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esercizi sulla comunicazione non violenta

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esercizi sulla comunicazione non violenta
ESERCIZI SULLA COMUNICAZIONE NON VIOLENTA
Esercizio n.1: per distinguere l’osservazione dal giudizio
N.B.: La CNV è un linguaggio dinamico che sconsiglia le generalizzazioni e le sostituisce con
osservazioni precise.
Il primo elemento della CNV consiste nel separare bene l’osservazione dal giudizio. Ogni
giudizio, anche positivo, è sempre soggettivo. Quando mischiamo osservazione e giudizio, il
nostro interlocutore rischia di risentire la critica e di resistere o difendersi da ciò che diciamo. Se
vuoi assicurarti di essere d’accordo sulla differenza tra un’osservazione e un giudizio, accerchia
i numeri delle frasi in cui l’osservazione è ben separata dalla valutazione. (Questo non vuol dire
che il soggetto non possa fare un giudizio, ma che non lo mischia con ciò che osserva = poi
confronta il risultato…).
1. Ieri Gianni si è arrabbiato con me, senza nessuna ragione.
2. Ieri sera Nancy, guardando la televisione, si mangiava le unghie.
3. Tom non ha chiesto il mio parere durante la riunione.
4. Mio padre è un uomo eccellente.
5. Giorgio parla troppo.
6. Enrico è aggressivo.
7. Questa settimana Giulia è arrivata per prima tutti i giorni.
8. Spesso mio figlio non si lava i denti.
9. Luca mi ha detto che il giallo non mi sta bene.
10. Mia zia si lamenta quando parlo con lei.
Risposte dell’esercizio n.1 1.
Non ho accerchiato il n.1 perché considero “senza nessuna ragione” come una valutazione. Lo
stesso vale per “Giovanni si è arrabbiato”; può darsi che fosse ferito, triste o altro. Se il soggetto
avesse dichiarato “Gianni mi ha detto di essere arrabbiato” o “Gianni ha battuto il pugno sulla
tavola”, direi che avrebbe formulato un’osservazione senza mischiare il giudizio.
2. Se avete accerchiato questo numero, siamo d’accordo. Si tratta di un’osservazione espressa
senza confonderla con una valutazione.
3. Se avete accerchiato questo numero, siamo d’accordo. Si tratta di un’osservazione espressa
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senza mischiarla con un giudizio.
4. Non ho accerchiato il 4, perché considero “un uomo eccellente” come un giudizio. Se il
soggetto avesse dichiarato: “Mio padre da 25 anni dona un decimo del suo salario a delle
ONG”, direi che questo esprime un’osservazione senza giudizio.
5. Non ho circondato il 5 perché “troppo” lo considero come un giudizio. Se la dichiarazione
fosse stata “Giorgio, nell’ultima riunione, ha parlato per 20 minuti” direi che questo esprime
un’osservazione senza valutazione.
6. Non ho circondato il 6 perché considero “aggressivo” come un giudizio. Se il soggetto avesse
dichiarato: “Enrico ha colpito mia sorella quando ha cambiato il canale della televisione”, direi
che questo esprime un’osservazione senza mischiare un giudizio.
7. Se avete circondato questo numero siamo d’accordo. Si tratta di un’osservazione espressa
senza giudizio. 8. Non ho accerchiato l’8 perché considero “spesso” come un giudizio. Se il
soggetto avesse dichiarato: “Questa settimana mio figlio è andato a dormire due volte senza
lavarsi i denti” direi che questo esprime un’osservazione senza mischiare un giudizio.
9. Se avete circondato questo numero, siamo d’accordo che si tratta di un’osservazione senza
giudizio.
10. Non ho circondato il 10 perché considero “si lamenta” come un giudizio. Se il soggetto
dichiarava: “Mia zia questa settimana mi ha chiamato tre volte e ogni volta mi parlato di persone
che l’hanno trattata in un modo che non le piace”, avrei detto che questo esprime
un’osservazione senza mischiare un giudizio.
Esercizio n.2: per distinguere i sentimenti da altre forme di comunicazione.
N.B. Il secondo elemento della CNV consiste nell’esprimere i nostri sentimenti.
Sviluppando un vocabolario affettivo che ci permetta di descrivere chiaramente e precisamente
le nostre emozioni, possiamo stabilire più facilmente un legame con gli altri. Mostrare la nostra
vulnerabilità ed esprimere i nostri sentimenti possono contribuire a risolvere i conflitti. La CNV
distingue inoltre i sentimenti reali, dalle parole che descrivono i pensieri, i giudizi e le
interpretazioni. Se vuoi fare un esercizio per assicurarti di essere d’accordo sull’espressione
verbale dei sentimenti, circonda il numero delle frasi che lo esprimono chiaramente (accerchia
cioè il “linguaggio giraffa”, e poi guarda il risultato).
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Sento che tu non mi ami.
Sono triste che tu parta.
Quando dici questo, ho paura.
Quando non mi dici buongiorno, mi sento ignorato.
Sono felice che tu possa venire.
Sei disgustante.
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7. Sento che ti picchierei.
8. Mi sento incompreso.
9. Quando vedo quello che tu fai per me, mi sento felice.
10. Sono una nullità.
Risposte dell’Esercizio n.2
1. “Tu non mi ami” non descrive per me un sentimento, ma dice ciò che il soggetto pensa del
suo interlocutore.
2. Se avete circondato questo numero, siamo d’accordo nel dire che è un sentimento
chiaramente espresso.
3. Se avete circondato questo numero, siamo d’accordo nel dire che è un sentimento
chiaramente espresso.
4. A mio avviso “ignorato” non descrive il sentimento provato dal soggetto, ma la percezione
verso l’agire dell’altra persona a suo riguardo.
5. Se avete circondato questo numero, siamo d’accordo nel dire che è un sentimento
chiaramente espresso.
6. Io non considero “disgustante” come un sentimento, ma come l’espressione di ciò che il
soggetto pensa dell’altra persona.
7. Per me, “sento che ti picchierei” non descrive un sentimento. Secondo me, è l’espressione di
ciò che il soggetto immagina di fare e non ciò che sente.
8. Io non considero “incompreso” come un sentimento. Il termine esprime come il soggetto
giudica il livello di comprensione dell’altro e non il proprio sentimento.
9. Se avete circondato questo numero, siamo d’accordo nel dire che è un sentimento
chiaramente formulato. Tuttavia “bene” è un sentimento vago. In generale, possiamo descrivere
i sentimenti con più precisione.
10. Io non considero “sono una nullità” come un sentimento. Secondo me, la parola esprime un
giudizio del soggetto su di sé e non ciò che sente.
Esercizio n.3: per accettare la responsabilità dei nostri sentimenti e delle nostre azioni.
N.B. Il terzo elemento della CNV consiste nell’identificare i bisogni che scaturiscono dai nostri
sentimenti.
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Le azioni e le parole degli altri possono essere dei fattori scatenanti, ma mai sono la causa dei
nostri sentimenti. Di fronte a un messaggio negativo, possiamo scegliere di reagire in quattro
modi:
1.
2.
3.
4.
Gettare la colpa su noi stessi;
gettare la colpa sugli altri;
identificare i nostri sentimenti e bisogni;
identificare i sentimenti e i bisogni che si nascondono dietro il messaggio negativo dell’altro.
I giudizi, le critiche, le diagnosi e le interpretazioni sugli altri sono espressioni ingannevoli dei
nostri bisogni e valori. Quando l’altro sente una critica, ha tendenza a mettere tutta la sua
energia per difendersi o contrattaccare. Più noi perveniamo ad associare i nostri sentimenti ai
bisogni, meglio l’altro può rispondervi con empatia. In un mondo in cui siamo spesso
severamente giudicati quando identifichiamo e riveliamo i nostri bisogni, questo cammino può
far paura, soprattutto alle donne, che sono abituate a ignorare i propri bisogni per consacrarsi
agli altri.
Imparando ad assumere la responsabilità dei nostri sentimenti, passiamo generalmente
per tre fasi:
1) la schiavitù affettiva, in cui ci crediamo responsabili dei sentimenti degli altri;
2) la fase “esecrabile”, in cui rifiutiamo di ammettere che i sentimenti e i bisogni degli altri ci
riguardino;
3) la liberazione affettiva, in cui assumiamo pienamente i nostri sentimenti ma non quelli degli
altri, pur sapendo che non possiamo mai soddisfare i nostri bisogni a scapito di quelli degli altri.
Se vuoi esercitarti per vedere se sei d’accordo sull’assunzione di responsabilità dei nostri
sentimenti, accerchia il numero delle frasi in cui il soggetto riconosce la propria responsabilità di
fronte ai sentimenti che prova (e poi guarda il risultato).
1. Mi fai innervosire quando lasci i vestiti per terra in camera.
2. Quando dici questo, mi arrabbio, perché lo considero un insulto.
3. Quando alzi la voce, ho paura.
4. Sono triste che tu non venga a pranzo, perché speravo che avremmo trascorso insieme la
serata.
5. Sono deluso, perché tu avevi detto che lo avresti fatto e poi non l’hai fatto.
6. Sono scoraggiata, perché in questo momento mi sarebbe piaciuto avanzare di più nel mio
lavoro.
7. I piccoli rimproveri che fanno le persone talvolta mi feriscono.
8. Sono felice che tu abbia ricevuto la decorazione.
9. Mi sento contrariato quando tu arrivi più tardi di quello che avevi detto.
10. Sono riconoscente che mi abbiate riaccompagnato in vettura, perché avevo bisogno di
rientrare a casa prima dei miei figli.
Risposte dell’Esercizio n.3 1.
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Non ho circondato il n.1 perché la dichiarazione sottintende che solo il comportamento dell’altra
persona ha generato i sentimenti del soggetto, senza nessun riferimento ai bisogni o pensieri
che vi contribuiscono. Confrontala con la formulazione seguente: “Quando vedo i vestiti per
terra nella tua camera, mi sento sconvolta, perché in casa ho bisogno che ci sia ordine”.
2. Se hai circondato questo numero siamo d’accordo. In effetti, il soggetto si riconosce come
responsabile dei propri sentimenti.
3. Questa dichiarazione per me implica che solo il comportamento dell’altra persona ha
suscitato i sentimenti del soggetto. Per rivelare i bisogni o i pensieri che vi contribuiscono, si
potrebbe dire: “quando alzi la voce io piglio paura, perché ho bisogno di essere rassicurato sulla
mia sicurezza”.
4. Se hai circondato questo numero siamo d’accordo. In effetti, il soggetto si riconosce come
responsabile dei propri sentimenti.
5. Per me, questa dichiarazione implica che solo il comportamento dell’altra persona ha
suscitato i sentimenti del soggetto. Per rivelare i bisogni o i pensieri che vi contribuiscono, si
potrebbe dire: “ Quando hai detto che tu lo avresti fatto, e poi non l’hai fatto, sono stata delusa,
perché ho bisogno di essere sicura che le persone facciano ciò che promettono di fare”.
6. Se hai circondato questo numero siamo d’accordo. In effetti, il soggetto assume la
responsabilità dei propri sentimenti.
7. Non ho circondato questo numero perché la dichiarazione sottintende che solo il
comportamento dell’altra persona è all’origine dei sentimenti del soggetto. Confronta con: “Sono
ferito, quando sento le persone dire certe cose, perché provo il bisogno di essere al riparo dalle
ingiurie”.
8. Questa dichiarazione sottintende che solo il fatto che l’altra persona abbia ricevuto una
decorazione abbia generato i sentimenti del soggetto e non rivela niente ne’ dei bisogni ne’ dei
pensieri. Il soggetto potrebbe aggiungere: “Perché mi fa piacere vederti riuscire”.
9. Anche qui, la dichiarazione sottintende che solo il comportamento dell’altra persona sia
all’origine dei sentimenti del soggetto. Si potrebbe aggiungere: “…perché ho bisogno di
programmare la mia giornata e di mantenere quanto previsto”.
10. Se hai circondato questo numero siamo d’accordo. In effetti, il soggetto si riconosce
responsabile dei propri sentimenti.
Esercizio n.4: per esprimere le domande con un linguaggio positivo di azione concreta.
N.B. Il quarto elemento della CNV attira l’attenzione su ciò che arricchisce la nostra vita e quella
degli altri, e ci invita a formulare reciprocamente domande chiare.
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Ci sforziamo di evitare le formulazioni imprecise, ambigue o astratte e di utilizzare un linguaggio
d’azione positivo, dichiarando quello che vogliamo chiedere, piuttosto che ciò che vogliamo
evitare. Più esprimiamo con precisione quello che vogliamo, più abbiamo la possibilità di
ottenerlo. Se parlo in una posizione di superiorità verso l’altro, questi mi evita oppure reagisce.
Siamo tutti uguali. Bisogna essere in posizione di umiltà, di parità. Mostrarsi vulnerabili attira la
simpatia dell’altro. L’obiettivo della CNV non è quello di cambiare gli altri e il loro
comportamento per ottenere ciò che vogliamo. E’ di stabilire relazioni fondate sulla sincerità e
l’empatia che, alla fine, giunge a soddisfare i bisogni di ciascuno.
Se vuoi assicurarti di essere d’accordo sul modo di esprimere le domande in modo chiaro,
circonda il numero delle frasi in cui il soggetto enuncia le azioni specifiche che vuol veder
eseguite (e poi confronta il risultato).
1. Voglio che tu mi comprenda.
2. Mi piacerebbe che tu mi dicessi una cosa che ho fatto e che tu hai apprezzato.
3. Mi piacerebbe che tu avessi più fiducia in te stesso.
4. Voglio che tu la smetta di bere.
5. Mi piacerebbe che tu mi permettessi di essere me stessa.
6. Mi piacerebbe che tu fossi più sincera con me.
7. Vorrei che tu conducessi alla velocità autorizzata o al di sotto.
8. Mi piacerebbe fare una più ampia conoscenza di te.
9. Mi piacerebbe che tu rispettassi la mia tranquillità.
10. Mi piacerebbe che tu preparassi il pranzo più spesso.
Risposte dell’esercizio n.4
1. Io non direi che il verbo “comprendere” esprima chiaramente le azioni precise che il soggetto
chiede. Se avesse detto: “Voglio che tu mi ripeta ciò che hai ascoltato”, direi allora che ha
espresso chiaramente la propria domanda.
2. Se hai circondato questo numero, siamo d’accordo. Il soggetto, in effetti, esprime
chiaramente ciò che desidera.
3. Io non direi che con il chiedere “più fiducia in te stesso” il soggetto chieda chiaramente
un’azione specifica. Suggerirei piuttosto: “Mi piacerebbe che tu facessi uno ’stage per
l’affermazione di sé’, perché credo che questo potrebbe sviluppare la tua fiducia”.
4. Io direi che le parole “che tu smetta di bere” esprimono ciò che il soggetto non vuole,
piuttosto che ciò che chiede realmente. Confronta con: “Vorrei che tu mi dicessi quali bisogni
soddisfi bevendo e che tu cercassi con me altri mezzi per soddisfarli”.
5. Io non penso che dire “se tu mi permettessi di essere me stessa” sia una domanda specifica.
Il soggetto potrebbe dire: “Io vorrei che tu mi dicessi che non romperai la nostra relazione se
faccio ciò che tu mi hai detto di non fare”.
6. Io non direi che dire se “tu fossi più sincera con me” esprima ciò che il soggetto chiede
realmente. Io suggerirei piuttosto: “Io voglio che tu mi dica ciò che senti a proposito di quello
che ho fatto e quello che ti piacerebbe che io facessi diversamente”.
7. Se hai circondato questo numero siamo d’accordo. Il soggetto, in effetti, esprime
chiaramente ciò che chiede.
8. Io non direi che “mi piacerebbe fare una più ampia conoscenza di te” esprima specificamente
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ciò che il soggetto chiede. Io suggerirei piuttosto: “Mi piacerebbe sapere se tu accetti di
pranzare con me una volta per settimana”.
9. Io non direi che con “mi piacerebbe che tu rispettassi la mia tranquillità’” il soggetto chieda
un’azione specifica. Lui potrebbe, per esempio, dire: “Mi piacerebbe che tu bussassi prima di
entrare nel mio ufficio”.
10. Io non direi che con “mi piacerebbe che tu preparassi il pranzo più spesso”, il soggetto
chieda chiaramente un’azione specifica. Io suggerirei piuttosto: “Mi piacerebbe che tu mi dicessi
se accetti di preparare il pranzo ogni martedì e giovedì sera”.
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