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Coliche neonatali
Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria A cura di: Fusar Imperatore Paola, Martinelli Marco Studenti del corso di laurea in Assistenza Sanitaria - Università degli Studi di Milano a.a. 2006/2007 Già a partire dal XVIII secolo la letteratura medica riportava notizie riguardo le “coliche gassose” del neonato, tematica che ancora oggi induce una famiglia su sei a consultare il pediatra di libera scelta. L’entità del fenomeno è importante e interessa un’ampia popolazione nella fascia di età 0-5 mesi. Uno studio controllato e randomizzato statunitense ha dimostrato che a due settimane di vita l’incidenza del pianto per più di tre ore al giorno, che è generalmente associato alla colica del lattante, era presente nel 43% dei bambini. (Lucas A, St James-Roberts I. 1998) Questo fenomeno è riportato in tutti i Paesi del mondo, dove l’unica variabile che differenzia le coliche è il loro grado di intensità. Le coliche gassose del lattante sono caratterizzate da un pianto importante che comincia generalmente nella seconda settimana di vita del bambino e termina entro il terzo-quinto mese. Questo tipo di pianto si caratterizza secondo la regola del tre proposta da Wessel M.A. nel 1954, il quale afferma che dura almeno tre ore al giorno, per tre giorni alla settimana, per almeno tre settimane. REGOLA DEL TRE: 3 ORE PER PER AL 3 GIORNI ALMENO GIORNO ALLA SETTIMANA 3 SETTIMANE Generalmente si manifesta durante le ore serali, dopo pochi minuti dal pasto. Tale situazione è molto difficile da gestire, soprattutto perché questa condizione tende a riproporsi ogni sera e può interferire sul ritmo del sonno; il neonato non riesce a rilassarsi nemmeno se il genitore lo culla, prendendolo in braccio. I Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria Considerando che il pianto del neonato è la principale modalità per esprimere i propri bisogni, una naturale reazione a qualsiasi stimolo disturbi la sua quiete: fame, sonno, rabbia ecc, ciò rende a volte difficile la sua interpretazione. Inoltre durante un attacco di coliche il bambino può effettuare movimenti di suzione come autosedativo, gesti che possono trarre in inganno la neomamma, inducendola ad allattarlo, confondendo il pianto con un segno di fame. In generale i neonati che soffrono di coliche mostrano irritabilità, pianto e una forte agitazione, correlate ad una sofferenza digestiva. Come aiutare allora un genitore a distinguere un pianto legato ad altre cause da un pianto per coliche? Alcuni segni e sintomi possono far sospettare che si stia manifestando questo disturbo: il neonato assume un aspetto cianotico, qualche volta si raggomitola su se stesso, inarca la schiena, stringe i pugni, tira le gambine poi le solleva verso l’addome ed emette del gas, irrigidendosi. In generale il nervosismo serale dopo il pasto è l’espressione più comune della colica. È bene comunque ricordare che, al di là del disturbo che provocano in quel momento, le coliche gassose non costituiscono una patologia, pertanto non interferiscono con il normale accrescimento del bambino e così come sono comparse, scompaiono spontaneamente attorno al 3-5 mese di vita. La causa delle coliche del lattante rimane ancora poco chiara anche se sono state proposte diverse ipotesi: Cause psico-relazionali: Spitz nel 1953 aveva già descritto le coliche del neonato come un quadro legato alla tensione che lo circonda, illustrando le madri come poco pazienti ai segnali di disagio e di crisi del proprio figlio, e molto sollecite, a colmare e addolcire subito il neonato attraverso l’allattamento. Queste madri ansiose e molto tese potrebbero mostrare un’eccessiva preoccupazione verso il loro bambino, tanto da interpretare il pianto “disperato” del neonato sia come un segno di inidoneità genitoriale, sia come una conferma dell’incapacità di tranquillizzarlo. Per dare supporto ai genitori con figli ‘colitici’ è stato effettuato un counseling focalizzato sul genitore, che comprendeva consigli circa risposte precoci al pianto, il rispondere con movimenti gentili e consolatori evitando iperstimolazioni e l’uso del succhiotto. Nonostante il trial sia risultato limitato, sono stati dimostrati miglioramenti importanti sui sintomi di colica nei figli dei genitori del gruppo di trattamento. (Best Practice 2004; 8) Cause alimentari: le coliche sarebbero una manifestazione allergica alle proteine del latte vaccino, che sono tra i costituenti delle formule adattate, ma che in quantità minima sono presenti anche nel latte umano quando la mamma assume latte o latticini con la dieta. Cause gastro-intestinali : le coliche dipenderebbero da una “immaturità” del tratto gastrointestinale, aerofagia, ipermotilità intestinale. II Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria Un ampio studio ha rilevato inoltre che le primigravide più anziane, le madri con lavori non manuali e quelle con un elevato grado di istruzione segnalavano maggiormente al medico le coliche del lattante. (Crowcroft NS,Strachan DP. 1997) Diversi sono i provvedimenti consigliabili in caso di coliche: 1. Non sdraiare immediatamente il lattante dopo la poppata ma favorire lo svuotamento dello stomaco tenendolo in posizione eretta per almeno mezz’ora; 2. Evitare un’ iperalimentazione (pasti troppo abbondanti o troppo frequenti); 3. Praticare dei massaggi circolari sull’addome oppure posizionato il lattante a pancia in giù sulle ginocchia, massaggiare la schiena con identico movimento; 4. Favorire l’eliminazione di aria con un sondino rettale pediatrico, solo dopo aver consultato il Pediatra e su sua precisa indicazione. Più in particolare è possibile intraprendere alcune azioni sull’ambiente e sul bambino per prevenire o limitare le coliche. * Ambiente di vita del bambino: Molti bambini affetti da coliche riducono la loro durata di pianto quando i loro genitori o chi si prende cura di loro modifica l’ambiente del bambino, cambiando così la loro risposta al pianto. Ad esempio una stanza tranquilla con luce soffusa, musica soft risulta vantaggiosa, invece musica alta e frastornante, altri rumori, fumo o odori forti possono aumentare il pianto. Uno studio con follow-up condotto su bambini partoriti da madri danesi presso l’Aarhus University Hospital tra il 1991 e il 1992 ha evidenziato un aumento di rischio di coliche neonatali se la mamma fumava durante il periodo di gravidanza ed allattamento. (Pediatrics 2001; 13) * Massaggio addominale: In letteratura scientifica non sono presenti prove di efficacia che dimostrino che, il massaggio addominale, riduca in modo significativo le crisi. E’ possibile comunque effettuarlo a scopo preventivo, per agevolare la liberazione di gas durante la giornata, evitandone l’accumulo serale. Inoltre si può praticare con l’obbiettivo di beneficiare dell’effetto rilassante proprio dei massaggi. Il momento migliore per massaggiare il bambino è quando è sazio e sveglio. Prima di effettuare una qualsiasi manovra bisogna ricordare ai genitori di controllare la temperatura della stanza, visto che il massaggio andrebbe praticato ad addome nudo. Ci si può sedere per terra con le gambe tese, oppure inginocchiarsi davanti al piccolo, che verrà sdraiato supino su una superficie morbida e sicura, cominciando ad accarezzarlo in modo lento e calmo. Una musica di sottofondo dolce può aiutare a creare un’atmosfera rilassante. III Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria 1) affiancare le vostre mani ed appoggiarle sull’addome del bambino con le dita rivolte verso il suo lato destro 2) frizionare l’addome ruotando le mani in senso orario con un movimento dalle nove alle sei. Ripetere per 3-5 volte 3) Ripetere la tecnica precedente utilizzando i polpastrelli delle dita, ed esercitando una leggera pressione durante la frizione. Oltre a rilassare e predisporre il sonno, ad aiutare a digerire ed eliminare i gas intestinali, la pratica del massaggio diventa un momento quotidiano di intimità e comunicazione tra genitore e bambino, di fondamentale importanza per instaurare un rapporto profondo e amorevole nei suoi primi mesi di vita. * Trattamento Farmacologico Gli studi sugli interventi farmacologici comprendono farmaci che agiscono come rilassanti dei muscoli intestinali al fine di diminuire gli spasmi e altri che facilitano l’espulsione di gas. Una revisione sistematica (Lucassen PLB, Assendelf WJJ, Gubbels JW, 1998) ha trovato che i farmaci anticolinergici (diciclomina o dicicloverina) riducono le coliche del lattante ,agendo come miorilassanti intestinali, anche se associati ad effetti avversi. Nel caso della diciclomina può essere infatti presente sonnolenza mentre con la dicicloverina tra i vari effetti può manifestarsi diarrea o stitichezza. Il Metylscopolamine è un rilassante muscolare che, oltre a non essere efficace nel trattamento della colica è risultato persino pericoloso quando utilizzato nel suo trattamento (Best Practice 2004; 8) Il Simethicone (Dimeticone) diminuisce la tensione superficiale delle bolle d’aria del tratto intestinale permettendo così ai gas di essere espulsi con più facilità. Dei tre trial che confrontavano il Simethicone con un placebo, solo uno dimostrava un effetto positivo sui sintomi della colica ma questo era di scarsa qualità. (Metcalf TJ, Irons TG, Sher LD, 1986) IV Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria In conclusione si consiglia quindi di ricorrere alla terapia farmacologica solo nei casi più gravi e sempre dopo consultazione del proprio pediatra. Una sperimentazione condotta a Torino dimostra come le coliche infantili si possano combattere con i probiotici*. Il team dell’ospedale Regina Margherita di Torino, ha seguito 90 neonati dello stesso sesso allattati al seno e sofferenti di coliche: ad alcuni lattanti del campione è stato somministrato il probiotico Lactobacillus e ad altri il Reuteri Dimeticone attivato. Il 95% del campione trattato con il probiotico presentava una significativa riduzione del numero di crisi di pianto e della loro durata contro il 5% del gruppo trattato con il Dimeticone. Come pubblicato sulla rivista internazionale Pediatrics da Savino F., è probabile che questi microrganismi stimolino una risposta antinfiammatoria riducendo sintomi dolorosi e infiammazione. * Misure alimentari: Se la colica è dovuta ad un malassorbimento delle proteine del latte, il bambino potrebbe avere segni e sintomi caratteristici. Se il neonato presenta segni come ad esempio dispnea, eruzione cutanea, rinorrea cronica o altro, si potrebbe pensare a problemi di allergia al lattosio. Eliminare il latte dalla dieta del bambino, in questo caso, potrebbe arrecare dei benefici ma è bene verificare la presenza di una vera allergia, consultando uno Specialista. (Campbell JPM 1989) Da studi controllati e randomizzati sono state trovate prove insufficienti sugli effetti dei latti a basso contenuto di lattosio. (Stahlberg MR, Savilahti E, 1986) Un altro piccolo studio controllato e randomizzato ha trovato che la sostituzione del latte di formula con un latte di soia era associata con la riduzione del tempo di pianto. (Stahlberg MR, Savilahti E. 1986) Vi sono scarse prove riguardo l’assunzione di tè alle erbe e soluzioni a base di saccarosio per alleviare la sintomatologia delle coliche del lattante. (Markestad T, 1990) Infine non vi è uniformità di pensiero circa l’efficacia o meno dell’automobile come mezzo atto a rilassare il bambino e alleviare i sintomi delle coliche. Allattare al seno, oltre a tutti i noti vantaggi che presenta, allevia i sintomi colitici del bambino ed è necessario che la mamma presti attenzione affinché il bambino si attacchi correttamente onde evitare ingestione di aria oltre a latte. Inoltre tre accorgimenti possono evitare un comportamento cosiddetto colitico. Offrire ambedue le mammelle ad ogni poppata All’inizio della poppata il latte è più leggero e, se il bambino prende una grande quantità di latte meno denso, avrà più problemi di rigurgito ma soprattutto l’enzima che digerisce il lattosio, cioè la lattasi, non potrà far fronte ad una tale quantità di V Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria lattosio (principale costituente di questo tipo di latte) tutto di un colpo e il bambino potrà avere dei sintomi d’intolleranza cioè pianto, flatulenza e importanti scariche di consistenza semiliquida e colore verdognolo. Questi bambini non sono intolleranti al lattosio ma bensì hanno solo introdotto latte di scarsa qualità. E’ bene pertanto far fare due o più poppate allo stesso seno prima di passare all’altro. È inoltre importante che il tempo della poppata per un bambino colitico sia almeno di 15/20 minuti per ogni seno. Aiutare il bambino ad introdurre lentamente il latte Il bambino che riceve troppo latte molto velocemente può staccarsi precocemente dal seno, mostrando segni di irritazione e irrequietezza. Limitare l’assunzione di proteine estranee nel latte materno E’ stato dimostrato che alcune proteine presenti nell’alimentazione della madre possono essere trasferite nel suo latte e magari avere delle ripercussioni sul suo bambino. Quindi, uno dei possibili rimedi per le coliche nel bambino allattato al seno può essere proprio quello di ridurre le proteine del latte vaccino nell’alimentazione della madre (250ml/die) e nel caso fosse necessario evitare del tutto di bere latte vaccino e mangiare latticini. (Newman J. 1998) In conclusione è importante che la famiglia non si allarmi, poiché questo problema troverà risoluzione spontanea entro il quinto mese di vita del neonato. Potendo solo ipotizzare le cause di questo disturbo, i genitori possono alleviare sofferenze e ridurre il pianto del bambino avvalendosi di metodiche di natura ambientale, alimentare, naturale, fisica e farmacologica. Per meglio diagnosticare l’eventuale presenza di coliche gassose, prima di rivolgersi al pediatra di libera scelta, è bene ricordarsi di annotare su un diario la frequenza e la durata del pianto. : 1. *PROBIOTICO: Il termine "probiotico" deriva dal greco: "pro-bios" e significa a favore della vita; se per assonanza è terminologicamente simile ad "antibiotico", si contrappone totalmente per la sua funzione che appare diametralmente opposta. Basandosi sulla definizione del ricercatore inglese Fuller (1989): "il probiotico è un microrganismo vivente che esercita un effetto positivo sulla salute dell'ospite con il risultato di rafforzare l'ecosistema intestinale". VI Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria BIBLIOGRAFIA • • • • • • • • • • • • • • • • • Campbell JPM. Dietary treatment of infantile colic: a double-blind study. J R Coll Gen Pract 1989; 39:11-14 Careddu P., A.Castello M., Giuffré L., Principi N, Pediatria generale e specialistica casa ed. Ambrosiana, 2002; Corsi E.,Il libro del massaggio per i bambini,2005; Cristiana F., L’efficacia degli interventi nelle coliche del lattante – Evidence Based Practice Information Sheets for Health Professionals, Volume 8, Numero 2, 2004; pag. 1-8 Crowford NS,Strachan DP. The social origin of infantile colic: questionnaire study covering 76 747 infants. 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