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claire wendling
EURO
5,90
# 95
COMICOUT
novembre/dicembre
GA
AN E
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CO AND RIETA
B STO
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NOVITÀ
IN BONELLI
ROCCO
LOMBARDI
CLAIRE
WENDLING
ovvero l’arte
del disegno
FUMETTO PER BAMBINI – DIABOLO – FIBDA ALGERI – LEZIONE DI LETTERING
!"#$%&$'(%()*+,+--(%(
!"./0
il fumetto
punk
AFRICA, FINE 1800.
MENTRE MUORE UN SECOLO CRUCIALE
DI ESPLORAZIONI E SCOPERTE
E IL FUTURO È ALLE PORTE,
IN QUELLE TERRE SELVAGGE
L’AVVENTURA HA UN NUOVO EROE!
C8:8I@:8;<>C@<C<=8EK@
EURO
3,30
MENSILE ITALY ONLY
IL NUMERO 2
in edicola dal
4 NOVEMBRE
«Per quanto pessimi siano i fumetti per
ragazzi, sono ben lontani dal pretenzioso inSERGIO BONELLI EDITORE
fantilismo dei seriosi tentativi degli adulti
che manipolano i canali commerciali della
narrativa contemporanea».
Preview NUMERO 95 – Novembre/Dicembre
(Marshall McLuhan , 1951)
sommario
ANCORA VIVO
PER LUCCA E OLTRE
Quest’anno non usciamo a Lucca con il
nostro «Scuola di Fumetto» (#95) che ritarGALLERY • Luoghi per idee (e) originali derà di una decina di giorni in edicola.
a cura della Redazione
Abbiamo deciso di spingere i libri, sapendo che ci
avreste aspettato un paio di settimane.
Autore: Rocco Lombardi
NATURA IN GUERRA
Questo numero ci piace però condivdierlo con voi
di Laura Scarpa
lettori e con tutti gli appassionati di fumetto, in
Cinema: Registi
occasione del Lucca Comics and Games, perché
PRIMA DEL FILM IL DISEGNO
siamo molto convinti che il nostro trattare il fua cura diSal Tascioni
metto a 360° sia una cosa giusta e stimolante.
Tema: Fumetto per ragazzi
BISOGNA COMINCIARE DA PICCOLI
Dunque proponiamo una preview online.
a cura della Redazione
Per questo abbiamo interviste ad autori piuttoSketchbook: Claire Wendling
sto underground, ma non per questo meno bravi,
CREATRICE DI MONDI
a grandi artisti stranieri, dalla linea magica, agli
a cura della Redazione
editori ed editor nel momento di grandi cambiaEditore: SBE
menti, diamo anche uno sguardo all’estero meno
BONELLI A UNA SVOLTA
a cura di Laura Scarpa
conosciuto e riprendiamo la nostra tradizione
Scuola: Lettering
che ha un lato didattico, occupandoci in questo
DISEGNARE LE PAROLE
numero della poco conosciuta arte del lettering .
di Marco Ficarra
Questo è solo un assggio, lo ammetto, per farvi
Editore: Diabolo
venire l’acquolina di lettori... ma anche per dif¡CHE DIABOLO GLI SPAGNOLI!
intervista di Laura Scarpa
fondere il fumetto nelle sue tante varietà, d’auGARAGE BABEUF •
tore e popolare, classico e sperimentale, legato
Una meccanica del fumetto
all’illustrazione o alla letteratura, oppure nutrito
Fare di vincolo libertà
rubrica di Boris Battaglia
di se stesso. Un fumetto che oggi si affaccia a
varie porte e in spazi diversi, l’edicola, la fumetDA LEGGERE • recensioni,
iniziazioni e input per l’immaginario teria, la libreria di varia... il fumetto che sta acquia cura della Redazione
stando un valore culturale, senza perdere il suo
INCHIOSTRO •
animo popolare.
Le vere storie del fumetto
Cowboy nel tempo
Potete seguirci online su sito, blog e facebook, o
rubrica di Paolo Interdonato
su carta ovviamente.
DA SAPERE • corsi, eventi e concorsi E se avete cose da suggerirci siamo qua.
TUTTO
COLORI
TUTTO
AA
COLORI
€ 4,50 MENSILE
ITALY ONLY
per giovani e vecchi autori
a cura della Redazione
MAIL & E-MAIL • lettere, disegni
e messaggi dei lettori
Laura Scarpa
Fumettista da 37 anni
SCUOLA DI FUMETTO rivista diretta da Laura Scarpa ([email protected]) REDAZIONE: via Prenestina 18 – 00176 Roma
E-mail: [email protected] COORDINAMENTO: Sal Tascioni IMPAGINAZIONE: Gulp HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Boris Battaglia, Lorenzo Bertini, Paolo Interdonato, Bruna Mazzoni, Stefano Priarone, Sal Tascioni SCUOLA DI FUMETTO Anno 13° n.95 periodico bimestrale registrato
presso il Tribunale di Roma n.300 del 7/06/02 Direttore Responsabile: Ferruccio Giromini COMICOUT – Associazione Culturale ONLUS – sede legale: via
Prenestina, 18 – 00176 Roma Stampa: Arti Grafiche La Moderna (Roma)
Qualsiasi materiale inviato alla redazione non verrà restituito. Si prega quindi di non inviare disegni e tavole originali ma soltanto fotocopie, stampe o file digitali. Dove non specificato, il © delle immagini è degli autori.
SdF
3
Autore|Lombardi
ROCCO LOMBARDI
NATURA
IN GUERRA
Intervista di Laura Scarpa
AUTORI AUTOGESTITI, SI PUÒ ESSERLO. ROCCO LOMBARDI DA ANNI SEGURE
UN SUO PERCORSO ARTISTICO AUTONOMO E COLLABORA CON EDITORI. LO INCONTRIAMO PER VEDERE LE ALTRE FACCE DEL FUMETTO. NON SOLO GRANDE
PRODUZIONE, MA ARTE E INCISIONE.
Writer e batterista punk di formazione. Tante copertine e poster musicali
della scena indipendente, non solo italiana. Con Simone Lucciola ha fondato Lamette Comics, etichetta underground. Oggi gira l’Italia assieme alla
sua compagna, l’autrice e cantastorie Marina Girardi, con Nomadisegni, in
una ricerca su segno e paesaggio.
Parliamo del rapporto tra il suo lavoro attuale con quello del passato.
Sei stato uno dei nostri esordienti, sul lontano n.5. Un lavoro molto diverso da quello attuale, ma dove lo spirito non sembra molto cambiato.
La scelta dell’uso strisce sembra la differenza più notevole rispetto
alle tue odierne storie a tavole spesso composte di una vignetta unica.
Narrazione a fumetti, sempre, con ritmi e spazi molto diversi.
Da dove venivi, allora? E da che letture e autori di fumetto?
La mia infanzia a fumetti significa le buste sorpresa da 1000 lire da cui
uscivano fuori Braccio di ferro, Geppo, Trottolino, Felix, Soldino... ne facevo
Intervista di Sal Tascioni
scorpacciate quando ero a letto con la febbre e mia madre
me ne dispensava a pacchi. Poi è venuto «il Giornalino» che
all’epoca trovavi solo in parrocchia, me lo compravano se
andavo a messa!
Lì ho conosciuto tantissimi grandi disegnatori, di cui ho
collegato segno e disegno solo tanti anni dopo: Tacconi,
Gaudenzi, Mattioli, Boscarato, Rossi...
Poi «Dylan Dog» nel ’92 mi ha riavvicinato al fumetto e poco
dopo la fulminazione con gli albi di Pazienza pubblicati dal
«Grifo», in contemporanea scoprivo Robert Crumb e allora
ho pensato: “si possono raccontare anche ste cose con il
fumetto?!?”
La tua presenza è stata subito su riviste e fanzine importanti: Kerosene, Stripburger, Frigidaire, Inguine
Mah!gazine, Ruggine. A quali sei più legato?
Il fumetto autoprodotto degli anni 90 è stato sicuramente
un passaggio importante, ho preso coscienza che potevo
raccontare quello che davvero mi interessava, fino ad allora
lavoravo per diventare un disegnatore “convenzionale”per
testi di altri. Frigidaire era sicuramente la lettura più sconvolgente, sopratutto per le finestre che apriva sul mondo,
stentavo quasi a credere a quello di cui parlavano.
Una delle sorprese più gandi fu quando scoprii che il padre
di Sparagna era nativo di Minturno, cittadina confinante
con la mia, ed era una sorte di “santo” artista.
Che ruolo hanno avuto e possono avere le riviste, nel fumetto? E le fanzine in particolare?
La rivista come contenitore ha il pregio di convogliare energie ben precise, proporre dei contenuti particolari, seguire
lo sviluppo di un gruppo di autori...
Le fanzine ancora di più rappresentano una squadra, delle
scelte forti e ben connotate, per chi le realizza inoltre sono
la palestra migliore per farsi le ossa e mettersi alla prova
con tutto quello che serve per realizzare un prodotto editoriale, fino a vendere la propria creatura quasi porta a porta
Le riviste come le fanzine segnano letteralmente il tempo,
quelle importanti che uscivano in edicola hanno ormai ceduto il passo mentre per le fanzine il discorso continua, ancora oggi ne saltano fuori e puoi dire “oggi ci sono questi
che fanno queste cose” e puoi seguirli per vedere fin dove
arrivano...
E «Lamette»? Come è nata la collaborazione con SimoneLucciola? È un’esperienza ancora attuale o è legata ad
un movimento e a un periodo storico preciso?
Lamette nasce come costola del sito che ha creato Simone
dove prevalentemente si occupava ( e si occupa tuttora)
di musica punk. La passione di entrambi per il fumetto e
il radar puntato su tutto ciò che era punk ci ha portato a
realizzare la rivista perchè avevamo realizzato che c’erano
molti disegnatori che avevano a che fare con il punk... e così
Lamette voleva cristallizare questa tendenza.
Dopo le ultime due riuscitissime antologie a tema esclusivamente musicale, che hanno coinvolto 66 disegnatori
italiani, ci siamo dati uno stop per occuparci dei nostri progetti personali. Abbiamo altre idee ma nessuna scadenza
da rispettare, tutto resta in stand by...
Il © di tutte le immagini dell’articolo è dell’Autore
Vieni dal punk, quanto l’esperienza di vita e di scelte
ha influito sul fumetto? Quali sono i fini di un lavoro
in quest’ottica, e che rapporto tra “lavoro” e creatività?
Il punk, un parolone di 4 lettere... Autogestione e autoproduzione culturale, due parole chiave, i contenuti più forti
che restano asciugando il nichilismo e il ribellismo del
punk. Capisaldi: rifiuto del mercato, abolizione del copyright, tematiche libertarie, critica verso la società civile,
provocazione culturale. Per coerenza si operano spesso
scelte molto difficili che sicuramente non pagano sul fronte
della remuneratività, ma si arriva per forza di cose a dei
compromessi se non si diventa dei perfetti kamikaze.
In apertura e qui sotto:
due immagini da Alberico.
Nella foto: Rocco con Marina Girardi.
Editore
Sergio Bonelli
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A cura di Laura Scarpa
A TRE ANNI DALLA SCOMPARSA
DEL GRANDE SERGIO BONELLI, LA
CASA EDITRICE ANNUNCIA CAMBIAMENTI E EVOLUZIONI. NELLO
SPIRITO DI RINNOVAMNETO CHE SEMPRE
HA CONTRADDISTINTO LE PRODUZIONI BONELLIANE COMINCIAMO A PARLARE QUI DI
ALCUNI NUOVI ASPETTI E NUOVI EROI.
A fine settembre un grande evento e uno storico incontro con
la stampa, voluti dalla Sergio Bonelli Editore, che aveva molte
frecce da lanciare e molte novità e trasformazioni da annunciare. La prima è che la volontà strategica della Casa editrice
è quella di entrare nel campo delle produzioni multimediali
– serie televisive, film, videogiochi, merchandising – direttamente o con partner italiani e internazionali, per valorizzare
al meglio il proprio straordinario patrimonio di storie e personaggi amati dal pubblico in ogni parte del mondo.
Queste attività affiancheranno le tradizionali pubblicazioni
per il mercato edicola, che rimangono il cuore delle produzioni della Casa editrice.
Si andrà così a sviluppare ed utilizzare le potenzialità del più
grande portafoglio di serie a fumetti italiane, che edita circa
300 pubblicazioni all’anno in Italia, da «Tex» a «Dylan Dog»,
da «Orfani» a «Dragonero, posizionando da anni Sergio Bonelli Editore come leader del mercato del fumetto in edicola.
Il primo appuntamento è a dicembre, mese in cui Rai4 manderà in onda la prima serie tv motion comics co-prodotta da
Sergio Bonelli Editore: Orfani.
Mauro Marcheselli, direttore editoriale, ha così commentato
l’apertura della nuova business unit: “È con grande piacere
che accogliamo la nascita di questa nuova divisione all’interno delle attività editoriali Bonelli. Questa apertura conferma ulteriormente la nostra posizione di editore leader
in Italia per il mercato del fumetto, e ci proietta nel futuro,
nel segno della nostra grande tradizione e verso uno sviluppo
fedele alle nostre radici”.
Parleremo presto sulle nostre pagine, proprio di questo nuovo
spazio aperto al fumetto.
Per ora, a caldo, diamo uno sguardo ai vari cambiamenti e
novità nella casa editrice.
Oltre a «Orfani» Serie giunta alla sua seconda stagione con
una svolta importante, nuovi personaggi danno nome a testate che arricchiscono le pubblicazioni bonelliane da alcuni
mesi: Drago Nero, Lukas e ora Adam Wild. Abbiamo già parlato di tutti questi eroi e ci ripormettiamo di tornarci a distanza di tempo, per analizzarne l’evoluzione.
Ma una svolta epocale la sta vivendo (annuncita da un anno
con copertine nuove e piccoli ritocchi) «Dylan Dog», la seconda testata, per venduto, dopo «Tex».
Ce ne parla l’artefice, il deus ex-machina bonelliano, Roberto
Recchioni.
Dylan Dog: l’esigenza del cambiamento e al tempo stesso
di una restaurazione dello spirito originario di Dylan Dog,
si colora sempre di più di un “cambio di scena”, con l’allontanamento di Block (e dunque un rapporto diverso con
la polizia) e Ghost, il nuovo “nemico”. Che ruolo avrà questo personaggio? E perché cercare un nemico principale da
contrapporre all’eroe? È in rapporto con un tipo diverso di
serialità? Che cosa dobbiamo aspettarci da questo personaggio, che sembra presentarsi come il negativo, il contrappunto, di Dylan Dog?
Ghost nasce da varie riflessioni. La prima, che è anche quella
che ha portato al pensionamento di Bloch (che comunque rimarrà un protagonista della serie) e all’arrivo del nuovo (e
ostile) ispettore Carpenter, è legata al dover riportare in Dylan
un senso di minaccia concreta. L’old boy aveva la vita troppo
facile negli ultimi anni. Troppe persone disposte a togliergli
le castagne del fuoco, a dargli l’informazione giusta, a fargli
da paracadute. L’assenza di Xabaras poi (voluta da Tiziano)
creava un vuoto. Non esiste un eroe senza un arcinemico.
Ghost è quell’arcinemico. Diverso da Xabaras come da Dylan.
Autonomo per molti versi (non a caso
nasce su un albetto personale) e capace di
avere una vita propria.
La seconda riflessione è che io, come autore, sentivo l’esigenza di un veicolo per
raccontare il mondo in una maniera diversa
rispetto a quella di Dylan e in questo John
Ghost diventa una specie di voce alternativa, un punto di vista diverso e conflittuale
con quello dell’Indagatore dell’Incubo.
In che modo hai collaborato, per questo
personaggio, con Sclavi, con Stano, o
con altri? C’è eco di qualche citazione?
Ghost è frutto della mia visione. Mi sono
confrontato con Tiziano e Cristina per cre-
Il © di tutte le immagini dell’articolo è SBE
arlo, ma solo nella fase iniziale, nell’idea di fondo. Il resto è
opera mia (e di Angelo Stano, che mi è venuto dietro, creandone le fattezze).
I rimandi sono molteplici e vanno dal Patrick Bateman di American Psycho allo Ian Malcolm di Jurassic Park. Da Diabolik a
John Doe. Passando da David Bowie e James Bond.
Orfani, non possiamo non parlarne con te, oggi. Una serie
che comincia come storia di gruppo e finisce con un solo
eroe, che riforma un gruppo. Possiamo leggerci una sorta
di metafora del fumetto oggi? È una sorta di mediazione tra
la serialità che continua ad libitum, e
le miniserie? Quanto stai utilizzando
l’esperienza John Doe?
L’esperienza di John Doe è fondamentale. Ma anche quella di Garrett, di
David Murphy: 911 e di tante altre cose
che ho fatto negli anni.
Tutti i fumetti che hanno preceduto
la serie di Orfani sono una serie di
banco di prova dei tanti elementi (artistici e produttivi) che poi su Orfani (e
in una certa misura, anche su Dylan)
sono confluiti.
La mia visione del fumetto è sempre
modulare e passa, prima di tutto, attraverso il lato produttivo e comunicativo.
In queste paine:
Ghost, personaggio antagonista di
Dylan Dog, creato da
Roberto recchioni,
disegni di Angelo
Stano.
Qui sotto: la copertina della seconda
stagione di «Orfani»,
«Ringo».
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SKETCHBOOK
CLAIRE WENDLING
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Mondi
a cura della Redazione
LE FORME, I PERSONAGGI,
LE OPERE, DI UNA TRA I
PIÙ GRANDI ILLUSTRATORI DI OGGI. CLAIRE
WENDLING ATTRAVERSO
LA SUA MATITA TRASFORMA IN DISEGNO
SOGNI E FANTASIE.
In apertura illustrazione
per gli X-Men (© Marvel),
in una versione elegante e
personalissima.
A sinistra: Alice e il cappellaio matto, matita sanguigna su carta.
Sotto sirena polpo, matita
violetta su carta.
Claire Wendling nasce a Montpellier nel 1967. Ad Angoulême si
iscrive alla scuola di Belle Arti e a 22 anni, ancora studentessa,
riceve l’Alph’art al Festival di Angoulême ed entra nelle edizioni
Delcourt. Parte dal fumetto e presto lavora anche all’animazione
per la Warner Bros, chiamata in America dopo che aveva disegnato
Les Lumières d’Amalou, per la pre-produzione di Camelot, per cui
crea una bibbia dei personaggi. Dopo alcune collaborazioni, il disegno troppo “anni 50” dell’animazione, le sta stretto e se ne allontana. Sempre nell’ambito dell’animazione, oltre a molte animazioni
rare, tra i grandi classici confessa il suo amore per Totoro e per i
disneyani Libro della giungla e la Carica dei 101, ma anche per molti
cartoni dell’Europa dell’Est, che imitavano lo stile Disney.
Sebbene preferisca il fumetto all’animazione, lavorare per
quest’ultima è per lei più rilassante, meno emotivamente impegnativo. Oggi però il suo interesse è soprattutto rivolto
all’illustrazione, che le permette di essere indipendente,
Per le immagini dell’articolo
il © èClaire Wendling
non solo nello stile, ma negli orari e modi di produzione.
Claire è piuttosto ritirata, non mondana, e disegnare nella
sua casa, nel suo studio in Francia, è la cosa che preferisce.
L’illustrazione la rende particolarmente libera, nelle scelte e fuori
dalla gabbia narrativa del fumetto, le permette di sperimentare e
dipingere.
Wendling ha ricevuto numerosi premi e menzioni importanti, ha
saputo creare, con un disegno realistico ed onirico, sensibile a gestualità ed espressioni, creature immaginarie e personaggi credibili. In un clima tra il fantastico e il fantasy, con una sensualità rara
e discreta, hanno preso vita Alice, mostri, animali e supereroi sempre filtrati da uno sguardo tutt’altro che sereno, piuttosto inquieto
e ambiguo, ma dove trovano spazio ironia e dolcezza.
Il segno di Wendling è forte, i suoi personaggi sono scattanti, tesi
e pronti all’azione, sia che si tratti di creature da incubo, che di
simpatici animaletti cucciolosi, e creature dei boschi o delle fiabe.
SKETCHBOOK
CLAIRE WENDLING
I disegni di Wendling sono morbidi e sensibili
già dal segno di matita, che utilizza spesso
come definitivo.Ama anche la china e i pennelli,
per creare ombre, muscoli, forme.
Ma, come vediamo in queste tavole, il colore si
fonde in luce, nel combinarsi con il segno, leggero ma costruito, a matita o inchiostro.
A sinistra: Alice e il ghiro,
disegno a matita.
Sotto: un gattino e illustrazione
per un biglietto augurale per il nuovo
anno, con Alice nel paese delle Meraviglie, matita e colorazione digitale.
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Cassetta per la posta, matita e colore digitale.
Sotto: fatine e animaletti del bosco, matita su carta.
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TEMA|
Fumetti per Ragazzi
BISOGNA COMINCIARE
IL FUMETTO, DA PRODOTTO PER
BAMBINI, SI È RIVOLTO SEMPRE
DI PIÙ A UN PUBBLICO GIOVANE
E ADULTO. CHE COSA È RIMASTO
PER I PIÙ PICCOLI?
EBBENE, ALCUNE CASE EDITRICI
STANNO PROPRIO PENSANDO A
LORO, E NOI LE INTERVISTIAMO,
CONVINTI CHE IL GIOVANE PUBBLICO SIA MOLTO IMPORTANTE.
DA PICCOLI
A cura di Laura Scarpa
Incontriamo tre editori che oggi si occupano di
fumetto per ragazzi, nella forma graphic-novel,
volume da libreria, racconti tra il fantastico e l’autobiografico. Panini esce ora con una nuova collana,
Novellini, che si rivolge a un pubblico giovane, attraverso delle gaphic-nove pensate per loro. Tunuè,
che è stata la prima a occuparsi di romanzi a fumetti
per ragazzi, e si è consolidata in questi anni, con
una notevole produzione, Topipittori, che all’interno
delle sue colane di narrativa e illustrati per ragazzi e
piccoli ha dato spazio a una collana di autobiografie
a fumetti, dando voce ai fumettisti piiù ineterssanti
del momento.
Un cambiamento importante in un periodo che ha
visto perdersi l’attenzione per il pubblico giovane,
chetrova per fortuna i manga, e poi testate storiche quali Topolino e il Giornalino, ma davvero poco
altro.
Il fumetto si è fatto adulto, una conquista... ma perdere il pubblico giovane non fa intravedere un futuro roseo, ben vengano dunque nuovi fumetti per
bambini e adolescenti...
Cominciamo com la prima domanda da porre a tutti
e tre gli editori:
Se il fumetto è stato per anni letteratura per ragazzi, mentre da una parte si riappropriava del
pubblico adulto, in parte perdeva quello più giovane. In effetti le riviste e i giornaletti erano per
ragazzi, ma i libri? Che cosa vi ha fatto pensare,
che oggi ci possa essere un’attenzione positiva
nel fumetto per ragazzi?
C’è una crescita? Una maggiore attenzione...
o invece il buco si è fatto troppo profondo e va
colmato?
PANINI NOVELLINI – Diego Malara e Stefania Simonini
Entrambe le cose, direi. Senza dubbio c’è una maggior attenzione nei confronti della letteratura per
l’infanzia in generale, sia da parte di una generazione di genitori maggiormente attenti e coinvolti
nella scelta dei prodotti culturali da proporre ai propri figli, sia da parte dei bambini stessi, che sono
oggi più che mai lettori molto forti, molto fedeli e
SdF
14
molto esigenti. È proprio in questo scenario che si vanno a
collocare le graphic novel per ragazzi: una proposta di lettura nuova, alternativa, esperienziale.
TUNUÈ – Massimiliano Clemente
Sappiamo bene c’è stato, e in parte resiste tutt’ora, un
grande pregiudizio sul fumetto proprio come lettura per
bambini e ragazzi svogliati. Propedeutico, nelle speranze
spesso frustrate dei genitori, per l’entrata nel mondo adulto
del «libro» di narrativa, per diventare finalmente un «lettore» maturo. Vai a spiegare che il fumetto è un linguaggio,
e come tale può essere usato per raccontare tutto in ogni
modo possibile!
Forse tra questi adulti ci sono persone che da bambini
hanno letto avidamente Il giornalino, Il corriere dei piccoli,
Topolino ma hanno dimenticato in fretta quanta bellezza
e complessità, quanti livelli di lettura possibili c’erano in
tante di quelle storie.
E proprio dai bambini e dai ragazzi è arrivato il segnale
che qualcosa di diverso potesse essere fatto. Le statiche
AIE riportavano i dati in crescita di un target che ha saputo
resistere anche alle fasi critiche, facendo crescere il comparto della narrativa e dell’illustrato junior/young adult; di
contro, il nostro settore latitava per proposte strutturate.
A ciò vanno aggiunti alcuni degli scopi che un editore deve
perseguire: la formazione dei lettori di domani, l’innovazione di prodotto, intercettare un bisogno e dargli risposta,
scommettere su un’idea.
Ecco, i Tipitondi nascono da tutto questo e dal desiderio di
offrire storie in grado di parlare al bambino, al ragazzo ma
anche all’adulto che poi effettua l’acquisto. Abbiamo avuto
l’ardire di voler conquistare tutti, avendo ben presente
cosa evitare: non aver paura della complessità da offrire al
lettore più piccolo, sia narrativa sia grafica, ma scevra da
pseudo-intellettualismi che scoraggiano l’adulto e ignorano
il ragazzo.
Che cosa vi ha fatto pensare, che oggi si potessero fare
le “autobiografie” non solo come romanzi, ma anche
come romanzi grafici? Gli unici fumetti, mi pare, nella
vostra produzione libraria.
TOPIPITTORI – Giovanna Zoboli
Da piccola sono stata una lettrice di fumetti, per esempio
“Linus”, a cui mia madre era abbonata, e “Il Corriere dei
Piccoli” a cui eravamo abbonate mia sorella e io, senza
snobbare Diabolik e Topolino. Leggevo anche libri a fumetti, come “Sei storie di Atomino” di Marcello Argilli e
Vinicio Berti, o “Aurora” di Adela Turin e Annie Goetzinger,
storia di come Aurore Dupin divenne George Sand, per citarne solo due fra quelli più amati. Questo per dire che i
fumetti fanno parte della mia formazione di lettrice e che
fra libro e fumetto non ho mai avvertito una differenza né
di valore né di piacere nella lettura. Stessa cosa per Paolo
Canton che amava “Topolino”, oltre a essere un fanatico
del “Corriere dei Piccoli”. Credo che per un editore alla fine
conti più la propria esperienza che i trend di mercato. Ci ha
dato fiducia forse anche il fatto che in diversi paesi europei il fumetto è un linguaggio verso il quale editori e lettori
piccoli e giovani dedicano grande attenzione. Allora perché
non cercare questo pubblico anche qui da noi? La collana
di autobiografie d’infanzia e adolescenza, Gli anni in tasca
graphic è nata da una costola della nostra collana di narrativa Gli anni in tasca, dedicata appunto alle autobiografie.
Riflettendo sul fatto che il fumetto si presta naturalmente a
questo tipo di narrazione, perché sono moltissimi i fumetti
e le graphic novel che narrano vicende autobiografiche,
basti citare Persepolis di Mariane Satrapi, abbiamo pensato di aprire la collana a questo medium, che includeva
l’immagine insieme alla parola. Da tempo pensavano che ci
sarebbe piaciuto lavorare con il fumetto, e in questo modo
ci è sembrato di aver trovato un modo per farlo coerentemente con il nostro catalogo.
In apertura: copertina per
Viola, di Teresa Radice e
Stefano Turconi, Tunuè.
In alto a sinistra: Gliscacciaincubi, di Viviane
Schwarz, Novellini Panini.
Sotto: Il magnifico lavativo, di Tuono Pettinato,
per Topipittori.
lezione di fumetto|
Il Lettering
!"#$%&'($!!)$**
di Marco Ficarra
INIZIAMO UNA SERIE DI VERE “LEZIONI” SUL FUMETTO, CHE SIAMO CERTI
INTERESSERANNO A VARI LIVELLI. PARTIAMO DA UN IMPORTANTE ASPETTO, SPESSO
SOTTOVALUTATO, IL LETTERING, LA RESA GRAFICA DELLE PAROLE.E NE PARLA UN ESPERTO.
#$%&'!"
Per prima cosa partiamo dal dare una definizione di cosa
sia il lettering nel fumetto.
Il lettering è il posizionamento e il disegno delle nuvolette e
dei box per le didascalie che contengono i testi, la scrittura
dei testi stessi, dialoghi, pensieri, suoni, e rumori in tutte
le loro possibili variazioni all’interno della storia a fumetti.
Per specificare meglio possiamo individuare tre distinti momenti nel lettering:
A) Trovare la giusta posizione dei balloon e delle didascalie
all’interno della tavola per i dialoghi, i pensieri.
B) La scrittura dei testi all’interno dei balloon e didascalie, e
quindi scelta grafica del font.
C) Il disegno e il posizionamento delle onomatopee (i suoni,
rumori del fumetto: bang, crash, Kaboom).
Un bell’esempio di quanto detto può essere la tvola di Chris
Ware, che apre questo articolo.
IL TESTO DISEGNATO
Bene, adesso che abbiamo dato la giusta definizione al lettering possiamo anche dire che nel fumetto il testo ritorna
alle origini, vale a dire disegno. D’altra parte la scrittura
nasce dal disegno fino a trasformarsi, nei millenni, in scrittura. Per questo possiamo anche definire il lettering parola
disegnata.
Il lettering è spesso un passaggio trascurato a cui si pensa
solo alla fine con il risultato spiacevole di dover rimettere
mano al disegno o dover coprire parti disegnate con cura
con un balloon perché non era stato previsto lo spazio necessario per il testo da inserire.
Quando si procede con lo storyboard, contemporaneamente
si lavora ai testi, per i quali si deve prevedere già gli ingombri per i balloon che li devono contenere.
Ma prima di addentrarmi in consigli e suggerimenti tecnici
voglio soffermarmi sulle parole che il grande maestro del
fumetto come Will Eisner diceva a proposito del lettering:
«I ‘fumetti’ sfruttano due sistemi di comunicazione assolutamente fondamentali, le parole e le immagini. Questa separazione è consapevolmente arbitraria, ma sembra utile,
dal momento che nel mondo della comunicazione moderna
queste discipline sono considerate indipendenti. In realtà,
hanno invece un’origine comune, e il potenziale espressivo
del mezzo risiede tutto nella capacità di fondere abilmente
parole e immagini». E la tavola di Eisner qui sopra, dimostra
chiaramente e conferma quanto detto dall’autore stesso.
Queste parole ci permettono di capire meglio le grosse
potenzialità di questa «arte» misconosciuta nel fumetto,
evidenziando come i due linguaggi, la parola e il disegno,
benché separati, nel fumetto raggiungono la massima potenzialità quando si fondono insieme in un unico messaggio
comunicativo.
Possiamo anche aggiungere a favore dell’importanza del
lettering che il fumetto è, di fatto, un media audio-visivo
grazie al lettering che diventa una specie di colonna sonora
della storia narrata aiutando il lettore ad interpretare l’espressione delle voci, dei suoni, dei rumori.
In apertura: Una tavola molto
articolata e ricca di Chris
Ware. in Jimmy Corrigan, the
Smartest Kid on Earth, New
York, Pantheon Books, pp.
380.
Sopra: In questa tavola della
trilogia di Contratto con dio,
Will Eisner crea il titolo come
se si trattasse dei panni stesi
della biancheria presente nel
disegno..
Editore|
Diábolo
¡CHE DIABOLO
GLI SPAGNOLI!
COME NASCONO I NUOVI EDITORI DI FUMETTO?
QUALCHE VOLTA ARRIVANO DALL’ESTERO. UNA
NUOVA STRADA PER CAMBIARE IL SISTEMA PRODUTTIVO, ESPATRIANDO.
Intervista di Laura Scarpa
Diábolo Ediciones è una casa editrice spagnola, che da un paio di anniha
aperto anche in Italia e oggi anche in Francia e Germani. Un marchio che cerca
la vi della moltiplicazione, una scelta interssante per molti.
Incontriamo il direttore italiano, Riccardo Zanini.
Partiamo dall’esperienza spagnola, Diábolo Ediciones da quanti anni esiste e che tipo di fumetti ha prodotto e pubblicato?
Diábolo Ediciones è il progetto editoriale fondato nel 2005 da Lorenzo Pascual. Dopo aver fatto l’insegnante per anni, Lorenzo ha deciso di dedicarsi a
tempo pieno alla sua passione di sempre, i fumetti. Ha così iniziato a pubblicare, dapprima pochi titoli, di autori soprattutto spagnoli, poi sempre di più,
traducendo per la Spagna opere di autori francesi e americani, diversificando
molto il catalogo in direzioni anche piuttosto eterogenee, con l’unico denominatore comune che si trattasse di opere di qualità e che soddisfacessero
i suoi gusti personali (fra l’altro estremamente vari), sperando di incontrare
così anche quelli di molti lettori.
Tra gli autori più importanti c’è sicuramente Bastien Vivès, la cui opera in Spagna è esclusiva di Diábolo. Nel catalogo ci sono poi importanti serie di bande
dessinée e graphic novels comprate dai principali marchi francesi e belgi
(Dargaud, Dupuis, Le Lombard, Casterman, Soleil), sia di autori spagnoli che
lavorano per il mercato franco-belga, sia di autori d’oltralpe (Jazz Maynard,
Ken Games, L’expédition, Zaya, WW2.2…). Un’altra linea portata avanti fin
dall’inizio è quella delle raccolte di fortunate strisce umoristiche nate sul web,
soprattutto di autori spagnoli, ma non solo (El joven Lovecraft, Miau, R.I.P.,
Unspeakable Vault…). Grande spazio hanno ovviamente gli autori spagnoli,
con nomi importanti come Mauro Entrialgo o Paco Alcázar, legati allo humor
underground e alle riviste degli anni ‘80 e ‘90, ma anche maestri del genere
horror come Santipérez, Enrique Corominas, Rafa Fonteriz, Beroy & Polls e
in generale il gruppo che ruota intorno alla rivista semestrale Cthulhu (una
delle pochissime rimaste in Spagna) o giovani talenti di stile e tematiche più
contemporanei. Ci sono poi due linee più recenti; la prima è quella dei classici
americani, titoli comprati da prestigiosi marchi come Fantagraphics e Titan
Books e che propongono per la prima volta in castigliano raccolte inedite di
storie firmate da mostri sacri come Joe Simon e Jack Kirby,
Alex Toth, Steve Ditko, Bernard Krigstein… La seconda linea
editoriale, al momento la più fortunata, non è direttamente
di fumetti, ma viene a configurarsi come una sorta di “enciclopedia di cultura popolare”, attingendo da un immaginario estremamente vario e contiguo a quello del fumetto,
fatto di televisione, cinema, animazione, cultura pop anni
80 e 90, videogiochi, giocattoli e collezionismo ecc…
Oltre a corrispondere ai gusti eclettici di Lorenzo, questa
varietà ha consentito nei primi anni di rivolgersi contemporaneamente a pubblici diversi, senza chiudersi in una
nicchia di lettori di gusti determinati, ma declinando di
volta in volta le proposte editoriali su tematiche e sensibilità differenti.
Le vendite hanno premiato questa strategia commerciale,
che ha consentito negli anni di passare dai meno di dieci
titoli del 2006, agli attuali 35/40 all’anno.
La situazione del mercato spagnolo, a grandi linee?
Negli ultimi anni la crisi del settore editoriale e in generale
dei consumi culturali ha investito pesantemente anche la
Spagna. Il cómic, tra la resistenza del mezzo dovuta al suo
carattere materico, al “feticismo” e al collezionismo tipici
dei lettori di fumetti, e le profonde trasformazioni che lo
coinvolgono (nelle narrazioni, nei supporti, nei sistemi di
produzione, distribuzione e fruizione), cerca anche qui di
rinnovarsi per sopravvivere prima e crescere poi.
Da che cosa è nata l’idea di entrare nel mercato
italiano?Ha coinciso con la pubblicazione di Lorena Canottiere?
L’idea di iniziare, dalla Spagna, a fare fumetti in italiano
per l’Italia è nata nel solco di questo rinnovamento, della
ricerca di nuove strade. In questo caso nuovi mercati cui rivolgersi, senza rimanere legati alla classica compravendita
di diritti, ma proponendosi direttamente con il proprio marchio e una promozione specifica. Del ramo italiano, Diábolo
Edizioni, mi occupo io.
L’idea è nata quando, nel 2010, ho conosciuto Lorenzo per
proporgli di pubblicare in Spagna le strisce di Lorena Canottiere apparse sul suo blog Ça pousse e sulla tua rivista
«ANIMAls». Lorenzo, oltre all’edizione spagnola, ha pensato subito alla possibilità di distribuire il libro anche in
Italia, dove era altrettanto inedito. Così mi ha proposto di
occuparmi della creazione e gestione di una linea di titoli in
italiano: ho (faticosamente) trovato i canali per la distribuzione, seguo la promozione, l’ufficio stampa e la presenza
di Diábolo alle fiere di settore e ai principali festival.
Non avevi esperienze editoriali in questi ruoli.
Io ho fatto per anni il ricercatore in ambito socio-antropologico, occupandomi in particolare di rappresentazioni
visive della diversità culturale ed etnica, stereotipi visivi,
discorso pubblico, politico e mediatico, sulle minoranze
ecc… Al centro della mia ricerca ci sono sempre state le
narrazioni visuali – fotografia, cinema documentario, illustrazione… – e i formati attraverso cui tali narrazioni vengono messe in circolazione – giornali, riviste, televisione,
libri… Il mondo editoriale e le immagini sono sempre stati
presenti nel mio impegno come ricercatore e divulgatore.
Passare ai fumetti è stato piuttosto naturale, anche perché
ne sono sempre stato un appassionato lettore.
Per quanto riguarda i molti “mestieri” compresi nella figura
professionale dell’editore, devo ammettere di aver imparato quasi tutto in questi anni, in primo luogo per quel che
riguarda gli aspetti tecnici legati al mercato: produzione,
distribuzione ecc… soprattutto ho imparato che non ci si
annoia mai!
Sopra: Bastien Vivès, La
macelleria.
In alto a sinistra: Riccardo Zanini.
Che differenza vedi tra i due mercat, italiano e spagnoloi, come distribuzione e punti vendita?
Come sappiamo sono paesi culturalmente simili. Entrambi hanno importanti tradizioni di fumetto, sia come
scuole-autori che come consumo.
Fenomeni rilevanti tipici degli
ultimi decenni si sono verificati in forme simili nei due
contesti: come la crisi dell’edicola e delle riviste specializzate (in Spagna però non
è mai esistito il fumetto da
edicola bonelliano, né «Topolino», qui «Don Miky», ha
avuto la rilevanza dei “Disney
all’italiana”).
Lo sbilanciamento su manga
e supereroi nel canale delle
fumetterie, la comparsa del
fumetto (ops… graphic novel!)
nelle librerie generaliste e un
conseguente, lento, problematico, “sdoganamento intellettuale” della nona arte,
il fenomeno dei web-comics e
la permeazione attraverso le
reti sociali, la preoccupante
contrazione delle vendite
negli ultimi anni. Il mercato
spagnolo mi sembra però sostanzialmente più “sano”.
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