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Coscienza Transpersonale e maturità spirituale

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Coscienza Transpersonale e maturità spirituale
Laura Boggio Gilot – Coscienza Transpersonale e maturità spirituale
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Coscienza Transpersonale e maturità spirituale
di Laura Boggio Gilot
Noi contiamo qualcosa per la nostra essenza
e se non la realizziamo la nostra vita è sprecata.
C. G. Jung
Noi non siamo importanti per il nostro io o personalità,
ma siamo importanti perché come anime siamo parte di Dio.
Yogananda
Realizzare la propria essenza e scoprire in essa una natura divina è da sempre un
assunto e un obiettivo dei sistemi meditativi e solo recentemente è diventato un obiettivo
anche della psicologia transpersonale, che, enfatizzando la dimensione spirituale, si
indirizza alle potenzialità ed allo sviluppo integrale della personalità. Il ponte tra
psicologia e tradizione spirituale è costituito dalle ricerche sulla coscienza sviluppatesi
nella cosiddetta IV forza della psicologia, ad opera di Ken Wilber 1.
Oltre agli stati patologici, conosciuti nella psichiatria come stati psicotici allucinatori
e deliranti, le ricerche sulla coscienza hanno sottolineato la possibilità di sperimentare
un vasto spettro di stati di coscienza non ordinaria e di tipo superiore, oltre i limiti dell’io
e della personalità ordinaria, definiti transpersonali.
Lo sviluppo degli studi sulla coscienza ha portato alla fondamentale distinzione tra
“stati transitori” e “stadi stabili” di coscienza transpersonale, associati questi ultimi, allo
sviluppo della personalità e dell’identità nelle sue forme più complesse ed organizzate.
1. K. Wilber, leader teorico della Psicologia Transpersonale, si è recentemente distinto da quest’ultima dando vita
alla Psicologia Integrale, la cui caratteristica è l’associazione delle teorie e pratiche della psicologia scientifica e della
tradizione meditativa non-dualista.
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STATI DI COSCIENZA
Veglia
STATI
ORDINARI
Sonno
Sogno
Psicopatologici –
Prepersonali
STATI
NON
ORDINARI
Illuminativi
Transpersonali
Delirio - Allucinazioni
Coscienza
non-duale
–
nirvikalpa samadhi
Coscienza
causale
–
savikalpa samadhi
archetipica-spirituale
Coscienza
sottile
N.D.E.
parapsicologica
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Gli stati transitori di coscienza transpersonale sono caratterizzati da momentanee
esperienze di percezione oltre i limiti della realtà ordinaria e sono stimolati da particolari
pratiche meditative o da condizioni straordinarie di vita, come l’esperienza in prossimità di
morte, o momenti di particolare ebbrezza amorosa, o effetti di traumi imprevisti e
dirompenti: gli stati transitori sono anche facilitati da sostanze chimiche e droghe di ogni
genere.
Se queste esperienze momentanee di percezioni inusuali possono dare accesso a
realtà non percepibili nella coscienza ordinaria, e possono dilatare il senso della vita e
spesso fornire delle risposte ai perché dell’esistenza, tuttavia in una personalità non
sufficientemente ben strutturata, possono essere causa di regressione di tipo
psicopatologico e facilitare lo sviluppo di atteggiamenti distruttivi dannosi a sé e agli altri.
(Una vasta letteratura in merito è pubblicata nel Journal of Transpersonal Psychology,
edito in U.S.A.).
Viceversa, gli stati stabili di coscienza transpersonale sono il risultato di un percorso
evolutivo che coincide con una crescita sana della personalità, che evolve dalla
subcoscienza all’autocoscienza, alla supercoscienza, e da uno stadio di identità preegoico
ad uno egoico, ad uno transegoico.
Mentre gli stati transitori non modificano la struttura della personalità, che rimane
immutata dall’esperienza percettiva non ordinaria (ovvero allo stesso livello di evoluzione e
con le stesse fragilità, difetti e distorsioni), gli stadi evolutivi rappresentano gradi crescenti
di maturità psicologica e spirituale con qualità e talenti sempre più attualizzati.
Il grande campo delle potenzialità
La comprensione del processo organico dello sviluppo della coscienza richiede la
conoscenza della totalità umana, che è ben oltre la riduttiva visione della psicologia
scientifica.
Come afferma Ken Wilber, il modello espanso della totalità umana proviene dalla
Filosofia Perenne, che rappresenta la tradizione spirituale non-dualista presente nel cuore
di tutte le religioni e tradizioni sapienziali (cristiana, induista, buddista, sufi, taoista, ebraica,
platonica …). La più dotta tra le tradizioni della Filosofia Perenne è l’Advaita Vedanta, che
è contenuta nelle Upanisad, l’ultima parte dei Veda, i più antichi testi sacri indù (il Vedanta
è uno dei sei darsana o vie autorealizzative derivate dalla tradizione vedica).
Gli assunti della visione spirituale non-dualista sono i seguenti:
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–
Il microcosmo o Sé individuale è identico al macrocosmo. L’essere umano è
una versione in miniatura della realtà universale e come questa comprende
molteplici livelli: fisici, mentali e spirituali.
–
Il cuore del Sé è puro Spirito (chiamato anche pura Coscienza o Sommo
Bene), la cui caratteristica è di essere eterno, immutabile, invulnerabile,
infinito e oltre ogni forma spazio-temporale.
–
L’io o personalità ordinaria è solo un riflesso del Sé totale: la vita dell’io nella
sua storia biografica corrisponde alla condizione simbolica del prigioniero della
caverna del mito platonico.
–
Lo scopo della vita è trascendere l’io e realizzare il Sé e tutte le sue
potenzialità.
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Laura Boggio Gilot – Coscienza Transpersonale e maturità spirituale
In questo contesto la totalità umana appare composta dei seguenti livelli tra di loro
interconnessi e interrelati.
–
Il corpo rappresenta la dimensione fisica dei sistemi organici, collegata agli istinti
e alle emozioni primarie.
–
La mente rappresenta la dimensione dell’intelligenza e del pensiero logico
analitico e sintetico. La mente è anche sede dei costrutti psicologici.
–
L’anima è la patria degli archetipi universali, energie transpersonali che
rappresentano qualità pure allo stato potenziale, come la Volontà di bene,
l’Amore, la Saggezza ... . Come dice anche la tradizione cristiana, l’anima è il
tempio di Dio: in questa vetta dell’interiorità è impressa l’immagine della divinità.
–
Mentre corpo, mente e anima rappresentano dimensioni dotate di forme a
diverso grado di qualità, il Sé - lo Spirito puro è inqualificato e non separato
dall’essenza della vita: a questo livello la vita umana partecipa di una indivisibile
interezza e felicità. Il Sé nel suo cuore spirituale vive nella libertà e
nell’immortalità, in un oceano permanente di amore perfetto.
Come afferma la tradizione, un solo Essere infinito è alla radice del nostro essere
finito. La vita della personalità, del nostro io storico deriva da una fonte invisibile,
trascendente e infinitamente ricca perché collegata all’essenza divina dell’universo.
Dal punto di vista degli stati di coscienza i quattro livelli dell’umana unità possiedono
diversi strumenti di conoscenza o occhi che danno accesso ad analoghi livelli della realtà.
Il corpo possiede gli strumenti cognitivi dei sensi organici, l’occhio fisico, con cui ha
accesso alle forme concrete dell’universo materiale. La mente possiede gli strumenti
cognitivi del pensiero analitico e sintetico, l’occhio della ragione, con cui si percepiscono i
concetti, i simboli, le forme astratte e sottili. L’anima, come dice la tradizione meditativa è
dotata di intelligenza spirituale che ha due ali: l’amore e l’intelletto intuitivo. L’intelligenza
spirituale corrisponde al terzo occhio o ajna cakra della tradizione yoga ed alla buddhi della
tradizione Vedanta: una facoltà cognitiva supercosciente che ha acceso al trascendente ed
ai suoi archetipi eterni del Vero, del Bello e del Buono. La percezione della realtà che si ha
attraverso l’occhio dell’anima comprende l’interrelazione tra la vita individuale e la vita
universale, la percezione del sacro che sottende la totalità universale, e infine l’unità tra
l’anima e lo Spirito universale che è la sua origine e la sua fonte. L’occhio dell’anima svela
che la morte non esiste, che è solo un passaggio di stato di coscienza, da una condizione
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incarnata ad una condizione disincarnata, e che l’eterna vita è in continuo movimento su una
base immota che la contiene e la nutre.
Oltre l’occhio del corpo, della mente e dell’anima c’è il Sé, che include e trascende i tre
occhi percependo la realtà da una prospettiva integrale o non-dualistica, oltre la separazione
tra soggetto e oggetto. Il Sé è anche detto il Testimone di ogni stato di coscienza inferiore.
La visione del Sé, è descritta come Illuminazione, Samadhi, Satori, Nirvana …
Gli stadi di sviluppo della coscienza e identità
I diversi livelli dell’umana unità e le molteplici potenzialità cognitive che li attraversano,
rappresentano potenzialità a diverso grado di complessità, che sono integrate nell’arco di
uno sviluppo “integrale” in un continuum, che va da una coscienza corporea o subcoscienza
che è prelogica e preegoica, ad una coscienza mentale o autocoscienza che è logica ed
egoica, ad una coscienza spirituale transpersonale che è translogica e transegoica. L’arco
dello sviluppo che va dalla subcoscienza preegoica all’autocoscienza egoica è definito l’arco
esteriore o personale, mentre l’arco che va dall’autocoscienza egoica alla supercoscienza
transegoica è definito l’arco interiore o transpersonale.
Il primo comprende il viaggio dell’eroe che combatte per affrontare i problemi
dell’esistenza, realizzando se stesso nelle proprie forze fisiche e mentali, attraverso i ruoli
nel mondo.
Il secondo è il viaggio del sapiente, di colui che si dedica all’ascesi interna, nelle vette
spirituali per collegarsi alla vita universale. Entrambi questi due archi – l’esteriore e l’interiore
– appartengono ad una crescita sana: nel primo si sviluppano i ruoli nel mondo, nel secondo
si sviluppa la dimensione spirituale e si afferma il proprio posto nello schema universale della
realtà.
Caratteristica dello sviluppo è l’orientamento cosiddetto oloarchico (da olos che vuol
dire intero e arche che vuol dire gerarchico), secondo cui ogni livello poggia sull’inferiore che
è parte integrante della sua strutturazione.
Così, l’arco interiore non si può realizzare se non sulla base di quello esteriore: lo
sviluppo spirituale non può che racchiudere anche lo sviluppo corporeo e mentale.
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Nel percorso dello sviluppo integrale si maturano le linee evolutive che sono le
potenzialità patrimonio dell’interezza umana. Le fondamentali linee evolutive sono: quelle
cognitive, affettive, motivazionali, morali e interpersonali.
Nella crescita integrale la linea cognitiva va dal pensiero prelogico a quello logico, a
quello translogico; la linea affettiva va dal narcisismo egocentrico all’apertura dell’io al tu,
all’amore incondizionato; la linea motivazionale va dai bisogni di sicurezza ed
autoaffermazione ai bisogni di autorealizzazione, sino a quelli di autotrascendenza; la linea
morale
va
dalla
morale
preconvenzionale
a quella convenzionale,
sino all’etica
universalistica; la linea delle relazioni interpersonali va dalla dipendenza all’interdipendenza,
all’azione altruistica e di servizio.
L’apice delle linee evolutive corrisponde alla coscienza transpersonale e alla maturità
spirituale.
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Il modello oloarchico dello sviluppo ci fa comprendere che le linee evolutive, sebbene
possono procedere in maniera indipendente, con una crescita non coerente (per esempio la
linea cognitiva può trovarsi più evoluta rispetto alla linea affettiva in uno stadio di vita),
devono tuttavia nella loro crescita indipendente seguire lo stesso processo di integrazione,
per cui il livello precedente è la base del successivo.
Come dice Frances Vaughan, un’altra esponente della psicologia transpersonale, il
cammino evolutivo armonioso va dalla paura all’amore, dall’ignoranza alla conoscenza, dalla
prigionia alla liberazione. Il raggiungimento della coscienza transpersonale e della maturità
spirituale libera dall’inconsapevolezza del senso dell’io incapsulato nel corpo e separato dal
tutto, dall’insicurezza della dipendenza e svela lo scopo e il senso della vita, permettendo di
riconoscere il proprio posto nello schema evolutivo dell’universo. Quando la coscienza è
sufficientemente espansa da rivelare che ognuno di noi è portatore di un compito evolutivo in
un universo che evolve, il proprio comportamento diventa necessariamente retto, produce
pace e benessere, amore e responsabilità.
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La meditazione nello sviluppo della coscienza
Ma qual’è il processo e le modalità per realizzare lo sviluppo integrale della coscienza
e dell’identità? Come il proprio livello di vita diventa creativo e luminoso?
Ken Wilber delinea la pratica integrale come un lavoro di integrazione che opera al
livello corporeo, emotivo, mentale e spirituale, attraverso
tecniche che accostano le
conoscenze della psicologia a quelle della tradizione meditativa.
Tra le pratiche meditative emergono: 1)la pratica di autosservazione, 2) la pratica etica
e di virtù. Queste hanno profonda rilevanza ai fini dei processi di trasformazione della
illusorietà e della sofferenza mentale: per il loro potenziale di guarigione le pratiche
meditative sono un valido supporto per ogni tipo di psicoterapia.
a)
La pratica di autosservazione
La pratica di autosservazione consiste nell’allenamento ad osservare nel qui e ora il
flusso mentale delle sensazioni, emozioni e pensieri, progressivamente distaccando la
coscienza dai contenuti mentali e quindi dal soggetto, oggetto e processo della percezione
(questo processo di distacco è definito come “disidentificazione” e consente di riconoscere lo
stato mentale e percettivo).
Diversamente dall’ordinaria consapevolezza in cui si è trascinati dal flusso del
pensiero, nell’autoosservazione si apprende ad osservare il pensiero come un oggetto e a
riconoscere i filtri percettivi attraverso cui il soggetto sperimentatore distorce la realtà. I filtri
percettivi sono formati da emozioni profonde non riconosciute e rimosse, complessi e
conflitti che agiscono nell’inconscio, identificazioni e meccanismi di difesa che condizionano
il giudizio.
Imparando ad osservare il soggetto sperimentatore e giudicante, si possono scoprire
le modalità attraverso cui escludiamo gli aspetti indesiderati di noi stessi e scindiamo la
personalità in frammenti. Ancora, osservando il soggetto si svelano le subpersonalità e
progressivamente i processi mentali e percettivi.
Approfondendo la pratica, si produce quella che è chiamata una “deipnosi”, che è il
riconoscimento dell’ordinaria inconsapevolezza e delle distorsioni in cui versa lo stato
mentale considerato sano e normale. Progressivamente, si rivela l’ordito di quella sofferenza
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e illusorietà che Maslow ha definito la “psicopatologia della normalità”: ovvero la sofferenza
mentale non conosciuta dalla psicologia, che si riferisce all’autoformazione della sofferenza
nel qui ed ora, ed è causa dell’agire di fattori non etici ed egoistici della mente.
b)
La pratica etica e di virtù.
La pratica etica e di virtù è un interfaccia della pratica di consapevolezza.
Nella tradizione meditativa è da notare che la pratica etica e di virtù non ha una
funzione morale, non sta a significare una scelta di bene contro il male, ma è una modalità
atta a trasformare fattori non etici ed egoistici che producono sofferenza e illusione e che
sono dei veri e propri veleni della mente. Tra questi, fondamentalmente, l’ignoranza
l’orgoglio, l’avidità e l’inerzia. Questi veleni mentali sono alla radice di emozioni dolorose di
paura, ostilità, rabbia, invidia e insicurezza, che costituiscono peraltro il fondamento della
patologia mentale conclamata da sintomi e la causa della distorsione dei filtri percettivi del
soggetto giudicante.
L’osservazione attenta della mente e la pratica etica e di virtù mettono in atto un
processo di profonda purificazione mentale, che contribuisce alla comprensione e alla
terapia della sofferenza mentale. Nella pratica etica sono coltivate qualità della salute, che si
pongono come fattori alchemici della trasformazione mentale, verso stati di chiarezza
percettiva, benessere e armonia: tra queste le qualità di accettazione e benevolenza,
tolleranza e capacità di perdono. Queste qualità ristrutturano stati maligni della mente come
il super-io disfunzionale, e dissolvono la formazione di aspetti dolorosi della mente come il
criticismo, la svalutazione e l’ostilità.
Concludendo,
sottolineiamo che il cammino dell’espansione della coscienza
transpersonale e della maturità spirituale, non è solo un compito di crescita e
armonizzazione di se stessi che libera dall’ignoranza e dalla sofferenza, ma è la migliore
premessa per contribuire al benessere e alla pace nel mondo, e il miglior dono che si possa
fare alla vita.
Come dice Raphael 2, Maestro della Filosofia Perenne, noi siamo in guerra gli uni
contro gli altri perché siamo in guerra con noi stessi, non potremo mai stabilire l’ordine e
l’armonia fino a quando non saranno conquistati dalla coscienza dell’individuo. Chi asserisce
2. Raphael, Maestro della tradizione Yoga-Vedanta, alla cui opera è dovuta la preziosa collana dell’Editrice Asram
Vidya, che comprende testi della Filosofia Perenne.
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che l’ordine e l’armonia possano essere instaurati senza che prima sia realizzato nei singoli,
è lungi dall’aver compreso la causa determinante del conflitto umano.
La condizione della coscienza di cui parla Raphael è l’accordo tra la vita individuale e
la vita universale, la riunificazione della persona con la sua Fonte, oltre le illusioni dell’io, che
porta a vivere nell’abbraccio con la vita infinita.
Che questo glorioso incedere verso la piena maturità spirituale possa diventare per noi
tutti il naturale essere nel mondo, che dà valore e dignità alla nostra vita, mentre ci rende
portatori di verità e di amore tra gli esseri umani! Su questa via, che noi tutti possiamo
integrare le forze del corpo, della mente e dell’anima per divenire, come auspica lo stesso
Wilber, un veicolo dello Spirito, radiosamente splendenti nel mondo!
Bibliografia
Boggio Gilot L., Forma e sviluppo della coscienza - Psicologia Transpersonale,
Edizioni Asram Vidya, Roma, 1987.
-
Il Sé transpersonale - Psicologia e meditazione Yoga-Vedanta,
Edizioni Asram Vidya, Roma 1992.
-
Crescere oltre l’io - Principi e metodi di Psicologia Transpersonale,
Cittadella editrice, Assisi 1997.
Raphael,
La triplice via del fuoco, Editrice Asram Vidya, 1986.
-
Il sentiero della non-dualità, Editrice Asram Vidya, 1988.
-
Tat tvam asi - Tu sei Quello, Editrice Asram Vidya, 1977.
-
Fuoco di ascesi, Editrice Asram Vidya, 2000.
Wilber K.,
Lo spettro della coscienza, Edizioni Crisalide, Latina 1993.
-
Grazia e grinta, Cittadella editrice, Assisi 1995.
-
Integral psychology, Edizioni Shambala, USA 2000.
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