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Senza la Cattolica sarei morto da 6 anni

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Senza la Cattolica sarei morto da 6 anni
Quotidiano d’informazione del Molise
Con LA STAMPA nelle province di Campobasso, Isernia e in alcuni centri dell’Abruzzo
Direttore responsabile Giuseppe Saluppo
Anno XI N° 244 - Euro 1,00
Domenica 5 settembre 2010
La storia. Giovanni racconta la sua esperienza: nel 2004 fu operato al cuore, ora combatte la leucemia
“Senza la Cattolica
sarei morto da 6 anni”
“Devo la mia vita al personale del Centro”
servizio a pagina 6
Venafro
Attaccata dalle pulci
al Santissimo Rosario
L’episodio si è verificato nel reparto
dove la donna doveva essere visitata
VENAFRO. Un clamoroso
espisodio si è verificato
all’interno del Ss Rosario:
una donna che si era recata
in ospedale per una visita
specialistica è stata ‘infestata’ dalle pulci.
servizio a pagina 17
Lar ino
Agnone
Vietri
in subbuglio,
sospesi
i ricoveri gravi
Caracciolo
‘declassato’
a residenza
per anziani
Pazienti ‘dirottati’
al San Timoteo
La protesta
non ferma il riordino
servizio a pagina 27
servizio a pagina 19
6
Campobasso
Domenica 5 settembre 2010
La storia. Da tre anni fa la chemio tutti i giorni. “Se chiudono vado a sedermi davanti la Regione Molise”
“Ero morto, devo tutto a loro”
Giovanni Silvaroli racconta la sua esperienza in Cattolica: prima il cuore, poi la leucemia
L’interno del Centro
Nel riquadro, Giovanni Silvaroli
“
“
A chi vuole
la fine del Centro
farei provare
per un solo istante
cosa vuol dire
elemosinare
un po’ di speranza
“
me di pochi minuti mi hanno
subito detto che da lì a qualche ora sarei stato sottoposto
ad un intervento chirurgico
perché il mio cuore si stava
fermando per sempre".
Giovanni aveva gran parte
della carotide otturata, alcune
vene lacerate, il cuore che
stava cedendo. Un lungo e
laborioso intervento dell'equipe di chirurgia cardiovascolare e poi 25 giorni di
terapia intensiva. Alla fine la
vittoria.
"Tutti sono stati bravissimi" e
snocciola i nomi di ognuno: il
dottor Carlo Maria De Filippo, il dottor Pietro Modugno… Si ferma, non li ricorda
tutti ma a tutti vorrebbe che
arrivasse il suo 'grazie' finan-
Non servono titoli
né esperienza
per capire
che un’azienda
che produce
non si demolisce,
ma si rafforza
c h e
"alle signore che
ogni giorno curano la pulizia del reparto".
Tre anni fa Giovanni alla Cattolica ci è tornato. Questa
volta la lotta è più dura ma lui
con il cuore nuovo che gli
hanno restituito non ha alcuna intenzione di mollare a
meno che non sia la politica a
deciderlo ma anche in quel
caso tenterà il tutto per tutto.
"Leucemia" dice secco. Si
ferma, ha gli occhi lucidi e la
consapevolezza di chi sa che
non può cedere alla paura
perché il suo corpo non se lo
può permettere. Anche adesso cita i nomi di chi ha subito
capito
che la
morsa che
avvertiva
al
cuore non era un semplice malanno ma qualcosa di
più serio da affrontare subito
e battere sul tempo.
"La dottoressa Ceccarone, il
professor Storti, il dottor
Giordani, dal momento in cui
mi hanno detto che avevo
questo tumore del sangue non
mi hanno lasciato un attimo".
Si commuove Giovanni. Dai
suoi occhi trapela gratitudine
per chi da tre anni lotta ogni
giorno con lui e speranza per
una vita che a più riprese lo
sta mettendo a dura prova.
"Io non mi abbatto - continua
-, anche perché qui i dottori
“
CAMPOBASSO. I primi ad
accorgersi che qualcosa sta
cambiando sono stati loro, i
pazienti dei due Dipartimenti
di cardiologia e oncologia
dell'università Cattolica di
Campobasso.
E loro, i malati, sono i primi a
scendere in campo per proteggere il luogo dove hanno
ritrovato un'aspettativa di vita. E servono a poco anche i
sorrisi fiduciosi dei medici,
degli infermieri e di tutto il
personale che al centro "Giovanni Paolo II" quotidianamente prestano il proprio
operato. Dietro quel sorriso
gli ospiti della struttura ospedaliera leggono incertezze e
timori per il futuro.
E allora sono loro che hanno
deciso di scendere in campo e
non per difendere un colore
politico, né per sostenere la
lotta di questo o quel sindacato. Loro, i malati, protestano
perché non vogliono morire.
Almeno non per colpa dell'indifferenza o di chi ha deciso
che la loro vita vale tanto
quanto un numero da ridurre
o abolire.
Alla Cattolica molti sono arrivati che erano oramai in fin
di vita. E laddove altri avevano già messo la parole "fine"
al capitolo di un'esistenza, in
questi Dipartimenti hanno
trovato personale competente
e preparato. Audace, anche.
Qui, hanno tentato il tutto per
tutto. Riuscendo e ottenendo
risultati che oggi si concretizzano in una lotta senza quartiere.
Giovanni Silvaroli, 74 anni, è
la memoria storica di quello
che accade all'Università Cattolica tutti i giorni. È l'esempio di tanti che quotidianamente varcano la soglia dell'imponente struttura di contrada Tappino con un'ultima
speranza fra le mani.
Giovanni è entrato molti anni
fa quando un ictus e la chiusura della carotide in più punti lo stavano uccidendo. Neanche il tempo di fare domande e l'equipe del dipartimento
di chirurgia cardiovascolare
era già al lavoro per salvare
quel cuore che si stava fermando.
"Io non sapevo neanche, nel
2004, dell'esistenza di questa
struttura - racconta seduto sui
divani della hall, dove regala
saluti a tutti perché tutti conoscono le lunghe traversie di
questo tenace e simpatico signore -. Andai dal mio cardiologo perché non mi sentivo bene e fu lui a mandarmi
direttamente qui all'università
Cattolica dove dopo un esa-
non te lo consentono. Se ti
vedono giù di morale subito ti
sgridano e ti rincuorano. Mi
hanno detto che in un convegno a cui sono stati in questi
ultimi giorni hanno appreso
nuovi protocolli chemioterapici per la mia leucemia e ora
me li applicheranno per sconfiggere anche questa volta
questa dannata malattia".
Poi ha un attimo di esitazione. Si ferma, quasi dovesse
prendere respiro per esplodere in un momento di rabbia e
collera contro chi in questi
giorni paventa la chiusura
della struttura "che mi ha ridato la vita. Perché io, e come
me tanti altri, ero un uomo
morto.
A queste persone - racconta
ancora Giovanni - io farei
provare un solo istante cosa
significa elemosinare un po'
di speranza per la propria vita. Io era un piccolo imprenditore, avevo ben 15 dipendenti assunti, quindi so che
significa gestire un'azienda.
Non servono titoli né esperienza per capire che
un'azienda che produce non si
demolisce ma si rafforza. Che
razza di tagli stanno facendo?
Ma come ragionano? La strategia dovrebbe essere quella
di rinvigorire l'albero che dà
il frutto non di tagliarlo. Creino una rete che consenta alla
Cattolia di portare a termine
il suo mandato: ricerca ed eccellenza".
Ha le idee chiare Giovanni e
parla come fosse un medico o
un manager, poi torna la parte umana. Quella di chi ogni
giorno deve fare una flebo di
chemioterapia per garantirsi
la vita: "Sa che faccio? - dice
ancora - Se chiudono o tagliano o non permettono a questi
bravi medici e specialisti di
fare bene il proprio mestiere
mi vado a sedere davanti alla
Regione Molise con tutti i
miei 'colleghi' di reparto e
pretenderò che ci facciano le
stesse cure che riceviamo
quotidianamente qui. Visto
che loro in questa struttura
non ci hanno mai messo piede per rendersi conto, andiamo noi da loro… Eppoi ne riparliamo".
È arrivata l'ora della chemio.
Il medico lo chiama e lui non
se lo fa ripetere. "Quella flebo per ora è la mia salvezza dice indicando il braccio già
preparato a ricevere il medicinale -. Questa struttura è la
salvezza di molti".
Ci saluta Giovanni e si avvia
verso il suo reparto. Saluta a
più riprese e incrocia le dita
per se stesso certo, ma anche
per tanti come lui che ogni
giorno - purtroppo - continuano ad arrivare al Centro "Giovanni Paolo II". Molti sono
giovanissimi.
E la spola questi pazienti la
fanno fra il dipartimento cardiovascolare e quello oncologico.
D'altronde in Italia il cancro e
le malattie del cuore sono le
prime due cause di morte.
E qui a Campobasso in questo Centro che rischia di chiudere o di abbandonare l'obiettivo della ricerca e dell'eccellenza si prova ogni giorno a
scongiurare questo spaventoso primato per salvare la vita
di Giovanni e quella di tanti
come lui.
Ci.A
Domenica 5 settembre 2010
Agnone - Altomolise 19
Le proteste non fermano il taglio dei reparti e la trasformazione dell’ospedale di Agnone
Caracciolo, si avvicina la Rsa
Primi provvedimenti dell’Asrem per attivare i posti letto della residenza per anziani
ciale sono interessate a soluzioni alloggiative in ambienti
che consentono di sviluppare
VITTORIO LABANCA
AGNONE. Sit-in, contestazioni, cortei a sostegno del
San Francesco Caracciolo.
Mentre tantissima gente non
condivide affatto la forbice
della razionalizzazione sanitaria, la Asrem molisana mette in atto il Piano di Rientro.
Un piano operativo regionale
che fra le altre cosa smembra
gli ospedali di Agnone, Larino e Venafro inserendo all’interno di essi Residenze Sanitarie Assistite al posto di reparti e divisioni. 40 posti in
Rsa per ciascuno dei tre nosocomi. Ed è di qualche giorno
fa la comunicazione per i primi provvedimenti da mettere
in essere che la Asrem centrale ha inviato alle tre periferica
fra le quali Agnone. In sostanza individuate le strutture
ospedaliere per i 120 posti letto destinati agli anziani, tocca
ora ai direttori sanitari dei tre
ex ospedali oggi ribattezzati
quali “stabilimenti”, formulare un piano operativo per reperire spazi e stanze da dedicare alla causa. In sintesi spetterà al più presto alla figura
sanitaria ospedaliera attivare i
primi venti posti letto e organizzare le relative attività medica ed infermieristica. Inoltre
entro fine anno ed esattamente entro il 31 dicembre prossimo, necessiterà che il nosocomio agnonese e gli altri stabilimenti siano in grado di avere un regolamento di ammissione e gestione degli ospiti
anziani e nel contempo dovranno anche essere pronti a
fornire un vademecum sui bisogni assistenziali ed econo-
esigenze di socializzazione”le quote saranno di 76 euro divise a carico dell’assistito o
del Comune per il 40% mentre al restante 60% provvederà il servizio sanitario.
Per Candido Paglione il progetto non è realizzabile
Polo unico delle nascite
Pd e Idv divisi sulla proposta
L’ospedale Caracciolo di Agnone
mici del nuovo servizio per
anziani. Ma come si potrà accedere alla Rsa “Caracciolo”.
Solito iter: domanda del cittadino o della unità ospedaliera
dopo un ricovero dello stesso
corredata da relazione medica.
Quindi istituzione di un registro unico informatizzato su
rete regionale dove verrà apposta una graduatoria stilata
in base anche alle patologie e
necessità del ricoverando.
Nelle Rsa degli stabilimenti
ospedalieri troveranno così
posto malati autosufficienti e
non. Coloro che possono essere ricoverati a tempo o definitivamente che avranno a disposizione oltre le prestazioni
medico-infermieristiche anche quelle riabilitative, di aiuto personale fino alle prestazioni per cure personali come
barbieri, parrucchieri e simili
a richiesta e pagati dagli stessi ospiti ed avranno spazi di
tipo ricreativo e di relazione
sociale. Sotto il profilo economico a carico dell’anziano saranno le spese alberghiere e
sociali, mentre la sanità garantirà quelle mediche. Se il
reddito è insufficiente dovranno provvedere i familiari a pagare la retta. Per i più indigenti dovrà provvedere il Comune di residenza. Quantificando le somme: per i ricoverati
di livello medio alto ovvero
anziani non autosufficienti o
disabili fisici, psichici e sensoriali per i quali non si può
attivare un programma di assistenza domiciliare ed altri
rientranti nell’elenco dei cosiddetti inseribili in “fascia 1”
la spesa è di 58 euro a carico
della Regione e 96 quale diaria giornaliera per l’utente.
Per coloro inseribili in “fascia
2” ovvero livello medio-basso
–anziani o persone che “pur
non necessitando di particolare protezione sanitaria o so-
AGNONE. Il sit-in organizzato dalle forze del centro
sinistra ieri l’altro ad Agnone a difesa dell’ospedale Caracciolo lascia uno strascico
polemico. A non condividere
alcune posizioni del capracottese Monaco dell’IdV è il
suo compaesano candido
Paglione in qualità di componente dell’assemblea nazionale del PD. “ Mi vedo
costretto a fare alcune rettifiche ed a precisare la posizione del Partito Democratico
–esordisce Paglione- in particolare, dopo le dichiarazioni rese dal coordinatore provinciale dell’IDV come la
posizione di tutto il centro
sinistra. Devo ribadire che
l’idea di istituire presso
l’Ospedale di Agnone un polo unico per le nascite in
provincia di Isernia non solo
non è stata preventivamente
discussa con le altre forze
del centro sinistra, ma ci vede su posizioni completamente differenti. Pensiamo,
infatti, al contrario dell’IDV,
che tale proposta non sia
realizzabile per varie ragioni
e principalmente per la complessità delle articolazioni
Candido Paglione
che la stessa richiede (rianimazione, terapia intensiva
neonatale, neonatologia ed
altro ancora) e che, razionalmente, non possono essere
oggetto di discussione in un
momento come questo. Allo
stesso modo, riteniamo che
non sia possibile – nella situazione data - trasformare i
40 posti letto di RSA, previsti per l’Ospedale di Agnone, in posti letto ospedalieri
ordinari. Noi, invece –continua Paglione- abbiamo
avanzato la proposta di isti-
tuire un punto di Primo Intervento e Pronto Soccorso
avanzato, che serva almeno
a garantire la “messa in sicurezza” dei cittadini che vivono nel Molise Altissimo, così da poter assicurare l’assistenza immediata, strutturata
e coordinata con il 118 e con
i DEA di I e II livello. Con il
supporto di servizi (radiologia e laboratorio) funzionali
e accessibili ventiquattr’ore
su 24 e con la pronta disponibilità, ove possibile, di figure specialistiche essenziali.. Alcuni episodi accaduti
di recente hanno dimostrato,
infatti, che proprio queste
carenze possono rendere
complicato l’accesso ai servizi sanitari presso l’Ospedale di Agnone. Con grande
senso di responsabilità e
senza alcuna strumentalizzazione –conclude Paglioneintendiamo continuare dare
il nostro contributo, se possibile insieme a tutto il centro sinistra, per avanzare
proposte utili e che valgano
davvero a salvaguardare il
diritto alla salute anche dei
cittadini che vivono nel Molise Altissimo”.
Domenica 5 settembre 2010
Il fattaccio si è verificato giovedi scorso
Entra in ospedale
e si ritrova
infestata di pulci
La donna si era recata in reparto
per effettuare degli accertamenti
VENAFRO. Si era recata in ospedale per effettuare degli esami e mai
avrebbe immaginato di
uscire dal nosocomio infestata
dalle pulci! Protagonista
della disavventura
una donna
di Venafro
che aspettando la
una pulce al
chiamata
dei sanitari stava approfittando delle poltroncine di una saletta d’attesa. Non lo avesse mai
fatto. Ad un certo punto
ha iniziato a percepire
dei fastidiosi pruriti alle
gambe, che in breve si
sono fatti insopportabili.
A quel punto la donna si
è vista costretta ad effettuare una
“ispezione”
dei
suoi arti
inferiori,
che sono
risultati
“attaccati”
dai minuscoli pamicroscopio
rassiti saltellanti. Facile comprendere la reazione della
donna, che è andata su
tutte le furie e si è allontanata dall’ospedale minacciando querele.
Venafro - Valle del Volturno 17
26 Ururi Tavenna Basso Molise
Domenica 5 settembre 2010
Il funzionario di Prefettura chiamato a gestire il municipio ururese delibera in favore della gente
Commissariamento sociale
Servizio di ritiro degli esami al Vietri, costo mensa dimezzato e trasporto gratuito
NICOLA DE FRANCESCO
URURI. "Si comunica che
per i referti degli esami ematici effettuati presso il laboratorio analisi dell'Ospedale di
Larino, chi è impossibilitato
al ritiro degli stessi presso
l'ospedale suddetto, può rivolgersi all'Ufficio Servizi Sociali di questo Comune, presso la
Biblioteca, dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle 12,00
rilasciando le autorizzazioni
necessarie. Ed ancora, il Commissario Prefettizio, in esecuzione della Delibera del Consiglio Comunale n°20 del
17.5.2010 comunica alla cittadinanza che per l'anno scolastico 2010/2011 il costo dei
buoni per il Servizio Mensa
della Scuola Materna è ridotto
del 50% e che il servizio Trasporto scolastico è gratuito".
Da qualche giorno i sopra
estesi comunicati sono affissi
in tutti i locali pubblici di
Ururi, e al riguardo riceviamo
e pubblichiamo la nota del locale circolo del Partito Comunista che esprime piacere per
le decisioni prese dal Commissario Prefettizio, che "del
tutto inconsapevolmente, da i
giusti meriti a Rifondazione
Comunista che è stata promo-
tore delle suddette iniziative,
in concerto con l'Assessore alle Politiche Sociali". La nota
poi prosegue "Altresì, ci viene
dato lo spunto per fornire una
chiara e precisa risposta a chi
ci pone incessantemente, ogni
giorno, le stesse domande:
"voi che facevate quando in
Comune si pensava di più agli
interessi propri che a quelli
della popolazione?" "perché
ve ne siete andati solo adesso
e non prima?" "non era meglio portare a termine la legislatura?".
Ecco quello che facevamo noi
in Comune, molti fatti e poche
chiacchiere, lavoravamo e
proponevamo nell'esclusivo
interesse dei cittadini di Ururi
- di tutti i cittadini e non solo
degli "amici"- e in special modo nell'interesse dei soggetti
più deboli. Le determinazioni contenute nelle
comunicazioni
del
Commissario non sono
che il frutto di alcune
delle numerose iniziative condotte dai rappresentanti di Rifondazione Comunista nell'ambito amministrativo, volute e ottenute anche alzando la voce e battendo i pugni sui tavoli. Tra
le altre, ci piace evidenziare la proposta di modifica dello Statuto Comunale a tutela dell'ac-
qua pubblica, votata all'unanimità dal Consiglio Comunale,
e l'approvazione della deliberazione contro l'ignobile legge
sul federalismo fiscale voluta
da Berlusconi il quale non ha
alcuno scrupolo nel barattare
con la Lega leggi infami per le
Regioni Meridionali pur di ottenere consensi per l'approvazione delle leggi ad personam
che gli serviranno per mettere
una pietra tombale sui suoi
processi. Ci siamo battuti contro il c.d. eolico selvaggio e, si
badi bene, essere contro l'eolico selvaggio non significa essere contro le fonti di energia
alternativa ma solo contro il
proliferare indiscriminato di
pali eolici che, purtroppo, si
sta puntualmente verificando
nel nostro territorio a causa
dell'immobilismo del governo
regionale incapace di creare
delle linee guida serie che
mettano fine a questo vero e
proprio scempio che è sotto i
nostri occhi e che aumenta
giorno per giorno. Con questo modus operandi abbiamo
cercato di dare una precisa
identità alla nostra amministrazione, di spostare il più
possibile la rotta verso sinistra. Vista la conclusione, probabilmente non ci siamo riusciti fino in fondo ma sicuramente ci abbiamo provato con
tutte le nostre forze. Perché
ce ne siamo andati adesso e
non prima? La spiegazione è
molto semplice: noi siamo
perfettamente consci di rappresentare dei valori dai più
ritenuti ormai desueti e, pertanto, nel momento in cui scegliamo di avere rappresentanze istituzionali, a tutti i livelli,
sappiamo benissimo che sarà
necessario fare buon viso a
cattivo gioco e, turandoci il
naso, accettare qualche piccolo compromesso con l'illusione che dall'interno sia più facile esercitare una funzione di
controllo al fine di evitare il
più possibile comportamenti
che poco ci rappresentano.
Evidentemente, però, nel rispetto delle nostre idee e dei
nostri valori, non possiamo
certo permetterci di accettare
passivamente ogni tipo di nefandezza e, quindi, quando i
compromessi da piccoli diventano sempre più grandi e
il vaso, goccia dopo goccia,
diventa colmo non ci stiamo
più. Siamo pienamente consapevoli del rischio di essere additati come inaffidabili ma
preferiamo di gran lunga la
definizione di "sfasciacarrozze" a quella di "complice".
Non vogliamo assolutamente
fornire una giustificazione ai
soliti qualunquisti che si riempiono la bocca con frasi del tipo "sono tutti uguali". No,
noi non siamo uguali a chi fa
della politica clientelare il
proprio credo. Non siamo
uguali a chi promette posti di
lavoro inesistenti. Non siamo
uguali a chi approfitta della
posizione che occupa per curare il proprio orticello. Noi,
quando urlavamo da un palco
che la nostra gestione sarebbe
stata all'insegna della trasparenza, della condivisione delle
scelte e della legalità ci credevamo veramente, per altri erano solo proclami. Purtroppo".
Larino Basso Molise 27
Domenica 5 settembre 2010
Dal Comitato Pro V ietr i
“Non abbiamo mai creduto
alle menzogne dell’Asrem”
Da Clemente stop ai ricoveri nell’ospedale
L’associazione locale ironizza sui manifesti di Larinascita
Larino Viva ha giocato
coi ‘Ragazzi del muretto’
LARINO. Sono stati definiti, citando una fiction di successo degli anni
novanta, "I ragazzi del muretto". Ci
si riferisce al gruppo dei giovani di
'LARINAscita' che, come detto, nei
giorni scorsi hanno tappezzato la città di maxi manifesti con i quali hanno celebrato il funerale del Vietri, un
funerale dipeso dalla volontà congiunta di tutto il consiglio comunale,
e da quella del governatore Iorio e
dell'assessore Vitagliano. Ebbene,
dopo l'attacco di 'LARINascita, ieri
la cronaca ha registrato l'intervento
dell'associazione 'Larino Viva' che
definendoli come i ragazzi del muretto, ha inviato alla stampa regionale il seguente intervento. "Ai giovani, alla fine, si perdona tutto. L'impulsività ormonale tipica della crescita a quell'età molto spesso fa annebbiare la memoria e con essa anche l'onestà intellettuale. Poi, con la
maturità, magari si rivisitano le tappe e le persone e forse ci si accorge
di essere stati 'manipolati' da cassandre interessate e si finisce anche per
arrossire in volto. Chi di noi non ha
vissuto quella stagione goliardica!
La stagione della diversità a tutti i
costi, della contestazione ad ogni
forma di organizzazione precostituita, la voglia di apparire e conquistare!Ma tant'è. Così i nostri amici de
LARINascita, simpaticamente ragazzi del muretto, animati da questo
'spirito libero', a fasi alterne li abbiamo visti "parzialmente" a fianco ma
con spiccata personalità nelle iniziative "sterili e folkloristiche" del comitato pro Vietri, almeno fino a
quando non si sono accorti che dietro quella sigla si camuffavano vecchi e futuri candidati. E solo quando
hanno partecipato al consiglio monotematico di Termoli hanno 'potuto
accertare le reali intenzioni della Regione che il Vietri è in dismissione'.
Conclusione un po' tardiva. Ma tant'è. Bene hanno pensato, allora, i no-
stri amici, di portare alle stampe un
manifesto, affisso in questi giorni
per le strade di Larino, dove vengono ritratti i consiglieri comunali di
maggioranza e di opposizione, con
la sola aggiunta del faccione del Governatore Michele Iorio, dove vengono additati quali gli unici responsabili della chiusura dell'ospedale
Vietri. Così. Tutti insieme allegramente. Per la verità abbiamo fatto un
po' fatica a intuire subito gli autori
dell'accusa: il logo dell'associazione
era purtroppo in alto e minuto, un
po' fuori sede, diciamo, quasi nascosto nella speranza - forse - di non essere notato. Leggendo poi il successivo comunicato, dal titolo "Vietri: è
il momento delle assunzioni di responsabilità", abbiamo sciolto ogni
dubbio e ci siamo rasserenati. Abbiamo capito che forse la tipografia non
era in grado tecnicamente di stampare un manifesto di dimensioni più
grandi e solo per questo non erano
state inserite le facce dei consiglieri
regionali di opposizione e quelli di
maggioranza, i larinesi D'Alete e
Bonomolo, quelli del comprensorio
Totaro, Pangia, Chieffo, Terzano e
Romagnuolo. La tanto onorevole Sabrina De Camillis. E per finire i rappresentanti del più noto comitato.
Effettivamente un po' tanti (o forse
tra essi c'era il 'suggeritore' dell'iniziativa mediatica) e allora meglio restringere il cerchio ai soli rappresentanti comunali, vuoi anche per un risparmio economico notevole! Gli
amici de LARINascita sanno benissimo l'impegno che Larino Viva ed i
suoi rappresentanti in consiglio comunale in questi quasi tre anni hanno profuso per far condividere uno
straccio di proposta, l'unica lungimirante presentata, non solo al Consiglio comunale e alla maggioranza di
Larino ma portata anche in Consi-
LARINO. Per dovere di cronaca dobbiamo riferire che anche noi siamo venuti a conoscenza della nota con la quale il direttore del 118 Fedele
Clemente dispone, facendo seguito al colloquio
intercorso con il Direttore Aziendale Giancarlo
Paglione ed alle disposizioni ricevute, il blocco
dei ricoveri a Larino per i pazienti che vi giungono a seguito della chiamata all'emergenza molisana. Venuti a conoscenza di questa nuova disposizione, peraltro non comunicata alla direzione
del Vietri, ci siamo rivolti al vice sindaco Giovanni Quici, assessore delegato alla sanità della
giunta Giardino che ha annunciato di aver già attivato tutti i canali istituzionali per risolvere quello che sarebbe soltanto un errore di interpretazione delle disposizioni in quanto - ha riferito Quici
- 'è palese l'errore commesso in quanto una simile disposizione, ossia quella che allontanerebbe
dal Vietri anche i pazienti acuti si scontrerebbe
con la circostanza fattuale che in ospedale a Larino ogni giorno arrivano, perchè accompagnati
da parenti o da altre persone, decine di pazienti a
fronte dei pochi che vi giungono tramite le ambulanze del 118 ergo affermare che le ambulanze
LARINO. Riceviamo e pubblichiamo la nuova nota inviataci dal Comitato per la difesa dell'Ospedale
"Vietri" che svela il contenuto di
una missiva-disposizione (di cui in
realtà siamo venuti a conoscenza
anche noi) con la quale il direttore
della centrale operativa del 118
Molise dispone, dopo aver ascoltato anche il direttore dell'azienda
Giancarlo Paglione che le ambulanze del 118 non trasferiscano all'ospedale frentano alcun paziente
dirottandoli a Termoli, quelli acuti e
gli altri invece direttamente al Cardarelli, per quello che sarebbe dunque l'ennesimo atto teso a screditare la sopravvivenza del nosocomio
larinese. "Noi del comitato, sottolineando fin da subito che non abbiamo mai creduto alle menzogne dei
vertici Asrem e del loro "mandante", il Presidente Iorio, siamo venuti a conoscenza di un documento
(Prot. n° 367/C.O. del 27/08/10) a
firma del dottor Fedele Clemente,
Direttore della Centrale Operativa
"118"-SET, nel quale si legge: "Facendo seguito al colloquio intercorso con il Direttore Aziendale dr.
Giancarlo Paglione ed alle disposizioni ricevute, si stabilisce che i pazienti acuti dell'area afferente a Larino, che in precedenza venivano ricoverati presso questo ospedale,
qualora necessitassero di ricovero,
vengano tutti accompagnati presso
glio regionale e mai supportata dai
larinesi consiglieri di quel consesso.
Sanno benissimo, come lo sanno i
cittadini larinesi, che si è discusso di
sanità e di ospedale in consiglio comunale solo perché i nostri rappresentanti, Di Lena e Cataffo, si sono
fatti promotori di interpellanze, ordini del giorno, di denunce attraverso
la stampa, di richieste di consigli comunali monotematici e ancora di
partecipazione a convegni regionali
e dibattiti locali. Sanno benissimo - e
qui non perdoniamo i ragazzi - che
nell'ultimo consiglio comunale Larino Viva, per posizione chiara e motivata del suo capogruppo Cataffo,
non ha condiviso la richiesta di di-
l'ospedale di Termoli, per la vicinanza e le caratteristiche oro-geografiche e logistiche dell'area, fatta
eccezione per i pazienti che per
competenza nosologica debbano
essere condotti all'ospedale di Campobasso." Tale disposizione mai
inoltrata formalmente alla Direzione Sanitaria del Vietri, come emerso da un incontro che il Comitato
ha avuto con la stessa, rappresenta
un atto gravissimo privo di qualsiasi legittimità, dal momento che deriva da un "colloquio intercorso", e
un reiterato tentativo di screditare
l'immagine dell'Ospedale Frentano
che tuttora continua a garantire i
servizi con la massima efficienza.
Di fatto appare chiaro che la suddetta disposizione costituisca un atto arbitrario della Direzione del
118, in quanto non supportato da alcun atto ufficiale da parte del Direttore Sanitario Asrem, Giancarlo Paglione. Di fronte alla gravità di tali
comportamenti, nell'interesse della
comunità, il Comitato procederà a
inoltrare denuncia alla Procura della Repubblica di Larino. Ci si augura che questo ulteriore attacco all'esistenza del Vietri possa finalmente svegliare dal letargo l'Amministrazione Giardino rinunciando
all'atteggiamento servile finora
avuto nei confronti di chi detiene il
potere regionale e ha affossato e
continua ad affossare il Molise".
missioni di tutto il consiglio comunale avanzata dal resto dei rappresentanti consiglieri di opposizione,
chiedendo invece con forza le dimissioni di Giardino e della sua maggioranza per manifesta insipienza, malafede e connivenza con la scelta
scellerata di Iorio di declassare il
Vietri. Cari ragazzi, Larino Viva, una
associazione e non un partito, l'assunzione di responsabilità sulla vicenda Ospedale se l'è assunta sin
dall'epoca delle primarie con il primo dibattito sul futuro del nosocomio e poi con la battaglia elettorale e
dai banchi dell'opposizione. Battaglia elettorale a cui voi avete deciso
di "partecipare" con il non voto.
L’iniziativ a del vice sindaco Quici
“Ci hanno garantito
la marcia indietro”
non devono trasferire pazienti acuti al Vietri non
ha senso. Come amministrazione abbiamo già
contattato la direzione generale dell'Asrem per
chiedere spiegazioni e da Campobasso ci hanno
assicurato che già da domani la disposizione del
direttore del 118 Molise sarà rivista, nel senso
che, così come peraltro accade già, i pazienti che
necessitano di ricovero dopo la chiamata al 118 e
si trovano in una situazione di acuzia saranno trasferiti al Vietri mentre gli altri politraumatizzati e
affetti da altre patologie gravi saranno al contrario trasferiti agli ospedali di competenza nosolo-
gica". Questo, dunque, per la cronaca, resta il dato oggettivo di decisioni prese senza nessuna informazione alla cittadinanza e il preannunciato
esposto alla Procura della Repubblica che (leggasi a lato) il Comitato Pro Vietri presenterà contro
la disposizione di Clemente nella quale si legge,
neanche troppo nascosta, l'ulteriore intenzione di
ridurre a nulla l'ospedale di Larino dove nonostante tutto proprio il reparto di emergenza continua a lavorare alacremente ogni giorno assistendo decine e decine di pazienti che, come detto,
non tutti vi giungono dopo una chiamata al 118.
ANNO XIII - N. 244
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DOMENICA 5 SETTEMBRE 2010
* IL QUOTIDIANO DEL MOLISE + IL MESSAGGERO euro 1,00
FONDATO DA GIULIO ROCCO
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DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: 86100 CAMPOBASSO
VIA SAN GIOVANNI IN GOLFO - TEL. 0874/484623 - FAX 0874/484625
Non soddisfano i 34 milioni di euro proposti dal commissario Iorio
Cattolica, senza dialogo
si rischia di chiudere
CAMPOBASSO. La Cattolica continua a catalizzare
l’attenzione dell’opinione
pubblica molisana. Il direttore del centro di contrada Tappino annuncia il ‘pugno
duro’, ossia licenziamenti e
tagli. Ma si spinge oltre e
minaccia la chiusura della
struttura. Non soddisfacente
è considerata dalla Cattolica
‘l’offerta’ fatta ultimamente
dal Commissario alla Sanità,
il presidente della Regione
Molise, Michele Iorio, di 34
milioni di euro. Intanto, Cannone invita i politici regionali
al dialogo e a valutare l’importanza della Cattolica in
tutto il centro-sud.
SERVIZIO A PAGINA 3
Sanità
Efficienza e tempi di attesa
Molise agli ultimi
posti in Italia
SERVIZIO A PAGINA 3
1
Domenica
5 settembre 2010
3
Ma il centro di contrada Tappino è una realtà scientifica, culturale e medica all’avanguardia
Cattolica, Savino Cannone
minaccia licenziamenti
e la chiusura della struttura
Il direttore
Savino Cannone
di Tonino Di Tullio
CAMPOBASSO. In questi giorni le notizie sui media si susseguono con un’altalena di dati positivi e negativi sulla sanità ed in particolare sull’Università Cattolica del Sacro Cuore. Positive sono per la Cattolica
certamente quelle relative al
boom di iscrizioni di 834
aspiranti “professionisti della sanità” in gara per 145
posti disponibili; positive
anche le novità sui trattamenti dei tumori con gli studi dei dott. Gabriella Macchia, Mariangela Massaccesi e Cinzia Digesù che aprono nuovo possibilità di cure
e interventi. Non soddisfacente è considerata dalla
Cattolica l’offerta fatta ultimamente dal Commissario
alla Sanità dott.M.Iorio di 34
milioni di euro.
In una recente intervista
televisiva il Direttore Savino Cannone ha fatto sentire
la sua voce, invitando i politici regionali ed il Commis-
sario al dialogo ed a
valutare l’importanza per tutto il Centro-Sud dell’Università Cattolica e
del Centro di Ricerca, precisando che è
un Ente “pubblico
equiparato” e non
un Ente privato,
come viene ripetuto
da più parti. Nel
caso di non accoglimento delle richieste finanziarie, necessarie al fabbisogno ordinario, il Direttore ha minacciato licenziamenti ed, eventualmente, la chiusura definitiva dell’Università.
Voglio sperare che il dialogo fra Commissario e organi della Cattolica sia fruttuoso in questi giorni che rimangono per decidere tutto
il pacchetto sanità nel Molise. Certo qualche sacrificio
è necessario da parte di tutti, ma non si possono annullare tanti risultati ottimi che
la Cattolica ha conseguito
dal giorno della posa della
prima pietra, quel lo storico
19 marzo 1995 alla presenza del Papa Giovanni Paolo
II e tante autorità che plaudirono all’iniziativa realizzata, poi, in pochi anni.
Mi tornano in mente due
riflessioni, visto che in quei
giorni curai tutta l’editoria
per la Curia di Campobasso,
degne di memoria anche in
questa occasione: quella dell’Arcivescovo E.De Filippo
sul famoso “triangolo” rappresentato dalla Scienza
(Università cattolica), dalla
fede( Santuario dell’Addolorata) e dal lavoro (Agnone);
quella del Papa che con parole incisive disse: “Non arrendetevi di fronte ai gravi
problemi del momento. Non
rinunciate a progettare il futuro”. Lascio al lettore il
commento.
Con tanti amici molisani e
di altre regioni, che ho incontrato personalmente du-
rante il ricovero l’anno scorso, posso testimoniare la
profonda preparazione
scientifica dei primari, dei
ricercatori e dei collaboratori
( medici e personale), tra cui
molti molisani, l’eccellenza
dei servizi e l’umanizzazione elevata del rapporto paziente- personale in una visione cristiana del malato
come “persona” da salva-
La Cattolica
guardare in ogni occasione.
L’Università Cattolica è
una realtà scientifica, culturale e medica all’avanguardia per tutto il centro-Sud
che ha salvato moltissime
persone che, in tempi diversi, sarebbero state costrette
ai duri viaggi della speranza
in altre regioni anche lontane, specialmente per i settori della cardiochirurgia e on-
cologia.
Infine un appello, anche a
nome degli Amici dell’università Cattolica, affinchè
tutti coloro che hanno usufruito dei servizi e degli interventi dell’Università facciano sentire la loro voce
onde evitare la chiusura dell’Ente che tanto bene ha fatto anche dal punto di vista
occupazionale.
Sanità italiana, Molise nelle ultime file
per efficienza e tempi di attesa
Al centro-nord le regioni più virtuose. Evidente il divario col Mezzogiorno
Segnali d’allarme per il
Molise nel settore sanità. La
nostra regione infatti condivide gli ultimi posti con Sicilia, Campania, Puglia e
Calabria per efficienza di
strutture e preparazione di
personale. Già solo considerando che sul podio si situano Toscana, Emilia e Piemonte (seguite da Umbria,
Veneto e Friuli) si può notare che il Sud risulta la parte
d’Italia “da rivedere”.
Si stimano
90 morti
al giorno
per errori
del personale
Dai dati alle testimonianze dei cittadini. I pazienti del
Molise e del Lazio raccontano delle odissee pre-ricovero, in cui pare che non
bastino 3 giorni per fare tutte le visite al contrario che
in Friuli, dove in media occorre mezza giornata. Ma è
sempre il Sud a distinguersi
in negativo.
Numerosi gli anziani abbandonati nei corridoi degli
ospedali per mancanza di
posti in reparto. In Piemonte, per esempio, i ricoveri
potenzialmente inappropriati
sono circa 90 su 10mila residenti, mentre in Campania
ne sono oltre 334. Il divario
si nota anche per i malati
cronici come i broncopatici:
a Trento se ne ricoverano 58
all’anno su 100mila residenti, in Puglia oltre 350.
La storia non cambia sui
tempi di attesa. A Bolzano se
ti rompi un femore hai l’83%
di possibilità di essere operato entro 48 ore, mentre a
Catanzaro solo il 16% di ricovero entro 3 giorni. Così
per chi è in procinto di partorire.
In Friuli solo nel 23% dei
casi i medici optano per un
cesareo, mentre in Campania le donne chiedono di partorire chirurgicamente e il
61,88% non ha un parto naturale. Inoltre si stima che
solo in Italia siano 90 al giorno i morti per sbagli commessi dai medici, scambi di
farmaci, dosaggi errati e sviste in sala operatoria. In sostanza le debolezze della
Sanità italiana, in un Paese
che “sforna” medici tra i migliori del mondo, sembra
proprio che siano dovute soprattutto alla cattiva gestione che ne viene fatta nel
Mezzogiorno.
AB
ANNO XIII - N. 244
DOMENICA 5 SETTEMBRE 2010
VICO I° ALFERIO n. 2 - TEL. 0865/415513 - FAX 0865/403973
REDAZIONE 86170 ISERNIA
L’ex assessore regionale: siamo realisti, è più importante attivare un punto di primo intervento e pronto soccorso
Ospedale, scontro tra Pd e Idv
Paglione: ad Agnone il polo per le nascite proposto da Monaco è irrealizzabile
Il sit in organizzato ad
Agnone per denunciare sprechi ed inefficienze della sanità molisana sembrava aver
ricompattato le forze di centrosinistra. Invece i contrasti
tra i vari aperti restano irrisolti. In particolare tra Italia
dei valori e Partito democratico.
Ecco cosa scrive Paglione,
esponente del Pd di Capracotta, all’indomani della manifestazione: “A proposito
del sit in organizzato l’altro
giorno ad Agnone dal centro
sinistra per difendere la sanità in Alto Molise, mi vedo costretto – afferma l’ex assessore regionale - a fare alcune
rettifiche e a precisare la posizione del Partito Democratico. In particolare, dopo le
dichiarazioni rese dal coordinatore provinciale dell’Italia
dei valori e riportate da alcuni organi di informazione
12
Candido
Paglione,
esponente
del Partito
democratico,
esprime
perplessità
sulla proposta
del punto
nascite
avanzata
dal segretario
provinciale
dell’Italia dei
Valori
Antonio
Monaco
come la posizione di tutto il
centrosinistra, devo ribadire
che l’idea di istituire presso
l’Ospedale di Agnone un
polo unico per le nascite in
provincia di Isernia non solo
non è stata preventivamente
discussa con le altre forze del
centro sinistra, ma ci vede su
posizioni completamente differenti. Pensiamo, infatti, al
contrario dell’Idv, che tale
proposta non sia realizzabile
per varie ragioni e principalmente per la complessità delle articolazioni che la stessa
richiede (rianimazione, terapia intensiva neonatale, neonatologia ed altro ancora) e
che, razionalmente, non possono essere oggetto di discussione in un momento come
questo. Allo stesso modo, riteniamo che non sia possibile – nella situazione data trasformare i 40 posti letto di
RSA, previsti per l’Ospedale di Agnone, in posti letto
ospedalieri ordinari. Noi, invece, abbiamo avanzato la
proposta di istituire un punto
di primo intervento e Pronto
Soccorso avanzato, che serva almeno a garantire la
“messa in sicurezza” dei cittadini che vivono nel Molise
Altissimo, così da poter assicurare l’assistenza immediata, strutturata e coordinata
con il 118 e con i DEA di I e
II livello. Con il supporto di
servizi (radiologia e laboratorio) funzionali e accessibi-
li 24 ore su 24 e con la pronta disponibilità, ove possibile, di figure specialistiche essenziali. Alcuni episodi accaduti di recente hanno dimostrato, infatti, che proprio
queste carenze possono rendere complicato l’accesso ai
servizi sanitari presso l’Ospedale di Agnone. Con grande
senso di responsabilità e sen-
za alcuna strumentalizzazione intendiamo continuare
dare il nostro contributo, se
possibile insieme a tutto il
centro sinistra, per avanzare
proposte utili e che valgano
davvero – conclude Paglione
- a salvaguardare il diritto alla
salute anche dei cittadini che
vivono nel Molise Altissimo”.
L’ospedale di Agnone
DOMENICA 5 SETTEMBRE 2010
ANNO XIII - N. 244
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REDAZIONE 86039 TERMOLI
Pubblicato un documento che dimostrerebbe la volontà di chiudere il nosocomio frentano
Attentato al Vietri, scatta la denuncia
Il Comitato in difesa dell’ospedale torna ad alzare la voce e si rivolge alla Procura
Nuova denuncia da parte
del Comitato per la difesa
dell’Ospedale “Vietri” di Larino che, documenti alla
mano, vuole dimostrare
l’esistenza di un piano sotterraneo volto alla chiusura
dell’ospedale cittadino. “Il
Comitato - si legge in una
nota stampa - non ha mai
creduto alle menzogne dei
vertici ASREM, è venuto a
conoscenza di un documento (Prot. n° 367/C.O. del 27/
08/10) a firma del dr. Fedele
Clemente, Direttore della
Centrale Operativa “118”SET, nel quale si legge: “Facendo seguito al colloquio
intercorso con il Direttore
Aziendale dr. Giancarlo Paglione ed alle disposizioni ricevute, si stabilisce che i pazienti acuti dell’area afferente a Larino, che in precedenza venivano ricoverati presso questo ospedale, qualora
necessitassero di ricovero,
vengano tutti accompagnati
presso l’ospedale di Termoli, per la vicinanza e le
caratteristiche oro-geografiche e logistiche
dell’area, fatta eccezione per i pazienti che
per competenza nosologica debbano essere
condotti all’ospedale
di Campobasso.”
Tale disposizione
mai inoltrata formalmente alla Direzione
Sanitaria del Vietri,
come emerso da un incontro che il Comitato ha avuto con la stessa, rappresenta un atto
gravissimo privo di qualsiasi legittimità, dal momento
che deriva da un “colloquio
intercorso”, e un reiterato
tentativo di screditare l’immagine dell’ospedale frentano che tuttora continua a garantire i servizi con la massima efficienza.
Di fatto appare chiaro che
la suddetta disposizione costituisca un atto arbitrario
della Direzione del 118, in
quanto non supportato da alcun atto ufficiale da parte del
Direttore Sanitario ASREM,
dr. Giancarlo Paglione.
Di fronte alla gravità di tali
comportamenti, nell’interesse della comunità, il Comitato procederà a inoltrare denuncia alla Procura della Repubblica di Larino.
Ci si augura che questo ulteriore attacco all’esistenza
del Vietri possa finalmente
svegliare dal letargo l’ammi-
nistrazione Giardino, rinunciando all’atteggiamento
servile finora avuto nei con-
fronti di chi detiene il potere ed ha affossato e continua
ad affossare il Molise”.
“Ci auguriamo
che l’amministrazione Giardino
si svegli dal letargo”
Sanità. La replica di Franco Sorrentino al movimento politico Larinascita
“Cari ragazzi, non avete votato
Assumetevi le vostre responsabilità”
Riceviamo e pubblichiamo
la nota stampa dell’esponente di Larino Viva, Francesco
Sorrentino, in risposta al manifesto sul Vietri pubblicato
nei giorni scorsi dal movimento Larinascita.
“Ai giovani, alla fine, si
perdona tutto. L’impulsività
ormonale tipica della crescita a quell’età molto spesso fa
annebbiare la memoria e con
essa anche l’onestà intellettuale.
Poi, con la maturità, magari
si rivisitano le tappe e le persone e forse ci si accorge di
essere stati ‘manipolati’ da
cassandre interessate e si fi-
18
nisce anche per arrossire in
volto. Chi di noi non ha vissuto quella stagione goliardica! La stagione della diversità a tutti i costi, della contestazione ad ogni forma di
organizzazione precostituita,
la voglia di apparire e conquistare!
Ma tant’è.
Così i nostri amici de LARINascita, simpaticamente
ragazzi del muretto, animati
da questo ‘spirito libero’, a
fasi alterne li abbiamo visti
“parzialmente” a fianco ma
con spiccata personalità nelle iniziative “sterili e folkloristiche” del comitato pro
Vietri, almeno fino a quando
non si sono accorti che dietro quella sigla si camuffavano vecchi e futuri candidati.
E solo quando hanno partecipato al consiglio monotematico di Termoli hanno ‘potuto accertare’ che il Vietri è
in dismissione’. Conclusione
un po’ tardiva.
Ma tant’è.
Bene hanno pensato, allora, i nostri amici, di portare
alle stampe un manifesto, affisso in questi giorni per le
strade di Larino, dove vengono ritratti i consiglieri comunali di maggioranza e di
opposizione, dove vengono
additati quali gli unici responsabili della chiusura dell’ospedale Vietri. Così. Tutti
insieme allegramente.
Per la verità abbiamo fatto
un po’ fatica a intuire subito
gli autori dell’accusa: il logo
dell’associazione era purtroppo in alto e minuto, un
po’ fuori sede, diciamo, quasi nascosto nella speranza –
forse - di non essere notato.
Leggendo poi il successivo comunicato, dal titolo
“Vietri: è il momento delle
assunzioni di responsabilità”,
abbiamo sciolto ogni dubbio
e ci siamo rassenerati.
Abbiamo capito che forse
la tipografia non era in grado tecnicamente di stampare
un manifesto di dimensioni
più grandi e solo per questo
non erano state inserite le
facce dei consiglieri regionali
di opposizione e quelli di
maggioranza, i larinesi
D’Alete e Bonomolo, quelli
del comprensorio Totaro,
Pangia, Chieffo, Terzano e
Romagnuolo.
La tanto onorevole Sabrina De Camillis. E per finire i
rappresentanti del più noto
Comitato. Effettivamente un
po’ tanti (o forse tra essi c’era
il ‘suggeritore’ dell’iniziativa mediatica) e allora meglio
restringere il cerchio ai soli
rappresentanti comunali,
vuoi anche per un risparmio
economico notevole!
Gli amici de LARINascita
sanno benissimo l’impegno
che Larino Viva ed i suoi rappresentanti in consiglio comunale in questi quasi tre
anni hanno profuso per far
condividere uno straccio di
proposta, l’unica lungimirante presentata, non solo al
Consiglio comunale e alla
maggioranza di Larino ma
portata anche in Consiglio
regionale e mai supportata
dai larinesi consiglieri di quel
consesso.
Sanno benissimo, come lo
sanno i cittadini larinesi, che
si è discusso di sanità e di
ospedale in consiglio comunale solo perché i nostri rappresentanti, Di Lena e Cataffo, si sono fatti promotori di
interpellanze, ordini del giorno, di denunce attraverso la
stampa, di richieste di consigli comunali monotematici e
ancora di partecipazione a
convegni regionali e dibattiti locali.
Sanno benissimo – e qui
non perdoniamo i ragazzi –
che nell’ultimo consiglio comunale Larino Viva, per posizione chiara e motivata del
suo capogruppo Cataffo, non
ha condiviso la richiesta di
dimissioni di tutto il consiglio comunale avanzata dal
resto dei rappresentanti consiglieri di opposizione, chiedendo invece con forza le dimissioni di Giardino e della
sua maggioranza per manifesta insipienza, malafede e
connivenza con la scelta scellerata di declassare il Vietri.
Cari ragazzi, Larino Viva,
una associazione e non un
partito, l’assunzione di responsabilità sulla vicenda
ospedale se l’è assunta sin
dall’epoca delle primarie con
il primo dibattito sul futuro
del nosocomio e poi con la
battaglia elettorale e dai banchi dell’opposizione.
Battaglia elettorale a cui
voi avete deciso di “partecipare” con il non voto. E se
l’amministrazione Giardino
oggi governa Larino è anche
vostra responsabilità”.
8
Venafro - Valle del Volturno
Domenica 5 Settembre 2010
ILTEMPO
‘ Agnone
Paglione: «Il Polo unico per le nascite non è realizzabile»
n AGNONE Candido Paglione
chiarisce le posizioni del Pd in
merito alla questione «Caracciolo». «Dopo le dichiarazioni rese
dal coordinatore provinciale
dell'Idv — afferma il componente dell’ assemblea nazionale del
Democratici — devo ribadire
che l'idea di istituire presso
l'ospedale di Agnone un polo
unico per le nascite in provincia
di Isernia non è stata preventivamente discussa con le altre forze del centro sinistra e ci vede
su posizioni completamente differenti. Tale proposta non è realizzabile, principalmente per la
complessità delle articolazioni
che la stessa richiede (rianimazione, terapia intensiva neonatale, neonatologia) e che, razionalmente, non possono essere oggetto di discussione in un momento come questo. Riteniamo
che non sia possibile trasformare i 40 posti letto di RSA, previsti per l'Ospedale di Agnone, in
posti letto ospedalieri ordinari.
Noi — prosegue Paglione — abbiamo avanzato la proposta di
istituire un punto di I˚ Intervento e Pronto Soccorso avanzato,
che garantisca la "messa in sicurezza" dei cittadini che vivono
nel Molise Altissimo, assicurando assistenza immediat con il
118 e con i DEA di I e II livello.
Con il supporto di servizi funzionali e accessibili 24h e con la
pronta disponibilità, ove possibile, di figure specialistiche essenziali. Alcuni episodi accaduti di
recente hanno dimostrato, infatti, che proprio queste carenze
possono rendere complicato
l'accesso ai servizi sanitari presso l'ospedale di Agnone. Con
grande senso di responsabilità
— conclude Paglione — intendiamo dare il nostro contributo,
se possibile insieme a tutto il
centro sinistra, per avanzare
proposte utili e che valgano davvero a salvaguardare il diritto
alla salute dei cittadini».
Paglione
Interviene
sulla
situazione
dell’ospedal
e Caracciolo
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