...

«Niente lavoro, cercano da mangiare»

by user

on
Category: Documents
16

views

Report

Comments

Transcript

«Niente lavoro, cercano da mangiare»
15
MERCOLEDÌ 20 NOVEMBRE 2013
PRIMO PIANO
il Cittadino
DOSSIER POVERTÀ - 2 n SEMPRE PIÙ DISOCCUPATI SI RIVOLGONO AL CENTRO DI ASCOLTO CARITAS DEL VICARIATO
DI PAULLO, MA CI SONO ANCHE ANZIANI CON PENSIONI DA FAME E PICCOLI ARTIGIANI CHE HANNO DOVUTO CHIUDERE
«Niente lavoro, cercano da mangiare»
RAFFAELLA BIANCHI
n Chi sono i nuovi poveri? Quelli che non riescono a pagare l’affitto da tre mesi e sanno già che a
fine anno riceveranno lo sfratto. I
bambini che tornano a casa all’orario di pranzo e rientrano a
scuola alle 14 perché i genitori non
possono più pagare la mensa. Gli
adolescenti che non arrivano al
necessario per l’abbonamento
dell’autobus scolastico. I disoccupati che hanno già ricevuto aiuti
ma dal 2009 sono irrimediabilmente a casa e tentano ancora di
richiedere sussidi che non possono esser loro concessi. Gli anziani
con una pensione di 500 euro. Le
vedove che affrontano da sole situazioni già precarie da quando il
marito era in vita.
Non sono generalizzazioni. Si tratta di casi reali, di volti di persone
conosciute dal Centro d’ascolto
Caritas vicariale di Paullo.
«Vengono a cercare lavoro». È
chiarissima la prima richiesta
espressa, secondo Marinella Bianchi, una delle operatrici del Centro, che accoglie chi arriva. «Le
donne cercano come badanti o
colf, gli uomini non trovano nulla
– aggiunge Gino Spagnoli, un altro
volontario -. Ma noi non siamo un
ufficio di collocamento, e ultimamente pare che le richieste di lavoro stiano diminuendo perché
forse hanno capito che noi non
possiamo fare nulla e di lavoro
non ce n’è. Così aumentano invece le domande di alimenti. Mamme con bambini, sporadicamente
qualche uomo straniero irregolare
che sa che nessuno lo potrà assumere».
Ancora, riprende Marinella Bianchi: «Nell’immediato futuro sarà
un grosso problema anche quello
degli sfratti. Sappiamo di una famiglia che da tre mesi non può più
pagare l’affitto. Il proprietario ha
annunciato che dovranno andarsene a fine anno. E non sono gli
unici. Ma dove va questa gente?».
Altre sottolineature da Spagnoli,
che segue in particolare l’erogazione del Fondo di solidarietà della Diocesi, voluto dal Vescovo
Merisi. «Nel 2009 era stato aperto
per sostenere chi aveva perso il
lavoro e non aveva ammortizzatori sociali. Il carattere dunque è
legato alla crisi e alla perdita del
posto di lavoro. Chi ha ottenuto un
sostegno, ha potuto goderne per
un periodo stabilito di 10 mesi. Nel
ANCHE SULLA APP
SEGNALATECI
LE REALTÀ
DI SOLIDARIETÀ
n Si apre questa settimana
il nuovo “dossier” del «Cittadino» dedicato alle nuove povertà, fotografate attraverso
la testimonianza dei responsabili delle numerose realtà
del territorio. Chi volesse segnalare un’associazione, un
ente o un’iniziativa particolare
a favore dei poveri può farlo
con un’email agli indirizzi [email protected] o
[email protected] oppure
telefonando al nostro giornale
al numero 0371 544200 e
chiedendo di Francesca Cerri.
I contenuti di queste pagine
saranno disponibili anche sulla app gratuita ilCittadinopiù,
nella sezione “Volontariato”.
frattempo la crisi economica non
è più nel primo picco di allarme
eppure non sappiamo fino a
quando continuerà. E qui arrivano
persone che ancora oggi dal 2009
non hanno trovato lavoro e vorrebbero ripresentare la domanda.
A questi noi dobbiamo dire di no.
Abbiamo schedato le situazioni,
sappiamo a chi è già stato erogato
il contributo. Ma loro ci tentano
comunque. Oppure giungono piccoli artigiani, idraulici, che chiudono l’attività. Anche questi non
accedono al Fondo di solidarietà.
Il Fondo non può essere la risposta
a tutto, dobbiamo spiegarlo alla
gente che viene a chiedere, intanto però vediamo che le esigenze
delle persone sono tante, quando
non hai da mangiare è dura».
Aldo Tava parla dei bambini: «Le
famiglie non possono più pagare le
rette della mensa. Dato che sono a
casa dal lavoro, vanno a prendere
il bambino e se lo portano a casa
per pranzo, dove non so cosa ci
sarà da mangiare. E non dev’essere facile per quei bambini, che salutano i compagni che vanno in
mensa, ed escono. Sono situazioni
pesanti». A Paullo alcuni ragazzi
frequentano istituti superiori di
Milano e Melzo. «Il costo del mensile si alza se hai anche la metro da
prendere. E anche questi giovani
vivono con un livello di ansia forte
per le condizioni che sono costretti ad accettare», sottolinea Tava.
Al Centro d’ascolto vicariale si distribuiscono vestiti e alimentari.
Al progetto hanno aderito le parrocchie di Paullo, Zelo, Cervignano, Comazzo, Tribiano e Mulazzano. Ma la collaborazione è con
tanti nelle vicinanze. Il parroco di
Casalmaiocco ad esempio non
manca mai di condividere le raccolte alimentari con il centro vicariale; altri aiuti arrivano dal
gruppo “La Goccia” dell’oratorio
di Paullo, con famiglie che si autotassano a favore di chi è in difficoltà. Nel fine settimana del 9 e 10
novembre in parrocchia a Paullo,
insieme al gruppo missionario, è
stata fatta la colletta alimentare;
tra i dati già resi noti dal parroco
monsignor Giuseppe Ponzoni, ci
sono gli 81 chili di pasta e i 28 vasetti di omogeneizzati.
Al centro c’è poi un servizio gratuito di consulenza legale dell’avvocato Valentina Ferri; l’accompagnamento ai servizi sociali dei
comuni di appartenenza e alle
istituzioni o sportelli di competenza; l’aiuto nel disbrigo di prati-
DALLA PARTE DEI POVERI Il responsabile Aldo Tava (al centro) con i volontari Gino Spagnoli e Marinella Bianchi
“
Prima
di tutto
si tratta
di ascoltare
le persone,
indirizzarle
e mettere
in moto
tutte quelle
capacità
e possibilità
che già
possiedono
che grazie all’interesse di Spagnoli, che appositamente ha seguito
un corso presso il Patronato Acli.
«Moltissime persone non conosco
i propri diritti o il modo per recuperare ciò che spetta loro. Noi volontari dovremmo avere una formazione in quest’ambito almeno
per comprendere come aiutarli».
Aldo Tava ricorda che a Paullo vivono persone di 49 nazionalità.
«Per tutte le situazioni, la prima
finalità del Centro d’ascolto è, appunto, l’ascolto. Ascoltare e mettere in moto tutte quelle capacità
e possibilità che le persone già
possiedono; orientarle verso chi
può occuparsi di bisogni specifici
o prendere in carico una situazione». E fa riferimento ad alcune
massime di sapienza biblica che
ha preparato per i ragazzi della catechesi: a turno infatti, alcuni
gruppi dell’oratorio di Paullo vanno a fare visita al Centro d’ascolto.
Anche loro conosceranno le motivazioni di questo centro. Quelle di
tanti, da millenni. Già il Siracide
affermava: «Aiuta il tuo prossimo
secondo le tue possibilità e bada a
te stesso per non cadere».
DA GENNAIO 2014
UNA NUOVA EMERGENZA:
FINIRANNO GLI AIUTI
DEL PROGRAMMA EUROPEO
n I pacchi alimentari. L’essenziale. Che dal 1 gennaio
2014 moltissimi enti non saranno più in grado di fornire. È stato infatti abolito il Programma europeo aiuti
alimentari ai poveri (Pead), che in Italia era gestito dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, e soprattutto attraverso il Banco alimentare destinava le
scorte da sovrapproduzione agricola a famiglie, comunità altrimenti impossibilitate nel fare la spesa. Anche
il Centro d’ascolto del vicariato di Paullo ha così potuto
finora preparare i pacchi alimentari, come moltissimi
altri enti del nostro territorio. Ma tra poco più di un mese ciò verrà a mancare. Questa l’urgenza segnalata da
Paullo.
Il Centro d’ascolto è aperto il lunedì e il sabato dalle 10
alle 12, il mercoledì dalle 17 alle 19. In altri orari è sempre attiva la segreteria telefonica allo 02 90633626.
La sede è a Paullo, proprio a fianco del santuario di
Santa Maria del Pratello.
R. B.
DATI n DAL 2011 SONO AUMENTATI GLI ITALIANI CHE CHIEDONO AIUTO ALLA SEDE VICINO AL SANTUARIO DEL PRATELLO
Ogni mese vengono distribuite 70 borse spesa
n Una media di 70 borse della
spesa al mese: ecco quanto è stato
distribuito nel 2013 a Paullo, presso
il Centro d’ascolto vicariale. L’ultimo dato completo è quello di ottobre: 73 le borse con alimentari ritirate. Si prenotano il sabato, si ritirano il mercoledì. A fine anno dunque
potrebbe essere eguagliato il numero dei pacchi alimentari distribuiti nel corso del 2012, quando sono state 859 le confezioni con generi di prima necessità per le persone
in difficoltà.
«Quando le persone fanno la richiesta del pacco alimentare, chiediamo lo stato di famiglia e la prima
volta andiamo a consegnare a casa
loro la spesa – afferma il responsabile del centro, Aldo Tava, che è anche diacono permanente -. Non per
vedere se hanno la televisione
grande o piccola, ma per toccare
con mano la loro realtà, dove vivo-
no, per cominciare un rapporto anche personale e di conoscenza. Come quando sono stato in casa di una
famiglia africana e ho visto come si
mettevano a tavola: una grande
pentola al centro da cui ciascuno
prendeva».
E nel solo anno che va a concludersi, sono 100 le persone arrivate per
la prima volta al Centro d’ascolto,
attiguo al santuario di Santa Maria
del Pratello. Di questi, 35 gli italiani.
«Dal 2011 già si capiva che gli italiani stavano tornando a crescere nel
rivolgersi a noi – ricorda Luigi Spagnoli, che ha schedato ordinatamente tabelle, numeri e annotazioni che confermano l’esperienza
personale e quotidiana di tutti gli
operatori -. Nel 2012 abbiamo accolto 450 persone, di cui 131 nuovi
arrivi (ben 95 le donne). 41 gli italiani. E di questi 131 nuovi arrivi, 83
sono di Paullo, ma sono giunti qui
persino da Mediglia, Pantigliate,
Peschiera, Rivolta d’Adda, Settala,
Trescore Cremasco».
Inoltre, tramite il Centro d’ascolto
vicariale nel 2013 hanno fatto domanda al Fondo di solidarietà della
diocesi 12 famiglie, provenienti da
Paullo e dai paesi vicini. Fondo di
solidarietà che da maggio 2009, a
livello vicariale ha visto inoltrare
120 domande, di cui l’80 per cento
ha ottenuto il contributo.
Il Centro d’ascolto vicariale di
Paullo è aperto da maggio 2005: da
quel momento sono arrivate 1104
persone nuove. Poi ci sono quelli
che tornano periodicamente, che
sono più conosciuti, che si rivedono
ogni tanto.
Undici gli operatori volontari, almeno due per turno, con il coordinamento di Aldo Tava. «Abbiamo
poche risorse, e con le poche che
abbiamo cerchiamo di intervenire
– dice Tava -. La prima cosa è
l’ascolto. Ora siamo preoccupati
soprattutto per quanto riguarda i
pacchi alimentari. Da qualche anno
infatti riuscivamo a garantirli attraverso il Banco alimentare della
Lombardia. A fine anno cessa il
programma di Agea (Agenzia per le
erogazioni in agricoltura, ndr) e ancora non si sa come potremo fare».
Chi subirà il cambiamento, se non
si troverà una soluzione a livello più
alto?
Anche le molte mamme con bambini che da due anni circa arrivano
a chiedere aiuto in via Santa Maria
del Pratello. Le si conosce pian piano, alcune si confidano. Ci sono
mariti che pur di lavorare si adattano a situazioni incredibili, eppure
reali: come il carico e scarico notturno pagato 3 euro e 80 centesimi
l’ora.
Raf. Bia.
Fly UP