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Cancro alla prostata

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Cancro alla prostata
CANCRO ALLA PROSTATA
INFORMAZIONI GENERALI
La prostata
Il cancro alla prostata
La prostata è una piccola ghiandola, rivestita da tessuto muscolare e da una capsula fibrosa, che si
trova solo nell'apparato genitale maschile. Ha la dimensione di una noce e circonda la porzione
iniziale dell’uretra, il canale che trasporta l'urina dalla vescica al pene.
La prostata produce un liquido biancastro abbastanza denso che mescolandosi con quello
proveniente dalle vescicole seminali e con gli spermatozoi costituisce il liquido seminale. Essa
produce inoltre una proteina chiamata antigene prostata specifico (PSA) che è presente nel liquido
seminale.
La crescita e la funzione della prostata dipendono dall'ormone sessuale maschile, il testosterone,
prodotto dai testicoli.
Il retto si trova in prossimità della porzione posteriore della prostata. Vicino alla prostata vi sono
anche dei linfonodi, piccole ghiandole della dimensione di un fagiolo.
(bladder: vescica; pubic bone: osso pubico; prostate: prostata; penis: pene; urethra: uretra;
vas deferens: dotto deferente; testis: testicolo; spine: colonna vertebrale; rectum: retto)
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Diagramma che mostra i gruppi centrali di linfonodi.
Che cos'è il cancro alla prostata?
Il cancro alla prostata è solitamente diagnosticato negli uomini di età superiore a 50 anni, per questo
è raro riscontrarlo in soggetti più giovani. Questo tipo di cancro si differenzia dalla maggior parte
degli altri perché sono comuni, all’interno della ghiandola, piccoli focolai di cellule tumorali che
possono rimanere inermi per lungo tempo. Circa un terzo degli uomini con più di 50 anni evidenzia
la presenza di cellule tumorali nella prostata e quasi tutti quelli di età superiore a 80 anni presentano
un piccolo focolaio di cancro prostatico. In molti casi questi tumori crescono molto lentamente e,
specialmente nel caso di uomini più anziani, non creano problemi. In una piccola proporzione di
uomini, invece, il cancro alla prostata può crescere più velocemente e in alcuni casi diffondersi ad
altre parti dell’organismo, in particolare alle ossa.
CAUSE E DIAGNOSI
Cause
Quali sono le cause del cancro alla prostata?
Anche se le cause del cancro alla prostata sono tuttora sconosciute, vi sono potenziali fattori di
rischio in grado di aumentare le probabilità di sviluppare un carcinoma prostatico.
Gli uomini che hanno un parente stretto (padre, zio o fratello) che ha, o ha avuto, questa forma di
tumore, corrono più rischi di contrarre la malattia.
Una dieta ricca di grassi animali e povera di frutta fresca e verdure, aumenta il rischio di cancro alla
prostata. Anche un consumo elevato di calcio potrebbe aumentare il rischio di contrarre la malattia.
Pomodori e prodotti a base di pomodoro potrebbero aiutare a proteggersi dal cancro alla prostata.
Infatti i pomodori contengono una sostanza chiamata lycopene, in grado di ridurre i livelli di IGF-1
nel sangue, proteina che stimola la crescita delle cellule del cancro pancreatico.
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Sintomi
Quali sono i sintomi del cancro alla prostata?
I sintomi del cancro alla prostata si presentano tardivamente, quando il cancro è già di una
dimensione tale da fare pressione sull’uretra. Sia nel caso di un ingrossamento della prostata
(ipertrofia o iperplasia prostatica benigna), molto frequente negli uomini dopo i 50 anni, sia nel caso
di un tumore, i disturbi che potrebbero emergere sono:
• Indebolimento del getto delle urine;
• Aumento della frequenza dello stimolo ad urinare;
• Incontinenza occasionale;
• Dolore occasionale nell’urinare;
• Occasionale presenza di sangue nelle urine.
Se accusate di uno dei suddetti sintomi, consultate il vostro medico. Ricordate che la maggior parte
degli ingrossamenti della prostata non sono casi di cancro.
Il cancro alla prostata è spesso un tumore a crescita lenta i cui sintomi possono rimanere latenti per
molti anni.
Screening
Lo screening del cancro alla prostata
Negli ultimi anni lo screening per la diagnosi precoce dei tumori ha assunto un ruolo fondamentale
per alcune forme di cancro.
È stato sviluppato un esame del sangue che misura il livello di una proteina particolare chiamata
PSA. Il test dell’antigene prostata specifico (PSA) può aiutare a diagnosticare il tumore prostatico
quando si trova allo stadio iniziale.
La diagnosi precoce del cancro alla prostata può anche non risultare utile. Queste le ragioni:
- Molti piccoli tumori prostatici rilevati dallo screening del PSA non cresceranno mai abbastanza da
creare dei sintomi.
- La ricerca non ha ancora mostrato se una diagnosi precoce sia o meno favorevole al fatto che i
trattamenti incrementino le possibilità di cura.
- Il test del PSA, tuttavia, non è ancora certo. Su 100 uomini con innalzamento del livello del PSA,
solo 30 potranno avere cellule tumorali, mentre in un terzo dei casi di carcinoma prostatico il PSA
potrà risultare normale nonostante la presenza di cellule tumorali.
- Se il livello di PSA è alto, l’uomo verrà sottoposto ad ulteriori test (ad esempio una biopsia) che
possono essere sgradevoli ed in alcuni casi portare ad infezioni della ghiandola prostatica.
- Molti cancri alla prostata crescono lentamente e gli effetti collaterali del trattamento (radioterapia
o chirurgia), possono essere peggiori degli effetti del cancro alla prostata. Se i test indicano la
presenza di un cancro alla prostata in fase precoce, può risultare difficile decidere se intervenire o
meno coi trattamenti.
Uomini che non hanno sintomi ma che comunque vorrebbero sottoporsi ad un test del PSA,
dovrebbero parlarne con il loro medico di famiglia, che saprà dar loro tutte le informazioni
necessarie.
4
Commento [GO1]: In Italia si
parla di Medico di Medicna
Generale o di medico di famiglia,
non so in Svizzera quale è la
dizione esatta
Diagnosi
Come si formula la diagnosi?
Normalmente l'iter diagnostico inizia presso lo studio del medico di famiglia, che procederà
visitandovi e interpellandovi sulle vostre condizioni generali. I primi due esami prescritti, per
diagnosticare il cancro alla prostata, saranno l’esplorazione rettale e l’esame del PSA.
Esplorazione rettale
Visto che il retto è vicino alla ghiandola della prostata, il medico può sentire attraverso l’esame
rettale digitale, se ci sono anormalità. Infatti, dopo aver indossato un guanto lubrificato, inserirà un
dito nell’ano per tastare la prostata e verificare la presenza di eventuali masse. L’esame potrà
risultare fastidioso, ma non dovrebbe essere doloroso.
Se vi fosse un cancro nella ghiandola prostatica, essa risulterà indurita e “nodulosa”, mentre in
presenza di iperplasia prostatica benigna, risulterà ingrossata, soda e liscia. In alcuni casi, tuttavia,
la prostata potrebbe risultare normale al tatto, malgrado la presenza di un tumore.
L'esame del PSA
Un campione di sangue consente di verificare il livello di una sostanza detta PSA, antigene prostata
specifico. Il PSA è una proteina prodotta dalla prostata e che normalmente è presente, in piccole
quantità, nel sangue. I pazienti affetti da cancro della prostata tendono ad avere un livello di PSA
più alto nel sangue. Tuttavia, questo esame non è sempre affidabile in quanto i livelli di PSA
crescono con l’età. Il livello di PSA può crescere anche attraverso:
- infezioni urinarie;
- biopsie recenti alla prostata;
- la presenza di un catetere urinario (tubo che drena l’urina);
- interventi alla prostata o alla vescica;
- massaggi prostatici.
In molti uomini con cancro alla prostata il livello di PSA è normale.
In un individuo di 50 anni un PSA di circa 2.8 nanogrammi per millilitro di sangue è considerato
normale.
In uomini fino a 70 anni un PSA di circa 5.3 nanogrammi è considerato normale. Valori del PSA
più alti di questo possono essere dovuti a cancro alla prostata e richiedono una biopsia.
Uomini con un livello pari a 10 o maggiore necessitano di ulteriori controlli.
Generalmente si può affermare che più è elevato il livello del PSA e maggiore è la probabilità di
trovarsi in presenza di un tumore. Una volta trattato il tumore, il livello del PSA scenderà. Per tale
motivo, misurare il livello del PSA dopo un trattamento può essere utile per monitorare
l’evoluzione del cancro e valutare l’efficacia del trattamento.
Se il livello del vostro PSA è aumentato o se il vostro medico scopre delle anomalie durante
l’esplorazione rettale, verrete mandati in ospedale per ulteriori accertamenti.
Ecografia transrettale
Si tratta di una tecnica diagnostica che utilizza gli ultrasuoni per creare un’immagine delle strutture
interne di un corpo. Per sondare la ghiandola prostatica, si inserisce una piccola sonda che emette
ultrasuoni attraverso l’ano. Gli ultrasuoni vengono convertiti in immagini visualizzabili su uno
schermo. Questo tipo di esame misura le dimensioni e la densità della prostata. Un campione di
cellule (biopsia) può essere raccolto contemporaneamente per un esame istologico al microscopio.
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Commento [GO2]: Idem come
sopra
ed è in grado di riconoscere la presenza del tumore in più della metà dei casi. L’esame può essere
fastidioso, ma la sua esecuzione richiede pochi minuti.
Biopsia
Se i primi test (esplorazione rettale, PSA o ecografia transrettale) indicano la probabilità di un
cancro alla prostata, il medico può richiedere la biopsia. Questa consiste nel prelievo di alcuni
campioni di tessuto (generalmente da 6 a 12) dalla prostata per l’esame istologico al microscopio.
Di solito si esegue durante l’ecografia. Un ago viene inserito nel retto fino a raggiungere la prostata.
Questo test è solitamente fastidioso e a volte può risultare doloroso ma non necessita di un’anestesia
totale. Per ridurre il rischio di infezioni, vengono somministrati degli antibiotici. Nelle 24 ore che
seguono il test, è importante bere molti liquidi. Nei giorni successivi è possibile vedere tracce di
sangue nelle urine o nello sperma.
Sfortunatamente, non sempre la biopsia è in grado di identificare un cancro la dove invece è
presente. Se la biopsia è negativa, potrebbe risultare necessario ripeterla. A volte il PSA può essere
rimisurato alcuni mesi dopo e, se il suo livello dovesse risultare più elevato, la biopsia verrà
ripetuta.
Ulteriori esami
Ulteriori esami per il cancro alla prostata
Se la biopsia mostra la presenza di un cancro alla prostata, potrebbero essere necessari ulteriori
accertamenti per verificare se il cancro si è diffuso dietro ad altri organi.
Raggi X
A volte i raggi X al torace e alle ossa possono essere fatti per controllare lo stato di salute generale e
per capire se il cancro alla prostata si è esteso ad altre parti del corpo.
Scintigrafia ossea
Le ossa sono il posto più comune dove il cancro alla prostata si diffonde. La scintigrafia ossea
permette di identificare aree anomale delle ossa. Una piccola quantità di liquido leggermente
radioattivo viene iniettato in una vena, generalmente del braccio. Ossa anomale assorbono più
liquido radioattivo rispetto alle ossa sane e si mostrano evidenziate nelle immagini della
scintigrafia.
Dopo l’iniezione dovrete attendere fino a tre ore prima di procedere con l’esame (per far si che il
mezzo di contrasto entri in circolo), pertanto, per ingannare il tempo, portatevi un libro o un
giornale da leggere.
Il livello di radioattività della sostanza iniettata è basso e innocuo per il corpo. Questo test è in
grado di individuare anche altri problemi che affliggono le ossa come ad esempio l’artrite. Pertanto
altri test, come ad esempio i raggi X dell’area anomala, potrebbero risultare necessari per
convalidare una diagnosi di cancro.
Risonanza magnetica nucleare (RMN)
È un test diagnostico simile alla TAC, ma utilizza campi magnetici anziché raggi X per creare una
serie di immagini del vostro corpo. Durante il test vi verrà chiesto di sdraiarvi su un lettino, che sarà
introdotto all’interno di un cilindro metallico, e di restare perfettamente immobili. Alcuni
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potrebbero avere qualche problema di claustrofobia durante la procedura che è molto rumorosa e
richiede l’applicazione di cuffie o tappi per le orecchie.
Si tratta di un esame indolore della durata di una trentina di minuti. Molto probabilmente sarete in
grado di tornare a casa non appena il test sarà terminato.
Tomografia assiale computerizzata (TAC)
È una tecnica diagnostica che rileva una serie di immagini di un’area del corpo attraverso i raggi X.
Mediante questo tipo di esame si ottengono tante inquadrature che un computer elabora con lo
scopo di ottenere un quadro dettagliato dell’interno del corpo. In altre parole, questo test è in grado
di dire se il cancro si è diffuso nei tessuti circostanti la ghiandola prostatica o nei linfonodi accanto
alla prostata.
La TAC dura dai 10 ai 30 minuti. Per ottenere immagini più chiare è possibile che vi venga iniettato
un mezzo di contrasto.
Molto probabilmente sarete in grado di tornare a casa non appena il test sarà terminato.
Cistoscopia
Una cistoscopia flessibile potrebbe essere usata per effettuare il controllo del rivestimento interno
dell’uretra e della vescica. Un tubo sottile e flessibile contenente una luce viene fatto passare dalla
punta del pene, lungo l’uretra fino a raggiungere la vescica.
Una cistoscopia rigida richiede un tubo sottile e rigido. Se la ghiandola prostatica comprime l’uretra
causando un blocco, alcune delle parti interne della ghiandola prostatica possono essere rimosse
liberando il blocco. Un anestetico locale, solitamente un gel, può essere utilizzato per rendere
insensibile l’uretra.
Ci vuole da qualche giorno fino a un paio di settimane per ottenere i risultati delle analisi. L’attesa
dei risultati potrà essere un momento duro da affrontare; è possibile che sentiate il bisogno di un
supporto familiare o professionale. I risultati del test mostreranno il grado e lo stadio del cancro alla
prostata. Queste informazioni saranno utili al medico per decidere il trattamento al quale sottoporvi.
Grado e stadio
Grado e stadio del cancro alla prostata
Il grado
Il grado si riferisce all’aspetto delle cellule tumorali quando il campione della biopsia viene
osservato al microscopio e dà un’idea della velocità con la quale si sviluppa un cancro. Ci sono
diversi sistemi di graduazione ma il più usato è quello di Gleason. La graduatoria di Gleason valuta
il modo in cui le cellule tumorali sono disposte all’interno della prostata attraverso una scala che va
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da 3 a 5. Si valutano i due modelli più frequenti di crescita di cancro alla prostata e si sommano
insieme dando un punteggio totale che va da 6 a 10.
Più è basso il punteggio e più è basso il grado del tumore:
- punteggio pari a 6: tumore generalmente a crescita lenta e con minor tendenza alla diffusione;
- punteggio pari a 7: tumore di grado moderato;
- punteggio da 8 a 10: tumore generalmente a crescita veloce e con alta tendenza alla diffusione.
Lo stadio
Lo stadio descrive le dimensioni del tumore e la sua eventuale diffusione al di fuori dell’area del
corpo originale.
Conoscere lo stadio del cancro ed il grado aiuta i medici a decidere i trattamenti più appropriati. Ci
sono alcuni sistemi che classificano gli stadi, e uno è descritto di seguito:
T1: Il tumore è circoscritto alla prostata ed è troppo piccolo per essere individuato con
l’esplorazione rettale, ma può essere diagnosticato mediante il test del PSA, la biopsia o il TURP
(vedi Chirurgia). Generalmente si tratta di un tumore asintomatico.
T2: Il tumore è circoscritto alla prostata ma è sufficientemente voluminoso da essere individuato
durante l’esplorazione rettale o l’ecografia. Si tratta di un tumore spesso asintomatico.
T3/T4: Il tumore si è diffuso oltre la prostata e ha invaso i tessuti circostanti.
I tumori T1 e T2 sono conosciuti come cancro prostatico localizzato (anche definiti cancro
prostatico iniziale).
I tumori T3 e T4 sono conosciuti come cancro prostatico localmente avanzato.
Se i linfonodi, le ossa o altri parti del corpo sono affetti, il tumore si definisce metastatico, oppure
cancro prostatico secondario, o ancora cancro prostatico avanzato.
TRATTAMENTO
Tipi
I tipi di trattamento usati per il cancro alla prostata
Secondo parere
Alcune persone trovano che conoscere un altro parere medico sia utile per decidere il trattamento da
seguire. Se crede che possa essere utile, il suo medico la può indirizzare ad un altro specialista per
un secondo parere.
Cancro della prostata allo stadio iniziale
Le opzioni per il trattamento del cancro della prostata in stadio iniziale includono:
- sorveglianza attiva (monitoraggio attivo);
- intervento chirurgico (rimozione della ghiandola prostatica);
- radioterapia (a fasci esterni o brachiterapia);
- terapia ormonale;
- attesa sorvegliata.
Per ottenere migliori risultati può essere usata una combinazione di trattamenti.
Se il tumore prostatico è diagnosticato in fase iniziale (quando è completamente circoscritto alla
prostata), e non causa alcun sintomo, potrebbe non essere necessario impostare un trattamento.
Questo perché generalmente il cancro alla prostata ha una crescita molto lenta ed un piccolo cancro
potrebbe non diventare mai fonte di problemi per la vita di un uomo. I trattamenti per il cancro alla
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prostata causano effetti collaterali quali impotenza o incontinenza; per molti uomini si tratta di
effetti ancora peggiori che quelli causati dal cancro.
Se il medico ritiene che nel vostro caso non sia necessario intervenire con un trattamento, vi offrirà
una sorveglianza attiva (monitoraggio attivo) o un’attesa sorvegliata.
Sorveglianza attiva
Si usa nel caso di uomini giovani e in forma che si trovano allo stadio iniziale del cancro. Significa
sottoporsi a regolari analisi del PSA (e regolari biopsie della prostata) per vedere se il cancro ha
iniziato a crescere. L’obiettivo è quello di monitorare questi individui di modo da essere in grado di
offrire, a coloro il cui cancro peggiora, delle terapie che contrastino il suo sviluppo e che magari li
portino a guarire. Uomini che hanno un cancro che non cresce e non si sviluppa, possono essere
monitorati in modo sicuro. La sorveglianza attiva permette di offrire trattamenti chirurgici o di
radioterapia a pazienti che ne hanno davvero bisogno.
L’attesa sorvegliata
Si ha quando il test del PSA viene usato per monitorare uomini più vecchi o che hanno altri
problemi di salute di una certa importanza che non gli permettono di essere operati o sottoposti a
radioterapia. Se lo sviluppo dei sintomi è legato allo sviluppo del cancro, medicine e trattamenti
sono utili per controllare i sintomi ma non servirebbero a curare la malattia.
Spesso il cancro alla prostata cresce molto lentamente e non crea problemi durante il ciclo di vita di
una persona.
Le scelte di trattamento
Possono essere usate sia la rimozione chirurgica della ghiandola prostatica, sia la radioterapia.
L’obiettivo di entrambe è quello di liberarsi dalle cellule tumorali e curare il cancro. È più facile che
a uomini più giovani, o che hanno un cancro da moderato ad alto, venga offerto un intervento
chirurgico o la radioterapia. In alcuni casi queste terapie curano il cancro, in altri alcune cellule
tumorali permangono anche dopo il trattamento. Può capitare il caso in cui inizialmente, per un
certo periodo, le cellule tumorali scompaiano dopo il trattamento ma che poi riappaino.
In uomini con un cancro alla prostata in fase iniziale, la rimozione chirurgica e la radioterapia
sembrano avere gli stessi effetti.
Ogni terapia ha i suoi benefici ed i suoi effetti collaterali che vi verranno spiegati dal medico
curante nella fase decisionale.
I benefici e gli effetti collaterali del trattamento del tumore prostatico iniziale sono descritti nella
tabella sottostante.
Tab. 1 Benefici ed effetti collaterali del trattamento del tumore prostatico iniziale
Trattamento Benefici Effetti collaterali
Trattamento
Monitoraggio attivo
Benefici
- Risparmia trattamenti inutili e
non ha effetti collaterali;
- Punta ad identificare uomini
che necessitano un trattamento;
- Nessuno stravolgimento della
vita quotidiana.
Effetti collaterali
- Preoccupazione che il tumore
cresca creando complicazioni e
interessando altri organi;
- Il trattamento potrebbe
risultare necessario in un
secondo momento.
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Chirurgia radicale
- Il tumore può essere
completamente curato;
- Il monitoraggio del PSA può
consentire l’accertamento
tempestivo di un’eventuale
recidiva.
- L’operazione richiede una
degenza di una settimana ed
una convalescenza che può
durare fino a sei settimane;
- Stanchezza dopo l’intervento;
- Rischio di impotenza (più
dell’80%);
- Rischio di incontinenza
urinaria (dal 20 al 40%);
- Rischio di decesso correlato
all’intervento (1 su 500 casi).
Radioterapia
- Il tumore può essere
- È necessario recarsi in
completamente curato;
ospedale, per sottoporsi al
- Il monitoraggio del PSA può trattamento, tutti i giorni per
consentire l’accertamento
una durata che va da 6 a 7
tempestivo di un’eventuale
settimane;
recidiva;
- Stanchezza durate e dopo il
- Non comporta interventi
trattamento (può persistere per
chirurgici o perdita di sangue;
qualche mese);
- Non richiede anestesia.
- Sono comuni cistiti durante e,
per un breve periodo, anche
dopo il trattamento;
- Possibili danni a lungo
termine a vescica e retto (25%);
- Rischio d’impotenza (dal 30
al 50%).
Brachiterapia (inserimento di - Il tumore può essere
- Può causare un
fonte di radioattività)
completamente curato;
restringimento dell’uretra
- Procedura semplice (richiede (rendendo difficile urinare);
- Causa effetti collaterali simili
alcune sessioni di
pianificazione e una sessione di alla branchiterapia;
trattamento);
- Adatto solo a cancri prostatici
- Tempi di recupero veloci;
piccoli;
- Il monitoraggio del PSA può - Effetti a lungo termine
sconosciuti (trattamento
consentire l’accertamento di
un’eventuale recidiva dopo il
relativamente nuovo);
trattamento (è meno accurato
- Necessita anestesia;
che dopo un intervento
- Può causare bruciori per
chirurgico).
diversi mesi durante
l’urinazione;
- Può causare problemi di
erezione (fino al 50%);
- Porta ad un maggiore rischio
di incontinenza, di cistiti e di
infiammazioni dell’uretra
rispetto alla branchiterapia.
Terapia ormonale
- Causa raramente problemi
- Non sconfigge tutte le cellule
intestinali o di diarrea;
tumorali se effettuato come
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- Può tenere sotto controllo il
tumore per diversi anni e non
necessita di ospedalizzazione;
- L’efficacia del trattamento è
monitorabile attraverso il test
del PSA;
- Può addizionarsi a
radioterapia o chirurgia.
unico trattamento;
- Può causare diversi effetti
collaterali quali gonfiore al
seno, vampate, diarrea,
incapacità d’erezione e
mancanza del desiderio
sessuale. Gli effetti collaterali
variano a seconda della terapia
ormonale usata.
Cancro alla prostata localmente avanzato
La maggior parte dei tumori prostatici localmente avanzati può essere controllata per molti anni con
la terapia ormonale e/o con la radioterapia alla prostata ed alle aree circostanti. La chirurgia non è
usata a questo stadio. Alcuni casi di tumori prostatici localmente avanzati possono essere
completamente ripuliti dalle cellule tumorali o guariti.
In uomini d’età avanzata, che non accusano alcun sintomo causato dal cancro o che hanno altri
problemi medici, potrebbe essere preferibile non consigliare alcun trattamento (continuando però il
monitoraggio del PSA e tenendo sotto controllo l’eventuale insorgenza di sintomi). Questa tecnica è
conosciuta come attesa sorvegliata ed è un modo comune di gestire un cancro alla prostata
localmente avanzato. È usata perché la crescita del cancro potrebbe essere talmente lenta da
rischiare che gli effetti collaterali di un trattamento siano molto peggiori della malattia in sé.
Cancro metastatico
Se il cancro si è diffuso ad altre parti del corpo (nella maggior parte dei casi alle ossa), la terapia
ormonale può risultare efficace per diversi mesi o anni. Spesso è in grado di ridurre le dimensioni
del tumore alleviando sintomi quali stanchezza, difficoltà nell’urinare e fastidio e/o dolore. Sono
disponibili diverse terapie ormonali.
La chemioterapia è consigliata quando il trattamento ormonale non è più in grado di tenere sotto
controllo il cancro. Anche se la chemioterapia non riesce a distruggere tutte le cellule tumorali, essa
è comunque in grado di ridurre le dimensioni del tumore e di conseguenza i sintomi. Può migliorare
la qualità di vita e prolungarla pur portando con sé degli effetti collaterali che il medico illustrerà a
seconda del caso.
La chirurgia non è risolutiva per i pazienti con tumore metastatico ma a volte una resezione
transuterale (TURP) può alleviare i dolori che si hanno durante la minzione.
Se il tumore si è diffuso alle ossa della spina dorsale, può portare a debolezza, formicolio e/o
intorpidimento alle gambe (dovuto alla pressione sui nervi spinali). Se non si interviene, i nervi
potrebbero rimanere permanentemente danneggiati.
Il trattamento può spesso prevenire i danni, così se sviluppate un senso di debolezza o
intorpidimento alle gambe, è importante che contattiate immediatamente il vostro oncologo.
Scegliendo il trattamento
Decidere quale sia il trattamento migliore per il cancro alla prostata non è sempre semplice e
occorre prendere in considerazione diversi fattori, quali:
· il vostro stato di salute generale;
· il grado e lo stadio del tumore prostatico;
· il livello del PSA;
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· gli effetti collaterali più comuni dovuti al trattamento;
· il vostro punto di vista sui possibili effetti collaterali del trattamento e quanto siete disposti a
rischiare di andare incontro a questi effetti per beneficiare del controllo che il trattamento ha sul
cancro.
Il trattamento possibile per la vostra situazione è probabilmente discusso da un gruppo di medici
che collabora insieme. Questo gruppo è definito interdisciplinare perché include un chirurgo
(urologo) e medici che sono specializzati in radioterapia, terapia ormonale e chemioterapia.
Il team include anche infermiere specializzate, operatori sociali e fisioterapisti.
Consenso
Dare il consenso al trattamento per il cancro alla prostata
Prima di sottoporvi ad un qualsiasi trattamento, il medico vi informerà sul percorso da seguire e vi
chiederà di sottoscrivere un modulo che certifichi la vostra adesione al trattamento stabilito. Si tratta
di un consenso che permette al personale ospedaliero di procedere con la somministrazione del
trattamento. Non sarete sottoposti ad alcun trattamento medico se non firmerete il modulo di
consenso e, prima che vi sia richiesto di firmare, accertatevi di ricevere le seguenti informazioni:
- tipo e durata del trattamento;
- vantaggi e svantaggi del trattamento;
- trattamenti alternativi disponibili;
- possibili rischi ed effetti collaterali causati dal trattamento.
Alcuni individui, ai quali è stato diagnosticato un cancro prostatico allo stadio iniziale, potrebbero
venir informati sul fatto che uno dei trattamenti possibili è la sorveglianza attiva.
Se non capite cosa vi è stato detto, fatelo sapere al team di cure di modo che vi possa rispiegare il
tutto. Alcuni trattamenti sono complessi, pertanto non è inusuale il fratto che si fatichi a
comprendere e che si necessiti di un’ulteriore spiegazione.
Spesso il fatto di farsi accompagnare, da un parente o un amico, nel momento del reperimento delle
informazioni sul trattamento può rivelarsi una buona idea, soprattutto perché sarà più facile
ricordare i contenuti della discussione. Anche lo stendere una lista di domande da porre al medico
prima della visita potrebbe essere d’aiuto.
I pazienti spesso credono che il personale ospedaliero sia troppo impegnato per rispondere alle loro
domande; è importante che il trattamento vi sia chiaro e che il personale ospedaliero si renda
disponibile a rispondere alle vostre domande.
Potete prendervi il tempo che ritenete necessario per pensare al trattamento e decidere se sottoporvi
o meno. Potete anche decidere di non sottoporvi al trattamento che vi è stato consigliato; lo staff
medico vi esporrà a cosa andrete in contro rifiutando le cure.
Sorveglianza attiva
Sorveglianza attiva (monitoraggio attivo) del cancro alla prostata
Con sorveglianza attiva s’intende che il medico vi terrà sotto attenta osservazione. Attualmente gli
esami del sangue e la biopsia possono individuare un cancro alla prostata nella sua fase iniziale. Ciò
che non è ancora possibile, attraverso questi test, è dire se il cancro si svilupperà, o meno, fino al
punto di creare dei sintomi. La maggior parte dei cancri alla prostata crescono in maniera talmente
lenta da non causare alcun problema durante la vita di una persona. Tutti i trattamenti contro il
cancro alla prostata causano effetti collaterali, e per alcuni questi effetti sono peggiori che i sintomi
della malattia.
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Quando viene diagnosticato un cancro alla prostata il medico potrebbe consigliare di aspettare di
vedere se si tratta di un cancro che potrebbe causare problemi o meno, piuttosto che sottoporvi
immediatamente ad un trattamento.
Se vi consigliano di seguire la procedura di attesa sorvegliata, verrete sottoposti ad analisi del
sangue ogni 1-3 mesi per monitorare il livello di PSA ed a frequenti esami rettali. Naturalmente
verrà monitorato anche l’eventuale insorgere di sintomi. Potreste anche essere sottoposti a frequenti
biopsie. Se questi esami dovessero mostrare che il cancro è in via di sviluppo, il medico vi
raccomanderà un trattamento, quale chirurgia o radioterapia, con l’intento di curarvi dalla malattia.
Chirurgia
Chirurgia quale trattamento contro il cancro alla prostata
La chirurgia potrebbe essere il trattamento che fa per voi; ciò dipende dal tipo, dalla dimensione e
dal diffondersi del cancro. Prima di sottoporvi a qualunque intervento, siate sicuri di averne
discusso i dettagli col medico; è importante che siate a conoscenza di ciò che l’operazione
comporta, delle probabilità di riuscita, degli effetti collaterali più probabili e del fatto che ci siano o
meno altre opzioni che potrebbero risultare più adatte al vostro caso.
Questa sezione descrive tre tipi di interventi chirurgici usati per trattare il cancro alla prostata.
Prostatectomia radicale
Rappresenta una delle opzioni per trattare i tumori prostatici in stadio iniziale e viene effettuata da
chirurghi specializzati. Si tratta di un intervento che prevede la completa asportazione chirurgica
della prostata, e avviene o attraverso l’addome oppure attraverso l’area compresa tra scroto e ano.
Lo scopo è quello di eliminare completamente le cellule tumorali. Solitamente si esegue solo su
pazienti di età inferiore a 70 anni.
Spesso questo tipo d’intervento causa impotenza ( incapacità di avere e mantenere l’erezione). A
volte è possibile fare un’operazione di tipo speciale chiamata nerve-sparing prostatectomy, che
potrebbe ridurre il rischio d’impotenza. L’operazione potrebbe anche causare problemi
d’incontinenza urinaria.
Dato che il medico non è in grado di prevedere chi soffrirà degli effetti collaterali, è necessario che
siate completamente a conoscenza dei rischi in anticipo. Il vostro medico vi parlerà dell’intervento,
dei suoi possibili effetti collaterali e dei trattamenti alternativi. Anche se attraverso la
prostatectomia può liberare completamente molti uomini dalle cellule tumorali, in 1 su 3 esse
possono riapparire nell’area della prostata anche molto tempo dopo l’intervento. La radioterapia
esterna può essere condotta sull’area della prostata. Tuttavia, la dose di radioterapia che può essere
usata in questa situazione è minore rispetto a quella a cui sono sottoposti coloro che la usano quale
primo trattamento. L’area sottoposta alla radioterapia è maggiore e ciò può causare più effetti
collaterali.
Dopo l'intervento
Dopo la prostatectomia radicale vi verrà data una flebo (infusione intravenosa) attraverso una vena
nel braccio e vi verrà inserito un catetere per drenare l’urina dalla vescica. Se l’intervento è stato
eseguito per via addominale, probabilmente vi verrà applicato un tubo alla ferita per drenare i
liquidi in eccesso. Dopo l’intervento potreste accusare dolore o fastidio che potrebbe perdurare per
qualche settimana, soprattutto nell’atto di camminare. Gli antidolorifici dovrebbero servire a gestire
la situazione pertanto se non dovesse essere così avvisate lo staff curante.
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A partire da una settimana a 10 giorni dopo l’intervento, dovreste essere pronti a tornare a casa.
Probabilmente porterete il catetere per una o tre settimane di modo da permettere all’uretra di
guarire. Qualora dovessero sorgere dei problemi contattate al più presto il vostro medico.
Effetti collaterali della prostatectomia radicale
L’intervento alla prostata potrebbe avere quali effetti collaterali problemi d’erezione (impotenza
sessuale) e l’impossibilità di controllare la vescica (incontinenza). L’impotenza è dovuta ad un
ridotto afflusso di sangue al pene derivato dal danneggiamento di arterie o nervi. Spesso la necessità
di rimuovere tutte le cellule tumorali rende impossibile evitare il danno alle strutture nervose. Il
rischio d’impotenza dopo l’intervento si aggira attorno al 50%, e più, per uomini sotto i 60 anni che
hanno avuto nerve-sparing prostatectomy. Il rischio aumenta attorno all’80% e più in uomini con
più di 70 anni ed è ancor maggiore se la tecnica del nerve-sparing prostatectomy non è usata. I
problemi di incontinenza dopo la prostatectomia radicale sono meno frequenti. La maggior parte dei
pazienti soffre di problemi di incontinenza nel momento in cui viene rimosso il catetere, ma
generalmente la situazione migliora col tempo. A distanza di un anno circa dall’intervento, il 45%
dei soggetti operati avrà perdite occasionali di urina, alcuni dovranno fare ricorso agli assorbenti
appositi per l’incontinenza e altri dovranno continuare a portare il catetere quale sussidio.
Inoltre, alcuni uomini soffriranno di diarrea o costipazione per alcuni mesi a seguire dalla
prostatectomia.
Orchiectomia (asportazione dei testicoli)
Anche se si tratta di un intervento chirurgico, lo scopo di asportare i testicoli è quello di ridurre il
livello di testosterone (ormone maschile) nel corpo pertanto è discusso nella sezione delle terapie
ormonali. Vista la presenza di molti medicinali dediti alla cura ormonale, l’orchiectomia è poco
praticata.
Assistenza a domicilio dopo un trattamento chirurgico
Se pensate che avrete delle difficoltà a far fronte al periodo postoperativo presso la vostra
abitazione, fatelo sapere alla vostra infermiera o all’assistente sociale nel momento del ricovero in
ospedale di modo che questi possano organizzare gli aiuti necessari.
Così come sono in grado di dare consigli pratici, molti assistenti sociali sono anche preparati nel
supporto ai pazienti e familiari sia in ospedale che a casa. Se volete parlare con un assistente
sociale, fatelo sapere all’infermiera o al medico che organizzeranno per voi un incontro.
La radioterapia
La radioterapia quale trattamento per il cancro alla prostata
La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali, cercando allo
stesso tempo di salvaguardare le cellule sane. La radioterapia per il cancro alla prostata viene
solitamente somministrata attraverso una macchina che irradia fasci esterni di raggi X. Nel caso di
uomini che hanno un cancro alla prostata allo stadio iniziale, è possibile agire attraverso la
brachiterapia che, col posizionamento di piccole sorgenti radioattive, permette di irradiare la
prostata dall’interno. Entrambe le modalità sembrano avere la medesima efficacia.
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Quando si ricorre alla radioterapia
In caso di cancro alla prostata in fase iniziale la radioterapia viene somministrata al tumore nella
ghiandola prostatica. L’obiettivo è distruggere le cellule tumorali cercando di danneggiare il meno
possibile le cellule normali delle aree circostanti, come la vescica ed il retto. Questa terapia è
conosciuta col nome di radioterapia radicale.
La radioterapia può essere utilizzata anche nel caso in cui il tumore si è diffuso in altre parti del
corpo, come alle ossa. In una tale situazione, il trattamento non è in grado di eliminare tutte le
cellule tumorali e curare il cancro, ma può ridurre sintomi quale il dolore, per rendere più
confortevole la malattia. Questa terapia è conosciuta come terapia palliativa.
Radioterapia a fasci esterni
La radioterapia viene somministrata in ospedale, generalmente a sessioni giornaliere (dal lunedì al
venerdì). Nel caso di cancro alla prostata in fase iniziale, le sessioni potrebbero durare alcune
settimane.
Pianificazione della radioterapia
La pianificazione è una parte molto importante della radioterapia e potrebbe richiedere alcune
visite. Deve essere pianificata attentamente per accertare che risulti il più efficace possibile. Il
trattamento sarà pianificato dall’oncologo.
Generalmente vengono fatti dei segni sulla pelle per aiutare il radiologo a posizionarvi in maniera
accurata e per mostrare dove verranno indirizzati i raggi. Visto che tali segni dovranno perdurare
per la durata del trattamento, verranno fatti, col vostro permesso, con un pennarello indelebile.
Sessioni di trattamento
All’inizio di ogni sessione di radioterapia il radiologo vi posizionerà con attenzione assicurandosi
che siate comodi. Anche se durante il trattamento verrete lasciati soli nella stanza, potrete parlare
col radiologo che vi terrà sotto osservazione dalla stanza accanto. La radioterapia non è dolorosa ma
dovrete stare coricati e fermi per qualche minuto.
Effetti collaterali a breve termine della radioterapia
La radioterapia della prostata può provocare irritazioni al retto, fastidio e aumento del movimento
intestinale. A volte può causare dolori attorno all’ano. Il medico può prescrivere dei medicinali che
attenuano il dolore e chiedervi di cambiare la vostra dieta alimentare.
La radioterapia può anche causare cistiti, le quali aumenteranno la frequenza della necessità di
urinare e possibili bruciori durante la minzione. Anche in questo caso il medico potrà prescrivervi
dei farmaci per alleviare il disturbo. Generalmente questi effetti spariscono in maniera graduale
qualche settimana dopo il trattamento. Raramente, nel caso di problemi nella minzione, è necessario
inserire un catetere.
La radioterapia alla prostata può rendere più difficile l’erezione; ci sono vari trattamenti che
possono essere di aiuto.
La radioterapia può anche causare effetti collaterali di tipo generico come stanchezza, che può
essere più o meno sentita in funzione del trattamento e della sua durata. Il radiologo saprà dirvi cosa
aspettarvi. Cercate di bilanciare il riposo con l’esercizio fisico leggero e regolare, specialmente se
dovete percorrere ogni giorno un lungo tratto di strada per sottoporvi al trattamento.
La terapia potrebbe anche farvi cadere i peli del pube. Dopo il trattamento ricresceranno
probabilmente più fini e radi.
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La maggior parte degli effetti collaterali della radioterapia scompare gradualmente dopo la terapia.
Alcuni possono persistere per qualche mese, altri possono risultare permanenti. Per qualsiasi
problema durante il trattamento rivolgetevi al personale curante, che sarà in grado di aiutarvi.
La radioterapia non vi rende radioattivi; potrete stare a contatto con gli altri, anche con i bambini,
come avete sempre fatto.
In molti casi la radioterapia è in grado di distruggere definitivamente le cellule tumorali. Tra questi,
in un caso su tre (30%) il tumore può ricomparire in un secondo momento dopo il trattamento.
Occasionalmente, in una tale situazione, s’interviene con l’asportazione chirurgica della ghiandola
prostatica. Questa operazione viene detta operazione di salvataggio.
Potenziali effetti collaterali a lungo termine
La radioterapia condotta sull’area prostatica può portare a problemi nel lungo termine.
La radioterapia per il cancro della prostata può causare l’incapacità di avere l’erezione (impotenza
sessuale) in circa un terzo degli individui trattati. Questo effetto collaterale può esser molto difficile
da gestire in quanto è in grado di colpire la vita sessuale e di conseguenza la relazione con la
propria partner. Potreste trovare utile la sezione dedicata alla sessualità e cancro. Molte
organizzazioni offrono consulenza su problemi sessuali e relazionali.
In un certo numero di individui la radioterapia potrebbe causare un danno permanente all’intestino o
alla vescica, con conseguente indebolimento dei vasi sanguigni e comparsa di tracce di sangue nelle
urine o nelle feci. Ciò potrebbe accadere dopo molti mesi o addirittura anni. Se notate
sanguinamento, è importante che informiate il medico in modo tale che possa valutare la situazione
ed impostare un trattamento. Occasionalmente, dopo la terapia, le abitudini intestinali possono
modificarsi.
Spesso la radioterapia può migliorare i problemi di minzione ma in alcuni casi può portare a perdite
d’urina legate al danneggiamento di nervi che controllano i muscoli della vescica (incontinenza
urinaria). Se vi dovesse succedere, parlatene con il vostro medico, che saprà darvi alcune
indicazioni importanti per superare il problema.
Se la radioterapia è stata condotta sulle ghiandole linfatiche della zona pelvica o della prostata, essa
può provocare gonfiore alle gambe.
Brachiterapia
Questo tipo di radioterapia prevede l’inserimento di piccole sorgenti radioattive all’interno della
ghiandola prostatica sotto effetto di un’anestesia totale o di un’anestesia spinale (epidurale). Queste
sorgenti non vengono rimosse ma emettono radioattività lungo un determinato periodo di tempo
senza alcun rischio per gli altri.
Circa tre settimane prima dell’inserimento delle sorgenti nella prostata, verrà eseguito uno studio
sulla ghiandola prostatica (studio volumetrico) con l’intento di conoscerne l’esatta dimensione e
posizione.
Tramite un’ecografia transrettale si otterranno delle immagini della prostata che permettono di
elaborare un modello tridimensionale, sulla base del quale si stabilirà quante sorgenti radioattive
inserire e dove posizionarle. Nelle 24 ore che precedono lo studio volumetrico, dovrete seguire una
dieta speciale che aiuti a svuotare l’intestino. Inoltre, sarete sottoposti ad un clistere, in modo che
l’ecografia sia quanto più chiara possibile.
Anche nei giorni che precedono l’impianto dovrete seguire una dieta alimentare per svuotare
l’intestino e sottoporvi ad un clistere. La procedura d’impianto dura circa un’ora. Vi verrà inserita
una sonda nel retto per guardare la prostata ed in seguito saranno inserite tra le 80 e le 100 sorgenti
radioattive. Dato che a seguito della procedura la prostata potrebbe gonfiarsi, bloccando in tal modo
l’uretra e quindi il deflusso dell’urina, vi sarà applicato un catetere, che sarà rimosso dopo un paio
d’ore oppure il giorno seguente.
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Dopo l’inserimento delle sorgenti vi saranno prescritti degli antibiotici per prevenire eventuali
infezioni. La maggior parte dei pazienti torna a casa il giorno dopo l’intervento ma alcuni
preferiscono rincasare subito dopo essersi ripresi dall’anestesia ed aver urinato in maniera usuale.
La radioattività è completamente assorbita all’interno della prostata pertanto non ci sono rischi ad
avere contatti col prossimo. Tuttavia, le donne che sono (o potrebbero essere) gravide e i bambini
non dovrebbero starvi troppo vicino per un lungo periodo di tempo. Inoltre, dovreste evitare di
mettervi in grembo i bambini; abbracciateli e coccolateli per qualche minuto ogni giorno.
Le sorgenti radioattive sono contenute nella prostata ma c’è una remota possibilità che una di queste
esca dalla prostata durante un rapporto sessuale, portato dal liquido seminale. È consigliabile
pertanto munirsi di preservativo durante le prime settimane. Durante questo periodo il liquido
seminale potrebbe essere nero o marrone; si tratta di una cosa normale, dovuta al sanguinamento
avvenuto nel momento dell’inserimento delle sorgenti.
Effetti collaterali della brachiterapia
La brachiterapia causa effetti collaterali simili a quelli della radioterapia esterna. È comune
avvertire una leggera sensazione di dolore dopo l’inserimento delle sorgenti radioattive. In tal caso
il vostro medico potrà prescrivervi dei leggeri antidolorifici per eliminare il fastidio.
Potreste anche notare sangue nelle urine ed è abbastanza normale. Tuttavia, se il sangue nelle urine
dovesse mostrare coaguli, informate immediatamente il vostro medico. È importante bere molto per
prevenire la formazione di coaguli nel sangue.
Nonostante gli effetti collaterali causati dalla brachiterapia all’intestino siano meno frequenti
rispetto a quelli indotti dalla radioterapia esterna, il rischio di problemi urinari è più elevato. Un
individuo su sette potrebbe non essere in grado di urinare spontaneamente subito dopo la procedura
e potrebbe necessitare per un certo periodo di un catetere. In alcuni casi si potrebbe sviluppare, più
in là nel tempo, un restringimento dell’uretra che potrebbe causare problemi nella minzione.
Alcuni uomini riportano di avere dolore o fastidio nell’urinare e di farlo più frequentemente. Ciò è
solitamente dovuto alle radiazioni provocate dalle sorgenti, ma migliora nell’arco di 3-12 mesi
quando le sorgenti perdono un po’ della loro radioattività. Bere molti liquidi e evitare la caffeina
può aiutare a ridurre questi effetti.
Radioterapia palliativa
Se il cancro della prostata si è diffuso alle ossa, la radioterapia può essere effettuata, per controllare
il dolore, alle ossa interessate o all’intera area. Può essere somministrata quale trattamento singolo o
suddivisa in una serie di trattamenti più piccoli. Molti individui notano un miglioramento nell’arco
di un paio di giorni, mentre altri devono attendere tre o quattro settimane. Gli antidolorifici possono
essere presi regolarmente se ritenuti necessari.
Lo staff vi spiegherà il trattamento ed i possibili effetti collaterali.
Se le cellule tumorali si sono diffuse in più di un’area delle ossa, potreste essere sottoposti a
radiazioni chiamate hemibody. Questo trattamento copre una zona più ampia: metà superiore o
inferiore del corpo. Questa forma di radioterapia può alleviare il dolore nel giro di pochi giorni, ma
gli effetti collaterali sono più intensi di quelli provocati da un’irradiazione locale.
Il vostro medico vi prescriverà dei medicinali e dovrete soggiornare per un breve periodo in
ospedale. Se necessario, l’altra parte del corpo potrà essere trattata più avanti, una volta che gli
effetti collaterali saranno cessati.
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Stronzio 89
Questo trattamento previsto per il cancro secondario (metastatico) alle ossa utilizza come materiale
radioattivo un isotopo chiamato stronzio 89. Si tratta di un trattamento particolarmente utile nel
caso in cui il tumore sia diffuso in più parti e causi dolore. L’isotopo viene iniettato per via venerea
nel braccio.
Dopo l’iniezione una piccola parte di radioattività sarà presente nelle urine, pertanto è consigliabile
urinare nelle toilettes invece che nei pissoires, per evitare che qualcun altro venga esposto alle
radiazioni.
Lo staff ospedaliero discuterà con voi di ogni specifica precauzione prima che torniate a casa. La
quantità di radioattività è minima, pertanto potrete stare a contatto con gli altri senza alcun rischio,
inclusi i bambini. La maggior parte degli individui avverte gli effetti benefici del trattamento
nell’arco di alcune settimane, anche se occasionalmente il dolore può brevemente aumentare prima
di diminuire.
La terapia ormonale
La terapia ormonale quale trattamento contro il cancro alla prostata
Perché viene somministrata la terapia ormonale
Gli ormoni sono sostanze prodotte naturalmente dall’organismo e controllano la crescita e l’attività
delle cellule normali.
Il cancro alla prostata dipende, per quanto concerne la crescita, dall’ormone maschile, il
testosterone. Questo ormone è prodotto dai testicoli. Abbassando il livello di testosterone in circolo
nel corpo, è possibile rallentare o bloccare la crescita delle cellule tumorali, ridurre le dimensioni
del tumore e, talvolta, eliminare completamente i sintomi.
Il livello di testosterone può essere abbassato rimuovendo chirurgicamente la parte dei testicoli che
lo produce, attraverso l’orchiectomia sbcapulare, oppure farmacologicamente, somministrando
farmaci in compresse e/o iniezioni. Attualmente è molto più comune abbassare il livello di
testosterone attraverso l’uso di farmaci o iniezioni.
Quando viene somministrata la terapia ormonale
Per alcuni individui con un cancro alla prostata allo stadio iniziale, un breve ciclo (2-6 mesi) di
terapia ormonale prima e durante la radioterapia, può migliorare i risultati della terapia.
L’assunzione dei medicinali può continuare per alcuni anni o perdurare dopo la terapia se vi è un
alto rischio di recidiva del cancro o di una diffusione di quest’ultimo ad altre parti del corpo. In
questo caso si parla di ormonoterapia adiuvante.
Nei casi in cui il tumore si è diffuso nei tessuti circostanti la ghiandola prostatica, può essere
consigliato il trattamento ormonale per ridurre il rischio di metastasi. Anche questo trattamento può
essere continuato per qualche anno o per un tempo indefinito.
La terapia ormonale costituisce il trattamento standard per il cancro alla prostata che si è diffuso nei
tessuti circostanti o ha sviluppato un cancro secondario o metastasi. Spesso, oltre a ridurre le
dimensioni del tumore, si riescono a controllare sintomi quali lo scarso flusso urinario, il dolore
osseo o la stanchezza. La durata dell’efficacia della terapia ormonale può variare fino a raggiungere
alcuni anni. Il vostro medico vi terrà sotto controllo in modo da valutare la risposta al trattamento
sulla base degli eventuali sintomi accusati. Anche il livello di PSA verrà misurato in quanto
rappresenta un ottimo parametro per giudicare l’efficacia del trattamento.
Se il cancro dovesse ricominciare a crescere, il medico vi cambierà con ogni probabilità il tipo di
terapia ormonale.
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Iniezioni e/o farmaci
Iniezioni
Alcuni farmaci fermano la produzione degli ormoni maschili da parte dei testicoli, riducendo i
livelli di un ormone prodotto dall’ipofisi. Essi vengono chiamati analoghi del GnRH, l’ormone che
stimola la gonadotropina. Gli analoghi del GnRH più usati sono goserelin (Zoladex), leuprorelin
(Enantone) e triptorelin (Decapeptyl).
Questi medicamenti sono solitamente somministrati, per iniezione intramuscolare o sottodermica,
mensilmente o trimestralmente.
Pastiglie
Altri farmaci ormonali agiscono legandosi alle proteine (recettori) presenti sulla superficie delle
cellule tumorali impedendo al testosterone di entrarvi. Tali farmaci sono chiamati antiandrogeni e
sono spesso somministrati sotto forma di pastiglie da assumere giornalmente.
Gli antiandrogeni più comunemente usati sono il flutamide (Drogenil), il bicalutamide (Casodex) ed
il ciproterone acetato (Androcur).
Le pastiglie antiandrogeni sono spesso somministrate per 2 settimane prima della prima iniezione.
Ciò previene il tumour flare, ovvero il peggioramento dei sintomi dopo il primo trattamento.
Il trattamento a base di estrogeni è usato in alcuni casi per controllare la crescita del tumore. Il
medicamento più usato è un estrogeno chiamato dietilsilbestrolo(DES). Esso può causare gonfiore
del seno, indigestione e incrementare il rischio di infarti e grumi di sangue.
A volte vengono usati anche gli steroidi, che sono in grado di controllare, per un breve periodo, la
crescita delle cellule tumorali prostatiche. Possono essere somministrate anche in combinazione di
un trattamento di chemioterapia.
Effetti collaterali
Sfortunatamente la maggior parte delle terapie ormonali hanno quale effetto collaterale l’incapacità
di avere un’erezione (impotenza sessuale) e la perdita di desiderio sessuale. Se avete subito
un’orchiectomia ciò sarà permanente. Nel caso di somministrazione di iniezioni o assunzione di
pastiglie, l’effetto durerà per la durata del trattamento. Alcuni tipi di antiandrogeni hanno meno
probabilità di provocare impotenza rispetto ad altri.
In circa la metà degli uomini che seguono la terapia ormonale, gli effetti collaterali che causano loro
i maggiori problemi sono le vampate ed il sudore. Le vampate cessano nel momento in cui
s’interrompe la terapia. Allo stesso tempo alcuni medicinali possono essere d’aiuto.
I trattamenti ormonali possono inoltre farvi aumentare di peso e farvi sentire costantemente
affaticati sia fisicamente che mentalmente. La stanchezza si attenuerà nel momento in cui si
smetterà l’assunzione dei farmaci.
Alcuni medicinali (soprattutto flutamide e bicalutamide) possono causare l’ingrossamento del seno ed
una maggiore sensibilità.
Medicinali diversi causano effetti collaterali diversi pertanto è importante che discutiate col medico
i potenziali effetti collaterali del trattamento prima d’iniziarlo. Conoscere gli effetti collaterali che
potreste accusare può rendere più semplice affrontarli nel caso insorgano.
Per ridurre il rischio di andare incontro agli effetti collaterali dei farmaci è possibile sottoporsi a
terapia ormonale per alcuni mesi, quindi interromperla per un breve periodo, per poi riprenderla
tempo dopo. Questa procedura è chiamata terapia intermittente. Attualmente non è ancora noto se
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tale procedura sia più efficace della terapia continua, inoltre si tratta di una modalità utilizzata solo
nell’ambito degli studi clinici.
Orchiectomia (rimozione dei testicoli)
L’orchiectomia è un intervento chirurgico semplice. Viene fatta una piccola incisione sullo scroto
(la sacca che contiene i testicoli) per rimuovere la parte dei testicoli che produce testosterone. Lo
scroto diventerà così più piccolo rispetto a prima. L’intervento può essere eseguito con anestesia
locale e senza ricovero. Se, al contrario, necessitate di un’anestesia totale, verrete ricoverati in
ospedale per 2 o 3 giorni. A volte vengono rimossi entrambi i testicoli.
La maggior parte degli uomini considera l’idea di questo intervento come un affronto alla propria
mascolinità. L’orchiectomia può essere efficace per controllare il tumore ed i sintomi del 90% degli
uomini affetti da questo problema. Dopo gli effetti immediati (un po’ di dolore, e spesso gonfiore
dello scroto), gli effetti collaterali quali vampate e impotenza sono simili a quelli dei trattamenti
farmacologici. L’orchiectomia subcapsulare permette di evitare il ricorso ai farmaci e previene
l’ingrossamento del seno. Spesso si tratta dell’opzione scelta da soggetti più anziani che non si
preoccupano di perdere la possibilità di una vita sessuale attiva.
Se il vostro medico ritiene che l’orchiectomia sia un’opzione, egli discuterà con voi dei vantaggi e
degli effetti collaterali sia del trattamento farmacologico che di quello chirurgico.
Tab. 3 I vantaggi e svantaggi della terapia ormonale
Trattamento
Vantaggi
•
Orchiectomia
subcapsulare (rimozione
della parte testicolare
che produce
testosterone).
•
•
•
•
•
•
Iniezioni
•
•
Pastiglie
•
Intervento semplice;
Aiuta il 90% degli
uomini trattati;
Non sono necessarie
pastiglie o iniezioni.
Non richiede alcun
intervento chirurgico;
Iniezioni semplici ogni
4 settimane o 3 mesi;
I farmaci possono
essere sospesi o
sostituiti in caso di
effetti collaterali
troppo problematici;
Gli effetti collaterali
sono temporanei.
Non richiede alcun
intervento chirurgico;
I farmaci possono
essere sospesi o
•
•
Svantaggi
Cambiamento dell’immagine
corporea;
Potrebbe richiedere una terapia
farmacologica in un secondo
momento;
Gli effetti collaterali comprendono
vampate, perdita della capacità di
avere o mantenere l'erezione, e
diminuzione della libido. Questi
effetti non sono reversibili.
•
Gli effetti collaterali sono gli stessi
dell'orchiectomia ma sono
reversibili.
•
Bisogna ricordarsi di assumere le
pastiglie;
Può causare una serie di effetti
collaterali, quali gonfiore e
•
20
•
sostituiti in caso di
effetti collaterali
troppo problematici;
Gli effetti collaterali
sono temporanei.
sensibilità del seno, vampate,
flatulenza, incapacità di avere
l'erezione e diminuzione della
libido;
Bisfosfonati
Bisfosfonati quale trattamento contro il cancro alla prostata.
Medicinali chiamati bisfosfonati possono essere usati per controllare i dolori alle ossa e ridurne i
danni in uomini il cui cancro alla prostata si è diffuso alle ossa. Ciò può ridurre i rischi di fratture e
di alto livello di calcio nel sangue (hypercalcaemia). I bisfosfonati che potrebbero essere usati
includono il clodronato (Bonefos o Loron), ibandronato e zoledronato (Zometa).
La chemioterapia
La chemioterapia quale trattamento contro il cancro alla prostata
La chemioterapia altro non è che l’uso di farmaci anticancro (citotossici), per distruggere le cellule
tumorali. Anche se è una terapia molto usata per diversi tipi di cancro, è poco utilizzata per il
trattamento del cancro alla prostata. Alcuni dei farmaci usati sono: docetaxel (Taxotere), paclitaxel
(Taxol), mitoxantrone, ed epirubicin (Pharmorubicin). A volte possono venir somministrati steroidi
(come prednisolone).
La chemioterapia può essere d’aiuto nel caso in cui il tumore si è diffuso oltre la prostata e la
terapia ormonale non ha più efficacia. È usata in queste situazioni per tentare di restringere e
controllare il cancro ed i sintomi con l’intento di mantenere una buona qualità di vita.
I medicinali per la chemioterapia sono solitamente somministrati per via endovenosa.
Effetti collaterali della chemioterapia
I medicinali usati per la chemioterapia possono causare degli effetti collaterali che generalmente
vengono controllati con altri farmaci.
Decremento della resistenza alle infezioni
La chemioterapia è in grado di ridurre la produzione di globuli bianchi da parte del midollo osseo,
aumentando il rischio di infezioni. Contattate immediatamente il vostro medico o l’ospedale se:
- Superate i 38° di febbre;
- Vi sentite malati (anche con una temperatura corporea ritenuta normale).
Sarete sottoposti a delle analisi del sangue prima di poter proseguire col trattamento per essere certi
che le vostre cellule si siano riprese. In caso la conta dei globuli bianchi sia ancora bassa, il vostro
trattamento potrà essere cancellato.
Contusione o sanguinamento
La chemioterapia può ridurre la produzione di piastrine, che aiutano il sangue a coagulare. In caso
di contusioni o sanguinamenti, informate il vostro medico.
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Anemia (bassa produzione di globuli rossi)
Potreste diventare anemici con la conseguenza di sentirvi stanchi e senza fiato.
Nausea e vomito
Alcuni medicinali somministrati durante la chemioterapia possono dare enso di nausea o causare il
vomito. Ciò può essere tenuto sotto controllo attraverso altri medicinali prescrittivi dal vostro
medico.
Bocca infiammata
Alcuni medicinali somministrativi durante la chemioterapia possono causarvi un’infiammazione
alla bocca, procurandovi delle piccole piaghe. Regolari lavaggi della bocca sono pertanto importanti
e l’infermiera vi mostrerà come farli in maniera appropriata.
Mancanza di appetito
Se non avete voglia di mangiare durante il trattamento, potreste provare a sostituire qualche pasto
con bibite nutritive o una dieta leggera.
Caduta dei capelli
La caduta dei capelli è un effetto collaterale ricorrente di alcuni medicinali usati nella
chemioterapia. Si tratta di un evento angosciante per alcune persone. Ciò nonostante, ci sono diversi
modi per nascondere la perdita, quali foulard, parrucchini o cappelli. Il medico o le infermiere che
si occupano di voi saranno in grado di procurarvi una visita da parte di uno specialista nell’ambito
dei parrucchini. Se inizierete a perdere i capelli, questi vi ricresceranno a partire da 3-6 mesi dopo la
fine del trattamento.
Anche se sarà dura far fronte a questi effetti collaterali, essi spariranno una volta che il trattamento
sarà finito. Il medico vi dirà cosa dovrete aspettarvi dal trattamento.
Stanchezza
La chemioterapia ha effetti molto variabili sui diversi individui. Alcune persone ritengono di poter
condurre una vita normale durante il trattamento mentre altri sostengono di essere molto stanchi
dovendo così rallentare i ritmi.
Effetti collaterali
Far fronte agli effetti collaterali del trattamento contro il cancro alla prostata
Sfortunatamente, i trattamenti contro il cancro alla prostata possono causare effetti collaterali, a
breve e lungo termine, spiacevoli e angoscianti. Prima d’intraprendere un qualsiasi trattamento, è
importante che siate completamente coscienti di ciò che esso comporta.
I medici non sono in grado di prevedere quali pazienti andranno incontro agli effetti collaterali di
ogni trattamento. Perciò è necessario valutare gli eventuali rischi prima di intraprendere il
trattamento. Ricordatevi che ci sono sempre delle scelte da fare sul tipo di trattamento al quale
sottoporvi o addirittura se sottoporvi o meno al trattamento. Potete avere una grande o piccola
influenza su queste scelte; tutto dipende da voi.
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Problemi sessuali/Impotenza
Alcuni tipi di trattamento portano con sé quale conseguenza la perdita d’interesse per il sesso. Ciò è
conosciuto come perdita della libido ed è comune per diversi tipi di malattia, non solo in caso di
cancro.
Molti uomini si trovano in difficoltà a parlare di temi così personali come l’impotenza sessuale,
particolarmente col proprio dottore o staff medico. L’impotenza sessuale potrebbe non essere un
problema permanente e potrebbe essere causata dall’ansia piuttosto che dal trattamento. Alcuni non
riescono nemmeno ad affrontare il tema con la propria partner per paura di essere respinti, ma
queste paure sono spesso infondate. Le relazioni sessuali sono costruite su molte cose come
l’amore, fiducia ed esperienze comuni. Parlare con la propria partner delle vostre paure e
preoccupazioni potrebbe aiutarvi.
Se considerate gli effetti come un problema per la vostra vita sessuale, parlatene col vostro medico.
Anche se pensate che possa essere imbarazzante parlare di questi problemi col medico, ricordate
che medici che hanno a che fare col cancro alla prostata affrontano continuamente questo tema coi
pazienti e sanno come consigliarli. Ci sono modi pratici per sormontare il problema dell’impotenza
ed il vostro medico saprà darvi maggiori informazioni a proposito. Inoltre, in molti ospedali ci sono
infermiere specializzate in grado di affrontare questo tema con voi.
Farmaci, iniezioni e pompe
Se avete problemi ad avere o mantenere un’erezione, ci sono molte opzioni che vi possono aiutare a
superare il problema. Queste vi fanno indurire il pene ma non vi faranno necessariamente
aumentare le sensazioni di piacere.
Sildenafil (Viagra): farmaco in pastiglie stimola l’erezione attraverso un maggior afflusso di sangue
nel pene.
Viene solitamente assunte un’ora prima del rapporto sessuale ed è reperibile solo su prescrizione
medica.
Nel caso di problemi di cuore e/o assunzione di determinati medicinali (ad esempio i nitrati), non è
consigliabile fare uso del viagra. Potrebbero causare effetti collaterali quali bruciore di stomaco,
mal di testa, vertigini e problemi alla vista. Uno dei possibili effetti collaterali è che
occasionalmente l’erezione dura per diverse ore mettendo in pericolo i tessuti del pene che si
potrebbero danneggiare.
Vardenafil (Levitra): farmaco in pastiglie, è simile al sildenafil. Solitamente agisce nell’arco di 25
60 minuti. Gli effetti collaterali più comuni sono mal di testa e rossore al volto.
Tadalafil (Cialis): farmaco in pastiglie che si possono assumere anche 36 ore prima del rapporto
sessuale e che necessitano prescrizione medica. Anche questo farmaco stimola l’erezione attraverso
un maggior afflusso di sangue nel pene. Non deve essere assunta da persone che prendono
determinati medicinali per il cuore.
Le iniezioni di medicinali quali alprostadil (Caverject, Viridal) o papaverine fatte con un piccolo
ago direttamente nel pene, causano l’erezione. Questi medicinali, restringono i vasi sanguigni e
imprigionano il sangue nel pene causando un’erezione immediata. Sono necessarie alcune prove la
prima volta per capire qual è la dose giusta. Uno dei possibili effetti collaterali è che se la dose del
medicinale è troppo elevata, l’erezione dura troppo rischiando di danneggiare i tessuti del pene.
Alcuni uomini che usano queste iniezioni, sostengono che la testa del pene non è dura quanto la
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restante parte. Le iniezioni sono prescritte dal medico. Generalmente si consiglia di usare questo
metodo una sola volta la settimana, soluzione che potrebbe essere inadatta per alcuni uomini.
Pallottolina di alprostadil (MUSE). Viene inserita nel pene e dopo un po’ che si sfrega, si
distribuisce nei tessuti causando l’erezione. Alcuni uomini ritengono che inizialmente questa
soluzione è fastidiosa.
Pompa di vacuum. Può essere usata per causare un’erezione. La pompa è un semplice dispositivo
che viene posizionato sul pene. Questo, pompa sangue nel pene fino a formare un vacuum. Un
anello di gomma viene poi posizionato alla base del pene provocando un’erezione che può durare
fino a 30 minuti. Una volta concluso il rapporto sessuale, l’anello viene levato per permettere al
sangue di fluire normalmente. Il vantaggio di questo mezzo consiste nel fatto che non implica
l’inserimento di qualcosa di estraneo nel pene. È particolarmente utile per persone che non possono
prendere altri medicinali. La vostra partner probabilmente avvertirà la sensazione che il vostro pene
è più freddo rispetto al solito. È consigliabile indossare l’anello per non più di 30 minuti alla volta.
Questo dispositivo può essere usato tutte le volte che volete con almeno una pausa di 30 minuti tra
una volta e l’altra.
Molti uomini che diventano impotenti dopo la prostatectomia o la radioterapia, potrebbe trarre
qualche beneficio dal trattamento descritto sopra.
Incontinenza urinaria
Perdere il controllo della vescica può essere una conseguenza del tumore in sé o del trattamento
chirurgico o ancora, in casi rari, della radioterapia a cui vi siete sottoposti. Negli ultimi anni sono
stati fatti notevoli progressi nella gestione dell’incontinenza ed esistono diversi modi per
affrontarla. Potete parlare di ogni vostra preoccupazione col medico o l’infermiera.
È importante sottolineare che questo problema non affligge tutti gli uomini.
Infertilità
La maggior parte dei trattamenti impiegati per combattere il cancro alla prostata possono causare
problemi di fertilità, ovvero l’impossibilità di procreare. Ciò può essere molto angosciante per
coloro che avevano programmato di diventare padre. Potete parlarne col vostro medico prima di
iniziare il trattamento e discutere della questione anche con la vostra partner. Nel caso di uomini più
giovani con un cancro alla prostata in fase iniziale, è possibile far depositare loro il seme prima di
iniziare il trattamento. Il seme depositato potrà poi essere utilizzato per trattamenti di fecondazione.
DOPO IL TRATTAMENTO
Follow up
Post trattamento per il cancro alla prostata - follow-up
Dopo che il vostro trattamento sarà finito, dovrete sottoporvi a regolari controlli quali il test del
PSA, l’esplorazione rettale, l’ecografia prostatica transrettale e raggi X. Questi controlli potrebbero
proseguire per un certo numero di anni. Molti uomini affermano di diventare molto ansiosi nel
periodo che precede i controlli. Si tratta di un comportamento normale che potrebbe richiedere aiuto
da parte dei membri della famiglia o di specialisti. Se doveste riscontrare dei problemi o nuovi
sintomi tra un controllo e l’altro, avvertite il vostro medico.
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