SIAMO TORNATI! - Istituto Comprensivo Statale di Reggello (FI)
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SIAMO TORNATI! - Istituto Comprensivo Statale di Reggello (FI)
ISTITUTO COMPRENSIVO DI REGGELLO Anno 2, Numero 1 Gennaio 2012 S i a m o to r n at i ! ancora insieme dopo le vacanze Cari lettori, dopo la pausa estiva la redazione di Caccia alla notizia ha ripreso la sua attività durante il laboratorio pomeridiano scelto dagli alunni delle classi terze. Si sono aggiunti al gruppo dello scorso anno nuovi elementi che hanno accettato con entusiasmo questa proposta di lavoro, considerandola un momento di condivisione di idee e di arricchimento personale. L’inserimento dei nuovi alunni non è stato faticoso, il gruppo della cosiddetta “vecchia guardia” li ha guidati e sostenuti nella gestione dei lavori, nella ricerca dei materiali e nella produzione dei testi. Fra i ragazzi si è creato un clima molto sereno che permette loro di imparare divertendosi. Questo è sicuramente l’obiettivo principale che mi ero proposta di raggiungere quando mi è stata affidata questa iniziativa. Gli alunni si sono cimentati nell’approfondimento di diversi argomenti ed il motivo trainante che accomuna molti degli articoli di questo numero è il racconto del passato: con un’ immersione nei fatti storici più importanti del’900 ci siamo soffermati a riflettere sulla vita dei soldati nelle trincee durante la prima guerra mondiale, abbiamo parlato dei disastri causati dalle alluvioni che continuano a distruggere luoghi stupendi della nostra penisola e a portarsi via intere famiglie. Sono state raccontate inoltre alcune delle attività che oggi nell’era della telematica e della plastica rischiano purtroppo di sparire, lavori di artisti che hanno fatto della precisione e dell’attenzione le loro più grandi qualità. Una visita al Museo della Civiltà Contadina di Gaville ha permesso agli alunni di conoscere e ripercorrere tutte quelle pratiche quotidiane della vita semplice degli artigiani e agri- coltori che hanno vissuto nel nostro territorio all’inizio del secolo scorso. Il patrimonio linguistico e interculturale della nostra società occupa una parte importante del giornalino; come lo scorso anno abbiamo voluto approfondire le diverse identità linguistiche regionali soffermandoci questa volta sulle lingue minoritarie presenti in Italia raccontando anche quali sono gli obiettivi perseguiti da un’ istituzione importante come l’Accademia della Crusca. Per concludere questo argomento abbiamo voluto raccontare attraverso le esperienze vissute il gemellaggio fra paesi distanti ma uniti da un vincolo di amicizia. I ragazzi hanno poi dato spazio alla fantasia e accanto agli argomenti di studio si trovano articoli riguardanti i principali interessi dei giovani: dall’esercizio fisico alla musica, dall’amore per gli animali, alla moda femminile. Come già sottolineato lo scorso anno, questo giornalino scolastico vuol essere una proposta di approfondimento per tutti coloro che vivono e lavorano nel mondo della scuola. Troverete nelle pagine di questo numero un articolo riguardante la storia dell’olio, al quale hanno contribuito gli alunni della classe IC della Scuola Secondaria che si sono sbizzarriti a ricercare notizie, inventare racconti e illustrare con disegni ciò che sentivano di voler trasmettere e far conoscere riguardo questo argomento. Lo stesso hanno fatto gli alunni della 3^D con un testo sull’evoluzione della specie accompagnato dai disegni fatti su cartelloni. Aspettiamo dunque nuove e interessanti proposte per il secondo numero, naturalmente rispettando i tempi di uscita di Caccia alla notizia. Prof.ssa Alessandra Bonciani Sommario Editoriale Approfondimenti Reggello e dintorni Mondo scuola Un attimo di leggerezza 1 2 11 27 36 Notizie di rilievo La Grande Guerra attraverso gli occhi di chi l'ha vissuta Pag. 2 Il Museo della Civiltà Contadina a Gaville Pag. 11 Il Castello di Sammezzano Il gemellaggio, un'amicizia tra Paesi diversi La moda da Cocò Chanel a Lady Gaga Pag. 16 Pag. 33 Pag. 36 PAGINA 2 APPROFONDIMENTI ANNO 2, NUMERO 1 LA GRANDE GUERRA attraverso gli occhi ed i sentimenti di COLORO CHE L’HANNO VISSUTA. storie di UOMINI COMUNI mandati al fronte come soldati un attacco e l’altro, tormentati dalle mosche, dai Sui testi di Storia sono riportati gli avvenimenti, le pidocchi e dalla prolungata inattività. Gli unici momenti alleanze, le date, i luoghi, gli esiti di scontri di eserciti di contentezza erano quelli durante i quali ricevevano nemici, le decisioni sancite dai trattati di pace; noi lettere e quando potevano scrivere ai propri cari: abbiamo voluto riflettere sui sentimenti provati da quei “Vi sono truppe allo scoperto, sotto il tiro del soldati che, giorno dopo giorno, si trovavano a cannone nemico, con 15 gradi sotto zero, e si vuole contatto con la morte quando dovevano combattere che avanzino. Muoiono gelati a centinaia e ciò è per la propria sopravvivenza o sopportare la perdita di ignorato dal paese. Gli ufficiali più arditi hanno crisi di un compagno. Quante volte avranno dovuto rispettare pianto di fronte alla vanità degli sforzi, davanti un ordine non condiviso! Dire: “Signor Sì” per poi essere all’impossibile. Sull’Isonzo si muore a torrenti umani e mandati a morire. nulla finora si è raggiunto.” (Lettera di un generale Essi trascorrevano le giornate in cunicoli sotterranei dissidente a Giolitti , 1915). scavati nella roccia dove trovavano riparo dagli “Siamo balzati fuori tutti insieme : siamo a mille metri attacchi dei nemici. dalle prime trincee tedesche. Il rumore dalla fuciliera e Le trincee erano strette e non molto profonde, del bombardamento è infernale. Un proiettile scoppia a perciò i combattenti dovevano stare rannicchiati per due metri da me: una scheggia mi ammacca l’elmetto, evitare i colpi dei cecchini, stretti gli uni contro gli altri a ma non sono ferito. Altri quindici metri e un altro causa dello spazio esiguo a disposizione. I bordi erano proiettile mi cade ai piedi. Abbiamo conquistato la consolidati con travi di legno e pietra di varie prima linea: un centinaio di tedeschi, con le mani dimensioni; inoltre sui bordi venivano collocati dei alzate, corrono verso di noi. Non riesco a impedirmi di sacchi riempiti di sabbia e del filo spinato per sparargli addosso. Molti miei compagni sono morti, non potenziare la difesa. abbiamo più ufficiali. Anche le trincee adesso sono All’interno dei fossati i soldati dovevano rimanere a piene di tedeschi che sono morti.” (Fronte occidentale). lungo immobili e muoversi solo strisciando per evitare i Abbiamo voluto riflettere sull’ aspetto umano di un colpi durante gli attacchi dei nemici. conflitto che ha distrutto intere famiglie, che ha Ad aggravare ulteriormente le condizione di vita dei devastato interi Paesi rendendoli irriconoscibili, soldati c’erano la fame, i pidocchi, la sporcizia e la lasciando tracce indelebili nel paesaggio, ma mancanza da igiene, la vista e l’odore dei cadaveri. soprattutto nel cuore e nella mente di coloro che Gli scritti dei combattenti esprimono questi stati hanno vissuto “quella inutile strage”. d’animo: terrore per il rischio costante di essere uccisi o I documenti, le immagini e i testi letterari ci hanno feriti, ansia, rabbia e nervosismo nelle lunghe attese fra aiutato a scoprire quel senso di fraternità che si faceva strada nel cuore dei commilitoni quando aiutavano un compagno, ma anche quando potevano trovarsi di fronte a un nemico. Scrive Emilio Lusso nel romanzo "Un anno sull’altipiano", descrivendo un momento di tranquillità all’interno della trincea: “Era certo la corvée del caffè. I soldati passavano, per uno o per due, senza curvarsi, sicuri com’erano di non essere visti. Mai avevo visto uno spettacolo uguale. Ora erano là, gli austriaci: vicini, quasi a contatto, tranquilli come passanti su un marciapiede di città. Ne provai una sensazione strana. Stringevo forte il braccio del caporale che avevo alla mia destra, per comunicargli, senza parlare, la mia meraviglia. Anch’egli era attento e sorpreso. Una vita sconosciuta si mostrava improvvisamente ai nostri occhi. Quelle trincee, che avevamo attaccato tante volte, avevano poi finito col sembrarci inanimate, inabitate da viventi, rifugio di fantasmi misteriosi e terribili. Ora si mostravano a noi, nella loro vera vita. Uomini e soldati come noi, fatti come noi, in uniforme come noi, che ora si muovevano, parlavano e prendevano il caffè, proprio come stavano facendo, dietro di noi, in quell’ora stessa, i nostri compagni.” E ancora … “La guerra era per me una dura necessità, terribile certo, ma alla quale ubbidivo, come ad una delle tante necessità ingrate ma inevitabili della vita. Che io tirassi contro un ufficiale nemico era dunque un fatto logico. Vista da una trincea in Val del Cordevole PAGINA 3 CACCIA ALLA NOTIZIA APPROFONDIMENTI Avevo il dovere di tirare. Sentivo che ne avevo il dovere. avuto la nostra prima gelata. Benché infreddoliti Se non lo avessi sentito, sarebbe stato mostruoso che io l'abbiamo salutata con gioia, perché almeno ha continuassi a fare la guerra. E intanto non indurito il fango. Durante la giornata ci sono stati tiravo….Avevo di fronte un ufficiale giovane, inconscio scambi di fucileria, ma quando la sera è scesa sulla del pericolo. Non lo potevo sbagliare. Questa certezza vigilia, la sparatoria ha smesso interamente. Il nostro che la sua vita dipendesse dalla mia volontà mi rese primo silenzio totale da mesi! Speravamo che esitante. Avevo di fronte un uomo. Un uomo! Ne promettesse una festa tranquilla, ma non ci contavamo. distinguevo gli occhi e i tratti del viso… tirare così, a pochi passi, su un uomo…come su un cinghiale! Cominciai a pensare che non avrei tirato….Uccidere un uomo così è assassinare un uomo. Ancora oggi mi chiedo come, arrivato a quella conclusione, io pensassi di fare eseguire da un altro quello che io stesso non mi sentivo la coscienza di compiere. Porsi il fucile al caporale al mio fianco e gli dissi: - Sai…così…un uomo solo…io non sparo. Tu, vuoi? Prese il fucile e mi rispose: -Neppure io”. Nel brano emergono il rispetto per la vita umana di persone che condividevano la stessa terribile esperienza, seppur su schieramenti opposti. Ci siamo soffermati poi ad analizzare un episodio particolare che le cronache avevano nascosto: era la vigilia di Natale, Il 24 Dicembre 1914 dopo quattro mesi di guerra, in Francia, al confine con il Belgio, in un punto del fronte inglese-tedesco, sulle trincee tedesche appaiono dei piccoli abeti, adornati alla meglio come La croce commemorativa della tregua di Natale 1914 “alberi di Natale”. Qualche soldato dei due Di colpo un camerata mi scuote e mi grida: 'Vieni a schieramenti inizia timidamente a fare cenni di saluto vedere! Vieni a vedere cosa fanno i tedeschi!' Ho preso con le mani verso l’altra parte del fronte. Tutti escono e il fucile, sono andato alla trincea e, con cautela, ho salutano con le mani i loro “nemici”, usciti anch’essi alzato la testa sopra i sacchetti di sabbia. Non ho mai dalle proprie trincee. Sembra di assistere ad un incontro creduto di poter vedere una cosa più strana e più di vecchi amici, che si salutano da lontano, invece che commovente. Grappoli di piccole luci brillavano lungo essere in guerra, sul fronte, dove fino a pochi giorni tutta la linea tedesca, a destra e a sinistra, a perdita prima i soldati avevano combattuto e ucciso . Abbiamo d'occhio. Che cos'è?, ho chiesto al compagno, e John letto e commentato una preziosa testimonianza di un ha risposto: 'alberi di Natale!'. Era vero. I tedeschi soldato inglese che ebbe modo di assistere di persona a avevano disposto degli alberi di Natale di fronte alla questo evento: loro trincea, illuminati con candele e lumini. Poi "Janet, sorella cara, sono le due del mattino e la abbiamo sentito le loro voci che si levavano in una maggior parte degli uomini dormono nelle loro buche, canzone: 'stille nacht, heilige nacht…'. Il canto in ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo Inghilterra non lo conosciamo, ma John lo conosce e dei meravigliosi avvenimenti della vigilia di Natale. In l'ha tradotto: 'notte silente, notte santa'. verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se non Non ho mai sentito un canto più bello e più l'avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a significativo in quella notte chiara e silenziosa. Quando immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni il canto è finito, gli uomini nella nostra trincea hanno davanti al focolare a Londra, io ho fatto lo stesso con i applaudito. Sì, soldati inglesi che applaudivano i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia! Le tedeschi! […] prime battaglie hanno fatto tanti morti, che entrambe Nella trincea ci siamo guardati non sapendo che le parti si sono trincerate, in attesa dei rincalzi. Sicché fare. Poi uno ha gridato per scherzo: 'venite fuori voi!'. per lo più siamo rimasti nelle trincee ad aspettare. Con nostro stupore, abbiamo visto due figure levarsi Con la pioggia è venuto il fango, profondo un piede dalla trincea di fronte, scavalcare il filo spinato e e più. S'appiccica e sporca tutto, e ci risucchia gli avanzare allo scoperto. Uno di loro ha detto: 'Manda scarponi. Una recluta ha avuto i piedi bloccati nel ufficiale per parlamentare'. Ho visto uno dei nostri con il fango, e poi anche le mani quando ha cercato di fucile puntato, e senza dubbio anche altri l'hanno fatto, liberarsi... [...] Con tutto questo, non potevamo fare a ma il capitano ha gridato 'non sparate!'. Poi s'è meno di provare curiosità per i soldati tedeschi di fronte arrampicato fuori dalla trincea ed è andato incontro ai noi. Dopo tutto affrontano gli stessi nostri pericoli, e tedeschi a mezza strada. Li abbiamo sentiti parlare e anche loro sciaguattano nello stesso fango. E la loro pochi minuti dopo il capitano è tornato, con un sigaro trincea è solo cinquanta metri davanti a noi. [...] Tra noi tedesco in bocca! Nel frattempo gruppi di due o tre c'è la terra di nessuno, orlata da entrambe le parti di filo uomini uscivano dalle trincee e venivano verso di noi. spinato, ma sono così vicini che ne sentiamo le voci. Alcuni di noi sono usciti anch'essi e in pochi minuti Ovviamente li odiamo quando uccidono i nostri eravamo nella terra di nessuno, stringendo le mani a compagni. uomini che avevamo cercato di ammazzare poche ore Ma altre volte scherziamo su di loro e sentiamo di prima. Abbiamo acceso un gran falò, e noi tutti attorno, avere qualcosa in comune. E ora risulta che loro hanno inglesi in kaki e tedeschi in grigio. Devo dire che i gli stessi sentimenti. Ieri mattina, la vigilia, abbiamo tedeschi erano vestiti meglio, con le divise pulite per la PAGINA 4 ANNO 2, NUMERO 1 APPROFONDIMENTI anche se sono “nemici” , sono degli esseri umani, con festa. Solo un paio di noi parlano il tedesco, ma molti una testa e soprattutto un cuore, di diverso hanno solo tedeschi sapevano l'inglese. Ad uno di loro ho chiesto la divisa e la lingua. L’episodio del Natale 1914 ebbe come mai. 'Molti di noi hanno lavorato in Inghilterra', un certo risalto su alcuni giornali soprattutto inglesi, ma ha risposto. Mi ha fatto vedere le foto della sua famiglia fu taciuto perché il fatto avrebbe potuto favorire la che sta a Monaco. […] Questi non sono i 'barbari riflessione dei lettori, e quindi delle popolazioni, selvaggi' di cui abbiamo tanto letto. Sono uomini con sull’assurdità della guerra, in particolare di “quella case e famiglie, paure e speranze e, sì, amor di patria. guerra” orribile, combattuta facendo largo uso di armi Insomma sono uomini come noi. Come hanno potuto di distruzione di massa. Con il tempo si perse addirittura indurci a credere altrimenti? […]. il ricordo di quanto era accaduto. Secondo noi è giusto ricordare quel fatto, perché ci insegna che anche durante i conflitti più cruenti ci possono essere dei momenti di “fraternizzazione tra nemici”. Infatti, l’uomo è sempre un essere che ragiona non solo con la propria mente ma anche con il proprio cuore, e quindi è capace di compiere azioni che possono sembrare impossibili, considerate le circostanze drammatiche in cui si realizzano. Abbiamo ripensato a come ognuno di noi trascorre il Natale, ai gesti che anno dopo anno si ripetono: adornare gli abeti, cantare insieme i canti tradizionali per questa ricorrenza, ricordare chi non è più con noi, scambiarsi i doni, giocare insieme. Gesti semplici che ci fanno capire quanto siamo fortunati a poterli condividere con i nostri cari,che ricorrono durante ogni Natale, incredibili se si pensa alla realtà di una trincea. Durante quel Natale del 1914 “la terra di nessuno” diventa terra di tutti, i morti insepolti uniscono i nemici. Abbiamo pensato quanto deve essere stato difficile e coraggioso stringere la mano di un nemico che il giorno prima poteva aver ucciso un compagno. I soldati hanno dimostrato che si deve seguire il cuore prima del codice militare. Questo è un esempio di fraternizzazione che non avremmo creduto fosse possibile in una situazione di guerra, se non avessimo letto e commentato l’episodio. Si celebra proprio in questi giorni il novantesimo anniversario della tumulazione del Milite Ignoto avvenuta a Roma il 4 novembre 1921 all’Altare della Patria, sotto la statua equestre di Vittorio Emanuele II. Ad Aquileia una madre triestina, Maria Bergamas, aveva scelto "il milite ignoto" tra undici salme anonime portate dai luoghi della guerra. Il "Treno dell'eroe", così è stato chiamato il convoglio evocativo del viaggio di 90 anni fa, con la coincidenza dei 150 anni dell'Unità Nazionale, è partito da Aquileia il 29 ottobre 2011 verso il primo binario della stazione Sacrario militare di Pian dei Salezei di Cervignano (Udine). Era composto da tre vagoni contenenti la mostra sul milite ignoto, più uno allestito E insomma, sorella mia, c'è mai stata una vigilia di come sala di proiezione di documentari e filmati e una Natale come questa nella storia? Per i combattimenti riproduzione fedele del vagone che portò la bara, con qui, naturalmente, significa poco purtroppo. Questi un affusto di cannone d'epoca, il braciere e la teca con soldati sono simpatici, ma eseguono gli ordini e noi la bandiera originali. Il treno ha toccato le stazioni di facciamo lo stesso. A parte che siamo qui per fermare il Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, loro esercito e rimandarlo a casa, e non verremo meno Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo, Chiusi, Orvieto a questo compito. Eppure non si può fare a meno di permettendo alle persone radunate di onorare la salma immaginare cosa accadrebbe se lo spirito che si è del caduto simbolo. Il convoglio ha raggiunto la rivelato qui fosse colto dalle nazioni del mondo. capitale il 2 novembre accolto dalle maggiori autorità Ovviamente, conflitti devono sempre sorgere. Ma che dello Stato. succederebbe se i nostri governanti si scambiassero auguri invece di ultimatum? Canzoni invece di insulti? A cura degli alunni della classe 3a A Doni al posto di rappresaglie? Non finirebbero tutte le guerre? Il tuo caro fratello Tom." Dalle parole del soldato traspare che la volontà di incontrarsi e di fraternizzare è più forte dei divieti delle leggi e dei regolamenti militari. In effetti quei soldati, CACCIA ALLA NOTIZIA Le alluvioni: APPROFONDIMENTI PAGINA 5 oggi come nel 1966. storie comuni di famiglie distrut te e di solidarietà umana. Le immagini di questi giorni relative alle numerose alluvioni che hanno colpito la nostra penisola dalla Liguria alla Toscana, dal Piemonte a Messina, ci hanno molto impressionato per la violenza con cui sono state devastate intere città e piccoli paesi modificando l'aspetto del paesaggio naturale di luoghi, considerati, fino a pochi mesi fa, dei “paradisi estivi”, mete ambite da molti turisti come le Cinque Terre. Il nostro pensiero è subito andato a quelle persone che non sono riuscite a salvarsi e in queste occasioni hanno purtroppo perso la vita. Le vittime sono aumentate un giorno dopo l'altro a partire dal 25 ottobre le prime città ad essere colpite sono state: La Spezia, Vernazza, Borghetto Vara e Aulla. Abbiamo assistito attraverso i mezzi di comunicazione a veri e propri atti di coraggio degli abitanti di questi luoghi e dei volontari della protezione civile che hanno salvato vite umane, anche a costo Il Crocifisso di Cimabue, nella Basilica di Santa Croce a Firenze. della propria. Abbiamo visto esplodere la rabbia e la Vorremmo raccontare l'esperienza degli Angeli Del disperazione di chi aveva perso i propri cari, o la casa Fango, persone, soprattutto giovani ma non solo costruita dopo anni di sacrifici; si sono udite accuse alle provenienti da tutto il mondo, che giunsero a Firenze amministrazioni comunali per aver dato in ritardo il per recuperare le numerose opere d' arte, i dipinti, le segnale di allerta meteo, si sono visti giovani e anziani statue che altrimenti sarebbero andati perduti con attivarsi per salvare ciò che era rimasto per poter l'acqua dell'Arno. Erano tutti volontari e rappresenlentamente tornare a vivere una vita decorosa, tavano uno dei primi esempi di mobilitazione giovanile rispettando la memoria di chi, purtroppo non c'è più. del XX secolo. Grandi sono stati i danni provocati al Noi ragazzi che scriviamo le pagine di Caccia alla patrimonio artistico: migliaia di volumi, stampe e Notizia, abbiamo un'età compresa fra i 13 e 14 anni ed manoscritti furono coperti di fango nei magazzini della è innegabile che rimaniamo colpiti da questi disastri Biblioteca Nazionale Centrale e noi ragazzi della classe non solo per la forza degli elementi naturali, ma il IIIA abbiamo potuto vedere con i nostri occhi il dispiacere cresce quando a rimanere coinvolti sono crocifisso di Cimabue, nel museo della Basilica di Santa giovani come noi. Croce che, seppur restaurato deve considerarsi Tutte queste esondazioni ci hanno fatto ricordare perduto all' 80 %. un altro drammatico episodio raccontato dai nonni e Fra le persone arrivate a Firenze per poter aiutare i dai nostri genitori: l'alluvione di Firenze. avvenuta tra il suoi abitanti c'erano anche personaggi importanti a 3 e il 4 novembre 1966, l'Arno ricoprì d' acqua il centro livello internazionale: l'ex senatore Ted Kennedy che in della magnifica città toscana e molte zone limitrofe. un'intervista del 1996 rilasciata in occasione del 30° All'epoca i mezzi di comunicazione non erano anniversario dell'alluvione ricordò proprio l'opera degli all'avanguardia come oggi ed il primo che divulgò la angeli del fango: “Non potrò mai dimenticare quegli notizia che Firenze era sott'acqua fu il giornalista studenti che alla Biblioteca Nazionale, indifferenti al Marcello Giannini, celebre cronista della sede RAI di freddo, all'acqua e al fango, erano concentrati nel Firenze.. salvataggio dei libri”. In quei giorni giunsero a Firenze aiuti di ogni Anche la grande diva di Hollywood, genere, ma erano soprattutto la forza di volontà che l'indimenticabile Liz Taylor volle essere in città al fianco serviva per poter ripartire e dare speranza a chi aveva del marito Richard Burton che era la voce narrante del perso molto. film,documentario "Per Firenze" girato da Franco Zeffirelli all’indomani del terribile evento. Un articolo del Corriere fiorentino racconta questo episodio della vita dell'attrice, in occasione della sua scomparsa, per sottolineare il legame della Taylor con il capoluogo Toscano; Elisabeth non era attrezzata per camminare nel fango e fu convinta, dopo una lunga discussione con il marito a rientrare a Roma. Volle però sottolineare quanto fosse grande il suo disappunto e il fatto di sentirsi molto vicina ai fiorentini con queste parole : “Quanto dolore c'è nel mondo e noi facciamo finta di niente”. Nei giorni dell'alluvione di Firenze anche Reggello ha dovuto vivere la sua tragedia, infatti le stesse condizioni meteorologiche del capoluogo riguardarono il territorio circostante, ci furono tante alluvioni a livello locale che portarono alla popolazione gravi lutti e disperazione. Nel nostro paese Il Resco, Una strada di Firenze dopo l'alluvione del 1966 PAGINA 6 ANNO 2, NUMERO 1 perché avevano iniziato a manifestarsi alcune crepe nelle pareti dell'abitazione: “Ricordo che in quei giorni non mi sentivo bene, a causa di una brutta influenza, non dimenticherò mai il grido disperato del Sig. Nocentini che accorse in Piazza Potente e avvertì la popolazione del crollo delle Lastre”. Piazza del Carmine a Firenze ridotta ad un lago di fango dopo l'alluvione. torrente che scende dalla montagna del Varco, esondò e spazzò via le case nella zona denominata “Le lastre”. Il 3 novembre 1966 era piovuto molto, come nei giorni precedenti, ma nessuno poteva immaginare ciò che sarebbe poi accaduto in poche ore. La zona de Le Lastre é oggi un parco alberato e attrezzato dove si ritrovano i ragazzi e giocano i bambini, ma prima del 1966 qui sorgeva un gruppetto di case, arroccate lungo il torrente che scorreva diversi metri sotto di loro. Proprio questa zona, fu la più colpita dall'alluvione che portò alla morte di sette persone fra le quali due bambine piccole e una donna incinta di sette mesi. A ricordo delle sfortunate vittime nel parco delle Lastre è stato eretto un cippo in pietra. Nelle abitazioni costruite in quella zona che costituivano, si può dire, un piccolo villaggio all'interno del paese, risiedevano famiglie unite tutte da legami di parentela. Erano circa dieci famiglie raccolte nelle abitazioni che furono tutte distrutte. Le case erano disposte in fila indiana lungo l'antica via del Casentino che costeggiava il fiume e solo un edificio sorgeva di fronte, dall'altro lato della strada ed aveva una Il sottopassaggio di Viale Fratelli Rosselli a Firenze dopo l'alluvione. Anche il signor Paolo Farini ricorda quell'esperienza con emozione: riuscì a salvare la madre dopo che aveva ceduto una parte dell'appartamento dove si trovavano il salotto, la camera matrimoniale e la cucina. La signora fu tratta in salvo dal figlio che riuscì a caricarsi la madre sulle spalle per poi portarla a livello della strada. Molte delle informazioni qui riportate sono state raccolte grazie alla lettura di un libro di recente pubblicazione intitolato “La tragedia delle Lastre” scritto dalla Professoressa Gabryela Dancygier. Il testo è stato presentato il 5 Novembre 2011, nella sala multimediale della biblioteca comunale. Erano presenti molti cittadini insieme ad alcuni sopravvissuti all'evento, ognuno dei quali ha portato il proprio contributo per la realizzazione della pubblicazione attraverso testimonianze dirette e foto personali. Il libro riporta i ricordi di chi fu coinvolto in prima persona in quel disastro e ci ha permesso di rivivere oggi quei terribili momenti che non devono essere dimenticati. Leggendo queste pagine si può capire come il dolore dei sopravvissuti sia ancora vivo e presente nel loro animo, a tutte queste famiglie rivolgiamo il nostro ringraziamento per aver messo, anche a nostra disposizione i loro ricordi con la speranza che tragedie simili in futuro possano essere evitate. A cura di Enrico Giunti Vista da una spalletta dell'Arno travolta dalla furia del fiume. meridiana funzionante sulla facciata. Nella casa cosìddetta “della meridiana” abitava in quegli anni un'insegnante della nostra scuola, la Professoressa Fernanda Tognaccini che nel 1966, aveva 15 anni e frequentava le scuole superiori. Ci ha gentilmente raccontato la sua esperienza, attingendo a quei ricordi che sono ancora nitidi come per tutte quelle persone che hanno vissuto quella terribile tragedia. La professoressa insieme ai suoi genitori aveva lasciato la sua abitazione qualche giorno prima che avvenisse il disastro ed era stata ospitata in piazza Potente proprio Come si presentava una strada del centro di Firenze dopo l'Alluvione. CACCIA ALLA NOTIZIA PAGINA 7 LA storia DELL'OLIO tra realta' e fantasia I miti, le pratiche religiose, i modi di dire dei nostri nonni e i nostri racconti. Il grano, l’olivo e la vite sono stati per millenni i ormai prossimo a morire, chiese al figlio Seth di recarsi prodotti agricoli che costituivano la principale fonte di al Paradiso per ottenere dall'Arcangelo Michele l'olio alimentazione di tutta l’area mediterranea; non c’è della misericordia. L'Arcangelo, in cambio gli diede tre quindi da stupirsi se essi sono entrati a far parte di semi per collocarli nella bocca di Adamo al momento espressioni linguistiche di uso comune come i proverbi della sepoltura. Da quei semi nacque un olivo. In un e i modi di dire tipici delle regioni in cui “l’oro verde” episodio della Bibbia una colomba fa ritorno all'arca di rappresenta uno dei prodotti più ricercati ed apprezzati. Noé con un ramoscello fresco di olivo nel becco, segno In occasione della XXXIX mostra dell’olio a Reggello della ritrovata pace tra Dio e gli uomini. noi alunni della classe IC siamo stati invitati dalle In alcuni episodi biblici si ricorda la funzione dell’olio insegnanti di Italiano, Storia e Geografia ad approfonper consacrare i re d’Israele Saul e David. dire la storia dell’olio, attraverso un percorso che dai Inoltre l’olio viene usato nella liturgia cattolica per racconti mitologici giunge a spiegare come il succo delamministrare i diversi sacramenti. le olive era considerato già in epoca medievale un aliLa Chiesa utilizza tre tipi di olio: quello dei mento importante per la popolazione. Catecumeni, l'olio degli Infermi ed il Crisma. Ci siamo quindi avventurati in questa ricerca di Con l'olio dei Catecumeni viene eseguita un'unzione materiali prendendo in considerazione quello che già durante il rito del Battesimo, conoscevamo di questo argomento: molti alunni della con quello degli infermi viene unto il malato classe già avevano sentito parlare del famoso mito durante il rito dell'unzione degli infermi ed infine il greco che spiega la nascita della città di Atene e il dono Crisma è utilizzato in diversi sacramenti: nel Battesimo, fatto dalla dea Atena agli abitanti. Stimolati a al termine del rito stesso, con un'unzione che conferma raccontarlo ci siamo resi conto che, forse esistevano, il sacramento ricevuto, durante la Cresima come come spesso capita nei miti, più versioni della stessa momento principale del sacramento stesso, nell'Ordine storia. Questo aspetto ci ha incuriosito e spinto a sacro con l'unzione delle mani del candidato sacerdote. cercare ulteriori notizie. Per chi ancora non conoscesse Anche il Corano riporta un episodio in cui è citata questa vicenda ci sembra opportuno raccontare come, una pianta di Olivo: secondo la mitologia classica si sono svolti i fatti: vv.24 “La lampada è un cristallo, il cristallo è come Atena manifestò presto le sue eccezionali doti non una stella brillante, il suo combustibile le viene da un solo come guerriera ma anche come donna saggia ed albero benedetto, un olivo né orientale né occidentale, accorta. Infatti divenne ben presto anche la dea della il cui olio sembra illuminante senza ragione, delle arti, della letteratura, della filosofia, del neppure essere toccato dal fuoco. commercio e dell'industria. Abbiamo ricostruito poi le origini Con il passare del tempo la dea chiese al padre che storiche della diffusione della pianta le fosse consacrata una regione della terra che la attraverso i secoli e le diverse potesse onorare. Già da diverso tempo però Poseidone popolazioni che l’hanno coltivata. La era in attesa che Zeus assegnasse anche a lui una produzione dell'olivo selvatico risale regione e fu così che tra le due divinità si accese una all'era preistorica, ma l'olio, è stato violenta disputa per avere il dominio sull'Attica. Zeus portato in Toscana, intorno alla decise allora di proclamare una sfida tra i due metà del VII secolo a.C., contendenti: chi avesse fatto alla città il dono più probabilmente proprio dalla utile ne sarebbe diventato dominatore e Cecrope, Grecia dove già era usato per re della città, fu l’arbitro della contesa. Quando la l'unzione degli atleti e a scopo sfida iniziò alla presenza di tutti gli dei, Poseidone sacro, ma era ancora poco toccò con il suo tridente la terra e fece saltar fuori utilizzato in cucina. Poco usato una nuova creatura che mai prima di allora si era anche dagli Etruschi, l'olio di vista, il cavallo. Poseidone disse a Cecrope che da oliva iniziò a diffondersi per quel momento i mercanti non si sarebbero più merito dei Romani, i quali, oltre rotti la schiena a portare la merce e i contadini ad apprezzare le qualità avrebbero arato i campi più facilmente. mediche e salutari dell'olio Atena, tutto a un tratto, apparve sull'Acropoli dettero vita ad una vera e con un alberello. Esso aveva le foglie lanceolate e i propria commercializzazione frutti verdi e neri e la dea disse al re che si trattava fino a farlo diventare uno dei dell’ulivo; i suoi frutti si potevano mangiare o prodotti principali della zona spremere per farne l’olio adatto per cucinare, mediterranea. La produzione e illuminare e insaporire il cibo. Dopo che Cecrope la diffusione dell'olio si sviluppò ebbe assaggiato un'oliva riconobbe l’utilità della nel medioevo a partire dai pianta e assegnò la città ad Atena che ebbe come territori vicino a Lucca e poi tra tempio il Partenone. Firenze e Siena, si ebbe infatti Sono tante le storie che riferiscono la presenza un significativo incremento degli ulivi o dell’olio in ambito sacro e profano. È della coltivazione dell'olivo impossibile citarle tutte ma ci sembra necessario stimolata e protetta da diverse ricordarne qualcuna tra le più conosciute: una norme contenute negli statuti leggenda biblica ricorda che Adamo, vecchio e delle città e delle comunità della PAGINA 8 ANNO 2, NUMERO 1 una difficoltosa maturazione dell'oliva, poiché la pianta, in inverno, è anche soggetta a pericolose gelate, sono state devastanti quelle del 1709 e, in epoca recente, del 1907, 1929, 1956 e 1985. Le varietà di olivo maggiormente diffuse in Toscana sono: Moraiolo, Leccino, Gramignolo, Frantoio, Trantolo, Pendolino e Maurino. Il differente stadio di maturazione di questa miscela variegata di olive conferisce all'olio un colore verde intenso e un aroma unico lievemente piccante, che insieme ad una bassa acidità sono le caratteristiche ed il gusto unico dell'olio extravergine di oliva prodotto in Toscana. Ogni pianta di olivo ha una sua particolarità: il Leccino è quello di prima maturazione, seguito a novembre dal Moraiolo, mentre ancora la maggior parte delle olive di Trantolo mantengono un colore verde intenso. Le coltivazioni moderne si basano essenzialmente su impianti specializzati ed hanno sostituito le coltivazioni miste qualitativamente meno controllabili e legate alla storia ed al paesaggio del mondo della mezzadria in Toscana dal 1500 fino alla prima metà del 1900. Tradizionalmente la raccolta avviene col metodo della "brucatura", che consiste nella raccolta a mano delle olive fatte cadere su appositi teli posti ai piedi della pianta. Negli ultimi anni sono stati fatti progressi veramente consistenti nel perfezionamento delle macchine adatte a raccogliere e a trattare l'oliva delicatamente. Oltre ad essersi raffinata la tecnica si è sviluppata la ricerca, tanto che sono stati fatti anche importanti passi avanti riguardo le tecniche contro i parassiti come la Mosca Olearia sostituendo i trattamenti chimici con quelli completamente biologici, che non intaccano la qualità naturale del prodotto finale. Dopo la raccolta, le olive vengono portate al frantoio, centro di lavorazione dove si estrae l'olio con spremitura "a freddo" e senza interventi chimici. Quest’anno la mostra dell’olio a Reggello si è tenuta per due giorni, presso il palazzetto dello sport sabato 5 e domenica 6 novembre La manifestazione ha avuto il suo proseguimento a Firenze nella Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi nei giorni 11 -12 e 13 novembre. Nel bellissimo palazzo rinascimentale gli espositori della nostra zona hanno potuto presentare e vendere i loro prodotti. La rassegna è stata, come molti sanno organizzata in anticipo rispetto al periodo consueto, di fine novembre. Negli anni scorsi infatti la manifestazione si concludeva nel giorno dedicato alla ricorrenza religiosa dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre. All’inaugurazione hanno partecipato anche gli alunni della nostra scuola che compongono il gruppo della Sarà Banda eseguendo i pezzi più conosciuti del loro repertorio. APPROFONDIMENTI campagna. A causa della particolare lavorazione l'olio d'oliva, fino al XVI secolo, veniva consumato prevalentemente dalle classi sociali più ricche, mentre in seguito si diffuse anche tra quelle più povere oltre ad essere utilizzato maggiormente in cucina per la preparazione anche dei pitti più semplici come minestre e zuppe. La coltivazione dell'olivo fece un ulteriore passo avanti nel 1800, grazie agli studi agricoli promossi dall'Accademia Fiorentina dei Georgofili. Grazie a tali studi vennero messi a punto accorgimenti e nuove tecniche di coltivazione, per intervenire sulla resa quantitativa e sulla sua diffusione. Nel ‘900 la diffusione e la produzione olearia raggiunsero un livello molto alto. In particolare dopo la Seconda Guerra Mondiale, vennero riconosciute le straordinarie virtù mediche dell'olio di oliva, specie al confronto con gli oli di semi e dei grassi animali, contribuendo al crescente gradimento. La posizione geografica della Toscana, come quella della Liguria, ma anche le parti più settentrionali dell'Umbria e delle Marche, e la zona costiera dei maggiori laghi del Nord Italia, possono essere definite le zone climatiche più adatte alla coltivazione della pianta di olivo. Questa posizione geografica implica A cura degli alunni della classe 1a C CACCIA ALLA NOTIZIA APPROFONDIMENTI PAGINA 9 K i r b y e l a m ac c h i n a m a n g i a - r i f i u t i Una storia con protagonisti Kirby e l'olio del nostro redattore lorenzo benedetti Il mito della creazione dell'olio d'oliva la nostra versione sull’invenzione dell’olio IN un mito "classico" tutto nuovo Vi siete mai chiesti da dove deriva quel “liquido Il sapore risultò prima un po’ amarognolo ma, prezioso” che è l’ olio d’ oliva? successivamente buono e gradevole. Un bel dì la dea Afrodite si svegliò e, come tutte le All’ingegnoso Zeus venne in mente di schiacciare mattine andò a specchiarsi, a pettinare i suoi riccioli quelle specie di bacche dalle quali uscì un liquido liscio biondi e ad osservare i suoi magnifici occhi verde con un gusto forte; le dee scoprirono che passandolo smeraldo; ma… ahimè, il colore delle sue pupille era sulla pelle questa diventava più luminosa e delicata. cambiato da verde smeraldo ad un pallido verde Afrodite lo utilizzò per inumidirsi il volto ed ecco muschio. che, di fronte agli dèi meravigliati, i suoi occhi ritorAfrodite scoppiò in lacrime… come poteva continunarono verde smeraldo. are ad essere la dea della bellezza? Immediatamente venne imbandita una tavola e Pianse per giorni interi, nessuno riusciva a farle tenuta una gran festa in onore della dea perché dalle tornare il suo splendido sorriso. sue lacrime erano nati dei buoni frutti. Un bel giorno nel punto in cui le sue lacrime Quelle bacche furono chiamate olive, dall’antico cadevano a terra spuntarono tanti piccoli germogli. lemma greco “olivos”, cioè occhio. La forma lanceolata Inizialmente la dea non sapeva spiegarsi cosa delle foglie dell’olivo, infatti, ricorda le lacrime di fossero e quindi per scoprirlo riunì tutti gli dei sul Monte Afrodite e perfezione dei suoi occhi!!! Olimpo, ma nessuno seppe risponderle. A cura di Alice Aiello (1a C) Finalmente Atena, dea dell’ intelligenza, suggerì di aspettare la nascita dei frutti per capire di che tipo di pianta si trattasse. Afrodite era sempre più impaziente, finché un giorno al posto dei germogli apparvero degli alberelli. Gli dei furono così richiamati ad assaggiare quegli strani frutti di colore verde scuro e dalla forma ovale. PAGINA 10 APPROFONDIMENTI ANNO 2, NUMERO 1 L'olio nella saggezza dei det ti popolari v i ag g i o n e i p rov e r b i c h e h a n n o c o m e p ro tag o n i s t i l ' o l i o, l ' o l i va e l ' u l i v o Ci siamo divertiti a cercare alcuni proverbi e modi di C’è anche una tecnica per raccogliere le olive, che dire che riguardano l’olio e l’olivo. E’ soprattutto la viene ricordata da un'altra massima: longevità dell’olivo ad attirare l’attenzione del Chi vuol vedere il bel coglier l’oliva contadino, la pianta scandisce il passare del tempo e il prima i rami bassi e poi la cima. susseguirsi delle generazioni, come ricorda il seguente Non sempre l’alimentazione contadina disponeva di proverbio: cibi proteici e apportatori di calorie; spesso si riusciva a Vigna piantata da me calmare solo i morsi della fame e così anche le erbe, moro da mio padre raccolte per campi e per boschi, erano utilizzate per pranzo e cena. Ma l’olio, che col sale e l’aceto dava olivo da mio nonno sapore a queste erbe, garantiva anche l’acquisizione di dove il moro è il gelso, di cui si usavano le foglie per grasso e di proteine.Forse è da questa abitudine che l’alimentazione dei bachi da seta. dipende l’uso abbondante dell’olio nell’insalata, come Gli altri proverbi richiamano la cura che l’olivo suggeriscono, con immagini fantasiose, alcuni proverbi: richiede; ciò ha una logica se si pensa che la pianta dell’olivo per produrre ha bisogno di essere concimata Insalata molto e potata in modo radicale; la potatura impedisce ben salata alla pianta di alzarsi troppo e permette di cogliere poco aceto agevolmente le olive. Sono tre i proverbi che ricordano e ben oliata queste due azioni, uno in maniera esplicita: Oppure Leva da capo e poni da pie’ Quando condisci l’insalata cioè togli i rami alti e deposita il concime al piede col sale vola della pianta; l’altra massima ha, invece, un’espressione coll’olio canta metaforica: e coll’aceto vai pianino. Agli ulivi un pazzo sopra e un savio sotto Naturalmente l'olio non può che essere al centro di infatti la pianta va potata nelle parti alte con molta proverbi per le situazioni più disparate: decisione, senza pensarci molto, quasi come in preda Chiaro come l'olio cosa assolutamente certa ed ad un attacco di follia mentre il saggio, da sotto e con evidente; molta accortezza, la alimenta col concime. Il terzo Calmo come l'olio detto della superficie marina o proverbio, infine, ribadisce ancora una volta la lacustre senza onde; necessità di una potatura radicale: Gettare olio sulle fiamme: attizzare l'ira; Fammi povero di legno Aver consumato più vino che olio: avere più che ti farò ricco d’olio bevuto che lavorato; dove è addirittura la stessa pianta che si rivolge al Stare a galla come l'olio: detto di ciò che non contadino ordinandogli di togliere quanti più rami ri possibili e promettendogli un abbondante raccolto. Anche se l’olivo non esige una cura assidua, tuttavia l’occhio del contadino non lo perde mai di vista e soprattutto sta attento al periodo della fioritura, perché questo influirà poi sulla raccolta: Se mignola d’aprile va col barile Se mignola di maggio va col saggio Se mignola di giugno va col pugno. Così, se la stagione è stata propizia e la fioritura è avvenuta appena finito l’inverno, il contadino potrà vedere le sue piante cariche di frutti e, prevedendo un esci a tenere nascosto; eccellente raccolto, può manifestare la sua Non metterci né sale né olio: contentezza, perché, come recita il proverbio: non impicciarsi; Quanto più ciondola più unge Olio di gomito: impegno sul lavoro; ovvero quanto più la pianta è carica, tanto più A macchia d'olio: con espansione grande sarà la quantità di olio prodotto. rapida; Arriva poi il tempo in cui il frutto comincia a Essere come l'olio per il lume: maturare; anche questo importante avvenimento è essere di grande aiuto. segnalato da un apposito modo di dire: A cura della Classe 1a C A santa Reparata ogni oliva inoliata Santa Reparata ricorre l’8 di ottobre, quando, secondo l’esperienza millenaria contadina, le olive cominciano ad essere buone per la spremitura. CACCIA ALLA NOTIZIA REGGELLO E DINTORNI PAGINA 11 Il museo della civilta' contadina a Gaville Un viaggio nel passato attraverso gli ambienti, gli oggetti e le attività nel paese. camera da letto. In occasione dei matrimoni i capi del Abbiamo voluto approfondire la conoscenza di corredo per le giovani spose, venivano arricchiti con alcuni fra i mestieri definiti “di una volta” raccontando pizzi di cotone fatti all'uncinetto, detto anche cosa possiamo vedere nel Museo della Civiltà "agotorto". Contadina a Gaville nel Comune di Figline Valdarno Nella seconda sala sono ricostruite le varie attività una vera e propria immersione nelle attività più per la produzione di tessuti, con l'esposizione di una praticate in passato, creata dalle vecchie generazioni, rivolta soprattutto ai giovani per conoscere le proprie radici ricordando la vita semplice che conducevano i nostri nonni. Per accedere al museo occorre attraversare un bel cortile delimitato su di un lato dal muro perimetrale della Pieve di San Romolo e su due lati da un bel chiostro del XVIII secolo. Nella prima stanza troviamo grandi ruote in legno rivestite da un battistrada metallico, appartenute a carri o barocci, creati dall'abilità dei fabbri carrai della zona. Il cortile, oltre a essere il centro di raccolta delle persone che si ritrovavano dopo la lunga giornata di lavoro, aveva un’altra funzione importante: l'ac- La "Sala dei telai", dove si possono ammirare i telai donati dal Museo della Scienza di Firenze. serie di telai donati dal Museo della Scienza di Firenze. qua raccolta nella cisterna sottostante il piano di Solitamente gli abiti erano tessuti con la canapa, che calpestio costituiva una preziosa riserva idrica per il veniva coltivata nei campi relegata in quegli angoli sostentamento umano e degli animali della fattoria che dove non interferiva con le colture principali. Una volta si trovava in questa zona. raccolta veniva messa a macerare nell'acqua e poi Nella famiglia contadina erano poche le cose che si essiccata oppure messa in forno per asciugare meglio. compravano perché tutto veniva prodotto in maniera Con un attrezzo chiamato "maciulla" veniva successivaautonoma e ogni nucleo familiare teneva molto alla mente eliminata la parte legnosa, infine quel che propria autosufficienza. Gli indumenti erano fatti in carestava era la stoppa che, raccolta in una rocca, era sa con i ferri e la lana, come i capi di biancheria per la filata con l'aiuto dei fusi e conservata in matasse. Dal filo si passava alla tessitura, la cui fase più laboriosa era rappresentata dalla preparazione dell'ordito, operazione che richiedeva la partecipazione di tutte le donne di casa. I panni ottenuti venivano sbiancati con un procedimento che prevedeva l'uso di acqua bollente versata sulla cenere raccolta in un telo sopra i panni messi nella conca di terracotta. La terza sala ci ricorda che il bue e la vacca erano la principale forza motrice dell'aratro, del sarchio e di tutti gli altri attrezzi usati per preparare il campo per la coltivazione; si vede il La "Cucina", dove è possibile vedere la ricostruzione di una tavola approntata per il pranzo. PAGINA 12 ANNO 2, NUMERO 1 REGGELLO E DINTORNI giogo prodotto dal contadino con il legno di olmo o degli ''stiancini'' a sacco contenenti la pasta di olive "salcio" ben stagionato, raramente veniva costruito in macinate. Il processo di produzione dell'olio prevedeva legno di quercia perché considerata un materiale varie fasi: prima di tutto le olive venivano macinate troppo pesante. Esso veniva appoggiato sul collo dei dalla grande macina di pietra. La pasta di olive così ottenuta era disposta sugli stiancini che venivano composti a guisa di pila l'uno sull'altro e venivano pressati. Il liquido derivante da questa operazione cadeva nel tinaccio. Questo era un contenitore con il tubo che permetteva di separare l'olio dall'acqua. L'acqua, una parte di olio e i residui cadevano nell'infernaccio dando il cosiddetto ''olio d'inferno''. La grande macina in pietra era azionata da un bove che, giorno e notte, girava intorno alla vasca in pietra fino a quando non era stata completata la spremitura delle olive raccolte. L'olio veniva versato in grandi conche di terracotta e, attraverso una serie di travasi, veniva depurato fino ad ottenere il prodotto finale dal tipico colore verdastro che veniva quindi versato nell'orcio. Il ''guadagnolo'', è invece un contenitore in terracotta dalla bocca trilobata, dove il frantoiano faceva scolare tutti gli utensili utilizzati per i vari travasi dell'olio. Per una tradizione consolidata nel mondo contadino l'olio raccolto con questo sistema rappresentava il guadagno extra del frantoiano. In una stanza adiacente a quella del frantoio, dove oggi è stata ricostruita fin nei minimi particolari la cucina delle antiche case contadine, si trovava l'orciaia. In questa stanza erano collocati gli orci in terracotta idonei alla conservazione dell'olio. In questo luogo avveniva la pesatura del prodotto prima della consegna ai contadini. Qui si consumavano i pasti dopo la Nel "Frantoio" è possibile ammirare la bellissima macina in pietra. bovini ed era collegato, attraverso una staffa e corde, all'attrezzo o carro da trainare. Appesi alle pareti vediamo tanti "pendagli" in stoffa colorata: si tratta delle moscaiole che venivano legate alle corna degli animali affinché, con il movimento, allontanassero le mosche e i tafani. Un oggetto curioso, che non è facile reperire, è la "gabbia" ossia una specie di museruola, realizzata con filo metallico o corda, che il contadino metteva al bue per impedire che l'animale danneggiasse le colture durante il lavoro mangiando le piantine che germogliavano. Siamo così arrivati nella “sala del frantoio”, così denominata perché ospita un esemplare del 1729. In queste terre la coltivazione dell'olivo ha origini molto antiche, la produzione di olio di oliva subì una sostanziale crescita nel corso del XVIII sec., quando il territorio collinare venne terrazzato per essere destinato all’agricoltura. Oltre alla stupenda macina in pietra, nella sala sono conservati moltissimi utensili ed attrezzi una volta utilizzati sia per la coltivazione delle piante di olivo che per la produzione dell'olio. Addossato alla parete di fondo si trova ancora il torchio che veniva azionato manualmente da quattro persone attraverso una lunga staffa detta “bindolo”. Adiacente al torchio si trova una fossa, detta buca dell'infernaccio, dove veniva raccolta una miscela composta da acqua calda ed olio derivante dalla torchiatura Altra vista della sala del "Frantoio", con altri strumenti di lavoro. PAGINA 13 CACCIA ALLA NOTIZIA REGGELLO E DINTORNI “brucatura” delle olive e si assaggiava l’olio nuovo sul con il brodo di ''nana'' o di "locio". Il grano veniva quindi pane fresco o abbrustolito per la fettunta. È presente conservato nel granaio in attesa di essere trasfor-mato nella sala anche una madia dove veniva impastato il in farina. È visibile nella sala la piccola macina in pietra pane e conservato il lievito; si dice che una volta utilizzata per macinare il grano, il granturco e le infornato, il pane doveva rimanere nel forno ben caldo per il tempo occorrente a ripetere per tre volte il ciclo di preghiere del rosario, l'equivalente di 45-50 minuti. Si può osservare anche un acquaio in pietra, sovrastato dalla piattaia in legno che contiene piatti ed originali tegami in coccio. Vari oggetti in rame e cesti di vimini completano quest'angolo della stanza. A sinistra del locale d'ingresso troviamo la sesta sala riservata al grano. L'andamento della raccolta del grano poteva determinare periodi di carestia o fasi di prosperità per le famiglie. Fino all'avvento delle macchine azionate dai motori a scoppio le varie fasi della coltivazione del grano avvenivano a mano: dalla semina alla raccolta. Solo in tempi più recenti apparvero le seminatrici a trazione animale. Una volta giunto a maturazione, in estate, il grano veniva raccolto con le falci, legato in piccoli fasci, chiamati ''manne'' ed accatastato in alcune zone dei campi per essere poi trasportato alla fattoria con i carri. La fase successiva era quella della ''battitura'' che avveniva nell'aia dei poderi con lo scopo di separare il chicco di grano vero e proprio dalle parti meno nobili della pianta. Il raccolto veniva poi setacciato con il ''buratto'', per renderlo ancora più puro, e quindi misurato con lo ''staio'' per stabilire la quantità destinata al proprietario terriero e quella destinata invece ai contadini. Era una tradizione alla fine della battitura raccogliere nell'aia i partecipanti e mangiare la minestra fatta Ancora la "Sala del grano", è qui visibile la piccola macina in pietra. Nella "Sala del grano" trova posto una bellissima macchina trebbiatrice. castagne, utili per la produzione di polenta. Nella sala sono conservati anche gli ingranaggi di un piccolo mulino ad acqua. Al centro della sala notiamo un imponente carro e una trebbiatrice. Nella sala adiacente a quella del grano troviamo la "bottega" che raccoglie gli attrezzi di due professioni oggi molto ricercate, perché praticate da poche persone: il fabbro ed il falegname. Il tornio, le sgubbie e gli scalpelli che si trovano ordinati su di un tavolo ci dicono che questa è lo stanza del fabbro carraio, singolare figura che spesso racchiudeva in sé le qualità del fabbro e quelle del falegname. Al centro della stanza si trova una imponente mola a pedale, frutto dell'ingegno degli artigiani di una volta, strumento fondamentale per la lavorazione dei metalli. Tra i tantissimi oggetti esposti in questa sala meritano di essere segnalati i "gattucci", strumenti utilizzati per la potatura degli olivi. Una grande incudine faceva parte del corredo di attrezzi di una delle più famose famiglie di fabbri valdarnesi: i Melani di Gaville. Scendendo una breve rampa di scale dal locale della falegnameria si accede alla cantina, un ambiente con copertura a mattoni e volte a crociera. Il locale oggi non è accessibile ai visitatori perché urge di alcuni lavori di restauro. Nell’atrio fra i tanti attrezzi è presente un aratro risalente al 1800. Nella "stanza dei diavoli", un PAGINA 14 ANNO 2, NUMERO 1 REGGELLO E DINTORNI appellativo curioso per definire il ripostiglio, venivano camino o dalla stufa. La struttura in legno teneva la accantonati attrezzi da riparare che non venivano cecia sollevata in modo da non toccare lenzuola e utilizzati frequentemente. Ci sono gli zoccoli in ferro coperte e non mandare a fuoco il letto. che venivano utilizzati per ferrare i buoi, gli acciarini per Altro oggetto conservato nella camera è la culla. Dai le ruote dei carri ed i cerchi in ferro utilizzati per racconti delle persone anziane sappiamo che i neonati cerchiare le suddette ruote. Sempre nell’atrio troviamo venivano fasciati come salami, posti in semplici ceste anche tre diversi tipi di "falcione" utilizzato per la rettangolari fatte di stecche di castagno intrecciate e preparazione del foraggio per gli animali della fattoria. portati dalle madri nei campi che continuavano, Notiamo inoltre un aratro in legno che, poteva appena ristabilite dopo il parto, il loro lavoro. avere due stanghe per essere trainato da un singolo Nell’undicesima sala riallestita nel 2010, sono bue o una unica staffa che veniva invece agganciata al raccolti alcuni interessanti oggetti che riguardano giogo trainato da due buoi. l'attività della caccia e della produzione del miele. Le stuoie di canne intrecciate, affisse ad una parete, La caccia era una risorsa alimentare importante venivano utilizzate, a seconda delle stagioni, per distenperché la carne sulla tavola era per la famiglia contadere l'uva selezionata o le olive raccolte in attesa della dina una vera eccezione, infatti la si poteva mangiare molitura oppure le foglie di gelso che venivano adopesolo la Domenica o durante le feste. rate per allevare i bachi da seta. La dodicesima stanza raccoglie "immaginette" sacre Da notare, un bell'esemplare di stadera a piatto, con diffuse nelle dimore di campagna a testimonianza di la quale venivano pesate con precisione sia i raccolti sia come nel mondo contadino lo scorrere delle stagioni i bambini piccoli. Dall'atrio si torna nel cortile dove si fosse scandito dal calendario religioso. trova il pozzo dal quale, con l'ausilio di funi e carrucole, Nella tredicesima stanza è visibile una collezione si poteva attingere acqua per uso domestico. In quella risalente agli inizi del 1900 quando il figlio di una che un tempo era la stalla oggi è stata ricostruita la maestra, iniziò una raccolta botanica con essenze curacamera del contadino. Fra tutti gli oggetti, rigorotive, così riconosciute dalla scienza dell'epoca o dalla samente autentici, spicca un letto in ferro battuto saggezza contadina. Il giovane botanico mise insieme sovrastato da un materasso imbottito da foglie di molti tipi di erbe, le essiccò e le fissò su fogli da disegno, granturco. integrandoli con descrizioni ed altre utili indicazioni. Le Per riscaldarsi nelle freddi notti d'inverno, quando piante furono divise in base alle zone di produzione ed nelle case non c'erano i moderni termosifoni, si alle proprietà terapeutiche. Seguendo questo criterio usavano vari tipi di scaldaletto con la "cecia"; questa, furono realizzate oltre cento schede che oggi costituriempita di brace, manteneva un certo tepore sotto le iscono una sezione importante del museo. coperte. Si tratta di un telaio di legno al centro del Nell’ultima sala realizzata nel 2010, è stata allestita quale veniva appeso un contenitore di latta, nel quale la bottega del calzolaio ricordato anche con l’apveniva posta la brace coperta di cenere prelevata dal pellativo di ciabattino. La "Camera" padronale, con il letto in ferro battuto munito di materasso riempito con foglie di granturco. Alcuni degli oggetti visibili erano appannaggio dei benestanti. PAGINA 15 CACCIA ALLA NOTIZIA REGGELLO E DINTORNI Il calzolaio era un artigiano al quale le famiglie conQueste preziose informazioni ci sono state fornite dal tadine ricorrevano sia per riparare le scarpe di tutta la signor Pier Luigi Righi che pazientemente ha racconfamiglia sia per fare gli zoccoli o le scarpe da lavoro. tato le pratiche e le usanze delle persone che abitavano Il banco da lavoro era il classico "bischetto" dove a Gaville. La vita della civiltà contadina è stata sopra si trovavano tutti gli attrezzi necessari per il lavoro raccontata dal Signor Righi fondatore del museo nel e cioè martelli, lesine, trincetti e forme di vario tipo. 1974, autore anche di alcune pubblicazioni come il testo intitolato “Gaville e Gavillaccio, fatti persone e curiosità del tempo che fu”. Il Signor Righi ha creato per il Museo della Civiltà Contadina una serie di gemellaggi. Attualmente la struttura fa parte dell’Associazione Nazionale dei Musei Antropologici, diretta dal Professor Pietro Clemente, uno dei maggiori esperti di Antropologia a livello europeo. Al Signor Righi va il nostro ringraziamento perché ci ha permesso di scattare le fotografie che fanno da corredo all’articolo, documentando con le immagini il nostro racconto. A cura di Guido Chiari Il diorama rappresentante un vecchio mulino nella "Sala del grano". gli antichi mestieri che rischiano di sparire in questo primo articolo (ri)scopriamo come lavorano l'impagliatore ed il cestaio dinazione dei movimenti del corpo con quelli delle Stimolati dai racconti dei nostri nonni e da alcune mani. Per costruire un cesto ed impagliare o rivestire letture che ci hanno consigliato le nostre insegnanti sedie ci vogliono circa cinque ore di lavoro ininterrotto. abbiamo voluto approfondire l’interesse che alcuni di Una sedia costruita con questo metodo può, se trattata noi hanno dimostrato di avere per attività che oggi con cura, durare dai trenta ai quarant'anni. Il costo di sono ancora presenti, soprattutto nel nostro territorio, questi lavori fatti a mano può superare fino a tre volte il ma che rischiano purtroppo di scomparire. valore di quelli fatti in maniera industriale perché, è Vorrei raccontare l'esperienza di un mio parente, vero che la macchina è più precisa dell'uomo ma non è Gradito Ghezzi, che svolge da quarant'anni due antichi stabile come quest'ultimo e può capitare che ci sia mestieri, l'impagliatore di sedie e il cestaio; pochi sono qualche difetto nel prodotto da ricondurre a un guasto infatti coloro che praticano questi lavori e in Toscana, intervenuto durante la lavorazione. Purtroppo la secondo l'opinione di mio zio, non ci sono più di plastica ha soppiantato sempre di più i materiali poveri quindici persone che oggi lavorano la paglia o materiali ed è anche per questo che certe opere vengono oggi simili. Sono lavori che non vengono più tramandati da realizzate soltanto dalle persone di una certa età. padre in figlio, mentre al tempo dei nostri nonni venivano sempre insegnati, soprattutto ai giovani, A cura di Guido Chiari durante la stagione invernale quando non si poteva andare nei campi a lavorare la terra. Nell'intervista che ho fatto a mio zio mi è stato raccontato che per fare sedie e cesti bisogna aspettare l'inverno, perché i materiali da utilizzare come il vimini, il castagno, gli olivi, le strisce di canna, i salici e la schiancia, una pianta che cresce in luoghi umidi e si può trovare vicino a laghi e fiumi anche nel nostro Valdarno, venivano lasciati seccare durante i mesi di luglio e agosto e a settembre erano pronti ad essere utilizzati per rivestire sedie e cesti. L’intrecciatore è in grado, attraverso la conoscenza del legno, di usare questo materiale per costruire ceste e gerle. L'intreccio è una delle tante tecniche che in passato aiutavano l’uomo a costruirsi gli oggetti d’uso quotidiano ricavandoli dal legno. Molti sono i recipienti che si possono creare per trasportare grandi quantità di prodotti dalla campagna alla propria abitazione. Altre ceste realizzate sempre in legno servivano per la “pastura”, fieno sminuzzato che veniva portato nella stalla. Gli strumenti che venivano usati per questo mestiere non sono molti, occorrevano solo un coltello, una piccola falce, delle forbici e una buona coorUn cestaio di Pontassieve a lavoro PAGINA 16 REGGELLO E DINTORNI ANNO 2, NUMERO 1 alla scoperta del castello di sammezzano Intendiamo con questo articolo ripercorrere la storia del castello di Sammezzano che si trova nella frazione di Leccio nel comune di Reggello. Si dice che nell'antico castello , il quale occupava l'area dove sorge ora la Villa, sostò nel 780 Carlo Magno, con la giovane moglie e il figlio, dopo aver incontrato a Roma il papa Adriano I ed aver deposto il re lognobardo Desiderio che era allora suo prigioniero. Molti secoli più tardi il castello appartenne alla famiglia fiorentina dei Gualtierotti, che l'avrebbe conservato fino al 1488. Passò ad incrementare le proprietà di Bindo Altoviti e poi quelle di Giovanni Jacopo de' Medici, marchese di Marignano. Nel 1564 il Granduca Cosimo I creò la cosiddetta “bandita di Sammezzano”, un vasto territorio corrispondente a buona parte di quello attuale, dove non era consentito pescare o cacciare senza permessi che Cosimo donò al figlio Ferdinando, futuro Granduca. Alla fattoria apparteneva anche un bosco di faggi detta la "Comunanza di Sammezzano", situata nella zona di Macinaia, nei pressi dell'Abbazia di Vallombrosa. La costruzione è in stile moresco ed è stata edificata nel 1605 per volontà degli Ximenez d' Aragona. Successivamente passò in eredità a Ferdinando Panciatichi che per il castello pensò a un nuovo progetto fra il 1853 e il 1889. Nell'anno 1875 la struttura ospitò anche il re d' Italia Umberto I. Al 1863 risale la costruzione della Sala Bianca e al 1870 l’esecuzione della Galleria fra la Sala degli Specchi e l’ottagono del Fumoir. Vi sono poi la Sale dei Pavoni, dei Gigli, delle Stalattiti, dei Bacili spagnoli, degli Amanti. In questi spazi pieni di nicchie, di angoli nascosti, di aperture, di colonne, di percorsi quasi labirintici, vi sono numerosi capitelli, archi, portali, volte a ventaglio, cupole, con rivestimenti con arabescate filigrane di gesso. ll parco della villa di Sammezzano, è uno dei più vasti della Toscana, all’interno e su un terreno sottratto alla coltura agricola, alla metà dell’800 Ferdinando Panciatichi fece piantare una quantità di piante di genere esotico come le sequoie e altre resinose americane che sono ancora visibili. Da una relazione stesa nel 1890 da Maria Paolucci, figlia del Panciatichi, sappiamo che le sequoie vennero poste a dimora intorno al 1851, e che per il primo esemplare fu sborsata una somma assai importante. Gran parte delle piante citate nel documento non esistono più, altri generi si sono aggiunti a quelli che sono sopravvissuti. Il parco fu reso ancora più bello da manufatti in stile moresco: un ponte, una grotta con l’acqua che conteneva una statua di Venere, ora rimossa, vasche, fontane e altre opere decorative in cotto. Alcuni gruppi statuari furono successivamente trasferiti a Firenze, nel palazzo Ximenes di Borgo Pinti. Nel dopoguerra il castello è stato adibito a hotel di lusso, è stato utilizzato più volte come set cinematografico. Attualmente, nonostante la vendita all'asta del 1999 ad una società inglese, la villa è purtroppo in stato di abbandono, anche se ogni anno sono consentite visite al suo interno. Il giorno 15 ottobre 2011, il castello è stato aperto al pubblico in occasione della tradizionale Festa di Penco a Leccio. Gli ingressi sono stati consentiti dalle 9:00 alle 16:00. I visitatori, accompagnati da alcune guide locali, hanno potuto ammirare la bellezza degli interni. I lavori di restauro che richiede la struttura sono molti, immaginiamo infatti che la cifra da stanziare sia assai onerosa e, soprattutto in questo periodo, è difficile per qualsiasi istituzione farsi carico di una spesa importante;speriamo però che con il tempo la situazione possa cambiare e che il castello possa tornare ad essere riaperto al pubblico con regolarità, dando la possibilità ai turisti di ammirare la sua bellezza. A cura di Michelangelo Bencini La vista che accoglie i visitatori della stanza denominata "La Rotonda". CACCIA ALLA NOTIZIA REGGELLO E DINTORNI PAGINA 17 LA STORIA DEI LEONI piangenti di Sammezzano Mentre cercavamo notizie relative alla storia del castello ci siamo imbattuti in alcuni articoli del quotidiano “LA NAZIONE” cronaca di Firenze, che riportano il furto avvenuto all’ingresso della villa di un leone in terracotta noto oggi come il leone piangente di Sammezzano. Vi riferiamo quindi il contenuto di questi articoli che riportano la notizia, così come l’abbiamo appresa, pensando in realtà che si tratti di una “bufala” ma che ci ha molto incuriosito e ci ha spinto ad approfondire la questione. Il primo articolo è del 17 agosto 2005: approfittando dell’abbandono e del degrado del castello gli sciacalli lo hanno saccheggiato di continuo, arraffando quanto ancora era rimasto da portare via. Così, dopo i mobili, i rosoni, i lampadari e altri suppellettili che potevano avere un certo valore d’antiquariato i ladri si sono interessati alle statue di terracotta che erano schierate all’ingresso. Prima i cani di pietra, poi le sfingi realizzate nelle fornaci di Leccio, poi è toccato ad uno dei due leoni costruiti nel 1887. Così facendo i ladri oltre al reato penale ne hanno commesso un altro perché su quei due leoni grava un'antica maledizione che prediceva per chi li avesse violati un'analoga morte a quella subita dal padrone del castello, il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, deceduto nel 1897 a causa di una terribile malattia. I due leoni piangenti, così chiamati perché aspettavano il ritorno del proprietario, furono messi a guardia della cripta che doveva ospitare le spoglie del nobile Panciatichi. Molti medici intervennero al suo capezzale, fra questi anche una fattucchiera la quale, appunto, predisse che chi avesse profanato le statue sarebbe morto allo stesso modo del padrone del castello. La storia ha poi avuto un suo proseguimento e ne abbiamo testimonianza nell’articolo del 14 febbraio 2006, intitolato: La verità: ritrovati i ladri di Sammezzano “I due ladri ricoverati in un ospedale della regione, in fin di vita si sono costituiti ed hanno confessato: “Siamo stati noi a sradicare il leone piangente all’ingresso del castello!”. La statua era già stata venduta ad un negoziante d’antiquariato in Umbria. Anche nel 2006 è comparso un articolo che raccontava della maledizione del leone piangente: “Dopo il decesso dei due ladri che hanno profanato la statua del leone piangente, è toccato al negoziante di una bottega d’antiquariato in Umbria nei pressi d‘Assisi. Colpito da una grave malattia, ha lasciato moglie e figli ieri sera”. La persecuzione del leone è continuata nel 2007, infatti si racconta sulle pagine del quotidiano fiorentino il 4 gennaio che una ricca collezionista d’opere d’arte abbia acquistato la statua in una bottega d’antiquariato ad Assisi. Dopo la sua morte, avvenuta per cause sconosciute, la villa in Lombardia della donna è stata sequestrata e perquisita. Il leone non è stato trovato. Le ricerche della statua sono proseguite in tutta la Penisola. Nei mesi successivi sono stati sequestrati più di duecento esemplari di leoni in terracotta simili a quello rubato, ma nessuno di questi era quello autentico. A cura di Michelangelo Bencini PAGINA 18 REGGELLO E DINTORNI ANNO 2, NUMERO 1 il giallo dei leoni piangenti di sammezzano Ci siamo divertiti ad immaginare una soluzione per il giallo del leone piangente, risolvendo così in maniera fantastica anche il problema della maledizione. Il nostro racconto ha per protagonista un detective un po' particolare che fa dei casi difficili la sua grande passione, oltre che un lavoro. Uno scorcio degli interni del Castello di Sammezzano. Era un giorno molto caldo a Reggello e mi annoiavo terribilmente quando, proprio mentre stavo per uscire fuori a prendere una boccata d' aria e socializzare un po' con gente come me in un mare di debiti e con l' affitto da pagare, improvvisamente sentii il telefono squillare. Ero indeciso se rispondere immischiandomi in nuovi casi intriganti e inspiegabili, perché di sicuro era qualcuno che chiedeva il mio aiuto di investigatore, oppure uscire all'aria aperta e divertirmi. Ovviamente, almeno che non sia un fissato, chiunque avrebbe scelto di uscire, ma era proprio quello il mio problema: ero “un fissato del mistero” e credo di essere uno degli uomini più curiosi del mondo. Risposi: “Parla Ciolfini! Posso esserle utile?" “Sì, pronto! Sono Roberto Macisti, Commissario di Polizia del Comune di Reggello, la chiamo per chiederle di aiutarci a risolvere un caso!” rispose una voce dall'altra parte della cornetta. “Di che si tratta?” “Di un apparentemente normalissimo caso di furto qui al Castello di Sammezzano, ma le spiegherò meglio dopo. Allora, è dei nostri?” “Beh........ ma sì, ci potete contare! Parto immediatamente!” Riattaccai il telefono e uscii per prendere la macchina: una bellissima Panda blu ammaccata un po' dappertutto e con un fanale posteriore mezzo rotto. Arrivato sul posto trovai il capitano davanti alla porta principale a parlare con un suo collega, mi avvicinai e gli dissi: “Ehm..... salve capitano! Sono il detective” “Ah! Ma è lei, Ciolfini!!!" Mi accolse con una bella pacca sulla spalla. “Dunque, come saprà questo è il Castello di Sammnezzano. La scorsa notte sono stati rubate varie suppellettili, oltre che una statua di terracotta, raffigurante uno dei due leoni, che apparteneva al vecchio proprietario. Sulla statua grava un'antica maledizione” “Maledizione? Che bischerata è questa?" “Attenzione Ciolfini .... misuri le parole ed ascolti! Chiunque sia entrato in possesso delle statua, sarà condannato all'infelicità eterna, finché il leone non rientrerà a Sammezzano per ricongiungersi all'altro che resta custode del Castello. Quindi dobbiamo muoverci per riportare la statua dove è sempre stata”. “Abbiamo qualche traccia?” “Sì, si dice che il leone sia in Lombardia. Dobbiamo partire immediatamente”. La sera eravamo già a Como, dove rimasi colpito dalla bellezza del lago e cercai di ricordare quello che avevo letto nei Promessi Sposi in terza media, quando la Professoressa di Italiano ci “stressava” con Renzo, Lucia e la Monaca di Monza. Al mattino cominciai a girare tutte le botteghe di antiquari della città. Guardavo, domandavo, cercavo di capire dalle espressioni dei negozianti se qualcuno conosceva la storia del leone piangente o se recentemente qualche tipo losco aveva venduto una statua di terracotta proveniente dalla Toscana. Ma le uniche risposte che ottenevo erano le classiche battute sulla Fiorentina e sulla Coca Cola con la cannuccia. Non ero credibile come detective. Allora rispolverai il mio inglese e mi finsi un turista appassionato d'arte, in particolare di statue raffiguranti leoni. “Volevo regalare a my wife the lion, my wife ha visto i leoni a Firenze, in Old Palace, e ora vuole un leone. Can I help me? Ho bisogno di un leone anche piccolo ma deve essere un pezzo unico perché lei è una vera esperta d'arte”. Un signore anziano con la schiena un po' curva mi dette l'impressione di aver ascoltato attentamente le mie parole. Si alzò e aprì una porta nascosta in una vecchia libreria. “Mister, ho io quello che può fare al caso vostro, un leone in terracotta, proveniente da un castello della Toscana. Me lo hanno venduto pochi giorni fa”. Non riuscivo a credere ai miei occhi! Era il leone piangente “fratello” di quello rimasto a Sammezzano. “Chi ve lo ha dato? Questo leone è rubato e voi ora siete nei guai.” “Io veramente l'ho acquistato da un giovane, regolarmente.” “Certo!!! allora mi faccia vedere la ricevuta e la documentazione attestante l'autenticità dell'opera!!!” L'antiquario tentò la fuga, districandosi fra i tavoli del negozio, ma riuscii a bloccarlo con un colpo di Karate imparato ai tempi delle medie... Chi avrebbe mai detto che un giorno mi sarebbe tornato utile? In un battibaleno le forze dell'ordine furono avvertite dalla telefonata di un cliente che si trovava all'interno del negozio. Il “furbo” negoziante fu condotto in questura e a me, Ciolfini, il fissato dei casi difficili, fu dato il compito di riportare il leone a Sammezzano. Finalmente il giallo del leone piangente si è risolto e con esso è svanita anche la maledizione. A cura di Michelangelo Bencini CACCIA ALLA NOTIZIA REGGELLO E DINTORNI PAGINA 19 la scuola di musica giovanni da cascia U n ' i s t i t u z i o n e n ata p e r a p p ro f o n d i r e Ho deciso di scrivere questo articolo perché la Scuola di Musica Giovanni Da Cascia è diventata, nel corso del tempo, una delle risorse più importanti e conosciute del territorio reggellese. Mi piacerebbe spingere i ragazzi che come me fanno della musica un’amica fedele a frequentare i numerosissimi corsi della scuola, dalla sezione classica, a quella moderna. Prendo lezioni di pianoforte da quando avevo sette anni. All’inizio era un gioco, ma giorno dopo giorno la musica ha cominciato sempre di più a far parte della mia vita quotidiana. Non solo ho avuto la possibilità di scoprire una mia passione, ma ho fatto anche nuove amicizie, costruendo legami speciali che sviluppano un interesse comune. Mi sono particolarmente affezionata al Maestro che mi segue, arrivando a considerarlo come un secondo padre. Molti ragazzi della mia età hanno cominciato a frequentare corsi individuali dopo aver sperimentato le lezioni di musica a scuola partecipando al Progetto Yamaha. L’orchestra giovanile è per noi un’occasione per suonare divertendoci: ci ritroviamo tutti insieme una volta a settimana e capita spesso di andare ad esibirci in posti sempre diversi. L’Associazione Musicale Giovanni Da Cascia è nata nel Novembre del 1983 per iniziativa del Parroco di Cascia e Reggello, Don Ottavio Failli. Una successione di eventi ha portato alla fondazione della scuola. “I maestri entusiasti c’erano già, la voglia di valorizzare questi nostri antenati Giovanni e Donato Da Cascia era un dovere, come l’importanza educativa della musica.” dice Don Ottavio Failli. Dai primi e pochi allievi della scuola si è arrivati ai 260 iscritti di oggi. Ma perché intitolare la Scuola a Giovanni Da Cascia? La scuola prende il nome da un compositore italiano del Medioevo, attivo soprattutto a metà del XIV secolo. Non sappiamo molto della sua storia personale, ma è certo il luogo di nascita è Cascia, una frazione del nostro Comune. Diciannove composizioni di Giovanni sono giunte fino a noi molte delle quali sono conservate assieme al suo ritratto nel Codice Squarcialupi, un manoscritto realizzato a Firenze tra il 1410 e il 1415 nel Monastero di Santa Maria Degli Angeli. Posseduto dall’organista Antonio Squarcialupi è passato infine alla Biblioteca Medicea Laurenziana. Un fac-simile del famoso codice si trova nel Museo d’Arte Masaccio a Cascia. Esso è la principale fonte di musiche italiane del XIV secolo. Il primo foglio del codice riporta le seguente dicitura: "Questo libro è di proprietà di Antonio di Bartolomeo Squarcialupi, organista di Santa Maria del Fiore." Le illustrazioni sono in oro, rosso, blu e porpora. Tutte le composizioni del codice sono opere profane: ballate, madrigali e cacce, ve ne sono 353 e vanno dal 1340 al 1415. Ho avuto modo di porre alcune domande a un rappresentante della Scuola di Musica il Professor Massimo Cardelli, docente di Educazione Musicale della Scuola Secondaria di primo grado: “Come siamo arrivati alla creazione della scuola?” “La scuola è nata dall’idea di Don Failli che in quegli l e c o n o s c e n z e m u s i c a l i d e i g i ova n i anni 1982-1983 frequentava il Concorso Corale ad Arezzo e vide molti giovani interessarsi alla musica. Preparando degli esami sul “De Musica” di Sant’Agostino, è nato in lui il desiderio di creare l’associazione che nacque il 21 Novembre 1983.” “Quali erano i primi corsi frequentati?” “Erano soprattutto corsi di teoria e solfeggio collettivo, che venivano svolti anche con l’aiuto di strumenti ritmici. Piano, piano sono state organizzate anche le lezioni di strumenti classici come il violino e il pianoforte.” “Quali sensazioni prova quando vede tutti questi ragazzi suonare e interessarsi alla musica?” “Provo sempre una grande gioia, perché credo che la musica sia molto importante nella formazione dei ragazzi, vederli impegnati e divertiti nel fare qualcosa di così sano mi rende veramente contento.” “Ci sono stati problemi nel reperire gli spazi per fare lezione?” “Sì, ci sono sempre stati dato che inizialmente avevamo a disposizione solo i locali della parrocchia, ma dal 2009 abbiamo una collaborazione con la Filarmonica di Reggello che ci fornisce spazi per tenere le lezioni.” La copertina dell'atto di fondazione della Filarmonica Giuseppe Verdi Mi è capitato dopo la chiacchierata il Professore di sfogliare lo statuto scritto dopo la fondazione della Filarmonica Giuseppe Verdi Il documento risale al 23 Novembre 1837. Naturalmente, quello che ho potuto leggere non è l’originale, ma un fac-simile che il prof. Cardelli mi ha gentilmente procurato. Il mio primo PAGINA 20 ANNO 2, NUMERO 1 REGGELLO E DINTORNI trentasei, riguardandosi e riunendosi come fratelli.[…] pensiero nel vederlo si può riassumere con queste Nel testo viene evidenziata l’importanza educativa parole: “E questo…chi lo legge?” della musica come sano passatempo e come elemento Il testo contenente ventitré articoli è scritto con una costruttivo per la formazione della persona; la capacità grafia molto particolare ed accurata, così ricercata da di questa disciplina di rapire i cuori umani, sensibili e diventare quasi indecifrabile. Non è solo la calligrafia ad fragili, suscitando emozioni che spesso è difficile essere “alla vecchia maniera”, ma anche il linguaggio nascondere. usato, che riporta termini ed espressioni non più Ci sembra opportuno riferire il contenuto dello utilizzate al giorno d’oggi. statuto secondo ciò che abbiamo ritenuto importante sottolineare. Gli articoli riportano la formazione e l’approvazione nel gruppo di tutti i componenti della Banda, i quali eleggevano i rappresentanti per prendere particolari decisioni. In caso di decesso di un membro questo doveva essere sostituito da un’altra persona scelta dai componenti rimasti. Ogni individuo era obbligato a tenere la maggior decenza possibile e il rispetto reciproco tra tutti gli elementi. Qualora questi due principi non fossero stati seguiti, la persona in questione veniva punita e, per volere dei Bandisti, poteva essere espulsa dalla Banda nella quale non sarebbe stata ammessa mai più. Da queste osservazioni si comprende come fossero importanti e, oserei dire, fondamentali per i componenti del gruppo il rispetto reciproco e la disciplina. Ogni elemento infatti poteva uscire dalla banda liberamente, ma doveva comunque presentare una domanda su carta spiegando le motivazioni che lo inducevano a prendere tale decisione. Potevano inoltre essere ammessi nuovi musicisti a condizione che i rappresentanti suddetti avessero espresso parere favorevole. Questa rigidità per il rispetto delle regole mi ha molto colpito, ma la ritengo giusta per una convivenza civile fra le persone. Il mantenimento del materiale adoperato doveva essere osservato da tutti i bandisti, gli strumenti avevano per i musicisti un valore affettivo, ma anche economico ognuno doveva poterli usare nelle migliori condizioni. Sono le stesse semplici ma importanti regole che ogni giorno ci ripetono i nostri Dall'immagine della prima pagina si può notare la ricercatezza della calligrafia. insegnanti da quando ci hanno consegnato gli Sono riuscita a capire il contenuto del documento strumenti che utilizziamo e che per noi sono diventati attraverso la trascrizione curata dal Sig. Enzo compagni fedeli durante il nostro triennale percorso Montigiani. scolastico. Si legge: “Nella presente trascrizione è stata lasciata invariata A cura di Sara Salvietti ogni forma lessicale dell’epoca, anche quelle che la lingua attuale può considerare errate per offrire un esempio del modo di esprimersi di circa due secoli orsono. È stata così rispettata la genuinità di un documento che si sofferma su concetti che oggi consideriamo scontati. […] I nostri avi hanno espresso sentimenti maturati in un clima intriso di Romanticismo ma hanno mostrato la preoccupazione d’istituire nella nostra Comunità, una struttura educativa di tutto rispetto a cui ognuno impegnandosi poteva accedere [...]" Così recita la premessa: “L’anno mille ottocento trentasette, e questo dì del ventitre del Mese di Dicembre in Reggello. È dolce certamente l’impressione, che produce la Musica le Armonia nei cuori Umani, e mirabili sono gli effetti della medesima. Mossi alcuni Giovani dalla Terra di Reggello, e viepiù quelli presenti, idearono di collegarsi per dei mesi con pieno assenso dei loro Genitori nel piccolo numero d’otto da prima, e precisamente sotto dì tredici Febbraio mille ottocento PAGINA 21 REGGELLO E DINTORNI segmento considerato si snoda tra l’abitato di Fognano, Santa Tea, Cascia per risalire attraverso Tallini e raggiungere Reggello. Nell’analisi degli itinerari hanno ricostruire la storia attraverso il paesaggio Abbiamo pensato di dare spazio sul giornalino della destato il nostro maggior interesse i cosiddetti scuola ad un lavoro svolto dai nostri ex compagni che a marcatori stradali come i madonnini di Santa Tea che giugno di quest’anno hanno lasciato la Scuola Media erano punti di sosta per le preghiere e davano illumiM. Guerri ed hanno scelto di proseguire il loro percornazione per la notte. Uno di questi è situato su un so scolastico negli istituti superiori che, ci auguriamo, crocicchio dal quale si dipartiva la strada che condupossano assecondare le loro attitudini e i loro desideri ceva all'oratorio della Casellina, l’attuale cimitero di per svolgere, tra qualche anno, una futura professione. Reggello. La sua struttura muraria, di forma allungata, Sono stati infatti gli alunni dello scorso anno, classe presenta in alto una nicchia arcuata con inserita una 1997 come dicono le persone di una certa età quando maiolica che rappresenta la sacra famiglia. Nella parte vogliono ricordare eventi importanti del loro passato, a posteriore c’è una croce in pietra, sotto la quale una dare vita al progetto intitolato ZOOM FOTOGRAFIAMO lapide in marmo reca i numeri romani CXVI. Possiamo IL PAESAGGIO STORICO, nato in continuità con una con molta probabilità intuire che la data dovesse precedente iniziativa didattico svolta dal Museo Masacindicare il 1716 perché in quegli anni è stato ricostruito cio in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Rege allargato l’oratorio della Casellina, quindi anche il gello e sostenuta con i contributi della Regione Toscana Madonnino ha richiesto delle ristrutturazioni per la e del Comune del nostro paese. La collaborazione fra il processione che celebrò questo evento. Sotto questa nostro Istituto e gli enti sopraccitati è iniziata infatti con data, un'altra lapide ricorda l'indulgenza (di un anno e MUSECCETERA, che prendeva in considerazione quatquaranta giorni), sottoscritta da Papa Giovanni XXII e tro importanti realtà del nostro territorio: i due musei di Clemente IX, che veniva concessa a chi avesse baciato arte sacra di Cascia e di Vallombrosa e gli archivi storici la croce. comunale e della Pieve di Cascia, oltre al sito archeologico di Poggio alla Regina. Il risultato finale dei lavori assegnati alle classi è stato molto interessante e apprezzato ed ha portato alla realizzazione di una pubblicazione e di un DVD con cortometraggi scritti e interpretati dagli alunni che si sono “licenziati” nel giugno del 2009. È stato proposto dunque ai nostri insegnanti di proseguire questa esperienza positiva anche nel ciclo successivo, sostenuti dalla proficua collaborazione di due esperte in Storia e Archeologia, le Dott.sse Maria Italia Lanzarini e Valentina Cimarri. Questa volta il tema da approfondire è stato quello relativo al paesaggio storico. Il progetto ZOOM si è posto come obiettivo di avviare noi ragazzi alla conoscenza dei luoghi in cui viviamo per considerare il paesaggio un’inestimabile risorsa, esso infatti è il risultato di stratificazioni storiche. La prima parte di lavoro è stata svolta a livello teorico, sono stati puntualizzati il concetto di paesaggio storico e la relativa legislazione, successivamente si sono evidenziati due argomenti principali: la viabilità con i diversi marcatori stradali, dai tabernacoli alle fonti, dai cippi alle strutture agrarie e gli opifici. La porzione di territorio prescelta, entro cui individuare i diversi siti è stata, per motivi prettamente logistici, l’anello viario intorno al capoluogo, con i due percorsi principali: la via del Casentino e la via dei Setteponti. Si sono quindi svolte ricognizioni sul territorio facendo partecipare i ragazzi che hanno U n o d e i M a d o n n i n i d i S a n t a Te a . riempito schede cartacee diversificate in base ai due argomenti prescelti: per la viabilità della Setteponti il Il secondo itinerario invece prende in esame la percorso da Fognano a Reggello attraverso il ponte di strada che collegava il Valdarno con il Casentino e che Cascia e l’abitato di Tallini, per la viabilità di via del conserva molte tracce che si possono ricondurre alla Casentino il percorso che dal “Fattoio” sale a Caselli e sua fondamentale funzione di valico. Dalla fine del arriva a Pontifogno per poi scendere al ponte della Medioevo venne utilizzata come via di ‘transumanza’ e Dogana. di ‘dogana’, ed ancora alla fine dell’Ottocento era Il lavoro è stato suddiviso in quattro itinerari: il primo conosciuta come ‘via del vino’. Il tratto considerato si analizza il percorso della Setteponti e le strutture legate snoda dal sito del “Fattoio”, dove si trovava uno dei più alla viabilità storica. L’attuale via dei Setteponti si dirige antichi frantoi del comune di Reggello, attraversa lungo un percorso tracciato in epoca romana e l’abitato di Caselli, la Torre, Casellino, dove sono ancora comunemente conosciuto come Cassia Vetus. Il visibili i resti del manto stradale romano, Rio, CACCIA ALLA NOTIZIA i l p ro g e t t o z o o m PAGINA 22 ANNO 2, NUMERO 1 REGGELLO E DINTORNI passaggio delle greggi che dal Casentino si spostavano Pontifogno e le Fabbriche, dove per moltissimo tempo, in Maremma. è stato semilavorato il ferro proveniente dall’Isola d’Elba Il terzo itinerario si trova lungo la Setteponti; il e diretto in Casentino. paesaggio storico è segnato da importanti strutture legate all’agricoltura e alle attività artigianali. Nel segmento considerato spicca per l’attuale stato di abbandono il sito di Camprenna. L’itinerario vuole documentare l’importanza storica e paesaggistica di alcune strutture di cui si rischia di perdere memoria: la villa cinquecentesca, gli edifici della fattoria, un tempo proprietà dei Marchesi d’Ambra, i ruderi del mulino sul Resco, la suggestiva ‘ghiacciaia’e la ciminiera della filanda ottocentesca. La zona dei Monechi e degli opifici in una stampa del 1907. La casa torre, tutt'ora destinata ad uso abitativo, visibile nella zona del fattoio. Con il toponimo “Fattoio” sono indicati tre edifici adibiti ad abitazione lungo l'odierna via Guido Monaco. Sappiamo che all'inizio del XIV secolo il sito, ubicato nel popolo della Pieve di Cascia, era caratterizzato dalla presenza di un frantoio, lo stesso che nel 1427 era proprietà di Messer Bartolomeo di Baldassar Foraboschi di Firenze. La casa-torre e gli annessi adiacenti, nel XVI secolo vennero trasformati in convento, ricordati come il “Fattoio delle Monache degli Angeli”, di proprietà dell' Ospedale degli Innocenti. Di questo periodo si conservano all'interno dell'edificio tracce di una cappella e di una ruota per gli esposti. L’anello si conclude sul Ponte di Dogana, punto di Il quarto ed ultimo percorso comprende la piazza di Reggello e gli opifici lungo il Resco. Esso prende in considerazione gli aspetti principali del centro storico: la piazza con le strutture religiose, amministrative e commerciali, la chiesa, il palazzo del Podestà e la loggia del mercato. La zona dei Monechi è ancora oggi il vero e proprio fulcro economico del paese. Il sito è particolarmente interessante poiché rappresenta il cuore storicoeconomico del primo abitato di Reggello: qui infatti erano ubicati i più antichi opifici del paese, sorto alla fine del XIII secolo e sviluppatosi all'inizio del XIV secolo. La zona dei Monechi e degli opifici oggi. Vista panoramica della fattoria di Camprenna, purtroppo in stato d'abbandono. La presenza del mulino da grano, appartenuto alla Comunità dei "Quattro Popoli" di Cascia, è riportata in una descrizione di un documento del 1427. Questa fonte ci informa che l'affitto del mulino fruttava alla comunità cinquanta staia di grano l'anno. Nello stesso anno, nell'adiacenze del mulino, è nominata una PAGINA 23 CACCIA ALLA NOTIZIA REGGELLO E DINTORNI tutto gli aspetti di tutela del territorio. bottega da fabbro ancora attiva agli inizi del NoveUn aspetto importante del progetto ha riguardato cento. L'ambiente ha subìto una profonda modifical'elaborazione informatica del materiale raccolto. Per zione nel 1735, come testimonia un'epigrafe sugli archi gestire tutti questi dati è stata utilizzata la metodologia in facciata. Nel 1427 era proprietà di Matteo Di Martino GIS (Geographic Information System) che ci consente di da Reggello, di professione fabbro, mentre nel 1469 era per metà di Guido Bastardi, discendente dei Bastardi da Castiglione. La bottega era ubicata sulla strada che dal ponte di Dogana scendeva lungo il Resco ai mulini per poi risalire nella piazza mercatale di Reggello . Il progetto Zoom, fotografiamo il paesaggio storico è stato presentato il giorno 16 Novembre 2011 all’interno della manifestazione denominata “Lucca Fiere”. A questo evento importante eravamo presenti anche noi, come inviati speciali di Caccia alla Notizia, accompagnati dal Dirigente Scolastico e dai Professori Lancisi e Buonamici. Rachele, Guido ed io siamo stati invitati a esporre il contenuto dell’articolo che avevamo preparato per l’occasione. Erano presenti anche tre dei nostri ex compagni dello scorso anno Jasmin, Pietro e Gabriele, che hanno riferito le fasi del lavoro svolto in classe e sul territorio. Naturalmente l’intervento è stato coordinato dalle Dott. sse Maria Italia Lanzarini,Valentina Cimarri e Annica Sahlin che, come già abbiamo avuto modo di sottolineare, hanno dato vita a quest’interessantissima attività interdisciplinare. Il lavoro che abbiamo svolto e a cui ci riferiamo nell'articolo è visibile sul web alla pagina http://opengeo.eu/zoom La schedatura dei vari siti raccoglie informazioni differenti: la descrizione minuziosa del singolo luogo preso in esame, ove si rilevano le origini storiche e architettoniche, la spiegazione del significato di alcuni toponimi, i dati paesaggistici che riguardano soprat- Nel riprendersi gli spazi abbandonati dall'uomo la Natura crea la propria arte. Il territorio urbano della nostra zona non è certo avaro di scorci caratteristici. proiettare la ricerca su basi cartografiche e di interrogare le informazioni contenute in una banca dati. L'obiettivo finale che è stato raggiunto è stato quello di riversare le conoscenze acquisite in uno strumento fruibile per tutti su internet. È stata realizzata una cartografia interattiva con schede informative accessibili sul portale web della scuola. Con una breve introduzione ai concetti di database e GIS, le classi hanno direttamente lavorato allo sviluppo della cartografia interattiva, inserendo nel sistema le informazioni raccolte sui siti e sulle strutture osservate. Per una migliore gestione del lavoro ogni classe è stata suddivisa in quattro gruppi, a ciascuno dei quali è stata assegnata una password personale con la quale accedere al sistema informativo. Ogni gruppo poteva visualizzare tutte le schede, ma modificare solamente quelle ad esso collegate. Questo sistema d'accesso ha consentito di garantire la sicurezza dei dati e di controllare lo svolgimento del lavoro fuori dall'orario scolastico. Il paziente lavoro sulla carta interattiva e di schedatura dei siti è stata curato dalla Dott.ssa Annica Sahlin, ricercatrice dell’Università degli Studi di Firenze. Sul sito della nostra scuola è possibile visualizzare interamente il progetto, interrogare la mappa interattiva e vedere la galleria fotografica, contenente le foto che i nostri compagni hanno scattato lungo i diversi itinerari, durante le fredde giornate di gennaio di quest’anno. Non ci resta che augurarvi UNA BUONA PASSEGGIATA VIRTUALE!!! A cura di Leonardo Mazzuca PAGINA 24 ANNO 2, NUMERO 1 REGGELLO E DINTORNI fisico viene spesso minacciato dai ritmi intensi della vita quotidiana, ma seguendo periodicamente delle sedute di walking possiamo ritrovare serenità, grazie ad un attivita' per il benessere della persona In questo articolo vorrei raccontare la mia passione miglioramento d'umore e ad una progressiva armonizper la danza, attività che pratico da quando avevo zazione del battito del cuore. quattro anni e alla quale tengo ancora molto. La kick boxing è uno sport da combattimento che Inizialmente per me era un'azione quotidiana andare a combina tecniche di calcio, caratteristiche di arti danzare, ma crescendo ho capito che non si trattava marziali orientali, ai pugni propri del pugilato inglese. solo di memorizzare io riprodurre n sequenza semplici Zumba è una lezione di fitness di gruppo che utilizza esercizi o movimenti; attraverso il ballo ho imparato a i ritmi e i movimenti della musica afro-caraibica, mixate convivere con gli altri, ad aiutarsi a vicenda, a conocon i movimenti tradizionali dell'aerobica. Ha come scere i miei limiti e a cercare di superarli. obiettivo principale di facilitare un alto consumo L'articolo ha anche uno fine informativo, vorrei calorico. infatti spiegare quali sono le attività che si svolgono La danza classica è rivolta principalmente ai danzaall'interno della palestra “Energia” che frequento tori moderni e si pone l'obiettivo di creare delle basi tecsettimanalmente. Ho deciso di farlo attraverso un niche funzionali allo studio di tutti gli altri tipi di ballo. intervista dato che ho avuto modo di porre qualche La danza moderna prevede un costante riferimento domanda alla mia insegnante Barbara Montigiani. agli aspetti fondamentali della tecnica classica, differenziandosi da questa per la tipologia dei passi, per lo sviluppo dei movimenti ritmati, ma armonici, che ne rendono lo studio appassionante e divertente: tutto è più velocizzato e, come dice il nome, moderno. L'Hip Hop è uno dei balli più praticati dai giovani, forse perché è nato per strada in modo del tutto naturale. Si balla con basi di musica rap, è dinamico e divertente adatto a tutti coloro che amano il ritmo. La danza del ventre è uno dei balli più antichi del mondo ed è praticata dalle donne perché esprime interamente la femminilità, la vitalità e la sensualità. I balli da sala e caraibici sono praticati in coppia. Lo yoga è un'altra attività che aiuta a ritrovare il proprio benessere attraverso lo sviluppo del vigore, della flessibilità Un momento di puro spettacolo durante una esibizione di danza moderna. sviluppando la capacità di rilassarsi, di Quando è nata “Energia” e quali sono i suoi concentrarsi attraverso la meditazione. Questa disciobiettivi? plina permette al sistema muscolare, nervoso e “Energia proposte di benessere è nata nel 1998 e da immunitario di rafforzarsi e riequilibrarsi. Attraverso il sempre ha l'obiettivo di promuovere il benessere lavoro sul corpo e sul respiro, lo yoga porta psicofisico della persona in tutto il suo insieme, gradualmente l'individuo a sentirsi in pace con se stesso stimolando proprio la vitalità e l'energia, per questo e con gli altri. abbiamo deciso questo appellativo per la palestra. Energia partecipa anche a eventi esterni o Grazie a tantissime proposte di attività adatte ad ogni fiere? esigenza: dallo yoga alla ginnastica dolce, dall'aerobica “Sì, molto spesso, partecipiamo ad eventi esterni e in alla danza. particolare con i corsi di danza, abbiamo preso parte Quali corsi offre Energia? per tre anni a 'Danza in fiera', la più grande “Nel 2008 è diventata un'associazione sportiva e manifestazione italiana rivolta alla danza che si svolge crescendo ha voluto dare sempre più spazio ad attività a Firenze. E' stata un'esperienza molto divertente e innovative come walking, spinning, kick boxing, zumba, gratificante alla quale quest'anno parteciperemo con il e molto altro. L'attività principale resta comunque la gruppo di danza moderna delle ragazze dalla 1° alla 3° danza, con i corsi di classico, moderno, hip hop, balli da media. Queste occasioni sono molto importanti per sala, caraibici e danze orientali. dare la possibilità alle ragazze di fare nuove esperienze, Potresti spiegarci in modo più preciso come si contribuendo a rafforzare il rapporto tra loro”. Grazie a quest'intervista possiamo capire che fare svolgono questi corsi? attività fisica, o comunque praticare degli esercizi “Lo spinning è un'attività aerobica di gruppo che si quotidianamente, non deve essere considerato soltanto svolge su una bicicletta fissa. L'istruttore, mentre detta i un hobby o un divertimento, ma un importante ritmi di pedalata, cerca di portare idealmente l'allievo in supporto anche per il benessere del corpo e della un viaggio immaginario nel quale la concentrazione e il mente. coinvolgimento permettono alla mente di alleviare la fatica in modo da aumentare le proprie capacità fisiche. A cura di Asia Rutilensi Il walking è un perfezionamento del movimento naturale della camminata. Il nostro benessere psico- la palestra energia PAGINA 25 REGGELLO E DINTORNI stato abbandonato circa un mese fa presso Pisa. Stinchi è stato trovato da una turista che però non era assolutamente in grado di tenerlo, per il momento vive riflessione sul rispetto per i nostri amici Il primo pensiero che mi viene in mente se penso in campagna presso un cacciatore con altri dieci cani e agli animali è riferito al fatto che spesso si dice siano i tre cavalli, ma la persona che lo ha salvato sogna per lui migliori amici dell'uomo. La maggior parte delle persoun'adozione migliore. ne afferma di essere d'accordo con quest'affermazione, La protezione degli animali selvatici è salvaguardata ma purtroppo alcuni eventi della quotidianità ci dimosda associazioni come il WWF, che è la più grande trano che queste sono solo belle parole che non si traorganizzazione mondiale che si occupa di ducono in realtà. quest'argomento. L'acronimo significa “World Wildlife Agli animali, in generale, per essere felici basta una Fund”, cioè “Fondo mondiale per la vita selvatica”. Il ciotola con il cibo e tanto amore. Essi sono capaci di WWF fu fondato l'11 settembre 1961 in Svizzera ed ha ascoltarci tutte le volte che ne abbiamo bisogno, di come simbolo un panda gigante bianco e nero, su tenerci compagnia anche quando abbiamo paura e ci sfondo bianco. L'associazione ha uffici in quasi novanta fanno ridere anche quando siamo tristi con le loro Paesi e la sua sede principale si trova in Svizzera. La espressioni dolcissime. Tutto questo è dovuto al fatto missione del WWF è quella di contrastare la che anche gli animali hanno dei sentimenti, gioiscono devastazione dell'ambiente naturale nel pianeta e di o soffrono proprio come gli uomini. contribuire alla costruzione di un futuro in cui l'uomo Dall'inizio della civilizzazione gli animali non sono vivrà in armonia con la natura. Gli obiettivi del WWF mai stati considerati degni di rispetto. Filosofi che si sono: conservare la biodiversità del pianeta, assicurare sono occupati in maniera specifica di questo problema l'uso di risorse naturali rinnovabili, promuovere misure sono stati Jeremy Bentham, con la sua opera per la riduzione dell'inquinamento e degli sprechi di “Introduction to the principles of morals and risorse. legislation”, Charles Darwin con “L'origine delle specie” e Peter Singer con “Animal Liberation”. Quest'ultimo può essere considerato il padre del movimento per i diritti animali ed inventore dell'espressione “liberazione animale”. Il movimento che si richiama a Singer si oppone all'utilizzo degli animali come cibo e come cavie per gli esperimenti. Dice infatti Singer: “Se un essere soffre, non ci può essere una giustificazione morale per rifiutare di prendere in considerazione questa sofferenza. Non importa quale sia la natura di questo essere, il principio d'uguaglianza richiede che la sua sofferenza sia valutata alla pari di sofferenze simili” Un grande passo in avanti per il riconoscimento dei tali diritti venne fatto dalla L.I.D.A. (Lega Italiana dei Diritti degli Animali), che nacque nel 1977. Nel 1978 a Bruxelles e poi a Parigi questa, con altre associazioni, presentò e proclamò la “Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali”. L'emanazione reca la data 15 ottobre 1978. L'abbandono degli animali è un atto crudele e degradante che non rispetta uno degli articoli della Dichiarazione. Nonostante tutte le campagne contro Un'immagine del'orsetta Hope quando era ancora un cucciolo. l'abbandono degli animali in estate, il fenomeno non è Ci preme ricordare quanto e stato fatto nel nostro stato purtroppo annientato. Paese per salvaguardare la vita dei nostri amici animali, Ecco due esperienze diverse tra loro, che ci fanno ma vorremmo anche richiamare l'attenzione dei lettori capire che non sempre i diritti degli animali vengono su alcune realtà ancora esistenti che non rispettano rispettati e che basta poco perché un animale con un l'esistenza di queste piccole creature. collare, possa essere ucciso e considerato, a tutti gli Ci interessa molto stimolare una riflessione riguardo effetti, un oggetto di uso comune. Questo è accaduto a la situazione terribile del canile di Montichiari in Hope, un' orsetta, che era addirittura diventata una star provincia di Brescia dove vengono allevati i Beagles che del web, perché la sua nascita era stata filmata e però sono destinati alla vivisezione e agli esperimenti in trasmessa in diretta su Internet. Hope aveva un decine di laboratori europei e statunitensi: il canile di radiocollare usato per seguire e monitorare i suoi Green Hill. Per porre fine a questa ingiustizia sono state movimenti. In Minnesota la caccia è permessa come organizzate una serie di manifestazioni per far chiudere forma di controllo della popolazione degli orsi, la struttura, l'ultima proprio in questi giorni. I un'eccezione viene fatta per gli esemplari dotati di manifestanti hanno definito Green Hill come un collare. Sfortunatamente Hope lo aveva perso, quindi “lager”, riferendosi alle pessime condizioni di vita in cui un cacciatore le ha sparato, mettendo così fine alla sua vengono cresciute quelle che, a tutti gli effetti, sono esistenza. cavie da laboratorio. Nell'ultimo periodo sono stati Un'esperienza più positiva è invece quella di Stinchi, accesi i riflettori dei media su Green Hill grazie ai servizi un dolcissimo segugio maremmano di due anni che è di Edoardo Stoppa per Striscia la notizia che sono stati CACCIA ALLA NOTIZIA i diritti degli animali PAGINA 26 ANNO 2, NUMERO 1 REGGELLO E DINTORNI mandati in onda dai telegiornali delle più importanti b)l'abbandono di un animale è un atto crudele e reti nazionali. Ma il canile, a tutt'oggi, non è stato degradante. ancora chiuso e così continua la battaglia delle Articolo 7 associazioni animaliste che, speriamo, possa terminare Ogni animale che lavora ha diritto a ragionevoli limitaquanto prima a favore di quei poveri cagnolini che zioni di durata e intensità di lavoro, ad un'alimentaziohanno il diritto di vivere una vita dignitosa, di ne adeguata e al riposo. conoscere l'ambiente naturale fuori del canile e, di Articolo 8 trovarsi famiglie che possano adottarli. a)La sperimentazione animale che implica una sofferenA cura di Rebecca Tozzi za fisica o psichica è incompatibile con i diritti dell'animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale, sia di ogni altra forma di sperimentazione; il testo completo della dichiarazione. b)le tecniche sostitutive devono essere utilizzate e sviPREMESSA luppate. Considerato che ogni animale ha dei diritti; Articolo 9 considerato che il disconoscimento e il disprezzo di Nel caso in cui l'animale sia allevato per l'alimentazione questi diritti hanno portato e continuano a portare deve essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso l'uomo a commettere crimini contro la natura e contro senza che per lui ne risulti ansietà e dolore. gli animali; Articolo 10 considerato che il riconoscimento da parte della specie a)Nessun animale deve essere usato per il divertimento umana del diritto all'esistenza delle altre specie animali dell'uomo; costituisce il fondamento della coesistenza delle specie b)le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano nel mondo; degli animali sono incompatibili con la dignità considerato che genocidi sono perpetrati dall'uomo e dell'animale. altri ancora se ne minacciano; Articolo 11 considerato che il rispetto degli animali da parte degli Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza uomini è legato al rispetto degli uomini tra loro; necessità è un biocidio, cioè un delitto contro la vita. considerato che l'educazione deve insegnare sin dalArticolo 12 l'infanzia a osservare, comprendere, rispettare e amare a)Ogni atto che comporti l'uccisione di un gran numero gli animali. di animali selvaggi è un genocidio, cioè un delitto conSI PROCLAMA: tro la specie; Articolo 1 b)l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente naturaTutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanle portano al genocidio. no gli stessi diritti all'esistenza. Articolo 13 Articolo 2 a)L'animale morto deve essere trattato con rispetto; a)Ogni animale ha diritto al rispetto; b)le scene di violenza di cui gli animali sono vittime deb)l'uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi vono essere proibite al cinema e alla televisione a meno il diritto di sterminare gli altri animali o di sfruttarli che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai violando questo diritto. Egli ha il dovere di mettere le diritti dell'animale. sue conoscenze al servizio degli animali; Articolo 14 c)ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure e a)Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli alla protezione dell'uomo. animali devono essere rappresentate a livello governaArticolo 3 tivo; a)Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltratb)i diritti dell'animale devono essere difesi dalla legge tamenti e ad atti crudeli; come i diritti dell'uomo. b)se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea, senza dolore, né angoscia. Articolo 4 a)Ogni animale che appartiene a una specie selvaggia ha il diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre, aereo o acquatico e ha il diritto di riprodursi; b)ogni privazione di libertà, anche se a fini educativi, è contraria a questo diritto. Articolo 5 a)Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell'ambiente dell'uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie; b)ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta dall'uomo a fini mercantili è contraria a questo diritto. Articolo 6 a)Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una durata della vita conforme alla sua naturale longevità; I DIRITTI DEGLI ANIMALI CACCIA ALLA NOTIZIA MONDO SCUOLA PAGINA 27 le t e o r i e e vo lu t i v e da li n n e o a da rw i n u n a rg o m e n t o a f f ro n tat o e d a p p ro f o n d i t o n e l l e o r e d i s c i e n z e contatti che manteneva con allevatori e giardinieri; si All'inizio di quest'anno la nostra classe ha affrontato rese conto che l'uomo era riuscito ad ottenere nuove come argomento di Scienze le varie teorie evolutive sosrazze di animali e piante operando una selezione tenute da grandi studiosi come: Linneo, Lamark, Cuvier artificiale, scegliendo e incrociando gli individui con e Darwin. Furono diverse e tutte si svilupparono nel caratteristiche migliori. corso dei secoli XVIII e XIX; la prima fu quella enunciata Nel 1859 Darwin scrisse un libro intitolato “Sulda Carlo Linneo, naturalista svedese. l'ordine della specie attraverso la selezione naturale”. Questa teoria era basata sulla fissità della specie per Ipotizzò che in natura ci fosse una lotta per la sopravcui le caratteristiche dei diversi esseri viventi erano prativivenza tra i diversi individui: quelli nati con caratcamente rimaste immutate nel tempo senza subire teristiche meno adatte all'ambiente morivano mentre alcun cambiamento. Tali affermazioni, seppur tanto apquelli nati con caratteristiche più adatte all'ambiente prezzate dalla Chiesa dell'epoca ed in linea con quanto sopravvivevano e tramandavano i loro caratteri alle scritto nella Bibbia, vennero messe in discussione all'inigenerazioni successive trasformando così la specie. zio del XIX secolo con il ritrovamento di fossili della stesDarwin consolidò la sua teoria prendendo come sa specie, ritrovati in più parti del pianeta, con caratesempio la selezione naturale della farfalla Biston betuteristiche però differenti gli uni dagli altri. laria, molto diffusa in Inghilterra fino al 1845; lo studioFu proprio a partire da questi nuovi studi di Paleonso aveva notato che, nei decenni precedenti ai suoi tologia che iniziarono a nascere nuove idee e teorie studi, si era sviluppata la specie di farfalla le cui ali sull'evoluzione delle varie specie dei viventi e molto possedevano chiazze bianche che ben permettevano la lavoro venne portato avanti rispetto anche ai mutamimetizzazione sui tronchi degli alberi ricoperti da menti subiti dall'uomo stesso. licheni. Molte domande rimasero però ancora senza Con il passare del tempo ed il successivo sviluppo risposta e per cercare di trovarne una che spiegasse la delle fabbriche, i licheni cominciarono a sparire e i comparsa di nuove specie, più tardi vennero resi noti gli tronchi degli alberi a colorarsi di nero; ciò cominciò a studi compiuti dal paleontologo francese George favorire uno sviluppo della specie di farfalla con le ali Cuvier. Secondo tale studioso nel corso degli anni nere e senza chiazze bianche, un tempo meno numerose catastrofi avevano causato l'estinzione di sviluppata. alcune specie e solo successivamente altri esseri viventi ne avevano preso il posto. Un esempio noto è quello dei dinosauri che, una volta scomparsi, avevano lasciato posto ai primi mammiferi. Pur essendo una teoria affascinante, questa comunque lasciava irrisolto un dubbio: a partire da chi o cosa si erano formati i nuovi esseri? Neanche la Bibbia era capace di dare una risposta convincente a questa domanda. Più tardi il francese Jean Baptiste Lamarck, anch'egli naturalista, provò a fornire un chiarimento: secondo lui il cambiamento subìto da ogni specie, era dovuto all'adattamento rispetto all'ambiente che gli esseri viventi avevano prodotto in modo consapevole, ogni essere vivente avrebbe, secondo quanto detto da Lamarck, la capacità di scegliere da solo cosa cambiare di sé stesso ed anche in quale momento e non solo, ma avrebbe avuto anche la possibilità di tramandare alla La teoria evolutiva di Darwin riprodotta dai ragazzi della IIID propria prole i caratteri acquisiti. Oggi sappiamo che questo può succedere anche sui Ciò che appare importante in questa teoria è il batteri. Gli antibiotici che noi usiamo, quando ci ammariconoscimento della funzione dell'ambiente che influliamo, uccidono i batteri ma, con il passare del tempo, isce comunque sui cambiamenti degli organismi. alcuni di essi non fanno più effetto. Erroneamente ci Questa teoria, nota come “Teoria del catastrofismo”, siamo convinti che essi si siano abituati all'antibiotico venne smentita dagli studi di Charles Darwin che ne usato, ma non è così; in realtà molti di questi batteri elaborò una nuova, del tutto rivoluzionaria, dopo aver muoiono, ma alcuni, con caratteristiche differenti, compiuto un viaggio su di un brigantino al quale era sopravvivono e quando si riproducono trasmettono alle stato dato il nome di “Beagle”; con questo circumgenerazioni successive le loro caratteristiche, fino a navigò l'America del Sud e, dopo aver risalito l'Oceano formare gruppi di batteri resistenti e quindi molto più Pacifico Meridionale, stazionò per un periodo nelaggressivi. l'arcipelago delle Galapagos. Oltre che dalle osservazioni fatte durante il suo A cura degli alunni della classe IIID viaggio, egli fu rafforzato nelle sue idee, anche dai PAGINA 28 ANNO 2, NUMERO 1 MONDO SCUOLA tre anni rappresenta gli alunni della sua classe, l'attuale IIIA. Sara è anche una redattrice del giornalino della scuola, i l n u ovo con si g li o d e i r ag a z z i nonché l'ideatrice e realizzatrice del logo di Caccia alla Anche quest'anno si sono svolte le elezioni per il Notizia. rinnovo dei rappresentanti del Consiglio dei Ragazzi Al nostro presidente facciamo i nostri più sinceri complinelle classi quarte della Scuola Primaria del nostro menti e auguriamo un buon lavoro per quest'anno scoIstituto e fra gli alunni, nuovi arrivati nelle classi prime, lastico. alla scuola Secondaria di primo grado. Nella tabella troverete i nuovi componenti del consiglio. È stato necessario costituire una nuova Giunta ed è A cura della redazione stata eletta come presidente Sara Salvietti, che da ormai sara presidente!!!!! c i ao s i c Anche noi vogliamo inviarti il nostro saluto con semplicità, ricordando la tua spontaneità e simpatia, valori che riuscivi a trasmettere attraverso la tua grande passione per lo sport. I ragazzi di Caccia alla Notizia CACCIA ALLA NOTIZIA MONDO SCUOLA l e l i n g u e m i n o r i ta r i e i n i ta l i a . Il linguaggio è un sistema di comunicazione tra individui per mezzo del quale si trasmettono informazioni, usando un sistema di simboli combinati in accordo alle regole della grammatica. Attualmente ci sono circa 7.000 lingue esistenti nel mondo, tuttavia solo l'80% delle persone che vivono nel mondo parlano attraverso le 83 lingue più diffuse e si stima l'esistenza di 3.500 lingue considerate “rare”. Dalle statistiche emerge che il più giovane a parlare una lingua rara nelle varie nazioni ha comunque più di sessanta anni. Le lingue rare per lo più spariscono perché non sono in grado di competere con le altre. In Australia numerosi conflitti tra tribù aborigene e coloni bianchi ha causato una situazione precaria per molte lingue. Soprattutto nei Paesi europei la salvaguardia delle lingue regionali o minoritarie è, da molto tempo, una delle iniziative che promuove il Consiglio d’Europa e trova il suo fondamento nell’articolo 14 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo del 1950. La legge n. 482/1999 per la tutela delle minoranze linguistiche e storiche in Italia ha offerto la grossa opportunità di sostenere e valorizzare la conoscenza di queste realtà. All’indomani della Prima Guerra Mondiale l’annessione allo Stato italiano del Tirolo meridionale, comprendente un’area germanofona e quella della Venezia Giulia, che racchiude nel suo territorio popolazioni di lingua slovena e croata, determinò varie difficoltà, sia perché queste annessioni si posero in contraddizione con il principio di nazionalità fin allora adottato. Solo con la Costituzione del 1948 la Repubblica Italiana si è impegnata a tutelare le minoranze linguistiche come riportato nell'articolo n.6. Vediamo nel dettaglio quali sono le minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla legge in Italia: Gli ARBËRESH sono popoli di origine albanese. Dopo la conquista di Costantinopoli del 1453, i Turchi si spinsero verso nord, nelle terre già sottomesse dall’Impero romano e successivamente dalla Repubblica Veneziana. La conquista di queste terre spinse le popolazioni dei Balcani a cercare rifugio in Italia tra la metà del XV e la metà del XVIII secolo. Queste comunità si stanziarono lungo la penisola nella parte meridionale e centrale. Attualmente gli Arbëresh sono presenti in 7 Regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia. I Catalani sono presenti ad Alghero, città fondata nel XII secolo, forse dalla famiglia genovese dei Doria o da essi fortificata per limitare le frequenti incursioni di Saraceni e Pisani. Qui sono presenti gli eredi degli immigrati catalani insediatisi dopo che Pietro IV d’Aragona mise in fuga gli abitanti del luogo, favorendo una massiccia migrazione di persone provenienti dalla Catalogna. I Croati sono emigrati nel XVI secolo, a causa dall’invasione dei Turchi e di popolazioni provenienti dai Balcani. Oggi circa tremila persone vivono nei comuni del Molise e parlano ancora l’antica lingua madre. In virtù del trattato fra Italia e Croazia, reso esecutivo il 1998, è riconosciuta loro una tutela internazionale. Gli Ellenofoni: in Calabria ed in Puglia esistono delle comunità greche sull’origine delle quali ci sono studi PAGINA 29 non concordi: da un lato c’è chi ritiene che gli insediamenti siano avvenuti in epoca classica, risalenti al periodo della Magna Grecia, altri sostengono che il carattere greco di queste zone risalga al successivo periodo bizantino. Francofoni, Franco-Provenzali ed Occitani: nella Valle d’Aosta e in diverse vallate piemontesi in provincia di Torino, tutte contigue al territorio vallesano in Svizzera e savoiardo in Francia, vivono i franco-provenzali che parlano una lingua detta Patois. Si tratta di una minoranza autoctona la cui parlata si è andata consolidando a partire dal VI secolo. Il Latino fu la lingua considerata dotta fino al XV secolo, ma poi prese campo una letteratura valdostana in lingua francese. Due comuni pugliesi in provincia di Foggia, Faeto e Celle San Vito, la cui popolazione discende da una migrazione del XIII o XIV secolo, parlano ancora oggi il Patois. Gli Occitani sono presenti in numerose valli del Piemonte, tra Torino e Cuneo, nella provincia di Imperia ed in quella di Cosenza. Persone con abiti tipici Occitani. Fonte www.comune.celledisanvito.fg.it I Friulani abitano tutt'ora nella zona dove risiedevano i Carni, popolazione del gruppo celtico. Nel corso dei secoli questo gruppo ha saputo conservare la sua identità latina per lingua ed etnia, malgrado le invasioni dei popoli germanici e slavi. Appartiene alle lingue neolatine, ed ha mantenuto durante i secoli un’originalità che la rende molto diversa dall’italiano. I Carinziani rappresentano una comunità che risale alla colonizzazione bavarese dell’arco alpino nei secoli X-XIII e costituiscono gruppi linguistici di antico insediamento, all'interno dei quali si parlano alcuni idiomi derivanti dal tedesco. Attualmente questa variante linguistica è parlata in Friuli-Venezia Giulia, in provincia di Udine e al confine con l’Austria e la Slovenia nella Val Canal e in provincia di Belluno. I Cimbri sono originari dell’Europa del nord. Agli insediamenti originari di contadini del X secolo si sovrappose, dopo il XV secolo, una migrazione costituita da minatori di origine bavarese, invitati dai proprietari di terre incolte che erano quasi del tutto abbandonate a causa di guerre ed epidemie. Attualmente sono presenti in Trentino, nei paesi di Folgaria, Lavarone e Luserna, nei cosiddetti “sette Comuni” dell’altopiano di Asiago e in tredici Comuni della Lessinia in provincia di Verona. PAGINA 30 ANNO 2, NUMERO 1 MONDO SCUOLA del mondo". I Mocheni costituiscono una piccola comunità L'occitano è una lingua molto antica, ed è quella tedesca insediatasi nella valle del torrente Fèrsina in citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia Trentino-Alto Adige. Questa zona è detta valle dei quando parla dell'amor cortese e della poesia di Mòcheni, per la lingua particolare dei suoi abitanti. I Arnaud Daniel, cantore nominato nel XXVI canto del tedeschi che abitano in Trentino-Alto Adige/Sud Tirol, Purgatorio. Una curiosità ha colpito la nostra attendove risiede il gruppo linguistico maggioritario nella zione: abbiamo appreso durante la nostra ricerca che provincia di Bolzano e minoritario in quella di Trento, anche la campionessa di Sci, Stefania Belmondo, è godono di proprie competenze legislative, amministraoccitana ed è colei che ha acceso la fiamma olimpica in tive e finanziarie grazie a uno Statuto, frutto di specifici occasione delle olimpiadi invernali di Torino 2006. accordi fra Austria ed Italia. La lingua d'oc, termine letterario riservato a questa varietà linguistica, affonda le radici nel territorio dell'odierna Francia del Sud all'epoca del dissolvimento dell'Impero Romano ed è stata espressione di una società libera e indipendente che ha conosciuto forme molto moderne di feudalismo, ha tollerato religioni diverse e ha raggiunto l'apice nel Medioevo con la diffusione della lirica dei trovatori, i quali hanno influenzato la nascente letteratura italiana del Dolce Stil Novo. Il risveglio della lingua d'oc avviene nel 1800, grazie a un movimento letterario fondato da Federic Mistral, scrittore che nel 1904 ha ricevuto il Nobel per la letteratura assegnato, per la prima volta, a un autore che componeva in una lingua nazionale non ufficiale. I cimbri invece sono gente di montagna, in passato vivevano di allevamento, pastorizia e taglio dei boschi in baite isolate, lontane dal turismo di massa. Il cimbro è Due persone con abiti tipici cimbri. Fonte www2.regione.veneto.it una lingua antichissima che affonda le sue radici nel tedesco, parlato in Germania tra il 750 e il 1100 d.C. I Walser erano pastori e contadini alemanni che Con il tempo questa lingua ha accolto molte parole nell’VIII secolo risalirono l’Oberland bernese per italiane per la necessità di nominare oggetti prima stabilirsi nell’alta Valle del Rodano (il Vallese, da cui inesistenti. Nel XII secolo alcune popolazioni del nord deriva il nome Walser) giunsero poi nel XII secolo in varcarono il confine delle Alpi e si stabilirono in una Italia, attraverso i valichi di Gries e del Sempione. La zona tra Luserna in Trentino, i tredici comuni della minoranza è presente in alcuni comuni della Valle Lessinia nel Veronese, e i comuni dell'Altopiano di d’Aosta ed in Piemonte, nelle province di Verbania e Asiago. Lì vivono ancora oggi gli ultimi loro discenVercelli. Con una legge costituzionale del 1993 alla denti, che difendono con orgoglio un'antichissima minoranza walser è stata riconosciuta una particolare cultura. Si definiscono Goti longobardizzati, sono tutela, comprendente anche l’insegnamento nella persone sem-plici che vivono a contatto con la natura, lingua materna. lavorano la terra, sono amanti delle montagne e dei I Ladini vivono a cavallo delle frontiere regionali, boschi. I loro avi si chiamavano fra di loro “tzimbar”, nazionali ed internazionali che attraversano le Alpi. termine che indica la vita dei boschi. Espressioni come Possiamo classificarli in gruppi differenti: i Ladini delle “Tzimbar-earde” e “Tzimbar-laute” hanno il significato Dolomiti, che formano il gruppo centrale nelle Alpi, i rispettiva-mente di “Terra cimbra” e “Genti cimbre”. Fare Ladini svizzeri (o romanci), i Grigioni ed i Ladini friulani. il taglialegna in passato era il mestiere più diffuso e In Italia i vivono nelle regioni del Trentino-Alto Adige e redditizio per questo popolo. Gli abitanti della zona di del Veneto, nelle province di Trento, Bolzano e Belluno. Asiago lamentano purtroppo il loro isolamento, pur Ognuna di queste comunità ha un diverso grado di vivendo a pochi chilometri dal centro principale. Fra i tutela a seconda delle province in cui si trovano. turisti che visitano Asiago, nessuno sembra abbia mai I Sardi parlano una lingua di origine neolatina. Un sentito parlare dei cimbri. Per salvaguardare il loro sentimento di autonomia ha suscitato un vivace patrimonio linguistico alcune comunità, soprattutto in movimento di opinione che ha voluto riconoscere alle Lessinia, organizzano lezioni di cimbro anche per i parlate sarde lo status di lingua minoritaria da tutelare. bambini a cui è affidata la sopravvivenza delle antiche Nell’aprile del 2006 la Giunta regionale ha pubblicatradizioni. È importante ricordare che fra gli abitanti di to «la Limba Sarda Comuna» (la lingua sarda comune), questa zona, ci furono molte persone che sono state un primo tentativo di creare una lingua ufficiale da costrette ad emigrare nei periodi del primo e del utilizzare nell’amministrazione pubblica. secondo dopoguerra,, abbandonando una lingua Gli Sloveni hanno radicato la loro lingua in 36 considerata imparentata troppo con il tedesco, comuni del Friuli-Venezia Giulia. La comunità linguistica percepito allora come la lingua del nemico. slovena del Friuli-Venezia Giulia può fare specifico affiFortunatamente oggi le diversità culturali e linguistidamento, per la salvaguardia della propria identità, alla che rappresentano una ricchezza che deve essere realtà culturale e scientifica della Repubblica di preservata e promossa per contrastare il rischio di Slovenia. perdere la propria identità. Vorremmo raccontare in particolare alcune curiosità relative agli Occitani e ai Cimbri, riportando alcune A cura di Denisa Cintita notizie trovate sulla rivista "Geo, una nuova immagine CACCIA ALLA NOTIZIA MONDO SCUOLA PAGINA 31 storia e meriti dell'accademia della crusca un'istituzione del nostro paese che ha rischiato ed ancora rischia di sparire. mestieri. La maggior parte delle parole selezionate L'Accademia della Crusca è dal 1583 la “protettrice” interessò testi, degli autori fiorentini del 1300, ma non della nostra lingua. mancarono aperture verso autori successivi tra i quali Questa associazione culturale creata da cinque Lorenzo de’ Medici, Berni, Machiavelli e Salviati stesso e letterati fiorentini: Giovanni Battista Deti, Anton Franautori non fiorentini come Bembo e Ariosto. cesco Grazzini, Bernardo Conigioni, Bernardo Zachini e La seconda edizione del 1623 era una ristampa, Bastiano Di Rossi, a loro dopo poco si unì l'ideatore di tranne per il fatto che comprendeva nuovi autori. un programma culturale della lingua, Leonardo Salviati. La terza edizione presentò delle novità tra cui un Con il determinante contributo di quest'ultimo, finalaumento del numero dei termini scientifici; quest'opera mente, a partire dal 1583, l'Accademia prende nuova del 1691 fu per la prima volta stampata a Firenze (doforma, indirizzandosi coerentemente al fine che gli po le prime due edizioni che videro la luce a Venezia) Accademici si proponevano: mostrare e conservare la fu dedicata a Cosimo III de’ Medici, fu, sotto diversi bellezza del volgare fiorentino, modellato sugli autori punti di vista, accresciuta quantitativamente; c'erano del Trecento. infatti tre volumi in più, ma fu anche rinnovata qualitaL'Accademia assunse così il ruolo normativo che da tivamente. Per la prima volta, fecero la loro timida appaquel momento in poi avrebbe portato avanti. Anche il rizione tra le voci del Vocabolario gli astratti verbali, i significato del termine mutò: gli Accademici della diminutivi, i superlativi e gli accrescitivi. Crusca lavorarono per distinguere la parte buona e pura della lingua (la farina) dalla parte cattiva ed impura (appunto, la crusca). Il simbolo di questo gruppo di linguisti era ed è il frullone che serviva per separare la farina dalla crusca, che, una volta terminata la separazione, si presenta sotto forma di scagliette. Dalle loro animate riunioni, chiamate scherzosamente "cruscate", nacque il nome di "Accademia della Crusca”. La prima adunanza in cui si cominciò a parlare di leggi e statuti dell’Accademia avvenne il 25 gennaio 1583, ma la cerimonia inaugurale si svolse due anni dopo, il 25 marzo del 1585. Come motto utilizzavano il verso di Petrarca “il più bel fior ne coglie”. Si stabilì anche che tutti gli oggetti e la mobilia dell’Accademia dovessero avere nomi attinenti la raccolta e la lavorazione del grano, compresi gli stemmi personali degli accademici, in cui era dipinta un’immagine simbolica, spesso riferita agli attrezzi per infornare il pane, accompagnata dal nome dell'accademico e dal motto scelto. L'Accademia ha sede oggi nella villa Medicea di Firenze in via di Castello 46. Fin dall'inizio l'istituzione ha accolto numerosi studiosi italiani e stranieri, non solo grammatici, filologi, scrittori e poeti come Monti, Leopardi, Manzoni e Carducci, ma anche scienziati come Galilei, Redi, Torricelli ed importanti storici, filosofi, giuristi e statisti. L'opera principale dell'Accademia è il famoso “VocaL'interno della biblioteca Riccardiana bolario”, pubblicato per la prima volta nel 1612, poi La quarta edizione apparve a Firenze in sei volumi ampliato e dato più volte alle stampe fino al 1923. (1729-1738). L'edizione del 1612 pubblicata a Venezia suscitò L'Accademia della Crusca portò avanti la sua attività interesse ma anche disapprovazione: a molti non con alti e bassi fino al 1783, quando Pietro Leopoldo la piacque il fatto che l'opera fosse scritta in fiorentino, sciolse insieme ad altre Accademie e la riunì nell' lingua usata dai più importanti autori e poeti del“Accademia Fiorentina Seconda”. Nel 1808 venne poi l'epoca, sfruttando un modo di esprimersi che si fondata una terza Accademia Fiorentina. riteneva conoscessero in pochi, rendendo di fatto i Il 3 marzo 1809 il trono di Toscana venne assegnato vocabolari una importante fonte solo per coloro che a Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte, la volessero migliorare la conoscenza della propria lingua. quale però non aveva la facoltà di modificare o L'obiettivo principale di questo ente era, già in queemettere nuove leggi che erano di competenza gli anni, la possibilità di diffondere una lingua comune esclusiva del fratello. Tutte le leggi, i proclami, le lettere, dai ceti più alti a quelli medio bassi, salvaguardando i manifesti, gli editti erano scritti in lingua francese; l'italiano anche se non poteva essere considerato ancotuttavia Napoleone il 9 aprile 1809 concesse ai ra lingua nazionale. Fiorentini di poter parlare la propria lingua con La prima uscita del vocabolario escludeva i termini l'emanazione di un decreto emesso dal Palazzo delle moderni della scienza, della tecnologia, delle arti e dei PAGINA 32 ANNO 2, NUMERO 1 MONDO SCUOLA fascicoli. Tuileries. In tale decreto si affermava che «La lingua Nel 1843 fu pubblicata la prima dispensa e tra il italiana potrà essere impiegata in Toscana a concor1844 e il 1851 apparvero solo altri quattro fascicoli. La renza colla lingua francese, nei tribunali, negli atti compilazione della lettera A fu completata soltanto nel passati davanti notari e nelle scritture private.» ed 1854 e, causa la lentezza dei lavori, si stabilì di formare inoltre, per far sfoggio della benevolenza francese, si un Glossario in cui dovevano confluire tutte le “parole e aggiungeva: «Noi abbiamo fondato e fondiamo col locuzioni antiquate, straniere, corrotte e incerte della presente decreto un premio annuale di 500 napoleoni, nostra lingua” e fu deciso di inserire l’etimologia al i di cui fondi saranno fatti dalla nostra lista civile e che posto delle voci latine o greche. verrà dato secondo il rapporto che ci sarà fatto, agli Il primo volume uscì nel 1863 con dedica a Vittorio autori le cui opere contribuiranno con maggiore Emanuele II e i successivi, con cadenza non sempre efficacia a mantenere la lingua italiana in tutta la sua regolare, furono pubblicati fino al 1923, anno in cui fu purezza.». Successivamente il 9 gennaio 1811, fu stabilita l’interruzione dell’opera alla lettera O (l’ultima ripristinata la Crusca con la sua autonomia, i suoi statuti voce registrata è ozono). Il nuovo progetto del Vocae le sue antiche finalità, proprio per ordine dell'imbolario, elaborato e avviato dall'Accademia negli anni peratore francese. 1955-1985, ha finalità esclusivamente di documentazione storica ed è una delle maggiori imprese lessicografiche europee. Viene ora realizzato dall'Opera del Vocabolario Italiano, Istituto del CNR affiancato all'Accademia e dal 1992 affidato alla direzione di Pietro G. Beltrami. L'istituzione della Crusca in epoca più recente ha iniziato a pubblicare riviste non solo letterarie ma anche scientifiche. Il 14 Agosto 2011 è stato avanzato dal governo italiano un provvedimento che prevedeva la cancellazione degli “enti inutili” ovvero quelli con meno di settanta dipendenti. Tra quelli rientrava anche l'Accademia della Crusca. A difesa del lavoro degli accademici si è schierata Nicoletta Maraschio, l'attuale presidente dell'ente, in carica dal 2008. La Professoressa in una intervista per il telegiornale ha sostenuto con forza la sua posizione dicendo: “E' un paradosso! Noi abbiamo solo sei dipendenti, tre in biblioteca e tre in segreteria, solo perché non ci possiamo permettere di assumere altro personale. Ci sono circa sessanta accademici, illustri studiosi di tutto il mondo che, come me, lavorano per l'Accademia senza percepire alcun compenso. Tutto ciò risulta ancora meno giustificabile se si fa il confronto con l'ente che in Germania svolge il nostro stesso lavoro, l'Istituto per la Lingua Tedesca che conta circa ottanta dipendenti”. La copertina del quinto volume della seconda edizione del Vocabolario. Fortunatamente dopo pochi giorni è stato assicurato che l'Accademia non rientrava tra gli “enti inutili”. Una scossa notevole all’impostazione dei criteri da Questa non è stata la prima volta che la Crusca ha seguire per la nuova edizione, la quinta, fu data dalla rischiato la chiusura, per motivi soprattutto economici. Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Diversi negli ultimi anni sono stati gli appelli rivolti Vocabolario della Crusca di Vincenzo Monti il cui primo anche ai privati per ricevere aiuti per il mantenimento volume uscì nel 1817: le dure critiche dell'autore che di questa storica istituzione. Speriamo che grazie al notava la mancanza di voci relative ad arti e scienze, la buon senso, si possa conservare un patrimonio cultupresenza di molte parole errate, arcaiche, troppo rale del nostro Paese, perché pensare di considerare esclusivamente fiorentine, indussero gli accademici a “ente inutile” l'Accademia della Crusca, sarebbe come riconsiderare con maggiore attenzione la tavola degli considerare “inutile” la storia della nostra lingua che è autori citati. parte integrante della nostra identità nazionale. Nel 1833 le commissioni che lavorano al Vocabolario furono quattro: una per i termini latini e A cura di Rachele Barberi greci da apporre in corrispondenza alle voci italiane, una le parole di scientifiche, una per l’esame e la correzione delle “teoriche grammaticali”, e una per la revisione delle parole scelte, per le aggiunte e le correzioni. Il metodo di lavoro adottato si dimostrò però estremamente lento, tanto che fra il 1838 e il 1839 intervenne direttamente il Granduca Leopoldo per tentare di sveltire le operazioni: si fissarono due sedute settimanali e si decise di pubblicare il Vocabolario a CACCIA ALLA NOTIZIA MONDO SCUOLA PAGINA 33 il gemellaggio, un'amicizia tra paesi diversi In questo articolo vorremmo spiegare cosa si intende per gemellaggio fra città o paesi, il più delle volte lontani fra loro. "Un gemellaggio è l'unione di due comunità che agiscono, partendo da una prospettiva europea, con l'obiettivo di affrontare i problemi e di instaurare legami sempre più stretti di amicizia". Questa è la definizione di Jean Bareth, il fondatore del "Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa". Questo legame è importante per sostenersi a vicenda, economicamente e socialmente. Questa unione può, tra l'altro, consentire ai giovani di entrare in contatto con altri paesi europei ed extra europei e di fare viaggi interessanti e economicamente accessibili, poichè, come nel caso delle gite di istruzione scolastiche, parte delle spese da sostenere sono coperte dal Comune di residenza degli studenti, gemellato appunto con altre realtà europee. Grazie a questo legame di amicizia soprattutto noi giovani possiamo acquistare consapevolmente, tramite anche un esperienza diretta sul luogo, la coscienza di essere oggi cittadini europei e del mondo. Una cartolina rappresentante la stazione di BillyMontigny nel 1925 L'idea di gemellaggio è nata subito dopo il 1945, con il sostegno appassionato di sindaci e cittadini che hanno promesso solennemente che l'Europa non sarebbe stata mai più dilaniata dalla guerra. In quel periodo fu creato un documento di base al quale tutti si dovevano ispirare per fare giuramenti di gemellaggio. Nonostante i media ci abbiano catapultato nel mondo della globalizzazione, accorciando le distanze e permettendo a tutti di visitare anche virtualmente un paese diverso, il gemellaggio continua ad essere il miglior modo per gli europei si incontrarsi faccia a faccia e comunicare. Vorremmo raccontare l'esperienza del gemellaggio vissuata a Reggello. Il nostro paese è infatti legato con Billy-Montigny, un paese della Francia, con Rossdorf situata in Germania e Vösendorf che si trova a pochi chilometri da Vienna. Abbiamo ripercorso con l'aiuto del Prof. Lancisi gli itinerari proposti per le gite di istruzione delle classi terze negli ultimi anni scolastici. La prima visita ad un paese gemellato fu organizzata nel Maggio del 2002 e vi parteciparono tre classi e la destinazione prescelta fu Rossdorf. La città è molto popolata e si trova nel Darnstadt, si è unita a Reggello nel maggio del 2000. Giulia Giunti ci ha raccontato la sua esperienza, un po' più recente, nella cittadina tedesca che è stata la meta anche del viaggio delle terze nell'anno 2009. "Arrivati in Germania, siamo stati accolti con un buffet a base di cibo fritto: pollo, patatine e crocchette. La sera ci siamo recati all' ostello della gioventù dove abbiamo pernottato. Ricordo che quando siamo arrivati ci hanno informato che una stanza era inagibile, quindi è stato necessario riorganizzare la disposizione degli alunni nelle camere. Il giorno seguente ci siamo svegliati presto per andare alla scuola locale, abbiamo ascoltato il concerto eseguito dagli alunni tedeschi, che hanno anche cercato di comunicare in italiano con noi, ricordo l'espressione di uno di loro:- come balli bene bella bimba! Noi ci siamo esibiti con gli strumenti musicali della Sarà Banda e abbiamo riscosso molto molto successo, infatti i ragazzi tedeschi ci hanno addirittura chiesto il bis. Anche il gruppo degli sbandieratori della nostra scuola ha avuto il suo momento di gloria. La sera a cena abbiamo mangiato i Würstell bolliti, affettati, pane nero o integrale". È importante ricordare che le visite di istruzione proposte hanno una valenza sociale, perchè è sicuramente importante conoscere e farsi conoscere attraverso le tradizioni, ma non è stato assolutamente trascurato l'aspetto storico–culturale; in ogni città sono stati visitati, con l'aiuto di guide del territorio, i luoghi più significativi, soprattutto se ritenuti utili per l'approfondimento delle conoscenze storiche del '900. Tra le tante tappe della gita a Rossdorf i ragazzi hanno potuto fare una sosta a Monaco di Baviera e visitare anche il campo di sterminio di Dacau. Billy Montigny si tova a Pas De Calais, il gemellaggio con Reggello risale al 1998. La cittadina francese è stata visitata dagli alunni negli anni 2005 e 2011. Gli alunni in entrambe le occasioni hanno partecipato a delle manifestazioni musicali esibendosi con i brani di repertorio. È stata organizzata la visita al museo delle miniere di Billy e in Normandia al museo dello sbarco e alle trincee. A Strasburgo il gruppo è potuto entrare all'interno della sede del Parlamento europeo ed ascoltare i contenuti di una seduta con l'ausilio delle cuffie con traduttore. Tappe della gita sono state nelle due diverse occasioni, le città di Brouges, Amiens, Boulogne sul Mere, Reims e Grenoble. Vösendorf, è la più piccola cittadina che si è legata a Reggello nel 2004. Si trova nella regione del Land Niederoesterreich. La chiesa protestante di Rossdorf. PAGINA 34 ANNO 2, NUMERO 1 MONDO SCUOLA istituito un vero e proprio gemellaggio, ma sono intratL'Ostello della gioventù che ha ospitato i ragazzi tenuti comunque rapporti d'amicizia con le istituzioni degli anni precedenti è situato nel quartiere di Anton locali. Benya. La kultursaal ha invece accolto gli alunni per i Puoi dirci qualcosa sulle abitudini del luogo? pranzi e le cene che si sono consumati in loco. Da "Naturalmente si tratta di un paese molto diverso dal Vösendorf, come da Rossdorf, è stata poi raggiunta la nostro; nei pochi giorni a disposizione non è stato città di Vienna, dove la comitiva ha potuto visitare i possibile conoscere molto delle loro abitudini. Le luoghi abitati dai reali austriaci, come il castello di persone erano molto semplici e sicuramente lì non c'è il Schonbruun, residenza estiva degli Asburgo. benessere che possiamo avere nostre città. Anche il cibo era diverso, soprattutto a base di patate, zuppe e carne in umido. La Polonia è una nazione che sta cercando di inserirsi nel panorama europeo ma ancora è un po' arretrata". Condividi l'idea di gemellaggio? Cosa pensi che significhi? "Il gemellaggio è un ottima occasione per conoscere e farsi conoscere dalle altre popolazioni. Spesso oltre alle barriere fisiche, ai confini geografici e politici, vi sono altri ostacoli come i pregiudizi, proprio perchè non conosciamo coloro che abitano a pochi cilometri da noi. Grazie ai gemellaggi è possibile scambiarsi informazioni e stabilire relazioni che durano nel tempo avicinando comunità che hanno usi e costumi del tutto diversi". Penso che soprattutto queste ultime riflessioni possano far capire quanto sia importante vivere questo tipo di esperienza. Una meravigliosa vista del castello di Schonbruun. Mi ha colpito molto sentire i racconti degli ex alunni Bernardo Baldini nell'anno scolastico 2006-2007 ha della nostra scuola, ho potuto avvertire l'entusiasmo partecipato allla gita a Vösendorf e ci ha riferito la sua con il quale rammentano la loro gita di fine anno eperienza definendola molto positiva: "È stato molto considerando quei giorni unici e irripetibili. interessante osservare le abitudini di Voesendorf. Gli austriaci fanno colazioni abbondanti, il piatto tipico è il wienner schnitzell, una specie di cotoletta viennese. Inoltre hanno scuole molto attrezzate, ho capito subito che sul posto hanno investito molto sull'istruzione dei giovani. In ogni scuola c'erano molti laboratori e una grande quantità di materiale per una didattica più coinvolgente. È davvero interessante entrare in contatto con persone così differenti da noi". A prosito di entrare in contatto! Sei riuscito a fare amicizia con persone del luogo? "Io personalmente no, ma alcuni dei miei compagni si sono scambiati delle e-mails con dei ragazzi conosciuti in gita e credo che tutt' ora comunichino fra loro". Tu parli di email, ma in realtà io so che siete riusciti a trovare un altro modo per interagire, vero? "Hai ragione! Nonostante non riuscissimo a comunicare a parole perchè non conoscevamo la lingua siamo comunque riusciti a farlo con la musica; l'ultima sera, prima del rientro a casa, la nostra banda e quella dei ragazzi austriaci si sono esibite alternandosi sul palco del centro congressi del paese, tutto ciò ha permesso di creare in qualche modo un legame". Nel 2008 e nel 2010, la città di Vienna ha rappresentato una tappa importante dei viaggi d'istruzione che hanno poi proseguito verso la Polonia e la Repubblica Ceca. Nel 2008 Mattia Faustino ha partecipato con la sua classe alla gita programmata per la fine dell'anno scolastico e ricorda volentieri l'esperienza a Trzebinia, in Polonia, città con la quale Reggello non ha La chiesa di San Martino a Billy Montigny. A cura di Pietro Baldini CACCIA ALLA NOTIZIA MONDO SCUOLA PAGINA 35 parliamo di orientamento per le superiori interviste ai nostri ex compagni che ci raccontano la loro esperienza. per aiutarci spiegazioni, nel caso in cui non siate riusciti a capire un I nostri lettori si ricorderanno che già lo scorso anno argomento, perché gli insegnanti richiedono sicuranei due numeri pubblicati di “Caccia alla notizia” mente un'autonomia maggiore nello studio”. avevamo affrontato l'argomento dell'orientamento per le scuole superiori e avevamo intitolato uno dei due Quali sono le materie più difficili da affronarticoli “Scuola Superiore, una scelta difficile, spiegando, tare? in maniera, speriamo sufficientemente chiara, quali Jasmine: “La Fisica!!! E' una materia nuova e anche fossero le novità della nuova riforma promossa se il Professore è molto bravo, rimane comunque una dall'allora Ministro della Pubblica Istruzione. Quest'anno disciplina complicatissima”. siamo proprio noi, componenti della redazione a dover Umberto: “Italiano forse, ma perché non mi piace riflettere e prendere quest'importante decisione, un molto e perché sono un po' pigro”. dramma per chi non sa ancora cosa fare, e un pensiero Frequenti corsi di approfondimento in orario vagante per chi è già sicuro dell'indirizzo che intende extra scolastico? seguire. Umberto: “No, almeno per ora”. Così quest'anno abbiamo pensato di invitare alcuni Jasmine: “Un corso di Inglese per la certificazione dei nostri ex compagni dello scorso anno che sono europea. Noi lo facciamo già dal primo anno”. oggi nuovi studenti del primo anno delle Scuole Hai già in mente un' ipotetica professione da Superiori. svolgere in futuro? A partecipare a questo “quarto grado” sono stati Umberto: “Vorrei fare il criminologo, o comunque Jasmine Mahajne che frequenta il Liceo Scientifico una professione che si occupa di Psicologia”. Castelnuovo a Firenze e Umberto Tucci che studia al Jasmine: “Ho sempre pensato di poter diventare un Liceo della Scienze Umane a San. Giovanni Valdarno. medico, ma negli ultimi anni ho scoperto di avere una Quale attitudine ti ha orientato nella scelta grande passione per l'architettura. Ancora però è un della futura scuola? po' presto, ci sarà tempo per decidere e forse cambiare Jasmine: “Una predisposizione verso le materie idea”. scientifiche”. Ringraziamo moltissimo Jasmine e Umberto perché Umberto: “Mi interessavano le materie che questo hanno messo a nostra disposizione il loro tempo indirizzo propone e conoscevo l'ambiente perché mia prezioso, cercando di eliminare alcuni dei dubbi che sorella frequenta la stessa scuola. ancora sono per noi fonte di incertezza. Le loro risposte Eri indecisa/o lo scorso anno in questo perioe comunque la serenità che ci hanno tramesso, ci do? hanno dato sollievo, facendoci sentire più pronti a Umberto: “Sì, ero indeciso per il fatto che nessuno compiere il grande passo. fra i miei amici aveva intenzione di venire con me, ma Ricordiamo che la nostra scuola ha organizzato due più che indeciso ero spaventato di essere solo ad incontri pomeridiani per la presentazione dei diversi intraprendere questa nuova esperienza”. istituti superiori: uno venerdì 18 novembre invitando i Jasmin: “Un po' si era indecisa. Non sapevo ancora Licei di Firenze e del Valdarno, l'altro venerdì 2 se avrei frequentato il Liceo Scientifico o il Classico dicembre, riservato alla presentazione degli Istituti perché riuscivo bene anche nelle materie letterarie”. Tecnici. Cosa è stato determinante per la scelta logiPer l'anno scolastico in corso sono stati nominati stica della scuola? docenti per la funzione strumentale riguardante Umberto: “Come ho detto prima anche il fatto che l'orientamento la Prof.ssa Marisa Cavalcaselle, la Prof.ssa mia sorella frequentasse questa scuola, poi il sistema di Annamaria Fabbrini e il Prof. Antonio Ignaccolo. I trasporto è abbastanza comodo”. docenti potranno essere a disposizione di studenti e Jasmine: “Ho scelto Firenze perché volevo genitori per eventuali chiarimenti durante l'orario di confrontarmi con la città, uscire dal Valdarno e provare ricevimento indicato. ad essere più autonoma in un ambiente meno Si ricorda inoltre la grande manifestazione di Firenze familiare, ma sicuramente affascinante”. “Le scuole si presentano” che si svolgerà nei giorni 13 e il 14 gennaio 2012 dalle ore 10.00 alle 19.00 presso il Siete molto impegnati nel pomeriggio? teatro Obihall (ex Sashall) via F. De Andrè. Umberto: “Dipende dai giorni. Io entro alle 8 e 10 e esco alle13:10 oppure alle 14:30”. A cura di Rachele Barberi e Pietro Baldini Jasmine: “Si sono molto impegnata”. Hai avuto difficoltà di ambientamento nella nuova scuola? Umberto: “Mi sono trovato bene subito, gli insegnanti sono piuttosto accoglienti”. Jasmine: “In classe con me c'è un'altra ragazza che ha frequentato la Guerri e questo mi ha aiutato molto nel periodo iniziale. A mio avviso i professori hanno un rapporto più distaccato con gli studenti, non prendono in considerazione i problemi che una persona può avere. Un altro aspetto che ho notato è che i docenti si affidano molto al libro di testo per trasmettere i contenuti delle diverse discipline, non aspettatevi molte PAGINA 36 UN ATTIMO DI LEGGEREZZA ANNO 2, NUMERO 1 la moda femminile da coco' chanel a lady gaga u n p e r c o r s o a t t r av e r s o s t i l i , a b i t i e d a c c e s s o r i i n e p o c h e d i f f e r e n t i tingermi gli occhi o scrivere lettere. Scolpisco il modello, Il termine moda deriva dal latino “modum” e si può più che disegnarlo. Prendo la stoffa e taglio. Poi l' tradurre con le parole “foggia” oppure maniera. appiccico con gli spilli su un manichino e, se va, La moda è un fenomeno sociale caratterizzato dal gusto e dallo stile delle persone, in particolare è una tendenza che riguarda il campo dell'abbigliamento. Se facciamo caso a come è cambiato il modo di vestire nel tempo possiamo notare quanto l'abbigliamento femminile si sia avvicinato a quello maschile nella ricerca di comodità e sobrietà per la donna da quando quest'ultima ha iniziato a lavorare. Il grande cambiamento si evidenzia soprattutto alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX. Proprio in questo periodo nacque il movimento futurista. Tra i manifesti usciti in tale lasso di tempo si distinse il “manifesto della moda femminile”, che offriva capi d' abbigliamento meno costosi fatti con materiali poveri come carta, stagnola e caucciù. Si puntava così ad eliminare tutti i vestiti scomodi dando un'identità definita a coloro che indossavano questi capi . A proposito di abiti comodi è importante ricordare quale fu il primo utilizzo del Jeans, un tessuto molto usato, nato nel 1500 a Genova adoperato dai marinai per coprire le merci. Veniva fabbricato a Nimes, in Francia. Essendo un materiale resistente, a San Francisco, Levi Straus inventò dei pantaloni comodi da lavoro per i cercatori d' oro. Nel dopoguerra, i jeans diventano un vero e proprio capo d' abbigliamento grazie al cinema americano: negli anni ’30, i cowboys e i film che li Lady Gaga durante un concerto con uno dei costumi per cui è famosa. vedevano protagonisti divennero qualcuno la cuce. Se non va la scucio e poi la ritaglio. Se molto popolari negli Stati Uniti, gli non va ancora la butto via e ricomincio da capo.. In attori indossavano i jeans e questo tutta sincerità non so nemmeno cucire.” dava loro un’immagine virile. Fino Negli anni '20 Chanel lanciò “per sbaglio” la moda ad allora il jeans era rimasto del capello corto, che si diffuse presto tra le giovani esclusivamente un indumento da ragazze. Ciò fu semplicemente una fatalità, poiché lavoro, utilizzato anche dall’esercito Gabrielle, bruciandosi i capelli su un fornello, tagliò statunitense, per poi diventare, nel anche il resto. dopoguerra, un indumento da tempo Al termine della prima guerra mondiale, attraverso libero. Dopo la guerra Il jeans diventò la moda Chanel rappresenta il nuovo modello femmil'indumento della ribellione giovanile, nile e afferma che la donna moderna è una donna che simbolo della voglia dei giovani di lavora e non poteva più essere schiava dell'abbigliaprendere le distanze dalla monotonia e mento poco comodo della “belle epoque” . Per i suoi dall'ipocrisia del mondo adulto. Alla fine abiti usava inoltre materiali meno costosi e più adatti degli anni '70 le grandi firme se ne alle diverse attività per questo venne rinominata regina impadronirono e il jeans diventa così un del genre pouvre, una «“povertà di lusso” molto capo elegante anche in ambito femmoderna e snob». A partire dal 1913 fino al 1930, minile. Chanel accorciò l' orlo delle gonne sotto il ginocchio ed Vera maestra di stile del secolo scorso abbassò il punto vita, promosse l' utilizzo del jersey e lo è stata Coco Chanel, pseuonimo di stile alla marinara, infine introdusse l' utilizzo del Gabrielle Bonheur Chanel, una celebre pantalone femminile. Coco era solita prendere come stilista francese capace con la sua opera punto di riferimento i vestiti maschili e dava loro un di rivoluzionare il concetto di femmitaglio più femminile, così ineventò il tailleur. Questo nilità. introduce nell'abbigliamento femminile una somiglianLei affermava sempre di non essere za con i vestiti maschili riguardo alla severità e alla una sarta, ma una creatrice di moda: semplicità del taglio. Il termine, untilizzato per definire il “Per prima cosa io non disegno” nuovo indumento significa “abito fatto da un sarto”, ripeteva. “Non ho mai disegnato un quindi esige una confezione maschile: ciò indicava vestito. Adopero la mia matita solo per PAGINA 37 CACCIA ALLA NOTIZIA UN ATTIMO DI LEGGEREZZA anche una progressiva autonomia della donna, che una catenella di metallo, intrecciata al cuoio. iniziava ad avere un ruolo più importante nella società. Se pensiamo alla moda di oggi si può facilmente vedere come si tenda ad esagerare i minimi dettagli e si può dire che è una moda che si avvicina sempre di più al mondo dei giovani. A noi ragazzi piace dar vita a uno stile tutto nostro, nel quale possiamo riconoscerci, senza farci condizionare dal modo di pensare degli adulti. Con il passare del tempo, sempre di più, i capi e gli accessori che piacciono ai giovani, possono rappresentare per una persona appartenente alla passate generazioni “un pugno in un occhio”. Per noi invece, i colori vivaci, le sciarpe, le minigonne e i pantaloni a vita bassa, hanno un certo significato che ci contraddistingue. Oggi i giovani possono vestirsi più o meno a modo loro, mentre fino a qualche decennio fa i ragazzi dovevano sottostare al “rigido” giudizio degli adulti. Amata, odiata, criticata, imitata e additata dalla stampa, Lady Gaga è considerata una vera e propria icona della moda giovanile. Il suo vero Una famosa pubblicità di Chanel. nome è Joanne Stefani Germanotta e i Agli inizi del '900 scompiaiono i bustini e vengono paparazzi non si perdono un suo creati vestiti che risaltano il corpo femminile, outfit. Alla domanda “Come definiresti prendendo spunto dai corai greci, vestiti che il tuo stile?” fatta da una celebre rivista, evidenziavano le curve delle perfette figure greche. la cantante ha risposto: “In termini Tutto questo contribuì all'eplosione del movimento astratti posso dire che è molto New York, femminista, anche se Chanel non si è mai considerata grafico e avant-garde, il mio look è arte”. una sua sostenitrice. Questa sua “passione” per la Ha inoltre affermato di non indossemplicità la portò a non approvare il recupero dei sare gli abiti solo perchè sono belli. vecchi canoni e le stravaganti proposte di Christian Di certo, il suo stile aggressivo e Dior, di lui infatti dirà che “addobba delle poltrone, fuori dagli schemi, non è da non veste delle donne”. Per Chanel “l' eleganza è imitare, ma queste innovazioni ridurre il tutto alla più chic, costosa, raffinata povertà”. possono diventare molto imporFu un vestito da ballo realizzato con una tenda di tanti nel futuro campo della taffetà a segnare il suo ritorno nel campo della moda moda. Recentemente, la cantandopo il secondo conflitto mondiale, durante il quale te ha offerto una versione persoaveva vissuto una serie di vicende personali che non nalizzata del suo singolo “Bad avevano a che fare con la fama che si era Romance”, trasformandolo in “Bill guadagnata negli anni. Nel 1953, Marie-Hélène de Romance” per augurare il suo buon Rotschild si apprestava a partecipare al ballo compleanno all'ex presidente americapiù importante dell' anno con un vestito che no Bill Clinton. “Ho sempre desiderato Chanel definì un “orrore”. Così si improvavere un momento alla Marilyn Monvisò sarta e con una tenda, realizzò un roe e speravo che non ci fossero di nuovo vestito per la dama. Il giorno dopo, la mezzo pillole e una collana di perle” fanciulla riferì a Coco quanto scalpore avesse ha scherzato Lady Gaga alludendo suscitato il suo vestito. Nel 1954, ormai settanall'attrice che nel 1962 cantò “Haptunenne, Chanel si ripresentò al pubblico con una py Birthday Mr. President” a John nuova collezione composta da trenta modelli che Fitzgerald Kennedy. sfilarono davanti agli occhi di una folla di compra“Ho temuto di avere un infarto tori, fotografi e giornalisti. La prima reazione dei proprio mentre sto festeggiando i critici francesi fu negativa, a causa del ricorrere dei miei 65 anni”, ha poi detto Bill vecchi temi. Ben presto però i consensi iniziarono Clinton in un discorso improvvisaad arrivare dall'America e Chanel tornò sulla to a metà spettacolo. Lady Gaga breccia. La proposta di Chanel in quegli anni fu il ha dichiarato che la moda ha tailleur in tweed, con una gonna che riacquista avuto una grande influenza un poco di lunghezza sotto il ginocchio, la nella sua carriera, e ha citato giacca corta e i bottoni dorati. Nel 1955 la come sua ispiratrice Donatella stilista diede vita ad un altro intramontabile Versace. Secondo la cantanaccessorio firmato Chanel: la borsetta. te, la sua passione per la L'innovativo design si ispira, come sempre moda l'ha ereditata dalla al guardaroba maschile: per dare volume madre, precisando: “Quanalla sua pochette, furono prese come do scrivo musica, penso esempio le giacche che gli stallieri anche ai vestiti che inindossavano agli ippodromi. La borsa dosserò sul palco. Tutto matelassé - ovvero trapuntata - presensi abbina alla perfezione, tava l'aggiunta di una tracolla, che consisteva in moda e musica, musica e moda”. PAGINA 38 ANNO 2, NUMERO 1 UN ATTIMO DI LEGGEREZZA La rivista statunitense “Entertainment Monroe, Grace Kelly e Katharine Hepburn. Ci riuscirà? Weekly” ha descritto il lavoro di Lady Gaga nella A cura di Natalia Gonnelli moda “il miglior lavoro del decennio”. Le Dalla foto si può apprezzare come Cocò Chanel abbia creato lo stile moderno. stravaganti esibizioni della cantante sono state definite “altamente innovative”, ne sono un esempio il vestito con cui si è presentata agli MTV Video Awards 2010, fatto interamente di carne bovina che è stato aspramente criticato dalle associazioni animaliste e quello fatto di bolle posizionate in modo strategico. Nel 2009 è stata citata per i suoi costumi in due categorie ai premi NME Awards, della rivista musicale NME. Il 29 giugno 2011 la rivista “Rolling Stone” l'ha nominata come “Queen of Pop”, tra le altre 15 candidate. È notizia risalente a pochi mesi fa che la cantante abbia intenzione di creare una collezione che sia una rivisitazione dello stile classico di alcune grandi donne del '900 come Marilyn I disegni che decorano questo articolo sono opera della nostra Natalia Gonnelli Ringraziamenti Per questo numero il lavoro di correzione ed il montaggio dei materiali hanno richiesto più tempo del previsto. Purtroppo non siamo riusciti ad uscire in stampa prima delle vacanze natalizie. Anche se con un po’ di ritardo, auguriamo ai nostri lettori un felice e sereno 2012 e con l’occasione vorremmo ringraziare le persone che ci hanno aiutato e fornito i materiali per gli articoli: la Prof.ssa Fiorella Pelli per alcune notizie sul viaggio del Milite Ignoto; la Prof.ssa Annalisa Dini per aver contribuito alla stesura delle riflessioni riguardanti l’episodio del Natale 1914 e le spiegazioni sulla funzione dell’olio nei riti cristiani; l’alunna Zineb Rital per aver fornito la traduzione dal Corano dell’episodio relativo alla pianta di olivo; gli alunni della IC per i testi e i disegni che fanno da corredo all’articolo sulla storia dell’olio; la Prof.ssa Fernanda Tognaccini e il Signor Paolo Fariini per le testimonianze dirette sulla tragedia delle Lastre; il Signor Gradito Ghezzi per le notizie sulle attività di impagliatore e cestaio il Signor Pier Luigi Righi per la disponibilità dimostrata in occasione della visita a Gaville, i suoi racconti e le sue spiegazioni hanno contribuito ad arricchire le nostre conoscenze sulla civiltà contadina; il Signor Giovanni Nuti per le foto degli interni del Castello di Sammezzano; il Prof. Massimo Cardelli per le notizie relative alla Scuola di Musica Giovanni da Cascia; le collaboratrici del Progetto Zoom, per i materiali ai quali abbiamo attinto per la produzione dell’articolo; la Signora Barbara Montigiani per l’intervista rilasciata a proposito delle attività della palestra “Energia”; la Prof.ssa Vittoria Mauro e i ragazzi della IIID per la collaborazione dimostrata con l’articolo sull’evoluzione della specie; la Prof.ssa Patrizia Peri per il materiale sulle lingue minoritarie in Italia; i nostri ex compagni Jasmin e Umberto per l’intervista rilasciata per l’articolo sull’orientamento; il Prof. Silvio Lancisi e gli ex alunni Giulia Giunti, Bernardo Baldini e Mattia Faustino per i racconti sulle esperienze del gemellaggio; l’alunna Natalia Gonnelli per aver messo a disposizione del giornalino le sue bellissime creazioni. Le foto sono state in larga parte prese dal sito commons.wikimedia.org. Non ci resta che augurarvi buona lettura! I ragazzi della redazione di Caccia alla Notizia