Comments
Transcript
Senza la Cattolica sarei morto da 6 anni
Quotidiano d’informazione del Molise Con LA STAMPA nelle province di Campobasso, Isernia e in alcuni centri dell’Abruzzo Direttore responsabile Giuseppe Saluppo Anno XI N° 244 - Euro 1,00 Domenica 5 settembre 2010 La storia. Giovanni racconta la sua esperienza: nel 2004 fu operato al cuore, ora combatte la leucemia “Senza la Cattolica sarei morto da 6 anni” “Devo la mia vita al personale del Centro” servizio a pagina 6 Venafro Attaccata dalle pulci al Santissimo Rosario L’episodio si è verificato nel reparto dove la donna doveva essere visitata VENAFRO. Un clamoroso espisodio si è verificato all’interno del Ss Rosario: una donna che si era recata in ospedale per una visita specialistica è stata ‘infestata’ dalle pulci. servizio a pagina 17 Lar ino Agnone Vietri in subbuglio, sospesi i ricoveri gravi Caracciolo ‘declassato’ a residenza per anziani Pazienti ‘dirottati’ al San Timoteo La protesta non ferma il riordino servizio a pagina 27 servizio a pagina 19 6 Campobasso Domenica 5 settembre 2010 La storia. Da tre anni fa la chemio tutti i giorni. “Se chiudono vado a sedermi davanti la Regione Molise” “Ero morto, devo tutto a loro” Giovanni Silvaroli racconta la sua esperienza in Cattolica: prima il cuore, poi la leucemia L’interno del Centro Nel riquadro, Giovanni Silvaroli “ “ A chi vuole la fine del Centro farei provare per un solo istante cosa vuol dire elemosinare un po’ di speranza “ me di pochi minuti mi hanno subito detto che da lì a qualche ora sarei stato sottoposto ad un intervento chirurgico perché il mio cuore si stava fermando per sempre". Giovanni aveva gran parte della carotide otturata, alcune vene lacerate, il cuore che stava cedendo. Un lungo e laborioso intervento dell'equipe di chirurgia cardiovascolare e poi 25 giorni di terapia intensiva. Alla fine la vittoria. "Tutti sono stati bravissimi" e snocciola i nomi di ognuno: il dottor Carlo Maria De Filippo, il dottor Pietro Modugno… Si ferma, non li ricorda tutti ma a tutti vorrebbe che arrivasse il suo 'grazie' finan- Non servono titoli né esperienza per capire che un’azienda che produce non si demolisce, ma si rafforza c h e "alle signore che ogni giorno curano la pulizia del reparto". Tre anni fa Giovanni alla Cattolica ci è tornato. Questa volta la lotta è più dura ma lui con il cuore nuovo che gli hanno restituito non ha alcuna intenzione di mollare a meno che non sia la politica a deciderlo ma anche in quel caso tenterà il tutto per tutto. "Leucemia" dice secco. Si ferma, ha gli occhi lucidi e la consapevolezza di chi sa che non può cedere alla paura perché il suo corpo non se lo può permettere. Anche adesso cita i nomi di chi ha subito capito che la morsa che avvertiva al cuore non era un semplice malanno ma qualcosa di più serio da affrontare subito e battere sul tempo. "La dottoressa Ceccarone, il professor Storti, il dottor Giordani, dal momento in cui mi hanno detto che avevo questo tumore del sangue non mi hanno lasciato un attimo". Si commuove Giovanni. Dai suoi occhi trapela gratitudine per chi da tre anni lotta ogni giorno con lui e speranza per una vita che a più riprese lo sta mettendo a dura prova. "Io non mi abbatto - continua -, anche perché qui i dottori “ CAMPOBASSO. I primi ad accorgersi che qualcosa sta cambiando sono stati loro, i pazienti dei due Dipartimenti di cardiologia e oncologia dell'università Cattolica di Campobasso. E loro, i malati, sono i primi a scendere in campo per proteggere il luogo dove hanno ritrovato un'aspettativa di vita. E servono a poco anche i sorrisi fiduciosi dei medici, degli infermieri e di tutto il personale che al centro "Giovanni Paolo II" quotidianamente prestano il proprio operato. Dietro quel sorriso gli ospiti della struttura ospedaliera leggono incertezze e timori per il futuro. E allora sono loro che hanno deciso di scendere in campo e non per difendere un colore politico, né per sostenere la lotta di questo o quel sindacato. Loro, i malati, protestano perché non vogliono morire. Almeno non per colpa dell'indifferenza o di chi ha deciso che la loro vita vale tanto quanto un numero da ridurre o abolire. Alla Cattolica molti sono arrivati che erano oramai in fin di vita. E laddove altri avevano già messo la parole "fine" al capitolo di un'esistenza, in questi Dipartimenti hanno trovato personale competente e preparato. Audace, anche. Qui, hanno tentato il tutto per tutto. Riuscendo e ottenendo risultati che oggi si concretizzano in una lotta senza quartiere. Giovanni Silvaroli, 74 anni, è la memoria storica di quello che accade all'Università Cattolica tutti i giorni. È l'esempio di tanti che quotidianamente varcano la soglia dell'imponente struttura di contrada Tappino con un'ultima speranza fra le mani. Giovanni è entrato molti anni fa quando un ictus e la chiusura della carotide in più punti lo stavano uccidendo. Neanche il tempo di fare domande e l'equipe del dipartimento di chirurgia cardiovascolare era già al lavoro per salvare quel cuore che si stava fermando. "Io non sapevo neanche, nel 2004, dell'esistenza di questa struttura - racconta seduto sui divani della hall, dove regala saluti a tutti perché tutti conoscono le lunghe traversie di questo tenace e simpatico signore -. Andai dal mio cardiologo perché non mi sentivo bene e fu lui a mandarmi direttamente qui all'università Cattolica dove dopo un esa- non te lo consentono. Se ti vedono giù di morale subito ti sgridano e ti rincuorano. Mi hanno detto che in un convegno a cui sono stati in questi ultimi giorni hanno appreso nuovi protocolli chemioterapici per la mia leucemia e ora me li applicheranno per sconfiggere anche questa volta questa dannata malattia". Poi ha un attimo di esitazione. Si ferma, quasi dovesse prendere respiro per esplodere in un momento di rabbia e collera contro chi in questi giorni paventa la chiusura della struttura "che mi ha ridato la vita. Perché io, e come me tanti altri, ero un uomo morto. A queste persone - racconta ancora Giovanni - io farei provare un solo istante cosa significa elemosinare un po' di speranza per la propria vita. Io era un piccolo imprenditore, avevo ben 15 dipendenti assunti, quindi so che significa gestire un'azienda. Non servono titoli né esperienza per capire che un'azienda che produce non si demolisce ma si rafforza. Che razza di tagli stanno facendo? Ma come ragionano? La strategia dovrebbe essere quella di rinvigorire l'albero che dà il frutto non di tagliarlo. Creino una rete che consenta alla Cattolia di portare a termine il suo mandato: ricerca ed eccellenza". Ha le idee chiare Giovanni e parla come fosse un medico o un manager, poi torna la parte umana. Quella di chi ogni giorno deve fare una flebo di chemioterapia per garantirsi la vita: "Sa che faccio? - dice ancora - Se chiudono o tagliano o non permettono a questi bravi medici e specialisti di fare bene il proprio mestiere mi vado a sedere davanti alla Regione Molise con tutti i miei 'colleghi' di reparto e pretenderò che ci facciano le stesse cure che riceviamo quotidianamente qui. Visto che loro in questa struttura non ci hanno mai messo piede per rendersi conto, andiamo noi da loro… Eppoi ne riparliamo". È arrivata l'ora della chemio. Il medico lo chiama e lui non se lo fa ripetere. "Quella flebo per ora è la mia salvezza dice indicando il braccio già preparato a ricevere il medicinale -. Questa struttura è la salvezza di molti". Ci saluta Giovanni e si avvia verso il suo reparto. Saluta a più riprese e incrocia le dita per se stesso certo, ma anche per tanti come lui che ogni giorno - purtroppo - continuano ad arrivare al Centro "Giovanni Paolo II". Molti sono giovanissimi. E la spola questi pazienti la fanno fra il dipartimento cardiovascolare e quello oncologico. D'altronde in Italia il cancro e le malattie del cuore sono le prime due cause di morte. E qui a Campobasso in questo Centro che rischia di chiudere o di abbandonare l'obiettivo della ricerca e dell'eccellenza si prova ogni giorno a scongiurare questo spaventoso primato per salvare la vita di Giovanni e quella di tanti come lui. Ci.A Domenica 5 settembre 2010 Agnone - Altomolise 19 Le proteste non fermano il taglio dei reparti e la trasformazione dell’ospedale di Agnone Caracciolo, si avvicina la Rsa Primi provvedimenti dell’Asrem per attivare i posti letto della residenza per anziani ciale sono interessate a soluzioni alloggiative in ambienti che consentono di sviluppare VITTORIO LABANCA AGNONE. Sit-in, contestazioni, cortei a sostegno del San Francesco Caracciolo. Mentre tantissima gente non condivide affatto la forbice della razionalizzazione sanitaria, la Asrem molisana mette in atto il Piano di Rientro. Un piano operativo regionale che fra le altre cosa smembra gli ospedali di Agnone, Larino e Venafro inserendo all’interno di essi Residenze Sanitarie Assistite al posto di reparti e divisioni. 40 posti in Rsa per ciascuno dei tre nosocomi. Ed è di qualche giorno fa la comunicazione per i primi provvedimenti da mettere in essere che la Asrem centrale ha inviato alle tre periferica fra le quali Agnone. In sostanza individuate le strutture ospedaliere per i 120 posti letto destinati agli anziani, tocca ora ai direttori sanitari dei tre ex ospedali oggi ribattezzati quali “stabilimenti”, formulare un piano operativo per reperire spazi e stanze da dedicare alla causa. In sintesi spetterà al più presto alla figura sanitaria ospedaliera attivare i primi venti posti letto e organizzare le relative attività medica ed infermieristica. Inoltre entro fine anno ed esattamente entro il 31 dicembre prossimo, necessiterà che il nosocomio agnonese e gli altri stabilimenti siano in grado di avere un regolamento di ammissione e gestione degli ospiti anziani e nel contempo dovranno anche essere pronti a fornire un vademecum sui bisogni assistenziali ed econo- esigenze di socializzazione”le quote saranno di 76 euro divise a carico dell’assistito o del Comune per il 40% mentre al restante 60% provvederà il servizio sanitario. Per Candido Paglione il progetto non è realizzabile Polo unico delle nascite Pd e Idv divisi sulla proposta L’ospedale Caracciolo di Agnone mici del nuovo servizio per anziani. Ma come si potrà accedere alla Rsa “Caracciolo”. Solito iter: domanda del cittadino o della unità ospedaliera dopo un ricovero dello stesso corredata da relazione medica. Quindi istituzione di un registro unico informatizzato su rete regionale dove verrà apposta una graduatoria stilata in base anche alle patologie e necessità del ricoverando. Nelle Rsa degli stabilimenti ospedalieri troveranno così posto malati autosufficienti e non. Coloro che possono essere ricoverati a tempo o definitivamente che avranno a disposizione oltre le prestazioni medico-infermieristiche anche quelle riabilitative, di aiuto personale fino alle prestazioni per cure personali come barbieri, parrucchieri e simili a richiesta e pagati dagli stessi ospiti ed avranno spazi di tipo ricreativo e di relazione sociale. Sotto il profilo economico a carico dell’anziano saranno le spese alberghiere e sociali, mentre la sanità garantirà quelle mediche. Se il reddito è insufficiente dovranno provvedere i familiari a pagare la retta. Per i più indigenti dovrà provvedere il Comune di residenza. Quantificando le somme: per i ricoverati di livello medio alto ovvero anziani non autosufficienti o disabili fisici, psichici e sensoriali per i quali non si può attivare un programma di assistenza domiciliare ed altri rientranti nell’elenco dei cosiddetti inseribili in “fascia 1” la spesa è di 58 euro a carico della Regione e 96 quale diaria giornaliera per l’utente. Per coloro inseribili in “fascia 2” ovvero livello medio-basso –anziani o persone che “pur non necessitando di particolare protezione sanitaria o so- AGNONE. Il sit-in organizzato dalle forze del centro sinistra ieri l’altro ad Agnone a difesa dell’ospedale Caracciolo lascia uno strascico polemico. A non condividere alcune posizioni del capracottese Monaco dell’IdV è il suo compaesano candido Paglione in qualità di componente dell’assemblea nazionale del PD. “ Mi vedo costretto a fare alcune rettifiche ed a precisare la posizione del Partito Democratico –esordisce Paglione- in particolare, dopo le dichiarazioni rese dal coordinatore provinciale dell’IDV come la posizione di tutto il centro sinistra. Devo ribadire che l’idea di istituire presso l’Ospedale di Agnone un polo unico per le nascite in provincia di Isernia non solo non è stata preventivamente discussa con le altre forze del centro sinistra, ma ci vede su posizioni completamente differenti. Pensiamo, infatti, al contrario dell’IDV, che tale proposta non sia realizzabile per varie ragioni e principalmente per la complessità delle articolazioni Candido Paglione che la stessa richiede (rianimazione, terapia intensiva neonatale, neonatologia ed altro ancora) e che, razionalmente, non possono essere oggetto di discussione in un momento come questo. Allo stesso modo, riteniamo che non sia possibile – nella situazione data - trasformare i 40 posti letto di RSA, previsti per l’Ospedale di Agnone, in posti letto ospedalieri ordinari. Noi, invece –continua Paglione- abbiamo avanzato la proposta di isti- tuire un punto di Primo Intervento e Pronto Soccorso avanzato, che serva almeno a garantire la “messa in sicurezza” dei cittadini che vivono nel Molise Altissimo, così da poter assicurare l’assistenza immediata, strutturata e coordinata con il 118 e con i DEA di I e II livello. Con il supporto di servizi (radiologia e laboratorio) funzionali e accessibili ventiquattr’ore su 24 e con la pronta disponibilità, ove possibile, di figure specialistiche essenziali.. Alcuni episodi accaduti di recente hanno dimostrato, infatti, che proprio queste carenze possono rendere complicato l’accesso ai servizi sanitari presso l’Ospedale di Agnone. Con grande senso di responsabilità e senza alcuna strumentalizzazione –conclude Paglioneintendiamo continuare dare il nostro contributo, se possibile insieme a tutto il centro sinistra, per avanzare proposte utili e che valgano davvero a salvaguardare il diritto alla salute anche dei cittadini che vivono nel Molise Altissimo”. Domenica 5 settembre 2010 Il fattaccio si è verificato giovedi scorso Entra in ospedale e si ritrova infestata di pulci La donna si era recata in reparto per effettuare degli accertamenti VENAFRO. Si era recata in ospedale per effettuare degli esami e mai avrebbe immaginato di uscire dal nosocomio infestata dalle pulci! Protagonista della disavventura una donna di Venafro che aspettando la una pulce al chiamata dei sanitari stava approfittando delle poltroncine di una saletta d’attesa. Non lo avesse mai fatto. Ad un certo punto ha iniziato a percepire dei fastidiosi pruriti alle gambe, che in breve si sono fatti insopportabili. A quel punto la donna si è vista costretta ad effettuare una “ispezione” dei suoi arti inferiori, che sono risultati “attaccati” dai minuscoli pamicroscopio rassiti saltellanti. Facile comprendere la reazione della donna, che è andata su tutte le furie e si è allontanata dall’ospedale minacciando querele. Venafro - Valle del Volturno 17 26 Ururi Tavenna Basso Molise Domenica 5 settembre 2010 Il funzionario di Prefettura chiamato a gestire il municipio ururese delibera in favore della gente Commissariamento sociale Servizio di ritiro degli esami al Vietri, costo mensa dimezzato e trasporto gratuito NICOLA DE FRANCESCO URURI. "Si comunica che per i referti degli esami ematici effettuati presso il laboratorio analisi dell'Ospedale di Larino, chi è impossibilitato al ritiro degli stessi presso l'ospedale suddetto, può rivolgersi all'Ufficio Servizi Sociali di questo Comune, presso la Biblioteca, dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle 12,00 rilasciando le autorizzazioni necessarie. Ed ancora, il Commissario Prefettizio, in esecuzione della Delibera del Consiglio Comunale n°20 del 17.5.2010 comunica alla cittadinanza che per l'anno scolastico 2010/2011 il costo dei buoni per il Servizio Mensa della Scuola Materna è ridotto del 50% e che il servizio Trasporto scolastico è gratuito". Da qualche giorno i sopra estesi comunicati sono affissi in tutti i locali pubblici di Ururi, e al riguardo riceviamo e pubblichiamo la nota del locale circolo del Partito Comunista che esprime piacere per le decisioni prese dal Commissario Prefettizio, che "del tutto inconsapevolmente, da i giusti meriti a Rifondazione Comunista che è stata promo- tore delle suddette iniziative, in concerto con l'Assessore alle Politiche Sociali". La nota poi prosegue "Altresì, ci viene dato lo spunto per fornire una chiara e precisa risposta a chi ci pone incessantemente, ogni giorno, le stesse domande: "voi che facevate quando in Comune si pensava di più agli interessi propri che a quelli della popolazione?" "perché ve ne siete andati solo adesso e non prima?" "non era meglio portare a termine la legislatura?". Ecco quello che facevamo noi in Comune, molti fatti e poche chiacchiere, lavoravamo e proponevamo nell'esclusivo interesse dei cittadini di Ururi - di tutti i cittadini e non solo degli "amici"- e in special modo nell'interesse dei soggetti più deboli. Le determinazioni contenute nelle comunicazioni del Commissario non sono che il frutto di alcune delle numerose iniziative condotte dai rappresentanti di Rifondazione Comunista nell'ambito amministrativo, volute e ottenute anche alzando la voce e battendo i pugni sui tavoli. Tra le altre, ci piace evidenziare la proposta di modifica dello Statuto Comunale a tutela dell'ac- qua pubblica, votata all'unanimità dal Consiglio Comunale, e l'approvazione della deliberazione contro l'ignobile legge sul federalismo fiscale voluta da Berlusconi il quale non ha alcuno scrupolo nel barattare con la Lega leggi infami per le Regioni Meridionali pur di ottenere consensi per l'approvazione delle leggi ad personam che gli serviranno per mettere una pietra tombale sui suoi processi. Ci siamo battuti contro il c.d. eolico selvaggio e, si badi bene, essere contro l'eolico selvaggio non significa essere contro le fonti di energia alternativa ma solo contro il proliferare indiscriminato di pali eolici che, purtroppo, si sta puntualmente verificando nel nostro territorio a causa dell'immobilismo del governo regionale incapace di creare delle linee guida serie che mettano fine a questo vero e proprio scempio che è sotto i nostri occhi e che aumenta giorno per giorno. Con questo modus operandi abbiamo cercato di dare una precisa identità alla nostra amministrazione, di spostare il più possibile la rotta verso sinistra. Vista la conclusione, probabilmente non ci siamo riusciti fino in fondo ma sicuramente ci abbiamo provato con tutte le nostre forze. Perché ce ne siamo andati adesso e non prima? La spiegazione è molto semplice: noi siamo perfettamente consci di rappresentare dei valori dai più ritenuti ormai desueti e, pertanto, nel momento in cui scegliamo di avere rappresentanze istituzionali, a tutti i livelli, sappiamo benissimo che sarà necessario fare buon viso a cattivo gioco e, turandoci il naso, accettare qualche piccolo compromesso con l'illusione che dall'interno sia più facile esercitare una funzione di controllo al fine di evitare il più possibile comportamenti che poco ci rappresentano. Evidentemente, però, nel rispetto delle nostre idee e dei nostri valori, non possiamo certo permetterci di accettare passivamente ogni tipo di nefandezza e, quindi, quando i compromessi da piccoli diventano sempre più grandi e il vaso, goccia dopo goccia, diventa colmo non ci stiamo più. Siamo pienamente consapevoli del rischio di essere additati come inaffidabili ma preferiamo di gran lunga la definizione di "sfasciacarrozze" a quella di "complice". Non vogliamo assolutamente fornire una giustificazione ai soliti qualunquisti che si riempiono la bocca con frasi del tipo "sono tutti uguali". No, noi non siamo uguali a chi fa della politica clientelare il proprio credo. Non siamo uguali a chi promette posti di lavoro inesistenti. Non siamo uguali a chi approfitta della posizione che occupa per curare il proprio orticello. Noi, quando urlavamo da un palco che la nostra gestione sarebbe stata all'insegna della trasparenza, della condivisione delle scelte e della legalità ci credevamo veramente, per altri erano solo proclami. Purtroppo". Larino Basso Molise 27 Domenica 5 settembre 2010 Dal Comitato Pro V ietr i “Non abbiamo mai creduto alle menzogne dell’Asrem” Da Clemente stop ai ricoveri nell’ospedale L’associazione locale ironizza sui manifesti di Larinascita Larino Viva ha giocato coi ‘Ragazzi del muretto’ LARINO. Sono stati definiti, citando una fiction di successo degli anni novanta, "I ragazzi del muretto". Ci si riferisce al gruppo dei giovani di 'LARINAscita' che, come detto, nei giorni scorsi hanno tappezzato la città di maxi manifesti con i quali hanno celebrato il funerale del Vietri, un funerale dipeso dalla volontà congiunta di tutto il consiglio comunale, e da quella del governatore Iorio e dell'assessore Vitagliano. Ebbene, dopo l'attacco di 'LARINascita, ieri la cronaca ha registrato l'intervento dell'associazione 'Larino Viva' che definendoli come i ragazzi del muretto, ha inviato alla stampa regionale il seguente intervento. "Ai giovani, alla fine, si perdona tutto. L'impulsività ormonale tipica della crescita a quell'età molto spesso fa annebbiare la memoria e con essa anche l'onestà intellettuale. Poi, con la maturità, magari si rivisitano le tappe e le persone e forse ci si accorge di essere stati 'manipolati' da cassandre interessate e si finisce anche per arrossire in volto. Chi di noi non ha vissuto quella stagione goliardica! La stagione della diversità a tutti i costi, della contestazione ad ogni forma di organizzazione precostituita, la voglia di apparire e conquistare!Ma tant'è. Così i nostri amici de LARINascita, simpaticamente ragazzi del muretto, animati da questo 'spirito libero', a fasi alterne li abbiamo visti "parzialmente" a fianco ma con spiccata personalità nelle iniziative "sterili e folkloristiche" del comitato pro Vietri, almeno fino a quando non si sono accorti che dietro quella sigla si camuffavano vecchi e futuri candidati. E solo quando hanno partecipato al consiglio monotematico di Termoli hanno 'potuto accertare le reali intenzioni della Regione che il Vietri è in dismissione'. Conclusione un po' tardiva. Ma tant'è. Bene hanno pensato, allora, i no- stri amici, di portare alle stampe un manifesto, affisso in questi giorni per le strade di Larino, dove vengono ritratti i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, con la sola aggiunta del faccione del Governatore Michele Iorio, dove vengono additati quali gli unici responsabili della chiusura dell'ospedale Vietri. Così. Tutti insieme allegramente. Per la verità abbiamo fatto un po' fatica a intuire subito gli autori dell'accusa: il logo dell'associazione era purtroppo in alto e minuto, un po' fuori sede, diciamo, quasi nascosto nella speranza - forse - di non essere notato. Leggendo poi il successivo comunicato, dal titolo "Vietri: è il momento delle assunzioni di responsabilità", abbiamo sciolto ogni dubbio e ci siamo rasserenati. Abbiamo capito che forse la tipografia non era in grado tecnicamente di stampare un manifesto di dimensioni più grandi e solo per questo non erano state inserite le facce dei consiglieri regionali di opposizione e quelli di maggioranza, i larinesi D'Alete e Bonomolo, quelli del comprensorio Totaro, Pangia, Chieffo, Terzano e Romagnuolo. La tanto onorevole Sabrina De Camillis. E per finire i rappresentanti del più noto comitato. Effettivamente un po' tanti (o forse tra essi c'era il 'suggeritore' dell'iniziativa mediatica) e allora meglio restringere il cerchio ai soli rappresentanti comunali, vuoi anche per un risparmio economico notevole! Gli amici de LARINascita sanno benissimo l'impegno che Larino Viva ed i suoi rappresentanti in consiglio comunale in questi quasi tre anni hanno profuso per far condividere uno straccio di proposta, l'unica lungimirante presentata, non solo al Consiglio comunale e alla maggioranza di Larino ma portata anche in Consi- LARINO. Per dovere di cronaca dobbiamo riferire che anche noi siamo venuti a conoscenza della nota con la quale il direttore del 118 Fedele Clemente dispone, facendo seguito al colloquio intercorso con il Direttore Aziendale Giancarlo Paglione ed alle disposizioni ricevute, il blocco dei ricoveri a Larino per i pazienti che vi giungono a seguito della chiamata all'emergenza molisana. Venuti a conoscenza di questa nuova disposizione, peraltro non comunicata alla direzione del Vietri, ci siamo rivolti al vice sindaco Giovanni Quici, assessore delegato alla sanità della giunta Giardino che ha annunciato di aver già attivato tutti i canali istituzionali per risolvere quello che sarebbe soltanto un errore di interpretazione delle disposizioni in quanto - ha riferito Quici - 'è palese l'errore commesso in quanto una simile disposizione, ossia quella che allontanerebbe dal Vietri anche i pazienti acuti si scontrerebbe con la circostanza fattuale che in ospedale a Larino ogni giorno arrivano, perchè accompagnati da parenti o da altre persone, decine di pazienti a fronte dei pochi che vi giungono tramite le ambulanze del 118 ergo affermare che le ambulanze LARINO. Riceviamo e pubblichiamo la nuova nota inviataci dal Comitato per la difesa dell'Ospedale "Vietri" che svela il contenuto di una missiva-disposizione (di cui in realtà siamo venuti a conoscenza anche noi) con la quale il direttore della centrale operativa del 118 Molise dispone, dopo aver ascoltato anche il direttore dell'azienda Giancarlo Paglione che le ambulanze del 118 non trasferiscano all'ospedale frentano alcun paziente dirottandoli a Termoli, quelli acuti e gli altri invece direttamente al Cardarelli, per quello che sarebbe dunque l'ennesimo atto teso a screditare la sopravvivenza del nosocomio larinese. "Noi del comitato, sottolineando fin da subito che non abbiamo mai creduto alle menzogne dei vertici Asrem e del loro "mandante", il Presidente Iorio, siamo venuti a conoscenza di un documento (Prot. n° 367/C.O. del 27/08/10) a firma del dottor Fedele Clemente, Direttore della Centrale Operativa "118"-SET, nel quale si legge: "Facendo seguito al colloquio intercorso con il Direttore Aziendale dr. Giancarlo Paglione ed alle disposizioni ricevute, si stabilisce che i pazienti acuti dell'area afferente a Larino, che in precedenza venivano ricoverati presso questo ospedale, qualora necessitassero di ricovero, vengano tutti accompagnati presso glio regionale e mai supportata dai larinesi consiglieri di quel consesso. Sanno benissimo, come lo sanno i cittadini larinesi, che si è discusso di sanità e di ospedale in consiglio comunale solo perché i nostri rappresentanti, Di Lena e Cataffo, si sono fatti promotori di interpellanze, ordini del giorno, di denunce attraverso la stampa, di richieste di consigli comunali monotematici e ancora di partecipazione a convegni regionali e dibattiti locali. Sanno benissimo - e qui non perdoniamo i ragazzi - che nell'ultimo consiglio comunale Larino Viva, per posizione chiara e motivata del suo capogruppo Cataffo, non ha condiviso la richiesta di di- l'ospedale di Termoli, per la vicinanza e le caratteristiche oro-geografiche e logistiche dell'area, fatta eccezione per i pazienti che per competenza nosologica debbano essere condotti all'ospedale di Campobasso." Tale disposizione mai inoltrata formalmente alla Direzione Sanitaria del Vietri, come emerso da un incontro che il Comitato ha avuto con la stessa, rappresenta un atto gravissimo privo di qualsiasi legittimità, dal momento che deriva da un "colloquio intercorso", e un reiterato tentativo di screditare l'immagine dell'Ospedale Frentano che tuttora continua a garantire i servizi con la massima efficienza. Di fatto appare chiaro che la suddetta disposizione costituisca un atto arbitrario della Direzione del 118, in quanto non supportato da alcun atto ufficiale da parte del Direttore Sanitario Asrem, Giancarlo Paglione. Di fronte alla gravità di tali comportamenti, nell'interesse della comunità, il Comitato procederà a inoltrare denuncia alla Procura della Repubblica di Larino. Ci si augura che questo ulteriore attacco all'esistenza del Vietri possa finalmente svegliare dal letargo l'Amministrazione Giardino rinunciando all'atteggiamento servile finora avuto nei confronti di chi detiene il potere regionale e ha affossato e continua ad affossare il Molise". missioni di tutto il consiglio comunale avanzata dal resto dei rappresentanti consiglieri di opposizione, chiedendo invece con forza le dimissioni di Giardino e della sua maggioranza per manifesta insipienza, malafede e connivenza con la scelta scellerata di Iorio di declassare il Vietri. Cari ragazzi, Larino Viva, una associazione e non un partito, l'assunzione di responsabilità sulla vicenda Ospedale se l'è assunta sin dall'epoca delle primarie con il primo dibattito sul futuro del nosocomio e poi con la battaglia elettorale e dai banchi dell'opposizione. Battaglia elettorale a cui voi avete deciso di "partecipare" con il non voto. L’iniziativ a del vice sindaco Quici “Ci hanno garantito la marcia indietro” non devono trasferire pazienti acuti al Vietri non ha senso. Come amministrazione abbiamo già contattato la direzione generale dell'Asrem per chiedere spiegazioni e da Campobasso ci hanno assicurato che già da domani la disposizione del direttore del 118 Molise sarà rivista, nel senso che, così come peraltro accade già, i pazienti che necessitano di ricovero dopo la chiamata al 118 e si trovano in una situazione di acuzia saranno trasferiti al Vietri mentre gli altri politraumatizzati e affetti da altre patologie gravi saranno al contrario trasferiti agli ospedali di competenza nosolo- gica". Questo, dunque, per la cronaca, resta il dato oggettivo di decisioni prese senza nessuna informazione alla cittadinanza e il preannunciato esposto alla Procura della Repubblica che (leggasi a lato) il Comitato Pro Vietri presenterà contro la disposizione di Clemente nella quale si legge, neanche troppo nascosta, l'ulteriore intenzione di ridurre a nulla l'ospedale di Larino dove nonostante tutto proprio il reparto di emergenza continua a lavorare alacremente ogni giorno assistendo decine e decine di pazienti che, come detto, non tutti vi giungono dopo una chiamata al 118. ANNO XIII - N. 244 1.00* DOMENICA 5 SETTEMBRE 2010 * IL QUOTIDIANO DEL MOLISE + IL MESSAGGERO euro 1,00 FONDATO DA GIULIO ROCCO REGIONE MOLISE - NON ACQUISTABILI SEPARATAMENTE ZONA VASTO - SAN SALVO SOLO IL QUOTIDIANO euro 0,50 DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: 86100 CAMPOBASSO VIA SAN GIOVANNI IN GOLFO - TEL. 0874/484623 - FAX 0874/484625 Non soddisfano i 34 milioni di euro proposti dal commissario Iorio Cattolica, senza dialogo si rischia di chiudere CAMPOBASSO. La Cattolica continua a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica molisana. Il direttore del centro di contrada Tappino annuncia il ‘pugno duro’, ossia licenziamenti e tagli. Ma si spinge oltre e minaccia la chiusura della struttura. Non soddisfacente è considerata dalla Cattolica ‘l’offerta’ fatta ultimamente dal Commissario alla Sanità, il presidente della Regione Molise, Michele Iorio, di 34 milioni di euro. Intanto, Cannone invita i politici regionali al dialogo e a valutare l’importanza della Cattolica in tutto il centro-sud. SERVIZIO A PAGINA 3 Sanità Efficienza e tempi di attesa Molise agli ultimi posti in Italia SERVIZIO A PAGINA 3 1 Domenica 5 settembre 2010 3 Ma il centro di contrada Tappino è una realtà scientifica, culturale e medica all’avanguardia Cattolica, Savino Cannone minaccia licenziamenti e la chiusura della struttura Il direttore Savino Cannone di Tonino Di Tullio CAMPOBASSO. In questi giorni le notizie sui media si susseguono con un’altalena di dati positivi e negativi sulla sanità ed in particolare sull’Università Cattolica del Sacro Cuore. Positive sono per la Cattolica certamente quelle relative al boom di iscrizioni di 834 aspiranti “professionisti della sanità” in gara per 145 posti disponibili; positive anche le novità sui trattamenti dei tumori con gli studi dei dott. Gabriella Macchia, Mariangela Massaccesi e Cinzia Digesù che aprono nuovo possibilità di cure e interventi. Non soddisfacente è considerata dalla Cattolica l’offerta fatta ultimamente dal Commissario alla Sanità dott.M.Iorio di 34 milioni di euro. In una recente intervista televisiva il Direttore Savino Cannone ha fatto sentire la sua voce, invitando i politici regionali ed il Commis- sario al dialogo ed a valutare l’importanza per tutto il Centro-Sud dell’Università Cattolica e del Centro di Ricerca, precisando che è un Ente “pubblico equiparato” e non un Ente privato, come viene ripetuto da più parti. Nel caso di non accoglimento delle richieste finanziarie, necessarie al fabbisogno ordinario, il Direttore ha minacciato licenziamenti ed, eventualmente, la chiusura definitiva dell’Università. Voglio sperare che il dialogo fra Commissario e organi della Cattolica sia fruttuoso in questi giorni che rimangono per decidere tutto il pacchetto sanità nel Molise. Certo qualche sacrificio è necessario da parte di tutti, ma non si possono annullare tanti risultati ottimi che la Cattolica ha conseguito dal giorno della posa della prima pietra, quel lo storico 19 marzo 1995 alla presenza del Papa Giovanni Paolo II e tante autorità che plaudirono all’iniziativa realizzata, poi, in pochi anni. Mi tornano in mente due riflessioni, visto che in quei giorni curai tutta l’editoria per la Curia di Campobasso, degne di memoria anche in questa occasione: quella dell’Arcivescovo E.De Filippo sul famoso “triangolo” rappresentato dalla Scienza (Università cattolica), dalla fede( Santuario dell’Addolorata) e dal lavoro (Agnone); quella del Papa che con parole incisive disse: “Non arrendetevi di fronte ai gravi problemi del momento. Non rinunciate a progettare il futuro”. Lascio al lettore il commento. Con tanti amici molisani e di altre regioni, che ho incontrato personalmente du- rante il ricovero l’anno scorso, posso testimoniare la profonda preparazione scientifica dei primari, dei ricercatori e dei collaboratori ( medici e personale), tra cui molti molisani, l’eccellenza dei servizi e l’umanizzazione elevata del rapporto paziente- personale in una visione cristiana del malato come “persona” da salva- La Cattolica guardare in ogni occasione. L’Università Cattolica è una realtà scientifica, culturale e medica all’avanguardia per tutto il centro-Sud che ha salvato moltissime persone che, in tempi diversi, sarebbero state costrette ai duri viaggi della speranza in altre regioni anche lontane, specialmente per i settori della cardiochirurgia e on- cologia. Infine un appello, anche a nome degli Amici dell’università Cattolica, affinchè tutti coloro che hanno usufruito dei servizi e degli interventi dell’Università facciano sentire la loro voce onde evitare la chiusura dell’Ente che tanto bene ha fatto anche dal punto di vista occupazionale. Sanità italiana, Molise nelle ultime file per efficienza e tempi di attesa Al centro-nord le regioni più virtuose. Evidente il divario col Mezzogiorno Segnali d’allarme per il Molise nel settore sanità. La nostra regione infatti condivide gli ultimi posti con Sicilia, Campania, Puglia e Calabria per efficienza di strutture e preparazione di personale. Già solo considerando che sul podio si situano Toscana, Emilia e Piemonte (seguite da Umbria, Veneto e Friuli) si può notare che il Sud risulta la parte d’Italia “da rivedere”. Si stimano 90 morti al giorno per errori del personale Dai dati alle testimonianze dei cittadini. I pazienti del Molise e del Lazio raccontano delle odissee pre-ricovero, in cui pare che non bastino 3 giorni per fare tutte le visite al contrario che in Friuli, dove in media occorre mezza giornata. Ma è sempre il Sud a distinguersi in negativo. Numerosi gli anziani abbandonati nei corridoi degli ospedali per mancanza di posti in reparto. In Piemonte, per esempio, i ricoveri potenzialmente inappropriati sono circa 90 su 10mila residenti, mentre in Campania ne sono oltre 334. Il divario si nota anche per i malati cronici come i broncopatici: a Trento se ne ricoverano 58 all’anno su 100mila residenti, in Puglia oltre 350. La storia non cambia sui tempi di attesa. A Bolzano se ti rompi un femore hai l’83% di possibilità di essere operato entro 48 ore, mentre a Catanzaro solo il 16% di ricovero entro 3 giorni. Così per chi è in procinto di partorire. In Friuli solo nel 23% dei casi i medici optano per un cesareo, mentre in Campania le donne chiedono di partorire chirurgicamente e il 61,88% non ha un parto naturale. Inoltre si stima che solo in Italia siano 90 al giorno i morti per sbagli commessi dai medici, scambi di farmaci, dosaggi errati e sviste in sala operatoria. In sostanza le debolezze della Sanità italiana, in un Paese che “sforna” medici tra i migliori del mondo, sembra proprio che siano dovute soprattutto alla cattiva gestione che ne viene fatta nel Mezzogiorno. AB ANNO XIII - N. 244 DOMENICA 5 SETTEMBRE 2010 VICO I° ALFERIO n. 2 - TEL. 0865/415513 - FAX 0865/403973 REDAZIONE 86170 ISERNIA L’ex assessore regionale: siamo realisti, è più importante attivare un punto di primo intervento e pronto soccorso Ospedale, scontro tra Pd e Idv Paglione: ad Agnone il polo per le nascite proposto da Monaco è irrealizzabile Il sit in organizzato ad Agnone per denunciare sprechi ed inefficienze della sanità molisana sembrava aver ricompattato le forze di centrosinistra. Invece i contrasti tra i vari aperti restano irrisolti. In particolare tra Italia dei valori e Partito democratico. Ecco cosa scrive Paglione, esponente del Pd di Capracotta, all’indomani della manifestazione: “A proposito del sit in organizzato l’altro giorno ad Agnone dal centro sinistra per difendere la sanità in Alto Molise, mi vedo costretto – afferma l’ex assessore regionale - a fare alcune rettifiche e a precisare la posizione del Partito Democratico. In particolare, dopo le dichiarazioni rese dal coordinatore provinciale dell’Italia dei valori e riportate da alcuni organi di informazione 12 Candido Paglione, esponente del Partito democratico, esprime perplessità sulla proposta del punto nascite avanzata dal segretario provinciale dell’Italia dei Valori Antonio Monaco come la posizione di tutto il centrosinistra, devo ribadire che l’idea di istituire presso l’Ospedale di Agnone un polo unico per le nascite in provincia di Isernia non solo non è stata preventivamente discussa con le altre forze del centro sinistra, ma ci vede su posizioni completamente differenti. Pensiamo, infatti, al contrario dell’Idv, che tale proposta non sia realizzabile per varie ragioni e principalmente per la complessità delle articolazioni che la stessa richiede (rianimazione, terapia intensiva neonatale, neonatologia ed altro ancora) e che, razionalmente, non possono essere oggetto di discussione in un momento come questo. Allo stesso modo, riteniamo che non sia possibile – nella situazione data trasformare i 40 posti letto di RSA, previsti per l’Ospedale di Agnone, in posti letto ospedalieri ordinari. Noi, invece, abbiamo avanzato la proposta di istituire un punto di primo intervento e Pronto Soccorso avanzato, che serva almeno a garantire la “messa in sicurezza” dei cittadini che vivono nel Molise Altissimo, così da poter assicurare l’assistenza immediata, strutturata e coordinata con il 118 e con i DEA di I e II livello. Con il supporto di servizi (radiologia e laboratorio) funzionali e accessibi- li 24 ore su 24 e con la pronta disponibilità, ove possibile, di figure specialistiche essenziali. Alcuni episodi accaduti di recente hanno dimostrato, infatti, che proprio queste carenze possono rendere complicato l’accesso ai servizi sanitari presso l’Ospedale di Agnone. Con grande senso di responsabilità e sen- za alcuna strumentalizzazione intendiamo continuare dare il nostro contributo, se possibile insieme a tutto il centro sinistra, per avanzare proposte utili e che valgano davvero – conclude Paglione - a salvaguardare il diritto alla salute anche dei cittadini che vivono nel Molise Altissimo”. L’ospedale di Agnone DOMENICA 5 SETTEMBRE 2010 ANNO XIII - N. 244 VIA ANDREA DA CAPUA, 6 - TEL. 0875/707896 - FAX 0874/484625 REDAZIONE 86039 TERMOLI Pubblicato un documento che dimostrerebbe la volontà di chiudere il nosocomio frentano Attentato al Vietri, scatta la denuncia Il Comitato in difesa dell’ospedale torna ad alzare la voce e si rivolge alla Procura Nuova denuncia da parte del Comitato per la difesa dell’Ospedale “Vietri” di Larino che, documenti alla mano, vuole dimostrare l’esistenza di un piano sotterraneo volto alla chiusura dell’ospedale cittadino. “Il Comitato - si legge in una nota stampa - non ha mai creduto alle menzogne dei vertici ASREM, è venuto a conoscenza di un documento (Prot. n° 367/C.O. del 27/ 08/10) a firma del dr. Fedele Clemente, Direttore della Centrale Operativa “118”SET, nel quale si legge: “Facendo seguito al colloquio intercorso con il Direttore Aziendale dr. Giancarlo Paglione ed alle disposizioni ricevute, si stabilisce che i pazienti acuti dell’area afferente a Larino, che in precedenza venivano ricoverati presso questo ospedale, qualora necessitassero di ricovero, vengano tutti accompagnati presso l’ospedale di Termoli, per la vicinanza e le caratteristiche oro-geografiche e logistiche dell’area, fatta eccezione per i pazienti che per competenza nosologica debbano essere condotti all’ospedale di Campobasso.” Tale disposizione mai inoltrata formalmente alla Direzione Sanitaria del Vietri, come emerso da un incontro che il Comitato ha avuto con la stessa, rappresenta un atto gravissimo privo di qualsiasi legittimità, dal momento che deriva da un “colloquio intercorso”, e un reiterato tentativo di screditare l’immagine dell’ospedale frentano che tuttora continua a garantire i servizi con la massima efficienza. Di fatto appare chiaro che la suddetta disposizione costituisca un atto arbitrario della Direzione del 118, in quanto non supportato da alcun atto ufficiale da parte del Direttore Sanitario ASREM, dr. Giancarlo Paglione. Di fronte alla gravità di tali comportamenti, nell’interesse della comunità, il Comitato procederà a inoltrare denuncia alla Procura della Repubblica di Larino. Ci si augura che questo ulteriore attacco all’esistenza del Vietri possa finalmente svegliare dal letargo l’ammi- nistrazione Giardino, rinunciando all’atteggiamento servile finora avuto nei con- fronti di chi detiene il potere ed ha affossato e continua ad affossare il Molise”. “Ci auguriamo che l’amministrazione Giardino si svegli dal letargo” Sanità. La replica di Franco Sorrentino al movimento politico Larinascita “Cari ragazzi, non avete votato Assumetevi le vostre responsabilità” Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell’esponente di Larino Viva, Francesco Sorrentino, in risposta al manifesto sul Vietri pubblicato nei giorni scorsi dal movimento Larinascita. “Ai giovani, alla fine, si perdona tutto. L’impulsività ormonale tipica della crescita a quell’età molto spesso fa annebbiare la memoria e con essa anche l’onestà intellettuale. Poi, con la maturità, magari si rivisitano le tappe e le persone e forse ci si accorge di essere stati ‘manipolati’ da cassandre interessate e si fi- 18 nisce anche per arrossire in volto. Chi di noi non ha vissuto quella stagione goliardica! La stagione della diversità a tutti i costi, della contestazione ad ogni forma di organizzazione precostituita, la voglia di apparire e conquistare! Ma tant’è. Così i nostri amici de LARINascita, simpaticamente ragazzi del muretto, animati da questo ‘spirito libero’, a fasi alterne li abbiamo visti “parzialmente” a fianco ma con spiccata personalità nelle iniziative “sterili e folkloristiche” del comitato pro Vietri, almeno fino a quando non si sono accorti che dietro quella sigla si camuffavano vecchi e futuri candidati. E solo quando hanno partecipato al consiglio monotematico di Termoli hanno ‘potuto accertare’ che il Vietri è in dismissione’. Conclusione un po’ tardiva. Ma tant’è. Bene hanno pensato, allora, i nostri amici, di portare alle stampe un manifesto, affisso in questi giorni per le strade di Larino, dove vengono ritratti i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, dove vengono additati quali gli unici responsabili della chiusura dell’ospedale Vietri. Così. Tutti insieme allegramente. Per la verità abbiamo fatto un po’ fatica a intuire subito gli autori dell’accusa: il logo dell’associazione era purtroppo in alto e minuto, un po’ fuori sede, diciamo, quasi nascosto nella speranza – forse - di non essere notato. Leggendo poi il successivo comunicato, dal titolo “Vietri: è il momento delle assunzioni di responsabilità”, abbiamo sciolto ogni dubbio e ci siamo rassenerati. Abbiamo capito che forse la tipografia non era in grado tecnicamente di stampare un manifesto di dimensioni più grandi e solo per questo non erano state inserite le facce dei consiglieri regionali di opposizione e quelli di maggioranza, i larinesi D’Alete e Bonomolo, quelli del comprensorio Totaro, Pangia, Chieffo, Terzano e Romagnuolo. La tanto onorevole Sabrina De Camillis. E per finire i rappresentanti del più noto Comitato. Effettivamente un po’ tanti (o forse tra essi c’era il ‘suggeritore’ dell’iniziativa mediatica) e allora meglio restringere il cerchio ai soli rappresentanti comunali, vuoi anche per un risparmio economico notevole! Gli amici de LARINascita sanno benissimo l’impegno che Larino Viva ed i suoi rappresentanti in consiglio comunale in questi quasi tre anni hanno profuso per far condividere uno straccio di proposta, l’unica lungimirante presentata, non solo al Consiglio comunale e alla maggioranza di Larino ma portata anche in Consiglio regionale e mai supportata dai larinesi consiglieri di quel consesso. Sanno benissimo, come lo sanno i cittadini larinesi, che si è discusso di sanità e di ospedale in consiglio comunale solo perché i nostri rappresentanti, Di Lena e Cataffo, si sono fatti promotori di interpellanze, ordini del giorno, di denunce attraverso la stampa, di richieste di consigli comunali monotematici e ancora di partecipazione a convegni regionali e dibattiti locali. Sanno benissimo – e qui non perdoniamo i ragazzi – che nell’ultimo consiglio comunale Larino Viva, per posizione chiara e motivata del suo capogruppo Cataffo, non ha condiviso la richiesta di dimissioni di tutto il consiglio comunale avanzata dal resto dei rappresentanti consiglieri di opposizione, chiedendo invece con forza le dimissioni di Giardino e della sua maggioranza per manifesta insipienza, malafede e connivenza con la scelta scellerata di declassare il Vietri. Cari ragazzi, Larino Viva, una associazione e non un partito, l’assunzione di responsabilità sulla vicenda ospedale se l’è assunta sin dall’epoca delle primarie con il primo dibattito sul futuro del nosocomio e poi con la battaglia elettorale e dai banchi dell’opposizione. Battaglia elettorale a cui voi avete deciso di “partecipare” con il non voto. E se l’amministrazione Giardino oggi governa Larino è anche vostra responsabilità”. 8 Venafro - Valle del Volturno Domenica 5 Settembre 2010 ILTEMPO ‘ Agnone Paglione: «Il Polo unico per le nascite non è realizzabile» n AGNONE Candido Paglione chiarisce le posizioni del Pd in merito alla questione «Caracciolo». «Dopo le dichiarazioni rese dal coordinatore provinciale dell'Idv — afferma il componente dell’ assemblea nazionale del Democratici — devo ribadire che l'idea di istituire presso l'ospedale di Agnone un polo unico per le nascite in provincia di Isernia non è stata preventivamente discussa con le altre forze del centro sinistra e ci vede su posizioni completamente differenti. Tale proposta non è realizzabile, principalmente per la complessità delle articolazioni che la stessa richiede (rianimazione, terapia intensiva neonatale, neonatologia) e che, razionalmente, non possono essere oggetto di discussione in un momento come questo. Riteniamo che non sia possibile trasformare i 40 posti letto di RSA, previsti per l'Ospedale di Agnone, in posti letto ospedalieri ordinari. Noi — prosegue Paglione — abbiamo avanzato la proposta di istituire un punto di I˚ Intervento e Pronto Soccorso avanzato, che garantisca la "messa in sicurezza" dei cittadini che vivono nel Molise Altissimo, assicurando assistenza immediat con il 118 e con i DEA di I e II livello. Con il supporto di servizi funzionali e accessibili 24h e con la pronta disponibilità, ove possibile, di figure specialistiche essenziali. Alcuni episodi accaduti di recente hanno dimostrato, infatti, che proprio queste carenze possono rendere complicato l'accesso ai servizi sanitari presso l'ospedale di Agnone. Con grande senso di responsabilità — conclude Paglione — intendiamo dare il nostro contributo, se possibile insieme a tutto il centro sinistra, per avanzare proposte utili e che valgano davvero a salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini». Paglione Interviene sulla situazione dell’ospedal e Caracciolo