere nessuno. Nella mente, ci rimbomba la locuzione latina:
errare humanum est, perseverare autem diabolicum, letteralmente,
"commettere errori è umano, ma perseverare [nell’errore] è diabolico".
Abbiamo provato a trovare una spiegazione a tutto questo. L’unica che
siamo riusciti a darci, è quella narrata da tale Carlo Cipolla, nel suo
libro “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, del quale ne
riportiamo un passo:
“Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli anglosassoni
chiamano self-consciousness (coscienza di sé). Col sorriso sulle labbra,
come se compisse la cosa più naturale del mondo, lo stupido comparirà
improvvisamente a scatafasciare i tuoi piani, distruggere la tua pace,
complicarti la vita ed il lavoro, farti perdere denaro, tempo, buonumore,
appetito, produttività – e tutto questo senza malizia, senza rimorso, e
senza ragione. Stupidamente”.
Luciano Passariello
AURORA DI SPERANZA.
Il tempo ha percorso la prima metà del mese di giugno, si è
portato via gli echi postelettorali, il trionfo delle novità. Siamo già ruggine. Il ritorno
da una scorribanda domenicale in auto non mi è stato fausto. Sui muri stinti presso
la fontana in secca di S Maria La Nova, un manifesto, esecrabile notiziario di morte,
mi ha folgorato l’anima. Scandiva rintocchi funebri di parole, le solite.
Ho realizzato tra un velo di dolore e di pianto la dipartita di Suor Aurora, al
secolo Nicolina Gizzarelli, giovane monaca benedettina di 87 anni. Con una
carriera di superiora delle suore degli angeli nella memoria, per intenderci gli
angeli-suore-infermiere del glorioso Ospedale teanese. Ritenuta conclusa la sua
missione lenitrice di dolori fisici e dell’Anima la nostra piccola-grande Monaca
decide di ritirarsi in vita contemplativa presso le Benedettine dell’antico monastero
di S.Caterina, nel cuore antico di Teano. Lì si dedica alla sacrestia, alla sollecita
cura delle consorelle, alla confezione delle tanto rinomate ostie. Stira, lava
conforta, consiglia, infaticabile dona sorrisi, dispensa serenità. Sorella del Vicario
Generale della Abbazia nullius di Montecassino Don Adamo Gizzarelli era nata a
Rocca D’Evandro ai confini della nostra diocesi. Teanese di elezione e di adozione
ha inciso sul ricordo di tanti che da lei hanno avuto un esempio di vita, semplice,
solare, gioiosa, discreta. La ricordo così: piccola e tenera, una miniatura di
donnina, non disdegnava un buon dialogo, dal quale si traeva sempre
un’irradiazione di Luce, un balsamo per le ferite dello spirito.
Sarai sempre con noi, nel nostro affetto, Reverenda Suor Aurora, Monaca per
vocazione, Amica per libera elezione.
Giulio De Monaco
Si è insediato il
Consiglio Comunale
nuovo
Dinnanzi alla massiccia presenza dei concittadini si è tenuto, nella
monumentale chiesa dell’Annunziata, il primo Consiglio Comunale guidato dal neo eletto
Sindaco Nicola Di Benedetto. Dopo l’appello dei consiglieri e assessori presenti, si è svolto il
giuramento alla Costituzione Italiana dell’ing. Di Benedetto e si è proceduti alla nomina dei
capigruppo, che sono Adele Passaretti per “Un’Opportunità per Teano”, Valerio Marcello
Toscano per “Impegno per il Futuro”, Giovanni Scoglio per “Teano. Punto e a Capo”. In
seguito c’è stata la votazione per il Presidente del Consiglio e Vice Presidente del Consiglio, che
ha visto la designazione per essi rispettivamente di Carlo Cosma Barra e Manuela Rapa,
eletti con i 12 voti della maggioranza (mentre l’opposizione ha preferito astenersi). Per la
Commissione Elettorale Comunale sono stati eletti, oltre al Sindaco, Giuseppe Di Girolamo
(con 6 voti), Aurelia Zanni (con 5 voti), Carmina Lonardo (con 5 voti) per quanto concerne la
prima fase di votazioni, mentre nella seconda sono stati nominati membri supplenti, Renato
Bellitti (6 voti), Domenico Laurenza (5 voti), Dino D’Andrea (5 voti).
Poi si è passati a dare esecutività a una proposta che ha posto in fermento il dibattito
politico negli ultimi mesi, ossia la nomina degli scrutatori per le elezioni di vario ambito
territoriale: infatti, la capogruppo Passaretti ha avanzato la proposta secondo la quale questi
possano essere scelti con un sorteggio pubblicoal fine di garantire “la massima trasparenza”.
Proposta che è stata accolta all’unanimità anche dai capogruppo dell’opposizione. In seguito il
Sindaco Di Benedetto ha menzionato uno per uno componenti della sua Giunta Comunale, i cui
nomi erano già stati resi noti con un comunicato stampa di qualche giorno fa. In conclusione, i
capogruppo non hanno dimenticato di ricordare come essi siano stati protagonisti di una
campagna elettorale dai toni infuocati, nella quale non si sono risparmiate accuse e offese
reciproche.
A tal proposito, l’invito, da parte di tutti, è stato quello al rispetto della persone e all’abbandono
delle sterili polemiche per dedicarsi alla risoluzione concreta dei problemi affinché si possa
concorrere, nella maniera più proficua possibile, al bene della città.
Rosella Verdolotti
NUGAE (Inezie)
Avevo deciso con la fermezza di sempre di non navigare ancora nell’infido e
ancora torbido e intorbidato ( da commenti spesso incongrui) lago post-elezioni. Lo avevo
deciso, signorilmente (sostiene la graziosa Maria Flora Fauna Serena). Approfitto ora per chiarire
alcune cosce (cose) utilizzando un poco di educato umorismo che non guasta mai.
Non gradisco, e lo dico con un sorriso verderame tra i baffi, che si pubblichino "pezzi" di anonimi,
anche se conosciuti dall’ ineccepibile Direttore. Chi si firma, sostenne sempre la leggiadra
M.Flora, si becca gli elogi (quasi sempre non molti ) e le critiche; aggiungerei anche aggressioni
verbali e pomodori marci ideali in faccia. Poco male, i Dibenedettini hanno affrontato di peggio e
ora navigano a gonfie vele nelle trasparenti acque (grazie all’ineffabile e simpatico Signor
Mario Migliozzi, inclito fratello del mio Amico di sempre Luigino) del saggio e
oculato saper organizzare, con piena avvertenza e deliberato consenso.
Sulla situazione elettorale non mi sento ancora di scrivere granché, vedo le cose confuse e un
poco pasticciate ( vedi assessore esterno che poteva benissimo candidarsi e sostenere il non
sempre piacevole confronto dei voti, delega assessorile conferita a consigliere non ancora
ufficializzata,etc).." L’unica eccezione in tal senso, è rappresentata dal dott. Eduardo Sacco, la
cui partecipazione alla Giunta, per il caso di vittoria, era già stata concordata in fase di
presentazione della lista, vista la sua particolare competenza ed esperienza." Questo passaggio
è davvero di una fenomenale godibilità . Mi piace invece il vicesindacato alla straripante
Monteforte e il capogruppato alla più contenuta Passeretti: potranno ballare insieme un bel
"dadaumpa" programmatico sull’esempio delle raffinate gemelle Kessler dalle elettriche,
elettrizzanti gambe "
Quando la nebbia dell’indeterminatezza svanirà, vedrò che scrivere in maniera più
consapevole e il più possibile obiettiva, con maggior levità e senza i gravami del dubbio). Per ora
una piccola nota a margine, esigua e in punta di lingua: in questa formidabile compagine molto
affiatata e ben allenata intravedo in nuce e in forme non del tutto analoghe i germi che
portarono alla dissoluzione progressiva e graduale l’amm. Zarone e al ritorno dell’ eroico
Picierno che fu quasi salutato come Pater Patriae. Mi auguro solo che sia una mia frettolosa e
sconsiderata svista perché a rimetterci sarebbe solo Teano e i suoi straordinari abitanti e questo
non mi rallegra. Intanto il compare Maurizio, Padre fondatore di città sottili e di altro ancora da
extraparlamentare è diventato anche extracomunale. Cosa non avrà funzionato, a parte me che
non l’ho sostenuto (Lo avrei voluto canditato sindaco, senza offesa per quello corrente). La
confraternita non mi pare molto "monarchica", mi sembra piuttosto una larvata diarchia criptica
che potrà sbiadire col tempo o colorarsi ancora di più. Il Sindaco-Abate Nicola dovrà prendere
buona confidenza col suo ruolo, trasformandosi breviter in "consul sine collega". Tartufesca
formula inventata dai Romani, Maestri in intrighi politici e in diritto, che veniva a sbarazzare
l’altro console di un omologo ingombrante, evitando così la formula odiosa di dictator e quella
ancora più aborrita di rex, solo così può essere che le prospettive possano diventare rosa-shock ,
altrimenti non saprei. Non dimentichiamo che il sempre più simpatico Sor Picierno sta
perennemente in vigile agguato. Ora oltretutto è anche in pensione=maggior tempo libero per
tramare allegramente con la sua nota intelligenza, e appena si aprirà qualche falla comincerà a
bucare e ad allargare l’ingresso per riaccomodarsi trionfalmente sulla amatissima sedia curule,
cui probabilmente avrà sussurrato un amorevole :"Arrivederci".
Stasera sarà la" grande soirée "dei diBenedettini, melopee di soddisfazione risuoneranno
sotto la cupola della bella chiesa dell’Annunziata che ha perso la destinazione d’uso liturgica ma
non la connotazione morfologico-architettonica. Il gioco della lista è fatto e anche cum grano
salis, ora è la volta di ridare decisamente smalto e VITA a un paese letteralmente ridotto a una
masseria. Se riusciranno negli alambicchi della buona volontà, dell’inventiva e perché no
dell’estro e della fantasia a trasformare, senza pietra filosofale , una città letteralmente
stremata in una realtà viva e fulgente, saranno benemeriti.
Per fare questo bisogna anche operare un altro piccolo cambiamento: trasmutare
l’antipiciernismo di base e la giustificata furibonda generica rabbia in placido consenso e in
crescente, disinteressata simpatia. Solo così la nostra Teano rifiorirà in concordia e comunanza
di intenti.
E che sia così veramente.
Giulio De Monaco
Bare
accantonate
al
cimitero:I
cittadini
si
rivolgono al nuovo Sindaco
La situazione in cui hanno versato i nostri cimiteri in
questi ultimi anni ha rappresentato uno degli argomenti maggiormente sentiti dalla cittadinanza
e numerose sono state le sollecitazioni rivolte agli amministratori dell’epoca ma che non
sortirono gli sperati effetti. Oggi, nonostante si cominci
a vedere qualche segnale positivo,
nessuno si aspettava i miracoli, permangono alcune inefficienze che vanno presto eliminate.
L’argomento che è stato segnalato più volte anche ai NAO, è quello dell’immagazzinamento
all’interno del cimitero di Teano Centro di residui di bare maleodoranti facilmente visibili
dall’esterno dell’improvvisato deposito.
Nello scorso mese di marzo, sempre ad opera dei soliti cittadini premurosi e rispettosi del luogo,
fu inviata una segnalazione ai NAO che disposero la bonifica del luogo, a distanza di qualche
mese la situazione si ripete con le stesse modalità, in più è stata segnalata la presenza di due
cassonetti chiusi con catenaccio al cui interno si suppone vengano conservate le ossa
recuperate dalle bare.
Non è possibile, affermano alcuni, che questi problemi devono essere segnalati sempre dai
cittadini quando invece dovrebbe essere un fatto normale quello di tenere conservati questi
luoghi nel rispetto della memoria e della igiene pubblica.
L’invito è rivolto al nuovo Sindaco a cui si chiede più rispetto per questi luoghi di quanto ne sia
stato garantito nel recente passato.
Severino Cipullo
Il convegno sullo scambio
epistolare tra Giovanni De
Guevara e Galileo Galilei
Nel suggestivo e affascinante scenario del cortile del Loggione
ha avuto luogo la Conferenza sul carteggio epistolare, avvenuto tra il 1626 e il 1636, tra il
Preposto Generale dei Caracciolini, oltre che Vescovo di Teano, Giovanni De Guevara e l’uomo
di scienza Galileo Galilei. La realizzazione dell’evento è stata resa possibile grazie al lavoro
svolto dai signori Pasquale Giorgio, Pino Mastrati e, soprattutto, Antonio De Simone,
Presidente della Pro Loco Teanum Sidicinum, che di recente vanta la collaborazione di un folto
gruppo di giovani che ha curato l’allestimento della mostra di oggetti di arte suntuaria
ecclesiastica e delle epistole tra De Guevara e Galilei all’interno della Sala Conferenze del
Loggione. Ed è proprio il sig. De Simone, visibilmente emozionato, che apre la serata
ringraziando tutti coloro che hanno permesso di poter“sfogliare una meravigliosa pagina della
vita di Teano”, ossia l’intera Diocesi di Teano nella persona di Sua Eccellenza Mons. Arturo
Aiello, la Delegazione dei Caracciolini rappresentati da Nicola Caracciolo, il Direttore del
Museo Archeologico Francesco Sirano, il Direttore del Museo Diocesano Enzo Gravante, il
signor Angelo Sirignano (che al termine della Conferenza ha messo a disposizione una serie di
telescopi per poter ammirare il cielo stellato) e, non da ultimo, il neo Sindaco Nicola Di
Benedetto, che, chiamato a intervenire, tratteggia un appassionato ricordo dell’ex Sindaco del
centro sidicino, l’avvocato Guido Zarone che ha manifestato l’amore per la propria terra
dedicandosi a studi di storia locale di tal tipo, facendo sì che Teano diventasse “città di cultura e
d’arte”.
Poi si passa a trattare l’argomento centrale della conferenza, cioè le
lettere di carattere esortatorio, “ricche di elogia e captatiobenevolentiae, e esempio di bello
scrivere” tipiche di due pensatori del ‘600, che avevano la pretesa di essere di carattere privato
e che, a distanza di secoli, appare straordinario che siano arrivate fino a noi in forma pubblica. A
ricostruire la genesi di queste epistole e a ricostruire l’albero genealogico dei Caracciolini a cui
Mons. De Guevara afferisce è il dott. Aldo Colabianchi, Delegato di Caserta per l’Accademia
Italiana della Cucina, che ha evidenziato come si sia verificato, attraverso lo scambio epistolare,
un intreccio di potere temporale e spirituale, tra fede e scienza che è necessario che vadano
d’accordo per potersi completare. Ma interessante è stato lo spunto attualizzante che è stato
colto, a proposito, dal prof. Sergio Tanzarella, ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà
Teologica dell’Italia Meridionale, che ha invitato il pubblico presente a una riflessione sulla
necessità della memoria storica, ossia sul prestare attenzione al passato paragonato, secondo il
lessico della botanica, al fiore noto come non ti scordar di me. Egli sottolinea come vi sia
“sempre meno cura del passato nella civiltà occidentale”, preferendo essere “sempre più
schiacciati in un eterno presente infinito”. Ma questo atteggiamento ostacola fortemente il
mestiere dello storico ormai pericolosamente in via d’estinzione e non gli permette di giungere
al fine prefissato, ossia la “ricerca della verità”, che consiste nello scavare le luci e le ombre
della storia, che inevitabilmente convivono insieme, fermo restando la libertà di giudizio con la
quale quest’ultime debbano essere considerate. Ed è proprio da questo discorso che bisogna,
invece, impedire che si cancelli e si occulti la storia, o peggio, che essa diventi “addomesticata,
a problematica e acritica”, al servizio di un potere precostituito da assecondare, come si è
potuto evincere nei regimi dittatoriali del ‘900 (e come mostrano magistralmente i due romanzi
“1984” di Orwell e “Fahrenheit 451” di Bradbury). Il nemico più grande da rifuggire per l’uomo
moderno è l’oblio, ovvero il non riconoscere le responsabilità che gli uomini hanno nelle vicende
umane, positive o negative che siano. E a questo riguardo, il prof. Tanzarella cita un’iscrizione
tombale greca di età ellenistica che serviva al defunto come strumento per intraprendere il
viaggio nell’Aldilà, che, in breve, dice che chi ha come ragione di vita “il denaro, il successo
effimero, l’egoismo e l’arrivismo personale” si abbevera alla fonte della dimenticanza (in greco
Lèthe)per “stracciare la memoria” degli sbagli di cui si è diventati coscienti, mentre chi ha
pensato sempre “all’interesse generale, alla pòlis , alla res publica, agli ideali spirituali, ai valori
morali” si disseta alla fonte di Mnemosùne, la dea della memoria e madre delle Muse, che è
quella che consente all’uomo giusto d’intendere “la storia come impegno civico”. Quest’ultima,
però, diviene una responsabilità che coinvolge un’intera collettività affinchè si costruisca una
“biblioteca della memoria” che crei “anticorpi contro la massificazione”, che rischiano di
distruggere “i diritti, i sogni e le utopie”.
E a queste parole si ricollega il Vescovo Mons. Aiello, che s’interroga sul futuro del territorio
di Teano, vista la condizione di “generale appiattimento sul piano storico rispetto a radici
gloriose” e la sempre maggior frequentazione dei “salotti virtuali” che impediscono di “guardare
lontano”, al passato e al futuro, ma che imprigionano l’uomo a un “presente che porta infelicità”.
Infine, egli chiude il suo intervento con un ringraziamento a chi, attraverso queste lettere del
‘600, sente ancora il piacere di “sfogliare con amore una pagina di storia con il sapore della
carta da toccare”.
Rosella Verdolotti
Sciroppatevi
questo
pistolotto di Neverland
Consiglieri di iniziare la lettura solo se si ha qualche minuto in più libero dagli impegni
quotidiani, e si ha la voglia di documentarsi veramente, non è presunzione la mia ma solo un
consiglio.
Tutti hanno letto che il nuovo Sindaco, Nicola Di Benedetto, ha congelato le funzioni
dirigenziali che erano state assegnate ad alcuni dipendenti comunali (quelli di Cat. D). Questo
provvedimento ha suscitato commenti da parte dei cittadini e, in definitiva, i commenti, possono
essere riassunti in questo modo:
il cittadino più attento alla vita amministrativa ha commentato positivamente
tale provvedimento vedendo in esso un passo verso la trasparenza e il risparmio;
poi c’è il cittadino “rancoroso, distratto”, quello che non ha ben metabolizzato
la sconfitta elettorale che, girando per le strade cittadine, commenta il congelamento
delle funzioni dirigenziali, come il primo passo per il blocco della macchina
amministrativa, ritornando sempre con lo stesso argomento, vecchio e nemmeno
veritiero, utilizzato in campagna elettorale per denigrare il sindaco Di Benedetto;
i Dirigenti Comunali che, ad arte, dicono che cosi non possono lavorare (vale a
dire senza la funzione dirigenziale) ma in pratica non è vero, poiché la funzione
dirigenziale autorizza il dipendente, ad emettere atti avente rilevanza
esterna ( es. rapporti con altri enti), per cui, a parte quest’aspetto tutti dipendenti
possono continuare a svolgere il proprio ruolo e funzione.
Fatta la premessa è bene che “tutti i cittadini” siano messi a conoscenza di cosa sono, ma
soprattutto, quanto costano queste famose “funzioni dirigenziali”. Inizialmente le “funzioni
dirigenziali” erano 3, successivamente, quando vi fu la rielezione dell’ ex Sindaco Picierno
alla guida dell’amministrazione cittadina queste funzioni furono aumentate a 5:
Area Servizi sociali
Area Affari Generali
funzione dirigenziale
funzione dirigenziale
Dott. Carlo D’Angelo;
Dott. Fernando Zanni
Area Tecnica
funzione dirigenziale
Ing. Fulvio Russo
Area Economica
funzione dirigenziale
Antonietta Piccirillo;
Area Polizia Urbana
funzione dirigenziale
Dott. Antonio DI Nardo
Nota: il nome delle singole aree potrebbero essere diverso da quelli trascritti ma la sostanza
non cambia
Ora c’e una parte un pochino noiosa, l’ aspetto normativo, ma che, per rispetto della
verità, va segnalato.
L’ art.10 del C.C.N.L. (contratto collettivo) del 31/3/1999 riconosce un trattamento economico
accessorio al personale di Cat. D, titolare delle funzioni dirigenziali di cui all’ art.8, composta da
una maggiorazione di retribuzione economica di posizione e una maggiorazione di
retribuzione di risultato. (Tenete a mente questi due termini)
La retribuzione di posizione varia da un minimo di euro 5.164,57 ad un massimo di
euro 12.911,42, mentre la retribuzione di risultato varia da un minimo del 10% ad un
massimo del 25% della Retribuzione di posizione. Questa retribuzione di risultato è assegnata
annualmente da un organismo di valutazione (OIV) i cui membri percepiscono euro 3.057. Per
questo nucleo riserveremo un articolo a parte in modo da fare qualche considerazione su come
sono valutati gli obiettivi, POSTI e RAGGIUNTI.
Bene, passato l’aspetto normativo, rileggendo la tabella delle aree di funzione, ai più quella
tabella dice ben poco, ma l’articolo ha come scopo quello di chiarire alcuni aspetti e porre delle
riflessioni.
La prima e che ora tutti i Cittadini Teanesi sono a conoscenza che esistono “efficientissimi
dirigenti” della Casa Comunale e che, senza di loro, la vita Amministrativa non può essere
svolta, anche se, a onor del vero, i cittadini non vedono mai questi dirigenti perché, per risolvere
i problemi, le necessità, si trova sempre a colloquiare con i “semplici”dipendenti comunali,
che, secondo il mio modesto parere, rappresentato il vero motore dell’amministrazione e, a
parte il “nostro grazie” non va nemmeno un euro.
Secondo, dopo tutte queste parole, qualcuno si domanderà:” ma quanto costano questi,
solerti, dirigenti”??? Bene, ricordate che poco fa,nella normativa, erano indicate delle
somme Minime e Massime bene, ai nostri dirigenti spetta “IL MASSIMO” sia d’indennità di
posizione(euro 12.911, 42 e sia di risultato 25% della posizione).
Immagino che qualcuno si sia un pochino perso dietro questi riferimenti , quindi per
comodità di lettura la tabella seguente può facilitare la comprensione delle spese:
Premio
AREA
Dirigente
Indennità
Risultato
TOTALE
Funzione
25%
ANNUO
dell’indennità
Area Servizi Sociali
Carlo D’Angelo
9.700,00
2.425,00
12.125,00
Area Affari Generali
Fernando Zanni
12.911,42
3.227,85
16.139,27
Area Tecnica
Fulvio Russo
12.911,42
3.227,85
16.139,27
Area Economica
Antonietta
8.000
2.000
10.000
12.911,42
3227,85
16.139,27
56.434,26
14.108,55
70.542,81
Piccirillo
Area Polizia Urbana
Antonio Di Nardo
TOTALE
Per le somme e altro evito un qualsiasi commento, di contro mi pongo delle domande:
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