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RICHIESTA DI INTERVENTO PER AMIANTO Questo
RICHIESTA DI INTERVENTO PER AMIANTO Questo Servizio potrà intervenire solamente se i materiali sono di proprietà del richiedente ovvero presenti nella sua proprietà con diritto di possesso. Qualora invece siano di altrui proprietà o si trovassero su altra proprietà privata, necessita l‟autorizzazione scritta della proprietà stessa per procedere alle verifiche del caso. Qualora si trattasse di pertinenze condominiali, l‟istanza d‟intervento dovrà essere prodotta dall‟amministratore del condominio. Qualora fossero abbandonati su strade pubblica occorre rivolgersi all‟A.M.A. Si informa inoltre che le prestazioni fornite da questo Servizio non sono ricomprese negli attuali livelli essenziali di assistenza (L.E.A.) previsti e pertanto sono erogabili soltanto a pagamento secondo il vigente tariffario regionale ( Deliberazione n. 10740 del 19/12/1995). Perciò al “Modulo esposti per inconvenienti igienico-sanitari”, presente in questo sito, si dovrà allegare la ricevuta di versamento di euro 173.02 comprendente le seguenti voci: sopralluogo con relazione tecnica euro 77.47; esame di documentazione tecnica e/o dati analitici con parere scritto euro 51.65; prelievo campioni solidi 10.33; attestazioni o pareri non previsti nel tariffario euro 25.82; preparazione campioni per analisi euro 7.75. Il versamento dovrà essere effettuato sul c/c postale n.79675005, l'intestato a AZIENDA UNITA' SANITARIA LOCALE ROMA C-Servizio Tesoreria - Via primo Carnera n.1-00142 Roma, causale " Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Richiesta valutazione cemento-amianto". Inoltre si dovrà allegare la ricevuta di un secondo versamento su c/c postale n.79675005, l'intestazione è AZIENDA UNITA' SANITARIA LOCALE ROMA C - Servizio Tesoreria- Via primo Carnera n.1-00142 Roma, e la causale è " Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro-Laboratorio di Igiene Industriale” dell'importo di euro 36.15 comprendente: analisi fibre mediante microscopia ottica euro 25.82; rilascio certificato analisi euro 10.33). Personale tecnico di questo Servizio, successivamente provvederà ad effettuare il sopralluogo presso il sito richiesto e redigerà apposita relazione tecnica relativa alle condizioni di conservazione del materiale esaminato, eseguirà un prelievo di campione solido del materiale e ne effettuerà la preparazione per l‟analisi delle fibre mediante microscopia ottica da parte del laboratorio, il quale rilascerà un certificato di analisi. Infine sulla base dell‟esame della documentazione tecnica e dei dati analitici, verrà rilasciato al richiedente, un parere non vincolante da parte dello scrivente Servizio circa i provvedimenti consigliati da attuare sul materiale in esame. Maggiori e più complete informazioni potranno essere reperite sul sito ww.laziosaluteesicurezza.it Di seguito una nostra nota informativa in materia di amianto. NOTA INFORMATIVA PER L’UTENTE 10 COSE DA SAPERE SUL RISCHIO CEMENTO-AMIANTO (eternit) NEGLI EDIFICI 1. I materiali in cemento-amianto che oggi più frequentemente possiamo ritrovare nei nostri edifici sono: tettoie/coperture (tegole, lastre piane o ondulate), canne fumarie, comignoli, gronde, discendenti, serbatoi idrici. A più di 10 anni dal divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dell‟amianto (L257/1992) la persistenza dell‟amianto nel nostro ambiente di vita è dovuto in massima parte a questi prodotti impiegati in passato in edilizia. 2. La presenza di cemento-amianto in un edificio non implica di per sé che la salute degli occupanti sia in pericolo; perché esista un rischio, occorre che si determini un rilascio di fibre che possono essere inalate dagli individui. 3. Nei materiali in cemento-amianto le fibre di amianto sono inglobate in una matrice cementizia che impedisce il rilascio spontaneo di fibre. Un rilascio di fibre può verificarsi se il materiale viene manomesso con attrezzi meccanici (tagliato,perforato,ecc) e per tale motivo sono sconsigliati interventi di qualsiasi tipo non affidati ad imprese specializzate. 4. Un rilascio di fibre è anche possibile spontaneamente, se il materiale è in stato di grave degrado con corrosione della matrice cementizia: in particolare le lastre di copertura in amianto-cemento (o canne fumarie) possono deteriorarsi, per azione delle piogge acide e degli sbalzi termici. Gli studi disponibili indicano che il rilascio di fibre è comunque di entità estremamente bassa: in alcune Regioni del Nord Italia (caratterizzate da maggior estensione di coperture in cemento-amianto e maggior acidità delle piogge) sono state rilevate delle concentrazioni di fondo più alte che in altre Regioni, ma non è mai stato rilevato un aumento di concentrazioni di fibre di amianto in siti posti in prossimità di edifici con coperture (o canne fumarie) in cemento-amianto per quanto degradati. 5. Secondo le stime più accreditate, esistono in opera nel nostro Paese circa un miliardo e mezzo di metri quadri di coperture in cemento-amianto (senza contare cassoni, canne fumarie etc). Una superficie cosi estesa contribuisce ad un inquinamento di fondo che tutti quanti inevitabilmente respiriamo indipendentemente dalle caratteristiche del tetto della singola abitazione. Una recente valutazione dell‟inquinamento ambientale effettuata in una zona del Comune di Roma, che presenta una grande estensione di coperture in cemento-amianto, ha evidenziato dei valori di inquinamento sempre inferiori a quelli indicati dall’OMS “Air Quality Guidelines For Europe” per l‟ambiente esterno. 6. Per tutti questi motivi la normativa vigente, relativamente al problema amianto negli edifici (DM 6/9/1994), non prevede nessun obbligo né di comunicazione alla ASL né di rimozione (bonifica) per i materiali edilizi in cemento-amianto presenti in edifici privati (civili abitazioni e/o Condomini). 7. Il problema amianto negli edifici, di cui spesso si sente parlare, è rappresentato invece dai materiali cosiddetti friabili, cioè intonaci contenenti amianto applicati a spruzzo. Questi materiali rilasciano facilmente fibre di amianto e possono costituire un rischio per la salute. Fortunatamente di questi materiali, applicati come misura antincendio in alcune particolari tipologie di edifici, esistono quantità molto più limitate. 8. Per tutti questi motivi gli attuali obblighi normativi, relativamente al problema amianto negli edifici (DM 6/9/1994), riguardano i materiali di amianto in opera in edifici di uso collettivo (cioè aperti al pubblico, luoghi di lavoro, di studio, di culto etc) nei quali l‟amianto è presente all‟interno dell‟edificio è può alterare la qualità dell‟aria indoor. 9. Se il proprietario dell‟immobile e/o Amministratore di Condominio intende comunque rimuovere i materiali contenenti amianto ricorre l‟esigenza di particolari cautele, altrimenti è proprio l‟intervento di bonifica che può causare rischi per la salute sia per gli addetti, sia per gli occupanti dell‟edificio. Occorre rivolgersi ad una Ditta specializzata che operi nella rimozione dell’amianto e sia iscritta alla categoria 10 dell’Albo delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti. 10. L’impresa che intende effettuare un intervento di rimozione amianto, (o un intervento di incapsulamento con trattamento preliminare o parziale sostituzione), ha obbligo di presentare un piano di lavoro, 30 giorni prima dell‟inizio dei lavori, al Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (S.Pre.S.A.L.) dell‟azienda USL territorialmente competente sul luogo dove si svolgerà l‟intervento. Tratto da : www.laziosaluteesicurezza.it La Mappatura dei materiali contenenti amianto nella Regione Lazio L‟amianto, materiale minerale naturale fibroso, è stato largamente utilizzato negli edifici e negli impianti industriali nel corso degli ultimi decenni del „900. La messa in evidenza di gravi rischi per la salute che i prodotti che lo contengono possono provocare a causa dell‟inalazione delle fibre che lo compongono, ha spinto le Autorità pubbliche a emanare norme stringenti per vietare le applicazioni industriali e domestiche. Se molti prodotti contenenti amianto sono da diversi anni spariti dal mercato, quantità rilevanti di vecchi materiali sono ancora presenti e gli interventi di manutenzione, il degrado o i danneggiamenti, possono provocare una contaminazione ambientale pericolosa per la salute della popolazione. La Legge 257 del 1992 “Norme relative alla cessazione dell‟impiego dell‟amianto” ha avviato in Italia un processo per la dismissione dall‟uso dell'amianto nel nostro paese a causa della sua pericolosità e del suo potere cancerogeno. I materiali contenente amianto (MCA) sono purtroppo ancora molto diffusi e, laddove la loro presenza è accertata, è necessario attuare un‟attività di controllo, notificandone obbligatoriamente la presenza ai Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.LL., ai sensi dell‟art.12 della Legge 257/1992 “Norme relative alla cessazione dell‟impiego dell‟amianto”. La notifica è obbligatoria per i materiali in matrice friabile. La mancata comunicazione della presenza di tali materiali è soggetta alle disposizioni penali che regolano la disciplina in materia. Il D.M. 101 del 2003 indica la necessità di avere una mappatura dei siti con presenza di materiali contenenti amianto prevedendo due fasi essenziali: • l'individuazione e la determinazione dei siti caratterizzati dalla presenza di MCA nell'ambiente naturale o costruito (mappatura delle zone con presenza di amianto); • la selezione, fra i siti individuati, di quelli con necessità di bonifica o di messa in sicurezza. La Regione Lazio ha conferito al Laboratorio di Igiene Industriale – Centro Regionale Amianto, ASL di Viterbo, l‟incarico di realizzare la mappatura, che permetterà di conoscere il quadro complessivo dei MCA negli edifici o ambienti aperti al pubblico, negli impianti industriali e nei siti dimessi. Individuare la presenza di MCA in un‟azienda o in un edificio è obbligatorio, ma non comporta necessariamente l‟immediato smantellamento. A seconda dello stato di conservazione e della ubicazione dei MCA potrebbe non essere richiesto alcun intervento, ma, se facilmente accessibile o degradato, potrebbe essere necessario provvedere alla sua messa in sicurezza fino alla rimozione completa. La conoscenza della distribuzione di MCA nella nostra regione permetterà interventi mirati nelle situazioni di maggior rischio, diffondendo una più precisa conoscenza dei pericoli per la salute dei cittadini.