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10 • 2013
10 • 2013 Tema principale: formazione degli specialisti nella formazione professionale Tema di riflessione: insegnare nella formazione professionale, le ragioni di una scelta Tutti lo sanno e tutti lo dicono: la buona salute dell’economia svizzera dipende anche dalla qualità della sua formazione professionale. Il knowhow e le tecnologie innovative di cui disponiamo, infatti, non sarebbero possibili senza le competenze degli specialisti, una parte dei quali decide a un certo punto della propria vita di diventare responsabile della formazione professionale. Perché è importante saperlo? Quali sono le ragioni che spingono a diventare docente di formazione professionale? Come gestire la qualità del sistema svizzero della formazione professionale? A cura di Jean Matter, Jean-Louis Berger e Yannick D’Ascoli Jean-Louis Berger e Yannick D’Ascoli, ricercatori presso l’Istituto federale universitario per la formazione professionale (IUFFP) si sono occupati di queste tematiche, spesso trascurate. 605 docenti di corsi di formazione pedagogica presso lo IUFFP hanno partecipato a uno studio condotto in Svizzera tedesca e in Svizzera romanda. Si tratta di piastrellisti, meccanici, informatici, carpentieri che occupano posti di responsabilità nelle aziende, sanno trattare con i clienti trovando soluzioni adeguate e sono dotati di solide competenze tecniche. Queste persone possiedono anche un titolo di Per maggiori informazioni www.ehb-schweiz.ch/fr/rechercheetdeveloppement/axesderecherche/Pages/projektdetails. aspx?entityid=28 Contatto: [email protected] jean.matter@iffp-suisse. formazione superiore nel proprio settore di specialità e sono attive nell’insegnamento. La loro scelta di carriera influenzerà diverse generazioni di apprendisti e di adulti che frequentano cicli di formazione delle scuole professionali e permetterà loro di acquisire competenze professionali specifiche e affinare quelle di cui già dispongono. Lo scopo principale dello studio è indagare le ragioni di questa scelta e il modo in cui viene percepita la professione di docente. Si punta poi a individuare i fattori motivanti, come la sensazione di efficacia sul lavoro, il fatto di avere un’utilità sociale e professionale, ma anche le aspettative salariali e la possibilità di rapportarsi in modo diverso con i professionisti, giovani e meno giovani. Le informazioni necessarie sono state raccolte con un questionario che chiedeva ai docenti di scegliere fra una vasta serie di ragioni e percezioni. Un ritratto inedito dei docenti di formazione professionale In primo luogo lo studio ha rivelato che la scelta si basa principalmente sull’interesse per la professione di base e sull’utilità di trasmetterla, oltre che sulla volontà di dimostrare la propria competenza in azienda e nell’organizzazione condividendo le buone prassi, fornendo spiegazioni e aiutando i colleghi in difficoltà. Contrariamente ai luoghi comuni, i vantaggi sociali e materiali legati alla funzione di insegnante passano in secondo piano. Tra le sfide ritenute più interessanti spicca quella di contribuire a consolidare il tessuto sociale svizzero. Tuttavia, la professione di insegnante offre diverse sfide anche a livello personale: mantenersi aggiornati, rafforzare la propria leadership pedagogica e sviluppare una didattica di qualità tramite strumenti L’IUFFP ha esaminato i fattori di motivazione dei docenti di formazione professionale. ed esperienze in grado di attirare l’interesse delle persone in formazione. In secondo luogo i docenti si dichiarano «ampiamente» soddisfatti della loro scelta professionale. Tuttavia, esiste uno squlibrio tra il livello di competenza o di specializzazione necessario, il carico emotivo e lavorativo e i benefici, come la remunerazione e lo status sociale. Più le sfide da affrontare sono difficili più i benefici sono percepiti come importanti e il livello di soddisfazione dei docenti cresce. Comunque si riscontrano delle leggere differenze tra uomini e donne e tra regioni linguistiche. Da una parte e dall’altra della Saane Mentre i francofoni citano spesso motivi di opportunità e di prestigio sociale, i germanofoni insistono maggiormente sull’inclinazione personale. Tuttavia, nella Svizzera romanda lo status sociale dell’insegnante e il suo livello di specializzazione sono ritenuti meno importanti rispetto alla Svizzera tedesca, il che 10 • 2013 riflette la diversa popolarità di cui gode la formazione professionale nelle due regioni linguistiche. I cinque profili motivazionali dei docenti di formazione professionale Differenze tra uomini e donne Per le donne la pressione del contesto sociale sembra influenzare in modo meno marcato questa scelta di carriera, motivata soprattutto da fattori di utilità personale. Tuttavia, il carico di lavoro e la necessità di acquisire un livello di specializzazione più elevato sono elementi che accomunano sia gli uomini che le donne, nonostante il diverso numero di anni di formazione degli apprendisti o il differente ambito professionale. Cinque profili motivazionali Se i motivi per diventare docente di formazione professionale variano a seconda degli individui, lo studio ha permesso di individuare cinque profili corrispondenti a diverse combinazioni possibili di fattori motivazionali, illustrate nel grafico sottostante. I profili più interessanti sono due. Il primo, denominato «motivazioni poco adatte», designa una scelta basata essenzialmente su ragioni di opportunità e utilità personale. Queste persone si dichiarano nettamente meno soddisfatte del proprio lavoro rispetto ai colleghi, al punto che potrebbero lasciare l’insegnamento o limitare volontariamente la propria attività nelle scuole professionali. Il secondo profilo, quello delle «motivazioni multiple» caratterizza invece i docenti che si dichiarano maggiormente soddisfatti della propria scelta professionale e che sarebbero più capaci di sfruttare Nota: poiché le medie sono standardizzate lo 0 rappresenta la media dell’intero campione. Un punteggio positivo indica che il profilo tende a dare più importanza a un singolo determinante rispetto al resto del campione. aspetti nuovi del mestiere secondo le circostanze e i propri interessi. Per queste persone è più facile ipotizzare una carriera qualificante come insegnanti di formazione professionale. Le novità per i nuovi docenti La conclusione più interessante di questo studio a livello di politica formativa svizzera è senz’altro la scoperta dei fattori decisivi per il reclutamento e la preparazione di nuovi docenti di formazione professionale, ovvero un grande interesse per il loro mestiere di partenza e la volontà di propagare questo interesse. Va da sé che vi sono comunque diversi modi di concepire l’insegnamento professionale. Secondo lo studio una transizione facilitata dall’attività aziendale al insegnamento professionale si potrebbe rivelare come motivazione addizionale. Le implicazioni della ricerca sulla formazione dei docenti sono attualmente al vaglio dei ricercatori e dei formatori di insegnanti. Collaborazioni come queste permetteranno di sostenere la formazione del corpo docente grazie a risultati scientifici fondati. Riferimenti bibliografici -Berger, J.-L., & D’Ascoli, Y. (2011). Les motivations à devenir enseignant. Revue de la question chez les enseignants de première et deuxième carrière. Revue française de pédagogie, 175, 113-146. -Berger, J.-L., & D’Ascoli, Y. (2012). Enseigner en formation professionnelle: quels sont les facteurs qui influencent ce choix ? Lausanne : Institut Fédéral des hautes études en Formation Professionnelle. www.iffp-suisse.ch/Documents/BergerDAscoliRapportDeterminantsEnseignantsFpro.pdf -Berger, J.-L., & D’Ascoli, Y. (2012). Motivations to Become Vocational Education and Training Educator: A Person-oriented Approach. Vocations & Learning, 5, 225-249. -Berger, J.-L., & D’Ascoli, Y. (2012). Becoming a VET teacher as a second career: Investigating the determinants of career choice and their relation to perceptions about prior occupation. Asia-Pacific Journal of Teacher Education, 40, 317-341. Numero speciale: “Teaching Motivations in Different Countries: Comparisons using the FIT-Choice scale” (Guest editors: H. M. G. Watt & P. W. Richardson). 10 • 2013 Specialisti della formazione professionale a tutto tondo Chi lavora nella formazione professionale e vorrebbe iniziare una formazione continua può frequentare il corso di «specialista della formazione professionale con attestato professionale federale» offerto dalla Conferenza svizzera degli uffici della formazione professionale (CSFP). Il corso si tiene nei Cantoni di Friburgo, Ticino e Zugo. In Ticino viene organizzato dal Centro di formazione per formatori di Lugano, mentre nella Svizzera romanda se ne occupa il Centre de perfectionnement interprofessionnel di GrangesPaccot. Secondo Claire Veri Sanvito, direttrice del centro di formazione ticinese e Frédérique Tütsch, responsabile di formazione e membro della direzione per la Svizzera romanda, il corso contribuisce a garantire la qualità della formazione professionale. Signora Veri Sanvito, Signora Trütsch, como viene ricevuta l’offerta? Frédérique Tütsch: Attualmente in Svizzera romanda si svolge il corso di preparazione per la seconda volta. In base alla domanda riusciamo a tenere un corso di preparazione ogni due anni con un massimo di dodici candidati. Claire Vieri Sanvito: Già prima che entrasse in vigore il regolamento d’esame in Ticino sono stati avviati due corsi pilota, mentre nel settembre 2012 si è concluso il primo ciclo di formazione ufficiale. Complessivamente sono state formate dodici persone. Sia gli studenti che i docenti si sono dichiarati molto soddisfatti. Qual è il profilo dei candidati all’esame di professione? Claire Veri Sanvito: I candidati provengono dagli ambiti più diversi della formazione professionale: In gran parte si tratta di persone che lavorano nella Divisione cantonale della formazione professionale e che vogliono aggiornarsi, ma anche di persone come ad esempio ispettori, assistenti delle scuole professionali e formatori all’interno di grandi aziende. Frédérique Tütsch: Nel secondo ciclo di formazione è fortemente aumentata la i diplomati del primo corso ufficiale di «specialista della formazione professionale con attestato professionale federale» in Ticino con (da sin.) la presidente della Commissione garanzia qualità Rita Wiesendanger, Claire Veri Sanvito, il presidente della CFSP Theo Ninck, il consigliere nazionale Jacques-André Maire e (da destra) Gianni Moresi, membro della Commissione garanzia qualità. partecipazione dei formatori delle aziende di tirocinio, che rappresentano attualmente un terzo dei candidati. In che modo gli studenti vengono sensibilizzati al tema della qualità? Claire Veri Sanvito: Uno dei sei moduli della formazione centra sullo sviluppo della qualità nella formazione professionale. Nell’ambito di questo modulo i studenti vengono attrezzati dei strumenti per sviluppare dei progetti formativi rispettando le norme di qualità della propria realtà professionale. Inoltre il Centro di formazione per formatori ha implementato un sistema di gestione qualità che prevede un costante monitoraggio della qualità offerta nei propri corsi. Il Centro di formazione per formatori è certificato eduQua. Frédérique Tütsch: La qualità rientra fra i temi principali delle attività previste dai sei moduli e nel lavoro di progetto. Anche il nostro istituto ha ottenuto le certificazioni ISO e eduQua. Secondo voi in che modo l’esame di professione contribuisce a migliorare la qualità della formazione professionale? Claire Veri Sanvito: L’esame fornisce agli studenti una visione complessiva della formazione professionale e contribuisce a rafforzare la cooperazione tra i soggetti interessati, a vantaggio dell’intero sistema. Frédérique Tütsch: L’esame di professione convalida le competenze e migliora la qualità della formazione professionale. I titolari dell’attestato sono i migliori testimonial della propria formazione. Grazie alla qualità del lavoro che svolgono all’interno delle varie strutture, dimostrano la qualità di questa formazione e hanno un impatto sul sistema della formazione professionale. Tuttavia, sono convinta che in ambito formativo la qualità non dipende necessariamente da un esame professionale, ma questo è un altro discorso. Per maggiori informazioni: www.sbbk.ch/dyn/20736.php Contatto: Centro di formazione per formatori, Tel. 091 815 61 81, [email protected] Centre de perfectionnement interprofessionnel, Tel. 026 305 27 60, [email protected] 5 • •2012 10 2013 Connected learning: un progetto formativo per rafforzare la responsabilità individuale degli allievi Per promuovere l’apprendimento autonomo a lungo termine il Center for Young Professionals in Banking (CYP) ha ideato il progetto «connected learning», in cui gli allievi gestiscono il proprio processo d’apprendimento quasi del tutto autonomamente. Le modalità di supporto degli allievi sul posto di lavoro vengono illustrate nei corsi per formatori organizzati dal CYP. I corsi di formazione e formazione continua del CYP, il centro di competenza per la formazione di base in ambito bancario, si basano sul «connected learning», un approccio che riassume quattro principi didattici essenziali. I moduli prevedono la combinazione di studio individuale e studio in presenza. Per preparare gli allievi alle sfide del mondo del lavoro viene lasciata loro molta autonomia nell’organizzazione del processo d’apprendimento. Il compito dei formatori è quello di seguire gli allievi e promuovere l’applicazione delle conoscenze teoriche nella pratica. Nei corsi per formatori del CYP viene insegnato come assisterli al meglio nella formazione aziendale, ad esempio informandosi regolarmente presso di loro e presso il CYP sull’avanzamento della formazione, e come sostenerli adeguatamente nel processo d’apprendimento. Durante i corsi i formatori sperimentano in prima persona i contenuti del connected learning poiché anche il ciclo di formazione s’ispira a questo principio. Come sottolinea Sabrina Thoma, responsabile del corso per i formatori, il connected learning è un concetto nuovo e per molti insolito: «la maggior parte dei formatori ha conosciuto un modello formativo completamente diverso nella scuola dell’obbligo e durante la formazione professionale. Per questo può appari- Una formatrice con un allievo. re insolito che un corso in presenza non preveda solo lezioni frontali ma anche altri metodi didattici». Il connected learning si basa su quattro principi didattici: 1. apprendimento autogestito (assumersi la responsabilità dell’apprendimento, organizzare e verificare il proprio percorso); 2.apprendimento integrato (armonizzare diverse forme di insegnamento e di apprendimento, combinare al meglio e-learning e insegnamento in presenza); 3. apprendimento cooperativo (imparare dagli altri e con gli altri lavorando in due o a gruppi); 4.apprendimento orientato ai problemi (imparare risolvendo problemi rilevanti per la pratica, fare riferimento alle esperienze positive). Le esperienze fatte finora sono valutate positivamente, l’organizzazione dei corsi risulta viene giudicata varia, interessante e istruttiva. Sabrina Thoma racconta che alla fine del corso i formatori tornano al proprio lavoro «con nuove idee», anche grazie ai moduli specifici settoriali che hanno frequentato. Tuttavia, il connected learning non indica solo il legame fra competenze professionali, metodologiche, sociali e personali, ma anche tra le persone (networking). Inoltre, i formatori hanno la possibilità di affrontare questioni specifiche relative alla loro attività durante sedute di coaching o tramite appositi forum di discussione. Per maggiori informazioni: www.cyp.ch/bildungskonzept/connected-learning-film/ Contatto: Center for Young Professionals in Banking CYP, Tel. 043 222 53 53, [email protected] 5 • •2012 10 2013 La QualiCarte: un importante strumento di garanzia della qualità per i formatori Il corso di 100 ore che fornisce ai futuri formatori nelle aziende di tirocinio la necessaria preparazione pratica permette ai candidati di familiarizzarsi con i metodi della garanzia e dello sviluppo della qualità. Laurence Haudecoeur, formatrice presso Migros a Ginevra, ha avuto modo di conoscere la QualiCarte, un importante strumento per valutare la garanzia della qualità della formazione aziendale. Come viene illustrato il tema della QualiCarte durante il corso? I requisiti della QualiCarte vengono illustrati durante i corsi modulari offerti dall’ufficio cantonale dell’orientamento e della formazione professionale e continua e sono oggetto di lavori di gruppo in cui si esaminano casi concreti e vincolanti, oltre a esempi di esperienze compiute nelle aziende. I contenuti sono facilmente applicabili nella pratica? Assolutamente sì. In quanto formatrice di apprendisti, ogni azienda specifica alcuni requisiti obbligatori quali la conoscenza delle leggi e dei contratti e permette di mettere in pratica le competenze apprese (quale profilo reclutare per l’azienda, come accogliere un apprendista, come stabilire degli obiettivi, come risolvere i problemi, ecc.). Secondo lei l’introduzione della QualiCarte contribuisce in misura sufficiente alla garanzia della qualità? La QualiCarte permette di verificare la capacità di un’azienda di formare un apprendista in maniera professionale. La QualiCarte permette inoltre di «tracciare» la qualità della formazione e avere un quadro di riferimento comune per tutte le imprese. Si tratta quindi di un vettore essenziale per la garanzia della qualità della formazione impartita agli apprendisti. ne professionale e continua del Canton Ginevra permette ai formatori di apprendisti di autovalutarsi e migliorare la qualità del proprio lavoro. Queste formazioni dovrebbero essere obbligatorie per tutte le persone che hanno il compito di formare gli apprendisti. Per maggiori informazioni: www.ge.ch/formation_professionnelle/doc/edupros.pdf Contatto: [email protected] Quali altri metodi di garanzia della qualità conosce nella realtà? È la direzione che vuole un approccio molto marcato dal punto di vista formativo, orientato all’eccellenza e caratterizzato da un’effettiva volontà di trasmettere il proprio sapere. Alla fine tutto dipende dalle dimensioni dell’azienda e dalla capacità di controllare la qualità dell’assistenza fornita quotidianamente all’apprendista da parte dei formatori diretti. Con le schede di valutazione è possibile verificare questi aspetti. La formazione offerta dall’ufficio cantonale dell’orientamento e della formazioImpressum Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI Redazione e layout: Questioni di fondo + politica Lingue: t/f/i Newsletter autunno 2013 La prossima Newsletter Qualità uscirà a settembre 2013 e avrà come tema principale “Cleantech nella formazione professionale”. Contatto Bettina Bichsel, 031 322 93 79, [email protected] 5 • •2012 10 2013 Sviluppo della qualità nella formazione dei periti d’esame L’Istituto universitario federale per la formazione professionale (IUFFP) offre corsi di formazione e formazione continua per capi periti e periti d’esame. Negli ultimi anni l’offerta è stata costantemente sviluppata e adeguata alle esigenze. Oltre ai corsi di base, che introducono all’attività di perito, sono disponibili anche formazioni più specifiche. L’obiettivo è preparare in maniera mirata i capi periti e i periti d’esame allo svolgimento dei loro compiti specifici nel contesto della formazione professionale di base e della formazione professionale superiore. Il responsabile del settore specifico Thomas Meier spiega che la sistematica per la formazione e la formazione continua dei capi periti e dei periti d’esame è stata creata poco più di dieci anni fa, quando i loro compiti e le loro competenze sono stati esplicitamente tematizzati e si è resa necessaria la professionalizzazione del profilo. Secondo Meier si tratta di un’evoluzione importante in quanto i periti d’esame svolgono un ruolo significativo nella garanzia della qualità della formazione professionale. Negli ultimi anni si è affermata sempre di più la verifica orientata alle competenze, secondo la quale ogni tipo d’esame (pratico, orale o scritto) si basa su situazioni professionali rilevanti. Riuscire a gestire queste situazioni con efficacia applicando le conoscenze, le abilità e i comportamenti appresi mostra fino a che punto le norme professionali definite sono suf- I corsi dello IUFFP nel settore della formazione e formazione continua per periti d’esame. ficienti. Durante i corsi i partecipanti si esercitano con appositi esempi, simulazioni e giochi di ruolo. I contesti d’esame simulati vengono poi osservati e valutati. Secondo Thomas Meier sia le autorità che i partecipanti apprezzano molto l’orientamento pratico dei corsi. Per sapere se le competenze apprese sono utili nell’attività pratica, lo IUFFP svolgerà nell’estate 2014 al termine delle procedure di qualificazione, un’indagine sistematica fra coloro che hanno preso parte ai corsi. I risultati saranno disponibili nell’autunno 2014. Inoltre, ai fini della garanzia della qualità interna allo IUFFP, la soddisfazione dei partecipanti viene valutata alla fine di ogni corso sulla base di diversi criteri. Per maggiori informazioni: www.ehb-schweiz.ch/de/weiterbildung/pex/Seiten/default.aspx Contatto: Istituto universitario federale per la formazione professionale IUFFP, Campo specifico Periti d’esame, tel. 031 910 37 51 Lettura consigliata: «Ohne Kompetenz keine Qualität» Per una formazione professionale di alta qualità i responsabili della formazione professionale devono essere in possesso delle competenze e delle capacità necessarie. Nel libro «Ohne Kompetenz keine Qualität – Entwickeln und Einschätzen von Kompetenzprofilen bei Lehrpersonen und Berufsbildungsverantwortlichen» il team del Professor Fritz Oser riassume i risultati del programma di ricerca «Professional Minds» dell’Università di Friburgo. Gli autori analizzano il tema della qualità nella formazione professionale di base, chiedendosi quali sono i fattori che la determinano e com’è possibile riconoscerli e misurarli. Oser, F. / Bauder, T. / Salzmann, P. / Heinzer, S. (Hrsg.): Ohne Kompetenz keine Qualität - Entwickeln und Einschätzen von Kompetenzprofilen bei Lehrpersonen und Berufsbildungsverantwortlichen, Verlag Julius Klinkhardt, ISBN 978-3-7815-1887-2.