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SCRITTI DI NICHIREN DAISHONIN VOLUME 4 UNA NAVE PER ATTRAVERSARE IL MARE DELLA SOFFERENZA Quando l'ho interrogato su ciò che mi hai riferito l'altro giorno, mi sono reso conto che era esattamente come dicevi. Dovresti quindi sforzarti più che mai nella fede per ricevere i benefici del Sutra del Loto. Ascolta con le orecchie di Shih K'uang e osserva con gli occhi di Li Lou1. Nell'ultimo giorno della Legge il devoto del Sutra del Loto apparirà senza dubbio. Quanto più grandi saranno le difficoltà che incontrerà, tanto più grande la gioia che egli proverà, grazie alla sua forte fede. Un fuoco non brucia forse più ardentemente quando vi si aggiungono dei ceppi? Tutti i fiumi scorrono verso il mare, ma la sua abbondanza d'acqua li fa forse rifluire indietro? Le correnti delle difficoltà si riversano nel mare del Sutra del Loto e si scagliano contro i suoi devoti. Il fiume non viene respinto dall'oceano, né il devoto rifiuta la sofferenza. Se non fosse per lo scorrere dei fiumi, il mare non esisterebbe. Similmente, senza grandi ostacoli non esisterebbe alcun devoto del Sutra del Loto. Come afferma T'ien-t'ai: «Tutti i fiumi si riversano in mare e i ceppi fanno ardere il fuoco»2. === 1. Shih K'uang e Li Lou: figure leggendarie cinesi, rispettivamente note per l'udito e la vista straordinari. 2. Maka shikan, vol. 5. 261 Devi comprendere che se puoi insegnare agli altri anche una sola frase o affermazione del Sutra del Loto è a causa di una profonda relazione karmica formata nel passato. Nel Sutra si legge: «È estremamente difficile salvare quelli che sono sordi alla vera Legge»3. La "vera Legge" indica il Sutra del Loto. In un brano del capitolo Hosshi si legge: «Se c'è qualcuno, uomo o donna, che insegna a una persona anche una singola frase del Sutra del Loto, sappiate che egli è l'inviato del Budda». Ciò significa che chiunque insegni agli altri anche una singola frase del Sutra del Loto è senza dubbio l'inviato del budda, sia questi un prete o una monaca, un laico o una laica. Tu sei un credente laico. Colui che ascolta anche una sola frase o affermazione del Sutra del Loto e la custodisce profondamente nel cuore può essere paragonato a una nave che solca il mare della sofferenza. Il Gran Maestro Miao-lo affermò: «Anche una singola frase custodita profondamente nel proprio cuore, aiuterà senza dubbio una persona a raggiungere la riva opposta4. Riflettere su una frase e metterla in pratica equivale a navigare». Solamente la nave di Myoho-renge-kyo ci permette di attraversare il mare della sofferenza. In un brano del Sutra del Loto si legge: «...come se uno avesse trovato una nave per compiere la traversata»5. Questa "nave" può essere descritta così: il Budda, costruttore di navi dalla saggezza infinitamente profonda, raccolse i tronchi dei quattro gusti e degli otto insegnamenti, li levigò, scartando correttamente gli insegnamenti provvisori, tagliò e assemblò le assi, utilizzando sia il giusto che lo sbagliato6, e === 3. Sutra del Loto, cap. 2. 4. Riva opposta: rappresenta la sponda dell'illuminazione, o nirvana, mentre la sponda su cui viviamo rappresenta l'illusione. 5. Sutra del Loto, cap. 23. 6. Utilizzando sia il giusto che lo sbagliato: sia il bene che il male sono inerenti alla vita. I sutra provvisori sostenevano che le persone malvagie non potevano ottenere l'illuminazione, ma il Sutra del Loto rivela che, per quanto malvagia sia la vita di una persona, essa possiede simultaneamente la natura illuminata. 262 completò l'opera fissando i chiodi dell'unico insegnamento supremo. Quindi varò la nave sul mare della sofferenza. Spiegando le vele delle tremila condizioni sull'albero della dottrina della Via di Mezzo, il vascello, guidato dal vento favorevole di «tutti i fenomeni rivelano la vera entità»7, avanza sollevandosi sulle onde e trasporta tutti i credenti che, grazie alla loro fede pura, possono accedere alla Buddità. Il Budda Shakyamuni è il timoniere, il Budda Taho issa le vele e i Quattro Bodhisattva, guidati da Jogyo, si sforzano all'unisono ai remi stridenti. Questa è la nave di cui si parla nella frase: «Una nave per compiere la traversata». A bordo ci sono i discepoli e i seguaci di Nichiren. Credi a questo con tutto il cuore. Quando andrai a trovare Shijo Kingo, per favore abbi con lui un dialogo sincero. Ti scriverò ancora più dettagliatamente. Con mio profondo rispetto, Nichiren 28 aprile === 7. Sutra del Loto, cap. 2. 263 Shiiji Shiro Dono Gosho (Nyoto Tokusen Gosho) Gosho Zenshu, pag. 1448 Scritto il 28 aprile 1261, a 40 anni, da Izu Destinato a Shiiji Shiro CENNI STORICI - Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a Shiiji Shiro, un samurai che viveva nella provincia di Suruga. Poche sono le notizie sul suo conto, ma la parte conclusiva di questo Gosho e riferimenti in altri Gosho indirizzati a Shijo Kingo e Toki Jonin nel 1280 e nel 1281 indicano che doveva conoscerli bene entrambi. Secondo la testimonianza di Nikko Shonin, Shiiji Shiro partecipò ai funerali di Nichiren Daishonin; sembra quindi che fosse un fedele seguace specialmente negli ultimi anni della vita del Daishonin. Per quanto concerne la data precisa sussistono dei dubbi, infatti il manoscritto originale del Gosho non esiste più, ma tradizionalmente si ritiene che sia stato scritto il 28 aprile del 1261, due settimane prima che Nichiren Daishonin, che a quel tempo aveva 40 anni, fosse esiliato nella penisola di Izu. Un altro punto di vista sostiene che potrebbe essere stato scritto molto tempo dopo. Infatti, riferimenti come si trovano in questo Gosho sul devoto del Sutra del Loto destinato a incontrare "grandi difficoltà" raramente appaiono negli scritti del Daishonin prima di Tatsunokuchi e l'esilio di Sado. Inoltre la frase "quando andrai a trovare Shijo Kingo per favore abbi con lui un dialogo sincero" indicherebbe che il Daishonin si trovasse in un luogo distante da Kamakura. Su questa base alcuni sostengono che questo Gosho sia stato scritto dopo il ritiro sul monte Minobu anche nel 1281. Comunque non si è giunti ad alcuna conclusione precisa. Le immediate circostanze connesse all'esilio di Izu del 1261 risalgono all'estate precedente, al 16 luglio 1260 con la presentazione del Rissho ankoku ron a Hojo Tokiyori, che 264 sebbene si fosse ritirato, continuava a essere politicamente l'uomo più potente di Kamakura. A causa delle critiche rivolte verso la setta della Pura Terra, contenute nel trattato, il 27 agosto dello stesso anno il Daishonin subì la persecuzione di Matsubagayatsu a opera di un gruppo di seguaci nembutsu. Il Daishonin fu costretto a fuggire nella provincia di Shimousa presso il suo discepolo Toki Jonin. Quando ritornò a Kamakura, nella primavera del 1261, venne arrestato e esiliato a Ito sulla penisola di Izu. Se il Daishonin scrisse veramente questo Gosho nel 1261, possiamo immaginare che fosse venuto a sapere dell'esilio imminente e che volesse incoraggiare i suoi discepoli ad avere coraggio, anche in caso di una persecuzione. D'altra parte, se il Daishonin ha scritto questo Gosho molto tempo dopo, si può arguire che accennando alle difficoltà si riferisse probabilmente alla persecuzione di Tatsunokuchi e alle difficoltà dell'esilio a Sado. 265